Introduzione Alla Psicologia Sociale

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INTRODUZIONE ALLA PSICOLOGIA SOCIALE

INTRODUZIONEStoria della psicologia socialePerch studiare la storia della psicologia sociale?I temi della psicologia sociale sono vicini a quelli di altre discipline quali la sociologia, altre tipologie di psicologie e alletologia (per quanto riguarda gli aspetti genetici). Anche i suoi strumenti e metodologie sono gli stessi di queste discipline; si pu quindi affermare che la psicologia sociale dia dei contributi nuovi e si ponga attraverso nuovi punti nei confronti di temi gi trattati da altri campi di studio. Allinterno della psicologia sociale possibile individuare due tendenze principali: una sociologica e una psicologica. La psicologia sociale sociologica privilegia lelemento sociale a dispetto di quello individuale; essa si rif alla scuola anglosassone e i suoi autori principali sono Mead, Goffmann, French, Moskovici. La psicologia sociale psicologica invece si rivolge maggiormente allelemento individuale, influenzata in questo dalla tradizione filosofica europea. I suoi principali esponenti sono Lewin (della scuola della Gestalt), Festinger, Allport, Asch.

La tradizione del pensiero sociopsicologicoGi nella filosofia classica ci sono riferimenti alluomo come essere sociale, in particolare in Platone (che influenzer la corrente sociologica) e in Aristotele (che ispirer la corrente psicologica). Infatti Platone era convinto che fossero le strutture sociale a creare luomo, mentre per Aristotele il comportamento sociale nasce allinterno delluomo. Tuttavia, anche se possiamo riconoscere nella psicologia sociale queste due concezioni differenti, entrambe si pongono gli stessi quesiti: 1. Le persone sono individui singoli o sono simili tra loro? 2. Lindividuo esiste in funzione della societ o questultima che determinata dallindividuo? 3. Il rapporto tra individuo e societ ha una reale esistenza o lespressione di unideologia (in senso marxista, come mistificazione della realt sulla base dei bisogni della classe che detiene i mezzi di produzione) latente? 4. Gli esseri umani sono fondamentalmente buoni (non hanno bisogno di essere educati) o egoisti (ne hanno bisogno)? 5. Lindividuo libero o condizionato dalla natura? Alla nascita della psicologia sociale come disciplina scientifica moderna, allinizio del XX secolo, contribuiscono altre due discipline: la sociologia e la teoria evoluzionistica. La sociologia nasce con Comte, ma Durkheim a dare un contributo decisivo allo sviluppo della psicologia sociale, con la sua concezione della societ come eventi indipendenti dalla volont individuale e con la teoria delle rappresentazioni collettive. Questa teoria, ripresa da Moskovici con il nome di teoria delle rappresentazioni sociali, afferma che le rappresentazioni sociali sono modi di vedere la realt, condivisi da un gruppo pi o meno grande di persone, che si concretizzano nella realt e diventano la realt stessa (ad esempio il pensiero di Freud). La psicologia sociale stata influenzata dallevoluzionismo in quanto ha introdotto questa impostazione, generalizzandola in campo sociale; inoltre ha ricevuto influssi anche dalla sociobiologia (lo studio del comportamento sociale degli animali).

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Gli inizi della moderna psicologia socialeLe due scuole che anticipano la moderna psicologia sociale nascono ai primi del Novecento e sono rispettivamente la Volkerpsychologye (psicologia del popolo) e la psicologia delle folle. La Volkerpsychologye si sviluppa in Germania e i suoi esponenti principali sono Lazarus e Wundt (riconosciuto come fondatore della moderna psicologia sperimentale). Questa riflessione sui fenomeni sociali profondamente influenzata dalla cultura e dalla filosofia tedesca (idealismo, romanticismo). La sua tesi fondamentale consiste nel fatto che la comunit culturale (nazionale e popolare) la base dellassociazione umana, e il linguaggio lo strumento principale attraverso il quale i membri della comunit costruiscono la propria identit di gruppo. Il popolo ha uno spirito unificatore che consiste nellidea di s che si manifesta nella lingua; facile riconoscere linflusso che una simile concezione ha avuto sullagire politico. Wundt sostiene che la Volkerpsychologye lequivalente della psicologia individuale sperimentale. La psicologia delle folle si sviluppa in Francia e in Italia e i suoi esponenti principali sono Tarde e Le Bon. Questa disciplina ha ricevuto forti influenze dalla medicina (epidemiologia) e dalle tecniche di suggestione ipnotica, infatti Tarde e Le Bon si rendono conto che alcuni fenomeni di massa sono simili al diffondersi del contagio batterico, in particolare quelli irrazionali. Questi studiosi hanno una concezione latina della folla, vale a dire che la considerano irruenta, irrazionale e incontrollata; tale rappresentazione negativa della folla rester a lungo nella psicologia sociale e anche in Freud. La psicologia delle folle sviluppa le sue teorie in questo modo anche perch inserita in un clima culturale e sociale rivoluzionario, con attivit politiche nuove e anche violente (come movimenti socialisti).

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La moderna psicologia socialeLa moderna psicologia sociale nasce allinizio del Novecento, con i primi esperimenti scientifici e i primi manuali. I due rami di cui composta la portano ad occuparsi da una parte (come disciplina psicologica) dellindividuo e dei processi individuali, e dallaltra (come disciplina sociale) del contesto sociale in cui sono inseriti i processi individuali. Il fondatore della psicologia sociale pu essere considerato lamericano Allport, il quale fa corrispondere lorientamento individualistico con il metodo sperimentale e con lapproccio comportamentista (che storicamente stato il primo approccio della psicologia). Linteresse focalizzato solo sul comportamento manifesto, ci che accade allinterno della mente non pu essere osservato e di conseguenza non pu essere studiato. Il comportamento sociale quindi esaminato solo in risposta ad uno stimolo. Anche se le radici della psicologia sociale sono europee, gi con Allport comincia a essere pi importante il contributo della scuola americana, tanto che questa disciplina verr ben presto monopolizzata dagli statunitensi. Negli anni 30 e 40 iniziano gli studi sugli atteggiamenti e sui cambiamenti degli atteggiamenti; in questo modo, oltre a studiare i meccanismi che governavano questi fenomeni, si cercava anche il modo di indurli e di realizzare quindi linfluenza sociale (ad esempio nella pubblicit). Negli anni 70 la psicologia sociale entra in crisi, perch il metodo sperimentale aveva preso il sopravvento sui contenuti. A questo punto si cambia lindirizzo di studio e si passa al cognitivismo. Il principale autore di questo cambiamento Lewin, uomo di grande cultura ma anche di azione. Egli non si occupava solo dello studio, ma voleva avere anche un riscontro pratico, in modo da essere utile alla societ e migliorarla. Il suo metodo (detto anche lewiniano) prender il nome di ricerca-azione, e si basa sul fatto che chi studia deve mettere in pratica le sue teorie e verificarle sul campo, ed eventualmente modificarle (ad esempio, studiare i conflitti per eliminarli). Lewin fonda il Centro di dinamica di gruppo, in cui i vengono studiati i gruppi e in cui i gruppi vengono usati anche come strumento di psicologia clinica (metodo del T-group). Il cognitivismo (social cognition) pone come oggetto di studio il processo cognitivo (il modo in cui il soggetto elabora le informazioni) al posto del comportamento manifesto; prima di questultimo si deve fare riferimento alla rappresentazione cognitiva che lo precede. Linglese Tajfel e il francese Moskovici fondano nel 1966 lAssociazione Europea di Psicologia Sociale Sperimentale, in ritardo rispetto alla scuola americana in quanto i fondi economici sono minori e nel periodo tra le due guerre i regimi totalitari non erano favorevoli a questa disciplina. Solo nel 1992 tutti i Paesi dellUnione Europea sono hanno avuto la possibilit di partecipare (anche per questioni politiche). Tajfel e Moskovici hanno voluto differenziarsi dagli americani sottolineando la dimensione sociale del comportamento individuale. Lesperienza e il comportamento dellindividuo prescindono dalla dimensione sociale. I principali studi di Tajfel si indirizzano sui gruppi e sugli atteggiamenti, mentre Moskovici si concentra sulle ricerche sulle minoranze e sulle influenze di queste ultime. La psicologia sociale evoluzionista risente dellinflusso delle teorie biologiche. Secondo questi psicologi non si pu parlare di natura umana, perch si tratta di un postulato non verificabile, inoltre essi si chiedono in che modo il contesto sociale (ruoli sociali, cultura) possano spiegare il comportamento individuale. Negli anni 60 questo modello cambia anche grazie ai biologi evoluzionisti, quando inizia il movimento della sociobiologia (Wison), che spiega il comportamento sociale animale ed umano alla luce di principi evoluzionisti e biologici. Da qui nasce la psicologia evoluzionista, che approfondisce i meccanismi psicologici e in particolare ladattabilit e la flessibilit di questi meccanismi e critica alcuni assunti della sociobiologia. Il comportamento sociale rimane la rigida ? nellevoluzione e nei fattori genetici. Gli psicologi evoluzionisti usano il principio della selezione naturale: gli individui che generano prole vitale (capace di riprodursi) sono quelli che hanno maggiore fitness (idoneit), quindi vengono selezionati i gruppi umani con maggiore idoneit (non solo capacit di riprodursi, ma anche comportamenti che portano bene sociale a s, al proprio gruppo e alla propria specie). Cos gli psicologi conciliano il principio di adattamento di adattamento e della selezione della specie con il comportamento altruistico (pro-sociale). Hamilton nel 1964 introduce la teoria dellidoneit complessiva, in cui tenta di spiegare insieme i concetti di selezione della specie e del comportamento altruistico; si chiede anche perch i legami di parentela sono alla base di tutte le forme di alleanza tra gli animali sociali (perch un individuo tende ad aiutare un parente o un suo simile piuttosto che un estraneo?) e il motivo per cui questi ultimi sono cos importanti in tutte le societ umane. La spiegazione nelle teorie evoluzionistiche-biologiche. 4

La psicologia sociale evoluzionisticaIntroduzioneLa moderna psicologia evoluzionistica si propone di studiare il comportamento umano collegando la funzione originaria del comportamento ai meccanismi psicologici attuali, dei quali la flessibilit delle risposte una componente centrale, sulla base del principio della selezione naturale. Questo tipo di approccio stato usato per spiegare comportamenti noti e per avanzare teorie nuove.

