Jaci giugno2014

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OMAGGIO per i soci e simpatizzanti Anno XIII - N. 2 15 GIUGNO 2014 RELAZIONE MOBILIA DEL 24 MAGGIO La religione della Patria nell’opera foscoliana RIVISTA TRIMESTRALE di ATTUALITA’ e CULTURA (continua a pag. 9) Il 24 maggio, giornata della pre- miazione dei nuovi ragionieri 2013- 2014, è stato allie- tato da canti e suo- ni di allievi del- l’Istituto. La Presi- dente del nostro Club ha esposto al folto uditorio pre- sente la relazione che qui integral- mente pubblichia- mo. Il ricorrere, quest’anno, del 210° anniversario dell’editto napoleonico di Saint-Cloud, mi ha suggeri- to l’idea di scegliere il Foscolo come oggetto del mio intervento di oggi – L’editto di Saint-Cloud, promulgato in Francia il 12 giugno 1804 ed esteso al Regno Italico il 5 settem- bre 1806, prescriveva che, per motivi igienici, i cimi- teri dovessero essere posti al di fuori delle mura citta- dine, per cui anche l’abitudine di seppellire i morti di un certo riguardo nelle chiese dovesse essere dimessa. Era una legge che, come ben dice il Foscolo, “il nome ai morti contende”. Ora, l’atteggiamento del Foscolo nei riguardi di Napoleone, dopo un primo momento di simpatia e di ammirazione che l’aveva spinto a scrivere l’ode “A Bonaparte liberatore”, era cambiato completamente quando, con il trattato di Campoformio dell’ottobre 1797, l’imperatore aveva ceduto all’Austria, in cam- bio del Belgio e della Lombardia, il territorio di Vene- zia, causando, così, la caduta della gloriosa Repubbli- ca. In seguito a questo trattato, nel quale il Foscolo vedeva un tradimento ai danni di Venezia, sua patria CARABINIERI: ORGOGLO E VANTO D’ITALIA NEL MONDO IL BICENTENARIO DELL’ARMA A Torino, nel 1814, nasceva il Corpo dei Reali Ca- rabinieri: tutti gli enti statali assumevano la denominazio- ne di “Regio”: Esercito, Marina, Aeronautica, Scuole, Convitti, Intendenza di Finanza. ecc. L’attributo “Reale”, però, rendeva più chiaro il con- cetto: un pugno di soldati perso- nali del Re, di fedelissimi gio- vani, integri nel corpo e nell’ani- ma, assoluta- mente esclusi coloro che avessero ascendenti bacati: pregiudicati, pro- stitute, ecc. Appena 800 persone, per 113 stazioni distribuite su tutto il territorio nazionale. Oggi i CC sono presenti in 8.091 Comuni con 4604 Stazioni e 55 Tenenze: si può di- re che non vi è cocuzzolo di montagna o isola sperduta o quasi disabitata che non abbia presenti questi meravi- gliosi militari (non hanno voluto rinunciare alle stellette, a differenza della Polizia) che assicurano una vita civile e degna di essere vissuta. Nel dopoguerra l’Arma ha avuto il privilegio di es- sere utilizzata in servizi di grande responsabilità e profes- sionalità: sono nati i NAS (Nuclei Antisofisticazione), i RIS (Reparto investigazioni scientifiche), i ROS (Rag- gruppamenti operativi speciali) i TPC (Tutela Patrimonio culturale), i NIL (Tutela del Lavoro ) i NOE (Politiche agri- cole ed alimentari) . Ma i Carabinieri li hanno voluti anche all’estero, per- ché la loro fama è giunta in tutti i continenti: nei Balcani, in Afghanistan, in Iraq: non solo per rafforzare le polizie locali, ma anche per istruirle sulle nuove tecnologie mo- derne contro i delitti, le sommosse, la barbarie. Ovunque si sono fatti apprezzare per la loro amabi- lità, socievolezza, civiltà infinite. Ed ivi hanno lasciato an- che la vita. Grazie, ragazzi per quanto avete fatto e farete per noi ovunque voi siate, seguendo i motti “usi solo obbe- dir e tacendo morir” e “nei secoli Fedele”. Guido De Domenico Myla Pasqualucci Mobilia

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Notiziario Amici Dello Jaci, Messina. Pubblicazione di Giugno 2014

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Page 1: Jaci giugno2014

OMAGGIOper i soci

esimpatizzanti

Anno XIII - N. 2 15 GIUGNO 2014

RELAZIONE MOBILIA DEL 24 MAGGIO

La religione dellaPatria nell’opera

foscoliana

RIVISTA TRIMESTRALE di ATTUALITA’ e CULTURA

(continua a pag. 9)

Il 24 maggio,giornata della pre-miazione dei nuoviragionieri 2013-2014, è stato allie-tato da canti e suo-ni di allievi del-l’Istituto. La Presi-dente del nostroClub ha esposto alfolto uditorio pre-sente la relazioneche qui integral-mente pubblichia-mo.

Il ricorrere, quest’anno, del 210° anniversariodell’editto napoleonico di Saint-Cloud, mi ha suggeri-to l’idea di scegliere il Foscolo come oggetto del miointervento di oggi –

L’editto di Saint-Cloud, promulgato in Francia il12 giugno 1804 ed esteso al Regno Italico il 5 settem-bre 1806, prescriveva che, per motivi igienici, i cimi-teri dovessero essere posti al di fuori delle mura citta-dine, per cui anche l’abitudine di seppellire i morti diun certo riguardo nelle chiese dovesse essere dimessa.Era una legge che, come ben dice il Foscolo, “il nomeai morti contende”.

Ora, l’atteggiamento del Foscolo nei riguardi diNapoleone, dopo un primo momento di simpatia e diammirazione che l’aveva spinto a scrivere l’ode “ABonaparte liberatore”, era cambiato completamentequando, con il trattato di Campoformio dell’ottobre1797, l’imperatore aveva ceduto all’Austria, in cam-bio del Belgio e della Lombardia, il territorio di Vene-zia, causando, così, la caduta della gloriosa Repubbli-ca.

In seguito a questo trattato, nel quale il Foscolovedeva un tradimento ai danni di Venezia, sua patria

CARABINIERI: ORGOGLO E VANTOD’ITALIA NEL MONDO

IL BICENTENARIO DELL’ARMA

A Torino, nel 1814, nasceva il Corpo dei Reali Ca-rabinieri: tutti gli enti statali assumevano la denominazio-ne di “Regio”: Esercito, Marina, Aeronautica, Scuole,Convitti, Intendenza di Finanza. ecc. L’attributo “Reale”,però, rendevapiù chiaro il con-cetto: un pugnodi soldati perso-nali del Re, difedelissimi gio-vani, integri nelcorpo e nell’ani-ma, assoluta-mente esclusicoloro che avessero ascendenti bacati: pregiudicati, pro-stitute, ecc.

