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1 Introduzione Brasile (República Federativa do Brasil), repubblica federale dell'America meridionale. Nessun paese accende da sempre l'immaginazione dell'Occidente come il Brasile, per secoli simbolo della grande fuga nel paradiso tropicale primordiale. Dalla passione sfrenata del Carnevale all'oscura profondità dell'Amazzonia, il Brasile è un paese dalle proporzioni mitiche. Con una superficie di 8.547.404 km², è lo stato più grande del continente. Il paese si estende per circa 4.300 km in lunghezza e larghezza. L'estensione delle coste è di 7.490 km. Confina a nord con il Venezuela, la Guyana, il Suriname e la Guayana Francese, a sud con l'Uruguay, a ovest con l'Argentina, il Paraguay, la Bolivia e il Perù, a nord-ovest con la Colombia; a est è bagnato dall'oceano Atlantico.

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Introduzione

Brasile (República Federativa do Brasil), repubblica federale dell'America meridionale. Nessun paese accende da sempre l'immaginazione dell'Occidente come il Brasile, per secoli simbolo della grande fuga nel paradiso tropicale primordiale.

Dalla passione sfrenata del Carnevale all'oscura profondità dell'Amazzonia, il Brasile è un paese dalle proporzioni mitiche.

Con una superficie di 8.547.404 km², è lo stato più grande del continente. Il paese si estende per circa 4.300 km in lunghezza e larghezza. L'estensione delle coste è di 7.490 km. Confina a nord con il Venezuela, la Guyana, il Suriname e la Guayana Francese, a sud con l'Uruguay, a ovest con l'Argentina, il Paraguay, la Bolivia e il Perù, a nord-ovest con la Colombia; a est è bagnato dall'oceano Atlantico.

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Approssimativamente delle stesse dimensioni degli Stati Uniti, il Brasile è un paese vastissimo che occupa circa la metà dell'intero continente sudamericano.

Fanno parte del Brasile le isole Fernando de Noronha, l'atollo das Rocas, gli scogli di São Pedro e São Paolo, l'isola di Trindade e gli isolotti Martin Vaz. La capitale è Brasilia.

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Territorio Il territorio del Brasile può essere suddiviso in due vaste regioni naturali: il bacino del Rio delle Amazzoni, nella sezione settentrionale, e l'altopiano del Brasile, formato da una serie di altipiani che si estendono per 3.000.000 di km2 nella sezione centrorientale. Il bassopiano amazzonico, interamente percorso dal Rio delle Amazzoni e dai suoi numerosissimi affluenti e subaffluenti, occupa più di un terzo della superficie del paese. Si tratta di una regione prevalentemente pianeggiante, in molte zone paludosa e soggetta a periodiche inondazioni. Il bassopiano, che coincide in parte con la regione naturale dell'Amazzonia, comprende estese foreste pluviali (selvas), in molte aree inaccessibili a causa della fitta vegetazione; a nord, la regione è delimitata dai bassi rilievi del massiccio della Guayana. L'altopiano del Brasile è un grande basamento eroso di rocce archeozoiche la cui altitudine media varia dai 700 ai 1200 m. Comprende, soprattutto verso nord-est, catene montuose e valli fluviali e in numerosi punti si innalza ripido sulla costa oceanica. Le principali catene montuose dell'altopiano del Brasile comprendono la Serra di Mantiqueira, la Serra do Mar e la Serra do Espinhaçoo, che hanno un'altitudine media di circa 1200 m. La parte centro-occidentale del tavolato comprende il Mato Grosso. Gran parte del territorio dell'altopiano è costituito da vaste praterie (campos) e da grandi aree boschive. Nella regione del Nordeste, prevalgono gli aridi altipiani noti come sertão. Le vette più elevate del Brasile sono il Pico da Neblina (3.014 m), al confine con il Venezuela, e il Pico da Bandeira (2.890 m). La linea costiera, bordata da una stretta fascia pianeggiante presenta alcune profonde insenature che creano porti naturali, come quelli di Rio de Janeiro, di Salvador e di Recife. Benché le terre coltivabili rappresentino il 7,7% della superficie totale del paese, il Brasile ha nell'agricoltura una delle sue principali risorse naturali. Grazie alla foresta amazzonica, che copre circa 532.481 migliaia di ettari, il paese dispone di immense risorse di legno. Altrettanto ricche sono le risorse minerarie, tra cui bauxite, diamanti, oro, nichel, cromo, ferro, uranio, manganese, stagno e petrolio. La vasta rete idrografica del paese ha permesso un ampio sfruttamento dell'energia idroelettrica.

Idrografia Gran parte del territorio brasiliano è compreso nei sistemi fluviali del Rio delle Amazzoni e del Rio de la Plata-Paraná. Il Rio delle Amazzoni e i suoi maggiori tributari, il Negro, il Japurá, il Putumayo, il Purus, il Madeira, il Tapajós, lo Xingu e il Tocantins, formano un'estesa rete di navigazione interna paragonabile solo a quella del fiume Mississipi negli Stati Uniti. Il fiume, che dalle sorgenti andine fino alla foce, sulla costa nordorientale del Brasile, ha un corso di 6.400 km, è navigabile per circa 4000 km anche da imbarcazioni di grandi dimensioni. I principali fiumi navigabili che scendono dagli altipiani sono il São Francisco e il Parnaíba. Il primo, navigabile nel suo corso superiore, è interrotto a circa 305 km sopra la foce dalle cascate Paulo Alonso; rapide e cascate interrompono anche la navigabilità del Parnaíba, dell'Iguaçu e dell'Uruguay, uno dei fiumi principali del sistema del Rio de la Plata che percorre il territorio brasiliano per più di 965 km segnando per un lungo tratto il confine con l'Argentina.

Flora e fauna La vegetazione brasiliana è estremamente ricca e diversificata, specie nel bacino amazzonico. Qui domina la foresta pluviale, in cui la vegetazione è particolarmente rigogliosa e composta da centinaia di specie di piante distribuite in base al grado di umidità dei suoli: tra queste, palme e piante della famiglia delle euforbiacee (dalle quali si ricava il caucciù). Lungo la costa crescono rigogliose foreste di mangrovie, alberi del cacao, palme nane e numerose altre specie, tra cui la Caesalpinia echinata; a questa pianta (chiamata dagli autoctoni pau-brasil) si deve il nome del paese. I frutti maggiormente coltivati sono l'ananas, il mango, la banana, l'uva, l'arancia, il fico e la guaiava. Negli altipiani, la lussureggiante vegetazione lungo le valli fluviali si fa più rada nelle zone montuose, dove crescono soprattutto specie decidue. Nelle zone temperate abbondano le conifere, mentre nelle sezioni aride dell'altopiano sono comuni i cactus e una vegetazione di tipo arbustivo.

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La fauna del Brasile è estremamente ricca e varia. Tra i mammiferi di grandi dimensioni sono diffusi il capibara, il puma, il giaguaro e l'ocelot. Non mancano il pecari, il tapiro, il formichiere, il bradipo, l'opossum e l'armadillo, oltre a vampiri e ad altri tipi di pipistrello. Nelle regioni meridionali sono presenti numerosissimi cervi. Le foreste sono popolate da diverse specie di scimmie e di uccelli tropicali, soprattutto pappagalli e tucani. Tra i rettili, numerose le specie di alligatori e serpenti, tra cui il crotalo muto, il ferro di lancia e il boa. Nei fiumi e lungo la costa atlantica ricchissima è la popolazione di tartarughe e pesci (tra cui piranha e barracuda).

A Prateria B Foresta pluviale amazzonica C Cerrado D Caatinga E Foresta pluviale atlantica F Pantanal G Foresta pluviale atlantica (ora scomparsa)

Problemi e tutela dell'ambiente L'immenso bacino idrografico del Rio delle Amazzoni è interamente coperto da foreste tropicali e savane, che costituiscono il più grande polmone verde del pianeta, in grado di influenzarne il clima e di ridurre l'anidride carbonica in eccesso nell'atmosfera. Il bacino del Rio delle Amazzoni è anche un prodigioso serbatoio di biodiversità per la quantità e la varietà delle specie vegetali e animali in esso presenti. La foresta amazzonica copre il 63% del territorio del Brasile. Il ricchissimo patrimonio amazzonico è però gravemente minacciato dal crescente sfruttamento delle risorse determinato dal processo di industrializzazione. Il governo brasiliano ha a lungo promosso e incoraggiato l'occupazione e lo sfruttamento della foresta, avviando la realizzazione di infrastrutture viarie e idrauliche al fine di accelerare l'insediamento di coloni e grandi aziende, l'apertura di miniere, lo sfruttamento del legname e la costruzione di vaste fattorie per l'allevamento. A seguito di ciò, il 12% circa delle foreste amazzoniche è andato perduto, soprattutto in Brasile, dove tra il 1979 e il 1990 il tasso annuo di deforestazione aveva raggiunto l'allarmante livello di 20.000 km² all'anno. Nelle zone interessate dal disboscamento si è assistito al rapido degrado del suolo, all'inquinamento dei corsi d'acqua e alla cacciata di migliaia di indios dalla propria terra.

