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GLI ITALIANI IN BRASILE Ministero degli Affari Esteri Settembre 2008

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GLI ITALIANI IN BRASILE

Ministero degli Affari Esteri

Settembre 2008

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INDICE:

1. Cenni storici e politiche migratorie

1.1. Le politiche migratorie

2. Quadro socio-demografico attuale

2.1. I flussi

3. Profilo socio-economico

3.1. Quadro economico generale e rapporti commerciali

3.2. La presenza degli investimenti diretti di imprese italiane in Brasile

3.3. Le piccole e medie imprese di origine italiana: una ricerca della FILEF

3.4. Le politiche per il lavoro e la rete degli Uffici per l’Impiego

4. La formazione degli italiani in Brasile

4.1. La struttura del sistema scolastico e il livello d’istruzione

4.2. La cooperazione italo-brasiliana in ambito formativo

5. Progetti attuati per gli italiani in Brasile

6. La realtà associativa

6.1 Descrizione del fenomeno

6.2 Associazioni politiche e sindacali

6.3 Associazioni assistenziali

6.4. Associazioni ricreative

7. L’informazione

7.1. La stampa

7.2. Radio e TV

Appendice 1: Le statistiche

Tab. 1 - Cittadini italiani residenti in Brasile per regione italiana di provenienza

(21.03.2003)

Tab. 2 - Cittadini italiani iscritti nelle Anagrafi consolari 03.12.2007 per consolato

Tab. 3 - Cittadini italiani iscritti per trasferimento di residenza dal Brasile. 1990 – 2002

Tab. 4 - Cittadini italiani cancellati per trasferimento di residenza per il Brasile. 1990 –

2002

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Tab. 5 - Province. Italiani iscritti e cancellati per trasferimento di residenza da e per

Brasile. 1996 – 2002

Appendice 2: La rete istituzionale e la società civile

o Rete diplomatico consolare italiana

o Istituti Italiani di Cultura

o Ufficio Addetto Scientifico e Tecnologico

o CGIE – Consiglio Generale Italiani all’Estero

o Comitati per gli italiani all'estero - Comites

o Enit

Appendice 3: La rete economico imprenditoriale e dell’impiego

o Rete camerale - www.assocamerestero.it

o Altri Contatti

o Elenco principali ditte italiane presenti in Brasile

o Rete degli uffici per l’impiego

Appendice 4: La rete del sistema educativo – formativo

o Lettorati

o Scuole Italiane in BRASILE

o Università

o Ricercatori Iscritti alla Banca dati Davinci

Appendice 5: I progetti

o Progetti attuati per gli italiani in brasile

o Enti attuatori

Appendice 6: Associazioni e welfare

o Patronati,

o Associazioni degli italiani all’estero

Appendice 7: I media

o Radio

o Stampa

o TV

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1. Cenni storici e politiche migratorie

Negli anni compresi tra il 1875 e il 1975 si calcola che sono stati circa un milione e

mezzo gli italiani che hanno scelto di emigrare in Brasile. Gli anni di maggior sviluppo del

flusso migratorio italiano comprendono il periodo 1887-1902, poi il flusso diminuì fino ad

interrompersi con la prima guerra mondiale, per riprendere in maniera ridotta negli anni tra le

due guerre e con più forza nel secondo dopoguerra1.

Gli italiani hanno avuto un ruolo fondamentale nei processi di modernizzazione del

Brasile contemporaneo, partecipando in prima persona allo sviluppo dell’economia

d’esportazione, all’industrializzazione, ai processi di politicizzazione e nazionalizzazione delle

masse2.

Tra le tante nazionalità di migranti arrivati in Brasile fin dalle prime decadi del XIX

secolo, l’italiano è stato considerato subito come un migrante adatto a risolvere le carenze di

manodopera che si registravano in diversi settori dell’economia per affinità culturali ed

etniche3.

L’importanza del gruppo italiano all’interno del movimento migratorio europeo verso il

Brasile include differenti ragioni:

- il primo motivo è d’ordine quantitativo. Tra il 1870 e il 1920, apice del lungo

periodo chiamato “grande immigrazione”, gli italiani sono il 42% del totale degli

immigrati entrati in Brasile, cioè 1,4 milioni d’italiani su 3,3 milioni d’immigrati.

- il secondo motivo è d’ordine qualitativo. L’italiano ha incarnato le due condizioni

d’immigrato più apprezzate dalle autorità pubbliche, dagli intellettuali e dagli

impresari privati: le affinità di lingua, religione e costumi hanno facilitato

l’assimilazione dell’immigrato italiano più che del tedesco o del giapponese.

Inoltre, l’immigrato italiano era, almeno nell’immaginario brasiliano, più idoneo a

realizzare l’ideale di “sbiancamento” della popolazione locale, condizione questa

considerata necessaria per rendere più “civilizzato” il Brasile.

Gli italiani hanno lasciato il loro Paese soprattutto per motivi economici e socio-culturali.

L’emigrazione, infatti, da un lato, alleggeriva i paesi dalle pressioni socio-economiche

1 Vangelista, Chiara, L'emigrazione dalla penisola italiana verso il Brasile, 1808-1960: una introduzione. In: Reginato, Mauro (a cura di), Da San Marino a Espirito Santo, fotografia di un'emigrazione, Repubblica di San Marino, Centro Studi Permanente sull'Emigrazione, 2002, pp. 23-54; Trento, Angelo, In Brasile. In: Bevilacqua, Piero; De Clementi, Andreina; Franzina, Emilio (a cura di), Storia dell'emigrazione italiana. Arrivi, Roma, Donzelli Editore, 2002, pp. 3-23. 2 Santoro de Constantino, Núncia, Italiani a Porto Alegre: l'invenzione di una identità, Altreitalie, 25, 2002, pp. 76-90 3 Cf. AA.VV., Brasil : 500 anos de povoamento, IBGE, Rio de Janeiro, 2000. Specialmente l’ottavo capitolo “Imigrantes italianos: entre a italianitá e a brasilidade” curato da Angela de Castro Gomes; Vangelista, Chiara, L'emigrazione dalla penisola italiana verso il Brasile, 1808-1960: una introduzione. In: Reginato, Mauro (a cura di), Da San Marino a Espirito Santo, fotografia di un'emigrazione, Repubblica di San Marino, Centro Studi Permanente sull'Emigrazione, 2002, pp. 23-54.

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liberandoli di mano d’opera inutilizzata e, dall’altro, rimpinguava le casse dei paesi d’origine

con le rimesse che i migranti mandavano regolarmente ai loro parenti4.

L’Italia, dopo più di 20 anni di lotte per l’unificazione del Paese, si trovava con una

popolazione, soprattutto quella rurale, con enormi problemi di sopravvivenza sia nelle aree

rurali sia nelle zone urbane. In tali condizioni, l’emigrazione non era solo sostenuta dal

governo, ma costituiva l’unica soluzione di sopravvivenza per molte famiglie. Ecco perché tra il

1860 ed il 1920 più di 7 milioni d’italiani emigrarono.

In Brasile, dal 1870 al 1930 fu in vigore l’immigrazione “sovvenzionata” con l’obiettivo

di favorire l’arrivo di immigrati. In tale periodo, venivano rilasciate facilitazioni e aiuti in denaro

per l’acquisto dei biglietti di viaggio, per l’alloggio e per il primo lavoro di modo tale da favorire

l’istallazione iniziale del migrante nel Paese. Gli immigrati s’impegnavano a rispettare i

contratti che stabilivano sia il loro luogo di lavoro che le stesse condizioni di lavoro cui

dovevano sottostare. Approvata nel 1871, dopo la legge del “Ventre Livre” (Pancia Libera), si

trattava inizialmente di spontanee iniziative dei fazendeiros. La Lei do Ventre Livre, infatti,

emanata nel 1871, liberò dalla schiavitù i bambini nati da genitori schiavi. Di fatto, in seguito

all’abolizione della schiavitù, gli immigrati – fra cui quelli italiani – si sostituirono agli schiavi

nelle piantagioni di caffè. In seguito, tale iniziativa passò sempre più ai governi, provinciali ed

imperiale fino al 1889, e quindi a quelli dei singoli Stati e Federale.

Poiché l’immigrazione “sovvenzionata” favoriva l’arrivo di famiglie piuttosto che di

persone singole, in questo periodo arrivarono famiglie molto numerose (di circa dodici

persone) composte da uomini, donne e bambini anche di diverse generazioni.

I primi migranti a lasciare l’Italia nell’epoca della “grande emigrazione” (1870-1920)

furono essenzialmente Veneti (circa il 30% del totale), seguiti dai Campani, dai Calabresi e dai

Lombardi. Questo primo gruppo d’immigrati fu raggiunto, in seguito, da emigranti delle regioni

del sud Italia.

4 Santos de Oliveira, Miriam, Marcando diferenças para forjar semelhanças. Os descendentes de imigrantes italianos em Caxias do Sul, Travessia, XV, 44, 2002; Osti Guerrazzi, Amedeo; Saccon, Roberta; Volpato Pinto, Beatriz; Secchi, Enrico; Massarotto Raouik, Francesca, Brasile per sempre, Padova, Regione del Veneto, 2000. Emigrazione italiana e identità brasiliana: sfide e opportunità, Affari Sociali Internazionali, XXIX, 4, 2001, pp. 79-85, Verona, CIERRE Edizioni, 2002.

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Tab. 1.1. Emigrazione italiana in Brasile, secondo le regioni di provenienza - periodo 1876/1920

Regioni di provenienza Numero Emigranti

Veneto 365.710

Campania 166.080

Calabria 113.155

Lombardia 105.973

Abruzzo/Molise 93.020

Toscana 81.056

Emilia Romagna 59.877

Basilicata 52.888

Sicilia 44.390

Piemonte 40.336

Puglia 34.833

Marche 25.074

Lazio 15.982

Umbria 11.818

Liguria 9.328

Sardegna 6.113

Totale 1.243.633

Fonte: Brasil 500 anos de povoamento. IBGE. Rio de Janeiro. 2000

Le destinazioni dei migranti in questo periodo di immigrazione “sovvenzionata” sono

state le fazendas di caffè di San Paolo ed i principali nuclei di colonizzazione, situati in Rio

Grande do Sul, Santa Catarina, Paranà, Spirito Santo. Un terzo gruppo d’immigrati si stabilì

nelle città come Rio de Janeiro e San Paolo dove si concentravano le persone che

abbandonavano i campi oppure, eludendo la sorveglianza, non si recavano al lavoro nelle

colonie.

Gli Italiani che diventavano coloni o lavoratori nelle fazendas di caffè lavoravano in

condizioni dure, con poche possibilità di risparmiare. Erano pochi, pertanto, coloro che

potevano permettersi di comprarsi una piccola proprietà.

Le famiglie di migranti, arrivate nelle fazendas, sottomettevano ad un contratto di

lavoro tutti i membri, donne e bambini inclusi. Il contratto stabiliva che ogni famiglia doveva

occuparsi di un certo numero di piante di caffè, ricevendo per ogni mille piante una somma in

denaro.5

Il contratto dava loro diritto alla casa con un piccolo terreno annesso, dove potevano

allevare animali e fare un piccolo orto, oltre alla possibilità di piantare mais e fagioli neri tra le

file di piante di caffè loro affidate. Tale produzione propria serviva in ogni modo solo a sfamare

i membri della famiglia.

5 Vangelista, Chiara, L'emigrazione dalla penisola italiana verso il Brasile, 1808-1960: una introduzione. In: Reginato, Mauro (a cura di), Da San Marino a Espirito Santo, fotografia di un'emigrazione, Repubblica di San Marino, Centro Studi Permanente sull'Emigrazione, 2002, pp. 23-54; Trento, Angelo, In Brasile. In: Bevilacqua, Piero; De Clementi, Andreina; Franzina, Emilio (a cura di), Storia dell'emigrazione italiana. Arrivi, Roma, Donzelli Editore, 2002, pp. 3-23. Sandri, Simonetta, Les italiens dans le Nordeste du Brésil: une présence importante à Recife, Migrations Société, XIV, 81-82, 2002, pp. 35-46.

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Le condizioni di vita dei migranti che arrivavano nei nuclei di colonizzazione o nelle

colonie da popolare non erano ugualmente facili. Gli italiani, infatti, arrivavano nel sud del

Paese dopo i tedeschi e quindi i nuclei coloniali assegnati loro erano i più lontani dalle regioni

già abitate, i meno fertili, privi di mezzi di comunicazione e senza nessuna assistenza medica e

religiosa.

In tali avverse condizioni, erano frequenti i casi d’abbandono dei lotti di terreno da

immigrati che, dopo dieci anni di lavoro, non possedevano quasi nessun risparmio e, per lo più,

erano ancora debitori verso il governo ed i commercianti della zona.

Queste sono le aree dove maggiormente era diffusa la presenza di contadini italiani:

- Rio Grande del Sud: il successo delle colonie create in questa zona è stato per

molti versi disuguale. Ci furono casi di colonie ben riuscite che hanno dato

origine alle città di Bento Gonçalves, Garibaldi e Caxias ed altri casi di colonie

fallite come quella di Silveira Martins.

- Santa Catarina: i coloni italiani si sono dovuti dirigere nelle colonie tedesche già

presenti dove sono stati discriminati e sfruttati.

- Paranà: le colonie vicine a Curitiba si sono sviluppate bene soprattutto perché

nell’area è stato possibile lavorare nella costruzione di ferrovie (Paranaguà-

Curitiba e Curitiba-Ponta Grossa).

- Minas Gerais: hanno prosperato soprattutto le colonie vicine alle città alle quali

offrivano lavoratori per le opere pubbliche. E’ stato questo il caso di Barreiros,

Carlos Prates e Americo Werneck create nel 1896 a prossimità della nuova

capitale (Belo Horizonte).

- Spirito Santo: ci fu una forte presenza d’immigrati italiani tra il 1870 e il 1920. E’

famosa la terra fertile e prospera della colonia Demetrio Ribeiro.

Altre destinazioni dei migranti italiani sono state le città, fra cui spiccano San Paolo, che

ha ricevuto il maggior numero d’italiani, e Rio de Janeiro, che era la capitale del Brasile ed uno

dei maggiori porti d’arrivo dei migranti6.