Appena 800 persone, per 113 stazioni distribuite sututto il territorio nazionale. Oggi i CC sono presenti in8.091 Comuni con 4604 Stazioni e 55 Tenenze: si può di-re che non vi è cocuzzolo di montagna o isola sperdutao quasi disabitata che non abbia presenti questi meravi-gliosi militari (non hanno voluto rinunciare alle stellette, adifferenza della Polizia) che assicurano una vita civile edegna di essere vissuta.

Nel dopoguerra l’Arma ha avuto il privilegio di es-sere utilizzata in servizi di grande responsabilità e profes-sionalità: sono nati i NAS (Nuclei Antisofisticazione), iRIS (Reparto investigazioni scientifiche), i ROS (Rag-gruppamenti operativi speciali) i TPC (Tutela Patrimonioculturale), i NIL (Tutela del Lavoro ) i NOE (Politiche agri-cole ed alimentari) .

Ma i Carabinieri li hanno voluti anche all’estero, per-ché la loro fama è giunta in tutti i continenti: nei Balcani,in Afghanistan, in Iraq: non solo per rafforzare le polizielocali, ma anche per istruirle sulle nuove tecnologie mo-derne contro i delitti, le sommosse, la barbarie.

Ovunque si sono fatti apprezzare per la loro amabi-lità, socievolezza, civiltà infinite. Ed ivi hanno lasciato an-che la vita.

Grazie, ragazzi per quanto avete fatto e farete pernoi ovunque voi siate, seguendo i motti “usi solo obbe-dir e tacendo morir” e “nei secoli Fedele”.

✍ Guido De Domenico✍ Myla Pasqualucci Mobilia

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L’educazione é passata nellastoria attraverso varie rivoluzioni.L´avvento di internet é compara-bile alla nascita del sistema distampa inventato da JohannesGutenberg tra il 1440 e il 1450.

Questo significa che, piúo meno consapevolmente,stiamo vivendo un momentoepico dove la comunicazionee, in senso lato, la trasmissio-ne della informazione che éparte integrante di un proces-so educativo, attraversa unperiodo senza precedenti eche causerá cambi non anco-ra prevedibili.

Cerchiamo peró di im-maginarli questi cambi, fa-cendo una rapida panoramica de-lle tecnologie disponibili.

Oggi si insegna in internetutilizzando varie tecnologie che siriassumono in un unico acronimo:

LMS (Learning ManagementSystem = Sistema per la gestionedell´apprendimento).

Per citare alcune tra le piúfamose Moodle, Blackboard, Saba… ma ne esistono decine.

L´insegnamento in questepiattaforme funziona in modomolto semplice: i professori crea-no delle lezioni (simili a capitoli dilibri), durante la lettura l´appren-dimento e attenzione dell´alunnosono verificati, obbligandolo a ris-pondere a dei quiz (test/esami),anche questi creati dal professoree che sono più o meno automa-tizzati.

Il flusso del corso può subiredelle variazioni in funzione dellerisposte che l´alunno fornisce, equindi il corso va adattandosi allivello di comprensione dell´alun-no, sempre peró secondo i crite-ri dettati dal professore, creatoredel corso.

L´alunno può anche esserevalutato per la sua partecipazione

all´interno della piattaforma LMS,per esempio, si ricevono creditiper il fatto di rispondere frequen-temente a forums o di scrivere unblog (=articolo) o un WIKI (=arti-coli collaborativi), o addirittura

per il fatto di leggere i temi deicompagni ed esprimere un giudi-zio sugli stessi.

Gli alunni, quindi, per au-mentare il proprio voto finale,possono essere obbligati a coin-volgersi attivamente nel corso, fi-no a “correggere” i compiti deicompagni e questo è decisamen-te una grande novità nella meto-dología educativa.

A loro volta tutti gli alunnibenificiano dell´attivitá dei com-pagni, perché per esempio il blogscritto da un altro alunno può ri-sultare utile alla comprensione dideterminate materie.

Il professore, la professores-sa, sono in grado in qualunquemomento di determinare nel mi-nimo dettaglio se l´alunno entracon regolarità nella piattaforma, esvolge le azioni giá dette, quantevolte, con che velocitá ecc…

Le piattaforme LMS hannoavuto un grande boom negli ulti-mi 10 anni e ancor di piú da quan-do la crisi económica ha obbligatoa ridurre i costi e i viaggi.

Esistono grandi universitáche offrono corsi, master e laureea tutti i livelli, utilizzando anche

questa tecnologia (qualche voltain blended mode, che significa chenon tutto il corso di studi é effet-tuato on line). Sono un esempio lafamosa Open University in Inghil-terra, con oltre 200000 alunni is-

critti (come termine di com-parazione, gli iscritti dell´uni-versitá di Padova nel 2012/13erano di 58000).

In Spagna, tra le altre,esiste la potente UNED, e inItalia la famosa Marconi.

Sulla scia dello sviluppotecnologico che ha portatoal potenziamento del WEB(= reti piú veloci e efficienti),negli ultimi due anni é natala tendenza dei MOOC.I MOOC (dall´inglese Massi-

ve Open Online Courses = Corsimassivi on line aperti a tutti), so-no corsi quasi sempre gratuiti sudeterminati argomenti che orga-nizzazioni indipendenti mettono adisposizione della utenza mondia-le. Per dare una idea: la agenziaALISON ha corsi che possono rag-giungere il milione di accessi almese.

E’ interesante osservare cheprestigiose universitá come, peresempio, il MIT o la Stanford Uni-versity, appoggiano attivamentequesti progetti e sono addiritturacreatrici di alcuni di questi MOOC.

Viene da domandarsi: per-ché queste strutture ¨regalano¨ laeducazione invece di venderla?

Questo non è ancora chiaroed esistono varie opinioni in meri-to; sappiamo, però, che oggi unatécnica di vendita particolarmen-te in voga è quella di regalarequalcosa per far “affezionare” ilcliente che poi tornerà e sarà an-che disposto a pagare.

Credo sia importante anchecitare il gamification, una meto-dología dove l´insegnamento av-

2 Notiziario Amici dello Jaci

Introduzione ai sistemi di insegnamento via internet✍ Umberto De Domenico

(Ing. Informat. spec. tecnol. comunicaz.)

