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1 Anno Accademico 2009-10 Corso di Psicologia Sociale e Laboratorio (I anno) Psicologia Sociale (II Anno) (MODULO A)

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1Anno Accademico 2009-10

Corso di

Psicologia Sociale e Laboratorio (I anno)

Psicologia Sociale (II Anno)

(MODULO A)

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2Anno Accademico 2009-10

IL GIUDIZIO SOCIALE – STEREOTIPI,

ATTRIBUZIONI E RAPPRESENTAZIONI

SOCIALI

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3Anno Accademico 2009-10

GIUDIZIO SOCIALE E STEREOTIPI

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4Anno Accademico 2009-10

Il modo in cui noi agiamo nel mondo

sociale dipende in molti casi dal giudizio

che ci formiamo delle altre persone e dal

giudizio che gli altri si formano su di noi.

Il modo in cui vengono formulati i giudizi

sociali dipende da numerosi fattori, alcuni

dei quali non dipendono che in misura

debole dal controllo individuale

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Anno Accademico 2009-105

La categorizzazione sociale e

l’informazione categoriale

Un primo fattore di complessità del giudiziosociale è rappresentato dalla quantitàd’informazione che l’individuo dovrebbeprendere in considerazione e a cui ècostantemente esposto.

I giudizi sociali sono resi possibili dall’usodi strategie cognitive (come lacategorizzazione) mediante le qualil’individuo può ridurre l’informazione chedeve essere trattata per formulare ungiudizio sociale

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Anno Accademico 2009-106

La categorizzazione sociale e

l’informazione categoriale

La CATEGORIZZAZIONE SOCIALEconsiste appunto nel semplificarel’informazione assegnando un oggetto divalutazione (ad esempio un’altra persona)ad una categoria, attribuendogli lecaratteristiche proprie del gruppo o dellacategoria sociale. Questo esonera daldover considerare tutte le caratteristichesingolari, ma consente di formulare ungiudizio solo sulle caratteristiche generalidel gruppo

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Anno Accademico 2009-107

La categorizzazione sociale e

l’informazione categoriale

Ad es. Incontrando un’altra persona, sulla

base di alcune caratteristiche fisiche

(altezza, colore della pelle, vestiti, ecc.), lo

“affiliamo” ad una categoria (classe d’età,

sesso, origine etnica, ecc.) e tendiamo a

mantenere con essa un comportamento

adeguato alla categoria (se si tratterà di un

bambino, ad esempio, useremo un

vocabolario più semplice)

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Anno Accademico 2009-108

La categorizzazione sociale e

l’informazione categoriale

Il giudizio sociale è fortemente

influenzato dalle INFORMAZIONI

CATEGORIALI, cioè da quelle

informazioni che sono associate ad

una categoria di persone e che si

rendono più prontamente disponibili

quando dobbiamo percepire,

formulare un giudizio o decidere

come trattare con le altre persone

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Anno Accademico 2009-109

La categorizzazione sociale e

l’informazione categoriale

L’informazione categoriale è fornitaessenzialmente da:

- Teorie implicite di personalità

(credenze condivise sulla stabilità di tratti di personalità chesi presume tendano a presentarsi associati in modorelativamente stabile nelle stesse persone)

- Stereotipi

(credenze condivise su tratti di personalità che si presumeappartengano ad una persona in quanto appartenente aduna categoria sociale determinata)

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Anno Accademico 2009-1010

Le teorie implicite di

personalità

La personalità è definita dall’insieme di fattori

interni che:

- determinano il modo relativamente stabile delle

persone di reagire nelle diverse situazioni

- rendono conto sia di una certa costanza sul piano

cognitivo e affettivo, sia di una certa coerenza nei

comportamenti.

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Anno Accademico 2009-1011

Le teorie implicite di

personalità

C’è una convinzione comune che certi tratti di personalità si

presentino insieme e ciò consente di predire più facilmente il

modo in cui una persona potrà comportarsi in una situazione

data. C’è ad esempio una tendenza a considerare che tratti

positivi si accompagnino ad altri tratti positivi (gentile e

onesto) e che tratti negativi siano più spesso associati ad

altri tratti negativi.

