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La Rassegna d’Ischia 7/1985 3

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Alfonso Di Spigna Nel “Ragguaglio storico-topografico dell’Isola d’I-schia” - manoscritto del sec. XIX (1820-1830) si ri-scontrano i seguenti riferimenti sul pittore Alfonso Di Spigna:

“Esiste tra quadri della presente cattedrale un San Giuseppe fattosi ad istanza di un divoto dal celebre pittore Alfonso Spigna; per il disegno, per il colore, e per l’architettura si deve riputare un capo d’opera, e per capo d’opera di esso Pittore nato e morto nel Comune di Lacco” (f. 158 v.).

“Nel coro (Chiesa dello Spirito Santo) esiste il quadro dello Spirito Santo su gli Apostoli, opera, e lavoro buono del pittore Spigna” (f. 159 r.).

A Spigna sono attribuite anche tre tele esistenti nel-la Chiesa della Madonna delle Grazie, chiamata di S. Antonio, dipinte “nella di lui decrepita età”

Lo storico Giuseppe d’Ascia nella Storia dell’Iso-la d’Ischia ritiene Alfonso Di Spigna “pittore fo-riano”, imitato poi da Mons. Onofrio Buonocore.

Bernardo de Dominici (autore delle “Vite dei pittori, scultori e architetti napoletani non mai dati in luce da alcuno” - Napoli (1742-45), dedicando al nostro la penultima delle Vite dà del cognome la seguente grafia: Spinga. Giuseppe Ceci scrive: Alfonso di Spigna.

Alla luce dei nuovi studi le discordanze di cui si è detto possono senz’altro ritenersi superate: 1) Il luogo di nascita è Lacco. Nei registri parrocchia-li di Lacco Ameno sono registrati gli atti di battesimo, di cresima e di morte:

“A di p/mo di Gennaro 1697, Io d. Vincenzo di leo con licenza del Rv Paroco D. Ambrosio Monti ho Battizzato Alfonso di spinga figlio di Dionisio spinga et Lucia Castaldo coniugi et l’haue tenu-to al battesimo Tomase patalano del quondam Gio:”“Alfonso di spingola della Parrocchiale Chiesa del Lacco figlio di Dionisio di spingola et Lucia Castaldo”, (dall’elenco dei cresimati dell’1.9.1697 n. 137).“A di p/mo novembre Io D. Dom.co Marona ho seppellito nella Congregazione dei Laici sotto il titolo di S. M.a dell’Assunta D. Alfonso di Spi-gnia coll’elezione della sepoltura, assistenza a ben morire, e munito dei S. Sacramenti”.

Nel libro dei conti della Chiesa di Visitapoveri il no-tar Cristoforo Di Spigna, nell’autenticare una dichia-razione del Di Spigna scrive: “... Alfonso Di Spigna del Lacco: che perciò io notar Cristoforo (Di Spigna) del Lacco istesso richiesto ho segnato”.

2) Pur avendo varie grafie del cognome, quelle citate ed altre ancora (di Spigno - de Spingnia - Di Spigna) c’è da dire che le vere e proprie generalità del pittore lacchese sono: ALFONSO DI SPIGNA. Rispondenti a questa indicazione sono le firme au-tografe sopravvissute che si trovano nel registro di Visitapoveri; la pala in S. Vito a Forio è siglata ADSF 1745, e l’Epifania in S. Michele (Monterone) riporta la seguente scritta: ALPHON/us DE SPI...

Anche della sua vita si hanno pochissime notizie. Bernardo de Dominici tracciandone alcuni tratti lo presenta come scolaro di Francesco Solimena ed aggiunge: col mezzo delle sue fatiche ha acquistato pratica nel colorire e, quel che più importa, di com-ponere istorie copiose di propria invenzione, avendo pronta l’idea nel partorire, e nell’eseguire ragione-volmente le sue pitture. Desideroso poi di conoscere alcuna parte della nostra Italia, ebbe l’invito di un cavaliere genovese che era venuto a Napoli a pren-dere i bagni di Ischia, e con esso per mare andò a Genova, ove dimorò sette anni, sempre operoso con suo utile,ma delle opere colà dipinte noi non abbia-mo.

Il ritorno da Genova avvenne prima del 1735, anno in cui comincia la serie dei pagamenti registrati nel-la Chiesa di S. Maria di Loreto, a cui si aggiungono i versamenti alla Congrega di Visitapoveri. Di quest’ultima il pittore fu membro dal 6 giugno 1747 alla morte, pagando ogni anno le cinquine e consegnando i barili di vino; ne fu priore nel 1755 e tre anni più tardi, in qualità di “razionale”, approvò il bilancio presentato dal priore Pietro Paolo d’Ascia. La sua firma fu apposta nel registro in data 30 dicem-bre 1758. Dal 1750 al 1759 il suo nome appare a più riprese nel registro di S. Maria di Loreto, giacché gli vennero corrisposte delle somme per quei quadri che si con-servano ancora. Nell’esercizio dall’8 ottobre 1750 all’8 ottobre 1751 si legge:

“Per tanti dati al sig. Alfonso de Spingnia per compimento di tutti i quadri fatti a detta chiesa ducati otto”.

Altri due ducati nel bilancio 1752/53, ed ancora 27 in quello dell’anno successivo, stranamente inseriti nelle spese della novena natalizia. Ancora 15 ducati nell’esercizio 1756/57, fino a che nel 1758/59 il conto viene chiuso con questa lunga annotazione:

“Pagati al sig. Alfonso di Spigno ducati 23, e gra-na trenta che avanzava dalla chiesa per resto de quadri, per li quali si era convenuto di non corri-spondere l’annualità dovuta alla chiesa per simile

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capitale, e da detto Spigno affrancatosi detto suo debito con detta summa ricevuta, e dalla chiesa dati in consegna a Vincenzo di Colantonio”.

Nel libro dell’introito e dell’esito della chiesa dello Spirito Santo ad Ischia (1752/75) ci sono annotazioni che permettono di affermare che egli avesse definiti-vamente stabilito il domicilio a Lacco.

Nel f.200 si legge:“A 10 agosto pagati in quattro volte al pittore D. Alfonso di Spigna per il quadro grande rappre-sentante l’effigie della calata dello Spirito Santo sopra agli Apostoli d. 80”

Cinque giorni più tardi maestro Aniello Santangelo riceveva una somma registrata come 07,3/4 (sette ducati, tre carlini e quattro grana?) “per il telaro del nuovo quadro dello Spirito Santo”. E più oltre: “Dato al giovane del suddetto Pittore D. Alfonso di Spi-gno 0,60” ed ancora “Per il trasporto del nuovo qua-dro dal casale del Lacco in Ischia 0,20”.

LE OPEREBarano Parrocchia di S. Sebastiano Annunciazione Tobiolo con l’angelo RaffaeleForio Parrocchia di S. Vito La Pietà Madonna con S. Vito e S. Caterina d’Alessandria Congrega di Visitapoveri Martirio del Battista Visitazione Sposalizio della Vergine Natività Annunciazione L’Assunta L’Immacolata Casa privata Guarigione di Tobia Parrocchia di S. Sebastiano Annunciazione Parrocchia di S. Michele Immacolata S. Michele Adorazione dei pastori Chiesa di S. Maria delle Grazie Madonna Chiesa di S. Maria di Loreto Riposo durante la fuga in Egitto Presentazione della Vergine al tempio Annunciazione Visitazione Circoncisione

Ischia Chiesa dello Spirito Santo La Pentecoste Cattedrale S. Giuseppe Chiesa di S. Antonio S. Antonio Levitazione di S. Giuseppe da Copertino Stimmate di S. FrancescoNapoli Chiesa dell’Ascensione a Chiaia La rinuncia di Celestino V Agar soccorsa dall’Angelo Abramo davanti agli Angeli S. Agatone Leone X — Leone III Bonifacio IVLacco Ameno Chiesa SS. Annunziata Annunciazione(la tela risulta rubata e non esistono fotografie)

Madonna - Tela da poco nota e di proprietà privata da attribuire senz’altro

al pittore Alfonso Di Spigna

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AGAR ◀

( Chiesa dell’Ascensione a Chiaia - Napoli)

La tela si ispira, invertendo l’ordine della com-posizione, a quella del grande maestro, esposta a Capodimonte nella raccolta del Banco di Na-poli; ma al posto del giunonico personaggio so-limenesco appare una figuretta diversa, comune a dipinti del coetaneo De Mura, mentre l’ange-lo è lo stesso che da posizione opposta appare nell’Annunciazione in S. M. di Loreto.

LA PIETÀ

( Chiesa di S. Vito in Forio )

E’ l’unico dipinto di questo soggetto nella va-sta produzione dell’isolano, che non sembra prediligere le scene drammatiche. Qui le figure sono disposte in modo da imprimere a tutta la composizione un ritmo circolare. Lo sfondo è occupato da nubi grigiastre, con un gruppetto di angeli su una nuvola più chiara, che serve a chiudere in alto il cerchio, e una macchia di al-beri sulla destra che serve a creare un’illusione di profondità. I gruppi sono ben distinti, sepa-rati da una linea sinuosa che nella parte alta è una zona più chiara nel cielo nuvoloso, contro cui spiccano il vestito verde di S. Giovanni ed il profilo di Giuseppe d’Arimatea; in basso è il cor-po del Cristo raffigurato di scorcio. Servono di legame il bel braccio della Maddalena, inginoc-chiata di tre quarti, che s’incrocia con quello del Redentore, e lo sguardo dell’angelo che regge il sudario e fissa la Madonna. In tutta la composizione, in cui predominano i toni smorzati, il pittore seppe mantenere un no-tevole equilibrio ed evitare esagerati accenti pie-tistici con una discrezione che è un segno della sua maturità artistica. La luce viene dalla sinistra ed indugia sul tora-ce del Crocifisso, scivola sul collo e sulla guan-cia destra della Madonna, lasciando in ombra una parte del volto. L’inclinazione del capo della Vergine, e quello del Cristo creano nella compo-sizione un secondario ritmo circolare che felice-mente si innesta in quello di tutte le figure.

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MADONNAcon S. VITO e S. CATERINA

(Parrocchia di S. Vito - Forio )

S. Vito e S. Caterina d’Alessandria chiedono alla Madonna protezione per la cittadina. Una delle poche opere firmate e datate: ADSF 1745. Purtroppo è assente quella finezza che ap-pare in altri dipinti: le figure sono banali, imbor-ghesite; una delle parti migliori del quadro è da considerarsi la veduta di Forio settecentesca. Si salva inoltre la figura della Vergine; le vesti sono di un bianco grigiastro ricoperto da un manto azzurro pallidissimo e drappeggiano con musi-cali curve la bella persona adagiata sulle nubi.

RINUNCIA di CELESTINO V

( Chiesa Ascensione a Chiaia - Napoli )

1 personaggi sono familiari alle tele isolane. Il bambino, derivato da quello sulla spalla di S. Cristoforo nella tela di F. Solimena in S. M. di Monte Olive-to a Napoli, è lo stesso che a Cuotto e nell’abside di S. Vito, mentre è chiaro che per la Vergine posò la stessa mo-della dell’Annunciazione in S. M. di Loreto, e qualche angelo riappare nella pittura isolana

***PENTECOSTE

(Chiesa dello Spirito Santo - Ischia)

Dipinta quando Alfonso Di Spigna aveva già settantun anni. I contorni delle figure ed il colore, a chi osservi il quadro molto da vicino, appaiono un po’ cru-di, ma anche da breve distanza si vede che la pe-nombra regnante nell’abside sfuma i contorni e c’è da pensare che il pittore tenesse presente il luogo a cui il suo lavoro era destinato. Il ritmo circolare tanto caro all’artista trova qui il suo completo trionfo. La tela è divisa in due gruppi : in basso gli Apo-stoli scaglionati attorno alla Madonna, in alto un tripudio di angeli circonda la colomba dello Spirito Santo. Si potrebbe pensare che in questa tela il pittore isolano non dicesse nulla di nuovo: la Vergine è la sua modella preferita, gli apostoli i pastori dell’Epifania in S. Michele a Forio. Ma le dimensioni insolite della tela sembra abbiano esaltato il genio dell’artista per infondere energia alla sua pennellata, una energia che si sprigiona dai panneggi delle vigorose figure maschili, dal gesto della Vergine, che guarda in alto^ creare un nesso fra questo gruppo e quello in alto.