Era Elettronica

(continua a pagina 9)

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3Notiziario Amici dello Jaci

Fammi uguale, Signore, a quelle foglieMoribonde che vedo oggi nel sole

Tremar dell’olmo sul più alto ramo.Tremano, sì, ma non di pena: è tanto limpido il sole, e dolce il distaccarsi

dal ramo per congiungersi alla terra.S’accendono alla luce ultima, cuori

pronti all’offerta; e l’agonia, per esse,ha la clemenza d’una mite aurora.

Fa ch’io mi stacchi dal più alto ramodi mia vita, così, senza lamento,penetrata di Te come del sole.

Ada Negri

Ho imparato col tempo

ad annusare un filo d’erba e amarlo

a cadenzare il mio passo

sulla scia dei pensieri del mondo

Ho imparato col tempo

che il coraggio non è scalare la montagna

ma un volto emaciato in una corsia d’ospedale

che dice: non mollo

Ho imparato col tempo che

qualunque sia il colore della tua pelle

o il Dio che preghi, tu sei uno di noi

che al mercato non ci sono più schiavi

che una donna violata

è solo la lenta agonia di un maschio malato

Ho imparato col tempo che la barbarie dell’uomo

ha come ostaggio il nulla, il non senso

perché la terra non è mia né tua

che la strage di chi voleva la pace

a Nassiriya o altrove

non ha reciso i sogni e gli ideali

di chi vive con Amore oltre ogni confine.

Alla fine ho imparato a camminare sotto ogni cielo

allietando le mie emozioni ferite

con una vecchia canzone afgana:

“Io sono una donna e riesco a sentire la musica

al di là delle montagne.

Rosanna Affronte (2° classificata al Premio Colapesce 2012)

L’angolo della poesiaPensiero d’autunno L’AMORE OLTRE

OGNI CONFINE

Oggi il tempo è di pioggia. Sembra il giorno una sera,

sembra la primavera un autunno, ed un gran vento devasta l’arboscello, che sia, e non pare, saldo; par tra le piante un giovanotto, alto troppo per la sua troppo verde età.

Tu lo guardi: hai pietà Forse di tutti quei candidi fiori

che la bora gli toglie e sono frutta, sono dolci conserve

per l’inverno i suoi fiori, che tra l’erbe cadono; e se ne duole la tua vasta

maternità.

Umberto Saba

L’ARBOSCELLO

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In una sera di maggio del1814, esattamente il 4, get-ta l'ancora nella baia di Por-toferraio una fregata britan-nica. Da bordo Napoleoneosserva il suo nuovo feudo.Con il Trattato di Fontaine-bleau, che ha sancito la suaabdicazione al trono diFrancia, gli Inglesi gli hannoproposto diversi luoghi diesilio: Napoleone ha sceltol'Elba, il cui ferro ha forgiatole armi dei Romani ed il cui gra-nito sostiene il Pantheon di Ro-ma.Ed eccolo a poche miglia dalsuo punto di partenza :dall'altodell'isola potrà osservare le co-ste della "sua "Corsica.Per qualche mese, la sua pre-senza farà dell'Elba un imperodi 224 Km. Portoferraio è,oggi,un porto turistico, pieno di im-barcazioni da diporto e si po-trebbe credere di essere in unqualsiasi porto se le vetrine nonfossero piene di busti, piatti,ninnoli con l'effigie di Napoleo-ne che sembra non essere maipartito dall'isola.L'imperatore (gli è stato con-cesso dì conservare il suo tito-lo) si sistema nella villa dei Mu-lini, una casa borghese un po'spoglia se paragonata ai ca-stelli francesi, anche se l'orga-nizzazione interna riproduceSt. Cloud, Compiègne, Fontai-nebleau . Nostalgico dei campidi battaglia, l'imperatore dormi-rà in un letto da campo (oraesposto nella sua camera ) o inuna tenda piantata nel giardino. La stanza più emozionante re-sta la sua biblioteca: Rousse-au, Sant'Agostino, Cervantes.Ha grandi progetti, viaggia nel-la sua isola, anche se WalterScott lo paragona a "un uccelloin gabbia". In redingote, da si-

gnore accessibile, stringe lemani dei contadini, dorme a ca-sa di gente semplice. In qual-che mese ha segnato la memo-ria delle famiglie, delle strade,dei paesaggi. Anche la bandie-ra con le tre api, che vediamosventolare sul torrione, è statadisegnata da lui . La sorgente"Napoleone "ci ricorda che lui l'-ha resa pubblica; ed ancora hacostruito strade, piantato alberie nuovi vitigni, riaperte le minie-re di ferro dell'isola Qualcunodice: "ha fatto più lui in meno diun anno, di tutti quelli che l'ave-vano preceduto”. Ma questigrandi lavori sono destinati agliisolani oppure ad ingannare isuoi carcerieri?Leggendo il memoriale di San-t'Elena, ci accorgiamo che l'im-peratore ha amato l'Elba Tuttinoi potremmo accontentarci diun tale esilio: calette, scogliereassolate, mare cristallino, delfi-ni danzanti. Ma, come dice Je-an Giono "noi non siamo stativincitori ad Austerlitz". L'Elba ri-sponde bene ai nostri sogni diMediterraneo, ma quelli di Na-poleone sono altri. Nella suaresidenza estiva di San Marti-no, un affresco con sfingi e pi-ramidi gli ricorda le conquistepassate.Aspetta invano suo figlio prigio-niero a Vienna; Maria Luisa èlontana, Maria Walewska pas-

serà nell'isola solo tre gior-ni... Allora, il 26 febbraio1815, dà una grande festa.E quando Portoferraio sisveglia, l'Aquila è già vola-ta verso i Cento giorni.Ma la fuga dell' "effimero"imperatore dell'Elba nonlo ha allontanato dal cuoredegli abitanti . Al contrario,gli isolani non fanno altroche alimentare il suo culto.Nel 1851, ii principe russo

Anatoli Demidov, che ha spo-sato la nipote Matilde, fa co-struire, sotto la villa di San Mar-tino, una galleria a colonne, or-nata da aquile, dove campeg-gia la celebre "N". Il principe of-frirà all'isola anche una replicadella sua tomba, il calco dellasua mano e quello della suamaschera mortuaria. Col pas-sare degli anni, l'isola tenta direndersi più napoleonica diquanto non lo fosse stata sottol'imperatore. Ogni anno, unaMessa è celebrata in sua me-moria e nostalgici ammiratori siriuniscono intorno alla tombavuota. La figura di Paolina haalimentato lo sviluppo turisticodell'isola. Si racconta che si ba-gnasse, nuda, nell'acqua di unaspiaggia che porta ancora ilsuo nome; come l'ombra di Na-poleone che plana sul teatro ri-cavato dalla navata di una chie-sa. Come si spiega che gli iso-lani non gli abbiano mai rimpro-verato il suo abbandono? Lostorico Battiglioni ricorda che,sotto il suo regno, l'Elba fu,perla prima volta, indipendente,unita e libera. Ed è con la ban-diera elbana che egli entra nelGolfo di Juan: visto da qui sem-bra che l'Elba abbia invaso laFrancia. Un battello si allonta-na: chiudendo gli occhi si intra-vede quasi Waterloo.

