Engels Friedrich Sulle Origini Del Cristianesimo

42
<<La religione oristiana é nata nella piena luce della storia e non' vi e nulla, nelle sue origini e nel suo sviluppo, che non possa essere spiegato. Si tratta soprattutto di vedere, come ci insegna Engels in questi suoi scritti, non giase il tale o il talaltro episodio, quale ci viene riferito nei libri mitologioi del Nuovo Testamento, o nella primitiva letteratura cristiana, si sia realmente verlficato, ma a quale bisogno rispondesse questa o quella determinata Credenza religiosa delle masse»: cosi scrive lo storico delle religioni Ambrogio Donini nella prefazione a questo volume che raccoglie tre scritti di Engels sulla questione delle origini del cristianesimo, pubblicati in riviste tedesche e inglesi tra il 1883 e il 1895. Di essi, il pil] importante e completo e certamente Per la storia del cristianesimo primitivo, scritto un anno prima di morire e che riassume pid di cinquant’anni di ricerche su questo tema (una “gestazione durata cinquantatre anni>> la defini Io stesso Engels). Variamente citato e riprodotto in tutte le lingue, esso costituisce un vero e proprio capolavoro di saggistica storioa, da cui dovranno sempre partire, se vorranno fare opera di scienza e non di letteratura o di apologetica, tutti coloro che intenderanno trattare Vargomento delle origini della religione cristiana. EFI Editori Rluniti FRIEDRICI-l ENGELS ULLE ORIGINI DEL CRISTIANESIMO Prelazione di Arnbrogio Donini lllllllllllllllllllllllll 7 2 .Q bl uvil bompnesm

Transcript of Engels Friedrich Sulle Origini Del Cristianesimo

Page 1: Engels Friedrich Sulle Origini Del Cristianesimo

<<La religione oristiana é nata nella piena luce della storia e non'vi e nulla, nelle sue origini e nel suo sviluppo, che non possaessere spiegato. Si tratta soprattutto di vedere, come ci insegnaEngels in questi suoi scritti, non giase il tale o il talaltroepisodio, quale ci viene riferito nei libri mitologioi del NuovoTestamento, o nella primitiva letteratura cristiana, si siarealmente verlficato, ma a quale bisogno rispondesse questa oquella determinata Credenza religiosa delle masse»: cosi scrivelo storico delle religioni Ambrogio Donini nella prefazione aquesto volume che raccoglie tre scritti di Engels sulla questionedelle origini del cristianesimo, pubblicati in riviste tedesche einglesi tra il 1883 e il 1895. Di essi, il pil] importante e completoe certamente Per la storia del cristianesimo primitivo, scritto unanno prima di morire e che riassume pid di cinquant’anni diricerche su questo tema (una “gestazione durata cinquantatreanni>> la defini Io stesso Engels). Variamente citato e riprodottoin tutte le lingue, esso costituisce un vero e proprio capolavorodi saggistica storioa, da cui dovranno sempre partire, sevorranno fare opera di scienza e non di letteratura o diapologetica, tutti coloro che intenderanno trattare Vargomentodelle origini della religione cristiana.

EFI Editori Rluniti

63-2980-2

l-I

uaW

Zoo

‘i°ua

U1

T’N

~ooo?

o~CL

FRIEDRICI-l ENGELSULLE ORIGINI

DEL CRISTIANESIMOPrelazione di Arnbrogio Donini

lllllllllllllllllllllllll 7 2 (Q .Q bl

uvil bompnesm

Page 2: Engels Friedrich Sulle Origini Del Cristianesimo

178 UniversaleIdee

Page 3: Engels Friedrich Sulle Origini Del Cristianesimo

I edizione in questa collana: giugno 1986Traduzione di Fausto Codino© Copyright by Editori Riuniti, 1954via Serchio 9/11 - 00198 RomaCL 63-2980-2ISBN 88-359-2980-6In copertina: servitore che conduce unIpogeo di Trebio Giusto, Roma.

2

cavallo, affresco.

~‘

Friedrich Engels

Sulle originidel cristianes1moPrefazione di Ambrogio Donini

Editori Riuniti

Page 4: Engels Friedrich Sulle Origini Del Cristianesimo

Indice

7 Prefazione17 Per la storia del cristianesimo primitivo

17 I25 ll36 IH

51 Bruno Bauer e il cristianesimo primitivo

63 L’Apocalisse4

Appendice

73 Engels e Kautsky

75 Indice dei nomi

Page 5: Engels Friedrich Sulle Origini Del Cristianesimo

Prefazione

Page 6: Engels Friedrich Sulle Origini Del Cristianesimo

Sono raccolti in questo voliirnetto, sotto an titologenerale c/ae forse all’autore sarebbe apparso un po’ trop~po afnbizioso, tre scritti consacrati da Engels al problernadelle origini del cristianesinio e pubblicati, tra il 1883 eil 1895, in alcane riviste tedesc/ae ed inglesi. Di essi, ilpit? irnportante e completo e certaniente qziello c/ae glieditori /Janno collocato qui in apertura e c/ae riassnfne,conie lo .vtesso Engels ricordava in una lettera del 28 lu-glio 1894 a Kaatsky, piii di cinquanfanni di ricerc/be nelcanzpo della storia del cristianesinio primitive da partedel grande aniico e collaboratore di Marx. Questo scritio,intitolato Per Ia storia del cristianesimo primitive, aidela lace nella rivista Neue Zeit, diretta da Kaatsky, or-=

gano teorico della socialdeniocrazia tedesca, poco inenodi un anno prima della niorte di Engels, avvenata nel1895. Variarnente citato e riprodotto in tntte le lingae,esso coxtituisce an nero e proprio capolavoro di saggisti-ca storica, da cai dovranno _veinpre partire, se vorrannoifare opera di _vcienza e non di letteratiira 0 di apologe-tica, tutti coloro c/ve intenderanno trattare l’argonientodelle origini della religione cristiana.

Nelle sue varie branc/ye e denorninazioni (cattolicesi~fno, protestantesinio, ortodossia, ecc.), la religione cri-stiana e tattora professata, sia pare norninalnzente, da cir-ca an niiliardo di aornini, e cioé da rneno di an terzodella popolazione della terra. Sorta dueniila anni fa, nelrnornento in cai l’antica civilta, basata ¢§5ull’organizzazione

9

Page 7: Engels Friedrich Sulle Origini Del Cristianesimo

sclyiavistica della societa, aveva raggiunto il suo massimo061610 dz svzluppo nel mondo mediterraneo, essa ba tro-vato ormat un lzmzte, non soltanto nel perdurare dellealtre grandi religioni storic/ae, nate da condizioni di vime‘c0nomicl9e_e sociali fondamentalmente affini come ilbuddismo, zl confuczaneszmo, l’islarnismo, ecc., ma an-C/961 Hello Sviluppo della scienza e dell’interpretazione ma-terzalistica della natura e della vita, che si e dif/‘usa larga-7”@”f@§ in questi ultimi decenni, tra nufnerosi strati dioperare di intellettuali degli stessi paesi clae si dicono<<_crzstzani », parallelamente al sorgere di nuovi rapportidt classe e al trasformarsi dei veccloi rapporti di pl-0¢{,,_zzone.

au llifol 2/25 5i0”§'§”fi'lfZZ"° ””””‘” iw” mf ‘ff ’°”’zzato o dalla conceztone feu-dale del servaggio, c/ae implicava il diritto divino di unarzstretta minoranza al potere e al comando, ogni storiaera kstata in fondo prevalentemente una storia sacra. Inca-WCZ MCOIY1 di darsi una spiegazione razionale del mon-do, della natura e della societa, gli uomini prendevanocontatto con la realta c/ve li circondava essenzialmente intermini di 'mito e di '<< conoscenza» religiosa. Essi nonprovavano zl lzzsogno di spiegarsi storicamente l’origine diquesta loro esperienza religiosa, anc/ae se talora il dubbiotrgovava ‘la sua espressione nel materialismo primitivo de-ZQZ Slfatt oppressz, per la semplzce ragione che era invecea relzgzone c/ae offrzva loro una spiegazione ingenua e

rovesczata dell’origine della loro storia. Soltanto agli albori‘{€”'€"‘lf”0d@f”¢1, C011 lo sviluppo del cofnmercio e del-l’”{Z€¢~'ff'lf6 con i progressi della tecnica e delle scienzePQSUZY/6, 6 .\‘0prattutto'con l’a;§’ermarsi di nuovi rapportidz classe, apparentemente eliberi », tra datori di lavoroe_ proletarz, lfuomo /aa sentito cbe aveva la possibiliti?dt crearsz unatpropria vita con le proprie mani, di agirein modo deciszvo sulla realta circostante e di trasformarela struttura s§'essa della societa. E~ allora /aa incominciatoa domandarsi quali fossero le origini storiche di auella10

fede ep di quelle tradizionali credenze clae aveva ricevutoin eredita dalle vecc/Jie generazioni e attraverso le qualicontinuava ancora, anclae se in modo ormai contraddit-torio e parziale, a prendere coscienzai della propria fun-zione nel mondo della natura e dei rapporti sociali.

Abbiamo cosi, sin dagli albori dell’eta moderna, nelcinquecento, con gli umanisti, con Erasmo di Rotterdam,con Melantone, e piu ancora con i rnovimenti riforrnatoridi << ritorno alle origini» scaturiti nel clima infuocato del-la rivoluzione luterana, i primi timidi tentativi di dareuna spiegazione razionale, storica, delle origini e dellosviluppo della religione cristiana. Ma dovevano passarealcuni secoli prima clue la storia del cristianesimo po-tesse venir considerata come una vera scienza, oggetto distudi critici, alla stessa stregua di tutte le altre discipline,senza preoccupazioni teologiclye e sovrannaturali. E biso-gnava che sorgesse la teoria marxista, arme e strumentodelle lotte di liberazione delfumanita oppressa e sfrutta-ta, perclaé il problema delle origini eristiane, sfrondato diqualsiasi contenuto mistico e idealistico, e strappato allostesso tempo alla mesclaina polemica anticlerieale del po-sitivismo e del determinismo economico, venisse final-mente affrontato in termini di sernplice storia degli uomini.

Negli anni cbe vanno dal 1840 al 1847, Marx edEngels sono arrivati alfelalvorazione delle loro dottrineteoricbe e praticlae del materialismo dialettico e del so-cialismo scientifico anche attraverso lo studio dei proble-mi storici sulle origini del cristianesimo e nel fuoco dellepolemic/ae sorte in proposito in seno alle giovani scuole/oegeliane. Di qui la grande importanza di questi scritti di

Engels, ancora poco noti in Italia, clae si ricbiamano ingran parte, attraverso la capacita di sintesi che solo lamaturita del pensiero e la verifica dell’azione pratica pos-sono dare, alle discussioni e alle ricerclae di quel primoperiodo. Dalla <<scuola di Tubinga » di Strauss, del resto,e dagli studi di Bruno Bauer, clae Marx ed Engels, purcriticandoli, avevano tanto apprezzato, prendono oggi an-

11.

Page 8: Engels Friedrich Sulle Origini Del Cristianesimo

}1

cora le inosse tutti coloro i quali si accingono a trattareln. rnodo crztico le questioni relative alla storia del cri-stzaneszino pri/nitiuo. La scarsita delle ricerche serie in9216510 f`!l772P0, in Italia, non deue trarci in inganno:)an-C/96 C0511 C0n_un ritardo che e hen lungi dall’essere supe-rato 0 rnagari soltanto avuertito nei diuersi arnhienti delcoszddetto nzondo colto italiano, noi paghiafno Z0 550170dell’arretratezza dello suiluppo dell’econofnia e dell’indu-‘mm eel ”0~'f'"0 P“6’~f@, delfafferfnarsi lento e faticoso diuna cultura che sia uerarnente lihera dagli irnpacci dellarnagia e del soprannaturale.

_Lfinterpretazione che Engels ci ha dato, in questiscritti, del prohlenia delle origini del cristianesifno, nonsoltanto e oggi ancora conipleta/nente valida, nia e stataCofnprouata da tutte le scoperte testuali e le ricerche sto-rzco-critiche di questo ultirno cinquantennio. Alle pocheapocahssi giudeo-cristiane di cui disponeua allora lo stu-dzoso, si sono aggiunte decine e decine di testi, tradottie conservatz in quasi tutte le lingue dell’oriente, sino allescoperte dei inanoscritti ehraici nelle grotte del Qumransul Mar Morto, nella Palestina, e dei testi gnostici inflingua copta, in Egitto, tra il 1945 e il 1947.

Dalle prune e frainrnentarie notizie che gli storici ave-1/ano raccolto sin allora sulle origini e sullo sviluppo delle’fehgloni di mistero, l’equi1/alente, nel fnondo greco-ro-fnano, della' letteratura apocalittica giudaica, si é arrioati,aegli tiltzrni decenni, ad una iinponente serie di infor-777flZl07’lZ, di docufnenti, di studi, dal Deissinann al Bous-set,v dal Reitzenstein al Loisy, dal Buonaiuti al Pettaz-zonz, szno alle pit? recenti puhhlicazioni della giovanescuola soz/ietica (in particolare, le ricerche fondameumlidel Raavvié), tanto da perrnettere di collocare tranquilla-fnente il cristianesiino, sulla scia delle indica;/ioni di Engelsnel suo aero ainhiente storico e sociale. }

lla religione cristiana e nata nella piena luce dellastoria e non yi e nulla, nelle sue origini e nel suo sai-“PP0» Clie 71071 possa essere spiegato. Si tratta soprattutto

12 _

di edere, coine ci insegna Engels in questi suoi scritti,no gia se il tale o il talaltro episodio, quale ci viene rife-rito) nei lihri rnitologici del Nuovo Testarnento, o nellaprifnitiva letteratura cristiana, si sia realinente uerificato,ina Ea quale hisogno rispondesse questa o quella deter-fninata credenza religiosa delle niasse. Lo studio dellecondizioni econoiniche e sociali del rnondo orientale egreco-rornano, all’alha della nostra era, e l’elernento de-cisiuo di questa ricerca. Le priine generazioni cristianehanno tradotto in termini di fede e di speranza religiosail nzalcontento serpeggiante da secoli nei confronti di unaoppressione econofnica e sociale, hasata sul sistenia dellaschiauitii, che li aoeua sottornessi, senza una via d’uscitasulla terra, al predofninio irnperiale di Ronza. Per questoessi credez/ano che il rnondo sarehhe presto finito e ave-uano ferrna fiducia nell’a1Juento di un regno erniraco-loso » di giustizia e di ahhondanza, che si raffigurauanoalla guisa del << regno rnessianico » dell’aspettativa ehraicao del << riscatto rituale » predicato dai uari culti di rniste-ro dell’anihiente orientale e greco-rornano.

Ma questa stessa ideologia religiosa, che e nostro do-uere riportare alle sue origini reali, storiche, cofne tuttigli altri rnornenti della sourastruttura politica, rnorale, filo-sofica, giuridica, culturale, assuine poi a sua ifolta, diven-tando uno strurnento nelle rnani di larghe rnasse, di irn-portanti agglornerati nazionali e sociali, una forza nuova edindipendente, capace essa pure di reagire sulla' hase dacui e nata e di introdurre profondi carnhiafnenti nel tes-suto stesso della societa. Di questo ha senipre tenuto contola critica fnarxista, degna di questo nonie e non deforrnatanelle sciocche interpretazioni della poleinica idealistica o

clericale; di questo offre un esernpio rarainente superatol’attuale raccolta di scritti di Engels, che presentiarno al-Vattenzione dei lettori italiani, degli studiosi che devonorifare la storia delle nostre origini e dei rnilitanti operaiche deuono, soprattutto, rifare la societa.

Ambrogio Donini

13

Page 9: Engels Friedrich Sulle Origini Del Cristianesimo

Sule origini del cfistianesimo

Page 10: Engels Friedrich Sulle Origini Del Cristianesimo

Per la storia del cristianesimo primitivol

I.

La storia del cristianesimo primitivo offre notevolipunti di contatto col movirnento operaio moderno. Comequesto, il cristianesimo era all’origine un movimento dioppressi: si manifesto dapprima come religione degli schia-vi e dei liberti, dei poveri e dei senza diritti, dei popolisoggiogati o dispersi da Roma. Entrambi, cristianesimo esocialismo operaio, predicano un imrninente riscatto dallaschiavitli e dalla miseria; ma il cristianesimo pone questoriscatto in una vita dell’al di lé, dopo la morte, in cielo;il socialisrno lo pone in questo mondo, in una trasforma-zione della societé. Entrainbi sono perseguitati e brac-cati, i loro seguaci messi al bando, colpiti da leggi ecce-zionali, gli uni come nemici del genere umano, gli altricome nemici dell’impero, come nemici della religione, del-la famiglia, dell’ordine sociale. E nonostante tutte le per-secuzioni, anzi proprio favoriti da esse, entrambi avan-zano vittoriosamente, irresistibilmente. Trecento anni do-po il suo sorgere, il cristianesimo é religions di Stato,riconosciuta dall’i1npe1°o mondiale romano, e in appena

1 Zur Gescbicbte de: Urcbristentbums, scritto nel.l’estate del 1894,pubblicato nella Neue Zeit, a. XIII, vol. I n. 1-2 settembre-ottobre1894, Stoccarda, 1894-1895, pp. 4-13, 36-43.

