Insieme - marzo 2015

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ASSEMBLEA DIOCESANA IN GESù CRISTO IL NUOVO UMANESIMO Quattro pagine in preparazione all’appuntamento del 15 marzo. Pagine 1, 2, 3, 4. avere il sopravvento sull’uma- nità il rilanciare con umiltà e vigore il primato della digni- tà umana che trova pienezza in Gesù Cristo non può non vedere un’Azione cattolica in prima linea nel dialogo, nella testimonianza, nel servizio, nell’annuncio del Vangelo. L’assemblea è stata pensata come un punto di ripartenza per un laicato cattolico che non essendo mai mancato agli appuntamenti con la sto- ria vuole essere puntuale agli appuntamenti con il futuro. Appuntamenti di umanità e di fede che sono già scritti sull’a- genda di oggi. Ci vuole quel coraggio al quale Gesù invitava gli apostoli sulla barca in balìa delle onde e og- gi invita quanti stanno attra- versando il mare tumultuoso della storia. A Z I O N E C AT TO L I C A I TA L I A N A - D I O C E S I D I CO M O SUPPLEMENTO A “IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO” NUMERO 9 DEL 7 MARZO 2015 PER GIOVANISSIMI E ACR APPUNTAMENTI DA SCOPRIRE Il 21 e il 22 marzo a Grandate. Il 10 maggio a Villa Guardia. Pagine 6 e 7. SCUOLA DI PASTORALE PRIMI PASSI NELLA FEDE Un percorso diocesano nei Vicariati: l’impegno dell’Ac. Pagina 7. “Chi non legge, non pensa, alla lunga non dialoga, non si con- fronta e, andando oltre non ama. Non si può amare e stare chiusi nei propri soliloqui”. È il nostro vescovo Diego a scri- vere questa frase nella lettera alle famiglie per la Quaresima. La riprendo e la rilancio con il desiderio di dare significato e prospettiva all’ imminente as- semblea diocesana dedicata al tema “In Gesù Cristo il nuo- vo umanesimo”. È veramente molto bello e incoraggiante sentirsi subito in sintonia con il nostro pastore che propone il pensiero come un atto di amore. È veramente bello rendersi con- to che il pensare, come ricorda- va Paolo VI alla conclusione del Concilio, è per ogni uomo un dono e una responsabilità. E, ancora, è davvero bello scoprire che la fatica del pen- sare non appesantisce ma, al contrario, sostiene tutte le altre fatiche e le orienta verso quell’Infinito che per il creden- te come per il non credente, è un’insopprimibile esigenza. Ed è in questa esperienza in- teriore che il cristiano vive la tenerezza del sentirsi pensato da Dio, del sentirsi amato da Dio. Avverte che un dono co- sì grande non può che essere donato con gioia. L’assemblea diocesana vuole quindi essere un’occasione, un momento, un luogo nei quali ascoltare, riflettere e condividere la grandezza del pensiero cristiano sull’uomo con i suoi riflessi sulla cultura, sulla società, sulle relazioni tra le persone e i popoli. Soprattutto in questi momen- ti in cui la disumanità sembra È con questo coraggio che l’Azione cattolica diocesana, anche nell’assemblea del 15 marzo, è chiamata a leggere i segni dei tempi, a interpretarli con sapienza, a proporre a se stessa e alla comunità cristia- na quei percorsi di crescita, in umanità e nella fede, che vengono indicati dal vescovo Diego. È un’assemblea che cade a un anno dall’inizio mandato del nuovo Consiglio diocesano. Una prima verifica è stata già condivisa nello stesso Con- siglio e ora occorre alzarsi in quota, in fedeltà al documen- to assembleare e in continuità con il lavoro svolto negli anni precedenti. Il tema del laicato, la cura per la famiglia e la vita, la forma- zione dei responsabili associa- tivi, il servizio nei Vicariati, la dimensione sociale dell’evan- gelizzazione, la crescita nume- rica dell’associazione sono tra i più importanti passi da com- piere insieme. A motivo di tutto questo è ve- ramente bello vedere nel tema dell’assemblea il fondamento del pensiero e del lavoro che l’associazione è chiamata a intensificare e sostanziare con fiducia e speranza. Non nascondiamo la fatica che ci attende. Non la temiamo perché è una fatica bella e che apre alla speranza. Avvertia- mole anche come una umile condivisione di quella soffe- renza che tanti nostri fratelli stanno vivendo nel mondo per amore di Gesù Cristo nel quale l’uomo trova pienezza, trova se stesso. Paolo Bustaffa Presidente diocesano ASSEMBLEA DIOCESANA è TEMPO DI ALZARSI IN QUOTA

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assemblea diocesanain gesù cristo il nuovo umanesimoQuattro pagine in preparazioneall’appuntamento del 15 marzo.Pagine 1, 2, 3, 4.

avere il sopravvento sull’uma-nità il rilanciare con umiltà e vigore il primato della digni-tà umana che trova pienezza in Gesù Cristo non può non vedere un’Azione cattolica in prima linea nel dialogo, nella testimonianza, nel servizio, nell’annuncio del Vangelo.L’assemblea è stata pensata come un punto di ripartenza per un laicato cattolico che non essendo mai mancato agli appuntamenti con la sto-ria vuole essere puntuale agli appuntamenti con il futuro. Appuntamenti di umanità e di fede che sono già scritti sull’a-genda di oggi.Ci vuole quel coraggio al quale Gesù invitava gli apostoli sulla barca in balìa delle onde e og-gi invita quanti stanno attra-versando il mare tumultuoso della storia.

a z i o n e c a t t o l i c a i t a l i a n a - d i o c e s i d i c o m o s u p p l e m e n t o a “ I l s e t t I m a n a l e d e l l a d I o c e s I d I c o m o ” n u m e r o 9 d e l 7 m a r Z o 2 0 1 5

PER

giovanissimi e acrappuntamenti da scoprireIl 21 e il 22 marzo a Grandate. Il 10 maggio a Villa Guardia.Pagine 6 e 7.

scuola di pastoraleprimi passi nella fede Un percorso diocesanonei Vicariati: l’impegno dell’Ac.Pagina 7.

“Chi non legge, non pensa, alla lunga non dialoga, non si con-fronta e, andando oltre non ama. Non si può amare e stare chiusi nei propri soliloqui”. È il nostro vescovo Diego a scri-vere questa frase nella lettera alle famiglie per la Quaresima.La riprendo e la rilancio con il desiderio di dare significato e prospettiva all’ imminente as-semblea diocesana dedicata al tema “In Gesù Cristo il nuo-vo umanesimo”. È veramente molto bello e incoraggiante sentirsi subito in sintonia con il nostro pastore che propone il pensiero come un atto di amore.È veramente bello rendersi con-to che il pensare, come ricorda-va Paolo VI alla conclusione del Concilio, è per ogni uomo un dono e una responsabilità.E, ancora, è davvero bello

scoprire che la fatica del pen-sare non appesantisce ma, al contrario, sostiene tutte le altre fatiche e le orienta verso quell’Infinito che per il creden-te come per il non credente, è un’insopprimibile esigenza.Ed è in questa esperienza in-teriore che il cristiano vive la tenerezza del sentirsi pensato da Dio, del sentirsi amato da Dio. Avverte che un dono co-sì grande non può che essere donato con gioia.L’assemblea diocesana vuole quindi essere un’occasione, un momento, un luogo nei quali ascoltare, riflettere e condividere la grandezza del pensiero cristiano sull’uomo con i suoi riflessi sulla cultura, sulla società, sulle relazioni tra le persone e i popoli.Soprattutto in questi momen-ti in cui la disumanità sembra