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Per limitare il disastro ambientale, in questi ultimi anni il governo brasiliano, anche grazie alle pressione internazionale, ha in parte ridotto gli incentivi concessi per lo sviluppo industriale del bacino del Rio delle Amazzoni; d'altro lato, gli aiuti economici e politici accordati dalle organizzazioni internazionali al paese sono sempre più improntati al rispetto e alla tutela dell'ambiente. Il 91,02% dell'elettricità del paese proviene dall'energia idroelettrica, prodotta attraverso la realizzazione di dighe e giganteschi bacini artificiali lungo i corsi d'acqua amazzonici, che hanno però drammaticamente alterato l'equilibrio ecologico. Per tale ragione la BIRS ha rifiutato una richiesta da parte delle autorità brasiliane di fondi destinati alla realizzazione di una nuova diga per la produzione di energia idroelettrica. Lungo la costa tra Rio de Janeiro e São Paulo si trova l'unica centrale nucleare brasiliana, che produce lo 0,99% dell'energia nazionale. Secondo dati del 1997 il 4,2% del territorio del paese risultava soggetto a protezione ambientale. Disseminati sul territorio brasiliano si trovano infatti numerosi parchi nazionali, riserve biologiche e riserve antropologiche. Il Brasile possiede inoltre aree naturali riconosciute come patrimonio dell'umanità e riserve della biosfera poste sotto la tutela dell'UNESCO. Nel 1992 il Brasile ha ospitato a Rio de Janeiro la Conferenza delle Nazioni Unite sull'Ambiente e lo Sviluppo, anche nota come Earth Summit, durante la quale, oltre alla promozione di iniziative ambientali, si è giunti alla definizione del concetto di sviluppo sostenibile. A livello internazionale, il Brasile ha ratificato numerosi trattati, tra cui il Trattato Antartico, la Convenzione sul diritto del mare e la Convenzione sull'Emisfero Settentrionale (1940). Sulla base del Trattato di cooperazione amazzonico (1978), il paese coopera alla protezione del Bacino del Rio delle Amazzoni.

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Clima Pur essendo vero che solo a sud si registrano escursioni climatiche stagionali estreme simili a quelle dell'Europa e degli Stati Uniti, nel resto del paese, l'alternarsi delle stagioni è accompagnato da notevoli variazioni della piovosità, della temperatura e del tasso di umidità presente nell'aria. In generale, spostandosi da nord a sud si assiste a variazioni climatiche stagionali sempre più marcate.

L'inverno brasiliano coincide con il periodo compreso tra giugno e agosto; nonostante nel paese si registrino quasi ovunque temperature miti durante tutto l'anno, negli stati meridionali di Rio Grande do Sul, Santa Catarina, Parana e Sào Paulo le temperature invernali medie oscillano tra i 13°C e i 18°C e in alcune città può addirittura nevicare, evento sorprendente per i tanti Brasiliani che non hanno mai visto la neve.

La stagione estiva va invece da dicembre a febbraio; con tutti i Brasiliani che si godono le vacanze, viaggiare può rivelarsi un'impresa difficile e costosa, tanto piùche nelle regioni a sud di Rio, città compresa, il tasso di umidità può raggiungere livelli intollerabili. Questo, tuttavia, è anche il momento più vivace e gioioso dell'anno, che vede i Brasiliani, in fuga dai loro piccoli appartamenti arroventati, riversarsi sulle spiagge e nelle strade. Le vacanze scolastiche iniziano verso la metà di dicembre e proseguono fino a Carnevale, che di solito cade alla fine di febbraio.

In estate la città di Rio è calda e afosa, con temperature spesso comprese tra i 30°C e i 40°C e a volte superiori anche a quest'ultimo valore. Acquazzoni brevi e frequenti contribuiscono a rinfrescare leggermente l'aria, ma è la forte umidità a rendere l'atmosfera opprimente. Durante gli altri mesi dell'anno a Rio si registrano temperature più fresche, in genere sui 25°C, che tuttavia possono a volte superare i 30°C. Se vi trovate a Rio in inverno e le condizioni meteorologiche sono pessime (può piovere per giorni e giorni) oppure desiderate una località più calda, dirigetevi verso il Nordeste.

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In estate, sulla costa del Nordeste la colonnina di mercurio si alza tanto quanto a Rio, ma una splendida brezza tropicale e un inferiore tasso di umidità mitigano l'aria rendendola meno afosa. Tra Bahia e Maranhão le temperature stagionali sono in genere lievemente più alte che a Rio e raramente scendono al di sotto dei 28°C. Tutto sommato, è difficile immaginare un clima migliore.

Sul Planalto (altopiano), per esempio nel Mìnas Gerais e nel distretto di Brasilia, si registra solitamente qualche grado in meno sia di temperatura sia di umidità rispetto alla costa. Qui le piogge estive sono piuttosto frequenti, mentre sulla costa tendono a essere più irregolari. Nonostante in Brasile l'andamento della piovosità subisca notevoli variazioni a seconda delle regioni, la pioggia è un elemento costante durante tutto l'anno e in genere si presenta sottoforrna di brevi rovesci tropicali assolutamente imprevedibili che raramente alterano o interferiscono con i programmi di viaggio. Il sertão costituisce un'eccezione degna di nota, infatti, a periodi di piogge molto intense della durata di qualche mese si alternano ciclicamente periodi di siccità che devastano la regione.

Nel bacino del Rio delle Amazzoni si ha una piovosità maggiore proprio nelle zone del bassopiano appartenenti al Brasile; Belém, per esempio, è una delle città più piovose del mondo, ma qui il refrigerio degli acquazzoni è considerato una vera e propria manna dal cielo. L' Amazzonia, in realtà, non è assolutamente calda come la maggioranza della gente immagina (la temperatura media si aggira sui 27°C), ma è invece molto umida. Il caldo tende a diminuire lievemente tra i mesi di giugno e agosto. In alcune zone del Norte il periodo che va da gennaio a marzo è chiamato inverno perché è il periodo di maggiore piovosità.

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Divisioni amministrative e città principali

Il Brasile è formato da 26 stati e dal distretto federale di Brasilia.

Appartengono alla regione del Norte gli stati di Acre, Amapá, Amazonas, Pará, Rondônia, Roraima e Tocantins; la regione del Nordeste comprende gli stati di Alagoas, Bahia, Ceará, Maranhão, Paraíba, Pernambuco, Piauí, Rio Grande do Norte e Sergipe; il Sudeste include gli stati di Espirito Santo, Minas Gerais, Rio de Janeiro e São Paulo; il Sul quelli di Paraná, Rio Grande do Sul e Santa Catarina; il Centro-Oeste quelli di Goiás, Mato Grosso, Mato Grosso do Sul.

Le principali città del Brasile sono São Paulo, la più popolosa città del paese e dell'America meridonale; Rio de Janeiro, capitale del paese prima di Brasilia, metropoli costiera e principale città portuale; Porto Alegre, Salvador, Belém, Recife, Natal, Curitiba, Fortaleza, Belo Horizonte e Manaus, sul Rio delle Amazzoni.

Lo stato di Rio de Janeiro vanta alcune delle spiagge più belle del Brasile, dalla famosissima Búzios a quella molto meno attrezzata di Ilha Grande.

Le città brasiliane si svilupparono con particolare rapidità negli anni Ottanta e Novanta del XX secolo in conseguenza della massiccia affluenza della popolazione rurale che raggiunse le aree urbane in cerca di lavoro. Questo fenomeno di massivo inurbamento fu la causa dell'edificazione di quartieri poveri e degradati, costituiti da bidonville costruite senza alcun criterio urbanistico, noti con il nome di favelas.

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Pur non essendo il paradiso in terra immaginato da tanti viaggiatori, il Brasile è un paese di sorprendente bellezza, dove esistono tuttora distese di foresta pluviale inesplorata, isole con spiagge tropicali incontaminate, fiumi immensi e bellissime città. E non dimentichiamo i Brasiliani, capaci di conquistare i visitatori con la loro energia positiva, fantasia e gioia di vivere.

