InfoSOStenibile 46 > Ottobre 2015

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Non di solo cibo… SAVE THE DATE > IL 27 NOVEMBRE FESTEGGIA CON NOI Da pagina 34 Green Economy Mostre in Lombardia Mostre in Lombardia Colin Sage a Bergamo In primo piano Pagina 6 Pagina 26 Food Policy a confronto Pagina 22 Cremona La differenziata sfiora il 70% Ambiente Pagina 18 Brescia L’autoproduzione come scelta di vita Italia che cambia Pagina 8 Mondo Con l’acqua alla gola Attualità Arte & Cultura 2015 Ottobre Non di solo cibo… 50.000 copie IN LOMBARDIA Cosa rappresenta il cibo per la nostra società? Quali significati racchiude questa parola e quali realtà ruotano attorno al mondo dell’alimentazione? Basta soffermarsi anche solo un momento a riflettere per accor- gersi di quanti e quali sono gli aspetti direttamente connessi al cibo nelle sue più svariate ac- cezioni. Il cibo è alimento, fon- te di nutrimento, ma è anche un “prodotto”, il frutto di un pro- cesso naturale o di un’attività di produzione industriale o artigia- di Diego Moratti segue a pagina 2 Mondo latte e non solo Al via la nuova rubrica PERIODICO SUGLI STILI DI VITA E D’IMPRESA SOSTENIBILI Numero 46 | Anno VI° | Ottobre 2015 | www.infosostenibile.it 50.000 COPIE GRATUITE IN LOMBARDIA

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Periodico d’informazione culturale sugli stili di vita e d’impresa sostenibili

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Non di solo cibo…

SAVE THE DATE > IL 27 NOVEMBRE FESTEGGIA CON NOI

Da pagina 34

Green Economy

Mostre in LombardiaMostre in Lombardia

Colin Sage a Bergamo

In primo piano

Pagina 6

Pagina 26

Food Policy a confrontoPagina 22

CremonaLa differenziata sfiora il 70%

Ambiente

Pagina 18

BresciaL’autoproduzione come scelta di vita

Italia che cambia

Pagina 8

MondoCon l’acquaalla gola

Attualità

Arte & Cultura

2 0 1 5Ottobre

Non di solo cibo…

50.000 copieIN LOMBARDIA

Cosa rappresenta il cibo per la nostra società? Quali significati racchiude questa parola e quali realtà ruotano attorno al mondo dell’alimentazione?Basta soffermarsi anche solo un momento a riflettere per accor-gersi di quanti e quali sono gli aspetti direttamente connessi al cibo nelle sue più svariate ac-cezioni. Il cibo è alimento, fon-te di nutrimento, ma è anche un “prodotto”, il frutto di un pro-cesso naturale o di un’attività di produzione industriale o artigia-

di Diego Moratti

segue a pagina 2

Mondo latte e non solo

Al via la nuova rubrica

PERIODICO SUGLI STILI DI VITA E D’IMPRESA SOSTENIBILI

Numero 46 | Anno VI° | Ottobre 2015 | www.infosostenibile.it 50.000 COPIE GRATUITE IN LOMBARDIA

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Editoriale

Segue dalla prima pagina

nale. Il cibo è cultura, è tradizio-ne, è agricoltura, allevamento, economia, caccia e pesca. È natura, stagionalità, paesag-gio, territorio e tipicità. Il cibo è anche acqua, vino, birra, è tra-sformazione, sperimentazione, conoscenza e competenza, è formazione professionale, è chi-mica e biologia.Ancora, il cibo è salute, è vita: noi siamo quello che mangiamo, il nostro corpo è costituito da ciò che tutti i giorni ingeriamo, pro-teine, vitamine; l’alimentazione è energia, benessere psicofisico, ma è anche malattia, intolleran-ze, fame, obesità, appetito, ano-ressia. Se aprissimo il capitolo dell’edu-cazione alimentare e dei com-portamenti sociali che il cibo sottende, a partire dalla meren-dina della ricreazione fino ad ar-rivare alla macchinetta del caffè in ufficio, la lista sarebbe infinita: il cibo è slow, fast, è street food, junk food, è vegano, vegetaria-no, macrobiotico, è bio, è equo e solidale, è esotico, è raffinato, il cibo è esperienza, è arte, è ri-storazione, è pizza take away, è pausa pranzo, ma è anche spre-co, cestini pieni, disuguaglianza sociale. E ancora il cibo è made in Italy, è multinazionali, è Expo, è commercio, finanza, è gran-de distribuzione e piccoli pro-duttori, è logistica, confezioni e packaging, è rifiuto, raccolta dif-ferenziata.L’atto di alimentarsi, di mangiare, è divenuto nel tempo un’azione sempre più abitudinaria, ha per-so molto del suo valore intrinse-co perché è diventato un gesto automatico, del tutto sconta-to, ripetitivo, tanto comodo e semplice -almeno nel nostro mondo occidentale- che non

serve nemmeno preoccuparse-ne troppo: grazie a un sistema di distribuzione commerciale avanzato possiamo reperire e acquistare cibo a ogni ora e in ogni dove, dal supermercato alla gastronomia, dal freezer di casa al ristoratore, qualsiasi tipo di ci-bo a disposizione in ogni posto. Non solo. La sua disponibilità non è più condizionata dalle sta-gioni né dalla distanza: impor-tiamo ed esportiamo ovunque, coltiviamo qualsiasi prodotto in qualsiasi condizione climatica o

geografica. Questa frequente e diffusa disponibilità ha però tol-to qualsiasi limite che, in prece-denza, la natura, le stagioni e la vicinanza territoriale regolavano in modo “naturale”. Se è tutto così semplice e a portata di ma-no, allora perché perdere tem-po, preoccuparsi, impegnarsi per informarsi? C’è la pubblicità che spiega quali sono i prodot-ti buoni e naturali e quelli con le caratteristiche più salutari. An-che l’informazione entra da so-la nelle case, non serve andarla

a cercare. Se solo fossimo più consapevoli del vero valore che sta dentro e dietro al significato del cibo, di quanto elevati siano gli effetti di ciò che mangiamo sulla nostra salute, sul nostro benessere e allo stesso modo di quanto la produzione alimenta-re impatta non solo l’economia, l’ambiente e il pianeta ma anche la società e le nostre vite quoti-diane, forse dedicheremmo del tempo in più per conoscere, in-formarci e magari impegnarci a cambiare alcune nostre abitudini

alimentari e di acquisto. Ma come per le risorse natura-li del pianeta, che vengono an-cora percepite come infinite e pertanto sembrano non destare troppe preoccupazioni, anche per il cibo non pare si voglia an-dare oltre una sensibilità frivola e modaiola, almeno fino a quan-do ne avremo una così ampia disponibilità. Salvo poi scoprire -speriamo non troppo tardi- che non di solo cibo si tratta.

Diego Moratti

“Quanti e quali sono gli aspetti direttamente connessi al cibo?”

“La produzione alimentare impatta non solo l’economia, l’ambiente e il pianeta ma anche la società e le nostre vite quotidiane”

Mara D’Arcangelo, Angela Garbelli,Silvia Cesana, Elena Pagani, Davide Albanese, Arianna Corti, Livia Salvi, Alice Motti, Valeria Cattaneo, Giulia Torriani, Maddalena Palo, Elisa Troiani, Rossana Madaschi, Laura Spataro, Laura Landi, Vanessa Gritti.

Hanno collaborato a questo numero:

Recapiti Redazione:

Via Broseta, 12124128 Bergamo (zona Loreto)Tel. +39 035 [email protected]

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PERIODICO SUGLI STILI DI VITA E D’IMPRESA SOSTENIBILI

Registrazione:Tribunale di BergamoN. 25/10 del 04/10/2010Registro stampa periodici

Chiuso in redazione2 Ottobre 2015

© Copyright 2015. Tutti i diritti non espressamente concessi sono riservati.

Free Press > 50.000 copie EditoreStudio Green Solution SrlDirettore Responsabile Diego MorattiCaporedattriceAlice MottiAngela GarbelliRedazioneSilvia [email protected] Togni e Roberta SpinelliProgetto Grafico e impaginazione Nello Ruggiero - [email protected] CSQ Spa - Erbusco (BS) - www.csqspa.itPubblicitàMarco Rossi - Tel. +39 335 [email protected] Cirelli - Tel. +39 336 [email protected]

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S o m m a r i oAttualità

In prImo pIano4. EXPO 2015 verso la chiusura dei cancelli6. Cibo, sostenibilità e territorio7. Dalla ricerca sul campo a prestigiose pubblicazioni internazionali8. Con l’acqua alla gola

BergamoSOStenibile10. I Maestri del Paesaggio. Tutte le sfumature del green11. Mezza Maratona dei Mille. Una corsa a impatto zero12. L’Italia che cambia. Fermata Bergamo13. Filandone gremito per gli incontri su Alimentazione e Salute14. Mobility day a Villa d’Almè SOStenibile. I risultati della sperimentazione16. ATB e Comune di Bergamo insieme per una città più smart

BresciaSOStenibile18. Quando l’autoproduzione è una scelta di vita19. Nelle terre dell’ovest 201519. Palazzolo Digital Festival 20. FaiMarathon 2015, corsa all’arte21. Dal Benaco al Sebino. La “terra tra i due laghi”

CremonaSOStenibile22. Cremona vicina all’obiettivo. Raccolta differenziata al 70%23. Nel segno di Cremona. VIII rassegna “L’Arte e il Torchio”

VareseSOStenibile23. ModusRiciclandi. La Varese sostenibile

Green EconomyEcologIa & ImprEsE

24. I segreti del Bambù Gigante. Le piantagioni di Bambùmoso 25. SDL Centrostudi26. Mondo latte e non solo28. Coop per la scuola

Stili di vita e d’impresasocIEtà

30. Eos, la stella del mattino31. Tanti progetti per la comunità di Corna Imagna32. A Venezia il Leone verde va a Behemoth32. The “Leone verde” of Venice Film Festival goes to Behemoth33. Quando la responsabilità civile supera le frontiere34. Giotto torna a Milano35. È arrivato Malevic!35. BergamoScienza 201536. Collaborazioni sostenibili37. A scuola con infoSOStenibile

alImEntazIonE38. Oggi mi nutro39. Frutta e verdura di stagione > Il Cedro e la rapa39. Le ricette > Cedro candito e Orzotto con rape rosse40. È nato prima il vino o il bicchiere?41. Vino bianco, rosso o… verde?

VIVIsostEnIbIlE42. Quando il green ti fa bella42. Il BellEssere naturale, biologico e certificato

appuntamEntI dal tErrItorIo ........................ 43I puntI dI dIstrIbuzIonE dI infosos .................. 46

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Ci si rende conto di quanto il tempo passi in fretta solo alla fine di un evento tanto atteso e preparato: il giorno di Natale, gli esami di maturità, le vacan-ze estive e, perché no, anche un’Esposizione Universale. La grande fiera internazionale che Milano aspettava dal 2009 e che è stata protagonista indiscussa dell’agenda dei media del nostro Paese, tra entusiasmi e polemi-che, sta ora per volgere al ter-mine e a meno di un mese dalla chiusura dei cancelli le lunghe fi-le agli ingressi fanno prevedere il buon esito dell’evento in termini di visitatori. Al primo di settem-bre risultavano venduti quasi 14 milioni di biglietti e dall’avvio della manifestazione alla fine di agosto, gli accessi al sito espo-sitivo sono stati 12,2 milioni. La speranza è ancora quella di ar-rivare alla chiusura di Expo Mila-no 2015 con 20 milioni di biglietti emessi. Biglietti venduti a par-te, è ovviamente ancora troppo presto per tirare le somme e per una vera stima del successo di Expo bisognerà aspettare me-si, forse anni, anche per sape-re se gli spazi e le infrastrutture

che per sei mesi hanno visto il via vai di visitatori giunti da ogni parte del mondo si trasforme-ranno in un nuovo polo urbano o se verranno invece trascurate, trasformandosi in aree abban-donate servite da infrastrutture sproporzionate.

Il rischio Dimenticare il tema

Se per conoscere quella che sa-rà l’eredità di Expo dal punto di vista dell’urbanistica e delle in-frastrutture bisognerà aspettare anni, quale sarà invece l’eredità del grande tema che si propone-va essere il filo conduttore dell’e-vento, “Nutrire il Pianeta. Energia per la Vita”?Expo non si prefissava certo di risolvere il problema della fame nel mondo e della malnutrizione, che colpisce la maggior parte della popolazione mondiale, e nemmeno quello dello spreco alimentare e dei problemi legati a un’alimentazione scorretta ed eccessiva nel mondo occiden-tale. Tuttavia il tema era delicato e, non potrebbe essere altrimen-ti, d’interesse collettivo: dai pic-

coli coltivatori dei Paesi in via di sviluppo alle grandi multinazio-nali dell’agroalimentare fino ad arrivare al consumatore finale, nessuno poteva ritenersi esclu-so. Sarà forse questo il motivo per cui si sono sentiti tanti pa-reri discordanti sul modo in cui è stata gestita l’Esposizione mi-lanese e sulla presenza di tante multinazionali che l’hanno fatta

da padrone, relegando un po’ in secondo piano i grandi temi le-gati all’alimentazione: biodiver-sità, sostenibilità ambientale ed economica, tradizioni e culture popolari nell’esperienza agroa-limentare. Eppure quella di Mi-lano 2015 non è stata la prima Expo ad avere un tema così im-portante. Solo per citare gli ulti-mi, in termini di tempo, l’Expo di

Hannover, nel 2000, aveva come tema “Umanità, Natura, Tecno-logia. Economia dell’energia e dello spazio”, l’Expo 2005 di Aichi richiamava “La saggezza della Natura” e furono protagoni-sti l’ecologia, le tecnologie rinno-vabili e le meraviglie della natura, mentre Expo 2010, organizzata dalla città di Shanghai, scelse come tema “Una città migliore,

EXPO 2015 verso la chiusura dei cancelliDal successo dei numeri all’incognita sul futuro dell’area, si avviano al termine i sei mesi di Esposizione Universale

In primo piano

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una vita migliore”. Il suo record di 70 milioni di visitatori non ha però risolto il problema della sostenibilità e della vivibilità nei grandi spazi urbani, tantomeno in Cina dove ancora oggi in mol-te città si registrano livelli di in-quinamento atmosferico tra i più alti al mondo. Allo stesso modo Expo Milano 2015 non risolverà il problema della fame nel mondo.

Eppure forse un piccolo passo avanti è stato fatto, grazie alla Carta di Milano e alla sensibilità che si spera abbia sollevato at-torno alle questioni del cibo, del-le produzioni agricole e della loro sostenibilità ambientale.

La Carta di Milano L’eredità immateriale di Expo 2015

Presentata lo scorso 26 settem-bre dal ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina presso la se-de newyorkese delle Nazioni Unite, la Carta di Milano rappre-senta non solo l’eredità di Expo, ma anche il contributo dell’Italia all’aggiornamento degli Obiettivi del Millennio, che prevedono, tra l’altro, l’eliminazione della fame e della povertà estrema dal mon-do, obiettivi che, nel 2000, tutti gli stati membri dell’Onu si erano impegnati a raggiungere entro il 2015. Frutto del lavoro biennale di un gruppo di esperti e ricer-catori, la Carta di Milano vuole essere un manifesto concreto e attuabile che coinvolge tutti, cit-tadini, istituzioni locali, nazionali e internazionali per combatte-re le disuguaglianze alimentari. L’ambizioso obiettivo della Carta è quello di chiedere un’assunzio-ne di responsabilità, da parte di tutti, nella battaglia per il diritto al cibo e contro le diseguaglian-ze e gli sprechi alimentari, indi-cando le priorità per raggiungere tali obiettivi. Per la prima volta,

un’Esposizione Universale avrà quindi un’eredità immateriale. La Carta di Milano sarà consegnata ufficialmente al Segretario gene-rale delle Nazioni Unite, Ban ki-Moon, il 16 ottobre, in occasione della sua visita a Expo, in un col-legamento ideale tra il semestre di Expo e l’appuntamento degli Obiettivi del Millennio.

Le critiche Troppe multinazionali e poca sostenibilità

Expo come sappiamo ha susci-tato diversi giudizi critici, in tan-ti l’hanno considerata una fiera per architetti più che un vero mo-mento di incontro intorno alle te-matiche alimentari. Ogni Paese partecipante ha avuto la possi-bilità di declinare il tema, “Nutrire il Pianeta. Energia per la Vita” se-condo il proprio gusto e le pro-prie disponibilità economiche. Tuttavia, da quando sono nate, in piena Rivoluzione Industriale, le Esposizioni Universali hanno avuto l’obiettivo di mettere in mostra la ricchezza delle nazioni partecipanti, soprattutto attra-verso i virtuosismi architettoni-ci. Un esempio su tutti la Torre Eiffel, oggi simbolo della Francia intera, pensata inizialmente per essere smantellata al termine dell’Esposizione parigina del 1889 e ai tempi tanto disprezza-ta dai suoi concittadini, che per anni ne chiesero l’abbattimento.Un’altra nota dolente, che ha fat-to storcere il naso a molti, è stata

la presenza massiccia delle mul-tinazionali dell’agroalimentare e non solo, spesso sinonimo di un’alimentazione tutt’altro che sana, equa e sostenibile: Co-ca Cola, Mc Donald’s, Ferrero, Monsanto, Nestlé solo per citar-ne alcune. “A Expo 2015 le mul-tinazionali nutrono loro stesse, non il Pianeta” era stato il monito di Vandana Shiva a pochi giorni dall’avvio dell’Esposizione Uni-versale. Ad accentuare questa presenza è stata anche la man-canza di vere alternative al junk food. Dai 12 ortaggi in stile Ar-cimboldo che compongono la mascotte Foody, ai padiglioni e ai cluster, quasi tutti dedicati a prodotti agricoli, al tema stesso di Expo, il filo conduttore dell’e-vento sembrava dover essere un’alimentazione più sana e so-stenibile. E invece a far parlare di più sono stati il panino di zebra o di coccodrillo, l’hamburger di pi-tone o le cavallette fritte che han-no catalizzato l’attenzione dei visitatori con i loro nomi esotici.

La grande incognita Il dopo Expo

Ma ciò che sicuramente desta ancora più perplessità è la gran-de incognita di quel che ne sa-rà dell’area Expo a partire dal mese prossimo. I grandi eventi possono essere un’importante occasione di riqualificazione e valorizzazione urbana, ma no-nostante i piani di riconversione delle aree che a fine evento sono richiesti ai Paesi organizzatori di qualsiasi evento di portata inter-nazionale, si tratti di Olimpiadi

o Esposizioni universali, quello che purtroppo spesso avviene è la progettazione di opere e infrastrutture faraoniche, costo-sissime e impossibili da gestire o riconvertire una volta spenti i riflettori. Nelle intenzioni origina-rie Expo avrebbe dovuto punta-re proprio sul contenuto e non perdersi nei virtuosismi delle forme e nella stravaganza delle architetture. Ma ora che calerà il sipario, cosa ne sarà degli oltre 100 ettari di terreno agricolo che hanno lasciato il posto alle infra-strutture e di cui nessuno per il momento si è ancora fatto cari-co? «Al netto delle anomalie tut-te italiane, il problema di fondo è delle Esposizioni -ha commen-tato il quotidiano inglese The Guardian- i benefici, quando ci sono, non valgono gli sforzi, per-ché le Esposizioni Universali, per come sono concepite, non pos-sono che esaurirsi in uno spreco di risorse, in una fonte di debiti e, spesso, in una fabbrica di rovine permanenti».

Arianna Corti

EXPO 2015 verso la chiusura dei cancelliDal successo dei numeri all’incognita sul futuro dell’area, si avviano al termine i sei mesi di Esposizione Universale

“Ma ora che calerà il sipario su Expo, cosa ne sarà degli oltre 100 ettari di terreni agricoli che hanno lasciato il posto alle infrastrutture e di cui nessuno per il momento si è ancora fatto carico?”

