JM-Just Move - n.2 Aprile 2014

20
1 PERIODICO DEL LICEO SCIENTIFICO CARLO JUCCI RIETI - ANNO 1 NUMERO 2 APRILE 2014 SAREMO FAMOSI Just Move Aprile.indd 1 11/04/14 11:51

description

Periodico del Liceo Scientifico Carlo Jucci di Rieti Anno 1 numero 2

Transcript of JM-Just Move - n.2 Aprile 2014

Page 1: JM-Just Move - n.2 Aprile 2014

1

PERIODICO DEL LICEO SCIENTIFICO CARLO JUCCI RIETI - ANNO 1 NUMERO 2 APRILE 2014

SAREMO FAMOSI

Just Move Aprile.indd 1 11/04/14 11:51

Page 2: JM-Just Move - n.2 Aprile 2014

2

Just Move Aprile.indd 2 11/04/14 11:51

Page 3: JM-Just Move - n.2 Aprile 2014

3

SOMMARIO

PAG. 4

L’EDITORIALEJM TAGLIA IL TRAGUARDO DELLA SECONDA USCITA

PAG.6

FOCUSCERVELLI IN FUGA

PAG.6

CULT25 APRILE

I CENTO PASSI DI UN EROESABATO REATINONOI RICICLIAMOIO MI LEGALIZE

PAG.11

A TU PER TUQUATTRO CHIACCHIERE CON DANIELE BRESCIANI

Direttore Responsabile

Alessandra Pasqualotto

Vice Direttore

serena pitotti

Redazione

beatrice cianetti chiara cauletti federica d'orazi sofia galgani simona romagnoli daniele bolletta serena pitotti

Segreteria di Redazione

ELVISA ROSSETTI

Editore

h4f group srl

Direzione Grafica

mchiara giovannelli

Direzione Commerciale massimo martellucci

Foto copertina e illustrazione pag.14

daniele bolletta

PAG. 12

CURIOSARE&CURIOSAREI CONSIGLI DELLA NONNA

PAG.13

CARTA&PELLICOLARECENSIONI SU LIBRI E FILM

PAG.14

LIFESTYLELE COLONNE DEL SAPERE

PAG.16

MUSICANOEMI - FABRIZIO DE ANDRÈ

PAG.18

CRUCIVERBA

FACEBOOK Just moveTWITTER @JustMove2

SCRIVICI [email protected]

Just Move Aprile.indd 3 11/04/14 11:51

Page 4: JM-Just Move - n.2 Aprile 2014

4

L’editoriale La Redazione

“Non incolpare nessuno,non lamentarti mai di nessuno,

di niente,perché in fondo Tu

hai fatto quello che volevi nella vita.Accetta la difficoltà di costruire te stessoed il valore di cominciare a correggerti.

Il trionfo del vero uomoproviene dalle ceneri del suo errore.

Non lamentarti mai della tua solitudineo della tua sorte, affrontala

con valore e accettala.In un modo o in un altro è il risultato

delle tue azioni e la provache Tu sempre devi vincere.

Non amareggiarti del tuo fallimentoné attribuirlo agli altri.

Accettati adesso ocontinuerai a giustificarti come un bimbo.

Ricordati che qualsiasi momentoè buono per cominciare e che nessuno é

così terribile per cedere.Non dimenticare che la causa del tuo pre-

sente é il tuo passato,come la causa del tuo futuro sarà il tuo pre-

sente.I tuoi problemi, senza alimentarli,

moriranno.Impara a nascere dal dolore e ad essere

piú grande,che è il più grande degli ostacoli.

Guarda te stesso allo specchioe sarai libero e forte e finirai di essere

una marionetta delle circostanze,perché tu stesso sei il tuo destino.

Alzati e guarda il sole nelle mattinee respira la luce dell’alba.

Tu sei la parte della forza della tua vita.Adesso svegliati,

combatti, cammina, deciditi etrionferai nella vita;

Non pensare mai al destino,perché il destino è il pretesto dei falliti.”

 

(Pablo Neruda)

JM TAGLIA IL TRAGUARDO DELLA SECONDA USCITA GRAZIE A TUTTI I LETTORI E ANCHE AGLI SCETTICI

L’editoriale di questo numero è dedicato a tutti quelli che ci hanno letto e ci hanno regalato un sorriso, a chi ha saputo apprezzare i risultati del nostro impegno e della nostra dedizione. A tutti coloro che hanno postato su Facebook un pensiero rivolto al nostro piccolo capo-lavoro che si chiama JM. Ma anche a chi lo ha stracciato o accartocciato, non comprendendo forse a pieno i no-stri sforzi e la voglia di metterci in gioco nel villaggio globale. Dedichiamo questo nuovo numero a chi non ha creduto in noi. A chi lo ha deriso senza nemmeno averlo

sfogliato. A quelli che lo hanno calpestato con il peso delle parole. A chi si è rifiutato di prenderlo e compren-derlo. A tutti voi va il nostro grazie più sincero, perché magari senza volerlo, avete fatto in modo che i nostri sforzi si raddoppiassero. Le critiche come gli apprezza-menti stimolano il nostro lavoro e ci forniscono motivi per continuare a sperare e a migliorare. Scriviamo per essere letti, non per essere compiaciuti o acclamati. Glo-ria e fama li lasciamo a Lady Gaga: noi la nostra sfida iniziale l’abbiamo già vinta. Ancora grazie.

Just Move Aprile.indd 4 11/04/14 11:51

Page 5: JM-Just Move - n.2 Aprile 2014

5

Serena Pitotti

5

Da Contigliano a Warwick, Stefano Laureti, venticin-quenne reatino, si sta occupando di “Design and de-veloping of acoustic metamaterials for enhancing inspection capabilities of ultrasonic diagnostics and

non-destructive Testing”, che tradotto significa pressappoco Pro-gettazione e sviluppo di metamateriali acustici per aumentare la capacità di ispezione dei test ultrasonori diagnostici e non di-struttivi.Di cosa si tratta? Esistono alcuni materiali, modellati in modo “particolare”, che esibiscono proprietà che non si verificano nor-malmente in natura. <Hai presente il mantello di Harry Potter, quello dell’invisibilità? – spiega Stefano Laureti - Bene, questi materiali possono rendere invisibili alcuni oggetti ad alcuni tipi di onde e puoi letteralmente “giocarci” a far curvare queste per-turbazioni in maniera quasi arbitraria>. Il sogno di Stefano è ini-ziato nel 2012: già laureato in Ingegneria energetica con 107/110 e prima ancora di laurearsi in Ingegneria industriale, decide di fare domanda per la borsa di studio Erasmus Placement. Desti-nazione? University of Warwick, da David Hutchins, noto pro-fessore inglese, autore delle numerose pubblicazioni scientifiche sulle quali, il giovane studente, si è basato per scrivere la sua tesi per la laurea specialistica. La vince ma non mancano i problemi. <Parto con 38° di febbre, tre valigie di 45kg e un volo Ryan Air, quattro ore di autobus da Londra a Coventry, nelle Midlands. Scendo e vedo un mon-do completamente diverso: da una parte all’altra del campus ci vogliono circa 45 minuti a piedi tanto per dare un’idea della grandezza. Università, ristoranti, palestre, piscine, supermercati, campi sportivi, megaschermi, anfiteatro all’aperto, discoteche, quattro pub, sale preghiere per ogni tipo di religione e una chie-sa, tutto a disposizione degli studenti e dei professori. A parte i primi due giorni in cui sono andato in giro con la testa tra le nuvole rapito dalla bellezza del campus, ho lavorato sodo per la

CERVELLI IN FUGA, MA CON L’ITALIA NEL CUORE

mia tesi dal titolo “Enhancing the inspection capability of air-coupled ultrasonic non-destructive testing by means of pulse compression techniques”: aumentare la capacità di ispezione dei test non distruttivi con ultrasuoni accoppiati in aria tramite l’uti-lizzo di tecniche di compressione di impulso>. Stefano Laureti torna in Italia dove a Terni si laurea in Ingegneria industriale con 110me lode ed è già pronto per tornare nella cit-tadina dello Warwickshire. Ma, stavolta, per un dottorato. Così, a oggi, è il secondo studente italiano di ingegneria a cui un’u-niversità inglese da fiducia e concede la cotutela, e ha ben tre supervisor: i professori David Hutchins, Simon Leigh e Marco Ricci. Qui, tra i progetti che porta avanti, c’è quello di creare una “lente di ingrandimento acustica” che permetterà di abbattere il limite di diffrazione (uno dei principi della Fisica con cui l’uomo si è dovuto sempre battere). Utilizza strumenti nuovissimi come stampanti 3D, la micro stereo litography (Msl) che è per così dire una stampante 3D ad altissima risoluzione, ed uno scanner 3D a raggi X. Tuttavia, già in passato, si era occupato di “test non distruttivi ultrasonori”. Che cosa sono? Rispetto alle normali tec-niche di ispezione distruttive, questi test servono a verificare la struttura interna di materiali, come ad esempio: plastiche, metal-li, materiali compositi, prodotti dell’industria alimentare, in ma-niera del tutto non invasiva, semplicemente testando l’oggetto dall’esterno con un segnale ultrasonoro. Con particolari elabora-zioni, si riesce a ricostruire la struttura interna dell’oggetto sotto esame e verificare la presenza di anomalie: un po’ come in una normale ecografia che si fa dal dottore.Un sogno che diventa realtà, quello di Stefano, dove l’impegno, l’amore e la dedizione hanno fatto la differenza. <Sono molto grato all’università italiana – conclude - che mi ha insegnato e che continua ad insegnarmi davvero moltissimo. Qui in Inghilterra sanno tutti che gli italiani sono ben preparati dal punto di vista accademico e hanno stima di noi>.

