Karl Marx Friedrich Engels prefazione di I ucio Colletti … · 2019-10-09 · un nuovo terreno. Il...

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11 più celebro classico del pensiero politico- | filolofico contemporaneo rilutto da Lucio g Collutti che traccia le lino»; por una nuova !! complessiva intcrpreta/iow! dui pensiero marxiano. UNIVERSALE LATERZA UL La traduzione è quella classica di Emma Can- timori Mezzomonti, che ha anche curato l'am- pia Introduzione, le essenziali note biografiche e bibliografiche, e quelle indispensabili alla comprensione del testo. ISBN 88-420-3051-1 9 I '788842 II Q30515 UWVERSALE LATERZA UL Manifesto del Partito comunista Karl Marx Friedrich Engels prefazione di I ucio Colletti

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11 più celebro classico del pensiero politico- |filolofico contemporaneo rilutto da Lucio gCollutti che traccia le lino»; por una nuova !!complessiva intcrpreta/iow! dui pensieromarxiano.

UNIVERSALELATERZA ULLa traduzione è quella classica di Emma Can-timori Mezzomonti, che ha anche curato l'am-pia Introduzione, le essenziali note biografichee bibliografiche, e quelle indispensabili allacomprensione del testo.

ISBN 88-420-3051-1

9 I '788842 I IQ30515

UWVERSALE LATERZA UL

Manifestodel Partito comunistaKarl Marx Friedrich Engelsprefazione di I ucio Colletti

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Nella « Piccola Biblioteca Filosofie» Laterza »prima edizione 1958

Nella « Universale Laterza »con una Prefazione di Lucio Colletti

prima edizione 1985seconda edizione 1987

Karl Marx Friedrich Engels

MANIFESTODEL PARTITO COMUNISTA

a cura di Emma Cantimori Mezzomonti

prefazione di Lucio Colletti

Proprietà letteraria riservataGius. Laterza & Figli Spa, Roma-Bari

Editori Laterza 1987

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minuto si svilupparono i primi elementi della bor-ghesia.

La scoperta dell'America, la circumnaviga-zione dell'Africa crearono alla sorgente borghesiaun nuovo terreno. Il mercato delle Indie orientalie della Cina, la colonizzazione dell'America, gliscambi con le colonie, l'aumento dei mezzi discambio e delle merci in genere diedero al com-mercio, alla navigazione, all'industria uno slan-cio fino allora mai conosciuto, e con ciò impres-sero un rapido sviluppo all'elemento rivoluziona-rio entro la società feudale in disgregazione.

L'esercizio dell'industria, feudale o corpora-tivo, in uso fino allora non bastava più al fabbi-sogno che aumentava con i nuovi mercati. Al suoposto subentrò la manifattura. Il medio ceto in-dustriale soppiantò i maestri artigiani; la divi-sione del lavoro fra le diverse corporazioni scom-parve davanti alla divisione del lavoro nella sin-gola officina stessa.

Ma i mercati crescevano sempre, il fabbisognosaliva sempre. Neppure la manifattura era piùsufficiente. Allora il vapore e le macchine rivoluzionarono la produzione industriale. All'indu-stria manifatturiera subentrò la grande industriamoderna; al medio ceto industriale subentraronoi milionari dell'industria, i. capi di interi esercitiindustriali, i borghesi moderni.

La grande industria ha creato quel mercatomondiale, ch'era stato preparato dalla scopertadell'America. Il mercato mondiale ha dato unosviluppo immenso al commercio, alla naviga-

zione, alle comunicazioni per via di terra. Questosviluppo ha reagito a sua volta sull'espansionedell'industria, e, nella stessa misura in cui siestendevano industria, commercio, navigazione,ferrovie, si è sviluppata la borghesia, ha accre-sciuto i suoi capitali e ha respinto nel retroscenatutte le classi tramandate dal medioevo.