È con questo coraggio che l’Azione cattolica diocesana, anche nell’assemblea del 15 marzo, è chiamata a leggere i segni dei tempi, a interpretarli con sapienza, a proporre a se stessa e alla comunità cristia-na quei percorsi di crescita, in umanità e nella fede, che vengono indicati dal vescovo Diego.È un’assemblea che cade a un anno dall’inizio mandato del nuovo Consiglio diocesano. Una prima verifica è stata già condivisa nello stesso Con-siglio e ora occorre alzarsi in quota, in fedeltà al documen-to assembleare e in continuità con il lavoro svolto negli anni precedenti.Il tema del laicato, la cura per la famiglia e la vita, la forma-zione dei responsabili associa-tivi, il servizio nei Vicariati, la

dimensione sociale dell’evan-gelizzazione, la crescita nume-rica dell’associazione sono tra i più importanti passi da com-piere insieme.A motivo di tutto questo è ve-ramente bello vedere nel tema dell’assemblea il fondamento del pensiero e del lavoro che l’associazione è chiamata a intensificare e sostanziare con fiducia e speranza.Non nascondiamo la fatica che ci attende. Non la temiamo perché è una fatica bella e che apre alla speranza. Avvertia-mole anche come una umile condivisione di quella soffe-renza che tanti nostri fratelli stanno vivendo nel mondo per amore di Gesù Cristo nel quale l’uomo trova pienezza, trova se stesso.

Paolo BustaffaPresidente diocesano

assemblea diocesana

è tEmPo dI AlzARsI In QUotA

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calendario associativomarzO 2015Venerdì 6: Corso formazione educatori ACR - Como e MorbegnoSabato 7: Corso formazione educatori ACR - GrosioSabato 7: Incontro Msac sul tema della Pace - Como Centro Card. Ferrari (ore 16.30)Lunedì 9: Comitato Presidenti diocesani - Lombardia Sabato 14: Convegno nazionale amministratori locali - RiminiSabato 14: Pizza pre-assembleare con i Giovani Domenica 15: assemblea diocesana - ComoSabato 21 - Domenica 22: Convegno giovanissimi - GrandateSabato 28: 30/40enni - ComoaPriLe 2015Domenica 5 : Santa Pasqua!Sabato 11: Incontro Rappresentanti Ac nei Consigli vicariali - Nuova OlonioSabato 18: Consiglio Regionale Domenica 19: Incontro Equipe Famiglia - MandelloVenerdì 24-domenica 26: Convegno nazionale presidenze diocesaneIn questi mesi ci sono anche 4 Presidenze diocesane, il Consi-glio regionale e il Convegno nazionale delle Presidenze

aSSemBLea DiOCeSana

C’è un’altra radice importante che Gesù ci indica in merito all’atto educativo. Esso nasce dalla consapevolezza di una relazione con Dio nella quale si riceve da Dio stesso il com-pito di custodire il fratello: “sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani”.Una dedizione chiara, una re-lazione profonda, una fede centrale: ecco le caratteristi-che di Gesù Maestro e di chi ne raccoglie l’esempio.Ma facciamo attenzione: Gesù conosce anche le intenzioni di Giuda! L’amore e l’insegna-mento del Maestro sono an-che per lui, anzi forse ancor più che per gli altri. Lo sguardo d’amore di chi educa nel nome del Padre non può permettersi di disprezzare nulla nell’uma-nità dell’uomo, soprattutto ciò che è segnato dal peccato.

Educare è incontro di chiarezza e spirito criticoL’insegnamento di Gesù stupi-sce anche per la sua incisività. Forse perché è l’ultimo mes-saggio, il testamento definiti-vo, esso appare inequivocabi-le e per nulla dispersivo. È lo stile del Maestro fin dall’inizio, capace di orientare a ciò che davvero conta, di esprimere con carità ma anche verità i contenuti centrali della fede.Ciò non toglie che il messag-gio può anche non essere su-bito inteso, può avere bisogno di tempi lunghi di interiorizza-zione. A Pietro, che non com-prende, Gesù risponde: “Tu ora non lo capisci, lo capirai dopo”.

Educare vuol dire annunciare con chiarezza, ma anche avere la pazienza di aspettare i tem-pi dell’altro e insieme stimola-re un approfondimento conti-nuo che consenta alla ragione di raggiungere le profondità della fede. Ed è la fede stessa che, nell’azione dello Spirito Santo, aiuta la ragione in que-sto percorso di comprensione: “Chi accoglie colui che io man-derò, accoglie me”.“Di fronte agli educatori cristia-ni, come pure a tutti gli uomini di buona volontà, si presenta la sfida di contrastare l’assimila-zione passiva di modelli ampia-mente divulgati e di superarne l’inconsistenza, promuovendo la capacità di pensare e l’eser-cizio critico della ragione” (Edu-care alla vita buona del Vange-lo, 10).

Educare è opera di testimoniL’elemento che però colpisce maggiormente il lettore del brano è lo stile del Maestro. Gesù non parte dal parlare, ma dai fatti concreti. E la succes-siva spiegazione trova il suo centro nell’interiorizzazione dell’esempio dato: apprende bene solo chi segue l’esem-pio del Maestro. Esempio non soltanto concreto, bensì an-che reale: non si tratta di un gesto teatrale, ma di uno dei tanti gesti quotidiani che Gesù compiva avvicinando i poveri, sedendo tra gli ultimi e i pec-catori, sfamando le folle. Un solo gesto non fa scuola, ma se è sintesi di una vita allo-

Ci stiamo preparando all’an-nuale Assemblea Diocesana che vivremo il 15 marzo. Il de-siderio è che possa essere non solo un momento di incontro e di ascolto, ma anche di con-fronto e arricchimento reci-proco: ogni nostra associazio-ne ha molto da insegnare ed è nostra responsabilità fermarci a ripensare la nostra esperien-za associativa e a trasformarla in bella notizia per gli altri.Inserendomi in questo cam-mino, mi fermo a meditare su uno dei cinque verbi che il documento preparatorio al Convegno di Firenze (9-13 no-vembre 2015) propone come “le cinque vie verso un’umanità nuova”. Mi sembra che tra usci-re, annunciare, abitare, educare e trasfigurare, il verbo educare sia quello che primariamente interpella la specificità della nostra vocazione associativa.