Dovrà creare una lente di ingrandimento acustica

CERVELLI IN FUGA, MA CON L’ITALIANEL CUORE

Stefano Laureti è il giovane reatino che in Inghilterra studia e progetta il futuro

Just Move Aprile.indd 5 11/04/14 11:51

Page 6: JM-Just Move - n.2 Aprile 2014

QUEL GIORNO D’APRILE Beatrice Cianetti

Sono cominciate le opera-zioni: il Comitato di Libera-zione Nazionale dell’Alta Italia ordina l’insurrezione

generale. E’ il 25 aprile 1945, nelle più importanti città del nord Italia e in buona parte del Cen-tro già all’alba la sommossa è in pieno svolgimento. Per porre fine all’oppressione del dominio na-zifascista i partigiani organizza-no la Resistenza. Mentre si fron-teggiano i soldati tedeschi e gli uomini delle Squadre di azione patriottica (Sap) sostenuti da mol-tissimi civili, il popolo italiano tra-scorre momenti di terrore e ango-scia, assistendo a vere e proprie azioni insurrezionali. Forse per la prima volta conosce veramente il volto della paura; bombe lanciate

sulle abitazioni distruggono tutto ciò che incontrano, rumori e boati continui, urla di gente che scappa sopraffatta dalla paura. Sono arri-vati i partigiani e gli alleati ame-ricani. Già da alcuni giorni i par-tigiani, rifugiati nelle montagne, si stanno muovendo verso i centri urbani con l’obiettivo di bloccare ogni via d’uscita ai tedeschi e ai fascisti e hanno occupato nel giro di alcune ore le stazioni ferrovia-rie, gli edifici pubblici, le più im-portanti fabbriche e tolto acqua, luce e collegamenti telefonici ai presidi tedeschi. Le rivolte violente delle truppe antifasciste continua-no per alcuni giorni, in un clima di sofferenza e strazio, ma ci si avvia a vivere un momento in cui, fini-ta la Seconda Guerra Mondiale,

QUEL GIORNO D’APRILE: GRANDI PASSI VERSO

LA LIBERTÀ

gente dimostra profonda fiducia e speranza per il prossimo futuro. L’insurrezione generale si è con-clusa con la cacciata dei tedeschi e dei fascisti dall’Italia; questo è l’atto conclusivo della Resistenza. Oggi lo si ricorda per due motivi: omaggiare tutti coloro che han-no partecipato attivamente alle operazioni di guerriglia e che, in virtù dell’amore per la patria, han-no sacrificato la loro stessa vita e sottolineare che il 25 aprile 1945 il nostro Paese ha riconquistato la libertà. La radio annuncia al mon-do la ritrovata libertà, il paese è in festa, strade e piazze gremite di gente, qualcuno ricostruire la propria vita, la propria storia, an-che se resta ancora vivo il ricordo della guerra.

6

Just Move Aprile.indd 6 11/04/14 11:51

Page 7: JM-Just Move - n.2 Aprile 2014

«Stamattina Peppino avrebbe dovuto tenere il comizio conclu-sivo della sua campagna elettorale. Non ci sarà nessun comizio e non ci saranno più altre trasmissioni. Peppino non c’è più, è morto, si è suicidato. No, non sorprendetevi perché le cose sono andate veramente così. Lo dicono i carabinieri, il magistrato lo dice. Dice che hanno trovato un biglietto: “voglio abbandonare la politica e la vita”. Ecco questa sarebbe la prova del suicidio, la dimostrazione. E lui per abbandonare la politica e la vita che cosa fa: se ne va alla ferrovia, comincia a sbattersi la testa contro un sasso, comincia a sporcare di sangue tutto intorno, poi si fascia il corpo con il tritolo e salta in aria sui binari. Suicidio. Come l’anarchico Pinelli che vola dalle finestre della questu-ra di Milano oppure come l’editore Feltrinelli che salta in aria sui tralicci dell’Enel. Tutti suicidi. Questo leggerete domani sui giornali, questo vedrete alla televisione. Anzi non leggerete proprio niente, perché domani stampa e televisione si occu-peranno di un caso molto importante. Il ritrovamento a Roma dell’onorevole Aldo Moro, ammazzato come un cane dalle Bri-gate rosse. E questa è una notizia che naturalmente fa impalli-dire tutto il resto. Per cui chi se ne frega del piccolo siciliano di provincia, di questo Peppino Impastato. Adesso fate una cosa: spegnetela questa radio, voltatevi pure dall’altra parte, tanto si sa come vanno a finire queste cose, si sa che niente può cambia-re. Voi avete dalla vostra la forza del buonsenso, quella che non aveva Peppino. Domani ci saranno i funerali. Voi non andateci, lasciamolo solo. E diciamolo una volta per tutte che noi siciliani la mafia la vogliamo. Ma non perché ci fa paura, perché ci dà sicurezza, perché ci identifica, perché ci piace. Noi siamo la ma-fia. E tu Peppino non sei stato altro che un povero illuso, tu sei stato un ingenuo, sei stato un nuddu miscato cu niente». Salvo Vitale, Radio Aut 9 Maggio 1978. La sera tra l’8 e il 9 maggio del 1978, mentre a Roma veniva ritrovato il cadavere di Aldo Moro, Peppino Impastato viene messo sulle rotaie della ferro-via di Cinisi, adagiato su un carico di tritolo per poi essere fatto a pezzi. Al contrario di ciò che si potesse pensare era suicidio o al massimo attentato; ne era la prova un frammento di diario, scritto da Peppino l’anno precedente, dopo alcune delusioni derivategli dalla politica. Tutto all’infuori della mafia, eppure dopo 23 anni, si parla di omicidio di mafia. A far uccidere Im-pastato è stato Gaetano Badalamenti, capo di Cosa Nostra ne-gli anni Settanta e l’11 Aprile del 2002 finalmente, il Tribunale emette la sentenza contro don Tano: ergastolo per l’omicidio Impastato, di cui viene identificato come mandante. Peppino Impastato rappresenta un caso particolare, essendo un attivista che combatte la mafia pur provenendo da una famiglia mafio-sa. Arriva alla politica nel novembre del 1965 con l’esigenza di reagire ad una condizione familiare ormai divenuta insosteni-bile: il padre infatti, era capo del piccolo clan e membro di un clan più vasto. Ci furono alcune figure che colpirono particolar-

I CENTO PASSI DI UN

EROE

mente il giovane, quella dello zio Matteo, un liberale dalle idee molto aperte, ma soprattutto quella di Stefano Venuti, pittore anticonformista, fondatore della sezione del PCI di Cinisi. Ne-gli anni Sessanta, insieme ad un gruppo di amici e compagni, Peppino fonda il giornale Idea Socialista, in cui mette a nudo la vera natura di Cosa Nostra. Erano i tempi della rivoluzione culturale e del “Che”. Il Sessantotto è alle porte e il giovane mi-litante si occupa di alcune battaglie di carattere sociale. Intorno a Peppino si raccoglie un gruppo di giovani, animati dallo stes-so spirito di ribellione, che organizza a Cinisi il circolo Musica e Cultura, che promuove attività di vario genere come concerti e cineforum. Musica e Cultura diventa il centro da cui partono le denunce verso l’operato mafioso, le devastazioni delle coste, l’abusivismo, tutti gli scempi subiti dal territorio. Nel 1977, con il boom delle radio libere, Peppino Impastato decide di fondar-ne una propria, a Cinisi: Radio Aut. Con molto sarcasmo sbef-feggia i capimafia e i politici locali. Il suo zimbello è don Tano Badalamenti, soprannominato Tano Seduto. Peppino Impastato per la prima volta fa nomi e cognomi, cercando di rompere il tabù dell’intoccabilità dei mafiosi, in un paese dove la gente, al passaggio di Tano Badalamenti, quasi si inchina e dei boss non pronuncia nemmeno il nome.

