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I o sono nato in una famiglia cattolicissima , 14 persone con mio padre operaio. Si divideva il pane ed il fuoco. La rotta era sicura. Da questo mondo me ne sono andato sin da ragazzo in volontario esilio . C’era tutta la presunzione dei giovani che pensa- no di cambiare il mondo. MOSCA COCCHIERA. Giusepe Varacalli, sindaco di Gerace, è tornato, fresco e contento, da Bruxelles dove – dicono le fanfare- ha discusso sulla normativa antimafia. Gran Dio. Non sappiamo se Giuseppe Varacalli sia una mosca cocchiera, che, posata sulle corna del bue aratore, dica ai quattro venti: “Ariamo”. O se sia una rana che si gonfia fino al rischio di scoppiare. Siccome il riso fa bene, è peccato che scoppi. Meglio mosca cocchiera. Dunque, Gianandrea Zagato, già in servizio presso << il Giornale >> e, per molto tempo, portavoce-ventriloquo, di Guido Podestà, presidente della Provincia di Milano, e da lui dismesso, s'è ritrovato disoccupato. Che fortuna. Ci pensa Formigoni e Gianandrea Zagato è stato nominato consulente per le relazioni istituzionali della Regione Calabria con sede a Milano. Il cuore di Scopelliti è grande. C'è posto per tutti, anche per Gianadrea Zagato, milanese. Dopo l’asse Roma- Berlino c’era bisogno dell’asse cardiaco Milano- Reggio.

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Io sono nato in una famiglia cattolicissima , 14persone con mio padre operaio. Si divideva il

pane ed il fuoco. La rotta era sicura. Da questomondo me ne sono andato sin da ragazzo involontario esilio .C’era tutta la presunzione dei giovani che pensa-no di cambiare il mondo.

MOSCA COCCHIERA. Giusepe Varacalli, sindacodi Gerace, è tornato, fresco e contento, da Bruxelles

dove – dicono le fanfare- ha discusso sulla normativaantimafia. Gran Dio. Non sappiamo se Giuseppe Varacallisia una mosca cocchiera, che, posata sulle corna del buearatore, dica ai quattro venti: “Ariamo”. O se sia una ranache si gonfia fino al rischio di scoppiare. Siccome il riso fabene, è peccato che scoppi. Meglio mosca cocchiera.

Dunque, Gianandrea Zagato, già in servizio presso << il Giornale >> e, per molto tempo, portavoce-ventriloquo, di Guido Podestà,presidente della Provincia di Milano, e da lui dismesso, s'è ritrovato disoccupato. Che fortuna. Ci pensa Formigoni e Gianandrea Zagatoè stato nominato consulente per le relazioni istituzionali della Regione Calabria con sede a Milano. Il cuore di Scopelliti è grande. C'èposto per tutti, anche per Gianadrea Zagato, milanese. Dopo l’asse Roma- Berlino c’era bisogno dell’asse cardiaco Milano- Reggio.

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DOMENICA 09 OTTOBRE 2011 LA RIVIERA 02

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DOMENICA 02 OTTOBRE 2011 LA RIVIERA 03

Controcopertina

a bravo intellettuale dovreitenermi alla larga dai concorsidi bellezza, l'esposizione deicorpi per molti contrasta colmeglio dell'uomo, che dovreb-be stare nella testa. Balle, l'uo-

mo è anima e corpo, cervello e fisico e nessunopuò mettere un limite tra il vuoto e il pieno, chenon sia un confine proprio di un individuo. Poi,e non per giustificarmi, non è che mi occupodella bellezza in quanto tale, ma delle diatribeconnesse al bello. Niente smuove l'invidia delledonne più dell'avvenenza femminile, e delnefasto sentimento se n'è riversato troppo sullanostra Stefania Bivone, soprattutto in casanostra, da parte delle donne calabresi che sisono accodate al coro delle critiche attornoall'elezione della Miss di Sinopoli. Miss

Aspromonte l'ha chiamata Mimmo Gangemi,ha fatto il tifo per lei, perché era calabrese,figlia di amici e, soprattutto, bella. Ha fattobene. Stefania ha la completezza del bello,quello fatto di una serie di componenti impre-scindibili e non di cosce. Lei ha il garbo dellabellezza e non l'ostentazione. Ha la riservatez-za della bellezza vera e non l'esibizionismodella belloccia di turno. Anch'io ho fatto il tifoper lei, perché era calabrese insieme che bella.In lei c'era la fierezza e l'orgoglio delle ragaz-ze d'Aspromonte, che racchiudono dentrotante cose, quelle che comunque hanno tenu-to in piedi il nostro mondo. Se c'è ancora unasperanza per la nostra terra lo si deve alledonne, che hanno impedito che la derivamorale infestasse completamente la nostrasocietà. Stefania è calabrese, soprattutto èbella ed è normale che la sua elezione abbiasuscitato gelosie, tutte avrebbero voluto vince-re e alle invidie delle Miss si sono unite quelledel loro pubblico di riferimento. Il fatto stra-no, stavolta, è che anche tante donne calabre-si si sono uniformate alle critiche, la maggioredelle quali vuole Stefania fredda, perché nonha pianto al momento della proclamazione.Per me è un punto a suo vantaggio, forse,spero, ha dato al concorso il suo giusto valore,una gara di bellezza, riservando le lacrime peroccasioni più meritevoli. Anche noi dobbia-mo riservare l'orgoglio per eventi più nobili, enon è che dovevamo tifare per lei solo in virtùdella sua calabresità. Ma visto che bella èbella, per di più calabrese, perché non tifare

per lei? Per un fatto di normale e ovvioconformismo, per questo ci accodiamo a ogniimbeccata che viene da fuori e dobbiamosempre e comunque sporcare il frutto dellanostra terra e preferirgli altro, si tratti di unoscrittore, un attore, un pittore .. provinciali-smo si chiama e noi ne siamo quasi irrimedia-bilmente infettati. Stefania è bellissima, mifido di Gangemi e so che ha altre qualità.Biancaneve non sapeva di essere bella, nem-meno la matrigna la riteneva tale, ma quellostupido specchio parlante le mise in circolol'invidia. L'invidia è un brutto male, meglionon mettersi davanti agli specchi delle brameperché essi dicono sempre qualcosa e la veritàci fa male, si sa.

Biancaneve e le matrigne nostrane

DGIOACCHINO CRIACO

IVAN POLENCIG No sinceramente . Ce n'erano diquelle piu' belle . al massimo seconda

LA JASMINDai mamma mia e proprio brutta sivedono primai denti e poi il resto... fisi-camente si e bella ma inviso???????????????????

FEDERICA QUATRA di viso c'è n'erano più belle. La secondaclassificata secondo me era più carinain viso anche se era più bassa...ma allafine dove sta scritto che deve vincereper forza quella di 1,80?? E cmq iopreferisco quella dell'anno scorso...occhi bellissimi, sguardo intenso eanche più formosa!!

5 FONZIE FONZARELLI Credo sia la Miss Italia più bruttadegli ultimi 11 anni! -.-”’Si vede che votano i vecchi su raiuno, non ci vedono bene.

SANDY88ci avranno pure visto lungo ma nonc’hanno visto BENE!!Davvero banale come ragazza, noncompensa di certo con la personalita’visto che s’impappinava anche a par-lare. E dei denti a castoro ne vogliamoparlare?Molto meglio la 46, tra le due. E moltomeglio anche altre eliminate prima dilei.

ALESSIO90Ma erano molto meglio anchequelle eliminate all’ultimo primadella triade finale, questa dovevauscire subito altroche miss italia.

StefaniaBivone

MissItalia2011

d’Aspromonte

Stefania ha lacompletezza del bello,quello fatto di una serie di componentiimprescindibili e non di cosce

SU FACEBOOKGIUDIZI VELENOSI SU STEFANIA BIVONE

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ParlandoStyle

La settimana

di...

NORDICI&SUDICI

Le rubriche fisse, per gli autori, sonovere e proprie trappole. Gli appun-tamenti periodici nascondono insi-die insormontabili perché creano

aspettative per i lettori e ansie per chi li tiene.Appartenendo al genere umano si è in balia dell'u-more, degli stati d'animo, degli impegni di lavoro.Spesso, per quanto piccoli, non si può essere allapropria altezza, la retorica, la banalità, sono semprein agguato. Non si può sempre e comunque accon-tentare il pubblico. L'unico elemento imprescindibi-le, che lega autore e lettore, è la sincerità. Chi scrivedeve dire quello che pensa e chi legge deve valutareliberamente, senza indulgenze. Io di parole ne facciotante, a volte belle, altre meno, alcune volte orribili.Dico, però, sempre quello che mi esce dalla testa,dal cuore o dalla pancia, senza mediazioni e senzaaddomesticamenti. A volte mi siedo senza nullasulla penna, aggancio una parola che ne tira fuoridelle altre, il pezzo esce. Vi ho sgridati, blanditi, coc-colati. Vi ho amati e odiati. Ma vi ho, pochi o tantiche siate. Ho il mio pubblico, i miei successi e insuc-cessi. Volevo che faceste la rivoluzione e non l'avetefatta, vi volevo sulle piazze, fuori dai vostri orrididivani e invece siete là con i telecomandi in mano.Avrei voluto che dalle piazze virtuali passaste a luo-ghi di incontro reali, che tornaste a stare insieme, aessere comunità. Fallito? Non completamente. Hovisto segnali, per questo scriverò ancora. Oggi rendoonore ai fatti, anche se piccoli e non epocali. Oggirendo onore alle persone in carne e ossa. Non me nevogliate se parlo di Africo, non lo faccio per campa-nilismo. Li arringo da un anno. Alla fine ci sono riu-sciti. Sono fuori dai divani, lontani da tv e computer.Hanno realizzato un piccolo grande sogno. AdAfrico Antica è stata ricostruita la prima casa di unborgo abbandonato da sessant'anni. E' stata un'im-presa, un piccolo capolavoro dovuto alla tenacia dipochi. Un segnale per Africo, per l'Aspromonte, perla Locride. Si possono fare fatti, anche con pochimezzi e poche persone. E le parole servono, anchele mie sono servite. Fuori abbiamo un mondo daricostruire, c'è chi deve parlare e chi fare. Io farò ilmio. Onore ad Africo Antica e ai suoi ragazzi.

Fatti e parole

DOMENICA 09 OTTOBRE 2011 LA RIVIERA 04

GIOACCHINO CRIACO

RODERIGO DI CASTIGLIA

Il porto di Gioia Tauro è ilpiù importante dell'interoMediterraneo e il secondod'Europa. Non lo sa il min-istro per le Infrastrutture,Altero Matteoli, che ha fir-mato il decreto attuativoMilleproroghe con il qualestanzia 62 milioni di europer Savona- Vadio, 50 mil-ioni per Genova- SestriPonente, 18 per GioiaTauro.Dunque, per la gioia delgovernatore della Liguria ,Claudio Burlando, arriver-anno nella riviera ligure 112

milioni su 130 mentre inCalabria solo 18 su 130. I decreti sono ora alla firmadel ministro dell'EconomiaGiulio Tremonti.La Cgil ha annunciato nelleprossime settimane inizia-tive sindacali per costringereil Governo a guardare aiproblemi del sud visto che''Genova sta scoppiando di

volumi e Gioia Tauro invecemuore''. Intanto, però, aGioia oltre duemila lavora-tori tra diretto ed indotto sitrovano in mobilita' o incassa integrazione. Il Governatore Scopelliti,anche se è tornato rauco daCosenza, ha annunciato chetutto va bene.

C.B.

IL MODO DI PRODUZIONE SECONDO DON CIOTTI

I POLLI, A VARIO TITOLO, DELL’ANTIMAFIA

“Addio vecchio Aspromonte, con lafiumara che scorreva omertosa sotto ilmio balcone. Con Mimi Zappone, simangiava la capra alla bovisana, cuci-nata tra braci ardenti in una fossafoderata di felci. Una mangiata dicapra ad agosto sull'Aspromonte anco-ra non era summit mafioso. Con il pit-tore Enotrio, si andava a Cittanova amangiare lo stocco da un vecchio ostee le porzioni si pagavano a peso. Lascialata era di moda per ricchi e pove-ri, come momento di aggregazione inuna società in continua trasformazio-ne. Da qualche tempo ci hanno toltopersino gli antichi sapori. Se vai sullaPiana di Gioia Tauro dove veniva ser-vita la stroncatura, il cibo delle classisubalterne, il cameriere ti porta lapasta dei “Cento passi” di Don Ciotti e

IL DECRETO “MILLEPROROGHE”

Al Porto diGioia Taurosolo le briciole

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la Riviera

DIAVOLO NERO

Salvatore Magarò ha tutti i titoliper far parte della formata nuovaclasse dirigente . Come ogni poli-tico di razza, ha fatto la cavetta,iniziando il suo viaggio da consi-gliere comunale in quel di

Castiglione Cosesenino nel 1980, e di questograzioso comune è stato sindaco pervent'anni. Poi, è asceso a Presidente dellaProvincia di Cosenza. Nel 2005 è stato elet-to consigliere regionale nelle fila socialiste.Portava nel taschinoun mazzetto di segna-libri con sovrimpressala foto di GiacomoMancini il Grande.Ma è destino dellefotografie sbiadire enel 2010 ritroviamoSalvatore Magarò,rieletto nello schiera-mento del PDL. Unpassato controverso,ma glorificato dallalunga durata. Dal 1980 del banco di consi-gliere comunale a Castiglione Cosentino al2011 di consigliere regionale a Reggio sonopassati 31 anni. A colpo d'occhio, si direbbe: un vecchio politico, se non proprio un poli-tico vecchio. Ma, a rigore di pensamentofilosofico no, se vero è che il passato inglobail futuro. Chi allora più giovane del vecchioSalvatore Magarò? E non è vero che solo igiovani hanno energia? Tale energia dapotersi consentire capriole senza rompersil'osso del collo. Così la situazione cronologi-ca di Salvatore Magarò che pare annuncia-re da un convegno a Cosenza il salto acro-batico verso Api. Per imparare dalle Apicome si sugge un fiore per poi lasciarlo alsuo destino. Quando si è giovani, come ilgiovane Salvatore Magarò, si ha voglia diconoscere, di conoscere sempre di più.

Le tentazioni di Salvatore Magarò

DOMENICA 09 OTTOBRE 2011 LA RIVIERA 05

poi l'olio, il vino e le melanzane dellaValle del Marro, prodotti strappati allostrapotere mafioso. Addio vecchia spa-ghettata tra “amici miei” all'insegnadelle zingarate a spasso tra i sentieridell'Aspromonte. Ora sono stati vietati. Vengono indicatida un nuovo fondamentalismo cattoli-co. Ma questo è niente. Nella Locride,nei ristoranti, ti servono il vino delvescovo in tre versioni, il formaggiopecorino ed i lamponi scampati allafuria della 'ndrangheta che ha ammor-bato le serre. Sono i cibi della legalità”:tale la suprema ironia di Totò Delfino,su questo settimanale, a fronte dell'ormai irresistibile ascesa di una formadi produzione che nemmeno l'ampiocervello di Karl Marx aveva previsto. Civogliono le teste con le chieriche peruscire fuori dal modo di produzionecapitalista e fuori dal modo di produ-zione socialista per entrare nella fase

estrema del modo di produzione anti-mafia. Ci voleva don Ciotti, ci volevaLibera con i laboratori gastronomici,finanziati dalla Regione Calabria e dipassaggio nella fautrice Locri, per inne-stare nell’econmia classica il modo diproduzione antimafia e mettere lemafie in pentola. Siccome queste, però,sono dure a cuocere e spesso non sifanno cuocere secondo le ricette di donCiotti e di Libera, in pentola, per ora,finiscono i prodotti dell'agricolturadell'antimafia. Tutti prodotti d'originecontrollata: pane, pasta, latte, e burroper rendere più liscio l'accesso deicibi: dalla gola allo stomaco. E poi,escluso il venerdì, polli, sempre piùpolli dell'antimafia, cibati e nutriti congranturco coltivato nella Libera Terradelle Cooperative antimafia. Una squi-sitezza. Peccato, però. I polli dell'anti-mafia non dovrebbero finire in padella.Dovrebbero avere garantito il diritto

alla vita fino al loro ingresso nella car-riera di galli . In condizione, perciò, dilanciare il chicchirichì ad ogni sospettodi presenza mafiosa nell’economia cam-pestre. Ché, come è noto, il fiuto deipolli dell'antimafia, che vogliono fare igalletti, e dei polli, divenuti galli, che lihanno sotto le loro ali protettrici, è piùcerto di quello dei cani-poliziotti. Neandrebbe della salute della democraziae del riscatto dell'inferiorità, anche ani-malesca, dei territori meridionali.Poiché non è detto e non si dica mai chele oche salvarono Roma e i nostri polliservono solo per finire in pentola. Nonso se il nostro amico Totò Delfinosarebbe stato d'accordo con noi. Pensodi sì. Ma certamente si sarebbe stupitooltremodo che i vescovi non non sianodecisi ancora a ordinare che le ostiesiano confezionate con la farina delsacco della cooperativa della Valle delMarro.

Ritorniamo sul Forum de<<la Riviera>> sullaQuestione ambientale perricihiamare un punto fonda-

mentale: i meridionalisti hanno lasciatosullo sfondo, nel loro percorso teorico, laquestione meridionale come ancheintrinseca questione meridionale. Anchenel nostro Forum quest’aspetto èemerso quasi a conclusione. C’è nec-ssità di aprire questo discorso ?Avevamo posto questa domanda, e siamotornati a riproporla, ad Elio Belcastro, sot-tosegetario all’Ambiente. “ Certamente- harisposto- sotto il profilo teorico la ricerca vaspinta avanti. Ma, dal punto di vista operati-vo, c’è già chi si è mosso e si muove conintelligenza, passione risultati. E, infatti, iomi dico molto soddisfatto del lavoro ,svoltofinora da Leo Autelitano in qualità di presi-dente dell'Ente Parco Nazionaledell'Aspromonte. Dobbiamo ancora incon-trarci”.

Questione meridionaleCOME

Questione ambientale

PADRE GIANCALO BREGANTINI DA ASSISI

L'ITALIA IN ASCOLTO,LA DORMIENTE LOCRI

Dalla sua alta cattedra diPresidente della CommissioneCEI, ad Assisi, Mons GiancarloBregantini, che è stato nostro

vescovo ed è ancora nostro padre, nel corsodell'omelia, da lui detta ad Assisi, ha cosìcensito la questione italiana: “ No alle seces-sioni, no alle divisioni, sì all'Italia unita, sìalle piccole municipalità, armatura dellasocietà”. Convinto che “ogni comune ital-iano deve poter avere la sua identità, la suatipicità, difendendo le sue torri e i suoi cam-panili”.Mons Bregantini ha parlato dal-l'altare della Basilica di San Francesco da

dove la voce rimbomba verso ilmondo. E a Locri ci sono dei

pazzi di Dio o almeno così si reputano,tutti impegnati a fare dimenticare ilpensiero e l'azione di padre Giancarlo

Bregantini. Ardua impresa come quella dichi volesse togliere la sabbia dal deserto conil solo risultato da uscirne impolverato eoscurato.

