Ischia Ponte - Borgo di Celsa Lo Scuopolo – Torri e altre ricerche… 2012/rass02-12web... ·...

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La Rassegna d’Ischia n. 2/2012 23 di Vincenzo Belli Il presente lavoro, pur avendo come obiettivo particolare il Dispositivo difensivo dell’isola d’I- schia, allarga le sue ricerche e la sua attenzione generale ai contorni di Ischia Ponte. Si trascrive innanzitutto un documento riportato nella Platea dei beni formati nell’anno 1620 circa S. Maria La Scala 1 . Esso invero presenta incertezze sia di let- tura, sia del linguaggio usato a quei tempi (date incerte; le uniche sicure sono il 1576 scritto in una nota a margine ed il 1620 sulla copertina della Pla- tea), per quanto riguarda le abbreviazioni, l’uso delle minuscole e del singolare/plurale indifferen- temente, e dei cognomi 2 . Nella pagina 29 (recto e verso) del documento si legge: (In alto, a centro pagina) : Russo Chiomana e seguito Isca (Nota sul margine sinistro): Fatto nel Campione nuovo fol. 38 – manca la vendita che ha fatto detto Signor Oratio alli Russi. (Nota sul margine destro) : 1 a : hogi la copia della socessione della Torre benché (?) stia sotto il numero 7 tuttavolta sta nel .. mazzetto fatto da me. 2 a: la sopradetta scrittura fu fatta nelli Anni mille cinquecentosettantasei il Notaro Gio Aniello Mancuso 1576 (Testo del documento) : Revocatione et alienatione fatta delli siti, et orticello parte dello nostro orto allo Scopolo lasciato da Catarina Assanta affittato a’ Oratio tutta Villa da Batello (?) Giulio Romano Priore a’ quelli tempi L’istromento al deposito n° 165. Ci stà la Copia in Carta di Bammace alli mazzi del altre scritture Notamento di sopra da altri e da me Vi sta una Torre dipenta dentro di essa Copia quale dice de revocatione sotto la torra dipenta, et di più l’ho fatta leg- gere che ci manga l’assenso Papale ci si è fatta lite appresso senterete il tutto Il sopradetto Priore a’ quel tempo ne patì che non potea affittare detto Orticello et sito nel nostro orto dove se dice lo Scoglio dello Scopolo li furno dati capi dal P. M. Gratiano da Bevagnia per utile di questo convento Ma poiche detto Oratio tuttavilla era Governatore a’ quel 1 ASNA-Monasteri soppressi fs.85. 2 Mi ha aiutato in merito il prof. Agostino Di Lustro, che peraltro mi aveva segnalato il documento. Ischia Ponte - Borgo di Celsa Lo Scuopolo – Torri e altre ricerche… tempo non se ne fece altro ne fu privato il Priore per quanto mi dicono l’antichi cioe trovato una nota di mano del P. Ma- iestro Gratiano nel pretorio di nuovo il Padre fra Cesaro da Caserta Priore et io collettore ci fece lite con li russi hoggi possessori et hebbimo sentenza prima in favore. Il detto P. F. Cesaro se partì che fenì lo priorato et resto insolito la lite anzi il detto priore prima che partisse impedì una fabbrica che detti russi volevano fare a’ un poco di sito che ci era restato congiunto con le due torre vecchie fatte una da Oratio tutta Villa Gubernatore a’ quel tempo detto da esso per defensione del borgo conforme la Cautela fatta con li Padri, et poi partendosi da Governatore la vendì alli russi con l’altro sito appresso con peso che pagassero trenta carlini l’anno il primo di 9bre conforme esso oratio l’havea pigliato dal convento Dopo li russi ci hanno fatta Un’altra torre congionta con la prima come hoggi si vede, et ancora Aniello è fratelli (?) russi al tempo d’hoggi ci hanno fatto Magazeni, Camare, et altre comodità che si può dire Un’altra torre come hoggi si vede fabbricate sopra il sito detto di sopra che il convento selo potea pigliare con poca spesa. essendo che in tempo della lite di fra Cesaro, ci fù decreto allo Consiglio che non si potesse fabbricare alla banca del concordia hoggi Morto dove mi dice Gio Batta Valifano che oggi si dice la banca di Salerno o’ vero il detto Gio Batta sa il tutto che io non mi ricordo quale banca sia Si è perso questo sito non lo dico a’ questo libro per atten- dere alli guai miei Voi altri Padri d’isca lo sapete quando li Russi comingior- no a’ fabbricare sopra lo sito Io era Priore a Forio Venne in isca, et vidde la fabbrica comingiata, et avvisai il tutto della lite cioe al P. Priore et al Maiestro Gregorio, a’ quel tempo non sene fece altro non me state a nominare niente intorno di questo negozio che io ho fatto più di Voi in servitio di S ta Maria della Scala La Revocatione fatta delli siti, et orticello come di sopra a’ Oratio tutta Villa che Beccell o Giulio detto di sopra ne fu privato, al deposito n° 165 su che li sopradetti russo pagano docati sette come di so- pra et retoscritti ------------- do ti 7 –0---0-. Come si vede, un documento che fa riferimento a Particolare del testo qui trascritto

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La Rassegna d’Ischia n. 2/2012 23

di Vincenzo Belli

Il presente lavoro, pur avendo come obiettivo particolare il Dispositivo difensivo dell’isola d’I-schia, allarga le sue ricerche e la sua attenzione generale ai contorni di Ischia Ponte. Si trascrive innanzitutto un documento riportato nella Platea dei beni formati nell’anno 1620 circa S. Maria La Scala1. Esso invero presenta incertezze sia di let-tura, sia del linguaggio usato a quei tempi (date incerte; le uniche sicure sono il 1576 scritto in una nota a margine ed il 1620 sulla copertina della Pla-tea), per quanto riguarda le abbreviazioni, l’uso delle minuscole e del singolare/plurale indifferen-temente, e dei cognomi2.

Nella pagina 29 (recto e verso) del documento si legge:(In alto, a centro pagina) : Russo Chiomana e seguito Isca(Nota sul margine sinistro): Fatto nel Campione nuovo fol. 38 – manca la vendita che ha fatto detto Signor Oratio alli Russi.(Nota sul margine destro) : 1a: hogi la copia della socessione della Torre benché (?) stia sotto il numero 7 tuttavolta sta nel .. mazzetto fatto da me. 2a: la sopradetta scrittura fu fatta nelli Anni mille cinquecentosettantasei il Notaro Gio Aniello Mancuso 1576(Testo del documento) : Revocatione et alienatione fatta delli siti, et orticello parte dello nostro orto allo Scopolo lasciato da Catarina Assanta affittato a’ Oratio tutta Villa da Batello (?) Giulio Romano Priore a’ quelli tempi L’istromento al deposito n° 165. Ci stà la Copia in Carta di Bammace alli mazzi del altre scritture Notamento di sopra da altri e da me Vi sta una Torre dipenta dentro di essa Copia quale dice de revocatione sotto la torra dipenta, et di più l’ho fatta leg-gere che ci manga l’assenso Papale ci si è fatta lite appresso senterete il tutto Il sopradetto Priore a’ quel tempo ne patì che non potea affittare detto Orticello et sito nel nostro orto dove se dice lo Scoglio dello Scopolo li furno dati capi dal P. M. Gratiano da Bevagnia per utile di questo convento Ma poiche detto Oratio tuttavilla era Governatore a’ quel

1 ASNA-Monasteri soppressi fs.85.2 Mi ha aiutato in merito il prof. Agostino Di Lustro, che peraltro mi aveva segnalato il documento.