17

Page 11: Engels Friedrich Sulle Origini Del Cristianesimo

sessant’ar1ni il socialisrno si e conquistata una posizioneche gli assicura assolutamente la Vittoria.

Quindi se il professor Anton Menger nel suo Diritto alproclozfto integmle del lavoro’ si meraviglia perché, no-nostante l’enorme centralizzazione della proprieta fondia-ria sotto gli imperatori romani e le immense soflferenzedella classe lavoratrice di allora, costituita quasi esclusi-vamente da schiavi, << alla caduta dell’Impero romanod’occidente non sia seguito il socialisrno », egli non vedeappunto che questo << socialismo », per quanto allora erapossihile, di fatto esisteva e arrivo anche al potere: nelcristianesimo. Solo che questo cristianesimo - e date leprelirninari condizioni storiche non poteva affatto esserediversamente _ voleva realizzare la trasformazione so-ciale non in questo mondo, ma nell’al di la, in cielo, nellavita eterna dopo la morte, nelliimminente << regno mille-nario >>.

Il parallelo fra i due fenomeni storici s’impone gianel medioevo, nelle prime sollevazioni di contadini op-pressi e in particolare delle plehi delle citta. Queste sol-levaziorii, come tutti i movimenti di massa del medioevo,portavano necessariamente una maschera religiosa, appari-vano come restaurazioni del cristianesimo primitivo de-generato da secoli 2; ma di regola dietro l’esaltazione reli-

1 Das Rec/at auf den vollen Arbeitrertrag in gescbicbllicber Daniel-lung, Stoccarda, 1886.

2 Con esse contrastano singolarmente le rivolte religiose del rnondomaomettano, specie in Africa. I/lslam e una religione fatta per orien-tali, specialmente per gli arabi; quiandi, da una parte, per citta cheesercitano commercio e industria, e dall’altra per beduini nomadi. Maqui sta il gerrne di un urto che si ripete periodicamenre. Le citta di-ventano ricche, sfarzose, rilassate nell’osservanza della <<legge >>. I be-duini, poveri e, per poverta, austeri di costumi, guardano con in-vidia e desiderio a queste ricohezze e a questi piaceni. Allora si rac-colgono sotto un profeta, un Mahdi, per castigare 'i peccatori, perrestaurare il rispetto per la legge rituale e per Ia ver fede, e per inta-soare come ricompensa i tesori degli infedeli. Dopo cent’anni, essi natu-ralmente si tro ano proprio a quel punto clove stavano quegli infe-deli; una nuov; purificazione della fede e necessaria, sorge un nuovoMahdi, e il gioco ricomincia. Cosi e accaduto dalle spedizioni di con-

18

giosa si nascondevano interessi mondani molto forti.Nella forma piu grandiosa questo processo si verifico conForganizzazione dei taboriti boemi sotto la guida del glo-rioso ]an Ziika, ma continua poi per tutto il medioevo,iinché si assopisce gradualrnente dopo la guerra tedescadei contadini, per risvegliarsi di nuovo con i comunisti ope-rai dopo il 1830. Tanto i- comunisti rivoluzionari francesiquanto, particolarmente, Weitliing e i suoi seguaci si ri-chiamavano al cristianesimo primitivo, molto prima cheErnest Renan dicesse: Se volete farvi un’idea delle primecomunita cristiane, guardate a una sezione locale dell’As-sociazione internazionale degli operai.

Il letterato fraucese che, saccheggiando in un modoche non trova riscontro neppure nel giornalismo moder-no la critica biblica tedesca, stese il rornanzo di storiadella Chiesa intitolato Origini del cristianesimo 1, nonsapeva lui stesso quanto di Vero ci fosse nelle suddetteparole. Vorrei vedere il Vecchio << internazionale >> chepotesse leggere, per esempio, la cosiddetta seconda letteradi Paolo ai Corinzi, senza che almeno su di un punto nongli si riaprissero vecchie piaghe. Tutta la lettera, dall’ot-tavo capitolo in poi, riecheggia l’eterno lamento, ahimécosi noto: les cotisaiions ne rentrefit pas, le quote nonsono pagate! Quanti dei piu ferventi propagandisti deglianni dal ’60 al ’7O stringerebbero con comprensione lamano all’autore di questa lettera, chiunque egli sia, e glisussurrerebbero: anche a te dunque succedeva cosi! An-

quista degli Alrnoravidi e Almohadi africani in Spagna fino all’ultimoMahdi di Khartoum, che affrontb con tanto -successo gli inglesi. Cosi, 0in modo simile, andavano le cose nelle rivolte in Persia e in altripaesi maomettani. Sono tutti movimenti scaturiti da cause economichee che hanno 'un travestimento religioso; ma, anche se vittoriosi, ,la-sciano sopravvivere intatte le vecohie condizioni economiche. Tuttoresta quindi come prima e l’urto diventa periodico. Nelle solleva-zioni popolari dell’occidente cristiano, al contrario, il travestimentoreligioso serve solo come bandiera e come maschera per 1’assalto a unordinarnento economico antiquato; questo, alla fine, viene rovesciato,ne sorge uno nuovo, il mondo va avanti (aotd di Engels).

1 Les origins; du C/Jrisrianisme, vol. I, Parigi, 1863.

1.9

Page 12: Engels Friedrich Sulle Origini Del Cristianesimo

che noi avremmo da dirne su questa storia _ la nostra as-sociazione brulicava di Corinzi, _ su queste quote chenon erano pagate, che svolazzavano sotto i nostri sguardidi Tantalo: proprio quelli erano i famosi << milioni del--l’Internazionale »!

Una delle nostre fonti migliori sui primi cristiani eLuciano di Samosata, il Voltaire dell’ant1ichita classica,che mantenne un atteggiarnento ugualrnente scettico di-nanzi ad ogni sorta di superstizione religiosa, e non ave-va quindi motivo, né di ordine religioso pagano, né poli-tico, per trattare i cristiani diversamente da qualsiasi altraassociazione religiosa. A1 contrario, egli li canzona tuttia causa della loro superstizione, gli adoratori di Giove nonmeno degli adoratori di Cristo; secondo il suo punto divista superficialmente raznionalistico, un tipo di supersti-zione non e meno sciocco dell’altro. Questo testimone,in ogni caso imparziale, racconta fra l’altro la storia di unavventuriero, Peregrino, che si faceva chiamare Proteo,ed era di Pario sull’Ellesponto. fll detto Peregrino esordinella sua giovinezza in Armenia con un adulterio, fu coltosul fatto e linciato, secondo i costumi del luogo. Felice-mente scampato, strangolo suo padre a Pario e dovettefuggire. << E allora accaddel _ cito secondo la traduzionedello Schott _ che egli imparo la meravigliosa dottrinadei cristiani, i cui sacerdoti e scribi egli aveva praticatoin Palestina. E in hreve tempo fece tali progressi, che isuoi maestri sembravano fanciulli in confronto a lui. Di-vento profeta, anziano della comunita, capo della sina-goga, insomma tutto; spiegava le loro scritture, e ne scri-veva egli stesso in gran numero, tanto che alla fine cre-dettero di vedere in lui un essere superiore, e si facevanodare leggi da lui e lo nominarono preside (vescovo)...Ora, a cagione di cio, anche Proteo una Volta fu arrestatodall’autorita e gettato in carcere... Mentre giaceva cosiin catene, i céristiani, ai quali il suo arresto sembrava una

1.S`ulla marie di Peregrino, 11-14.

20

grande sventura, fecero tutti i possibili tentativi per libe-rarlo. Ma la cosa non riusci, e allora gli venne prestatada parte loro ogni possibile assistenza con la piu straor-dinaria sollecitudine. Allo spuntare del giorno, gia si ve-devano vecchierelle, vedove e orfanelli aspettare con ansiadavanti alla porta della prigione; i piu ragguardevoli cri-stiani corrompevano persino i carcerieri e passavano interenotti con lui; gli portavano i loro pasti, leggevano pressodi lui i loro libri sacri; in breve, il buon Peregrino (cosisi chiamava ancora) era niente di meno che un altro So-crate. Persino da alcune citta dell’Asia Minore si presen-tarono dei delegati delle comunita cristiane, per porgergliuna mano soccorrevole, per confortarlo e per assumerela sua difesa davanti al tribunale. E incredibile come que-sta gente si prodighi imrnediatamente, quando capita unalfare che riguarda la loro associazione; in tal caso essinon risparmiano né fatica né spese. E cosi anche a Pere-grino arrivarono allora denari da tutte le parti, tanto chela prigionia divento per lui fonte di larghe entrate. Quellapovera gente e convinta infatti di essere immortale di corpoe di anima, e di poter vivere per tutta l’eternita; per cuiavviene anche che essi disprezzano la morte e rnolti diloro addirittura si offrono ad essa volontariamente. Il loroprimo legislatore ha fatto poi sorgere in loro la convinzio-ne di essere tutti fratelli, non appena si siano convertiti,cioe abhiano rinnegato gli dei greci e si siano dedicatiall’adorazione di quel sofista crocifisso e vivano secondoi suoi precetti. Quindi essi disprezzano senza distinzionetutti i beni esteriori e li possiedono in comune; dottrine,queste, che hanno accettato ingenuamente e per fede,senza verificarle e senza prove. E se si presenta loro unabile imhroglione, che sa approfittare con astuzia dellecircostanze, puo riuscire in breve tempo a diventare riccosfondato e a ridersela degli ingenui semplicioni. Del resto,Peregrino fu rimesso in liberta dal prefetto di Siria diquel tempo >>. Dopo alcune altre avventure poi e detto:

21

Page 13: Engels Friedrich Sulle Origini Del Cristianesimo

<< Ora’ il nostro uomo se ne ando via per la secondavolta (da Patio) per fare il vagabondo, e, senza portaredenari per il viaggio, riceveva tutto l’occorrente dallabonarieta dei cristiani, che dovunque gli ‘servivano daaccompagnatori e non gli facevano mancare nulla. Perqualche tempo, fu cosi pasciuto. Ma quando trasgredi an-che le leggi dei cristiani - lo avevano visto mangiare,credo, qualche cosa che presso di loro e proibito -- ven-ue espulso dalla loro comunita >>.

Quali ricordi di gioventu mi assalgono alla lettura diquesto passo di Luciano! Ecco prima di tutto il << profetaAlbrecht » che, a partire all’incirca dal 1840, in alcunianni rese malsicure, nel senso letterale della_ parola, lecomunita dei comunisti weitlinghiani della Svizzera _era un uomo grande e forte, con una lunga barba, chegirava per la Svizzera a piedi e scovava uditori per il suomisterioso nuovo vangelo di liberazione del mondo, -ma che del resto sembra essere state un confusionarioahbastanza innocuo, e presto mori. Ecco il suo meno in-nocuo successore, il << dott. » Georg Kuhlmann, di Holstein,che approfitto del tempo che Weitling era in prigione perconvertire le comunita della Svizzera francese al suo van-gelo, e per un certo tempo con tanto successo che irretipersino quegli fra loro che era dotato di maggiore inge-gno, ma che anche piu si perdette, August Becker. Que-sto Kuhlmann tenne loro delle lezioni, che nel 1845 fu-rono pubblicate a Ginevra sotto il titolo: Il mondo nuovo,0 il regno dello .vpirito sulla term. Proclczmaz. E nell’in-troduzione redatta da suoi seguaci (probabilmente daAugust Becker) e detto:

<< Mancava un uomo per hocca del quale fossero espres-si tutti i dolori e tutte le nostre aspirazioni e speranze, inuna parola tutto cio che pifi intimamente agita il nostrotempo... Quest’uomo, che il nostro tempo aspetta, e ap-

1 Sulla movie di Peregrino, 16.2 Die Neue Welt, oder das Reich des Geistes auf Erden. Ver-

kiimligung.

22

parso: e il dott. Georg Kuhlmann di Holstein. Egli e ap-parso con la dottrina del mondo nuovo o del regno dellospirito nella realta >>.

Non c’e hisogno che io aggiunga che questa dottrina delmondo nuovo altro non e se non il piu triviale e halordosentimentalismo, r€Cat0in frasi semibibliche é la Lamen-nais e presentato con arroganza da profeta. Cio che nonimpedi ai buoni Weitlinghiani di portare in palmo di manoquesto imloroglione, proprio come quei cristiani asiaticiportavano Peregrino. Proprio loro, che per il resto eranoarcidemocratici e egualitari fino all’estremo, tanto che nu-trivano invincibili sospetti contro ogni maestro di scuola,ogni giornalista, e in genere contro chiunque non facesseun lavoro manuale, come contro un << istruito » che livolesse sfruttare, si lasciarono insinuare dal melodramma-ticamente paludato Kuhlmann la persuasione che nel

<< mondo nuovo » il piu saggio, id ext Kuhlmann, avrebberegolato la ripartizione dei godimenti, e che percio gia ora,nel mondo Vecchio, i discepoli dovevano procurare al me-desimo saggio godimenti a bizzeffe, mentre essi stessi do-vevano accontentarsi delle hriciole. E Peregrino-Kuhlmannvisse splendidamente, e in allegria, a spese delle comu-nita, finché duro. Certo, non duro a lungo; il crescentemalumore degli scettici e degli increduli e le minacciosepersecuzioni del governo del cantone di Vaud miss-i~c\ fine,a Losanna, al << regno dello spirito >>: Kuhlmann scom-parve. _

Chiunque abhia conosciuto per esperienza il movi-mento operaio europeo ai suoi inizi, si vede venire allamemoria simili eserupi a dozzine. Al giorno d’oggi tali casiestremi sono diventati impossibili, almeno nei centri pingrandi; ma in regioni isolate, dove il movimento conquistaterreno nuovo, un piccolo Peregrino di quel tipo puo ancoracontare su un temporaneo, limitato successo. E come in tuttii paesi accorrono in folla Verso il movimento operaio tuttigli elementi che non possono aspettarsi nulla dal mondo uf-ficiale o che hanno fvinito di avervi influenza -- avversari

23

Page 14: Engels Friedrich Sulle Origini Del Cristianesimo

della vaccinazione, astemi, vegetariani, antivivisezionisti,medici naturisti, predicatori di libere comunita abhandonatidai loro stessi proseliti, autori di nuove teorie sull’originedel mondo, inventori senza successo o falliti, vittime direali o presunte ingiustizie, che dalla burocrazia sono qua-lificati << inutili querulanti », pazzi onesti e imbroglioni di-sonesti _ cosi andavano le cose anche per i primi cristiani.Tutti quegli elementi che il processo di dissoluzione delmondo antico aveva messo in liberta, che cioe aveva sfrat-tato, entravano l’uno dopo l’altro nella sfera di attrazionedel cristianesimo, come l’unico elemento che resisteva aquesto processo di dissoluzione _ perché ne era appuntoil necessario prodotto -- e che percio permaneva e cresceva,mentre gli altri elementi erano soltanto mosche effirnere.Non c’era fantasticheria, pazzia o irnbroglio che non siinfiltrasse nelle giovani comunita cristiane, che non tro~vasse temporanearnente, almeno in alcuni luoghi, orecchidisposti e fedeli volenterosi. E, come le nostre prime comu-nita operaie cornuniste, anche i primi cristiani erano di unainaudita credulita per le cose che toccavano la loro vitadi ogni giorno, tanto che non siamo neppur sicuri che dal<< gran numero di scritture >> che Peregrino stese per lacristianita questo o quel frammento non sia finito per errorenel nostro Nuovo Testamento.

5'F

24~

II

In seno alla critica biblica tedesca, sino ad oggi l’unicabase scientifica della nostra conoscenza della storia del cri-stianesimo primitivo, si possono distinguere due correnti.

La prima corrente e quella della scuola di Tubinga, allaquale, in senso largo, E: da assegnare anche D. F. Strauss.Nell’indagine critica essa arriva fin dove pub arrivare unascuola teologica. Essa arnrnette che i quattro Vangelinon sono relazioni di testimoni oculari, ma rielaborazionitarde di scritti perduti, e che delle lettere attribuite all’apo-stolo Paolo quattro al massimo sono autentiche, ecc. Essacancella dalla narrazione storica, come inammissibili, tuttii rniracoli e 'tutte le contraddizioni; ma nel rimanente cercadi << salvare il salvabile », e qui appare assai chiaramenteil suo carattere di scuola di teologi. Ha cosi permesso alRenan, che in gran parte si fonda su di essa, di << salvare >>

con lo stesso metodo ancora molto di piu e di fare il ten-tativo di imporci come storicamente accertate, oltre a moltenarrazioni neotestamentarie piu che dubbie, una quantita dialtre leggende di martiri. Ma, in ogni caso, tutto cio chela scuola di Tubinga respinge nel Nuovo Testarnento comenon storico o interpolato puo essere considerato definiti-varnente elirninato per la scienza.