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Un convegno dal taglio in-ternazionale, organizzato dall’Università di Bergamo in collaborazione con il Comune di Bergamo, che ospiterà tra i suoi relatori il professor Colin Sa-ge dell’University College di Cork (Irlanda), insieme a studiosi italiani provenienti dall’Università di Pisa, Pado-va, Palermo, Torino e Utrecht. Due giorni, il 23 e il 24 ottobre, per parlare del possibile pas-saggio da una realtà fatta di pra-tiche alternative e consapevoli di approvvigionamento alimentare (i gas, gruppi di acquisto solida-le, ne sono un esempio) all’ado-zione di tale modello da parte delle Amministrazioni. Per fare in modo che questo passaggio si verifichi e tali pratiche non re-stino relegate a pochi “privilegia-ti” è necessario il coinvolgimento diretto di chi governa le politiche territoriali, a partire dalle Am-ministrazioni locali. Colin Sage, ospite d’onore del convegno, darà avvio alla prima sessione di interventi del 23 ottobre con una lectio magistralis incentrata pro-prio su questo discorso: “Dalle reti alternative del cibo ai sistemi sostenibili del cibo. Riflessioni su risultati, limiti e possibilità”. Nel tempo realtà come i gruppi di ac-quisto solidale, Slow Food, etc. e in generale consumatori consa-pevoli hanno determinato un’im-portante crescita della richiesta di cibi biologici, a km zero, sani e dalla provenienza certificata. Tale approccio, anche se re-lativo a una minima parte della popolazione, ha contribuito nel tempo all’ampliamento del di-battito sulla fame nel mondo e la democrazia alimentare. Tuttavia questi circuiti costituiti da una minoranza di cittadini non rap-presentano una vera alternativa

alla produzione convenziona-le del cibo su grande scala. Il professor Sage illustrerà invece come le reti civiche, in sinergia con una governance multilivello potranno risultare nodali nel co-struire sistemi sostenibili del cibo in futuro. Nell’arco della giorna-ta del 23 ottobre poi, si susse-guiranno gli interventi di diversi studiosi italiani e dei membri del Comitato scientifico, organizza-tore del convegno, composto da Francesca Forno, Simon Mau-rano, Giovanni Orlando, Silvana Signori -ricercatori dell’Osser-vatorio Cores di Bergamo- e da Marina Zambianchi (Iconemi). Per garantire un approccio al tema il più possibile multidisci-plinare e per farne emergere i numerosi risvolti, i relatori invitati si contraddistinguono per profi-li accademici e studi di svariata natura: ci saranno infatti socio-logi, politologi, economisti agra-ri. La quarta e ultima sessione di dibattito della giornata del 23, consisterà in una tavola roton-da a cui prenderanno parte gli attori locali del cibo, esponenti della società civile bergamasca. Dalla riflessione accademica dunque, si passerà al riscontro di chi è attivamente coinvolto nei circuiti locali del cibo: Coldiretti, Confagricoltura, Cittadinanza Sostenibile, Parco dei Colli. La

giornata si concluderà infine con una cena presso la Domus, di

presentazione del libro “L’I-talia del biologico. Un feno-meno sociale, dal campo alla città” di e con Roberta Paltrinieri, professore as-sociato dell’Università di Bologna. La mattinata del 24 ottobre, organizzata dal Comune di Bergamo e mo-

derata dal sindaco Giorgio Gori, sarà dedicata al confron-to tra amministratori pubblici che presenteranno esperienze poste in essere in alcune città italiane riguardo la pianificazio-ne di un sistema territoriale inte-grato del cibo, alla presenza di Colin Sage, che oltre a essere uno studioso in materia è co-fondatore e presidente del Fo-od Policy Council della città di Cork. L’idea di un Food Policy Council (un consiglio in tema di politiche del cibo) locale vuole porsi come passaggio succes-sivo e di sviluppo rispetto alle reti di mercati alternativi, al fine di ri-territorializzare la filiera ali-mentare. Dal basso, dall’azione di gruppi di cittadini, la questio-ne dell’approvvigionamento ali-mentare deve necessariamente fare un salto di livello perché la soluzione e le strategie possa-no davvero incidere sul sistema agroalimentare. In Italia alcune amministrazioni ci stanno già lavorando: Milano, Torino, Bolo-gna sono alcuni esempi di città che si sono dotate di carte del cibo e che hanno avviato pro-getti di analisi volte allo sviluppo dei circuiti alternativi di approv-vigionamento del cibo. Il conve-gno è a partecipazione libera ma per motivi organizzativi è impor-tante segnalare la propria parte-cipazione entro la mattinata del 16 ottobre: [email protected]

Dai circuiti alternativi di approvvigionamento alle nuove forme di governance. Un convegno firmato Osservatorio Cores-Università di Bergamo

Cibo, sostenibilità e territorioIn primo piano

Colin Sage è professore associato (Senior Lecturer) presso il Dipartimento di Ge-ografia dell’University Colle-ge di Cork (Irlanda) dove è Academic Director del cor-so di laurea in Speciality Fo-od Production e dove tiene corsi di

Geografia del cibo, Geogra-fia dell’ambiente e della so-stenibilità. Si occupa di studi e ricerche nell’ambito dei si-stemi agroalimentari, delle politiche ambientali e delle iniziative civiche per il cam-biamento sociale. Visiting Professor presso l’American

University di Roma, spo-radicamente insegna

anche presso l’Univer-sità di Scienze Gastro-nomiche di Pollenzo (Bra, Cuneo). Il suo impegno nelle poli-tiche agroalimentari travalica il contesto accademico; Colin Sage è infatti Presi-

dente del Cork Food Policy Council, che ha

collaborato a costituire nel 2013.

Colin Sage ;

L’Osservatorio Cores è un gruppo di ricerca interdisci-plinare dell’Università di Ber-gamo ufficialmente fondato nel 2012. Indaga i meccani-smi e i processi all’origine di quelle pratiche, molto spesso risultanti dell’azione diretta di gruppi di cittadini (grassroot), che rappresentano un modo di re-incorporare l’economia nella società, e quindi rior-ganizzare la vita economica sulla base dei bisogni umani e sociali. Attualmente i temi interconnessi che ne guida-no e organizzano l’attività sono: i comportamenti dei consumatori e gli stili di vita sostenibili; le pratiche di co-produzione e le nuove reti economiche che favoriscono mezzi di sussistenza, produ-zione e distribuzione soste-

nibili; i fattori che rendono gli individui, i gruppi o le orga-nizzazioni (profit e non profit) più inclini verso investimen-ti socialmente responsabili (SRI) e pratiche economiche sostenibili.Ognuno di questi temi ha una serie di progetti di ricerca, molti dei quali finanziati da enti esterni. Il gruppo è anche responsabile di un progetto nazionale sulle Reti alternati-ve di cibo in Italia (GAS: grup-pi di acquisto solidale e RES: reti di economia solidale). Queste reti possono favorire la co-produzione di pratiche e modelli innovativi di reti so-ciali che possono facilitare mezzi di sussistenza, produ-zione agricola e distribuzione sostenibile attraverso il sup-porto delle comunità locali.

Osservatorio Coressu consumi, reti e pratiche di economie sostenibili

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Perché un evento di tale portata, con ospiti studiosi del calibro di Colin Sage si terrà a Bergamo? L’abbiamo chiesto a Francesca Forno, professore aggregato presso il Dipartimento di Scien-ze umane e sociali dell’Università di Bergamo, ricercatrice e cofon-datrice dell’Osservatorio Cores, che ha promosso e coordinato la realizzazione del convegno “Cibo, sostenibilità e territorio” del 23 e 24 ottobre prossimi: «Il convegno rappresenta la tappa di un percorso professionale, ac-cademico ma anche di impegno sociale e intende essere un mo-mento di riflessione collettiva e di scambio di idee per imposta-re discorsi e avviare sperimen-tazioni di possibili “soluzioni” al tema della ri-localizzazione del cibo nell’ottica di un’effettiva so-stenibilità della filiera alimenta-re». Francesca Forno dal 2005 è docente di Sociologia gene-rale e Sociologia dei consumi a Bergamo. Esperta di metodolo-gie quantitative di raccolta dati, co-direttrice della rivista di studi sociali e politici “Partecipazione e Conflitto”, ha preso parte a di-versi progetti di ricerca nazionali e internazionali sulle reti di movi-mento e sulle trasformazioni nei processi di governance del terri-torio. La sua ricerca più recente

verte sui temi del consumo criti-co e sulle reti di co-produzione, anche in campo alimentare: «Ap-profondendo questi fenomeni di consumo critico insieme ad altri studiosi ci siamo accorti che chi vi prende parte ha un profilo da cittadino “privilegiato”. L’idea su cui stiamo lavorando come Co-res è: come si fa a far diventare questo tipo di consumo valido per tutti? -e prosegue- L’ipote-si che abbiamo avanzato è che sia importante un avvicinamento di queste pratiche alla “politica”, a cominciare da chi amministra i nostri territori costituendo una “lobby buona” di consumatori (attivi e consapevoli) e di produt-tori locali. Ecco perché il titolo del convegno e il coinvolgimen-to delle amministrazioni locali, a partire da quelle già attive su questo fronte, in modo da stimo-lare un opportuno scambio di “pratiche di buona amministra-zione”». Il convegno segna dun-que una tappa importante di un percorso che per la professores-sa Forno è oggetto di ricerca da tempo, a partire dalla fondazio-ne dello standing group “Nuove forme di partecipazione” (Partici-pation and Mobilisation) insieme alla studiosa Michele Micheletti (Università di Stoccolma) pres-so l’Ecpr (European Consor-

tium for Political Research), un network di ricercatori europei. «In quel contesto di studi stava emergendo chiaramente come i cittadini iniziassero a identificare una nuova arena di partecipazio-ne politica, vale a dire le proprie scelte di consumo».

Gli studi sul consumo critico fanno il giro del mondo

Dopo il dottorato in Scienze Po-litiche conseguito in Scozia e qualche anno di insegnamento presso l’Università degli Studi di Urbino, nel 2005 la profes-

soressa Forno vince il concor-so per la cattedra di Sociologia a Bergamo. Consapevole che il punto d’osservazione ideale per studiare da vicino i movimenti sociali è conoscerli dal di dentro, il suo approccio alla società civi-le bergamasca (e non) è comin-ciato in un negozio cittadino del commercio equo e solidale e si è consolidato nel tempo nell’in-contro di realtà come i gruppi di acquisto solidale e i membri at-tivi della campagna palermitana “Addiopizzo”. Studi accademici, incontri ed esperienze vissute non hanno quindi mai smesso di intrecciarsi tra loro, determi-nando nel tempo forme e dire-zione della sua ricerca. Nel 2007 dall’organizzazione del semina-rio “Shopping for Human Rights” presso l’Università di Bergamo, prende avvio l’esperienza di Cit-tadinanza Sostenibile (rete di re-altà bergamasche che lavorano per una società più consape-vole e solidale) che da allora la coinvolge in modo attivo, nella convinzione che «la co-parteci-pazione è fondamentale per fare ricerca». Ancora una volta l’og-getto di ricerca si fa esperien-za vissuta e viceversa, incontri e conoscenze sono arricchenti per i suoi studi. Studi che hanno poi le gambe lunghe e vengono

pubblicati e divulgati presso la comunità scientifica, non solo in Italia ma anche all’estero at-traverso articoli apparsi su pre-stigiose riviste internazionali. Ma a cosa si deve un riscontro così favorevole riguardo ricerche che indagano perlopiù fenomeni lo-cali italiani? «Azioni di consumo critico locale, movimenti sociali che per ragioni storiche in Ita-lia non godono di buona fama (dal ’68 in poi visti come spazi di criminalità, talvolta di violen-za), all’estero invece oggi sono ufficialmente riconosciuti come spazi di innovazione». Così in un numero speciale tutto dedicato ai consumi critici del autorevole International Journal of Consu-mer Studies ai primi di settem-bre è stato pubblicato un estratto della sua ricerca su Addiopizzo, che per diversi anni ha impe-gnato la professoressa. E nello stesso mese un’altra prestigiosa rivista internazionale (la tedesca “Neue Soziale Bewegungen”) annovera tra i contributi sele-zionati per il suo ultimo numero proprio la ricerca sui Gruppi di Acquisto Solidali redatta dalla prof.ssa Forno. Per approfondimenti: www.coreslab.wikispaces.com

Angela Garbelli

Dalla ricerca sul campoa prestigiose pubblicazioni internazionaliIl percorso di ricerca di Francesca Forno, cofondatricedell’Osservatorio Cores, tra impegno personale e studi accademici

Francesca Forno Docente di Sociologia pressol’Università degli Studi di Bergamo;

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Ogni anno a Davos, in Svizzera, si riuniscono i leader politici e i maggiori economisti del mon-do per discutere degli impellenti problemi internazionali e influen-zare le agende dell’industria a livello globale, nazionale, regio-nale. Nel 2015 la grande que-stione posta ai protagonisti del World Economic Forum è stata: “Quale sarà il pericolo più grave dei prossimi dieci anni?” La scel-ta poteva ricadere su diverse ca-tastrofiche opzioni: la guerra, le armi di distruzione di massa, le epidemie globali, il terrorismo etc. Invece no, la risposta unani-me è stata: la crisi idrica.Di fatto, solo il 2,5% dell’acqua del pianeta è dolce e, per di più, viene sprecato, inquinato e mal-distribuito. Nel frattempo rispet-to a 70 anni fa la popolazione mondiale è quasi quadruplicata e il consumo di acqua è aumen-tato di sei volte. Le persone che si alzano la mattina senza sape-re se durante la giornata potran-no bere un bicchiere d’acqua non contaminata sono quasi un miliardo e altri 2,3 miliardi di persone soffrono la sete a causa della penuria di risorse idriche. Questi dati, perlopiù letti distrat-tamente, si accompagnano di frequente al preconcetto che

certi problemi non ci riguardino, se non marginalmente. Dopotut-to perché allarmarsi? Se vado in cucina e apro il rubinetto presu-mibilmente non avrò brutte sor-prese. Eppure le cose cambiano in fretta, i media cominciano a indagare lo stato dell’attuale crisi idrica e sorprendentemente non si parla dei soliti noti; sono Bra-sile, California, Spagna e Israele i nuovi protagonisti.

Brasile

Nel 2015 in Brasile la stagio-ne delle piogge non c’è stata. Il sud-est del Paese è afflitto dal-la più grande siccità degli ultimi ottant’anni e nei quartieri di São Paulo situati più in alto l’acqua manca spesso per intere gior-nate. I politici si lamentano del cambiamento climatico e impu-tano tutto alla scarsità di piog-ge degli ultimi anni, ma di fatto il problema è un altro: i brasiliani, ma il discorso potrebbe esse-re esteso a tutti, non hanno la percezione reale del problema, vivono come se l’acqua fosse un bene garantito per sempre da una sorta di contratto con il mondo, stipulato all’origine dei tempi. Ebbene, l’acqua è una materia prima esauribile ed è

anche l’unica che garantisce la vita. L’attitudine di chi costrui-sce dighe superflue, raddrizza corsi d’acqua, inquina bacini idrici con scarti industriali e lava marciapiedi con acqua potabile non è solo imprudenza, si trat-ta di scelleratezza. L’accesso all’acqua è stato recentemente incluso dalle Nazioni Unite tra i diritti fondamentali dell’uomo quindi negarlo potrebbe essere considerato un crimine contro l’umanità al pari di un attacco terroristico. Tuttavia non è così e per giunta l’obiettivo ONU di dimezzare entro il 2015 il nume-ro delle persone che non hanno accesso all’acqua è fallito mise-ramente.

Spagna

Secondo diversi studiosi il sud della Spagna si trasformerà in una zona desertica entro metà secolo. Il Paese è tra i più col-piti dal cambiamento climatico, ma la gestione delle risorse idri-che è decisamente esecrabile. In Andalusia, dove si coltivano quasi tutte le fragole prodotte in Spagna, si consumano ogni anno più di 20 milioni di metri cubi d’acqua. Molti dei terreni sono irrigati illegalmente trami-

te pozzi abusivi e le autorità non fanno nulla per disincentivare questa pratica. Il dato scioccan-te è che l’agricoltura assorbe il 70% dell’acqua consumata nel mondo e viene gestita secon-do piani legislativi che perdono di vista il medio-lungo termine, contribuendo a sostenere il de-pauperamento di zone del pia-neta che non torneranno più come prima.

Stati Uniti

Strade dissestate, case senz’ac-qua, pozzi prosciugati. Non si tratta di un paese in via di svilup-po, ma della grassa California, la stessa degli sfarzi di Los An-geles, della contea delle arance, della Silicon Valley e del sogno americano abbronzato. La Cen-tral Valley con i suoi frutteti e or-ti è il fiore all’occhiello di questo gigante da 46 milioni di dollari, ma negli ultimi anni le tempera-ture stanno aumentando mol-to più rapidamente della media mondiale a causa di un disequili-brio del sistema idrico. Succede quindi che la politica agricola di molte zone aride della California da ormai quattro anni è spinta all’estremo.La preoccupazione nei confronti

della crisi è, come nella migliore tradizione americana, diretta-mente proporzionale alla varietà degli sforzi tesi ad arginarla: spo-polano le campagne per nuove tecnologie di desalinizzazione dell’acqua, si cercano nuove modalità di raffreddamento per le 800 computer farm di Google e Netflix che da sole consumano l’equivalente di 158.000 piscine olimpioniche l’anno. Infine men-tre alcuni pensano di trascinare iceberg dall’Alaska, prende pie-de la figura del “water lawyer” specializzato nelle cause sull’ac-qua.

Israele

Non tutti sanno che l’acqua è uno dei fattori principali dell’eter-no conflitto arabo-israeliano. È dalla guerra del 1948 che Isra-ele cerca di imporre il proprio controllo sulle acque della re-gione, che dovrebbero essere equamente spartite tra israeliani e palestinesi. Nel rapporto pub-blicato dalla Banca Mondiale nel 2008 emerge che, sebbe-ne l’acqua nella terra di Israele sia scarsa, ce ne sarebbe ab-bastanza per entrambi i popoli qualora i palestinesi vedessero formalmente garantiti i loro di-

Con l’acqua alla gola

La guerra per l’acqua non è più solo futuro lontanoUna crisi idrica mondiale non risparmierebbe nessuno

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ritti su queste risorse, che sono obbligati a dividere con Israele. Nonostante gli accordi di Oslo del 1995, oggigiorno la quantità di acqua consumata da Israele è quattro volte superiore a quella utilizzata dai palestinesi. Nel frat-tempo il sogno israeliano di “far fiorire il deserto” viene portato avanti dall’impianto di desaliniz-

zazione più grande al mondo, quello di Sorek. Da qui proviene il 20% di tutta l’acqua pubblica israeliana, ma il processo richie-de il 10% della corrente elettrica prodotta nel Paese, una quota alta visto che Israele non utiliz-za energie rinnovabili. Così, da un lato il paese strizza l’occhio all’America, famelica di nuove

tecnologie in grado di attenua-re la crisi idrica, ma dall’altro non si assume la responsabilità umana, prima che politica, di tu-telare il diritto imprescindibile di tutti di avere accesso all’acqua. Sembra quindi evidente che an-che la privatizzazione dei riforni-menti idrici non sia la soluzione al problema, visto che il sem-

plice buon senso viene spesso surclassato dalle più spietate logiche economiche. Occorre-rebbe forse rivedere “Bottled Li-fe”, documentario del 2012 che denuncia il business dell’acqua della Nestlé, per rendersi conto di quanto la battaglia per l’ac-qua, nonostante non occupi le colonne dei giornali e non in-

fervori gli ambientalisti come il consumo di petrolio, sia in realtà più sottile, spregiudicata ed es-senziale. Forse a un certo punto saremo obbligati a lasciare l’auto nel garage, ma cosa succederà quando sarà il nostro carburante vitale a mancare?

Mara D’Arcangelo

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Dal 5 al 20 settembre Bergamo si è tinta di verde offrendosi come cornice - per il quinto anno con-secutivo - a Maestri del Paesag-gio, l’evento ideato e promosso da Arketipos in collaborazione con il Comune di Bergamo. Ogni anno Maestri del Paesag-gio si riconferma uno degli eventi green più prestigiosi, ogni anno le proposte si moltiplicano ed è sempre più difficile non farsi coinvolgere: dai giardini alla buo-na tavola, il tema non poteva che essere quello di Expo, il cibo e il diritto al cibo. Anche Maestri del Paesaggio ha voluto dare la sua interpretazio-ne con “Feeding Landscape. Le colture agrarie fanno paesag-gio”. Gli esperti del Paesaggio hanno immaginato uno scenario agrario come necessaria evo-luzione di quello naturale sul-la base del principio secondo cui le operazioni agricole svolte dall’uomo modellano il territorio seguendo le differenti coltivazio-ni e il clima. In linea con questa filosofia, a settembre piazza Vecchia e piazza Mascheroni profumava-no di campagna riportandoci a tempi passati, quando l’uomo viveva prendendosi cura della terra perché ben consapevo-

le di esserne solo uno dei tanti abitanti. Proprio attorno a que-sto concetto di profondo rispet-to per la natura che ci ospita, si sono sviluppate tutte le attività

di questi 16 giorni: dai tour alla scoper-ta dei colli e dei suoi terreni, alle visite guidate negli orti bota-nici, senza dimenticare i giardini

privati che con Open Garden si sono aperti al pubblico in via del tutto eccezionale. Tutto questo

-reso ancora più piacevole dai molti aperitivi del paesaggio e dagli spettacoli proposti- ha trovato la propria chiosa nell’In-ternational Meeting, due giorni a tu per tu con i paesaggisti più famosi del mondo per parlare, ascoltare e confrontarsi sull’idea di paesaggio. I vari interventi, tutti legati tra loro dal concetto di rispetto e salvaguardia della na-tura, hanno sicuramente portato alla luce un dato estremamente positivo: la ritrovata attenzione alla cura dell’ambiente, vista ora come una necessità imprescin-dibile di cui tutti dobbiamo farci

carico. Ognuno degli ospiti, co-sì come ognu-

no degli eventi di questi 16 giorni, ha proposto una riflessione diver-

sa sui nostri stili di vita, sul con-cetto di “ne-cessario” che le nostre eco-

nomie suggeri-scono, invitando

quindi i partecipan-ti a mettersi in discus-

sione in prima persona.

Elisa Troiani

I Maestri del PaesaggioTutte le sfumature del greenGrande successo per la Vª edizione ricca di eventi e di spunti e una sorpresa per il 2016 firmata Confindustria Bergamo

“Nell’anno di Expo, l’anno in cui tutto ruota attorno al cibo, anche Maestri del Paesaggio ha voluto dare la sua interpretazione: «Feeding Landscape.Le colture agrarie fanno paesaggio», con gli esperti del Paesaggio che hanno immaginato uno scenario agrario”

Green Company AwardDurante l’International Meeting, Confindustria Bergamo ha presentato il Green Company Award, l’inedito concorso che premierà le imprese che dimostrano sensibilità verso una qua-lificazione intelli-gente e green. Presentato da Marco Bellini, delegato di Confindustria Bergamo alla Formazione, il pre-mio mira a mettere in evidenza interventi significativi per farli dive-nire modello e creare sistema attorno a questi valori. La tema-tica è trasversale a più ambiti, in quanto spazia dall’attenzione alla salute, alla responsabilità sociale d’impresa fino alla brand image. Il bando è aperto a tutte le aziende associate a Confin-dustria Bergamo e sarà on line dal 30 ottobre (su confindustria-bergamo.it, arketipos.org, abita-re.it). Maestri del Paesaggio apre così un altro capitolo importante nella cultura di paesag-gio e sostenibi-lità, stimolando il tessuto imprenditoriale del territorio e offrendo una vetrina straordinaria alle eccellen-ze già attive in questo senso. Contribuirà a dare visibilità e riso-nanza al Green Company Award, il sup-porto editoriale di ABI-TARE, storica rivista di architettura e design.