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tempo non se ne fece altro ne fu privato il Priore per quanto mi dicono l’antichi cioe trovato una nota di mano del P. Ma-iestro Gratiano nel pretorio di nuovo il Padre fra Cesaro da Caserta Priore et io collettore ci fece lite con li russi hoggi possessori et hebbimo sentenza prima in favore. Il detto P. F. Cesaro se partì che fenì lo priorato et resto insolito la lite anzi il detto priore prima che partisse impedì una fabbrica che detti russi volevano fare a’ un poco di sito che ci era restato congiunto con le due torre vecchie fatte una da Oratio tutta Villa Gubernatore a’ quel tempo detto da esso per defensione del borgo conforme la Cautela fatta con li Padri, et poi partendosi da Governatore la vendì alli russi con l’altro sito appresso con peso che pagassero trenta carlini l’anno il primo di 9bre conforme esso oratio l’havea pigliato dal convento Dopo li russi ci hanno fatta Un’altra torre congionta con la prima come hoggi si vede, et ancora Aniello è fratelli (?) russi al tempo d’hoggi ci hanno fatto Magazeni, Camare, et altre comodità che si può dire Un’altra torre come hoggi si vede fabbricate sopra il sito detto di sopra che il convento selo potea pigliare con poca spesa. essendo che in tempo della lite di fra Cesaro, ci fù decreto allo Consiglio che non si potesse fabbricare alla banca del concordia hoggi Morto dove mi dice Gio Batta Valifano che oggi si dice la banca di Salerno o’ vero il detto Gio Batta sa il tutto che io non mi ricordo quale banca sia Si è perso questo sito non lo dico a’ questo libro per atten-dere alli guai miei Voi altri Padri d’isca lo sapete quando li Russi comingior-no a’ fabbricare sopra lo sito Io era Priore a Forio Venne in isca, et vidde la fabbrica comingiata, et avvisai il tutto della lite cioe al P. Priore et al Maiestro Gregorio, a’ quel tempo non sene fece altro non me state a nominare niente intorno di questo negozio che io ho fatto più di Voi in servitio di Sta Maria della Scala La Revocatione fatta delli siti, et orticello come di sopra a’ Oratio tutta Villa che Beccello Giulio detto di sopra ne fu privato, al deposito n° 165 su che li sopradetti russo pagano docati sette come di so-pra et retoscritti ------------- doti 7 –0---0-.

Come si vede, un documento che fa riferimento a

Particolare del testo qui trascritto

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persone, luoghi, contenziosi, tempi, non proprio chia-rissimi: per evitare di tralasciare l’evidenza dei tanti interrogativi che suscita - ovviamente non di tutti -, si raccoglieranno le loro causali in gruppi di etichette omogenee.

Avvenimenti - Caterina Assante lascia al Convento siti, un orticel-lo, parte di un orto allo Scuopolo3; - Giulio Priore cede ad Orazio Tuttavilla una parte di quanto sopra, e questo vi fa una Torre per defensione del borgo conforme la Cautela fatta con li Padri; - Orazio Tuttavilla, lasciando la carica di Governato-re dell’isola, vende ai Russo-Russi - (Rossi ?); - di questa cessione mancano documenti, secondo lo scrivente del documento di cui si tratta, che è stato Priore a Forio e collettore (una sorta di esattore) del convento; - vi è la revocatione et alienatione dei beni in oggetto, fatta mentre era priore Giulio Romano; con strumento al deposito4, n° 165; il documento è in carta di bamma-ce5, con annotazioni di diverse persone ed anche dello scrivente; - vi era anche un disegno della Torre annota-to (manca l’assenso papale); - nasce una lite con i Russo, possessori, promossa dallo scrivente e dal padre Priore fra Cesare da Caserta, con una prima sentenza favorevole al convento; (i Ros-si pagavano 7 ducati, mentre Don Orazio aveva trasfe-rito loro la proprietà con pagamento di 30 carlini ogni 1° di novembre)6; - i Rossi avevano costruito accanto alla Torre di Don Orazio, anzi congionta ad essa, un’altra Torre, entram-be chiamate vecchie dallo scrivente, aggiungendo al tutto – pare da parte di Aniello e fratelli Rossi - ma-

3 Questo lascito al convento è segnalato anche in Ilia Delizia, L’antico borgo marinaro di Ischia Ponte in una pianta inedita del 1616, pp. 55-56, in Napoli nobilissima, vol. XIX fascicolo I-II (Gennaio-aprile 1980), pp. 48-63: «… Si tratta della cappella di S. Maria Maddalena e di S.Pietro in vincola, concessa nel 1390 a Catarina Assanti e da questa dotata di un terreno allo Scuopolo e di un giardino alla Vignia….». Inoltre nella nota 68 di p. 63, si legge: «Un tenimento di terra sita nel luogo detto lo Scuopolo, a’ presente denominata la Vignia, con altro giardino, qual volgarmente si chiama giardino nuovo, sito e posto nel Borgo di Celza della città d’Ischia, giusta la strada pubblica da due lati, lido del mare, le Carcare, ed altri confini fu donato al convento in cambio della concessione della cappella di S. Pietro in Vincoli e S. Maria Maddalena, ASN, Mon. Soppr., vol 104, p. 40». 4 Il deposito sarebbe una serie di armadi, con numerazione diver-sa a seconda del contenuto: in pergamena, carta (secondo Agosti-no Di Lustro).5 Bammace sarebbe bambagia, cotone: dunque si tratta di una carta prodotta con fibra vegetale.6 Se un ducato vale 10 carlini, a 7 ducati ne corrispondono 70: come si legge allora il dato 30 carlini? – È evidente che i 7 ducati dovuti dai Russi dovevano essere versati a fronte di debiti separa-ti: 3 per la torre e 4 per altri cespiti.

gazzeni, camare et altre comodità, così imponenti da costituire quasi un’altra torre: si tratta probabilmente di parte almeno delle altre case di fabbrica citate in Al-granati7;- le modifiche alla zona: seconda Torre ed altre co-struzioni dovute ai Rossi, erano ben visibili all’epoca in cui scrive il redattore del documento, cioè entro il 1620;- le costruzioni dei Rossi allo Scuopolo iniziarono quando lo scrivente era Priore a Forio; in quella occa-sione lo scrivente avvisò del fatto e della vertenza (la lite) e probabilmente dell’esito favorevole della prima sentenza, così egli dichiara, al Maestro Gregorio, ma, a quanto pare senza seguito.