I CENTO PASSI DI UN EROE Chiara Cauletti

7

Just Move Aprile.indd 7 11/04/14 11:51

Page 8: JM-Just Move - n.2 Aprile 2014

Sistema di raccolta dei rifiuti solidi urbani è la defini-zione che sul nostro vocabolario si affianca al termine di raccolta differenziata. Il fine ultimo di questa è la separazione dei rifiuti in modo da favorire un tratta-

mento di smarrimento o recupero che va dallo stoccaggio in discarica per il residuo indifferenziato al riciclo per il diffe-renziato. A Rieti è nato il progetto porta-a-porta che, attraver-so un ritiro di tipo domiciliare, cerca di far rispettare alla città un piano di gestione rifiuti più autorevole. Questo progetto si sta attivando in tre zone specifiche del Centro storico anche se in alcuni quartieri della provincia, la raccolta differenziata viene già fatta da diver-si anni. Ma cosa pensano i cittadini della differenziata? L’inchiesta del nostro giornale ha evi-denziato che la maggior parte dei re-atini teme che tutto ciò che viene dif-ferenziato, una volta raccolto torni ad essere una “spazzatura indifferenzia-ta”. E’ proprio per questa convinzio-ne che gran parte della popolazione fa la raccolta differenziata per evi-tare la cosiddetta multa o sanzione amministrativa. Per l’articolo 50 del Dlgs. 22/97 chi abbandona o deposi-ta rifiuti ovvero li immette in acque superficiali o sotterranee può essere punito con una sanzione ammini-strativa pecuniaria molto elevata. Un vero e proprio salasso per i cittadini che temono la multa molto più che essere convinti che la rac-colta differenziata sia un sistema di raccolta producente. In alcune zone della città la raccolta differenziata non è ancora stata attivata; in altre è possibile fare la raccolta stradale men-tre in altre zone è operativa la raccolta porta-a-porta. Alcuni cittadini hanno risposto al novo sistema di raccolta, portando le buste dei propri rifiuti negli appositi contenitori che si tro-vano nelle piazze e nelle strade. C’è da riconoscere che buona parte della popolazione afferma l’importanza di questo siste-ma in quanto rispecchia un sistema più ordinato, igienico e pratico. E’ davvero così?

L’inchiesta di Just Move

Il tema della raccolta differenziata è sicuramente un tema che divide la popolazione: nessuno di noi differenziatori saprà se la carta si riunirà alla plastica o se l’alluminio si riunirà al vetro, ma nessuno di noi saprà nemmeno se fare la raccol-ta differenziata comporti un miglioramento dell’ambiente e giovi al bene comune. Nella provincia di Rieti, Legambiente si occupa attivamente di questo sistema. Permette infatti di segnalare eventuali carenze e disfunzioni e di porre doman-de alla loro attenzione da parte dei cittadini. Alcune delle

domande più frequenti sono: quanto bisogna pagare per avere i cassonetti a casa? Perché a me danno i cassonet-ti piccoli e alla mia vicina i cassonetti grandi? Dove differenziare alcuni tipi di rifiuto? Molti sostengono che i cassonetti usati nelle nostre abitazioni sono pa-gati e comprati dalla famiglia stessa e che non vengono invece forniti dagli enti addetti. La maggior parte della popolazione afferma di possedere i cassonetti piccoli e ciò viene spiegato proprio da Legambiente ribadendo che i contenitori domestici vengono consegnati alle famiglie che possie-dono quattro utenze mentre per le famiglie che ne possiedono oltre le cinque vengono consegnati i conteni-tori più grandi e carrellati. Domande, dubbi ed incertezze sono alla base di questo sistema. Ognuno

deve certamente impegnarsi a migliorare l’ambiente nel suo piccolo e se viene fornita la possibilità ed il modo di farlo, occorre approfittarne e provare. In fondo sono proprio i citta-dini che hanno tutte le condizioni per tentare di fare qualcosa in più per la città, per loro stessi e per il futuro. Organizzare un piano di lavoro comune, affidabile, concreto ed attuabile compete agli enti di dovere. Come allo stesso modo compete loro assicurarsi che gli sforzi ed i tentativi della gente non siano inutili e poco produttivi a causa di problemi ecologici ed ambientali che rendono più difficile la reperibilità di aree apposite e quindi più facile la rimescolazione dei rifiuti.

Anche a Rieti arriva la differenziata, tra dubbi e perplessità.Ma anche con la voglia di migliorare

NOI RICICLIAMO

Federica D’OraziL’INCHIESTA DI JUST MOVE

8

Just Move Aprile.indd 8 11/04/14 11:51

Page 9: JM-Just Move - n.2 Aprile 2014

Serena Pitotti SABATO REATINO

Sei un vero reatino solo se, nel tuo vocabolario, “uscire a Rie-ti”, equivale ad andare su e giù per via Roma e stretti dintorni.

Piazza, via Roma, ponte, lungovelino, ponte, via Roma, piazza e poi di nuo-vo... E’ un ciclo continuo, una corsa sen-za tempo. Dal pomeriggio alla notte, perché per noi, fare una “vasca” (è così che viene chiamato l’andare da un capo all’altro di via Roma) non significa sem-plicemente passeggiare tra i negozi. Per noi è una tradizione, un appuntamento immancabile del sabato o della dome-nica. È un’abitudine, un’attitudine che non conosce età. Coppiette, anziani, giovani e meno giovani camminano lungo quella che era un’antica via con-solare romana. Non importa se sia fred-

do o caldo, l’importante è che “il sabato ci vediamo in via Roma”.Ma qual è lo stato d’animo del reatino medio che raggiunge i suoi amici nel cuore pulsante della città? Sbuffa, bor-botta, si lamenta. <C’è sempre la stessa gente!> o <qui non si fa mai niente…> e ancora <che noia! Era meglio che me ne restavo a casa>. Effettivamente le pro-spettive che gli si presentano davanti sono poche: solita birra al solito bar con il solito gruppo di amici, passeggiatina più o meno piacevole a seconda del-la temperatura e del grado di umidità offerto dal fiume Velino o giretto in macchina per le strade di Rieti rigorosa-mente vuote ma pattugliate da volanti di Carabinieri, Polizia e Finanza. Ma al-lora, perché non cambiare aria? Perché

non andare nel vicino capoluogo um-bro? Terni: una delle mete più ambite dai ragazzi reatini. Ci si ritrova a corso Tacito, o al Queency, o a Piediluco. Si cambia regione, si cam-bia città, si cambia piazza, ma le facce sono sempre le stesse. Quelle dei reati-ni in trasferta. Ritrovi il tuo compagno di classe, il vicino di casa e addirittura tuo fratello. Lo stato d’animo comincia a cambiare di nuovo: insoddisfazione, malcontento, desiderio di nuovo. Si ri-torna quindi in via Roma, per la solita birra, nel solito bar, con il solito gruppo di amici. Una cosa è certa: il vero rea-tino non ha proprio le idee chiare su come divertirsi il sabato sera. Quindi: <che facciamo stasera?>.

IN DISCESA OPPURE IN SALITA, IL SABATO REATINO È TUTTO QUIVia Roma in lungo e in largo nel fine settimana dei giovani

Al Nordest della regione amministrativa dell’Italia Centrale, è situata una città caratterizzata da estati calde e da inverni freddi, da un centro storico posto su un’altura ai margini della conca reatina e da numerosi monumenti e luoghi d’interesse.

All’interno raccoglie il grande teatro Flavio Vespasiano e le origini di politici, scrittori, artisti, sportivi e musicisti che sono i figli di questa grande terra e hanno vissuto in questa pianura alle pendici del Monte Terminillo. Siamo a Rieti. E questa è la nostra Hollywood. Qui non necessariamente bisogna parlare dei più grandi vip del momento. Rieti ha e ha avuto da sempre i suoi rappresentanti nel mondo del-lo spettacolo e non solo; bisognerebbe solo informarsi e leggere le pagine intere di reatini che hanno avuto successo durante la loro vita. Partendo già dai tempo più antichi, non possiamo non ricordare Tito Flavio Vespasiano, imperatore romano, Franco Maraini, sindacalista e politico, Giuseppe Garibaldi; tanti nomi con un’unica correlazione: Rieti. Queste sono persone che hanno fatto la storia della nostra città e sono riconosciuti ed ammirati ovunque per aver scritto le pagine del nostro passato. Ma questa è storia passata. Adesso, chi c’è nella pic-cola cittadina reatina? Qualche reatino conosce i nostri rappresentanti attuali? C’è da pensarci su. Angeletti, Ruffilli, Nicoletti. Oggi come in passato: Luigi Angeletti come Lionello Matteucci, Paolo Ruffilli come Angelo Maria Ricci, Nicoletti come Antonio Gherardi. Si parte dalla politica, si passa per la cultura e si arriva all’arte. Luigi Angeletti, gestì l’accordo per l’acquisizione dell’Alfa Romeo da parte della Fiat, elet-to dal 2000 segretario generale dell’Uil, nasce a Greccio nel 1949. Poeta, narratore e saggista, Paolo Ruffilli nasce a Rieti negli anni ’50, cura le opere di Leopardi ed è attualmente direttore editoriale di una