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DOMENICA 09 OTTOBRE 2011 LA RIVIERA 06

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DOMENICA 09 OTTOBRE 2011 LA RIVIERA 07

IL PALCOSCENICOL a marcia su Cosenza degli

arditi del GovernatoreScopelliti non è stata untrionfo di popolo. Il popo-

lo cosentino è rimasto lontano, indif-ferente, anche infastidito per l’inusi-tato pellegrinaggio, di colorito politi-co estraneo alle grandi tradizionisocialiste della Città bruzia. Dentrola cerchia delle mura di Cosenzarespira ancora Giacomo Mancini,che ne fece una città europea, e chemai avrebbe potuto immaginare cheper contributo anche d’un suo trali-gnato nipote sarebbe stata apertaalla Destra e trasformata in bivaccoosannante alla Destra.No, non è stata un trionfo di popolola marcia del Primo Ottobre, che è dascrivere a carattere di fuoco negliannali del crepuscolo inglorioso dellaSinistra, capitolata nel Pd, che alla marcia deterrente risponde alcuni

giorni dopo con 10 domande alGovernatore, e allo stato superstitenel Partito dei Comunisti Italiani, deiRifondatori comunisti, dei seguaci diNichi Vendola, e del volgo socialistadisperso. È stata il trionfo della buro-crazia inquadrata: il Governatore,strillante il modo nuovo di governa-re, ha avuto in piazza i milleseicentobeneficiari delle sue nomine.Sicuramente. Perché amore conamor si paga. Ha avuto in piazza leflotte navali degli assessori e dei sot-

tosegretari, accompagnati dallo stuo-lo delle segreterie, delle strutture,degli aspiranti a qualche sedia e aqualche stipendio. Le uniche presen-ze disinteressate, come quelle di alcu-ni giovani innalzanti una scritta per illavoro, sono state prontamenteallontanate . Gli applausi - ne abbia-mo contati ben sessantré – possonostordire, creare sonorità e rumore,ma non possono cambiare la realtàdella Piazza Affari, che, più che inco-ronare, ha disonorato il Supremoreggitore del Pdl e, in una, il Supremo

reggitore della Regione Calabria.Come accade, quando non si calca unpalcoscenico, ma un palcoscemicodove i corrivi segni d’approvazione osostituiscono i segni di comprensione,e i sorrisi balzano più generosi deipensieri. E, in stretta coerenza conquel palcoscemico, il Governatore hapronunciato parole non comiche,cioè dissonanti con la realtà, soloquando ha parlato con la bocca d’al-tri: con quella di Luigi Sturzo e diEzra Pound, che in quel contestoc’entravano come i cavoli a merenda.

Non è stata un trionfo la marcia.Piuttosto il rimbombo del vuoto del-l’iniziativa della Giunta e delGovernatore. C’è qualcosa checomincia a scricchiolare sotto il pesodei grandi problemi economici esociali- disoccupazione, inoccupazio-ne, mancanza di lavoro, fuga dei gio-vani, mendicità di ampi strati di popo-lazione- e il Governatore ha cercato,cerca infantilmente di non sentirloquello scricchiolìo alzando a tuttovolume il grammofono di PiazzaAffari. Poiché , prima di ciascuno dinoi, è lui a sapere che in questo annoe mezzo di potere ha costruito unedificio traballante . Simile ad unalbero, che appare maestoso all’ester-no, e che all’interno è stato divoratodalle termiti. Se ci fosse l’opposizio-ne, sarebbe già crollato.

AMOREIl Governatore, strillante ilmodo nuovo di governare,

ha avuto in piazza imilleseicento beneficiari

delle sue nomine.Sicuramente. Perché amore

con amor si paga.

CAVOLIIl Governatore ha pronun-ciato parole non comiche,

solo quando ha usatoquelle di Luigi Sturzo e diEzra Pound, che in quelcontesto c’entravano

come i cavoli a merenda.

PASQUINO CRUPI

Parlandodi...

OVVERO IL PALCOSCEMICO, DI SCOPELLITI

La testa del corteo di Cosenza, con Scopelliti, la moglie Barbara,Gentile e Trematerra

La copertina * piazza affari Cosenza1 ottobreduemilaundici

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DOMENICA 09 OTTOBRE 2011 LA RIVIERA 08

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Cover Story

DOMENICA 09 OTTOBRE 2011 LA RIVIERA 09

la Riviera

JIM BRUZZESE

Crudelia De Mon –voi lo sapete- è lagran donna che intende rapire ben101 cuccioli di dalmata per farne una

pelliccia. Sembrava leggenda, sembrava rac-conto. Ma c’è la reincarnazione. Esiste, vienetra noi, vive con noi Crudelia De Squillacioti. L’Ospedale di Locri è il centoduesimo dal-mata cui dare la caccia. Un super perseguita-to con tante chiazze nere rispetto a quellebianche. Il bianco sporco del soccombente.L’oppressore gli lavora ai fianchi con più armie una sola strategia: l’amputazione.Fuor di metafora, alcune indiscrezioni parla-no di un repentino taglio di due reparti chenon presentano alcuna necrosi in atto:Urologia e Allergologia.Andiamo per ordine.Il reparto di Urologia di Locri è quotato, conbuone probabilità, in trasferimento suPolistena. La città della Piana, infatti, è titola-re di uno spoke che ha bisogno di rinforzi peressere spoke, ovvero un ospedale di un livel-lo specialistico medio alto. Il risultato?Locride e Piana si ritroverebbero con duespokerini per ammalati plebei. Mentre laReggio di quel gran giocatore a cui piace gio-care sul sicuro, a carte scoperte e con ledisgrazie degli altri, accoglierebbe gli amicidegli amici in un hub (dispositivo di rete)reale con assetto specialistico d’avanguardia,tra sfarzi e arazzi. Stellare.E tutto questo nonostante il vecchio barattodella politica: «Chiudiamo Siderno e com-pletiamo Locri».Faccia tosta all’ennesima potenza. Sidernoche doveva essere un hospice a lunga degen-za è passato agli archivi dell’abbandono.Locri è pronta per il macello, senza che ildirettore Generale dell’Azienda SanitariaProvinciale Sua Sanità Crudelia DeSquillacioti batta ciglio. Ci vorrebbe sensibi-lità. Ma dove?E ci domandiamo. È la Squillacioti che nontutela la sua struttura più importante o c’è unaccanimento dei poteri forti contro l’ospeda-le della Locride a vantaggio di altri?Il probabile trasferimento del reparto diAllergologia (unica struttura nell’interaregione) da Locri all’Azienda ospedaliera diReggio Calabria, darebbe pronta confermadi un inganno in atto a quei “maligni” chemangiano pane e sanità da Monasterace aPalizzi. Dietro il massacro dell’ospedale diLocri c’è una volontà politica alta che ha ilsostegno di ascari locali. Alcuni traditori incerca d’incarichi starebbero benedicendo,per il proprio tornaconto personale, il saldopresentato da quella mediocrità che, nonappena il sole scompare, timbra il cartellinosotto la luce della luna e spera nell’eclisse per

protocollare senza deroghe più porcheriepossibili.Allergologia da Locri ai Riuniti di Reggio èveramente intollerabile.Per una prova allergica un paziente dellaLocride dovrebbe recarsi a proprie spese nelcapoluogo e l’Azienda Sanitaria Provinciale,che prima guadagnava con i pruriti e gli

shock anafilattici degli altri, dovrebbe utiliz-zare le proprie risorse finanziarie per pagareA.O. di Reggio. Sarebbe come dare dei soldia chi ti ruba in casa.

Ma la Squillacioti non parla, sta zitta. Mentrele sue creature chiedono migliorie, mentre isuoi ammalati vivono gravi drammi, Crudeliaè intesa univocamente alla caccia del cento-duesimo dalmata, che guaisce invano. Quista tutta il succo dell’intera invereconda sto-ria, il motivo di questa cover story: il figliobrutto chiede aiuto e chi gli fa le veci comeun mercante finge d’ascoltare. Mentre poinelle stanze dell’eclisse dilata timpano, incu-dine e martello quando gli sussurrano la giu-sta causa: «Per l’ospedale di Locri la sedia arotelle a vita è meglio di un coma irreversibi-le».Ed è vero, assolutamente vero fino a quandonon ci scappa il morto. Pensate.Il pronto soccorso dello spoke della Locride-un termine che sa di trhiller- è una vera epropria zona di guerra, dove dei medicisenza frontiere e precari, affrontano indifesile linee nemiche. La cronaca ha registrato,solo negli ultimi mesi, cinque attacchi controi precari dell’urgenza che, nonostante i pre-cedenti, agiscono senza protezione. Glihanno menato con le mani, lo faranno coibastoni e, addirittura, qualcuno che avrebbeurgente bisogno del CNR (CentroNeurologico Riabilitativo) piazzerà qualchecartuccia nelle canne di un automatico. Altroche sedia a rotelle, in questo noir di banalelivello, abbiamo già un finale scontato e illuogo del delitto: lo Spoke di Locri. Un ospe-dale per 150 mila persone. Uno regno dimalasanità più per disservizi, carenze e strut-ture inadeguate che per qualche camicebianco ispirato da Hannibal Lecter più cheda Umberto Veronesi. Certo 70 decessi in Calabria per presuntamalasanità su 27l nell’intera nazione, il25,18% non possono dipendere tutti daserial killer che confondono il bisturi colmachete.E Crudelia che fa? Sta zitta, silenzio totale e…spoke.E comunque, un’attenuante gliela potrem-mo concedere. Ma non farebbe onore al suospirito di cacciante distratta. Insomma,Crudelia, il nostro direttore generale, èpreoccupata dal provvedimento delTribunale del Lavoro di Reggio Calabria cheha stabilito che la sua nomina è illegittima eche toccherà a Renato Carullo svolgere lesue attuali funzioni?Per adesso Scopelliti non provvede a dareseguito alla sentenza del Tribunale. Maiprima che Crudelia gli conduca per le orec-chie mozzate il centoduesimo. Il più brutto.

L'Assessore Caligiuri, nel descrivere il nuovo portale dedicato al sistema culturalecalabrese, www.conoscenzacalabria.it, realizzato all'interno dell'Assessorato (chedisponeva già di un suo spazio sul web) scrive: “Il nuovo sito intende essere unostrumento di condivisione e trasparenza”. Per inaugurare la nuova éra, potrebbecomunicarci quanto ci è costato questo servizio. Anche via internet.

I BUONI PROPOSITI DI CALIGIURI

Rosanna Squillaciotidirettore generale dell’azienda sanitariaprovinciale e l’entratadell’ospedale di Locri

CRUDELIALa carica di Sua Sanità Squillaciotiavanza pesante come un carro armatocontro gli ammalati della Locride

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A proposito di...

Primo Piano

daci, alla ricerca dell’unità interna e di obiet-tivi condivisi, incomincia a dare risultati con-creti. Che più concreti saranno in futuro severranno meno le assenze croniche di alcunisindaci alle assemblee (Lanzetta, Lucano,Campisi), se non ci sarà il girotondo del sin-daco di San Luca, che, pur essendo Roghudisul mare, invoca i diritti della montagna pervotare contro la Locride, se il sindaco diGerace, Giuseppe Varacalli, capisce che nonsi può votare sempre per lui, e se si fa inten-dere ad uno dei più esperti sindaci di vecchiadinastia, come Giorgio Imperitura, che nonesiste più la vecchia democrazia cristiana.Quando si vince grazie ad un’unità ritrovatanon si può sopportare che ancora ci sianotentativi di franchi tiratori, caudatari delPalazzo.

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ROSARIO V. CONDARCURI

COMITATO DI RAPPRESENTANZA DEI SINDACI DELL’ASP 5

L’unione dei sindaci della Locride inizia a produrre risultati. Ma la strada è ancora scivolosa

Cosa fatta, con a capo Riccardo Ritorto

Efinalmente viene eletto il Comitatodi rappresentanza dei sindaci perl’Azienda Sanitaria provinciale n. 5

di Reggio Calabria. Martedì 4 ottobre aPalazzo S. Giorgio, a Reggio Calabria,alla fine di una riunione dai toni forti,sono stati eletti il sindaco di RoghudiAgostino Zavettieri, il sindaco di SidernoRiccardo Ritorto, il sindaco di CittanovaAlessandro Cannatà,, il sindaco di ScillaPasquale Caratozzolo. Del Comitato,inoltre, fa parte di diritto anche il sindacodi Reggio Calabria Demetrio Arena.Facciamo un po’ di cronaca. Cronacadispettosa.I sindaci della zona jonica avevano indica-to come loro componenti RiccardoRitorto e il sindaco di Bianco, AntonioScordino. I sindaci della tirrenica, inizial-mente, avevano accettato un accordo dimassima, per assegnare la presidenza adun sindaco della Locride, in cambio diuna rappresentanza zonale equa, e ciò hasignificato il ritiro della candidatura diScordino. In seguito, però, hanno azzar-dato la richiesta della presidenza per ilsindaco di Villa San Giovanni, sostenutoanche da Arena. A questo punto, è scat-tata la reazione dei sindaci locridei, nondisposti a rinunciare alla presidenza e adaccettare una divisione per zone chepenalizzasse il comprensorio dellaLocride. Alla fine, grazie alla mediazionedi alcuni tra i più saggi, Mittiga eLombardo in testa, la riunione è rientratasui binari stabiliti e il Comitato, appenacostituito, come primo atto, ha eletto ilpresidente nella persona del sindaco diSiderno, Riccardo Ritorto. Fine della cronaca. Ma c’è posto per unariflessione : la netta divisione in 3 areedella provincia, che tirano, come unacoperta sempre più corta, i vantaggi a sudo nord a secondo di chi ha più potere. In questo contesto, giusta è stata la rea-zione dei comuni della Locride contro lostrapotere reggino, oltre ad una tenutapolitica della piana. Anche se ancoramanca qualcosa per poter cantare vitto-ria, il lavoro costante e certosino dei sin-

Martedì 11 si svolgerà una riunione del comitato dei sindaci per discutere:Pisl;Rapporti Comuni Locride Sorical;Legge sui servizi comunali associati:Organizzazione incontro deputazione parlamentare della Provincia con ilComitato per giorno 15 ottobre alle ore 18.Mercoledì 12 alle ore 10 si terrà un incontro con il direttore compartimentaledell’ANAS dott. Romeo presso la biblioteca comunale di Marina di Gioiosa.Sabato 15 si terrà un incontro con i parlamentari, hanno già aderito: Tassone,Misiti, Belcastro, Minniti, De Sena, Laganà, Foti, Napoli.

Settimana densa di appuntamenti quella dell’associazione dei sindaci della Locride

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Parlandodi...

Provincia

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L’OPINIONE

MARIA GIOVANNA COGLIANDRO

“Un inesorabile naufragio senza alcun lido in vista su cuiapprodare”. Così l’ing. Andrea Cuzzocrea, Presidente Ance(Associazione Nazionale Ingegneri Edili) di ReggioCalabria descrive lo scenario del settore imprenditorialereggino. Un settore che ha perso nel corso dell’ultimo annoduemila posti di lavoro e visto scomparire ben duecento imp-rese. L’ufficio urbanistica è paralizzato da mesi. Da agostomanca un dirigente, finito nel mirino dei magistratiper un presunto giro di mazzette, pagate perottenere in tempi brevi autorizzazioni a costru-ire, concessioni edilizie e condoni, tutti rig-orosamente in assenza dei requisiti di legge.La cosiddetta pratica della “bustarella”, chepare andasse avanti dal 2001.In più la commissione urbanistica non siriunisce da cinque mesi, ci sono ritardinella definizione dei Piani Strutturali,mentre i Piani Regolatori attendonodi essere sbloccati; tutto ciòimpedisce ai privati di investire sulnostro territorio. La Regione ha,inoltre, sospeso tutti i pagamenti alleimprese, a causa del patto di stabilitàe “non riesce a far partire gli investi-menti della L. 36 sull'edilizia sociale(150 mln di euro di investimenti

pubblici e almeno altri 350 mln dai privati) le cui gradu-atorie sono state pubblicate ormai da due anni e sonoferme per ricorsi e contro-ricorsi” afferma Cuzzocrea.Un’imprenditoria stretta nella morsa della burocraziae dell’illegalità favorita da chi sta al comando, che ter-giversa, continua a fare melina e a far perdere lapazienza, senza fornire alcuna certezza sull’effettivacapacità di spesa, senza pianificare impegni e paga-

menti. La Calabria rischia di veder sfumare prezioseoccasioni perché non può contare su un’ammin-

istrazione vigile e intraprendente, in grado diavviare una forte politica di attrazione degli

investimenti privati nella nostra Provinciae nella nostra Regione in particolarmodo nei settori dell'energia, del turis-mo e delle infrastrutture, settoririmasti praticamente al palo. A grandesorpresa, poi, Cuzzocrea suggerisce,sfidando associazioni ambientaliste eLegambiente, oltre che una parte dellapolitica, di valutare attentamente prog-

etti importanti quali quelli dellaCentrale a Carbone di Saline che “signif-

icano un’occasione irripetibile per il terri-torio, non solo per la rilevanza dell'impegno

finanziario, ma anche per le opere compen-sative di cui potranno beneficiare i Comuniinteressati”. Niente va, dunque, liquidato con

Cuzzocrea lancia l’allarme per il settore urbanistico

ANDREA CUZZOCREA,Presidente Ance di Reggio Calabria

Il Sottosegretario all'Ambiente,Elio Belcastro, insorge dopo PiazzaAffari (1 ottobre di Cosenza) con-tro contro i “guitti” e gli “ex dellapolitica” che strumentalizzano ildibattito sulla Centrale a carbone diSaline. Scende a valanga e nonrisparmia critiche al PdL. Dopotutto, è tra coloro che hanno salva-to il Governo e di paura non ne hanei riguardi di Scopelliti al quale ,sulla questione delle alleanze,ricorda, quasi atenerlo al guinza-glio: “Occorre chiarezza a Romacome in Calabria. I doppi giochinon sono più accettabili”. I doppigiochi , anzi i triplici giochi: l’Udcnon può essere il braccio fidato diScopelliti in Calabria e accanirsi aRoma contro il governo Berlusconi;il Pri non può votare a Roma conNucara contro il Governo, e avereun sottosegretario nella GiuntaScopelliti in Calabria; Scopelliti,che usa il guanto di ferro con i suoiamici di Partito, non può usare ilguanto di velluto con l’Api. Detto esottoscritto da un alleato fedele ecoerente del PdL. Se ne parleràcon il segretario nazionale del PdL,Angelino Alfano.

L’Unione Nazionale Consumatori Calabria ha avviatoun’azione collettiva per richiedere il rimborso deicanoni di depurazione a decorrere dall’anno 2000, pertutti i 22 comuni della Calabria che l’Unione Europeaha ritenuto inadempienti nell’attuazione della direttiva1991/271/CE riguardante il trattamento delle acquereflue urbane. L’Avv. Saverio Cuoco, presidenteregionale dell’associazione, informa che con provved-imento del 29 Gennaio 2011 l’Unione Europea ha indi-cato i comuni d’Italia inadempienti che hanno violatola normativa riguardante la depurazione delle acquereflue e che si sarebbero dovuti adeguare a partire dal31 Dicembre 2000.Tra i 22 comuni della Calabria che hanno disatteso taledirettiva, rientrano tra gli altri: Acri, Siderno, ReggioCalabria, Bagnara Calabra, Bianco, Castrovillari,Crotone, Gioia Tauro, Lametia Terme, Melito PortoSalvo, Motta San Giovanni, Rosarno, Rende, Scalea,Soverato, Strongoli, ecc. L’Unione NazionaleConsumatori Calabria a tale proposito ha predispostoil modulo di richiesta da scaricare gratuitamente edirettamente dal sito dell’associazione www.unicon-sum.it per chiedere il rimborso a decorrere dall’anno2000.Di seguito ripercorriamo l’iter normativo che regola ilpagamento della quota di depurazione addebitatasulle bollette dell’acqua. A decorrere dall’01.01.1999 ilcanone relativo alla depurazione ed alle acque reflue,è diventato tariffa a tutti gli effetti e pertanto può essererichiesto solo in caso di effettiva erogazione delservizio, ne consegue che, in assenza di impianti cen-tralizzati di depurazione delle acque reflue, o se essisiano temporaneamente inattivi, l’utente che ha ese-guito un pagamento non dovuto, ha diritto ad ottenereil rimborso di ciò che ha pagato.Fino ad ottobre 2008 gli utenti del servizio idrico paga-vano una quota per la depurazione dell'acqua anchese il servizio non era attivo. La legge 36/1994, all'art.14era esplicita: "La quota di tariffa riferita al servizio dipubblica fognatura e di depurazione è dovuta dagliutenti anche nel caso in cui la fognatura sia sprovvistadi impianti centralizzati di depurazione o questi sianotemporaneamente inattivi. I relativi proventi affluis-cono in un fondo vincolato e sono destinati esclusiva-mente alla realizzazione e alla gestione delle opere edegli impianti centralizzati di depurazione”. La CorteCostituzionale, con sentenza n. 335 del 2008, ebbemodo di dichiarare illegittimo l'art. 14, comma 1, dellalegge 5 gennaio 1994, n. 36, ribadendo che i cittadininon dovevano pagare nel caso in cui nei Comuni nonesistono impianti di depurazione o siano inattivi. Unanuova legge n°13/2009 si affrettò a stabilire che: non si paga se non ci sono gli impianti, ma se c'e' unprogetto di realizzazione si deve pagare. La recentissima sentenza della terza sezione civile dellaCorte di Cassazione n. 8318 del 12 Aprile 2011 ha sta-bilito invece che i comuni sforniti di impianto di depu-razione non possono richiedere la tariffa per il serviziodi depurazione. In particolare, la Suprema Corte hastabilito che "a fronte del pagamento della tariffa, l'u-tente riceve un complesso di prestazioni consistenti,sia nella somministrazione della risorsa idrica, sia nellafornitura dei servizi di fognatura e depurazione", per-tanto se il servizio non esiste, non è legittimo chiederedi pagare il relativo canone.Di conseguenza l’azione collettiva promossadall’Unione Nazionale Consumatori è finalizzata arecuperare quanto indebitamente i cittadini hannopagato per un servizio di depurazione non reso eriguarderà i comuni che hanno violato la direttivaEuropea per “mancanza di adeguato sistema di fog-natura, di un sistema di depurazione conforme alladirettiva e sottodimensionamento degli impianti», e pertutti quei comuni i cui cittadini non siano collegati allarete fognaria e pertanto non beneficiano di alcunservizio di depurazione.