Date - 1390: rilevata da Ilia Delizia8 ed è quella in cui co-mincia dunque la storia, con Catarina Assante che dona al convento terreni, fra i quali lo Scuopolo. - 1576 - 1° di 9bre: giorno dei pagamenti. Questa data si trova in quasi tutti i documenti letti, che facciano ri-ferimento esplicito alle modalità di pagamento: si pre-sume che a quella data, a vendemmia effettuata, e vino nuovo venduto, i debitori disponessero delle somme necessarie; ma questa è solo un’ipotesi personale, tutta da verificare.

Documenti citati - Copia della socessione della torre (mazzetto 7 e …); - istromento, al deposito n° 165 (con copia in carta di bammace alli mazzi del altre scritture con notamento di sopra da altri e da me), con torre dipenta dentro di essa.9 - scrittura fatta nelli Anni millecinquecentosettanta-sei dal Notaro Gio Aniello Mancuso 1576.

Luoghi, manufatti, enti Banca - banca del concordia - banca di Salerno – Be-vagnia – Consiglio – convento - Due torre vecchie – Forio – Isca - orto, orticello - Scoglio dello Scopolo – Scopolo - Sta Maria della Scala - Torra dipenta – Torre

PersoneAniello e fratelli russi - Batillo Giulio Romano (priore) - Becello Giulio: (è lo stesso? Se sì, Batillo e Becello sono probabilmente la stessa cosa) - Catarina Assanta - (colui che scrive, essendo stato Priore a Forio, parla

7 Algranati Maria, Storia dello Scuopolo, Napoli 1957; Idem, Sto-ria dello Scuopolo, in Ricerche contributi e memorie, I volume, Atti del Centro Studi Isola d’Ischia, 1971.8 Delizia Ilia, L’antico borgo marinaro…, op. cit.9 Sarebbe bello poter ritrovare questo documento, per vede-re come vi è raffigurata la Torre: sarebbe la prima iconografia dell’edificio.

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di cose che sono avvenute sicuramente prima del 1653, quando il conventino agostiniano di quel paese fu chiu-so; del resto, la Platea è del 1620 circa - Fra Cesaro da Caserta (Priore) - P. F. Cesaro e fra Cesaro - Gio Aniello Mancuso (notaio) - Gio Batta Valifano - Maie-stro Gregorio - Oratio tuttavilla (con tutte le varianti) (Governatore, Gubernatore) - P.M. Gratiano de Beva-gnia (Priore); anche P. Maiestro Gratiano. - Russi, rus-si - Russo, russo.

Qualifiche Collettore - fra – Governatore – Gubernatore - P. Ma-iestro - P. F. - P. M. per Padre Maestro, cioè con titolo di studio superiore – Priore

Affrontiamo ora un commento del documento, se-guendo i contenuti delle etichette precedenti. Date: l’unica data esplicitamente indicata nel docu-mento è quella del 1576: le altre, 1390, 1620, 1653, sono state dedotte da altre fonti e dalla datazione della Platea; dato l’oggetto del documento e le date riportate da Algranati10, la collocazione probabile dei suoi con-tenuti è nell’arco di tempo che va dal 1390 fino al 1620 circa. Vediamo ora quali date fornisce l’autrice citata: «… Gli Agostiniani pertanto, “a requisizione degli eletti cittadini” concessero a don Orazio in enfiteu-si perpetua e “cum potestati affrancandi” quel luogo, “orto sito nel borgo di Celso, dalla parte marittima e strada pubblica...” attorno attorno dove vi sta uno sco-glio e una gran pietra per fabbricarvi una torre a cu-stodia del borgo e convento…e dove la torre vi sta un varco verso la Sienia11. Così nacque la torre del Tutta-villa, certamente prima del 1588, dato che l’Jasolino ne parla nei Remedi: … non lungi dalla Città vi è un luogo di gran sassi ripieno, presso al quale si vede la torre nuovamente fatta dall’Illustre Signor Horatio Tuttavilla…». «… Ma nel 1596 i padri dovettero accorgersi d’im-provviso che l’istrumento non si potè trovare ed ecco…il 7 agosto dello stesso anno, davanti al notaio Giu-lio Cesare Rongione li reverendi padri….i quali con licenza del rev. Padre Provinciale del predetto ordine di S. Agostino, cautelam cautelis addendum, di nuovo locorno e concessero detto luogo, ita quod da hoggi avante entra in dominio di detto signore Horatio…». Dunque dal 7 agosto 1596, con un documento, nuovo o rinnovato che sia, Orazio Tuttavilla ed il Convento hanno regolato il loro rapporto; a quanto pare, di do-cumenti di passaggi di proprietà per la zona ne man-

10 Algranati Maria, Storia dello Scuopolo, Napoli, in Ricerche, contributi e memorie, Atti C.S.I.I, 1971, pp. 365-376 – Idem, Sto-ria dello Scuopolo, Milano 1957.11 La Sienia è la zona dell’attuale parcheggio nei pressi del Semi-nario; sienia, siena, starebbe per orto.

cavano diversi, visto che si dichiara mancante anche la successiva vendita che il Governatore fa ai Rossi: si tratterebbe di consecutivi passaggi di proprietà, dal convento a Don Orazio, e da questo ai Rossi, dopo la donazione di Caterina Assante al convento. Sono queste le sole date utili che l’Algranati fornisce alla chiarificazione temporale del documento del prio-re di presente esame, in quanto, oltre a dare elementi per certificare che: «… Il signore Oratio Tuttavilla….rende ogni anno a primo di novembre carlini 30 a que-sto venerabile Monastero di S. Maria della Scala…di censo enfiteutico perpetuo…12», passa direttamente al 1675, per altri passaggi di proprietà a privati della Tor-re aumentata di case di fabbrica.

L’esame della nota carta di Mario Cartaro (1586), e della Legenda, che recita al n° 2, un sub turri Ill Ho-ratii tuttavilla, consente di spostare il limite inferiore del campo temporale considerato per la Torre almeno alla prima metà del 1586, vista la data della carta in questione (15 agosto 1586); resta sempre da conside-rare la data del 1576 per l’atto del notaio Gio Aniello Mancuso secondo l’annotazione fatta dal Priore. Acquisita poi la data del 1596, e ritenendo ragione-vole supporre che l’annotazione della regolarità del pagamento da parte del Governatore, durasse almeno due anni13 a partire dal 1596 (data del nuovo strumento

12 Si è detto del contrasto fra le due somme di 7 ducati e 30 car-lini (nota 6).13 Se mancava il pagamento per due anni consecutivi, il patto

Particolare della Carta di Mario Cartaro (1586 - Poi allegata al De’ rimedi naturali di G. Iasolino) con il Duo Baln. Saxorum, il cui numero 2 della Legenda indica, come sotto riportato) Bal-neum Saxorum sub turri Ill. Horatii tuttavilla, quae amissa erant et a nobis detecta. Il tutto è sufficiente per datare, per questa via, la costruzione della torre entro il 15 agosto 1586.