A San Paolo, chiamata “città italiana” all’inizio del XX secolo, gli italiani erano occupati

essenzialmente dall’industria nascente e nelle attività di servizi urbani. Gli italiani arrivarono a

rappresentare il 90% dei lavoratori delle fabbriche pauliste nel 1901. Si formavano delle vere e

proprie “Little Italies” (come Bras, Bom Retiro, Bexiga), dove spesso si concentravano

immigrati italiani secondo i luoghi di provenienza.

In qualità d’operaio nelle industrie, l’immigrato riceveva salari bassi, faceva molte ore di

lavoro e non aveva nessun tipo di assicurazione contro incidenti e malattie. Come per il lavoro

6 Santos de Oliveira, Miriam, Marcando diferenças para forjar semelhanças. Os descendentes de imigrantes italianos em Caxias do Sul, Travessia, XV, 44, 2002; Sandri, Simonetta, Les italiens dans le Nordeste du Brésil: une présence importante à Recife, Migrations Société, XIV, 81-82, 2002, pp. 35-46.

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agricolo anche nelle fabbriche capitava che tutti i membri della famiglia lavorassero, compreso

le donne (nelle fabbriche tessili) ed i bambini con meno di 12 anni7. In qualità d’operaio era

difficile per gli immigrati (italiani e non) poter migliorare la loro situazione sociale ed

economica. Ecco la ragione per cui molti di loro cominciarono a lavorare in proprio, soprattutto

come artigiani, piccoli commercianti, autisti di taxi e pullman, venditori ambulanti di frutta e

verdura, lustrascarpe, baristi e ristoratori.

Tra i migranti italiani (non molti in verità) che si fecero una posizione troviamo come

esempio, il Conte Matarazzo. Arrivato in Brasile nel 1881, proveniva già da una famiglia di

classe media. Il Conte Matarazzo portò alcuni risparmi ed aveva già un’idea chiara degli affari

che doveva cominciare nel nuovo mondo. Ottenne per questo l’appoggio di banchieri inglesi ed

egli stesso agì come banchiere incaricandosi di trasferire in Italia le rimesse degli altri migranti

italiani. La sua immagine di immigrato riuscito è anche costellata di “aspetti sportivi” poiché è

stato lui a donare il terreno dove fu costruito lo stadio di calcio della Palestra Italia che, nel

1942, a causa della seconda guerra mondiale fu chiamato Società Sportiva Palmeiras, oggi

importante squadra calcistica brasiliana.

Gli immigrati italiani parteciparono insieme agli operai brasiliani ai movimenti di

rivendicazione e di sciopero aderendo ad associazioni e sindacati per lo più di ispirazione

socialista e anarchica.

Se le condizioni di lavoro erano insalubri, lo stesso si può dire delle abitazioni poiché

abitualmente gli immigrati si installavano in abitazioni collettive, chiamate cortiços8, o nelle

favelas, situate nelle alture delle città. In alcuni casi, i migranti italiani potevano abitare in

determinati quartieri etnici, come Bràs o Bexiga di San Paolo, dove potevano contare sulla

cooperazione e la solidarietà dei vicini conterranei.

La lotta per rivendicare un’identità italiana (italianità) è stata una battaglia combattuta

dagli immigrati e dai loro discendenti in Brasile. In questa lotta entrò appieno il governo di

Mussolini che cercò di favorire il sentimento di orgoglio “di essere italiani” fuori dell’Italia. E’ il

periodo in cui la questione dell’italianità assunse essenzialmente un carattere politico, tanto

che molti immigrati italiani o loro discendenti aderirono al fascismo.

Non mancarono tuttavia episodi di conflittualità interni alla comunità italiana tra fascisti

e antifascisti, che segnarono per lungo tempo gli equilibri e le relazioni tra gli italiani.

Un’altra forma di conflitto interno alla comunità prese piede negli anni successivi alla

seconda guerra mondiale. Tra il 1946 e il 1960 arrivarono circa 110.000 immigrati italiani in

7 Santoro de Constantino, Núncia, Italiani a Porto Alegre: l'invenzione di una identità, Altreitalie, 25, 2002, pp. 76-90 8 Il termine “cortiço” è stato usato nella città di Rio de Janeiro ed indica abitazioni precarie. Si trattava di gruppi di abitazioni a più piani attorno ad un cortile interno stretto ed angusto. Con pessime condizioni igieniche – stanze da letto calde, piccole, scure, spazi di promiscuità e puzzolenti – si pagavano affitti alti, corrispondenti ad un quarto del salario di un lavoratore. In questi cortiços, situati al centro o nella periferia della città di Rio de Janeiro, predominavano gli immigrati stranieri. Cf. June E. Hahner. Pobreza e Política. Os pobres urbanos no Brasil - 1870/1920. Brasília, Editora Universidade de Brasília, 1993.

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Brasile, portatori di una concezione nuova dell’emigrazione, più pragmatica e legata alla

possibilità di tornare in tempi rapidi in Italia e con un accumulo di risparmi. Le associazioni

tradizionali e i richiami alla patria non avevano su di loro quel fascino che potevano esercitare

sulle vecchie generazioni e non furono pochi i casi di incomprensione e rivalità tra vecchi e

nuovi immigrati.

Molte altre istituzioni contribuirono a mantenere viva la rivendicazione di italianità. Fra

esse la Chiesa, la scuola, le associazioni, i patronati e la stessa stampa9.

La Chiesa cattolica si servì sia del clero italiano inviato in Brasile che del suo statuto

privilegiato all’interno della società brasiliana per rinforzare il legame tra cattolicità ed

italianità, attraverso spazi d’insegnamento e di dopolavoro, attraverso le scuole religiose e le

feste dei santi patroni.

Essendo la lingua lo strumento strategico dell’unità etnica si cercò di inserire l’italiano

come insegnamento nelle scuole pubbliche, ma questo fu difficile per due motivi: per la

mancanza di offerta da parte del governo brasiliano e anche per la mancanza di domanda degli

immigrati, che - vivendo essenzialmente nelle fazendas di caffè e lavorando quasi tutti in

famiglia – avevano poche possibilità di mandare i bambini a scuola.

1.1. Le politiche migratorie

Dal punto di vista delle politiche migratorie è importante rilevare che gli italiani furono

parte di quell’immenso flusso immigratorio che si iniziò a diffondere a metà degli anni sessanta

dell’Ottocento. Le classi dirigenti brasiliane incentivarono l’immigrazione principalmente per

due motivi: popolare un territorio sterminato mettendo a coltura il maggior numero possibile di

terre e sostenere un modello di crescita economica improntato all’esportazione di alcuni

prodotti, in particolare il caffè.

Nel 1888, dopo l’abolizione della schiavitù diventava fondamentale incoraggiare l’arrivo

di manodopera non specializzata da inserire nell’agricoltura e nelle grandi piantagioni. I

governi brasiliani quindi iniziarono a promuovere l’arrivo di contingenti di immigrati europei.

Questa promozione avveniva essenzialmente attraverso due provvedimenti: il pagamento della

traversata transoceanica attraverso apposite agenzie (per cui l’emigrante non doveva

sobbarcarsi il prezzo del biglietto) e la preferenza ad accogliere non immigrati singoli ma interi

nuclei familiari, iniziativa che non poteva che conseguire successo nelle numerose aree

depresse dell’Europa centromeridionale.

L’emigrazione successiva alla prima guerra mondiale avveniva invece al di fuori di

questi meccanismi voluti dai governi brasiliani. Gli italiani partivano affidandosi alle reti sociali

dei territori di origine e andavano a lavorare nelle numerose attività commerciali che ormai

9 Santoro de Constantino, Núncia, Italiani a Porto Alegre: l'invenzione di una identità, Altreitalie, 25, 2002, pp. 76-90

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caratterizzavano gli italiani in Brasile. Molto importante, da questo punto di vista, è il ruolo

degli italiani nell’edilizia nelle zone urbane10.

Tab. 1.2. Immigrazione in Brasile, per nazionalità, 1884-1933

Nazionalità Effettivi per periodi decennali

1884-1893 1894-1903 1904-1913 1914-1923 1924-1933

Tedeschi 22778 6698 33859 29339 61723

Spagnoli 113116 102142 224672 94779 52405

Italiani 510533 537784 196521 86320 70177

Giapponesi - - 11868 20398 110191

Portoghesi 170621 155542 384672 201252 233650

Siriani e Turchi 96 7124 45803 20400 20400

Altri 66524 42820 109222 51493 164586

Totale 883668 852110 1006617 503981 717223

Fonte: Brasil: 500 anos de povoamento. Rio de janeiro : IBGE, 2000. Apêndice: Estatísticas de 500 anos de povoamento. p. 226

Tab. 1.3. Immigrazione in Brasile, per nazionalità, periodi quinquennali 1945-1959

Periodi Tedeschi Spagnoli Italiani Portoghesi Giapponesi Altri

1945-1949 5188 4092 15312 26268 12 29552

1950-1954 12204 53357 59785 123082 5447 84851

1955-1959 4633 38819 31263 96811 28819 47599

Fonte: Brasil: 500 anos de povoamento. Rio de janeiro : IBGE, 2000. Apêndice: Estatísticas de 500 anos de povoamento. p. 226

10 Santos de Oliveira, Miriam, Marcando diferenças para forjar semelhanças. Os descendentes de imigrantes italianos em Caxias do Sul, Travessia, XV, 44, 2002; Trento, Angelo, In Brasile. In: Bevilacqua, Piero; De Clementi, Andreina; Franzina, Emilio (a cura di), Storia dell'emigrazione italiana. Arrivi, Roma, Donzelli Editore, 2002, pp. 3-23.

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2. Quadro socio-demografico attuale

Secondo le registrazioni delle Anagrafi Consolari al 3 dicembre 2007, le presenze

italiane in Brasile sono 276.731. Il Brasile risulta la quinta comunità nella graduatoria mondiale

con il 7,06% delle registrazioni totali e la seconda (dopo l’Argentina) tra quelle sudamericane.

Il 45,75% degli italiani che vive in Brasile risiede nella circoscrizione consolare di San Paolo, il

16,75% in quella di Rio de Janeiro, il 14,27% in quella di Porto Alegre, il 13,36% in quella di

Curitiba, il 5,52% in quella di Belo Horizonte, il 2,40% in quella di Recife ed il restante 1,95%

nella circoscrizione consolare di Brasilia (graf.1.1).

Il 14,11% degli italiani residenti in Brasile ha una età inferiore ai 18 anni, l’84,88% una età

compresa tra i 18 e i 90 anni ed il restante 1% una età superiore ai 90 anni (graf. 1.2).

Grafico 1.1 – Distribuzione degli italiani residenti in Brasile per circoscrizione consolare

0 20.000 40.000 60.000 80.000 100.000 120.000 140.000

BELO HORIZONTE

BRASILIA

CURITIBA

PORTO ALEGRE

RECIFE

RIO DE JANEIRO

SAN PAOLO

Fonte: Ministero degli Affari Esteri – Anagrafi consolari. Rilevazione al 03/12/2007

Grafico 1.2 – Distribuzione degli italiani residenti in Brasile per età

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12

Residenti minorenni14,11%

Residenti tra i 18 e i 90 anni84,88%

Residenti ultranovantenni

1,00%

Fonte: Ministero degli Affari Esteri – Anagrafi consolari. Rilevazione al 03/12/2007

Grafico 1.3 – Distribuzione degli italiani residenti in Brasile per circoscrizione consolare e per età

0 20.000 40.000 60.000 80.000 100.000 120.000 140.000

BELO HORIZONTE

BRASILIA

CURITIBA

PORTO ALEGRE

RECIFE

RIO DE JANEIRO

SAN PAOLO

Residenti minorenni Residenti tra i 18 e i 90 anni Residenti ultranovantenni Fonte: Ministero degli Affari Esteri – Anagrafi consolari. Rilevazione al 03/12/2007

Dalla rilevazione degli italiani all’estero al 21 marzo 2003 a cura della Direzione

Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie del Ministero degli Affari Esteri in

collaborazione con l’Istituto Nazionale di Statistica ISTAT, gli italiani residenti in Brasile

risultano 273.247, ovvero il 7,05% del totale degli italiani residenti all’estero.

Dall’analisi della ripartizione per Regione italiana di provenienza (graf. 1.4-1.5) , emerge che il

37,17% degli italiani residenti in Brasile è originario delle Regioni settentrionali, il 34,80%

proviene dall’Italia centrale ed il restante 28,03% dalle Regioni meridionali.

Grafico 1.4 – Distribuzione degli italiani residenti in Brasile per area geografica italiana di provenienza

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13

30.857

70.708

95.081

68.634

7.967

- 20.000 40.000 60.000 80.000 100.000

Nord ovest

Nord est

Centro

Sud

Isole

Fonte: Istat e Ministero degli Affari Esteri 2003

Grafico 1.5 – Distribuzione degli italiani residenti in Brasile per area geografica italiana di provenienza in valori %

Nord37,17%

Centro34,80%

Sud28,03%

Fonte: Istat e Ministero degli Affari Esteri 2003

Il Lazio con 76.430 residenti è la Regione più rappresentata (27,97% del totale) seguita

dal Veneto (20,22%), dalla Calabria (8,53%) e dalla Campania (8,31%) (Cfr. graf. 1.6).

Grafico 1.6 – Distribuzione degli italiani residenti in Brasile per regione italiana di provenienza

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14

- 10.000 20.000 30.000 40.000 50.000 60.000 70.000 80.000 90.000

Valle d'Aosta

Piemonte

Lombardia

Liguria

Trentino Alto Adige

Veneto

Friuli Venezia Giulia

Emilia Romagna

Toscana

Marche

Umbria

Lazio

Abruzzo

Campania

Molise

Basilicata

Puglia

Calabria

Sicilia

Sardegna

M F

Fonte: Istat e Ministero degli Affari Esteri 2003

Dalla rilevazione MAE/ISTA è possibile, inoltre, conoscere alcune caratteristiche

demografiche degli iscritti. Il 29,31% degli italiani residenti in Brasile ha un’età compresa tra i

25 ed i 44 anni, il 26,05% tra i 45 ed i 64 anni, il 20,03 % ha una età superiore ai 64 anni, il

14,27% un’età tra i 15 ed i 24 anni, il 10,35% ha una età inferiore ai 15 anni (graf. 1.7).