Caratteristiche fisiche positive sono più spesso associate a

giudizi positivi sul piano intellettivo (bello e intelligente): la

rappresentazione di personalità degli altri viene spesso

costruita a partire dalle loro caratteristiche fisiche e

viceversa.

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Anno Accademico 2009-1012

Gli stereotipi *

Costituiscono una classe particolare di TeorieImplicite di personalità.

Consistono in un legame stabile tral’appartenenza ad un gruppo sociale determinatoe il possesso di caratteristiche attribuite a quelgruppo.

Lo stereotipo può essere origine di pregiudizi(atteggiamento verso un gruppo accompagnatoda sentimenti di ostilità) e di discriminazione(come razzismo e segregazione)

* Temine di origine tipografica proposto dal giornalista

americano Lippman nel 1922

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Anno Accademico 2009-1013

Gli stereotipi

Lo stereotipo può essere peggiorativo,

lusinghiero o migliorativo, neutrale.

Lo stereotipo (che ha lo scopo di realizzare

“economie cognitive”) può giustificare

l’ineguaglianza sociale con una teoria

implicita diffusa che assimila le categorie

sociali a fenomeni “naturali” e attribuisce la

stigmatizzazione o lo svantaggio di alcune

categorie sociali alle loro supposte

caratteristiche implicite

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Anno Accademico 2009-1014

Gli stereotipi

Il processo di conferma delle ipotesi

Il modo in cui gli stereotipi agiscono si comprendemeglio se li si considera come “ipotesi”semplificate, che cercano conferma nelleinformazioni individuali relative ad una singolapersona.

Tuttavia v’è una tendenza a considerareselettivamente l’informazione coerente conl’ipotesi e a trascurare quella contraria. Glistereotipi tendono quindi ad essereprevalentemente confermati, spesso in modoinconsapevole.

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Anno Accademico 2009-1015

Gli stereotipi

Il processo di conferma delle ipotesi

Il rifiuto di un’informazione incoerente con lostereotipo, anche se meno costosa della suaaccettazione, comporta però un certo sforzo e, alungo andare, sotto certe condizioni, la costanzadi informazioni incoerenti può portare a:

A) considerare l’individuo un membro “atipico” di unaclasse

B) perdere fiducia nello stereotipo o a modificarlo

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Anno Accademico 2009-1016

Gli stereotipi

L’attivazione automatica degli stereotipi:L’effetto di priming

Il priming consiste nell’interferenza di uncompito (prime) sull’esito di un compitosuccessivo (B) considerato in apparenzaindipendente dal primo.

Uno stereotipo attiva nella memoria unconcetto o un tratto (innesco) che verràpoi utilizzato per dare un giudizio sulcomportamento o sulle caratteristiche diun individuo. (Vedi esempio di Hannah)

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Anno Accademico 2009-1017

Gli stereotipi

Assimilazione e contrasto

Si parla di “assimilazione” quando ilpriming agisce nella direzione attesa, di“contrasto” quando agisce in direzionecontraria.

L’assimilazione interviene se l’individuonon percepisce di essere esposto ad unpriming.

Si ha il contrasto quando il soggettopercepisce il tentativo di influenzarlo ecerca di correggerlo in sensoeccessivamente opposto.

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Anno Accademico 2009-1018

Gli stereotipi

Dipendenza del priming dalla

applicabilità alla situazione

Il priming è efficace solo se lo stereotipo èapplicabile all’oggetto di giudizio.

Ad esempio un priming sull’aggressività,avrà più influenza se il soggetto dagiudicare è un uomo, sulla dipendenza seè una donna (Banaj et al, 1993).

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Anno Accademico 2009-1019

Gli stereotipi

Fattori che favoriscono l’uso di stereoripi nel giudizio sociale

L’applicazione dello stereotipo al giudizio socialeagisce lungo un continuum che va da un giudiziototalmente espresso sulla base dellecaratteristiche del gruppo, ad un giudizioespresso sulla base solo delle caratteristicheindividuali. La posizione che il soggetto mantienenel formulare un giudizio dipendeprevalentemente da:

- Le risorse cognitive

- La motivazione

- Il contatto

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Anno Accademico 2009-1020

Gli stereotipi

Fattori che favoriscono l’uso di stereoripi nel giudizio sociale

- Le risorse cognitive:

Quanto meno il soggetto controlla le proprierisorse cognitive tanto più tenderà ad affidarsiagli stereotipi.