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in luogo di quello non trovato o non esistente), e giunti così al 1598, altro non vi è da aggiungere oltre a ricor-dare che la Platea consultata viene datata al 1620 circa.Il campo temporale relativo al solo documento della Platea sarebbe così ristretto dal 1576 al 1620 circa: al minimo 44 anni! Occorrerebbe almeno sapere chi furono e quando lo furono, i Priori a Forio, e quando furono presenti al Convento i vari Fra Cesaro da Caserta (Priore), il Ma-estro Gregorio, e P. M. Gratiano de Bevagnia (Priore).Per i Priori al conventino del Soccorso in Forio, non vi sarebbero documenti disponibili14; si deve inoltre tener presente, come già annotato, che nel 1653 il convento di Forio fu chiuso: pertanto, per questa via, non sareb-be possibile precisare chi fosse quel Priore collettore. Padre Gratiano di Bevagnia, al secolo Graziano Ren-zi, nato a Bevagna, cittadina umbra in provincia di Pe-rugia ed a pochi chilometri da Foligno15, morì a Vicen-za nel 1656; era un agostiniano e bacelliere, autore de La Vita di B. Bernardino Tomitano da Feltre, france-scano riformato (Venezia 1600). Le date individuate: il 1600 per la sua Vita pubblicata a Venezia, ed il 1656 per la sua morte lo collocano in tempi compatibili con le vicende in esame, portando ad ipotizzare che egli fosse ad Ischia prima del 1600, data in cui pubblicò a Venezia la Vita del Beato Bernardino16. Altri personaggi su cui indagare sono i Russo, Russi, o Rossi, e tutti gli altri protagonisti di questa storia: tenuto conto delle famiglie nobili isolane citate dal Ca-paccio17 nel 1634 i Rossi erano fra queste. Sembra comunque di poter dare per scontata la suc-cessione: Caterina Assante – Convento – Don Orazio – Russi, ben prima che appaiano all’orizzonte i Mun-cello, ed i Menga.

stipulato diveniva nullo, e la proprietà tornava al convento.14 Come afferma Agostino Di Lustro.15 Nelle sue frequentazioni di archivi, il prof. Di Lustro ha an-notato vari Priori del convento, con le date; spero che si possa ritrovare questo elenco e rinvenirvi questo religioso.16 Mazzucchelli G., Gli scrittori d’Italia cioè notizie storiche e critiche intorno alle vite e agli scritti dei letterati italiani, Bre-scia, presso G. B. Bossini, vol. 2, ed. 2, 1760 (p. 110 - Bevagna (Graziano di), Veneziano, dell’Ordine di S. Agostino, ha scritto La Vita di B. Bernardino Tomitano da Feltre, Francescano Rifor-mato, cui troviamo citata dal P. Gio degli Agostini nel tomo II de’ suoi Scrittori Venez. A car. 51 - Trabalza C., Studi e Profili, To-rino, G. B. Paravia e comp., 1903 (p. 30 - Graziano Renzi morto a Venezia nel 1636, fu agostiniano e bacelliere, autore della Vita del B. Bernardino da Feltre, Venezia, 1600, in 4) - Raccolta Fer-rarese di opuscoli scientifici e letterarj, Venezia, Stamp. Goleti, tomo XIX, 1787 (pp. 103-104 - Graziano Renzi fu pur Bevanate; ed entrato nella religione Agostiniana attese agli studi e conseguì il grado di bacelliere. Passò all’altra vita in Vicenza nel 1656 avendo dato alle stampe Vita del B. Bernardino da Feltre dell’or-dine de’ Minori osservanti, Venezia 1600, in 4).17 Capaccio G. C., Il Forastiero, dialoghi di Giulio Cesare Ca-paccio, Napoli 1634.

Un ulteriore contributo, relativo però alla sola ubi-cazione delle proprietà nella zona della Torre, può ri-cavarsi ancora da Ilia Delizia18: «Già nel 1578 i mo-naci concessero a Beatrice Albano due case terranee con cortiglio, orto e di un tumolo circa, dove si dice lo Scuopolo cfr. ASN vol 107….»; la Albano sarebbe stata dunque una vicina del Gubernatore, sin dal 1578, visto che il Notaro Gio Aniello Mancuso redige l’atto della socessione… nelli Anni millecinquecentosettan-tasei 1576.

Le due torri vecchie Confesso che, se ho acquisito il documento della Pla-tea e compiuto gli approfondimenti successivi, non è prevalentemente per seguire le vicende, per altro inte-ressantissime, della proprietà della Torre comunemen-te detta Lo Scuopolo o dello Scuopolo19, ma perché vi ho riscontrato la seconda torre, quella costruita dai Russi. Per fortuna, gli elementi per distinguere questa se-conda costruzione dalla non lontana Torre di mare ci sono tutti, come quelli per non confonderla con una semplice, anche se importante, costruzione solo abita-tiva; il ritenere che questa torre sia la costruzione dei Russi potrebbe essere sostenuto in base al brano se-guente20: «…. gli agostiniani] avevano avuto per causa di adonazione e per causa di legati…tutto quel luogo che dalla Torre che al presente è campanile…tira per linea sin alla strada di Terra Zappata e confina intera-mente col mare…», che potrebbe indurre a ritenere che le due Torri vecchie siano la Torre di mare e quella del Tuttavilla, se non si osservasse che i Russi si affaccia-no all’orizzonte in questi luoghi dopo il Governatore, e che tutto si può dire di questi edifici, ma, visto che distano circa 200 metri, niente che possa giustificare un congionta. L’altra obiezione che questa seconda Torre possa non essere proprio tale, è superata dal fatto che le aggiunte successive di magazzini, camare, etc., sono indicati con un che si può dire un’altra torre, per la loro importanza e rilevanza edilizia: segno che il Priore, quando parla di Torre lo fa con cognizione di causa, distinguendo ciò che può sembrarlo, e ciò che lo è. Lasciando per ora solo indicato l’interrogativo se quella che oggi si ritiene essere stata la Torre di Don

18 Delizia Ilia, L’antico borgo marinaro…, op. cit. p. 63, nota 70.19 Circa questo nome, il Cervera, in Guida completa dell’isola d’Ischia, Ed. Di Meglio, Ischia 1959, p. 112, lo dice essere parola del vecchio dialetto ischitano che vuol dire scoglio, ma è voce latina per scoglio; si ricorda pure che col nome di Scopolo, nell’i-sola di Capri, è designato il faraglione esterno, alto 104 m. È da sottolineare in proposito che nella rappresentazione cartografica del Cartaro si rilevano altri 5 scopoli ischitani.20 Algranati Maria, Storia dello Scuopolo, op. cit.