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ANNUNCIAZIONE

( Chiesa di S. Sebastiano - Barano )

Si può confrontare con pittura umbra di Se-bastiano Conca. La Madonna incrocia le brac-cia sul petto come la Maddalena nella Pina-coteca di Perugia; l’Angelo Gabriele, anche se ha un adagiamento rigido, presenta gli stessi calzari ed i delicati veli di quello che reca la Comunione alla Santa penitente, mentre la Vergine inchina il capo come nell’Annuncia-zione di scuola del Conca nella chiesa dela Manna d’Oro a Spoleto. La tela, da poco restaurata, potrebbe appari-re un tantino ingenua nella composizione, se non apprezzassimo le linee incrociate, il par-ticolare del lilium castitatis su un tavolinetto in secondo piano, l’edonismo delle mani della Vergine, delle braccia del Nunzio, rese abil-mente di scorcio, dei bei panneggi.

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La VISITAZIONE

( Chiesa di Visitapoveri in Forio )

1 personaggi si dispongono contro lo sfondo di una città turrita secondo un ritmo circolare. La Madonna porta un bizzarro cappellino, quasi una cineseria, a denotare che viene da lontano. In un angolo a sinistra S. Giuseppe tanto diverso da quello dello Sposalizio, con la fronte calva e lo sguardo triste.

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SPOSALIZIO DELLA VERGINE

( Chiesa di Visitapoveri - Forio)

Le figure sono collocate nello spazio ben sot-tolineato dalla presenza dei gradini e si dispon-gono come la base di una piramide che ha per vertice gli angeli. I colori sono terrosi e privi di lucentezza.(Foto in 1. pag. di copertina)

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L’ANNUNCIAZIONE

( Chiesa di Visitapoveri - Forio )

Uno degli ovali più belli. In alto un nimbo di angioletti ruota attorno alla colomba dello Spi-rito Santo, il Nunzio ripete il gesto di quello del quadro di Barano. Il modello qui è, però, un al-tro: ritratto di profilo, un efebo dalle carni sode, vestito non di diafani veli, ma di un panneggio vorticoso, pesante, dai profondi chiaroscuri. An-che qui un vaso di fiori in secondo piano tra le due figure, non più una trasparente boccia cri-stallina su un mobiletto dai contorni vaghi che sfuma nella penombra, ma un recipiente solido su un tavolino dalle gambe spigolose e panciu-te che la luce mette in evidenza. La Vergine non è la fanciulla timida che abbassa gli occhi, ma una donna che, interrotta mentre prega, si volge di scatto e fissa con sorpresa l’interlocutore. Vi-vacissimo il movimento del manto che si apre a mostrare la torsione del tronco.

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S. MICHELE

( Parrocchia di S. Michele - Forio)

Si potrebbe avvicinare a quello del Solimena in S. Giorgio a Salerno. Le figure ammassate ven-gono fuori da una atmosfera fumosa. C è diligen-za nel disegno, ma la mancanza di spontaneità si avverte subito. L’Onnipotente è la stessa figura immota nella pala di S. Vito tradotta in tinte più cupe. Gli angeli ribelli sui quali piomba l’Ar-cangelo sembrano ripresi dalle anime purganti nella pala della Madonna delle Grazie di Paolo de Mattheis nella chiesa dello Spirito Santo ad Ischia Ponte.

Tutte le notizie di queso servizio su Alfonso Di Spigna sono tratte dalle seguenti opere del prof. Giuseppe Alparone:— Appunti storico-artistici: Alfonso Di Spigna, Napoli 1968.— Ricerche su Alfonso Di Spigna in “Ricerche, contributi e memorie” vol. II - Atti del Centro Studi su l’Isola d’Ischia - 1984

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NATIVITÀ

(Chiesa di Vtettapoverl = Forto )

Presenta colori leggermente più foschi ed an-ticipa la grande pala dello stesso soggetto in S. Michele a Forio. Con la consumata maestria che bisogna riconoscergli, il pittore scandisce lo spa-zio e lo fa risaltare dalla collocazione delle figu-re, tutte racchiuse, in un ideale cono. La Vergine è una fiorente matrona che presenta il figlioletto all’ammirazione dei pastori.

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ADORAZIONE dei pastori

( Parrocchia di S. Michele = Forio )

E’ firmata ALPHONus DE SPI... MDCCLV: la scritta appare sul gradino, dall’alto in basso, tra-sversalmente. Il pittore replica la tempera di Visitapoveri, accrescendone le dimensioni, incupendo le tin-te con una pennellata fuligginosa che crea uno sfondo cupo sul quale i colori terosi dei perso-naggi risaltano assai poco. La composizione è identica, c’è anche il particolare dell’agnellino legato e deposto sul gradino. La Madonna è la stessa che nell’altro quadro. S. Giuseppe appare invecchiato, i pastori sono figure più vigorose, ed anticipano gli apostoli della Pentecoste.

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L’INSEDIAMENTO DEI DI SPIGNA nel Casal del Lacco agli inizi del ‘700

di Giovanni Castagna

Il prossimo primo novembre ri-corre il bicentenario della morte del pittore ALFONSO DI SPIGNA, nato nel Casal del Lacco il primo gennaio 1697 e seppellito “nella Congregazione dei Laici sotto il titolo di S. Maria dell’Assunta” il primo novembre 1785.

Gli studi del professore Giu-seppe Alparone hanno tratto dall’oblio quest’illustre cittadino lacchese, di cui fino a pochi anni addietro, si avevano notizie fram-mentarie e del tutto imprecise.

Lo scopo di queste note è quel-lo di apportare alcune precisioni sulla famiglia Di Spigna e sul suo insediamento nel Casale del Lac-co.

*****La prima volta che, nei registri

parrocchiali della SS.ma Nunzia-ta del Casal del Lacco, compare il cognome DI SPIGNO è nella trascrizione seguente, redatta dal parroco Don Paulo Monti: “Adì 3 d. gennaro 1639 Io D. Paulo Mon-ti parrocho ut supra ho seppelli-to nella mia parrocchia COLA DI SPIGNO ab intestato” (1)

Lo stesso parroco, nel libro dei Battezzati, trascrivendo, il 21 set-tembre 1640, il battesimo di Vit-toria Musso, di Giovanni Musso e Carmosina Zavota, aggiunge: “et l’hane tenuto ali. fonte DIONISIO SPIGNA”. (1)

Cinquantaquattro anni dopo, precisamente il 23 marzo 1694, compare il nome DIONISIO DI SPINGO, che sarà il padre del ce-lebre Alfonso.

Sembra poco probabile che Dio-nisio Spigna del 1640 e Dionisio di Spingo del 1694 siano la stes-sa persona. Il padre di Alfonso, muore nel 1749 ed anche volendo dargli soltanto una decina d’anni

per poter, nel 1640, tenere al fonte una neonata, sarebbe morto alla veneranda età di 119 anni, avve-nimento questo che l’estensore dell’atto di seppellimento avrebbe senz’altro singolarizzato. (2)

Ad ogni modo, soltanto verso la fine del ‘600 e agli inizi del 1700 i DI SPINGO appaiono con una certa frequenza nei registri par-rocchiali. Dionisio Di Spingo nel 1694; Vicenza Di Spingo nel 1701; Dominico Di Spingo nel 1704 tie-ne al “sacro fonte” tre neonati; nel 1717, Lucrezia Di Spingo. Nel 1718 (21 marzo) è registrato nel Liber Mortuorum, COSMO DI SPIN-GOLA, “morto naufragato”. (1)

La trascrizione del cognome, come già si è potuto notare, pre-senta non poche varianti, ma lo studio dei registri parrocchiali permette di mettere in rilievo al-cune costanti:

a) DI SPINGO - trascrizione del parroco Don Ambrosio Monti e di Don Vincenzo Di Leo. (3)

b) DI SPIGNA - trascrizione di D. Andrea Monte.

e) DI SPINGOLA - trascrizione del parroco Don Giovanni Monti.

d) DI SPIGNA/O; DI SPIGNIA/O; DI SPINGNIA/O: trascrizioni del parroco D. Aniello Monti.

Tali costanti si notano in tutti i registri e, non poche volte, la stes-sa persona ha il cognome trascrit-to con forme diverse. Si confronti, ad esempio, nell’elenco dei cresi-mati del 1697:

16 Restituta DI SPINGO, figlia di Dionisio DI SPINGO et Lucia Castaldo (...)

137 Alfonzo DI SPINGO LA (...) figlio di Dionisio DI SPINGOLA et Lucia Castaldo... (4)

La trascrizione abnorme è quel-

la del parroco Don Giovanni Mon-te. Per quanto concerne, invece, l’alternanza SPIGNO/SPINGO/ (SPIGNA/SPINGA), le due forme potevano coesistere sul modello “spegno/spengo; vegno/vengo”.

Per le varianti SPIGNIA e SPINGNIA, si deve considera-re che siamo alla fine del ‘600 e, per quanto riguarda la grafia nei registri è come se fossimo ancora nel XV secolo, quando anche nei testi letterari s’incontravano for-me del tipo: DEGNIO, DENGNO, DENGNIO..., dove “i” è completa-mente inutile e dove con “ngn” si cercava di trascrivere la lunghezza della consonante palatale, possi-bile solo in posizione intervocali-ca. Nei registri incontriamo forme come: ANGNIESA, INGNIATIO, CASTANGNIA e il primo Catuo-gno che arriva da Capri è trascritto CATUONGNIO.

Il ritardo si nota soprattutto in alcuni nessi, come per es.: zi + vo-cale, sempre trascritto, alla latina, con ti + vocale: Annuntiata, Indo-centio, Lucretia, Grafia...

Per l’alternanza della desinenza DI SPIGNA/DI SPIGNO, bisogna ricordare che, almeno fino agli ini-zi del ‘700, si nota, nei registri, la tendenza a dare la marca del gene-re anche ai cognomi, sicché ad un Simone PATALANO corrisponde una Simona PATALANA. Abbia-mo, quindi, la serie: Migliaccio/Migliaccia, Di Siano/Di Siana, Castagno/Castagna... Col passar del tempo una delle forme preva-le. Sembra, tuttavia, conclusa, in questo periodo, la formazione del femminile mediante meta-fone-si, come: Santillo Piro / Santella Pera, Francisco Russo / Francesca Rossa, Felice Di Lustrio / Felice di Lostria, Cosimo Buono / Cosima Bona..

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Ad ogni modo, per quanto con-cerne i DI SPIGNA, dal 1736 in poi sembra predominare la forma DI SPIGNA, con qualche raro DI SPIGNO o DI SPIGNIO, anche se il notaio Cristoforo, fratello di Al-fonso, continua a firmare, “di suo carattere”: Notar Cristoforo De Spigna. (5)

Per il loro insediamento nel Casal del Lacco, i Di Spigna trova-rono un valido aiuto nella famiglia Calise, originaria di Forio. Furono i Calise a metterli in rapporto con le più grandi famiglie del Casale.

Si confrontino, a questo propo-sito, i nomi dei “compadri” e delle “comadri” che tennero al “sacro fonte” i figli di Dionisio Di Spingo e di Lucia Castaldo.

La “comadre” di Restituta Di Spingo è Antonia Marona, moglie di Marino Calise. Lorita e Cristo-foro sono tenuti a battesimo da Anna Balerano, moglie di Sabato Gaitano Calise. Anastasia è tenu-ta a battesimo da Nicola Calise. D’altra parte, Dominico Di Spingo tiene a battesimo, il 16 aprile 1704, Grazia Calise, figlia di Gaitano Calise; il 28 maggio dello stesso anno, Rosa Calise, figlia di Lonar-do Calise, e, il 23 ottobre, Anna Bruna Calise, figlia di Francisco Antonio Calise.