Vediamo dunque come la borghesia modernaè essa stessa il prodotto d'un lungo processo disviluppo, d'una serie di rivolgimenti nei modi dìproduzione e di traffico.

Ognuno di questi stadi di sviluppo della bor-ghesia era accompagnato da un corrispondenteprogresso politico. Ceto oppresso sotto il domi-nio dei signori feudali, insieme di associazioniarmate ed autonome nel Comune, talvolta sottoforma di repubblica municipale indipendente, tal-volta di terzo stato tributario della monarchia,poi all'epoca dell'industria manifatturiera, nellarnonarchia controllata dagli stati come in quellaassoluta, contrappeso alla nobiltà, e fondamentoprincipale delle grandi monarchie in genere,borghesia, infine, dopo la creazione della grandeindustria e del mercato mondiale, si è conquistatail dominio politico esclusivo nello Stato rappre-sentativo moderno. Il potere statale moderno nonè che un comitato che amministra gli affari co-muni di tutta la classe borghese.

La borghesia ha avuto nella storia una partesommamente rivoluzionaria.

Dove ha raggiunto il dominio, la borghesiaha distrutto tutte le condizioni di vita feudali,

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patriarcali, idilliche. Ha lacerato spietatatnentetutti i variopinti vincoli feudali che legavanol'uomo al suo superiore naturale, e non ha lasciatofra uomo e uomo altro vincolo che il nudo inte-resse, il freddo « pagamento in contanti »., Ha af-fogato nell'acqua gelida del calcolo egoistico i sa-cri brividi dell'esaltazione devota, dell'entusiasmocavalieresco, della malinconia filistea. Ha discioltola dignità personale nel valore di scambio e alposto delle innumerevoli libertà patentate e one-stamente conquistate, ha messo, unica, la libertàdi commercio priva di scrupoli. In una parola:ha messo lo sfruttamento aperto, spudorato, di-retto e arido al posto dello sfruttamento masche-rato d'illusioni religiose e politiche.

La borghesia ha spogliato della loro aureolatutte le attività che fino allora erano venerate econsiderate con pio timore. Ha tramutato il me-dico, il giurista, il prete, il poeta, l'uomo dellascienza, in salariati ai suoi stipendi.

La borghesia ha strappato il commovente velosentimentale al rapporto familiare e lo ha ricon-dotto a un puro rapporto di denaro.

La borghesia ha svelato come la brutale ma-nifestazione di forza che la reazione ammira tantonel medioevo, avesse la sua appropriata integra-zione nella più pigra infingardaggine. Solo la bor-ghesia ha dimostrato che cosa possa compierel'attività dell'uomo. Essa ha compiuto ben altremeraviglie che piramidi egiziane, acquedotti ro-mani e cattedrali gotiche, ha portato a termine ben

altre spedizioni che le migrazioni dei popoli e lecrociate.

La borghesia non può esistere senza rivolu-zionare continuamente gli strumenti di produ-zione, i rapporti di produzione, dunque tutti i rap-porti sociali. Prima condizione di esistenza dìtutte le classi industriali' precedenti era invecel'immutato mantenimento del vecchio sistema diproduzione. Il continuo rivoluzionamento dellaproduzione, l'ininterrotto scuotimento di tutte lesituazioni sociali, l'incertezza e il movimentoeterni contraddistinguono l'epoca dei borghesifra tutte le epoche precedenti. Si dissolvono tuttii rapporti stabili e irrigiditi, con il loro seguito diidee e di concetti antichi e venerandi, e tutte leidee e i concetti nuovi invecchiano prima di po-tersi fissare. Si volatilizza tutto ciò che vi era dicorporativo e di stabile, è profanata ogni cosasacra, e gli uomini sono finalmente costretti a guar-dare con occhio disincantato la propria posizionee i propri reciproci rapporti,

II bisogno di uno smercio sempre più estesoper i suoi prodotti sospinge la borghesia a per-correre tutto il globo terrestre. Dappertutto deveannidarsi, dappertutto deve costruire le sue basi,dappertutto deve creare relazioni.