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Orazio sia realmente quella, ovvero la Torre dei Russi, passiamo a riesa-minare le immagini certe della zona.

La zona e immagini Nonostante le affermazioni di al-cuni che citano Joli, J., Ph. Hackert, Fergola, come autori di immagini che contengono lo Scuopolo, senza specificare se intendano il luogo o la Torre che è in esso, non mi è mai ca-pitato sott’occhi un’opera che, prima

Di Antonio Joli, questo olio su tela, di 76x49 cm, è databile seconda metà del ‘700 . In Im-magini di Ischia, tra XVIII e XIX secolo, Ediz. Castello Aragonese, a p. 66 si fa notare che, dietro la sporgenza lunata in primo piano, la Peschiera, appare parte della casa dei Guar-niero e poi dei Buonocore.Dietro il palazzo si vede il muro di contenimento e protezione, fronte a mare, del giardino: quello che oggi è il piazzale al termine di Via Stradone, con la scaletta che consente di raggiungere il Lungomare Aragonese. Purtroppo il taglio della veduta, centrata sul Castello, lascia fuori la zona dello Scuopolo. Notare anche il palazzo puntellato con un grande barbacane, visibile ancora oggi, che costituisce un preciso riferi-mento visivo per l’individuazione dei fabbricati del lungomare.

Incisione di Giovanni De Grado e Georg Hackert di un dipinto di Jacob Philip Hackert (1789).

Il borgo di Ischia: litografia di Jauvin (seconda metà secolo XIX); 25,0x16,8 cm

dell’avvento della fotografia, mostri immediatamente evidente l’edificio edificato dal Governatore21. Fa sicuramente eccezione la lito-grafia dello Jauvin, che ho sempre commentato con perplessità e che, alla luce del documento presente, potrebbe essere letta ben diversa-mente da quanto fatto sinora, eccet-tuata la lecita domanda del perché fare una nuova torre vicino, anzi congionta, ad un’altra, e poi da par-te della stessa famiglia che già pos-sedeva la prima, a meno che non si ipotizzi che i Russi, avendo bisogno di maggiore spazio - cosa che par-rebbe poi sostanziata da magazzeni, camare et altre comodità - edificas-sero una costruzione che avesse gli stessi caratteri difensivi, almeno di rifugio, della prima. In questo disegno si distinguono almeno tre edifici a prevalente svi-luppo verticale, con due di altezza simile e decisamente superiore, e molto vicini fra loro. Occorre ancora annotare che la ri-produzione fattane in Cervera22 pre-senta una non chiara didascalia23. Mi sembra, da quanto leggo e sen-

21 Di Lustro Agostino in I Marinai di Cel-sa e la loro chiesa dello Spirito Santo ad Ischia, Forio 2003,p. 291, nota 15, scrive: Su queste opere, cfr. Immagini di Ischia…pp. 60/1; 66/7; 70/3; Ischia nelle vedute romantiche dell’Ottocento nelle collezioni private….pp. 52 e 92.22 Cervera G. Giuseppe, Cronache del ‘700 ischitano, Melito (Napoli), 1982.23 A meno che non si tratti di una striscia didascalica sovrapposta.

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Visioni di Ischia Ponte e...

Dalla radice del ponte del Castello si vede il campanile della Cattedrale, un tempo la Torre di mare, e sullo sfondo il complesso edilizio che comprende Palazzo Malcovati.

Veduta Dalla banchina che fiancheggia Vico Marina così si coglie Palazzo Malcovti

Ischia Ponte - Edifici visti dal mare

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... dintorni

Schizzo che mostra il complesso di Palazzo Malcovati dal lato mare

Foto di Vincenzo Belli

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to, che la zona di cui si sta discutendo non sia proprio ben presente in coloro che ne parlano, e pertanto, ad ogni buon conto, la voglio riconsiderare24, precisando che la si definisce come fa l’Algranati25, e cioè: «… tutto quel luogo che dalla Torre che al presente è cam-panile… tira per linea sin alla strada di Terra Zappata e confina interamente col mare… ». Questa zona presenta, al suo estremo orientale il campanile della cattedrale, ed a quello occidentale Terra Zappata con la Torre del Governatore, divenuta, pare, una delle due torri dei Rossi in quel sito; la strada di Terra Zappata, salvo diversa indicazione, si ritiene sia l’odierno Vico Marina. Si tenga presente che Ter-ra Zappata, oltrepassato Vico Marina, giunge fino alla Mandra26. Nel brano che la Delizia - traendolo da ASN, Mona-steri soppressi, fs. 104, p. 40 -, dedica all’estensione del territorio donato dalla Assante ai frati, la descrizio-ne del terreno è più precisa: «… Un ampio giardino, donato al convento dalla nobile Assante nel 1390, si sviluppava dal muro di cinta dell’insula all’attuale vico marina… ». Ed in nota: «Un tenimento di terra sita nel luogo detto lo Scuopolo, a’ presente nominata la Vignia, con altro giardino nuovo, posto nel Borgo di Celza della città d’Ischia, giusta la strada pubblica da due lati, lido del mare, le Carcare, ed altri confini…»27

24 Al minimo, avrò migliorato la mia lettura di quella parte del territorio dell’Isola.25 Algranati Gina, op. cit.26 Almeno così la individua oggi un marinaio della zona. 27 Le Carcare sono forni per calce, presenti anche in altra parte del territorio isolani, ad Ischia, Lacco Ameno e nella vicina Vi-

Un ottimo contributo alla conoscenza della zona, sia pure in un Progetto di riordinamento è dovuto alla De-lizia28, con la presentazione di una planimetria che va dal pontile (ivi Sbarcatoio) fino alla Palude Morgioni, alla via che oggi è Via Pontano e prosegue con Via De Luca (foto in fondo a questa colonna).

Bisogna cercare di leggere ora quei 270 m circa del fronte a mare che vanno dallo spigolo occidentale di

vara; è probabile che quella qui indicata sia la fornace di Punta Molino, oggi impropriamente indicata come Torre, e già cappella dell’ex carcere mandamentaale.28 Delizia Ilia, Ischia l’identità negata, ESI, Napoli 1987.