Tutti questi Calise, tranne Ni-cola, sono figli di Gio. Battista Ca-lise e Diana Patalano, imparentati con le migliori o, se non altro, più ricche famiglie del Casal del Lac-co:

Marino sposa, il 4 febbraio 1684, Antonia Marona, figlia di Gio. Antonio Marona e Olimpia Marona;

Sabato Gaitano sposa, il 22 marzo 1695, Anna Balerano, figlia di Marco Valera(no) e Benedetta Pera; (6)

Francisco Antonio sposa, il 28 febbraio 1699, Lucia Patalano, fi-glia di Dominico (detto Micco) Pa-talano e Margarita Di Siano;

Restituta sposa, il 18 dicembre 1692, nella “Chiesa di Santa Ma-ria della Grazia”, Francisco Vale-rano, figlio di Marco Valera(no) e Benedetta Pera, quindi, fratello

di Anna. Al matrimonio fanno da testimoni: il clerico Sebastiano Monte, il clerico Giovanne Vale-rano, Antonio Piro di Stefano e Francesco Antonio Monte di Da-vid. Nicola Calise è figlio di Dominico Calise, fratello di Gio. Battista. Alfonso Di Spigna è tenuto al “sacro fonte” da “Tomase Pata-lano del quondam Gio.”. In quel periodo a Lacco nessuno dei Pa-talano corrisponde a quelle, sia pur sommarie, generalità. Deve, quindi, trattarsi d’un parente di Diana, fratello, forse, di Gennaro Patalano della Terra di Forio, che, il 16 gennaio 1701, sposa Angela Monte, figlia di Antonio Monte e Cassandra Calise, la quale Ange-la Monte tiene a battesimo, il 25 marzo 1706, Nunzia Anastasia Di Spingo, ultima figlia di Dionisio e Lucia. Il padrino di cresima di Alfon-so Di Spigna è ancora un Calise, Francisco Antonio, e non Lonardo Antonio. I vincoli di amicizia con i Calise devono essere stati tanto forti che l’unica volta in cui s’incontra come testimone Lucia Castaldo è al ma-trimonio di Francisco Antonio Ca-lise con Lucia Patalano. I Di Spigna, quindi, grazie ai Ca-lise, sono in rapporto con le più grandi famiglie del Casale. Con i Monti allacciano vincoli di pa-rentela tramite il matrimonio, nel 1700, di Vincenza Di Spingo e Giulio Monte, figlio di Mario Mon-te e Violante Monte, la quale era figlia di Sebastiano Monte e Felice Monte. Con i Balerano i rapporti si stringono tramite il matrimo-nio, nel 1716, di Lucrezia Di Spi-gna con Marco Aniello Valerano, fratello di Francisco, marito di Restituta Calise, e di Anna, moglie di Sabato Gaitano Calise. Un’altra Di Spigna, Caterina, sposa Andrea Costa, nel 1728.I rapporti di amicizia con i Calise saranno mantenuti anche da Al-fonso e da Cristoforo e, non poche volte, li incontriamo come padrini di battesimo, in persona o “procu-ratorio nomine” , dei figli dei Cali-

se. Alfonso Di Spigna sarà anche il padrino di cresima, nel 1735, di Cesare Di Siano, figlio del Sig. Dottor Fisico Gaetano Di Siano e di Catarina Castaldi. Catarina era forse una parente della madre di Alfonso e la troviamo, infatti, pre-sente al battesimo di Antonio Co-sta, figlio di Andrea e Caterina Di Spigna. Seguendo con attenzione que-sto intrecciarsi di matrimoni, ci accorgiamo che i Calise, originari di Forio come i Patalano, fanno seguire ai Di Spigna, alle donne naturalmente, lo stesso itinerario da loro già sperimentato. La scelta cade su pochissime famiglie con le quali già qualche loro antenato aveva stretto vincoli di parentela. -L’unico apporto nuovo è rappre-sentato dai Valerano. Tutti Calise di cui abbiamo parlato, discendo-no da Marino Calise e Anna Iaco-no, venuti da Forio. Oltre Gio Bat-tista, la coppia ebbe altri due figli: Dominico e Cassandra, la quale sposa Antonio Monte e una loro figlia, Angela, ssposerà Gennaro Patalano di Forio, imparentato con Diana, moglie di Gio. Battista. Le Di Spigna seguono lo stesso cammino: Monti, Valerano e con Costa si ritorna ai Patalano di Fo-rio. Andrea, infatti, è figlio di An-tonio Costa e di Isabella Patalano, figlia di Simone Patalano e di Be-atrice di Nacera, oriundi di Forio. Guidati dai Calise, i Di Spigna si inseriscono nel Casale del Lacco e vi prosperano. In un atto di batte-simo, trascritto da Don Giovanni Monte, si legge: “ritrovato nelle case di Adonitio Di Spingola”. Tralasciando la particolarità del nome, “Adonitio” (dovuto alla fer-tile fantasia del parroco), ciò che colpisce è “nelle case”. Altrove i parroci scrivono “nnanzi la casa” o “nnanzi la porta”. Questo dimo-stra che la dimora dei Di Spigna doveva essere piuttosto sontuosa. Ad Alfonso capita lo stesso inci-dente, ma il redattore dell’atto scrive più semplicemente: “ritro-vato nnanzi la porta di D. Alfonso Di Spigno”. I Di Spigna intrecciano rappor-

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ti di amicizia e di parentela con i Marena, i Monti, i Balerano, i Co-sta, i Di Sonnino, tutta gente di cui si possono, almeno in parte, valu-tare i beni, grazie soprattutto alle indicazioni del Notar Cristoforo De Spigna. Ma su questo argo-mento ritorneremo in altra sede. Vorremmo presentare Dominico Di Spingo, l’antenato dei Di Spi-gna di Lacco.

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Dominico Di Spingo appare, come abbiamo detto, nei registri parrocchiali di Lacco nel 1704, per il battesimo di Grazia Calise. Il parroco precisa: “Dominico Di Spingo di Forio”. E’ il più attivo dei Di Spigna ed intreccia rapporti di amicizia con famiglie non solo di Lacco. Nel 1718, Dominico fa da testi-mone alle nozze di Tomase Piro di Casamicciola con Angela Ma-rona di Lacco e, l’anno dopo, tie-ne a battesimo il loro primo figlio, Francesco Antonio. In questa oc-casione il parroco Don Giovanni Monte scrive: “Dominico di Spin-gola del quondam Gaetano”. Que-sta precisazione lascia un po’ per-plessi, perché nessun figlio di Do-minico porta il nome di Gaetano o Gaetana, eppure ne ebbe dodici. I più che amichevoli rapporti dei Di Spigna con i Calise di Lacco si devono sicuramente a sua moglie,Colonna Calise, forse una parente di questi ultimi. Dominico ebbe sei figli da Colonna Calise. Rima-sto “viduo” nel 1724, si risposa, il 29 gennaio 1729, con Restituta Marona, figlia di Gio. Aniello Ma-rona e Costanza Monte, e diventa padre di altri sei figli. Quasi sicuramente era negozian-te di vino e lo smerciava soprattut-to verso Genova. Possiamo dedur-lo dal nome di coloro che tennero a battesimo alcuni dei suoi figli. Il primo figlio, Gennaro Crescien-zo, è tenuto a battesimo, nel 1710, da Patron Gio. Battista Buono di Genova. Cecilia Monte, nel 1718, tiene a battesimo Felice Maria, “procuratorio nomine” di Lazzaro

Buono di Genova. Eugenia Cate-rina, terza figlia di Dominico e di Restituta Marona, è tenuta a bat-tesimo da Agostino Paganetto di genova, nel 1730. Nel 1732, infine, il figlio “Gendaro” è tenuto a bat-tesimo da “Giacomo buono di Ge-nua di buono sole”. Interpretando la benedetta grafia del parroco Don Giovanni Monte, Gennaro Di Spingo è tenuto a battesimo da Giacomo Buono di Genova, più precisamente di Bonassola (a 41 km da La Spezia). (7) Dominico Di Spingo, d’altra par-te, era in rapporto con i Maltese di Forio, alcuni dei quali,sem-bra, possedevano “ricchi negozi” per lo smercio del vino. Ed un Maltese di Forio, Nicola Antonio, farà da “compadre”, nel 1710, a Vito An-tonio, secondo figlio di Donminico e di Colonna Calise. Sulla base di questi dati non ci sembra tanto illogico pensare che

il giovane Alfonso, “desideroso di conoscere alcuna parte della nostra Italia”, si sia rivolto a zio Dominico e sia partito per Genova su uno di quei battelli, che quasi quotidianamente approdavano “alla-marina del Lacco”, affida-to alle cure del “Patron” e forse a uno dei Buono di Bonassola. L’i-potetico invito “di un cavaliere genovese, ch’era venuto a Napoli a prendere i bagni d’Ischia” (8) per curarsi i reumatismi e che ripartì, per mare, in compagnia del giova-ne Alfonso, a parer nostro, sembra riallacciarsi troppo al noto sche-ma di tante biografie di artisti, scoperti e compresi sin da quando il loro genio era ancora in erba, soltanto da forestieri di passaggio. Non potendo, però, dimostrarlo pienamente, ci limitiamo soltanto a formulare l’ipotesi.

Giovanni Castagna

NOTE

(1) Nome messo in risalto da noi.(2) Non poche volte nelle trascrizioni dei seppellimenti i parroci precisano l’età del defunto: “il sudetto aveva 86 anni fatti a 9bre” — “vecchio di settantasei anni in-circa” — “vecchia di settanta sette anni incirca” — “morì di anni 76 mesi 6 giorni 7”(3) La trascrizione esatta di Don Vincenzo Di Leo è la seguente. “... ho battizzato Fonzo di Spingo figlio di Dionitio di Spingo et Lucia Costaldo” Mani sacrilegamen-te caritatevoli hanno corretto, con inchiostro diverso, il nome Fonzo in Alfonzo e cambiato di Spingo in di Spinga.(4) La lista dei cresimati dell’1 .9.1697 comporta 151 nomi. Si notano grafie diverse.(5) Nota delle annualità della Chiesa del Santissimo Rosario del Lacco. - Archivio di Santa Restituta.(6) Anche per questo cognome le trascrizioni sono diverse. Il capostipite è Fran-cesco Valera “di Calabria, terra di Galatro, delle diocese di Milito”, che il 25.7.1632 sposa ANGNIESELLA MARONA. Pochi anni dopo, il cognome comincia avariare: Valerano, Balerano, Vallerano, Ballerano, Balirano (7) Eppure lo stesso parroco aveva già scritto, il 26.1 1715: “ et l’hane tenuto Ceci-lia Monte procuratorio nomine di Andonio d’Agostino di bonasora della riviera di Genua”Per quanto riguarda Agostino Paganetto, nei registri si incontra anche nel 1969 un Alberto Paganetto di Genova.(8) Di questo cavaliere genovese parla B. De Dominici in “Vite dei pittori, scultori e architetti napoletani non mai dati in luce da alcuno”- Napoli 1742-1745. (cita-zione tratta da G. Alparone - Appunti storici artistici. Alfonso Di Spigna - Napoli, febbraio 1968).

N. B. Tutte le notizie sono state tratte dai registri parrocchiali di Lacco Ameno. Vadano i nostri ringraziamenti al Parroco Don Franco Patalano.

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Viaggio nel mondo della scuola

Il solito lento avvioDisagi per gli studenti dell’Istituto Alberghiero

di Raffaele Castagna

L’anno scolastico 1985/86 ha avuto inizio nel modo ormai consueto di un lento avvio la mac-china scolastica con tutti i suoi ingranaggi vari non riesce quasi mai a partire normalmente ed in piena carburazione, come magari è nelle in-tenzioni dei suoi programmatori più lontani dal-la realtà di certe situazioni particolari. Soltanto all’ultimo momento ci si accorge di insufficienze e di carenze che pur costituisco-no elementi di una problematica nota e vissuta giorno dopo giorno, in quanto con la gran massa di alunni e studenti ogni famiglia ne è di certo partecipe ed interessata direttamente, compre-se quelle di amministratori e di competenti re-sponsabili. Strutture insufficienti o inadeguate, manu-tenzione troppo spesso trascurata, trasporti, mancata completezza degli organici dei docen-ti, ancora in fase di trasferimenti da una scuola all’altra, assoluto silenzio sulla distribuzione dei buono-libri, questi i punti più evidenti ed incisi-vi che qualificano ancora l’inizio dell’anno scola-stico che ha vissuto quasi due mesi di vita.

L’ISTITUTO ALBERGHIERO

Tutto ciò può d’altra parte inserirsi in quello che è l’aspetto ordinario del problema, spesso ci si trova di fronte anche a situazioni specifiche ben più gravi e risonanti negativamente. Ischia ne vive una legata all’Istituto Alberghiero di Stato che, pur costituendo un tipo di istruzio-ne di maggiore efficacia per i giovani isolani, è costretto a funzionare in condizioni di notevole disagio, perché privo di sede propria e adeguata alle sue esigenze che sono, in senso pratico, l’es-senza della scuola stessa. Il problema non è del momento e quindi scop-piato all’improvviso, ma risale agli anni in cui questa terra si affacciava al turismo che ne de-terminava lo sviluppo economico e sociale. Al

fenomeno è rimasto estraneo l’interesse per una scuola opportuna e capace di preparare le forze lavorative locali, destinate a sostituire quelle ini-zialmente provenienti dal continente. Per anni il problema è stato dibattuto, accettato nella sua enorme importanza per l’isola e nella necessità urgente di soluzione, ma il passaggio alla concretezza è stato sempre lento ed ancora oggi si presenta tale l’Istituto lui dovuto sempre adattarsi a soluzioni provvisorie e di fortuna. 11 problema investe attualmente la “succursa-le” ubicata nell’ex caserma dei carabinieri in via Roma e dove peraltro si trova la maggior parte delle aule con 340 alunni. In una intervista al Mattino il vice-preside prof Gennaro Zivelli parla di “un degrado fin troppo e-loquente. Studiare o insegnare con la sola luce di una lampadina, o col vento gelido che entra dalle finestre completamente aperte, non rap-presenta certo una situazione ideale”. Pavimenti divelti, intonaci cadenti, finestre a pezzi, servizi igienici carenti. Sempre sul Mattino si legge che il Comune ha “già inviato un tecnico per un sopralluogo ispet-tivo, per provvedere almeno alle opere urgenti, che consentano il regolare svolgimento delle le-zioni”. Ci si può facilmente chiedere ma non sapeva il Comune e per esso l’Amministrazione che lo sta-bile di sua proprietà versa nelle condizioni de-scritte ed ospita peraltro la scuola alberghiera? Se non ci fosse protesta, gli edifici crollerebbero nell’indifferenza generale?