Educare è prima di tutto amareL’umanità di Gesù mostra mol-te volte Gesù come educatore dei suoi discepoli. Tra i tanti episodi, pongo sullo sfondo la lavanda dei piedi (Gv 13,1-20). È Gesù stesso che svela la for-te valenza educativa di questo gesto: “Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri.”È bello allora andare a scoprire la motivazione di questo “atto educativo”, proprio nel primo versetto del brano: “avendo amato i suoi che erano nel mon-do, li amò fino alla fine”. L’origi-ne di ogni azione educativa cristiana va posta nell’amore pieno e totale verso l’altro. Lo stesso vocabolo Maestro, che dice relazione e vicinanza con il discepolo, parla di dedizione all’altro: ogni atto educativo parte dalla sfera del cuore. Prima di occuparci di metodi, tecniche e contenuti, dobbia-mo interrogare il nostro cuore per saper leggere nel cuore dell’altro.

ra diventa insegnamento che si fissa indelebilmente nella mente. Siamo invitati a ripen-sare allo stile della nostra vita che deve farsi servizio quoti-diano, segno di un amore vero e vissuto nella normalità della vita dell’uomo.“Già si vedono iniziative capa-ci di realizzare nuove alleanze educative: famiglie che aiuta-no famiglie più fragili, famiglie che attivamente sostengono la scuola offrendo tempo ed ener-gie a sostegno degli insegnanti per trasformare la scuola in un luogo di incontro; ambiti del-la pastorale che ridefiniscono e rendono meno rigidi i propri confini e così via. Il nuovo sce-nario chiede la ricostruzione delle grammatiche educative, ma anche la capacità di imma-ginare nuove ‘sintassi’, nuove forme di alleanza che superino una frammentazione ormai in-sostenibile e consentano di uni-re le forze, per educare all’unità della persona e della famiglia umana” (Traccia per il cammi-no verso il 5° Convegno Eccle-siale Nazionale, p. 52).

Se questo tempo di Quaresi-ma ci vedrà crescere nell’assi-milazione dello stile del Mae-stro, allora il nostro progresso sarà già nuova ricchezza da spendere nell’arte di educare alla fede e alla piena umanità dell’uomo.

don roberto Bartesaghi assistente diocesano

Settore Adulti

educazione

l’ARtE PIù BEllAUna riflessione che viene proposta all’Ac

dalla traccia per il Convegno

ecclesiale di Firenze

campi estiviGiUGnO: martedì 23 - Sabato 27: Campo adulti - TorinoLUGLiO: mercoledì 1 - Domenica 5: Cadifam – Ain Karim Sabato 4 - Sabato 11: I campo Acr (5° elementare – 1° media) – Casa S. ElisabettaSabato 11 - Sabato 18: II campo Acr (2° - 3° media) – Casa S. ElisabettaSabato 11 - Sabato 18: Campo giovanissimi di servizio con LI-BERA (1° - 4° superiore) – Erbè (Verona)Sabato 18 - Sabato 25: Campo giovanissimi (1° - 4° superiore) - Casa S. ElisabettaGiovedì 30 luglio - Domenica 2 agosto: Campo itinerante adulti - Dolomiti di SestoaGOSTO: Giovedi 6 - Giovedì 13 Pellegrinaggio giovani di Lombardia in Terra Santa (031-3312311) Venerdì 14 - Sabato 22: Campo giovani (18 – 30 anni) - BalcaniGiovedì 20 - Domenica 23: Campo 30/50enni – GinevraPer informazioni sui campi: Segreteria diocesana Ac 031265181 (orari a pagina 6) - [email protected]. All’assemblea del 15 marzo verrà distribuito un pieghevole con l’elenco dei campi e relative informazioni

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Nel mese di febbraio sei incontri sul ter-ritorio diocesano per condividere pen-sieri, proposte, impegni, difficoltà e an-che segnali di crescita. Grosio, Cittiglio, Morbegno, Nuova Olonio, Como: qui, in date diverse, si sono ritrovati gli Assi-stenti parrocchiali e i Presidenti parroc-chiali con alcuni rappresentanti del Con-siglio diocesano compresi il Presidente, i Vicepresidenti e gli Assistenti diocesani.Insieme e con un sano realismo ci si è confrontati sulla situazione e sulle pro-spettive dell’Ac nella nostra diocesi. Il tema dell’assemblea diocesana del 15 marzo su “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo” ha guidato gli interventi proprio perché questo è un tema sto-rico per un’associazione fortemente impegnata negli ambiti dell’educare e del formare laici cristiani.

Dagli incontri degli Assistenti sono venute tre indicazioni preziose che verranno coltivate con iniziative che il Consiglio diocesano prenderà in esa-me al più presto:• Un aiuto per un’adeguata conoscen-za dell’Azione cattolica di oggi ;• Un approfondimento del tema dell’ac-compagnamento spirituale dei laici• Uno stimolo alla corresponsabilità lai-cale in parrocchia e nel nuovo orizzon-te pastorale qual è il Vicariato.Negli incontri con i Presidenti parroc-

chiali si sono registrate tre esigenze:• Una formazione adeguata per chi ha responsabilità educative e associative• Un rapporto più efficace, nei conte-nuti e nei tempi, con il Consiglio dioce-sano che comporta la messa in servi-zio del “Consigliere vicino” almeno per le associazioni nascenti e per quelle in situazione di fragilità. • Un’attenzione sistematica al ruolo dei rappresentanti di Ac nei Consigli vicariali: un tema, tra l’altro, in agenda per l’incontro dell’11 aprile.

A tutto questo si sono aggiunti diversi appunti sulla crescita anche numerica dell’associazione nella nostra diocesi che è possibile soprattutto in un per-corso unitario fatto di preghiera, pen-sieri, progetti e, in particolare, di rela-zioni belle e costruttive tra le persone.Sia gli Assistenti che i Presidenti hanno convenuto che affrontando seriamen-te e serenamente il tema dell’Ac si offre un contributo alla crescita del laicato cristiano nella Chiesa e nella Società.Per questo, dentro la formazione speci-fica che l’Ac propone e vive nell’anno, è importante riportare la dimensione so-ciale e politica dell’evangelizzazione. Ed è per questo che presto il Consiglio dio-cesano, con il determinante contributo dei Presidenti parrocchiali, darà vita ad alcune iniziative graduali e coinvolgenti.

presidenti e assistenti parroccHialicostruttori di fiducia sei incontri in febbraio per fare il punto e, insieme, compiere passi avanti

Assemblea diocesanaDomenica 15 marzo 2015Como - Collegio Gallio

Ore 9: Accoglienza

Preghiera - Messaggio musicale (Carisma)

Verso il Convegno ecclesiale nazionale - Ernesto Diaco (Progetto culturale Cei)

L’uomo tra il Nulla e l’Infinito - Giuseppe Anzani

(Editorialista)

Dibattito in assemblea

Ore 12.15 Concelebrazione eucaristica presieduta da S.E. mons. Diego Coletti

Dialogo tra generazioni introdotto e animato dai Giovani

Presentazione dei “racconti di umanità” - “Musica per l’uomo” (Carisma)

Ore 16.30 Conclusione

www.azionecattolicacomo.it [email protected]

in GESù CrIStO

il nuOvO umAnesimO

Cristo Georges Rouault

aSSemBLea DiOCeSana

informazioni organizzative1 - Parcheggio auto: accesso gratuito entrata da via Barelli.2 - Parcheggio autobus: viale Regina, prima della Dogana.3 - Pranzo: 10 euro - preno-tazioni entro l’11 marzo (via telefono e via mail alla segre-teria diocesana) [email protected] 031 - 265181 (senza pre-notazione non è possibile garantire pranzo).4 - Pranzo al sacco: verran-no predisposti tavoli.All’ingresso dell’assemblea si potrà offrire un contributo per un’iniziativa di solida-rietà che verrà specificata al momento.