4 Notiziario Amici dello Jaci

✍ Grazia Arena

Napoleone all’Isola d’Elba

Page 5: Jaci giugno2014

5Notiziario Amici dello Jaci

Per i giovani in particolare, a cui ho prestatosempre, nell’arco della mia vita vissuta,la massimaattenzione, perché essi sono il nostro futuro, pergli adulti e per quanti, come me, sono anziani, de-sidero lasciare questo messaggio:

Se noi, per primi, imparassimo cosa significa“essere cittadini italiani”;

Se noi, per primi, iniziassimo ad avere rispet-to per ciò che abbiamo intorno e, con senso civi-co, tornassimo ad intervenire quando qualcunoimbratta, sporca, dIstrugge muri, palazzi, fontane,monumenti sotto gli occhi indifferenti anche di chiè preposto alla loro tutela.

Se noi, per primi, cominciassimo a sentire che“tutto è cosa nostra” perché riguarda la nostra vi-ta e la sua qualità;

Se noi, per primi, decidessimo di diventareadulti e come tali responsabil delle nostre scelte edei nostri comportamenti;

Se ancora noi rifiutassimo di considerarci per-sone speciali a cui spettano, quasi di diritto, dero-ghe, favori di amici potenti, ma giudicassimo talicomportamento dannosi al vivere civile e contrarialla giustizia sociale;

E se poi noi, per primi, fossimo così forti danon farci condizionare da altri perché sappiamobene ciò che è bene e ciò che è giusto;

Se noi, per primi, spendessimo con generosi-tà il nostro tempo, dedicandoci a crescere insiemea chi ci sta intorno, dando quanto di bello e buonopossediamo senza aspettarci nulla in cambio;

Se noi, per primi, fossimo così presi e inna-morati della vita e del mondo, tanto da poter an-che dire che “il paradiso può attendere”;

Se anche chi è ormai in pensione non pensas-se egoisticamente “adesso tocca agli altri, io hogià dato” e di conseguenza anche per se stessocon forza, dedizione, altruismo e generosità, cer-cando di smentire l’opinione comune, e semprepiù diffusa, che nulla può cambiare, perché “cosìva il mondo”;

Se noi, per primi, sapremo, dunque, trovare ilcoraggio di fare un passo avanti e dire “eccomi, ioci sto”

ALLORA QUESTA BELLA ITALIA NON SAREBBESOLO UN RICORDO DA LIBRI DI STORIA O UNASEMPLICE ESPRESSIONE GEOGRAFICA, MA IL PAE-SE DOVE AUGUREREMMO DI VIVERE A OGNI PER-SONA CHE AMIAMO.

La drastica potatura delle piante, qualcheanno fa, ha messo in evidenza la bellezza dellelinee architettoniche dei quattro palazzi che de-limitano piazza Antonello, una delle più belle diMessina. Aver potuto ammirare da ogni parte,senza interferenze, la Galleria Vittorio Emanue-le III, un lato di Palazzo Zanca, l’ampio porticodalle linee classiche, il bell’apparato decorativoe i pregevoli bassorilievi dell’ex Palazzo dellePoste, l’elegante portico arricchito di colonne ele belle finestre del Palazzo della Provincia, èstata una meravigliosa sensazione.

Purtroppo, il successivo sviluppo della ve-getazione, peraltro non più armoniosa per lacrescita disordinata delle nuove ramificazioni,ha riproposto lo stesso problema. Si deduce, al-lora, che in una piazza stupenda come questa,bisognerebbe rinunciare agli alberi e affidare lafunzione estetica del verde a masse di arbusti asviluppo modesto dalla lunga fioritura. Ciò, an-che, nella considerazione che non essendoci, alcentro, alcuna zona di sosta, viene meno l’esi-genza dell’ombra degli alberi,

Valutazioni diverse, invece, vanno fatte inaltri contesti: piazze molto grandi, dove è pos-sibile sostare o passeggiare, impongono la pre-senza di alberi che per le loro forme, dimensio-ni, colorazioni, le caratterizzano e ne determi-nano il gradimento.

Da ciò l’importanza di una corretta proget-tazione del verde che deve tener conto di mol-teplici fattori per assecondare sia le esigenzedelle persone sia il normale e razionale svilup-po delle piante senza la necessità, in seguito, dicomprometterne la bellezza e la sanità con irra-zionali e pericolose capitozzature.

MeditazioniGiovani di oggi e di ieri

✍ Gino Freni

Piazza Antonello✍ Giovanni De Francesco

(Agronomo)

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6 Notiziario Amici dello Jaci

Argomento non facile da sintetiz-zare nei concetti essenziali, maimportante per sensibilizzare suuna tematica di cui si dice tanto,si usa spesso un linguaggio nonfacile a capirsi, si crea allarmismifuorvianti. Quanto scrivo non hala qualità e i conte-nuti della relazionescientifica e profes-sionale, serve solocome orientamentodi massima, quasiuna linea guida.Donatella Lippi di-ce che per mangiaremeglio dobbiamosaperne di più cir-ca le cause concre-te e le conseguenzedelle nostre diver-se e mutevoli abi-tudini alimentari. La FEDERSPeV(Federazione Na-zionale Pensionati evedove/i) di Messina e i Conve-gni di Cultura Maria Cristina diSavoia, ne hanno fatto motivo diuna riunione il 5 febbraio 2013presso la sede dell’Ordine deiMedici e il tema è servito a lan-ciare messaggi per una sana ali-mentazione in un sano sistema divita. Età e Alimentazione sono dueparole che racchiudono due argo-menti assai lontani l’uno dall’al-tro.L’età per le sue esigenze nutri-zionali diverse in ragione dellediverse necessità corporali enelle diverse fasi della vita;l’alimentazione per la varietà deicibi, per le facili tentazioni cui siè sottoposti, per i diversi compor-tamenti individuali, che spessoportano ad abusare, a fare un’ali-mentazione non confacente alle

necessità del singolo.Dante, nel Convivio 4,24 dividel’età in quattro fasi: Dico che laumana vita si parte per quattroetadi. La prima si chiama Ado-lescenzia, cioè “accrescimentodi vita”; la seconda si chiama