LA SCUOLA TRASCURATA DAI POLITICI

La politica isolana ha in genere trascurato una vera e propria programmazione di strutture e di attrezzature scolastiche ed oggi i riflessi si avver-tono un po’ dovunque, ma in maniera più con-siderevole in alcuni Comuni, ponendo le attuali

La Rassegna d’Ischia 7/1985 17

amministrazioni e gli attuali responsabili (siano o meno ancora quelli del passato oppure gente nuova) in e-normi difficoltà per la serie di inter-venti richiesti e necessari ai vari livelli. Critica è per esempio la situazione nel comune di Forio (in questo stesso numero pubblichiamo una intervista con l’assessore al ramo prof. Sal-vatore Matterà), a causa di carenze che toccano quasi tutte le scuole locali ed in particolar modo quella materna e quella media inferiore, essen-do utilizzati ambienti scarsamente rispondenti alla permanenza di ragazzi in tenera età. Provvedere a tante esigenze è senz’altro im-possibile, se si vuole tutto e subito, ma bisogna pur partire ed avviare un piano, una politica che in un arco di tempo giusto preveda e concretiz-zi il superamento di disfunzioni, di carenze e di disagi. Se si continua ad adagiarsi nei rinvii e nell’indifferenza, il problema rischia di peggio-rare sempre più. Purtroppo qui ( e non solo a Forio) ci troviamo ancora a dover sperare di ottenere delle aule per il normale svolgimento delle lezioni, ambienti per poter praticare un minimo di educazione fi-sica e di attività pratiche, quando in altri centri, in altre città si parla di informatica, di nuoto, di tempo prolungato con la possibilità di svolgere programmi vari, si parla cioè di scuola in cui l’alunno avverta l’amore e l’interesse di sostare e non la costrizione perché vi può trovare scopi e finalità a lui congeniali e capaci di veramente promuovere la sua personalità e maturazione. La realtà scolastica contrasta con altri settori della vita isolana, in un paese in cui l’edilizia pri-vata ha costruito in modo legale ed illegale, la scuola pubblica presenta le sue carenze più no-tevoli nella assoluta insufficienza delle sue strut-ture ed attrezzature.

Il saluto del presidente della Repubblica

In occasione della ripresa dell’attività scolastica, il Presi-dente della Repubblica ha rivolto, per il tramite del Mini-stro della Pubblica Istruzione, un caloroso saluto ai giovani e alle loro famiglie perché il nuovo anno sia fecondo di ap-prendimento e di esperienze ed un pensiero di simpatia a quanti (docenti e personale della scuola) vivono e lavorano al loro fianco. Onorevole Ministro della Pubblica Istruzione, l’appun-tamento che si ripete ogni anno con l’inizio delle lezioni segna un momento assai importante per la nazione e non solo per la scuola, per questo è mio desiderio inviare un saluto cordiale a Lei e, per il suo tramite, a tutti coloro che sono impegnati, ad ogni livello, in questa grande istituzio-ne civile e culturale. Il mio pensiero particolarmente affettuoso, che si lega ai più cari ricordi personali, va agli studenti: tornare tra i ban-chi significa iniziare o riprendere un’esperienza in comune che è fondamentale per lo studio ma ancora di più per la vita; approfondire il rapporto con la realtà umana e sociale che ci circonda; percorrere l’avventura emozionante della scoperta e dell’apprendimento. E sono vicino alle famiglie, con il loro carico di responsa-bilità, di speranze, di legittime attese. Il futuro dell’Italia dipende in misura determinante dalla validità del nostro sistema educativo, dalla professionalità e dall’abnegazione di quanti vi si dedicano, dall’efficienza delle strutture, dalla qualità dei programmi e del loro pun-tuale e intelligente svolgimento. Ma i giovani e i genitori devono avere sempre ben presen-te di essere una componente attiva della Scuola. Essa potrà essere migliore e più giusta solo se la loro partecipazione e il loro impegno saranno pieni e costanti. Perché la Scuola (campo in cui delicato e vitale è il com-pito dello Stato democratico) raggiunga i suoi essenziali obiettivi così legati alla crescita civile, sociale e culturale del paese, è necessario che si realizzi una serena e operosa comunità di vita, di esperienza umana e di studio, in cui ciascuno svolga fino in fondo il suo specifico ruolo in un consapevole esercizio di doveri e di diritti. Un solidale augurio rivolgo a Lei, On. Ministro, ai suoi collaboratori, ai docenti di ogni ordine e grado, che della Scuola sono insostituibile asse portante. E’ stato detto, a ragione, che la più grande fortuna che pos-sa capitare a un giovane è quella di imbattersi in un buon maestro. Spero che molti, anzi moltissimi, siano gli studen-ti che abbiano questo prezioso dono. Conosco le difficoltà che gli insegnanti devono affronta-re nella loro quotidiana attività, ma conosco anche il loro spirito di sacrificio, la loro generosità, la loro preparazione. Altrettanto bene comprendo le difficoltà di tante famiglie, a cui la comunità e i poteri pubblici devono portare, anche per lo sviluppo della Scuola, un’attenzione partecipe e ri-solutrice, così come intendo con il cuore e con la mente le ansie, gli interessi, le delusioni dei giovani di fronte a una Scuola ancora perfettibile e a una società per molti aspetti a loro misteriosa. Ricordino sempre di avere una grande forza e un grande orizzonte: un’età meravigliosa e un lungo futuro. A tutti va fin d’ora la più viva gratitudine della grande fa-miglia che si chiama Italia.Buon lavoro,“Con Viva Cordialità Francesco Cossiga”

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La scuola a ForioIntervista all’assessore

Salvatore Mattera

L’anno scolastico è iniziato, a Iorio, con il soli-to richiamo alla mancanza o alla inadeguatezza delle strutture nei vari rami dell’istruzione pub-blica, conseguenza di una politica per lo più poco attenta verso tale settore da parte delle Ammini-strazioni comunali degli ultimi tempi. Dopo le ultime elezioni, che hanno riconfer-mato alla DC il ruolo di partito guida nel paese, ha assunto la delega della Pubblica Istruzione il prof. Salvatore Matterà che. uomo di scuola, do-vrebbe assicurare una più costante presenza ed attenzione verso i relativi problemi e le varie esi-genze locali ambienti adatti, riscaldamento nelle aule, trasporti, superamento di certe situazioni che hanno troppo di negativo. Occorre naturalmente un programma idoneo per recuperare il tempo perduto e sanare tante disfunzioni che si sono accumulate attraverso vari anni di completa dimenticanza nei riguardi del settore scolastico. Su tutta la situazione abbiamo interpellato il neo assessore alla Pubblica Istruzione, prof. Sal-vatore Matterà, il quale ben volentieri ha aderito al nostro invito.

Come punto di partenza chiediamo di farci un quadro esatto della situazione attuale.

Attualmente non si può certo affermare che la situazione strutturale delle nostre scuole sia ot-timale. Partiamo dalle scuole materne a Forio le sezio-ni di scuola materna, statale e non statale, sono ubicate tutte in abitazioni private e questo com-porta tutta una serie di problematiche che non possono essere risolte a breve termine. L’amministrazione, quest’anno, ha indirizzato i suoi interventi privilegiando la staticità e la igie-nicità dei locali per garantire il normale inizio delle attività didattici}e. Certo resta molto da fare, soprattutto per elimi-nare quei plessi di scuola materna che presenta-no carenze tali da non consentire una ottimale didattica. L’azione dell’amministrazione è indirizzata su due direttive a) creazione di nuovi edifici (allo Scentone è in stato di avanzata creazione un edi-ficio), b) locazione eli ambienti più idonei.

Per quanto riguarda la scuola elementare la si-tuazione è certamente migliore sotto tutti i punti di vista, in quanto solo al Cuotto operiamo in lo-cali privati, presi in locazione Per la scuola media il problema strutturale è complesso, in quanto operiamo in situazioni non ottimali, per quanto concerne sia il plesso di Monticchio (alcune aule sono ricavate con tramezzi di truciolato o materiale similare), sia quello del Rione Cenala (abitazione privata). Infine sia per l’Istituto Tecnico Nautico che per l’Istituto Professionale Femminile non esistono particolari problemi, se si tiene presente che essi sono ubicati in locali privati e per questo offrono un servizio die non può certo definirsi ottimale.

Forio, ormai all’avanguardia nel campo turi-stico isolano, non ha saputo egualmente met-tersi al passo con i tempi, per quanto si riferisce all’edilizia scolastica. Quale considerazione oc-cupa nei programmi della nuova amministra-zione il problema “scuola”?

Alla luce di quanto da me affermato, dobbiamo renderci conto che il problema “scuola” a Forio è molto complesso e che non può essere risolto in poco tempo Certamente questa esigenza di tutti i cittadini di Forio trova la più ampia atten-zione da parte dell’amministrazione comuna-le e, nell’ambito della disponibilità di bilancio, predisporrò tutti gli adempimenti necessari per portare sia in giunta che in consiglio un piano di interventi elaborati dall’Ufficio Tecnico, die preveda interventi di restauro e di adeguamen-to (riscaldamento.. ) dell’esistente, ed interventi finalizzati alla costruzione di nuovi edifici, ricor-rendo a prestiti o finanziamenti regionali o sta-tali. In questa ottica deve intendersi la delibera di giunta del 4.9 1985, con la quale si avvia l’iter per la costruzione di dieci aule prefabbricate di tipo pesante da ubicarsi presso la scuola media di Montic-chio, allo scopo di eliminare il plesso di Rione Genala.

In primo piano si pone non soltanto l’esigenza di realizzare aule decenti e sufficienti, ma an-che la necessità di dotare gli edifici di quelle attrezzature indispensabili che rispondono alla richiesta dei giovani : possibilità di fare sport in primo luogo.

Anche verso questa branca l’amministrazione ha rivolto il suo interessamento e provo tanta ama-

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rezza nel vedere abbandonata a se stessa la pa-lestra della scuola media di Panza. Mi propongo di ricorrere assieme agli amici dell’amministra-zione a tutte le forme che la norma consente per poter consegnate* questa opera vitale alla citta-dinanza del mio Comune e soprattutto ai giova-ni che hanno bisogno giustamente di strutture per attività sportive o ludiche che li allontanino da devianze drammatiche, come la droga. Nel contempo avvieremo l’iter per la costruzio-ne di strutture sportive (campi di tennis) daubicarsi in località già individuata e di cui chie-deremo con piani particolareggiati il finanzia-mento.

In epoca passata è stata spesso richiesta l’auto-nomia per la Scuola Media di Panza. Pensa che tale obiettivo possa essere raggiunto?

Anche quest’anno, come per il passato, abbiamo richiesto l’autonomia per la Scuola Media di Panza con delibera del consiglio comunale e mi auguro, an-che se la spesa pubblica è in fase di restringimento, che tale richiesta possa trovare un esito positivo.

***

Non più “LEI HA GIÀ’ VINTO!” NELLE CASSETTE DELLA POSTA

E’ nota l’azione contro la pubblicità ingannevole, o per lo meno equivoca, che più volte le associazioni internaziona-li degli editori di periodici hanno con insistenza proposto alle associazioni nazionali della categoria.Ora dobbiamo registrare la seguente nota pubblicata, sotto lo stesso titolo, nel numero di giugno 1985 di ORDI-NE TABLOID, organo ufficiale dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia.