Con lo sfruttamento del mercato mondiale laborghesia ha dato un'impronta cosmopoliticaalla produzione e al consumo di tutti i paesi. Hatolto di sotto i piedi all'industria il suo terrenonazionale, con gran rammarico dei reazionari. Le

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antichissime industrie nazionali sono state di-strutte, e ancora adesso vengono distrutte ognigiorno. Vengono soppiantate da industrie, nuove,la cui introduzione diventa questione di vita o dimorte per tutte le nazioni civili, da industrie chenon lavorano più soltanto materie prime del luo-go, ma delle zone più remote, e i cui prodottinon vengono consumati solo nel paese stesso, maanche in tutte le parti del mondo. Ai vecchi bi-sogni, soddisfatti con i prodotti del paese, suben-trano bisogni nuovi, che per essere soddisfattiesigono i prodotti dei paesi e dei climi più lon-tani. All'antica autosufficienza e all'antico isola-mento locali e nazionali subentra uno scambiouniversale, una interdipendenza universale fra lenazioni. E come per la produzione materiale, cosìper quella intellettuale. I prodotti intellettualidelle singole nazioni divengono bene comune.L'unilateralità e la ristrettezza nazionali diven-tano sempre più impossibili, e dalle molte lettera-ture nazionali e locali si forma una letteraturamondiale '.

4 Cfr. nell'Ideologia tedesca, G. A. I, 5, p. 35: « Man manoche nello svolgimento della società le singole sfere che operanol'una sull'altra si allargano, man mano che l'originario isolamentodelle singola nazionalità viene distrutto dal modo perfezionato dìproduzione, e dal commercio perfezionato, e con essi dalla divi-sione del lavoro che vien messa in atto con spontaneità naturalefra le diverse nazioni, la storia diventa sempre più storia univer-sale, cosicché se p. es. in Inghilterra viene inventata una macchinache mette alla fame innumerevoli lavoratori in India e in Cina erovescia l'intera forma d'esistenza di quei paesi, questa invenzionediventa un dato di fatto d'importanza storica universale... Dal chesegue che questa trasformazione della storia in storia universalenon è, diciamo, un mero atto astratto della « autocoscienza » dello

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Con il rapido miglioramento di tutti gli stru-menti di produzione, con le comunicazioni infini-tamente agevolate, la borghesia trascina nella ci-viltà tutte le nazioni, anche le più barbare. I bassiprezzi delle sue merci sono l'artiglieria pesantecon la quale essa spiana tutte le muraglie cinesi,con la quale costringe alla capitolazione la piùtenace xenofobia dei barbari. Costringe tutte lenazioni ad adottare il sistema di produzione dellaborghesia, se non vogliono andare in rovina, lecostringe ad introdurre in casa loro la cosiddettaciviltà, cioè a diventare borghesi. In una parola:essa si crea un mondo a propria immagine e so-miglianzà.

La borghesia ha assoggettato la campagna aldominio della città. Ha creato città enormi, haaccresciuto su grande scala la cifra della popola-zione urbana in confronto di quella rurale, strap-pando in tal modo una parte notevole della popo-lazione all'idiotismo della vita rurale. Come hareso la campagna dipendente dalla città, la bor-ghesia ha reso i paesi barbari e semibarbari di-pendenti da quelli inciviliti, i popoli di contadinida quelli di borghesi, l'Oriente dall'Occidente.

La borghesia elimina sempre più la disper-

spirito dell'universo o di qualche altro spettro metafisico, ma unatto materialissimo, dimostrabile empiricamente, un atto del qualeda prova ógnf individuo, nell'andate e nello stare, nel bere, nelmangiare e nel vestirsi»,' II capoverso culmina con il richiamo all'idea della « lettera-

tura universale » quasi a ricordare le parole di Goethe, prepostedal Mazzìni al suo saggio D'una letteratura europea (Scritti scelti,Milano, 1915): « Io intravvedo l'aurora di una letteratura europea:nessuno fra i popoli potrà dirla propria; tutti avranno contribuitoa fondarla ».