Selezione naturale e comportamentoIl concetto della selezione naturale stato elaborato compiutamente per la prima volta da Darwin e Wallace, che affermarono che alcune variazioni individuali ereditarie vantaggiose hanno maggiori probabilit di trasmettersi alla discendenza in quanto permettono una maggiore idoneit (adattamenti fisici e comportamentali) rispetto a un determinato ambiente. Allinizio Darwin si interess allevoluzione delle caratteristiche fisiche, ma in seguito linteresse si spost sullevoluzione del comportamento, sia animale che umano. I comportamenti sono analizzati sulla base del contributo che hanno fornito alla sopravvivenza e alla riproduzione della specie.

Aiutare il prossimo: il problema del comportamento altruisticoIl comportamento altruistico sembra contraddire la teoria evoluzionistica, perch si tratta di un comportamento in cui un soggetto favorisce lidoneit di un altro soggetto a spese della propria. Gli psicologi sociali hanno cercato di studiare le condizioni in cui si manifesta il comportamento altruistico, definendolo in questo modo come disponibilit di arrecare benefici quando sia possibile agire diversamente. La contraddizione risolta ragionando in termini di specie, infatti se si agisce in modo altruistico verso i membri della propria specie o gruppo si arreca ad esso un vantaggio superiore allo svantaggio verso il singolo individuo. Ma questa spiegazione cade se si considera che possa esistere un solo individuo egoista nel gruppo, perch esso potrebbe uccidere i suoi rivali, riprodursi e far aumentare nelle generazioni successive gli individui egoisti che alla fine diventerebbero la maggioranza. La moderna psicologia evoluzionistica spiega questo problema perch si concentra sui geni piuttosto che sui comportamenti, ritenendoli i veri pacchetti che vengono trasmessi. In questo modo i geni dovrebbero trasmettersi a spese degli altri geni, ma esistono anche dei modi in cui potrebbero evolversi dei geni che aiutano altri individui. Ad esempio, aiutare i parenti (come figli, fratelli, cugini) implica la conservazione di geni condivisi dal soggetto, per cui la solidariet verso i parenti direttamente proporzionale al grado di parentela. Laiuto verso i parenti pi prossimi chiamato idoneit complessiva e pu spiegare il motivo per cui i legami di parentela sono diffusi in tutte le societ umane. Nei piccoli gruppi nei quali ogni individuo pi o meno strettamente imparentato con gli altri, aiutare gli altri membri sarebbe sempre vantaggioso, e questo comportamento si sarebbe trasmesso con levoluzione anche in gruppi in cui difficile trovare legami stretti di parentela. Ma a questo punto necessario discriminare tra coloro che appartengono al gruppo e coloro che non appartengono, e il criterio appunto quello della parentela. Se un individuo non appartiene al gruppo probabile che sia odiato e perseguitato, a causa della forte identificazione con il proprio gruppo e degli stereotipi negativi verso i membri degli altri gruppi. Esistono delle condizioni in cui si verifica il comportamento altruistico anche in assenza di parentela; questo comportamento detto altruismo reciproco. In questo caso laiuto verso il prossimo si verificherebbe verso coloro i quali avrebbero potuto contraccambiarlo, e levoluzione porterebbe verso una selezione in cui i costi dellaiuto dovrebbero essere i pi bassi possibile e i vantaggi i pi alti possibile, e dove sarebbe possibile identificare ed escludere gli individui che non avrebbero contraccambiato. In questo modo pi probabile che sia aiutato un parente o un conoscente piuttosto che un estraneo.

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Cooperazione e competizioneLa cooperazione e la competizione sono entrambi comportamenti fondamentali per comprendere le interazioni sociali e levoluzione; infatti la competizione insita nel concetto stesso di evoluzione (per poter prevalere sugli altri e trasmettere in questo modo i propri geni), ma anche la cooperazione lo (per poter ottenere dei vantaggi reciproci e a favore della specie). Ad esempio, i genitori collaborano per il vantaggio reciproco, infatti entrambi sono necessari per la sopravvivenza della prole e hanno con essa il medesimo grado di parentela (cooperazione). Tuttavia allo stesso tempo, se uno di loro ha lopportunit di accrescere la propria idoneit accoppiandosi di nascosto con un altro partner, lo far (competizione).

Selezione sessuale e investimento genitorialeLa selezione sessuale (che una forma di selezione naturale) avviene sotto forma di competizione tra i maschi e di scelta da parte delle femmine a causa dello squilibrio nel contributo (investimento) genitoriale fornito dai due sessi nellallevamento della prole. In genere questo investimento molto maggiore nella femmina, per cui essa sceglie con attenzione il partner, preferendo quelli con alta idoneit. Il maschio invece ha un investimento ridotto e pu in teoria ricominciare molto pi agevolmente; in pratica tuttavia tra essi c grande competizione per essere scelti dalle femmine e lasciare una prole pi numerosa possibile. Quando il maschio e la femmina sono necessari per la sopravvivenza della specie, linvestimento genitoriale si avvicina e la competizione tra i maschi diminuisce. Nei casi limite in cui linvestimento genitoriale maggiore per il maschio che per la femmina si assiste ad un capovolgimento delle differenze sessuali tipiche dei due sessi. Quando la paternit incerta, vengono adottate strategie per salvaguardarla, come la sorveglianza sulle femmine da parte dei maschi.

Il comportamento riproduttivo umanoNella maggior parte delle societ le relazioni sono a lungo termine ed entrambi i genitori si prendono cura del bambino, assumendo la forma del matrimonio monogamo. Tuttavia queste relazioni non sono le sole: la maggiore taglia degli uomini porta a pensare un comportamento poliginico nel passato, e nei casi in cui le condizioni economiche sono povere si assiste a casi di poliandria (condivisione di ununica moglie con pi fratelli). Una spiegazione di questa variabilit pu essere trovata nel fatto che gli uomini cercheranno una maggiore variabilit sessuale mentre le donne tenderanno ad essere monogame. La scelta da parte delle femmine limita le attivit sessuali degli uomini. La maggiore tendenza alla promiscuit da parte degli uomini si riflette anche sui criteri di scelta dei partner, infatti gli uomini tenderanno a scegliere donne giovani e attraenti fisicamente (caratteristiche collegate alla salute e al potenziale riproduttivo). Allo stesso modo, la tendenza alla monogamia delle donne si riflette nei loro criteri, che privilegiano lo status del maschio e i privilegi che in grado di offrire (che garantiscono maggiore probabilit di sopravvivenza alla prole).

La competizione fra i membri dello stesso sesso e lomicidioI maschi, a causa della competizione, avrebbero minori aspettative di vita rispetto alle femmine; infatti la competizione porta a comportamenti aggressivi verso gli altri maschi e rischiosi per s stessi. Questo si riflette sul fatto che i giovani maschi hanno stili di vita pi a rischio e comportamenti pi aggressivi e che gli omicidi sono pi diffusi tra i giovani maschi che hanno poco da perdere.

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Il tradimento e la gelosiaIl tradimento la condizione di un uomo che alleva il figlio di un altro uomo. Naturalmente nessun uomo desidera questa situazione, per cui ladulterio punito severamente. La gelosia conseguente si manifesta nelluomo come desiderio delluomo di restringere la possibilit della partner di avere altre relazioni per garantire la propria paternit, mentre nella donna si manifesta come desiderio di conservare le risorse garantite dalluomo. Infatti il maggior disagio per gli uomini nasce dalla prospettiva di un tradimento sessuale, mentre per le donne dalla prospettiva di un tradimento sentimentale.

Levoluzione della flessibilitNaturalmente, le teorie presentate finora sono principi molto generali e dipendono strettamente dalle condizioni ambientali, che possono mutare anche di molto i comportamenti. Questo garantisce la flessibilit necessaria allevoluzione.

Riepilogo e conclusioniLa teoria evoluzionistica si propone di elaborare una concezione coerente della natura umana sulla base di principi generali e della flessibilit di comportamento. In pratica si ricercano degli attributi generici e si studiano le circostanze in cui questi attributi variano nello specifico, verificando le ipotesi particolari derivate da questa concezione. La psicologia evoluzionistica pu ampliare anche le fonti dei dati usati nelle indagini sociopsicologiche, con studi interculturali e ricerche in archivi storici, criminologici e antropologici.

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La psicologia sociale dello sviluppoIntroduzioneLa psicologia sociale tende a sottovalutare la dimensione evolutiva, mentre la psicologia evolutiva tende a sottovalutare la dimensione sociale. Per ovviare a queste mancanze nata la psicologia sociale dello sviluppo, che si propone di indagare il corso evolutivo e i contesti del comportamento sociale. Esamineremo sotto questa prospettiva quattro campi dindagine: la natura della socializzazione, lo sviluppo delle relazione e lo sviluppo allinterno delle relazioni, lo sviluppo del linguaggio e lo sviluppo della conoscenza sociale.

La natura della socializzazioneLa socializzazione il processo attraverso il quale le persone acquistano le regole di comportamento e i sistemi di credenze e atteggiamenti che permettono di operare efficacemente come membri di una societ. Le prime teorie riguardo alla socializzazione la giudicavano come un processo unidirezionale, da una parte rappresentando il bambino come un ricettore passivo degli impulsi provenienti dallesterno e dallaltra intendendolo come un soggetto con propri istinti e bisogni, scarsamente interessato e influenzabile dallambiente. Con lo sviluppo delle tecniche di osservazione (in particolare con luso del videoregistratore) si fatta strada la concezione della socializzazione come un rapporto reciproco tra neonato e adulto (teoria della mutualit). Questa teoria rivendica un ruolo attivo da parte del bambino e linterdipendenza tra bambino e genitore nelle loro transazioni sociali. Il bambino nasce con capacit percettive gi sviluppate e tende a prestare attenzione agli stimoli esterni; daltra parte i genitori sono sempre propensi a interagire con il bambino. In questo modo si verificano attivit sociali che implicano sincronia e cooperazione da parte del genitore, che costruisce il contesto delle interazioni e che manifesta cos la sua posizione di predominanza nel rapporto. Ma anche il bambino ha risorse importanti in questo campo, perch pu influenzare linterazione ad esempio distogliendo lo sguardo. Le interazioni diventano via via sempre pi elaborate fino al momento in cui riflettono il turn-taking (cambiamento da un parlante allaltro) tipico della conversazione. In questo modo notiamo che la socializzazione primaria pu progredire solo perch si tratta in gran parte di unattivit congiunta, che vede il neonato come attivo attore sociale. Questi risultati sono importanti per la psicologia sociale perch la socializzazione primaria la fonte da cui si svilupperanno tutte le successive forma di interazione e perch aiuta a studiare linfluenza sociale, intendendola come un processo di negoziazione piuttosto che come un processo unidirezionale.