“Complimenti, lei è stato scelto! Ha vinto...” Le casset-te postali di tutta Italia sono gonfiate, da mesi, da pac-chi di trionfanti annunci, in un tourbillon di concorsi a premi, legati a un piccolo “se acquista...”. Per molti, carta da cestino, diventata però quasi un’ossessione. Altri (e sono stati tanti, negli ultimi tempi) hanno “abboccato”: per mettersi in condizione di ricevere il premio “già sor-teggiato e a sua disposizione”, gli acquisti sono fioccati. Per il “fortunato vincitore” già la lunga coda davanti agli sportelli postali era un primo inquietante segnale di non esser poi l’unico baciato dalla sorte; poi, all’apertura del pacco, la delusione più cocente: il “ricco premio” beccato da chissà chi; per lui, soltanto una spillina a forma di luna, appena ingentilita da tre rubini da pataccaro. Delusione, proteste, qualche iniziativa giudiziaria. Final-mente, s’è mosso anche il ministero delle Finanze. Una circolare di Visentini ha infatti bloccato questa formula di concorsi a premi. “E’ un’opera di moralizzazione — hanno spiegato al ministero — per colpire un tipo di estrazioni a sorte organizzate, più che altro per motivi pubblicitari, da società di vendita per corrispondenza e anche da televi-sioni private”. Queste, naturalmente, potranno mettere a sorteggio tutti i premi che vorranno, ma devono cambiare formula: il concorso, insomma, non dovrà più creare l’il-lusione di essere “già” stati toccati dalla fortuna quando invece il sorteggio vero e proprio avverrà solo in un se-condo tempo. D’ora in poi, dunque, avverte la circolare di Visentini “le ditte che vorranno essere autorizzate ad indire un concor-so a premi, dovranno inequivocabilmente indicare le loro offerte e, nei loro messaggi pubblicitari, garantire il con-sumatore-concorrente che il premio promesso sarà attri-buito (sotto la sorveglianza dell’Intendenza di Finanza) a chi risulterà favorito dalla sorte in un’estrazione finale, alla quale saranno ammessi tutti coloro che sono stati in-vitati, a vario titolo, a partecipare all’estrazione. Niente più trucchi sui premi, insomma, e l’intervento mi-nisteriale è stato reso necessario dalle dimensioni che va assumendo, anche in Italia, la vendita per corrisponden-za. Gli esperti lo chiamano “effetto farmer”: il fenomeno si diffuse infatti vistosamente negli USA subito dopo la seconda guerra mondiale, e in particolare tra i “farmers”, contadini abbastanza facoltosi ma lontani dagli “shop-ping centers”. E da noi ormai per corrispondenza si vende di tutto: fiori, piante, libri, vini, formaggi... Un mercato di quasi mille miliardi all’anno, dominato da Postalmarket, Vestro e da Selezione. Ma l’obiettivo della circolare di Visentini — puntualizzano al ministero — non è di colpire o ridi-mensionare la vendita per corrispondenza, ma soltanto concorsi-premi imperniati su una formula poco chiara.

*

Di nuovo a RADIO MONTE EPOMEO

Il programma SCUOLA e FAMIGLIA

Radio Monte Epomeo, nell’ambito delle sue trasmissioni culturali, ha ripreso il programma “Scuola e Famiglia”, giunto alla settima edizione. L’invito a partecipare alla trasmissione, che va in onda tutti i mercoledì alle ore 16, è rivolto agli alunni delle quinte ele-mentari e agli alunni di prima e seconda media, naturalmente di tutta l’isola. Il programma è condotto da Geppino Fiorentino, Cecilia Guarracino ed Elena Silvestri.

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Gennaro Zivelli (PCI):La crisi dell’edilizia poteva esse-re risparmiata ai lavoratori, se si fosse costruito in modo orga-nico Su quali basi è stato possibile trovare una linea uni-taria tra le varie forze politiche di opposizione?

Ritengo che le preclusioni e l’arroganza della De-mocrazia Cristiana siano state la base di quella che tu definisci una “linea unitaria” tra le forze di opposizio-ne. Tengo a precisare comunque che si dovrebbe par-lare più, che di linea, di strategia perché tra le forze di opposizione resistono sempre differenziazioni che è sempre bene non ignorare. Noi teniamo, all’inter-no dello schieramento di minoranza, a privilegiare un rapporto più organico con il Partito Socialista, in primo luogo, e poi con gli amici della lista civica “La Campana”. Nessun rapporto organico esiste, né po-trebbe d’altronde esistere, con il MSI. La nostra posizione del resto è stata già chiarita in Consiglio comunale. Ma al di là di tutto questo, oggi, preme a noi quanto agli altri abbattere il potere de-mocristiano e questo sarà reso possibile nella misura in cui il PCI e il PSI soprattutto, tralasciando e accan-tonando questioni di politica nazionale e di strategie non sempre coincidenti, sapranno unitariamente porsi di fronte ai problemi. In questo resta comunque essenziale che i rapporti con la Campana siano sempre più stretti, perché rite-niamo che questa forza politica, dall’opposizione, stia facendo un ottimo lavoro in sintonia con quanto le minoranze propongono al Consiglio.

Come mai il confronto e la convivenza con la DC presentano tante difficoltà.

Io non parlerei di difficoltà quanto piuttosto di limiti invalicabili posti dalla stessa DC, nel momento in cui non rispetta le regole del gioco democratico. Questo partito, sebbene ridimensionato nelle ultime elezioni amministrative, ha tuttavia ottenuto la maggioranza assoluta che gli permette di governare da solo. All’interno di questa maggioranza, però, esistono spinte diverse che comunque io ritengo siano finaliz-zate all’ottenimento di maggiore potere per gli uni o per gli altri. Un partito che debba risolvere contraddizioni di questo tipo, si troverà quanto prima a dover fronteg-giare una profonda crisi al suo interno che potrebbe anche portare allo scioglimento del Consiglio comu-nale. Non si può sempre dire “sì” a tutto e a tutti. Quelli che prima erano contro Colella, oggi sono più che mai allineati con lui perché hanno ottenuto il posto di assessore o altro. Ma per far ciò si è do-

vuto scontentare altri che aspetteranno il momento opportuno per prendersi una rivincita. E’ naufragata miseramente la compattezza della DC e fa ridere Co-lella quando parla di blocco monolitico, quando poi tutti sanno che all’interno di questo blocco si erano aperte ferite profonde durante la campagna eletto-rale e altre continuano ad aprirsi e se ne apriranno in futuro. Vorrei, ad esempio, chiedere quanti all’in-terno del blocco monolitico condividano la sortita del Sindaco sui giornali locali e nazionali in relazione alle presunte torture nella caserma dei carabinieri.

Su quali punti esiste la possibilità di trovare una linea d’azione che sia concorde con il partito di mag-gioranza?

Credo di aver già risposto a questa domanda; vorrei solo aggiungere che, e l’ho già sostenuto in Consiglio comunale, fin quando resisteranno questo Sindaco e questa Giunta, nessun tipo di collaborazione sarà possibile con la Democrazia Cristiana. Direi piuttosto che per alleggerire la tensione, sarebbe opportuno che la DC convocasse i Consigli comunali nei tempi previsti dalla legge, quando richiesti da un terzo dei consiglieri, si decidesse a varare il consiglio di frazio-ne a Panza, e operasse per introdurre le commissioni consiliari a Forio.

Quali problemi hanno la precedenza nella visione del partito comunista?

I problemi della moralità pubblica. Ci sono ammi-nistratori e consiglieri di maggioranza abbastanza chiacchierati. Il PCI ha proposto che i consiglieri co-munali debbano rendere pubbliche le loro dichiara-zioni di reddito, ma l’invito è caduto nel nulla. E poi ci sono problemi drammatici come la disoccupazio-ne, soprattutto giovanile, la disoccupazione nel setto-re edilizio (perché la DC si ostina a non voler discute-re il Piano Regolatore?), il caos creato nel settore del commercio da una politica malaccorta e clientelare, la questione delle nuove residenze su cui sarebbe op-portuno aprire un’inchiesta giudiziaria, la tutela del paesaggio e la conservazione di tutto il patrimonio artistico; a tal proposito ho chiesto di prendere visio-ne di un verbale redatto dal Comando Vigili di Forio nel marzo di qualche anno fa, in cui venivano inven-tariati tutti i beni artistici di proprietà del Comune esistenti all’epoca sul Torrione. Tale verbale non mi è stato ancora consegnato.

Il PCI ha vissuto tempi bui a Forio, per quanto con-cerne i consensi degli elettori. Pensa che il partito sia in fase di riconquista di certe posizioni?

Perché negarlo. Eravamo impegnati in una lotta la cui giustezza oggi tutti possono verificare nei fatti. E’ bastato che qualcuno si decidesse ad applicare la legge per gettare nel caos un paese che finora aveva

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fatto finta, con opportune complicità, di non vedere quello che stava accadendo sotto gli occhi di tutti. Co-lella continua a sostenere che se le cose sono andate come sono andate è stato per assicurare benessere e occupazione. Noi non condividevamo allora questo giudizio e non lo condividiamo oggi, anzi lo riteniamo sconvolgente per un amministratore pubblico. La crisi dell’edilizia poteva essere risparmiata ai lavoratori, se si fosse costruito in modo organico, con l’approvazione del P. R. G. che avrebbe potuto garantire i lavoratori del settore e non con la speculazione che di fatto è ser-vita solo a chi avendo grossi capitali da investire ha distrutto il territorio in modo forse irreparabile. Ma tornando a noi comunisti, ritengo che la gente ha cominciato già nelle ultime elezioni amministrative a capire la giustezza delle lotte del PCI a Forio e ritenia-mo di poter aspirare ad un ruolo diverso nel paese. Non ci sentiamo tanto emarginati come vorrebbero farci credere ma anzi sentiamo crescere attorno a noi la simpatia e l’interesse per le cose che diciamo e che facciamo. Siamo, in definitiva, soddisfatti ed anche ragionevolmente ottimisti.

La Campana:Rimproveriamo alla DC l’abban-dono totale della frazione Panza Su quali basi è stato possibile trovare una linea uni-taria tra le varie forze politiche di opposizione? Sull’impegno di trovare: a) una incisiva iniziativa a favore di opere pubbliche essenziali; b) un modo più democratico e meno arbitrario di amministrare; e) un impegno serio per uno sviluppo equilibrato e incisivo di tutto il Comune; d) una moralizzazione in-differibile della vita pubblica.

Come mai il confronto e la convivenza con la DC presentano tante difficoltà

La DC da 3/4 anni non persegue lo sviluppo del pae-se, ma cerca di raccattare a destra e a sinistra voti con metodi clientelari ed azioni a volte chiaramente ille-gali. A noi invece interessa lo sviluppo del Comune e in particolare della Frazione Panza.

Su quali punti esiste la possibilità di trovare una linea d’azione che sia concorde con il partito di mag-gioranza?

Su prove inconfutabili di voler impegnarsi sul serio per lo sviluppo di Forio e di Panza e non su ricerca di voti clientelari.

Quali problemi hanno la precedenza nella visione della lista civica “La Campana”? Moralizzare e legalizzare a tutti i livelli la vita pub-

blica, impegno deciso per l’igiene, fogne, mercato, ri-assetto del territorio, scuole, viabilità, centri culturali e sportivi, stato civile a Panza, illuminazione, sbocco a mare per Panza.

Dopo anni di collaborazione e di lavoro comune, quali rimproveri ha da fare la Campana alla alleata del passato?

Le rimproveriamo 4 anni di abbandono totale del-la frazione e in genere di tutto il Comune, un avallo costante per interventi ed atti palesemente illegali ed immorali, un modo dispotico e arrogante di ammi-nistrare.

Franco Regine (PSI):Il divario di vedute sui diversi problemi è notevole Su quali basi è stato possibile trovare una linea uni-taria tra le varie forze politiche di opposizione?

La elezione del 12 maggio deve essere interpretata, a mio avviso, come un atto di ribellione del popolo di Forio, nei confronti di una Democrazia cristiana che negli anni passati ha svolto una politica rozza, clien-telare e volta unicamente a salvaguardare gli interes-si di pochi a danno della maggior parte dei cittadini. Al di là del dato numerico, che pure è stato a noi fa-vorevole, l’aumento dei 2 seggi a danno della DC par-la chiaro, il voto del maggio scorso va letto in maniera un poco diversa da chi vive a Forio e conosce fatti e personaggi. Infatti la maggioranza assoluta alla DC, risicata e striminzita, è stata, secondo la nostra valu-tazione, opera di quei 1500 “apparenti o presunti re-sidenti” iscritti alle nostre liste elettorali ma che non vivono, almeno per la maggior parte del tempo, nel nostro paese e che vengono solo in occasione del voto per accreditare una forza politica che evidentemente li ha favoriti in qualche modo. Fatto salvo questo dato anomalo nel voto del 12 mag-gio senza dubbio la gente di Forio, il popolo vero che vive e soffre per il nostro paese ha additato questa DC come la responsabile numero uno dello scempio del nostro territorio, della mancata programmazione nei diversi settori, nella mancanza di opere pubbliche e sociali, con una punizione elettorale esemplare. Questa analisi ci ha spinto a superare le barriere che molte volte hanno diviso i partiti che siedono all’op-posizione per assecondare la volontà dell’elettorato di Forio, e creare le premesse per una alternativa a questa DC.

Come mai il confronto e la convivenza con la DC presentano tante difficoltà?

Il divario di vedute sui diversi problemi è notevole,

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soprattutto nella impostazione degli stessi e nella mancanza di collegialità che l’attuale gruppo dirigen-te democristiano presenta. Tanti piccoli episodi, di intolleranza civile, di soprusi sui nostri iscritti, l’arro-ganza con cui si è trattata la minoranza, ed il nostro partito in modo particolare, hanno aperto un solco tra il PSI e la DC a Forio che oggi appare difficilmente colmabile. Il PSI attende ancora segnali di buon pro-posito dalla DC che ancora oggi nella convocazione del consiglio da parte delle minoranze intende provo-care un braccio di ferro irresponsabile e che non può che peggiorare i rapporti tra i due partiti.