In alto la planimetria di Dionisio di Bartolomeo (1616), già ripor-tata da Di Lustro Agostino in I Marinai di Celsa e la loro chiesa dello Spirito Santo, op. cit., traendola da Delizia I., L’antico Bor-go marinaro di Ischia Ponte in una pianta inedita, op. cit. In basso, sempre dalle medesime fonti, la planimetria di Loise Naucherio (1674), capovolta per facilitarne il confronto con la prima.Della Torre di Mare, evkdenziata nella prima, si nota il maggiore spessore delle mura, rispetto al locale simmetrico, fra i quali si estende l’abside. Si noti anche, per la Chiesa dello Spirito Santo, la presenza del campanile già nella prima, circa 60 anni prima della stesura della secnda.

In questa pianta del 1898, riprodotta da Ilia Delizia, Ischia l’iden-tità negata. cit,, con la didascalia Progetto di riordinamento della città d’Ischia (1898), l’insieme dei due edifici, Palazzetto Ono-rato, e Palazzo Malcovati è chiaramente distinguibile, con le due vie di accesso: Via Stradone ad oriente (la pianta presenta il Nord in basso), e Vico Marina ad occidente; si notino le ampie aree de-stinate a verde, e come le case siano praticamente sul mare, per la mancanza dell’attuale Lungomare aragonese, ridotto ad un tratto che a mala pena supera il Convento.

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Palazzo Malcovati all’inizio del ponte che mena al Ca-stello, percorrendoli da occidente ad oriente, ovvero da Vico Marina fino al ponte.

1586 - Il Cartaro mostra la zona in modo sommario; più sostanziosa la nomenclatura, che mostra il riferi-mento e contenuto della Legenda, al n° 2, menzionan-do la Torre come del Tuttavilla, sopra il Duo Balneum saxorum29; immediatamente ad occidente, è il balneum in pomario Iouiani Pontani.

1616-1674 - Si presentano qui due mappe della par-te occidentale del Borgo: la prima, del 1616, mostra ad occidente ancora la sua porta, prossima alla chiesa dello Spirito Santo, edificio che è molto meno esteso, e diversamente orientato di quanto non appaia nella se-conda del 1674. Di notevole, nella pianta della Chiesa di Santa Maria della Scala il forte spessore delle pareti della Torre di Mare, ciò che non appare nella più recente delle due. Sempre in tema di Torri, e di campanili di fiero aspet-to, è particolarmente interessante notare che, mentre la chiesa dei marinai è ancora ridotta di dimensioni, nel-la prima delle due mappe – quella del 1616 - vi è già

29 Per la spiegazione del Duo viene citaro l’Elisio: …duo sunt: quoru’ unu’ est inter saxa valens ad omne gutta frigida et alius prope litus maris valens ad omnes guttam calidam, con una più che singolare caratteristica: due sorgenti a poca distanza l’una dall’altra, ma una, superiore, sgorgante fra le rocce di acqua fred-da, e l’altra in riva al mare, di acqua calda. Entrambe, ora sareb-bero sotto il livello del mare, sempre che siano ancora attive.

Carta manoscritta dell’isola d’Iscchia di Fra Cosmo da Verona, 1605-1607? - Copia conservata nella Biblioteca Angelica (Roma)

ben evidente il campanile di questa, con pareti di forte spessore, e molto vicino alla porta del Borgo, il che stimola riflessioni in tema di difesa della contrada. Con l’aiuto del prof. Di Lustro, e del suo lavoro su questa chiesa30, vedremo di chiarire almeno i tempi di questa costruzione, anche se per diversi motivi sono i modi che appaiono privilegiati nelle due fonti prece-denti. Purtroppo, dato il soggetto principale di queste ico-nografie, la zona dell’odierna Terra Zappata non figura in queste due mappe seicentesche, e per questa via nul-la si può apprendere della non lontana Torre, né acqui-sire elementi sulla seconda Torre dei Russi.

1817-1819 - Si deve ricordare che la Carta di fra Co-smo da Verona mostra, oltre logicamente il Convento, anche Lo Scopulo ed un edificio tipo torre sulla punta prima di quella de Lo Molino, il cui nome mi risul-ta però illeggibile, e che, pur somigliando molto alla Torre di Mare, non è quella, visto che il Convento è mostrato con un suo campanile.

Nella carta del ROT, anche se notevolmente separati, si riconoscono due gruppi di edifici: il primo, quello più arretrato rispetto alla costa, di pianta ad L; il se-condo di pianta grosso modo rettangolare, sul mare, è un complesso di costruzioni: oggi questi due fabbricati appaiono congiunti a formare una piccola corte aperta.

30 Di Lustro Agostino, I Marinai di Celsa e la loro chiesa dello Spirito Santo ad Ischia, Forio 2003.

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Perticolare della Carta Territoriale della Provincia - L’insie-me di Palazzo Malcovati e di Palazzetto Onorato è cercchiato. Il Lungomare Aragonese è qui erroneamente indicato come Via Pontano.

L’edificio sul mare è quello che contiene la Torre. In questa rappresentazione del ROT, la via inclinata rispetto al percorso principale che vi conduce è l’odier-na via Stradone, che è oggi etichettata come privata - come si legge nella più interna delle due targhe stra-dali -, e che, tramite uno slargo ed una scaletta, porta attualmente al Lungomare Aragonese, che ovviamente costeggia il mare. In questa carta, stesa su rilievi di inizio secolo XIX, compare anche il vico Marina che, ortogonale alla via principale, dal lato occidentale della zona occupata dal Palazzo Malcovati, piegando poi verso oriente, mena alla piccole corte alle spalle di questo: pertanto, il com-plesso dei due edifici qui evidenziati è compreso fra le due stradine, - che tale è anche la via Stradone nono-stante l’accrescitivo del nome – ora indicate.

1957-1997 - È strano che le due carte moderne dell’IGM mostrino entrambe la via Stradone, ma non il vico Marina. Le due chiese, protagoniste della vita del Burgo e delle due mappe seicentesche, sono invece ben eviden-ti per le due grandi croci quasi esattamente contrappo-ste, come sono gli edifici nella realtà, da bande opposte della via principale.

CTP 10000 Nel particolare della Carta Territoriale Provincia di Napoli, ricavato dal sito internet, la zona è bene rappre-sentata, e mostra come i due edifici, Palazzo Malcovati e quello ad L, si siano oggi congiunti, di modo ché quel che viene indicato come appartenente alla Torre si af-faccia in una piccola corte, a pianta grosso modo trape-zoidale, chiusa da tutti i lati, tranne il piccolo imbocco dal vico Marina.