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Lo sviluppo delle relazioniUna delle prime relazioni che si verificano nel neonato quella dellattaccamento. Lattaccamento un legame affettivo specifico e durevole che si forma tra due persone; i comuni comportamenti con cui si manifesta sono tutti osservabili nei neonati. Il neonato tende a sviluppare lattaccamento verso gli adulti (i genitori in particolare) perch questi ultimi sono in grado di soddisfare i suoi bisogni primari. Questo ragionamento alla base della teoria della pulsione secondaria, che afferma che siccome la madre soddisfa i bisogni primari, anche la sua vicinanza diventa un bisogno (una pulsione secondaria). Questa teoria sembra plausibile ma solleva alcuni problemi, come il fatto che i bambini manifestano attaccamento anche verso figure che non adempiono ai loro bisogni primari. La teoria pi autorevole sullattaccamento afferma che esso nasce come risposta al bisogno di massimizzare le probabilit di sopravvivenza del bambino, in modo che ladulto sia presente e pronto a rispondere alle richieste del neonato. In questo modo questa teoria sostiene linnatismo del fenomeno dellattaccamento. Esistono tre tipi fondamentali di attaccamento: il tipo A, o ansioso-evitante (rappresentato da neonati che non si preoccupano se la madre scompare e ha poco interesse nel ricongiungimento. Se lallontanamento sistematico e la reazione sempre uguale, questo tipo di reazione diventer il modo normale del bambino e delladulto di reagire a simili stimoli), il tipo B, con attaccamento sicuro (il neonato cerca di mantenere a tutti i costi il contatto con la madre, esplora con fiducia lambiente se presente la madre, angosciato se la madre se ne va e la accoglie con gioia quando ritorna) e il tipo C, o ansioso-ambivalente (il bambino angosciato se la madre scompare, ma mostra rabbia nel ricongiungimento; si tratta del tipo che mostra maggiore indifferenza). Degli studi hanno evidenziato come i bambini di tipo B abbiano una migliore evoluzione sociale, ad esempio con migliori risultati scolastici. Queste conclusioni dimostrano come sia indispensabile fornire una base sicura per lo sviluppo successivo. Lo studio dellattaccamento riguarda anche lo psicologo sociale per almeno tre ragioni. La prima che si tratta di una relazione bidimensionale, in cui anche ladulto ha un ruolo importante; per questo alcuni sostengono che i comportamenti degli adulti dovrebbero basarsi anche in funzione di questa nuova relazione. La seconda afferma che le prime forme di attaccamento forniscano dei modelli operativi delle operazioni sociali e influenzino pertanto il modo in cui una persona affronta le relazioni nuove (infatti si ritrovano anche negli adulti comportamenti che riflettono la classificazione dei tipi di attaccamenti neonatali). La terza allarga la visuale della seconda e sostiene che le forme di attaccamento infantili possono influenzare latteggiamento degli individui verso la societ in generale.

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Lo sviluppo del linguaggioLinnatismo stato considerato importante anche nello studio del linguaggio dopo i lavori del linguista Noam Chomsky, che afferma che le strutture grammaticali sono troppo complesse perch il bambino possa apprenderle avendo come unico riferimento i modelli frammentari e impoveriti del linguaggio quotidiano. Queste teorie rimangono le favorite dai linguisti, anche se alcune prove sembravano indebolirle. Gli psicologi sociali dello sviluppo, invece, si concentrarono anche sulle esperienze sociali del bambino piuttosto che sulle sole capacit innate, esaminando in particolare i seguenti aspetti. Reciprocit: il turn-taking con la madre che si verifica prima ancora che il neonato sia in grado di parlare pu essere un precursore delle abilit essenziali per prendere parte alla conversazione. Supporto per lacquisizione del linguaggio: i genitori hanno una parte attiva nel controllare lattenzione del bambino, presentandogli stimoli anche verbali che favoriscono lapprendimento della denominazione di parole nuove in riferimento agli oggetti o alle attivit che sono attualmente al centro dellattivit condivisa. Linput linguistico: Chomsky affermava che i bambini sono esposti a stimoli linguistici poveri, tipici della normale conversazione. In realt il linguaggio diretto ai bambini diverso, molto pi semplice, lento e ripetitivo e quindi pi comprensibile (parentese); inoltre gli adulti sono disponibili a correggere e aiutare i bambini nel loro processo di apprendimento. Altri affermano invece che questi aspetti non sono sufficienti: il turn-taking pre-verbale solo lontanamente simile a quello tipico della conversazione; nessuna prova conferma il fatto che il sostegno dei genitori sia essenziale allo sviluppo del linguaggio; infine il parentese molto spesso anchesso incompleto e grammaticalmente scorretto. In ogni caso non si ancora trovato nessun bambino che abbia appreso il linguaggio senza interagire con altri parlanti, per cui il contributo sociale bidirezionale senza dubbio fondamentale. Ma i bambini non devono solo apprendere il linguaggio, devono anche imparare ad usarlo, sviluppando una competenza comunicativa adatta ai vari contesti sociali. Lo psicologo sociale dello sviluppo si interessa a queste tematiche perch tutti gli aspetti finora trattati sono rilevanti per lo sviluppo dei processi della comunicazione adulta.

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Lo sviluppo della conoscenza socialePer poter vivere nella societ non sono sufficienti le abilit finora esaminate; necessario anche capire cosa sono le persone come esseri psicologici e come strutturano le relazioni sociali. Le ricerche su questo argomento sono state suddivise in due filoni principali: quello dellinterazione e della comprensione sociale e quello della comprensione del mondo sociale. Interazione e comprensione sociale. Queste ricerche considerano i contesti sociali dello sviluppo cognitivo. Seguendo gli studi dello psicologo svizzero Piaget, gli psicologi evolutivi si sono concentrati soprattutto sulle conquiste a livello cognitivo del singolo bambino, tralasciando lesperienza sociale nello sviluppo sociale. Il bambino era considerato come un piccolo scienziato che doveva affrontare e risolvere da solo problemi logici e matematici. In realt, studi ulteriori sugli stessi esperimenti condotti da Piaget ma eseguiti da parte di due o pi bambini contemporaneamente mostrarono che si ottenevano risultati migliori, anche dal punto di vista delle spiegazioni (risolvendo cos il problema dellimitazione). Anche due bambini che nel pre-test non erano stati in grado di risolvere il problema, una volta in coppia avevano maggiori probabilit di successo. Questi risultati positivi furono replicati anche in esperimenti con bambini pi grandi e con adolescenti. Per spiegare queste conclusioni sono state avanzate delle teorie circa la natura dei processi implicati nellinterazione sociale, come il conflitto sociocognitivo, i processi intrapsicologici attivati durante lesecuzione dei compiti, limportanza di confermare la risposta corretta e il ruolo dei tutori pi evoluti nel guidare lapprendimento del bambino. La comprensione del mondo sociale. Queste ricerche si concentrano sui contenuti sociali della cognizione. Uno dei primi temi quello della comprensione delle persone, essenziale per le relazioni sociali. Realizzare che le persone sono tutte diverse tra loro, oltre che a livello fisico anche a livello psicologico, implica complessi meccanismi cognitivi sia a livello intrapsicologico sia interpsicologico. Come conferma di questo, le descrizioni delle persone diventano sempre pi orientate verso le loro propriet interne e psicologiche con laumentare dellet dei bambini, dimostrando che le loro abilit cognitive si sono sviluppate. Tuttavia altre ricerche dimostrano che la complessit dei fenomeni psicologici umani cominci ad essere intuita ad unet molto precoce, in forte dipendenza dalla partecipazione a situazioni sociali. Il contenuto sociale della cognizione quindi inseparabile dal contesto sociale, perch solo negli ambienti sociali possibile accedere a questo corpo di conoscenze. La comprensione della societ. Oltre alla comprensione delle persone necessario comprendere le strutture sociali che esse creano e i meccanismi sociali che si utilizzano in queste strutture (di cui il bambino pu avere conoscenza diretta, come la famiglia, la scuola, i negozi, o indiretta, come il governo, il paese, il sistema economico). Alcuni autori neopiagetiani sostengono che questa comprensione avviene per stadi successivi in relazione allet e allo sviluppo cognitivo complessivo (anche se vero anche il contrario). Altri invece si concentrano sul grado dellesperienza sociale nella comprensione dei fenomeni sociali; ad esempio una variabile che pu modificare la concezione della societ lappartenenza a una certa nazione piuttosto che a unaltra. Anche la categorizzazione nazionale ed etinca viene appresa ad unet molto precoce, sulla base di caratteristiche percettive molto evidenti (come il colore della pelle o il linguaggio) che generano stereotipi verso loutgroup anche pi forti di quelli degli adulti. Lo psicologo sociale interessato allo sviluppo delle comprensione sociale sulla base dellesperienza sociale perch per comprendere ladulto necessario conoscere anche il modo in cui egli si sviluppato.

Riepilogo e conclusioniTutte queste ricerche evidenziano come il bambino sia immerso dalla nascita in un mondo sociale che influenza fortemente il suo sviluppo sulla base di scambi reciproci in sincronia e negoziazione. In secondo luogo, la partecipazione al mondo sociale passa dalla percezione e dalla gratificazione dei bisogni a relazioni selettive ed emotivamente significative. In terzo luogo, la partecipazione al mondo sociale presuppone la padronanza del linguaggio, che anchessa unattivit sociale. In quarto luogo, la partecipazione al mondo sociale permette di apprendere insieme agli altri e dagli altri. In ogni caso, il processo di apprendimento dura tutta la vita e quindi la dimensione evolutiva deve essere sempre considerata in ogni campo della psicologia sociale.

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La metodologia della psicologia socialeIntroduzioneI metodi sono le procedure applicate dai ricercatori per raccogliere quelle informazioni che li aiutano a rispondere alle domande poste dalla ricerca. La metodologia il termine utilizzato per designare tutti gli aspetti dellapplicazione di questi metodi. Le ipotesi che stanno a monte dei metodi di norma sono delle teorie sul fenomeno in esame, che pu sorgere dallosservazione degli eventi del mondo reale, dalle teorie preesistenti o da risultati contradditori di ricerche precedenti. La teoria spiega il fenomeno in questione nel senso che cerca di individuare le relazioni tra un certo stato di cose e un altro. necessario ora introdurre tre concetti importanti. Il termine costrutto usato per indicare i concetti astratti di una teoria, il termine variabile usato per indicare una rappresentazione misurabile di un costrutto, il termine ipotesi usato per indicare una previsione che, una volta verificata, pu confermare o meno la teoria sulla quale si basa. I metodi sono gli strumenti attraverso i quali i ricercatori verificano le loro ipotesi. Esistono tre tipi ricerca: descrittiva, correlazionale e sperimentale. La ricerca descrittiva. Questo tipo di ricerca si propone di fornire al ricercatore una descrizione precisa del fenomeno in questione, senza fornire spiegazioni sulla causa del fenomeno. La ricerca correlazionale. La ricerca correlazionale si propone di descrivere in che misura le variazioni di un certo comportamento sono sistematicamente collegate alle variazioni di altri fattori. Anche questo tipo di ricerca non pu fornire spiegazioni causali certe sul fenomeno. La ricerca sperimentale. Questo lunico tipo di ricerca che pu fornire una spiegazione causale, perch modifica deliberatamene una variabile per osservare la variazioni su unaltra. Questi tipi di ricerca sono molto generali e devono essere usati appropriatamente in base alle esigenze della teoria (descrittive, causali, ecc.). Nella psicologia sociale psicologica molto comune la spiegazione, che si basa sulla formulazione di proposizioni teoriche circa la relazione tra i costrutti e la realizzazione di indagini empiriche nelle quali siano raccolti i dati concernenti queste relazioni.