Su quali punti esiste la possibilità di trovare una linea d’azione che sia concorde con il partito di mag-gioranza?

La maggioranza sa benissimo che esistono canali istituzionali, ove se veramente lo volesse, potrebbe incanalare i rapporti maggioranza/opposizione sen-za creare ulteriori attriti. Fino a questo momento non lo ha fatto ed è evidente che cerca solamente una collaborazione temporanea nei momenti di maggiore difficoltà politica, oppu-re, quando non intende essere “disturbata” dal PSI su alcune sue iniziative “poco chiare”. Comunque il PSI, come ha già fatto nel passato, continuerà a so-stenere ed a votare in Consiglio comunale tutto ciò che riguarda la realizzazione di opere pubbliche per il progresso del nostro paese.

Quali problemi hanno la precedenza nella visione del Partito Socialista?

I problemi sul tappeto sono tanti e rischiano, grazie all’immobilismo di questa amministrazione di incan-crenirsi sempre di più. Il porto: fonte di occupazione e di sviluppo andreb-be affrontato con idee più chiare e fattive; la situazione igienico-sanitaria del paese con la gestione del servizio della NU (da noi denunciato alle autorità competenti per una serie di inadempienze); la edili-zia scolastica ferma da oltre 10 anni; la mancanza distrutture sportive che non siano campi di calcio, che fanno di Forio la cenerentola dell’Isola d’Ischia e così via. Tanti, troppi sono i problemi che scottano... e la DC è troppo isolata e priva di idee e fantasia per poterli gestire e risolverli!

DC-PSI: pieno accordo in campo nazionale; grandi contrasti sull’isola e specialmente a Forio; come si spiega una tale realtà?

E’ chiaro che la verità non sta mai da una parte solamente, ma i rapporti tra i partiti sono creati da una serie di addentellati che si costruiscono giorno dopo giorno. La DC di Forio in particolare ha teso il suo sforzo principale negli anni passati, quando ave-

va una maggioranza ancora più schiacciante, a fare scomparire il PSI dalla geografia politica di Forio senza voler accettare la presenza di una forza reale e capace come la nostra. Un partito socialista, compo-sto da uomini di ogni grado di istruzione ed estrazio-ne sociale e che vogliono impegnarsi a risolvere con serietà e dedizione i problemi del paese, non ha mai fatto comodo alla DC. Siamo molto delusi anche dall’atteggiamento di quelle che consideravamo le “forze emergenti” della DC, che invece si sono appiattite rapidamente su una gestione vecchia e corrotta del potere. E’ evidente che se fatti nuovi non emergeranno nei prossimi anni, una intesa, a Forio, a differenza di quanto avviene negli altri livelli istituzionali, sarà molto difficile. Bi-sogna conoscere il valore della “pari dignità” prima di intavolare un discorso di intesa proficuo e indispen-sabile per il decollo di Forio.

Vincenzo Savarese (MSI):Con la presenza in consiglio co-munale ci batteremo per il ri-spetto dei diritti dei cittadini, quale che sia il colore politico. Su quali basi è stato possibile trovare una linea uni-taria tra le varie forze politiche di opposizione? Inizialmente erano state frapposte vecchie ed anti-democratiche preclusioni verso il mio partito, ma il buon senso ha prevalso nell’interesse del paese e si è riusciti a trovare un’intesa con le altre forze di oppo-sizione per combattere e stimolare in senso positivo l’Amministrazione DC che non risolve i problemi di Forio né dimostra di voler compiere passi sostanzia-li per affrontare e migliorare la situazione o almeno evitare che essa peggiori.

Come mai il confronto e la convivenza con la DC presentano tante difficoltà?

Il confronto con la DC ed in particolare con gli at-tuali amministratori è difficile per la volontà demo-cristiana di gestire il potere in maniera esclusiva ed autoritaria, con atteggiamenti paternalistici che mal si conciliano con la visione morale del mio partito. Con tali atteggiamenti si trascurano gli interessi ge-nerali della collettività e si favoriscono gli interessi personali, creando discriminazioni fra i cittadini e lasciando incancrenire i numerosi problemi esistenti.

Su quali punti esiste la possibilità di trovare una linea d’azione che sia concorde con il partito di mag-gioranza?

La possibilità di trovare una linea d’azione che sia

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concorde con il partito della maggioranza dipende esclusivamente dalla volontà di questo partito di cambiare modo di gestire la cosa pubblica. Il MSI è sempre disponibile a confrontarsi e a dare un contributo fattivo per la risoluzione dei numerosi e gravosi problemi esistenti nel paese, ma certamen-te per i motivi che ho spiegato prima, tutto ciò diven-ta difficile. La DC ha comunque continuato fino ad oggi nel-la sua politica arrogante e antidemocratica se è vero come è vero che ritarda la convocazione dei Consigli comunali richiesti dalla minoranza, evita di discutere i problemi posti dall’opposizione e crea nel consesso-civico un distacco e un clima di tensione con le altre forze politiche.

Quali problemi hanno la precedenza nella visione del MSI?

I problemi di Forio sono tanti che riesce difficile sta-bilire un ordine di precedenza. La mancanza stabile di occupazione, specie fra i giovani, è senz’altro un grave problema da affrontare, altrettanto importante è il problema di una migliore vivibilità nel nostro pa-ese soprattutto nel periodo estivo. Altri problemi seguono e sono con essi strettamente legati: il piano regolatore, la viabilità ed i parcheggi,

l’ordine pubblico, il completamento del porto, la pro-mozione dell’attività turistica, la pulizia delle strade e delle spiagge, la situazione dell’edilizia scolastica, il rilancio dell’agricoltura.Il MSI, come promesso in campagna elettorale, farà il possibile per affrontare e cercare di risolvere i pro-blemi di cui sopra, certamente non con un’opposizio-ne distruttiva bensì costruttiva, proponendo propo-ste alternative.

Il MSI ha visto valorizzata la sua posizione in seno al Consiglio comunale. Non pensa che si tratta sol-tanto di un’esigenza del momento?

La presenza del MSI in consiglio comunale non rappresenta un’esigenza del momento, in quanto sia nelle elezioni politiche che nelle regionali, il partito ottiene tanti consensi che consentirebbe di ottenere anche due consiglieri comunali. Purtroppo pressioni clientelari ed intimidazioni del potere democristiano sottraggono voti destinati al nostro partito. Con la presenza in consiglio comunale ci batteremo per il rispetto dei diritti di tutti i cittadini, quale sia il loro colore politico. Inoltre con l’azione seria e costruttiva sono sicuro che la popolazione apprezzerà il nostro operato ed aumenteranno i nostri consensi.

Ai di là delle collocazioni dettate da presuppo-sti politici, in merito all’intervento-denuncia del sindaco Gaetano Colella nei confronti del mare-sciallo dei carabinieri, anche la cittadinanza si è divisa sulla bontà dell’iniziativa. Insoliti per l’Isola d’Ischia i fatti esposti, e cioè i maltrattamenti adoperati sui giovani per scon-figgere la droga e la delinquenza; nuova la posi-zione di un sindaco che, capo di un’istituzione, si schiera pubblicamente contro un’altra istituzio-ne dell’apparato statale. Il tutto ha fatto seguito peraltro a duri colpi inferii alla malavita, locale e di importazione, come pure alla speculazione edilizia che pur sempre imperversa sul territorio comunale. L’ultima parola spetta ora alla magistratura (ed è la cosa più ovvia e razionale), si spera (ci permettiamo dire) che, per certi aspetti generali, abbia concretezza la non sussistenza dei fatti e che ad aver sbagliato sia stato il potere politico. La garanzia e la certezza che nella giustizia e nei suoi rappresentanti è ancora possibile avere fi-ducia piena ci sembrano elementi più importan-ti e più significativi per la nostra vita. La politica già ci presenta giorno per giorno

situazioni che non parlano certo di uguaglianza tra tutti i cittadini: restando nel campo maggior-mente trattato non si può disconoscere che l’i-sola fino ad oggi ha continuato ad essere facile preda di coloro che possono disporre di capitali in banca, per cui si costruiscono case sontuose, non case per lavoratori e per chi ha poca dispo-nibilità di denaro. La politica, inoltre, comunque vada a finire la questione, è già stata sconfitta, perché in pre-senza di fatti come quelli supposti, ci sono vari modi di intervento meno eclatanti. Anche se nella circostanza sembra chiaro che l’intervento citato si sia rivelato in fin dei conti un vero e pro-prio boomerang per il sindaco Colella. Esso in-fatti ha dato ulteriore motivo di critica alle forze di opposizione, ha suscitato tutta una campagna di stampa negativa per il paese, ha provocato ri-flessi non certo positivi per un partito che non naviga nelle onde di consensi così vasti come in un recente passato Perché non siano state valu-tate tante premesse necessarie per giustificare la denuncia ci sembra sempre più un mistero.

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Il sindacato non è contro il termalismo, ma....

I LAVORATORI TERMALI CHIEDONO GARANZIE PER LA TUTELA DELLA SALUTE CONTRO IL RISCHIO “IONIZZANTE”

Nel salone delle Antiche Terme Comunali di Ischia, la Struttura Sindacale Unitaria dello Sta-bilimento Balneo-termale “F. Buonocore” ha tenuto una conferenza stampa sul tema: Diritto all’informazione e tutela della salute. Gli obiettivi dell’iniziativa sono stati così sin-tetizzati: sensibilizzare i cittadini, le forze poli-tiche, sociali, ambientali e culturali da un lato, avviare dall’altro un discorso di tutela della sa-lute, “in riferimento ai problemi del rischio ‘io-nizzante’ cui sono esposti i lavoratori termali”. Carmine Castaldi, membro sindacale, ha espo-sto fatti e situazioni che hanno avuto origine nel lontano 28 agosto 1976, sono vivi ed attuali an-cora oggi e pongono interrogativi, ai quali pur-troppo manca una risposta adeguata e rassicu-rante. Infatti c’è una relazione tecnica, stilata da una apposita Commissione Ministeriale in data 10.6.1983, a seguito della quale venne concessa l’indennità di rischio “ionizzante” al personale con qualifica di bagnino-fanga-rolo, massaggia-tore, addetto alle pompe e alle vasche. Ma le 00. SS. ( CGIL - CISL - UIL ) non sono mai riuscite ad ottenere copia del verbale, pur vedendosi sancito il diritto di informazione del personale relativo alle “decisioni intervenute in materia di rischio e di maggiorazione del premio incentivante”. Anzi in data 21.9.1985 la Direzione dello Sta-bilimento ha trasmesso alla Struttura Sindacale una nota dalla quale si rileva che “... impiegati, dopo aver acquisito il superiore avviso, pur non ostando precise disposizioni, non reputa oppor-tuna la diramazione di atti interni dell’Ammini-strazione del genere di cui alla richiesta prospet-tata”.A questo punto — ha precisato Castaldi — è le-gittimo chiedersi’: — Perché non viene consegnata la copia di questo verbale? E ancora ci si domanda, ma quali sono i motivi che inducono le Alte Autori-tà a non tener conto dei disposti di legge sul di-ritto all’informazione a tutela della salute? For-se, per mascherare il reale pericolo che esiste per i lavoratori delle terme? Se ciò capita in uno stabilimento termale del Ministero della Difesa (Ente Pubblico) che per sua stessa funzione ha innanzitutto il rispetto delle leggi dello Stato,

figuriamoci cosa accade e a che cosa sono espo-sti i lavoratori che operano negli stabilimenti termali privati dove la tutela della salute non è per niente garantita; e dove prevale la logica imprenditoriale basata sull’accumulo del pro-fitto, senza nessuna salvaguardia di chi opera nel settore e determina tale profitto. Noi non vogliamo affossare il termalismo, anzi mettiamo in evidenza le grandi, enormi e complesse bontà terapeutiche delle acque ter-mali dell’isola d’Ischia che con ciclo curativo di 12 applicazioni per anno, veramente risultano efficaci e risolutrici dì tanti processi morbo-si ed infiammatori. Però, nel contempo ci do-mandiamo cosa succede a quei lavoratori che vi rimangono esposti per una vita lavorativa intera? Su questo specifico problema abbiamo voluto rompere il silenzio. Chiediamo a tutti i partecipanti, ai lavoratori, ai pubblici Ammi-nistratori, ai partiti politici, e a tutte le altre Associazioni sociali, ambientali, culturali, a vo-lersi fare carico di tale grave ed enorme proble-ma, gratificando i lavoratori dello stabilimento “Buonocore” della loro tangibile solidarietà con tutti i passi politici ed informativi necessari alla soluzione del problema. Problema inerente la consegna immediata delle risultanze del verbale stilato dalla Com-missione Tecnica Ministeriale in data 10.6.83 e la soluzione più complessiva della prevenzione e tutela della salute di tutti i lavoratori termali dell’isola d’Ischia e della Nazione. —

Il problema, allarmistico o realistico che sia, merita la massima attenzione e considerazione da parte di tutte le autorità responsabili, esso non riguarda soltanto i lavoratori dello Stabili-mento Militare, ma quelli che operano nei re-parti termali di tutta l’isola, le cui acque sono classificate fra le più radioattive del mondo. “La radioattività delle acque termali deve quindi essere oggetto di controlli dosimetrici frequenti, indipendentemente dal fondamentale interesse di tali determinazioni per lo studio medico dei trattamenti” ( La radioattività delle acque mine-rali - Atti del Congresso internazionale di idrolo-gia e climatologia - Lacco Ameno, ottobre 1958).