La suddivisione per sesso indica i maschi come il 48,11% del totale con punte di

maggiore concentrazione nella fascia di età compresa tra i 25 ed i 44 anni (31,59% del totale

maschile). La presenza femminile ricopre il 51,89% del totale e risulta più marcata nella fascia

di età compresa tra i 45 ed i 64 anni, dove si attesta al 28,86% del totale femminile. (Cfr. graf.

1.8)

Grafico 1.7 – Distribuzione degli italiani residenti in Brasile per classe di età

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15

0-1410,35%

15-2414,27%

25-4429,31%

45-6426,05%

65 e più20,03%

Fonte: Istat e Ministero degli Affari Esteri 2003

Grafico 1.8 – Distribuzione degli italiani residenti in Brasile per sesso e classe di età

-

50.000

100.000

150.000

200.000

250.000

300.000

M 14.282 19.973 41.531 30.257 25.409 131.452

F 13.989 19.028 38.547 40.916 29.315 141.795

TOTALE 28.271 39.001 80.078 71.173 54.724 273.247

0-14 15-24 25-44 45-64 65 e più TOTALE

Fonte: Istat e Ministero degli Affari Esteri 2003

L’IBGE, istituto di statistica che cura il censimento nazionale, conta 43.718 nati in Italia

residenti in Brasile all’anno 200011. Come si vede, le fonti italiane e locali presentano cifre

significativamente diverse, che derivano da un differente metodo di indagine statistica. Per

quanto riguarda i discendenti, in particolare, non disponiamo di dati locali. Il Censo brasiliano,

infatti, prevede al quesito “nazionalità” solo tre possibili risposte: A) Brasiliano nato;

B)Brasiliano naturalizzato; C) Straniero. Questa modalità fa sì che i discendenti di immigrati

nati in Italia siano registrati come “brasiliani per nascita”. Non siamo in grado di sapere,

quindi, da fonti ufficiali, quanti tra i “brasiliani nati” siano anche cittadini italiani. Stime

11 Erano 53.543 nel 1991, 128.726 nel 1970. IBGE, Instituto Brasileiro de Geografia e Estatística. http://www.ibge.gov.br/

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16

pubblicate da fonti accreditate12 oscillano tra 23 e 25 milioni di oriundi, una proporzione del

15% sulla popolazione totale del Paese.

2.1. I flussi

Secondo i dati raccolti dall’Istat nei comuni della Penisola, nel periodo 1990 - 2002 in

Italia vi sono state 8.832 cancellazioni di residenza per trasferimenti in Brasile e 13.201

iscrizioni per rimpatri. I rientri in Italia, dunque, hanno superato di gran lunga il numero degli

emigrati verso il Brasile.

La media degli espatri verso il Brasile, nel periodo considerato, è stata di 679 unità

annue con le punte più alte nel 1999 (1.169) e nel 2000 e 2001(rispettivamente con 998 e 932

espatri) e le punte più basse nel 1990 (454) e nel 1996 (460).

I rimpatri, che mediamente sono stati 1.015, hanno toccato il massimo nel 1990 con

2.040 unità, mentre le punte più basse si sono registrate nel 1998 con 633 unità.

Il 42,59% delle cancellazioni anagrafiche è avvenuto nelle regioni meridionali, contro il

41,22% del nord ed il 16,19% del centro. Per quanto riguarda i ritorni in patria, il 45,82% è

avvenuto nelle regioni settentrionali, contro il 30,98 delle regioni meridionali ed il 23,20% del

centro.

Tra il 1990 ed il 2002 la maggior parte degli espatri ha avuto origine dalla Lombardia

(1.145, il 12,97% del totale), seguita dalla Sicilia (1.090), dal Lazio (835) e dalla Campania

(724).

Le iscrizioni anagrafiche provenienti dal Brasile si sono indirizzate principalmente nel

Lazio (1.922, il 14,56% del totale), in Lombardia (1.761), nel Veneto (1.524) e in Campania

(942).

Analizzando i dati delle iscrizioni e cancellazioni anagrafiche per provincia, disponibili

soltanto per il periodo 1996 - 2002, Roma e Milano sono risultati i capoluoghi con il maggior

numero di cancellazioni e di iscrizioni.

Più in generale, tra gli espatri abbiamo Roma (406), Milano (405), Torino e Agrigento

(282), Cosenza (240), Lecce (192), Catania (172), Palermo (170), Napoli (164), Bari (134).

Per i rimpatri troviamo Roma (369), Milano (346), Torino (192), Lecce (152), Cosenza

(130), Agrigento (128), Verona (119), Treviso e Catania (117), Napoli (105).

12 Raffaele di Luca, Presidente della Camara de Comercio Italo Brasileira do Rio de Janeiro, “Brasile: ottimo mercato per gli imprenditori italiani”, News Italia Press, 26 sett. 2003: “il Brasile ha almeno 25 milioni di discendenti italiani”. Francesco Lazzari, “Italiani del Brasile e Sistema Italia tra sfide e opportunità”, in Affari Sociali Internazionali, XXVII, 4, 1999, p. 67: “oggi risiedono in questo gigante dell’America Latina circa 22.750.000 oriundi.”. Giulia Barbieri Farfoglia (Comites di S. Paolo), in Atti della Prima Conferenza degli Italiani nel mondo”(ADN Kronos Libri, 2001, p. 468): “su questo sottofondo fisico e pluriculturale convivono circa 25 milioni di Italiani e loro discendenti, che si sono inseriti nella società brasiliana”.

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17

Tab. 1.1. - Iscrizioni e cancellazioni anagrafiche da e per il Canada nel periodo 1996 – 2002 dei cittadini italiani (graduatoria)

Provincia Totale iscritti Provincia Totale

cancellati

Roma 369 Roma 406

Milano 346 Milano 405

Torino 192 Torino 282

Lecce 152 Agrigento 282

Cosenza 130 Cosenza 240

Agrigento 128 Lecce 192

Verona 119 Catania 172

Treviso 117 Palermo 170

Catania 117 Napoli 164

Napoli 105 Bari 134

Genova 97 Salerno 120

Salerno 97 Cagliari 109

Palermo 93 Catanzaro 106

Vicenza 92 Genova 91

Bari 88 Avellino 89

Udine 86 Foggia 86

Varese 84 Messina 86

Bologna 73 Bolzano-Bozen 85

Modena 67 Brindisi 81

Brescia 66 Varese 79

Caserta 64 Enna 79

Bergamo 60 Reggio Calabria 74

Venezia 58 Treviso 73

Messina 57 Crotone 65

Caltanissetta 54 Padova 64

Cagliari 54 Verona 63

Padova 51 Venezia 59

Como 49 Benevento 57

Firenze 48 Bologna 56

Ragusa 48 Como 54

Reggio Calabria 47 Siracusa 54

Taranto 46 Caltanissetta 52

Catanzaro 45 Bergamo 49

Brindisi 44 Trieste 49

Perugia 43 Vicenza 48

Latina 43 Grosseto 48

Chieti 43 Udine 46

Trento 42 Potenza 45

Pordenone 42 Rimini 44

Pesaro e Urbino 42 Trento 43

Avellino 42 Sassari 43

Parma 40 Chieti 41

Forli'-Cesena 39 Latina 40

Belluno 37 Vibo Valentia 40

Piacenza 37 Perugia 38

Foggia 37 Trapani 38

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18

Siracusa 37 Brescia 37

Frosinone 35 Frosinone 37

Provincia Totale iscritti Provincia Totale

cancellati L’Aquila 35 Firenze 36

Potenza 35 Forli'-Cesena 35

Cuneo 34 Modena 35

Lucca 34 Caserta 35

Trapani 34 Parma 32

Trieste 33 Alessandria 31

Teramo 33 Matera 31

Imperia 32 Belluno 29

Sassari 31 Campobasso 29

Bolzano-Bozen 29 Taranto 29

Crotone 29 Nuoro 29

Savona 28 Imperia 27

Rimini 27 Ragusa 27

Lecco 26 Pordenone 26

Mantova 25 Pisa 25

Reggio nell'Emilia 25 Cuneo 24

Novara 24 Sondrio 23

Benevento 24 Pesaro e Urbino 23

Verbano-Cusio-Ossola 23 Vercelli 21

Campobasso 23 Pistoia 21

Nuoro 23 Cremona 19

Pavia 22 Ravenna 19

Ancona 21 Terni 19

Pistoia 20 Novara 18

Vibo Valentia 20 Savona 18

La Spezia 19 Ancona 18

Ferrara 19 Macerata 18

Pisa 19 L'Aquila 18

Ascoli Piceno 19 Oristano 18

Enna 19 Biella 17 Alessandria 18 Verbano-Cusio-Ossola 17

Ravenna 18 Reggio nell'Emilia 16

Vercelli 17 Lucca 16

Oristano 17 Pescara 16

Massa-Carrara 16 Gorizia 15

Sondrio 15 Lecco 14

Terni 15 Ascoli Piceno 14

Matera 15 Teramo 14

Lodi 14 Mantova 13

Livorno 14 Pavia 13

Siena 14 Siena 13

Pescara 14 Ferrara 12

Gorizia 13 Piacenza 12

Aosta 12 Livorno 11

Cremona 12 Asti 10

Grosseto 12 Lodi 10

Rovigo 11 Arezzo 10

Asti 10 Massa-Carrara 10

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19

Viterbo 10 Viterbo 9

Biella 9 La Spezia 7

Provincia Totale iscritti Provincia Totale

cancellati

Arezzo 9 Prato 7

Macerata 9 Rieti 7

Prato 8 Aosta 6

Rieti 8 Rovigo 5

Isernia 3 Isernia 3 ITALIA 5.000 ITALIA 5.845

Fonte: Istat

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3. Profilo socio-economico

3.1. Quadro economico generale e rapporti commerciali13

In generale, il quadro economico del Brasile risulta essere positivo e caratterizzato da

una certa stabilità. Nel 2007 è stata registrata una crescita del PIL del 5,4%, il miglior risultato

dal 2004. I quattro anni del primo Governo Lula, così come quelli del predecessore Cardoso,

sono stati caratterizzati a una crescita media annua del 2,6%.

L’inflazione14 ha raggiunto nel 2007 il 3,64% e, contemporaneamente, il tasso di

disoccupazione è sceso dall’11,48% del 2004 al 9,30% nel 2007. Oltre all’alto livello delle

esportazioni, un altro fattore che determina la crescita del Brasile è sicuramente l’aumento

della domanda interna, considerato che - anche grazie alle politiche economiche e sociali del

governo - un numero maggiore di brasiliani ha migliorato il proprio standard di vita.

Tab. 3.1. Brasile - Dati economici fondamentali

2004 2005 2006 2007

PIL in $ a prezzi correnti (mln) 663.552 881.754 1.072.060 1.287.378

Variazione annuale del PIL reale (%) 5,68 3,14 3,73 5,43

Origine del PIL (%)

Agricoltura _ _ _ _

Industria 30,11 29,28 30,12 28,71

Servizi 62,97 65,02 64,72 65,78

PIL pro capite in $ a prezzi correnti 3.654 4.787 5.740 6.940

Tasso di inflazione (%) 6,60 6,87 4,18 3,64

Tasso di disoccupazione (%) 11,48 9,83 9,98 9,30

Rapporto debito pubblico/PIL (%) 49,29 46,69 45,75 45,07

Fonte: Ice – Guida al Mercato (dati luglio 2008)

La bilancia commerciale registra un saldo positivo, anche se leggermente in calo a

causa della crescita dell’import brasiliano, spinto dalla valorizzazione del real a fronte delle

principali valute internazionali e dalla fiducia verso l’economia del Paese degli imprenditori

locali impegnati nel rinnovo del parco industriale. Seppur in misura inferiore alle importazioni,

anche il valore delle esportazioni è in crescita, grazie soprattutto all’apprezzamento delle

13 Le informazioni relative al quadro economico del Brasile e all’interscambio con l’Italia hanno come fonte il Rapporto Paese Congiunto MAE/ICE 2° semestre 2007. 14 Il mantenimento del livello dei prezzi è sempre stato un obiettivo prioritario della politica economica del Governo Lula.

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materie prime. Tuttavia, anche l’export brasiliano risente della concorrenza cinese, soprattutto

nel settore tessile e calzaturiero.

Tab. 3.2. Brasile - Indicatori di commercio estero

2004 2005 2006 2007

Esportazioni di beni in $ correnti (mln) 96.475 118.309 137.808 160.649

Variazione annua % 32,01 22,63 42,84 35,79

Importazioni di beni in $ pressi correnti (mln) 62.835 73.606 91.351 120.621

Variazione annua % 30,12 17,14 45,38 63,87

Saldo Bilancia Commerciale in $ (mln) 33.641 44.703 46.457 40.028

Fonte: Ice – Guida al Mercato (dati luglio 2008)

L’Italia è il decimo Paese fornitore del Brasile (quota del 2,77%) e il nono Paese cliente

(2,78%).

Tab. 3.3. Orientamento geografico della bilancia commerciale

Paesi clienti 2007 % del tot. Paesi fornitori 2007 % del tot. Stati Uniti 15,6 Stati Uniti 15,52

Brasile 8,97 Cina 15,46

Cina 6,69 Brasile 8,63

Paesi Bassi 5,5 Germania 7,19

Italia (9°) 2,78 Italia (10°) 2,77

Fonte: Ice – Guida al Mercato (dati maggio 2008)

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Negli ultimi anni, la quota di mercato italiana in Brasile è scesa al di sotto del 3%, ma il

Sistema Italia sta cercando di reagire alle difficoltà registrate e mantenere le posizioni

conquistate nel corso degli anni. L’Italia sta soffrendo la concorrenza di Cina e India ma anche

dei Paesi del Mercosul, facilitati da canali commerciali preferenziali. D’altra parte, rispetto ai

Paesi europei, l’export italiano ha registrato delle buone performance: l’Italia si conferma,

infatti, come terzo esportatore europeo in Brasile, dopo Regno Unito e Germania, mentre la

Francia e la Spagna perdono quote di mercato.