La scelta delle strategie di ricercaLe strategie di ricerca differiscono secondo tre dimensioni: la rappresentativit dei dati raccolti, il realismo del contesto in cui i dati sono raccolti e il grado di controllo su tale contesto. Il rilevamento su campione. La ricerca su campione (che utilizza cio interviste o questionari) ha come obiettivo quello di verificare una ricerca di tipo descrittivo o correlazionale e non si occupa del contesto in cui essa avviene. Il principale problema di questo tipo di rilevamento quello della rappresentativit del campione. La soluzione ideale sarebbe quella di interpellare tutta la popolazione in questione, ma non sempre possibile, per cui si costretti a scegliere una parte (campione) di tale popolazione da interpellare per la ricerca. La procedura di campionamento pu essere probabilistico o non probabilistico. Nel campione casuale semplice (la forma pi semplice di campionamento probabilistico) ogni membro della popolazione ha la stessa possibilit di essere scelto e tutte le possibili combinazioni del numero di membri desiderato hanno la stessa possibilit di essere scelte. Nel campione proporzionale (la forma pi tipica di campionamento non probabilistico) lobiettivo quello di scegliere un campione che rifletta gli attributi fondamentali della popolazione. Questo tipo di campionamento pi semplice da organizzare, anche se meno accurato del campionamento probabilistico. Gli esperimenti e i quasi-esperimenti. Gli esperimenti hanno come obiettivo la spiegazione causale. Gli esperimenti sono studi nei quali il ricercatore esamina gli effetti di una classe di variabili (variabili indipendenti) su unaltra classe di variabili (variabili dipendenti). In questo caso le dimensioni importanti sono il realismo del contesto e il grado di controllo sul contesto. Gli esperimenti veri e propri sono infatti condotti in laboratorio e il ricercatore pu assegnare i soggetti a caso alle varie condizioni dellesperimento, mentre i quasi-esperimenti sono spesso condotti sul campo e il ricercatore non pu controllare chi esposto alla variabile indipendente. Il principale vantaggio dellesperimento che garantisce la scoperta di un rapporto causale tra variabile indipendente e dipendente, mentre il suo svantaggio dato dallartificialit del 12

contesto. Per il quasi-esperimento valgono le considerazioni inverse, inoltre talvolta il quasi-esperimento lunico modo in cui possibile condurre uno studio sociale su un certo argomento. Spesso i migliori risultati si ottengono combinando le due tecniche e cercando un compromesso tra ci che ottimale e ci che praticabile. Le caratteristiche cruciali dellesperimento sociopsicologico. Le caratteristiche cruciali dellesperimento sociopsicologico sono lo scenario sperimentale, la variabile indipendente e la variabile dipendente. Lo scenario sperimentale il contesto in cui si presenta la ricerca; negli esperimenti in laboratorio deve essere il pi convincente possibile per coinvolgere il pi possibile i soggetti nella ricerca. La variabile indipendente quella manipolata deliberatamente dal ricercatore mantenendo costanti tutti gli altri aspetti dello scenario sperimentale. Ladeguatezza di un esperimento dipende spesso dallefficacia (il livello in cui i cambiamenti nella variabile indipendente colgono le qualit essenziali di quella variabile che, a livello teorico, si suppone abbia uninfluenza causale sul comportamento e limportanza del cambiamento introdotto) delle manipolazioni sulla variabile indipendente. La variabile dipendente quella i cui cambiamenti sistematici dipendono dallinfluenza della variabile indipendente. Una questione importante sapere fino a che punto una variabile dipendente misura la variabile teorica soggiacente. importante anche raccogliere informazioni sul controllo della manipolazione, che una valutazione dellefficacia della variabile indipendente. Il controllo della manipolazione misura le percezioni dei soggetti delle caratteristiche dello scenario sperimentale che sono rilevanti per la manipolazione in questione, aiutando a interpretare i risultati, soprattutto quando la variabile indipendente non ha avuto gli effetti previsti su quella dipendente. Bisogna considerare anche la spiegazione degli scopi dellesperimento ai soggetti, soprattutto quando questi ultimi sono stati ingannati sul vero scopo dellesperimento. Esaminiamo ora i vari tipi di disegni sperimentali. Il primo tipo di disegno sperimentale detto studio di un caso con una sola misurazione. In questo caso si introduce o si modifica una variabile indipendente e si misurano le conseguenze sulla variabile dipendente. Questo non pu essere considerato un esperimento, perch non c niente con cui paragonare i risultati. I requisiti minimi per poter parlare di un disegno sperimentale autentico sono rappresentate nel disegno del gruppo di controllo solo al post-test. In questo caso ci sono due gruppi, uno dei quali sottoposto alla variabile indipendente (gruppo sperimentale) mentre laltro non viene manipolato (gruppo di controllo). I soggetti sono inoltre assegnati in modo casuale ai due gruppi, in modo da evitare il pi possibile distorsioni. Losservazione compiuta sul gruppo sperimentale pu essere confrontata a quella compiuta sul gruppo di controllo, che si pone quindi come utile termine di paragone. Un altro tipo di disegno sperimentale detto esperimento fattoriale, in cui due o pi variabili indipendenti sono manipolate nellambito dello stesso disegno in modo da rappresentare tutte le combinazioni possibili. In questo modo il ricercatore pu esaminare gli effetti separati e congiunti di due o pi variabili indipendenti. Gli effetti separati di ciascuna variabile indipendente sono detti effetti principali, mentre se gli effetti congiunti di due variabili indipendenti sono diversi dalla somma dei loro due effetti principali, la combinazione detta effetto di interazione. Il ricercatore pu trovarsi di fronte a vari ostacoli che minano la validit della ricerca sperimentale. La validit la misura in cui lecito trarre inferenze dai propri risultati. Ne esistono tre tipi: la validit interna, la validit di costrutto e la validit esterna. Validit interna. Si riferisce al fatto che la relazione tra variabili indipendenti e dipendenti sia effettivamente una relazione causale e si ottiene con un valido disegno sperimentale. Validit di costrutto. Si riferisce al fatto che le variabili indipendenti e dipendenti colgano effettivamente le variabili (o costrutti) che dovrebbero rappresentare. Le variabili dipendenti possono essere ostacolate nella loro validit di costrutto da tre fattori: la desiderabilit sociale (desiderio di essere valutati positivamente), le caratteristiche della richiesta (che possono instradare i soggetti verso risposte che essi ritengono essere quelle che il ricercatore si aspetta) e le aspettative del ricercatore (che possono far confermare lipotesi anche se non vera). Validit esterna. Si riferisce alla possibilit di generalizzare le conclusioni al di l delle circostanze specifiche dellesperimento, come il fatto che i soggetti siano volontari o meno.

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Tecniche di raccolta dei datiLe misure dei dati devono essere fedeli e valide. La fedelt si riferisce la stabilit delle misure e non deve quindi dipendere dal momento della misurazione o da chi la effettua. La validit si riferisce invece al grado in cui la variabile misurata coglie realmente il costrutto sottostante. Losservazione pu essere una buona tecnica se si desidera raccogliere informazioni sul comportamento sociale. Lo scopo dellosservazione quello di evidenziare quelle azioni potenzialmente significative per la ricerca e registrare nel tempo la loro comparsa. Esistono vari tipi di osservazione pi o meno formali, in relazione al fenomeno che si desidera osservare (ad esempio, per osservare un gruppo specifico talvolta necessario entrarne a far parte, mentre per osservare il comportamento dei pedoni che si incrociano per strada sufficiente nascondersi ai piani alti di un edificio evitando di farsi notare). importante anche considerare il fatto che i soggetti siano o meno consapevoli di essere osservati. Il tipo pi formale di osservazione quello che prevede un insieme di categorie per classificare il comportamento sociale. I vantaggi dellosservazione sono il fatto di non essere intrusivi e il fatto che non portano distorsioni rilevanti derivanti dalla consapevolezza dei soggetti di essere osservati. Il resoconto personale viene utilizzato quando si vogliono misurare variabili non osservabili direttamente come atteggiamenti, convinzioni o comportamenti. In questi casi le domande vengono poste direttamente al soggetto. Questo tipo di misurazione di solito pi rapida, economica e facile da utilizzare rispetto allosservazione. Esistono due tipi di raccolta di questi dati: il questionario e lintervista. Con il questionario si sottopongono al soggetto una serie di domande con istruzioni sul modo di registrarle, mentre lintervista consiste nel porre di persona le domande ai soggetti. Le domande devono essere attendibili e valide, evitando ambiguit (causate dallincapacit del ricercatore di porsi obiettivi specifici per ogni domanda. Uno svantaggio del resoconto personale il fatto che si tratta di una tecnica abbastanza intrusiva, che pu portare a modificare le risposte degli intervistati a causa della desiderabilit sociale o di altri fattori motivazionali. Le tecniche dellosservazione e del resoconto personale possono essere usate in congiunzione, per ottenere una maggiore attendibilit; inoltre la scelta di una o dellaltra dipende anche dalla loro applicabilit.

Problemi della sperimentazioneAlcuni studiosi sono critici riguardo alla validit dellesperimento e hanno avanzato alcune critiche. Il primo problema riguarda il fatto che quasi impossibile considerare una variabile indipendentemente da tutte le altre; esistono cio dei fattori intervenienti che possono falsare i risultati. Un altro problema dipende dalla cultura da cui provengono i soggetti; i fenomeni spiegati possono cio avere origine nelle convenzioni culturali e non essere causati dalla variabile indipendente. Infine, le leggi psicosociali non si applicano al mondo oggettivo, ma a quello sociale, in cui gli oggetti di studio sono le persone che cercano a loro volta di dare un significato alle loro azioni. La psicologia sociale non pu quindi distinguersi nettamente da ci che studia, in quanto le teorie possono essere comprese e applicate anche dai profani, che modificheranno il loro comportamento facendo perdere di validit alla teoria.