BergamoSOStenibile

Copyright© 2015 Arketipos I Maestri del Paesaggio – Ph. Leonardo Tagliabue

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Domenica 27 settembre si è tenuta a Bergamo la terza edi-zione della Mezza Maratona che, con partenza alle 9.30 del mattino da Via Fara in Città Alta, ha visto più di 1.400 po-disti invadere la Città dei Mil-le per una giornata di sport, social network e sostenibilità ambientale. Alla partenza an-che atleti stranieri di un certo calibro livello come Jean Pierre Mvuyekure, Jean Marie Viann Uwajeneza, Abdelhadi Tyar e Ahmed Nasef. Quest’anno, ad attendere i partecipanti, un nuovo percorso che dalla Fara di Città Alta ha poi visto due di-verse tornate del gruppo con-densate nel centro cittadino e una staffetta non più a tre ma a due persone.Al termine della gara, a scrivere il nome nell’al-bo d’oro della maratonina di Bergamo per la classifica ma-schile, il trentacinquenne ma-rocchino Abdelhadi Tyar, che ha segnato il record del nuo-vo tracciato ideato da Migidio Bourifa, race director della Half Marathon e quattro volte cam-pione italiano di maratona. Per quanto riguarda la classifica

femminile, la prima posizione è andata a Isabella Morlini della Atletica Reggio; miglior italia-no, Giovanni Gualdi del Corrin-time Team che si è classificato quinto. Anche quest’anno la manifestazione si riconferma un evento dedicato non so-

lo agli sportivi: un punto forte della Mezza Maratona è il suo risvolto ambientale: la Half Ma-rathon, infatti, è la prima in Italia con certificazione ISO 20121, grazie all’appoggio nell’orga-nizzazione del team di Eco Race, importante realtà ber-

gamasca nell’ambito dell’orga-nizzazione degli eventi sportivi correlati al rispetto dell’ambien-te.La manifestazione ha garan-tito un impatto ambientale pari a zero grazie al ricorso ai bus navetta, ai materiali biodegra-dabili, ai ristori e all’attenzione

rivolta alla comunicazione so-ciale. Per tutti gli aspetti logi-stici e organizzativi sono state adottate una serie di strategie ad hoc al fine di ridurre al mi-nimo l’impatto sull’ambiente e sulla stessa città in termini di consumi, inquinamento e di-sagi per gli abitanti: la soste-nibilità dei materiali utilizzati, la riutilizzabilità delle strutture, la riduzione degli sprechi, l’u-tilizzo di prodotti ecologici e a km zero, l’eco-mobility, la ge-stione differenziata dei rifiuti, la sensibilizzazione del territo-rio interessato. La promozione del patrimonio paesaggistico, della sostenibilità ambientale e in particolar modo la valoriz-zazione della città di Bergamo sono da sempre i punti cardine dell’evento, oltre alla sua va-lenza sportiva e di benessere della persona. Intanto già si pensa già alla quarta edizione: l’auspicio è di riuscire a portare nei prossimi anni sulle strade di Bergamo sempre più persone appassionate di sport e am-biente.

Valeria Cattaneo

Più di 1.400 runner per 21,097 km all’insegna del rispetto dell’ambiente

Mezza Maratona dei Mille Una corsa a impatto zero

Domenica 18 ottobre 2015, dalle 9:30 alle 18:30, il Comune di Dalmine ospite-rà presso via Mazzini la 10a Fiera della Sostenibilità, organizzata da Agenda21 e isola bergamasca/Dalmine-Zingonia, con il patrocinio del Comune di Dalmi-ne. L’incontro è concepito per dare la possibilità ai cittadini dei comuni soci e a coloro che sono interessati di avvici-narsi a uno stile di vita all’insegna della sostenibilità e di toccare con mano le novità offerte dal mercato. L’accesso al-la fiera è gratuito e saranno presenti una ventina di produttori e installatori berga-maschi di tecnologie orientate al rispar-mio energetico, alle energie rinnovabili, alla bioedilizia, alla mobilità elettrica e al risparmio idrico. Interverranno inoltre gli agricoltori del territorio per promuove-re le produzioni locali. Appuntamento

clou sarà la presentazione della moto elettrica da corsa che ha preso parte al Tourist Trophy. L’evento permetterà al Point21 di dare seguito alla promozio-ne dell’iniziativa “mobilità a zero emis-sioni”, inaugurata con l’apertura della ciclostazione e il posizionamento della colonnina di ricarica elettrica. Anche quest’anno durante la fiera sarà possi-bile far riparare gratuitamente la propria bicicletta, con il solo costo del materia-le per gli interventi più impegnativi. La manifestazione si svolgerà in contem-poranea con la 12a edizione della Mar-cia Dalmine. Media partner dell’evento sarà infoSOStenibile, mentre il supporto organizzativo verrà curato da BCC Tre-viglio. Informazioni aggiornate su www.a21isoladalminezingonia.bg.it alla voce news.

La 10ª Fiera della SostenibilitàIl 18 ottobre a Dalmine spazio a risparmio energetico ed energie rinnovabili

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“Cos’è che non si può fare?! L’Ita-lia sta già cambiando, è già cam-biata! Smettiamola di lamentarci, se possibile!”. Una persona può cambiare le cose, perché le buo-ne idee trovano sempre gambe, vicine o lontane, sulle quali cam-minare. È faticoso, certo, ma da un singolo germoglio, nascono relazioni che intessono reti fat-te di uomini e donne, giovani e meno giovani, che credono in un cambiamento possibile. Questo è il messaggio che Daniel Tarozzi ha lasciato al pubblico presen-te nella Sala dei Giuristi (Palazzo della Ragione, Piazza Vecchia, Bergamo), lo scorso 11 settem-bre, in occasione della presen-tazione della “Piccola Guida alla Cittadinanza Sostenibile” edita dalla rete di economia solidale della bergamasca. Il giornalista e blogger Daniel Tarozzi, autore del libro “Io faccio così”, nel 2012 parte per un viaggio di sette me-si e sette giorni in tutte le regio-ni italiane alla ricerca di chi si è assunto la responsabilità del-la propria vita senza aspettare che qualcuno lo facesse al suo posto, incontrando un pezzo di Paese diverso da quello rap-presentato dai media, un Paese abitato da persone che hanno tradotto in fatti parole come au-toproduzione, economia della condivisione, baratto, transition town, decrescita felice, ecc. persone che hanno dato vita a progetti di cambiamento sociale

concreti e operativi, esperienze virtuose ed appassionanti. Così l’ha raccontato prima in un libro e ora, insieme a un gruppo di gior-nalisti, continua a farlo sul web (www.italiachecambia.org). L’11 settembre Tarozzi ha fatto tappa a Bergamo come ospi-te per la presentazione ufficiale della “Piccola Guida alla Citta-dinanza Sostenibile”, un libretto di 68 pagine che racchiude e racconta gli attori, gli obiettivi e le attività di una rete composta da una pluralità di soggetti (as-

sociazioni, cooperative, realtà culturali ed economiche, gas, singoli cittadini, ecc.) accomu-nati dall’intento di lavorare per una società più giusta e solida-le. Cittadinanza Sostenibile dal 2007 è una rete che funge sia da forum aperto alla condivisione, al pensiero e all’analisi sociale, sia da collante tra le realtà che vi partecipano, oltre che da sti-molo all’attuazione di progetti e azioni attuati in collaborazione con Comuni, realtà pubbliche e private.

Durante la giornata si sono suc-ceduti una serie di incontri ed eventi iniziati alle 15 con la pre-sentazione da parte di alcuni stu-denti dell’Università di Bergamo dei propri lavori rivolti al territorio, elaborati nell’ambito di un pro-getto di scambio internazionale. Alle 17 il momento clou: la tavo-la rotonda con Daniel Tarozzi e la presentazione della “Piccola Guida alla Cittadinanza Soste-nibile”. La chiacchierata si è poi trasferita in un contesto più in-formale e conviviale ma sempre all’insegna della sostenibilità in

piazza Cittadella alle 19 per l’in-contro con i produttori agricoli, tra degustazioni e storie a km 0, a cura di Mercato&Cittadinanza, per poi proseguire con “Lofac-ciobenecinefest” e la proiezione di alcuni cortometraggi lungimi-ranti, sempre in piazza Cittadel-la, in una Città Alta che vestiva di green, nell’ambito della mani-festazione internazionale “I Ma-estri del Paesaggio”, all’interno della quale si è svolta questa giornata dedicata a un pezzo di Italia che vuole cambiare. Citta-dinanza Sostenibile presente!

Presentata con il giornalista Daniel Tarozzi la “Piccola Guida” curata dalla rete di Cittadinanza Sostenibile per un’economia più eco-solidale

L’Italia che cambiaFermata Bergamo

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Un vero successo sia in termi-ni di partecipazione che come apprezzamento dei contenuti: questo l’esito delle prime due serate del ciclo di incontri te-nutosi nella prestigiosa cornice del Filandone, centrati sul tema “Nutrire il pianeta, energia per la vita” volti a indagare il rapporto tra alimentazione, salute e so-stenibilità. La serata di apertura, martedi 22 settembre, ha visto tre rela-tori d’eccezione presentare la questione attraverso i rispettivi ambiti di competenza, per ar-rivare a mostrare quanto la co-noscenza dei cibi e della loro provenienza sia fondamentale. Esemplare è a questo proposito il valore dell’etichetta trasparen-te pianesiana, un modello all’a-vanguardia verso cui il sistema alimentare dovrebbe tendere. La prima relazione tenuta dal dott. Giorgio Locatelli della Farmacia Antica Spezieria della Comunità di Martinengo - Past President Ordine dei Farmacisti ha pre-sentato il tema: “Siamo quello che mangiamo, la consapevo-lezza del rapporto tra cibo e sa-lute” , cui è seguito l’intervento del vice comandante del Corpo

Forestale di Stato dott. Amerigo Filippi sulle tipologie di frodi più frequentemente riscontrate nel settore per arrivare all’importan-za dell’educazione alimentare. A trarre le opportune conclusioni il presidente regionale di Adi-consum Lombardia, dott. Carlo Piarulli, che ha posto l’accento sull’importanza dell’informazio-ne e del potere che hanno i con-sumatori per influire sui processi di trasparenza e consapevolez-

za alimentare. Seconda serata dedicata al tema “Vino e soste-nibilità” con l’illustre esempio del percorso green dell’azienda Berlucchi, il prestigioso marchio della Franciacorta presentato dall’amministratore delegato ed enologo dott. Arturo Ziliani (ar-ticolo specifico a pag 41) che si è conclusa con la degustazione del rinomato bollicine accompa-gnato da grana padano di diver-sa stagionatura.

Si prosegue martedi 6 ottobre con la serata dal titolo: “Buono come il Pane!”. Il tema sarà intro-dotto sempre dal dott. Giorgio Locatelli con l’intervento “Ce-reali e carboidrati complessi: pane e pasta, come e quando assumerli”, per proseguire con la presentazione del Progetto Aspan del pane con grano ber-gamasco, illustrato da Massimo Ferrandi di Aspan Bergamo.Infine martedi 13 ottobre, sem-

pre nell’aula magna del Fi-landone, è in programma un Laboratorio di ricette: dal titolo “Nutrirsi di salute” (su iscrizione) a cura della nutrizionista Rossa-na Madaschi. Un ringraziamen-to particolare al supermercato Vivo Mio di Piergiorgio Cornali, in via Allegreni 38 a Martinengo, per il convinto sostegno dato all’iniziativa.

D.M.

Filandone gremito per gli incontri su Alimentazione e SaluteContinuano il 6 e il 13 ottobre gli appuntamenti organizzati dal nostro mensile infoSOStenibile e dalla biblioteca comunale di Martinengo

L’Etichetta Trasparente Pia-nesiana, ideata, promossa e realizzata dal professore e dottor Mario Pianesi a parti-re dai primi anni ’80 per la tu-tela dell’Ambiente e i diritti dei consumatori, si propone come un modello di etichettatura ef-ficace per combattere le frodi alimentari e garantire una trac-ciabilità reale della filiera pro-duttiva. L’Etichetta Trasparente Pianesiana, in aggiunta alle in-formazioni previste dalla nor-mativa vigente, riporta tutte le informazioni sull’origine e le ca-ratteristiche dei prodotti (ingre-dienti e materie prime, metodo di coltivazione, trasformazione o lavorazione) e alcune impor-tanti informazioni sul loro impat-to ambientale (quantità di CO2 prodotta, quantità di acqua ed energia utilizzate, etc.) descri-vendone inoltre tutti i passaggi della filiera produttiva. La necessità di un’etichetta-tura che certifichi l’origine e i processi di lavorazione, a cui sono sottoposti i prodotti che poi finiscono sulle nostre tavole, rientra in una più ampia attività di promozione alla salute porta-ta avanti da Pianesi fin dai primi

anni ’70. L’ideatore, fondatore e Presidente dell’Associazione Internazionale UPM (Un Punto Macrobiotico), per problemi di salute a cui la medicina ufficiale non riusciva a trovare una solu-zione, inizia a studiare da auto-didatta la sua dieta, valutando su se stesso l’effetto dei diversi cibi. Nel 1975, dopo aver iniziato a coltivare da solo cereali, ver-dure e legumi senza sostanze chimiche, stimola l’apertura della prima azienda biologica italiana, spingendo i contadini a coltivare piante dimenticate da anni. Contemporaneamen-te verifica che asma, diabete e altre malattie potevano essere combattute con una dieta spe-cifica chiamata Ma-Pi 2. Svilup-pa quindi la “Policoltura Ma-Pi”, diffondendo 5 Diete Ma-Pi e l’esigenza di un maggiore rigo-re nell’etichettatura dei prodot-ti. Molti enti italiani ed europei sostegno che l’adozione di tale tipologia di etichettatura por-terebbe notevoli vantaggi per l’ambiente, l’agricoltura, l’ali-mentazione, la salute e l’econo-mia di tutta la popolazione.

Alice Motti

L’Etichetta Trasparente Pianesiana Per i diritti dei consumatori e la tutela dell’ambiente

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Domenica 13 settembre a Vil-la d’Almè si è svolto l’evento Villa d’Almè SOStenibile – Mo-bility day, in occasione della Set-timana Europea della Mobilità Sostenibile, organizzato dall’am-ministrazione comunale con la collaborazione di infoSOSteni-bile e di FCS Mobility, azienda che da sempre opera come in-tegratore di sistemi per la mobi-lità elettrica a fianco di Nissan, primo produttore mondiale di veicoli 100% elettrici. Ad aprire la giornata la cammi-nata nel verde organizzata dal Gruppo di cammino del paese: 5,3 km di percorso alla scoperta di alcune bellezze locali e quat-tro chiacchiere in compagnia. In contemporanea, sfidando un in-combente maltempo, sono sta-ti allestiti stand espositivi legati sia alla mobilità sostenibile sia a prodotti di piccoli consorzi locali, compresa la simpatica bici gira polenta con le aziende di Agri-magna, oltre ad una esposizione di bici storiche a cura di Moto-club Prealpi Orobiche e del Mu-seo del Falegname Tino Sana. A

disposizione anche una serie di bici elettrificate (retrofit) su inizia-tiva della Cooperativa Alchimia e dell’Associazione Venti So-stenibili. Nell’arco della giornata Villa d’Almè è stata anche tappa del raduno nazionale di veicoli elettrici organizzato da Evbility. Sospesa dopo l’ora di pranzo a causa del tempo avverso, la ma-nifestazione è stata comunque

l’occasione per fare il punto sui risultati della sperimentazione realizzata nei giorni precedenti da FCS Mobility.

Il risparmio per il Comune Grazie alla mobilità elettrica

Dopo un briefing e un test drive di

comprensione, il Comune di Villa d’Almè ha ricevuto in uso da FCS Mobility 4 veicoli 100% elettrici (2 vetture e 2 mezzi da lavoro) che il personale comunale ha utiliz-zato per 48 ore nelle quotidiane attività d’ordinaria amministra-zione (dalle piccole manutenzio-ni sul territorio, agli spostamenti per i servizi sociali e di segrete-ria). Nel frattempo, i veicoli con

motore termico normalmente utilizzati per questi servizi sono stati analizzati dal punto di vista delle emissioni inquinanti (CO2), dei reali km percorsi giornalmen-te, dei costi relativi al carburan-te, all’assicurazione, al bollo di circolazione e alle manutenzioni ordinarie e straordinarie. In par-ticolare è stato fatto un confron-to tra una Fiat Punto del 2005 e

Mobility day a Villa d’Almè SOStenibileI risultati della sperimentazioneGiornata (piovosa) dedicata a stili di vita più greenDimostrato il risparmio derivante dall’impiego dei veicoli elettrici

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una Nissan Leaf 100% elettrica. Oltre a un risparmio economico decennale pari a 17.170 euro, si evidenzia una mancata emis-sione annuale di 1,2 tonnellate di CO2 nell’aria. Infatti se con-sideriamo che dal 2005 la Fiat Punto ha percorso 62.748 km con un consumo medio urba-no di 13,7 km/L, significa che in un anno ha consumato 458 Litri che moltiplicato per 1,60 euro/L vuol dire spendere 733,00 euro all’anno per il carburante. Con una Nissan Leaf, invece, per lo stesso chilometraggio si spen-derebbero al massimo 160 eu-ro all’anno di energia elettrica. Consideriamo infatti che l’ener-gia costa circa 0,17 euro/kW e per fare un pieno alla Leaf ser-vono 24 kW nel caso di “serba-toio” completamente a zero: con soli 4,08 euro, quindi, si ricarica

al 100%. Con ogni pieno si per-corrono circa 160 km, quindi per compiere 6.275 km all’anno, il Comune di Villa d’Almè effettue-rebbe 39,2 rifornimenti di ener-gia elettrica che moltiplicati per il costo di ogni pieno corrisponde a 160 euro. Da sottolineare che questa spesa è addirittura pari a zero quando il Comune è dotato di impianto fotovoltaico e relativo sistema di accumulo per alimen-tare veicoli elettrici.

Il segreto è una corretta informazione

I fattori che hanno limitato la dif-fusione della mobilità elettrica in Italia, nonostante gli evidenti benefici che se ne trarrebbero, spesso sono scaturiti da una li-mitata e non corretta informazio-ne circa l’autonomia dei veicoli,

i tempi e la tipologia di ricarica, la gestione degli spazi di ricari-ca delle colonnine. FCS Mobility ha iniziato dunque a promuove-re una serie di buone pratiche sul territorio lombardo con l’o-biettivo di agevolare la comu-nicazione e l’esperienza di chi ha già fatto scelte in favore del-la mobilità sostenibile, traendo subito vantaggi economici ed ecologici. Sono già numerose le Amministrazioni Pubbliche, an-che bergamasche, che hanno puntato alla mobilità sostenibile, dotandosi di veicoli elettrici e ap-prezzandone i benefici ecologici ed economici, essendo al tempo stesso d’esempio per la propria cittadinanza. L’augurio è che sul-la scia di queste best practices la mobilità sostenibile arrivi ad abbracciare un bacino di utenti sempre più ampio.

Mobility day a Villa d’Almè SOStenibileI risultati della sperimentazione

“Un’auto elettrica comporta fino al 50% in meno di costi d’assicurazione, fino al 60% di risparmio di carburante e di costi di manutenzione; nessuna tassa di circolazione, parcheggi e accessi alle zone a traffico limitato. Ma soprattutto emissioni di CO2 tendenti a zero”

Confronto dei costi annualiper 6.275 km percorsi

;

* Tutte le compagnie assicuratrici riconoscono più “virtuose” le auto elettriche per il basso tasso di incidentalità ** Questo intervento, da sostenere ogni 25 mila km, consiste esclusivamente nello scarico dei dati telematici storici e nella sostituzione del filtro antipolline dell’aria condizionata

dIFFErEnza a 10 annI € 17.170

Fiat Punto 2005Rifornimento ..................................... carburante > € 733,00Assicurazione ........................................................€ 340,00Bollo .......................................................................€ 119,00Manutenzione ordinaria e straordinaria ...................€ 938,00

Nissan Leaf Rifornimento ...........................................energia > € 160,00Assicurazione ...................................................... * € 240,00Bollo ......................................................................... € 0,00Manutenzione ordinaria e straordinaria ................. ** € 65,00

TOTALE € 2.130,00 TOTALE € 400,00

€ 1.730

Il Comune effettuerebbe per la Nissan Leafsolo 2 manutenzioni, per un totale di € 130,00

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In ottica di una mobilità soste-nibile, il tema della gestione del trasporto delle merci è centrale per una città. Con l’obiettivo di migliorare la mobilità urbana e i flussi di transito delle merci, il Comune di Bergamo, in part-nership con ATB, ha eroga-to un bando di finanziamento di 57 mila euro per il noleggio di veicoli elettrici adibiti a uso commerciale. «Per poter usu-fruire del contributo -precisa Stefano Zenoni, assessore alla Mobilità del Comune di Berga-mo- sarà necessario dimostra-re di consegnare la merce nelle zone della città interessate dai varchi Ztl». Le zone a traffico li-

mitato già attive in Città sono dieci, tutte delimitate da varchi di riconoscimento e dotate di telecamere di videosorveglian-za, altre due sono in fase di at-tivazione: piazzale Matteotti e via San Bernardino. L’utilizzo di veicoli elettrici, in-vece, autorizzerebbe anche in queste aree la circolazione 24h/24, riducendo l’inquina-mento atmosferico e acustico e garantendo una migliore vi-vibilità e maggiore sicurezza dei cittadini. Un’altra novità esposta è stata il lancio della campagna di promozione e di sensibilizzazione del progetto, on-air dal 18 settembre al 20

ottobre. La campagna, veico-lata dal claim “Bergamo vivibi-le. La somma fa la differenza per una Bergamo meno inqui-nata e più sicura”, sarà presen-te su flyer promo-informativi, sugli autobus e online. Il bando e il relativo modulo di adesio-ne si possono trovare su www.comune.bergamo.it e www.atb.bergamo.it. La scadenza del bando di ma-nifestazione d’interesse è stata fissata alle ore 12.30 di venerdì 20 novembre 2015. L’emana-zione di un successivo bando per il relativo finanziamento verrà valutata sulla base delle richieste.

Trasporto merci città vivibileContributi per i veicoli elettrici

ATB e Comune di Bergamo Insieme per una città più smart

BergamoSOStenibile

Il 21 settembre ATB mobilità e Comune di Bergamo hanno inaugurato e acceso in piazza-le Marconi cinque totem mul-timediali di orientamento per cittadini e turisti. Un proget-to del valore di circa 140 mila euro realizzato con il supporto della Steer Davies Gleave, una società di consulenza interna-zionale tra le più importanti nel settore dei trasporti. «Con la realizzazione di questo proget-to ATB prosegue nella politica degli investimenti e dello svilup-po dei servizi, confermandosi come azienda protagonista sul territorio locale nel settore della mobilità -dichiara Ales-sandro Redondi, Presidente di ATB-. Dopo il sistema di indiriz-zamento ai parcheggi in strut-tura, l’upgrade tecnologico del servizio bike sharing “La BiGi” e l’estensione della rete con le due nuove stazioni di Bianzana e S. Fermo con l’attivazione dei totem multimediali in piazzale Marconi, ATB allunga il passo e lavora nella direzione di una città sempre più smart». I totem installati sono distinti in due tipologie: due presentano informazioni statiche, come mappe e cartografie; gli altri tre, invece, sono dotati di in-formazioni dinamiche, a scor-rimento e aggiornate in tempo reale, e informano gli utenti sui

mezzi di trasporto presenti nel-la principale area di interscam-bio della città di Bergamo, sulle condizioni del traffico, sulle ta-riffe ed eventuali agevolazioni per l’utilizzo dei mezzi pubblici (con i relativi tempi medi di at-tesa) e sulla disponibilità di no-leggiare mezzi elettrici e non.Una novità, questa, che per-metterà di muoversi in modo più agevole sulle strade da e per il centro città con l’obiettivo che Bergamo diventi sempre più una città a misura d’uomo. E proprio tale motivo ha indi-rizzato la scelta dell’area, una decisione che ha tenuto con-to sia del suo valore di inter-connessione fra mezzi e aree circostanti sia del suo essere centro di aggregazione urbana e accoglienza turistica. Come dichiarato da Stefano Zeno-ni, assessore alla Mobilità del Comune di Bergamo, «Gra-zie all’accensione dei totem in piazzale Marconi si attua dav-vero quel polo intermodale, fi-nora mai del tutto realizzato. Le segnaletiche di indirizzamento dei flussi pedonali daranno vi-ta a quella grande stazione a cielo aperto che è nel nostro progetto, dove confluiscono ferrovia, autobus di città, Teb, servizi extraurbani e taxi».