Informazione eccessiva, distrazioni, vincolitemporali, sforzo fisico intenso ed altre condizionisfavorevoli sul controllo delle risorse cognitivetenderanno ad accentuare l’affidamento aglistereotipi.

(es. esperimento di compiti interferenti di Macraeet al. 1994)

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Anno Accademico 2009-1021

Gli stereotipi

Fattori che favoriscono l’uso di stereoripi nel giudizio sociale

- La motivazione.

Secondo il modello di Fiske e Neuberg (1990), una fortemotivazione tenderà a diminuire o ad annullare l’effetti dipriming degli stereotipi. Se ad esempio il corso delle mieazioni dipende dall’interazione diretta con gli altri,aumenterò la disposizione a raccogliere informazioni inprofondità che mi allontaneranno dallo stereotipo.

Se non sono motivato resterò in una fase dicategorizzazione, altrimenti passerò alla fase di conferma e,se le informazioni non consentono la conferma dellostereotipo, tenterò di ricategorizzare il target. Se saràimpossibile procederò ad un giudizio individualizzato

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Anno Accademico 2009-1022

Gli stereotipi

Fattori che favoriscono l’uso di stereotipi nel giudizio sociale

Il contatto.

Se l’interazione con un individuo viene percepitacome positiva, è più probabile che gli siattribuiscano caratteristiche diverse da quelledella sua categoria. Le informazioni sarannotrattate in profondità e la persona sarà trattatacome un’eccezione. Tuttavia ciò non modificheràlo stereotipo sulla categoria, a meno che non siverifichino ripetuti contatti positivi con membriritenuti tipici della categoria

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Anno Accademico 2009-1023

Gli stereotipi

Un modello di Social Judgeability

(giudicabilità sociale)

La validità della percezione degli altri è più

di carattere sociale che corrispondente a

qualche criterio astratto di oggettività e

non dipende solo dalla capacità o dagli

sforzi di chi giudica. La verità della

percezione sociale non è fissa, ma è

definita in funzione della sua utilità.

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Anno Accademico 2009-1024

Gli stereotipi

Un modello di Social Judgeability

(giudicabilità sociale)

Gli individui sono, in generale, dei buoni“percettori sociali” e mostrano una certaefficienza nei giudizi sociali, in quanto siattengono a “regole sociali” implicite chespecificano sotto quali condizioni èpossibile formulare un giudizio. Questoprincipio è alla base del modello della“giudicabilità sociale” (Schadron, 1991).

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Anno Accademico 2009-1025

Gli stereotipi

Un modello di Social Judgeability

(giudicabilità sociale)

Una regola del giudizio consiste nel “nonpermettersi di giudicare unicamente sullabase dell’appartenza categoriale”. Tuttaviaquesta regola di “bon ton” è variabile(negli USA fino agli anni ’30 eraconsiderato corretto esprimere giudizinegativi sulle persone di colore, oggi nonè “politically correct”).

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Anno Accademico 2009-1026

Gli stereotipi

Un modello di Social Judgeability

(giudicabilità sociale)

Il rispetto delle regole di giudicabilità socialecomporta che l’individuo non solo si attenga al“contenuto informazionale” categoriale e/oindividuale, ma tenga conto allo stesso tempodel “contenuto meta-informazionale” che glisuggerisce se, chi o cosa possa o menoessere sottoposto a giudizio, sulla base diquale genere di informazione e di qualequantità d’informazione disponibile

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Anno Accademico 2009-1027

Gli stereotipi

Un modello di Social Judgeability

(giudicabilità sociale)

Tali criteri costituiscono degli “script” (copioni) digiudizio (insiemi organizzati di conoscenzenecessarie per giudicare e che permettono divalutare la legittimità del giudizio) che vengonoapplicati in modo semi-automatico

Per esempio, lo script indica la presenza diinformazioni disponibili non pertinenti per ilgiudizio (i gusti alimentari per il giudizio sulleperformances universitarie)

Lo script indicherà se le informazioni sonopertinenti, legittime, affidabili e sufficienti performulare un giudizio sociale.