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Economia

Il Brasile, stato tradizionalmente agricolo, ha assistito, negli anni Sessanta e Settanta, a un rapido sviluppo industriale che ha portato a una considerevole diversificazione del settore economico. Fiorente è l'industria estrattiva, che sfrutta i giacimenti di ferro e di carbone, e la produzione siderurgica, chimica e di automobili. Lo Stato deve tuttavia risolvere gravi problemi di disoccupazione (7,8%, 1997), inflazione (263,9%, in rapporto al PIL) e debito estero, una delle principali cause, questa, della miseria del paese. Nel 1999 il prodotto interno lordo fu di 751.505 milioni di dollari USA, corrispondente a un PIL pro capite di circa 4.470 dollari USA. L'unità monetaria del Brasile è il real, suddiviso in 100 centavos e introdotto nel luglio del 1994 in sostituzione del cruzeiro. La banca di emissione è la Banca centrale del Brasile (1965).

Agricoltura e allevamento Il settore agricolo del paese è basato sui prodotti di piantagione: circa un quarto della produzione mondiale di caffè, destinata in gran parte alle esportazioni, proviene dai distretti di São Paulo, Paraná, Espíritu Santo e Minas Gerais. Il Brasile è inoltre uno dei primi produttori mondiali di canna da zucchero, da cui si ricavano zucchero raffinato e alcol per combustibili, e di cacao. Altre colture di rilievo sono le oleaginose, quali soia, semi di lino, ricino e palme da olio, e frutta, quali banane, arance, ananas e noci di cocco. L'allevamento viene praticato in quasi tutte le regioni del paese, soprattutto negli stati del Sud. Cospicuo è il patrimonio di bovini, più modesto, ma ugualmente diffuso, quello di cavalli, suini e volatili da cortile.

Risorse forestali e pesca Dalle fitte foreste del Brasile si ricavano caucciù, cera di carnauba, piante medicinali, oli vegetali e resine, oltre a diversi tipi di legno da costruzione. Abbondanti anche i legni pregiati quali il cedro, il palissandro e il pino del Paraná. L'industria della pesca (gamberi, sardine e aragoste), nonostante le difficoltà dovute alla carenza di capitali e di strutture per la conservazione, rappresenta un settore di considerevole importanza.

Risorse energetiche e minerarie Il Brasile è un paese ricco di risorse minerarie che alimentano un'importante industria estrattiva, nonostante il loro sfruttamento sia stato ostacolato, fino agli anni Settanta, dalla carenza di capitali e dall'inadeguatezza dei sistemi di trasporto. La risorsa principale del settore è il ferro, del quale il paese è il secondo produttore del mondo, ricavato dai giacimenti di Serra dos Carajáa e Minas Gerais. Il Brasile è inoltre uno dei maggiori produttori di stagno, cristalli di quarzo e berillio. Lo sfruttamento delle immense risorse minerarie del paese svolge un ruolo fondamentale nell'economia del paese. Tra queste, manganese, gas naturale, bauxite e mica, zinco, magnesio, titanio, grafite, rame, platino e mercurio. Più tradizionale è l'estrazione di minerali preziosi, quali oro, argento e diamanti.

Industria Il settore industriale, che occupa il 20% (1997) della forza lavoro del paese, è in gran parte concentrato nella regione del Sudeste, dove sono situate le industrie di punta del paese. L'industria brasiliana poggia sul settore della lavorazione delle materie prime: sono quindi presenti stabilimenti alimentari e della lavorazione del tabacco, della gomma e della carta. São Paulo è lo stato più industrializzato, dopo Rio de Janeiro, Belo Horizonte e Porto Alegre. Settori produttivi e di primaria importanza per l'economia del paese sono inoltre l'industria automobilistica, tessile, chimica e siderurgica.

Commercio e finanza I prodotti maggiormente esportati sono caffè, zucchero, cacao, tabacco, minerali di ferro, acciaio, componenti per l'industria dei trasporti, macchinari, calzature e tessili. I principali paesi importatori di prodotti brasiliani nei primi anni Novanta furono gli Stati Uniti (più di un quarto del valore totale delle esportazioni), la Germania, il Giappone, l'Italia, l'Argentina, la Francia, l'Olanda e la Gran Bretagna. Con l'entrata in vigore del Mercosur, nel 1995, il Brasile ha potuto potenziare gli scambi commerciali con gli altri paesi dell'America Meridionale.

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Trasporti e vie di comunicazione Le reti stradale (1.724.924 km, di cui solo il 10% asfaltati) e ferroviaria (4.183 km) sono sviluppate soprattutto nelle regioni costiere, scarsamente collegate con le aree interne del paese. I progetti di sviluppo delle reti stradali comprendono il completamento della Transamazzonica, un'arteria lunga più di 5000 km che unirà la regione del Nordeste al Perù. La rete fluviale rappresenta una basilare via di comunicazione interna, mentre lungo la costa circa 40 porti costituiscono importanti centri di commercio interno e internazionale. Tra questi i principali sono Santos, Rio de Janeiro, Paranaguá, Recife e Vitoria. La compagnia aerea nazionale è la Varig; sono presenti numerosi aeroporti necessari a garantire i collegamenti all'interno di un paese così vasto.

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Ordinamento dello stato

Indipendente dal 1822, il Brasile diventò una repubblica nel 1889 in seguito a una rivolta militare. Con la Costituzione del 1891 il paese si diede una forma di governo presidenziale e un assetto federale. Sottoposto a diverse dittature durante il XX secolo, il Brasile ha riconquistato la democrazia nel 1985.

Potere esecutivo Il presidente, eletto a suffragio universale con un mandato di quattro anni, è anche capo del governo ed è coadiuvato da un gabinetto di ministri da lui nominati.

Potere legislativo Il sistema legislativo è basato su un Parlamento, il Congresso nazionale (Congresso Nacional), composto da due camere. Il Senato federale (Senado Federal) riunisce 81 membri eletti con sistema maggioritario per otto anni; la Camera dei deputati (Câmara dos deputados) ha 513 membri eletti attraverso un sistema proporzionale per un termine di quattro anni.

Potere giudiziario Il sistema giudiziario prevede una Corte suprema federale composta da 11 giudici nominati a vita dal presidente e confermati dal Senato. La pena di morte è in vigore per reati eccezionali o commessi in tempo di guerra.

Istituzioni periferiche Il Brasile comprende 26 stati, ciascuno dotato di Costituzione propria, e un distretto federale (distrito federal).

Difesa Il servizio militare è obbligatorio per tutti i cittadini maschi abili a partire dai 18 anni di età.

Forze politiche I partiti politici sono tornati alla legalità nel 1985, dopo la fine dell'ultima dittatura militare. Attualmente i principali schieramenti sono: il Partito del fronte liberale (Partido da frente liberal, PFL; conservatori-liberali); il Partito socialdemocratico (Partido da social democracia brasileiro, PSDB); il Partito del movimento democratico (Partido do movimento democrático brasileiro, PMDB; centristi); il Partito progressista (Partido progressista brasileiro, PPB; conservatori) e il Partito dei lavoratori (Partido dos trabalhadores, PT; socialisti).

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Storia

Il territorio del Brasile era abitato in origine da popolazioni amerinde seminomadi, appartenenti alle tribù degli arawak, tra le quali i caribi, stanziati nelle regioni settentrionali, e i tupí-guaraní che vivevano lungo la costa orientale e nella valle del Rio delle Amazzoni.

L'esplorazione europea e i primi coloni Nell'aprile del 1500 il navigatore portoghese Pedro Alvares Cabral raggiunse le coste brasiliane, rivendicate formalmente alla Corona di Lisbona col nome di Terra da Vera Cruz. Dopo il 1530 il re portoghese Giovanni III diede inizio alla colonizzazione del paese, che fu diviso in distretti o capitanerie, inizialmente affidati a eminenti personaggi di corte e, in seguito, all'autorità di un governatore generale. Il primo di questi, Thomé de Souza, giunto in Brasile nel 1549, organizzò un sistema di governo centralizzato con capitale nella città di Salvador, o Bahia; per ovviare alla scarsità di manodopera, i portoghesi ricorsero molto presto all'importazione di schiavi dall'Africa.