L’ ex presidente del Consiglio comunale di Reggio Calabria , avv. Aurelio Chizzoniti , conlettera aperta al sindaco dr. Arena si interroga, con molta ironia, sulla sulla non misteriosa“misteriosa”vicenda della fontana di Piazza Carmine . Che da molto tempo tace, cioé a secco.E, perciò, l’avv, Chizzoniti, che ha tempo anche per le fontane, così insorge : “ Abbattete quellafontana Evidentemente dà fastidio a qualcuno e la burocrazia comunale è incapace”

E LA CITTÀ METROPOLITANA CI CADE SULLA FONTANA

Le guerre stellaridi Elio Belcastro

GIUSEPPE GANGEMI

RIMBORSI DOVUTIICONSIGLIDELL’UNIONE NAZIONALECONSUMATORI CALABRIA

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Parlandodi...

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Locride

LA COLONNA DI ERCOLE

I pellegrinaggi del vescovonelle abbazie laiciste

Il quinto pilastro. I devoti all'Islam sirecano a La Mecca e girano intorno allaKa'bah, l' edificio cubico al centro dellamoschea. È così che i musulmani, almenouna volta nella vita, venerano la pietranera per ordine del Corano. Il profeta Maometto impone fatica esudore per garantire l'aldilà.Il primo Pilastro. Il Vescovo di Locri sireca nei Consigli Comunali e senza giri staal centro tra maggioranze e opposizioni. Ècosì che i miracolati dall'urna, almeno unavolta l'anno, scagliano la prima pietra, congrande scandalo evangelico del vescovoMonsignor Morosini che li confessa e un

po' li assolve,dinanzi a gior-nali e televisioni.Pellegrini, questisindaci, inautunno-inver-no ascendonodinanzi a uncappello porpo-ra, gai paganid'estate, spro-fondano nellesagre di paese.

Ecco la Locride al XXII secolo D.C.: petu-lante per vocazione e sazia per indole. Inmalafede, ricorre a un bravo pastore ( e ilvescovo di Locri- Gerace lo è) per accor-dare stonature. A questo territorio tristeservirebbe un sermone d'addio dalla qui-ete antica dell'abbazia e uno di ravvicina-mento al rumore della piazza. Ma è piùd'attualità- poveri noi- il ritorno ai vescovi-conti dell'età Ottone I. Di quel X secolo ciha dato pronta conferma questa settimanail consiglio comunale di Locri, consacratodal Sempre presente, a dir vero, sollecita-to. Forse servirebbe a tutti un pellegri-naggio a La Mecca. Inter compresa natu-ralmente.

E' durante una delle ultime assemblee dell'Associazione intercomunale dei Comuni dellaLocride che si è deciso di dare avvio immediato all'elaborazione di un Progetto Integrato diSviluppo Locale per l'implementazione del “Sistema Turistico Locale della Locride”. Progettovolto ad assecondare e a rilanciare la vocazione turistica della nostra terra.

PARTE IL SISTEMA TURISTICO LOCALE DELLA LOCRIDE

Locride, lato nord, mentre l'estate nondà ancora strada all'autunno. Riace,giovedì 29 Settembre due topi d'appar-tamento entrano in casa di un anziano

e rubano 75 mila euro. Molto probabilmenteconoscevano S. F. la fatica e il sudore di unavita del settantaseienne del paese dei Bronzi.Nella stessa giornata in un noto bar diMonasterace denominato S. L. due rapinatori,

nel cuore della notte, sono entrati in azioneprendendo di mira prima una slot machine epoi la cassa. 1032 euro il bottino.Mascherati da clown nel paese dello Stocco.Mammola rapinano una coppia di coniugisotto la minaccia delle armi. R. G. e Z. E.aprono la “cassaforte:” 250 euro, due stecchedi sigarette, un binocolo e un orologio d'oro. Illato oscuro s'accontenta senza accanirsi.Caulonia, lunedì 3 ottobre, poco le dieci delmattino, due banditi con cappuccio e occhialiscuri si sono introdotti dalla parte posterioredell'ufficio e hanno prelevato 4000 mila euro,mentre davanti gli sportelli sborsavano le pen-sioni e fuori c'era la fila.Bivongi, Mercoledì 5 ottobre, dopo aver forza-to delle finestre dell'abitazione di un 77enne P.M. D. e dopo aver messo a soqquadro alcunestanze i ladri (di polli) si sono impossessatidella somma custodita dall'uomo in un casset-to: 600 euro in contanti.Con le telecamere di sorveglianza spente, nonrimane su tutti questi casi che l'accertamentodei carabinieri: le indagini sono in corso.

Il lato oscuro della Locride,dopo il Km 105

UNAVIADEDICATAAMINO REITANO

E UNADISATTENZIONENei giorni scorsi, è apparsa su un quotidiano la notizia chel'Amministrazione comunale di Siderno, per il tramite dell'assessoreMimmo Catalano, avrebbe approvato l'intitolazione di una via cittad-ina al compianto ed amatissimo cantante calabrese Mino Reitano. Perrichiesta accorata e motivata dell'associazione culturale “Azalea”.Ci pare giusto. Ma un minimo d'attenzione vigile da parte dell'associ-azione Azalea e dell'assessore al ramo non avrebbe guastato. Intatti,analoga e pregressa richiesta era stata inoltrata allaDottoressa Scialla ben un anno fa da altra Associazioneculturale cittadina.

Rosario Condarcuri

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la Riviera

Hanno preso servizio i 6 nuovi vigiliurbani, assunti a tempo determinatodal Comune di Siderno. La divisafiammante, la legittima emozione bencelata da un atteggiamento altamenteprofessionale, sono già per le stradedella città a prestare la loro delicataopera, una sintesi di cortesia, preven-zione e sanzione. Prima dell’inizio delloro servizio il sindaco della città,dott. Riccardo Ritorto, alla presenzadell’assessore alle Politiche Giovanili,Ivan Bolognino, e al comandante delcorpo dei vigili, Michele Bruzzese, liha voluti ricevere nella sua stanza peruna breve e stringata cerimonia diaugurio e di richiamo sulla loro com-plessa funzione.

MARIA BOETI

Prossimamente in collaborazione con la ScuolaElementare di Polistena e, il prezioso supportodel Direttore Scolastico dott. Francesco Nassosarà proiettato un video dal titolo MAJI-PAROLE D'ACQUA. Come tutti saprete la sedecentrale dell' Amref onlus (Organizzazione sani-taria privata) è a Roma e il testimonial per l'Italia è Giobbe Covatta. Questa associazioneinternazionale nasce nel 1957 in Kenya dallabuona volontà di tre medici che volavano su pic-coli aerei per portare assistenza medica ai piùpoveri. Col passare del tempo l' impegno si esteseanche in altri ambiti. L'acqua: costruzione dipozzi, microagricoltura, acquedotti e cisterneL'infanzia: l'adozione a distanza, la costruzione discuole, l' arredo delle aule, centri di accoglienzaper i ragazzi di strada. Medicina e formazione:ambulatori, assistenti medici, flying doctors.Ma, andiamo con ordine e spieghiamo in cosaconsiste la nostra iniziativa: i bambini delle 4° e 5°classi a secondo della possibilità e della generositàdi ciascuno parteciperanno alla visione del filmcon un piccolo contributo che partirà da un min-imo di 0.20 centesimi ad un massimo di 1.00 euro.Quanto racimolato andrà in favore dei lorocoetanei i un villaggio del Kenya per l' acquisto odi una zanzariera o di una bicicletta o di un frig-orifero. Le zanzariere per difendersi dalle pun-ture a volte letali delle zanzare e/o la diffusionedella malaria, la bicicletta affinché gli operatorisanitari possano muoversi da un villaggio all'altroper portare soccorso e medicinali, il frigoriferoper la conservazione dei vaccini.I fanciulli della scuola - nei giorni seguenti il fil-mato - dovranno stilare un tema su quanto hannovisto. I primi due racconti più semplici, più scor-revoli e con elementi di minimalismo (scendendonei particolari) e, scritti di pugno proprio senza l'aiuto di internet o altre fonti di supporto o dicopia saranno premiati con la pubblicazione perintero con il loro nome e cognome su La Rivierae con un breve approfondimento giornalistico alato.

L'AFRICA E LA CALABRIA

Amref e i bambinidella Scuola Primaria

La Cascata del Marmarico è una “Meraviglia italiana”Il Progetto Meraviglia Italiana è nato per fes-teggiare il 150esimo anniversario dell'Unitàd'Italia e far capire quanto l'Italia sia merav-igliosa. La realizzazione di un itinerario conun alto impatto storico culturale, attraversola selezione di 1000 tra le meraviglie italiane- individuate tra siti paesaggistici, manifes-tazioni di carattere culturale - a cui conferireil bollino “Meraviglia Italiana”. La cascatadel Marmarico è tra le più alte d'Italia, 114metri di meraviglia. Formata dalle acque delfiume Stilaro, nel vallone Folea, nel territoriodel comune di Bivongi (RC). In uno scenariomontano caratterizzato da una ricca vege-tazione e dalla presenza di numerose specieanimali. Con un salto di oltre novanta metrid'altezza, è la maggiore cascata dell'Appennino Meridionale. Lo strapiombo dell'acqua termina inun piccolo e suggestivo lago sottostante. Dal centro abitato di Bivongi è raggiungibile dopo un per-corso sterrato da fare in fuoristrada ed un breve tratto a piedi (circa 15 minuti) in mezzo ai boschi,costeggiando il corso del fiume Stilaro o, completamente a piedi in un ora e mezza circa. Si giungecosì in una radura dove un laghetto, formato dal salto della cascata accoglie i visitatori. Il progetto“Meraviglia Italiana” ha ottenuto l'autorizzazione all'utilizzo del “Logo ufficiale delle celebrazioniper il 150° anniversario dell'Unità d'Italia” ed il patrocinio di Camera dei Deputati, Presidenza delConsiglio dei Ministri - Ministro della Gioventù e Ministro del Turismo, Ministero dei Beni e

Attività Culturali, oltre a quellodi numerose Regioni ed entilocali.

Siderno: 6 nuovi vigili urbani

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La serata

LA CERTIFICAZIONE

del

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Premio

L’EDITORIALEDi PASQUINO CRUPI

Diremo dunque addio ai centomila certi-ficati che, ogni volta che si ha a che farecon la Pubblica Amministrazione biso-gna “produrre”, cioè presentare, ché a

“produrli” nel senso di formarli e di rifornircenesono tantissimi uffici nonché le “AgenzieCertificati”, che dovranno cambiare attività.Uno almeno, però di questi certificati è “prodotto”nel senso non burocratico del termine, cioè fabbri-cato, stilato, sottoscritto etc. da chi deve poi anche“produrlo” nell'altro senso, quello burocratico.Si tratta di un certificato ritenuto fino ad oggiimportantissimo: il certificato antimafia.Un certificato grottesco, la cui abolizione, da sola,rende il Ministro Brunetta, che l'ha annunciata,benemerito della Patria, anche di quella (fantoma-

tica) del diritto nonché della ragione e del buonsenso “c'or dalla scienza (e dalle leggi) son banditiaffatto”.Questo certificato antimafia una volta era rilascia-to dalle Prefetture e consisteva e consiste nell'atte-stazione che il soggetto “non si trova nella condi-zione per l'applicazione delle misure di cui allaLegge 31 maggio 1965 n. 575”, cioè le misure diprevenzione (c.d.) antimafia, personali e patrimo-niali.Senonché, poiché le Prefetture non sapevano aquale santo votarsi per accertare quanto si chiede-va loro di attestare ed erano sopraffatte dallerichieste di tali certificati (necessari, ad esempio,pure per comparire in dibattiti televisivi ed ottene-re il rimborso spese!!) qualcuno fece la bella pen-sata di stabilire che a fare così impegnativa asseve-razione dovesse essere lo stesso interessato.Qualcosa come chiedere all'oste se il vino è buono.O, ad andare proprio per il sottile, che non sa diaceto. Il tutto ha un sapore vagamente pirandellia-no. Ma pochi sanno (ci permettiamo di dubitareche persino il benemerito Ministro Brunetta losappia, non sapendo, quindi, quanto sia benemeri-to) che cosa esattamente significhi quel “non ver-sare nella condizione per l'applicazione delle misu-re di cui alla L. 31 maggio 1965 etc. etc.”.Questa legge, come recita l'art. 1, “si applica agliindiziati di appartenenza ad associazione di tipomafioso etc. etc. etc….”.

QUANDO BRUNETTA HARAGIONE E L'ANTIMAFIA NO

ADDIO A UN CERTIFICATO

DEMENZIALE? MAURO MELLINI *

di ALDO VARANO

Due precisazioni. La prima, Brunetta è di solitoantipatico e intollerabile. Anch'io lo penso. Laseconda, il primo ottobre del 1982 sulle primepagine dell'Unità e di Paese Sera feci uno

scoop pubblicando la notizia che a Saline Joniche, dove leFerrovie dello Stato avevano appaltato i lavori delleGrandi Officine di Riparazione, era scattata la chiusuradei cantieri “causa antimafia”. Era la prima volta cheaccadeva in Italia.

Gli operai erano stati bloccati da un cartello: “Si portaa conoscenza delle maestranze che per l'entrata in vigoredella legge del 13 settembre 82 numero 646, il cantiere apartire da domani 30 settembre 82 deve sospendere tem-poraneamente tutti i lavori in corso in attesa di otteneredall'ente competente le autorizzazioni richieste dallasopracitata legge per le ditte collaboratrici”. La dittaappaltatrice riportava ai fratelli Costanzo di Catania, giàaccusati dal generale Dalla Chiesa di essere coinvolti ingiri di protezione mafiosa. Tra le ditte “collaboratrici”c'era la Gercam e nell'articolo spiegavo: “Una parte dellaGercam è di proprietà della famiglia Jamonte. Il capofa-miglia Natale e i suoi tre figli hanno tutti avuto a che farecon la giustizia e sono ritenuti i capi della zona: quellisenza il cui placet neanche Costanzo avrebbe potuto farenulla”. Era la prima volta che scattava una sanzione perl'assenza della certificazione antimafia.

Trenta anni fa: nomi, meccanismi, dettagli.Mi è tornato tutto in mente per la curiosa discussione

sull'abolizione dei certificati antimafia. C'era grande spe-ranza in quei giorni: la certificazione metterà fine alla pos-sibilità che la 'ndrangheta allunghi le mani su appalti esubappalti: questo pensavamo e speravamo tutti.

Non sarebbe stato così. Non fu così. Non è così.Negli ultimi trenta anni la penetrazione mafiosa negli

appalti è cresciuta nonostante il certificato antimafia.Peggio, la certificazione è spesso diventata la legittima-

zione per ditte di fatto mafiose che formalmente mafiosenon erano e non sono. La certificazione in realtà è una

gigantesca pratica burocratica che prescinde dalla realtàdei fatti per decidere solo sulle carte e altri atti formaligiuridicamente accertati. Lo sanno tutti che è così.

Racconta un esperto che opera nel settore e vuol tener-si lontano dalle polemiche per poter continuare a fare ilproprio lavoro con credibilità: “Le certificazioni antima-fia oggi assorbono un mare di energie. Interi uffici delleprefetture e consulenti privati delle aziende sono impe-gnati nel districarsi dalla trappola della documentazione.Talvolta basta una parentela, una frequentazione, un con-trollo su strada tre anni prima in compagnia di un presun-to mafioso per sbarrare alle imprese le porte dei cantieri.Invece, personaggi tutt'altro che rispettabili, legati mani epiedi alle mafie o loro espressione diretta, conquistano illoro bravo pezzo di carta con la certificazione e nessuno liferma più. Insomma, danni ingenti, maestranze a spasso,interminabili cause davanti al TAR e al Consiglio di stato.Un Vietnam di ricorsi e controricorsi: l'avvocatura delloStato difende i prefetti; esosi difensori che patrocinano leimprese escluse s'arricchiscono.

Bisogna riconoscerlo, non ha un bel bilancio la storiadella certificazione antimafia”.

Una piccola pausa e l'esperto continua: “Ma la certifica-zione antimafia è servita a evitare infiltrazioni negli appal-ti? Non credo. Ragioniamo sui numeri ufficiali e crudi.Primo dato: la media nazionale dice che solo 3 volte su100 le prefetture concludono per l'esistenza di condizio-namenti mafiosi nelle imprese che richiedono il certifica-to; altre 97 volte i controlli sono a favore dell'impresa.Uno spreco enorme di risorse, carabinieri, polizia, guar-dia di finanza, funzionari delle prefetture, atti che viaggia-no per gli uffici di mezza Italia. Secondo dato: quel 3%fermato dalle prefetture per il 50% viene liberato dallagiustizia amministrativa che dà torto alle prefetture eragione alle imprese escluse. Terzo dato: quindi, solo l'1,5di imprese vengono escluse perché colluse. Sono spesso lepiù piccole, impegnate negli appalti più piccoli, che si pos-sono permettere solo avvocati modesti: una mafia ruraleche celebra i suoi ultimi fasti.

Riflettiamo: 1,5 su cento, cioè il 98,5% di aziende puli-

RENATOBRUNETTAeconomista epolitico italiano.Ricopre dal2008 la caricadi Ministro perla PubblicaAmministrazione e l'Innazione.

HA RAGIONEBRUNETTA,PURTROPPO

C erto è che, quando parlaBrunetta, non ci si annoia.È sempre scoppiettante ,persino esilarante. E, sic-

come è piccolino- e con i bambini nonbisogna prendersela mai- noi nono-stante tutto siamo stati sempre al suofianco. A maggior ragione gli siamo afianco ora che ha sollevato la giustaquestione dei certificati antimafia,che, pure estesi agli imprenditori puridel Nord, sono nati dall’inderogabilenecessità di purificare gli imprenditorimeridionali e calabresi. Visto, consi-derato, argomentato dal volubiledeputato Pino Arlacchi, sociologo, chela Calabria presenta una speciale especifica imprenditoria, l’imprendito-ria mafiosa, ovvero- ma pensa tu!- uncapitalismo mafioso o, all’inverso, unamafia capitalista.Bisogna essere stupidi all’ennesimapotenza per potere pensare che unmafioso di carriera concorra agliappalti e a ciò chieda il certificatoantimafia. Se di carriera, cioè espertodelle leggi dello Stato, si serve di pre-stanomi, come più volte accaduto. Sicapisce allora che il certificato antima-fia è una unitile tortura burocraticae rischia di essere una lesione del cit-tadino-imprenditore, in quanto , conogni evidenza, gli potrà essere negatosolo sulla base di indizi di pericolo-sità, di mafiosità, di affiliazione allamafia. Poiché- ripeto- nessuno cheabbia un po’ di sale in zucca e la fedi-na penale sporca , chiede la certifica-zione antimafia al fine di concorrere agare d’appalto. E allora ha ragioneBrunetta quando insorge e lancia: “Basta chiedere a imprese e cittadinidocumentazione per informazioni chela Pubblica amministrazione già pos-siede. Basta certificato antimafia,basta pacchi di certificati per parteci-pare ai concorsi”. Più che sufficiente èl’autocertificazione. Il certificato antimafia non è il baluar-do della legalità. Le gare d’appaltonon sono inquinate da partecipazionimafiose, da sbarrare con il detto cer-tificato. Sono inquinate dal modocome si svolgono. Non c’è bisogno di scriverlo. Tuttal’imprenditoria antimafiosa – a ognicattivo imprenditore corrisponde unbuon imprenditore- s’è scatenata.Chiedendo allo Stato di non abbassarela guardia, che invero non è stata maitenuta alta. Né poteva mancare laripulsa di Roberto Maroni, che resterànella storia come il ministro, premiatoal valor civile, per non avere sconfittola mafia. Siamo in attesa di qualchesignora in abito nero che reclami ledimissioni di Brunetta o le imponga,con intelligenza piddista, con unamozione di sfiducia.