raccolta di volumi che comprendono riconoscimenti nei più importanti premi di poesia nazionali. Manfredi Nicoletti è un architetto che nasce a Rieti nel 1930, attualmente è un professore emerito dell’università La Sapienza di Roma e vice presidente dell’Accademia internazionale di Architettura. Quanti reatini hanno realizzato i propri sogni e hanno creato una storia attorno al loro nome. I giovani quotidianamente continuano a portare il nome della nostra piccola città in giro per il mondo, nelle te-levisioni e nei giornali. Andrew Curtis Howe, nasce nel maggio 1985 proprio a Los Angeles, nel pieno mondo hollywoodiano, ma nel 1990 si trasferisce nella cittadina reatina. Howe, fin dall’infanzia adottato da questa città, diventa campione europeo di salto in lungo nel 2007 e vicecampione del mondo nel salto in lungo outdoor ad Osaka sempre nel 2007. Roberto Donati, un altro atleta reatino, nasce nel 1983 e conquista la medaglia d’argento nella staffetta 4x100 battendo il re-cord italiano di specialità dopo 27 anni. Anche noi reatini abbiamo costruito la nostra piccola Hollywood. I reatini vip non sono attori, registi e produttori che comprano le loro abitazioni alle pendici della vicina collina di Beverly Hills, la nostra popolazione non stima 300.000 unità, non abbiamo grandi teatri di posa, celebri vie ed i premi Oscar non vengono consegnati a Rieti. La nostra Conca reatina ha contribuito nel suo piccolo ad incrementare il successo di molte persone che giorno dopo giorno coltivano il loro sogno, la loro aspirazione e si impegnano per creare qualcosa di nuo-vo facendosi conoscere da tutti. Ma perché vedere sempre il bicchiere mezzo vuoto?

9

È HOLLYWOOD LA “CITTÀ DEI VIP”? Federica D’Orazi

Just Move Aprile.indd 9 11/04/14 11:51

Page 10: JM-Just Move - n.2 Aprile 2014

10

Matteo BarrellaIO MI LEGALIZE

Cannabis, pianta a fiore, origi-naria dell’Asia centrale sacra agli Indù e fondamento della religione del rastafarianesi-

mo. Secondo molti l’uso della cannabis risale addirittura al Neolitico si diffuse poi nella cultura africana, soprattutto etiope, dopo sviluppatasi in Jamaica. Veniva utilizzata come erba medicina-le e come erba meditativa, apportatrice di saggezza e ausilio alla preghiera. La marijuana è anche associata all’albe-ro della vita e della saggezza che era presente nell’Eden a fianco dell’albero della conoscenza del bene e del male. I credenti del rastafarianesimo predicano la disciplina morale ed il controllo di sé e sono avversi a ogni forma di ubria-chezza. Per essa in molti popoli antichi vi sono succedute guerre e ribellioni so-prattutto durante il regno dei Babilone-si e degli Assiri. Si narra anche che era presente nella tomba di re Salomone, il cosiddetto Re saggio. La diffusione di questa pianta si deve alla globalizza-zione sempre più variegata durante il trascorrere dei secoli e soprattutto all’u-tilizzo di essa come medicinale e stupe-facente nella cultura occidentale; anche la cultura cinese si interessò a questa pianta concentrandosi sugli effetti cu-rativi. Tralasciando per un attimo le ca-ratteristiche psicoattive e stupefacenti della Cannabis, c’è da dire che era con-siderata un medicinale fino all’avvento del proibizionismo. Numerose ricerche, infatti, affermano che la Cannabis è ef-ficace nel dolore neuropatico e spastico; successivi studi clinici hanno mostrato effetti significativi anche nel dolore tu-morale; vi sono anche riscontri clinici contro nausea, vomito, anoressia, di-sordini del movimento, asma, epiles-sia, depressione e ansia; studi ancora in atto sostengono che la marijuana aiuti la cura di febbre, malattie autoimmuni e cancro. Ovviamente ci sono anche ef-fetti collaterali nell’utilizzo spasmodico di questa sostanza paragonabili a quelli del tabacco nonostante alcuni studi non riscontrassero alcun collegamento tra uso di cannabis e cancro. Oggi, grazie

al progresso scientifico, si è finalmente aperto il dibattito sulla legalizzazione della cannabis in molti paesi del mon-do tra cui l’Italia. Nel nostro paese la marijuana è consumata dal 32 per cen-to dell’intera popolazione che la uti-lizza oltre che per scopi medici anche come sostanza stupefacente, paragona-bile all’uso delle sigarette e dell’alcol. Il problema che sta alla base della le-galizzazione è un problema morale: la società italiana considera i consumatori di Cannabis persone non propriamente “giuste” ma piuttosto tossiche, o meglio “tossici” non capendo che l’assunzione della pianta provochi danni uguali o addirittura minori del consumo di ta-bacco e alcol. Questa mentalità ha por-tato lo Stato a considerare la canapa una droga e quindi a perseguire penalmente il suo uso e la sua vendita, favorendo il diffondersi di numerosi preconcetti legati al suo utilizzo e il controllo del-la mafia nel commercio illegale della pianta. Lo Stato, legalizzandola, oltre a togliere una ingente somma di guada-gno alla mafia potrebbe regolarizzare la sua vendita beneficiando degli introiti che essa può dare. Non solo. La cana-pa può essere usata come sostituto di combustibili fossili, per produrre carta, tessuti, oli, tinture e prodotti cosmeti-ci; un altro benefit che potrebbe portare la legalizzazione sarebbe la creazione di coffee shop, sul modello olandese, luoghi in cui viene consumata la mari-juana in completo relax e sicurezza, così da creare nuovi posti di lavoro, nuovi posti di incontro e un nuovo flusso tu-ristico, che porta con se persone e idee dal mondo, che può favorire lo svilup-po non solo economico ma anche cultu-rale del bel Paese. Ovviamente non è la cura a tutti mali e non lo sarà, ma può dare una mano al tanto atteso cambia-mento che la società moderna si aspet-ta. Bisogna considerare comunque che l’uso prolungato di qualsiasi “vizio” è dannoso per l’organismo e che quindi va fatto con moderazione.

IO MI LEGALIZE

Just Move Aprile.indd 10 11/04/14 11:51

Page 11: JM-Just Move - n.2 Aprile 2014

11

Sofia GalganiQUATTRO CHIACCHIERE

Le parole a volte si bloccano in gola e non vogliono più uscire. Viola è appena una ragazzina quando un giorno si alza e si veste, aspettando di sentire la voce as-

sonnata del padre che la deve accompagnare a scuola. Ma quella mattina lui non si sveglia più e qualcosa in lei si ferma: mutismo selettivo, lo chiamano i medici, e sua madre decide che starà meglio in una scuola svizzera, dove sarà se-guita. Prima di partire Viola riceve da Fulvio, un vecchio amico di famiglia, un dono prezioso: un pacco di let-tere, un libro antico e due agende che riemergono dal passato del padre. Per un intero inverno, nella sua stanza del collegio, le legge e ri-legge. Compare più volte il nome di una donna mai sentito prima, Claire: per lei Giacomo, all’inizio degli anni Ot-tanta, si era trasferito a Londra, con il sogno di iniziare una nuova vita. Viola non riesce a ca-pire perché si siano separati ma avverte che, nel-la fine di quella relazione, è nascosto qualcosa di più: non solo un segreto custodito da Giacomo, ma forse anche l’antidoto al proprio dolore. In un romanzo intimo e profondo, Daniele Bre-sciani ci racconta come ognuno di noi si tenga stretto un pugno di frasi, quelle che non riesce a confessare alle persone amate, fino a quando non diventa troppo tardi. E ci dice che la verità, bruciante o dolce che sia, sa percorrere strade tortuose pur di trovarci. Daniele Bresciani (Milano, 1962) è giornalista. Dopo otto anni alla “Gazzetta dello Sport”, nel

Quattro chiacchiere con Daniele Bresciani per parlare della suo primo romanzo

2003 è passato a Vanity Fair dove è stato vicedi-rettore fino al 2012; attualmente è vicedirettore di Grazia. Questo è il suo primo romanzo. Lo abbiamo intervistato per voi. DANIELE, QUANDO LE È VENUTA L'IDEA DI SCRIVERE “TI VOLEVO DIRE”? <Diciamo che non c'è stato un momento preci-so. Volevo scrivere qualcosa di importante dopo

tanti anni da lettore, un qualcosa di mio: ad esempio uno dei due personaggi princi-

pali, ovvero Viola, soffre di mutismo selettivo, come mio figlio che ha un disturbo del linguaggio anche se non cosi grave>. E' STATO AIUTATO DA QUALCU-NO?