Gioventute, cioè “etate chepuote giovare”, cioè perfezionedare, e così s’intende perfetta -ché nullo puote dare se nonquello ch’elli ha -; la terza sichiama Senettute; la quarta sichiama Senio.Il concetto, definito in manieragenerica, bello sotto l’aspetto let-terale, riporta alle fasi dello svi-luppo umano che, partendo dallanascita, incontrano la crescita, lamaturità e la decadenza differen-ziate meglio in: neonato: dallanascita alla quarta settimana divita, bambino: da 1 mese fino al-l’inizio della pubertà, adolescen-te, (dalla pubertà, in genere finoai 16-18 anni), giovane, (sino alcompletamento dello sviluppo fi-sico, circa 18-20 anni per le fem-mine, 20-22 anni per i maschi),adulto, (dalla giovinezza sino al-

l’età socialmente stabilita perl’entrata in pensione), anziano,(dai 60-70 anni in poi), vecchiofino alla chiusura del ciclo dellavita.La crescita non è lineare e unifor-me: rapida nel lattante, più lenta

nella prima infanzia, tor-na ad essere nuovamentealta nella fase puberale econtinua fino al comple-to sviluppo somatico chesi conclude di solito en-tro i 20-22 anni. Alla finedella crescita segue unplateau o Tracking,espressione di una fase difermo o di mantenimentocorrispondente alla faseadulta. Infine il declinoche, sul piano biologico,significa prevalenza deifatti catabolici-degenera-tivi su quelli anabolico-ricostruttivi.Incidono le variazioni in-

dividuali: intrinseche, genetico-comportamentali, e estrinsechelegate ai comportamenti alimen-tari, allo stile di vita, al dispendioenergetico.L’alimentazione si poggia sul-l’alimento che, secondo l’artico-lo 2 del regolamento (CE) n.178/2002 è il prodotto alimenta-re, o derrata alimentare cioèqualsiasi sostanza o prodotto tra-sformato, parzialmente trasfor-mato o non trasformato, destina-to ad essere ingerito, o di cui siprevede ragionevolmente chepossa essere ingerito, da esseriumani. Sono comprese le bevan-de, le gomme da masticare equalsiasi sostanza, compresal’acqua, intenzionalmente incor-porata negli alimenti nel corsodella loro produzione, prepara-zione o trattamento…..

Età e alimentazione✍ Antonio Arcoraci (Medico)

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7Notiziario Amici dello Jaci

Ancora sulla terzadelle ‘sette piaghe’ diMessina: “ Ma che bella,ma che bella ’a città …”… senza Antonello!

E’ bella, sì; da fare in-vidia e concorrenza a Rio,alla Costa Smeralda… a chivolete; ma non ha il suo An-tonello, né il suo Aga Khan.

Basta salire verso Ca-stanea, meglio ancora aDinnammare, e guardare ingiù per - dirò col poeta - “il-luminarsi d’immenso”; È im-menso è...

Se solo anche noi avessimoavuto il nostro Aga khan, pure autoc-tono, … e qui non manca chi ha delsuo!

Non ci avrebbe battuti in con-correnza né la Costa Smeralda, néRio, né le Maldive, né Machu Pic-chu, né ...!

Una teleferica tra i Colli e il ma-re, sullo specchio d’acque (i DueMari) prospiciente Villa e Reggio, epotremmo raccogliere ‘palate’ di turi-smo, ma non lo vogliano; non abbia-mo voglia di farlo!

Intendo ancora dire, in più cheper il paesaggio, che Mille Figurenobili – di quelle conosciute – haavuto questa Città: da Dicearco edEvemero in giù nel tempo ad arriva-re fino a noi; ma quella egualmentegrande, e comunque più viva nel vis-suto storico della città è la figura diAntonello.

Qualsiasi altra città ne avrebbefatto l’emblema: Catania lo ha fattocon il suo Bellini e col ‘Liotru’, Milanocon la sua ‘Madonnina’, Roma con ilsuo ‘Colosseo’ … e via dicendo pernon diventar noioso.

Noi avremmo dovuto porre An-tonello su un piedistallo, che fosseun piedistallo importante e cen-trale, e non quel ‘monumentello’,che sa di rimediato, sul quale è sta-to collocato Martino; qualcosa di piùdel monumento … di altri tempi, per-ciò ben realizzato… del monumento

a don Giovanni d’Austria (o come lohanno ribattezzato certi ‘candidi’messinesi san! Giovanni d’Austria).

In piazza Cairoli avrebbe do-vuto ‘svettare’ un Antonello da Mes-sina, non inferiore nelle proporzioni,ma tosto più imponente ancora, al-l’imponente monumento che Cata-nia ha dedicato a Vincenzo Bellini inpiazza Stesicoro!

Tutto quello che ci troviamo inpiazza Cairoli, il salotto buono dellacittà! è quella struttura ferrea squa-drata, che se voleva ricordare… ma-lamente!… l’entrata di Carlo V, co-munque avrebbe dovuto (e benavrebbe fatto) spiegarlo e rappre-sentarlo degnamente, e che - nonavendo, fortunatamente, ospitatosostenendolo su di sé il malposto/mal pensato (con quale logicaartistica e/o culturale?) ristoranteabortito - andrebbe immediatamenteabbattuta.

Un ristorante ‘in’ avrebbe potu-to ben trovare sede in piazza rie-cheggiando il grande ‘Irrera’ dei tem-pi andati.

Così com’è la struttura ferreasembra essere stata rubata ad unmarciapiede di una qualsiasi stazio-ne termini di periferia.

Poi, ci troviamo una piazzaCairoli e la sua propaggine, bigliettoda visita della città, ‘desertificati’ inuna isola pedonale praticamentenon frequentata, quando, se dotatadella giusta monumentalità, avreb-

bero offerto ai visitatoriforestieri una attrazioneturistica di prim’ordine,imponente se avesseropotuto percorrerli in au-to sul suo perimetroquadrato (la piazza) esul suo sviluppo in proie-zione: il prosieguo di unViale maestoso, com’è,(San Martino), purché iVigili Urbani cittadini e laMunicipalità, feroce-mente avessero impe-dito con multe da ca-pogiro di ostruirli agli

automezzi; laddove l’isola pedonale- più razionalmente pensata, ancheper non influire negativamente suimagri commerci cittadini – si sareb-be più accortamente realizzata alDuomo, tra l’attrazione dell’Orolo-gio e la valorizzazione della Galle-ria: (una risorsa buttata alle ortiche),richiamandovi passeggio, negozibuoni di lusso, manifestazioni cultu-rali: vita in una parola!