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la Riviera

DOMENICA 09 OTTOBRE 2011 LA RIVIERA 19

L’OPINIONEDi DEMETRIO BATTAGLIA

Ora, a parte ogni considerazione circa l'applicazio-ne di sanzioni così gravi, che vanno da limitazionidella libertà personale alla confisca dei beni in basea meri indizi, per ciò che specificamente riguardaquesta esilarante autocertificazione, c'è da notareche chi la fa (e l'ha fatta, cioè migliaia e migliaia diitaliani ed anche stranieri) deve attestare un fattoche non è nelle sue possibilità conoscere.Se infatti una persona può sapere se è o non èmafioso (fino ad un certo punto: Sciascia afferma-va che il vero mafioso non sa di esserlo) se puòattestare, affermare, negare qualcosa che riguardaciò che egli è o fa, cosa ben diversa deve dirsi perciò che riguarda quel che gli altri ritengono e fannorelativamente alla sua persona. “Essere indiziato”,infatti dipende non da chi è o non è tale, ma da ciòche altri ritengono, fanno, considerano riguardoalla sua persona. Uno può essere indiziato (cioè“raggiunto” da indizi, che consentono ad altri - gliinquirenti - di ricollegare la sua persona con il fattoe la situazione considerata) senza neppure sospet-tarlo. Anche un mafioso autentico, del resto, cheben sappia di esserlo, può ignorare di essere “indi-ziato”, di essere sospettato, di “versare” - quindi -“nella condizione per l'applicazione delle misure diprevenzione di cui alla legge del 1965 che, ripetia-mo, si applicano non “ai mafiosi”, ma agli “indizia-ti” di esserlo, in quanto “indiziati”.La storia del “certificato antimafia” non è certoquella che attinge le più gravi e pericolose incon-

gruenze della legislazione speciale varate per que-sta “emergenza”. Ma, specie in considerazione delgran numero di cittadini che hanno avuto occasio-ne di averci a che fare nonché dell'aspetto grotte-sco e quasi umori-stico della questio-ne, e del fatto cheessa può essereaffrontata, speria-mo, senza attrarreaccuse di voler“abbassare la guar-dia” nei confrontidella mafia, conconseguente, peri-colo di incrimina-zione per “concor-so esterno”, possia-mo almeno consi-derarla comecampo per unaesercitazione delraziocinio in unamateria in cui sembra impossibile fare ad esso rife-rimento. Auguri, dunque, Ministro Brunetta e grazie, anchese, magari, non ha sospettato quanto ragionevole enecessaria per la dignità del diritto sia questa suainiziativa.

* giustiziagiusta.info

Un certificato grottesco, la cuiabolizione, da sola, rende ilMinistro , benemerito dellaPatria, anche di quella (fanto-matica) del diritto, nonchédella ragione e del buon senso“c'or dalla scienza (e dalleleggi) son banditi affatto”.

IN EVIDENZA

Certificazione antimafia e legalità

In questi giorni si è sviluppato un dibattito ,avviato dal ministro Brunetta sull'utilità delcertificato antimafia che le imprese devonoesibire per poter partecipare a bandi di gara .A tutti i bandi non solo come comunemente siimmagina agli appalti. Il ministro Brunetta hail demerito di affrontare le questioni conmetodi e modi che spesso hanno l'obiettivodella provocazione e quindi della polemica enon della soluzione dei problemi . Sul certifi-cato antimafia rilasciato dalle Camere di com-mercio è bene essere chiari. Se riteniamo checostituisce un simbolo ed anche un segnale diparticolare attenzione e di pressione nei con-fronti della mafia , lasciamolo ed evitiamo didiscuterne correndo il rischio di dividerci suun terreno delicato . Perché se è un simbolo ,togliendolo si rischia di dare la sensazione diabbassare la guardia . Se invece il certificatoantimafia si ritiene uno strumento utile di con-trasto alla mafia , possiamo parlarne e con-frontarci per migliorare e potenziare la lottaalle infiltrazioni mafiose . Il certificato rappre-senta uno dei documenti per partecipare allegare ed è un documento che non si nega anessuno dei richiedenti , perché i dati checompongono il documento sono legati allafigura dell'imprenditore o degli amministratori. Oggi chiunque ha dati negativi che impedis-cono il rilascio del certificato non fa partealmeno formalmente di nessuna impresa. Daquesto punto di vista è un certificato inutile ,che porta solo soldi nelle casse delle Camere eproblemi burocratici . Consapevole della suainutilità , la normativa e i vari protocolli dilegalità prevedono che dopo l'aggiudicazionedi una gara di appalto o l'attribuzione di unfinanziamento generalmente i contratti nonsi stipulano sulla base del certificati antimafiapresentati all'atto della partecipazione . I con-tratti si stipulano dopo avere richiesto la pre-vista informativa alla prefettura . Il punto cen-trale e non negoziabile nel sistema è quindil'informativa che deve però essere velocizzatanei tempi e rafforzata nelle modalità e nell'incisività. Infatti, spesso le informativearrivano abbondantemente dopo i quarantac-inque giorni previsti , addirittura qualcuna chesegnala infiltrazioni mafiose dopo l'esecuzionedei lavori . A volte le informative negative perl'appaltatore vengono annullate dai Tribunalietc. Quindi lo strumento essenziale è l'infor-mativa della Prefettura . Uno strumento cheperò deve diventare più efficace , più effi-ciente , più veloce, più incisivo e meno for-male. Per fare questo necessitano investimentie un approccio preventivo diverso . Su questobisognerebbe , ognuno per le proprie compe-tenze ed esperienze, aprire una discussioneed apportare proposte. Il certificato antimafiacamerale in questa dinamica attualmente èininfluente nel raggiungimento del risultato .Sia se si lascia sia se viene tolto!

te: meglio che in Svizzera! Non si scappa: o le mafienon esistono in Italia, e purtroppo non è vero; o il mec-canismo non funziona, è un bidone sfondato. E poinon sono le grandi imprese e i mega appalti quelli piùesposti? E la grandeur mafiosa che fine ha fatto? Ecco,la grandeur mafiosa ha il certificato in tasca”.

Un'altra pausa: “Se un terzo soltanto delle energieimpegnate nella trappola della certificazione antimafialavorassero con regole più efficaci se ne scoprirebberomolte ma molte di più di imprese mafiose. Occorre

lavorare alla regolazione dei mercati a rischio e nonalle singole imprese. L'impresa è mafiosa non perché ilsuo titolare è mafioso: sanno camuffarsi benissimo.L'impresa è mafiosa perché ha comportamenti reali epratiche mafiosi, anche se il suo titolare formale nonmai avuto condanne per mafia. Bisogna conoscerequel mondo e monitorarlo se vogliamo veramenteincastrarli. L'azienda come fa per la manodopera? Achi chiede o dà subappalti? Che cartelli crea? Dovecompra e come i materiali che impiega? Dove e comescarica gli inerti? Dove va a finire le terra che sposta?”.

Fine del racconto dell'esperto che ripete cose che ilvostro cronista ha ascoltato in decine di convegni.

Ciononostante, in queste ore, a parte l'antipaticoBrunetta a cui bisognerebbe impedire di fare propostedi buon senso perché lecompromette seriamen-te, insorgono tutti con-tro l'ipotesi di cancellareil certificato antimafia.C'è sdegno, smarrimen-to, preoccupazioneincredulità: costanonulla e fanno un grandeeffetto.

Nessun fatica per ten-tare di capire come dar-gli una botta vera allamafia dei lavori pubblicie farle male invece dicustodire antiquati einutili certificati cartaceiantimafia con cui met-tersi la coscienza inpace. E la tracciabilitàdel danaro degli appalti?Il conto corrente dedica-to per tutte le spese di entrata e uscita di ogni singoloappalto? chi chiede queste cose mille volte più doloro-se delle paciose certificazioni antimafia?E' come se tutti avessero il terribile convincimento chetanto contro le mafie è tutto inutile e, quindi, tanto valerassegnarsi buttandola in propaganda.

P.S. Ultima notazione: in questi giorni arriverà sullaGazzetta Ufficiale il nuovo Codice antimafia che con-tiene anche la riforma della certificazione degli appal-

ti. Ma entrerà in vigore, per questa parte, solo fra unpaio d'anni. zoomsud.it

Negli ultimi trenta anni lapenetrazione mafiosa negliappalti è cresciuta nonostanteil certificato antimafia. Peggio,la certificazione è spessodiventata la legittimazione perditte di fatto mafiose cheformalmente mafiose nonerano e non sono.

IN EVIDENZA

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La

Lettere, note e schermaglie

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la RivieraRegistrazione Tribunale diLocri (RC)n. 1 del 19/06/1998R.O.C. n°11602 del 02/11/98Questo periodico è associato all’Unione Stampa PeriodicaItaliana AmministratoreUnico Rosario Vladimir Condarcuri

Direttore responsabile PASQUINO CRUPI

In redazione CRISTINA BRIGUGLIOMATTEO RASCHELLÀResponsabile dello sportANTONIO TASSONEArt DirectorPAOLA D’ORSAImpaginazioneEUGENIO FIMOGNARI

COLLABORATORI

Gioacchino Criaco, Lele Nucera,Filippo Todaro, Anna LauraTringali, Mara Rechichi,Benjamin Boson, Nik Spatari,Maria Giovanna Cogliandro,Angelo Letizia, Marilene Bonavita,Francesca Rappoccio, MarioLabate, Franco Crinò, RuggeroBrizzi, Marco Andronaco, IsabellaGalimi,Maria Teresa D’agostino,Giovanna Mangano,

IL BRIZZOLATO di RUGGERO BRIZZI

L’ANGOLO PARRELLOdi FRANCO PARRELLO

U bìliari du cori u cuagghiu sciuttuMi mpercicu supa all’ossa e mi ndi futtuSchiatta d’intra e non ngravari foraTantu nziamai i capisci l’usu da pizzicarolaPensa ca na mbrogghia pulizzava ogni lordiae ca u patreternu cancellava ogni apatiaE tu mucciata nte silenziNon sa mancu chiù a chi penziTi nnachi avanti e arretu senza rigettuE fazzu finta ca è megghiu i staju cittuNon avi mulinari, palumbegli e barcuniNte stupidi versi i chist’articoluniMa a genti si mbucca chigliu chi si duniE a mia mi giranu a rota i cugghiunaPecchì mentri scrivu sti quattri cazzatiTrovandu nu sensi a sti jornatiNghiuttimi hjarbu amaru e u chiamamu sortiSenza i ndi rendimu cuntu i quantu simu storti

Arrangiamenti dialettali

LOQUI E SPROLOQUI

FERNANDO SAGADO

FALLARA E ALFANO BEATIFICAZIONE E MARTIRIO

Se anche Napolitano, Presidente della Repubblica serafico e composto, si è rottoi maroni dinanzi alla ormai consumata farsa carnascialesca dei leghisti, vuol direche la storia politica di questo nostro paese è davvero arrivata all'osso. Un ossoattorno al quale una serie di cani bavosi e famelici osanol'ingordigia, dimentichi - chi per un verso e chi per un altro- della sostanza di un tempo. Ma questa è altra questione.Ed avremo certamente - visti i tempi della disfatta - occa-sione di parlarne. Ciò che merita la ribalta è l'Urlo delPresidente - pari per insofferenza e deformazione solo almolto più rinomato Urlo di Munch, interprete magistralee traumatico del malessere e dell'inquietudine di un'interaepoca. Che il popolo leghista non esistesse e che la seces-sione fosse idea grottesca, nel profondo del nostro cuore,pur profani e non idonei, lo sapevamo già. Che poi qual-cuno di questi profeti dell'autodeterminazione dei popolipotesse finire anche in galera, questo, in verità, lo abbiamosempre sperato. Tuttavia, poiché detto dal Presidente èfatto istituzionale, degno dunque (assolutamente) di nota, non ci resta che pian-gere. Per la gioia, s'intende, di aver (ri)trovato viva e consapevole la voce delloStato. Che nessun dorma più, dunque, verrebbe da dire, poiché il silenzio, soprat-tutto di chi ha Voce, ha sempre favorito la creazione di nuovi mostri.

P aese strano l'Italia, dove spesso martiri e santi nasco-no per decisione laica e la Chiesa e Bagnasco nullacontano. Così bastano un reo e un poliziotto a santifi-care e martirizzare. Basta un delinquente di piccolo

cabotaggio a fare un beato e un uomo della Legge a portare almartirio. Così un rapinatore fa il giro delle procure fino a quandone trova una che gli apre le porte. “La mafia vuole uccidereAlfano” dice, come se non fosse nell'ordine naturale delle cose cheil ladro desideri la morte della guardia, perché di più pare che ilpentito non dica. E come potrebbe farlo? Come potrebbe fare unpiccolo delinquente, estraneo all'organizzazione mafiosa, rivelaresegreti di così grande importanza per l'organizzazione? Potrebbe,perché sembra che il figlio del capo dei capi, Totò Riina, abbia sen-tito l'esigenza di confidarsi con lui e svelargli i piani della mafia. Ma“u curtu” cosa gli ha insegnato? Non è forse piena la storia giudi-ziaria, soprattutto degli ultimi vent'anni, di compagni di cella chedopo due passeggiate in cortile corrono a spifferare alle guardie isegreti degli amici di sventura? Niente, si vede che l'aria del carce-re aiuta le confidenze e vediamo torme di aspiranti collaboratoribussare in procura in cerca di protezione, inteso come regime pre-miale. Il compagno del figlio di Riina non si è arreso alle porte

sbarrate di Caltanissetta e Catanzaro, a furia di bussare qualcunogli ha aperto, a Reggio. Alfano è in pericolo e bisogna stringersiintorno a lui. Che sia in pericolo è una cosa ovvia, chiunque ha rico-perto il suo ruolo lo è stato. In pericolo è chiunque si ponga in con-trasto con interessi altrui. Lo sono in tanti in Italia. Chiunque abbiaun interesse da difendere rischia qualcosa in questo paese. E nonè per banalizzare, ma, per chi ci crede, la difesa delle istituzioni èbasilare per la sopravvivenza di uno Stato, bisogna però difenderledai pericoli veri, che sono tanti. Le propalazioni vanno verificate insilenzio perché a volte si prestano a strumentalizzazioni pro o con-tro qualcuno. L'Italia necessita di uomini e non di santi. E al paesenon servono i poliziotti simili all'agente della questura di Reggioche ha fatto da aguzzino alla povera Fallara, che si è vista ricattataper mesi. Noi non sappiamo fino in fondo di quali colpe si sia mac-chiata, quanti fossero coinvolti nei reati presuntivamente a lei attri-buiti. Ma la condotta del poliziotto, se verrà dimostrata fraudolen-ta, rivela la labile consistenza del confine fra giusti e ingiusti. Se siapprofondisce la cronaca nostrana se ne esce disorientati, con lanetta sensazione che troppo volte dovrebbero invertirsi i ruoli frabuoni e cattivi. E a noi non servono beati e martiri, ma personerette.

FILOMENA CATALDO

L’Italia studia

Io sono nato in una famiglia cattolicissima , 14 persone conmio padre operaio. Si divideva il pane ed il fuoco. La rottaera sicura. Da questo mondo me ne sono andato sin daragazzo in volontario esilio .C’era tutta la presunzione dei giovani che pensano di cam-

biare il mondo.Me ne sono andato soloin apparenza Sino a qual-che anno fà i miei, puravanti negli anni, sonovenuti ad abitare con me. Ogni pomeriggio pre-tendevano una fiaba apatto che fosse a lietofine. La violenza erabandita dal nostromondo. Così , Rigolettonon ha mai perso lafiglia, la signora delleCamelie non è maimorta, don Rodrigo ,pentito, si trasformava inmonaco scalzo.. Io , noncattolico, recitavo ilRosario. Loro lo voleva-no, ed io rientravo inquel mondo per non darloro un dispiacere.Tutto finisce. Ad uncerto punto sei costrettoa fare i conti con larealtà.

Dio manca da questo mondo in cui pensavamo di realizzareun paradiso ed invece è sconvolto da mali antichi: le guerre,le sopraffazioni, la violenza, lo sfruttamento.Non è certamente più giusto questo nostro mondo rispetto aquello di mezzo secolo fa.Ora è Dio in esilio dal mondo.Noi ci agitiamo,ma abbiamo un bisogno di dare un senso allanostra vita.Senza una scintilla di divinità tutto ti appare caduco e di pocovalore. Hai bisogno di pensare che il tuo fiume si ricongiun-gerà al mare.Consolazione per la vita che passa?Paura del nulla?Può darsi!Da bambino trascorrevo l’estate in campagna, mancava lacorrente elettrica. Le stelle brillavano d’una luce intensa,meravigliosa, appena incollate al cielo. Noi da quella luce, cisentiamo separati, ma siamo irrimediabilmente attratti. Devipensare che verso quella luce andremo, che almeno una scin-tilla abbandonerà il tuo corpo per ricongiungersi a ciò che èdestinato a splendere per l’eternità.Domani continuerò a parlare della 106, dei treni che manca-no, delle scuole che vengono tagliate.Domani pronunceremo ancora parole bellissime per cui valela pena battersi: giustizia, libertà, uguaglianza, non violenza.( A questo punto bisognerebbe lanciare il secondo sos.Veramente gli uomini tendono verso questi valori, oppureanche l’uomo conduce una irrazionale battaglia per lasopravvivenza? Ma non si possono lanciare contemporanea-mente due richieste di aiuto, quindi mi limito alla prima.)Ogni giorno senti il bisogno di andare oltre il quotidiano cheti imprigiona e ti opprime. La risposta non può essere l’ipocrisia di entrare in unaChiesa e dirti cristiano senza esserlo.Non basta neanche amare , anche se l’amore sembrerebbe ilsolo tenue filo che raccorda l’Universo.Se ognuno di noi uscisse dalla nostra ricerca solitaria e dispe-rata,potrebbe aiutare l’altro ad uscire dalla sua prigione.Ovviamente non cerco un “Dio” rivelato di Abramo o diAllah . Il Cristo mi affascina ma come Uomo non come figliodi Dio.Cerco una Luce che dia senso ad un cammino .Non voglio pensare che tutto finisca nel “burrone orrido” delpastore errante. Non può essere così!Se così fosse, tutto avrebbe un sapore sapido, la vita stessaavrebbe poco significato.A questo punto mi fermo, non so andare oltre. Se ci fossequalcuno in ascolto potrebbe dare qualche segnale…maforse è destino degli uomini che su questo terreno ognunocammini da solo.

DOMENICA 09 OTTOBRE 2011 LA RIVIERA 20

L’URLO DEL PRESIDENTE

E' così è iniziato un nuovo anno scolastico.L'altro giorno mi trovavo a Locri, proprioall'orario di entrata a scuola. Le strade ePiazza dei Martiri erano piene di studenti.Mi incontra un mio ex compagno di scuolae mi dice: “ Franco, vedi l'Italia studia. Manon riesco a capire perché oltre la metàdegli studenti e delle studentesse se ne vasulla spiaggia e sul Lungomare”. “MaGiuseppe, non conosci i nuovi programmiMinisteriali che prevedono le “scuoleall'aperto”? Anche a Siderno è la stessacosa, sempre per lo stesso motivo”. “E pen-sare- affermò Giuseppe - che noi trascorre-vamo cinque ore al giorno chiusi nelle aule,a studiare latino e greco. Ti ricordi diCesare, Cicerone?” “Quasi nulla - risposi- .Questi ragazzi, invece, un giorno ricorder-anno con nostalgia le belle ore passate inuna “scuola all'aperto”.