Il Convegno Ecclesiale di Firen-ze 2015 (www.firenze2015.it) ci invita a stare con amore den-tro la realtà ecclesiale, sociale e culturale di questo tempo. Stare con amore tra la gente significa pregare, pensare e agire perché ogni uomo e ogni donna che si incontra nelle pe-riferie esistenziali riceva ascol-to, condivisione, speranza. Il Consiglio diocesano, sulla scia della proposta del Comi-tato preparatorio del Conve-gno ecclesiale di Firenze, ha invitato le associazioni par-rocchiali a prepararsi all’as-semblea diocesana (Como, 15 marzo 2015) con tre attenzio-ni: la preghiera, la riflessione, la testimonianza. Sarebbe davvero bello se le as-sociazioni parrocchiali raccon-tassero un’esperienza in cui l’umanità apparisse in tutta la sua bellezza.A ogni associazione parrocchia-le è quindi proposto di inviare una storia significativa, anche nella sua piccolezza, alla quale è possibile affiancare, eventual-mente, una seconda che abbia per protagonisti i giovani, per valorizzare il loro specifico con-tributo alla vita della Chiesa.

Alle associazioni parrocchiali è stato proposto di scegliere tra queste aree:• forme e i percorsi di incontro con Cristo• difficoltà di credere e di edu-care• i luoghi dell’esperienza di fe-

tre attenzioni

PREGhIERA, RIFlEssIonE, RACConto

de (famiglia, scuola, digitale, volontariato…).Alle associazioni parrocchiali è stato anche chiesto di pensare, scrivere e proporre una pre-ghiera che, legata al tema del convegno, si riferisca alla realtà parrocchiale e del territorio.

ma vedi un po’questi giovani!Nel corso dell’Assemblea diocesana del 15 marzo a Como, i giovani presenti saranno chiamati in prima persona a partecipare al dialogo tra generazioni, dando un contributo im-portante riguardo al tema “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”.Per questo motivo il Set-tore giovani ha deciso di organizzare, il giorno pre-cedente, una serata che coinvolga i giovani di AC (18 - 30 anni) provenien-ti da tutta la diocesi. Dal momento che risulta dif-ficile, durante l’anno, tro-vare occasioni di incontro e di confronto con tutti i giovani,  questa proposta diventa anche una bella opportunità di ritrovo e condivisione di una serata in amicizia.Ci ritroveremo, quindi, sa-bato 14 marzo alle 18.30 in Centro Pastorale (via Ce-sare Battisti, 8), andremo a mangiare una pizza insie-me e torneremo al Centro Pastorale per il pernotta-mento (muniti di sacco a pelo e materassino!).Per tutti coloro che voles-sero partecipare chiedia-mo di mandare un mes-saggio o di scrivere una mail a:Carmen: cell. 3406891458 mail: [email protected]

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capisce altresì che al non cre-dente può bastare il condursi bene nella vita. Tutti, comun-que, siamo accomunati dall’e-sperienza, stimolante, dell’in-quietudine del cuore.

Riflessioni condivise. La vera scienza rispetta il pro-prio metodo, e non pretende che sia verità solo ciò che è sperimentalmente realizzabi-le. La vera libertà non è quel-la illimitata del nichilismo, ma è quella che si mette in gioco con gli altri. La vera inquie-tudine non si compiace di se stessa, ma è domanda insop-primibile di senso, che ricerca potenzialità nuove. La vera fe-de cristiana sa che il discrimi-ne è la Resurrezione, ma non esclude mai il confronto con ogni uomo che pensa. Il vero umanesimo nuovo ha il suo fondamento nella “relazione” con gli altri, che fonda la pie-nezza della vita.

Il ciclo di incontri, promossi dal Meic, continuerà l’11 aprile, quando si cercherà di definire i caratteri di un’antropologia che trovi il modello in Cristo (“Cristo rivela l’uomo all’uo-mo”), ed il 30 maggio, quando si prenderanno in esame gli aspetti socio-politici (“L’uomo non è un’isola”).Quanto, invece, al ritiro di Qua-resima, promosso dal Meic in collaborazione con le associa-zioni dei medici (AMCI), degli insegnanti (UCIIM) e dei ma-estri (AIMC) cattolici, la data è quella di sabato 14 marzo presso il Centro Pastorale Car-dinal Ferrari alle ore 15.30, e la meditazione sarà proposta da don Ivan Salvadori.

abele Dell’Orto

Quale uomo? L’interrogativo è d’obbligo. Quale tipo di uomo suppone la società di oggi? Quale tipo di uomo è alla ba-se della visione cristiana della vita? Come si pronuncerà la Chiesa italiana a novembre a Firenze, nel 5° Convegno Ecclesiale Nazionale, che ha come titolo “In Gesù Cristo: il nuovo umanesimo”?Il Meic (Movimento ecclesia-le impegno culturale) ha co-minciato a riflettere su que-sti interrogativi - che stanno coinvolgendo l’Ac diocesana e le Ac parrocchiali in vista dell’Assemblea Diocesana del 15 marzo - nell’incontro del 14 febbraio scorso, avviando un cammino di presa di coscien-za, suggerito dalla domanda che il Salmo 8 propone: “Chi è l’uomo perché te ne curi?”. Antonia Cairoli – con l’aiuto di Maria Assunta Ostinelli e la gui-da di don Ivan Salvadori – ha svolto una stimolante e lucida relazione, suggerendo come te-sti di riferimento alcuni brani di studiosi e pensatori contempo-ranei, e presentando tre quadri.

1) “Prometeo scatenato”: l’uomo senza catene, sciolto da ogni le-game, senza alcun limite. Ciò che vale sembra essere l’autonomia assoluta, ma il ri-piegamento solo su se stessi ha come conseguenza l’indif-ferenza per l’altro, come se si fosse ormai accertata ed ac-cettata la morte del prossimo. Contano il produrre, il fare, l’a-vere, senza che ci si domandi il perché, senza che si ricerchi il significato, la ragione profon-da di ciò che si fa. L’uomo si ri-trova incapace di conoscere la propria identità, e di approda-re a qualche verità oggettiva.

2) “Uomo di vetro… uomo di sabbia”: la fragilità, la “liquidi-tà”, la frammentazione. Di fronte alla complessità del mondo, l’uomo d’oggi, nono-stante la proclamata autosuf-ficienza, rimane impotente, e ne conseguono insicurezza, depressione e solitudine. È un uomo in crisi, per di più in una società in crisi, che sta vivendo l’epoca delle passioni tristi. Il futuro, che dovrebbe essere una promessa, rivela invece il volto della minaccia. I presun-ti successi della produttività e dell’efficienza, destituiti da ogni valore di senso, diventa-no l’anticamera dell’angoscia.