L’Italia esporta principalmente nel settore della meccanica strumentale e dei prodotti di

media tecnologia; buone opportunità di espansione sono possibili per i beni di consumo di alto

livello (moda, calzature, casa arredo), la tecnologia medio-alta (gestione della sicurezza,

tecnologie medicali e ambientali) e i prodotti agroalimentari di qualità. Per quanto riguarda i

singoli stati brasiliani, in quello di San Paolo – che da solo assorbe quasi la metà dell’import

dall’Italia - la quota di mercato italiana è superiore alle media del Paese arrivando a

raggiungere il 3,09%. Cifre importanti si registrano anche nel Minas Gerais, nel Rio Grande do

Sul e a Rio de Janeiro.

Tab. 3.4. Interscambio commerciale Italia - Brasile 2004 2005 2006 2007

Esportazioni italiane in € (migliaia) 1.804.337 2.034.292 2.227.852 2.570.794

Variazione annua % 11,74 12,74 9,51 15,39

% su export tot. 0,63 0,67 0,62 0,70

Importazioni italiane in € (migliaia) 2.672.584 2.882.817 3.444.597 3.788.852

Variazione annua % 23,91 7,87 19,49 9,99

% su import tot. 0,93 0,94 0,94 1,03

Interscambio totale in € (migliaia) 4.476.921 4.917.109 5.672.449 6.359.646

Saldi in € (migliaia) -868.247 -578.525 -1.216.745 -1.218.058

Nel settore delle tecnologie ambientali è da menzionare il Progetto MUER (Moniotoring

Units for Environmental Projects), sviluppato dall’ICE negli scorsi anni, grazie al quale a partire

dal settembre 2006, il Ministero dell’ambiente e tutela del territorio e del mare ha creato

presso gli Uffici di San Paolo dell’ICE un proprio Desk operativo.

3.2. La presenza di investimenti diretti di imprese italiane in Brasile

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23

La partecipazione dell’Italia negli IDE in Brasile è modesta, anche a causa dei limiti

strutturali del sistema produttivo italiano la cui dimensione rappresenta un grosso ostacolo.

Sono, infatti, le grandi aziende italiane ad avere investito nel Paese. E’ il caso della FIAT Auto,

Teksid, Magneti Marelli, Comau, CNH, della Telecome e della Pirelli; inoltre, altri investimenti

sono arrivati più di recente anche, ad esempio, dalla Lavazza – che progetta di investire 30

milioni di euro nei prossimi 3 anni – e dalla Terna SpA nel settore dell’energia. Negli ultimi

tempi, tuttavia, gli investimenti delle PMI si sono andati intensificando, viste le possibilità

economiche offerte dal Paese che suscita un certo interesse da parte degli imprenditori italiani.

Il numero delle società italiane che ha aperto una filiale brasiliana, commerciale o produttiva, è

quasi raddoppiato, passando da 120 circa ad oltre 250 nei più svariati settori. Se in principio

erano i bassi costi di produzione e la somiglianza culturale i motori degli investimenti italiani in

Brasile, oggi è la crescita della domanda interna al Paese, in constante sviluppo economico, ad

incoraggiare gli IDE.

3.3. Le piccole e medie imprese di origine italiana: una ricerca della FILEF15

Nel 2001 la FILEF ha realizzato in brasile una ricerca sulle PMI fondate da italiani emigrati in Brasile. La

ricerca si è svolta nella seconda metà del 2001 nell’area metropolitana di San Paolo e nel Rio Grande do Sul,

attraverso la somministrazione di un questionario di rilevazione a 277 imprenditori di origine italiana (di San Paolo e

del Rio Grande do Sul) per identificarne caratteristiche, potenzialità e bisogni.

Lo studio individua le diverse tipologie d’imprese nate in contesto emigratorio:

- quelle di "nicchia etnica", che si sono insediate come risposta a fabbisogni di consumo tipici degli

italiani emigrati (in particolare prodotti agro-alimentari o di abbigliamento non reperibili sul posto),

- quelle che hanno coperto fabbisogni locali non toccati dagli autoctoni (produzioni di beni e servizi ad

alta intensità di manodopera),

- quelle che partendo da una specificità etnica, si sono evolute come soggetti di intermediazione tra il

mercato locale e quello globale (commercio estero, turismo, ecc.).

I risultati dello studio sono:

- comprensione della genesi e della consistenza di queste imprese,

- individuazione dei fabbisogni degli imprenditori, in termini di servizi richiesti, di relazioni e rapporti

con l'Italia,

- elaborazione di un quadro di riferimento sulle possibilità di cooperazione

- ruolo di mediazione delle collettività emigrate.

La maggior parte delle imprese studiate sono giovani: il 30% è costituito nel periodo 1991 – 2001, il 60%

dopo il 1981, contro il 30% prima del 1973 e il 18% prima del 1965.

In Brasile, gli italiani hanno realizzato le proprie imprese contando quasi esclusivamente sulle proprie forze,

con scarsi contributi esterni sia in termini di servizi, sia in termini di finanziamenti. La base è costituita dai risparmi

realizzati direttamente o in ambito familiare in anni di sacrificio, in grande maggioranza nella posizione di lavoratori

dipendenti, oppure come successori di una tradizione familiare che si perpetua negli anni e che attraversa intere

15 AA.VV., Consistenza ed evoluzione del sistema di piccola e media impresa e del lavoro autonomo italiano in emigrazione. Brasile – Uruguay, Emigrazione, XXXIII, 9-12, 2001, Roma, FILEF, 2001. 223 p.

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epoche storiche: per esempio, nelle imprese di trasformazione di prodotti agro-alimentari, si può ripercorrere il tragitto

dei bisnonni, dei nonni, di padri e madri, di figli e nipoti che hanno prima dissodato i terreni, introdotto la varietà di

colture e lavorazioni tipiche italiane, commercializzato i prodotti.

In effetti, il 76,1% delle aziende analizzate sono state fondate dall’attuale titolare, il 14,9% sono state

ereditate e 9% sono state acquistate. In genere, si tratta di società a responsabilità limitata (s.r.l.) e di società per

azioni (s.p.a.) che coprono il 93% di tutte le imprese.

In vari decenni, gli italiani in Brasile hanno sperimentato il lavoro delle fabbriche e dei cantieri e alcuni sono

diventati imprenditori edili, meccanici, tessili e dell‘abbigliamento, artigiani, commercianti, trasportatori, fino alle più

moderne funzioni di erogatori di servizi di varia natura alle persone o ad altre imprese.

I principali settori economici in cui operano le aziende sono l’industria (58,5%) e l’artigianato (18,8%). Molto

più limitati sono il commercio (6,5%) e la ristorazione (5,1%). I prodotti e servizi offerti vanno da

abbigliamento/tessuti (27,3%) a metalli/plastica (18,6%), da alimentari (11,4%) ad arredamento/infissi (10,6%). Essi

riflettono il maggior orientamento del Brasile verso le attività manifatturiere.

La forma di proprietà principale è quella individuale del titolare (42,1%), seguita dalla proprietà congiunta di

familiari ed altri soci (26,7%), dalla proprietà dei familiari (22,6%) e dalla proprietà esclusiva di altri soci (8,6%). Per

quanto riguarda il numero di familiari coinvolti, nel 65,5% delle imprese sono presenti solo uno o due familiari, mentre

sono più rari i casi con 3 o più familiari. Per quanto riguarda la presenza di soci non familiari, nel 65% dei casi ne

viene registrato uno solo.

Il 44 % delle imprese preferisce collocarsi al centro delle città, il 23,3% nelle periferie e il 21,1% nelle isole

pedonali.

La grandezza delle imprese in termini di occupati (62,1% al disotto dei 20 dipendenti) così come il fatturato

(41,8% meno di 150.000 reais) rivelano che si tratta di aziende di piccole dimensioni, il cui mercato è essenzialmente

locale e regionale (63,6%) contro il 32,4% nazionale e il 4% estero, di cui solo il 2,6% presenti sul mercato italiano.

Le imprese più piccole sono quelle dei servizi (85% con meno di 20 addetti), seguono poi l’artigianato ed il

commercio (73%), mentre nell’industria e nell’edilizia la dimensione della classe di imprese con meno di 20 addetti è

circa il 50% del totale. Oltre il 60% delle aziende artigiane fattura meno di 150.000 reais, così come il 44% delle

aziende di commercio ed il 42% di quelle dei servizi. Invece, nella fascia più alta di fatturato (più di 1 milione di reais)

si trovano il 50% delle aziende edili ed il 30% di quelle industriali.

Gli imprenditori che hanno fondato e/o dirigono le imprese analizzate sono essenzialmente maschi (80,1%

contro 19,1% di donne), hanno un’età compresa tra i 31 e i 50 anni (55,1%, contro 35,8% per gli over 50 e 9,1% per

coloro sotto i 30).

Rispetto a quanto successo in Europa (Germania, Francia, Belgio e Gran Bretagna16) gli imprenditori

sembrano mediamente più integrati nelle realtà di accoglimento. Ciò dipende dalla più antica emigrazione e dal fatto

che il Brasile è un paese d’immigrazione e tale si considera, contrariamente a quanto sostenuto per anni da paesi che

oggi fanno parte della U.E.

16 AA.VV., Consistenza ed evoluzione del sistema di piccola e media impresa in emigrazione. Analisi dei fabbisogni e delle esigenze di consulenza, orientamento ed assistenza nella prospettiva dello sviluppo dell'associazionismo imprenditoriale e di un network di servizi. La Germania Federale, Emigrazione, XXXI, 1-4, 1999, FILEF, Roma, 1999. 207 p. AA.VV., Ricerca sui fabbisogni delle piccole e medie imprese e del lavoro autonomo italiano in Francia, Belgio, Gran Bretagna, Emigrazione, XXXII, 9-12, 2000, FILEF, Roma, 2000. 183 p.

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Infatti, se consideriamo la domanda circa l’anno d’arrivo in Brasile, il 73,8% degli intervistati dichiara di

essere nato in Brasile, poiché i progenitori vi giunsero prima del 1900, mentre un altro 20,5% dichiara di esservi

giunto prima degli anni ‘20 rivelando così un forte radicamento nella realtà del paese, da una o più generazioni.

Analizzando le aree e le regioni di provenienza, l’87,% degli imprenditori intervistati che hanno risposto sono

settentrionali, soprattutto veneti (49,5%).

Tra gli italiani che hanno fatto la scelta dell’imprenditorialità, il 50,5% è in possesso del titolo di studio

dell’obbligo, 21,7% ha il diploma e 27,1% ha una laurea. Mettendo in correlazione titolo di studio e settore di attività

troviamo che settori come la viticoltura, il commercio e l’industria hanno una maggiore presenza di persone con il titolo

di studio più basso, settori come l’edilizia, i servizi e l’artigianato annoverano piuttosto persone con il titolo di studio

secondario, mentre ristorazione e servizi sono piuttosto appannaggio dei laureati.

É nel Rio Grande do Sul che troviamo il numero più importante degli imprenditori italiani che hanno creato o

dirigono circa il 40% delle imprese manifatturiere.

Nella maggioranza dei casi è scarsa l’assistenza che le imprese hanno ricevuto, sono carenti i servizi utilizzati,

sono minimi i contatti con le strutture associative, le adesioni alle associazioni di categoria.

La parte maggiore delle difficoltà incontrate è costituita dalle difficoltà finanziarie: le uniche forme di

finanziamento utilizzate sono state l’autofinanziamento (65% dei casi) ed i prestiti bancari (20%).

Il 48% degli imprenditori intervistati dichiara di avere accordi con imprese italiane, operanti in Brasile, in

Italia o nelle regioni di origine. Tali accordi mirano soprattutto alla commercializzazione dei prodotti (58%), alla

produzione (24%) o allo scambio tecnologico (15%). Le informazioni che gli intervistati hanno dell’Italia e della regione

d’origine sono scarse (il 48% ammette di non avere nessuna informazione) o generiche (20%) e solo il 20% dichiara di

possedere informazioni specifiche sul mercato o sul settore di produzione.

Gli imprenditori chiedono maggiore informazione, opportunità d’incontro e di affari, intensificazione dei

rapporti con l‘Italia e con le regioni di origine; domandano sostegno per stare al passo nel mercato globale, misurarsi

con le nuove tecnologie, disporre dei capitali necessari.

Il patrimonio, le risorse umane delle generazioni di giovani italiani e oriundi costituiscono un fattore di grande

importanza per il futuro comune dell‘America Latina e dell‘Europa. Le lotte per l‘esproprio del latifondo, la battaglia per

la terra, per l‘autosufficienza alimentare e per lo sviluppo del mercato interno in Brasile, trova gli italiani in prima fila

dentro grandi movimenti sociali.

3.4. Le politiche per il lavoro e la rete degli uffici per l’impiego

La Costituzione del 1988, nel suo preambolo, definisce l’uguaglianza un bene supremo.

L’articolo 6 indica il lavoro come un diritto sociale; è però l’articolo 7 ad indicare nello specifico

i diritti dei lavoratori: salario minimo ed equo, maternità e congedo parentale, incentivi per il

lavoro femminile, proibizione del licenziamento senza giusta causa, assegni familiari, numero

delle ore di lavoro non superiore alle otto giornaliere e quarantaquattro settimanali, pensione,

assicurazione per gli infortuni e protezione contro ogni forma di discriminazione sul lavoro.

La norma fondamentale del diritto del lavoro in Brasile è la Consolidação das Leis do

Trabalho CLT (Diritto del lavoro consolidato), creata con il decreto legge n.5.452 del 1 maggio

1943, che unifica tutte le leggi sul lavoro precedentemente emanate. La Consolidação das Leis

do Trabalho è stata successivamente modificata dalle nuove leggi approvate dal governo

brasiliano.

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Il Ministero del lavoro e dell’impiego brasiliano (Ministério do Trabalho e Emprego17)

nasce nell’attuale denominazione nel 1999, e ha subito nel tempo diverse modifiche strutturali

e regolamentari.