Il governo spagnolo e le incursioni olandesi Quando nel 1580 Filippo II, re di Spagna, acquisì anche la Corona portoghese, i possedimenti brasiliani vennero coinvolti nelle azioni di guerra mossegli contro da inglesi e olandesi. Nel 1624 questi ultimi si impadronirono della città di Bahia, riconquistata un anno dopo da un esercito composto da spagnoli, portoghesi e amerindi. Nel 1630 una nuova spedizione patrocinata dalla Compagnia olandese delle Indie Occidentali attaccò Pernambuco (attuale Recife); fecero seguito altre azioni militari che assicurarono agli olandesi il controllo della maggior parte del territorio compreso tra l'isola di Maranhão e il basso corso del São Francisco. Sotto l'efficace governo del conte Joan Mauritz van Nassau-Siegen, la zona occupata sviluppò presto un'economia fiorente, ma, dopo le dimissioni del governatore, entrato in conflitto con la dirigenza della Compagnia nel 1644, e un lungo braccio di ferro protrattosi sino al 1661, i coloni portoghesi si riappropriarono del territorio e gli olandesi rinunciarono formalmente a qualsiasi ulteriore rivendicazione su territori brasiliani.

Il dominio portoghese Dopo il 1640, anno in cui le Corone di Spagna e Portogallo si divisero nuovamente, il Brasile tornò sotto il dominio portoghese e divenne un vicereame. L'espandersi della colonizzazione del paese verso sud fu preceduto dalla penetrazione di vaste aree dell'interno ad opera di missionari gesuiti operanti nella valle dell'Amazzonia sin dagli inizi del XVI secolo. Nel frattempo gruppi di paulisti (residenti di São Paulo) avevano raggiunto l'alto corso del Paraná durante spedizioni finalizzate alla cattura di indigeni da utilizzare poi come schiavi; questa pratica suscitò la ferma condanna dei missionari gesuiti che, inizialmente, ottennero l'appoggio della Corona. Molti paulisti furono attratti dalla ricerca di oro e diamanti, specialmente dopo la scoperta nel 1693 di vasti giacimenti nella regione del Minas Gerais; altri si dedicarono alle colture di canna da zucchero e caffè. Il primo ministro portoghese, il marchese di Pombal, promosse numerose riforme nelle colonie brasiliane: liberò gli amerindi ridotti in schiavitù e incoraggiò l'immigrazione, ridusse le tasse a carico dei coloni, abolì il monopolio regio del commercio estero brasiliano e centralizzò la burocrazia amministrativa, trasferendo la sede del governo da Bahía a Rio de Janeiro. Allontanò inoltre i gesuiti dal paese (1760), cedendo alle richieste di molti proprietari terrieri irritati dall'azione dei missionari in difesa degli indigeni e dal loro crescente potere economico.

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L'indipendenza Le guerre napoleoniche alterarono profondamente il corso della storia brasiliana. Quando nel novembre del 1807 Napoleone invase il Portogallo, il principe Giovanni si rifugiò con la sua corte a Rio de Janeiro, dove pose la sua residenza e la sede del governo locale. Durante il suo soggiorno nella colonia, e prima di fare ritorno in patria col titolo regale e il nome di Giovanni VI (1821), il sovrano in esilio perdette progressivamente popolarità tra i suoi sudditi a causa della corruzione e dell'inefficienza che caratterizzarono la sua opera. Egli favorì così il diffondersi delle idee repubblicane, che già nelle vicine colonie spagnole originavano diffusi moti indipendentistici e che nel 1816 portarono all'occupazione della Banda Oriental (Uruguay), allora sotto il controllo dei rivoluzionari ispano-americani e ufficialmente annessa al Brasile cinque anni dopo. Poco prima della sua partenza per il Portogallo, Giovanni VI nominò il figlio Don Pedro sovrano reggente del Brasile. Nel 1822 questi convocò un'Assemblea costituente e proclamò l'indipendenza del paese, assumendo il titolo imperiale e il nome di Pietro I. In breve tempo tutte le truppe portoghesi lealiste furono costrette ad arrendersi all'autorità del nuovo regime.

L'impero del Brasile Pietro I, sovrano autocrate, perse presto il credito di popolarità inizialmente goduto presso i suoi sudditi. Nel 1823 sciolse l'Assemblea costituente da lui stesso voluta per promulgare la Carta fondamentale della nuova nazione indipendente (marzo 1824). L'anno successivo il sostegno argentino a una rivolta della Banda Orientale fu causa di un conflitto al termine del quale il Brasile concesse l'indipendenza ai territori che si costituirono nella repubblica dell'Uruguay (1828). Sempre più pressato dalle critiche e dall'opposizione popolari, nell'aprile del 1831 l'imperatore abdicò in favore del figlio di cinque anni Pietro II. Dopo una fase di interregno che durò fino al 1840, il giovanissimo re si rivelò un politico e uno statista abilissimo; promosse nuove esplorazioni, inaugurò reti di trasporto ferroviario e marittimo e promulgò una serie di riforme agrarie. Offrì inoltre sostegno ai rivoluzionari in guerra contro il dittatore argentino Juan Manuel de Rosas e, alleatosi con l'Argentina e l'Uruguay, vinse una guerra contro il Paraguay, durata dal 1865 al 1870. Il principale problema che l'imperatore dovette affrontare fu tuttavia quello dell'abolizione della schiavitù nel paese. L'importazione di nuovi schiavi dall'Africa fu dichiarata illegale nel 1853 e negli anni successivi fu lanciata una campagna per l'emancipazione dei due milioni e mezzo di schiavi che incontrò fortissime resistenze da parte dei proprietari terrieri ed ebbe esito soltanto nel maggio del 1888.

La prima repubblica Nel novembre del 1889 una rivolta militare guidata dal generale Manuel Deodoro da Fonseca obbligò Pietro II a rinunciare al trono. Proclamata la repubblica, con Fonseca capo del governo provvisorio, furono promosse alcune riforme strutturali, come la separazione tra Chiesa e Stato, e nel 1891 fu promulgata una nuova Costituzione federalista sul modello di quella degli Stati Uniti d'America. I primi anni della nuova repubblica furono caratterizzati da una grave e permanente turbolenza politica interna, anche a seguito della mancanza di esperienza e di tradizioni democratiche della nazione. Nel 1891 politiche e metodi arbitrari del presidente Fonseca sollevarono una forte opposizione in seno al Congresso, da lui sciolto agli inizi di novembre per stabilire un regime di tipo dittatoriale. Una rivolta della Marina, nel medesimo mese di novembre, lo obbligò a dimettersi in favore del suo vice, Floriano Peixoto. Anche Peixoto stabilì un regime dittatoriale che dovette affrontare una serie di sollevazioni nel sud del paese.

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Il governo civile L'ordine ritornò gradualmente nel paese a partire dall'amministrazione di Prudente José de Moraes Barros, che inaugurò la serie di esecutivi guidati da esponenti civili. L'ex governatore di São Paulo, Manuel Ferraz de Campos Salles, divenuto presidente della Repubblica nel 1898, adottò le energiche misure indispensabili a riattivare un'economia nazionale ormai prossima al collasso, anche grazie a un consistente prestito internazionale, che rafforzò le finanze brasiliane e dette respiro alla produzione e agli scambi commerciali. Le produzioni di caffè e caucciù presero a crescere stabilmente, ma tra il 1906 e il 1910 il loro prezzo sul mercato mondiale calò bruscamente, determinando l'aprirsi di una nuova congiuntura economica sfavorevole, a sua volta generatrice di agitazioni sociali e politiche. Lo scoppio della prima guerra mondiale provocò un forte aumento della domanda estera cui anche il Brasile poté contribuire, alleviando in parte la sua grave situazione economica. Inizialmente neutrale, per gli attacchi subiti dalle sue navi da parte della flotta tedesca, il Brasile sospese le relazioni diplomatiche con la Germania e nell'ottobre del 1917 entrò in guerra a fianco degli Alleati. Nell'immediato dopoguerra il processo di riconversione dell'economia a un regime di pace rese necessari forti tagli nell'industria e un drastico ridimensionamento delle commesse e della spesa pubblica. Nel luglio del 1924 una lunga e diffusa catena di agitazioni sfociò in un'insurrezione antigovernativa che ebbe il suo epicentro a São Paulo. Gran parte dell'esercito rimase a fianco del presidente Artur da Silva Bernardes, e i ribelli furono sconfitti dopo più di sei mesi di guerra civile, durante la quale fu introdotta (e poi non più sospesa sino alla fine del mandato) la legge marziale. L'aggravarsi del quadro economico internazionale e interno causò anche in seguito ondate di radicalismo e moltissimi scioperi, dichiarati infine illegali dal governo nell'agosto del 1927, contestualmente al varo di altre severe misure anticomuniste.