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Anno Accademico 2009-1028

Gli stereotipi

Un modello di Social Judgeability

(giudicabilità sociale)

L’individuo che giudica dovrà ad esempio, averela convinzione (o l’illusione) di non giudicare solosu informazioni categoriali, ma su informazioniindividualizzate. Se questo avviene potràavvalersi ancora a lungo di uno stereotipo.

In questo modo i giudizi di tipo stereotipocomportano che coloro che li usano non sianoconsapevoli che essi costituiscono in realtà laloro principale fonte d’informazione

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Anno Accademico 2009-1029

Gli stereotipiLa “trappola” della minaccia degli stereotipi

Gli stereotipi non hanno solo effetto sul

comportamento di coloro che formulano un

giudizio sociale, ma anche su quello di chi è

sottoposto a giudizio sociale.

Chi si ritiene “giudicabile” secondo uno

stereotipo tende a conformarsi alle attese

connesse allo stereotipo sociale col quale

pensano o sentono di essere giudicati

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Anno Accademico 2009-1030

Gli stereotipiLa “trappola” della minaccia degli stereotipi

Chi si sente sottoposto ad un giudizio secondo unostereotipo negativo, soprattutto se viene sottopostoad una prova in condizioni di alto sforzo attentivo,finisce col provare una forte apprensione e un’ansiaperturbativa che potrà essere all’origine delladiminuzione delle performances(es. la ricerca di Steele e Aronson, 1995) sulle performance di soggettibianchi o neri quando ritenevano o meno di rispondere a domandefunzionali alla formulazione di un giudizio sociale, o sulle performancesmatematiche di giovani donne orientali).

Ciò finisce con l’attivare veri e propri “circoli viziosi” cheintrappolano il soggetto sotto “minaccia di stereotipo” eriducono le sue prestazioni sociali

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Anno Accademico 2009-1031

L’ ATTRIBUZIONE CAUSALE

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Anno Accademico 2009-1032

L’attribuzione causale

1. La psicologia ingenua

2. Heider e la teoria dell’Attribuzione

3. La teoria dell’inferenza corrispondente

4. Il modello della covariazione di Kelley

5. Bias e errori di attribusione

6. Un’alternativa alla teoriadell’attribuzione: La teoria della Normadi Kahneman

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Anno Accademico 2009-1033

Psicologia ingenua e psicologia

scientifica.

La “Psicologia del senso comune”, o

“psicologia ingenua”: l’essere umano

ha l’esigenza di trovare le leggi che

governano i fenomeni sociali e di

attribuire cause e spiegazioni ai

fenomeni con cui entra in contatto

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Anno Accademico 2009-1034

L’attribuzione causale

Heider (1958) si interroga sul modo

in cui la “psicologia ingenua”

perviene ai propri risultati e sulla sua

validità conoscitiva e pratica

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Anno Accademico 2009-1035

L’attribuzione causale

L’attribuzione causale è il processo attraverso il quale giungiamo a individuare le cause delle azioni e degli eventi che osserviamo o che ci accadono direttamente

Punti di riferimento per la

spiegazione causale sono per

Heider:

- L’evento

- L’attore

- L’osservatore

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Anno Accademico 2009-1036

L’attribuzione causale

Secondo Heider l’attore o l’osservatore

attribuiscono all’evento una causa

secondo questo schema di possibilità:

causa

esterna

interna

temporanea

permanente

temporanea

permanente

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Anno Accademico 2009-1037

L’attribuzione causale

causa

esterna

interna

temporanea

permanente

temporanea

permanente

Cause interne alla persona:

- Permanenti (disposizioni, tratti di personalità, abilità, intelligenza)

- Temporanee (stato di salute, fatica, umore, motivazione…)

Cause esterne alla persona (situazione)

- Permanenti (difficoltà del compito, norme sociali, disposizioni

dell’ambiente sociale

- Temporanee (tempo cattivo, umore delle altre persone, ecc.)