Il Ministero della previdenza sociale (Ministério da Previdência Social18) si occupa,

invece, dell’assistenza ai disoccupati, anche attraverso una rete regionale di assistenza.

In Brasile, non c’è una rete di uffici di collocamento, ma sul sito dell’Ambasciata

Brasiliana in Italia sono reperibili gli indirizzi web di due motori di ricerca di lavoro:

www.proemprego.com.br; www.manager.com.br.

17 http://www.mte.gov.br/

18 www.previdenciasocial.gov.br

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4. La formazione degli italiani in Brasile

4.1. La struttura del sistema scolastico brasiliano ed il livello d’istruzione19

La Costituzione del 1988 stabilisce il diritto all’istruzione per tutti i brasiliani (art.6),

attraverso una formazione adatta ad inserire in modo adeguato i cittadini nel mondo del

lavoro. Il Governo Federale attraverso il MEC (Ministério da Educaçao) è incaricato di legiferare

in materia, di coordinare e sviluppare i programmi nazionali, nonché di finanziare il sistema

federale di istruzione. Ciascun Stato Federato ed Autorità locale, dal canto suo, è responsabile

della gestione del proprio sistema educativo, nel rispetto delle leggi nazionali: il sistema

scolastico brasiliano prevede, infatti, un’intensa collaborazione fra Unione, Stati, Distretto

Federale e Municipi.

Le Linee guida dell’educazione nazionale e il Programma di legge (Lei de Diretrizes e

Bases da Edacação - LDB) del 1996 prevede che l’istruzione rispetti la libertà e i diritti

dell’individuo, trasmetta il patrimonio culturale locale e combatta le ingiustizie dovute a

qualsiasi tipo di pregiudizio, politico, sociale etnico.

L’anno scolastico ed accademico dura da febbraio a dicembre (è il calendario australe).

La sua durata è di 200 giorni, da svolgersi in due semestri.

L’istruzione si articola in istruzione di base (fino ai 18 anni) e istruzione superiore

(dopo i 18 anni). L’istruzione obbligatoria è di 9 anni, dai 6 ai 14-15 anni di età; quella

pubblica è gratuita, in tutti i suoi livelli.

I sistema è diviso in tre livelli: elementare, medio e superiore. Per i bimbi al di sotto dei

7 anni di età è possibile frequentare l’asilo nido fino ai due anni di età, la scuola materna dai

due ai tre, la pre-scuola dai quattro fino ai sette.

Età 3

anni 4

anni 5

anni 6

anni 7

anni 8

anni 9

anni 10

anni 11

anni 12

anni 13

anni 14

anni 15

anni 16

anni 17

anni 18

anni

Educação Infantil 1.° ciclo do ensino fundamental 2.° ciclo do ensino

fundamental Ensino médio

Istruzione pre-primaria (scuola dell’infanzia):

La scuola dell’infanzia non è obbligatoria ed è offerta da due tipi di istituti: gli asili nido

(creches) per i bambini fino ai 3 anni e le pré-escolas, per i bambini di 4 e 5 anni.

Istruzione primaria (ensino fundamental):

19Alcune informazioni sul sistema educativo brasiliano sono reperibili nei seguenti siti: Nazioni Unite http://www.un.int/brazil/brasil/brazil-education.htm; Ministero dell’Istruzione www.mec.gov.br; Istruzione in Brasile www.portaldoensino.com.br

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La scuola dell’obbligo per gli studenti va dai 6 ai 14/15 anni ed è gratuita quando pubblica.

Dura 9 anni e si divide in escola primária, da 6 a 10 anni e in escola secondaria, da 11 a 14

anni.

I programmi scolastici sono definiti a livello federale per garantire l’uniformità

dell’insegnamento nei diversi stati, con delle minime differenze introdotte dai diversi Stati e

istituti per rispondere a specifiche esigenze regionali. In alcuni casi, gli studenti vengono

raggruppati in classi definite in base al livello raggiunto.

Istruzione secondaria (ensino médio), dai 15 ai 17/18 anni:

Terminata la scuola elementare, gi studenti possono frequentare per almeno tre anni la scuola

media, che da la possibilità – tra l’altro – di frequentare anche corsi professionali talvolta

fondamentali per accedere a determinate professioni. Al termine dei diversi cicli vengono

rilasciati i seguenti certificati: un certificado de conclusão de primeiro grau, un diploma de

secondo grau, o per l’ istruzione tecnica un diploma di técnico de nivel médio.

Sono molto numerose le scuole private, in particolare quelle di ispirazione cattolica (salesiani,

agostiniani, gesuiti).

L’istruzione universitaria (ensino superior)

Una volta completato il percorso intermedio, inizia l’istruzione superiore presso scuole (per

corsi professionali) e università. L’istruzione universitaria si articola nella graduação (laurea) e

nella post- graduação (post-laurea). I corsi di graduação, per conseguire la licenciatura e il

bachalerado, sono accessibili attraverso un esame di ammissione detto vestibular. che verifica

il livello di conoscenza raggiunto in ciascuna materia in cui si intende proseguire gli studi.

Per poter accedere al secondo livello post-graduação (post-laurea) è necessario avere

completato il primo e superare le selezioni richieste dall’Istituto. La post-graduação si

conclude con un mestrado (dopo due anni e mezzo) o il doutorado.

Le Università sono strutturate in dipartimenti, facoltà o scuole. Vi sono università federali,

statali e municipali, ma moltissime sono le università e le facoltà private, alcune prestigiose

come le Pontificie Università Cattoliche.

L’ ammissione degli studenti stranieri è subordinato alla conoscenza della lingua Portoghese, i

cui livelli di padronanza sono certificati dal CELPEBRAS, il diploma di conoscenza per gli

stranieri.

Per aiutare gli studenti nella scelta del proprio percorso formativo, il Ministero

dell’Istruzione ha realizzato un portale http://www.educacaosuperior.inep.gov.br/ dove sono

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reperibili tutti contatti relativi alle istituzioni, l’elenco dei corsi, ed altre informazioni per

orientare gli studenti brasiliani.

Secondo l’UNESCO il tasso di alfabetizzazione della popolazione adulta (Adult literacy

rate), pari a 89,6% per entrambi i sessi, è leggermente inferiore alla media regionale: il tasso

per l’America Latina è, infatti, del 91,3% (92% per gli uomini e 90,7% per le donne)20.

Nel 2002, il 92% dei bambini risultava iscritto alla scuola elementare (contro l’85% del

1991), il 74% dei ragazzi riceveva l’istruzione secondaria (contro il 17% registrato

dall’UNESCO nel 1991) ed il 20% dei giovani frequentava l’università (contro l’11% del 1991).

I dati relativi alla frequenza dei diversi livelli di istruzione hanno registrato, dunque una

crescita negli ultimi anni, ma sempre in base ai dati dell’UNESCO del 2006 - ad eccezione

dell’istruzione secondaria – risultano ancora inferiori alla media regionale dell’America Latina

che registra per l’Istruzione primaria un 65%, per l’Istruzione secondaria un 70% e per

l’Istruzione terziaria 31%.

4.2. La cooperazione italo- brasiliana in ambito formativo

Fra Italia e Brasile sono attualmente in vigore l’Accordo di Cooperazione Scientifica e

Tecnologica tra il Governo della Repubblica Italiana e il Governo della Repubblica Federata del

Brasile firmato a Roma il 12 dicembre 1997 ed il relativo Programma esecutivo per gli anni

2008-2010, nonché l’Accordo di Cooperazione Culturale del 12 febbraio 1997 seguito dal

Programma esecutivo 2000-2003 (non ancora rinnovato), che prevede la collaborazione nel

settore dell’istruzione e universitario ed il rilascio di borse di studio.

Il compito di promuovere la cultura italiana in Brasile ricade principalmente sui due

Istituti Italiani di Cultura di Rio de Janeiro e San Paolo21. Nel 2007 i corsi di lingua italiana

organizzati dagli Istituti di cultura sono stati 357 per un totale di 3.768 iscritti, risultando in

America Latina il primo Paese per corsi e iscritti.

Tab.4.1 - Corsi di lingua italiana organizzati dagli Istituti Italiani di Cultura 2003 2004 2005 2006 2007 ISTITUTI ITALIANI

DI CULTURA ISCRITTI CORSI ISCRITTI CORSI ISCRITTI CORSI ISCRITTI CORSI ISCRITTI CORSI Rio de Janeiro 955 85 1.266 103 1.215 99 1.220 98 1.152 129 San Paolo 2.513 218 2.360 254 2.610 291 2.636 231 2616 228 Totale 3.468 303 3.626 357 3.825 390 3.856 329 3768 357

In Brasile, inoltre, sono presenti presso l’Ambasciata di Brasilia (solo fino a marzo

2009), il Consolato Generale di Prima Classe di San Paolo, i Consolati Generali di Curutiba,

Porto Alegre e Rio de Janeiro ed il Consolato di Belo Horizonte gli Uffici Scolastici, dove 20 Per maggiori informazioni http://stats.uis.UNESCO.org 21 Per maggiori informazioni: www.iicrio.esteri.it; http://www.iicsanpaolo.esteri.it

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operano Dirigenti Scolastici inviati dall'Italia, incaricati di amministrare, coordinare e vigilare le

scuole, le istituzioni educative e le altre iniziative scolastiche e attività di assistenza scolastica

a favore dei lavoratori italiani e loro congiunti emigrati.

Nel 2006/2007, gli iscritti ai corsi di lingua integrati nell’insegnamento in scuole

pubbliche sono in Brasile 29.380, mentre quelli per i corsi svolti in orario extra-scolastico sono

32.597. In totale, in Brasile frequentano corsi di lingua e cultura italiana 61.977, valore

secondo nell’America latina solo all’Argentina.

Tab. 4.2. - Corsi di lingua e cultura italiana in Brasile e raffronto con il totale dell’America Latina

ANNO SOLASTICO ISTITUZIONI ALUNNI

Corsi di lingua

Insegnamenti in scuole pubbliche locali

Totale Corsi di lingua

Insegnamenti in scuole pubbliche

locali Totale

Totale Brasile

2003/2004 1.753 799 2.552 32.627 15.895 48.522

2004/2005 2.465 1.447 3.914 36.588 31.544 68.132

2005/2006 2006/2007

2.620 1.885

1.708 1.628

4.328 3.513

41.515 32.597

39.384 29.380

80.899 61.977

Totale Americhe

2006/2007 7.011 8.837 15.848 103.456 196.117 299.573

Fonte: Ministero degli Affari Esteri, Annuari statistici

La Direzione Generale per la Promozione e la Cooperazione Culturale, attraverso il sito

del Ministero degli Affari Esteri, fornisce inoltre i dati sui lettori universitari gestiti dal MAE in

Brasile; essi sono presenti in 8 città universitarie: Brasilia, Curitiba, Florianopolis, Porto Alegre,

San Josè di Ro Preto, Salvador, San Paolo (2 lettori), Vitoria.22 Due sono invece le scuole

italiane presenti nel Paese: il COMPLESSO SCOLASTICO ITALIANO PARITARIO "ISTITUTO

EUGENIO MONTALE" di San Paolo e il COMPLESSO SCOLASTICO ITALO BRASILIANO

PARITARIO "FONDAZIONE TORINO" di Belo Horizonte.23

Infine, la stessa Direzione, attraverso la Banca dati Davinci (www.esteri.it/davinci)24, il

database in cui i ricercatori italiani all’estero registrano volontariamente i loro dati, informa che

all’agosto 2008 sono 242 ricercatori italiani in Brasile iscritti, ripartiti come segue nelle diverse

categorie di ricerca:

22 http://www.esteri.it/MAE/doc/Lettorati_AMERICHE.pdf 23 http://www.esteri.it/MAE/doc/scuoleitaliane.pdf 24 La rilevazione è datata al 28 agosto 2008. Il database è costantemente aggiornato con nuovi iscritti, ma alcuni ricercatori non più impiegati in Gran Bretagna potrebbero non avere provveduto alla cancellazione dei dati al momento del loro rientro in Italia o emigrazione verso altri Paesi.

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Categorie Unità Agricultural Sciences 43 Architecture 12 Biology 54 Chemistry 29 Earth Sciences 16 Engineering 30 Humanities and Art 58 Mathematics and Computer Science

20

Medicine 48 Physics 16 Science Policy 21 Social Science 101 Veterinary Medicine 10

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5. Progetti attuati per gli italiani in Brasile

Tra il 1998 e il 2007 sono stati finanziati dal Ministero dal Lavoro25 e dal Ministero degli

Affari Esteri 89 progetti26 a favore degli italiani residenti in Brasile. La maggior parte di essi ha

riguardato i settori del Turismo, Impresa e Commercio. Le circoscrizioni consolari più coinvolte

sono state San Paolo (ventotto progetti), Rio de Janeiro (venti progetti), Curitiba (nove

progetti) e Belo Horizonte (sei progetti).

Nell’annualità 1998 sono stati approvati e finanziati diciotto progetti. L’ente che ne ha

realizzato in maggior numero è stato 2CR (sei progetti), seguito dall’I.R.E.S. (tre progetti). Le

circoscrizioni consolari più interessate da questa attività formativa sono state San Paolo (dieci

progetti) e Porto Alegre (tre progetti).

Le aree di intervento di maggiore attenzione sono state: l’Orientamento professionale,

la Formazione dei Formatori e l’Impresa.

Nell’annualità 1999, i progetti formativi sono stati diciassette. Gli enti che ne hanno

realizzati il maggior numero sono stati Mathesis (tre progetti), C.I.A.P.I. (tre progetti) e Enaip

Sardegna (due progetti). Le circoscrizioni consolari più interessate da questa attività formativa

sono state Rio de Janeiro (cinque progetti), e Porto Alegre (tre progetti).

Le aree di intervento di maggiore attenzione sono state: l’Agricoltura e l’Impresa.

Nell’annualità 2000 si registra un notevole calo di iniziative di formazione professionale,

poiché si passa dai diciassette progetti dell’anno precedente a nove. Gli enti che ne hanno

realizzati il maggior numero sono stati l’Enaip Sardegna (due progetti) e Kantea (due progetti).