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LA COSTRUZIONE DEL MONDO SOCIALEI concetti e gli approcci fondamentali della social cognitionIntroduzioneLa nostra concezione del mondo sociale si basa sostanzialmente su tre elementi: i cosiddetti fatti oggettivi o dati, le teorie relative a questi dati e le teorie concernenti i giudizi. In questo modo notiamo come le persone non si limitino a ricevere le informazioni dal mondo esterno, ma le elaborano, divenendo gli artefici del loro mondo sociale.

Lambito della social cognitionLa social cognition riguarda sia le percezioni che le persone hanno di se stesse e degli altri sia le teorie ingenue che costruiscono per giustificare tali percezioni. Esaminiamo ora la cognizione. Essa linsieme di attivit attraverso le quali le persone elaborano le informazioni alle quali sono esposte, cio lattivit del conoscere: lacquisizione, lorganizzazione e luso della conoscenza. I suoi strumenti sono la percezione, la memoria, i processi di elaborazione del pensiero, il linguaggio, e cos via, che interagiscono e si compenetrano tra loro. Essa agisce su oggetti, cio su tutto quello che esterno allorganismo e che pu colpire i sensi.

Categorizzazione e schemiLa categorizzazione. La categorizzazione un processo di semplificazione per lelaborazione delle informazioni troppo complicate o troppo numerose, in quanto gli individui possono trattenere solo una parte degli stimoli che percepiscono. Essa lavora con categorie (o concetti), che sono raggruppamenti di due o pi oggetti distinti trattati allo stesso modo sulla base di caratteristiche comuni. I primi studi affermavano che i confini tra le varie categorie erano chiari e facili da stabilire e che le categorie erano arbitrarie, frutto della cultura o del linguaggio. Ben presto ci si rese conto che questa teoria non poteva essere applicata efficacemente alle categorie naturali e quindi si pass ad un concetto di categoria probabilistico, in cui la probabilit di appartenere ad una categoria piuttosto che ad unaltra dipende dal grado di somiglianza con il prototipo della categoria. Dato che gli oggetti possono avere elementi di similarit con pi categorie, essi possono appartenere a pi di una categoria e i confini tra di esse sono quindi sfuocati. Altri mettono in discussione il modello dei prototipi e avanzano lipotesi degli esemplari, in base alla quale un concetto composto da tracce mnestiche di esempi specifici della categoria. In questo caso lastrazione del prototipo avviene durante la rievocazione degli esemplari piuttosto che durante la codifica. Alcuni ricercatori affermano invece che certi concetti (come quelli naturali) siano formati da caratteristiche probabilistiche come il prototipo e da un nucleo di condizioni necessarie e sufficienti. Le categorie sociali in particolare contengono un nucleo e un prototipo (stereotipo). Le caratteristiche che servono a raggruppare gli oggetti possono essere di vari tipi e in genere riflettono le teorie ingenue per le quali un sistema mentale raggruppa le categorie. Gli schemi. Gli schemi sono le generalizzazioni che i soggetti compiono riguardo gli oggetti a partire dalle loro caratteristiche o propriet, generalizzazioni che possono influenzare i processi di selezione, integrazione e organizzazione delle informazioni sugli oggetti. Gli schemi cognitivi organizzano le rappresentazioni delle persone su un aspetto dellambiente gerarchico che include un livello subordinato, un livello di base e un livello superordinato. Gli schemi sono fortemente legati al processo di inferenza; infatti gli schemi hanno sempre un valore di default, inoltre possono essere messi in relazione tra loro ed possibile inferire un livello pi elevato da un livello inferiore.

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Il sociale nella social cognitionLa cognizione pu essere considerata come sociale da tre punti di vista: si occupa di pensieri rivolti a fenomeni sociali, ha unorigine sociale perch creata o rafforzata attraverso linterazione sociale ed socialmente condivisa perch comune a diversi membri di una societ o di un gruppo. Il contenuto della social cognition. Sono stati studiati molti oggetti sociali, come il s, gli altri, persone immaginarie, le relazioni interpersonali, i gruppi. Esaminiamo in particolare gli stereotipi. Tajfel sostiene che gli stereotipi possono essere considerati un caso particolare di categorizzazione, che comportano unaccentuazione delle somiglianze allinterno dei gruppi e delle differenze tra i gruppi. Lorigine sociale della social cognition. Molti esperimenti hanno dimostrato lorigine sociale degli stereotipi in quanto lambiente e la cultura di riferimento producono effetti vistosi ad esempio sul concetto di s. Cognizioni sociali condivise. La vita sociale ha come conseguenza uninevitabile condivisione di informazioni da parte di gruppi o di intere societ, fermo restando che le persone non condividono esattamente gli stessi costrutti di conoscenza. Un tipo particolare di cognizioni condivise sono le rappresentazioni sociali, che Moscovici definisce come concetti, asserti e spiegazioni che nascono nella vita di tutti i giorni, nel corso delle comunicazioni interpersonali possono essere considerati la versione contemporanea del senso comune. Il loro oggetto pu essere di qualunque natura, limportante che siano conoscenze condivise. Esse hanno due scopi principali: aiutare lindividuo a controllare e a attribuire un significato al mondo e facilitare la comunicazione. Per realizzare queste funzioni si adottano due processi fondamentali: lancoraggio e loggettivazione. Lancoraggio consiste nel fissare le idee nuove allinterno del sistema preesistente, mentre loggettivazione serve a rendere concreto lastratto. Loggettivazione si realizza a sua volta attraverso due processi: la personificazione (associare le teorie o le idee ad una particolare persona che le rappresenta) e la figurazione (associare le teorie o le idee ad una particolare immagine o metafora che le esemplifica). Le rappresentazioni sociali sono i principali agenti organizzativi per il contenuto del pensiero individuale.

Cinque concezioni della persona come social cognizerLa persona profana pu essere considerata come sociale cognizer sotto cinque approcci diversi: il soggetto razionale, lo scienziato ingenuo, lelaboratore di dati, leconomizzatore di risorse cognitive e lattore sociale. Il soggetto razionale. Dato che gli stimoli sono spesso incoerenti tra loro, nasce una tensione psicologica (stress) che lindividuo tenta di ridurre ricercando la coerenza. Lincoerenza chiamata anche squilibrio cognitivo (Heider), asimmetria (Newcombe) o dissonanza cognitiva (Festinger). La dissonanza cognitiva si verifica se due stimoli hanno come conseguenze affermazioni opposte. La dissonanza la fonte del cambiamento, perch si cerca di modificare lo stato negativo cambiando latteggiamento o il comportamento (per questo usata nella pubblicit). Il bisogno pi importante cognitivo ed di coerenza e stabilit. Lo scienziato ingenuo. Lattore sociale cerca di capire il comportamento altrui e formula giudizi, ma in modo ingenuo. In questo modo nascono pregiudizi, idee preconcette, si pensa che la personalit sia formata da tratti stabili con confini netti, quando in realt la personalit deve trasformarsi e adattarsi per essere equilibrata. Ash comp delle ulteriori ricerche da cui emerse che le persone sono in grado di creare unimmagine coerente socialmente condivisa di qualcuno a partire da singole unit di informazione, che alcuni tratti sono centrali perch sono capaci di ancorare le scale della percezione e che la percezione guidata dai primi elementi di informazione disponibili (primacy). Queste ricerche dimostrano che a partire da pochi dati le persone formano una rappresentazione complessiva di unaltra persona che corrisponde a una categoria e che i giudizi sono prodotti allistante. Le informazioni che compaiono allinizio sono invece le pi importanti perch le persone non hanno altre informazioni su cui basarsi. In altre parole, Ash sostiene che le persone elaborano le informazioni a partire dalle loro teorie piuttosto che da unanalisi dettagliata dei dati. Lelaboratore di dati. Lattore sociale elabora le informazioni come un computer per costruire sistemi coerenti e costruisce degli script (copioni) di comportamento che lo indirizzano nelle varie situazioni. Si tratta per di un modello normativo poco realistico. Anderson ribatte alle conclusioni di Ash affermando che leffetto di primacy dipende dal calo di attenzione dei soggetti, inoltre la somma finale non il frutto di una teoria ma della somma delle valutazioni ponderate dei diversi tratti (che possono ricevere valutazioni positive o negative) attraverso la media, la somma o altri calcoli. In altre parole, Anderson vede il social cognizer come un elaboratore di dati, che esamina i fatti oggettivamente e senza preconcetti. 16

Leconomizzatore di risorse cognitive. Lattore sociale, in quanto soggetto conoscitivo, commette degli errori (bias o tendenza a deformare il giudizio) frutto delleconomizzazione e della costruzione di euristiche (modalit di ragionamento veloci ed economiche, che portano a risparmiare le risorse cognitive disponibili). Una di queste euristiche quella della disponibilit, cio si tende a recuperare la prima informazione disponibile in memoria (che non di solito la pi importante) e costruire su di essa un giudizio complessivo. Unaltra quella di notare pi facilmente ci che unico dallo sfondo; unaltra ancora quella della riluttanza ad esaminare i fatti; una terza che le persone tendono a basarsi sulle proprie aspettative. Lattore sociale. Si tratta di un soggetto che dispone di molteplici strategie cognitive e sceglie dopo unattenta valutazione sulla base dei propri scopi, motivazioni e bisogni. In altri termini, quando ha risorse sufficienti, lindividuo elabora strategie efficaci. Le risorse cognitive, le motivazioni e gli scopi sono fondamentali per questa prospettiva. Ci non toglie che gli stereotipi, quando sono applicati, possono far risparmiare energia cognitiva. Inoltre la stessa motivazione pu fornire risorse cognitive.

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Lelaborazione delle informazioni di natura sociale: effetti sui giudizi e sulle decisioniIntroduzione: i fattori cognitivi e sociali nella social cognitionI processi cognitivi hanno grande importanza nella ricerca sociopsicologica, infatti essi garantiscono alle persone la possibilit di modificare il proprio comportamento a seconda di come percepiscono e interpretano una situazione, limitando limportanza dei vincoli biologici innati e dellinconscio. Anche laspetto sociale rilevante nellelaborazione delle informazioni, perch la cognizione sociale un processo autenticamente sociale, in cui i fattori sociali possono influenzare il pensiero logico. Inoltre molti attributi propri dellecologia sociale (come i tratti della personalit) non sono direttamente osservabili, ma vanno inferiti da indizi comportamentali che sono utilizzati per costruire la percezione di questi tratti; questa costruzione convenzionale ed frutto dellinterazione sociale.