L'età di Vargas Alle elezioni presidenziali del marzo 1930 il candidato governativo Julio Prestes si impose su Getulio Dornelles Vargas, esponente degli ambienti nazionalisti e degli interessi del Rio Grande do Sul. Garantitosi il sostegno di numerosi militari e leader politici, questi promosse una rivolta contro il governo e, dopo breve tempo, assunse tutti i poteri in qualità di presidente provvisorio. Nel tentativo di superare le difficoltà economiche del paese, Vargas intese ridurre la disponibilità di caffè sul mercato internazionale (aumentandone così il prezzo), acquistando e distruggendo, a spese dello Stato, il surplus di produzione; i costi dell'operazione aggravarono tuttavia nell'immediato la situazione debitoria del paese verso i suoi creditori esteri. Dopo aver represso nel sangue una nuova rivolta scoppiata nel 1932 a São Paulo, per dare una risposta definitiva al problema dell'ormai cronica instabilità del quadro politico interno, Vargas convocò un'Assemblea costituente (1933) che mise a punto una nuova Costituzione; essa prevedeva drastiche riduzioni dei poteri degli stati locali, il suffragio alle donne, l'assistenza sociale per i lavoratori e l'elezione dei futuri presidenti della repubblica da parte del Congresso. Rieletto alla presidenza sulla base della nuova carta fondamentale, Vargas dovette affrontare la forte opposizione dell'ala radicale del movimento laburista brasiliano, e nel 1935 una serie di abortiti tentativi insurrezionali gli fornì l'occasione per introdurre la legge marziale e governare per decreto. La radicalizzazione dello scontro politico che seguì, in un contesto di peggioramento anche del quadro economico, vide il governo oggetto della convergente azione di opposizione, spesso violenta, di movimenti estremisti; tra questi ottenne crescenti consensi nella classe media il partito filonazista detto "integralista". Nel novembre del 1937, prima della scadenza del suo mandato, Vargas sciolse il Congresso e proclamò una nuova Costituzione che gli conferiva poteri dittatoriali, dando vita a un regime ispirato a quelli nazifascisti al potere in Germania e in Italia.

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L'Estado Novo Il nuovo regime fu ufficialmente denominato Estado Novo (stato nuovo). Una serie di decreti estese e migliorò l'assistenza ai lavoratori delle piantagioni, garantendo a Vargas il consenso di gran parte della popolazione. Il carattere totalitario del suo regime non gli impedì peraltro di mantenere buone relazioni con gli Stati Uniti e le altre democrazie occidentali. Intervenuto a fianco degli Alleati nella seconda guerra mondiale e ottenuto in questo modo il rinnovato sostegno del potente vicino statunitense, il regime di Vargas fu in grado di lanciare un vasto programma di espansione industriale, basato sulla produzione della gomma e di altre materie prime indispensabili alla produzione bellica. Sul piano interno, tutte le restrizioni alle attività politiche furono gradualmente rimosse, e nell'immediato dopoguerra furono annunciate libere elezioni in vista delle quali fu decretata un'amnistia per tutti i prigionieri politici. Durante la campagna elettorale alcune disposizioni di Vargas fecero temere l'aprirsi di una nuova fase totalitaria del regime, così che nell'ottobre del 1945 un colpo di stato militare lo obbligò alle dimissioni. Le elezioni presidenziali tenute in dicembre furono vinte a grande maggioranza dall'ex ministro della Guerra, Eurico Gaspar Dutra, mentre il Parlamento formulò una nuova Costituzione, entrata in vigore nel settembre del 1946. Nei mesi seguenti, sullo sfondo dell'accendersi della Guerra Fredda, apparve chiara la scelta filoccidentale del Brasile, confermata dall'adesione al trattato di Rio e dall'introduzione di misure restrittive limitanti l'attività di esponenti e movimenti comunisti nel paese.

La seconda presidenza di Vargas Nel gennaio del 1951 Getúlio Vargas tornò al potere, dopo aver sconfitto a larga maggioranza i candidati rivali alle presidenziali dell'ottobre precedente. Formato un gabinetto di coalizione con tutti i partiti maggiori, egli adottò misure di emergenza per riassestare il bilancio nazionale, ridurre il costo della vita, aumentare i salari ed estendere l'assistenza sociale; in un secondo momento giunse anche alla decisione di nazionalizzare le risorse petrolifere. La contraddittorietà del programma finì col renderlo oggetto di una dura opposizione sia da parte delle forze moderate sia di quelle radicali, frange delle quali avevano già iniziato a mettere a segno azioni terroristiche. L'assassinio nell'agosto del 1954 di un ufficiale dell'aviazione in un attentato portò alla richiesta di dimissioni di Vargas da parte dei militari; certo dell'imminenza di un pronunciamento ai suoi danni, il presidente annunciò il passaggio di consegne al suo vice, João Café Filho, e alcune ore dopo si suicidò.

Le amministrazioni Kubitschek, Quadros e Goulart L'ex governatore del Minas Gerais, Juscelino Kubitschek, vinse le elezioni presidenziali dell'ottobre 1955 con l'appoggio dei sostenitori di Vargas e dei comunisti. Egli annunciò un ambizioso programma quinquennale di sviluppo economico, sostenuto da un consistente prestito della Banca americana di import-export, e avviò la costruzione della nuova capitale federale, Brasilia. La rapida crescita industriale di quegli anni si sovrappose alla contemporanea caduta dei prezzi internazionali del caffè e l'inflazione provocò numerose rivolte e scioperi di lavoratori e studenti. Nel gennaio del 1961 il neopresidente Junio da Silva Quadros promosse un rigoroso programma di tagli alle spese statali, avviando inoltre una decisa azione tesa a stroncare la piaga della corruzione, ampiamente diffusasi nel corso della precedente amministrazione. Dopo le inaspettate dimissioni di Quadros, i militari si opposero all'assunzione dei poteri da parte del vicepresidente João Belchoir Marques Goulart, ritenuto simpatizzante del regime castrista a Cuba. Solo una riforma costituzionale che toglieva gran parte dei poteri al presidente rese possibile il passaggio di consegne, ma un anno dopo essere entrato in carica (settembre 1961) Goulart indisse e vinse un referendum per verificare il sostegno popolare a un ritorno al regime presidenziale (gennaio 1963). Forte della ritrovata autorità, il presidente si apprestò a realizzare un vasto piano di riforme, decretando agli inizi del 1964 l'entrata in vigore di controlli sui livelli degli affitti, la nazionalizzazione delle raffinerie petrolifere, l'espropriazione delle terre non coltivate e limitazioni all'esportazione dei capitali. Due mesi dopo l'annuncio di queste misure, il governo fu rovesciato dai militari; Goulart riparò in Uruguay e il generale Humberto Castelo Branco, capo di stato maggiore dell'esercito, prese il suo posto alla guida del paese.

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Il governo militare Il nuovo regime, con i poteri straordinari conferitigli dall'Atto istituzionale firmato in aprile, eliminò ogni opposizione politica e restrinse i diritti politici, adottando inoltre versioni addolcite di molte riforme prefigurate da Goulart, specialmente in materia di controlli statali sui livelli dei prezzi e dei salari. Una legge del 1965 restrinse le libertà civili, accrebbe le funzioni del governo e reintrodusse l'elezione del presidente e del suo vice da parte del Congresso. Il resto del decennio trascorse sotto il regime del maresciallo Artur da Costa e Silva, durante il quale il miglioramento della situazione economica nazionale si unì a una caratterizzazione sempre più autoritaria delle istituzioni e a un intensificarsi della repressione di ogni forma di opposizione politica. Quest'ultima tendenza fu accentuata dal successore di Costa, il generale Emílio Garrastazú Médici, che intensificando le misure repressive provocò un incremento dell'attivismo dei gruppi rivoluzionari. Nel contempo la crescita economica generale e lo sviluppo delle vaste regioni dell'interno del paese promosse dal governo risultarono soffocate dagli alti costi dell'energia, dall'inflazione incontrollata e da una bilancia commerciale in forte deficit. Il quadro rimase immutato durante i due successivi mandati dei generali Ernest Geisel e João Baptista de Oliveira Figueiredo.