Le circoscrizioni consolari più interessate da queste attività formative sono state Rio de Janeiro

(cinque progetti), e San Paolo (tre progetti).

Gli interventi formativi hanno investito diverse aree, spaziando dal settore delle Nuove

tecnologie Informatiche e Multimediali fino ai Servizi socio-sanitari alle famiglie, dalla

Ristorazione al Restauro.

L’annualità 2001 è la più generosa, giacché vengono presentati e approvati ben

trentuno progetti di formazione professionale. Kantea e Filef sono gli enti che hanno realizzato

più progetti, esattamente tre ognuno; mentre l’Ass.for.seo, l’Istituto A. Suffredini, Casa della

Gioventù, e Fondazione G. Rumor ne hanno realizzati due ognuno. Gli interventi formativi

25 I finanziamenti dei progetti di formazione vengono garantiti dal contributo proveniente dallo 0,30% del gettito INPS, annualmente attribuito al Ministero del Lavoro ed esattamente all’Ufficio Centrale per l’Orientamento e la Formazione Professionale dei Lavoratori (UCOFPL). A quest’ultimo e, in particolar modo, alla Divisione V “Gestione e coordinamento di forme di intervento nazionale”, viene assegnato il compito di promuovere interventi formativi per gli italiani e le loro famiglie residenti nei paesi non appartenenti all’Unione Europea. I finanziamenti concessi vengono erogati con le seguenti modalità: il 50% all’avvio dell’attività; il 30% alla certificazione da parte dell’ente attuatore dell’avvenuta spesa di almeno il 50% del primo anticipo e del regolare svolgimento dell’attività; il restante 20% dopo la presentazione di una relazione finale sulle attività svolte. Sulla realizzazione dei progetti vigila il Ministero degli Affari Esteri attraverso le rappresentanze consolari competenti per territorio, tenute ad effettuare verifiche ex ante ed in itinere dei progetti stessi. 26 I progetti presentati dal 1998 al 2000 sono interventi per la formazione professionale, quelli presentati nel 2002 sono, invece, “iniziative specifiche di animazione e promozione di legami stabili tra l’economia del Mezzogiorno e gli Italiani residenti all’estero” che rientrano nel PON di Assistenza Tecnica e Azioni di Sistema del QCS Ob. 1, 2000/2006 Misura II, Azione D.

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hanno investito diverse aree, spaziando dal settore delle Nuove tecnologie Informatiche e

Multimediali fino ai Servizi socio-sanitari alle famiglie, dalla Ristorazione al Restauro, dal

Commercio all’Impresa, dall’Artigianato all’Elettromeccanica.

Le circoscrizioni consolari più interessate dalle iniziative formative sono state: San Paolo

(dieci progetti), Porto Alegre (otto progetti) e Rio de Janeiro (sei progetti).

Nell’annualità 2002 i progetti finanziati in Brasile sono stati sette. Essi rientrano nel

PON di Assistenza Tecnica e Azioni di Sistema del QCS Ob. 1, 2000/2006 Misura II.1, Azione D.

Di questi sette progetti, 3 rientrano nell’Ambito di Intervento 2c:

• Sviluppo di professionalità nell’area della mediazione culturale ed economica

capaci di attivare servizi reali per l’internazionalizzazione delle imprese delle regioni, attraverso

la promozione di partnership con le comunità di italiani all’estero;

2 progetti rientrano nell’Ambito di Intervento 2d:

• Formazione dei formatori regionali finalizzata allo sviluppo della cooperazione

con i Paesi di emigrazione, e all’applicazione di tecniche e di metodologie di formazione

continua e a distanza;

2 progetti rientrano nell’Ambito di Formazione 2 b:

• Realizzazione di azioni di orientamento e di accompagnamento rivolte a soggetti

associativi o imprenditoriali, promotori o partner di progetti di sviluppo integrato, finalizzate

all’acquisizione di competenze necessarie al coinvolgimento di italiani residenti all’estero.

Le aree di intervento più coinvolte nell’attività di formazione sono state l’Industria, il

Turismo e il Commercio. La Sicilia è stata la regione più coinvolta nelle varie iniziative (tre

progetti), seguita dalla Campania (due progetti) e da Calabria e Puglia (un progetto ciascuna).

Nel dettaglio, Il progetto Development Oriented Calabrian Cooperation (D.O.C.C.),

promosso dall’Università della Calabria di Arcavacata di Rende, ha mirato a creare e diffondere

un data base bidirezionale per l’interscambio di informazioni e opportunità tra imprese

calabresi e imprese operanti nei paesi d’emigrazione e a formare operatori di

internazionalizzazione. In particolare è stata realizzata una ricerca inerente la realtà economica

del Brasile, contenente anche il censimento delle imprese gestite da emigrati calabresi

residenti in loco. La formazione – tendente a sviluppare competenze per “manager di

internazionalizzazione” e “esperto di commercio con l’estero” – ha coniugato lezioni frontali in

aula, apprendimento a distanza (e.learning) e una sezione di apprendimento autogestito (self-

learnimg).

Il Progetto SAFOS – Sicilians abroad for Sicily, promosso dall’Università di Catania,

Dipartimento di Economia e metodi quantitativi, ha invece inteso conoscere le esperienze e le

professionalità dei siciliani emigrati all’estero, attraverso la realizzazione di un repertorio “who

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is who” in Brasile e la ricognizione dei laureati dell’Università di Catania attualmente all’estero,

individuati quali potenziali referenti per scambi e progetti di cooperazione. In particolare, la

ricognizione “Who is who” dei laureati presso l’Università di Catania che lavorano all’estero

mirava a verificare le possibilità di un “ritorno culturale” del patrimonio di esperienze acquisito

da rendere funzionale allo sviluppo della Regione. Anche questo progetto ha poi mirato a

realizzare una rilevazione delle imprese siciliane operanti all’estero, selezionandone un

campione rappresentativo, cui è stato somministrato un questionario tendente a rilevare la

propensione ed i timori degli imprenditori di origine italiana a entrare in rapporti commerciali

con i connazionali che vivono in Italia.

Il progetto “Formarete” ha avuto l’obiettivo di consolidare rapporti e relazioni tra le

associazioni pugliesi e le comunità di emigrati all’estero, espressione del mondo produttivo,

associativo e istituzionale, con la finalità di promuovere accordi formativi e progetti di

cooperazione e sviluppo. Esso è stato realizzato dal Consorzio per la scuola di perfezionamento

in gestione aziendale (Spegna srl) in partnership con la Camera di commercio di Rio de

Janeiro, la Trinacria associazione siciliani emigrati di Rio, il Centro calabrese San Francisco di

Paola (Rio de Janeiro), e con l’Associazione culturale Emilia Romagna di Rio. Esso in particolare

ha sviluppato nuove competenze in tema di cooperazione nelle aree delle metodologie

didattiche, delle tecniche relazionali dei sistemi normativi e dei sistemi di cooperazione, e nella

creazione di task force regionali.

La Regione Campania si è vista finanziare due progetti incidenti nel territorio del

Brasile: il progetto L.I.N.F.A.: Promozione dell’internazionalizzazione regionale attraverso lo

sviluppo di network con italiani all’estero e formazione avanzata, e il progetto “Nodi: una rete

per lo sviluppo”. L.I.N.F.A., realizzato dalla società MATER Soc. cons. a r.l. con, tra l’altro, la

Camera Italo Brasiliera de Commercio e Industria, ha avuto l’obiettivo di rafforzare lo sviluppo

locale attraverso azioni di formazione, miranti in particolare all’erogazione di servizi alle

aziende agroalimentari. A tal fine sono stati realizzati un Corso di formazione superiore per

“Esperto in processi e strumenti di internazionalizzazione e cooperazione socioeconomica e

culturale” ed alcuni seminari formativi tecnici su tematiche specifiche. L’azione si è

accompagnata ad attività di analisi e ricerca sui Paesi target di progetto, fra cui il Brasile, e si è

completata con la realizzazione di programmi di scambio tra imprese campane ed imprese

estere attraverso il sostegno alle comunità di emigrati.

Anche il Progetto Nodi, del Consorzio CONSVIP in partnership con la società cooperativa

consortile Co.export, sede in Brasile, e la società ricreativa italo-brasiliana Monte San Giacomo,

ha mirato alla creazione di nuove reti e all’innovazione di quelle esistenti, tramite la

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realizzazione di azioni formative, seminariali e informative in Italia ed in Brasile e di attività di

accompagnamento. Non sono mancate la realizzazione di schede Paese sui caratteri peculiari

dei Paesi esteri coinvolti nel progetto (Brasile e Brasile), e la somministrazione di questionari ai

destinatari di progetto sugli sbocchi di mercato, sulle caratteristiche della domanda locale e sul

ruolo dei soggetti economici.

Il Progetto “Formatori a supporto dell’internazionalizzazione delle imprese siciliane”,

realizzato dall’Associazione Cristiana Artigiani Italiani in collaborazione con il Comitato tricolore

italiani nel mondo, la Camera di commercio italo-brasiliana di Minas Gerais e di Rio de Janeiro,

l’ICE di San Paolo, ha realizzato un Master specialistico di 600 ore in “Economia internazionale

e politiche per lo sviluppo”, ripartito in quattro aree tematiche (economia e politica

internazionale; storico-economica; istituzionale-giuridica; metodologica), ed è stato diretto a

12 giovani. Nel corso del Master sono anche stati realizzati seminari specifici sull’economia e

sulle opportunità commerciali in Brasile, con focalizzazioni sulle problematiche specifiche del

paese. I seminari si sono svolti in Sicilia, ed hanno coinvolto i rappresentanti delle associazioni

italiane operanti in Brasile.

N.B: Nella breve descrizione dei progetti appena effettuata si sono riportati solo i

partner brasiliani, ma ciascun progetto ha interessato anche altri Paesi (Brasile Canada,

Romania); la partnership complessiva risulta dunque più ampia di quella indicata.

Pure siciliano è il progetto “Creazione di una rete per lo sviluppo e la interconnessione

del settore turistico ecocompatibile”, che ha avuto come esclusivo Paese di riferimento il

Brasile. Il progetto è stato realizzato da Ass.For.SEO, in collaborazione con la Camera di

commercio Italo Brasileira de Minas Gerais e di Rio de Janeiro, l’Istituto do Meio Ambiente

IMA/AI, la Prefeitura Municipal de Marechal Deodoro Estrado De Alagoas, Interface, Macerò

Convention & Visitor Bureau, Rebelo Turismo, GME Massaguierira empreendimentos LTDA,

Ecap, Tesar e l’Universidade Gama Filho.

Esso ha mirato a promuovere, attraverso azioni formative mirate, nuove professionalità

nel campo della promozione ed organizzazione turistica, allo scopo di diffondere il prodotto

turistico “Sicilia” all’estero mediante la rete di rapporti con le comunità di siciliani residenti

abroad: nello specifico esso si è proposto di stimolare l’apertura internazionale del tessuto

imprenditoriale siciliano; di rafforzare l’efficacia di processi di integrazione tra le politiche di

sviluppo della Regione e di stimolare accordi di collaborazione e investimenti di capitale estero

tra Italia e il Brasile. Le attività di formazione, che hanno coinvolto 31 persone del settore

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privato e 21 provenienti dal settore pubblico, hanno alternato formazione in aula, attività di e-

learning e workshop in Sicilia e in Brasile.

N. B. Tutti i dati relativi ai progetti finanziati nell’ambito del PON di Assistenza Tecnica e

Azioni di Sistema del QCS ob.1, 2000-2006, Misura II, 1 Azione D derivano dal Report di

valutazione ex post dei 31 progetti finanziati a seguito dell’avviso pubblico del 23 agosto 2002,

Volume II, del luglio 2005.

Come si può osservare nella Tabella 1, dal 1998 al 2007 sono stati dunque 89 gli

interventi di formazione professionale e di promozione imprenditoriale diretti agli italiani

residenti in Brasile.

Tab 5.1 - Progetti proposti e attuati per anno

Anno N. Progetti

1998 18

1999 17

2000 9

2001 31

2002 7

2004 7

Totale 89

L’Enaip, la Filef, C.I.A.P.I. e 2Cr sono gli enti che hanno realizzato più progetti. (Tabella

5.2)

Tab. 5.2 – Numero di progetti per ente promotore

Enaip Sardegna 6

Filef 6

Ciapi 6

2 CR 6

Kantea 5

Palazzo Spinelli 4

Centro de Cultura Italiana 4

I.R.E.S: 4

I.C.I.F. 3

Mathesis 3

Ass.For.Seo 3

Leader Ulixes 2

Anfe 2

Ist. A. Suffredini 2

Fondazione G. Rumor 2

Casa della Gioventù 2

Spegna 2

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Fondazione Kepha Onlus 2

Efeso 1

Anfe Palermo 1

Ial Friuli Venezia Giulia 1

Riconversider 1

Lega Coop Bologna 1

Fo.r.um. 1

Laboratorio di ricerca della cittadinanza 1

Senac Mg 1 1

Università degli Studi di Torino, Facoltà di Economia 1

Smile 1

CEP 1

Conform 1

Italia Lavoro 1

Camera di Commercio Italo Brasiliana 1

Consorzio Consvip 1

Mater 1

Università degli Studi di Catania 1

ACAI 1

CFP Cividale 1

Opera Sacra Famiglia-Centro di Formazione Pordenone 1

I.R.I.P.A ABRUZZO – Istituto Regionali Interventi Promozionale in Agricoltura –

Pescara

1

Fondazione Roselli – Torino 1

FORMAMBIENTE – Pozzuoli 1

Elfol 1

Istituto Luigi Sturzo 1

Totale 89

Le professionalità che si intendevano formare con le attività progettuali riguardano

soprattutto l’area del Turismo, dell’Impresa e del Commercio.

Le circoscrizioni consolari più coinvolte nell’attività di formazione sono state San Paolo,

Rio de Janeiro e Porto Alegre. (Tab. 5.3)

Tab. 5.3 - Progetti per zona geografica

San Paolo 28

Rio de Janeiro 20

Porto Alegre 16

Curitiba 9

Belo Horizonte 6

Rosario 1

Santa Maria 1

Aguas de Lindoia 1

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Totale* 82

* Il Totale non è pari a 89 perché per sette progetti non sono note le circoscrizioni consolari di riferimento.