Un campanile Si è detto del campanile della chiesa dei marinai nel Burgo: ebbene in un documentatissimo lavoro del prof. Di Lustro31 vi sono notevoli contributi conoscitivi an-che su questa costruzione. Di seguito, anche per me-glio riflettere su quanto vi si può leggere, specie per quanto concerne le date, si riportano i riferimenti alle pagine, in cui vi sono notizie relative, e qualche brano essenziale:p. 111:…. nel 1614, i governatori e i confratelli della chiesa dello Spirito Santo decisero di costruire per la loro chiesa un campanile presso la sacrestia….;p. 232:…. nel 1613, fu decisa la costruzione di questo campanile…;lasciando momentaneamente insoluta la scelta fra il 1613 ed il 161432, - si deve però sottolineare ancora una volta che nella planimetria di Dionisio di Bartolo-meo del 1616 esso già vi compare -, si annota il brano successivo che è conferma dell’impiego di costruzioni del genere per scopi difensivi, elettivi per altre:p. 111:…. Il Parlamento della Città concesse quanto richiesto…a condizione però che bisognando, in tem-po de inimici de sua maestà, servirsi di detto campa-nile per ponerci soldati et homini armati per defesa del borgo… È così, esplicitamente documentata la fun-zione difensiva sempre ipotizzata, confermando che i campanili di fiero aspetto debbono essere inseriti, sia pur con modalità particolari, nel Dispositivo difensivo dell’isola d’Ischia. È notevole notare che nel Burgo si ebbero due esem-

31 Di Lustro Agostino, I Marinai di Celsa e la loro chiesa dello Spirito Santo ad Ischia, Forio 2003.32 È però documentato, sempre in Di Lustro, I marinai.. op. cit., che il 23 settembre 1614 si tenne la riunione del Parlamento per l’approvazione della costruzione, e che nell’ottobre successivo gli agostiniani protestassero per le decisioni favorevoli alla edifi-cazione del campanile.

Particolare della Carta del ROT

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pi di costruzioni che partendo da motivazioni iniziali diverse percorsero poi cammini sostanzialmente co-muni: - la Torre di mare, costruita per difesa della zona, fu poi convertita in campanile, o almeno usata come tale dagli agostiniani; - la costruzione nei pressi della porta, nata come campanile della chiesa dei marinai, fu autorizzata dal Parlamento purché potesse svolgere anche funzioni difensive, almeno di avvistamento, o di interdizione locale, dato che, per la sua piccolezza il rifugio poteva essere concesso a ben poche persone, come non man-carono di rilevare gli agostiniani. Il Burgo avrebbe così avuto, nel 1616, al suo interno, due manufatti: Torre-Campanile e Campanile-Torre, a brevissima distanza fra loro, ma gestiti da comuni-tà distinte; poco fuori di esso, a Terra zappata, sopra il Duo Balneum Saxorum vi era già, sicuramente, nel 1586, e probabilmente da almeno 10 anni, la Torre del Gubernatore, e poiché non è certa la data del passaggio della proprietà di essa da don Orazio ai Russi - qua-si certamente dopo il 1598 - non si sa se a questa si fosse già aggiunta la seconda delle torri vecchie: ben 4 edifici difensivi, o utilizzabili come tali, in meno di 300 metri di litorale, con tre direttamente sul mare, ed il quarto poco più interno: non c’è che dire, una bella concentrazione!33

È strano che gli agostiniani, nell’argomentare contro i marinai ed il loro campanile, non parlassero del pro-prio, a meno che non lo abbiano fatto a ragion veduta, per non vedersi richieste analoghe prestazioni dalla co-munità, della quale difendevano le anime, ma non le proprietà, che però, come è ben noto, accettavano di ottimo grado dai proprietari, a loro salvazione nell’al-dilà.

Il campanile dello Spirito Santo è di dimensioni ve-ramente modeste, e ne sono testimonianza indiretta le tante obbiezioni del contenzioso scatenatosi ai tempi della sua costruzione, delle quali qualcuna cennata.

Poiché la pianta del di Bartolomeo è in scala di 1: 247,5 e che la chiesa dello Spirito Santo misurava in questa 16,60x7,70 m34, come scrive Delizia35, ne con-segue che detto campanile era stato rilevato al piede con lato di circa 3,5 m, e pareti spesse circa 1 m. Si tenga presente che il campanile della chiesa di S. Maria della Scala, già Torre di mare, misurava al pie-de, sempre secondo quella pianta, 6,20 m di lato, con

33 Non si considera in questo esame la cosiddetta Torre dell’O-rologio o dei Parlamentari, sede oggi del Museo del mare e della Libreria Imagaenaria.34 Cosa resa possibile dalla consultazione diretta dell’originale.35 Delizia Ilia, L’antico borgo marinaro di Ischia Ponte… op. cit., note a pag. 59 e 54.

Il contesto dello Scuopolo

Una raccolta prospettica d’insieme lega in una uni-taria configurazione le fabbriche Malcovati e già Buono-core. Complessità di stratificazione storica e peculiarità ambientali consentono di definire questo spazio tra i più compatti del centro antico di Ischia Ponte. Edificata all›estremità del tratto di costa denominato Scuopolo, la casa Malcovati fu originariamente una tor-re di difesa del Borgo di Gelsa (1), sfornito di dispositivi difensivi dal momento che la primitiva torre del borgo era stata già trasformata in campanile della chiesa di S. Maria la Scala. In conformità all›ordinanza della Regia Corte di Napoli, che prescrisse nel 1563 l›approntamento di tor-ri marittime lungo i litorali, l›opera fu realizzata per l›interessamento di don Orazio Tuttavilla, governatore dell›isola, su «richiesta e domanda de› Signori eletti e Cittadini della Città d›Ischia» (2). Il sito venne messo a disposizione dai monaci agostiniani, i quali censuarono al Tuttavilla «un poco di territorio del retrostante giardi-no ...dalla parte di mare, dov›era un scoglio, ed una gran pietra atta ad edificarci una torre per custodia del Borgo di Celza» (3). Tale zona essendo il punto più avanzato della costa dovette risultare particolarmente adatta alla funzione di avvistamento; inoltre, la presenza dei blocchi trachitici consentì alla fabbrica una posizione sopreleva-ta, poggiata com›era su solide e ben visibili fondamenta. La costruzione mantenne le sua funzione difensiva solo per pochissimo tempo; infatti già dai primi del Seicento era passata quale abitazione nelle mani di privati (4) e, ampliata di «case di fabbrica», conservò soltanto nella denominazione, la «Torra», la memoria della primitiva funzione (5). Ai successivi passaggi di proprietà corrisposero pun-tualmente delle trasformazioni per cui nel Settecento era divenuta una «complessa casa signorile». Acquistata dai Malcovati negli anni ‹50 del Novecento venne restaurata ed ampliata dal lato del mare. La destinazione a residen-za estiva per un unico nucleo familiare ha consentito alla fabbrica di sfuggire ai guasti altrove prodotti da eccessivi frazionamenti.

pareti di spessore di 1,70 m: esso risultava quindi di dimensioni 1,7 volte maggiori di quelle corrispondenti dell’omologo edificio dei marinai.