La restaurazione del governo civile Nel 1985 Tancredo Neves fu il primo presidente civile eletto in poco più di un ventennio; morì prima di assumere l'incarico e fu sostituito da José Sarney. Questi prefigurò la necessità di drastiche misure di austerità per sradicare l'inflazione e far fronte allo schiacciante debito estero; coscienti infine che l'uscita dalla crisi economica non poteva avvenire che contestualmente al mutare anche del quadro politico nazionale, i militari acconsentirono nell'ottobre del 1988 alla reintroduzione dell'elezione diretta del presidente. Un anno dopo, il rappresentante del Partito conservatore di ricostruzione nazionale, Fernando Collor de Mello, ebbe così accesso alla presidenza della repubblica. Il suo programma per combattere l'inflazione ebbe come conseguenza la più grave recessione del decennio, mentre la sua popolarità crollò a seguito della messa in stato d'accusa per corruzione, che lo spinse alle dimissioni. Gli subentrò Itamar Franco che riuscì a frenare l'inflazione e a rilanciare l'economia, svolta simboleggiata dall'introduzione della nuova valuta nazionale, il real, e che contribuì a consolidare in parte le ancora giovani istituzioni democratiche brasiliane. Alla fine del 1994 alla presidenza del Brasile fu eletto Fernando Henrique Cardoso, già ministro delle Finanze del governo di Itamar Franco, che si impose sul candidato delle sinistre Luis Inázio da Silva (detto "Lula"). Di idee socialdemocratiche e riformiste, Cardoso si adeguò alle tesi neoliberiste sostenute dai suoi alleati di governo; la messa in opera di un ampio programma di privatizzazioni e di abbattimento della spesa sociale gli consentì di battere l'iperinflazione, ma provocò un netto peggioramento delle condizioni di vita delle classi più povere e un aumento della disoccupazione (tra il 1997 e il 1998, la disoccupazione nel paese crebbe di quasi l'1% al mese; nello stato di São Paulo, uno dei più industrializzati del paese, nel 1998 aveva raggiunto il 16,5%).

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Sviluppi recenti Nell'ottobre 1998, sostenuto da tutte le forze moderate, Cardoso è stato rieletto alla presidenza del Brasile con il 53% dei voti; lo sfidante di Cardoso è stato ancora "Lula", che ha ottenuto il 32% dei voti. La crisi finanziaria, di cui si erano percepiti i segnali durante tutto il 1998, si è abbattuta sul Brasile all'indomani delle elezioni presidenziali per trasformarsi in vera tempesta nel gennaio 1999. Infatti, dopo l'accordo con il Fondo monetario internazionale per un prestito di 41 milioni di dollari (concesso per sostenere l'economia brasiliana contro gli effetti negativi della crisi asiatica e russa) e dopo un lungo periodo di speculazioni che avevano bruciato più di 40 miliardi di dollari, agli inizi del 1999 il Brasile è stato costretto a lasciar fluttuare il real, che ha immediatamente perso il 40% del suo valore. A distanza di cinque anni dal lancio del "piano real" lo sviluppo del Brasile è oggi fortemente condizionato da un enorme indebitamento pubblico (350 miliardi di dollari, metà del prodotto interno lordo) e dalla ricomparsa della recessione. Per protestare contro la politica economica di Cardoso, il Movimento dos sem terra ("Movimento dei senza terra", un'associazione contadina nata negli anni Ottanta che rivendica una più equa distribuzione delle terre statali, attualmente appannaggio di pochi latifondisti) ha organizzato una singolare "Marcia popolare per il Brasile"; un migliaio di membri dell'associazione, partiti a luglio 1999 da Rio de Janeiro, hanno raggiunto a ottobre Brasilia dopo aver percorso più di mille e cinquecento chilometri. Agli inizi del 2000 il Brasile ha festeggiato il 500° anniversario della sua scoperta; l'evento è stato commemorato dagli indios, che lo considerano l'inizio del loro sterminio, con una serie di manifestazioni di protesta messe in atto a Coroa Vermelha, nello ststo di Bahia, il luogo dello sbarco portoghese nel 1500. Nell'ultimo anno l'economia brasiliana ha dato qualche segno di ripresa, grazie al buon andamento delle esportazioni (favorite dalla svalutazione del real), alla tenue ripresa dell'industria e ai drastici tagli apportati alla spesa sociale. Le misure di austerità hanno però ulteriormente aggravato la situazione delle classi più povere, causando un diffuso malcontento; oggi il Brasile è il paese che presenta la distribuzione del reddito più ineguale al mondo, con una ristretta classe agiata che detiene la gran parte della ricchezza del paese e una grossa quota di popolazione che vive sotto la soglia di povertà. I partiti di governo, nell'importante test elettorale delle municipali svoltosi tra ottobre e novembre 2000, sono stati sonoramente battuti dai partiti della sinistra, che hanno conquistato molti importanti centri, tra cui São Paulo, Recife, Porto Alegre, Belém. Negli ultimi quatto anni la presidenza del Brasile è poi passata a Silva Luis Inácio da o Lula (Garanhuns, Pernambuco 1945), sindacalista e uomo politico brasiliano conosciuto con il nome di “Lula” . Nato da una povera famiglia contadina, primo di undici figli, emigrò all’età di sette anni e a dodici era già operaio in una fabbrica di São Paulo, distinguendosi per il suo impegno di organizzatore sindacale. Diventato presidente del sindacato dei metalmeccanici nel 1975, negli anni seguenti si batté contro il regime militare e nel 1980 fondò con altri il Partido dos trabalhadores (PT; Partito dei lavoratori), che in pochi anni diventò il più autorevole partito della sinistra brasiliana. Il PT attrasse infatti nelle sue file artisti e intellettuali, molti militanti di base della Chiesa cattolica, migliaia di contadini e dei cosiddetti seringueiros, cioè i raccoglitori di caucciù delle foreste dell’Amazzonia, il cui leader Chico Mendes venne ucciso da un sicario dei latifondisti nel 1988.

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Popolazione

Il maggior gruppo etnico del paese (55%) è costituito da bianchi di origine europea (soprattutto portoghesi e spagnoli). I neri, gruppo composto da discendenti degli schiavi africani giunti nel paese nel periodo della colonizzazione e da immigrati provenienti dall'Angola e dal Congo, ammontano all'11%. Gli amerindi rappresentano ormai un'esigua minoranza (2%). La forte commistione di etnie fa sì che mulatti e meticci formino il 32% della popolazione complessiva. Nei primi decenni del XX secolo un considerevole flusso migratorio dall'Europa ha portato in Brasile numerosi italiani, spagnoli, tedeschi, scandinavi e slavi. La popolazione del Brasile, che registra un tasso di crescita demografica pari allo 0,91% è di 174.468.580 abitanti (2001). La distribuzione territoriale è tuttavia poco uniforme: la maggior parte della popolazione (81%, 1999) è concentrata nelle aree urbane delle regioni costiere e, in particolare, nelle città di São Paulo e di Rio de Janeiro. La densità media del paese è di 20 abitanti per km² (2001), tuttavia nella regione dell'Amazzonia ammonta appena a 1 abitante per km2. Il paese, uno dei più popolosi del mondo, registra uno dei più alti tassi di sottoalimentazione del pianeta: 16,2 milioni.

Lingua e religione La lingua ufficiale è il portoghese e la religione prevalente quella cattolica (90%). La ricca composizione etnica ha avuto una forte incidenza nelle pratiche religiose diffuse nel paese. Il 4% della popolazione pratica infatti culti afro-brasiliani, quali il candomblé e la macumba, derivati dal sincretismo tra il cattolicesimo e diverse religioni amerindie e africane.

Istruzione e cultura L'istruzione primaria in Brasile è gratuita e obbligatoria dai 7 ai 14 anni di età, il tasso di alfabetizzazione è tuttavia pari solo all'92,8%. Le principali università statali sono quelle di Brasilia (1961), São Paulo (1934) e Rio de Janeiro (1920); vi sono poi le università cattoliche pontificie di Campinas (1941) e Rio Grande do Sul (1948). Per quanto riguarda centri di studio e biblioteche, a Rio de Janeiro si trovano l'Archivio nazionale (1838), che contiene una raccolta di testi riguardanti soprattutto la storia del Brasile, e la Biblioteca nazionale (1810), che conserva preziosi volumi e manoscritti. Le principali istituzioni culturali comprendono il Museo d'arte moderna (fondato nel 1948) e il Museo nazionale delle belle arti (1818), con interessanti sezioni di geologia, botanica e antropologia, entrambi a Rio de Janeiro. Per ulteriori informazioni sulla cultura brasiliana si vedano le voci Letteratura brasiliana; Arte latinoamericana; Teatro latinoamericano; Danza latinoamericana; Musica latinoamericana e Cinema latinoamericano.