L’altra corrente E: rappresentata da un solo uomo:

25

Page 15: Engels Friedrich Sulle Origini Del Cristianesimo

Bruno Bauer. ll suo grande merito va visto non soltantonella critica spregiudicata dei Vangeli e delle lettere aposto-liche, ma anche nell’aver per la prima volta impostato se-riamente la ricerca non solo degli elementi ebraici e greco-alessandrini, ma anche di quelli puramente greci e greco-ro-mani che hanno permesso al cristianesimo di diventarereligione mondiale. La leggenda di un cristianesimo sortobell’e pronto dall’ebraismo, partito dalla Palestina per con-quistare il mondo con una dogmatica e un’etica gia fissatenelle sue linee essenziali, e diventata impossibile dopoBruno Bauer; solo nelle facolta teologiche essa puo ancoracontinuare a vegetare, e fra gente che vuole << conservarela religione al popolo >> anche a spese della scienza. La parteenorme che la scuola filoniana di Alessandria~e la filosofiavolgare greco-romana - platonica e specialmente stoica _hanno avuto nella formazione del cristianesimo, che sottoCostantino divento religione di Stato, Ie ancora ben lungidall’essere accertata nei particolari, ma la sua esistenza e di-mostrata, e questo E: merito in prevalenza di Bruno Bauer;egli ha posto le basi per dimostrare che il cristianesimo none stato importato dal di fuori, dalla Giudea, nel mondogreco-romano e ad esso imposto, ma che, almeno nella suaforma di religione mondiale, -Ze il precipuo prodotto diquesto mondo. In questo lavoro, naturalmente, il Bauer,come tutti coloro che lottano contro pregiudizi radicati,tiro molto al di la del bersaglio. Per fissare anche lettera-riamente l’influsso di Filone, e specialmente di Seneca,sul cristianesimo in via di formazione, e per presentare gliscrittori neotestamentari, formalmente, come plagiari diquei filosofi, egli deve porre l’origine della nuova reli-gione circa- mezzo secolo piu tardi, ripudiare i resocontidegli storici romani che a cio si oppongono, e -in genereconcedersi forti liberta nei riguardi dell’esposizione storica.Il cristianesimo come tale ha origine secondo lui solo sottogli imperatogi Flavi 1, la letteratura neotestamentaria solo

1Vespasiano (69-79 d.C.), Tito (79-81), Domiziano (81-96).

26

sotto Adriano, Antonino e Marco Aurelio “. In tal modo,quindi, scompare anche presso il Bauer qualsiasi sfondostorico per le narrazioni neotestamentarie su Gesu e suisuoi apostoli; esse si dissolvono in leggende, nelle quali lefasi dello sviluppo interno e le lotte di tendenze delleprime comunita cristiane sono trasferite su figure piu omeno fittizie. Non la Galilea o Gerusalemme, ma Ales-sandria e Roma sono, secondo il Bauer, i luoghi di nascitadella nuova religione.

Dunque, se la scuola di Tubinga, nel residuo da essa noncontestato della storia e della letteratura neotestamentaria,ci ha offerto l’estremo massimo di cio che la scienza ancoraoggi puo ammettere, e sempre come materia controversa,Bruno Bauer ci offre il massimo di cio che la scienza vipuo contestare. Entro questi limiti sta la verita effettiva.Che essa possa venir stabilita con i mezzi odierni, appareassai dubbio. Nuovi ritrovamenti, specialmente a Roma, inoriente, soprattutto in Egitto, vi contribuiranno molto piudi ogni critica.

Vi e pero nel Nuovo Testamento un solo libro di ,cuisi possa determinare il tempo di redazione entro unospazio di pochi mesi, un libro che deve essere stato scrittofra il giugno del 67 e il gennaio o l’aprile del 68 2 unlibro, dunque, che appartiene ai primissimi tempi del cri-stianesimo e ne rispecchia le concezioni con la fedelta piuingenua e con un adeguato linguaggio idiomatico, e chequindi a mio parere e molto piu importante, per determi-nare cio che effettivamente era il cristianesimo primitivo,di tutto il rimanente Nuovo Testamento, ben piu tardonella sua redazione attuale. Questo libro e la cosiddettaApocalirse di Giovanni; e poiché questo libro, apparente-

1 Adriano (117-138), Antonino Pio (138-161), Marco Aurelio(l61~1S0),

2 Questa datazione della cosiddetta Apocalirse di Giovanni e proba-bilmente dovuta a una svista poiché Engels, in questo stesso articolo(ved_i piu avanti, pp. 42 e 48) e precedentemente (vedi piu avanti,p. 64) parla di anno 68 o 69.

27

Page 16: Engels Friedrich Sulle Origini Del Cristianesimo

mente il piii oscuro di tutta la Bibbia, e oggi, grazie allacritica tedesca, anche di gran lunga il pin comprensibile,desidero parlarne brevemente ai miei lettori.

Basta gettare uno sguardo su quCStO libro per convin-cersi del carattere esaltato non solo dell’autore, ma anchedell’<< ambiente >> in mezzo al quale egli si muoveva. Lanostra Apocalisse non e l’unica della sua specie e delsuo tempo. Dall’anno 164 prima della nostra era, data dicomposizione del piii antico testo apocalittico a noi rimasto,il cosiddetto libro di Daniele, fino al 250 circa della nostraera, data approssimativa del Carmen di Commodiano 1, ilRenan enumera non meno di quindici << apocalissi » clas-siche giunte sino a noi, senza contare le imitazioni pidtarde. (Cito il Renan perché il suo libro le il pin noto e ilPill facilmente accessibile anche fuori della cerchia deglispecialisti.) Era quello un tempo nel quale anche a Romae in Grecia, ma ancor pifi in Asia Minore, in Siria e inEgitto, qualsiasi mescolanza, assolutamente priva di critica,delle pifz crasse superstizioni dei popoli pid diversi venivasenz’altro accettata e integrata con pii inganni e vero eproprio ciarlatanismo; un tempo nel quale miracoli, estasi,roba spiritica, divinazione del futuro, alchiimia, cabala ealtre forme di magia occulta esercitavano una funzione diprimo piano. Questa era l’atmosfera nella quale sorse il cri-stianesimo primitivo, e particolarmente in mezzo a genreche pin di ogni altra aveva gli orecchi aperti a queste fan-tasticherie soprannaturali. E gli gnostici cristiani d’Egitto,nel corso del secondo secolo dell’era cristiana, come dimo-strano fra l’altro gli scritti dei papiri di Leida, si sono datifortemente anch’essi all’alchimia e hanno accettato conce-zioni alchimistiche nelle loro dottrine. E i matbematicicaldei e ebrei, che secondo Tacito furono cacciati due volteda Roma per magia, sotto Claudio e di nuovo sotto Vitellio

1 I1 Carmel; apologeticum del poeta cristiano Commodiano con-tiene fra l’a1tro una descnizione della fine del rnondo. La data dell’operae tuttora incerta; alcuni la pongono nel V sec. d.C.

28

praticavano proprio quell’arte geometrica che ritroveremoal centro dell’ApocaZisse di Giovanni.

A cio si aggiunge ancora un secondo elemento. Tuttele apocalissi si attribuiscono ‘il diritto di ingannare i lorolettori. Non solo sono scritte, di regola, da tutt’altre per-sone _ per lo piii molto posteriori _ che i loro pretesiautori, per esempio il libro di Daniele, il libro di Enoc,le apocalissi di Esdra, Baruc, Giuda ecc., i Libri sibillini,ma profetizzano anche, quanto al loro principale contenuto,fatti accaduti ormai da lungo tempo e perfettamente notial loro vero autore. Cosi nell’anno 164, poco prima dellamorte di Antioco Epifane, l’autore del libro di Daniele fapredire al preteso Daniele, vissuto al tempo di Nabuco-donosor, l’ascesa e il tramonto degli imperi persiano e ma-cedone e l’inizio dell’impero romano, in modo da predi-sporre il lettore, sulla base di questa prova della sua sa-pienza profetica, alla profezia finale, secondo la quale ilpopolo d’Israele superera tutte le tribolazioni e alla fineriuscira vincitore. Se l’Ap0c¢zZis5e di Giovanni fosse effet-tivamente opera del preteso autore, essa sarebbe l’unicaeccezione fra tutta la letteratura apocalittica.

Quel Giovanni che si da come autore era in ogni casoun uomo molto considerato fra i cristiani dell’Asia Minore.Ne da garanzia il tono delle missive alle sette comunita.E dunque possibile che sia l’apostolo Giovanni, la' cui esi-stenza storica del resto non e del tutto accertata, ma tuttaviamolto probabile. E se questo apostolo fosse veramentel’autore, tanto meglio per il nostro punto di vista. Sarebbela prova migliore per accertarsi che il cristianesimo diquesto libro e l’effettivo, autentico cristianesimo primitivo.Per incidenza, e bene notare ancora che l’/lpocalirse nonproviene, a quanto e dimostrato, dallo stesso autore delVangelo e delle tre lettere che sono attribuite a Giovanni.

L’/lpocalisse consta di una serie di visioni. Nella primaappare Cristo, vestito da sommo sacerdote, che camminafra sette candelabri che simboleggiano le sette comunitaasiatiche e detta a << Giovanni >> delle lettere per i sette

29

Page 17: Engels Friedrich Sulle Origini Del Cristianesimo

<< angeli >> di queste comunita. Qui, sin dal principio, balzafuori evidente la differenza fra questo cristianesimo e lareligione mondiale costantiniana del Concilio di Nicea. Latrinita non solo te sconosciuta, ma appare qui cosa impos-sibile. Invece del piu tardo, unico spirito santo, qui abbiamoi << sette spiriti di Dio »‘ costruiti dai rabbini in base alsaia 11, 2. Cristo e il iiglio di Dio, i1 primo e l’ultimo,l’alfa e l’omega, ma niente affatto Dio stesso 0 uguale aDio, anzi al contrario << il principio della creazione diDio » 2, dunque una emanazione di Dio, che esiste dall’eter-nita, ma subordinata, proprio come i nominati sette spi-riti. Nel cap. 15, 3 i martiri in cielo cantano << il canticodi Mose, servo di Dio e il cantico dell’agnello >> a glorifi-cazione di Dio. Qui dunque Cristo appare non solo comesubordinato a Dio, ma as persino posto, sotto un certorapporto, allo stesso livello di Mose. Cristo E: crocifisso aGerusalemme (11, 8); ma, risorto (1, 5 e 18), egli e<< l’agnello >> che e stato sacrificato per i peccati del mondoe col cui sangue i credenti sono riscattati a Dio da ognipopolo e da ogni lingua.- Qui troviamo l’idea fondamentaleche ha reso possibile al cristianesimo primitivo di conti-nuare a svilupparsi in religione mondiale. A tutte le reli-gioni di allora, dei semiti e degli europei, era comune laopinione secondo la quale gli dei, offesi dalle azioni degliuomini, potevano essere riconciliati mediante sacrifici; laprima idea rivoluzionaria fondamentale del cristianesimo(presa a prestito dalla scuola filoniana) era quella che, me-diante un grande, volontario sacrificio di un intermediario,i peccati di tutti i tempi ie di tutti gli uomini venivanoespiati una volta per sempre (per i credenti). Con ciocadeva la necessita di ogni ulteriore sacrificio, e quindi ilfondamento di una quantita di cerimonie religiose; ma laliberta clalle cerimonie, che rendevano difficili o impedivanoi rapporti con credenti di fede diversa, era laprima con-

poc. 1, 4; 3, 1.Z Apoc. 3, 142121

30

dizione di una religione mondiale. E tuttavia l’abitudine delsacrificare era cosi radicata nei costumi popolari, che ilcattolicesimo - che tanto riprese di pagano _ trovoconveniente adattarsi a tale stato di fatto con l’introduzionealmeno del sacrificio simbolico della messa. Del dogmadel peccato originale, invece, nel nostro libro non si trovaalcuna traccia.

Ma la cosa piu caratteristica in queste missive, comein tutto il libro, as che all’autore mai e in nessun luogoviene in mente di designare sé e i suoi compagni di fedealtrimenti che come giudei. Ai seguaci di Smirne e di Fila-delfia, contro i quali inveisce, egli rimprovera: << Diconodi essere Giudei e non lo sono, essendo la comunita diSatana >> 1; di quelli di Pergamo e detto: seguono la dottrinadi Balaam, che insegnava a 'Balac a sollevare scandalo da-wnti ai figli d’IsraeZe, perché mangiassero le offerte fatteagli idoli e fornicassero 2. Qui dunque non abbiamo a chefare con coscienti cristiani, ma con gente che si dichiaragiudea; il loro giudaismo e certo un nuovo grado di svi-luppo del precedente, ma appunto per questo e anchel’unico Vero. Quindi, nell’apparizione dei santi davanti altrono di Dio, prima vengono 144.000 giudei, 12.000 perogni tribu, e soltanto dopo la massa innumerevole dei pa-gani convertiti a questo giudaismo rinnovato. Cosi poco eracosciente il nostro autore, nell’anno 69 dell’éra cristiana,di rappresentare una fase del tutto nuova dello svilupporeligioso, che sarebbe diventata uno degli elementi piu ri-voluzionari nella storia dello spirito umano!

Vediamo dunque che il cristianesimo di allora, non ,an-cora cosciente di se stesso, era diversissimo dalla pid tardareligione mondiale, dogmaticamente fissata dal Concilio diNicea; e impossihile riconoscere l’uno nell’altro. Qui nonesistono né la dogmatica né l’etica del posteriore cristia-nesimo; c’e in compenso la senszione di trovarsi in lotta

1 Apoc. 2, 9.2 Apoc. 2, 14.

.31

Page 18: Engels Friedrich Sulle Origini Del Cristianesimo

contro tutto il mondo e di dover superare vittoriosamentequesta lotta; un ardore battagliero e una certezza nellavittoria che sono totahnente perduti per il cristiano odierno,e che nel _nostro tempo si trovano soltanto all’altro polosociale, tra i socialisti.

Di fatto, la lotta contro un mondo dapprima preponde-rante, e la sirnultanea lotta degli innovatori fra loro, as

comune a tutti e due, ai primi cristiani e ai socialisti. Questidue grandi movimenti non sono l’opera di capi e di profeti- benché in ambedue di profeti se ne trovino abbastan-za, _ essi sono dei movimenti di massa. E i movimentidi massa sono al principio necessariarnente confusi; confu-si, perché ogni pensiero di massa si muove dapprirna tracontraddizioni, oscurita e incoerenze, ma confusi anche perla parte che, da principio, vi hanno ancora i profeti. Que-sta confusione si manifesta nella formazione di numerosesette, che si cornbattono fra di loro alrneno con la stessaviolenza con cui combattono il comune nernico. Cosi eranel cristianesimo primitivo, e cosi era nei prirni tempi delmovimento socialista, per quanto cio aflliggesse i galan-tuomini benpensanti, che predicavano la concordia quandonessuna concordia era possibile.

L’Internazionale era forse tenuta insieme da un dogmaunitario? Al contrario. C’erano comunisti di tradizionefrancese, di prima del ’48, e per di piu, essi stessi, di di-verse sfumature; comunisti della scuola weitlinghiana e altridella rigenerata Lega dei comunisti; proudhonisti, prevalen-temente in Francia e in Belgio; blanquisti; il partito operaiotedesco; infine anarchici bakuninisti che per un rnomentoebbero il sopravvento in Spagna e in Italia; e questi eranosolo i gruppi principali. A partire dalla fondazione dell’In-ternazionale, c’e voluto tutto un quarto di secolo perché sipotesse compiere definitivamente e dappertutto la separa-zione dagli anarchici e ristabilire una unita ahneno perquanto riguérdava i punti di vista economici piu generali.E cio con i nostri mezzi di comunicazione, con le ferrovie,

32

i telegrafi, le gigantesche citta industriali, la stampa, le as-semhlee popolari organizzate.