Gli stadi cognitivi di elaborazione delle informazioni socialiI processi cognitivi possono essere scomposti in una sequenza logica in cui gli stadi successivi presuppongono necessariamente quelli precedenti (mentre linfluenza contraria solo possibile). Questi stadi sono: la percezione, la categorizzazione, lorganizzazione, la rievocazione, le inferenze e i giudizi e decisioni. La percezione. Le prime teorie sulla percezione (Gestalt) affermavano che gli stimoli esterni erano organizzati da principi innati, mentre sviluppi pi recenti affermano che la percezione spesso determinata da eventi esterni. In realt le due posizioni non sono in contraddizione, perch sia i principi interni che quelli esterni e socioculturali possono guidare la percezione. La categorizzazione. Mentre la percezione guidata dallo stimolo, la categorizzazione sottolinea linfluenza delle conoscenze precedenti, perch una volta categorizzato, lo stimolo si arricchisce delle informazioni relative alla categoria a cui appartiene. Ma ogni persona pu avere categorie diverse per lo stesso stimolo, per cui esso pu avere interpretazioni diverse a seconda della persona (e quindi della categoria) che lo percepisce (priming). Questo fenomeno si pu spiegare in termini di reti associative, in cui i concetti sono rappresentati da nodi e la distanza tra i nodi indica la differenza tra di essi. In questo modo il priming pu essere visto come un processo di diffusione dellattivazione da un nodo fonte ai nodi adiacenti della rete, e la forza delleffetto dovrebbe diminuire allaumentare della distanza dellattivazione. importante anche il momento (timing) in cui avviene lattivazione della categoria, in quanto lo stimolo pu essere inserito in una categoria preesistente ma anche in una categoria attivata solo dopo la presentazione dello stimolo, modificando la categorizzazione (e i giudizi) precedenti. Infine, la consapevolezza dellattivazione non rappresenta una precondizione ma pu in realt interferire con leffetto di attivazione stesso. Lorganizzazione. Le informazioni vengono organizzate di solito in categorie, di cui una molto importante la persona; infatti i ricordi vengono organizzati in funzione del tipo di persona piuttosto che in funzione del tipo di comportamento o di altre categorie. Se per le informazioni relative a una persona sono numerose e casuali, una strategia pi efficiente ed economica quella di organizzarle in base a scopi o tratti distintivi (informazioni categoriali). Anche lo scopo dellelaborazione e le istruzioni relative al compito influenzano lorganizzazione delle informazioni, ad esempio lapprendimento incidentale (che forma una rappresentazione mnemonica coerente) migliore di quello intenzionale. Inoltre le informazioni incoerenti sono ricordate con pi facilit rispetto a quelle coerenti; questo avviene perch necessario attribuire ad esse un significato e quindi dedicare loro uno sforzo cognitivo ulteriore. Tuttavia questo fenomeno scompare quando le informazioni sono riferite a gruppi e non a individui, perch pi facile che vi siano comportamenti incoerenti tra i membri di un gruppo piuttosto che allinterno di individui.

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La rievocazione. Daltra parte, anche linformazione coerente ricordata con facilit, perch pu essere derivata da una struttura di conoscenza significativa, soprattutto quando i giudizi e le decisioni implicano lutilizzazione di processi ricostruttivi. Tuttavia queste inferenze possono essere tendenziose perch inquinate dagli stereotipi relativi alle categorie di appartenenza degli stimoli, anche se le osservazioni li contraddicono. In altre parole, le informazioni che confermano gli stereotipi saranno ricordate con maggiore facilit rispetto a quelle incongruenti. Gli stimoli incongruenti sono di solito rievocati con maggiore facilit quando la rievocazione guidata dallo stimolo, perch beneficiano di una maggiore elaborazione. Gli stimoli congruenti sono invece rievocati con maggiore facilit quando la rievocazione guidata dalla categoria (schema), perch si adattano naturalmente alla categoria stessa. Infine, la rievocazione pi facile quando vi sono le stesse condizioni in cui linformazione stata appresa e codificata (principio della specificit della codifica), come ad esempio la stessa situazione o lo stesso umore. Le inferenze. Linferenza simile alla rievocazione, con la differenza che linferenza ha natura creativa. Alcune ricerche hanno evidenziato come sia pi facile confermare un tratto negativo attraverso osservazioni ripetute o linduzione piuttosto che uno positivo; ad esempio ci si aspetta che una persona onesta dia prova della sua onest ma che difficilmente mostri un comportamento negativo, mentre il tratto della disonest compatibile con una pi ampia gamma di comportamenti, negativi, neutri e positivi. In questo modo linformazione negativa indica chiaramente la presenza di tratti negativi, mentre quella positiva si verifica sia con tratti negativi che positivi. Nel campo delle abilit invece questa situazione si inverte. Un altro schema inferenziale si basa sulle analogie storiche: a parit di condizioni, se si rievoca dei dettagli simili a quelli di avvenimenti simili gi accaduti, si tender ad agire come in passato. Giudizi e decisioni. I giudizi sono il ridotto di una serie causale che va dalla memoria ai giudizi stessi; per economizzare le risorse cognitive spesso gli individui utilizzano delle strategie dette euristiche che per in certe condizioni portano allelaborazione di giudizi sistematicamente tendenziosi. Nei casi in cui necessario produrre dei giudizi di frequenza e disponibilit si usa la cosiddetta euristica delle disponibilit, che si basa su elaborazioni statistiche della probabilit che si verifichi un certo evento. Tuttavia questa euristica pu portare a risultati distorti se si verificano delle distorsioni nel campione delle informazioni memorizzate. Unaltra euristica quella della rappresentativit, che si basa sulla somiglianza semantica dei dati piuttosto che sulle probabilit su basi statistiche. Leuristica dellancoraggio e accomodamento sostiene che i giudizi quantitativi si avvicinano ad unancora (riferimento) iniziale, perch il processo di accomodamento (la ricerca in memoria dei dati pertinenti) spesso incompleto. La relazione tra memoria e giudizio non quindi semplice da spiegare; una correlazione dei giudizi con linformazione stimolo si pu postulare solo per quei giudizi che non possono basarsi su giudizi preformati, cio gi pronti in memoria che non devono essere costruiti a partire da informazioni grezze memorizzate. Ma anche per i giudizi basati sulla memoria il predittore migliore non sempre la quantit di informazioni rievocabili. Una versione raffinata delleuristica della disponibilit afferma che i giudizi riflettono la facilit di rievocazione piuttosto che lesito della rievocazione stessa. Questa tecnica simile a quella delleuristica della simulazione, che afferma che la facilit con cui possibile immaginare o simulare mentalmente dei possibili eventi o risultati spesso cruciale per i giudizi. I giudizi possono essere caratterizzati da effetti di assimilazione (se la posizione di uno stimolo su una dimensione relativa ad un attributo si avvicina alla posizione di uno stimolo presente nel contesto) o di contrasto (se invece si allontana). Leventualit che si abbia assimilazione oppure contrasto dipende dal fatto che lo stimolo contestuale sia incluso nella medesima categoria dello stimolo che si sta valutando oppure ne sia escluso perch appartenente a una categoria di confronto.

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La verifica e la falsificazione delle ipotesi socialiLa verifica delle ipotesi sociali concerne la valutazione e la risoluzione di problemi che riguardano le concezioni dei gruppi sociali. Stereotipi e correlazioni illusorie. Gli stereotipi sono percezioni soggettive di una correlazione tra determinati attributi e lappartenenza a un gruppo. stato dimostrato che gli stereotipi influenzano lelaborazione delle informazioni in tutti gli stadi (giudizio, rievocazione, codificazione, organizzazione, attenzione e percezione). La correlazione illusoria si verifica quando lo stereotipo prevale sulleffettiva correlazione esistente tra una serie di osservazioni stimolo, cio la memoria sociale tende a utilizzare le informazioni congruenti con le aspettative. Questi errori sistematici a livello di percezione, codifica e rievocazione delle osservazioni rilevanti aiutano a spiegare la persistenza di molti stereotipi sociali nonostante le prove che li contraddicono, perch le aspettative sono pi forti delle prove che le contraddicono. Se le prove sono inconfutabili, pur di salvaguardare lo stereotipo spesso si crea una sottocategoria nella quale si inseriranno solo i casi eclatanti. I processi mediante i quali le ipotesi si avverano. Anche il modo in cui avviene la verifica delle ipotesi sociali durante linterazione pu favorire la trasformazione delle ipotesi in realt. Ad esempio, il modo unilaterale in cui viene posta una domanda pu influenzare la risposta, cos come il fatto che il partner dellinterazione fornisca effettivamente delle risposte che confermino (in modo esplicito o implicito) le domande unilaterali. Questa tendenza pu essere riscontrata anche quando esistono prove che le contraddicono.

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Ladattamento cognitivo allambiente socialeLa distribuzione dellinformazione stimolo. Ladeguamento alle probabilit (compiere la stessa azione in modi diversi in relazione alle probabilit con cui si verifica la condizione ottimale), che pu sembrare un grave giudizio tendenzioso, in realt consiste in un comportamento adattivo, perch sacrifica alcune prove allo scopo di apprendimento. Anche la correlazione illusoria unillusione cognitiva provocata da una distribuzione obliqua degli stimoli (come ad esempio il discredito della minoranza, che si verifica perch lelaborazione si basa sulle dimensioni del campione: pi grande il campione, migliore lapprendimento). Linguaggio e comunicazione. Molte conoscenze sociali sono incorporate nel lessico e nelle regole del linguaggio, che rappresenta un deposito esterno indipendente dalle rappresentazioni presenti nei singoli individui. Ad esempio, dal punto di vista lessicale, la scelta delle parole per descrivere le persone e il loro comportamento ha numerose implicazioni per le inferenze cognitive e le attribuzioni implicite (come il fatto che i verbi di azione implicano una causa al soggetto mentre quelli di stato implicano una causa alloggetto). Anche alcuni aggettivi, che potrebbero essere usati per descrivere il medesimo comportamento nella stessa situazione, in realt trasmettono attribuzione pi globale e di portata pi ampia rispetto ai loro corrispondenti, influenzando enormemente la formazione e il cambiamento degli stereotipi sociali. Inoltre gli aggettivi trasmettono informazioni molto astratte e generali, mentre i verbi implicano informazioni meno stabili, pi dipendenti dal contesto e dalla volont. Anche il fatto di usare un linguaggio pi o meno astratto per parlare del proprio gruppo serve a rafforzare e a mantenere il favoritismo nei suoi confronti. La regolazione cognitiva-affettiva. Le emozioni hanno un ruolo importante nella cognizione. Ad esempio, il principio della congruenza dellumore consiste nel fatto che le persone sono facilitate nella codifica di informazioni positive se anche lumore positivo e viceversa. Questo fenomeno si pu spiegare in termini di reti associative: dato che gli stati di umore positivo sono rappresentati vicino a ricordi positivi, lattivazione degli stimoli relativi ai nodi positivi si trasmette soprattutto agli altri ricordi positivi, indebolendo o bloccando i ricordi incongruenti (negativi). Questo meccanismo potrebbe portare ad un effetto di perpetuazione (con circoli viziosi o virtuosi), ma esistono dei processi cognitivi che contrastano o correggono le influenze troppo vistose dellumore, come il fatto che i soggetti cercheranno consapevolmente di mutare il proprio umore da negativo a positivo anche in presenza di stimoli negativi (correzione dellumore). Gli stati di umore positivo portano ad uno stile cognitivo pi creativo, mentre quelli negativi ad uno stato di maggiore disciplina cognitiva e di elaborazione pi sistematica, quindi i soggetti di umore positivo possono essere influenzati sia da argomenti forti che deboli (mentre i soggetti di umore negativo sono pi difficili da convincere). La spiegazione di questo fenomeno si basa sul significato del compito: se il compito richiede attenzione e un esame minuzioso, sono favoriti gli stati di umore negativo; se invece lo stesso compito strutturato in termini di divertimento, pi probabile che sia facilitato dagli stati affettivi piacevoli.