Franco Parrello

CONTINUA DALLA PRIMAILARIO AMMENDOLIA

SOSCerco una Luce che dia senso ad un cammino

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la RivieraHANNO COLLABORATO

Francesco Laddarina, IanZimirri, Giuseppe Patamia,Alessandra Bevilacqua,BrunoGemelli, Carmelo Carabetta,Valentina Elia, AntonioCormaci, Mario Labate,Antonio Tassone, GiulioRomeo, Ilario Ammendolia,Sara Caccamo, GiuseppeFiorenza, Daniele Mangiola,Sara Caccamo.

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KAPPADUEdi RUGGERO CALVANO

COLPO GOBBO ALLA MILANESE

RISPONDE il direttore

Ritratti *ddii DDiieeggoo CCaattaallddoo

MUSICISTABrillante la sua carriera al Conservatorio diReggio Calabria dove studia pianoforte.Profondamente immerso nello studio dellamusica, della quale ha una forte e solidapreparazione culturale. Nei suoi concerti dasolista e in collaborazione con altri musicistifa esplodere la sua carica, alternando Jazzalla musica classica. E’ tra i maggioriesponenti della musica del nostro territorio.

LUDOVICOROMEO

Mi interrogo ed interrogo anche l'ammini-strazione del nostro comune, sul'andamentodel cantiere di costruzione del piccolo centrodirezionale del quartiere Tremulini.Lascio una foto in redazione a testimonianza,anche per chi abitando lontano dal centro cit-tadino non ricordi o non sappia, del fatto che,da più di quattro anni dall'inizio dei lavori, glistessi siano tuttora in altomare. L'area insistenei pressi contigui di Piazza del Popolo, traVia Salazar e Via 24 Luglio 1943, interessan-do ciò che restava di alcuni magazzini alimen-tari fatiscenti. L'idea, tutto sommato apprez-zabile, era quella di sviluppare diversi edificiche potessero servire gli abitanti del quartiereadiacente, creando uffici amministrativi, unabiblioteca, un piccolo centro congressi, unauditorium. E, pur se il progetto preliminarepotesse essere discutibile dal punto di vistaestetico, riguardo alla bontà dei disegni abita-tivi, da vero stile palazzine popolari, e riguar-do alla totale assenza di spazi verdi, l'utopia diuno spazio multifunzionale a servizio dei cit-tadini, sarebbe stata un'ottima soluzione allaperenne carenza di strutture pubbliche acarattere ricreativo ed assistenzialistico. Maad oggi, alle porte dell’anno di nostro signore2012, questi edifici sono stati abbandonatidagli operai, il cantiere fermo da infiniti mesi,i lavori abbandonati alle intemperie. Tantoche, anche sulle opere eseguite, già si intrave-dono segni e crepe dovute all'incuria ed all'o-blio, tralasciando la già scadente qualità deimateriali utilizzati, che accentua ancora di piùl'usura del tempo. Ora, tutti in città conosco-no la pessima gestione dei fondi pubblici e diconseguenza la penuria delle casse comunalireggine, ma credo che nel calendario dellabilancia dei pagamenti di un'amministrazio-ne, ci debbano essere delle priorità. Cosa checredo riguardi anche quest'area, che unavolta completata, potrà rimanere nel tempopatrimonio pubblico dalle valide aspettativefunzionali rispetto a servizi e utenze.

Vittorio Renzelli

Caro direttore de “la riviera” Le scrivo, perché credo che il suo giornale,per quanto di piccola tiratura, sia un organodi stampa dei più meritevoli. Capaci e cor-aggiosi di portare avanti lotte, spesso vitto-riose, contro i “mulini a vento” della Jonica.Giorno 29-09-2011 stavo nella stazione FSdi Locri ad aspettare l'arrivo di parenti, edho assistito a scene, che nonostante le variedenunce fatte dal vostro giornale e da tantialtri giornali, e lette da tutti, non avrei maipensato fossero da tale gravità per la nostraamata zona. Alle ore 14,00 circa è arrivatauna vettura diretta verso RC (preciso unasola vettura, di quelle che ogni tanto pas-sano sulle rotaie della locride) ed è statapresa d'assalto da centinaia di studenti estudentesse pendolari.Per me è stato un vero shock assistere allasuddetta scena, nemmeno le bestie damacello vengono caricate su camion in tale

Possiamo intitolare così l’avventura occorsaad alcuni nostri amici, che, a bordo di pul-lman (che non sanno da chi sono statipagati), sono partiti per quelli di Cosenza,a presenziare ad un importante comiziosoprinteso dal Governatore SCOPELLITI,pertinente - così loro sapevano - la delicataposizione economica in cui versano gli ope-rai delle società partecipate reggine. A direil vero, anche se a noi, immediatamente, èsembrata una circostanza alquanto utopi-stica, l’entusiasmo che si levava dagli sguar-di dei nostri amici, ha, di fatto, eluso anchei nostri più attenti osservatori, supponendoaddirittura di essere prossimi ad un miraco-lo.Ahinoi (ma soprattutto ahi-loro) così non è

stato. In quelli di Cosenza, di tutto si è discusso,fuorché del disagio economico in cui versa-no gli operai delle società miste; si è annun-ciato che da Cosenza parte la riscossa ditutti i moderati d'Italia ma si è omesso difar emergere il grande debito pubblico cheattualmente affligge la nostra città; si èdetto che "il programma politico non siinventa, si vive e questo tipo di manifesta-zioni di piazza, che una volta nascevano percontestare, adesso per confermare, lodimostrano", ma si è taciuto sui motivi cheostacolano la consegna, ovvero la divulga-zione dei dati relativi al bilancio delComune, ai cittadini di Reggio; si è addirit-tura osannato l’intervento del Governatore

allorquando questi ha proferito “Siamo quiper cambiare, non per dare continuità agliabusi”, trascurando di comunicare ai nostriamici, operai delle società partecipate, iprovvedimenti che si intendono adottareper garantire il pagamento degli stipendiarretrati (è questo l’unico motivo che haspinto i nostri amici operai ad andare aCosenza sacrificando la famiglia). A talproposito vorremmo ricordare che a molti,quei soldi, servono per vivere.Ed ecco ritornare, in nottata, i nostri impa-vidi amici operai, fieri di aver contribuito afar partire la riscossa dei moderati di tuttaItalia, di aver vissuto, anche se brevemente,il programma politico, di essere partecipeal cambiamento e non per dare continuitàagli abuso, ma soprattutto felici di poterrassicurare i propri figli che pure domani sicontinua a mangiare “pani cu l’ogliu”.

Comitato Nausicaa Ravagnese

modo. Peggio delle sardine in scatola, senzaolio. Io ho pensato subito “siamo peggio,ma tanto peggio di certe popolazioniafricane, altro che terzo mondo. E se capitaun incidente? Questi sono i figli di tutti noi, che sispostano per studiare e rischiano anche lavita. Per me è stato un incubo e le mie sen-sazioni le ho trasmesse ad un agente della

FS ferrovia presente, il quale sconsolato miha detto “abbiamo inviato tante relazioniagli organi competenti, nulla è cambiato”Lascio ai lettori le valutazioni su quanto hoscritto. Noi della locride paghiamo le tassecome le pagano nel retto dell'Italia. Nondobbiamo permettere che i nostri figlivengano trattati come animali da macello.

Giuseppe Gnaccarini

Quali le sorti del piccolo centro direzionale di Tremulini?

Una piccola correzione: la nostra non è una piccola tiratura. Tiriamo ven-timila copie, che vanno a ruba. Per il resto non c’è né da togliere né daaggiungere nulla alla denuncia della nostra lettrice. Che aggrega un altrocapitolo alla denuncia da noi fatta con l’articolo MISERABILI ( 25 settem-bre 2011). Prima o poi, qualcuno deve svegliarsi . Ma non ci hanno dettoche l’azione penale, in partenza dal Pm, è obbligatoria? A Dublino c’era ungiudice. E a Locri da cui si stacca la sua denuncia precisa? E nel distrettogiudiziario di Reggio? Sconsoliamoci. O consoliamoci. Qui da noi c’è sunsolo reato, il reato di mafia. E tutte le forze della legalità son lì concentrate.Ma che vogliamo mettere sullo stesso piano la sicurezza delle istituzionidemocratiche e la sicurezza dei pendolari, straccioni che non hanno nep-pure una macchina per rendersi indipendenti dalle rotaie?

Ne parlo di diritto. Sono lombardo da sem-pre, la padania è la mia terra di nascita,sebbene non risulti in nessuna mappa e siaun'astrazione geografica. L'Aspromonte èmio per scelta, ogni tanto scendo dalle suevette perché chi è nato in pianura ha bisog-no di vedere le brughiere e sentire sul visola nebbia. Di parole i padani ne fanno tante,specie contro la Calabria, essendo io ospita-to e bene, da tanti anni, dalla Locride sentoqualche volta il bisogno di difenderla e fareparole in contrasto con i lumbard, quelli diBossi per intenderci. Quelli che sono con-vinti di sfamare la terronia fingendo di nonsapere che le fabbrichette gliele hannotirate su i negher. E' un discorso trito, lo so,ma l'Italia ultimamente produce solo ques-ta solfa e io anche se vorrei fare discussioniesclusivamente aristoteliche mi piego algreve linguaggio in uso agli egoisti padani.Ce la menano da una vita sui disastri eco-nomici calabresi, e hanno quasi sempreragione. Per qualche briciola i sudici si las-ciano depredare dai pirati della politica edell'imprenditoria. Cose di questa amenitàsuccedono però anche su, pur se si tende arimuoverle. Citiamo a esempio la sanità,croce economica e voragine mangia soldidella Calabria, con un buco da un paio dimiliardi di debiti. I lombardi spesso dimen-ticano che accanto ai soldi rubati ci sonoanche quelli che i calabresi portano al nord,in Lombardia soprattutto dove gli ospedalifunzionano. Una parte del deficit calabresesostiene la sanità lombarda, con i rimborsida regione a regione, soldi che arrivano eritornano alla base dunque, che rientranosempre nel ciclo economico del nord,depurati dalle ruberie locali. Ora, inLombardia un solo ospedale, il SanRaffaele, ha fatto un buco che è quasi paria quello di tutta la sanità calabrese, un mil-iardo e mezzo di euro, che è nato nel priva-to ma finirà per pesare interamente sulpubblico, come è già successo per le piùgrandi aziende del nord. Lo dico così, senzacriminalizzare nessuno, solo per dire che èora di finirla con le balle. Di smetterla conle leggende di un nord operoso e onesto eun sud parassita e ladro. Il settentrione èmolto più meridionale di quello che sipensa, nel senso peggiore del termine. Edon Verzè sappia che a Kampusa c'è unletto e una zappa, anche per lui.

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“Le carrette” della ferrovia ovverobestiame pesante

IL VIAGGIO DELLA SPERANZA IL RITORNO DAL NULLA

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Calcio

la Riviera

Dopo 5 giornate tutte in un fiato (95 incontri inmeno di un mese), il campionato di Serie A siconcede la prima pausa, in concomitanza congli impegni per Euro 2012 degli azzurri diPrandelli. Le soste di solito nascondonoqualche insidia. Per alcuni, specie per chi vabene, possono rivelarsi un'arma a doppio taglio:dopo una fase positiva, con il riposo arrivanosolidità e convinzione, si lavora "carichi", serenie lontano da polemiche, insomma s'instaura ilclima ideale; a volte però smettere di giocare einterrompere il trend favorevole costituisce unintoppo di cui si farebbe volentieri a meno pernon rischiare di minare continuità e stabilità dirisultati. In ogni caso, il campionato, al paridelle scuole, è appena ripartito ed è presto perspingersi troppo oltre. Per la prima pagellabisognerà attendere almeno la fine deltrimestre: a Natale si vedrà chi starà megliosotto l'albero, almeno tra quelli che sarannoriusciti ad arrivarci (Donadoni, Gasperini eBisoli, per esempio, no di sicuro...). Per ora c'èchi ride, chi sorride e chi piange e asciugalacrime più o meno amare. In alto di sicuro vadi moda il bianconero, con l'orizzonte però giàvelato d'azzurro a sud, verso Napoli, dove lasquadra sta scaldando gli animi e il cuore aitifosi almeno quanto il sole di questo bellissimomese di ottobre. Torino e Udine sono accomu-nate oltre che dal primato in classifica, da unabella sensazione: sono in cima e lo sono a pienomerito. Anche se con chiavi di lettura diferren-ti, il primo posto in classifica premia fino infondo il lavore delle società e soprattutto in casabianconera sembra qualcosa destinato a durareo comunque a non "evaporare" tanto facil-mente. E' vero, alla Juve già nel recente passatosi è rimasti scottati da intensi ma brevi "bagliori"

e da partenze sprint (con Ferrarain panchina due anni fa, i successidi fila furono quattro nelle primegiornate), questa volta lo spirito,le motivazioni e l'ardore fisico ementale sembrano però davveroritornati a essere quelli che hannocontraddistino le annate miglioridella storia bianconera. La con-ferma è giunta dal 2-0 al Milan, unverdetto che in prospettiva lasciapresagire ancora di più: la sfida aicampioni d'Italia è stato il primoduro banco di prova e averlosuperato a pieni voti al termine di'90 che hanno convinto (e nonpoco) anche sul piano del gioco edella condizione atletica, dilata meriti ed entu-siasmo. Di tutto ciò molto è opera di AntonioConte, al quale più di altri va dato il merito diessere riuscito in così breve tempo a calarsi per-fettamente nei panni dell'uomo della riscossajuventina e di aver saputo trasmettere caratteree tenacia personali alla squadra. Lui in panchi-na e Pirlo in campo si dividono compiti e scena,insieme sono l'immagine migliore di una Juvecol motore che gira già a mille, vincente e temu-ta come ai bei tempi o comunque sulla buonastrada per tornare a esserlo in tempi brevi. Dell'Udinese sorprende altro. In un contestobrillante a prescindere, la costanza dei risultatie la naturalezza con cui vengono conseguiti nonsmettono di stupire ed esaltare. Cambiano

uomini, strategie e obiettivi, i risultati però sonosempre gli stessi per una società che, calcistica-mente e non, rappresenta uno degli ultimimodelli di "miracolo italiano" (seppur "infarci-to" da tanti stranieri). Partiti "Maravilla"Sanchez e l'architetto svizzero Inler, ecco dallaRomania Torje e dal continente nero Badu,mentre in tanti già scalpitano alle loro spalle epresto saranno sulla rampa di lancio a dispo-sizione di Francesco Guidolin: a lui, a patronPozzo e a Di Natale e compagni cosa si puòchiedere di più? Molto ha dato ma tanto altroci si può ancora aspettare dal Napoli dell'allegrabrigata di De Laurentis e Mazzarri. Il primopredilige lo show e la luce dei riflettori, il pal-coscenico poi però è tutto per Mazzari e i suoi

fedelissimi, quest'anno davvero al top.Paradossalmente, il messaggio più chiaro circale ambizioni partenopee da primi della classe, ècoinciso con il tonfo (l'unico stagionale) diVerona contro il Chievo e da tutto ciò che dipositivo e costruttivo ne è poi scaturito. In altreoccasioni, da spericolati voli pindarici si era pas-sati repentinamente a rovinose cadute, adesso,come è opportuno che sia, si sta volando a bassaquota mantenendo una rotta costante, senzavuoti d'aria e perturbazioni improvvise, a testi-monianza della maturità e del buon livello d'e-quilibrio raggiunti da società e squadra.Mutando decisamente interpreti e spartiti, notedolenti provengono da Milano: Inter e Milanstanno facendo a gara a chi delude di più, con inerazzuri messi peggio se non altro per laSupercoppa lasciata a Pechino proprio tra lemani dei cugini rossoneri, che dopo quella vit-toria si sono smarriti e subito sciolti come neveal sole. Per Allegri e Ranieri, la sosta "azzurra"casca a pennello: avranno a disposizione tempoprezioso per analizzare problemi ed eventualiorigini dei malanni, contemporaneamentepotranno lavorare per riordinare le idee ai gio-catori far recuperare loro smalto ed energiesmarrite nel corso di inizio di stagione buio dirisultati come pochi. Entrambi i tecnici siripresenteranno ai nastri di partenza con alcuniuomini chiave finalmente al 100% o sulla via diun completo recupero (Pato e Robinho da unaparte, Sneijder e Thiago Motta dall'altra) magià solo riaverli in squadra potrebbe apportarelinfa "vitale" e aiutare a muovere un decisopasso in avanti. Tra color che stan sospesi e almomento si presentano senza una strutturaben delineata, trovano posto per le romane, laFiorentina e il Genoa.

RegginaGli amaranto di Roberto Breda ancora arrabbiati sfidano stasera i “galletti” di Torrente

Dopo lo scippo di Ascoli per un rigore inventato dal-l’arbitro Gallione di Alessandria costato due puntiagli amaranto, questa sera al Granillo arriva il Bari diVincenzo Torrente. I pugliesi hanno alle spalle 28campionati di Serie A, 33 di B, 8 di C, 2 di IV serie,1 misto centro-sud e 1 in divisione nazionale. Unadelle società più prestigiose del meridione d'Italia, laregina del calcio pugliese. Un biennio nella massimaserie appena messo alle spalle ed un futuro da riscri-vere, con le ambizioni di sempre. Questi i presup-posti che hanno guidato la nascita della nuova sta-

gione dei galletti. Al primo campionato, strepitoso, in A è seguito il disastro della passata stagioneche ha riportato tra i cadetti il club del capoluogo pugliese. Si riparte oggi con un nuovo progetto edun nuovo tecnico in panchina: Vincenzo Torrente. Bandiera del Genoa da calciatore, protagonistain panchina della scalata del Gubbio dalla C2 alla B. Ottenuta l'ennesima promozione con gli umbri,

arriva la chiamata del Bari: tentazione irresistibile per il tecnico di origini cam-pane che ha sposato il progetto biancorosso. L'inizio è a singhiozzo: nelle primecinque giornate arrivano altrettanti punti, frutto di una sola vittoria, due pari edue sconfitte, una clamorosa al San Nicola con l'Albinoleffe. Quando lenubicominciano ad addensarsi, però, arriva al svolta: tre vittorie consecutive, due intrasferta, con scalpi prestigiosi quali quelli di formazioni importanti comeSassuolo e Livorno ed il blitz nel turno infrasettimanale a Crotone. La retro-cessione non poteva che comportare un profondo rinnovamento di quell'or-ganico che aveva palesato enormi difficoltà nella passata stagione. Ha lasciatola Puglia l'ex capitano Gillet così come Masiello, Marco Rossi, Almiron,Alvarez, Barreto e tanti altri ancora. Non solo partenze, perchè i pugliesihanno integrato la rosa con elementi interessanti come Crescenzi, Garofalo,Dos Santos e Polenta in difesa, Bogliacino e De Falco in mediana, De Paula,Forestieri ed il rientrante Caputo in avanti. Brillano, inoltre, le conferme diDonati e Castillo. in classifica il Bari è a quota 14 e, dalla quinta posizione, striz-za l'occhio alle posizioni che contano della graduatoria.

Il filotto di successi infilato di recente ha fatto così schizzare le quotazioni dei biancorossi che, con 4vittorie, 2 pareggi e 2 sconfitte, 8 gol fatti e soltanto 6 subiti, guardano alla trasferta di Reggio conmotivato entusiasmo.