Silvia Cesana

Infomobilità in piazzale Marconi

Le classi di 32 scuole primarie di Bergamo viaggiano gratis sugli autobus ATBDurante l’intero anno scolasti-co 2015/2016 i bambini iscritti alle 32 scuole primarie con se-de nel Comune di Bergamo, grazie al progetto “FuoriScuo-la” approvato dalla Giunta co-munale in collaborazione con l’Azienda Trasporti Bergamo, avranno la possibilità di viaggia-re gratuitamente sugli autobus di linea ATB per raggiungere i principali luoghi di interesse di-dattico della città. Alle scuole aderenti sono state consegna-te due card di riconoscimento e due tesserini che consenti-ranno a gruppi di massimo 30 persone tra alunni e accompa-gnatori di organizzare il proprio viaggio nei giorni feriali sco-

lastici in due fasce orarie -dal-le 9.30 alle 12 e dalle 14.30 alle 16.30- previa segnalazio-ne del tragitto ad ATB (luogo di partenza e di arrivo). I costi del progetto che ATB ha pre-ventivato in 60 euro simbolici a istituto per un “abbonamento straordinario cumulativo” so-no stati interamente coperti dal Comune di Bergamo, che ha versato pertanto un con-tributo di 1.920 euro. Anche

questa iniziativa si inseri-sce in un progetto più am-pio che vuole favorire scelte di mobilità sostenibile e rendere Bergamo una città alla porta-ta di tutti, bambini e studenti in primis.

www.infosostenibile.itNumero 46 - Ottobre 201516

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C’è gente in Italia che da qual-che anno a questa parte ha perso il lavoro, effetto più o meno diretto di una crisi eco-nomica da cui non par proprio potersi risollevare ritornando a quel modello che ne è sta-to la causa. C’è gente in Italia che dopo aver perso il lavoro ha cominciato a guardarsi non solo attorno, ma anche den-tro. Un’analisi spietata, fatta di considerazioni difficili e di scel-te scomode. Tutto per ripartire, per guardare avanti con occhi diversi, per cercare un’alterna-tiva (possibile) allo stile di vita mainstream. C’è gente in Italia che è ripartita così e ha cam-biato vita. Questo pezzo d’Ita-lia è fatto di volti, vite, storie, è “l’Italia che cambia”, incontrata da Daniel Tarozzi, giornalista, documentarista e blogger, nel suo viaggio in camper tra il 2012 e il 2013, alla scoperta di quel pezzo di Paese che esiste e che merita di essere raccon-tato.

Quando non tutti i mali vengono per nuocere

Stefania Rossini, quarant’anni, cremonese di casa a Brescia, è la protagonista di uno degli incontri riportati da Daniel nel suo libro “Io faccio così”. Ste-fania perde il suo lavoro cinque anni fa (un lavoro che odiava – salumiera, lei che è vegeta-riana – ma che, come acca-de spesso nella vita, faceva per necessità). Mamma di tre bambini e moglie, si ritrova di punto in bianco disoccupata, “casalinga obbligata”. Si sen-te un peso, non riuscendo a provvedere alla sua famiglia come fatto fino a quel momen-to. Decide allora di prendere in mano la propria vita e, allo sconforto iniziale, fa seguito una serie di scelte che da lì in poi avrebbero segnato un’im-portante svolta. L’intento era certo quello di risparmiare, ma anche di migliorare la qualità della vita della propria fami-glia, in modo salutare per sé e per l’ambiente; essere felici è diventata, in ultima analisi, la priorità di Stefania. E a cinque

anni di distanza con naturalez-za e semplicità Stefania ci rac-conta questo cambiamento, senza fronzoli, con la stessa schiettezza con cui ha affron-tato qualche anno fa la perdita del suo lavoro. «Ormai si è dif-fusa la convinzione che se non porti denaro a casa, allora sei una persona inutile per la so-cietà». Così si è reinventata la propria quotidianità e autopro-duce: «Ora sono felice di go-dermi la mia famiglia e di fare da me la maggior parte delle cose di cui necessitiamo in ca-sa. Ci ho guadagnato in salute e in felicità».

L’autoproduzione è per tutti

Per autoprodurre Stefania ha attinto alle conoscenze di cui le donne d’un tempo erano depositarie: «Non conoscen-do purtroppo nessuno che mi potesse insegnare come si fa un orto, il pane in casa, un

detersivo ecc., perso il lavoro, mi sono ritrovata ad avere del tempo per me che ho impiega-to per documentarmi. Ho letto libri, blog (leggo anche il vostro mensile infoSOStenibile, che trovo sempre in biblioteca), ho guardato videoconferenze e ho cominciato ad autoprodur-mi la maggior parte dei prodot-ti che utilizzo in casa: ortaggi, pane, detersivi, creme, den-tifricio, tisane. Presto mi sono accorta dei benefici che ne traevo, in termini di salute, di qualità dei prodotti ma anche di risparmio economico. Allo-ra ho iniziato a raccontarlo su un blog (Natural-mente Stefy) e più tardi nei miei libri: volevo

mostrare come queste prati-che di autoproduzione siano alla portata di tutti». Da allora la storia di Stefania è stata d’esempio per molti: fa-miglie, giovani e meno giovani che vogliono cambiare e impa-rare a fare da sé. Alcuni leggo-no il blog, altri l’hanno vista in un servizio in tv: «Una mattina mi è capitato di vedere in Tv la rappresentazione di un’Italia fatta di lamentele e disperazio-ne. Contrariata ho scritto una mail al programma portando come esempio di soluzione al-ternativa l’autoproduzione. Ina-spettatamente ho ricevuto in risposta la proposta di raccon-tare la mia esperienza. E anche se apparire in televisione non era certo tra le mie aspirazioni, ho colto quell’opportunità per dar voce a un’alternativa possi-bile». Nell’arco di cinque anni le cose sono cambiate piuttosto velocemente per la sua fami-glia: «Nel tempo siamo riusciti a costruirci una casa comple-

tamente ecocompatibile e da qualche mese abbiamo aperto anche un Bed&Breakfast qui da noi. Io, intanto, continuo ad autoprodurre e a raccontarlo sul mio blog».

Perché cambiare?

«La difficoltà più grande che ho dovuto affrontare sono state le persone che non hanno com-preso la mia scelta, che non hanno capito che sentirsi re-sponsabili della propria felicità è il punto di partenza per muo-versi verso un cambiamento. È più facile rintracciare fuori di sé le ragioni della propria insod-disfazione. Spesso sono stata additata come quella strana, con le idee stravaganti. E poi invece ti accorgi che la tua scelta è un sogno nel cassetto di tanti, che il tuo stile di vita è contagioso e i riscontri positivi che genera sono reali».

Angela Garbelli

Intervista a Stefania Rossini, uno dei volti di quell’“Italia che cambia”

Quando l’autoproduzione è una scelta di vita

“Sentirsi responsabili della propria felicità è il punto di partenza per muoversi verso un cambiamento”

BresciaSOStenibile

Stefania Rossini

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Rintracciare le radici dell’arte, del-la letteratura, della poesia e della musica di cui è ricca la provincia di Brescia facendo luce, in parti-colare, sulle bellezze della Fran-ciacorta e del Sebino. È questo l’obiettivo della quinta edizione di “Nelle terre dell’ovest”, il proget-to nato dal lavoro dei bibliotecari del Sistema dell’Ovest Bresciano e sostenuto dai sedici Comuni afferenti, che si articolerà in oltre 60 appuntamenti tra conferenze, reading, degustazioni, concerti, laboratori per bambini, spetta-coli e conversazioni letterarie e artistiche. Nei mesi di ottobre e

novembre, nelle biblioteche del Sistema si svilupperà un inten-so percorso alla riscoperta del-le origini della cultura bresciana: protagoniste saranno la poesia dialettale, la cucina tradizionale bresciana, la musica del ciclo “In-visibili essenze”, incentrato sulla sperimentazione e la fusione tra arti diverse, e del concerto “Pa-role da cantare”, un incontro im-maginato con alcuni cantautori bresciani provenienti dalla città e dalla provincia. Gli autori più diversi come Anna-lisa Strada, Antongionata Ferrari, Stefania Rossini e Gigi Simeoni, che animeranno alcuni incontri, saranno invece i rappresentanti di quel gruppo di scrittori locali che ha ormai superato i confini del territorio. Per i bambini, in pa-linsesto sono previste letture e la-boratori che rievocano i giochi di un tempo. Nell’ottica di un sem-pre maggiore interesse verso il digitale, si è aggiunto quest’anno anche un incontro, legato al pro-getto “Alfabetizzazione digitale e cultura dell’innovazione” (il 14 ottobre alle 20.45 nella bibliote-ca di Palazzolo), in partnership con il gruppo Digital Champions di Brescia. Tema della serata: “I nuovi strumenti della lettura

digitale”. Di grande spessore, dunque, oltre che diversificato, il calendario degli appuntamenti anche per questa edizione, che si avvale di numerose collabora-zioni tra il Sistema e le altre realtà del territorio: dal Palazzolo Digital Hub, al Teatro Sociale di Palaz-zolo sull’Oglio (con l’Associazio-ne Filodirame), dalla Cooperativa Zeroventi all’Associazione “Sco-pri Brescia”, dall’Associazione “Il Club” alla Casa della Musica e molte altre organizzazioni

A.G.

Nelle terre dell’ovest 2015Rassegna alla sua quinta edizioneper raccontare “storie di vita di provincia”

Anche quest’anno la città di Palazzolo sull’Oglio si è trasfor-mata nella capitale della tecno-logia: si è svolto infatti dal 25 al 27 settembre il Palazzolo Digital Festival. Giunta alla sua quarta edizione, la kermesse ha riscon-trato un notevole successo di pubblico attirato dall’importanza dei temi trattati, tutti all’insegna di un unico obiettivo: il futuro del digitale spiegato con semplicità e in modo divertente. Due grandi argomenti principa-li, Internet of Things e Sharing Economy e uno slogan “Ribalta-re i luoghi comuni”, in sostanza un invito a fidarsi degli altri (date passaggi agli sconosciuti, fate dormire gente in casa) seguen-do lo spirito tipico della sharing economy. La serata inaugurale di venerdì ha visto protagoni-sti i ragazzi del Palazzolo Digi-tal Hub che hanno intervistato il presidente dell’Associazione Italiana di Informatica e Calcolo Automatico, il Prof. Bruno Lam-borghini, riguardo al tema della digitalizzazione delle imprese e del futuro dei giovani. Nella giornata di sabato, si sono sus-seguiti sul palco ospiti illustri del mondo della tecnologia per di-scutere delle rivoluzioni digitali messe in campo da Internet of

Things, l’internet delle cose. Ste-fano Saladino con un intervento dal titolo “Forever Connected”, ha delineato la grande oppor-tunità che Internet of Things rappresenta per le persone e le imprese: la nuova vita collegata in rete tra pregi e difetti.Per quanto riguarda la sharing economy cioè l’economia della condivisione, la protagonista è stata Baucoin, startup innova-tiva per gli amanti dei quattro zampe. Un progetto che attra-

verso lo scambio di crediti mette in contatto i proprietari di animali domestici per condividere pra-tiche e conoscenze sulla salute di questi ultimi. A conclusione della tre giorni digitale, ha otte-nuto un grande successo la pre-sentazione della mano robotica stampata in 3D, realizzata dal giovane maker Michelangelo Pasinetti. Terminato il festival, gli appuntamenti con la tecno-logia si spostano nella nuova sede del Palazzolo Digital Hub,

il job center formato da acca-demia e laboratorio in cui for-mazione e pratica si uniscono. Sabato 10 ottobre, dalle 15 alle 19, open day di presentazione dei nuovi corsi dell’accademia e venerdì 23 ottobre alle 19 ape-ritivo digitale “Speech ‘n Chips” in compagnia di Andrea Sesta di Lercio, il famoso sito di sati-ra. Per informazioni sugli eventi: www.palazzolodigitalhub.it

Maddalena Palo

Successo per la IV edizione all’insegna di sharing economy, start up innovative e giovani maker

Palazzolo Digital Festival “60 appuntamenti tra conferenze, reading, degustazioni, concerti, laboratori per bambini, spettacoli e conversazioni letterarie e artistiche”

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Contribuire alla tutela, alla conservazione e alla valoriz-zazione del patrimonio d’arte, natura e paesaggio italiano è lo scopo del FAI – Fondo Am-biente Italiano, Fondazione nazionale, che da quarant’anni dà concretezza all’art. 9 della Costituzione Italiana: “La Re-pubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”. Per sensibilizzare la collettivi-tà, in diversi momenti dell’an-no la filosofia del Fai si traduce nell’organizzazione di grandi eventi, come la FaiMarathon. Si tratta di un’iniziativa na-zionale avviata nel 2012 che propone una giornata di visi-

te a contributo libero di luoghi spesso chiusi al pubblico, a sostegno della campagna di raccolta fondi “Ricordiamoci di salvare l’Italia”. Quest’anno per la prima volta la sua or-ganizzazione è stata affidata ai giovani del FAI. Domenica 18 ottobre 2015 FAImarathon aprirà dunque al pubblico oltre 500 luoghi in 130 città di tut-ta Italia. Palazzi, chiese, teatri, giardini, cortili, frammenti di bellezza della nostra vita quo-tidiana, spesso inaccessibili o poco conosciuti sveleranno per una giornata le proprie meraviglie.

A. G.

Per l’occasione, domenica 18 ottobrea Brescia si fa tappa tra le architetture del ‘900

FaiMarathon 2015, corsa all’arteBresciaSOStenibile

Apertura con visita guidataT 10.00-12.00 / 14.00-17.00

O Archivio Negri, via Calatafimi 7casa del fotografo Negri, integra il concetto di abitazione con l’idea di officina-archivio-labo-ratorio. La storia della Fondazione Negri prese avvio nel 1890, quando il pavese Giovanni Negri aprì a Brescia un Laboratorio Fotografico.O Casa Migliorati, via Trento 3primo edificio di Brescia, e tra i primi d’Italia, realizzato in cemento armato.O Credito Bergamasco, via Gramsci 12da abitazione privata nel ‘700 (su preesistenze del XVII secolo) a banca nel ‘900.O Hotel Vittoria, via X Giornate 20costruito tra il 1931 e il 1933, divenne presto l’albergo cittadino più prestigioso. O Palazzi Pisa, Corso Magenta 29lungo una delle principali direttrici che si dira-mano verso le antiche porte. Il progetto parte dalla ricostruzione di alcune vecchie case ormai fatiscenti che dovevano essere demolite per la rettificazione del Corso, voluta dal piano di risa-namento del 1887.O Palazzo Pisa, via Trento 15edificio di stampo neo-rinascimentale con ten-denze Liberty.

Spunti per visita liberaT 10.00-17.00

O Casa Capretti, via Gramsci 18/20(chiusa dalle ore 12 alle 14) uno dei primi esem-pi architettonici cittadini di stampo liberty prima che questo stile prendesse piede a Brescia con l’Esposizione del 1904 in Castello.

O Casa Gussalli, via Chiassi 1(chiusa dalle ore 12 alle 14) in stile neo-medie-vale, risulta essere una sorta di ibridazione tra la villa di campagna e la palazzina cittadina.O Castello, via del Castello 9per la città e la provincia di Brescia l’Esposizio-ne del 1904 fu l’occasione per mostrare i livelli di produzione raggiunti in poco più di tre decenni di sviluppo industriale. O Lottizzazione Pisa, via Tommaseo dal civico 10 al 15una serie di abitazioni di inizio XX secolo a cura della società di costruzioni PISA.O Palazzo Stacchini, Corso Cavour 4di gusto eclettico, eretto nel 1926 dall’architet-to fiorentino Ulisse Stacchini, progettista della Stazione Ferroviaria di Milano e dello Stadio di San Siro.O Palazzo Bertolotti, viale Venezia 20O Palazzo delle Industrie Bresciane, Piazza della VittoriaO Palazzo Pisa, via Solferinocomplesso di signorili appartamenti voluti dall’ingegner Pisa intorno al 1911.O Piazza Vittoriarealizzata nel 1932 attraverso la demolizione di una parte della città (Quartiere delle Pescherie), caratterizzata da un tessuto urbano medioeva-le con strade strette, sinuose e ricco di attività commerciali.O Palazzo Ex sede società elettrica, via Leonardo da Vinci 48monumentale complesso edilizio, costruito per ospitare la sede della Società Elettrica Brescia-na. Con la nazionalizzazione dell’energia elettri-ca del 1962, divenne sede degli uffici dell’Enel fino al 2002.

FaiMarathon Brescia ;

Piazza Vittoria, Brescia

Gli anni ruggenti della Leonessa: l’architettura a Brescia nei primi decenni del ‘900. Questo l’itine-rario proposto in città in occasione della FaiMarathon, che si snoderà in sedici tappe accessibili in autonomia o con visita guidata. Di seguito ne diamo una breve presentazione:

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Tra il Lago d’Iseo e il Lago di Gar-da si estende un territorio rurale che racchiude cultura, tradizioni e biodiversità ambientale. Il turi-sta responsabile, qui, trova pane per i suoi denti e non solo perché può gustare i prodotti lo-cali alla scoperta di interessanti itine-rari enogastro-nomici, ma anche per-ché può pra-ticare sport eco-com-patibili (ca-noa, trekking, mountain bike ecc.) e può conce-dersi un soggiorno in una delle numerose strutture green. Il lago d’Iseo, sulla sua sponda bresciana, è caratte-rizzato dall’estrema varietà del paesaggio: si passa da quello tipicamente lacuale sulle spon-de, a quello alpino verso la Val-le Camonica, a quello collinare e colmo di vitigni verso la Fran-ciacorta. Tra le peculiarità dell’a-rea non si può non citare l’Arte

Rupestre di Pisogne; la Riserva Naturale delle Piramidi di Zone oppure l’imponente Monte Gu-glielmo, punto di snodo tra il ter-ritorio del Sebino e quello della

Valle Trompia, da cui si ha una splendida vista dell’Orrido di Zorzino, sulla sponda bergama-sca. Tra il Lago d’Iseo e il Gar-da si incontra il Lago d’Idro, un

piccolo lago alpino circondato da monti boscosi: il posto ideale per un soggiorno a stretto con-tatto con la natura, fuori dagli itinerari turistici più battuti. Spo-

standoci ancora più a est ecco invece il Lago di Garda. Pur es-sendo un lago molto conosciuto e frequentato, riesce a mante-nere caratteristiche autentiche e rurali, soprattutto nelle sue aree montane. Ne è un esempio il Parco Alto Garda Bresciano, caratterizzato da due zone ben distinte: la riviera (da Salò a Li-mone sul Garda) dal paesaggio mediterraneo e l’entroterra mon-tano. La fascia costiera da Salò a Limone è uno dei luoghi più noti del turismo bresciano che ospita inoltre importanti testimonianze storiche come il Vittoriale degli Italiani a Gardone Riviera. Basta spostarsi dalla costa all’entroter-ra e in pochi minuti ci si sente in una dimensione diversa, più ru-rale e montana, fatta di strade con viste mozzafiato sul Lago e da una fitta rete di sentieri ben tenuti che permettono di rag-giungere rifugi e bivacchi a piedi o in mountain-bike. L’ennesima esperienza green di questo terri-torio, tutto da scoprire.

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La città di Cremona sta dimo-strando sempre più di avere un’anima green; una delle ulti-me conquiste dell’amministra-zione è stata il raggiungimento del 63% di raccolta differenzia-ta su base cittadina, un livello ormai vicinissimo al 65% previ-sto da normativa. Ma i cittadi-ni cremonesi puntano ancora più in alto: l’omogeneizzazione del sistema della raccolta rifiu-

ti grazie al quale si è raggiun-to un simile traguardo verrà esteso dai quartieri esterni al centro storico, dove sarà atti-vato il porta a porta a partire dal primo ottobre. Come illu-strato dall’assessore Alessia Manfredini durante l’ultima ri-unione dell’Osservatorio Ri-fiuti, tenutasi il 28 settembre, le zone interessate dall’ultimo ampliamento saranno divise in

due aree: la prima composta da Duomo, Cadore, Giordano e Bissolati; la seconda da Tren-to Trieste, Campi, S. Abbondio e S. Michele. La speranza è di ottenere un risultato che non deluda l’obiettivo iniziale del 70% e, visti i dati raccolti finora, non sembra essere un risultato troppo pretenzioso, anzi. Numerose le iniziative effet-tuate dal Comune affinché il servizio funzioni al meglio, così come già avvenuto que-sta estate per i primi quartieri coinvolti; si è da poco conclu-sa la distribuzione capillare dei kit con i contenitori dedicati ai vari tipi di materiale di scarto, ma non solo: ai cittadini sono stati anche consegnati una guida per la corretta raccol-ta differenziata e il calendario con giorni e orari di raccolta. Coinvolti nell’educazione alla civile raccolta dei rifiuti anche i bambini, per i quali numerosi insegnanti hanno tenuto lezio-ni specifiche, dopo aver se-guito un corso di formazione tenuto da esperti, i quali han-no illustrato il ciclo che parte

dalla produzione del bene fino al suo consumo e smaltimen-to. La comunicazione con i cittadini e la trasmissione di un’informazione il più possi-bile puntuale e corretta sono stati elementi fondamentali per il raggiungimento di risul-tati tanto positivi: una vera e propria campagna mediatica ha supportato il progetto, at-

traverso il sito dedicato www.ioamocremona.it e l’app per smartphone “rifiutiAMO”, oltre che alla distribuzione di quasi 9000 flyer informativi. La sensibilizzazione dei cre-monesi, il loro impegno e sen-so di responsabilità hanno consentito alla raccolta diffe-renziata, che a giugno era pari al 54%, di aumentare del 9% in soli tre mesi. La positiva ac-coglienza da parte di tutta la comunità della nuova gestione dei rifiuti descrive una società attenta all’ambiente, intenzio-nata a investire con impegno sul proprio futuro, producendo meno immondizia ed eliminan-do i cassonetti dalle strade; una comunità, questo è l’au-spicio, che diventi un modello da emulare per tutte le altre cit-tà italiane.