3) Come uscirne?: le relazioni per vivere, il discernimento per capire, la fede per accettare.C’è già in molti una vita quo-tidiana, positiva, che si tra-duce in solidarietà. Anche la fragilità, inevitabile, va vissuta positivamente, grazie ai rap-porti interpersonali. C’è un potenziale innato di generati-vità, capace di prendersi cura dell’altro, dando così un senso al presente e un’apertura sul futuro. La religione è un pre-zioso punto di appoggio per uno sguardo più alto. La fede cristiana aiuta a coltivare la speranza di una vita piena, ma

meic

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ac gironico

la bellezza dello stare insiemeNella Traccia per il cammino verso il 5° Convegno Ecclesiale Nazionale, tra le diverse riflessioni e sollecitazioni emerge l’esigenza - e l’urgenza - di recuperare la dimensione relazionale dell’esistenza. Analizzando lo scenario dell’annuncio, si dice: “La ricerca di relazione autentica attraversa come un filo rosso le contraddizioni del presente” e più avanti: “Gli eventi e le relazioni rischiano di diventare frammenti

isolati di un’esistenza che sta accanto a quella altrui per caso, per necessità o per convenienza, ma raramente riconoscendo un senso che accomuna, né la bellezza dello stare insieme” . Si riflette poi sull’esperienza dell’essere generati, “cifra più propria della nostra umanità”, esperienza di chi sa riconoscersi figlio, di

chi sa che la propria vita viene da altri, da un Altro, dipende e trova la sua identità nella relazione.

Questi brevi spunti ci sembrano richiamare alcuni aspetti della nostra esperienza di associazione parrocchiale. Infatti, anche nella nostra vita quotidiana e comunitaria ci sembra di percepire sempre di più la necessità - che per noi diventa invito- di vivere momenti belli, veri e buoni di incontro tra le persone, sia piccole sia grandi. Siamo anche noi persuasi che questi momenti possano diventare antidoto all’individualismo e al nichilismo che deformano la dignità e la bellezza della nostra umanità, ontologicamente relazionale. Per questo motivo ci impegniamo affinché le proposte di Ac siano luoghi in cui tessere legami per “educare alla vita buona del Vangelo” attraverso la formazione e l’educazione, la vicinanza, la possibilità di “fare memoria“ della propria storia - che è storia di Salvezza - per vivere responsabilmente il presente e guardare con speranza al futuro.

Un esempio di questo tentativo è per noi la proposta dell’Acr che coinvolge i ragazzi dai 4 anni ai 14 anni, è gestita da adulti e giovanissimi insieme e vissuta nella giornata della domenica condividendo la Santa Messa, il pranzo insieme con le famiglie dei ragazzi, la riflessione e la preghiera: un’occasione mensile per approfondire relazioni, per vivere la bellezza dello stare insieme tra generazioni diverse in una dimensione educativa, per sentirsi comunità in cammino.Un secondo esempio è l’occasione degli auguri per il compleanno che, quasi giornalmente, portiamo alle persone della parrocchia dai 75 anni in su, da parte di tutta la comunità. Anche i ragazzi dell’Acr, a Natale e a Pasqua, si uniscono a questo impegno portando agli anziani dell’associazione gli auguri e un piccolo presente. Questa esperienza è per noi importante perché ci aiuta ad “uscire“, ci educa alla prossimità e a “riconoscerci figli” di chi ci ha preceduto.

I cinque verbi proposti verso la fine della Traccia come “vie verso l’umanità nuova” (uscire, annunciare, abitare, educare, trasfigurare) ci sollecitano a verificare sempre meglio il nostro cammino, ci stimolano ad un impegno rinnovato sempre più orientato a mettere la persona, i suoi desideri, gioie, sofferenze e contraddizioni al centro delle nostre proposte nella speranza che queste, seppure semplici, possano essere piccoli semi di un nuovo umanesimo fondato in Cristo Gesù.

il consiglio parrocchiale aC di Gironico

legami di vita buona e dialogo tra le generazioni

pensieri in vista dell’assemblea diocesana ac e del convegno di firenze

QUAlE Uomo?

aSSemBLea DiOCeSana

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concorso

“Una famiglia… tUtta da fotografare!”Partendo dal principio che il Convegno Acr non è solo la festa dei ragazzi, ma di tutta l’associazione e quindi anche delle famiglie, l’Equipe Famiglia ha proposto l’idea di realizzare all’interno del con-vegno un’iniziativa “formato famiglia”, per rendere tutti protagonisti: un concorso fotografico! Invito che noi dell’équipe Acr abbiamo accolto con entusiasmo, per cui ora eccoci qui a proporvi l’iniziativa “Una famiglia… tutta da scoprire!”, per-ché tutti “scoprano” la bellezza e l’unicità di ogni famiglia!Partecipare al concorso è molto semplice: basta scattare una fotografia che catturi un momen-to particolarmente significativo della vita della vostra famiglia oppure una foto simbolica che esprima la bellezza della vostra famiglia, darle un titolo e inviarla a [email protected]. Fra tutte le foto pervenute, la più bella verrà pre-miata il giorno del Convegno Acr, domenica 10 maggio, a Villa Guardia. L’iniziativa è rivolta a tutte le famiglie della Diocesi, “Acierrine” e non! A breve sul sito diocesano (www.azionecattolica-como.it) saranno disponibili il regolamento com-pleto del concorso e il testo per la dichiarazione liberatoria che i genitori dovranno obbligatoria-mente sottoscrivere. Nel frattempo… cominciate a scattare foto!

aSSOCiaziOni ParrOCChiaLiraGazzi

gli acierrini e i nonni scoprono la “ricetta della felicità”

Prendete un mago, una prin-cipessa, Zorro, un’indiana, una strega, Pippi Calzelunghe, Ar-lecchino e una fata; portateli a Villa Sorriso, la casa di riposo di Bormio; fateli ballare l’inno dell’ACR “Tutto da scoprire” e il ballo del qua-qua... Ecco a voi la ricetta della felicità!Il percorso del gruppo Acr di Bormio in questa fase (dopo il mese della Pace) è cominciato con la riflessione sul “circuito d’amore”: il nostro cuore è co-me una batteria, un generato-re d’amore che manda impulsi alle nostre mani per compiere gesti di bene; le nostre mani sono come lampadine che il-luminano il mondo ogni volta che facciamo qualcosa di bello per gli altri. Nel circuito non può mancare un collegamento diretto alle orecchie, che ci permettono di ascoltare le parole di chi ci vuole bene e ci insegna ad amare, ma soprattutto ci per-mettono di ascoltare la Parola d’amore di Gesù. Ci siamo chiesti: quali gesti concreti possiamo compiere per amare gli altri? La rispo-

bormio

Il CIRCUIto dEll’AmoRE

sta è stata chiara e immediata: andiamo a trovare i nonni di Villa Sorriso per portare loro un po’ di gioia! In occasione delle vacanze di carnevale l’al-legro gruppetto ha fatto visita agli ospiti della casa di riposo. «Abbiamo ballato e i nonni ci guardavano – dice Fabio – Erano contenti e ci facevano l’applauso! Dopo siamo andati nelle stanze a salutare quelli che non potevano scendere». «Per me andare dai nonni è stato divertente – racconta Ariel – mi è piaciuto vederli contenti... Una (Ambrosina) ha pure ballato con noi! Vorrei

tornarci anche l’anno prossi-mo». Maryanne riflette: «La vi-sita dai nonni è stata più diver-tente dell’anno scorso perché quest’anno ci aspettavano. Mi è piaciuto quando quella non-na si è messa a ballare con noi: secondo me l’abbiamo fatta sentire meglio». I bambini hanno incontrato anche Élia che, con i suoi 100

anni, vanta il titolo di ospite più anziana; sommando le età di tutti i componenti del grup-po si arrivava “solo” a 84 anni! Forse, oltre alla ricetta della felicità, abbiamo scoperto an-che quella della longevità...! Laura, educatrice presso Villa Sorriso, condivide il suo pen-siero: «La vostra presenza ha portato molta allegria, gli ospi-

ti ai piani erano contentissimi! Avete portato la vostra gioia e sarebbe bellissimo portare avanti questo incontro tra ge-nerazioni!» Perché no, magari il mese prossimo andremo a fare Acr insieme con i nonni!