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Convegno a Lacco Ameno

ECOLOGIA E TURISMO Si è tenuto a Lacco Arreno, sabato 14 settembre 1985, un convegno sul tema. Turismo ed Ecolo-gia, bilancio e previsioni. Vi hanno preso parte il sindaco Tommaso Pata-lano, l’assessore regionale Franco Iacono, il con-sigliere regionale Nando Morra, il prof. Dome-nico Montanaro, il giudice Giuseppe Febbraro.

Una politica ambientale

Introducendo i lavori, il sindaco ha detto.

— Per certi episodi che si sono verificati in al-cuni Comuni dell’isola, nel corso della stagione turistica, e che hanno avuto vasta eco su gior-nali a livello nazionale, occorre una riflessione approfondita da parte delle amministrazioni che governano l’isola. Occorre innanzitutto considerare lo sviluppo di una politica ambientale e turistica, scevra da ipocrisie, da demagogie e soprattutto da clien-telismo, per portare ordine in un’isola ormai, possiamo dire, disordinata. Prima di tutto, per fare ciò, occorre che l’ambiente sia considerato un problema socio-economico, perché rappre-senta un campo in cui bisogna intervenire, per la ripresa e il rilancio del turismo. Gli interventi specifici riguardano la pulizia delle spiagge e del mare, delle strade, la con-servazione e protezione del verde dalla spe-culazione edilizia che ha devastato l’isola e ha dato luogo spesso, per i prezzi esosi, anche ad infiltrazioni camorristiche. L’inquinamento dell’ambiente può derivare anche da un sovraf-follamento di persone e di macchine. Spesso per calcoli strettamente collegati ad interessi economici spiccioli ed anche a facile clientelismo politico, la difesa ecologica è stata tralasciata. Non ci si è reso conto che il proble-ma ecologico e turistico è un problema cultura-le ed essenzialmente politico. Spero che questa iniziativa valga ad essere un primo passo verso la diffusione e una presa di coscienza per la difesa delle risorse ambientali, per consentire un uso corretto di esse e valga a promuovere un dibattito tra le amministra-zioni comunali, le forze politiche e sociali e, tra queste, annovero anche la Chiesa che deve es-sere in prima persona a difesa dell’ambiente. Come giustamente diceva nel passato il com-

pagno Franco Iacono, mai in una predica nel-le Chiese si sente parlare della salvaguardia dell’ambiente che ci circonda, della tutela delle risorse naturali che sono e valgono soprattutto a far vivere noi, perché speculare sull’ambien-te, distruggere le bellezze naturali significa an-che fare peccato. Quindi spero che questo dibattito sia una pie-tra scagliata in uno stagno, tale da far rimuo-vere le acque, per dare una svolta qualitativa-mente positiva all’aspetto dell’isola d’Ischia sot-to il profilo turistico e ambientale.

Nonostante tutto, l’isola è ancora piena di risorse

Nel suo intervento Franco Iacono si è così espresso

— Da questo incontro come da altri devono scaturire non solo più proposte concrete, ma anche comportamenti. La stampa nazionale, mai come quest’anno, ha parlato dell’isola d’Ischia, presentandone un’immagine deteriorata e comunque vicina alla verità, se teniamo presente quanto si è ve-rificato nei mesi di luglio e di agosto. Già in passato si erano avuti campanelli d’al-larme circa il pericolo nell’isola di un inquina-mento del tessuto sociale. Non devo ricordare qui come abbia proposto invano che una in-dagine venisse effettuata sulla compravendita dei beni immobili negli ultimi cinque o sei anni, per capire cosa è successo, chi sono i proprieta-ri, un’altra indagine riguarderebbe gli esercizi commerciali, per capire anche qui cosa è suc-cesso.

(...)

Io sono convinto che la nostra isola è piena di risorse, è un’isola la cui potenzialità non è stata ancora sviluppata completamente II turismo sicuramente non è stato distrutto in tutte le sue gamme, turismo congressuale turismo per an-ziani, valorizzazione della carta in più che te-niamo e cioè del termalismo. Per fare queste cose dobbiamo, secondo il mio parere, riqualificare l’offerta turistica per ten-tare di riqualìfcare la domanda E’ chiaro che siamo arrivati, mi auguro tutti, alla convin-zione della necessità di limitare l’accesso delle macchine, di rafforzare il servizio pubblico. E’ la prima volta che parlo come assessore ai

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trasporti della Regione Campania, queste cose le sottoporrò alla giunta^ al consiglio Occorre poi fare qualcosa che a Lacco Ameno è già stata avviata: il controllo rigoroso di chi ospitiamo, delle presenze nelle case; per cer-te categorie di persone l’isola deve diventare meno appetibile.

Premio Nazionale di poesia “CIRO COPPOLA”

per lo studente italiano VIII edizione

Domenica 6 ottobre 1985, nel Complesso Calise di Casamicciola Terme, si è conclusa l’ottava edizione del Premio Nazionale di poesia “CIRO COPPOLA”, con la cerimonia di consegna del premio (arricchito di Medaglia d’argento del Presidente della Repubbli-ca) e dei riconoscimenti. La manifestazione è organizzata dalla “Pro Casamic-ciola Terme”, con il contributo dell’Amm.ne prov.le di Napoli, dell’Azienda di cura, soggiorno e turismo di Ischia e Precida, del comune di Casamicciola Ter-me. La giuria, presieduta dal prof. Edoardo Malagoli, ha scelto per questa ottava edizione la poesia “DOLCE TEMPO” di Alberto Salgarello dell’Istituto Tecnico “L. Dal Cero” di San Bonifacio (Verona).Sono state segnalate ex aequo le seguenti poesie:— “Evanescenze” di Vania De Cocco del Liceo Pansini di Napoli;— “Paura del tempo” di Valentina Papandrea del Li-ceo Tiziano di Belluno;— “Aureo trascolorar” di Alberto Forni del Liceo Car-ducci-Ricasoli di Grosseto;— “La veglia di Narcisio” di Ornella Guzzetti del Liceo Scientifico G. B. Grassi di Saranno;— “Attimi di un giorno diverso” di Augusto Codogno dell’Istituto Tecnico S. Bandini di Siena;— “Proiezione” di Marzia Virginio del Liceo A. Piga-fetta di Vicenza. Ha allietato la serata il concerto del Duo Pianistico Della Monica-Salerno. Come manifestazioni collaterali si sono avute la ras-segna “il segno del teatro” a cura di Ugo Vuoso e la mostra “o-maggio a Francesco De Angelis”, uno dei primi e maggiori pittori naif italiani. “La pittura di Francesco De Angelis si legge come un libro aperto — scrive Michele Longobardo nella presentazione— solo ad avere cuore e sensibilità, ed è pittura auto-biografica, perché non è detto che soltanto le opere letterarie lo possano essere, ma tutte le autentiche opere del pensiero sono disseminate di tali elemen-ti da raccontare le vicende anche intime del proprio autore” Nel quadro della rassegna “il segno del teatro” sono state presentate le seguenti opere: — Franco G. Forte: Colloquio con il tango di Carlo Terron con Carmen D’Andrea, Silvana Sorrentino, Massimo Iannone; regia di Victor Vaida; — Cooperativa “Attori insieme”: Artiss, mimo di Na-talie Guetta; — Cooperativa “Attori insieme”: Palazzo dei mutilati di Berto Lama.

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PREMIO DI POESIA RADIO MONTE EPOMEO

Al primo posto “ISCHIA” di Monti Pietro Paolo (Sc. Elem. di Forio)

Alla presenza di Autorità scolastiche, di genitori e di un vasto pubblico, si è svolta nel Salone della Scuola Elementare di Forio “Luca Balsofiore”, la premiazione del primo Premio di Poesia “Giovan-ni Verde”, poeta e scrittore foriano. Questo primo appuntamento con la poesia vo-luto da Radio Monte Epomeo ha ottenuto un lu-singhiero successo per la partecipazione dì molte scuole isolane. Le poesie prescelte dalla giuria (Avv. Nino d’Am-bra, presidente, Prof. Giovanni Castagna, Prof. Giuseppe Amalfitano, Prof. Pasquale Balestriere, laureanda Cecilia Guarracino) sono state dieci, ma la prima in assoluto è stata quella dal titolo “ISCHIA “ dell’alunno Monti Pietro Paolo della Scuola Elementare di Forio. Il Dott. Franco Iacono, assessore regionale, im-pegnato presso il Comune per un consiglio comu-nale, ha mandato un telegramma augurale, letto dal Prof. Vittorio Capuano. L’Avv. Nino d’Ambra ha parlato sulla vita e le opere del poeta Giovanni Verde. La Preside della Scuola Media di Forio, Prof. Antonina Garise, ha sottolineato l’importanza di questo primo concorso di poesia voluto da Gep-pino Fiorentino, con l’augurio di un migliore suc-cesso negli anni a venire. Il Prof. Iannelli, direttore didattico del circolo Forio/Serrara, ha delineato in particolare l’a-spetto e l’andamento della scuola d’oggi invitan-do ad una più efficace collaborazione i genitori e tutti quelli che possono rendersi utili affinché la scuola diventi un migliore trampolino di lancio per le nuove generazioni. A chiusura della cerimonia sono stati premiati dieci alunni. Le coppe offerte hanno voluto significare la sti-ma e la simpatia a questi neo poeti con l’augurio di continuare nel futuro e di ottenere tanti suc-cessi.

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ANNOTAZIONIin margine a....

di Raffaele Castagna

“Abbiamo portato in consiglio comunale un ordi-ne del giorno di 26 argomenti, alcuni dei quali molto importanti per il paese, e siamo riusciti a discuterli tutti, con relativa approvazione in poco più di due ore” (Tommaso Patalano, intervista a Teleischia, 5.10.1985). Senz’altro bisogna ritenere giusto dare risalto a certi eventi, anche perché a Lacco Ameno ci si era ormai abituati ad assistere a sedute consiliari interminabili e ricche soltanto di molte chiacchiere, con scarsi ri-sultati positivi. Alla base di questo mutamento c’è anche un dato molto determinante, oltre la compattezza della mag-gioranza: l’opposizione non è più rappresentata da comunisti e socialisti.

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“L’occupazione della sala consiliare... è anche la di-mostrazione di una ritrovata unità di azione con il PSI e con gli amici di Panza. Unità che noi comunisti ci auguriamo possa nel futuro produrre intese e col-laborazione anche ad un livello diverso “ ( Gennaro Zivelli - Settimanale d’Ischia del 25.9.1985).Perché non porre in risalto anche il diverso atteggia-mento con il MSI, che ci sembra il più significativo? Le forze di opposizione (PSI, PCI, La Campana, MSI) si sono ritrovate spesso unite per creare una consi-stente diga contro la Democrazia Cristiana e il sinda-co Gaetano Coletta.

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Ischia ha sei Comuni... e spesso il discorso cade sull’eccessivo frazionamento del territorio e sulla conseguente necessità di ritornare all’esperienza del comune unico. Non mancano altri enti preposti a questo o a quel-settore che non si può dire siano del tutto esenti da critiche per quanto concerne la loro presenza ed azio-ne nella problematica isolana. Di tanto in tanto sor-gono associazioni, consulte, circoli con programmi molto precisi e destinati a voler incidere sullo svilup-po e sul futuro dell’isola. Conseguenza: l’organico operativo, invece di essere ridotto, come in alcuni frangenti si va chiedendo, si ritrova notevolmente accresciuto. Con quali risultati? Forse con quello meno atteso e voluto: un immobili-smo più accentuato, derivante anche dalla moltepli-cità delle vedute e delle proposte.

Non manca peraltro il pericolo di vedere impegnati per una ipotetica salvezza coloro che hanno soddi-sfatto le loro esigenze abitative o addirittura in qual-che caso hanno contribuito al degrado ambientale dell’isola in tempi passati.L’erba del vicino... è sempre più verde.