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Anno Accademico 2009-1038

L’attribuzione causale

Secondo Weiner (1995) lo schema può

essere così modificato

causa

esterna

interna

Stabile

Instabile

Stabile

Instabile

Controllabile

Incontrollabile

Controllabile

Incontrollabile

Controllabile

Incontrollabile

Controllabile

Incontrollabile

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Anno Accademico 2009-1039

L’attribuzione causale

causa

esterna

interna

Stabile

Instabile

Stabile

Instabile

Controllabile

Incontrollabile

Controllabile

Incontrollabile

Controllabile

Incontrollabile

Controllabile

Incontrollabile

Una persona non riesce a prendere il treno:

Perché è storpio (interno, stabile, incontrollabile)

Perché si è fermato a comprare il giornale (interno,instabile, controllabile)

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Anno Accademico 2009-1040

L’attribuzione causale

causa

esterna

interna

Stabile

Instabile

Stabile

Instabile

Controllabile

Incontrollabile

Controllabile

Incontrollabile

Controllabile

Incontrollabile

Controllabile

Incontrollabile

Uno studente prende un buon voto in un compito in classe

Perché il compito era facile (esterno, stabile, incontrollabile)

Perché si è fatto aiutare da un amico (esterno,instabile, controllabile)

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Anno Accademico 2009-1041

L’attribuzione causale

Secondo Seligman lo schema può inoltre

essere così arricchito

causa

esterna

interna

Stabile

Instabile

Stabile

Instabile

Controllabile

Incontrollabile

Controllabile

Incontrollabile

Controllabile

Incontrollabile

Controllabile

Incontrollabile

Globale

Specifico

Globale

Specifico

Globale

Specifico

Globale

Specifico

Globale

Specifico

Globale

SpecificoGlobale

Specifico

Globale

Specifico

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Anno Accademico 2009-1042

L’attribuzione causale

Globale: la causa agisce anche su

altri eventi oltre a quello spiegato

Specifica: la causa riguarda solo

l’evento spiegato

causa

esterna

interna

Stabile

Instabile

Stabile

Instabile

Controllabile

Incontrollabile

Controllabile

Incontrollabile

Controllabile

Incontrollabile

Controllabile

Incontrollabile

Globale

Specifico

Globale

Specifico

Globale

Specifico

Globale

Specifico

Globale

Specifico

Globale

SpecificoGlobale

Specifico

Globale

Specifico

causa

esterna

interna

Stabile

Instabile

Stabile

Instabile

Controllabile

Incontrollabile

Controllabile

Incontrollabile

Controllabile

Incontrollabile

Controllabile

Incontrollabile

Globale

Specifico

Globale

Specifico

Globale

Specifico

Globale

Specifico

Globale

Specifico

Globale

SpecificoGlobale

Specifico

Globale

Specifico

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Anno Accademico 2009-1043

L’attribuzione causale

Le dimensioni dell’attribuzione causale

sono dunque:

- Il Locus causale (interno/esterno)

- La stabilità (stabile/instabile)

- La controllabilità (controllabile/non

controllabile)

- La globalità (globale/specifico)

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Anno Accademico 2009-1044

L’inferenza corrispondente

Jones e Davies (1965) ritengono che il

processo di attribuzione causale

avvenga in due stadi:

– Riconoscimento dell’intenzionalità

dell’azione

– Inferenza delle disposizioni dell’attore

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Anno Accademico 2009-1045

L’inferenza corrispondente

L’inferenza sull’intenzione dell’attore

riguarda:

- Gli effetti specifici

- La desiderabilità sociale

- La libertà di scelta

Se la scelta è libera, riguarda un evento che ha

effetti specifici su ciò che l’attore desidera, non è

particolarmente prestigiosa socialmente, allora la

scelta corrisponderà alle disposizioni dell’attore

,

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Anno Accademico 2009-1046

La covariazione (Kelley, 1967)Si stabilisce la causa di un evento mediante lo

studio della corrispondenza sistematica tra la

presenza di una causa supposta e la presenza di

un effetto supposto

Viene valutata la VARIANZA su tre tipi di

informazione, relativa a:

- Livello di CONSENSO degli osservatori

- Livello di DIFFERENZIAZIONE del giudizio su

quell’evento rispetto ad altri eventi simili

- Livello di COSTANZA del giudizio in circostanze

diverse

Il giudizio è una forma di ANALISI DELLA VARIANZA

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Anno Accademico 2009-1047

La covariazione (Kelley, 1967)Esempio: Una persona ama i film di Bergman:

Molti spettatori amano i film di Bergman (Alto consenso)

La persona ama i film di Bergman, ma non ama i film di Visconti

(Alta differenziazione)

La persona ama sia il Settimo Sigillo, che Il posto delle fragole in

ogni circostanza, al cinema e alla TV (Alta costanza)

E’ un buon regista (causa esterna)

Pochi spettatori amano i film di Bergman (Basso consenso)

La persona ama sia i film di Bergam, sia i film di Visconti, sia i film

di Walt Disney (Bassa differenziazione)

La persona ama sia il Settimo Sigillo, che Il posto delle fragole in

ogni circostanza, al cinema e alla TV (Alta costanza)

Questa persona ama il cinema (causa interna)

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Anno Accademico 2009-1048

Schemi di causalità

(Kelley, 1972)

Kelley propone anche una seconda e più semplice modalità di

pervenire ad una attribuzione. Le persone fanno ricorso a

schemi di causalità che vengono appresi per esperienza o

trasmessi culturalmente. Gli schemi di causalità corrispondono a

una conoscenza generale del modo in cui certe cause sono

legate a certi effetti

Lallie e Abelsen (1983), in modo simile, propongono il ricorso a

strutture di conoscenze. Le azioni sono legate tra loro e sono

ricostruibili mediante schemi di interpretazione di avvenimenti

che consentono anche di dare spiegazioni causali degli

avvenimenti

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Anno Accademico 2009-1049

Modello delle condizioni anormali

(Hilton e Slugoski, 1986)

Le condizioni anomale di consenso

differenziazione

costanza

Indicano la presenza di qualcosa di anomalo che può spiegare

causalmente il fenomeno a livello di:

Basso consenso attore

Alta differenziazione oggetto

Bassa costanza circostanze

L’anomalia segnalata dall’analisi della covariazione, cioè,

consente di comparare le strutture di consoscenza (gli schemi

degli avvenimenti) in modo da rintracciare la causa degli

avvenimenti

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Anno Accademico 2009-1050

Bias e errori di attribuzione

• I Bias di autocompiacimento

(Beauvois e Dubois, 1988)

• L’errore fondamentale di attribuzione

(Ross, 1977)

• La discrepanza attore/osservatore

(Jones & Nisbett, 1972)

• L’errore definitivo di attribuzione

(Pettigrew, 1979)

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Anno Accademico 2009-1051

Bias e errori di attribuzione

• I Bias di autocompiacimento

(Beauvois e Dubois, 1988)

Le persone tendono ad attribuire:

- agli esiti positivi di cui sono attori

cause personali (interne);

- agli eventi negativi di cui sono attori

cause situazionali (esterne)

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Anno Accademico 2009-1052

Bias e errori di attribuzione

• L’errore fondamentale di

attribuzione (Ross, 1977)

Un osservatore tende a fare

attribuzioni interne (disposizionali)

delle condotte degli altri, anche

quando cause esterne potrebbero

renderne conto

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Anno Accademico 2009-1053

Bias e errori di attribuzione

COME SI SPIEGA L’ERRORE FONDAMENTALE DI

ATTRIBUZIONE?

- “Il comportamento ingombra il campo” (Heider, 1958)

- I processi di attribuzione si concentrano sull’elemento

saliente (l’attore)

- Si identifica l’attore come intenzionale e si procede

all’inferenza della disposizione

- L’attribuzione disposizionale è meno costosa

- Fattori culturali (attribuzione disposizionale più frequente in

occidente)

- Fattori evolutivi (più frequente degli adulti, assente nei

bambini)

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Anno Accademico 2009-1054

Bias e errori di attribuzione

• La discrepanza attore/osservatore (Jones & Nisbett, 1972)

Quando si valuta un evento:

L’attore tenderà ad effettuare una valutazione esterna

L’osservatore una valutazione interna(La conoscenza dell’attore inverte però l’attribuzione da parte dell’osservatore)

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Anno Accademico 2009-1055

Bias e errori di attribuzione

Come viene spiegata La discrepanza attore/osservatore?