Vi si sarebbero potuto dareconvegno Messinesi e Turisti: cherabbia, tutte le volte che mi trovo aMilano, vedere quella splendidaGalleria V.E. II - degna degliChamps-Élysées, quanto a coinvol-gimento emotivo - e paragonarla al-la nostra Galleria, ricca di pipì di ca-ni e gatti e più atta ad ospitare ‘can-ne’ e convegni di discutibile motiva-zione!

Riferendola alla nostra bellaMessina, ho fatto ricorso alla notacanzone che esalta le bellezze diNapoli, in quanto mi dà una doppiapossibilità di lettura: la lettura in po-sitivo, quella che è cara a noi Messi-nesi per l’affetto che portiamo allaCittà ed alla sua identità, e quella innegativo, ovvero quella con la quale‘con amaro sarcasmo’ ci ‘lecchiamoil sale’ delle nostre ferite.

Sono ferite che discendono dalpiù remoto passato e ferite che ciostiniamo a non volere cicatrizzare,e potremmo ben suturarle e appia-narle! Meditiamo, gente! Meditiamo.

Ma che bella Città✍ Claudio Sergio Stazzone

Le 7 piaghe di Messina

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8 Notiziario Amici dello Jaci

C o n t i n u a z i o n iLa religione della patria (da pag. 1)

(il Foscolo era nato a Zante, nelleisole ioniche allora veneziane, dapadre veneziano e da madre greca)era iniziato, nell’animo del poeta,un odio feroce verso Napoleone,odio che avrebbe creato il “fil rou-ge” che unisce, tra di loro, le sueopere romantiche, tutte improntateal sentimento della Patria. La pre-cisazione “opere romantiche” ènecessaria perché il Foscolo, vis-suto nel periodo di transizione fraNeoclassicismo e Romanticismo,ha una personalità oscillante fra ledue tendenze ed ha, quindi, anche,una nutrita produzione di opereclassicheggianti. Potremmo direche la sua è una preparazione clas-sica che, però, si veste di romanti-cismo quando egli tratta gli argo-menti a lui più cari e congeniali: lalibertà, la Patria, gli eroi che perquesta Patria si battono.

La produzione romantica fo-scoliana inizia con l’ “Ortis”, unromanzo epistolare autobiografico,pubblicato nel 1802, nel qualeegli parla di sé stesso configura-to,appunto, come Jacopo Ortis ( iltitolo completo dell’opera è “Leultime lettere di Jacopo Ortis”),perseguitato, come patriota italia-no, dal Governo austriaco e co-stretto, quindi, a fuggire da Vene-zia per non essere arrestato.

Il romanzo, che è il ritrattodel Foscolo uomo, ha un finaledrammatico: il protagonista, infat-ti, si uccide. E’ chiaro che il moti-vo patriottico non è il solo chegiustifichi tale gesto. Ad esso siunisce, infatti, un motivo senti-mentale che pone, alla base delsuicidio del protagonista, ancheun amore sfortunato; e questo adimitazione del romanzo tedesco,allora molto in voga, “I dolori delgiovane Werther” di Goethe. Ma ilmotivo patriottico rimane quellopreponderante, per cui ben si puòdire che l’ “Ortis” sia la primaesplosione del patriottismo ro-

mantico dell’autore.Si può, ugualmente,ritrovare

questo forte sentimento della Pa-tria, una religione, appunto, nei“Sonetti”, anch’essi di tono auto-biografico,che mettono in eviden-za l’animo irrequieto del poeta enei quali si uniscono un forte ri-chiamo al patriottismo, quale noiritroviamo nell’opera dantesca, eduna malinconia di origine petrar-chesca. Uno di questi sonetti, unodei più famosi, è quello che il poe-ta dedica a Zante, la sua isola lon-tana, che egli ha il presentimentodi non più rivedere. L’ultimo ver-so di questo sonetto, quello nelquale egli parla di “illacrimata se-poltura”, introduce, decisamente,il tema dei “Sepolcri”.

Il carme dei “Sepolcri”, conil quale il poeta risponde all’edittonapoleonico del 1804, segna il mo-mento culminante dell’esperienzaromantica foscoliana. I “Sepolcri”,che ben s’inseriscono nella poesiasepolcrale dell’epoca, preludonoal Romanticismo imminente ediniziano la vera poesia del Risorgi-mento. Essi rappresentano il verti-ce della poesia foscoliana, verticeal quale si giunge attraverso tuttele opere romantiche del poeta checoncorrono, quindi, alla prepara-zione del carme che, in un certosenso, le riassume tutte.

“Deorum Manium jura san-cta sunto”: “I diritti degli Dei Ma-ni siano santi”.

Da questo precetto, espressonelle celebri Dodici tavole,parte lareligione delle tombe che “vinco-no di mille secoli il silenzio” e cuisi accompagna la religione dellaPatria e degli Eroi, di coloro, cioè,che, con le loro gesta, hanno resogrande la Patria.

Celeberrimo è il pezzo dedi-cato alle tombe di Santacroce.

In una sovrapposizione diimmagini, rese in modo estrema-mente personale e suggestivo, il

carme dei “Sepolcri” ci pone di-nanzi l’epopea dell’uomo, di tuttigli uomini, iniziando da un eventoineluttabile che tocca chiunque: lamorte. Davanti ad essa siamo tuttiuguali, senza illusioni e senza do-mani.

Però, una cosa rimane di noisulla terra; ed è l’immortalità del-le azioni che qualsiasi creaturaumana è in grado di produrre; ri-mane, cioè, nella fermezza eternadel sepolcro, l’esempio perenne dicoloro che hanno speso la vita peruna giusta causa di elevazionemorale e materiale dell’uomo, sia-no costoro illustri o sconosciuti,nobili o plebei, credenti o atei.Con la morte, quindi, l’uomo ri-scatta se stesso, lasciando l’esem-pio del proprio operato.

E Cristo non è, forse, venutoa morire per insegnarci questo?Non ci ha lasciato, soprattutto,questo esempio della vittoria sullamorte per mezzo di azioni degne?Anche se non sicuramente cattoli-co, certamente non praticante, ilpoeta ha cercato Dio, ne ha colto ilcomando, rivolto alle umane crea-ture, di operare nel bene, di agirein modo tale da potere essere ad-ditati ai posteri. La sola ragione divita sta, dunque, nella rettitudine,nell’accettare la sofferenza e nelsuperarla con il sacrificio di cuianime nobili come il Mazzini ri-conoscono il grande valore educa-tivo.

Ecco, quindi, la religionedelle tombe, che si configura nellareligione della Patria, perché “aigenerosi giusta di glorie dispen-siera è morte”. Sono questi i versi,tratti dai “Sepolcri”, che Garibal-di, in visita alla tomba del poetanel cimitero inglese di Chiswick,fece scrivere sulla corona di fiorida lui deposta sul simulacro.