I progetti per i quali non è possibile individuare la circoscrizione consolare sono i sette

previsti nel 2002 e rientranti nel PON di Assistenza Tecnica e Azioni di Sistema del QCS ob.1

2000-2006; per questi è invece possibile individuare la regione italiana che sostiene il

progetto. Verso il Brasile si indirizza l’interesse di quasi tutte le Regioni dell’ob. 1, in particolare

della Sicilia con quattro progetti.

Tab. 5.5 – Numero di progetti presentati nel 2002 a seconda della Regione italiana proponente

Sicilia 3

Basilicata 0

Calabria 2

Campania 1

Puglia 1

Sardegna 0

Totale 7

Nel marzo del 2004 il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha pubblicato un

nuovo avviso, mirante a finanziare “Interventi per la formazione degli italiani residenti in Paesi

non appartenenti all'Unione europea”27.

Il bando 2004, approvato con D.I. 118/SEGR/06 del 14 giugno 2006, ha finanziato sette

progetti (su trentotto) a favore degli italiani residenti in Brasile, cinque volti a promuovere lo

sviluppo locale e a rafforzare le collettività italiane all’estero, due miranti alla formazione

individuale, attraverso la professionalizzazione delle competenze a livello di alta formazione o

specializzazione. Il finanziamento complessivo a favore del Brasile è stato superiore a

3.800.000€. Le circoscrizioni consolari di Porto Alegre, San Paolo e Rio de Janeiro hanno

beneficiato ciascuna di due progetti, seguite da quella di Belo Horizonte, dove è stato

finanziato un progetto.

Nello specifico, il progetto “I-flora management”, promosso e diretto dall’Iripa Abruzzo

e dall'Istituto Anima di Rio de Janeiro, ha mirato a trasferire l'alta specializzazione

florovivaistica italiana ai connazionali residenti in Brasile. Il progetto, incentrato su azioni di

formazione in presenza e a distanza, con azioni di formazione per allievi e per formatori, ha

qualificato e specializzato un rilevante numero di destinatari nel campo florovivaistico, sia

disoccupati sia già occupati nel settore, ma desiderosi di accrescere e migliorare le proprie

competenze.

27 Avviso n. 1/2004, in GURI n.70 del 24 Marzo 2004.

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Il progetto “Programma di Collaborazione e Cooperazione per lo Sviluppo Economico e

Territoriale: Rio Grande do Sul” ha inteso invece contribuire allo sviluppo locale della Regione

Serra (46 municipi per 750.000 abitanti) mediante l’attuazione di un modello a favore delle

piccole e medie imprese locali (di discendenti italiani) e della comunità italiana residente.

Attraverso la realizzazione di Servizi di Coordinamento, di Formazione, di Orientamento al

Lavoro, di Raccordo e di Partenariati, il progetto ha teso a migliorare l’integrazione nella

società civile locale delle comunità italiane migranti ed al contempo ad utilizzare le comunità

locali quali nodi di raccordo nei rapporti interistituzionali tra Italia e Brasile.

Anche il Progetto “LA ISLa - L’AutoImprenditorialità per lo Sviluppo Locale” ha mirato ad

offrire servizi destinati ad orientare, facilitare e accompagnare la creazione di nuove imprese di

cittadini italiani e/o il consolidamento di imprese italiane già esistenti nello Stato di San Paolo,

contribuendo anche allo sviluppo delle attività imprenditoriali, al miglioramento e

all’integrazione dei servizi per le imprese, in un’ottica di interscambio economico e culturale e

di internazionalizzazione tra imprese italiane e brasiliane.

Il progetto “Embotidos Serra Gaucha” si è incentrato sul tema della conservazione e

diffusione della tradizione salumiera italiana, ha formato giovani di origine italiana residenti a

Bento Goncalves, nel sud del Brasile - una regione con un forte sentimento di appartenenza

della Comunità italiana e dove si preserva una ricca tradizione salumiera artigianale

tramandata per generazioni dagli antenati veneti.

Ancora, il progetto “Estrada Cultural nel Minas”, promosso dall’Istituto Luigi Sturzo, ha

mirato da un lato a migliorare le competenze delle collettività degli italiani residenti nella

regione del Minas Gerais (Brasile) attraverso la realizzazione del corso per Promotore Culturale

Territoriale; dall’altro a fornire ai partecipanti al corso, all’insieme degli attori locali e alle

partnership italo-brasiliane, le professionalità necessarie per progettare e realizzare un modello

trasferibile di distretto culturale.

Il progetto “Manager per lo sviluppo sostenibile”, rivolto ai cittadini italiani residenti

nella Circoscrizione Consolare di San Paolo, ha avuto ad obiettivo la formazione di nuove

professionalità, capaci di coniugare conoscenze tecniche e capacità manageriali per la

risoluzione di problemi complessi legati alla gestione, tutela e valorizzazione e conservazione

dell’ambiente, ed in grado di svolgere un ruolo di interfaccia tra i diversi livelli di governo del

territorio, contribuendo alla realizzazione di un sistema di competenze atte a progettare e

valutare interventi eco-compatibili.

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Infine, è stato finanziato un Master in “Management dell’Innovazione per lo Sviluppo

Locale”, teso a favorire l’occupazione di cittadini italiani in Brasile attraverso il miglioramento

della relazione con i sistemi produttivi locali, brasiliani e italiani. Il master, proposto dalla

Fondazione Roselli di Torino, in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano – Bicocca,

la Pontificia Universidade Catolica do Rio de Janeiro e la Fondazione Luigi Clerici, ha mirato in

particolare a far acquisire le competenze scientifiche e tecniche per intervenire nei rapporti tra

società locale e sviluppo socio-economico territoriale, con particolare attenzione allo sviluppo

del capitale sociale, alla crescita delle capacità relazionali e al funzionamento dei sistemi

istituzionali delle società locali, con accento sull’imprenditorialità sia in settori tradizionali sia in

quelli basati sull’ICT.

Nel 2007 il Ministero del lavoro e della Previdenza Sociale - Direzione Generale per le

Politiche per l’Orientamento e la Formazione ha pubblicato un nuovo bando per la selezione di

progetti da ammettere a finanziamento28. Nel luglio del 2008 il decreto n. 191/V/08 ha

ritenuto ammissibili 52 progetti in Brasile, ripartiti nelle circoscrizioni consolari di Curitiba (8

progetti), Rio de Janeiro (11 progetti), Porto Alegre (14 progetti), San Paolo (19 progetti).

L’importo complessivo del finanziamento disponibile per il Brasile ammonta a cinque

milioni di euro, così ripartiti: Curitiba 800.000 €; Rio de Janeiro 1.000.000; Porto Alegre

1.000.000; San Paolo 2.200.000 €. Gli enti proponenti, o capofila, in caso di raggruppamenti,

sono stati il CNIPA Puglia, il Consorzio Ulisse, il Formaper, l’Istituto Tagliacarne, La Mimosa 90,

Scarl calabrese.

28 Avviso Pubblico 1/2007, pubblicato in GURI n. 180 del 04 agosto 2007.

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6. La realtà associativa

6.1. Descrizione del fenomeno

Tracce di un’estrema vitalità del fenomeno associativo degli italiani in Brasile si possono

riscontrare fin dai primissimi anni in cui l’emigrazione italiana nel paese assume le

caratteristiche di un fenomeno di massa, cioè negli anni settanta dell’Ottocento.

Da uno studio effettuato dall’Istituto Brasiliano Geografico Statistico (IBGE) fra il 1884

ed il 1939 risultano essere entrati in Brasile oltre 4 milioni di persone e il gruppo più

importante di immigrati era rappresentato proprio dagli italiani con 1.314.143 presenze,

mentre dal 1946 al 1990 le presenze scesero a 133.21329.

Gli italiani acquistarono credibilità nel territorio di accoglienza, tanto che divennero

“agenti attivi” del processo di modernizzazione, partecipando al nation building del paese.

Lo sviluppo eccezionale dell’associazionismo italiano in Brasile è da far risalire ad

almeno tre fattori.

In primo luogo, la grande dispersione degli immigrati italiani nel territorio brasiliano.

Come abbiamo potuto sottolineare nella sezione dedicata ai cenni storici, gli italiani per ragioni

di lavoro si trovavano a vivere esperienze completamente diverse e distanti tra loro : dalle

fazendas alle piantagioni ai mestieri urbani. L’estrema dispersione sul territorio ha quindi

favorito la persistenza di identità locali particolarmente forti nelle varie comunità, identità che

in determinati casi prendevano la forma di identità politiche, in altri casi di identità regionali

risalenti alle zone di origine, in altri casi ancora identità economiche legate ai mestieri praticati

dagli italiani.

In secondo luogo, la forte rivalità presente in maniera trasversale all’interno della

comunità italiana. Gli esponenti più in vista delle comunità italiane tendevano infatti a

sviluppare tra loro diverse forme di conflittualità, per cui ognuno cercava attraverso il tessuto

associativo di assumere l’egemonia tra gli emigrati. Questa situazione provocava fin dalla fine

dell’Ottocento la moltiplicazione esponenziale delle associazioni, che rappresentavano i diversi

interessi e orientamenti presenti nella comunità.

In terzo luogo, è fondamentale ricordare la diffusa assenza delle istituzioni brasiliane nel

processo di accoglienza e assistenza degli immigrati. Gli italiani si trovavano a dover far fronte

praticamente da soli all’insieme delle loro esigenze primarie di sopravvivenza e assistenza,

sviluppando in questo modo un tessuto di mutuo soccorso indispensabile e particolarmente

articolato.

Già nel 1896 venivano segnalate 98 associazioni italiane in territorio brasiliano, che

diventavano ben 227 nel 1908 : uno sviluppo decisamente inedito, se si considerano le

numerose difficoltà di comunicazione e organizzazione del territorio brasiliano.

29 Tirabassi M., 2007

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Un settore in cui gli italiani si distinguevano particolarmente era quello dell’istruzione

primaria : 232 scuole elementari presenti nel 1908, 396 nel 1913.

Negli anni del fascismo il regime cercò di avocare a sé l’associazionismo italiano, ma ci

riuscì solo in parte, provocando una lunga stagione di conflittualità interna alla comunità tra

fascisti e antifascisti.

Il regime in Brasile riuscì a penetrare tra gli emigrati non tanto grazie alle associazioni,

ma grazie alla presenza di strutture diplomatiche particolarmente ramificate e sensibili ai

richiami del regime.

Negli anni del secondo dopoguerra una nuova conflittualità si venne a creare in seno

alla comunità italiana, questa volta non di tipo politico ma di tipo generazionale e culturale.

I nuovi immigrati italiani tendevano infatti a non riconoscersi nelle strutture associative

presenti, troppo orientate alla valorizzazione di un’identità nazionale che per chi aveva vissuto

in Italia negli anni della guerra aveva un valore superato. I nuovi immigrati tendevano

maggiormente a iscriversi alle organizzazioni sindacali – non solo italiane ma anche brasiliane

– ed erano oltretutto estranei al vecchio associazionismo mutualistico perché la loro

emigrazione era maggiormente seguita dalle istituzioni, sia italiane che brasiliane.

Soltanto verso la fine degli anni settanta del Novecento l’associazionismo italiano

riprese con vigore. Si trattava di un associazionismo di tipo nuovo, molto legato alle zone di

origine e alle istituzioni italiane, soprattutto alle regioni e ai comuni. Questo nuovo

associazionismo aveva ormai perso la sua vocazione mutualistica o assistenziale ma era

orientato principalmente alla realizzazione di legami di tipo commerciale o turistico con i

territori di partenza.

La rilevazione censuaria realizzata dal Ministero degli Affari esteri nel 2007, segnala

in Brasile la presenza di 365 associazioni italiane30. Porto Alegre risulta essere la città

con la più alta concentrazione di associazioni (102) seguita da San Paolo con 92, Curitiba

73, Rio de Janeiro 68 e Belo Horizonte con 30.

6.2. Associazioni politiche e sindacali

L’associazionismo di tipo politico fu la prima forma di associazionismo presente tra

gli immigrati italiani in Brasile. L’emigrazione italiana di massa infatti, come in tutta l’America

centromeridionale, iniziò mescolandosi ai flussi degli esuli risorgimentali prima e poi ai

fuoriusciti socialisti e anarchici.

Le idee socialiste e libertarie presero presto piede presso alcune minoranze di immigrati

italiani e fin dagli anni settanta dell’Ottocento si contano centinaia di sigle, pubblicazioni

periodiche, organizzazioni legate all’estrema sinistra.

30 Fonte : Dati MAE - CD “Associazioni Italiane nel Mondo”, censimento 2007. Cfr. con tabelle riassuntive all’Appendice 6

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Un’altra organizzazione presente tra gli italiani, soprattutto nelle élite e nelle professioni

era la massoneria, che raggruppava ancora ai primi del Novecento una quantità considerevole

di esponenti autorevoli e influenti della comunità italiana.

Nel 2007 risultano solamente 4 le associazioni con finalità politiche; due a Belo

Horizonte, una a Curitiba e un’altra a Rio de Janeiro.

L’associazionismo sindacale si diffuse nei primi anni del Novecento e raggiunse il

periodo di maggiore articolazione negli anni del secondo dopoguerra.

Dalla fine della seconda guerra mondiale l’associazionismo politico e partitico si è

andato progressivamente affievolendo, di pari passo con l’inserimento degli immigrati italiani e

dei loro discendenti nelle istituzioni e nella società civile brasiliana.

Dalla rilevazione censuaria del 2007 risultano solamente tre le associazioni con finalità

sindacali, due a Rio de Janeiro e una a Belo Horizonte.

6.3. Associazioni assistenziali

L’associazionismo assistenziale, come abbiamo ricordato, ebbe un ruolo centrale nei

primi decenni dell’emigrazione italiana, almeno fino agli anni trenta del Novecento.