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Teoria e ricerca sullattribuzione causaleIntroduzioneLattribuzione causale il modo in cui le persone attribuiscono cause a determinati effetti, in particolare ad eventi sociali come il comportamento proprio e altrui.

Le teorie dellattribuzione causaleLanalisi ingenua dellazione. Heider ha sviluppato il concetto della persona profana come scienziato ingenuo, che collega il comportamento osservabile a cause non osservabili, distinguendole in personali (interne) o ambientali (esterne). La teoria dellinferenza corrispondente. Linferenza corrispondente si riferisce al giudizio del soggetto percipiente secondo cui il comportamento dellattore causato o corrispondente ad un tratto particolare della personalit. Questo processo si pu dividere in due fasi: lattribuzione di unintenzione (se lattore aveva intenzione di compiere quellazione, compatibilmente con le conseguenze e le capacit) e lattribuzione di disposizioni (se le conseguenze prodotte non sono socialmente accettabili pi facile compiere inferenze significative). I processi di inferenza possono portare a giudizi tendenziosi, che possono essere motivazionali (se il soggetto percipiente partecipa anchegli allazione) o cognitivi (errore fondamentale di attribuzione). I limiti della teoria dellinferenza causale sono tre: essa applicabile solo ad azioni (che presuppongono scelta); anche il comportamento che conferma le aspettative pu essere informativo (come il comportamento che conferma gli stereotipi) e la maggioranza delle ricerche generate dalla teoria non ha misurato le attribuzioni causali. Le ricerche attuali hanno trovato tre stadi attraverso cui sono compiute le attribuzioni di tratti: lidentificazione delle implicazioni di un comportamento per i tratti, lattribuzione del tratto identificato allattore e il processo di correzione per adattare lattribuzione del tratto a seconda delle circostanze esterne.

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La covariazione e la configurazioneKelley ha proposto la teoria della covariazione e configurazione. Nel primo caso, il soggetto percipiente riceve informazioni da pi fonti e pu percepire la covariazione tra un effetto osservato e le sue possibili cause. Nel secondo caso, il soggetto percipiente si trova di fronte ad una sola osservazione e deve considerare la configurazione delle possibili cause delleffetto osservato. La covariazione. Quando linformazione proviene da pi fonti, il soggetto attribuisce la causa a quella condizione che presenta quanto leffetto presente e assente quando leffetto assente. Esistono tre modi possibili di esaminare le variazioni negli effetti: nelle varie persone (consenso), nel tempo e nella modalit (coerenza) e negli stimoli (specificit). Leffetto attribuito ai fattori (consenso, coerenza o specificit) con i quali covaria. Ci sono tre critiche a questo principio: la covariazione non sinonimo di causalit (ci possono essere delle relazioni spurie), le informazioni di covarianza fornite ai soggetti durante gli esperimenti sono poco realistiche e non ci sono prove che le persone siano guidate dal principio di attribuzione quando compiono le attribuzioni. Una delle ricerche moderne pi convincenti quella del modello del focus sulle condizioni normali, che afferma che si sceglie come causa la condizione necessaria che anomala rispetto allo sfondo rappresentato dallevento in oggetto. Pi in particolare, la persona bersaglio identificata come anormale in condizioni di basso consenso, lo stimolo con informazioni ad alta specificit e le attuali circostanze con informazioni di bassa coerenza. La configurazione. Spesso non possibile disporre di molte osservazioni quando si compiono la maggior parte delle attivit quotidiane. In questi casi, in cui si hanno dati incompleti, si fanno attribuzioni sulla base di schemi causali, cio credenze, preconcezioni o persino teorie, elaborate sulla base dellesperienza concreta, che riguardano il modo in cui certi tipi di cause interagiscono nel produrre certi tipi di effetto. Uno di questi schemi detto delle cause multisufficienti (MSC), che prevede che diverse cause producano lo stesso effetto. Questo schema collegato al principio della diminuzione (il ruolo di una certa causa nel produrre leffetto diminuito se sono presenti altre eventuali cause plausibili) e a quello delladdizione (il ruolo di una certa causa nel produrre leffetto aumentato se sono presenti altre eventuali cause che la inibiscono). Questultimo principio si applica anche al pi complesso schema delle cause multiple necessarie (MNC) che prevede che alcune cause debbano operare congiuntamente per produrre leffetto desiderato. In generale, gli schemi causali possono aiutare losservatore a compiere attribuzioni quando linformazione incompleta, sono concezioni generali di causa ed effetto che sono applicabili in diverse aree di contenuto e consentono al soggetto di fare inferenze complesse in modo facile e veloce. Le critiche che sono state mosse agli schemi causali sono essenzialmente due: non stato dimostrato che essi esistano e la loro eccessiva astrattezza.

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Le domande fondamentali della ricerca sullattribuzioneLe domande fondamentali della ricerca sullattribuzione riguardano: la natura delle attribuzioni, le occasioni in cui si verificano, il modo in cui sono influenzate dai giudizi tendenziosi e il modo in cui sono compiute. La natura delle attribuzioni causali. Unimportante distinzione quella tra attribuzioni interne e attribuzioni esterne. Le prime osservazioni affermavano che doveva esistere una relazione inversamente proporzionale tra la causalit personale (interna) e situazionale (esterna); tuttavia oggi si ritiene che in certe situazioni le persone facciano ricorso a una combinazione di attribuzioni interne ed esterne. Un altro problema dato dalla difficolt di distinguere tra attribuzioni interne e attribuzioni esterne, infatti esse sono ampie ed eterogenee e gli stessi soggetti hanno difficolt a percepirle. Le spiegazioni causali non sono state le uniche ad essere studiate, ad esempio sono state avanzate le differenze tra cause (ci che provoca il cambiamento) e ragioni (ci per cui prodotto il cambiamento). Unaltra differenza quella tra scuse (con le quali si ammette di aver compiuto unazione sbagliata ma si nega la responsabilit) e le giustificazioni (con le quali si accetta la responsabilit ma si negano le conseguenze negative). Listigazione delle attribuzioni causali. Le attribuzioni causali spontanee si verificano con maggiore frequenza quando si cerca di spiegare risultati inattesi piuttosto che previsti e quando non si raggiunge un obiettivo. Ma esistono anche altri fattori che provocano le attribuzioni causali, come la perdita di controllo, lumore negativo o il contesto conversazionale (cio il contesto pu portare a spiegazioni diverse degli stessi avvenimenti). Errori e giudizi tendenziosi nel processo di attribuzione. I modelli finora considerati concepivano il soggetto percipiente come una persona abbastanza razionale. In realt spesso i soggetti commettono errori di attribuzione (biases), distorcendo sistematicamente una procedura che in caso contrario sarebbe corretta. I biases permettono di descrivere i fenomeni di attribuzioni causale meglio dei modelli normativi complessi. Uno dei biases pi conosciuti consiste nellerrore fondamentale di attribuzione, cio nel fatto che i soggetti percipienti attribuiscono unimportanza insufficiente alla situazione e tendono a sopravvalutare il ruolo della persona. Una spiegazione di questo bias si basa sul fatto che spesso il comportamento dellattore pi saliente della situazione. Unaltra spiegazione chiama in causa la diversa rapidit con cui sono dimenticate le cause situazionale (prima) rispetto a quelle disposizionali (dopo); unaltra ancora i fattori culturali. Anche gli aspetti linguistici dellattribuzione possono spiegare questo bias, ad esempio le cause disposizionali sono descritte con un linguaggio astratto. Un altro errore frequente concerne le divergenze tra attore e osservatore: gli attori tendono ad attribuire il proprio comportamento a fattori situazionali, mentre gli osservatori spiegano le stesse azioni nei termini di caratteristiche disposizionali. Esistono tre spiegazioni di questo fenomeno. La prima afferma che le differenze di attribuzione hanno origine nella maggiore quantit di informazioni posseduta dagli attori o da coloro che compiono le autovalutazioni. La seconda si basa sul focus di attenzione, cio sul fatto che la prospettiva visiva influenzi linterpretazione del comportamento (gli attori che osservano s stessi si concentrano sulle attribuzioni disposizionali, mentre gli osservatori imputano le sue azioni a fattori situazionali). Anche gli effetti di salienza sono importanti: gli osservatori tendono a spiegare i comportamenti di un individuo saliente con fattori disposizionali e quelli di un individuo meno saliente con fattori situazionali. Una ulteriore spiegazione chiama in causa elementi linguistici: gli attori tendono ad evitare riferimenti a s stessi oppure termini astratti che descrivevano attributi disposizionali, mentre gli osservatori usavano pi termini astratti e disposizionali. Le divergenze tra attore e osservatore si notano anche nella valutazione del tempo necessario per completare vari compiti, infatti i soggetti sottovalutano i propri tempi di completamento al contrario degli osservatori. Un altro bias riguarda i giudizi tendenziosi a favore del s, che consistono nellattribuire i successi personali a disposizioni interne e gli insuccessi a cause situazionali. Questo bias stato spiegato in modo cognitivo e motivazionale, ma ora impossibile stabilire quale delle due prospettive sia la pi valida. Un bias simile a questo quello dei giudizi tendenziosi a favore del proprio gruppo, che hanno la funzione di proteggere gli stereotipi del proprio e dellaltro gruppo. I fattori linguistici possono spiegare almeno in parte questo bias: lazione positiva del proprio gruppo codificata in termini pi astratti, mentre lazione negativa del proprio gruppo in termini meno astratti.