<Aiutato no, ma ci sono diverse persone con cui mi sono confrontato;

però il mio grazie va a mia moglie: pro-babilmente senza il suo supporto non avrei

scritto nulla>.LEI È GIORNALISTA E HA LAVORATO PER GIOR-NALI IMPORTANTI. COME DESCRIVE LA SUA ATTIVITÀ GIORNALISTICA ATTUALE?<Chi fa il giornalista lo fa perché vuole scrivere. Ad un certo punto, quando si fa carriera, dele-ghi ad un altro gli articoli e cominci a lavorare a livello organizzativo: anche per questo moti-vo ho iniziato a scrivere “Ti volevo dire”. Infatti sostengo che non ci sia molta differenza tra un giornale ed un libro se non nella lunghezza>. QUALI DIFFICOLTÀ HA INCONTRATO DURAN-TE LA SUA CARRIERA?<Mi ritengo molto fortunato sotto questo pun-

to di vista; ho avuto genitori intelligenti che mi hanno sempre dato la libertà di scegliere e non ho incontrato difficoltà in particolare. In questo periodo di crisi è un po' complicato, le editorie ed i giornali chiudono in continuazione, i nuovi mezzi di comunicazione sono una restrizione e mi dispiace che le nuove generazioni si trovino in mezzo a questo disastro>.ADDENTRIAMOCI UN PO' NEL LIBRO, LEI SI RICONOSCE NEL PERSONAGGIO DI GIACO-MO?<Mi riconosco nel personaggio di Giacomo, in tutti i suoi difetti. Spesso pensiamo di non far male non dicendo la verità, ma non è cosi>. CHE COSA PENSA DEL RAPPORTO TRA UN PADRE ED UNA FIGLIA, DELLE COSE DETTE E NON DETTE?<Non dirsi la verità o quello che pensiamo è un danno ai nostri figli, più che mai oggi, in un mondo molto più difficile del mio>.AD UN CERTO PUNTO NEL LIBRO DESCRIVE MOLTO DETTAGLIATAMENTE IL CONCERTO DEI PINK FLOYD, QUASI COME SE LEI CI FOSSE STATO. E' UN APPASSIONATO?<Sono un appassionato di musica in generale ed i Pink Floyd mi sono sempre piaciuti. Proprio nel 1980, quando c'è stato quel concerto, mi trovavo in Inghilterra ma non ci sono potuto andare: è un mio grande rimpianto. Però mi sono rifatto con Roger Waters a Milano>. UN SALUTO AGLI JUCCINI? <Ragazzi, non mollate, studiate. Coltivate i vo-stri sogni, sperate e abbiate sempre un obietti-vo>.

TI VOLEVO DIRE, L’ANTIDOTO PER CONFESSARE L’AMORE

Antrodoco (‘Ntreocu nel dialetto locale) è un comune che fa parte della provincia di Rieti. Si trova lungo la via Salaria, una delle vie consolari che gli antichi Romani percorrevano per portare il sale da Roma al porto d’Ascoli. Pare che il nome della cittadina venga dall’etimologia del topo-nimo “Interocrium” ovvero “in mezzo ai monti”, proprio perché è circondato da tre gruppi mon-

tuosi: Monte Nuria; Monte Terminillo e Monte Giano (chiamato così perché ha due facce uguali, proprio come il dio Giano), su cui si può notare la scritta “Dux” , dal latino dux ducis, ossia composta da alberi di pino. La pineta fu realizzata nel 1939 dalla Scuola allievi guardie forestali di Cittaducale, in onore di Benito Mussolini. Il paese è bagnato dal fiume Velino, che attraversa il territorio sabino, fino a precipitare nel Nera formando la cascata delle Marmore. In età medievale fu costruita nella parte alta del paese, la “Rocca”, chiamata dagli antrodocani “Rocchetta”, della quale oggi non rimangono che pochi ruderi e che un tempo apparteneva al Marchese Giugni.Tra i monumenti artisticamente più rilevanti di Antrodoco c’è la Chiesa di Santa Maria Extra Moenia che è appena fuori il centro storico del paese (dal latino extra moenia, fuori le mura). Vicino la Chiesa vi è un battistero al cui vertice è posta una sfera metallica, considerata il centro della penisola italiana. Antrodoco possiede anche delle associazioni culturali, come quella dell’Acma, che può essere definita con il termine Orchestra di fiati, che oggi conta più di sessanta elementi. Si esibisce a fine novembre con il Concerto dell’Accademia di Santa Cecilia; il Club Alpino Italiano che mira a valorizzare le montagne circostanti ed infine la Schola Cantorum, coro polifonico a quattro voci attivo da più di vent’anni, che si esibisce il 1° gennaio nell’ambito di un concerto. Ricca è la produzione dolciaria, come la copeta, sfoglie spianate sul tavolo e poi tagliate a rombi, composte di miele e noci, aromatizzate con foglie di alloro. E poi la pizza messa o chiamata pizza dde Pasqua, che è un dolce farcito con canditi, consumato nella tipica colazione pasquale con uova benedette e salame. Celebri nella provincia di Rieti e non solo sono gli stracci antrodocani, crespelle ripiene protagoniste nella prima domenica del mese di agosto, della “Sagra degli Stracci”. Antrodoco è rinomato per il marrone an-trodocano, pregiata qualità di castagna prodotta dai boschi di castagno che sono in via di un progressivo deterioramento a causa di una malattia della pianta. I marroni antrodocani vengono utilizzati anche per la produzione del marron glacé e del famoso gelato al gusto castagna, prodotto con abilità dalla gelateria Serani, vincitore di molti premi che vanno dal 1972 al 2013. La sua fama inizia con un secondo posto al concorso nazionale “Lupa capitolina d’oro”, continuando nel 1981 con una medaglia d’oro al Maicop Valencia. Partecipa nel 1987 all’Expo di Milano classificandosi secondo dopo aver presentato il gelato al gusto ananas, e nell’anno successivo sempre all’EXPO di Milano con la presentazione del gusto castagna. Questi sono solo alcuni dei premi e riconoscimenti che la gelateria ha conquistato in campo nazionale. Il

MONTAGNE, STORIA E TRADIZIONI: BELLA ANTRODOCOsuo percorso, almeno per il momento, si completa nel 2013 con la partecipazione al gelato World Tour ricevendo il premio speciale assegnato dalla giuria tecnica. Tra le festività più importanti di Antrodoco ci sono: il Carnevale storico “Li Dodici Mesi”, seguito dal Carnevale morto, nel mese di febbraio. La Festa della Madonna delle Grotte che si festeggia nel mese di maggio e che precede la festa di Sant’An-na, santa patrona, dal 17 al 26 luglio. Questi eventi tradizionali si concludono con la Sagra della Scoppozza (cocomero e vino) il 14 agosto e con la Sagra delle castagne, il famoso marrone antrodo-cano, festeggiata nel mese di novembre.

Ingredienti per le crespelle:UOVA ACQUA FARINA-SALE q.b.Per ogni uovo mettere un cucchiaio raso di farina, ½ gu-scio d’acqua e sale q.b. e mescolare fino ad ottenere una pastella. Ungere una padella con dell’olio e con un mesto-lo versare l’impasto fino ad ottenere una crespella molto sottile.

Ingredienti per farcire:MACINATO BURRO PARMIGIANO MOZZARELLASUGO DI POMODORO

Riempire le crespelle con macinato, mozzarella, parmigia-no e sugo di pomodoro. Arrotolarle su se stesse e posizio-narle in fila su una teglia già imburrata e bagnata con il sugo. Dopo aver farcito tutte le crespelle, ricoprirle con il sugo, parmigiano e ciuffetti di burro.

Ricetta stracci antrodocani

Just Move Aprile.indd 11 11/04/14 11:51

Page 12: JM-Just Move - n.2 Aprile 2014

12

LA NONNA dice che per ri-muovere le macchie dai tappeti bi-sogna pulirle con sapone ed acido gallico ed infine risciacquare con una miscela di acqua e aceto.

LA NONNA dice che per pulire spazzole e pettini bisogna immer-gerli in schiuma da barba, lascian-do agire per qualche minuto e poi risciacquare.

LA NONNA dice che per rime-diare alle scottature possiamo uti-lizzare l’aceto di rose. Quest’aceto viene preparato mettendo alcuni pe-tali di rose in una bottiglia e versarci dentro dell’aceto bollente. Tappare e lasciare qualche giorno al sole, ed ecco pronto l’aceto di rose, che do-vrà essere tenuto sempre a portata di mano e utilizzato in caso di orti-caria e scottature.

LA NONNA dice che durante la congestione nasale bisogna bere bevande calde, respirare in modo profondo l’odore della cipolla e camminare tanto.

LA NONNAdice che l’acqua usata per cuocere la pasta può essere riutilizzata: per bagnare piante, bolli-re verdure e raffreddandola in frigo, dopo aver aggiunto sciroppo d’acero, diventerà un’ottima bevanda

LA NONNA dice che per sbri-nare il parabrezza e i vetri dell’au-to è necessario che la sera prima di rientrare a casa venga passata mezza cipolla su tutti i vetri dell’au-tomobile.

LA NONNA dice che per puli-re lo schermo del pc o del televiso-

Federica D’OraziI CONSIGLI DELLA NONNA

re basta passare sullo schermo, da destra verso sinistra, un batuffolo di cotone bagnato con un po’ d’acqua tiepida ed aceto e successivamente asciugare con un altro batuffolo la parte appena trattata.