Presso i primi cristiani, troviamo la stessa scissione ininnumerevoli sette, che era proprio il mezzo per arrivare aduna forzata discussione e attraverso ad essa alla successivaunita. Gia in questo documento, che e indubbiamente ilpiu antico della storia cristiana, noi ne troviamo le tracce;e il nostro autore si scaglia contro di esse con la stessaimplacabile violenza usata, all’esterno, contro il gran mondopeccatore. Ecco in primo luogo i nicolaiti di Efeso e diPergamo 1; quelli che dicono di essere giudei, ma sonola comunita di Satana, a Smirne e Filadelfia; i seguaci delladottrina del falso profeta indicato come Balaam, a Per-gamo; quelli che dicono di essere apostoli e non lo sono,a Efeso; infine i seguaci della falsa profetessa indicata comeGezabele, a Tiatira. Di queste sette non veniamo a sapereniente di piu preciso; solo dei seguaci di Balaam e diGezabele e detto che rnangiano le offerte fatte agli idolie fornicano. Si as cercato di individuare tutte queste cinquesette come cristiani paolini e tutte queste missive comedirette contro Paolo, il falso apostolo, il preteso Balaam e<< Nicola ». I relativi argornenti, ben poco solidi, si tro-vano raccolti presso il Renan, Saint-Paul (Parigi, 1869,pp. 303-305, 367-370). Essi tendono tutti a spiegare lemissive per mezzo degli Atti degli Apostoli e le cosiddetteLettere paoline, *scritti che almeno nella loro attuale reda-zione sono piu recenti dell’/lpocalisse per lo meno di ses-sant’anni e i cui dati effettivi in proposito, quindi, sononon soltanto estremamente dubbi, ma anche del tutto con-traddittorii fra di loro. Ma la cosa decisiva e che al nostroautore non poteva venire in mente di qualificare una stessae identica setta con cinque designazioni diverse, anzi addi-rittura con due per la sola Efeso (falsi apostoli e nicolaiti),e parimente con due (balaamiti e nicolaiti) per Pergarno,e invero ogni volta espressamente come due diverse sette.

1 Apoc. 2, 6 sgg.

33

Page 19: Engels Friedrich Sulle Origini Del Cristianesimo

Col che non deve essere negata la probabilita che fra questesette si trovassero ugualmente elementi che oggi si desi-gnerehbero come paolini.

In tutti e due i casi nei quali viene addotto qualcosadi pifi preciso, l’accusa as diretta contro il mangiare le carniofferte agli idoli e contro la fornicazione, i due punti aproposito dei quali gli ehrei - tanto gli antichi che i cri-stiani _ erano in eterna contesa con i pagani convertiti.Carne dei sacrifici pagani non solo era servita nei han-chetti, dove poteva sembrare sconveniente, anzi pericoloso,rifiutare quel che veniva offerto, ma era anche venduta suipubblici mercati, dove non sempre si poteva riconoscere sefosse 0 no preparata secondo la legge ebraica. Per forni-cazione, gli stessi ebrei intendevano non solo i rapporti ses-suali illegittimi, ma anche il matrimonio fra gradi di pa-rentela vietati dalla legge ebraica o anche fra ebrei e pagani;e\questo e il senso che di solito E: attribuito al termine nelpasso degli /ltti degli Apostoli 15, 20 e 29. Ma il nostroGiovanni ha delle vedute personali anche sui rapporri ses-suali permessi agli ehrei ortodossi. Egli dice (14, 4) dei144.000 ebrei celesti: << Questi sono coloro che non si sonocontaminati con donne: sono infatti vergini ». E difattinel cielo del nostro Giovanni non vi e una sola donna. Egliappartiene dunque a quella tendenza, che compare spessoanche in altri scritti cristiani primitivi, che considera pecca-minosi i rapporti sessuali in genere. E allora, se riflettiamoancora ch’egli chiama Roma la grande meretrice ‘, con laquale hanno fornicato i re della terra e si sono ubriacaticol Vino della sua fornicazione, e che i suoi mercanti sisono arricchiti della sua gran lussuria, ci ie impossihileaccettare il termine, nelle missive, in quello stretto sensoche l’apologetica teologica gli vorrebbe attribuire, per trarnecon sofismi una convalidazione per altri _passi neotesta-mentari, Al contrario. Questi passi delle missive accennanoevidentemepte a quel fenomeno comune a tutti i tempi

1 Apoc. 17, 1 sgg.

34

profondamente agitat-i, quando si allentano, con tutti glialtri freni, anche i vincoli tradizionali del commerciosessuale. Nei primi secoli cristiani, accanto all’ascetismoche mortificava la carne, appariva abhastanza spesso anchela tendenza a estendere la liberra cristiana fino a rapportipiii o meno privi di freno fra uomo e donna. Lo stessosuccedeva nel moderno movimento socialista. Che orribileribrezzo suscito nella Germania, << pia casa di bambini »,negli anni fra il 1830 e il 1840, la ré/aabilitation de la chairsansimoniana, che nella traduzione tedesca suonava come<< reintegrazione della carne >>! E i pifi terribilmente inor-riditi erano quei nobili ceti che allora dominavano (classinon ce n’erano ancora da noi, a quel tempo) e che nonmeno a Berlino che nei loro possedimenti non potevanovivere senza frequenti e ripetute reintegrazioni della loroCarne! E se avesse poi, quella hrava gente,iconosciutoFourier, che promette alla carne ben altri progressi! Colsuperamento dell’utopismo queste stravaganze hanno ce-duto il posto a una concezione piii razionale e in realtaassai piii radicale; e da quando la Germania, dalla << piacasa di bamhini >> di Heine si e trasformata nel settoreCentrale del movimento socialista, essa si ride clell’indi-gnazione ipocrita del gran mondo pio.

Questo Ee tutto i1 contenuto dogmatico delle missive.Per il resto, esse infiammano i compagni a una fervidapropaganda, alla coraggiosa e orgogliosa professione dellaloro fede di fronte agli avversari, alla lotta incessantecontro i nemici esterni e interni; e sotto questo aspettoavrebbero potuto benissimo essere scritte da un entusiastadelllnternazionale, mosso da spirito profetico.

35

Page 20: Engels Friedrich Sulle Origini Del Cristianesimo

III

Le lettere sono soltanto l’introduzione al vero e propriotema del messaggio del nostro Giovanni alle sette comu-nita dell’Asia Minore e, attraverso queste, agli altri giudeiriformati dell’anno 69, dai quali poi, piii tardi, si svi-luppo la cristianita. QE cosi penetriamo nell’intimo sacrariodel cristianesimo primitivo.

Fra quali persone si reclutavano i primi cristiani? Prin-cipalmente fra <<i tribolati e gli oppressi », fra gli appar-tenenti agli infimi strati popolari, come si addice a unprincipio rivoluzionario. E questi da chi erano costituiti?Nelle citta, da liberi decaduti, da gente proveniente daogni sorta di popoli,, simili ai mean wbitesl degli Statischiavisti del sud e ai vagabondi e avventurieri europeidelle citta marittime coloniali e cinesi, e inoltre da libertie specialmente da schiavi; nei latifondi dell’Italia, dellaSicilia e dell’Africa, da schiavi; nei distretti rurali delleprovince, da piccoli contadini che precipitavano sempre piflnella servitfl per debiti. Non vi era assolutamente una viad’uscita comune per l’emancipazione di tutti questi ele-menti. Per tutti, il paradiso perduto era alle loro spalle:per il libero rovinato, la polis di un tempo, citta e Stato

1 Miserabih bianchi.

36

insieme, fra i cui liberi cittadini si erano annoverati ungiorno i suoi antenati; per lo schiavo catturato in guerra,il tempo della liherta prima dell’asservimento e della pri-gionia; per -il contadino povero, la distrutta societa gen-tilizia e la comunanza della terra. Tutto cio era stato rove-sciato dal ferreo pugno livellatore del conquistatore romano.Il maggior raggruppamento sociale cui era arrivata l’anti-chita era la tribd o la lega di trihn presso i barbari, orga-nizzata in associazioni gentilizie presso i greci e glinitalici,fondatori di citta, nella polix, che comprendeva una o pidtrihii affini. Filippo e Alessandro dettero alla penisola el-lenica l’unita politica, ma non per questo tuttavia si forrnouna nazione greca. Le nazioni d~ivennero possihili soltantocol tramonto del dominio mondiale romano. Questo posefine una volta per sempre alle piccole associazioni; ilpotere militare, la giurisdizione romana, l’apparato perl’esazione dei tributi dissolsero completamente l’organiz-zazione interna tradizionale. Alla perdita dell’indipendenzae della propria particolare organizzazione si aggiungevala spoliazione violenta da parte delle autorita militari ecivili, che prima portavano via i tesori ai loro sudditi, epoi li ridavano in prestito con interessi da usurai, per per-metter loro di pagare cosi nuove estorsioni. La pressionefiscale, e il bisogno di denaro da essa provocato, in regionia pura o prevalente economia naturale, precipitava semprepili i contadini nell’asservimento per debiti di fronte agliusurai, generava grandi differenze di patrimonio, arric-chiva i ricchi, depauperava completamente i poveri. Eogni resistenza delle singole piccole tribfl o citta contro lagigantesca potenza mondiale romana era disperata. Qualevia d’uscita, quale salvezza si offriva a questi uomini as-serviti, oppressi e impoveriti, che fosse comune a tutti idiversi gruppi umani, con interessi estranei gli uni aglialtri o anche opposti? Eppure hisognava assolutamente tro-varne una, un unico grande movimento rivoluzionario do-veva riunirli tutti.

Questa via d’uscita si trovo, ma non in questo mondo.

37

Page 21: Engels Friedrich Sulle Origini Del Cristianesimo

I

Cosi come stavano le cose, poteva essere soltanto una viad’uscita religiosa. E qui si apri un altro mondo. La conti-nuazione dell’esistenza dell’anima dopo la morte del corpoera diventata a poco a poco un articolo di fede, ricono-sciuto dovunque nel mondo romano. Anche una specie diricompensa e di punizione delle anime defunte, per leazioni compiute sulla terra, era sempre piu generalmenteammessa. La ricompensa peraltro restava assai nel vago;liantichita era troppo schiettamente materialista, per nonattribuire alla vita terrena un valore infinitamente piu altoche alla vita nel regno delle ombre; presso i greci la soprav-vivenza dopo la morte era considerata piuttosto come unguaio. Venne allora il cristianesirno, prese sul serio laricompensa e la punizione nell’al di la, creo cielo e inferno,e si trovo la via d’uscita che conduceva gli afflitti e glioppressi da questa terrena valle di lacrime nel paradisoeterno. E in realta, soltanto con la prospettiva di una ri-compensa nell’al di la era possibile innalzare la rinuncia almondo e l’ascetismo stoico-filoniano a principio etico diuna nuova religione rnondiale, che trascinasse le massepopolari oppresse.

Questo paradiso Celeste pero non si apre senz’altro di-nanzi ai credenti con la morte. Vedremo che il regno diDio, la cui capitale e la nuova Gerusalemme, e conqui-stato e aperto solo dopo violente lotte con le potenzedell’inferno. Ma nella concezione dei primi cristiani questelotte erano molto prossime. Il nostro Giovanni designa ilsuo libro, proprio al principio, come la rivelazione di<< quello che deve avvenire fra breve »; subito dopo, alverso 3, egli esclama: << Beato colui che legge e beati co-loro che ascoltano le parole di questa profezia... perché iltempo é vicino »; alla comunita di Filadelfia, Cristo fascrivere: << Io vengo subito ». E nell’ultimo capitolo, l’an-gelo dice di avere mostrato a Giovanni << cio che deveavvenire tra breve >>, e gli ordinaf << Non suggellare leparole della; profezia di questo libro, infatti il tempo evicino >>, e Cristo stesso dice due volte, al verso 12 e al

38

Verso 20: << Vengo tm breve ». Vedremo in seguito quan-to presto questa sua venuta fosse attesa.

Le visioni apocalittiche che l’autore ora ci presentasono interamente, e per lo piu letteralmente, tolte a pre-stitoda modelli precedenti. In parte dai profeti classicidell’Antico Testamento, in parte dalle piu tarde apocalissiebraiche, composte sull’esernpio del libro di Daniele, e inparticolare dal libro di Enoc, gia scritto allora, almeno inparte. La critica ha dimostrato fin nei particolari da doveil nostro Giovanni abbia preso a prestito ogni immagine,ogni presagio minaccioso, ogni piaga riversata sull’umanitaincredula, insomnia l’intero materiale del suo libro; e nonsolo manifesta una poverta di spirito tutta speciale, mafornisce lui stesso la prova di non avere vissuto neppurenelldrnniaginazione le sue pretese estasi e visioni, cosi comele descrive.

Il corso di queste apparizioni e, in breve, il seguente.Dapprima Giovanni vede Dio sul suo trono, con in manoun libro con sette sigilli, e davanti a lui l’agnello (Cristo)scannato, ma di nuovo vivente, che Z: trovato degno diaprire i sigilli. Al loro aprirsi si verifica ogni specie di pro-digi minacciosi. Al quinto Giovanni vede, sotto l’altare diDio, le anime dei martiri di Cristo, che sono stati sgoz-zati per la parola di Dio, e gridano forte: Signore, finoa quando non giudicherai e non vendicherai il nostrosangue. sopra gli abitanti della terra? Dopo di che, vien dataloro una veste bianca e viene detto loro di darsi pace edi aspettare ancora un po’, perché degli altri martiri de-vono essere uccisi. Qui dunque non si parla ancora della<< religione dell’amore >>, dell’<< amate i vostri nemici, be-nedite coloro che vi maledicono >> ecc.; qui si predical’aperta vendetta, la sana e onesta vendetta sui persecutoridei cristiani. E cosi in tutto il libro. Quanto piu la crisisi avvicina, quanto piu fitte piovono dal cielo le piaghe ei giudizi, con gioia tanto maggiore il nostro Giovanni an-nuncia che la gran massa degli uomini non vuole ancorafar penitenza per i suoi peccati, che ancora nuovi flagelli di

39

Page 22: Engels Friedrich Sulle Origini Del Cristianesimo

Dio devono abbattersi su di loro, che Cristo deve gover-narli con una verga di ferro e pigiare il torchio del Vinodell’ira furiosa di Dio onnipotente, ma che i senza-Dio ri-rnangono ostinati in cuor loro. E l’idea naturale, libera daogni ipocrisia, che si e in lotta e che ti la guerre comme tila guerre. Al settimo sigillo appaiono sette angeli con letrornbe; ogni volta che uno suona la tromba, si manife-stano nuovi segni spaventosi. Dopo il settimo squillo ditromba appaiono sulla scena altri sette angeli con i settecalici dell’ira di Dio, che vengono versati sulla terra; dinuovo altre piaghe e giudizi, in sostanza, per lo pid, lapenosa ripetizione di cio che e gia avvenuto pid volte. Poiviene la donna, Babilonia, la grande meretrice, che siedein veste scarlatta sopra le acque, ehhra del sangue dei santie dei martiri di Gesd, cioe la grande citta sui sette colli,che domina su tutti i re della terra. Essa siede su una hestiacon sette teste e dieci corna. Le sette teste rappresentanoi sette colli, ma anche sette »<< re ». Di questi re, cinquesono passati, e uno e, e il settimo deve ancora venire, edopo di lui verra di nuovo uno dei primi cinque, che fuferito a motte ma e stato risanato. Questi dorninera sullaterra 42 mesi, o tre anni e mezzo (la meta di una setti-mana annuale, di sette anni), perseguitera fino alla motte icredenti e instaurera il dominio dell’empieta. Ma poi seguela grande lotta decisiva, i santi e i martiri sono vendicaticon la distruzione della grande meretrice Babilon-ia e ditutti i suoi seguaci, cioe della grande massa degli uornini; ildemonio E: precipitato nell’abisso e la rinchiuso per milleanni, durante =i quali Cristo regna con i martiri risuscitatidalla rnorte. Ma dopo mille anni il demonio e sciolto dinuovo e c’e una nuova grande battaglia di spiriti, nellaquale egli e definitivamente vinto. Poi segue la secondaresurrezione, quando anche gli altri morti si destano e com-paiono davanti al tribunale di Dio (non di Cristo, si notibene), e i credenti entrano in un nuovo cielo, in una nuovaterra e in uga nuova Gerusalemme, per la vita eterna.

Tutto questo armanientario, come e costruito con ma-

40

teriale esclusivarnente ehraico-precristiano, cosi presentaquasi soltanto concezioni puramente ehraiche. Da quandoper il popolo d’Israele le cose cominciarono ad andarmale in questo mondo, dai tributi assiri e babilonesi e dalladistruzione dei due regni di Israele e di Giudal sino allaservitd sotto i Seleucidi 2, dunque da Isaia fino a Daniele,si e sempre avuta, nelle triholazioni, la profezia di un sal-vatore. In Daniele 12, 1-3 si trova gia persino una profeziadella discesa di Michele, l’angelo protettore degli ebrei, cheli salvera dalla grande tribolazione; molti morti risorge-ranno, vi e una specie di giudizio finale, e i maestri, cheinsegnano al popolo la giustizia, rifulgeranno come le stelle,eternarnente. Cristiana e soltanto la spiccata insistenzasull’imminente regno di Cristo e sulla felicita dei cre-denti risorti, in particolare dei martiri.