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Musica

Musica e danza Nata dalla commistione di svariati generi musicali provenienti da tre continenti diversi, la musica popolare brasiliana è sempre stata caratterizzata da una grande diversità. Nella samba canção, per esempio, confluiscono il bolero spagnolo e le cadenze e i ritmi della musica africana, mentre il bossa nova fonde la musica nordamericana, in particolare il jazz, con la samba. La musica detta tropicalismo, invece, si rifà a stili musicali giunti in Brasile negli anni Sessanta e Settanta, tra cui le ballate italiane, il bossa nova, il blues e il rock nordamericano. Ma il Brasile ancora oggi crea forme musicali nuove e originali. Se, prima della partenza, volete scoprire la musica brasiliana (e sicuramente Io vorrete al ritorno), consigliamo due buoni siti web da cui cominciare la ricerca: www.allbrazilianmusic.com e www.slipcue.corn/music/brazil/brazillist. Quest'ultimo segnala molte registrazioni disponibili fuori dal Brasile.

Samba e pagode Tudo da samba: tutto fa samba. La musica più famosa del Brasile, la samba, ha avuto origine fra i neri di Bahia a Rio de Janeiro ed è stata eseguita per la prima volta al Carnevale di Rio nel 1917, benché le sue origini siano molto più antiche. La samba è profondamente legata ai ritmi africani, soprattutto al tam-tam dell' Angola, da cui ha tratto la cadenza di base e i tipici passi di danza. Essa si diffuse rapidamente in Brasile con l'avvento della radio e dei dischi e da allora è diventata un simbolo nazionale, la musica delle masse per eccellenza. Gli anni Trenta sono passati alla storia come 'l'epoca d'oro della samba'. A quel tempo erano già nate le samba canção, melodie europee accompagnate da percussioni africane, eseguite da piccoli gruppi, così come il choro, una musica romantica, improvvisata, dove le note dell'ukulele o della chitarra, si mescolano a quelle del flauto o di un registratore. L'interprete brasiliana più famosa di quel periodo, o forse di tutti i tempi, è la portoghese Carmen Miranda. Stella di molti musical hollywoodiani dell'epoca, è nota per il suo carattere focoso, il suo temperamento latino e i suoi costumi di scena 'alla frutta '. Negli anni Cinquanta, Sessanta e nei primi Settanta, alla samba si preferirono altri stili. Poi a Rio de Janeiro prese forma il pagode, una samba informale, quel tipo di musica che si può eseguire nelle piccole festicciole con un cavaquinho, una piccola chitarra a quattro corde, con alcune lattine di birra e dei tavoli su cui battere il tempo. Rilassato, ritmico e melodico, in questo momento è, forse, il genere musicale più popolare del paese. I pionieri furono cantanti come Beth Carvalho (regina anche della samba canção), Jorge Aragão e Zeca Pagodinho, e il gruppo Fundo de Quintal, che introdusse il banjo e sostituì il pesante tom-tom (tamburo) con il repinique, un piccolo tamburino suonato con bacchette di plastica. Bezerra da Silva inventò lo stile del sambandido (gangsta samba), molto prima del gangsta rap americano. Negli anni Novanta il nome pagode venne dato a una samba più commerciale, influenzata dalla musica pop e rock. Ma i pionieri del 'pagode puro' come Carvalho (che ha celebrato il XXI secolo a Copacabana), Aragão e Pagodinho vanno ancora molto forte.

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Musica regionale La samba, il tropicalismo e la bossa nova sono tutte forme musicali nazionali, ma ovunque in Brasile troverete una produzione musicale locale tipica di ciascuna regione. Il Nordeste presenta la maggior varietà di stili regionali, ognuno accompagnato dalla propria danza. Tra questi il più importante è il forró, una musica vivace e sincopata centrata sulla fisarmonica e la zabumba (un tamburo africano). Sebbene alcuni artisti come Luiz Gonzaga e Jackson do Pandeiro siano noti a livello nazionale, il forró è stato a lungo disdegnato dagli abitanti delle città più meridionali del Brasile perché considerato rozzo e campagnolo, com' è chiaramente illustrato dal titolo di una buona compilation disponibile a livello internazionale: Forró: Music for Maids and Taxi Drivers (Forró: musica per cameriere e tassisti). Ultimamente, tuttavia, il forró si è affermato a livello nazionale e al contempo ha abbandonato la musica elettrica ed è tornato alle sue radici - fisarmonica, zabumba e triangolo -, sicuramente aiutato in questo dal successo del film Eu, Tu, Eles, che propone molto forró pé-de-serra (pedemontano) e un'apparizione di Gilberto Gil, il veterano dei tropicaiismo che canta il successo Esperando na lanela. I Falamansa, un gruppo di forró di São Paulo con un solo componente proveniente dal Nordeste, dopo l'uscita, nel 2000, delioro primo album, Deixe Entrar, hanno venduto 800.000 copie in sette mesi. Un altro tipo particolare di musica è quello offerto dal fantastico festival di Bumba Meu Boi di São Luls, nel Maranhão. La musica tipica di Recife e della vicina Olinda è invece il frevo, una musica frenetica, collegata alla samba, basata sul Carnevale. Il trio elétrico, detto anche frevo baiano, costituisce più una variazione tecnologica che musicale. Nacque per scherzo negli anni Cinquanta durante il Carnevale di Salvador, quando Dodô, Armandinho e Osmar salirono sul pianale di un camion e iniziarono a suonare il frevo con le chitarre elettriche. Il trio elétrico, pur non essendo necessariamente un trio, rappresenta la spina dorsale del Carnevale di Salvador: decine di camion carichi di amplificatori su cui si sistemano i musicisti sfilano per la città circondati da una massa di gente che balla. Questa forma musicale rimase sconosciuta finché Caetano Veloso, all'epoca del tropicalismo, iniziò a scrivere canzoni su di essa. Un altro elemento importante del Carnevale per le strade di Salvador è l'afro bloco, ovvero un gruppo di percussioni afro-brasiliane. I complessi più famosi sono i Filhos de Gandhi e il Grupo Olodum; i primi hanno profonde radici africane e sono fortemente influenzati dal candomblé (religione afro-brasiliana), mentre i secondi hanno inventato il samba-reggae. Il Mangue Beat, proveniente da Recife, combina stili folcloristici e regionali con generi musicali internazionali diversi, che vanno dall'hip-hop al neo-psychedelic al tejano. Gli interpreti più importanti di questo genere sono stati Chico Science e Nação Zumbi: Afrociberdelia, uscito nel 1996, è il loro migliore lavoro. Chico Science morì nel1997 in un incidente automobilistico, ma Nação Zumbi e molti altri artisti, come i Mestre Ambrósio e i Mundo Livre SIA, hanno proseguito senza di lui e continuano a portare avanti la fiaccola del Mangue. L'axé, un genere tradizionale nato a Salvador negli anni Novanta, fonde i ritmi della samba con influenze pop/rock/reggae/funk e musica caraibica. Ispirato dalle più antiche forme di Carnevale di Salvador, l' axé fu reso popolare dalla sfolgorante e vistosa Daniela Mercury. Fra gli altri esponenti di questo stile ricordiamo gli Ara Ketu e i Chiclete com Banana. Nelle sue espressioni migliori è una musica grande e superenergetica (ascoltate Daniela cantare Toda Menina Baiana, cioè Ogni ragazza di Bahia), ma verso la fine degli anni Novanta alcuni gruppi l'hanno resa troppo commerciale. L'influenza della musica indigena è stata assorbita e in parte modificata dai vari stili brasiliani, così come è successo per altri aspetti delle culture autoctone del Brasile. Il carimbó (musica della regione amazzonica dove oggi vive la maggior parte degli indios) risente in particolare della vicinanza della popolazione nera del litorale.

I Brasiliani sono uno dei popoli più 'musicali' del pianeta e la musica è senza dubbio la forma d'arte più sviluppata. Ovunque andiate troverete gente che suona, canta e balla. Forse a causa delle sue radici africane, la musica brasiliana è sempre un evento collettivo, una celebrazione o una festa che coinvolge l'intera comunità ed è virtualmente inseparabile dalla danza. Generi come il pagode, la samba, il frevo, il forró e la lambada vengono tutti accompagnati dalle rispettive danze.