Un solenne riconoscimentoad un eroe del pensiero da parte diun eroe dell’azione.

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9Notiziario Amici dello Jaci

C o n t i n u a z i o n i

La première communion

di Cec i l ia BourIl 22 marzo, nella chiesa diNotre Dame d’Auteil in Pari-gi, la piccola Cecilia Bour, ni-pote della nostra socia FrancaPiccione, nonché figlia di LillyBarbaro (ex allieva dello Jaci)ha fatto incontro con GesùEucaristia. Ci rallegriamo conla piccola Cecilia e le espri-miamo sentiti auguri con tut-ta la famiglia.

Notiziario degli Amici dello JaciVia Università, 2 - Tel 090.712332 MessinaSpedizione Abbonamento Postale L. 662/96

google associazioneculturaleamicidellojaci.blog.spot.comguido.dedomenico@gmail.comTrimestrale di attualità e cultura

Registro stampa Trib. Messina n. 3/02

Direttore Responsabile: Guido De Domenico

Comitato di Redazione: Grazia Arena, Elvira Buonfantino, Olga Laguidara, Lil lo Morabito, Myla Pasqualucci, Nicolet ta Venuti

Impaginazione e S tampa: Grafo Editor sr l - Via Croce Rossa, 14/16 MessinaTel. 090.2931094 - [email protected] - www.grafoeditor.it

Introduzione ai sistemi.... (da pag. 2)

viene utilizzando videogiochi: sisfrutta, cioè, il fascino del video-gioco per educare e informare (vi-deo giochi ambientati in epochestoriche o mondi biologici di cui ènecesario sapere tutti i dettagliper poter giocare).

Tutto questo con tecnologie3D che possono coinvolgerel´alunno fino a credere di viveresulla propria pelle gli eventi di Sa-rajevo o giocare il ruolo di unamolecola che interagisce in un or-ganismo vivente.

Se la lettrice, il lettore ha dif-ficoltá a capire di cosa parlo, con-siglio la visione del primo film diuna famosa triologia, che mostrauna applicazione di questa meto-dología: si chiama MATRIX, realiz-zato nel 1999.

Un ultimo esempio che di-mostra la potenza dell´e-learningviene dalla Khan Academy.

La Khan Academy utilizza unsemplice meccanismo: i video.L´alunno “vede” una lezione, conimmagini, disegni, mappe ecc. Écome avere un professore chespiega una lezione con una Lavag-na, però attenzione: se ti distraiun momento o non hai capito,puoi schiacciare “stop” e tornareindietro e riascoltare il professo-re, tante volte fino a quando avraicapito il concetto e puoi conti-nuare….

Questa è una delle forze diInternet: non è l´alunno che deveseguire il professore e la classeintera, adattandosi alle scadenzedel programa scolastico. Al con-trario é il programa e il professo-re che si adattano alle esigenzedell´alunno. Non solo: se il pro-fessore non è abbastanza chiaro,puoi sempre cercare un´altraspiegazione dello stesso concettocon un paio di click. Non devicomprare un nuovo libro, chia-mare un tuo compagno che sa piúdi te o cercare un professore cheti dia lezioni private.

Internet ci mostra perció lapossibilitá di apprendere ed edu-care in un modo nuovo. Ma vorreisottolineare che piú che una pos-sibilità è un obbligo. Oggi la nuo-va generazione si fida di più di In-ternet che dei libri e degli inseg-nanti in pelle e ossa.

Non possiamo sottovalutarequesta realtá ed é necessario ac-cettare il cambio, cercando di uti-lizzare questi nuovi strumenti dicomunicazione per mantenere ivalori della tradizione e guidare “ipiccoli”, dato che altrimenti saràInternet stesso a guidarli versorotte a noi sconosciute.

______________________Per eventuali graditi contat-

ti: [email protected]

MASSIMEE MINIME

• Tutti i vizi di tutte le età e ditutti i paesi del globo riunitiassieme, non uguaglierannomai i peccati che provoca unasola campagna di guerra.(Voltaire)

• Si usa uno specchio di vetroper guardarsi il viso e si usa-no le opere d’arte per guar-dare il proprio animo. (G. B.Shaw)

• Non si desidera mai ardente-mente ciò che si desidera so-lo con la ragione. (F. de LaRochefoucauld)

• Il libro dei libri inizia con unuomo e una donna in Paradi-so e finisce con l’Apocalisse(O. Wilde)

• La Democrazia non corre,ma arriva sicura alla meta(W. Goethe)

• Giornalismo. Un tempo to-glieva uomini alle lettere; og-gi –il che è più grave – ne dà(A. Campanile).

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10 Notiziario Amici dello Jaci

CONRAD ADENAUER 1876-1967)statista tedesco

Interrogato sulladifficile situazioneinternazionale esu quali suggeri-menti potessedare per atte-nuare la tensio-ne esistente fraEst ed Ovest, ri-spose: - Un metodoinfallibile per mettersid’accordo con una tigre èconsentirle di divorarti (Washingtonian, no-vembre 1979)

JEAN BASPTISTE D’ALEMBERT(1717-1783) matematico e filosofo fran-cese

Voltaire scrisse la tragedia Olimpia insei giorni. Mandandola a D’Alembert peraverne un giudizio vi annotò: “questa trage-dia è stata fatta in sei giorni”. D’Alembertgliela rimandò con queste parole: L’autorenon avebbe dovuto riposare il settimo.(Panckoucke)

ALESSANDRO MAGNO (356-323a.C.) , re di Macedonia

Alessandrorimproverava adun pirata le suerapine. Ma questirispose: - Sonopirata perché hosoltanto un va-scello: se neavessi molti sareiun conquistatore(Padovan, Il librodegli aneddoti)

GIULIO ANDREOTTI, (1919-2013)statista italiano

Qual-cuno com-mentavafavorevol-mente lasua dispo-nibilità adaccettarele critichee lo spirito con cui sopportava di essere pre-so in giro. Andreotti rispose che l’ironia ser-ve a non montarsi la testa e a non credersitroppo superiori agli altri: - Infatti- disse – soperfettamente di avere dei limiti, ma mirendo conto di non vivere in un mondo di gi-ganti. Siamo tutti di media statura (Orfei,Andreotti)

Detti e Fatti

Il premio Jaci 2014a insigni messinesi

Il 6 giugno alle 10,30 si è svolta la manifestazio-ne PREMIO JACI 2014 nell’aula magna del nostroistituto.