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Il processo di attribuzione causale. In realt non possibile osservare direttamente il fenomeno dellattribuzione causale, per cui sono state sviluppate metodologie indirette come lesame dei tempi di reazione. Se il tempo di reazione breve, significa che il processo alla base della comprensione del comportamento si verifica spontaneamente; se il tempo di reazione lungo significa che questo processo non si verifica e bisogna quindi recuperare linformazione rilevante e produrre linferenza prima di rispondere alla domanda. Gli esperimenti hanno dimostrato il fatto che il processo di attribuzione causale non automatico.

La applicazioni della teoria dellattribuzioneLa teoria dellattribuzione stata utilizzata in svariati problemi di natura concreta. Spesso per la relazione tra i modelli attribuzionali esaminati finora e le ricerche applicate non diretta; i motivi di questo fatto sono tre: in primo luogo alcuni principi dellattribuzione sono cos diffusi che non sono pi associati ad un modello particolare e spesso rimangono impliciti. In secondo luogo non possibile estrapolare i risultati delle ricerche di base sullattribuzione per applicarli ai contesti applicati senza unanalisi pi approfondita. In terzo luogo, le ricerche applicate hanno prodotto idee che non compaiono nella teoria dellattribuzione e che hanno portato alladozione di prospettive leggermente diverse su alcuni concetti preesistenti. Attribuzioni e motivazione. Weiner ha elaborato la teoria della motivazione, che spiega le emozioni che si provano a seguito di un certo evento sulla base della causa che il soggetto attribuisce a quellevento. La teoria pu essere schematizzata in questo modo: evento, emozione, attribuzione causale, conseguenze psicologiche e comportamento. Particolarmente importante lanalisi dellattribuzione causale. Weiner propone un modello a tre dimensioni per classificare le cause: locus (interne o esterne), stabilit nel tempo e controllabilit. Queste dimensioni sono associate a stati emozionali distinti: il locus allorgoglio e allautostima, la stabilit alla fiducia e alla disperazione e la controllabilit alla vergogna e alla colpa. Questo modello stato sottoposto a tre critiche. La prima riguarda il fatto che le dimensioni siano effettivamente usate dalle persone; alcune ricerche hanno infatti ipotizzato lesistenza di altre dimensioni. La seconda riguarda la separatezza o meno delle dimensioni; a livello empirico sono correlate, ma non in modo rilevante. La terza riguarda linfluenza che i soggetti percipienti e le situazioni hanno nella collocazione delle cause specifiche allinterno delle dimensioni; stato scoperto che effettivamente i soggetti possono percepire le cause in modo diverso dagli psicologi. Gli ultimi sviluppi della teoria della motivazione hanno portato a modificarla in questo modo: evento, emozione, attribuzione causale, conseguenze psicologiche, emozione e comportamento.

Attribuzioni e psicologia clinicaLe credenze di un paziente sulle cause di un comportamento possono risultare disfunzionali; ad esempio lassenza di una causa comprensibile per un certo effetto pu portare ad unattribuzione erronea (pensiero allucinatorio). Trovare e spiegare la causa corretta un modo efficace per eliminare la causa sbagliata. Emerge quindi la distinzione tra diagnosi (determinare la natura del problema) e trattamento (intervenire per provocare un funzionamento pi adattivo). Nel campo delle attribuzioni esistono moltissimi studi sulla diagnosi, ma molto pochi sul trattamento. Uno dei primi studi sulla comprensione dei problemi di natura clinica fu compiuto sul fenomeno dellattribuzione erronea. Largomento pi ampiamente analizzato per quello dellimpotenza appresa. Limpotenza appresa (che pu avere tra le sue componenti deficit motivazionali, emozionali e cognitivi) si manifesta in risposta a risultati non contingenti o incontrollabili. Dato che questo modello di risposta simile ai modelli sulla depressione stato utilizzato per studiare anche questo fenomeno; tuttavia non ci sono prove causali che le attribuzioni provochino la depressione, anche se ci sono molte prove correlazionali. I dati suggeriscono piuttosto che le attribuzioni sono importanti per comprendere la depressione, e che possono essere cause che favoriscono il suo insorgere in presenza di altre fattori correlati come un evento della vita stressante. Il ruolo pi appropriato delle attribuzioni nella terapia quello di tecnica utilizzata nellambito di un intervento pi generale, dedicando attenzione alle attribuzioni del paziente.

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Le relazioni profondeLa maggior parte delle ricerche sullattribuzione del campo delle relazioni profonde ha avuto come soggetto il matrimonio e le relazioni tra i partner. Nei matrimoni infelici, a differenza di quelli felici, si ipotizza che le attribuzioni causali accentuino gli effetti dei comportamenti negativi del partner e minimizzino i comportamenti positivi. Queste attribuzioni tendono a mantenere linsoddisfazione. I partner soddisfatti invece tendono a compiere attribuzioni che tendono a migliorare la situazione, accentuando i comportamenti positivi e minimizzando quelli negativi. Anche le attribuzioni di responsabilit seguono questo modello. Ulteriori esperimenti hanno messo in luce come le attribuzioni provochino i cambiamenti di soddisfazione. Le attribuzioni sono inoltre collegate al comportamento dei partner, soprattutto di quelli negativi. Le critiche che si possono muovere a questi studi riguardano il fatto che necessario utilizzare misura autoredatte e i pochi temi relativi alle relazioni intime che sono stati analizzati (ad esempio non sono state studiate le attribuzioni che sono comunicate dai partner).

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Atteggiamenti: struttura, misurazione e funzioniIntroduzioneGli atteggiamenti hanno grande importanza nella psicologia sociale, in quanto gli atteggiamenti possono modificare i comportamenti e, modificando gli atteggiamenti, possibile dirigere i comportamenti.

Il concetto di atteggiamento: definizioni e distinzioni teoricheLa prima definizione di atteggiamento afferma che latteggiamento una valutazione su un certo oggetto che si basa su una combinazione di tre reazioni concettualmente distinte: affettiva (riguardante le emozioni), cognitiva (riguardante credenze, opinioni e idee sulloggetto di atteggiamento) e conativa-comportamentale (concernente le intenzioni comportamentali o le tendenze dazione). La seconda definizione rifiuta le componenti cognitiva (che acquisisce autonomia e diventa la componente fondamentale delle credenze) e conativa-comportamentale (che sta alla base delle intenzioni comportamentali) per concentrarsi su quella affettiva, intesa come lunico indicatore rilevante della natura valutativa dellatteggiamento, e quindi usa i termini emozione e valutazione in modo intercambiabile. Gli esperimenti che sono stati fatti per confermare la prima ipotesi hanno dato risultati contrastanti, perch alcuni hanno evidenziato forti correlazioni tra le varie dimensioni, mentre altri non hanno dato questi risultati. Inoltre lo stesso oggetto in esame pu influenzare le dimensioni dellatteggiamento.

La misurazione degli atteggiamentiLe tecniche di misurazione degli atteggiamenti si dividono in due grandi famiglie: le procedure dirette (in cui si chiedono direttamente le opinioni ai soggetti) e le procedure indirette (con cui si cerca di misurare gli atteggiamenti delle persone a loro insaputa). Le misure self-report. La pi semplice scala di valutazione di questo tipo quella composta da un solo item, con la quale i ricercatori pensano di poter misurare gli atteggiamenti. Il problema di questo metodo consiste nel fatto che le risposte (opinioni) possono essere inquinate da una grande variet di fattori estranei. Pi accurata la scala Likert, che consiste in un scala che stata creata in modo tale da avere una elevata coerenza interna. I difetti di questa scala si trovano nel fatto che non soddisfano pienamente i requisiti delle scale ad intervalli equivalenti, inoltre possono fornire punteggi ambigui. La tecnica del differenziale semantico pi generale rispetto alla scala Likert. Il differenziale semantico consiste nel valutare un oggetto servendosi di un certo numero di scale bipolari, ciascuna delle quali riporta aggettivi opposti pertinenti e i cui valori sono di norma compresi tra 3 e +3. Latteggiamento si ottiene sommando i punteggi ottenuti da ciascuna scala di valutazione. Il vantaggio di questa scala il fatto che pu essere applicata a molti atteggiamenti, ma questo in certi casi pu rivelarsi anche uno svantaggio perch la scala potrebbe essere troppo generica. Tutte queste scale partono dal presupposto che i soggetti siano motivati a comunicare i loro veri sentimenti, ma in realt molto spesso i risultati sono distorti perch la gente incline a fornire risposte accettabili socialmente piuttosto che risposte che riflettono i suoi veri atteggiamenti. Inoltre la stessa procedura di misurazione pu produrre lo sviluppo di atteggiamenti che in caso contrario non sarebbero stati formulati. Le misure indirette. Le misure indirette degli atteggiamenti, come ad esempio le misure fisiologiche (come il riflesso galvanico cutaneo e la dilatazione delle pupille), presentano il difetto di misurare solo il verificarsi di unemozione, non la sua direzione. Pi attendibile sembra essere lelettromiogramma facciale, che misura lattivazione di alcuni muscoli facciali in caso di emozioni positive. In ogni caso, le misure fisiologiche non sono molto utilizzate perch difficile applicarle al di fuori del laboratorio. Gli atteggiamenti che sottendono il comportamento manifesto possono essere studiati attraverso losservazione del comportamento (in cui i soggetti sono coscienti di essere osservati) e con le misure non reattive (in cui i soggetti non lo sono). Losservazione del comportamento rischia per di essere ambigua, perch i soggetti sono consapevoli di essere osservati, mentre le misure non reattive spesso sono di difficile applicazione. 27

Funzione degli atteggiamentiSono state scoperte e verificate a livello empirico quattro funzioni principali degli atteggiamenti, descritte dalle teorie funzionalistiche. La prima teoria quella di difesa dellego. Elaborata in chiave psicoanalitica da Katz, prevede che gli atteggiamenti siano meccanismi di difesa e di razionalizzazione (si spiega cio un comportamento per difendere se stessi e il proprio gruppo da sentimenti negativi rivolti verso il gruppo stesso) e di proiezione (si proiettano sugli altri i propri fallimenti). La seconda quella di autoaffermazione. Elaborata anche questa da Katz, afferma il fatto che gli atteggiamenti rivelano i concetti del s, cio le opinioni che i soggetti hanno di se stessi, quindi hanno funzione di espressione e manifestazione del s. La terza quella strumentale-adattiva. Detta anche utilitaristica, asserisce