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La maggioranza PCI-PSI di Lacco Ameno ha fatto propri i tre posti disponibili per la rappresentanza comunale in seno all’Unità Sanitaria Locale, disco-noscendo il diritto delle minoranze all’attribuzione di un posto. Sono stati eletti: Nicola Pascale, Giuseppe Calise, Giampietro Saviano. L’avvenimento dovrebbe trovare la sua giustificazio-ne, secondo comunisti e socialisti, nella circostanza di aver subito la stessa sorte avversa, quando la DC era forza di maggioranza. Si è voluta applicare la legge del taglione, senza con-siderare che nel caso specifico non si tratta soltanto di una questione tra due parti: di mezzo c’è anche il paese che viene valutato anche per gli atteggiamenti assunti dai propri rappresentanti. Se ne deduce che di fronte a certe situazioni, di fron-te alla possibilità di dare consistenza alle basi di un potere, siamo tutti eguali e non sussiste un diverso modo di pensare e di agire, in riferimento all’appar-tenenza a questo o a quel partito politico.

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Qualche anno fa l’Azienda Turismo provvide ad in-stallare delle pensiline, o cabine che dir si voglia, in alcune zone di fermata dei pullman, rispondendo alla esigenza di assicurare ai viaggiatori riparo dal sole, dal freddo, dalla pioggia, durante le attese (spesso lunghe). Purtroppo non si sa chi dovrebbe curarne la ma-nutenzione e la pulizia. Vero è che le medesime, allo stato attuale, si trovano nel più completo abbandono e risultano ormai inadeguate agli scopi iniziali: ser-vono per lo più come appoggio per i manifesti pubbli-citari, in qualche caso come latrina pubblica. Se peraltro bisogna mettere in evidenza la mancan-za di attenzione per questo servizio da parte delle autorità comunali o di competenza, non si può non prendere atto che, in quanto ad educazione civica, siamo molto arretrati, essendo assente il rispetto per gli altri e per i beni della collettività. I socialisti sono soliti parlare di traffico caotico e dell’esigenza di limitare l’afflusso delle macchine nel corso dei mesi estivi. In pratica, però, provvedimenti del genere sono mancati fino ad oggi, per l’opposizione delle ammini-strazioni socialiste isolane. *

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Inaugurato a Lacco Ameno

IL CIRCOLO “PROGETTO RIFORMISTA”

Domenica 20 ottobre c.a. è stato inaugurato, a Lacco Ameno, il Circolo “Progetto Riformista” che, pur non volendo essere una nuova sezio-ne del PSI, “si ispira — come ha illustrato uno dei promotori, l’avv. Salvino Conte — all’idea e all’azione del partito socialista, privilegiando le esigenze della classe operaia, e in particolare dei giovani, disoccupati o in cerca di prima occupa-zione, delle lavoratrici madri e degli anziani. Nel programma sociale sono infatti previsti: l’apertura, a Lacco Ameno, da parte della UIL, di una “camera di lavoro”; la costituzione di una cooperativa tra giovani, corsi di addestramen-to professionale, iniziative culturali, sportive e ricreative, iniziativa per la costituzione a Lac-co Ameno di un consultorio pubblico; un asilo nido, specie per il periodo estivo; un centro per anziani”. — Sulla mancanza di contrapposizione con il PSI locale si è soffermato anche Giuseppe Vespo-li, il quale ha precisato che “nell’iniziativa non si deve vedere una sorta di rivalsa, di rivincita o, peggio ancora, un’altra sezione socialista. Il circolo non si contrappone al Partito, ma ne è invece una espressione diretta. Noi siamo per la logica dell’unità e respingiamo tutte le voci più o meno calunniose che ci vorrebbero fare ap-parire quello che non siamo. E seguendo que-sta logica, alla manifestazione odierna abbiamo invitato tutti i compagni delle sezioni dell’isola, gli amministratori, i compagni con responsabi-lità provinciali e regionali. Abbiamo invitato gli amministratori di Lacco Ameno, proponendo ai compagni socialisti di inaugurare insieme il Circolo” — Ma il sindaco e i compagni presenti nell’ammi-nistrazione non si sono fatti vedere, ritenendo il circolo proprio un elemento che viene ad accen-tuare i contrasti all’interno della sezione locale; erano assenti anche i compagni con responsa-bilità provinciali e regionali, né sono pervenuti loro cenni di a-desione e di augurio. Peraltro ha dato tono e vigore alla manifesta-zione e all’iniziativa la presenza dell’On. Antonio Carpino, sottosegretario di Stato al Ministero di Grazia e Giustizia; presente anche Enzo Clarizia, responsabile provinciale della UIL. L’On. Carpino non ha potuto e non ha voluto

disconoscere certe situazioni negative che vive il PSI sia a Lacco Arreno che in altri centri isolani; ma queste sono state viste come momenti che devono contribuire, una volta superati, a raffor-zare l’unità e l’azione del partito. Ed esattamen-te in tale prospettiva si pone il suo intervento personale, dando scarso peso anche a pressioni contrarie che non sono mancate. Ma intanto come primo risultato sembra che i promotori del Circolo “Progetto Riformista” ed i-scritti al partito siano stati deferiti ai probiviri e proposti per l’espulsione.

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Work Shop Internazionale sul turismo termale

Dal 10 al 13 ottobre 1985 si è svolto ad Ischia, nel nuovo Palazzetto dello Sport, il II WORK SHOP INTERNAZIONALE SUL TURISMO TERMALE, quale iniziativa di carattere promo-zionale operativa, volta al supporto della com-mercializzazione dell’offerta termale italiana nel suo complesso. Detta iniziativa, che è stata promossa dall’Enit, in collaborazione con l’Alitalia, la Regione Cam-pania e l’Azienda di Turismo delle isole di Ischia e Procida, ha costituito una occasione produtti-va per incontri e contatti tra operatori stranieri e italiani del settore e consentito la valorizzazione delle offerte turistiche riguardanti non soltanto il turismo termale e climatologico, ma anche al-tri aspetti ad esso strettamente collegati, quali quello ricreativo, culturale, sociale ecologico, antistress, estetico, rispondenti all’ottica della nuova medicina sociale e preventiva, nonché alla concezione moderna del Turismo Termale. Al WORKSHOP hanno partecipato i maggiori Tour-Operator di: Austria, Belgio, Svezia, Dani-marca, Francia, Germania Federale, Gran Bre-tagna, Olanda, Spagna, Svezia, Svizzera, USA e Stati Arabi che aggregano, in particolare, la do-manda per turismo termale, soggiorni climati-ci, itinerari comprendenti località italiane tra le quali hanno aderito Operatori di Abano Terme, Salsomaggiore, Acireale, Fiuggi, Latina, Guarda Piemontese, Bagni di Lucca, Boario Terme, As-sessorato Turismo Regione Toscana, Chianciano Terme, San Ca-sciano Bagni, S. Filippo Bagni, Monsummano Terme, Terme di Petriolo, Ter-me di Saturnia, Assessorato Regionale Umbria, Terme di Fontecchio, Terme di Acqua-sparta, Azienda di Montegrotto Terme, i Consorzi e le Cooperative turistiche nazionali.

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IMPRESSIONI DI VIAGGIATORI

SULL’ISOLA D’ISCHIA

I monumenti dell’isola d’Ischia, di cui si è par-lato di più in questi ultimi anni, sono senza dub-bio ilCastello Aragonese e il Torrione di Forio. II primo, alto 115 metri e con una estensione di 1250 kmq, costruito nel 1441 sotto il regno di Alfonso I d’Aragona che fece anche scavare nella roccia un traforo per accedervi dalla parte dell’i-sola ed un ponte che lo collega alla stessa tutt’ora esistente, ha corso il rischio, peraltro scongiura-to, di essere assalito dalla speculazione edilizia. Il secondo, che è la torre meglio conserva-ta fra le altre esistenti a Forio e la cui costru-zione risale al XV secolo, fu costruito per di-fendersi dalle continue incursioni di Saraceni che in quel tempo con le loro navi scorrazza-vano per il Mediterraneo. Con il passare del tempo esso è diventato il simbolo della cit-tadina di Forio, perciò destò molto scalpore una vicenda giudiziaria con la quale rischiò di essere messo all’asta. Fortunatamente tutto si concluse in modo positivo ed oggi è in via di ristrutturazione. Speriamo che resti per molti

anni ancora a testimoniare il passato del nostro piccolo centro. Parliamo del castello d’Ischia e riportiamo le impressioni di un viaggiatore degli anni ‘50, e cioè di T. M. Gianlanze:

— “... Nel 1600 dimoravano sullo scoglio la guarnigione e duemila famiglie. Vi era una grande cisterna che alimentava di acqua limpi-da e freschissima il castello. Ora non dà più ac-qua a nessuno, ma se vi chinate sul parapetto e lanciate un grido, dalle buie profondità l’eco ve lo ripete meravigliosamente fino a trenta volte. Andiamo su. Pochi palmi di terra ricoprono il masso trachitico. Ma che vegetazione orienta-le! Cactus spinosi, fichi d’India, capperi e car-rubi, l’olivo e la vite selvatica, e una fantastica tavolozza di fior..... un paradiso, se vi splende il sole. E nel mare di sotto v’è l’azzurro come Ca-pri. In questo paradiso la rovina. Dieci chiese v’erano, la cattedrale, la Madonna della Libe-ra, San Biagio, Sant’Ortodoni-co, l’Immacola-ta, la SS. Trinità, San Pietro, Santa Barbara, la SS. Annunziata, e non vedete che rovine. Ecco la cattedrale, rinascimento e sovrapposizione di barocco, ma la navata centrale ora ha per volta il cielo. Ma non guardate in alto, non guardate la rovina. Pensate a quella che era la Chiesa nel ‘500. Immaginatela adorna di drappi e di fiori e risplendente di luci. Un regale corteo discen-de dal castello ed entrano nel tempio Ferran-te d’Avalos e Vittoria Colonna che vengono a sposarsi e al loro seguito Costanza d’Avalos e Agnese d’Urbino, Diana di Cordona, Fabrizio e Prospero Colonna, Laura Sanseveri-no, il conte di Sarno, Guglielmo Tuttavilla, i Principi di Sa-lerno e di Bisignano, il Duca di Guevara, Gian Luigi Mormile, Guidon Fieramosca di Capua, Cosimo di Maio e il Musofilo e Galeazzo di Tar-sia che per Vittoria arderà d’amore per tutta la vita. A pochi passi dalla cattedrale la Chiesa ed il Convento delle Clarisse. Discendiamo nell’ipogeo. Qui, tutt’intorno, gli scolatoi e sugli scolatoi cadaveri ed avan-zi di cadaveri. La mummificazione è perfetta. Usciamo all’aperto. Un breve sentiero e siamo al Castello con le sue belle torri agli angoli. Che folla illustre! Ci viene incontro tutta la famiglia dei Cossa i fedelissimi dello scoglio e dell’iso-la, castellani, ammiragli, capitani, vescovi, un papa, e finalmente trapiantati in Francia con Federico d’Aragona a perpetuarsi dei Cossé de Brissac-

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Ecco i d’Avalos marchesi di Pescara e del Va-sto, e il gran Ferrante che vince la battaglia di Pavia e muore nel fior degli anni e della gloria, e Vittoria Colonna che qui resta a piangere e a canta-re il suo “bel sole” spento fissando gli occhi su quei meravigliosi arazzi in cui Carlo V fece intessere le gesta del suo eroico sposo. E qui sono le sue stanze volte a mezzogiorno sul porto romano e laggiù sull’isola è la bella torre di Guevara che ospitò Michelangelo. Passano intanto nella folla i corrieri e portano alla dolente Marchesa i sonetti di Bernardo Tasso, le ter-zine e le ottave di Messere Ludovico Ariosto, le gravi epistole latine del Giovio, del Bembo e del Sodoleto, il manoscritto del Corteggiano di Baldassarre Casti-glione, le untuose e pitocche lettere del Flagello dei Principi, il divin Pietro Aretino.

Dal cammino di ronda che segue tutta la merla-tura del castello e delle torri si discopre un panora-ma di sogno. Gli antichi chiamarono cratere il golfo di Napoli. Ischia è una delle più belle gemme che ne orlano l’orlo. L’occhio incantato ne segue il giro completo. Procida, Capri, la Penisola di Sorren to, il Vesuvio, Napoli, i Campi Flegrei, il lido eu-boico E il silenzio, quassù è divino “ —

Siamo del parere che buona parte degli iscliitani non ha mai visitato questi posti meravigliosi, magari sa-pranno tutto sulle Canarie o sulle Seychelles distan-ti da noi migliaia di chilometri, cosa buona sarebbe quindi rendersi conto, apprezzare e custodire gelosa-mente quest’immenso patrimonio di arte e di storia che abbiamo in casa nostra.

Eugenio Fusco