Laura Spataro

Parte a ottobre la raccolta porta a porta anche nel centro storico

Cremona vicina all’obiettivoRaccolta differenziata al 70%

“La sensibilizzazione dei cremonesi, il loro impegno e senso di responsabilità hanno fatto registrare un aumento del 9% della raccolta differenziata in soli 3 mesi, dal 54% di giugno al 63% di settembre”

Festa del torrone in anteprima a Cremona il 24 e 25 ottobreParallelamente all’evento Expo2015 in Lombardia si tengono fiere che vedono cibo e alimentazione co-me protagonisti. Un esempio è quello offerto dalla città di Cremona dove, il 24 e 25 ottobre, si svolgerà un’anteprima dell’annuale Festa del Torrone, che avrà luogo quest’anno dal 21 al 29 novembre. Cremo-na raddoppia gli appuntamenti con i dolciumi, in particolare con il protagonista indiscusso, il torrone, nelle sue molteplici varianti. Si tratta di una duplice occasione, promossa dal Comune, dalla Provincia e dalla Camera di Commercio di Cremona, per pro-muovere il dolce della tradizione, molto apprezzato da italiani e non. Il fatto che l’anteprima ricada nel calendario di Expo valo-rizza ulteriormente l’evento nell’ambito del progetto Cremona Food Lab, che celebra il binomio Gusto & Futuro.

CremonaSOStenibile

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L’Arte e il Torchio, organizzata con il patrocinio del Ministero dei Beni Culturali e del Comune di Cremona, ha luogo presso il Centro Culturale di Santa Maria della Pietà a Cremona e il Museo della Stampa di Soncino fino al primo novembre. Si tratta di una rassegna di inci-sione che ha raggiunto, alla sua 8a edizione, una portata inter-nazionale, riunendo quest’anno a Cremona 70 artisti grafici di talento, appartenenti a 28 paesi europei. Gli italiani presenti sono più della metà e sono stati se-lezionati, come gli altri, da una commissione i cui membri, artisti ed esperti, sono sia italiani che stranieri. Questo sta a indicare l’effettiva internazionalità della rassegna che porta a Cremo-na due mostre di prestigio con l’obiettivo di valorizzare un’arte che vede i suoi natali proprio nel nostro Paese. “L’Europa nel Se-gno” è il titolo della prima mostra che ambisce a raccontare la sto-ria della calcografia, un sistema di stampa e incisione, le cui ori-gini risalgono al 1450, quando a Firenze l’orafo Maso Finiguerra l’adoperò per la prima volta, tro-vando un’alternativa alla tecnica della xilografia. In questa mostra si possono conoscere gli svilup-pi di quest’arte che, a dispetto

dell’era tecnologica e digitale in cui viviamo, rivaluta l’importan-za dei concetti di manualità e di artigianalità, fondamentali per la sua sopravvivenza. In mostra le opere di artisti che hanno utiliz-zato le varie tecniche di incisione come la puntasecca, incisione su lastra di rame o zinco, l’ac-quaforte, l’acquatinta, per citar-ne alcune. La seconda mostra all’interno della rassegna è intito-lata “Incisione italiana under 35” e comprende le opere di venti giovani artisti che nulla hanno da invidiare ai più esperti maestri. Il terzo percorso espositivo della rassegna ha sede presso il Mu-seo della Stampa di Soncino. Il titolo “Nutrire il corpo, nutrire la mente” è un chiaro rimando a Expo2015. La mostra raccoglie circa 120 ex libris e piccola gra-fica di autori italiani e stranieri. Infine a Cremona è allestito il tra-dizionale Laboratorio didattico per far scoprire, soprattutto alle scolaresche, ma anche a visita-tori curiosi, metodi e tecniche di incisione antica e contempora-nea. Il tutto per celebrare l’arte incisoria che ritrova nella città di Cremona un luogo determinante per la storia e lo sviluppo della stampa.

Elena Pagani

Nel segno di CremonaVIII rassegna “L’Arte e il Torchio”Cremona celebra l’arte incisoria e i suoi artistiArte e sapienza artigiana si incontrano ogni due anni nella città lombarda

Era il 2011 quando la Provincia di Varese e il Canton Ticino, co-protagonisti del Piano Integrato Transfrontaliero (P.I.T.), un pro-gramma dell’Unione Europea volto a promuovere su più fronti la collaborazione fra Italia e Svizze-ra, diedero vita a ModusRiciclan-di, ovvero la mappa ufficiale della sostenibilità ambientale nel di-stretto varesino. Da lì in poi molta strada è stata percorsa da que-sta virtuosa realtà, soprattutto a partire dal 2013, quando Europa e Regione Lombardia chiuso i rubinetti sancendo la fine dei fi-nanziamenti. Il venir meno del sostegno pubblico non ha infatti compromesso le molteplici atti-vità delle quali ModusRiciclandi è zelante catalizzatore, attraverso la partecipazione entusiasta di associazioni no profit e partner privati. Accedendo alle quattro aree tematiche del sito è possibi-le constatare quanto di concreto sia stato messo in atto durante questi quattro anni: la sezione dedicata all’educazione ambien-tale racconta al visitatore i risultati ottenuti nelle scuole della provin-cia al seguito di una serie di azio-ni e percorsi educativi incentrati sul tema dei rifiuti. Percorsi che hanno premiato con la certifica-zione green school gli istituti eco-attivi aderenti all’iniziativa. Dalle scuole agli esercizi commercia-li il passo è breve: passando in rassegna l’ambito rivolto agli ac-quisti sostenibili possiamo con-sultare la mappa ufficiale degli esercizi commerciali green della circoscrizione varesina. Un’al-tra utile cartina messa a dispo-sizione da ModusRiciclandi è la “Mappa dell’Abbandono”, ovve-ro un modo rapido per segnalare

la presenza di rifiuti abbando-nati sul territorio utilizzando le nuove tecnologie (chi dispone di un dispositivo Android può scaricare gratuitamente l’appli-cazione apposita). La Mappa consente agli utenti di inserire dati georeferenziati relativi a lo-calizzazione, tipologia e quantità di rifiuti abbandonati sul territorio, segnalandoli a Comuni, Provin-ce, Guardie Ecologiche Volon-tarie GEV, Forze dell’Ordine. Un altro fiore all’occhiello del proget-to risulta essere ReMida, il labo-ratorio di riciclo creativo aperto ai cittadini presso il Chiostro di Voltorre a Gavirate. Questo inno-vativo centro vuole essere il vei-colo per ispirare un nuovo modo di vivere l’ecologia e di “costruire il cambiamento”, valorizzando i materiali di scarto, i prodotti difet-tosi e gli oggetti apparentemente senza valore, secondo una nuo-va logica di rispetto dell’ogget-to, dell’ambiente, delle risorse e dell’uomo. A partire dall’attività di raccolta delle rimanenze e delle seconde scelte della produzio-ne industriale e artigianale loca-le, ReMida studia le opportunità

di riuso creativo per restituire ai materiali una seconda vita. Oltre ai laboratori pensati per scola-resche, educatori e volontari, lo spazio promuove tirocini e cicli di conferenza tematici. Per il fu-turo ModusRiciclandi si propone di regalare una nuova casa a “Ri Come…”, una mostra itinerante focalizzata sul rispetto dell’am-biente che vede coinvolti la Provincia, l’Istituto Oikos e l’Uni-versità dell’Insubria. Installazioni giganti, giochi interattivi, pannelli didattici, prodotti in materiale ri-ciclato, video e laboratori creativi accompagnano il visitatore in un viaggio della conoscenza gioco-so e di agile comprensione. La mostra ha già toccato diverse città varesine e svizzere e a bre-ve verrà ufficialmente presentata la sua prossima tappa. Supporto e partecipazione sono dunque i presupposti fondamentali che ModusRiciclandi richiede alla cittadinanza, affinché il prezioso programma fin qui espresso rie-sca a confermare i suoi risultati sul lungo periodo.

Davide Albanese

Iniziative e progetti del portale promosso dall’ufficio Ambiente della Provincia

ModusRiciclandiLa Varese sostenibile

VareseSOStenibile

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Bambùmoso offre ai suoi clienti la possibilità di creare dei bambuseti, ovvero pian-tagioni di Bambù Gigante, co-munemente chiamato Moso. Le piante appartenenti alla fa-miglia delle graminacee gigan-ti possono raggiungere altezze dai 12 ai 20 metri e sono ca-ratterizzate da un ciclo vitale che varia dai 70 ai 100 anni. Si tratta di piantagioni durevoli e resistenti che sopravvivono al-le oscillazioni climatiche, ma la loro principale caratteristica è la duttilità: il Moso è definito il maiale verde in quanto di es-so non si butta nulla; ogni sua parte, dalle radici alle foglie, viene utilizzata in svariati mo-di: il legno è duro e resistente e può essere impiegato per la produzione di mobili pregiati o parquet, anche grazie alle sue caratteristiche meccaniche, superiori a quelle di molti altri legni in commercio. Dal fusto, oltre a un fantastico legname, si ricava anche un ottimo filato molto morbido simile alla seta. Dai rizomi, ovvero le radici del bambù, si possono ricavare diversi oggetti o utensili come bracciali, manici per borse o ombrelli, mentre dalla prima parte del culmo si ricava il mi-glior carbone vegetale. Infine foglie e rami sono utilizzati sia nella cosmesi naturale, che come foraggio per le bestie, mentre i germogli rappresen-

tano un ottimo alimento, il cui gusto ricorda quello del carcio-fo. Anche gli scarti prodotti du-rante le fasi di lavorazione del legno hanno un loro specifico utilizzo, vengono rielaborati e trasformati in pellet, dall’eleva-to potere calorifico. Tutti que-sti aspetti rendono il Bambù

Gigante un ottimo investimento la cui produttivi-tà reale viene messa in luce da Bambùmoso attraverso dati concreti consultabili anche sul sito internet www.bambumo-so.it. Oltre a offrire una tota-le trasparenza, Bambùmoso assiste i propri clienti a partire dalla fornitura delle piantagio-ni, con un’assistenza tecnica specializzata e sempre dispo-nibile. Inoltre, grazie all’affian-camento di esperti nazionali nel settore del bambù, orga-nizza per chiunque desideri investire in queste piantagioni, corsi di formazione specifici ed esaustivi che illustrano il ci-clo vitale delle piante e l’utilizzo delle loro componenti nel mer-cato odierno.

Un’opportunità per tutti

Bambùmoso si rivolge a chiunque possieda un appez-zamento di terreno di almeno un ettaro e desideri realizzare con esso qualcosa senza de-

dicarvi troppa manodopera. Agricoltori stanchi e demoti-vati per via di un lavoro poco redditizio e molto impegnativo, privati che dispongono di ter-reni incolti, giovani che si af-facciano sul mondo del lavoro e desiderano avventurarsi in un campo insolito, ma dall’ef-ficacia garantita, sono solo al-cuni esempi. Le piantagioni di Bambù Gigante, oltre a essere facilmente gestibili, rientrano in

un regime di ecosostenibilità ambientale, grazie al loro utiliz-zo polimorfo. I bambuseti sono un’ottima soluzione per colti-vare un prodotto redditizio, nel totale rispetto dell’ambiente e il cui mantenimento è più faci-le di quanto si possa pensare, con il supporto e l’assisten-za professionale garantiti da Bambùmoso.

Elena Pagani

Produttività, rendimenti e benefici ambientali sono gli obiettivi che Bambùmoso offre ai suoi clienti

I segreti del Bambù Gigante Le piantagioni di Bambùmoso

Ecologia & Imprese Messaggio Pubbliredazionale

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SDL Centrostudi è una società specializzata nell’ana-lisi dei contenziosi con il sistema finanziario-bancario, al fine di ripristinare la trasparenza nei rapporti eco-nomici spesso viziati da anomalie e principalmente dal fenomeno dell’anatocismo e dall’usura. Fondata nel settembre 2010 dall’esigenza di far emergere il fe-nomeno poco conosciuto delle anomalie finanziarie nei rapporti tra banche, imprese e famiglie, l’intento di SDL è di informare il soggetto interessato di quanto si

possa verificare a suo danno nell’ipotesi di ritardo nei pagamenti, offrendogli una tutela in quanto parte con-trattuale più debole. Dal momento che l’informazio-ne è tanto determinante quanto difficile da acquisire, SDL consente di accedere a dati chiari e utili. In que-sto settore infatti l’asimmetria informativa e la poca chiarezza sono all’ordine del giorno e chi ha più inte-resse alla trasparenza è anche il soggetto economi-camente più debole. Considerato che negli ultimi anni

il dissesto soprattutto delle piccole imprese è stato acuito da abusi non sempre nel rispetto delle regole di correttezza e buona fede, SDL Centrostudi con la sua attività si propone di aiutare imprese e famiglie nell’individuazione delle anomalie e nella successiva richiesta di restituzione di quanto indebitamente cor-risposto.

www.sdlcentrostudi.it

SDL CentrostudiLo specialista nei contenziosi tra banche, imprese e famiglie

Messaggio Pubbliredazionale

Alla presenza di oltre duemila persone, tra cui esponenti autorevoli del foro e della magistratura, si è svolto a Roma sabato 19 settembre l’e-vento che ha celebrato i 5 anni di attività di SDL Centrostudi Spa: gio-vane ma ormai consolidata startup specializzata nell’analisi dei rapporti contrattuali con il sistema finanziario-bancario. Tra gli interventi più at-tesi, quello del dott. Piero Calabrò, civilista tra i più pubblicati d’Italia e che in oltre trent’anni di attività e di servizio nella magistratura ha avuto modo di apprendere dall’interno il funzionamento del complesso mon-do bancario, che lo ha stimolato negli anni seguenti a occuparsi delle stesse varie problematiche che si discutono nei convegni promossi da SDL Centrostudi. Nel suo discorso il dott. Calabrò ha citato le sentenze che ne hanno segnato il percorso professionale: la più celebre quella sull’anatocismo bancario del 1999, che dopo circa 40 anni di sentenze negative della corte di cassazione, portò a invertire la tendenza e a giu-dicare illegittimo tale illecito. Nell’arco della giornata hanno fatto il proprio intervento anche il giu-rista dott. Antonio Catricalà e il Prof. Avv. Michele Anastasio Pugliese mettendo in evidenza i livelli di eticità e democrazia dell’operato di SDL Centrostudi nel colmare l’asimmetria informativa che contraddistingue il settore bancario e che mette in difficoltà e genera danno a correntisti privati, imprenditori e aziende. Ai cofondatori di questa realtà, Avv. Sera-fino di Loreto, il Dott. Stefano Pigolotti, insieme al direttore commerciale e presidente del Cda dott. Pierfelice Minoia, il compito di delineare la storia e gli obiettivi di SDL Centrostudi nel corso dell’evento. Le banche sono un’importante istituzione per il nostro Paese e nessuno intende demolire o demonizzare tale risorsa. Tuttavia accade che il rapporto con il cliente (generalmente nel caso di un piccolo imprenditore) assuma tratti illeciti. Negli ultimi tempi l’incidenza di tali illeciti è cresciuta, met-tendo a rischio l’esistenza di molte imprese italiane e di conseguenza di svariati posti di lavoro. Alla crisi, cui il nostro Paese sta assistendo negli ultimi anni, si è aggiun-to quindi un comportamento a volte scorretto da parte degli istituti di credito che anziché aiutare le aziende, chiedono loro di “rientrare” dai fidi bancari, oppure negano gli affidamenti mettendo in atto anche azio-ni giudiziarie violente. SDL Centrostudi non fronteggia dunque piaghe quali la corruzione e la criminalità organizzata, bensì le conseguenze dei tassi usurari palesi e nascosti nei contratti bancari (conti correnti, mutui, leasing, derivati, ecc.) e delle pratiche di anatocismo bancario (ovvero la produzione di interessi da parte di interessi scaduti e non pagati su un debito pecuniario, n.d.r.). In questi 5 anni di attività SDL Centrostudi ha voluto dimostrare che le banche non sono un castello inespugna-bile, ma che con una buona perizia e l’assistenza di legali qualificati è possibile farsi restituire il maltolto, quando si dimostra l’illecito bancario. E i numeri parlano chiaro: su un periodo di osservazione di 5 anni (dal 14/09/2010 al 14/09/2015) la società è riuscita ad ottenere 538 oppo-sizioni alle esecuzioni (decreti ingiuntivi, precetti), per un totale di oltre 174 milioni di euro e un importo totale di recuperi di oltre 15 milioni di euro. Non sono mancati esiti negativi alle cause intentate, in ogni caso le cifre registrate posizionano SDL Centrostudi tra le strutture con il più alto tasso di successo nei contenziosi bancari. La giornata è stata dunque il momento per fare il punto della situazione e per fissare nuovi obiettivi per il futuro sempre con l’etica e la trasparenza che finora ha contraddistinto l’operato di SDL.

Un convegno a Roma per festeggiare i 5 anni della società che contrasta gli illeciti bancari

ogni mese sdl centrostudi offrirà alcuni approfondimenti sui propri temi di competenza. Verranno spiegate e chiarite terminologie di settore e si daranno risposte ai lettori circa eventuali dubbi su anomalie bancarie e in materia economico-finanziaria.

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Firma ______________________________

Il presente modulo compilato e sottoscritto in ogni sua parte può essere inviato o a mezzo e-mail:[email protected]

oppure spedito a mezzo posta al seguente indirizzo: SDL Centrostudi SpA - Via Padana Superiore 82/b - 25080 Mazzano (BS)

PRIVACYIo sottoscritto___________________________________________________ dichiaro di avere ricevuto le informazioni di cui all’art. 13 del D.lgs. 196/2003 in particolare riguardo ai diritti da me riconosciuti dalla legge ex art. 7 D.lgs. 196/2003, acconsento al trattamento dei miei dati con le modalità e per le finalità indicate nella informativa stessa, comunque strettamente connesse e strumentali alla gestione del rapporto contrattuale.Luogo _____________ Data_____________________ Firma _____________________________

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Ecologia & Imprese

Da questo numero dediche-remo uno spazio fisso di infor-mazione e approfondimento sui tanti aspetti che ruotano attorno al mondo del latte e dei prodotti caseari, dei pro-duttori, delle loro competenze e dell’economia che rappre-senta questo ambito, con il suo importante indotto e non da ultimo con il suo importan-te impatto sull’ambiente e sulla sostenibilità del nostro piane-ta. Ad aiutarci in questa disa-mina sarà Bortolo Ghislotti, da sempre impegnato e attento osservatore di questo settore, sia per tradizione familiare che come titolare della IRIM srl di Ghisalba, azienda produttrice di impianti di mungitura e at-trezzature per il trattamento e la conservazione del latte.

Innanzitutto una prima domanda, siamo nell’anno di Expo, dell’Esposizione universale dedicata al cibo e al sistema agroalimentare che si tiene proprio qui in lombardia: che rapporto ha e cosa può dire o fare il mondo del latte in relazione al concetto di sostenibilità, racchiuso nello slogan nutrire il pianeta, energia per la vita?Il ruolo che gioca il mondo del latte e il suo indotto è im-portantissimo, assolutamente rilevante, e oserei dire determi-nante, per molti dei concetti le-gati alla sostenibilità e al futuro del nostro sistema economico e agroalimentare. Per capirlo basta considerare un solo da-to: non tutti sanno che la Lom-bardia rappresenta un’area che produce quasi il 50% del latte nazionale e per farlo utilizziamo foraggi, mais e fieno coltivati in loco. Quindi l’impatto che ha il latte sull’economia di quest’a-rea, intesa come addetti ai lavori ma soprattutto come indotto è altissimo. Dietro al lavoro dell’allevatore delle vac-che da latte ci sono tantissime aziende –la mia ne è un esem-pio- che quotidianamente, insieme agli allevatori, condivi-dono il lavoro e le problemati-

che annesse.

Quali sono le principali problematiche del settore?Sono molteplici, ma la prima in assoluto è che oggi ci troviamo alla fine di 32 anni di regime di quote latte e dobbiamo fa-re i conti con un mercato libe-ro, globalizzato, e ci troviamo ad affrontarlo divisi. Il sistema delle quote latte -che era un sistema sicuramente sbagliato e da abolire- per qualcuno ha rappresentato un business, per qualcuno è stato un modo per guadagnare visibilità, ma la co-sa certa è che chi ci ha rimesso alla fine sono stati gli allevatori. Questo non solo perché han-no dovuto sostenere spese elevate per l’acquisto di quote che oggi non valgono più nul-la o perché molti hanno pagato multe salate. La questione prin-cipale è che oltre ad aver perso soldi, gli allevatori ci hanno ri-messo perché dopo aver subi-

to per anni un sistema di quote non adeguato, ora sono divisi e non attrezzati per le sfide del mercato globale, divisi in diver-si gruppi, ognuno con il proprio nome, ognuno con la propria identità, quando in realtà tutti trattano un solo prodotto, che è il latte.

ma concretamente cosa comporta questa difficoltà?Comporta che il mercato libe-ro e globalizzato pretende di pagare il latte prodotto in Lom-bardia, destinato a prodotti d’eccellenza -di eccellenza ri-peto- come il latte fresco alta qualità o i formaggi DOP, alle stesse condizioni di prezzo del latte prodotto in altri paesi dell’Unione Europa o extra co-munitari. Dove per ovvi motivi i costi sono nettamente inferiori.

anche la qualità è inferiore?Ovviamente anche la qualità è inferiore. Senza entrare nel me-rito della tradizione e della qua-lità nella tecnologia industriale italiana in questo settore, il latte importato risulta automatica-mente di qualità inferiore an-che solo per il fatto che c’è una bella differenza nel lavorare il latte fresco, che significa ri-tirarlo quotidianamente dalle stalle e poterlo mandare alla lavorazione entro le 24 ore dal-la produzione. Una tempistica impossibile per latte che arri-va dall’estero, che per essere

trasportato deve subire delle lavorazioni di conservazione. E pensate che quasi tutto il lat-te dei supermercati proviene dall’estero, anche se ha marchi italiani.

Quindi anche per il latteil concetto di territorialità è importante.Sì, ma non solo per la questio-ne di logistica di trasporto del latte, ma anche per il grande ruolo che assumono le colti-vazioni destinate agli alleva-menti delle vacche da latte: è sufficiente guardare le nostre campagne dove vengono re-golarmente alternate le coltiva-zioni di cereali alle coltivazioni dei foraggi, a supporto proprio dell’alimentazione degli anima-li. Forse noi non ci facciamo caso, ma anche gran parte del nostro paesaggio e dell’econo-mia del nostro territorio è in fun-zione di questo mondo.