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Bossa nova Con l'imporsi della bossa nova negli anni Cinquanta, la natura democratica della musica brasiliana cambiò completamente. La bossa nova era un ritmo nuovo, moderno, intellettuale e destinato a riscuotere grandi successi in tutto il mondo. I ceti medi del Brasile smisero di ascoltare le vecchie interpretazioni della samba e altri tipi di musica regionali, come il forró del Nordeste. La bossa nova rappresentò l'inizio di un nuovo modo di suonare e cantare. Lo stile operistico e fiorito del cantato fu sostituito da un tono di voce più pacato e rilassato; ricordate forse il suono morbido di La ragàzza di lpanema composta dall'ormai defunto Antônio Carlos (Tom) Jobim e Vinícius de Moraes. Il chitarrista João Gilberto, considerato il padre fondatore di una bossa nova molto tranquilla, suona ancora, mentre altre figure di rilievo della scena musicale, come il chitarrista e compositore Baden Powell e le cantanti Nara Leao ed Elis Regina, non sono più fra noi. La figlia di Joao Gilberto, Bebel, con i suoi album in cui mischia lounge e world music, ha regalato una nuova ondata di popolarità ai ritmi della bossa nova. Questa musica veniva associata all'ascesa della classe media urbana e colta del Brasile e costituiva la risposta, a livello musicale, ad altri movimenti modernisti degli anni Cinquanta e Sessanta, come il Cinema Novo e l'Architettura Moderna Brasiliana di Oscar Niemeyer e altri.

Tropicalismo Alla fine degli anni Sessanta si affacciò sulla scena musicale brasiliana il movimento noto come tropicalismo, che decretò una sorta di amnistia generale per tutte le tradizioni musicali del passato. I musicisti più rappresentativi di questa corrente, tra i quali spiccano Gilberto Gil, Caetano Veloso, Rita Lee, Maria Betania e Gai Costa (ancora tutti in vita, con il sempre innovativo Veloso), ritengono che gli stili musicali siano tutti ugualmente importanti e significativi e che le diverse forme e tradizioni musicali del Brasile possano essere contaminate liberamente. Questa mentalità aperta e innovativa ha favorito l'introduzione della chitarra elettrica nella musica brasiliana e l'affermarsi di un nuovo stile di samba elettrico. Il tropicalismo ha avuto anche la sua dimensione politica, e figure come Velo so e Gil durante la dittatura militare hanno vissuto la galera e l'esilio.

Musica Popular Brasileira (MPB) Parallelamente a queste correnti musicali, con cui in parte coincide e a volte si contamina fin dagli anni Settanta, c'è stata la musica conosciuta come MPB, Musica Popular Brasileita (Musica Popolare Brasiliana). Questo tendine nebuloso sta a indicare una varietà di stili che vanno dalla musica influenzata dal jazz innovativo e dal bossa nova a un pop abbastanza languido. I primi e più famosi esponenti dell'MPB sono stati Chico Buarque de Hollanda, che immette nella samba tradizionale elementi di un gusto più moderno e universale, e Jorge Ben, proveniente dalla peculiare tradizione musicale nera dei sobborghi di Rio, che produce invece un'originale samba pop innestata sui ritmi tipici della musica nera. Milton Nascimento, originario del Minas, è da tempo apprezzato in Brasile per la sua bella voce e per gli splendidi canti e le ballate che riflettono la spiritualità del Mineiro (persona originaria del Minas). Anch'egli influenzato dal jazz, ha mantenuto il suo tocco innovativo più a lungo di molti altri pionieri del genere. Roberto Carlos, il compositore di molti dei primi classici della MPB e, un tempo, acceso amante del rock and roll, ora è passato a ballate sdolcinate, cantate in spagnolo invece che in portoghese. I suoi dischi comunque continuano a essere i più venduti sul mercato brasiliano.

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Rock brasiliano Di influenza più inglese che americana, questa forma musicale è la meno brasiliana di tutte, ma è molto popolare. Se siete amanti del rock, vale la pena ascoltare gruppi come i Kid Abelha, i Legião Urbana (che hanno ispirato un'ondata di gruppi punk di Brasilia), oltre agli Skank e ai Cidade Negra, di genere più reggae. Il versatile e originale Ed Mona. ,di Rio, inserisce soul, jazz, musica tradizionale brasiliana e altro nel rock. Vale la pena cercare qualcuno dei suoi dischi: As Segundas Intençoes do Manual Pratico, uscito nel 2000, è probabilmente il suo album migliore. Il gruppo heavy metal dei Sepultura, del Minas Gerais, negli anni Novanta si è affermato fra i metallari di tutto il mondo. I Racionais MC, di São Paulo, hanno contribuito all'affermazione della musica rap brasiliana fin dalla fine degli anni Ottanta puntando su testi graffianti in cui raccontano la vita brutale nelle favelas e nelle prigioni. Sobrevivendo no Inferno (Sopravvivendo all'inferno), l'album del 1998, ha venduto un milione di copie, che in Brasile è un record per un'etichetta indipendente. Un' altra star del rap è Gabriel o Pensador, un Carioca bianco che nelle sue canzoni critica la classe media brasiliana alla quale lui stesso appartiene. I componenti dei Planet Hemp, un gruppo di Rio che suona musica rock/rap, si battono attivamente per la legalizzazione della marijuana e di conseguenza si cacciano in un sacco di problemi legali. La televisione ha dato moltissimo spazio a un funk molto noioso, proveniente per lo più da Rio. Fiduciosamente aspettiamo che gruppi giovanili come gli O Bonde do Tigrão svaniscano così repentinamente come sono apparsi.

Altri generi musicali La lambada è un altro genere divenuto popolarissimo in tutto il mondo. Influenzata dal carimbó e dai ritmi caraibici come la rumba, il merengue e la salsa, negli ultimi anni Ottanta la lambada si è diffusa prima in Brasile, poi in Europa e infine negli Stati Uniti, anche se per un breve periodo. La più famosa interprete di lambada è stata Beto Barbosa con il suo gruppo, i Kaoma.

Altrettanto diffuso entro i confini nazionali è il sertanejo, una specie di musica country western brasiliana apprezzata dai camionisti e dai cowboy. Il sertanejo è caratterizzato da crescendi melodiosi e testi che parlano di cuori infranti, della vita sulla strada, ecc. Tra gli esponenti più famosi di questo genere ricordiamo Milionário e José Rico, Chitãozinho e Xororo e Leandro e Leonardo.

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Capoeira

Molti tipi di danza derivano dalle arti marziali e dalle tecniche di addestramento militare. La capoeira, arte marziale di probabile origine angolana attualmente diffusa in Brasile, era eseguita dagli schiavi neri costretti a combattere sulle linee di frontiera dai coloni.

Pur essendo oggi considerata principalmente una forma di danza, la capoeira conserva intatto il proprio potenziale difensivo e viene tuttora praticata a questo scopo nelle aree rurali e urbane.

Coreografie di una lotta...

A metà tra lotta e ballo, la capoeira è caratterizzata da falsi calci, figure plastiche e salti acrobatici, accompagnati da strumenti a percussione, come il birimbao. Dopo aver formato un cerchio (la roda) in cui si balla e si suona, due lottatori-danzatori, dei veri acrobati, danno inizio al confronto. La capoeira è soprattutto espressione di libertà.

Il termine capoeira significa "erba alta" ed indica i campi in cui si nascondevano gli schiavi africani costretti alle catene e dunque a movimenti ristretti. Negli anni alcuni di loro riuscirono a fuggire e a costituire comunità indipendenti, chiamate quilombos . Per difenderle dai coloni, gli schiavi lottavano a mani nude, e con acrobazie, tipiche della capoeira. Il governo Portoghese, allora, bandì questa pratica. E da quel momento venne esercitata di nascosto e mascherata da musica e coreografie.

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Note dell'autore

Oi... io sono Patric, l'autore di questo sito, che ho sviluppato traendo s punto da alcuni libri, enciclopedie, e conoscenze proprie, nel corso del 2005.

Sono nato ed ho vissuto in Svizzera fino all'età di 31 anni, ho avuto la fortuna di conoscere diversi Brasigliani di diverse regioni, tra i quali ho instaurato anche alcune buone amicizie.

Ora, o meglio prossimamente (anche se spero di mandare in porto questo progetto abbastanza presto, presumibilmente per la fine di quest'anno o l'inizio del prossimo), intendo trasferirmi a vivere in Brasile ed aprirmi una piccola attività in proprio.

Ringrazio e saluto i visitatori di questo sito, con la speranza che l'abbiate trovato interessante o vi sia tornato utile.