L’interpretazione di questa profezia, per quanto si rife-risce agli avvenimenti di quel tempo, la dobhiamo alla cri-tica tedesca, soprattutto a Ewald, Ldcke e Ferdinand Be-nary. Grazie al Renan, essa as diventata accessibile ancheagli arnbienti dei non teologi. Abbiamo gia visto che lagrande meretrice Bahilonia simboleggia Roma, la citta deisette colli. Della hestia, sulla quale essa siede, e detto(17, 9-11): << Le sette teste [della hestia] sono le settemontagne sopra le quali la fernmina troneggia e sono anchesette re: di questi, cinque gia caddero, uno esiste adesso,l’altro ancora non e giunto, ma quando verra e necessarioche duri poco. La bestia che era, ma ora non e pid, E: ap-

9punto lottavo, fa parte dei sette e andra alla perdizione >>.

Secondo cio, la hestia E: il dominio mondiale romano,rappresentato successivamente da sette imperatori, dei qualiuno fu ferito a motte e non regna pid, ma e risanato e ri-torna per portare a compimento, come ottavo, il regno della

1 I regni di Israele e di Giuda furono distrutti rispettivarnente nel722 e nel 588 a.C.

2 Dei Seleucidi, re di Siria, Antioco III il Grande (223-187) oc-cupo la Palestina; soprattutto il figlio Antioco IV Epifane (175-163 a.C.)si trovo in urto con gli ebrei per i suoi tentativi di ellenizzarli.

41

Page 23: Engels Friedrich Sulle Origini Del Cristianesimo

bestemmia e della superbia contro Dio. Ad essa (la bestia)e concesso << di muover guerra ai santi e di vincerli e adessa fu concesso il potere su ogni tribu, popolo, lingua enazione. L’adoreranno tutti gli abitanti della terra i cuinomi non sono registrati dalla fondazione del mondo nellibro della vita dell’agnello sgozzato. [...] Ed essa agiscesu tutti, umili e potenti, ricchi e poveri, liberi e servi, affin-ché si imprima un marchio sulla loro destra o sulla lorofronte e affinché nessuno possa acquistare o vendere senon porta il marchio o il nome della bestia o il numerodel suo nome. Questa e la sapienza. Chi ha intelligenza cal-coli il numero della bestia, poiché quel numero e di unuomo: il suo numero E: seicentosessantasei » (13, 7-18).

Prendiamo nota semplicemente che qui, dunque, il boi-cottaggio e menzionato come una misura impiegata dallapotenza mondiale romana contro ii cristiani - dunque evi-dentemente una invenzione del demonio _ e passiamo allaquestione di chi sia l’imperatore romano che prima ha giaregnato una Volta, e stato ferito a morte e soppresso,ma ora torna come ottavo della serie e fara la parte dell’an-ticristo.

A cominciare da Augusto, preso come primo, abbiamo:2° Tiherio, 3° Caligola, 4° Claudio, 5° Nerone, 6° Galba.<< Cinque gia caddero, uno esiste adesso. >> Dunque Neronee gia caduto, Galha esiste adesso. Galba regno dal 9 giu~gno 68 fino al 15 gennaio 69. Ma suhito dopo la suaascesa al trono le legioni del Reno, sotto Vitellio, si sol-levarono, mentre in altre province altri generali prepara-vano rivolte militari. Nella stessa Roma i pretoriani si ribel-larono, uccisero Galha e nominarono imperatore Otone.

Da cio risulta che la nostra Apocalisse fu scritta sottoGalba, probabilmente yerso la fine del suo regno, oppure,al piu tardi, durante i tre mesi (fino al 15 aprile 69) delrcgno di Otone, << il settimo ». Ma chi ‘e l’ottavo, cheern mn om non e piu? Ce lo insegna il numero 666.

lim i sclniti -- caldei ed ebrei - era in voga a quel|c'n\|m un`n|'tc Il`li\§.{lCEl, che si basava sul doppio significato

42

delle lettere. Da circa trecento anni prima della nostra erale lettere ebraiche furono usate anche come cifre: a = 1,h = 2, g = 3, d = 4, ecc. Ora gli indovini cabalisti som-mavano i valori numerici delle lettere di un nome, e dallasomma risultante cercavano di trarre profezie, per esempiocon la formazione di parole o combinazioni di parole dellostesso valore numerico, che permettevano di trarre conclu-sioni sul futuro di colui che portava quel nome. In questalingua cifrata venivano anche espresse parole segrete, ecosi via. Con una parola greca quest’arte era chiamatagematriab, geometria; i caldei, che l’esercitavano per me-stiere, e sono indicati da Tacito come mat/aematici, furonocacciati da Roma sotto Claudio e di nuovo piu tardi sottoVitellio, presumibilmente per << gravi eccessi ».

Appunto per mezzo di questa matematica e stato creatoanche il nostro numero 666. Dietro ad esso si nasconde ilnome di uno dei primi cinque imperatori romani. Oltreal numero 666 pero Ireneo, alla fine del H secolo, cono-sceva una variante 616, che in ogni caso aveva avuto ori-gine in un tempo nel quale l’enigma del numero era ancoranoto a molti. Se la soluzione da trovare corrisponde ugual-mente a entrambi i numeri, la prova Le data.

Ferdinand Benary a Berlino ha trovato questa soluzione.Il nome e Nerone. ll numero e fondato su 103 '['1"11»

Neron Kesar, trascrizione ebraica, accreditata dal Talmud edalle iscrizioni di Palmira, del nome greco Nerén Kaisar, Ne-rone imperatore, che era l’iscrizione delle monete nero-niane coniate nella meta orientale dell’impero. Cioe iz

(nun) = 50, r (fesc) = 200, w (vnu) per 0: 6, YZ

(nun) i 50, k (mf) = 100, 5 (samec/9) = 60, e r (resc) =200, somma 666. Ma se prendiamo come base la grafialatina Nero Caesar, allora cade il secondo mm = 50, e ab-biamo 666 -- 50 = 616, la variante di Ireneo.

In realta, al tempo di Galba tutto l’impero romanoera caduto in una confusione improvvisa. Lo stesso Galbaaveva marciato su Roma alla testa delle legioni spagnole

43

Page 24: Engels Friedrich Sulle Origini Del Cristianesimo

e galliche, per rovesciare Nerone; questi fuggi e si feceuccidere da un liberto. Ma contro Galba cospirarono nonsoltanto i pretoriani a Roma, ma anche i comandanti incapo delle province; dovunque si annunciavano nuovipretendenti al trono e si preparavano a piombare sullacapitale con le loro legioni. L’impero sembrava abban-donato alla guerra intestina, la sua rovina sembrava im-minente. E oltre a tutto cio, si diffuse la voce, special-mente in oriente, che Nerone non era morto, ma soloferito, che era fuggito presso i Parti e che sarebbe tornato,attraversando l’Eufrate con forze militari, per inaugura-re un nuovo e piu sanguinoso regime di terrore. Da que-ste notizie furono specialmente spaventate l’Acaia e l’Asia.E proprio nel tempo in cui deve essere stata scritta laApocalisse, venue fuori un falso Nerone, che con un se-guito abbastanza numeroso si stabili vicino a Patmo eall’Asia Minore, nell’isola di Citno, nel mare Egeo (laodierna Termia), finché, ancora sotto Otone, egli fu uc-ciso. Che c’e di strano se allora fra i cristiani, contro iquali Nerone aveva cominciato la prima grande persecu-zione, si diffuse l’idea che egli sarebbe tornato come anti-cristo, e che il suo ritorno e il suo rinnovato tentativo, ne-cessariamente legato al suo ritorno, di sterminare sangui-nosamente la nuova setta, fossero l’indizio e il preludiodel ritorno di Cristo, della grande lotta vittoriosa controle potenze dell’inferno, del regno millenario da edificare<< tra hreve », nell’attesa sicura del quale i martiri anda-vano lieti alla morte?

La letteratura cristiana e quella influenzata dal cristia-nesimo dei primi due secoli mostra per sufficienti indiziche il segreto del numero 666 era noto a molti. Ireneocertamente non lo conosoeva piu, ma egli, come anchemolti altri sino alla fine del terzo secolo, sa che la bestiadell’./lpocalisse simboleggiava Nerone redivivo. Poi anchequesta trace' va perduta e il nostro scritto cade in predadell’interpre azione fantastica di ortodossi divinatori delfuturo; io stesso, ancora bambino, ho conosciuto dei vec-

44

chi che per l’anno 1836 aspettavano, secondo il VecchioJohann Albrecht Bengel, la fine del mondo e il giudiziouniversale 1. La profezia si e avverata, e quell’anno stesso.Solo che il giudizio universale non colpi il mondo pecca-tore, ma i pii interpreti dell?Apocalisse; Perchétnello stes-so anno 1836 F. Benary forni la chiave del numero 666,e cosi pose fine a tutti i computi profetici, a questa nuovagematria/9.

Del regno dei cieli, riservato ai credenti, il nostroGiovanni pub dare soltanto una descrizione molto super-ficiale. Certo la nuova Gerusalemme e immaginata discre-tamente grande, secondo i concetti del tempo, un quadra-to di 12.000 stadi = 2.227 chilometri di lato, dunqueuna superficie di circa cinque milioni di chilometri qua-drati, piu della meta degli Stati Uniti d’America, e co-struita tutta d’oro e di pietre preziose. La Dio risiede frai suoi, splende per loro inveoe del sole e non vi e piliné morte né sofferenza né dolore; attraverso la citta scor-re un fiume di acqua viva, sulle cui sponde crescono glialberi della vita con frutti di dodici specie, che ogni mesernaturano di nuovo, mentre le foglie << sono destinate aguarire le nazioni » (una specie di te medicinale, secondol’interpretazione di Renan, L’/lnticrirtoz, p. 542). Quivivono in eterno i santi.

Di tal natura, per quanto ne sappiamo, era il cristia-nesimo in Asia Minore, sua sede principale, Verso l’anno68. Nessuna traccia di una trinita; al contrario, l’anticounico e indivisibile Jehovah del pifl tardo ebraismo, nelmomento in cui esso si e innalzato da dio nazionale aunico, altissimo dio del cielo e della terra, che pretendedi dominare su tutti i popoli, fedele all’antico parcere:ubjectis ac debellare superbof. Quindi e questo stesso

1 Si tratta dei seguaci del critico e teologo tedesco ]'. A. Bengel(1687-1752), che aveva calcolato la fine del mondo per il 1836.

2 E. Renan, L'/intéclarist, 1873.3 <<Risparmiare i vlinti e distruggere i superbi» (Virgilio, Eneide,

VI, 853).

45

Page 25: Engels Friedrich Sulle Origini Del Cristianesimo

dio che siede a giudicare nel giotno del giudizio univer-sale, e non Cristo, come nelle piu tatde desctizioni deiVangeli e delle lettete. Cortispondentementealla dottti--na persiana dell’emanazione, Corrente nel postetiore ebrai-smo, Cristo, l’agnello, e emanato da lui dall’etetnita; nellostesso modo, ma gia in un gtado infetiore, i << sette spiritidi Dio >>, che devono la loro esistenza al fraintendimentodi un passo poetico (Isaia 11, 2). Essi tutti non sono Dioo uguali a Dio, ma a lui soggetti. Ifagnello si offte da séCome vittima espiatotia pet i peccati del mondo e ottienepetcio nel cielo un espresso innalzamento di grado; Chequesto suo volontatio sactificio gli e asctitto in tutto illibro come un’opera straotdinatia, e non come qualcosache detivi di necessita dalla sua pili intima essenza. S’in-tende Che non manca tutta la Corte Celeste di anziani, che~rubini, angeli e santi. Il monoteismo, per diventare unareligione, ha sempte dovuto fate concessioni al politei-smo, dall’Avesta‘ in poi. Ptesso gli ebtei, l’apostasiaVerso dei materiali pagani persiste Cronicamente, finchédopo l’esi1io la cotte Celeste su modello persiano adattaun po’ piu la religione alla fantasia popolare. E lo stessoctistianesimo, anche dopo che ebbe posto il misterioso diotrino e uno, differenziato in sé, in luogo del rigido dio de-gli ebrei, etetnamente uguale a se stesso, poté eliminateptesso le masse popolati il culto dei vecchi dei solo sosti-tuendovi il culto dei santi; infatti, secondo Fallmetayer, ilculto di Giove e scomparso nel Peloponneso, nella Maina,in Arcadia solo intotno al nono secolo (Szforia della peni-.vola di Morea 2, I, p. 227). Soltanto l’epoca della borghe-sia modetna e il suo protestantesimo totnano a eliminatei santi e prendono finalmente sul setio il monoteismo dif-ferenziato.

1

conserva ancora tra i Patsi dell’India.2 Gere/me/at der Halbinsel Morea, di ].P. Fallmetayet (1790-

1861), stotico fi viaggiatote tedesco che pattecipo alle campagne napo-leon-iche e nel 1848 fu deputato all’Assemblea nazionale di Franco-orte.

Complesso dei testi Canonici della teligione di Zotoastto, Che si

46

Alttettanto poco il nostto sctitto Conosce la dottrinadel peccato otiginale e della giustificazione mediante la fe-de. La fede di queste prime comunita combattive e di unaspecie tutta diversa da quella della piu tatda Chiesa Vitto-riosa: accanto al sactificio espiatotio dell’agnello, il suocontenuto essenziale sono il ptossimo titotno di Cristo eil regno millenatio che fra bteve deve sotgere, ed essa sidimostra patticolatmente efficace nell’attiva propaganda,nella lotta incessante contto il nemico esterno e intetno,nella otgvliosa e lieta affetmazione del punto di vistativoluzionatio di fronte ai giudici pagani, nella mottedei martiri sicuti della Vittoria.

Abbiamo visto che l’autore non sa ancora affatto diessere qualclie Cosa di diverso da un ebteo. Pet conse<guenza, in tutto il libro non si parla mai del battesimo, einfatti molto lascia pensate che il battesimo sia una 1st1-tuzione del secondo periodo cristiano. I 144.000 ebteiCredenti vengono << segnati » 1, non battezzati. Dei santiin cielo e dei Credenti sulla terra e detto che essi si sonolavati dei loro peccati, che hanno lavato le loro vestibianche e le hanno putificate nel sangue dell’agnello, madell’acqua battesimale non si patla. Anche i due ptofetiche ptecedono l’apparizione dell’antictisto (Cap. 11) nonbattezzano, e secondo il cap. 19, 10, la testimonianza diGesu non e il battesimo, ma lo spirito della profezia. Intutte queste occasioni satebbe stato naturale nominate ilbattesimo, nel Caso che fosse gia stato in vigote; possiamodunque concludere con assoluta sicutezza che il nosttoautore non lo Conosceva, Che esso venne in uso soltantoquando i ctistiani si sepatatono definitivamente dagli ebtei.

Alttettanto poco il nostto autone sa del secondo epifi tardo sacramento, dell’eucarestia. Il testo luterano,nel quale Cristo ptomette a ogni tiatirese petsevetante nel-la fede di alloggiate da lui e di tenete das Abendma/JI 2

,1 Apoc. 7, 4 sgg. _ _

2 <<La Cena», ma quasi esclusivamente nel senso di <<saCta cena,comunione, eucatest1a».

47

Page 26: Engels Friedrich Sulle Origini Del Cristianesimo

con lui puo indurre in inganno. In greco e deipnésé, iocenero (con lui) e la Bibbia inglese lo rende molto esatta-mente: I s/yall sup with him. Dell’eucarestia, anche sol-tanto come banchetto commernorativo, qui non si parlaassolutamente.

Non puo esservi alcun dubbio che il nostro libro, conla sua data del 68 o 69, accertata in maniera cosi singo-lare, sia il piu antico di tutta la letteratura cristiana. Nes-sun altro e scritto in una lingua cosi barbarica, brulicantedi ebraismi, costruzioni impossibili ed errori grammaticali.Cosi nel cap. 1, 4 sta scritto, letteralmente: << Grazia avoi e pace da colui che e, che era e che viene ». Che i Van-geli e le lettere apostoliche siano rielaborazioni tardive discritti oggi perduti, il cui debole nucleo storico non puopiu essere riconosciuto sotto i rivestimenti mitici; che lostesso paio di lettere apostoliche cosiddette << autentiche »di Bruno Bauer siano o scritti posteriori o, nel miglioredei casi, rielaborazioni di opere antiche d’incerto autore,modificate con aggiunte e interpolazioni, tutto cio puoessere ancora negato solo da teologi di professione o daaltri storici interessati. Tanto piu importante e quindi ilfatto che abbiamo qui un libro il cui tempo di composi-zione e fissato quasi fino al mese, un libro che ci pre-senta il cristianesimo nella sua forma non sviluppata, nel-la forma che sta, rispetto alla religione di Stato del quar-to secolo, completamente elaborata nella dogmatica enella mitologia, all’incirca nello stesso rapporto in cui lamitologia ancora malcerta dei germani di Tacito sta ri-spetto alla .dottrina degli dei dell’Edda, elaborata attra-verso l’influsso di elementi cristiani e antichi. Il germedella religione mondiale E: gia in questo libro; ma que-sto germe contiene ancora indifferenziate le mille pos-sibilita di sviluppo che si realizzarono nelle innumerevolisette posteriori. E se questo pid antico prodotto del pro-cesso di sviluppo del cristianesimo ha per noi un cosiparticolare fzalore, e proprio perché ci offre nella suapurezza cio che il giudaisrno, con forte influsso alessan-

48

drino, ha dato come contributo al cristianesimo. Tutto cioche si aggiunge pid tardi e occidentale, greco-romano. Sol-tanto attraverso la mediazione della religione monoteisticaebraica il monoteismo colto dalla tarda filosofia volgaregreca poteva assumere la forma religiosa in virtu dellaquale gli fu possibile conquistare le masse. Ma una_\/ioltatrovata questa mediazione, esso poté diventare religionemondiale soltanto nel mondo greco-romano, continuandoa svilupparsi sulla base del materiale intellettuale giaconquistato e fondendosi con esso.