E rispetto ai consumi energetici e di risorse, altro aspetto importante della sostenibilità? L’innovazione nel nostro setto-re è fondamentale. Sono mol-tissimi i casi in cui le aziende agricole hanno adottato siste-mi di produzione di energia da

fonti rinnovabili come ad esem-pio il fotovoltaico e il biogas. Ma l’allevatore, che conosce il valo-re dei prodotti del proprio terre-no, il fotovoltaico l’ha messo sul tetto delle cascine e dei capan-noni e non sui terreni, come chi l’ha fatto solo per speculare sui contributi. La stessa cosa per il biogas che produce energia, ma non consumando i cerea-li necessari all’alimentazione, bensì utilizzando il liquame degli animali, “valorizzando” quindi un rifiuto che altrimen-ti dovrebbe essere in qualche modo smaltito. Un aspetto che andrebbe approfondito per sfatare molti luoghi comuni.

beh, sembra che le questioni e i temi che si possono affrontare in questa rubrica siano tanti e di un certo interesse anche per la quotidianità dei nostri lettori e consumatori, sempre più attenti alla sostenibilità ambientale ma anche economica del proprio stile di vita. Si potrebbe scrivere un libro. Intanto incominciamo da una rubrica in cui sensibilizzare in-nanzitutto i produttori di latte a mettersi insieme per far fronte comune alle problematiche del settore. È 28 anni che lavoro in questo settore, significa averci dedicato la vita. Ho conosciu-to molti allevatori lombardi e ho condiviso con loro i problemi del quotidiano. Inoltre occorre sensibilizzare e informare i let-tori in qualità di consumatori sulla maggiore salubrità di una produzione, il latte e i formaggi, che appartengono da sempre alla nostra cultura e alla nostra tradizione. È un mondo che vale la pena conoscere e valorizzare e che altrimenti rischiamo in breve tempo di perdere.

Diego Moratti

Dalle quote latte alle energie rinnovabili, dai formaggi Dop all’evoluzione del settore: una rubrica per produttori e consumatori

Mondo latte e non solo

Rubrica promossa in collaborazione con Bortolo Ghislotti, titolare della IRIM srl

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ENERGYSAVING

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A un mese dall’inizio della terza edizione di Coop per la scuola sono già centinaia le scuole del territorio che si so-no iscritte alla nostra iniziati-va e che grazie all’impegno e alla partecipazione dei nostri Soci e clienti riceveranno gra-tuitamente materiale informa-tico e didattico per migliorare la qualità delle proprie lezioni

quotidiane. L’iscrizione a Coop per la scuola è gratuita, facile e non comporta alcun vincolo, basta registrarsi on line com-pilando il modulo di adesione sul sito www.coopperlascuo-la.it. Anche il meccanismo è ormai consolidato. I nostri So-ci e clienti, facendo la propria spesa, riceveranno dei bollini che dovranno conservare e

applicare sul-le apposi-te schede distribui-te in ne-gozio e sca-ricabili dal sito www.coop-perla-scuola.it, le schede complete e i bollini andran-no consegnati al-la scuola del proprio territorio. Gli insegnanti e i ragazzi sceglieranno, in-sieme e in base alle proprie necessità, i premi presenti nel catalogo. Raggiunto il nume-ro di bollini necessario per ri-chiedere i premi desiderati, la scuola porterà nel negozio di fiducia le schede con i bollini applicati e l’ordine per richie-dere i premi. Il catalogo premi quest’anno è ancora più ricco: non solo abbiamo conferma-

to le aree dei premi più richiesti nelle due precedenti edizioni, come per esempio computer portatili, impianti audio e video e stam-panti, ma abbiamo aggiunto tante aree tematiche nuove, tra le quali, per esempio, quel-la legata al mondo dello sport, nella convinzione che è impor-tante incoraggiare e sostene-

re stili di vita sani e corretti.

Quest’anno inoltre gli Sco-larelli ren-deranno ancora più divertente la raccolta dei bollini: Rita Matita, Pie-ra Tastiera,

Peter Compu-ter, Raimondo

Mappamondo, Raffaello Pennello e

Guglielmo Quaderno. Portando in negozio una

scheda raccogli bollini com-pleta verrà subito consegna-ta una calamita con il proprio Scolarello preferito!Il circolo virtuoso di raccol-ta bollini è già iniziato e dure-rà fino al 16 dicembre 2015. L’elenco delle scuole iscritte alla nostra iniziativa è consul-tabile on line nella sezione “Le scuole iscritte” del sito www.coopperlascuola.it. La vostra scuola si è già iscritta?

La campagna di raccolta bolliniche porta materiale informatico e didattico nelle scuole

Coop per la scuolaEcologia & Imprese

“Computer portatili, impianti audio e video, stampanti, ma anche materiale relativo al mondo dello sport, sono i premi che Coop mette in palio per la raccolta dei bollini”

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www.infosostenibile.itNumero 46 - Ottobre 201528

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“Eos, la stella del mattino” onlus nasce nel 2010 da una semplice osservazione: i bambini ricove-rati in ospedale hanno bisogno di un papà e di una mamma il più possibile sereni. La serenità dei genitori la si ritrova in piccole cose quotidiane che si riflettono direttamente sulla qualità della vita: un pasto che faccia ricorda-re il sapore di casa, una doccia in tranquillità, un collegamento internet, qualche momento di svago per poter recuperare le energie necessarie ad affronta-re la giornata accanto al proprio figlio. “L’abbiamo toccato con mano attraverso la storia di Leo-nardo, un bambino di Bergamo da cui è partito tutto, che pur-troppo 7 mesi fa è morto all’età di 10 anni” - racconta don An-drea Pedretti, sacerdote berga-masco cofondatore e anima di Eos onlus. Eos onlus è compo-

sta da 35 persone di cui la mag-gior parte giovanissima (sotto i 25 anni): questa è la grande for-za dell’associazione e questa è la sfida che fa proseguire l’attivi-tà ogni giorno con la motivazio-

ne, l’entusiasmo e la gratuità nel donarsi che i giovani sanno da-re, quando si sentono coinvolti e protagonisti di un progetto. “Do-ve le condizioni ce lo permetto-no, cerchiamo di intervenire in maniera anche più tangibile: il biglietto aereo o le spese del ta-xi, un tablet o un alloggio tempo-raneo - continua don Andrea-. In pochi anni abbiamo incrociato grandi sofferenze, ma altrettanti sorrisi. Sono molti i bambini e i genitori di fronte a cui ci siamo emozionati: Denisa, Leonardo, Yasmin, Maryam e molti altri. Grazie al volontariato all’inter-no di “Eos, la stella del mattino”, abbiamo vissuto il valore dello stare insieme e di vivere fianco a fianco con i “nostri” bambini: li abbiamo accompagnati all’aero-porto per tornare a casa; abbia-mo incrociato le dita guardando partire scatole di medicinali per le cure che altrimenti non si sa-

rebbero mai potuti permettere -continua don Andrea-. Con i genitori di questi bambini siamo riusciti a creare delle relazioni ve-re e profonde, riuscendo a farli sentire veramente “in famiglia”. E vogliamo che questo sia solo l’inizio.

Il progetto di una casa di accoglienza per i familiari

E così, come 5 anni fa, questo gruppo di giovani ha sentito l’esigenza di costituire una as-sociazione onlus, ora si sta per compiere un altro importante passo, un sogno si sta per con-cretizzare: costruire una casa di accoglienza per i familiari dei bambini che si recheranno a Bergamo per le cure dei loro fi-gli. Tanto più in occasione della realizzazione del nuovo gran-de ospedale di Bergamo, il Pa-

pa Giovanni XXIII. La casa a cui stiamo pensando è particolare, risponde a canoni molto diversi dal “normale”: ampi spazi comu-ni in cui condividere le fatiche e le gioie della vita, luoghi di con-divisione per non far sentire soli i genitori, che già lo sono a causa della malattia dei figli, un gran-de soggiorno e playroom, lavan-deria affacciata sullo spazio del gioco e stanze dallo stile essen-ziale in cui coltivare la privacy.Ora, più che mai, abbiamo bi-sogno di sostegno da parte di tutti coloro che comprendono la fatica di un bambino costretto a una lunga degenza in ospedale e quella dei loro familiari. Ma la solidarietà rende felici, non solo i destinatari dei nostri progetti. Per questo Eos crede con tutte le sue forze che questo sogno tutti insieme possiamo realizzar-lo!

www.eosonlus.org

Un’associazione in aiuto alla famiglie dei bambini ricoverati Venerdì 27 novembre la cena di solidarietà di infoSOStenibile

Eos, la stella del mattinoSocietà

Info e prenotazioni allo 035 258559oppure su www.infosostenibile.it

Vi aspettiamo!La redazione di infoSOStenibile

Venerdi 27 novembreCena di Compleanno di

La cena del quinto compleanno di infoSOStenibile sarà dedicata quest’anno al sostegno delle attività dell’associazione “Eos, la stella del mattino” e si terrà venerdì 27 novembre alle 20 presso il ristorante “Antico Borgo La Muratella” a Cologno al Serio (Bg). Segnatevi la data per non mancare al consueto ritrovo annuale con la redazione, i lettori e tutti coloro che vogliono partecipare e promuovere un mondo più sostenibile e solidale.

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Corna Imagna è un piccolo co-mune montano della provincia di Bergamo di circa mille abitanti, dove però fervono iniziative re-alizzate da e per la comunità, in ottica di sostenibilità ambientale ed economica a favore di una rin-novata forma di socialità.Dalla collaborazione tra il Comu-ne di Corna Imagna e l’associa-zione Mercato & Cittadinanza nel 2011 è nato un mercato agricolo locale, che ha dato il via all’im-portante progetto di Agrimagna: una rete di piccole aziende e pro-duttori che si sono alleate per fa-re insieme quello che da sole non sarebbero riuscite a fare. Il pro-getto, finanziato dalla Camera di Commercio, a quattro anni dal suo avvio vanta un proprio mar-chio, un sito web (www.agrima-gna.it) e una rete di contatti atti a salvaguardare il mantenimento e lo sviluppo delle attività agricole nelle zone di montagna, ma an-che a favorire l’aggregazione dei piccoli produttori della Comunità Montana Valle Imagna. Fra i va-lori promossi dall’associazione vi sono il territorio e la sostenibilità

nei consumi, la qualità dei pro-dotti e la passione per la terra, l’impegno personale e la cultu-ra del “ben essere”. In concreto la rete sta promuovendo il ritor-no a un’agricoltura compatibile con le specificità del territorio e la vendita diretta dal produttore al consumatore di tanti prodot-ti di qualità -latticini, formaggi, frutta e verdura, salumi e mol-to altro- preparati in modo na-

turale. Altro ambito in cui si sta lavorando è il settore sociale: lo scorso settembre l’amministra-zione comunale, in collaborazio-ne con la Commissione minori, la Cooperativa Giovani Orme, l’unione sportiva Corna Imagna e la scuola primaria, ha propo-sto una serie di eventi a misura di bambino, molte delle quali sono state realizzate con il contributo dei volontari della Polenta peda-

lata, la simpatica bici gira polen-ta che funziona semplicemente con l’energia delle proprie gam-be. Fra queste, un’iniziativa edu-cativa umanitaria realizzata dalla Commissione minori che invita i bambini e i relativi genitori a fare due ore di volontariato al mese a servizio della comunità. Sem-pre a opera della Commissione minori, la riorganizzazione dello spazio della ludoteca in un luogo

polifunzionale per momenti con-viviali e di incontro per le famiglie, feste di compleanno e laborato-ri. Dal canto suo, la Cooperativa Giovani Orme ha presentato uno spazio di supporto compiti ex-tra scolastico (un servizio attivo il martedì e il giovedì pomeriggio da ottobre a maggio) e uno spa-zio gioco rivolto ai bambini da 0 a 3 anni sotto la supervisione di un educatore (da marzo a settem-bre 2016). «I problemi di un pic-colo comune di montagna sono ormai la grave trasformazione del paesaggio e la fuga dei giovani che vanno altrove per costruire il proprio progetto di vita -spie-ga Giacomo Invernizzi, sindaco di Corna Imagna-. Il recupero dell’ambiente e dell’economia rurale come risorsa capace di costruire nel tempo una nuova forma di socialità sostenibile è la scommessa che stiamo por-tando avanti e che sembra dare risultati incoraggianti che stiamo condividendo e ampliando an-che con i comuni vicini».

Silvia Cesana

Tanti progetti perla comunità di Corna ImagnaAdulti e bambini pensano sostenibileProposte due ore al mese di volontariato per la comunità

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Società Articoli tradotti in lingua straniera

www.viceversagroup.it

Grazie alla collaborazione di infoSOStenibile con la società di traduzioni ViceVersaGroup - Translations & Multilingual services, ogni mese un

articolo a tema, con la traduzione a fronte in lingua originale.

Nel corso della 72a Mostra del Cinema di Venezia si è tenuto il “Green Day Venice - How is the film industry taking on climate change?”, un’intera giornata dedicata ai temi della sostenibilità nell’industria cine-matografica. Organizzata da Connect4Cli-mate, l’iniziativa di cooperazione globale dedicata alla comunicazione sui cambia-menti climatici è stata promossa da World Bank Group e da Green Cross Italia, orga-nizzatore del premio Green Drop Award. Lo scorso 11 settembre il riconoscimento, collaterale alla Mostra, per il miglior inter-prete delle tematiche ambientali è andato al film Behemoth (Beixi Moshuo) del cine-se Liang Zhao. Un documentario di de-nuncia sullo sviluppo insostenibile della Cina e delle società industrializzate che, secondo la giuria presieduta da Remo Gi-rone, rappresenta «gli uomini, le donne, l’ambiente e la natura come sacrificio, in nome di un progresso che, con un colpo di scena finale, si rivela inesistente». Il film racconta l’inferno nelle miniere di carbo-ne della Mongolia, dove i materiali estratti servono per costruire “città fantasma” a causa dell’esplosione del settore immo-biliare creato dallo schizofrenico svilup-

po cinese. I gironi danteschi in cui sono intrappolati uomini e donne che lavorano giorno e notte senza sosta evidenziano la follia del comportamento umano: «In Behemoth mi sono ispirato a Dante che attraversa in sogno l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso -ha spiegato il regista- ho de-scritto un’enorme catena industriale, in cui i colori rosso, grigio e blu rappresentano rispettivamente i tre regni danteschi. At-traverso lo sguardo contemplativo del film, analizzo le condizioni di vita dei lavoratori e l’insensato sviluppo urbano. È la mia me-ditazione critica sulla civiltà moderna, in cui si accumula ricchezza mentre l’uomo perisce». Zhao Liang cita Zabriskie Point

di Michelangelo Antonioni e osa panora-miche da paesaggio western che scolo-rano nelle colline grigio-blu tipiche delle antiche pitture cinesi. L’urgenza di denun-cia si coglie nella splendida metafora vi-siva dello specchio, presente nel film, in cui sono riflesse e amplificate le speranze e le sofferenze umane. Un documentario d’autore che è riuscito a rendere poesia un messaggio che invita alla mobilitazione af-finché, come ha ben commentato Marco Gisotti, direttore del Green Drop Award, «il lavoro e la produzione industriale non siano il fine ma il mezzo».

Alice Motti

A Venezia il Leone verde va a Behemoth Il documentario cinese di Liang Zhao vince il Green Drop Award e trasforma in ruvida poesia lo sviluppo insostenibile della Cina

During the 72nd Venice Film Festival the “Green Day Venice – How is the film in-dustry taking on climate change?” was held. It was an entire day dedicated to the themes of sustainability in cinema in-dustry. Organised by Connect4Climate, the initiative of global cooperation ded-icated to the communication on climate changes was promoted by World Bank Group and Green Cross Italia, organiser of the Green Drop Award. Last 11 Sep-tember the recognition for the environ-mental themes best interpreter was given to the film Behemoth (Beixi Moshuo) by the Chinese Liang Zhao. A documentary showing the unsustainable development

of China and industrialised societies that, according to the jury presided by Remo Girone, represents «men, women, envi-ronment, and nature as sacrificed, in the name of a progress that, with a final twist, turns out to be inexistent».The film narrates the hell of the coal mines of Mongolia, where the extracted materials are used to build “ghost towns” due to the boom of the real estate sec-tor created by the frantic Chinese de-velopment. Dante’s circles where men and women working restlessly day and night are trapped, evidence the mad-ness of human behaviour: «In Behemoth I was inspired by Dante who dreams to go through Hell, Purgatory, and Paradise -explained the director- I have described a huge industrial chain, where red, grey, and blue represent respectively Dante’s three realms. Through the contemplative look of the film, I have analysed the con-ditions of life of the workers and nonsen-sical urban development. It is my critical reflection on modern civilisation, where wealth is accumulated while man dies». Zhao Liang mentions Zabriskie Point by Michelangelo Antonioni and attempts

panning recalling western films land-scapes that fade in the grey-blue hills, typical of the ancient Chinese paintings. The urgency of reporting is shown in the magnificent visual metaphor at the mir-ror, present in the film, where our hopes and distress are reflected and amplified. An “artistic” documentary that was able to transform a message, inviting to mo-bilisation, into poetry in order to make, as Marco Gisotti director of the Green Drop Award commented, «work and industrial production become the means and not the objective».

The “Leone verde” of Venice Film Festival goes to Behemoth

“Ho descritto un’enorme catena industriale, in cui i colori rosso, grigio e blu rappresentano rispettivamente i tre regni danteschi”

“I have described a huge industrial chain, where red, grey, and blue represent respectively Dante’s three realms”

The Chinese documentary by Liang Zhao wins the Green Drop Award and transforms the unsustainable development of China into poetry

Il regista Liang Zhao

Una scena tratta dal film Behemoth

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Guerre, miseria, fame, epide-mie, sono solo alcune delle ra-gioni che spingono ogni giorno centinaia di migliaia di persone ad abbandonare la propria terra con poche certezze e molte spe-ranze. Interessi economici, poli-tiche del profitto, sfruttamento delle risorse sono l’altro lato della stessa medaglia. Diverse prospettive, lo stesso risultato; e mentre ci si arrovella sul diritto che hanno di viaggiare e sul nostro dovere di intervenire c’è chi, senza perdersi in discor-si retorici e banali agisce, perché sa cos’è giusto fare a prescin-dere dalle cause o dai nomi.Sono realtà come Medici Sen-za Frontiere, professionisti che hanno scelto di intervenire nel momento del bisogno solo per-ché è giusto farlo. MSF è un’or-ganizzazione internazionale che si prefigge lo scopo di portare soccorso sanitario e assisten-za medica nelle zone del mon-do in cui il diritto alla cura non è garantito. L’emergenza del mo-mento è sicuramente l’immigra-zione: al 1 settembre, il numero di persone sbarcate in Italia è di 115.540, mentre il numero totale di persone arrivate in Europa via mare è di 322.500. Le principa-li regioni italiane coinvolte sono Sicilia, Calabria, Puglia, Campa-nia, Sardegna, Liguria. Tra le nazionalità d’origine: Eri-trea, Nigeria, Sudan. Da mag-gio 2015, MSF ha lanciato per la prima volta operazioni di ricerca e soccorso nel Mar Mediterra-neo con le navi MY Phoenix (in collaborazione con il MOAS), Bourbon Argos e Dignity I. Un’o-perazione decisa in via straordi-naria per far fronte al drammatico aumento di persone recuperate -e decedute- quest’anno nel Mediterraneo. Le tre navi hanno soccorso ad oggi più di 16.000 persone.

Una voce del Gruppo Bergamo

«Un agosto in mezzo al ma-re. Non ho dovuto andar molto lontano stavolta; sento vicino il fenomeno sia geograficamente

sia per la responsabilità in quan-to cittadina italiana». Gaia Corti-novis, operatrice di Msf gruppo Bergamo, è un’infermiera ori-ginaria della Valle Imagna che, dopo un’esperienza in Congo e in Sudan, ha lavorato sulla Bou-rbon Argos e racconta così la sua esperienza: «Sulla nave ho imparato che ciascuno ha un passato, una vita, unica come reputo sia la mia, e ognuno cer-ca di proteggerla fino alla morte. Per questo porto rispetto a chi decide di fuggire da una situa-zione difficile; una madre non attraverserebbe il mare su una barca in plastica con un figlio in braccio se non fosse disperata. Chi ho avuto la fortuna di cono-scere sulla nave era davvero un sopravvissuto. Capisco perché fuggono. Ho ascoltato storie di violenza senza controllo, di schiavismo nella vicina Libia dove le armi cir-colano come fossero caramelle, facilmente in vendita e alla por-tata dei bambini. Rispetto il co-raggio di chi sceglie di cambiare la propria vita in meglio, è dentro ognuno di noi, e chi ce la fa è un eroe. Vedendo e ascoltando ho capito; ho capito che le cose ve-re della vita non si imparano, si

incontrano. Ora sono in Belgio, anch’io ho deciso di emigrare, è stato facile: un pezzo di carta apre le porte dell’aeroporto. Ma la mia causa non è vitale».

Cosa è possibile fare?

Ci si sente impotenti di fronte a certi dati e in parte lo siamo dav-vero, ma quello che realtà come MSF ci insegnano è che tutti siamo coinvolti e, se da un lato iniziassimo a pensare a quanto le nostre azioni quotidiane in-

fluenzino i mercati economici, potremmo iniziare a fare scelte più consapevoli sentendoci par-tecipi di quanto accade intorno a noi; se poi decidessimo di so-stenere quelle realtà come Me-dici Senza Frontiere che già da tempo operano sul campo, sa-remmo parte attiva del cambia-mento. Il gruppo Bergamo ([email protected]), di cui Gaia Cortinovis fa parte, è attivo da più di 10 anni su tutti i progetti MSF ed è composto esclusiva-mente da volontari, sempre alla ricerca di collaborazioni e soste-

gno. Molti già lavorano nell’am-bito sanitario, prevalentemente medici e infermieri, accomunati dalla voglia di dedicare parte del loro tempo libero a MSF. Alle persone in fuga Medici Sen-za Frontiere (MSF) ha dedica-to la campagna #Milionidipassi (www.milionidipassi.it), con un appello all’opinione pubblica e ai governi perché sia restituita umanità al tema delle migrazioni forzate e venga garantito il diritto di tutti ad avere salva la vita.