Il Dirigente scolastico Rosario Abbate, sensibilealle richieste di quanti hanno studiato, insegnato,lavorato comunque presso lo Jaci, ha voluto ricor-dare i grandi allievi dello Jaci ed anche personaggiillustri che sono stati vicini all’Istituto con la lorocollaborazione culturale o artistica.

Dopo il saluto del Preside, il dott. Sergio Palum-bo, figliolo del nostro compianto prof. Vincenzo hasvolto la relazione sul tema: “Quasimodo, un nobelall’Istituto Jaci”, presentando anche immagini inDVD con il pensiero di illustri intellettuali.

Sono stati premiati con una targa ricordo ilprof. VINCENZO PALUMBO alla memoria; la prof.ANNA BOTTARI, il prof. GINO FRENI (decani dellascuola), lo scrittore STEFANO D’ARRIGO alla me-moria; la poetessa MARIA COSTA, il prof. ANTONI-NO MICALI, già Preside della scuola.

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11Notiziario Amici dello Jaci

Collaborate!La collaborazione è aperta a tutti i socisu qualunque argomento, esclusa la po-litica; ma è bene ricordare che le lettereo gli articoli non devono superare unapagina commerciale e 1/2 su interlineasingola. La pubblicazione delle poesie èsoggetta a selezione di esperti. Nonvengono pubblicati giochi di enigmistica,parole crociate, barzellette, etc.

Anna Crisafulli Marzullo(m. p. m.) –. Questa mattina sono stata al funera-le della mamma di Nuccia Schirò. Si chiamava An-na.Nuccia è la mia amica di sempre: ci siamo cono-sciute quando ambedue insegnavamo al Profes-sionale “Antonello”; poi, ci siamo ritrovate allo“Jaci”, nella stessa sezione, la “G”, e da allora ab-biamo camminato sempre insieme, unite dallostesso affetto, dagli stessi punti di vista, dalla stes-sa identità di vedute; legate, in sintesi, dalle stesse“affinità elettive” di goethiana memoria. In tutti questi anni passati insieme, lei mi parlava,spesso, della mamma, della sua energia, della sua“joie de vivre”; una mamma che io, che ho perdu-to la mia tanto presto, quasi la invidiavo. Si chia-mava Anna.Poi, l’ho conosciuta, questa donna forte e gentilenello stesso tempo; questa donna indomabile, no-nostante gli anni, questa donna che voleva sempreuscire di casa, anche quando non stava bene. Sichiamava AnnaOra, anche lei se n’è andata, come tutti, un gior-no ce ne andremo. La ricorderò sempre, ricorde-rò quando, il giovedì pomeriggio, ci incontravamonel foyer del teatro e lei mi chiamava, sempre af-fettuosa, sempre garbata. Si chiamava Anna.-------------------------La famiglia jacina si unisce al cordoglio di Nuccia, so-cia della prima ora La sua cara mamma si era inse-rita egregiamente nel nostro ambiente, partecipandoa quasi tutte le manifestazioni culturali e di svago chevenivano indette.,

Giacomo Antonio Crisafulli(g.d.d.) - Anche Lui se n’èandato: a sorpresa, senzapreavviso, certamente felicedi non aver disturbato nes-suno: medici, parenti, cono-scenti. Giacomo era un ve-ro signore: riservato, corte-se, sincero.Figlio di un docente di ma-terie giuridiche ed econo-miche (anche il nonno, in-credibile!) aveva la vocazio-ne dell’educatore. Laureatosi in Giurisprudenza nella nostra Universitàil 17.11.1947 con il massimo dei voti e la lode, fu in-vitato dal famoso prof. Robbe, ordinario di Istituzionidi diritto romano a fungere da assistente volontarionella sua disciplina: fu così che io lo conobbi e supe-rai il primo esame universitario.Nell’anno scolastico 1949/50 fu incaricato di Dirittopresso l’Istituto Nautico di Messina. Dopo incarichiannuali in varie scuole entrò in ruolo nell’anno 1975-76 nell’Istituto Tecnico Commerciale “Jaci”, sez. stac-cata di Taormina. Da allora egli rimase radicato nelnostro Itituto fino alla pensione, (30 settembre1994): è stato una vera istituzione dello Jaci.Giacomo fu anche stimatissimo avvocato civilista,iscritto nell’Ordine di Messina il 2.4.1951.-------------------------Ci uniamo al cordoglio della signora Tuccia, consorte delcaro Estinto, ai fratelli Gustavo e Nino, ai nipoti e parentitutti, assicurando il nostro commosso, permanente ricordo.

Note tristi

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12 Notiziario Amici dello Jaci

da sinistra: Macrì, Pizzurro, Ferraro, Preside, Restuccia, Cosio

XX Edizione

IL LIBRO: LA SCELTA INTELLIGENTEIl 24 maggio, con inizio al-

le 17,30, ha avuto inizio nel-l’aula magna dello “Jaci” la ce-rimonia di premiazione deinuovi ragionieri, abilitati conottima votazione nell’annoscolastico 2012-2013.

Il concorso, ideato dalcompianto Preside Lillo Petro-ne, ha lo scopo di ricordare aigiovani l’applicazione alla lettu-ra, che è indispensabile per unabuona formazione culturale delcittadino: l’elettronica - che ècertamente portentosa nellatecnologia e ha risolto proble-mi gravissimi dell’umanità, peresempio: nel mondo clinico) -non giova certamente ai senti-menti, all’animo umano.

Dopo il saluto della Pre-

sidente Prof. Myla PasqualucciMobilia e del Dirigente scola-stico prof. Rosario Abbate, èstata presentata la relazione“La Religione della Patria nel-l’opera foscoliana”, che pub-blichiamo a parte in questonumero.

Si è proceduto indi allapremiazione dei ragazzi, conuna pergamena-ricordo ed unbuono-libro di €150 spendi-bile nella libreria Bonanzingadi Messina. per l’acquisto ditesti, liberamente scelti.

Il gruppo musicale dello Ja-ci, diretto dal maestro NelloMastroeni e coordinato dallaProf. Paola Lucchesi si è esibitoin musiche di repertorio.Diamo qui l’elenco dei premiati:

COSIO SARA (V A Aziendale); FERRARO DEBORAH (V A Aziendale);MACRI’ ANTONELLA (V B Az.); PIZZURRO GIULIA (V A Turistico); RESTUCCIA Naomi (V C Turistico).

Diamo pure i nomi dei ra-gazzi canterini. PIZZURRO GIULIA, BERTONE MARTINA, FA-ZIO ROBERTA, BELFIORE VINCENZO (quest’ultimo partecipantealla trasmissione di AntonellaClerici).