49

Page 27: Engels Friedrich Sulle Origini Del Cristianesimo

Bruno Bauer e il cristianesimo prirnitivol

Il 13 aprile e morto a Berlino un uorno che avevaesercitato un tempo una certa influenza come filosofoe teologo, ma che da anni, quasi dimenticato, aveva at-tirato su di sé l’attenzione del pubblico solo di tanto intanto, come uno << stravagante delle lettere >>. I teologiufficiali, e tra essi anche il Renan, lo copiavano e percio,unanimi, non parlavano affatto di lui. Eppure egli valevapid di tutti loro e piu di tutti loro ha lasciato la sua trac-cia in una questione che interessa anche noi socialisti:la questione dell’origine storica del cristianesimo.

Prendiamo occasione dalla sua morte per descriverebrevemente lo stato attuale di questa questione e il con-tributo dato dal Bauer alla sua soluzione.

L’opir1ione che aveva prevalso dal tempo dei liberipensatori del medioevo sino agli illuministi del XVIII se-colo, secondo la quale tutte le religioni, compreso il cri-stianesimo, non erano altro che opera di impostori, nonbastava piu, da quando Hegel aveva assegnato alla filo-sofia il compito di dimostrare uno sviluppo razionalenella storia universale.

Ora e evidente che se le neligioni naturali, come ilfeticismo dei negri o la religione primitiva comune ai po-

1 Bruno Bauer und das Ure/Jristent/yum, pubblicato nel S0zialde~mokrat, Zurigo, 1882, nn. 19 e 20 (4 e 11 maggio).

51

Page 28: Engels Friedrich Sulle Origini Del Cristianesimo

poli arii, sorgono senza che l’impostura vi abbia alcunaparte, nella loro successiva elaborazione pero la mistifi-cazione sacerdotale diventa hen presto inevitabile. Ma lereligioni sorte artificialmente, a parte ogni sincera formadi esaltazione, non possono fare a meno, sin dallas lorofondazione, dell’impostura e della falsificazione della sto-ria; e a questo proposito anche il cristianesimo, sin dai suoiinizi, ce ne fa vedere delle belle, come ha mostrato ilBauer nella critica del Nuovo Testamento. Con cio tutta-via non si fa che constatare un fenomeno generale, senzaspiegare il caso particolare, del quale proprio si tratta.

Una religione che ha sottomesso a sé l’impero m_ondia-le romano, e che ha dominato per 1800 anni la massimaparte dell’umanita civile, non si liquida spiegandola pu-ramente e semplicemente come un insieme di assurditaoriginate da impostori. Si liquida, semmai, solo quandose ne sappia spiegare l’origine e lo sviluppo dalle condi-zioni storiche nelle quali e sorta ed e giunta a dominare.Cio vale in modo speciale per il cristianesimo. Si trattaprecisamente di risolvere la questione di come accaddeche le masse popolari dell’impero romano preferironoquesta assurdita, per di pid predicata da schiavi e da op-pressi, a tutte le altre religioni, tanto che alla fine l’ambi-zioso Costantino poté vedere nell’adozione di questa as-surda religione il mezzo migliore per affermarsi comeunico dominatore del mondo romano.

A dane una risposta a questa questione, Bruno Bauerha contribuito molto pid di chiunque altro. La successio-ne cronologica e la stretta dipendenza dei Vaneli l’unodall’altro, dimostrata dal Wilke da un punto di vista pu-ramente linguistico, e stata anche da lui provata in mo-do inconfutahile, sulla base del loro contenuto, sin dal1849, a dispetto dell’opposizione sollevata dai teologisemicredenti del tempo della reazione. Egli mise a nudo,in tutta la s a mancanza di scientificita, la confusa teoriadei miti deli) Strauss, in virtu della quale ciascuno puoconsiderare storico, nelle narrazioni evangeliche, tutto quel

52

che gli piace. E poiché di tutto il contenuto dei Vangeliquasi assolutamente nulla si presentava come storicamen-te dimostrabile, tanto che si puo dichiarare prohlematicala stessa esistenza storica di un Gesu Cristo, il Bauer riu-sciva per primo a sharazzare il terreno sul quale deve es-sere risolta la questione: di dove provengono le idee e ipensieri che sono stati fusi nel cristianesimo in una speciedi sistema, e come sono arrivati a dominare i1 mondo?

Di questo si occupo il Bauer, sino ai suoi ultimi giorni.Le sue ricerche hanno portato alla conclusione che l’ehreoalessandrino Filone, che viveva ancora, ma in eta avan-zata, nell’anno 40 della nostra era, E: il vero padre delcristianesimo, e lo stoico romano Seneca, per cosi dire, lozio. I numerosi scritti a noi tramandati sotto il nome diFilone sono di fatto sorti da una fusione di tradizioniallegorico-razionalistiche ehraiche con la filosofia greca, inispecie stoica. Questa conciliazione di conoezioni occiden-tali e orientali contiene gia in sé tutte le idee essenzial-mente cristiane: la innata peccabilita dell’uomo; il logos,la parola, che E: presso Dio ed e Dio stesso, che fa daintermediario fra Dio e l’uomo; la penitenza raggiuntanon con sacrifici di animali, ma con l’offerta del propriocuore a Dio; infine il dato essenziale, che la nuova filo-sofia capovolge l’ordinamento del mondo sino allora esi-stente, cerca i suoi apostoli fra i poveri, i miseri, glischiavi e gli abietti, e disprezza i ricchi, i potenti, i pri-vilegiati, ponendo al centro della sua dottrina il disprezzodi tutti i godimenti mondani e la mortificazione dellacarne.

D’altra parte, gia Augusto aveva fatto si che non sol-tanto l’uomo-dio, ma anche la cosiddetta immacolata con-cezione diventassero formule prescritte in nome dell’im-pero. Non soltanto egli decreto onori divini a Cesare eia se stesso, ma fece anche diffondere la Voce che lui,Augusto Cesare Divus, il divino, non era figlio di un pa-dre mortale, ma sua madre lo aveva concepito dal dio

53

Page 29: Engels Friedrich Sulle Origini Del Cristianesimo

Apollo. Purché questo dio Apollo non fosse parente diquello cantato da Heine!

Comesi vede, manca soltanto la chiave di Volta el’intero cristianesimo nei suoi tratti fondamentali e com~pleto: l’incarnazione del logos fatto uomo in una deter-minata persona e il suo sacrificio espiatorio sulla croceper la redenzione dell’umanita peccatrice.

Sul modo come questa chiave di Volta, storicamente,e stata inserita nelle clottrine stoico-filoniane, le fonti real-mente attendibili non ci dicono niente. Ma e certo cheessa non E: stata inserita da filosofi, scolari di Filone 0della Simi. Le religioni vengono fondate da gente che av-verte essa stessa un bisogno religiosio e s’interessa dei bi-sogni religiosi delle masse, e questo di regola non e ilcaso dei filosofi di scuola. Invece, in tempi di generaledissoluzione -_ come anche oggi, per esempio -_ noitroviamo filosofia e dogmatica religiosa appaiate in unaforma volgarizzata e generalmente diffusa. Se la filosofiagreca classica, ,nelle sue ultime forme _ specialmentenella scuola epicurea -- portava al materialismo ateistico,la filosofia volgare greca portava alla dottrina del dio unico-e dell’anima umana immortale. Allo stesso modo l’ebrai-smo, volgarizzato razionalisticamente nella mescolanza ee

nei rapporti con stranieri semiebrei, era giunto a trascu-»rare le cerimonie della legge, a trasformare l’antico dio-nazionale esclusivo ebraico Jahvehl nell’unico Vero dio,creatore del cielo e della terra, e ad accettare l’immorta-lita dell’anima, originariamente estranea all’ebraismo. Cosi'la filosofia volgare monoteistica S’in¢0n-fre con la reli-gione volgare, che le presentava bell’e pronto l’unico dio,

1 Come ha gia dimostrato Ewald, nei manoscritti punteggiati (prov»-visti di vocali e segni di lettura) gli ebrei scrivevano sotto le conso~-nanti del nome Jahveh, che era proibito pronunciare, le vocali della.parola Adonai, tta in sua vece. Piu tardi si fini col leggere Iehovah.Quest’ultima p ola, dunque, non e il nome di un dio, ma semplice»mente un grossolano errore grammaticale: in ebraico é semplicernenteimpossibile (note di Engels).

54

Ecco preparato il terreno sul quale, presso gli ebrei, l’ela-borazione delle concezioni filoniane, altrettanto volgariz-zate, poteva generare il cristianesimo e questo, una voltagenerato, trovare accoglienza presso i greci e i romani.Che il cristianesimo sia derivato dalle concezioni filonianepopolarizzate, e non direttamente dagli scritti di Filone,lo dimostra il fatto che il Nuovo Testamento trascura qua-si completamente la parte fondamentale di questi scritti,cioe l’interpretazione allegorico-filosofica delle narrazionidell’Antico Testamento. E questo un aspetto che il Bauernon ha considerato a sufficienza.

Per farsi un’idea delle caratteristiche del cristianesi-mo, nella sua prima forma, hasta leggere la oosiddettaApocalisxe di Giovanni. Un confuso intricato fanatismo,di dogmi solo alcuni accenni iniziali, della cosiddetta mo-rale cristiana solo la mortificazione della carne e invecevisioni e profezie in quantita. La completa elaborazionedei dogmi e dell’etica va attribuita ad un’epoca posterio-re, alla quale appartiene la redazione dei Vangeli e dellecosiddette lettere apostoliche. E allora _ alrneno per lamorale -- venne utilizzata con disinvoltura la filosofiastoica, e in particolare Seneca. Che le lettere spesso locopino letteralmente, lo ha dimostrato i1 Bauer; di fattola cosa aveva gia colpito i credenti, ma essi se la sbriga-vano sostenendo che Seneca avrebhe copiato il NuovoTestamento (che ai suoi tempi non era stato ancora scrit~to). La dogmatica si sviluppo da una parte in collega-mento con la leggenda evangelica di Gesu, in via di for-mazione, dall’altra nella lotta fra cristiani giudaizzanti ecristiani pagani.

Anche sulle cause che hanno portato il cristianesimoalla Vittoria e al dominio mondiale il Bauer fornisce deidati di gran valore. Ma qui l’idealismo del filosofo tede-sco gli e di ostacolo, gli impedisce di vedere chiaramentee di formulare con acutezza le sue idee. Al momentobuono, la frase supplisce alla cosa. Ma, invece di esami-

55

Page 30: Engels Friedrich Sulle Origini Del Cristianesimo

nare nei particolari le concezioni del Bauer, diamo piut-tosto la nostra opinione su questo punto, che e fondata,oltre che sugli scritti del Bauer, anche su studi indipen-denti.

In, tutti i paesi sottomessi, la conquista romana dissol-se dapprima direttamente le precedenti istituzioni poli-tiche e poi, indirettamente, anche le antiche condizioni divita sociale. In primo luogo, in quanto essa poneva, alposto della precedente distribuzione per ceti (a parte laschiavitu), la semplice distinzione fra cit-tadini romani enon cittadini romani o sudditi. In secondo luogo, e prin-cipalmente, attraverso le estorsioni operate in nome delloStato romano. Sotto l’impero alla frenesia di arricchimen-to dei governatori fu posto per quanto possibile un limitenell’interesse dello Stato; ma al posto di quella suhentroil torchio fiscale per il tesoro statale, che funzionava consempre maggior forza, e in rnodo sempre piu esoso; equesto dissanguamcnto ebbe un effetto spaventosamentedissolvente. In terzo luogo, infine, dappertutto si giudi-cava secondo il diritto romano, da giudici romani; quindifurono annullati quegli ordinamenti sociali locali che nonsi accordavano con l’ordinamento giuridico romano. Que-ste tre leve dovevano agire come un’i1nmensa forza livel-latrice, specialmente se applicate per un paio di secolia popolazioni la parte piu vigorosa delle quali era statasterminata o condotta in schiavitu nelle lotte che avevanopreceduto la conquista, che l’avevano accompagnata e chespesso ancora la seguivano. I rapporti sociali delle pro-vince si avvicinavano sempre piu a quelli della capitalee dell’Italia. La popolazione si divideva sempre piu in treclassi eterogenee, composte degli elementi e delle nazio~nalita piu disparate: ricchi, tra cui non pochi schiavi libe-rati (v. Petronio), grossi proprietari fondiari, usurai, ol’uno e l’altro insieme, come lo zio del cristianesimo,Seneca; liheri nullatenenti, che a Roma erano nutriti edivertiti dallh Stato e nelle province dovevano in qualchemodo arrangiarsi; infine la grande massa: gli schiavi. Di

56

fronte allo Stato, cioe all’imperatore, le prime due classierano altrettanto prive di diritti che gli schiavi di fronteai loro padroni. Specialmente ada Tiherio a Nerone, eradi regola condannare a morte dei ricchi romani per confi-scare i loro beni. Sostegno del governo era materialmentel’esercito, che assomigliava orrnai molto di piu a un’arma-ta di lanzichenecchi che all’antico esercito romano di con-tadini, e moralmente la convinzione comune secondocui questa situazione era senza vie d’uscita e che noncerto questo o quell’imperatore, ma l’in1pero fondato suldominio rnilitare era una necessita immutabile. Non equesto il luogo di addentrarci nei fatti assai materiali suiquali si fondava questa convinzione.

Alla generale anarchia e alla disperata sfiducia nellapossihilita di condizioni rnigliori corrispondeva un gene-rale rilassamento e avvilimento. I pochi vecchi romaniancora superstiti, di modi e sentimenti patrizi, erano statieliminati o si spegnevano; l’ulti1no di loro E: Tacito. Glialtri erano contenti se potevano tenersi del tutto lontanidalla vita pubblica; l’acquisto e il godimento delle ric-chezze riempivano la loro esistenza, cosi come i pettego-lezzi e gli intrighi privati. I liheri nullatenenti, che a Romaerano pensionati dello Stato, nelle province si trovavanoinvece in una condizione difficile. Dovevano lavorare, eper di piu in dura concorrenza col lavoro degli schiavi. Maessi erano limitati alle citta. Accanto a loro, nelle provin-ce, c’erano ancora contadini, liberi proprietari del fondo(qua e la ancora con proprieta comune) o, come in Gallia,coloni asserviti per debiti ai grandi proprietari. Questaclasse fu la meno toccata dal rivolgimento sociale; eanche al rivolgimento religioso oppose la pimi tenace re-sistenza ‘_ Infine gli schiavi, senza diritti e senza volonta,nell’impossibilita di liberarsi, come aveva gia dimostratola sconfitta di Spartaco; ma essi stessi, in gran parte,

1 Secondo il Fallmerayer, nella Maina (Peloponneso) ancora nelIX secolo i contadini offrivano sacrifici a Zeus (nom di Engels).

57

Page 31: Engels Friedrich Sulle Origini Del Cristianesimo

ex liheri o figli di nati liheri. Fra loro, dunque, dovevaregnare un odio pid che mai vivo, anche se impotente,verso l’esterno, contro le proprie condizioni di vita.

Corrispondentemente a questa situazione troveremoche si erano conformati anche gli ideologi di quel tempo.I filosofi erano o semplici maestri di scuola che guada-gnavano denaro o buffoni pagati da ricchi crapuloni. Pa-recchi erano persino schiavi. Il signor Seneca e un esem-pio di che cosa essi diventassero nella buona fortuna.Questo stoico, predicatore di virtd e di astinenze, era ilprimo degli intriganti alla corte di Nerone, e Cie signi-fica che non poteva non esser servile: si Iaceva regalaredenaro, poderi, orti, palazzi, e mentre predicava il poveroLazzaro del Vangelo, era in realta l’womo ricco dellastessa parabola '. Solo quando Nerone volle la sua testa,prego l’imperatore di riprendersi tutti i doni, ché la suafilosofia gli hastava. Soltanto pochi filosofi isolari, comePersio, hrandivano la sferza della satira contro i degene-rati contemporanei.