Cecilia rainolter con matteo, marta, Fabio,

ilaria, maryanne, ariel e Daniele

Mancano poco più di due me-si a un appuntamento specia-le: il Convegno Acr. L’incontro rappresenta per tutti i ragazzi la conclusione del cammi-no associativo annuale; è un momento importante per in-contrarsi e condividere espe-rienze significative. Quest’an-no si svolgerà il 10 maggio, a Villa Guardia e sarà davvero un “Convegno…tutto da sco-prire”, non solo per le attività

appuntamento diocesano acr: 10 maggio 2015

“Un ConVEGno tUtto dA sCoPRIRE!”

entusiasmanti che ci aspetta-no, ma anche per scoprire co-me sia bello condividere una giornata così ricca con tutta la diocesi. L’invito è rivolto a tutti: ragazzi dell’Acr e famiglie, associati e non. Sarà bello scoprire quanto sia-mo numerosi!L’Equipe Acr vi aspetta con gioia!

Federica BertolettiEquipe Acr

programmaore 9 arrivi e accoglienzaore 11 s. messaore 12.30 pranzo al saccoore 13.30-15.30 giocHiore 15.30 conclusione e merenda

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a casa del vescovo diego

CI hA FAtto sEntIRE sPECIAlI«Non crederete mica di essere normali?»: con questa frase ha esordito il nostro Vescovo, dopo averci fatto accomodare nel salottino barocco di casa, lasciandoci sorpresi. «Perché non dovremmo essere persone nor-mali?» «Voi avete dei talenti, non per merito vostro, ma li avete e dovete farli fruttare» ci ha detto, dando il via a un giro di presentazioni , chiedendo a ciascu-no di noi i nostri progetti e i nostri sogni per il futuro, sottolineando l’importanza di prendere le nostre de-cisioni in base ai nostri reali interessi e non a dei cal-coli, perché «Se facciamo solo le cose che servono di-ventiamo dei servi». Parlando dei nostri talenti che ci rendono unici e delle responsabilità che comportano, ci ha fatto sentire speciali, uno a uno e tutti insieme come gruppo. Ci ha fatto capire che noi per lui non siamo semplici nomi incontrati per caso, ma persone vere con un grande futuro davanti.Siamo andati dal Vescovo per raccontargli in breve il nostro cammino di Giovanissimi, e in particolare per ri-flettere insieme a lui sulla figura di Gesù; quel Gesù che è ancora tra noi e con cui a volte è così difficile entrare in relazione. Ciò avviene perché spesso rischiamo di ridurLo a un’opinione, oppure di usarLo come un por-tafortuna a Cui rivolgersi soltanto nei momenti di diffi-

coltà, o nel Quale credere solo per entrare un giorno in Paradiso. «Spesso mi capita di chiedere alla gente se crede o meno in Dio. E chi mai risponderebbe di no al Vescovo? Se però provo a chiedere chi è Dio, mol-ti non sanno cosa dire. Sì, il Creatore, l’Onnipotente, ma a nessuno viene in mente di rispondere che Dio è il Papà di Gesù. Se essere cristiani fosse solo una serie di buone abitudini morali, di culto e di preghiera per salvare l’anima... io non sarei cristiano», ci ha confi-dato il Vescovo. «Tutto ciò ha valore solo se lo scopo è quello di correre incontro a Gesù. È questo che ci rende cristiani».Quando gli abbiamo chiesto qualche consiglio per migliorare il nostro rapporto con Gesù, lui, sorriden-do, ci ha dato il Suo “numero di cellulare”, un’edizio-ne tascabile del Nuovo Testamento (260 capitoli: leggendone uno al giorno, «vi restano pure le vacan-ze»...) e dei Salmi.Ci siamo salutati con la promessa di rivederci, per dargli il nostro parere sul suo messaggio alla città dal titolo “Dove stiamo andando? Il futuro: tra previsioni, allarmi e speranze”, e, soprattutto, per mangiare un bel gelato...

Carlotta Bagnasco e Tindara Scirocco

federico ostinelli

Con lo sGUARdo dI dIoA venti anni dalla morte : per sempre rimane di Azione Cattolica

A venti anni dalla sua morte (15 febbraio 1995), la figura di Federi-co Ostinelli, indimenticabile presi-dente diocesano di Azione Cattoli-ca, brilla ancora nella sua preziosa testimonianza di laico cattolico. Una Messa in suo suffragio è stata celebrata a Como il 16 febbraio.Valido professionista, laureato in Economia all’Università Cattolica, ha vissuto la sua laicità in fede profonda, in amore alla Chiesa, al-la sua Chiesa diocesana, vivendo-ne le sue bellezze, le sue difficoltà.Se l’Azione Cattolica è stata la sua scuola, il giornale cattolico “L’Ordine” è stato la sua croce. Esperienze vitali, per lui, vissute in autentica fede, in costante te-stimonianza in sofferte decisioni. La sua meravigliosa personalità

che ha trattato gli affari terreni con spirito di Chiesa per seminare cristianesimo nel mondo, è quella che il Concilio Vaticano II ha conva-lidato per un promettente futuro.Grazie Federico. Il tuo ricordo, la tua incrollabile fiducia nella Chie-sa che cammina sulle sfide del mondo, sprona ancora a cammi-nare con lo sguardo verso l’Alto, verso il Signore come hai fatto tu.Grazie, Federico. Certe tue intui-zioni, impossibili allora, corrono adesso come novità. E ora, poiché mentre tu godi già l’Eterno ti chie-diamo di sentirti ancora con noi in questo mondo cattolico comense che non ti dimentica. Per sempre tu resti di Azione Cattolica con lo sguardo in Dio.