Elisa Troiani

Quando la responsabilità civile supera le frontiereGli interventi degli operatori di Medici Senza Frontiere a tutela del diritto all’assistenza medica. Una testimonianza da Bergamo

Foto di Gaia Cortinovis e della Bourbon Argos

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La mostra “Giotto, l’Italia” a Pa-lazzo Reale chiude un cerchio aperto quasi settecento anni fa, alla fine della lunga e profi-cua carriera del pittore toscano: proprio in questo luogo, allora palazzo del signore della città, Azzone Visconti, Giotto dipinse le sue ultime opere. Erano gli anni tra il 1335 e il 1337 e l’artista era stato mandato a Milano dal governo fiorentino per eseguire un ciclo di affre-schi. A quel tempo Giotto era una vera e propria star e la sua fama lo portò a operare ben lon-tano dal suo luogo nativo, fatto sbalorditivo per l’epoca. Otten-ne committenze di grande pre-stigio su tutto il territorio italiano del Trecento: prima di Milano, infatti, aveva lavorato a Bologna, Napoli, Assisi, Roma, Padova e Rimini oltre che nella sua Firen-ze, città in cui nacque nel 1267 e dove tornerà dopo ogni viag-gio, nel quartiere di Santa Cro-ce. Giotto fu lanciato verso il successo dai francescani, per i quali dipinse alcuni affreschi della basilica superiore di Assisi quando era assistente di Cima-bue. Fin dagli esordi dimostrò di essere un innovatore; l’intensità drammatica trasferita nelle figu-re, la rappresentazione razionale

dello spazio, l’uso della luce per modellare i corpi e gli oggetti fecero immediatamente com-prendere che stava nascendo un nuovo modo di rappresenta-re e raccontare: non più iconi-co e formale come era nell’arte bizantina, ma reale e carico di umanità. Le opere successive confermarono questa tenden-za ed evidenziarono come la ricerca di Giotto fosse incessan-te: l’artista osservava la realtà e

cercava di riprodurne il vita-lismo. Questo comportò un rinnovamento anche nella raf-figurazione delle fisionomie dei personaggi: dopo secoli di volti dallo sguardo fisso, grave e so-lenne, finalmente anche i senti-menti poterono entrare a pieno diritto nelle rappresentazioni. La mostra di Milano presenta quat-tordici selezionatissimi capola-vori ed è organizzata per tappe che documentano i quarant’anni di carriera dell’artista; è parte del progetto “Giotto, l’Italia. I luoghi” che ha come scopo la valorizza-zione dei luoghi dell’Italia giotte-sca. Per maggiori informazioni sulla mostra e sugli itinerari per conoscere il pittore sul territo-rio: www.mostragiottoitalia.it e www.luoghigiottoitalia.it.

“Stava nascendo un nuovo modo di rappresentare e raccontare: non più iconico e formale come era nell’arte bizantina, ma reale e umano”

Società

Il Festival della fotografia etica di Lodi è giunto quest’anno alla sua VI edizione e sarà visitabile il 10-11, 17-18 e 24-25 ottobre. Manifestazione nata nel 2010 da un’idea del Gruppo Foto-grafico Progetto Immagine, ha come obiettivo la promozione della fotografia come strumen-to di conoscenza e approfon-dimento: attraverso questo mezzo, ogni anno il Festival punta i riflettori su tematiche importanti, di grande rilevanza

etica. Quest’anno si riflet-terà sul tema della Nu-

trizione. Nella sezione “Spazio Tematico:

Il cibo che ucci-de” saranno

visitabili quat-

tro esposizioni, realizzate da altrettanti fotografi, le cui ri-flessioni si pongono come contraltare a temi proposti da Expo 2015. Segnaliamo anche lo “Spazio Approfondimento” che accoglierà i lavori commis-sionati da una serie di ONG ad alcuni fotoreporter, lo “Spazio World.Report Award”, riservato ai vincitori dell’ultima edizione “World.Report Award. Docu-menting Humanity” e la sezio-ne espositiva “Uno sguardo sul mondo”. In programma anche dibattiti, incontri, workshop, vi-deoproiezioni e numerosi altri eventi. Per maggiori informa-zioni: www.festivaldellafoto-grafiaetica.it

L.S.

A Lodi il Festivaldella fotografia eticaTre weekend dimostre e incontri

;

Polittico Stefaneschi secondo decennio del TrecentoTempera e oro su tavoladalla basilica di San Pietro (Città del Vaticano)

;

Polittico di BadiaMadonna col Bambino, particolare dallo scomparto centrale - 1295-1300 tempera e oro su tavola dalla chiesa di Badia (Firenze) Galleria degli Uffizi

;

Polittico di Santa Reparata, Annunciazione, particolare dal verso1310 ca - Tempera e oro su tavola dalla cattedrale di Santa Maria del Fiore (Firenze)

;

La mostra a Palazzo Reale sarà visitabile fino al 10 gennaio

Giotto torna a Milano

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Il 2 ottobre alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo è stata inaugurata l’im-portante retrospettiva dedicata a Kazimir Malevic; questa mo-stra offre l’occasione di cono-scere e comprendere uno degli autori chiave del XX secolo. Na-to in Ucraina nel 1878, Malevic si trasferì a Mosca nel 1904 e qui partecipò attivamente al vivace clima culturale delle Avanguar-die. In quegli anni la città era una fervente fucina creativa dalla quale si seguivano con interes-se gli sviluppi dell’arte europea, in particolare francese; gli artisti moscoviti, non solo erano attrat-ti dalla cultura contemporanea, ma studiavano e traevano ispi-razione anche dall’arte popolare russa: collezionavano oggetti, costumi contadini e folcloristici, icone. In questo clima culturale Malevic elaborò la sua personale visione dell’arte. Il percorso espositivo si apre con le opere degli esordi, quando il pittore aderì al Simbolismo uti-lizzando colori accesi e tinte sa-ture. Tra il 1910 e il 1913, la sua maggiore fonte d’ispirazione fu il Cubismo di Gleizes e Léger che interpretò tenendo sempre ben presente il Futurismo italia-no. Ma è nel periodo successivo che il genio dell’artista si mani-festò apertamente: era il 1915, e il pittore firmava insieme al po-eta Majakovskij il Manifesto del suprematismo. In rottura con la tradizione naturalistica, dichiarò che il fine dell’arte doveva esse-re l’arte stessa e non la rappre-sentazione della realtà: bandì i soggetti per trasmettere su te-

la soltanto forme e colori puri e ripensare la pittura a partire dal suo grado zero. La sua profonda riflessione teorica lo portò a san-

cire la “supremazia della sensi-bilità pura nelle arti figurative”. E così un semplice “Quadrato nero su fondo bianco” si caricò

di un enorme potere evocativo e di rottura aprendo nuove strade all’arte astratta. Kazimir Malevic, l’artista e il pensatore, ha segna-

to profondamente la cultura di tutto il Novecento influenzando anche architetti, designer, sce-nografi. In occasione della mo-stra sarà esposta anche una selezione significativa di opere di pittori russi in costante dialogo e confronto con l’opera di Malevic. Maggiori informazioni ed even-ti collaterali alla mostra sul sito: www.tuttipazzipermalevic.it

Livia Salvi

“Malevic in rottura con la tradizione naturalistica dichiarò che il fine dell’arte doveva essere l’arte stessa e non la rappresentazione della realtà”

È arrivato Malevic!La mostra in programma alla GAMeC fino al 17 gennaio

BergamoScienza 2015Inaugurata la XIII edizione del festival dedicato alla divulgazione scientifica

Si è inaugurata il 2 ottobre la XIII edizione di BergamoScienza, prestigiosa rassegna dedicata ai grandi temi della ricerca scientifi-ca. Il sipario sul festival si è levato presso il Teatro Sociale di Ber-gamo, dove la storia e le opere di sette rivoluzionari scienziati so-no state narrate dal matematico Piergiorgio Odifreddi, accom-pagnato dal genetista Edoar-do Boncinelli: da Galileo Galilei, teorizzatore del metodo scien-tifico, ad Alan Turing, pioniere dell’informatica e dell’intelligen-za artificiale. I contributi di questi sette imprescindibili protagonisti dell’evoluzione scientifica (a cui si aggiungeranno degli appro-fondimenti intitolati a Gaetano Donizetti, storico compositore ed “infiltrato” d’onore della lista) rappresenteranno il leit motiv dell’intera manifestazione, con-cepita secondo specifiche aree disciplinari. Nell’ambito “Medici-na e neuroscienze” segnaliamo la lectio di Peter Charles Doher-ty, premio Nobel 1996 per la medicina, “Flagelli, pestilenze e pandemie”, in programma il 3 ot-tobre, sempre al Teatro Sociale.

Altrettanto attesi il Premio Nobel per la Chimica (1991) Richard Robert Ernst, sviluppatore del metodo spettroscopico ad alta risoluzione della risonanza ma-gnetica nucleare (domenica 11), e il Premio Nobel per la Fisica (2010) Konstantin Novoselov,

scopritore del grafene (dome-nica 18). Per la sezione “Scien-za, alimentazione e ambiente” non possiamo esimerci dal men-zionare la conferenza introdotta dal filosofo ed epistemologo Tel-

mo Pievani “Riduzione della vita animale sul nostro pianeta: con-seguenze della defaunazione” di sabato 10 ottobre, che ruoterà attorno al tema dell’estinzione globale e della riduzione locale delle specie animali. Il biologo Rodolfo Dirzo illustrerà come tutto ciò comporti sostanziali conseguenze per il funziona-mento degli ecosistemi. Novità assoluta di questa edizione è l’apertura in viale Papa Giovan-ni XXIII del BergamoScience-Center, sede dell’Associazione BergamoScienza, infopoint del festival nonché centro divulga-

tivo e di aggrega-zione permanente a disposizione di studenti e cittadini. Per conoscere nel dettaglio il vasto programma della rassegna durante i suoi 17 giorni di intensa attività vi invitiamo a consul-

tare il sito ufficiale, www.berga-moscienza.it.

Davide Albanese

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TheClew, equipe che si occupa di formazione, psicologia e psi-coterapia, nasce come un’idea di quelle che si annidano fra i pensieri delle nostre giornate. Che sibilano come il vento fra le persiane e ci lasciano quel senso di curiosità e sgomen-to che è difficile spiegare. Pian piano, questa idea si manifesta assumendo una forma, come un fiore. Persone, amici, con idee e progettualità condivise, si incontrano e iniziano a pren-dersene cura. E così la pianta cresce. Non solo come sistema ma come sistema fra sistemi. Le persone di TheClew, ognuna con i suoi percorsi e il suo lavoro, iniziano a condividere i pensieri, i loro studi, le loro reti professio-nali e culturali, generando inte-razioni e scambi su tutti i livelli. Più scuole significano più visioni, più competenze che si metto-no in dialogo non solo per avere maggiore profondità anali-tica ma anche per mettersi in discussione, confrontar-si, trovare punti d’in-contro e creare pro-gettualità condivise di qualità. Costi-tuire un’equipe di liberi professioni-sti vuol dire compartire le proprie energie e le proprie conoscenze, rendendo più so-stenibile il lavoro di ciascuno. La formazione alla comunicazione aziendale, espressa in tutte le sue forme, sviluppa la sua qua-lità grazie alla profondità che la ricerca psicologica e il lavoro psicoterapeutico possono for-nirgli. Allo stesso modo la scien-za e la tecnica psicologica, così come il lavoro psicoterapeutico, avvalendosi di un gruppo costi-tuito da quattro differenti scuole di pensiero (sistemica, transa-zionale, psicodinamica ed evo-lutiva) può trovare un importante

terreno di confronto e di dialogo, e grazie alla formazione, spe-rimentare le conoscenze e le competenze nell’ambito azien-dale e in gruppi di lavoro non soltanto legati alla clinica. L’e-quipe TheClew, proprio perché fondata su principi di condivi-sione, confronto e pluridiscipli-narità, in costante evoluzione e alla ricerca continua di relazioni tra le cose, fonda la sua stessa essenza sulla sostenibilità intesa soprattutto come etica lavorati-va. Il luogo che ospita la sede di TheClew è Studio12, uno spazio

di condivisione lavorativa con sede a Bergamo i cui principi so-no in profonda sintonia con quelli dell’equipe TheClew. All’interno di Studio 12 operano differenti professionalità che hanno scel-to di condividere spazio e tempo con l’intento di creare sinergie, collaborazioni e amicizie. La na-tura del coworking è, di fatto, un sistema sostenibile. Non solo perché ogni singolo lavoratore autonomo ha la possibilità, con-dividendo gli spazi, di usufruire di un ufficio a un costo ridotto, ma anche perché questo siste-ma favorisce interessanti colla-borazioni, scambi professionali

e la condivisione di strategie per promuovere il proprio lavoro. Studio 12 è un luogo in cui svi-luppare al meglio la propria atti-vità, pensato seguendo i principi della sostenibilità, dell’ergono-mia e dell’efficienza energetica.

Gli spazi sono stati realizzati per essere perfettamente funzionali e l’architettura nel suo insieme garantisce privacy e comodità stimolando al contempo la con-divisione delle idee. I servizi of-ferti sono molteplici, in grado di soddisfare le esigenze di ogni professionista. Domenica 20 settembre 2015 Studio12 e The-Clew hanno avuto il piacere di ri-velarsi al pubblico inaugurando i loro spazi e il loro lavoro, dopo un anno di attività e progettazione. Al territorio lasciamo la curiosità di nuovi incontri ed eventi volti a promuovere il nostro operato e la nostra spinta verso uno sviluppo sempre più sostenibile.

TheClew

Società Sostenibil-mente La rubrica curata dall’equipe The Clew

(theclew.net)

Domenica 20 settembre l’equipe di psicologi TheClew e lo spazio coworking Studio12 hanno ufficialmente inaugurato le loro attività

Collaborazioni sostenibili

The [email protected]. 344 1261495f theclew.net

[email protected]. 035 0344032f Studio12

“Il coworking Studio12 è un sistema sostenibile perché favorisce collaborazioni, scambi professionali e la condivisione non solo di spazi ma di strategie per promuovere il proprio lavoro”

“L’equipe TheClew, che cura la nostra rubrica “Sostenibil-mente” proprio perché fondata su principi di condivisione, confronto e pluridisciplinarità fa propria la sostenibilità come etica lavorativa”

Vera Zanchi (psicoterapeuta), Alessandro Fortis (fondatore TheClew e formatore), Valentina Mangili (psicologa), Nicola Mannara (fondatore Studio12 e psicologo), Diana Prada (psicologa)

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Da poco più di un mese il nuovo anno scolastico è cominciato e anche la redazione di infoSO-Stenibile è tornata a rivolgere le proprie proposte alle scuole. Una serie di incontri e labora-tori per parlare di ambiente e di informazione giornalistica con gli studenti delle prima-rie e delle secondarie. Due le tipologie di progetti messi a punto, che potranno poi esse-re calibrati per le diverse fasce di età e sulla base dei differenti percorsi di studio e delle esi-genze degli insegnanti. Pro-poste che saranno occasione di approfondimento in chiave giornalistica di tematiche con-nesse ad ambiente e sosteni-bilità: dall’alimentazione alla green economy, dalla raccolta differenziata alla biodiversità, dall’uso dei social network per la diffusione di informazioni, ai temi d’attualità in campo am-bientale, con un occhio sulla realtà locale della propria città o del proprio Istituto. InfoSO-Stenibile dunque porta la sua redazione tra i banchi di scuo-la con due distinti progetti: un ciclo d’incontri finalizzato a ri-produrre all’interno della clas-se il lavoro di redazione, con la

stesura finale di alcuni articoli su ambiente e sostenibilità op-pure uno o più incontri per illu-strare ai ragazzi le possibilità di intraprendere professioni “gre-en”, presentando alcune realtà locali che hanno scelto di per-correre questa strada, reinven-tandosi con creatività.

La redazione di un periodico

Il primo dei due progetti ha co-me obiettivo la promozione di stili di vita sostenibili partendo dal coinvolgimento attivo degli studenti nell’organizzazione di una vera e propria redazione giornalistica di classe. La pro-posta, rivolta a tutte le classi di scuole primarie e secondarie, si struttura in un ciclo d’incon-tri a opera di collaboratori ed esperti della nostra redazione che affronteranno tematiche legate al mondo della soste-nibilità, con un approccio il più possibile multidisciplinare, sulla base delle esigenze for-mative indicate dai professori coinvolti. Il discorso contenu-tistico si intreccerà a quello tecnico giornalistico volto a far comprendere quale lavoro re-

dazionale sta a monte del-la realizzazione di un periodico come infoSOStenibile. Un du-plice obiettivo dunque: ap-prendere il valore divulgativo del mezzo giornalistico e più in generale dei mezzi di co-municazione, cimentandosi in prima persona nelle varie fasi di stesura di un articolo, ma anche approfondire gli aspet-ti connessi alle problematiche ambientali e alle buone prati-che che ne possono rappre-sentare la soluzione. Gli articoli redatti dagli studenti verranno poi pubblicati sulle pagine del nostro mensile, in uno spazio appositamente dedicato alle notizie provenienti dalle scuo-le.

Sostenibilità e professioni green

Il secondo percorso si rivolge in particolare alle classi terze, quarte e quinte delle scuole secondarie di secondo grado, come strumento di supporto in vista della scelta del percorso di studi o professionale da in-traprendere. Si tratta di incontri in forma di conferenza, indica-ti quindi anche per una platea

che comprenda più classi. At-traverso il racconto dell’espe-rienza di infoSOStenibile, gli studenti potranno scoprire le tappe della nascita di un gior-nale che ha scelto di fare del-la sostenibilità la propria linea editoriale, dalla sua ideazione teorica alla sua realizzazione pratica, fino alle questioni legate alla gestione quoti-diana e alle tante professio-nalità e realtà “green” con le quali infoSOStenibile ha a che fare: giornali-sti, giuristi ambientali, nutrizionisti, ener-gy manager, tec-nici ed esperti di edilizia e mobilità sostenibile, web designer, esperti di social network, solo per citarne alcuni. L’espe-rienza maturata nell’arco di cin-que anni di vita dal nostro men-sile può essere un’occasione formativa, an-che per com-prendere come potersi

muovere nell’attuale contesto lavorativo: per chi volesse ap-profittarne, la nostra redazione è a disposizione per ulteriori in-formazioni e contatti: [email protected].

Laboratori e incontri per parlare di ambiente e giornalismo. Le proposte del nostro mensile

A scuola con infoSOStenibile

www.infosostenibile.it Numero 46 - Ottobre 2015 37

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Una dieta equilibrata è un vali-dissimo strumento di preven-zione per molte malattie e, per essere tale, è fondamentale ali-mentarsi in modo corretto. Dalla nostra alimentazione quotidiana deriva la nutrizione ovvero il pro-cesso attraverso cui il nostro or-ganismo utilizza i principi nutritivi che introduciamo.Molti sottovalutano questo aspetto così importante che si ripete in media almeno 3 volte al giorno e per tutta la nostra vita! È necessario quindi, e in parte do-veroso, che ognuno di noi possa apprendere l’ABC di un’adegua-ta alimentazione soprattutto per evitare grossi errori, molti dei quali, se protratti nel tempo, po-trebbero predisporre a diverse patologie.

Alimentarsi con una maggiore varietà di cibi porta sicuramen-te benefici, tant’è vero che si è riusciti a debellare anche molte malattie dovute a carenze nutri-zionali. Ma non sempre è garan-tita una corretta assunzione di tutti i principi nutritivi attraverso la nutrizione a causa delle abi-tudini alimentari che, nel tempo, hanno subito diversi cambia-menti. Ad esempio negli anni ’50 a causa del boom economi-co ci sono stati molti mutamenti dal punto di vista dietetico che

hanno introdotto generi alimen-tari un tempo considerati rari e che non tutti i ceti sociali poteva-no permettersi, come nel caso delle derrate di origine animale. La tendenza che si è sviluppata, a mangiare più del necessario rispetto al proprio fabbisogno giornaliero, introducendo cibi super raffinati, devitalizzati e im-poveriti dei loro principi nutritivi, ha portato gli italiani a essere sempre più esposti alle comu-ni malattie del benessere della nostra società odierna come l’i-pertensione, l’obesità, l’arterio-sclerosi, il diabete e i tumori.

Il “buono da mangiare”

«Il concetto di buono da man-giare dipende molto dalla cultu-ra a cui un soggetto appartiene, ma all’interno della stessa cul-tura ogni individuo mostra gu-sti diversi. Inoltre uno stesso individuo può apprezzare o meno lo stesso cibo a secon-da del momento o del luogo in cui lo consuma. Una cosa cer-ta è che il buono da mangiare non ha affatto a che vedere solo con il senso del gusto; nell’atto del mangiare intervengono tutti i sensi contemporaneamente, e quindi si parla di omnisensoria-lità, ma anche aspetti culturali, emotivi, simbolici, psicologici, rituali, religiosi, che trasformano una pura azione materiale, in un vero e proprio linguaggio», co-me ha sottolineato la Dott.ssa Razzano, ex-docente universi-taria dell’Università San Raffa-ele di Roma. In ogni caso, pur tenendo conto dei vari aspetti sopra citati, il “buono da man-

giare” non è necessariamente in contrapposizione con la nostra salute. Non dimentichiamo infatti che a tavola ci si può concedere di tutto; la varietà così come la moderazione, sono infatti rego-le fondamentali per mantenersi in buona salute e in tal senso dovremmo quindi orientare le nostre scelte alimentari. L’invito dei nutrizionisti è infatti quello di adottare uno stile alimentare più sobrio, seguendo alcune indica-zioni generali, in parte elencate nel breve decalogo qui accanto.Inoltre la dietetica, con metodi

sperimentati da molto tempo, è riuscita a stabilire la giusta quan-tità e qualità di tutti i nutrienti te-nendo in considerazione anche l’età, il sesso, l’attività lavorativa e fisica, oltre a particolari esi-

genze nutrizionali in certe fasi della vita come la gravidanza, l’allattamento, il periodo di cre-scita e l’anzianità, tutti aspetti da tenere in considerazione per una corretta nutrizione.

Rossana MadaschiDietista Punto ristorazione eDocente di Scienza dell’AlimentazioneCell. +39 347 0332740 - [email protected]

La rubrica è promossa da Punto Ristorazione srl

Oggi mi nutroCosa si intende con il termine nutrirsi?

Alimentazione

“A tavola ci si può concedere di tutto: la varietà così come la moderazione sono regole fondamentali”

Decalogo del mangiare bene➊Varia la scelta dei cibi, garantisci un apporto adeguato di nutrienti e di energia.

➋Fai sempre la prima colazione ed evita di saltare i pasti.

➌Assumi ogni giorno almeno 5 porzioni tra frutta e verdura, preferendo quelle di stagione e possibilmente di colore diverso (verde, bianco, rosso, giallo/arancio e blu/viola) perché ogni colorazione è indice di proprietà nutritive particolari.

➍Consuma quotidianamente cereali e derivati (quali ad esempio riso, orzo, pasta, gnocchi, pane, ecc.), includendo anche quelli integrali e preferibilmente da agricoltura biologica.

➎Riduci il consumo di carni rosse e sostituiscile con il pesce (fresco o surgelato).