Quanto poi alla seconda specie di ideologi, i giuristi,essi erano entusiasti delle nuove condizioni, perché lascomparsa di ogni distinzione di ceti permetteva loro dielaborate in tutta la larghezza il loro diletto diritto pri-vato, in cambio del quale regalarono poi all’imperatoreil diritto puhblico pid sfacciato che sia mai esistito.

Insieme con le particolari caratteristiche politiche esociali dei popoli, l’impero roman-o aveva condannato altramonto anche le loro particolari religioni. Tutte le reli-gioni dell’antichita erano religioni naturali di trihd e,pid tardi, nazionali, germogliate dalle condizioni socialie politiche di ciascun popolo e con esse cresciute. UnaVolta distrutte queste loro basi e spezzate le forme socialiche si erano tramandate insieme con l’assetto politico tra-dizionale e con l’indipendenza nazionale, crolle, s’intende,la religione sad esse corrispondente. Gli dei nazionali pote-

ig

ii,

‘lv

IQ

1Luca 16, 19-31.

58

Vano tollerare altri dei nazionali accanto a sé, e questa erala regola generale nell’antichita: ma non sopra di sé. Iltrasferirsi, a Roma dei culti religiosi orientali nuoceva senzaduhhio alla religione romana, ma non poteva arrestare ladecadenza delle religioni orientali. Non appena gli dei na-zionali si rivelano incapaci di proteggere l’indipendenza ela liberta della lor-o nazione, si rompono la testa da sé.Cosi accadde dovunque (tranne che fra i contadini, special-mente sulle montagne). Quel che a Roma e in Grecia fecel’illuminismo della filosofia volgare - stavo per dire ilvolterrianesimo _ nelle province fu il risultato dell’assog-gettamento a Roma e della sostituzione di uomini fieri eliberi con sudditi disperati e straccioni egoisti.

Questa era la situazione materiale e morale. Il pre-sente, intollerabile; il futuro, se possibile, ancora pid mi-naccioso. Nessuna via d’uscita. Disperazione 0 salvezza nelpid ordinario piacere sensuale, per quelli almenc che po-tevano permetterselo, ed era una piccola minoranza. Altri-menti, non restava che la stanca rassegnazione all`inevi-rabile.

Ma in tutte le classi doveva trovarsi una quantita digenre che, disperando in una redenzione materiale, cer-cava come surrogato una redenzione spirituale: una con-solazione della coscienza, che preservasse dalla completadisperazione. Questa consolazione non potevano offrirlala Stork, e nemmeno la scuola di Epicuro, appunto perchéqueste filosofie non erano formulate per la coscienza co-mune, e poi perché la condotta dei loro seguaci gettava di-scredito sulle dottrine della scuola. La consolazione nondoveva sostituire una filosofia perduta, ma la religioneperdura; e questa consolazione doveva precisamente pre-sentarsi sotto forma religiosa, come tutto cio che allora,e poi ancora fino al XVII secolo, doveva commuovere lemasse.

Non c’e hisogno di osservare che fra la gente che ane-lava a una tale consolazione della coscienza, a questa fuga

59

Page 32: Engels Friedrich Sulle Origini Del Cristianesimo

dal mondo esterno verso l’interno, il maggior numerodoveva trovarsi fra gli sc/Jiavi.

In mezzo a questa generale dissoluzione, economica,politica, intellettuale e morale si fece avanti il cristianesimo,in dichiarata opposizione con tutte le precedenti reli-gioni.

In tutte le precedenti religioni l’elemento principaleerano le cerimonie. Soltanto con la partecipazione a sacri-fici e a processioni, e in oriente inoltre con l’osservanza diminute prescrizioni di dieta e di purezza, si poteva dichia-rare la propria affiliazione religiosa. Mentre Roma e laGrecia, sotto quest’ultimo aspetto, erano tolleranti, inoriente dominava una mania dei divieti religiosi, che hacontribuito non poco alla decadenza finale. Persone di duediverse religioni (egiziani, persiani, ebrei, caldei) non pos-sono mangiare e bere assieme, né compiere assieme unaazione qualsiasi: appena possono parlare assieme. L’anticooriente e in gran parte tramontato in conseguenza di questaseparazione dell’uomo dall’uomo. ll cristianesimo non cono-sceva nessuna di queste restrizioni, causa di tante divi-sioni, e neppure i sacrifici e le processioni del mondo clas-sico. Respingendo cosi tutte le religioni nazionali e le oeri-monie ad esse comuni, si rivolge a tutti i popoli senzadistinzione e diventa esso stesso la prima religione mon-diale possibile. Anche l’ebraismo, col suo nuovo dio univer-sale, aveva preso l’avvio per diventare religione mondiale;ma i figli d’Israele restavano sempre un’aristocrazia frai credenti e i circoncisi; C lo stesso cristianesimo dovettesbarazzarsi dell’idea della preminenza dei cristiani giudaiz-zanti (che dominava anoora nella cosiddetta Apocalisxe diGiovanni), prima di poter diventare una effettiva reli-gione mondiale. D’altra parte l’Islam, che ha conservato ilsuo cerimoniale specificamente orientale, ha limitato ancheil suo Campo di diffusione all’oriente e all’Africa setten-trionale, conquistata e ripopolata da beduini arabi: soloqui esso pogeva diventare religione dominante, non in oc-cidente.

60

In secondo luogo, il cristianesimo tocco una corda chedoveva trovare un’eco in innumerevoli cuori. A tutti ilamenti sulla malvagita dei tempi e sulla generale miseriamateriale e morale, la cristiana coscienza del peccato ri-spondeva: cosi e, e non puo essere altrimenti; della cor-ruzione del mondo sei tu colpevole, siete voi tutti, la tuae la vostra corruzione internal E dov’era l’uomo che po-tesse dire di no? Men Culpa! Nessuno poteva rifiutarsi diammettere la sua parte di colpa nella sventura generale,condizione prelirninare indispensabile per la redenzione spi-rituale che contemporaneamente il cristianesimo annun-ziava. E questa redenzione spirituale era presentata inmodo tale, da poter essere facilmente compresa dagli adeptidi ogni antica comunita religiosa. A tutte queste antiche re-ligioni era familiare l’idea del sacrificio espiatorio, me-diante il quale la divinita offesa veniva placata; comeavrebbe potuto non farsi strada in questo ambiente l’ideadel sacrificio dell’intermediario stesso, che cancellava unavolta per sempre i peccati del genere umano? In quantoil cristianesimo portava dunque a una Chiara espressione,come coscienza del peccato da parte di ogni singolo, il senti-mento, generalmente diffuso, secondo cui gli uomini sonoessi stessi colpevoli della corruzione generale, e contem-poraneamente offriva, col sacrificio del suo giudice, unaforma facilmente comprensibile per tutti della sospirataredenzione interiore dal mondo corrotto e della consola-zione della coscienza, esso dimostrava di nuovo la sua ca-pacita di diventare religione mondiale: una religione, inverita, adatta proprio al mondo che esisteva allora.

Cosi e accaduto che fra le migliaia di profeti e di predi-catori nel deserto, che riempivano quell’epoca con le loroinnumerevoli innovazioni religiose, soltanto i fondatori delcristianesimo hanno avuto successo. Non soltanto la Pale-stina, ma tutto l’oriente brulicava di tali fondatori di reli-gioni, fra i quali regnava una lotta darwiniana, si puo dire,per l’esistenza ideale. Grazie principalmente agli elementiche abbiamo ricordato, vinse il cristianesimo. E come

61

Page 33: Engels Friedrich Sulle Origini Del Cristianesimo

esso, attraverso una selezione naturale, abhia elaborato a

poco a poco il suo carattere di religione mondiale, nellalotta delle varie sette fra di loro e col mondo pagano, 10insegna nei particolari la storia della Chiesa dei primi tresecoli.

3

l.’Apocalisse1

Una scienza quasi sconosciuta in Inghilterra, se si ec~cettuano pochi teologi liberaleggianti, i quali sfingegnano atenerla quanto piu segreta possibile, e la critica storica elinguistica della Bibbia, l’indagine intorno all’eta, l’ori-gine e il valore' storico dei vari scritti che comprendonol`Antico e il Nuovo Testamento.

Questaiscienza e quasi esclusivamente tedesca. E, perdi piu, quella piccola parte di essa che e penetrata al di ladei confini della Germania non Ee precisamente la parte mi-gliore: e quella critica latitudinaria, che si Vanta di esserespregiudicata e radicale, e, nello stesso tempo, cristiana.I testi biblici non sono precisamente rivelati dallo spiritosanto, ma sono rivelazione della divinita attraverso il sacrospirito dell’umanita, ecc. In questo modo, la scuola diTubinga (Baur, Gfrorer ecc.) e la grande favorita in Olandae in Svizzera, cosi come in Inghilterra; e, se si vuole andareun po’ piu lontano, si segue Strauss. Uno spirito altret-tanto mite, ma assolutamente antistorico, domina il celehreErnest Renan, che non e altro che un povero plagiatoredei critici tedeschi. Di tutte le sue opere nulla gli appar-tiene, se non il sentimentalismo estetico del pensiero chele pervade e il linguaggio latte e miele' che le avvolge.

IT/Je Book of Revelation, pubblicato in The Program, Londra,1885, vol. II, pp. 112-116.

62 65

Page 34: Engels Friedrich Sulle Origini Del Cristianesimo

Una buona cosa, tuttavia, Ernest Renan l’ha detta: << Sevolete farvi un’idea chiara di cio che fossero le prime co-munita cristiane, non paragonatele con le congregazioni par-rocchiali dei nostri tempi; esse erano piuttosto simili allesezioni locali dell’Associazione internazionale degli operai ».E pcio as giusto. Il cristianesimo ha conquistato le masseprecisamente come il socialismo moderno, sotto forma diuna varieta di sette e pid ancora di contrastanti conce-zioni individuali -- alcune pid chiare, altre pid confuse,queste ultime in grande maggioranza - ma tutte in op-posizione al sistema dominante, ai << poteri costituiti ».

Prendete, per esempio, il nostro libro dell’/ipocalisse,del quale vedremo che, invece di essere il pid oscuro emisterioso, e il pid semplice e il pid chiaro di tutto il NuovoTestarnento. Per il mornento, dobbiamo chiedere al let-tore di credere quel che fra poco dimostrererno. Che cioee stato scritto nell’anno 68 della nostra era, o nel gennaiodel 69, e che percio non solo E: il solo documento delNuovo Testamento di cui si conosca con precisione la data,ma anche il pid antico. Come si presentasse il cristiane-simo nell’anno 68, possiamo vederlo riflesso qui quasi inuno specchio.

Prima di tutto, un numero sterminato di sette, Neimessaggi alle 7 chiese dell’Asia sono menzionate almenotre sette, sulle quali, d’altra parte, non sappiarno assoluta-niente nulla: i nicolaiti, i balaamiti e i seguaci di unadonna designata qui col nome di Gezabele. Di tutte e tree detto che esse permettevano ai loro aderenti di mangiarecarni sacrificate agli idoli, e che erano dedite alla fornica-zione. E un fatto curioso che, in ogni grande movimentorivoluzionario, la questione del << libero amore » vienein primo piano. Per alcuni, come un progresso rivoluzio-nario, come uno scuotimento dei vecchi fneni tradizionali,non pid necessari; per altri, come una dottrina ben gradita,che copre comodamente ogni sorta di liberi e facili rapportifra uomo gr donna. Il secondo tipo, quello dei filistei,sembra qui che abbia avuto sdbito il sopravvento; perché

64

la << fornicazione >> e sempre associata col mangiare << carnisacrificate agli idoli >>, cosa che era rigorosamente proibitaagli ebrei e ai cristiani, ma che poteva essere talvolta peri-coloso o spiacevole rifiutare. Cio mostra con evidenza chei seguaci del libero amore qui menzionati,si mostravano inigenere propensi ad essere amici di tutti e non erano certodei candidati al martirio.

Il cristianesimo, come ogni grande movimento rivolu~zionario, e stato fatto dalle masse. E nato in Palestina, inuna maniera che a noi e del tutto sconosciuta, in un tempoin cui nuove sette, nuove religioni, nuovi profeti nasce~vano a centinaia. E infatti una semplice << media », sortain modo spontaneo dal mutuo attrito delle pid progressivedi tali sette, e successivamente costituita in dottrina conlfaggiunta di teoremi dell’ebreo alessandrino Filone e, pidtardi, di forti infiltrazioni stoiche. In realta, se possiamochiamare Filone il padre dottrinale del cristianesimo, Se~neca ne E: stato lo zio. Interi passi del Nuovo Testamentosembrano copiati quasi letteralmente dalle sue opere; etroverete, d’altra parte, passi delle satire di Persio ,chesembrano copiati dal Nuovo Testamento, allora non ancorascritto. Di tutti questi elementi dottrinali non c’e traccianel nostro libro dell’/lpocalirse. Qui troviamo il cristiane-simo nella forma pid rozza in cui ci sia stato conservato. C’eun solo punto dogmatico dominante: che ~i fedeli sono statisalvati dal sacrificio di Cristo. Ma il come e il perché sonocornpletamente indefinibili. Non c’e altro che la vecchia no~zione ebrea e pagana, che dio, o gli dei, debbono esserepropiziati con sacrifici, trasformata nella specifica nozionecristiana (che in realta fece del cristianesimo la religioneuniversale) secondo cui la morte di Cristo E: il grande sa~=

crificio che basta una Volta per sempre.Del peccato originale, nessuna traccia. Nulla della tri~

nita. Gesd as l’<< agnello », ma subordinato a Dio. Di fatto,in un passo (15, 3) egli e posto allo stesso livello di Mose.Invece di un solo spirito santo, vi sono i << sette spiritidi Dio >> (3, 1 e 4, 5). I santi assassinati (i rnartiri) invo~

65

Page 35: Engels Friedrich Sulle Origini Del Cristianesimo

cano da Dio la vendetta: << Fino a quando, o_sovranosanto e verace, nongiudicherai e non vendicherai 1l nostrosangue sopra gli abitanti della terra? » (6, 10), un senti-mento che pin tardi e stato accuratamente escluso dalcodice teorico della morale cristiana ma che_1n_ prat1Cavenne applicato a mille doppi non appena 1 cr1st1an1 ebberoil sopravvento sui pagani.

Ovviamente, il cristianesimo si presentacome una .sem-plice setta del giudaismo. Cosi nei messaggi alle 7.ch1ese:<< Conosco... la calunnia di coloro che dicono d1 essereGiudei [non cristiani] e non lo sono, essendo la _cornu-nita di Satana » (2, 9); e di nuovo, 3, 9: << Alcuni dellacomunitaidi Satana, quelli che dicono di essere Giudeie invece non lo sono >>. Cosi il nostro autore, nell’anno 69della nostra era, non aveva la pimi remota idea di rappre-sentare una nuova fase nello sviluppo religioso, destinata adivenire uno dei piu grandi elementi di rivoluzione. Cosipure, quando i santi appaiono davanti al trono di Dio,vi sono dapprima 144.000 ebrei, 12.000 per ciascuna delledodici tribfi; e soltanto dopo di loro sono ammessi 1 paganiche si unirono a questa nuova fase dell’ebra1smo.

Tale era il cristianesimo nell’anno 68, come e rappre-sentato nel pin antico libro del Nuovo Testamento, il. S010del quale non si possa c-ontestare l’autent1cita. Chr ne fossel’autore, non lo sappiamo. Egli chiama se stesso Giovanni.Non pretende neppure di essere l’<< apostolo » Giovanni,perché nelle fondamenta della << nuova Gerusalemme » so-no iscritti << i nomi dei dodici apostoli dell’agnello >{ (21,14). Quindi essi dovevano essere morti, quando egli scri-veva. Che fosse un israelita, risulta chiaro dagli abbondantiebraismi del suo greco, che batte di gran lunga, Per lacattiva grammatica, persino gli altri l1br1 del Nuovo Testa-mento. La lingua prova chiaramente che il COS1dd€tt0Yan-gelo di Giovanni, le lettere di Giovanni e questo l1br0hanno alme o tre diversi autori, se non bastassero a pro-varlo le dotilrine che essi contengono, in completa contrad-dizione tra di loro.