LA NONNA dice che per man-tenere il pelo del vostro cane ben curato si deve spazzolare con cura, dopo aver fatto agire, un prodotto casalingo mischiando 30gr di feco-la di patate con 5gr di bicarbonato.

LA NONNA dice che per gua-rire una ferita bisogna coprirla con una ragnatela.

LA NONNA dice che per curare i punti neri basta un po’ di succo di limone lasciato asciugare sulla pelle.

LA NONNA dice che per rima-nere incinta devi mettere un cusci-no, dopo il rapporto sessuale, che mantenga il bacino rialzato per cir-ca mezz’ora cosicché il seme possa avere più possibilità di svolgere il suo compito.

LA NONNA dice che per dima-grire bisogna evitare grandi abbuf-fate, mantenersi in costante allena-mento e non saltare mai la colazione o il pranzo o la cena.

I CONSIGLIDELLA NONNA

Just Move Aprile.indd 12 11/04/14 11:51

Page 13: JM-Just Move - n.2 Aprile 2014

13

Beatrice CianettiCARTA E PELLICOLA

IL GIUDICE PAOLO BORSELLINO, UCCISO DALLA MAFIA, NEL RACCONTO DELLA FIGLIA AGNESE

TI RACCONTERÒ TUTTE LE STORIE CHE POTRÒ

Autore: Agnese Borsellino

Ti racconterò tutte le storie che potrò raccoglie le memorie di Agnese Borsellino, moglie del magistrato Paolo Borsellino, assassi-nato assieme alla sua scorta nell’attentato di via D’Amelio. Dal racconto della donna, emerge un ritratto più intimo e personale dell’uomo che, insieme all’amico e collega Giovanni Falcone, è divenuto un eroe e il simbolo della lotta alla mafia. Fin dai primi giorni che hanno seguito la tragica morte di Borsellino, la moglie Agnese e i figli Lucia, Manfredi e Fiammetta, hanno mantenuto una certa riservatezza, intervenendo molto raramente nel dibattito mediatico. Agnese negli ultimi mesi della sua vita ha voluto dedicarsi alla stesura di questa biografia e raccontare la sua vita al giornalista Salvo Palazzolo per lasciare ai figli, agli amici e a tutte le persone che mantengono viva la memoria di Paolo Borsellino i ricordi di una vita insieme ad un eroe civile, innamorato della moglie, giocoso con i figli, timido ma anche provocatorio, un uomo generoso e indimenticabile. A distanza di più di venti anni dalla tragica scomparsa del magistrato il giornalista Salvo Palazzolo, che ha curato il tutto, consegna ai lettori un libro carico di amore, indignazione, dolore e speranza.

DA DANTE ALIGHIERI A FABRIZIO DE ANDRÉ

LE CENTO PIÙ BELLE POESIE D’AMORE

Autore: Guido Davico Bonino

Da Dante Alighieri alle poesie d’amore del Novecento, passando per Petrarca, Boccaccio, Giacomo Leopardi, Giovanni Pascoli, D’Annunzio, Pier Paolo Pasolini e tanti altri, Guido Davico Bonino offre al lettore una raccolta d’autore sul sentimen-to più imprevedibile, sulla più vasta delle esperienze umane. Non mancano all’appello la famosa poetessa Alda Merini e il cantautore Fabrizio De André. È un libro consigliato a tutti: a chi non si è mai innamorato, a chi, al contrario, si innamora ogni volta, a chi soffre di gelosia, a chi non sa dire addio. Un mix di versi e sentimenti che permette al lettore di imparare

l’amore nelle sue molteplici sfaccettature.

NESSUNO MI PETTINA BENECOME IL VENTO

REGIA: Peter Del Monte

GENERE: Drammatico

Arianna è una scrittrice che, dopo la separazione dal marito, va a vivere quasi isolata in una località balneare. Barricata in un suo spazio solitario, riceve la visita di una giornalista per un’intervista. Con lei c’è anche la figlia Gea, di 11 anni, che dopo l’incontro dovrà accompagnare dalla nonna. Mentre si svolge l’intervista Gea incontra sulla spiaggia Yuri, un ragazzo di 16 anni. Non si dicono nulla, ma al momento della partenza la ragazzina rifiuta inspiegabilmente di essere porta-ta dalla nonna. Così Arianna si offre di ospitarla per alcuni giorni. Col passare del tempo il rapporto tra Arianna e la giovane ospite sembra intensificarsi tan-to che le due si aprono a piccole con-fidenze, anche se appartengono a due generazioni lontane. Ma quando è sola Gea passa il tempo a spiare Yuri e i suoi amici che hanno atteggiamenti da tep-pisti e spavaldi, suonano musica tribale battendo di notte su strumenti a percus-sione. Tutte cose che turbano Arianna,

HIROSHIMA MON AMOUR

REGIA: Alain Resnais

GENERE: Drammatico

Lei, francese, ha avuto una tragica

storia d’amore con un soldato tedesco che l’ha portata alla disperazione. Al-meno apparentemente però è riuscita a superare quel periodo angoscioso: si è sposata e ha dei figli. Per girare un documentario sulla città distrutta dalla bomba atomica va a Hiroshima e in-contra un giovane architetto giappone-se che lavora per la ricostruzione della città. I due si innamorano, la loro re-lazione permette alla donna di rivivere e raccontare l’orrore della guerra. Le immagini della memoria della donna si alternano alla straziante visione della

TRACKS – AT-TRAVERSO IL DESERTO

REGIA:John Curran

GENERE: Drammatico

Robyn Davidson, 25 anni, ha un progetto folle: attraver-sare a piedi e da sola il deserto centrale australiano. Camminerà per 2700 chi-lometri, in compagnia del suo cane Dig-gity e di tre cammelli. Siamo nel 1977; dopo circa due anni di preparazione, passati a prendere confidenza con gli animali e ad indurirsi i piedi in vista del-la fatica e del lungo viaggio, e dopo i saluti alla famiglia e agli amici, Robyn dice no all’inazione e alla mancanza di concretezza che guida le vite di tanti suoi coetanei e muove i primi passi, con la sponsorizzazione di National Geo-graphic e l’accordo di incontrare perio-dicamente lungo il viaggio il fotografo Rick Smolan, per poi poter realizzare un documentario sull’epica impresa.

ma che per Gea sono come un richiamo di libertà. Quando Arianna si accorge dell’interesse di Gea rimane delusa, ma lo sguardo affascinato della ragazzina diventa per lei un riflesso speculare che la mette a confronto con se stessa e le permette di ritrovare una parte di se che fino a quel momento aveva trascurato.

città ancora bruciata.

Just Move Aprile.indd 13 11/04/14 11:51

Page 14: JM-Just Move - n.2 Aprile 2014

Nel quinto mistero del Pof si contempla di non fumare nei locali interni alla scuola. Nel quinto articolo del rosa-rio si contempla la perdita ed il ritrovamento di Gesù tra i dottori del tempio. Che cosa accomuna clericali

e studenti, o meglio, frati francescani e juccini? Il Chiostro di san Francesco. Nel lontano 1300, alle 10.55 in punto, i frati, dopo una dura mattinata dedita ai servizi della comunità e alla preghie-ra per lodare il Signore, meditavano sul senso della vita. Oggi, secoli più tardi, gli studenti del Liceo Scientifico Carlo Jucci, tra-scorrono ore rivolte allo studio esasperante di elementi chimici, logaritmi, coseni e versioni incomprensibili. All’immediato suono della campana l’abate richiamava i suoi fratelli al proseguimento della giornata lavorativa che li aspettava nelle loro celle, mentre 700 anni dopo la Preside invita gli alunni a tornare nelle classi dopo il dissolvimento degli alunni alla campanella dell’intervallo. E sempre nel Chiostro. Uno splendido chiostro del XII secolo, che

Sofia GalganiUN NOME, UNA LEGGENDA

Il chiostro di san Francesco, simbolo del liceo Jucci

LE COLONNE DEL SAPERE

E’ un personaggio che si aggira per lo Jucci proce-dendo con passi lenti, mento in alto e le braccia penzoloni, mantenendo sempre una posizione eretta. Il suo modo di vestire è unico. Riesce ad

essere sempre super abbinato, cambiando completo ogni giorno dell’anno. Tutti almeno una volta abbiamo sentito la sua voce altisonante e rauca per i corridoi della scuola op-pure lo abbiamo visto davanti al pc della vicepresidenza, mentre cambia e ricambia gli orari delle classi, che farà uscire poi tutte immancabilmente alla mezzanotte della do-menica. E’ il primo ad entrare la mattina e l’ultimo ad uscire da scuola. E’ il famigerato Agostino Maiezza, professore di Fisica, Matematica ed Ecdl, oltre ad essere il vicepreside dello Jucci. Ogni tanto lo vediamo anche in veste di tecnico del laboratorio, di bidello, di rifornitore delle macchinette ed a dispetto della sua “veneranda” età fa parte anche del-la squadra di calcetto della scuola. Nonostante tutti questi impegni, riesce a mantenere una certa calma, peraltro solo apparente, che lascia il posto alla classica “scapocciata” quando qualcosa nella scuola non funziona o quando qual-cuno dice una parola di troppo in classe. Interagisce nelle sue lezioni con gesti che ti fanno pensare ad un mimo e frasi per richiamare l’attenzione delle nostre menti assenti: “èveroononèvero?!”. Al Liceo Jucci tutti vedono il professo-re come un punto di riferimento, tanto che durante la gior-nata si crea intorno a lui un vortice di bidelle con relate e circolari, segretarie con faldoni e alunni con i libretti delle giustificazioni.Sicuramente il caro professor Agostino rimarrà negli annali dello Jucci, come una figura storica,di riferimento e anche molto apprezzata e singolare nello stile.