Reggina calcio.com

Si ferma la serie A: il bilancio

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C’è chi lo fa di proposito, c’è chi vorrebbe evitarlo, c’è chi lo usa come una minaccia e c’è chi lo fa perché segue una strategia. La scelta di arrivare a scadenza dicontratto ha diversi retroscena, motivazioni, spiegazioni. Il prossimo scoglio è il 30 giugno 2012. E in Serie A i giocatori con la data di scadenza non sono da buttare,sono anzi prodotti di primissima qualità. Daniele De Rossi, Riccardo Montolivo, 26 anni. In casa Milan Flamini, Nesta, Gattuso, Ambrosini, Inzaghi, Seedorf, VanBommel, Zambrotta, Yepes e anche Roma. Meno numerosa la truppa interista: Samuel potrebbe anche aggiungere un altro annetto, Chivu è al centro delle criticheuna partita ogni due, Muntari sembrava fuori dai giochi e invece con Ranieri pare rientrato in corsa, Cordoba fa parte della famiglia e Castellazzi deve valutare se ègiunto il momento di prendere in considerazione il fatto che si possa fare anche il terzo portiere all’Inter. In casa Juve Luca Toni, Valuterà anche Alex Del Piero se ilcontratto firmato il 5 maggio 2011 per un anno nello Juventus Stadium sarà stato l’ultimo da giocatore bianconero. Intanto da quelle parti si lavora per guadagnaresei mesi su quello di Amauri risparmiando sullo stipendio. E in scadenza ci sono anche due campioni del mondo come Grosso e Toni (oltre a Manninger).

SERIA B 9 giornata di Andata Domenica 09/10/2011Albinoleffe-LivornoEmpoli-VareseGrosseto-VicenzaGubbio-NocerinaJuve Stabia-AscoliModena-CrotoneReggina-Bari 20,45Sampdoria-Sassuolo 12,30 Verona-Torino

Orgoglio e tradizione col Bari

CACCIAAI BIG IN SCADENZA

ANGELO LETIZIA

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Sport

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A propositodi...

Di lui non si può dire che sia stato uninnovatore tattico o un roboante con-dottiero di uomini. Eppure pochicome Rocco Logozzo hanno saputo

sottolineare con gli esiti del proprio lavoro l'im-portanza dell'allenatore. Rocco Logozzo è statoun tecnico ruspante, ma nel senso migliore deltermine. Nato a Gioiosa Jonica (RC) il31.08.1947. Inizia la sua carriera di calciatore conil Gioiosa Jonica in promozione, gioca finoall'età di 19 anni nella compagine di casa, per poifare le valige e iniziare la sua carriera da calciato-re. Appesi gli scarpini al chiodo (era un portie-re), iniziò subito la carriera da allenatore, sirivelò una piacevole sorpresa. Ricordi da giocatore:La sua bravura è evidente, a fine campionatopassa direttamente al Cosenza in serie C anno1966 dove rimane 2 anni. L' anno successivo siaccasa alla Paganese nella categoria interregio-

nale dove rimane un anno per poi tornare nellapropria terra, dove smette poi di giocare per pro-pria scelta.La carriera da allenatore:Inizia alla giovane età di 35 anni in seconda cate-goria con il Caulonia dove vince subito il campio-nato; Successivamente con Il Brancaleone diEnzo Galletta suo grande amico anni indimenti-cabili (ricorda il mister), vittorie e sacrifici, checontinuano con il Marina di Gioiosa Jonica diNicola Marcellino, e poi ancora con l'Ardoredell'On. Avvocato Napoli dove si è vinto uncampionato Regionale, Mister Logozzo ricordaancora con grandissimo affetto, e anche li annibellissimi, il camionato vinto a Laurena diBorrello, successivamente nella Melitese inEccellenza, poi con il Reggio Gallina inEccellenza dove la guida dura però 17 giornateper poi lasciare per motivi di famiglia e tanti tan-tissimi altri ricordi. Un brutto infortunio accadu-

to alla terza giornata del campionato attuale diPromozione costringe Mister Logozzo di rima-nere lontano dai campi e dai suoi ragazzi peralcuni mesi, si arguisce subito il grande rammari-co che c'è in lui!!!Mister se la sente di parlare di calcio anche senel posto non più idoneo nel tuo bel letto di casavisto l'infortunio? certo, spero di essere bravo!!!. Mister circa due anni fa accetta l'incarico di alle-natore per la squadra della tua città, scelta diffi-cile certamente, ma più di cuore o altro?:Ho accettato solo perché avevo, e mi vanto di

avere ancora, un gruppo di amici che hannogrande qualità sul campo e grande serietà fuori.A queste condizioni allenare non è assolutamen-te un peso per me.Il Gioiosa dopo tanti anni riesce a disputare uncampionato in Promozione, grazie al grandissi-mo campionato dell'anno appena passato, cheambiente si respira intorno alla squadra?Bello, bellissimo direi, quando si vince è semprequalcosa di eccezionale, l'atmosfera in quei gior-ni era incredibile, impossibile descrivere tutto inpoco tempo ma vi lascio immaginare….. Tutti oquasi pensavano il contrario all'inizio, ma noi

Oggi i campionati dilettantistici sono fermi, e dopo glianticpi di ieri, abbiamo ritenuto opportuno fare un primobilancio della stagione assieme al numero uno del calcioregionale, Saverio Mirarchi, il quale da presidente delcomitato regionale Calabria della F.I.G.C. ha rilasciatoquesta intervista esclusiva al nostro giornale toccando itemi calcistici di più stretta attualità: Presidente Mirarchi, ci vuole parlare delle innovazioniche riguardano i tornei dilettantistici relativamente aquesta stagione agonistica ?Sulla base delle esperienze fin qui maturate, abbiamoritenuto necessario dare maggiore priorità al risultato delcampo ed ai valori che questo rispecchia al termine deicampionati. Pertanto i play-off ed i play-out si svolgeran-no con gara unica sul campo della migliore classificata altermine della stagione regolare. A ciò si aggiunga l’appli-cazione della forbice dei 10 punti oltre i quali i play-offnon vengono disputati, ma accede direttamente la squa-dra migliore classificata. Un progetto ambizioso è quelloinvece di riuscire a far giocare tutte le squadre del cam-pionato di eccellenza su campo in erba (naturale o artifi-ciale) per elevare la qualità tecnica dei nostri calciatori esoprattutto dei nostri impianti di gioco. Ed infine la diret-ta televisiva di una gara di eccellenza sull’emittente regio-nale Telespazio TVIl campionato di Eccellenza sembra abbia assunto gran-de importanza mediatica grazie anche a questa diretta tv?Anche se calcio, quello dilettantistico è comunque unosport minore e quindi necessita di iniziative che manten-gano viva l’attenzione dei media. Abbiamo ritenuto la

diretta televisiva una buona soluzione per dare la giustavisibilità alle nostre squadre e, perché no, anche aiComuni che ospitano l’evento attraverso la clip a lorodedicata nel pre partita. Sono felice che questa iniziativasia stata accolta con entusiasmo dai veri protagonisti delnostro calcio che sono i calciatori, i tecnici e le società delcampionato di eccellenza.La situazione del calcio calabrese nel complesso sembramigliorata ma permangono troppe squalifiche a carico didirigenti e allenatori ?Nei nostri campionati d’elite, Eccellenza e promozione,sembra si sia capito quale debba essere lo spirito con ilquale si deve scendere in campo. Questo è importantepoiché i massimi campionati e chi li pratica devono fun-gere da traino per le categorie inferiori. Stessa cosa nonpuò dirsi dei campionati inferiori dove, purtroppo, sem-

bra che la protesta o addirittura il ricorso ad episodi diviolenza siano una consuetudine. Questo non va benepoiché violenza e sport sono cose che non possono con-vivere tra loro; Fair-Play, correttezza, lealtà sono principiche devono entrare nella testa dei praticanti. Quale dovrebbe essere la vera funzione delle scuole cal-cio?Ritengo che già nella definizione sia chiara la loro funzio-ne. Devono indubbiamente insegnare il gioco del calcioche passa attraverso la conoscenza tecnica dei fondamen-tali di base, il tiro, lo stop, il passaggio, il colpo di testa. Maquesto non basta, perché sarebbe necessario insegnaresin dalla tenera età agli atleti del futuro la cultura della vit-toria oltre che della sconfitta. E’ chiaro che anche i bam-bini scendono in campo per vincere, non certo per perde-re, ed è per questo che ritengo importante insegnare loroa farlo con correttezza, rispetto delle regole e soprattuttodegli avversari che sono tali solo perché si contendono unrisultato, non certo per altre ragioni. Ovviamente, perchéciò si verifichi, è necessario affidare i nostri figli a tecnicipreparati e soprattutto abilitati a svolgere tali funzioni.La componente arbitrale è determinante per il gioco delcalcio eppure molti ragazzi non hanno più voglia di acco-starsi a questo mondo ?Fondamentalmente, chi decide di avvicinarsi al mondodel calcio pensa di fare il calciatore, difficilmente sogna didiventare arbitro. Le icone del calcio sono i vari Totti,Gattuso, Buffon, non certo Collina o Braschi. Detto que-sto ritengo sia fondamentale capire che senza arbitri nonsi può giocare al calcio, così come non si può farlo senzale società. Ed allora bisognerebbe lavorare insieme per

Mirarchi: il calcio calabresegode di buona salute

E' uno degli imprevisti che può capitare a coloro che fanno questo mestiere. A subire l'accaduto il giocatore Mario Fuda del Siderno. Al 18' della ripresadi Roccella-Siderno valida per la Coppa Italia il calciatore si è infortunato in uno scontro di gioco fortuito con Pascu. Un terribile infortunio che costeràl’intera stagione agonistica a Mario Fuda, giocatore del Siderno, che ha rimediato una grave frattura di tibia e perone dx. Il giocatore è stato subito trasfer-ito all’ospedale di Locri dove sarà operato nei prossimi giorni. “Mario tornerà più forte di prima. Per il Siderno non sarà una sostituzione facile e non sarànemmeno veloce il recupero. Questo grave intoppo deve però darci una forza ancora maggiore. Al fine di attenuare la partita di campionato del 30 otto-bre p.v. a Siderno e per non trascinare questo spiacevole episodio, ci permettiamo di consigliare ai rispettivi sindaci la loro presenza al Raciti visto cheentrambe le società si rispettano, e si stimano reciprocamente, l’episodio accaduto anche se di una tale gravità, non deve essere un pretesto per aggravaregli animi che potrebbero fomentare scenari di lotta calcistica all’interno e fuori dal rettangolo di gioco. Noi de la Riviera auguriamo a Mario Fuda unapronta guarigione con la speranza di rivederlo nuovamente in campo .

Antonio Chiera

Abbiamo ritenuto necessario daremaggiore priorità al risultato del campoed ai valori che questo rispecchia altermine dei campionati. Pertanto i play-offed i play-out si svolgeranno con gara unicasul campo della migliore classificata altermine della stagione regolare.

IN EVIDENZA

Rocco Logozzoil Mister della “porta accanto”

ROCCELLA- SIDERNO: TERRIBILE INFORTUNIO PER MARIO FUDA

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la Riviera

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La sidernese Micaela Cataldo, atleta di puntadell’Accademia di arti marziali e difesa persona-le del professore Giuseppe Cavallo, cintura nera8° grado di difesa personale, 6° di kickboxingnonché maestro 5° DAN della federazione italia-na judo lotta karate e arti marziali, ha conquista-to una prestigiosa medaglia di bronzo ai campio-nati europei di arti marziali e kickboxing che sisono conclusi qualche giorno fa, a LignanoSabbiadoro. Teresa Bruzzì, già medaglia aglieuropei del 2009, altra atleta del team del dottorCavallo, considerato uno dei migliori al mondo,si è piazzata al quarto posto. Un risultato straor-dinario che premia il lavoro condotto, con serietàe sacrificio, dal maestro Cavallo e dai suoi eccel-lenti allievi, venti dei quali, nei prossimi mesi,prenderanno parte ai campionati del mondo uffi-ciali, quali membri della nazionale, e alla coppadel mondo ufficiale, per club.

Isabella Rogini

La sidernese Micaela Cataldomedaglia di bronzo ai campionatieuropei di arti marziali e kick-boxing

Ancora sugli scudi la prestigiosa accademia d’arti marziali

tutti abbiamo lottato come leoni e la Promozioneè più che meritata; io invece ero sicuro cheavremmo fatto bene, ma onestamente così beneno; stravincere un campionato duro come quellodell'anno scorso non era facile, il merito vasoprattutto ai ragazzi, ma anche alla Società peravermi messo a disposizione una rosa di primoordine, poi e sopratutto alla mia famiglia che consacrifici mi lascia libero di scegliere sottraendotempo prezioso a loro.Il ricordo più bello da quando allenaTanti bei ricordi, anche perché ho avuto la fortu-na di non conoscere mai la retrocessione chepenso siano ricordi negativi per chi ci passa, per-dere pero' spareggi si, come quello di Vibo tan-tissimi anni fa, che valeva l'eccellenza contro ilBagaladi alla guida del Brancaeone.Tra le paginepiù belle, a San Luca in prima categoria che nellostesso anno, cosa difficilmente ripetibile, vincia-mo campionato e Coppa Calabria. Quello più brutto?Quando il Siderno si è accorge di me, campiona-to di Eccellenza, ma il rapporto finisce prima diiniziare per motivi di famiglia.Il Calcio potrebbe togliere dalla strada moltiragazzi che rischiano di fare una brutta fine.Crede che da questo punto di vista si debba faredi più?Credo che lo sport sia una panacea per moltimali, ma per guarire i mali che affliggono i nostriragazzi ci vuole ben altro. In ogni caso per quan-to riguarda lo sport vedo una disaffezione deigiovani verso il sacrificio, il conquistarsi le cosegradualmente, perché sono abituati ad averetutto e subito, e non funziona così. Molta gente aspetta la domenica per crearedisordine negli stadi, e nelle nostre categorieanche in campo, non crede che sarebbe meglioper tutti fare un passo indietro e capire che si staparlando solo di sport?

Bisogna andare avanti, inasprire lesanzioni,abbassare i toni, rispettare di più gliarbitri. Io ci sto provando nella mia squadra, laSocietà in questo si è prodigata alla grande, ma èun problema culturale, non facilissimo da debel-lare.Cosa si sente di dire in questo momento?: Il dispiacere più grande è quello di non potercontinuare il lavoro che avevo cominciato l'annoscorso, e che sicuramente avrebbe dato, comeson certo darà, risultati importanti. Ma sono sicu-ro, che il mio sostituto darà il massimo affinchéquesto succeda, e poi lasciami dire che sono iragazzi il bene di questa Società che ho avuto l'o-nore di accompagnare in questa avventura chedura da due anni, ricca di momenti indimentica-bili, sarò sempre grato a tutti.In tutto questo cammino, la cosa che si ricordacon maggior piacere?la vittoria festeggiata qualche mese fa', con tuttoil gruppo giocatori, staff, Società, e la mia fami-glia; l’ U.S. Gioiosa non è un entità isolata, è ungruppo di cui ho il piacere di essere consideratoun amico prima ancora che allenatore,in questiquasi due anni ho messo sempre al primo postol'interesse della Società a quelli del singolo, rico-noscendo i meriti ai ragazzi più volenterosi,voglio ribadire che per me la Società è al di sopradi ogni interesse. Vuol fare un appello alla tifoseria del Gioiosa!!!l'U.S. Gioiosa non ha una tifoseria, siamo ungruppo. Vorrei fare qualcosa di diverso ma non èsemplice. Bisognerebbe avvicinare ancora piùgente, creare un gruppo ancora più grande chetraini gli altri. Cosa c'è di più bello di venire a tifa-re la squadra del tuo paese che fa la promozionedopo tantissimi anni? Siamo tra le migliorisocietà del comprensorio e questo non è poco.Un Saluto ai lettori della Riviera.

Antonio Chiera

non disperdere il patrimonio arbitrale e per far ciò sarebbed’aiuto poter contare su quei calciatori che non vogliono piùproseguire e potrebbero essere indirizzati a diventare arbitri,ai quali comunque bisogna dare il tempo e la possibilità disbagliare per crescere e migliorarsi, ma senza affrettare itempi di inserimento nelle categorie superiori alle qualidevono arrivarci dopo aver maturato il giusto bagaglio diesperienze.Non pensa che sarebbe opportuno fissare una regola nazio-nale sull'utilizzazione dei calciatori fuoriquota?Il calcio Dilettantistico è anche e soprattutto calcio di base epertanto non può non occuparsi della crescita dei giovaniche rappresentano, è scontato, il nostro futuro. In una Terradifficile qual è la Calabria, questo concetto assume ancoramaggiore valenza. Ecco perché in aggiunta alle regole nazio-nali, che già esistono, è stata introdotta la regola dei quattroUnder che serve anche a far si che le nostre società prestinoattenzione ai giovani calabresi, li curino e li crescano secon-do i sani principi sportivi e quindi lontani dalle tante devian-ze che ruotano attorno al mondo giovanile.Ci sono molte polemiche sul fatto che nei campionati diprima e seconda categoria possono sedere in panchina tec-nici "senza patentino".Questa è solo una situazione transitoria, nel senso che dallaprossima stagione sportiva verrà istituita la nuova figura di“tecnico regionale dilettante” cui sarà consentito allenarenelle categorie inferiori, prima, seconda e perfino terza (chefin’ora era sprovvista di obbligo). Ciò perché si è ritenuto chetra un allenatore che opera in “Serie D” ed uno che opera in“seconda o terza categoria”, le cui competenze e abilità sonoevidentemente differenti, dovesse esserci una diversa quali-fica. Tali nuove figure verranno abilitate direttamente dacorsi organizzati in Regione dai Comitati Regionali. Ogniinnovazione, ovviamente, suscita polemiche e discussioni.Fermo restando che chi vorrà, potrà comunque affidarsi aitecnici già abilitati con la qualifica di “Allenatore di base –Uefa B” già in essere.In conclusione, presidente Mirarchi, cosa auspica per ilfuturo ?Auspico che almeno della Calabria sportiva si possa, in unfuturo non troppo lontano, parlare di una Regione non agliultimi posti delle classifiche nazionali. E quindi con strutturesportive adeguate e contenuti tecnici di livello per unaRegione che, dallo sport e dal calcio in particolare, potrebbetrarre profitti economici e di immagine non indifferenti perle potenzialità che possiede.

Antonio Tasone

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DOMENICA 09 OTTOBRE 2011 LA RIVIERA 26

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Biblioteca meridionalista

DOMENICA 09 OTTOBRE 2011 LA RIVIERA 27

la Riviera

Piovene parla della Calabria princi-palmente in Viaggio in Italia, pubbli-cato nel 1957. Cominciò da Bolzanoil viaggio in Italia di Guido Piovene eproseguì regione dopo regione, cittàdopo città, fino a coprire ogni landa,anche la più dimenticata. Durò treanni buoni. Così si legge nella pre-sentazione del libro.“Un’impresa senza precedenti dallaquale scaturì un libro senza prece-denti, scrupoloso come un censi-mento, fedele come una fotografia,

circostan-ziato

come un atto d’accusa. L’Italia chePiovene visitò e descrisse è quelladegli anni Cinquanta, tra ricostruzio-ne e boom economico e che dovreb-be apparire, a uno sguardo contem-poraneo, antica e lontana. Invecenon è così. Piovene riesce, come unantropologo, a far emergere dal suoviaggio il carattere nazionale, quelloimmutabile, che resiste alle mode eai rovesci della storia.”Ugualmente, Piovene riuscì a dare

un ritratto insieme realistico, seppu-re spietato, e parallelamente unosguardo profondo e appassionato diuna delle regioni più problematiched’Italia, allora come ora, cioè laCalabria.

Inizialmente constata che inCalabria i bisogni sono immensi, nonsi tratta di modificare strutture giàesistenti ma di “rifare la strutturaeconomico sociale, spesso anche ilsuolo”. Rivela lo squilibrio che si vaaggravando tra lo sviluppo demogra-fico ed economico e fa una lungalista di mali che affliggono la regio-ne: dalla mancanza di acqua, energiaelettrica, fognature, scuole ecc., allascarsa alimentazione, coabitazionecon gli animali e alle malattie.Già da allora, dice, sarebbe inesattoaffermare che lo Stato non ha spesonulla in Calabria ma i soldi che vi ha

destinati li ha spesi male, a causa didue ragioni di immediata preoc-

cupazione: il tornaconto eletto-rale e il clientelismo. Infatti,come vedremo, Piovene parladi cimitero di opere pubbli-che, il che vuol dire opere

costose e inutili. Non solo, tutte leriforme furono rese impossibili dapotentati e interessi economici loca-li.“Opere pubbliche? Uno sfaceloantico. un cimitero d’opere pubbli-che arrestate a metà, quando il dena-ro dello Stato finiva. I resti delleopere pubbliche, ringoiate dallanatura, sono variamente dettiaccampamenti abbandonati, rottamidi un naufragio, sfasciume di miliar-di”.