Cia marazzi

GiOVaniSSimi / TeSTimOni

convegno giovanissimi

siamo Più grandisi terrà il 21 e il 22 marzo a Grandate e sarà dedicato al tema del “perdono”

Il convegno Giovanissimi, che si terrà il 21 e il 22 marzo a Grandate, è un’occasione di incontro, condivisione, gioco e riflessione che l’Ac propone a tutti i ragazzi tra i 14 e i 18 anni della Diocesi. Perché a Grandate? In questo paese da sempre è presente l’Azione Cattolica, ma ultimamente non è viva per quanto riguarda i giovani. Il convegno vuole quindi essere un’occasione per riallacciare i rapporti con i giovani grandatesi e dei paesi circostanti; per vivere un’esperienza di Chiesa Giovane non solo di tipo parrocchiale e interparrocchiale, ma con uno sguardo più ampio che ci permetta di sentirci parte di una Chiesa anche diocesana. Per coinvolgere maggiormente i giovanissimi dei vari gruppi, il Settore giovani ha deciso di invitarli personalmente attraverso una serie di incontri, svolti sul territorio, in cui sono stati consegnati i pezzi dell’icona che nei giorni del convegno andremo a completare. Tutti, infatti, siamo parte di un unico corpo e ognuno è un pezzo fondamentale, tanto che se una parte mancherà il puzzle non sarà completo.Il tema del convegno, che i giovanissimi negli incontri di preparazione hanno potuto scoprire, sarà il Perdono. Perdonare, che non vuol dire solo chiedere scusa, ma indica anche qualcosa che si riceve e si dona gratuitamente. Questo è uno degli aspetti fondamentali che caratterizzano la famiglia ed è proprio grazie alla gratuità di questo rapporto che si risolvono alcune difficoltà che, inevitabilmente, nascono al suo interno. Si tratta quindi di essere consapevoli della bellezza e dell’importanza di questo rapporto, che può crescere solo attraverso l’ascolto reciproco e il dialogo. Se all’interno delle famiglie possiamo dire che tutto ciò che viene fatto è per dono, ancora di più possiamo vedere questo rapporto d’amore nella relazione con il Padre. Dio, infatti, che è Padre amorevole, ci aspetta sempre, desidera che noi torniamo da lui e che capiamo che il suo amore va oltre il nostro peccato e i nostri difetti. Desidera che noi accettiamo di essere perdonati e amati da Lui, che è Amore semplice e incondizionato. Ai giovanissimi non resta che partecipare a questa esperienza diocesana che, come sempre, non è solo ricca dal punto di vista contenutistico, ma anche per la quantità e la qualità degli incontri che si possono fare e la bellezza dello stare insieme. ilaria Di Ceglie e rachele moralli

Settore Giovani

azione cattolica - comovia c. battisti, 8 - 22100 como tel. 031265181 - [email protected] www.azionecattolicacomo.itorari segreteria lunedì 15:00 18:30 - martedì 9:30 13:00mercoledì 15:00 18:30 giovedì 9:30 13:00 - venerdì 15:00 18:30sabato 9:30 13:00

supplemento a il settimanale della diocesi di como direttore responsabile: angelo riva

PER

un incontro con i giovanissimi per parlare di gesù

1994. Federico con la moglie agata a Gerusalemme

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“Da Grazia in grazie”: uno slogan forse non immediata-mente comprensibile perché permeato di un significato grande e intenso. A Pianello del Lario, lo scorso 8 febbraio, si è cercato di comprenderlo nella sua straordinarietà e di calarlo nella concretezza della vita di ogni giorno attraverso la preziosa guida di Tiziana e Pedro Forni, che hanno con-diviso con alcune famiglie della Diocesi la terza tappa del cammino annuale promossa dall’Équipe Famiglia di Ac.Alla luce delle parole che papa Francesco aveva a suo tempo evidenziato come indispen-sabili dentro un rapporto di coppia leale e costruttivo (“Permesso”, “grazie”, “scusa”), abbiamo voluto riflettere in-sieme sul senso del ringra-ziamento. Tiziana e Pedro ci hanno accompagnato in una rilettura profondamente gran-de del sacramento nuziale: il matrimonio è lo strumento privilegiato di Dio per parlare agli uomini; in esso la Grazia è riversata su di noi e ci consen-te – se docili e disponibili - di rendere santa la nostra quoti-dianità. Nel matrimonio non ci siamo più solo io e te, ma la

il senso del ringraziamento

FARsI PAnE PER l’AltRo

reale presenza dello Spirito fa sì che «la sposa riconosce Dio dentro lo sposo e lo sposo ve-de Dio dentro la sposa. La vi-ta di coppia è lo straordinario dentro l’ordinario». Anche la sessualità, allora, è concreta espressione di una relazione capace di farci uscire da noi stessi per incontrare l‘altro e, in lui, incontrare Dio. L’unità, nel matrimonio, diventa trinità. Ripercorrere il rito del matri-monio nei suoi momenti fon-danti ci è stato utile per com-prendere bene come la Grazia agisca nella vita di coppia: la memoria del Battesimo, la Pa-rola come dialogo d’amore, l’Offertorio che consente la ri-generazione del nostro amore umano in un amore “innesta-to in Cristo”, la Consacrazione intesa come dono reale di un coniuge che “si fa pane” per l’altro, la Comunione in quan-to possibilità di amare Dio amando il nostro sposo o la nostra sposa. L’amore assume così una connotazione ascen-sionale, verso Dio, e orizzonta-le, verso il prossimo. Quanti motivi, dunque, per esprimere un “grazie” sentito! Lo abbiamo fatto anche nel pomeriggio, dopo la convivia-

lità del pranzo condiviso e il gioco insieme con i nostri figli. Lo abbiamo fatto in chiesa, do-ve abbiamo portato la nostra umanità e l’impegno a cresce-re nel dialogo e nell’ascolto vivo della Parola. Lo abbiamo fatto come coppie e come fa-miglie, dopo che i nostri figli si sono uniti a noi, facendo in modo che la famiglia sia luogo di ringraziamento.Come di consueto, al termine della giornata, una buona me-renda e poi i saluti con chi si conosce da tempo – ed è sem-pre bello ritrovare – e con chi, magari timidamente, si è però lasciato coinvolgere per la pri-ma volta. Per tutti l’occasione eccezionale di tornare a casa con il cuore in alto.L’Équipe Famiglia invita tut-te le famiglie della Diocesi al prossimo appuntamento, do-menica 19 aprile a Mandello del Lario (LC), dove approfon-diremo il senso della riconci-liazione e del perdono nella coppia e in famiglia (“Scusa”). Per informazioni e iscrizioni [email protected].

Giovanna Della Fonte per l’Equipe Famiglia

FamiGLia/DiOCeSi

scuola di pastorale

Primi Passi nella fede Iniziazione cristiana: un nuovo percorso nei Vicariati

Lunedì 23 febbraio si è tenuto a Como un incontro di in-formazione e di primo confronto sulla Scuola di pastorale 2015. Vi hanno partecipato, tra gli altri, alcuni rappresen-tanti dell’Azione Cattolica, a cominciare dal presidente dio-cesano. L’Ac ha sempre creduto molto in questa iniziativa diocesana, l’ha sostenuta e si è messa a disposizione sul territorio per realizzarla. Così sarà in futuro anche perché nel cuore della nostra associazione, grazie all’Acr e alle fa-miglie, è sempre molto viva l’attenzione educativa ai piccoli, coinvolgendo le loro famiglie. Avremo modo di parlare con la dovuta corresponsabilità di questa esperienza che, tra l’altro, mette in gioco il grande valore associativo della dio-cesanità. Per capire meglio il percorso proposto per l’imme-diato futuro “Insieme” ha chiesto ad Antonello Siracusa di presentarne alcune linee fondamentali. Eccole.