Le numerosissime associazioni assistenziali si occupavano dei problemi più urgenti della

comunità, nei vari luoghi dove essa era diffusa. I settori più importanti erano l’istruzione

primaria (con il gran numero di scuole elementari italiane diffuse su tutto il territorio

nazionale), la sanità (con la nascita di presidi sanitari e veri e propri ospedali gestiti da italiani)

e l’assistenza per i problemi lavorativi, nei luoghi in cui essa era consentita.

E’ chiaro che l’impostazione delle associazioni era molto differente a seconda delle idee

propagandate dai loro fondatori. C’erano strutture assistenziali di mutuo soccorso legate ai

socialisti e alla propaganda socialista, ma c’erano anche strutture fondate dagli stessi

imprenditori italiani, improntate a un forte paternalismo.

Una costante dell’associazionismo assistenziale è il rapporto infelice con le istituzioni

italiane e brasiliane, per cui era l’auto-organizzazione all’interno della comunità – soprattutto

fino alla seconda guerra mondiale – il metodo maggiormente seguito dalle associazioni.

6.4. Associazioni ricreative

L’associazionismo ricreativo venne a sovrapporsi ben presto a quello assistenziale.

Parallelamente al crescere delle esigenze sociali e aggregative delle comunità italiane, si

diffusero organizzazioni di dopolavoro, club sociali e ricreativi, strutture sportive. In particolare

le organizzazioni sportive riscontrarono un successo eccezionale, fino a diventare veri e propri

club internazionali, oggi competitivi a livello mondiale, ma ormai privi delle originarie

caratteristiche italiane.

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Tornando ai primi del Novecento, è interessante notare la fase di passaggio che si

registra dall’età giolittiana – quando l’associazionismo ricreativo viene praticamente ignorato

dalle istituzioni italiane – agli anni del fascismo, quando il regime sceglie di individuare la

ricerca del consenso tra gli emigrati proprio attraverso la promozione di un articolato

arcipelago di associazioni ricreative.

L’associazionismo ricreativo resistette più di altri settori alla generale fase di crisi

dell’associazionismo negli anni del secondo dopoguerra, ma entrò in un periodo di difficoltà a

metà degli anni sessanta, quando era ormai chiaro che esso riusciva ad avere una presa solo

sulle generazioni più anziane.

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Osservatorio sulla formazione e sul lavoro degli italiani all’estero Rapporto Paese “Gli Italiani in Brasile” – settembre 2008

[email protected]; www.esteri.it

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46

Tab. 6.1. ASSOCIAZIONI –Tabella Riassuntiva sul NUMERO TOTALE e sulle FINALITA’ dichiarate per circoscrizione consolare

Belo Horizonte (Minas Gerais)

Curitiba (Paranà)

Porto Alegre

(Rio Grande do Sul)

Rio de Janeiro San Paolo

Totale Associazioni

TOTALE Associazioni

30 73 102 68 92 365

Totale Soci 57.319

FINALITA’

Assistenziali 16 11 5 38 4 74

Commerciali 0 1 0 8 0 9

Culturali 23 44 74 54 2 197 Formazione

Professionale 0 2 2 15 1 20

Iniziative linguistico-

culturali 15 4 25 29 2 75

Istruzione Media

1 0 0 3 0 4

Istruzione Primaria

1 0 0 3 0 4

Istruzione Superiore

0 0 0 2 0 2

Patriottiche 9 1 1 22 1 34 Politiche 2 1 0 1 0 4

Professionali 0 0 0 13 0 13

Regionali 11 12 1 17 0 41

Religiose 5 0 0 5 0 10

Ricreative 16 8 12 30 0 66

Sanitarie 1 0 0 5 0 6

Sindacali 1 0 0 2 0 3

Sportive 6 4 3 17 0 30

Turistiche 0 2 0 20 0 22 Fonte : Ministero degli Affari Esteri – Direzione Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie (DGIEPM) - Censimento 2007 (CD “Associazioni italiane nel Mondo”, Edizione 2007)

N.B.: Molte Associazioni risultano avere più finalità.

Questo è il motivo per il quale i dati secondo la

suddivisione per finalità NON risultano essere

uguali al numero totale delle Associazioni per

circoscrizione Consolare.

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Grafico 6.1 Mappatura delle associazioni italiane in Brasile per Circoscrizione Consolare

30

73

102

68

92

0

20

40

60

80

100

120

Belo Horizonte(Minas Gerais)

Curitiba (Paranà) Porto Alegre (RioGrande do Sul)

Rio de Janeiro San Paolo

Rio de Janeiro19%

Porto Alegre (Rio Grande do Sul)

28%

Curitiba (Paranà)20%

Belo Horizonte (Minas Gerais)

8%

San Paolo25%

Fonte : Ministero degli Affari Esteri – Direzione Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie (DGIEPM) - Censimento 2007 (CD “Associazioni italiane nel Mondo”, Edizione 2007)

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48

Grafico 6.2 - Mappatura complessiva sulle finalità associazionistiche italiane in Brasile e relativa percentuale

Istruzione Media; 4; 1%

Istruzione Primaria; 4; 1%Istruzione Superiore; 2;

0%

Linguistico-Culturale; 75; 12%

Patriottiche; 34; 6%

Politiche; 4; 1%

Professionali; 13; 2%

Regionali; 41; 7%

Ricreative; 66; 11%

Sanitarie; 6; 1%

Religiose; 10; 2%

Sindacali; 3; 0% Sportive; 30; 5% Turistiche; 22; 4%

Formazione Professionale; 20; 3%

Culturali; 197; 32%

Commerciali; 9; 1%

Assistenziali; 74; 12%

Fonte : Ministero degli Affari Esteri – Direzione Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie CD – Associazioni Italiane all’estero – ed. 2007

BRASILE

FINA

LITA’

Assistenziali

Com

merciali

Culturali

Formazione

professionale

Iniziative linguistico -

culturali

D’istruzione

media

D’istruzione prim

aria

D’istruzione superiore

Patriottiche

Politiche

Professionali

Regionali

Religiose

Ricreative Sanitarie

Sindacali

Sportive

Turistiche

% 12 1 32 3 12 1 1 0 6 1 2 7 2 11 1 0 5 4 TOTALE

74 9 197 20 75 4 4 2 34 4 13 41 10 66 6

3

30 22

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Grafico 6.3 - Circoscrizione di BELO HORIZONTE (Minas Gerais) Finalità associazionistiche

16

0

23

0 1 1 0

15

9

20

11

5

16

1 1

6

00

5

10

15

20

25

Assist

enzia

li

Commerciali

Cultural

i

Formazio

ne Profes

siona

le

Istruz

ione M

edia

Istruz

ione P

rimari

a

Istruz

ione S

uperio

re

Linguis

tico-C

ultura

le

Patriot

tiche

Politic

he

Profes

sionali

Regiona

li

Religios

e

Ricrea

tive

Sanita

rie

Sindac

ali

Sportiv

e

Turisti

che

Grafico 6.4 - Circoscrizione di CURITIBA (Paranà) Finalità associazionistiche

11

1

44

20 0 0

41 1 0

12

0

8

0 04

2

05

10152025

3035404550

Assist

enzia

li

Commer

ciali

Cultur

ali

Form

azion

e Prof

essio

nale

Istruz

ione M

edia

Istruz

ione P

rimar

ia

Istruz

ione S

uperi

ore

Lingu

istico

-Cult

urale

Patriot

tiche

Politic

he

Profes

siona

li

Region

ali

Religio

se

Ricrea

tive

Sanita

rie

Sindac

ali

Sportiv

e

Turis

tiche

Fonte : Ministero degli Affari Esteri – Direzione Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie (DGIEPM) - Censimento 2007 (CD “Associazioni italiane nel Mondo”, Edizione 2007)

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50

Grafico 6.5 - Circoscrizione di PORTO ALEGRE (Rio Grande do Sul) Finalità associazionistiche

50

74

2 0 0 0

25

1 0 0 1 0

12

0 0 3 00

10

20

30

40

50

60

70

80

Assist

enzia

li

Commerc

iali

Cultura

li

Form

azion

e Prof

essio

nale

Istruz

ione M

edia

Istruz

ione P

rimari

a

Istruz

ione S

uperi

ore

Lingu

istico

-Cult

urale

Patriot

tiche

Politic

he

Profes

siona

li

Region

ali

Religio

se

Ricrea

tive

Sanita

rie

Sindac

ali

Sportiv

e

Turis

tiche

Grafico 6.6 - Circoscrizione di RIO DE JANEIRO Finalità associazionistiche

38

8

54

15

3 3 2

29

22

1

1317

5

30

52

1720

0

10

20

30

40

50

60

Assist

enzia

li

Commerc

iali

Cultura

li

Formaz

ione P

rofes

siona

le

Istruz

ione M

edia

Istruz

ione P

rimari

a

Istruz

ione S

uperi

ore

Lingu

istico

-Cult

urale

Patriot

tiche

Politic

he

Profes

siona

li

Region

ali

Religio

se

Ricrea

tive

Sanitari

e

Sindac

ali

Sportiv

e

Turis

tiche

Fonte : Ministero degli Affari Esteri – Direzione Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie (DGIEPM) - Censimento 2007 (CD “Associazioni italiane nel Mondo”, Edizione 2007)

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Grafico 6.7 - Circoscrizione di SAN PAOLO Finalità associazionistiche

4

0

2

1

0 0 0

2

1

0 0 0 0 0 0 0 0 00

0,5

1

1,5

2

2,5

3

3,5

4

4,5

Assist

enzia

li

Commerc

iali

Cultura

li

Form

azion

e Prof

essio

nale

Istruz

ione M

edia

Istruz

ione P

rimari

a

Istruz

ione Sup

eriore

Lingu

istico

-Cult

urale

Patriottic

he

Politic

he

Professio

nali

Region

ali

Religio

se

Ricrea

tive

Sanita

rie

Sindac

ali

Sportiv

e

Turis

tiche

Fonte : Ministero degli Affari Esteri – Direzione Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie (DGIEPM) - Censimento 2007 (CD “Associazioni italiane nel Mondo”, Edizione 2007)

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7. L’informazione

7.1. La stampa

Lo sviluppo eccezionale della stampa italiana ha rappresentato una costante nel corso

dell’evoluzione dell’emigrazione italiana in Brasile.

Tra il 1875 e il 1960 si calcola siano nate dagli italiani in Brasile oltre 500 testate tra

quotidiani, settimanali, quindicinali, mensili e numeri unici. Fogli di informazione, ma anche

giornali umoristici, letterari, artistici, a testimonianza di una straordinaria vitalità del

fenomeno, in parte attenuatasi negli ultimi decenni.

La storia dell’editoria italiana in Brasile è la storia di una stampa povera, continuamente

vessata da problemi economici, che traeva i propri proventi non tanto dalle vendite quanto

dalle continue sottoscrizioni dei connazionali e dalle pubblicità. I giornali italiani di primo

Novecento spesso non arrivarono ai dieci numeri e all’anno di vita, ma erano davvero molto

letti nella comunità.

Una parte considerevole di questa produzione era dedicata alla propaganda politica.

Socialisti, anarchici, repubblicani e poi nazionalisti e fascisti vedevano nella stampa un’arma di

propaganda fondamentale e producevano una quantità copiosa di fogli di informazione.

La crisi di questo settore è iniziata negli anni del secondo dopoguerra, fino a diventare

endemica alla fine degli anni sessanta. Le generazioni di discendenti sembrano prediligere

canali di informazione più vicini alle abitudini di consumo giovanili, legate al mondo di internet

e dei new media .

Dai dati aggiornati al 200731, la situazione sembra essersi stabilizzata. Le 22 testate

recensite (suddivise principalmente in due macro categorie, la stampa periodica generalista e

la stampa di settore - fogli, bollettini, riviste specializzate -) rappresentano abbastanza

omogeneamente le esigenze informative e rappresentative delle varie anime della comunità

italo–brasiliana (socio-economica, culturale, folkloristica, associazionistica, studentesca). Come

in altri paesi di emigrazione storica, alle necessità propagandistiche maturate nei primi

ambienti politici (vedi sopra) si sono sostituite quelle di valorizzazione e integrazione linguistico

culturale, tanto che la maggior parte delle testate (15 su 22) è edita in versione bilingue

(italiano–portoghese). Le forme di distribuzione sono varie, andando dalla diffusione gratuita

diretta presso enti, istituzioni e circoli alla vendita per abbonamento o in edicola; presenti

anche casi di diffusione on line. La varietà di pubblicazione sembra essersi assestata su

cadenze più lunghe rispetto al passato, prediligendo l’uscita bimestrale, mensile o settimanale

invece di quotidiana e infrasettimanale (esemplare sotto questo punto di vista la

trasformazione in periodico del FANFULLA, storico quotidiano di San Paolo.)

31 Fonte MAE 2007. Volume “L’Italia dell’informazione nel Mondo”

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7.2. Radio e TV

Il settore della comunicazione radiotelevisiva in italiano in Brasile si è sviluppato in

particolare nel periodo compreso tra gli anni cinquanta e sessanta, sulla spinta delle nuove

generazioni di immigrati che al termine della seconda guerra mondiale iniziarono a giungere

nel Paese.

Gli italiani delle nuove generazioni si rivolgevano con scarso interesse agli strumenti

tradizionali di comunicazione, come i giornali periodici e quotidiani, e svilupparono una

maggiore attenzione verso i nuovi media comunitari, come radio e televisione, che iniziavano

a nascere grazie agli investimenti di imprenditori brasiliani di origine italiana e di imprenditori

italiani.

Negli ultimi anni oltre alla radio e alla televisione si è sviluppato moltissimo il settore dei

siti internet, che oltre a pubblicare informazioni in tempo reale rappresentano sempre più

spesso uno spazio di approfondimento sulle tematiche relative all’Italia e permettono uno

scambio più rapido con le zone di origine degli emigranti.

Da segnalare gli spazi dedicati alla comunità italiana, in particolare nelle reti

governative del Rio Grande do Sul.

STAMPA 22 (44 %)

RADIO 27 (54 %)

TV 1 (2 %)

TOTALE 50

Fonte- Ministero Affari Esteri Anno 2007. Volume: “L’Italia dell’Informazione nel Mondo”