Dopo un ampio resoconto degliimmediati bisogni e le opere prima-rie, dà una definizione di Calabriafra le più belle e suggestive che sianomai state fornite:“Viaggiare in Calabria significa com-piere un gran numero di andirivieni,come se si seguisse il capricciosotracciato di un labirinto. Rotta daquei torrenti in forte pendenza, nonsolo è diversa da zona a zona, mamuta con passaggi bruschi, nel pae-saggio, nel clima, nella composizioneetnica degli abitanti. È certo la piùstrana tra le nostre regioni. Nelle suevaste plaghe montane talvolta nonsembra d’essere nel Mezzogiorno,ma in Svizzera, nell’Alto Adige, neipaesi scandinavi. Da questo Nordimmaginario si salta a foreste d’olivi,lungo coste del classico tipo mediter-raneo. Vi si incuneano canyons chericordano gli Stati Uniti, tratti dideserto africano ed angoli in cui gliedifici conservano qualche ricordo diBisanzio....”

Non solo, dice anche che: “ LaCalabria sembra essere stata creata

da un Dio capriccioso che, dopo avercreato diversi mondi, si è divertito amescolarli insieme.”Per Piovene la Calabria ha una bel-lezza primitiva e insieme raffinata.La Calabria è diversa tra luogo eluogo fino al capriccio e alla stranez-za…Più che alla pittura ci fa pensareal mosaico e all’intarsio.

In Viaggio in Italia dice dellaLocride:“Dovunque vado trovo quantamescolanza di un individualismosfrenato, che porta all’invidia e all’a-credine, e di socievolezza da formi-caio in cui ognuno si toglie il fiato elo toglie agli altri…L’individualismocentrifugo, che spinge alla solitudine,ha come contrappeso una socievo-lezza che non è sempre amore. Lamisantropia si associa alla promi-scuità!”La Locride è un paese di desolata

bellezza, ma a Piovene non sfugge ilproblema della malavita, che ancoranon ha assunto le proporzioni dioggi.Di Cosenza dice che è una città

moderna sotto l’aspetto dello svilup-po urbano, “soffia nella città l’ariadella vecchia Napoli”. La Sila è unafantasia del nord eseguita con il rigo-glio meridionale, in quanto era statadisboscata da tedeschi, americani especulatori. Ma riporta quanto dettoda uno del luogo, ossia che “ICalabresi stretti fra il bosco e il mareodiarono l’uno e l’altro con impar-ziale intensità”.Rivela l’alto numero di medici a

Catanzaro, circa trecento, ma dice

anche che è una città di cultura, congli amici della musica e 3000 copie digiornali vendute al giorno. Della Silaparla del suo potenziale turistico edice che a San Giovanni in Fiore,adagiata nel ricordo di Gioacchino,resiste l’antico costume calabrese.

“Nel Vibonese, la fertilità si accre-sce, e si diffonde, come nella“Campania felix”, il virtuosismodelle molte colture. Segue la piana diRosarno, meno ubertosa, ma colmare degli ulivi giganti che penetraalle spalle nella montagna. In ultimo,fino a Reggio, lo sfarzo dei giardinid’agrumi. Sulla costa ionica, la gran-de piana di Sibari, bonificata ma sol-cata da decine di letti di torrenti chela minacciano; il marchesato diCrotone, dove si ritrova il paesaggiotipico del latifondo; e lunghi tratti dideserto quasi lunare, d’un giallo pal-lido, rotti dalle fiumare che portano imonti a valle, magnifici e disperati.”Racconta in maniera particolareg-giata della produzione dell’essenzadi bergamotto e dell’industria delgelsomino.Il suo viaggio per immagini, che

sono quelle che ci fornisce con mag-giore suggestione, si conclude con lasincera affermazione che la Calabriaè “forse la regione d’Italia che habisogno di un più assiduo e metodi-co intervento statale…per riparare asecoli di negligenza. La sua bellez-za…è per molti ancora da scoprire”.Cosa che, secondo noi, può valere

ancora oggi.12. (continua)

GIUSEPPE FIORENZA

UNA (CRONI)STORIA DELLA CALABRIA ATTRAVERSO I “FORESTIERI” DI GIUSEPPE FIORENZA

Piovene e la Calabria

Anche se sei stato un nonno acquisito ti hosempre rispettato e amato come tutti glialtri nonni e come tale resterai nel miocuore e nei miei ricordi più belli, cosi comei tuoi sapienti consigli che erano e riman-gono vere regole di vita che solo un nonnosaggio come te poteva insegnare non solo ame, ma anche agli altri nipoti e pronipoti.Un maestro anche per quei bambini chevenivano a divertirsi con gli animali lasciatia razzolare nel cortile e tu che davi ognispiegazione alle loro domande curiose sugalline, papere, maialini, ecc.E anche ai grandi davi chiarimenti su quelletue passioni che erano il baco da seta el’arte del telaio.Scusami nonno per tutte quelle volte che,spinto dalla curiosità o dalla premura, cer-

cavo di aiutarti o di imparare qualcosa diquello che facevi tu, ma non essendocapace mi rimproveravi con quel: “non toc-cari se non sai” !Anche ad ogni mia battuta avevi sempreuna risposta pronta a ribattere e che nonsolo mi portava a riflettere ma ad impararedavvero qualcosa.Così come ho anche riflettuto su quanto mihai detto l’ultima volta: “non mi dispiaci camoru, esti ca moru e ancora ‘ndaju u‘umparu”.Ora invece sono io che mi domando comefaccio ad imparare se tu non sei qui a dirmi:“non toccari se non sai”.

Con amorevole affetto tuo nipote SEVERINO

(nonna CATA)

Cerimonia degli addii

In ricordo del nonno Domenico Barbieri

Ciao Nonno MicoSalone di parrucchieria ricercaParrucchiere con capacità dilavoro unisex per la propriasede di Siderno. Il candidatodeve avere un'età compresa

tra i 18 e i 30 anni ed essere inpossesso di un'attestato di

frequenza di un corsoprofessionalizzante, fa fede

anche un attestato dipraticantato. Compenso edinquadramento da stabilire in

sede di colloquio. Per informazioni e

curriculum telefonare al numero 0964381273.

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ParlandoPubblicità

Cultura e società

di...

La libreriaMondadori Calliopeorganizza corsi dimusica per bambini eun corso di fotografia

DOMENICA 09 OTTOBRE 2011 LA RIVIERA 28

“L’ISOLA DELLE DONNE”CHIARA URSINO

Il libro “L’isola delle donne” di CeciliaPiscioneri è un romanzo scritto con lo scopodi fare emergere il “mondo” delle donne e illoro modo di vivere e di essere in tempi pas-sati, con un chiro riferimento anche ai tempimoderni. Il testo diviene, quindi, mezzo diriflessione per riscoprire e rispettare il ruolodeterminante che la donna assume nellanostra società. All’interno infatti, vienedescritta la visione della donna in tempi pas-sati, con situazioni di sottomissioni e maltrat-tamenti da parte dell’uomo; tra le righeemerge una sorta di richiesta d’aiuto dallafigura femminile e un implorazione al cam-biamento. Si arriva così ad esaminare i tempimoderni; entra in relazione un concettobase: quello dell’emancipazione femminile euna rivisitazione del ruolo stesso.Leggendo ho avuto la sensazione che questa “isola che non c’è” fosse reale e che gliavvenimenti fossero realmente accaduti. In questo libro la fantasia e la realtà viag-giano insieme, per creare uno scenario degno della tematica trattata e far si che il let-tore si calasse nel ruolo che viene descritto. La parte che ha catturato la mia atten-zione in maniera particolare, è il momento in cui interviene Maria, la madre di Gesùnell’aula consiliare, di seguito riporto uno stralcio: ”[…]Io sono Maria, sono definitala madre per “ECCELLENZA” la madre “UNIVERSALE”. Però non mi trovo quiin veste divina ma come donna. Fui prescelta per portare al mondo Gesù. La miamaternità fu preconizzata dall’ALTO. Ero giovanissima, nessuno chiese il mio parerese concordavo o no di accettare la maternità. Per me giovane ed inesperta fu tuttopredestinato […]”. In questo frammento l’autrice raggiunge il suo apice, e con unasfrontata naturalezza descrive la donna MARIA senza nessun richiamo religioso, enon è semplice trattare l’emblema della religione cristiana rivestendo il ruolo di unaDONNA qualunque. L’autrice in un certo qual modo si rivede in Eva, senza mezzi termini, nella narrazionetraspare che Eva non sia altro che il sogno utopistico dell’autrice e l’isola sia unapiattaforma virtuale in cui portare avanti le proprie idee. “L’isola delle donne”, inconclusione, la paragonerei al famoso gioco di internet “Second life” in cui l’autriceuna volta creato il profilo specifico, “quello di Eva”, lo esplora in maniera costanteattraverso l’utilizzo di una tastiera del pc, comodamente da casa. Altra nota a miopare da lodare, è proprio lo stile di scrittura che è stato utilizzato. La modalità imp-iegata, infatti, è un registro linguistico molto semplice e creativo, dando così la possi-bilità al lettore di viaggiare con la mente; allo stesso tempo per rendere più scorrev-ole e piacevole la lettura, ha avuto la capacità di “mettersi nei panni” degli aspirantilettori.

"Memorie incantate". Alla ricerca del miticolegislatore locrese ZaleucoMartedì 18 Ottobre 2011 alle ore 18, presso la Sala San Giorgio al Corso,in via della Giudecca a Reggio Calabria, l'Associazione CulturaleAnassilaos presenterà la proiezione integrale di MEMORIE INCANTA-TE, un docufilm, frutto del Laboratorio Audiovisivo Zaleuco, prodotto daEnergie Calabria-OfficinemAPERTO.EnergiECalabria e' un movimento creativoche, nella cultura delle regole e della condi-visione solidale, multietnica e democratica,vuole dare spazio in Calabria a tutti queiprogetti culturali ed artistici che si caratte-rizzano per i loro contenuti creativi a comu-nicatività universale che veicolano messaggipositivi. “Memorie Incantate” prodotto nel2010, e diretto da Antonio Ciano, muovedall'incontro immaginario tra un improba-bile Zaleuco, l'antico legislatore locreseautore del primo codice di leggi scritte, chediede vita al diritto nel mondo occidentale,e una intraprendente “ragazza di Locri”alla ricerca della legalità perduta. Un interoterritorio, attraverso le voci reali dei prota-gonisti, si interroga sui motivi per cui laLocride da “terra della legalità” è divenuta“terra dell'illegalità” . Insegnanti, magistra-

ti, cittadini comuni, testimoni del disagio di un intero terri-torio, elaborano, con ironia e leggerezza, proposte concre-te per il riscatto della Calabria. Il film è un'opera condivisa e collettiva, e i numerosi parte-cipanti al Laboratorio, professionisti e non della cinemato-grafia, hanno contribuito, a titolo gratuito, alla realizzazio-ne del docufilm in tutte le varie fasi: stesura del soggetto-trattamento, elaborazione della sceneggiatura, composi-zione delle musiche fino alle riprese e al montaggio finale.

MARIA GIOVANNA COGLIANDRO

C hi l'ha detto che perapprendere la musicabisogna partire dal penta-gramma? Non è necessario

iniziare dalla notazione delle altezze edalle durate, esiste un metodo diapprendimento informale che fa levasulla cosiddetta «audiation». Il terminepotrebbe essere tradotto in italianocome “pensiero musicale”, e consistenella capacità del bambino di sentiredentro di sé il suono anche se non fisi-camente presente nell'ambiente. Ilconcetto di audiation è stato elaboratoda Edwin E. Gordon nella sua MusicLearning Theory, che sarà alla base delprogetto “Primi passi nel mondo dellamusica” realizzato dalla LibreriaMondadori Calliope, in collaborazionecon la Dott.ssa Debora Martino, inseg-nante associata AIGAM, AssociazioneItaliana Gordon per l'ApprendimentoMusicale. L'AIGAM è l'unica associ-azione in Italia autorizzata a insegnaree divulgare la Music Learning Theory,una teoria secondo cui il bambinopossiede, fin dalla nascita, una forteattitudine musicale che, se opportuna-mente sollecitata e stimolata, puòguidare il bambino verso l'apprendi-mento del linguaggio musicale; se igno-rata o mal sollecitata, al contrario, ten-derà a calare rapidamente. Il progettonon si pone come obiettivo la for-mazione di un bambino musicalmente“geniale” o del musicista professionistaa tutti i costi, ma offre ad ogni bambinol'opportunità di sviluppare in modonaturale le proprie attitudini alla musi-ca, regalandogli una possibilità espres-siva e comunicativa in più. Apprendereil pensiero musicale è come appren-dere il pensiero verbale: il progetto sipropone, infatti, di guidare il bambinoa pensare musicalmente e ad esprimer-si secondo un proprio vocabolario, cosìcome viene guidato fin dalla nascita apensare per poi esprimersi verbal-mente. Il progetto prevede la realizzazione didue corsi: Musicainfasce, per i bambinida 0 a 36 mesi, e Sviluppo della musi-calità, per i bambini dai 3 ai 6 anni.Entrambi i corsi saranno illustrati det-tagliatamente dall'insegnante DeboraMartino, durante le lezioni di provagratuite, oggi 9 Ottobre, alle 17, pressoil Salotto della Libreria MondadoriCalliope.Partirà l'11 ottobre alle 18,30, invece, ilcorso di Fotografia Livello Base, che lalibreria ha organizzato in collabo-razione con Alessandro Mallamaci,fotografo reggino che dal 2008 fa partedell´Albo dei fotografi Adobe e chedal 2011 collabora con Luigi Saggese eDaniele La Malfa, fotografi ufficiali diMiss Italia e Miss Italia nel Mondo. Ilcorso continuerà fino a Giugno perquattro lezioni al mese che presumibil-mente si terranno il martedì.

IN BREVE

È stata presentata la nuova stagioneteatrale del teatro “VittorioEmanuele” di Messina. Come sempre,il teatro peloritano valorizza al meglio

le risorse che sono disponibili, offrendo ogni annoal pubblico uno spettacolo che riesce a competerenotevolmente con gli “avversari scomodi” del“Bellini” di Catania e del “Massimo” di Palermo.Quest'anno nonostante i tagli economici allacultura e le difficoltà economiche del teatro ladirezione artistica è riuscita a mettere su uncartellone ricco di appuntamenti di notevoleimportanza, aggiungendo anche un'innovazione dicarattere temporale. La stagione comincerà dagennaio, e terminerà in dicembre 2012, il tutto percoprire perfettamente un anno solare, e portare ilteatro messinese al passo con gli altri grandi teatriitaliani. Il cartellone è intriso di lirica musicasinfonica, jazz, balletto e prosa, con le straordinariefirme di Sciascia, Pirandello, Honorè de Balzac eVirginia Woolf, per citarne alcune. Un mixesplosivo dunque pronto a far decollare unastruttura già perfettamente collaudata, Il teatro Cilea da circa due anni sta lentamentespiccando il volo. L'ultima stagione del teatroreggino è stata parecchio stimolante per i nomi chesono stati presentati, basti pensare a Lucio Dalla,Francesco De Gregori e Paolo Conte, più dueimportanti allestimenti d'opera lirica che hannoriscontrato molto successo. Ma è comunque unastruttura che, sebbene abbia una storia lunghissimaalle spalle, è paradossalmente molto giovane.Restituita alla città da poco tempo deve ancoracalarsi nella realtà dei grandi teatri nazionali, sia alivello di gestione artistica, sia a livello di “appeal”,nel senso che le grandi compagnie, i grandi artistifinora hanno fatto relativamente poche visite alteatro reggino, lasciando comunque un piacevolespazio ad allestimenti sperimentali e firmescenografiche non affermate. Più che un traguardoè considerato un punto di partenza.A Reggio la stagione non è stata pubblicizzata, edessendo già in ottobre, questo è molto significativo.

Antonio Cormaci

ACOLLOQUIO CON L’AUTRICE

“Vittorio Emanuele”-“Cilea”: 1-0

Il libro dell’avvocato GiuseppePellgrino da cui sono state trattealcune delle notizie su Zaleucoutilizzate per la stesura dellascenggiatura di “MemorieIncantate” e che la protagonistasi porta dietro durante la sua“ricerca della verità”.

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DOMENICA 09 OTTOBRE 2011 LA RIVIERA 29

LE NOTE di MARA RECHICHI

“Annuncio finalmente che io ed il mio fidan-zato presto ci sposeremo. Per il mio matri-monio ho voluto una cerimonia ed un rice-vimento molto sobri ed eleganti, per questomi sono affidata ai mitici Wedding Planners,Enzo Miccio e Angelo Garini che con unamodica cifra, trentamila euro circa, si occu-peranno di tutto il necessario per quel gior-no: dalla location al ricevimento, dal bou-quet alle bomboniere, all’allestimento delbouffet. Lo sposo lo porto io però! Andremo ad abitare in una splendida villadi 350mq su due livelli, con giardino e pisci-na che abbiamo acquistato dopo aver inte-ressato Paola Marella. L’ho chiamata e le hodetto: Paola, Cerco casa...disperatamente.Unmilionecentomila euro e abbiamo trova-to la casa dei nostri sogni. Pensare che c’èanche chi Vendo casa...disperatamente ed èfacile incrociare domanda e offerta, chemeraviglia! L’arredamento? Fai da te, sug-gerito da Barbara Giulienetti in Paint yourlife, ho tantissime rondelle, viti, vernici nelmio ripostiglio.Se sono una brava padrona di casa? Ma nes-sun problema! So cucinare benissimo, sto Incucina con Alessandro Borghese e preparotutti i manicaretti che lui giornalmente misuggerisce, faccio la spesa con gli ingredien-ti che mi indica su internet e poi lo seguopasso passo, mi sono anche comprata tutti igiocattoli da cucina che ha lui: mestoli,mestolini, pinze, padelle in ceramica, frulli-ni, stampini, tutto! Poi, sempre con Ale econ Roberto Ruspoli e Chiara Tonelli hoacquisito le mie personali Cortesie per gliospiti, non sbaglio una tovaglia, né un cen-trotavola, né un abbinamento di pietanze,né un grazie/prego fuoriluogo, conversazio-ni impeccabili! E niente più stracci nel mio guardaroba,solo abiti giusti, con soli mille euro al giorno,Enzo Miccio e Carla Gozzi non possonodirmi Ma come ti vesti?”Effetti di visioni sul canale digitale RealTime, il cui slogan è: è tutto il tuo mondo. Lamia autostima va giù e mi viene il dubbioche il mio mondo giri attorno ad un UnRealTime.

UNREAL TIME

la Riviera

“Memorie incantate” è stato distribuito nelle scuole di tutta Italia grazieall'associazione Libera, e ha partecipato a numerosi festival cinematogra-fici nazionali e internazionali. Alla proiezione nella Sala San Giorgio alCorso saranno presenti il regista Antonio Ciano, DomenicoBrancatisano (che nel film interpreta Zaleuco), un referente diEnergieCalabria e altri partecipanti al progetto. L'ingresso è libero finoad esaurimento posti.Info Associazione Culturale Anassilaos Tel. 333 3998510 - 380 7332953 www.anassilaos.it

Quando lo scorrere della quotidianità ti sem-bra un palcoscenico obbligato senza contrac-colpi, ecco che, aprendo la porta di casa, ilcopione cambia. Mi è capitato, ieri, di trovare, all’ingresso dicasa mia, un affettuoso, quanto seducente edaccattivante, pensiero “pittorico”di NinoNicolò. Mi sono subito chiesta quale fosse la forzaattrattiva di quel messaggio. Devo dire di aver timidamente provato, neltempo, a decodificare il suo linguaggio ma,dinanzi a questa nuova “creatura”, mi sonoaccorta che mi mancava qualcosa. Per dare risposte a me stessa, ho cercato dicapirne di più parlandone anche con Pino, suogrande estimatore.