si erge a ridosso della chiesa di san Francesco, nell’omonima piazza. Molto spazioso e confortevole, il Chiostro ha massicce colonne che sostengono la struttura della scuola; nelle volte sono visibili diversi affreschi che avrebbero bisogno di un restauro. An-che agli alunni della scuola spetta l’impegno di rispettare l’antico Chiostro e di valorizzarlo, iniziando ad esempio a non imbrattare i muri ma soprattutto a non far cadere pezzi di muro a terra. Questo anche per turbare i frati che nel tempo lì hanno vissuto. E chissà se un giorno, in virtù di questo pezzo di storia ancora esi-stente, juccini e francescani riusciranno a convivere tra le colonne del loro Chiostro e magari confrontarsi tra Bibbia e Lucky Strike.

UN NOME, UNA LEGGENDAAgostino Maiezza, il professore tuttofare con il pallino della Fisica

Elvisa Rossetti Chiara CaulettiLE COLONNE DEL SAPERE

14

Just Move Aprile.indd 14 11/04/14 11:51

Page 15: JM-Just Move - n.2 Aprile 2014

TERNICONCERTISONOS ESEMBLE AUDITORIUM DEL CARMINEDomenica 27 Aprile 2014 alle 17:30

BOLOGNA VIOLENTA CENTRO DI PALMETTA

Sabato 19 Aprile 2014 alle 22:30

SPETTACOLIRADIO ARGO – TEATRO SECCI

Lunedi 14 Aprile 2014 alle 21:00

RIETICONCERTIMassimo Ranieri a Rieti con“Sogno o son desto”19 aprile 2014 ore 21:00Palasojourner

SPETTACOLIXXIV concorso internazionale di danza“Città di Rieti”Dal 29 aprile al 4 maggio 2014 Teatro Flavio Vespasiano

In mostra le opere di Judith Clay ispirate al libro“Il piccolo principe”Dal 20 marzo al 19 aprile 2014

Blu Monde Atelier d’arte Poggio Moiano

L’AQUILASPETTACOLIGabriele D’Annunzio tra amori e battaglie10 aprile 2014 ore 21:00Auditorium Generale Florio della Scuola Sot-tufficiali della Guardia di Finanza

CONCERTIBrunori Sas con “Il cammino di Santiago in tour”18 aprile 2014 ore 22:00

Set Action Stage

Tre capitali europee, Barcellona, Parigi, Berlino, si associano a Roma per cele-brare con un progetto innovativo la figura di Pier Paolo Pasolini, l’intellettuale del XX secolo che più di ogni altro è riuscito ad reinterpretare l’immagine della città di Roma, incarnandola in chiave poetica. Per Pasolini Roma non fu sem-plicemente uno scenario cinematografico o un luogo in cui vivere. Con questa città egli ha avuto una relazione passionale, fatta di sentimenti misti di amore e odio, di fasi di attrazione e rifiuto, di voglia di allontanamento e di piacere del ritorno. Roma sarà il principale punto di osservazione, il suo permanente cam-po di studio, di riflessione e di azione. Sarà anche il teatro delle persecuzioni che il poeta dovrà sempre subire da parte dei poteri di ogni genere, e dell’ac-canimento dei media che per 20 anni lo trasformeranno nel capro espiatorio, nell’uomo da demolire, a causa della sua diversità e della radicalità delle sue idee sulla società italiana. La mostra sarà organizzata cronologicamente in sei sezioni, dall’arrivo dello scrittore a Roma nel 1950 fino alla notte della sua tragica morte ad Ostia nel novembre del 1975. Di tappa in tappa si ritroverà il filo conduttore che permetterà di tracciare – lungo un quarto di secolo – il percorso della sua incredibile vitalità creativa: i luoghi in cui ha vissuto, in cui ha ambientato romanzi e film, la poesia, il cinema, gli amici, gli amori, le persecuzioni, le lotte e gli impegni nella città. I disegni e i dipinti di Pasolini, i suoi autoritratti, ma anche la galleria ideale dei pittori contemporanei da lui de-

scritti con precisione in una poesia: Morandi, Mafai, De Pisis, Rosai, Guttuso. I visitatori avranno l’impressione che sia lo stesso Pasolini a parlare, a guidarli per scoprire insieme a lui un percorso imprevedibile, costantemente aperto gli incontri, ai dubbi, ai capovolgimenti, alle abiure, alle nuove partenze.

ORARIO DI APERTURA Martedì, mercoledì, giovedì: 10.00 - 20.00 Venerdì, sabato: 10.00 - 22.30 Domenica: 10.00 - 20.00 Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura Giorno chiusura settimanale: lunedì Giorni chiusura per festività: nessunoCOSTO BIGLIETTO INTERO € 12 COSTO - BIGLIETTO RIDOTTO € 9,50 IN-DIRIZZO via Nazionale, 194 00184 Roma INFO TEL 06 39967500 INFO MAIL [email protected]

MOSTRA SU PASOLINIRoma 15 aprile 2014 - 20 luglio 2014

Dal 22 febbraio all’8 giugno 2014 il Complesso del Vittoriano presenta la grande mostra “Musée d’Orsay. Capolavori”. L’esposizione porta per la prima volta a Roma straordinarie opere realizzate tra il 1848 e il 1914 dai grandi maestri francesi, Gau-guin, Monet, Degas, Sisley, Pissarro, Van Gogh, Manet, Corot, Seurat e molti altri, proponendo un percorso artistico che - attraverso una selezione di settanta opere - parte dalla pittura accademica dei Salon e attraversa la rivoluzione dello sguar-do impressionista fino ad arrivare alle soluzioni formali dei Nabis e dei Simbolisti. “Musée d’Orsay. Capolavori”, curata da Guy Cogeval e da Xavier Rey, è articolata in cinque sezioni: la prima è incentrata sull’arte dei Salon, nucleo originario della collezione; la seconda illustra il rinnovamento della pittura di paesaggio ad opera della Scuola di Barbizon, che apre la strada allo studio impressionista della natura; quindi la sezione dedicata alla modernità ritratta dagli impressionisti, che conferirono dignità di genere a balli, scene di vita in società e scorci di vita privata; infine l’evol-versi del linguaggio pittorico post impressionista: la pittura Simbolista, il sintetismo di

MUSEE D’ORSAY CAPOLAVORIRoma 22 febbraio 2014 - 8 giugno 2014

15

Gauguin, la bidimensionalità dei Nabis, fino ad arrivare alle avanguardie del XX secolo. La mostra seguirà poi l’evolversi del linguaggio pittorico della seconda metà dell’Ottocento nella sua declinazione simbolista. Ed infine si concluderà con l’eredità lasciata dall’Impressionismo, il cui valore postumo è immenso e quasi immediato.

COSTO BIGLIETTI INDIVIDUALI Intero : 12.00 euro + 2.00 euro spese d’agenzia Ridotto over 65 anni / under 26: 9.00 euro + 1.50 euro spese d’agenzia. Bambini under 6 anni: ingresso gratuito COME ARRIVARE Tutti i bus per il centro storico: 81, 85, 87, 186, 571, 810, 850, fermata Piazza Ve-nezia Metro B fermata Colosseo ORARI Dal lunedì al giovedì 9.30 –19.30; venerdì e sabato 9.30 – 23.00; domenica 9.30 – 20.30 Ultimo ingresso un’ora prima.

Chiara Cauletti Beatrice Cianetti Sofia GalganiEVENTUALMENTE

Just Move Aprile.indd 15 11/04/14 11:51

Page 16: JM-Just Move - n.2 Aprile 2014

Look stravagante. Alternativa. Voce ruvida e graffiante, esageratamente coinvolgente. E’ Veronica Scopelliti, in arte Noemi. La sua pagina Facebook conta più di 400 mila “mi piace”, cifra insignificante se si pensa ai mi-lioni di fan che fuori dai social network alzano il pollice sulle note delle sue coinvolgenti canzoni. Inizia dal coro della scuola per giungere prima sul palco di X-Factor e poi su quello dell’Ariston. Noemi non si accontenta delle “Briciole”, preferisce il disco d’oro che nel 2009 con-quista con l’EP che porta il suo nome. Tanti sono i nomi della musica italiana a restare ammaliati dal carisma

Elvisa RossettiMUSICA

NOEMI, STRAVAGANZE PER IL SUCCESSO

della cantautrice, tra cui Fiorella Mannoia che la vuole per duettare in “L’amore si odia”, e Vasco Rossi che le cuce addosso un brano di grande successo perfetto per la stoffa della giovane romana: “Vuoto a perdere”. Tra i tanti suoi impegni, Noemi si diletta a fare la mecenate nel Talent Show di Rai 2 a volto coperto, The voice, nel quale continuamente mette in gioco le sue capacità e la sua solarità. Ma anche le sue gonne lunghe e coloratis-sime.