Rinnovare la pastorale attraverso la formazione: è que-sta la sfida della Scuola di pastorale diocesana. L’edizione 2015 punterà tutto sull’Iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi: il progetto diocesano è una grossa oppor-tunità per riscoprire il senso della comunità, per un’aper-tura missionaria che raggiunga le case e le famiglie, per una fede che si fa esperienza di vita. La Scuola di pastora-le 2015 vuole raggiungere tutti i Vicariati per aiutare chi anima l’Iniziazione cristiana a fare passi avanti nell’attua-zione del progetto, collaborando per risolvere eventuali dubbi e difficoltà. In particolare si lavorerà su come “pro-grammare l’Itinerario”, valorizzando tutti gli elementi im-portanti del progetto con modalità adatte alla comunità e alle famiglie.Per questo la Scuola di pastorale propone ad ogni Vicaria-to (o due Vicariati associati) una formazione di 8 ore riparti-te su due pomeriggi consecutivi (sabato e domenica). So-no invitate a partecipare tutte le équipe parrocchiali che si occupano di Iniziazione cristiana, complete di tutte le loro componenti (preti, laici, consacrati): ci si forma insie-me per lavorare sempre meglio insieme; può anche essere l’occasione per coinvolgere nuove persone. In un’équipe per l’Iniziazione cristiana c’è bisogno di catechisti ma non solo: occorrono anche animatori della liturgia, della carità, della pastorale della famiglia e della pastorale missionaria per realizzare il progetto in modo completo.I partecipanti si distribuiranno in 3 laboratori: 1. Per l’accompagnamento delle famiglie che chiedono il Bat-tesimo e il cammino 0-6 anni; 2. Per il completamento dell’Iniziazione cristiana dei ragazzi (tempo della prima evangelizzazione e tempo del discepolato); 3. Per la mi-stagogia e l’inizio di un cammino per i preadolescenti.Le date dell’iniziativa saranno distribuite tra settembre e novembre 2015. I Consigli pastorali vicariali saranno il punto di riferimento per concordare le date con gli Uffici diocesani e per coinvolgere tutte le parrocchie nella par-tecipazione.

Per informazioni si può scrivere a: [email protected]

a pianello del lario la terza tappa del cammino: ora si guarda al 19 aprile

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8i n s i e m e p e r - m a r z o 2 0 1 5

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fidato le nostre riflessioni e il nostro cuore a Bhakita , testi-mone di speranza, presentata visivamente nella sua Africa attraverso le parole che la san-ta stessa ha lasciato in un suo diario.Non poteva mancare nel se-condo incontro un’esperien-za condivisa di preghiera. Ci raduniamo in Valfurva per la veglia per la pace; don Andrea Caelli ci guida. È una sera dav-vero invernale: fiocchi di neve fitti fitti cadono silenziosi, qua-si anticipando quell’atmosfera raccolta creatasi nella chiesa. Nella penombra sull’altare il chiarore di una lanterna illu-mina il Vangelo, perché, come afferma il Papa «alla luce della Parola di Dio possiamo consi-derare tutti gli uomini non più schiavi, ma fratelli». Preghiera, ascolto, riflessione, testimo-nianza. Dio ci dona la libertà: non siamo schiavi ma suoi amici. Ogni dono, però, esige una responsabilità, una rispo-sta, un impegno.

Nell’anno associativo dedi-cato all’interiorità, una delle priorità ci è sembrata quella di esercitarci nella pensosità, la-sciarci interpellare da un mon-do che, dietro l’indifferenza di molti, grida aiuto. Creare tem-pi e luoghi per aprire i nostri occhi e il nostro cuore diventa un’urgenza. L’obiettivo prioritario del pro-getto è stato quello di pro-muovere la conoscenza e la diffusione del messaggio della Pace del 1°gennaio che da tempo caratterizza il mese della Pace dell’Azione Catto-lica. L’analisi del messaggio è stata fatta utilizzando alcuni riflessi della cultura che hanno dato voce alle parole del Pa-pa. Un sondaggio qualitativo e quantitativo delle schiavitù oggi ci ha molto impressio-nato. Possibile che nel mondo attuale che tanto proclama la libertà ci sia ancora tanta schiavitù? La presentazione del libro ”Fuga dal campo 14” di Harden Blaine ci ha aiuta-to a metterci nei panni di chi, nato schiavo, sperimenta non solo il degrado materiale ma anche una grande solitudi-ne affettiva e miseria morale. Nell’analisi delle cause della schiavitù, abbiamo proposto degli spezzoni di Benigni sui 10 comandamenti : nel con-testo che si stava trattando, hanno documentato con effi-cacia le storture , le brutture, le maschere della gente che si qualifica “per bene”. Ma la speranza cristiana deve avere la meglio. Abbiamo af-

le parole di francesco Hanno guida-to il mese della pace e illuminato due incontri

vicariato di bormio

nEllA ConVIVIAlItà dEllE dIFFEREnzE

aSSOCiaziOni ParrOCChiaLi

renze” come amava dire don Tonino Bello. Raymond espo-ne, chiede, traduce, sottoli-nea, ascolta, testimonia aspet-ti costitutivi della sua Africa. Il gruppo degli immigrati è attivo. Nei loro cuori le antiche ferite della colonizzazione non sono ancora rimarginate. Un giovane ha detto: «Mi è piaciu-to tanto vedere l’animazione e la voglia di raccontarsi di quei giovani immigrati». Una par-ticella di quella che potrebbe essere l’integrazione.La visione di uno spezzone del lungometraggio “Making off” (“Dietro le quinte”) propone un approccio al tema del ter-rorismo, cogliendo l’aspetto ”trasgressivo” dell’estremismo religioso che esercita un gran-de fascino presso giovani sen-za autostima, rifiutati da una società che non li rispetta. Così il giovane protagonista espri-me nel martirio il suo diritto a esistere. È il grande tema della libertà, del desiderio di uscire dalla frustrazione di una vita

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senza prospettive, che non può sbocciare dove manca-no istruzione e formazione. Proprio da questa assenza traggono vantaggio i gruppi terroristici e le dittature. A ti-tolo di esempio nel significato del nome Boko Haram ”l’istru-zione scolastica occidentale è proibita”, “ Abbasso il libro”.Raymond ci lancia insisten-temente l’ interrogativo : io cristiano come reagisco? Un aspetto importante è di non estraniarsi dalla realtà politica. Devo vivere il mio tempo den-tro la storia. Ci sentiamo den-tro la storia universale, fratelli di tutti? Nella riscoperta della centralità di Cristo nel quale tutti siamo stati creati, trovia-mo il senso per vivere la fede in modo inclusivo per evitare che l’odio generi odio, l’esclusione generi esclusione. Noi cristiani abbiamo la vocazione di rivolu-zionare questo mondo d’oggi! Deve venir fuori questa voca-zione! Non con buonismo, ma con tanto amore. L’esperienza vissuta ci ha aper-to gli orizzonti, ci ha interroga-to, ci ha messo in ascolto, ci ha aiutato a valorizzare gli immi-grati presenti che nonostante le faticose problematiche che conosciamo, – ci ricorda il Pa-pa – sono fratelli.Ringraziamo di cuore il Con-siglio diocesano che ha con-diviso questa esperienza e ha deciso di contribuire econo-micamente alla sua realizza-zione.

monica Pradella e Carla morcelli

La presenza di un gruppo di immigrati e di Raymond , edu-catore e animatore culturale del Coe (Centro Orientamen-to Educativo), con i quali ab-biamo vissuto un momento di convivialità, negli ultimi due incontri ci ha stimolato a una lettura e a una riflessione sul tema della libertà e delle schiavitù dentro e fuori di noi, in chiave interculturale.Abbiamo vissuto una briciola della ”convivialità delle diffe-