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sione dei mezzi di produzione, della proprietà edella popolazione. Ha agglomerato la popola-zione, ha centralizzato i mezzi di produzione, eha concentrato in poche mani la proprietà. Ne èstata conseguenza necessaria la centralizzazionepolitica. Province indipendenti, legate quasi soloda vincoli federali, con interessi, leggi, governi edazi differenti, vennero strette in una sola nazione,sotto un solo governo, una sola legge, un solo in-teresse nazionale di classe, entro una sola barrieradoganale.

Durante il suo dominio di classe appena se-colare la borghesia ha creato forze produttive inmassa molto maggiore e più colossali che nonavessero mai fatto tutte insieme le altre genera-zioni del passato. Il soggìogamento delle forzenaturali, le macchine, l'applicazione della chimicaall'industria e all'agricoltura, la navigazione a va-pore, le ferrovie, i telegrafi elettrici, e il dissoda-mento d'interi continenti, la navigabilità dei fiumi,popolazioni intere sorte quasi per incanto dalsuolo — quale dei secoli antecedenti immaginavache nel grembo del lavoro sociale stessero sopitetali forze produttive?

Ma abbiamo visto che i mezzi di produzionee di scambio sulla cui base si era venuta costi-tuendo la borghesia erano stati prodotti entro lasocietà feudale. A un certo grado dello sviluppodi quei mezzi di produzione e di scambio, le con-dizioni nelle quali la società feudale produceva escambiava, l'organizzazione feudale dell'agricol-tura e della manifattura, in una parola i rapporti

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feudali della proprietà, non corrisposero più alleforze produttive ormai sviluppate. Essi inceppa-vano la produzione invece di promuoverla. Si tra-sformarono in altrettante catene. Dovevano esserespezzate e furono spezzate.

Ad esse subentrò la libera concorrenza con lacontacente costituzione sociale e politica, con ildominio economico e politico della classe dei bor-ghesi.

Sotto i nostri occhi si svolge un moto ana-logo. I rapporti borghesi di produzione e di scam-bio, i rapporti borghesi di proprietà, la societàborghese moderna che ha creato per incanto mezzi.di produzione e di scambio così potenti, rassomi-glia al mago che non riesce più a dominare lepotenze degli inferi da lui evocate °. Sono decenniormai che la storia dell'industria e del commerciò è soltanto storia della rivolta delle forze pro-duttive moderne contro i rapporti moderni della

5 Reminiscenza del!''Apprendista mago dì Goethe. In questoparagrafo Marx ed Engels accennano ̂ .aUe crisi economiehe perio-dicamente ricorrenti. La teoria delie 'ìcrisi'jè svolta da Marx in par-ticolare nei III libro del Capitale e nel cosiddetto IV, Le teorìedel plusvalore, pubblicato da Kautsky nel 1905 e sgg, L'Andler nelsuo commento, Le manifeste communiste de Karl Marx et FriedrichEsigete, Introduction bìstoriqttc et commentare, Parigi, s. d., esponein questo punto le idee sismondiane sulle erisi, opposte non sol-tanto nelle conclusioni a quelle di .Marx: il Sismondi vede la so-stanza della crisi nella contraddizione fra produzione capitalisticae consumo della classe operaia (sottoconsumo), mentre per MOREia sostanza della crisi sta nella contraddizione fra il carattere so-ciale della produzione e il carattere privato della appropriazionedei ^'roilottì; per il Sismondi la soluzione sta in un ritorno agliantichi sistemi di produzione, in Marx solo l'eliminazione dellaixmttaddMorjs.ira produzione sociale e appropriazione privata puòrisolvere il problema.

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