Una descrizione documentata Un’ottima descrizione della zona di presente interes-se, per la porzione dei due Palazzo e Palazzetto, è for-nita dalla Delizia36, e la si riporta integralmente sotto il titolo: Il contesto dello Scuopolo I punti di maggior interesse (evidenziati in grssetto) in questa descrizione storica della zona, anche con gli evidenti rilievi che si devono fare, sono:

36 Delizia Ilia, Ischia l’identità negata, op. cit., pp. 199-201.

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Difficile poter distinguere le varie fasi di crescita del complesso di fabbriche che si è esteso, con continue aggiunzioni, fino al varco della Siena ad ovest e, a nord est, si è proteso nel mare mediante volumi e terrazze su muri di contenimento. Negli ultimi lavori di recupero funzionale condotti sull›immobile una trentina di anni or sono, il restauro ha messo in luce il nucleo primitivo consistente in una struttura su tre livelli: un ambiente quadrato delimitato da muri di grosso spessore e tracce di una scaletta di comunicazione. All›esterno, l›antica torre, sebbene ampliata, si evidenzia nel piccolo risalto rispetto ai corpi laterali aggiunti e nella disposizione delle aperture che contrassegnano il prospetto da vico Marina. Andamento convergente rispetto alla fabbrica Malcovati ha il palazzo un tempo della famiglia Buonocore che, saldandosi alla prima ha definito su vico Marina un singolare spazio di cortile. Lo realizzò don Crescenzo Buonocore (6), nipote del protomedico di corte, Francesco, che nell›agosto 1754 comprò «tutto il comprensorio di case fabbricate nel tonno, seu sito censito alii... D. Girolamo e Giovan Battista Guarniero»(7) dai monaci Agostiniani di S. Maria la Scala e, con l›aggiunta (1768) di altre quantità sempre dal giardino dei «frati», vi fece una «nova fabbrica confinante ed attaccata alla suddetta sua casa» (8). Si trattò di un programma per una fabbrica di ampio sviluppo che utilizzava il viale di accesso (via Stradone), già dei Guarnieri (9), come asse di ingresso principale alla nuova casa, la quale non trascurava né le possibilità di articolazione verso il mare, né il rapporto con il complesso dello Scuopolo. Pertanto, si determinò una gerarchia di facciate in funzione delle preesistenze e delle prospettive ambientali. Difatti, sullo Stradone, la facciata si annuncia con un portale che introduce ad un ampio androne in cui si articola la scala e, al piano superiore, con una sobria scansione di vani riquadrati da fasce di stucco e sormontati da timpani alternati. Su vico Marina la fabbrica utilizzò una seconda possibilità di ingresso come mostra il vano che introduce allo stesso androne. Arbitrarie aperture, chiusure di vani e una balconata a parapetto pieno con forte aggetto hanno tolto ogni coerenza a questo fronte originariamente impaginato con la stessa sobrietà di quello sullo Stradone come mostrano ancora le due aperture a timpani al piano nobile, il balconcino in pietra lavica con corrimano in ferro e le aperture ad arco corrispondenti ai pianerottoli di arrivo e di smonto delle rampe della scala. Né questo singolare spazio a corte - che sarebbe potuto divenire il punto di fuga di un unitario programma di sistemazione di tutto il lungomare Aragonese - è stato considerato nel Piano di Recupero del 1982, né nella recente proposta, né in propo-ste precedenti (10). Infatti, sarebbe bastata la riattazione di un percorso già esistente nell’articolazione spaziale di palazzo Buonocore per realizzare, in sottoportico, la continuità della pedonalizzazione alternativa lungo la costa. E questo a scorag-giare velleitarie ipotesi che smembrando un giardino postico, escludono puntualmente la fruizione di uno spazio di vicinato così peculiare alla vita ambientale di Ponte, con la perdita poi di occasioni atte a qualificare anche i nodi funzionali esistenti. Infine, la facciata verso il mare utilizza connotazioni linguistiche tipiche di tutta la cortina prospiciente la marina, come si rileva dalla iterazione di arcate sovrapposte impiegate a definire i livelli inferiori, quelli relativi al primo impianto della fabbrica la quale risulta oggi eccessivamente soprelevata dall’aggiunta dei due ultimi piani.

1 M. Algranati, Storia dello Scuopolo (1958), in Ricerche Contributi Memorie..., p. 365.2 A.S.N., Monasteri Soppr., vol. 104, f. 43, ed anche vol. 90, f. 371.3 Idem, vol. 104.4 «Entrò nel possesso di detta torre il mastrodatti Filippo Mongelli come compratore sub asta... poi nel 1675 a 29 agosto Domenico Menga compra da suddetto Filippo Mongelli la detta Torre, con obbligo pagare in perpetuo ogni 1° di novembre il suddetto cenzo di carlini 30 al Convento, come per istrumento rogato per notar Matteo Vecchione di Napoli. In appresso suddetta torre passò dal suddetto D. Orazio Tuttavilla in potere de› Ruffi d›Ischia, la vendita seu instrumento di vendita, che ha fatto il medesimo D. Orazio a Ruffi non si sa come sta notato nella margine della platea fatta nel 1620», A.S.N., Monasteri Soppr., vol. 104, f. 43.5 M. Algranati, op. cit., p. 371.6 Per la figura e i dati biografici di Crescenzo Buonocore cfr. G. Buchner, Il Protomedico..., pp. 150-51.7 A.D.L, Platea Corrente..., f. 16.8 Idem, specifica le quantità, le stime e finanche le servitù, «servendogli del suddetto sito per uso di fabbrica, deve necessariamente aprire finestre affacciatore dalla parte interna del suddetto giardino e propriamente dalla parte di levante», concesse a Crescenzo Buonocore.9 La concessione ai Guarniero era avvenuta nel 1702 con questa aggiunta: «detti dieci sette graziosamente si concedono per fare la strada dalle case de predetti signori Guarnieri alla Carcara, con permesso ai medesimi... di poter ivi fare fabriche ed altro di loro beneficio, non pregiudiziale al predetto Convento», A.D.I., Platea Corrente..., f. 16.10 Ci si riferisce al progetto Gallo-Iannello per la sistemazione del lungomare aragonese.

- l’individuazione del giardino postico, con la parte esterna oggi pavimentata e utilizzata come parcheggio, con scaletta che porta al sottostante lungomare; - data di apertura e nome originario della via che oggi è la Via Stradone; - nome dei costruttori dell’edificio che oggi è ancora noto come Palazzetto Onorato, nonostante siano muta-ti i proprietari; - meno chiara è l’evoluzione del vicino, oggi Palazzo Malcovati;

- notevole è inoltre l’aver indicato il tonno, che è for-se lo spazio lunato evidente nel dipinto di Antonio Joli, indicato come la peschiera in [67], documentandone al 1754 l’acquisizione da parte di Crescenzo Buonoco-re, ed al 1768 la realizzazione del fabbricato che chiuse lo spazio col vicino complesso dello Scopolo dando la conformazione ad L del fabbricato, e formando la corte trapezoidale che oggi persiste.

Vincenzo Belli