Probabilmente, abbiamo convenuto, la sedu-zione nasce da qualcosa di inidentificabile, unimpulso, o anche un’energia, che prorompe dacolori e forme, immagini e segni, in grado, nel-l’unità della visione, di dare risposta alle allar-manti domande dell’io. Ma cosa, ci siamo chiesti, cosa cerca Nicolò? Se stesso? La propria identità? La radice del-l’inquietudine umana? Qualunque cosa egli cerchi, la sua pittura èun’analisi di specie esistenziale, un camminolungo la contorta dimora dell’Essere. La ricerca è duplice e su piani, comunque,paralleli: spirituale, per dare un senso all’esi-stenza o alla propria esistenza; ma anche con-creta, perché diretta a consolidare la suainconfondibile cifra stilistica.

Pittura, questa, ricca di contrapposizioni rac-chiuse in immagini che nascono dalla memo-ria, ma anche dal vissuto. Sono “appunti” di un viaggio dell’anima, traarchetipi e prototipi, in un vortice di evidentefiguratività post-espressionista che ricomponeil magma della materia sfumando il senso dellecose nel simbolo della metafora. L’opera di ierimattina ( mi piace titolarla Per aspera ad astra )vive di forme aggrovigliate, avvinghiate,sovrapposte, documento di sdoppiamento escollamento, ma anche di attesa e di speranza,di equilibrio e di armonia, in una ricerca diemblematiche assonanze con un interiore“progetto” espressivo. Valori umani ed estetici che, profondamenteradicati nel messaggio, si esplicitano in un’al-

leanza ben riuscita tra vissuto e oggettività, fraintuizione e riflessione. Figure “sagomate” che ben celano il travaglioche le agita, tra turbamenti sopiti o languori diacuta malinconia. Assonanze e dissonanze che attivano un giocoin un continuo alternarsi di senso e non senso,oppositivo e complementare. Una pittura solida, la cui complessità lasciaintuire la regia d’un artista al quale, quandosembra che tutto sia stato scoperto e visitato,tutto resta ancora da raggiungere e da raccon-tare attraverso nuovi “segni”. Ed io ci sarò( almeno lo spero!) ad arrovellar-mi in nuove esegesi. A presto Nuccia

Tornando a casa una mattina Nuccia MicalizziPENSIERO “PITTORICO” DI NINO NICOLÒ

“ C h i u n q u escelga la mili-tanza politica,deve essereconsapevoledella misura edella sobrietà,

della disciplina e dell'onore che comporta, come anche la nostraCostituzione ricorda”. È urgente «purificare l'aria», per non«avvelenare» le giovani generazioni, mettendo un freno ai «com-portamenti licenziosi ed alle relazioni improprie», che sono in séstessi negativi e producono un danno sociale, a prescindere dallaloro notorietà», perché «ammorbano l'aria e appesantiscono ilcammino comune”.Con queste parole il Cardinale Angelo Bagnasco, presidentedella CEI (Conferenza Episcopale Italiana) il 26 settembre c.a.ha aperto a Roma il Consiglio episcopale permanente, palesan-do una seria preoccupazione per le future modalità di estrinse-cazione delle funzioni politiche in Italia. Parole che si prestano - in maniera altamente attendibile - achiarire la ratio da cui si è partiti per costituire a Locri ilLaboratorio di Formazione Politica Giovanile , fortemente volu-to da un gruppo di giovani locresi durante l'intenso periodo dicampagna elettorale che ha visto come protagonisti moltiComuni della Locride e che, proprio in questi giorni, ripartedopo la pausa estiva.Il laboratorio, che accoglierà i giovani dai 16 ai 30 anni, premu-randosi di coinvolgerli nel progetto di creazione di una nuova epiù cosciente classe politica dirigenziale, non avrà uno specificocolore politico, ma si farà fautore di un proficuo percorso di for-mazione che riguarderà tutti i giovani desiderosi di partecipareattivamente la realtà socio - politica locale. Il tutto deve potersinecessariamente sviluppare nell'ottica del rafforzamento dellaconsapevolezza dei giovani su come approcciarsi alla stessa realtàsocio - politica e nella implementazione di forze necessarie perdefinire l'impronta giovanile che intendiamo dare alle realtàlocali in cui viviamo. Ripartirà, pertanto, Lunedì 10 ottobre c.m.alle ore 18,00 presso la Sala Consiliare del Comune di Locri perun incontro con gli Amministratori della Città di Locri.

II EDIZIONE DELLA“FESTA DEI NONNI”

Parte a Locri ilprimo Laboratorio

di FormazionePolitica Giovanile

Nella splendida cornice dell'Istituto d'Istruzione superiore“Pitagora” in Via Turati a Siderno si è svolta, domenica due ottobre,la II Edizione della “Festa dei Nonni”. Fulcro della manifestazione,ideata e organizzata dalla Pro Loco cittadina, il Concorso di diseg-no, componimento e poesia dal tema “Io e i miei nonni”, che havisto la partecipazione massiccia degli alunni delle scuole elementarie medie della città. La cerimonia di premiazione dei sette vincitori, che hanno ricevutotutti una pergamena e un buono di 50 euro da spendere per l'acquisto di materiale didattico in una delle cartolerie che hanno sponsorizzatol'evento, si è svolta nell'aula magna dell'istituto, alla presenza di diverse autorità e rappresentanti dell'associazionismo locale, oltre, ovviamente,di tante famiglie, insegnanti ed allievi. Tutti i lavori realizzati sono stati esposti nel grande atrio dell'istituto artistico, con il preciso intento difar sentire ogni studente protagonista dell'evento.I riconoscimenti per le migliori poesie (concorso riservato alle scuole medie), sono andati agli allievi della scuola media “Gesumino Pedullà”:Rebecca Ietto (1B ), Vincent Attisano (2F ) e Anna Serranò (3E). Premiati, invece, per aver realizzato i migliori disegni ritraenti i nonni, con-corso riservato agli allievi delle classi I, II e III delle scuole elementari, Roberta Lostumbo (3^A “Michele Bello”) e Olga Pellegino (3^A“Giovanni Pascoli”); hanno infine guadagnato il palco, per aver realizzato i migliori componimenti , concorso riservato alle classi IV e V dellescuole elementari, Giuseppe Fimognari ( V plesso Lamia) e Mattia Paciullo (4 B “Michele Bello”). La serata si è conclusa con esibizione dell'Associazione “MusicArte” Accademia della Musica di Assunta Pedullà, in cui hanno spiccato levoci di bravissime giovani soliste.

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AndiamoCinema

Cinema&Musica

al

DOMENICA 09 OTTOBRE 2011 LA RIVIERA 30

Cercate di non sfo-derare atteggiamentiimpulsivi o irruentiin risposta a qualchepiccola o grandeprovocazione.Domenica soft.

Il week-end porteràcon sé atmosfere pia-cevolmente convivia-li, con una sensibilitàparticolare per ilsociale. Divertitevicon i vostri amici.

Sabato e domenica,la Luna pescinarichiederà raccogli-mento. Usate ilvostro tempo ancheper meditare sulvostro futuro.

Potreste risentire diqualche problemacomunicativo, coneccessi di emotivitàpoco premianti, nonvi lamentate è unperiodo “così”.

I transiti della setti-mana richiedono atutti i Leoni un atteg-giamento più riflessi-vo e diplomatico, chenon avete, ma cercatedi avere pazienza.

Sabato e domenica,con la Luna opposta,un pizzico di folliasarà apprezzabile.Cercate però di nonesagerare in cose chenon vi appartengono.

ARIETE

dal 21 marzoal 20 aprile

TORO

dal 21 aprileal 20 maggio

GEMELLI

dal 21 maggio al 21 giugno

CANCRO

dal 22 giugnoal 22 luglio

LEONE

dal 23 luglioal 23 agosto

VERGINE

dal 24 agostoal 22 settembre

CINEMA NUOVO Siderno,info:0964/ 342776 Box Office 3D -18.00- 20.00 Terraferma 22.00CINEMA ARENA Siderno,info:333/ 7672151Prossima aperturaCINEMA GOLDEN Roccela J, info:333/ 7672151I Puffi/18.00 - 20.00 - 22.00

CINEMA VITTORIA Locri, info:339/7153696 I Puffi in 3D/ 18.00 - 20.00 - 22.00CINEMA GARIBLDI Polistena,info:0966/ 932622 Box Office 3D16:00 19:00 -21:00CINEMA POLITEAMA Gioia T., info:0966/ 51498Box Office 3D18.00 - 21.00CINEMA ODEONReggio C.,info:0965/ 898168 Baciato dalla fortuna/ 18.00 -

20.00 - 22.00CINEMA AURORA Reggio C.,info:0965/ 45373Niente da dichiarare?/ 18:10 TheOltre il mare/ 20:20- 22:30NUOVA PERGOLA Reggio C.,info:0965/ 21515 Abduction/18.10- 20.20 - 22.30MULTISALA LUMIERE Reggio C.,info:0965/ 51036 Sala de curtis Blood Story/17.15 - 19.15

Drive/21.10- 23.00Sala sordi I Puffi/ 17.00-19.00- 21.00Blood Story/ 22.50Sala de sida Drive/18.10Ma come fa a far tutto/20.30 - 22.30Box office 3D/22:45 Sala mastroianniKunf fu panda 2/17.00 L’alba del pianeta delle scim-mie/19.00 - 21.00 - 23.00

La passione dei romaniper la musica mediter-ranea si rinnova, grazieal chitarrista FrancescoLoccisano, atteso da un

fine settimana denso di appunta-menti di prestigio nella Capitale.Sabato sera, infatti, al “Beba doSamba” del quartiere SanLorenzo, Loccisano, accompagna-to dall’inseparabile Mico Corapialle percussioni, terrà un attesissi-mo concerto quasi completamenteincentrato sui brani del suo primoalbum da solista “BattenteItaliana”. Quindi, nella notte tradomenica nove e lunedì dieci saràospite del programma di RadioUno Rai “Brasil”, da sempre unaguida per gli appassionati di worldmusic e di contaminazioni musi-cali dai cinque contienti. PerLoccisano si tratta di un ritornonel programma ideato e condotto

da Max de Tomassi, che andrà inonda in diretta a partire dalle 0,23di lunedì 10 e durerà fino allequattro del mattino, tra musica,pensieri e parole negli studi di viaAsiago, insieme a una pletora dimusicisti provenienti da tutto ilmondo.

L'alba del pianeta delle scimmietorna a riaffacciarsi al grande pub-blico, addirittura con una pellicolache mostra quanto successo prece-dentemente agli eventi narrati nel

primo Il Pianeta delle Scimmie , del 1968.Nello specifico, questo prequel ripercorre lagenesi di quel mondo andato in rovina - acausa dell'uomo stesso, secondo quantoesplicitamente espresso in chiusura dell'operacapostipite della saga. D'altra parte è questo ilmessaggio che s'intende far filtrare: l'uomo nonsi è dimostrato all'altezza di “governare” ilmondo, così, in maniera del tutto spontanea equasi naturale, ecco l'avvicendamento con lescimmie. D'altro canto è un errore pretta-mente umano quello che ha portatoall'estinzione dell'Uomo inteso come specie. Ildottor Will Rodman (James Franco) è un bril-lante scienziato che ha votato la propriaesistenza ad una sola missione: trovare una

cura definitiva perl'Alzheimer. E nonè un caso se haconsacrato sé stes-so alla causa. Suopadre (JohnLithgow) è affettoda questo morbo,che lo ha reso agliocchi del figlio unmalato senza sper-anze. Ma quest'ul-timo non intendearrendersi, e si

adopera con tutte le proprie forze al fine ditrovare il modo di curarlo. Mentre conduce isuoi esperimenti, qualcosa va storto. Una dellescimmie su cui sta testando i frutti dei propristudi, peraltro in maniera del tutto soddis-facente, riesce a scappare dalla propria gabbia,mettendo a soqquadro gli uffici della compag-nia. Si da il caso che nello stesso frangente, ildottor Rodman stia esponendo i risultati a deipotenziali finanziatori, i quali si trovanodinanzi uno scenario rocambolesco. Sbucataimprovvisamente da una vetrata, la scimmiaviene uccisa sotto i loro occhi da una guardia disicurezza. Un buon film, al quale bisogna cer-tamente riconoscere l'arduo compito di fun-gere da apripista ad una saga che ha fatto sto-ria, ergendosi di tanto rispetto alla media difilm su questo tenore. Chissà che non si riescaa cambiare idea con un probabile e già ventila-to sequel.

Matteo Raschellà

LARECENSIONE

L’alba del pianetadelle scimmie

A S. Ilario in mostra l'arte pittorica di Diego CataldoOltre cinquanta operein mostra, da domenica9 a mercoledì 12, aPalazzo Speziali-Carbone, nel centrostorico di S. Ilario delloIonio, per l'allestimentodi “PercorsiMediterranei”, la per-sonale di DiegoCataldo, organizzatadall 'amministrazionecomunale in collabo-razione con la Pro Loco.

L'artista locrese, pur giovanissimo, festeggia i dieci anni diesposizioni e successi su tutto il territorio nazionale, proponen-do una sintesi del suo “viaggio pittorico”, dagli inizi alla recen-tissima mostra itinerante sul tema “Dal sentimento all'eros”,passando per i tantissimi ritratti di artisti realizzati in questianni. Diego Cataldo, diplomato all'Accademia di Belle Arti,docente negli istituti d'arte e curatore della rubrica “Ritratti”per il settimanale “La Riviera”, formatosi con i più grandimaestri del territorio, è un creativo profondamente mediterra-neo: racconta e ci racconta emozioni, passioni, luoghi e per-sone della nostra terra. Scrive di lui Enzo Romeo, caporedat-tore agli esteri del Tg2: «…ciò che mi pare, della pittura diDiego Cataldo, è innanzi tutto che egli privilegi i colori decisie prorompenti. Buona l'anatomia dei corpi, l'ondeggiamentotra i paesaggi veristi, il tocco impressionista e le incursionipost-moderniste. Mi piacciono i suoi cieli, che trasmettono agi-tazione anche quando sono sereni. Come il vorticoso sfondodell'uliveto, che dà un astratto e mistico spessore all'insieme; o

le nubi che scorrono su Pietra Cappa e dialogano conl'Aspromonte; o ancora quelle che sembrano riflettere il mare,lungo la costa incorniciata di agavi». L'inaugurazione, che avràluogo domenica 9 ottobre, alle 18, vedrà la partecipazione diautorevoli rappresentanti del mondo dell'arte e della cultura, esarà arricchita dagli intermezzi musicali del musicistaLudovico Romeo. Nei giorni successivi, il maestro DiegoCataldo incontrerà gli studenti della cittadina ionica offrendoloro alcuni spunti teorici e laboratoriali sull'arte pittorica. “Percorsi Mediterranei” apre un ciclo di incontri artistici, ospi-tati nell'antico palazzo santilariese: prossimamente sarannoallestite la mostra sul tema “Brigantaggio meridionale”, conpannelli esplicativi e preziose ceramiche che ripercorrono lastoria del movimento antiunitario, e la personale dell'artistageracese Emanuela Ientile.

Percorsi Mediterranei Passioni, luoghi e persone

FINE SETTIMANA ROMANO PER IL CHITARRISTA GIOIOSANO

Francesco Loccisano ospite di Radio Uno Rai

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la Riviera

DOMENICA 09 OTTOBRE 2011 LA RIVIERA 31

Nel week-end vi invi-teranno a conciliareconcretezza e fanta-sia, specialmente incampo sentimentale,sfruttate il momentoche vi è concesso.

Particolare cautelaverrà richiesta nel finesettimana, potrebberoesserci situazioniambigue. Cercate diragionare, nessuno viobbliga.

Il week-end risultaindecifrabile: l'incer-tezza potrebbe irri-tarvi. Cercate,comunque di diver-tirvi, in compagniadella famiglia.

Il dialogo coi supe-riori risulta intermit-tente; è megliorimandare discussio-ni importanti e collo-qui di lavoro dopo lametà di Ottobre.

Siate lungimiranti ebasate il vostro ope-rato sulle prioritàpiù autentiche. Nelfine settimana sfrut-tate le occasioni chevi si presenteranno.

Decisamente favore-volissimo sia l'amoreche il vostro benesse-re in generale. Lafiducia in voi stessi vipermetterà di osare.Benone, il wee-end.

BILANCIA

dal 23 settembreal 22 ottobre

SCORPIONE

dal 23 ottobreal 22 novembre

SAGITTARIO

dal 23 novembreal 21 dicembre

CAPRICORNO

dal 22 dicmbreal 20 gennaio

ACQUARIO

dal 21 gennaioal 19 febbraio

PESCI

dal 20 febbraioal 20 marzo

OROSCOPO

C.S.I. PERUGIA

La verità dell’Iride

Amanda e Raffaele fuori, Rudy dentro, fos-simo malevoli parleremmo di razzismo, manon lo siamo. Fossi egocentrico rivendiche-rei il diritto di sbandierare le mie previsioni:condanna in primo grado, assoluzione insecondo e probabile ribaltamento inCassazione ad Amanda ormai lontana .. egente disarmata di fronte a esiti giudiziaricosì nettamente in contrasto, con giudici chevalutano in senso opposto le stesse risultan-ze. Gente soprattutto disarmata dalla labilitàdelle prove scientifiche, abituata ai telefilmamericani e alle fiction italiane, che con ungranello di polvere o un pelo tirano fuori dalcomputer il colpevole, con tanto di nome,cognome e indirizzo. Le balle corrono suimedia, nella stampa e al cinema, ma la cro-naca non è un film. Nelle aule italiane tuttoè discutibile e, alla fine, rimesso alla discre-zionalità del giudice che ha semplicementel'obbligo di motivare le sentenze. Se si uscis-se fuori dalle fiction o dalla superficialità dicerta stampa, si scoprirebbe che quasi sem-pre quelle che sono chiamate prove per laLegge sono indizi, e la differenza non è dipoco conto visto che il codice indica rigida-mente le “prove legali”. Così i famosissimiesami scientifici televisivi hanno valore soloin quanto un giudice insindacabilmente ve lefaccia entrare, potendo benissimo egli esclu-dere perizie foniche, calligrafiche, biologi-che e di ogni altra natura, non per niente ilgiudice è definito perito dei periti potendoescludere ogni perizia dal processo col soloobbligo di motivarne l'esclusione. Potrebbealtresì far entrare nel processo ogni perizia eutilizzarla, motivando, per la decisione.DNA, impronte digitali? Non sono provema semplici indizi, altamente discutibili ecriticabili se muniti di periti di luminosafama. Nessuno vi dice al cinema che il DNApuò discolpare in assoluto, ma mai condan-nare in solitudine se non insieme ad altriindizi. Se un DNA non è compatibile si ècerti dell'assenza di parti biologiche dell'indi-ziato. Se un DNA è compatibile si dimostrache parti biologiche dell'indiziato sono com-patibili con l'indizio, si, ma compatibili contutti i soggetti con un DNA compatibile. Iparenti hanno fra loro lo stesso DNA, cosìanche quelli alla lontana discendenti da unostesso ceppo. A volte ci sono nel mondomigliaia di soggetti compatibili, comemigliaia possono essere i donatori d'organocompatibili. Il vero è che le prove scientifi-che sono sempre discutibili se si hanno lerisorse economiche per assumere i miglioripenalisti e i più eccelsi scienziati. Non losono quasi mai se si è poveri in canna comeRudy. A questo si aggiunga che le provescientifiche diventano sciocchezze quandoad andare dietro al banco degli imputati èun americano, e il tribunale sia straniero, sirischia qualche anno di galera e qualchecondanna in primo grado ma alla fine glielasi fa. E se alla Riviera avessero avuto naso, emi avessero dato retta, come spesso accadeavremmo potuto dire “l'avevamo detto”.

di Benjamin Bowson

Che squadrone...

Blob of the week

Lascala, "mito" del passato,con il nipote Bruno, campione del futuro

Il guerriero stanco ha deposto le armi ???

Come San Francesco !!!Gianluca Leonardo

Auguri per i tuoi 18anni. Salvatore,

Francesca e Cristina

Tanti auguri zio Sasà per i tuoi 80 anni

Le dame del secoloCarla, Raissa, Maria, Michela, Antonella

Che la gioia dei vostri cuori, uniti nelgiorno più bello della vita, vi accompagniper sempre! Tanti auguri. Dagli zii Salvatore e Lucia e

dai cugini Carla, Raissa e Luigi... vi vogliamo bene V elementare anni ‘60 “G.Pascoli” - SidernoAnvedi Marilene !!!

Auguri a Federico per isuoi 18 anni No comment...le parole sono superflue

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