66

Le visioni apocalittiche, che abbracciano quasi l’interocontenuto del libro, sono riprese, nel maggior numero deicasi letteralmente, dai profeti classici dell’Antico Testa-mento e dai loro pid tardi imitatori, a cominciare dal librodi Daniele ( del 160 circa prima della nostra era, che profe-tizza avvenimenti accaduti molti secoli prima) per finirecol libro di Enoc, un miscuglio di testi apocrifi in greco,scritti non molto prima della nostra era. I/originalita dellainventiva, nello stesso raggruppamento delle visioni pla-giate, e estremamente povera. Il professor Ferdinand Be-nary, al cui corso di lezioni tenute all’Universita di Ber-lino, nel 1841, io sono debitore per quel che segue, hadimostrato, per ogni capitolo e per ogni versetto, da qualefonte il nostro autore ha tolto a prestito ciascuna delle suepretese visioni. Non servirebbe a nulla, quindi, seguire ilnostro << Giovanni >> attraverso tutte le sue fantasticherie.E meglio venire subito al punto in cui egli scopne il misterodi questo suo libro, che se non altro si presenta abbastanzacurioso.

In completo contrasto con tutti i suoi commentatori or-todossi, che aspettano sempre, dopo pifi di 1800 anni, chele sue profezie debbano ancora avverarsi, << Giovanni >> noncessa mai di dire: << Il tempo e prossimo, tutto questo ac-cadra tra breve >>. E cio si riferisce soprattutto alla crisich"egli predice, e alla quale, evidentemente, egli conta diassistere.

Questa crisi E: la grande lotta finale fra Dio e l’<< anti-cristo >>, come altri l’hanno chiamato. I capitoli decisivi sonoil 13 e il 17. Lasciando da parte tutti gli ornamenti su-perflui, << Giovanni >> vede una bestia che sorge dal mare,che ha sette teste e dieci corna (le corna non ci interes-sano affatto) << e vidi una delle sue teste come ferita amorte, ma la sua ferita mortale era stata guarita >>. Questabestia era destinata ad aver potere sulla terra, contro Dioe l’agnello, per quarantadue mesi (meta dei sette anni sacri),e tutti gli uomini dovevano esser costretti, durante queltempo, a portare il segno della bestia o il numero del suo

67

Page 36: Engels Friedrich Sulle Origini Del Cristianesimo

ll'

nome sulla mano destra, o sulla fronte. << Questa e la sa-pienza. Chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia,pole/Qé é il numero all un uomo: il suo numero e seicentoses-_mntasei ».

Ireneo, nel secondo secolo, sapeva ancora che con latesta ferita e poi guarita si voleva intendere Nerone, cheera stato il primo grande persecutore dei cristiani. Alla suamorte, si era sparsa una Voce, specialmente attraverso laAcaia e l’Asia, secondo la quale egli non era morto, masoltanto ferito, e sarebbe riapparso un giorno e avrebbesparso il terrore attraverso il mondo (Tacito, Ann., 6, 22).Allo stesso tempo, Ireneo conosceva un’altra variante moltoantica, che dava come numero del nome 616, invece di 666.

Nel capitolo 17 la bestia con le sette teste comparedi nuovo, questa Volta montata dalla ben nota signorascarlatta, della quale il lettore puo godersi l’elegante de-scrizione nel libro stesso. Qui un angelo spiega a Giovanni:<< La bestia che hai visto era, ma ora non piu... Le setteteste sono le sette montagne sopra le quali troneggia la fern-mina e sono anche sette re: di questi Cinque girl caddero,uno esiste adesso l’altro ancom non é giunto, ma quandoverra, e necessario che duri poco. La bestia che era, ma oranon Ke pifi e appunto l’ott¢zoo, fa parte dei sette... E la fem-mina che hai visto, e la grande citta che regna su-i redella terra >>.

Qui, dunque, abbiamo due chiare affermazioni: 1) lasignora scarlatta e Roma, la grande citta che regna sui redella terra; 2) al tempo in cui il libro e scritto, regna ilsesto imperatore romano; dopo di lui verra un altro a re-gnare per breve tempo; e poi si avra il ritorno di uno che<< fa parte dei sette », che fu ferito ma risanato, e il cuinome e contenuto in quel misterioso numero, e che Ireneosapeva ancora essere Nerone.

Contando da Augusto, abbiamo Augusto, Tiberio, Cali-gola, Claudio, quinuo Nerone. Il sesto, che regna, e Galba,la cui ascesaflal trono fu il segnale per un’insurrezione dellelcgioni, specialmente in Gallia, guidate da Otone, succes-

68

sore di Galba. Cosi i1 nostro libro deve essere stato scrittosotto Galba, che regno dal 9 giugno 68 al 15 gennaio 69.E prediceimminente il ritorno di Nerone.

Ma ora la prova finale: il numero. Anche questo e statoscoperto da Ferdinand Benary, e da allora non as mai statocontestato nel mondo scientifico.

Circa treoento anni prima della nostra era, gli ebreicominciarono a usare le loro lettere come simboli per inumeri. I rabbini speculativi videro in questo un nuovornetodo per la loro interpretazione mistica o cabala. Parolesegrete erano espresse dalla cifra risultante dall’addizionedei valori nurnerici delle lettere in esse contenute. Questanuova_ scienza la chiamavano ge/mztriala, geometria. Oraquesta scienza e impiegata qui dal nostro << Giovanni >>.

Dobbiamo dimostrare: 1) che il numero contiene il nornedi un uomo, e che quest’uomo e Nerone; e 2) che la solu-zione data e valida tanto per la lezione 666 quanto per lalezione ugualmente antica 616. Prendiamo le lettereebraiche e i loro valori;

3 (nun) n = 50'1 (resc) r = 2001 (vau) per o = 6J (nun) n = 50

3 (caf) le = 100D (samech) s = 60-l (resc) r = 200

Neron Kemr, l’imperatore Nerone, in greco NéronKaimr. Ora, se invece della grafia greca noi trasponiamo inlatino Nero Caerar in caratteri ebraici, il nun alla fine diNeron soompare, e con esso il valore di cinquanta. Questoci porta all’altra antica lezione di 616, e cosi la prova eperfetta quanto si puo desiderare.

ll libro misterioso, allora, e adesso perfettamentechiaro. << Giovanni >> predice il ritorno di Nerone per

69

Page 37: Engels Friedrich Sulle Origini Del Cristianesimo

l’anno 70, circa, e un regno di terrore sotto di lui, chedurera quarantadue mesi, o 1260 giorni. Dopo quel ter-mine, Dio si leva, Vince Nerone, l’anticristo, distrugge lagrande citta col fuoco, e lega il clemonio per mille anni.I1 millennio comincia, e cosi via. Tutto ciE> ha ora perdutoogni interesse, tranne che per quelle persone ignoranti, chesi sforzano ancora di calcolare il giorno del giudizio finale.Ma come quadro autentico di un cristianesimo pressochéprimitivo, tracciato da uno di loro stessi, il libro ha pidvalore di tutto il resto del Nuovo Testamento messoinsieme.

f

70

Appendice

Page 38: Engels Friedrich Sulle Origini Del Cristianesimo

Engels a Kautskyl

28 luglio 1894Caro barone,

non c’e alcuna fretta di pubblicare l’articolo`. Non ap-pena l’avr6 corretto lo potrai stampare quando vuoi, insettembre o in ottobre. Mi sono occupato dell’argomentosin dal 1841, anno in cui ho assistito ad una lezione diF. Benary.sull’Ap0calisse. Mi convinsi da quel momentoche questo era il libro piu antico e piu importante delNuovo Testamento. Dopo questi cinquantatre anni digravidanza, la sua venuta al mondo non e davvero urgente.

Quanto a quello chve mi chiedi:1) Io non dico affatto, se non mi sono spiegato male,

che piccoli horghesi e schiavi della campagna furono trai primi seguaci del cristianesimo, ma li pongo soltanto fraquelle classi nelle quali era probabile che il cristianesimopotesse contare dei seguaci. E certamente fu cosi, special-mente nel II e III secolo. Non vi e alcun duhbio che ilcristianesimo, appena passato dalla Giudea nella Siria set-tentrionale e nell’Asia Minore, e successivamente in Grecia,Egitto e Italia, si e sviluppato ed ha avuto i suoi primi se-guaci nelle cittd.

1 Engels scnisse questa lettera a Karl Kautsky (chiamato qui scher-zosamente <<barone>>), direttore della Neue Zeit, in oocasione dellapubblicazione dell’articolo Per la storia del cristianesimo primitivo,compreso nella presente raccolta (v. sopra, pp. 15-49).

73

Page 39: Engels Friedrich Sulle Origini Del Cristianesimo

2) Mi chiedi se il regno millenario e su questa terra onell’a1 di la. Dipende da come lo si intende. Io chiamo aldi la cio che é dopo Za marie. Su questo punto l’Apoculisrenon lascia alcun dubbio. Il regno millenario e soltanto peri martiri e poi, in ogni caso, per i cristiani ancora vivential momento della sua instaurazione e percio per questiultimi é .vu questa terra, mentre per i ffuzrtiri che risor-gono e nelfal di lei. E l’ant:ica storia: you pays your moneyand you takes your c/Joice 1. La cosa decisiva per me E: chesenza un’idea dell’immortalita e senza credere in un premioo in una pena nell’al di la tutto cio non e possibile. Eancor meno su questa terra e la nuova Gerusalemme, chedeve venire dopo il regno millenario e il giudizio finale.

Anche secondo le cosiddette lettere paoline, i credentiancora vivi dovrebhero essere << trasformati » al ritorno diCristo e trasfigurati da mortali in immortali.

E facile capire perché_ il negno millenario fosse descrittocon time terrene. Anche l’/lpocalisse non puo contentarsidel piacere celestiale che si prova a sedere su di una umidanuvola con quattro nude lettere o a suonar l’arpa con lamano piu o meno insanguinata e cantar cori per l’eternita...

1

fiere: <<Paga, e poi scegliti il premio che vuoi >>.

Espressiong dialettale inglese, tolta dal linguaggio popolare delle

Indice dei nomi

Adriano Publio Elio, 27.Albrecht, profeta, 22.Alessandro Magno, 37.Antioco III il Grande, 41 n.Antioco IV Epifane, 29, 41 n.Antonino Pio, 27.Augusto, 42, 53, 68.

Balaam, 31, 33.Balac, 31.Baruc, 29.Bauer Bruno, 11, 26, 27, 48, 51-

53, 55, 56.Baur Ferdinand Christian, 63.Becker August, 22.Benary Ferdinand, 41, 43, 45,

67, 69, 73.Bengel ]ohann Albrecht, 45.Bousset Wilhelm, 12.'Buonaiuti Ernesto, 12.

Caligola, 42, 68.Cesare Caio Giulio, 53.Claudio Tiberio Druso Nerone

Germanico, 28, 42, 43, 68.Comrnodiano, 28.Costantino I il Grande, 26, 52.Cristo, 20, 27, 29, 30, 38-41,

44-47, 53, 55, 65, 74-

Daniele, 28, 29, 39, 41, 67.Deissmann Adolf, 12.Domiziano Tito Flavio, 26 n.

Enoc, 29, 39.Epicuro di Samo, 59.Erasmo di Rotterdam, 11.Esdra, 29.Ewald Georg Heinrich August,

41, 54 n.

Fallmerayer Jacob Philipp, 46,57 n.

Filippo I di Macedonia, 37.Filone di Alessandria, 26, 52~

55, 65.Fourier Charles, 35.

Galba Servio Sulpicio, 42~44,68, 69.

Gezabele, 32, 64.Gforer August Friedrich, 63.Giovanni, 27-29, 34, 36, 38, 39,

45, 55, 60, 66-69.

Hegel Georg Wilhelm Fried-rich, 51.

Heine Heinrich, 35, 54.

lreneo, 43, 44, 68.

741' 75

Page 40: Engels Friedrich Sulle Origini Del Cristianesimo

Kautsky Karl, 9, 73.Kuhlmann Georg, 22, 23.

Lamennais Félicité Robert de,23.

Loisy Alfred, 12.Luciano di Sarnosata, 20, 22.Liicke Gottfried Christian Fried-

rich, 41.

Marco Aurelio, 27.Marx Karl, 9, 11.Melantone Filippo, 11.Menger Anton, 18.Mose, 30, 65.

Nabucodonosor, 29.Nerone Lucio Domizio, 42-44,

57, 58, 68-70.Nicola, 33.

Otone Salvio, 42, 44, 68.

Paolo di Tarso, 19, 25, 33.Peregrine (Proteo), 20-24.Persio Aulo Flacco, 58, 65.Petronio Arbitro, 56.Pettazzoni Raffaele, 12.

1

76

Ranovic A.B., 12.Reitzenstein Richard, 12.Ixenan joseph Ernest, 19, 25

28, 33, 41, 45, 51, 63, 64

Schott Wilhelm, 20.Seneca Lucio Anneo, 26, 53, 55

56, 58, 65.Socrate, 21.Spartaco, 57.Strauss David Friedrich, 11 25,

2

52, 63.

Tacito Publio Cornelio, 28, 43,48, 57, 68.

Tiberio Claudio Nerone, 42, 56,68.

Tito Flavio Vespasiano, 26 n.

Vespasiano Tito Flavio, 26 n.Virgilio, 45 n.Vitellio Aulo, 28, 29, 42, 43,Voltaire, 20.

Weitling Wilhelm, 19, 22.Wilke Christian Gottlob, 52

Ziika jan, 19.Zoroastro, 46 n.

Universale

ultimi z/olumi pubblicati

Marx Critica della filosofia hegeliana del diritto pubblico

Pasolini ll sogno del centauroAutori vari Sette modi di fare criticaCerroni ll pensiero di MarxMusatti Questa notte ho fatto un sognoMarx-Engels Manifesto del partito comunistaDarwin Eorigine dell`uomoRousseau EmileArgan Storia dell’arte come storia della cittaBachofen lntroduzione al <<Diritto materno>>Ferraris Oliverio ljassedio della pauraWillett ljavanguardia europeaMontalenti lntroduzione alla biologiaBroch ]ames ]oyceMartin Vita di EinsteinTacito La GermaniaBlok Gli ultimi giorni del regime zaristaMorosini ll fabbro della pitturaReed Dieci giorni che sconvolsero il mondoBernal Storia della fisicaCetrangolo Breve storia della letteratura latinaGreene ll tenero omicida,Eisner Lo schermo demoniacoDebenedetti Amedeo e altri raccontiMarramao Potere e secolarizzazioneMachiavelli ll PrincipeBlok TaccuiniMerker Storia della filosofia 1, 2, 3

Stuparich Cuore adolescente. Trieste nei miei ricordiVoltaire La cena del Conte di BoulainvilliersMarx Salario, prezzo e profittoAutori vari ll destino del libroGuicciardini Antimachiavelli

Page 41: Engels Friedrich Sulle Origini Del Cristianesimo

ShawVernantRohespierreLocl<eBlochHeisenbergDoniniDostoevskijPudovkinMarxMinnaKracauerBorgesCodinoGhidettiGherarducciMusattiSalomeKantVaccaWhynesKennedyJaccardSalarisNietzscheMorosiniCanaliDe MaistreEngelsManzoniCechovHugoLombardo-PignatelMarxLeninTattersfieldMusattiBonghi-BorrTommaseoAutori variLaver

ir

Di nulla in particolare e del teatro in generaleLe origini del pensiero grecoLa rivoluzione giacohinaTrattato sul governoMarxismo e utopiaCltre le frontiere della scienzaLineamenti di storia delle religioniNote invernali su impressioni estiveLa settima arteRisultati del processo di produzione immediatoBreve storia della MafiaIl romanzo poliziescoConversazioni americaneL’origine dello Stato nella Grecia anticaIl decadentismoIl futurismo italianoI girasoliLa materia eroticaPer la pace perpetuaIl marxismo e gli intellettualiIntroduzione all’economiaIntroduzione alla statistieaFreudStoria del futurismoLa gaia scienzaL’arte degli anni difficili (1928-1944)Giulio CesareConsiderazioni sulla FranciaLudwig FeuerbachLa monaca di MonzaL’isola di SachalinCose viste

La stampa periodica in ItaliaForme economiche precapitalisticheL’estremismo, malattia infantile del comunismoAspettando HalleyMia sorella gemella la psicoanalisi

Colloqui col ManzoniPer TozziIntroduzione alla politica

Palmer-ColtonAutori vari/\ccornero-Bianchi-MarchettiMarxAutori variDe VescoviLeninMotturaCanaliGramsciEngels-MarxMazzottiVygotskijFreeland-JudsoEngelsMarx-Engels

I'1

Storia del mondo moderno 1, 2, 3

Potere senza Stato

Simone Weil e la condizione operaiaMiseria della filosofiaFine della politica?Economia dell°informazione televisivaChe fare?Il giuramento di IppocrateLucrezio poeta della ragioneIl Vaticano e l’ItaliaLa sacra famigliaIstruzioni per la vecchiaiaLezioni di psicologiaL’ottavo giorno della creazioneL’origine della famigliaMarxismo e anarchismo

Page 42: Engels Friedrich Sulle Origini Del Cristianesimo

Finito di stampare i1 30 giugno 1986dalla Tipolitografia ITER - Via G, Raffaelli, 1 - Roma

.5