Sarcastico, impegnato, poetico, Carlo Valente è un ragazzo che suona la chitarra al contrario, la fisarmonica per tradizione , il pia-noforte per curiosità, che ama esi-birsi nelle piazze per raccontare le storie di uomini narcisisti e parados-sali, impotenti e silenziosi; di donne perfette e irraggiungibili al centro di relazioni idilliache, infruttuose e talvolta poco eleganti. Personaggi immersi in panorami scomodi, con un distintivo sul cuore e una bandie-ra tra le mani pronta da sventolare nei momenti più opportuni. Classe 1990, inizia ad esibirsi all’età di cinque anni a casa sua utilizzando un enorme posacenere trovato nel ripostiglio della cantina dei nonni come microfono. All’età di 18 anni, innamorato follemente di “Aida”, “Bocca di Rosa”, “Minù”, “Gianna”, “Paolina”, “Farewell”, comincia a portare in giro per la provincia di

Rieti i suoi nonni non biologici, De Andrè, Gaber, Guccini, Ivan Gra-ziani. Col tempo, comincia anche a dedicarsi alla scrittura. Si definisce un “cialtrone”, ma quando compone le sue piccole opere non lascia nulla al caso. Il lavoro di lima è accura-tissimo. Prima di pubblicarle, le ria-scolta fino alla nausea per incasto-nare tutti i pezzi del suo puzzle nel miglior modo possibile. I suoi live ricordano le serate con gli amici, in cantina con un bel fiasco di vino sul tavolo, una chitarra da pizzicare sulle cosce e notti che aspettano il giorno per andare a dormire. Il suo album, uscito nel febbraio 2014 è una raccolta di “Collezioni”.

CARLOVALENTE,LA MUSICA AL CONTRARIO

Save the music

Just Move Aprile.indd 16 11/04/14 11:51

Page 17: JM-Just Move - n.2 Aprile 2014

17

<La musica mi sedusse un po’ alla volta, come una troia prudente. Co-minciò con qualche mormorio fioco, poi divenne balbuzie e pian piano acquistò la franchezza di un lin-guaggio che, per quanto elementare era comunque il mio>.Fabrizio De Andrè è il suonatore Jones che vede la libertà svegliarsi ogni volta che suona, per un fruscio di ragazze a un ballo o per un com-pagno ubriaco. È l’amico fragile, molto più curioso di voi che cede spesso a qualche vizio di troppo e si concede amori fugaci in via del Campo, con quella graziosa dagli occhi color di foglia che solo a guar-darla ti vien la voglia. È il marito che dopo la separazione con Enri-chetta nel giugno 1973 capisce che è meglio essersi lasciati che non es-

Elvisa RossettiMUSICA

FABRIZIO DE ANDRÈ, PAROLE IN LIBERTÀ CHE FANNO MUSICA

sersi mai incontrati, che l’amore va, che l’amore viene, che quando fini-sce non strappa i capelli ma lascia solo qualche carezza e un po’ di tenerezza, che quando non è adulto lascia i graffi sui seni. E’ quello delle storie sbagliate, diverse per gente normale, comuni per gente spe-ciale. È l’attore che recita le poesie dell’antologia di Spoon River, nar-rando le gesta di chimici, blasfemi, medici, matti, malati di cuore tutti dormienti sulla collina. E’ il cultore della Sardegna, amante del dialetto locale. È un emigrante du rìu cu’i cioi ‘nt’i eugg nella sua creuza de ma, frè di ganeuffani e dè figge. È il laico che con le parole di Tito crea il suo testamento di comandamenti. Sogna, sogna talmente forte da farsi uscire il sangue dal naso. Non ha

le tue pistole per conquistarsi il sole, per guadagnarsi il cielo,non ha una camicia bianca, non ha le tue paro-le, non ha un treno arrugginito che lo riporti da dove è partito, ma so-gna. È il cittadino impegnato politi-camente, che odia i soprusi del più forte sul debole, che canta gli zinga-ri come Sally, i gay come Andrea, i drogati e le prostitute come Bianca Maria che se ne frega della decenza e Bocca di Rosa che portò l’amore nel paesino di Sant’Ilario, ora morta come il pescatore assopito all’om-bra dell’ultimo sole; d’altronde si sa che dai diamanti non nasce niente e dal letame nascono i fiori. E’ il bombarolo che vi urla: per quanto voi vi crediate assolti, siete per sem-pre coinvolti.

Who: “World Unite! Lucifer Youth Founda-tion”. Gruppo di quattro skater del ghetto di Manchester, ma in realtà un vero e proprio collettivo formato da centinaia di artisti di ogni tipo, musicisti, pittori, liberi pensatori e criminali.

What: Una batteria, un basso, una chitar-ra e sempre presente un organo che vuole rendere tutto più “sacro”, anche la stessa voce quasi “demoniaca”, di gola, forzata, emotiva-disperata, di Ellery. Le armonie semplici, maggiori, felici e spensierate, accompagnano i testi che sfiduciano la natura umana, corrotta.

When: Il quartetto di Manchester se n’è andato così come è cominciato, dal nulla, è sparito nel nulla, dopo soli quattro anni dalla formazione. Nel 2012 compare sul tubo una nuova traccia (“T R I U M P H”) in allegato una lettera in cui il cantante e leader Ellery James Roberts annuncia lo scioglimento del gruppo: «I WU LYF per me sono morti.»

Where: In qualsiasi luogo adatto a creare atmosfere abbastanza stregate per viaggi mentali che hanno del surreale.

Why: I WU LYF rappresentano il vero e proprio mix di tutte quelle sensazioni musi-

cali che si sono trovate dal post-punk degli anni 80, fino al più semplice pop, passan-do per lo shoegaze, il rock. Nessuno è riu-scito a definirli e catalogarli in un vero e proprio genere. Loro stessi si sono definiti “heavy pop”.

Tracce migliori: We Bros Spitting Blood Concrete Gold Heavy Pop

WU LYF: Go Tell Fire To The Mountain (2011)

Playlist Elvisa Rossetti - Ermanno Bizzoni

Just Move Aprile.indd 17 11/04/14 11:51

Page 18: JM-Just Move - n.2 Aprile 2014

18

1

2      

         3

   

4  

             5

   

 6

 

 7

         

 8

     

   9

 

   10

       

11

 12

         

 13

 

INSERITE ORIZZONTALMENTE NELLE 13 RIGHE LE PAROLE SOTTO DEFINITE. A GIOCO RISOLTO NELLA COLONNA A FONDO GRIGIO LEGGERETE IL TITOLO DI UNA CANZONE DI LUCIO BATTISTI DEL 1972, IL CUI PASSAGGIO ORCHESTRALE È STATO RIPRESO DA DE GREGORI IN “LA LEVA CALCISTICA DEL ‘68”.

Beatrice Cianetti Serena PitottiGIOCHI

1 - PER BATTISTI NON LO SARÀ

2- SI FESTEGGIA IL 26 DICEMBRE

3- QUELLO IN PROVINCIA DI BRESCIA È DI LEGNO

4- FILM DEL 1996 DIRETTO DA DANNY BOYLE

5- COMITATO OLIMPICO NAZIONALE ITALIANO

6- CELEBRE PASTORE TEDESCO PROTAGONISTA DI UNA SERIE TV STATUNITENSE

7- SOCIAL NETWORK CHE HA PER SIMBOLO UN

UCCELLINO

8- PER S. FRANCESCO LO ERA LA LUNA

9- LO SONO IL FALCO E IL CONDOR

10- OSSO DEL BRACCIO

11- LO È IL LICEO JUCCI A RIETI

12- LO È L’ANGOLO MINORE DI 90°

13- IL FREDDO…INGLESE

Just Move Aprile.indd 18 11/04/14 11:51

Page 19: JM-Just Move - n.2 Aprile 2014

Via F. Sebastiani 8 Rietitel. 0746259300

www.angelucciautorieti.it

DA OGGI CONCESSIONARIA UFFICIALE RENAULT E DACIA

VENDITA, ASSISTENZA E RICAMBI PER RIETI E PROVINCIA.

Just Move Aprile.indd 19 11/04/14 11:51

Page 20: JM-Just Move - n.2 Aprile 2014

Just Move Aprile.indd 20 11/04/14 11:51