- Differenza di prospettiva (diversa informazione disponibile)

- L’attore si focalizza sull’ambiente che lo facilita o l’ostacola

- L’osservaore si focalizza sull’attore (il comportamento invade il campo)

- L’attore è in condizione di valutare sulla base della propria storia: costanza, differenziazione, consenso e di operare quindi una “covariazione”

- L’osservatore, non potendo disporre degli elementi di covariazione privilegerà una spiegazione disposizionale

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Anno Accademico 2009-1056

Bias e errori di attribuzione

• L’errore definitivo di attribuzione (Pettigrew, 1979)

Le spiegazioni del comportamento di un soggetto appartenente ad altri gruppi sono distorte dalla nostra appartenenza gruppale

Si verificano cioè attribuzioni asimmetriche su atti simili per l’ingroup e l’outgroup

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Anno Accademico 2009-1057

La teroria della norma di

Kahneman e Miller (1986)

Costituisce una visione alternativa

alla teoria dell’attribuzione causale

La norma è definita come un insieme

di stimoli a cui uno stimolo particolare

induce a pensare(esempio il ristorante mi fa pensare a una

sequenza di eventi, mi sieto, consulto il menù, il

cameriere prende l’ordinazione, vengo servito,

ecc.)

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Anno Accademico 2009-1058

La teroria della norma di

Kahneman e Miller (1986)

Il pensiero CONTROFATTUALE

Quando manchiamo per “un’inezia” un evento positivo (es. la vincita ad una lotteria) attiviamo una sequenza dio pesnieri del tipo: se solo avessi preso il biglietto prima, se solo non mi fossi attardato, se solo …

Un pensiero “contrario ai fatti” che immagina o evoca alternative ipotetiche a fatti che sono realmente accaduti

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Anno Accademico 2009-1059

La teroria della norma di

Kahneman e Miller (1986)Il pensiero CONTROFATTUALE è un modo con cui

si costruiscono le “norme” e si danno valutazioni di ciò che è avvenuto e delle cause degli eventi

La nostra valutazione non avviene su dati assoluti, ma relativi; non sul valore intrinseco delle cose sulla base di “comparazioni” con altre cose o situazioni

Le nostre valutazioni non avvengono solo sulla base di esperienze precedenti, ma sulla base di rappresentazioni (consce o inconsce) che sono costruite “sul campo” post hoc

La norma non esiste di per sé, ma si costruisce solo a partire da ciò che è avvenuto o non è avvenuto

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Anno Accademico 2009-1060

La teroria della norma di

Kahneman e Miller (1986)Che differenza dalle attribuzioni causali?

A differenza delle attribuzioni, la spiegazione ha il compito non di individuare una singola causa, ma piuttosto di restaurare una norma:

Non verrà fatta un’analisi della covarianza (costanza differenziazione, consenso) di eventi presenti, ma verrà individuato come causa il fattore che avrebbe potuto essere più facilmente modificato in un pensiero controfattuale

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Anno Accademico 2009-1061

Attribuzioni o norme?

La teoria dell’attribuzione si focalizza sui processi mediante i quali l’individuo inferisce le cause degli avvenimenti

La teoria della norma si fovializza sui processi mediante i quali l’individuo arriva a sostituire mentalmente a un avvenimento osservato, un avvenimento ipotetico che avrebbe potuto o dovuto realizzarsi e la comprensioen degli avvenimenti consiste nella loro relativa (im)mutabilità o (in)evitabilità

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Anno Accademico 2009-1062

Attribuzioni o norme?

La ricerca empirica mostra che né la teoria dell’attribuzione né la teoria della norma sono in grado di spiegare tutti i processi naives di individuazione delle cause e di spiegazione degli avvenimenti.

Entrambe le teorie mantengono tuttavia un elevato valore euristico e sarebbe auspicabile una loro integrazione

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Anno Accademico 2009-1063

Attribuzioni o norme?

Benché le teorie delle spiegazioni ingenue

non siano in grado di spiegare in modo

esaustivo tutti i comportamenti correnti,

essi hanno tuttavia un elevato valore

euristico (Danno una descrizione

relativamente valida di un soggetto naif) e

con una certa capacità di suggerire su

processi di problem solving e decision

making applicazioni in psicologia delle

organizzazioni e in psicologia clinica.