➏Introduci i legumi almeno 2-3 volte alla settimana perché ricchi di proteine di origine vegetale, privi di colesterolo e con cospicue quantità di fibre che riducono l’assorbimento degli zuccheri e dei lipidi, oltre a fornire un elevato senso di sazietà.

➐Limita il consumo di grassi, soprattutto quelli di origine animale, privilegiando l’olio extravergine di oliva. ➑Consuma poco sale (preferibilmente iodato e integrale) e utilizza frequentemente le erbe aromatiche (basilico, origano, timo, salvia, erba cipollina, ecc.).

➒Riduci il consumo di dolci e di bevande zuccherate gassate.

➓Bevi ogni giorno acqua in abbondanza nella quantità di almeno 1 litro e mezzo.

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Considerato uno dei tre padri della fami-glia degli agrumi con il pomelo e il man-darino, il cedro ha la forma e le dimensioni di un grosso limone e la scorza di color giallo verdognolo. Spesso viene confuso con la conifera presente in Libano, dalla quale si ricava legno per la costruzione di navi sin dai tempi dei Fenici. In Italia è diffuso principalmente nelle regioni del sud: Calabria, Sicilia ma qualche cultivar è presente anche nelle limonaie del La-go di Garda, con l’appellativo di Cedro di Salò. Tra le varietà più note in Italia spicca il cedro di Diamante, toponimo della Ri-viera dei Cedri cosentina, lungo la quale fioriscono ogni anno ottime qualità di frut-ti, attirando botanici ed esperti da tutto il mondo. Da sempre considerato un frutto raffinato e importante, è stato coltivato nei giardini più prestigiosi della storia: la famiglia de’ Medici custodiva gelosamente le sue semenze e pare non vo-lesse che circolas-sero all’esterno; il cedro fu anche pro-tagonista indiscusso delle rappre-sentazioni di nature morte durante l’e-poca barocca, essendo ritenuto un frutto bello e nobile.

Oggetto di venerazione nei culti ebrai-ci fin dall’antichità, grazie ai quali giunse probabilmente in Europa guadagnandosi l’appellativo di Citrus medica dai popoli mediterranei, oggi il cedro viene da tut-ti considerato un agrume ricchissimo di proprietà benefiche: contrasta i radicali liberi e ha un’azione antitumorale. Oltre a queste proprietà riconosciute, il cedro è ricco di sali minerali e di tanta vitamina C e svolge un’azione disinfettante sia esterna che interna. Non tutti sanno che si tratta inoltre di un naturale regolatore dell’ipertensione se consumato al mattino come spremuta. Data la buccia spessa e rugosa che oc-cupa circa i tre quarti del frutto, il cedro viene spesso usato per realizzare can-diti e profumi. Può essere assunto co-me spremuta, ma anche tagliato a fettine sottili in abbinamento a sfiziose insalate e piatti mediterranei.

In araldica la rapa è fin dal Medioevo utilizzata di fre-quente come simbolo di beneficenza da parte di una famiglia o di una casata nobiliare. Prove-niente dalla Siberia oc-cidentale, la rapa si è adattata a climi diver-si ed è per tradizione considerata un cibo dei “tempi duri”, in quanto resiste bene al freddo (fino a -10 gradi centigradi) e si conserva fino al raccolto successivo, per fare scorte in tempi di carestia. La rapa è un ortaggio consumato tutto l’anno dal momento che presenta varietà invernali e primaverili. Vengono utilizzate la radice carnosa e le foglie come verdura cotta. In alcune regioni è impiegata per l’alimen-tazione del bestiame ed è persino pro-tagonista di esperimenti botanici nello Spazio. Secondo la tradizione, la rapa è priva di sapore e per questo è entrata in molti proverbi e modi di dire come “testa di rapa”, “cavare sangue da una rapa”. Le esigenze nutritive della pianta sono medio basse, mentre sono elevate quel-le idriche: predilige terreni ricchi d’acqua seppur poveri. Ciò trova conferma anche nelle sue caratteristiche nutritive, essen-do composta per più di tre quarti da ac-qua e meno di un quarto da sali minerali, tra cui potassio, fosforo, calcio, sodio e

una buona quantità di vitamina C. È un alimento che può essere conservato in frigorifero fino a una settimana: va lavata bene, pulita con il pelapatate per elimina-re residui di terra e alleggerita dalla buccia non commestibile. Preziosa fonte di so-stentamento per moltissimi popoli antichi, oggi la rapa è conosciuta per essere po-co digeribile a causa della elevata quan-tità di cellulosa. È presente in natura con una varietà di colori, dal bianco al viola, e di forme, dalla tonda alla oblunga e semi-conica. La polpa chiara e croccante, dal sapore dolce, in alcuni casi tende anche al piccante. La consistenza è spugnosa; può essere mangiata fresca in pinzimonio con sale e olio ed è l’ingrediente base per la giardiniera. Un elemento multiuso del-la nostra cucina dunque, adatta a tutte le stagioni.

Mele, pere, nocciole, uva, castagne, noci, corbezzolo

Frutta di stagioneOttobre

Porri, cavolo, zucca, broccoli, carote, patate, insalate, cicoria

Verdura di stagioneOttobre

Cedro candito Orzotto con rape rosseprEparazIonESbucciate il cedro e tenete la scorza con poca parte bianca. Sistemate le scor-ze di cedro in una bacinella coprendole interamente di sale grosso per 24 ore. Lavate bene le scorze, eliminando qual-siasi traccia di sale. Mettete le scorze in una pentola piena d’acqua e fate bollire una ventina di minuti. Scolatele bene e mettetele da parte. In una pentola preparate uno sciroppo con lo zucchero e l’acqua. Lo scirop-po deve arrivare ad una temperatura di 110° oppure diventerare duro. A questo punto spegnete la fiamma ed immer-geteci il cedro che dovra’ riposare nello sciroppo 24 ore. Questa operazione de-ve essere ripetuta almeno altre quattro volte

IngrEdIEntI• 800 gr di cedro• 800 gr di zucchero• 400 gr di acqua)• Sale necessario a coprire le scorze

LaRICETTALa

RICETTA

prEparazIonETagliate a rondelle il porro e le carote e fatele saltare in padella con l’olio extra vergine di oliva per alcuni minuti.Versate poi l’orzo, preventivamente la-vato e fatelo tostare un po’; poi aggiun-gete il vino. Evaporato il vino mettete l’acqua, abbastanza ma non troppa.Dopo 20 minuti, unite la mezza rapa frullata e la mezza rapa a dadini. Fate cuocere per altri 20 min. Servite ben caldo.

IngrEdIEntI pEr 2 pErsonE• 100 gr di orzo perlato• 1/4 di porro grande • 2 carote• Acqua calda salata • Mezza tazzina da caffè di vino bianco• 1 rapa rossa precotta

La RapaSarà una testa vuota ma che resistenza

Il Cedro Dalle nature morte barocche alla nostra tavola

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Nell’antichità l’uomo primitivo beveva il vino nelle corna rove-sciate degli animali, costume conservato anche dai barbari, oppure in grosse conchiglie ma-rine come era usanza nell’antica Grecia. Nel tempo furono rica-vati altri recipienti, lavorando il legno o incavando la pietra. Tut-tavia anche queste modalità non erano le migliori per degustare il nettare degli dei, perché il legno riscalda e assorbe mentre la pie-tra e i metalli raffreddano. Il bic-chiere come lo intendiamo noi fu creato dagli Egizi e fu portato in Occidente dalle legioni romane che in Siria impararono l’arte ve-traria. Bere vino in un bicchiere nell’antica Roma imperiale vole-va dire appartenere alla schiera di ricchi intenditori raffinati. Per

gustare e apprezzare il vino di qualità, i bicchieri (dal tardo la-tino “bicarium” a sua volta debi-tore al greco “bikos”) sono molto importanti perché il colore, la for-ma e la materia prima di cui sono composti possono influire posi-tivamente o negativamente sia sullo svilupparsi degli aromi, sia riguardo ai sapori. I bicchieri mi-gliori sono di sottile cristallo, che permette al vino di riflettere tutta

la luce possibile, mentre meno pregiato è il vetro. Il bicchiere deve essere trasparente, senza sfaccettature o sporgenze, privo di motivi ornamentali affinché si possa esaminare meglio il colo-re del vino. La migliore forma per un bicchiere da degustazione è quella a calice, che ha sempre avuto una connotazione rituale, sia nel convivio sia nella liturgia. Il calice, inoltre, poiché viene im-pugnato dallo stelo, non altera la temperatura del vino. I bicchie-ri infatti devono avere la stessa temperatura del vino che verrà servito in essi: quelli dedicati allo spumante dovranno perciò es-sere freddi e quelli per i vini rossi a temperatura ambiente. La for-ma rotonda consente inoltre di farlo ruotare agevolmente per

ossigenare il vino, im-prigionato a lungo in bottiglia. In questo modo si espande il bou-quet, ovvero l’insieme delle sen-sazioni ol-fattive, ma si valuta anche il tenore alcolico e la ricchezza di glicerina. Ogni tipo di vino richiede quindi un bicchiere adeguato.

Alice Motti

L’angolo del SommelierLa rubrica che vi invita a conoscere le eccellenze del vino curata dall’Enoteca La Cieca

Alimentazione

“La migliore forma per un bicchiere da degustazione è quella a calice, che ha sempre avuto una connotazione rituale”

Calice a forma di tulipano slanciato

Ideale per i vini bianchi sapi-di. Leggermente più grande si usa per i rossi novelli o giova-ni, oppure per i rossi classici mediamente invecchiati. Per i vini bianchi frizzanti è meglio usare un bicchiere più arro-tondato, allungato, con l’orlo leggermente svasato.

Calice grande e panciuto

Riservato ai grandi vini rossi lungamente invecchiati che prima di essere degustati de-vono preferibilmente fare un passaggio nel decanter, do-ve si possono ossigenare in modo che questo tipo di vino riesca in breve tempo a espri-mere tutti i suoi pregi di bou-quet e sapore.

Flûte

Noto anche come “bicchiere ad angelo” ha una forma stret-ta e slanciata che permette di mantenere la persistenza del-le bollicine, ideale per gli spu-manti secchi. Gli spumanti dolci vanno invece serviti nei bicchieri a forma di cop-pa che ricordano atmosfere anni Trenta.

Calice dipiccolo formato

Particolarmente adatto per i vini da dessert, presenta una forma tondeggiante che tutta-via si restringe verso l’altro per conservare al meglio l’aroma. Le piccole dimensioni sono determinate dal fatto che es-sendo questi vini di notevole gradazione alcolica, se ne be-ve in minore quantità.

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www.infosostenibile.itNumero 46 - Ottobre 201540

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Quando nel 1955 l’enologo Fran-co Ziliani incontrò Guido Berluc-chi e creò la prima bottiglia di Franciacorta sicuramente non si sarebbe mai immaginato che, solo qualche decennio dopo, con la generazione successiva, si sarebbe nuovamente innovato il modo di fare vino nella regio-ne. Come illustrato dall’enologo e amministratore delegato del-la Berlucchi Spa, Arturo Ziliani, in una serata organizzata al Fi-landone di Martinengo (Bg) dal nostro mensile infoSOStenibile, a partire dai primi anni duemila, l’azienda si è proiettata con de-cisione nel futuro, abbracciando un percorso green che ha coin-volto ogni fase della produzione, dalla vite alla bottiglia. Dopo un’accurata analisi del ter-ritorio e la selezione delle zone di coltivazione più adeguate, gli 85 ettari di vigneti dell’azienda sono stati interamente converti-ti al biologico e, subito dopo, la stessa sorte è toccata alle viti dei fornitori, circa 420 ettari, attual-mente già convertiti o in fase di conversione. Un ruolo fondamentale in que-sto percorso l’ha avuto -e man-tiene tuttora- la tecnologia che, attraverso l’uso di particolari

droni, permette ad esempio la fertilizzazione mirata o l’ana-lisi differenziata dello stato di maturazione dell’uva che viene pertanto raccolta con il meto-do della vendemmia frazionata. Un mix di tecniche tradizionali e metodi avanzatissimi consen-te di impedire il diffondersi delle malattie: ad esempio sono limi-tati al minimo gli sfalci d’erba per aumentare la presenza di mi-crofauna antagonista e nel con-tempo, contro la temutissima tignoletta, viene utilizzato il me-todo della confusione sessuale, che consiste nell’uso di diffusori di feromoni che disorientano il maschio e impediscono l’ac-

coppiamento e la riproduzione della specie. Recentissimo è lo studio sulla possibilità di stimo-lare la produzione degli “anticor-pi” della vite, detti fitoalessine, attraverso sperimentazioni con l’alga Laminaria, che contie-ne alcuni dei componenti della peronospora e agisce dunque come una sorta di rimedio ome-opatico per contrastare l’insor-gere del fungo. Anche le cantine e le fasi di trasformazione sono state investite dalla prospettiva green intrapresa dal prestigioso marchio della Franciacorta: gra-zie al contenimento delle perdite e al riciclo dell’acqua sono stati ridotti drasticamente i consumi

idrici, oltre ad aver installato sui tetti degli edifici ben 2600 pan-nelli fotovoltaici che forniscono il 41% dell’energia necessaria per la produzione. «Non abbiamo mai pubblicizza-to la nostra conversione al bio-logico, perché prima vogliamo sperimentare rigorosamente i risultati ottenuti con questi nuo-vi metodi –ha dichiarato l’am-ministratore delegato Arturo Ziliani-. Per questo negli anni abbiamo aderito a una serie di progetti e protocolli internazio-nali come il progetto Ita.Ca per la stima di quantità di gas serra emessi, o il Biopass, o ancora la certificazione Viva del Ministero

dell’Ambiente per una viticol-tura sostenibile. Grazie anche all’investimento della Berlucchi in questa direzione -prosegue Ziliani- oggi la Franciacorta può fregiarsi di essere una delle de-nominazioni viticole più biologi-che: oltre il 25% della superficie vitata è bio o in conversione. E il processo continua». Sulla possibilità di creare la pri-ma bottiglia di Berlucchi bio-logico Ziliani però frena i facili entusiasmi, ricordando che c’è una differenza tra le due cate-gorie di vino “prodotto da uve biologiche” e un “vino biologi-co”, che deve avere bassi livelli di solfiti e additivi e sottoporsi a un particolare processo di certi-ficazione. «Ci siamo messi con convinzione sulla strada di una viticoltura più sostenibile, ma il nostro obiettivo primario non è produrre un vino biologico a tutti i costi- commenta infatti l’enolo-go- bensì un vino che sia buo-no». E assaggiando un bicchiere del suo ottimo Franciacorta non si può dire che questo obiettivo non sia stato pienamente rag-giunto e riconosciuto in Italia e nel mondo.

Giulia Torriani

Vino bianco, rosso o… verde?Il percorso green del prestigioso marchio Berlucchiverso il Franciacorta biologico

“85 ettari di vigneti dell’azienda sono stati interamente convertiti al biologico e, subito dopo, la stessa sorte è toccata alle viti dei fornitori, circa 420 ettari, attualmente convertiti o in fase di conversione”

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È in crescita il trend della co-smesi biologica e naturale e i dati raccolti negli ultimi anni lo dimostrano, lasciando in-tendere che il futuro è ancora più roseo, anzi green! Oggi la biocosmesi è infatti accessi-bile a tutti e non interessa più solamente esperti del setto-re o persone particolarmente sensibili al tema. Una maggio-re informazione, l’esplosione di disagi legati a intolleranze e allergie ai prodotti chimici e l’esigenza di usare prodotti efficaci e non solo molto po-polari sono le ragioni alla ba-se di questo trend. Per dirlo in cifre: il fatturato del settore in Italia ha registrato una crescita del 2,4% nel 2014 ed è prossi-mo al raggiungimento del 3% nell’anno in corso. Questi dati però rivelano anche l’impellen-za di indirizzare i consumatori verso un mercato biocosme-tico o cosmetico naturale che lo sia effettivamente e non si limiti a sfruttare il fascino e la credibilità veicolati dall’imma-gine green. Ecco dunque che sorgono anche dei doveri nei confronti dei consumatori che si barcamenano in un merca-to confuso e troppo variegato. A livello europeo l’interesse è aumentato notevolmente so-prattutto a partire dal 2009 e il mercato di cosmesi natu-rale in Italia si colloca al terzo posto, registrando un trend in continua crescita malgrado la crisi economica. Il colosso però che da sempre si è mo-strato incline all’uso di prodot-ti biologici a uso cosmetico è

rappresentato dagli Stati Uniti, pionieri in questo settore. Ciò che avvicina i consumatori al-la cosmesi naturale e biologica va di pari passo con l’esigen-za di un ritorno al naturale e al genuino, attenzione verso ciò che mangiamo, produciamo, usiamo per vestirci, muoverci e farci belli. Questi cosmetici sono anche definiti “delicati” perché sono privi di ingredienti chimici inquinanti e oltre a far bene alla pelle, la loro produ-zione non nuoce all’ambiente. Rispettano la natura e l’uomo, a partire dall’uso degli ingre-dienti fino ad arrivare al packa-ging molto spesso semplice e dal basso impatto ambientale. Il risultato è un binomio che co-niuga la salute del corpo con quella dell’ambiente. Gli italiani si collocano sul podio dei con-sumatori europei di biocosme-si. Prendersi cura di sé in modo naturale non è solo di moda, ma è pratica integrante di uno stile di vita sano e sostenibile il cui trend non può che conti-nuare a essere positivo.

In crescita la cosmesi biologica e naturale

Quando il green ti fa bellaViviSOStenibile

A settembre presso il Teatro della Terra, il centro convegni all’inter-no del Biodiversity Park di Expo, si è tenuto un incontro dedicato al BellEssere naturale, biologi-co e certificato, organizzato da Natrue, l’associazione interna-zionale della cosmesi naturale e biologica con sede a Bruxelles. Si tratta di un’entità no profit e indipendente, nata con l’obiet-tivo di operare a favore dell’ar-monizzazione dei criteri tecnici e degli standard di certificazione all’interno della cosmesi natura-le. L’azione di Natrue non intende essere un ostacolo per i produt-tori, ma mira a tutelare i consu-matori finali che hanno il diritto di ricevere informazioni chiare e precise sui prodotti che scelgo-no di utilizzare. Gli oratori presenti al convegno hanno evidenziato l’incremento della cosmesi biologica sul mer-cato nazionale, sottolineando la crescita costante e significativa della vendita di prodotti natura-li avvenuta negli ultimi dieci an-ni. A partire dal 2010 inoltre la biocosmesi non è più materia esclusivamente erboristica o far-maceutica ed è uscita dal mer-

cato di nicchia a favore di una diffusione che abbraccia diversi canali di vendita. Questo aspetto richiede pertanto maggiori stan-dard di certificazione che tutelino i consumatori, assicurino l’ef-fettiva essenza bionaturale dei cosmetici e combattano il feno-meno del greenwashing, ovvero la tendenza di alcune aziende a incentivare strategie di comuni-cazione che strumentalizzano i concetti di natura e di biologico per ottenere un incremento delle vendite. La certificazione ricono-sciuta a livello internazionale e con standard elevati è necessa-ria quindi a garantire qualità, tra-

sparenza e serietà. È importante che i brand cosmetici prestino attenzione anche al contenitore, non soltanto al contenuto, impe-gnandosi a ridurre al minimo l’im-patto ambientale del packaging. Secondo Natrue la biocosmesi si può definire tale solo se i prodotti vengono realizzati con ingredien-ti naturali, di derivazione natura-le o natural-identici. Un prodotto non può essere biologico senza essere naturale e, come afferma lo slogan di Natrue, l’autenticità della natura si preserva solo gra-zie a un impegno costante.

Elena Pagani

Al Teatro della Terra di Expo2015 un convegno dedicato alla cosmesi certificata da Natrue

Il BellEssere naturale, biologico e certificato

“Il fatturato del settore in Italia ha registrato una crescita del 2,4% nel 2014 ed è prossimo al raggiungimento del 3% nell’anno in corso: un trend in continua crescita malgrado la crisi economica”

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Appuntamenti dal territorioCalendario Ottobre 2015Bergamo

■■■ MusicA Tutti i venerdì e sabato di ottobre Musica ad Astino Bergamo Monastero di Astino concerti blues, soul e jazz. in caso di pioggia presso la cantina delle Pietre [email protected]

■■■ MostrA coLLEttiVA fino al 10 ottobre Mostra “Arte contemporanea 10” Bergamo Galleria Triangoloarte Via Palma il Vecchio 18 in mostra le opere di Guido Airoldi, Maurizio L’Altrella, Lorenzo Manenti, Gaetano orazio Tel. 035 403374

■■■ MostrA fino al 31 ottobre Rino Ferrari / Inferi Bergamo Sede storica dell’Ateneo di Scienze, Lettere e Arti in Piazza Duomo in occasione del 750° anniversario della nascita di Dante Alighieri in mostra un corpus di cinquata opere di rino Ferrari www.ateneobergamo.it

■■■ MostrA fino al 31 ottobre Luigi Veronelli - Camminare la Terra Bergamo Monastero di Astino Percorso espositivo su pensiero, vita e impegno di Luigi Veronelli, inventore di un nuovo linguaggio per comunicare cibo e vino www.camminarelaterra.it

■■■ MostrA fino al 15 novembre Alimentiamo la cultura

Presezzo (BG) Palazzo Furietti Carrara torna il Premio internazionale Ermenegildo e rinaldo AGAZZi, intitolato ai due fratelli artisti bergamaschi. in mostra 44 opere inedite di altrettanti artisti vincitori negli anni nelle tre sezioni del premio (pittura, acquarello e grafica) www.presezzo.gov.it

■■■ MostrA fino al 15 novembre Contemporary locus 9 - Marie Cool e Fabio Balducci Curno (BG) Area Tesmec, via Trento 26 contemporary locus 9, a cura di Paola tognon, invita Marie cool e Fabio Balducci a comporre un progetto site specific che torna a far vivereparte dei ritmi di lavoro dell’Edificio 1 nell’Area tesmec, oggi dismesso. www.contemporarylocus.it

■■■ FiErA 1 > 4 ottobre Fiera Creattiva 2015 Bergamo Fiera Bergamo, via Lunga torna la manifestazione dedicata all’hobbistica, alle arti manuali e al bricolage www.fieracreattiva.it

■■■ corso 2 > 4 ottobre 1° Corso europeo sul metodo intensivo Bergamo e Milano Bergamo Polaresco, Valle d’Astino, Expo Milano 2015 A Bergamo il primo incontro europeo sul metodo biointensivo, uno dei sistemi di coltivazione di piante alimentari su piccola scala più sostenibile sotto il profilo ambientale www.mais-spinato.com

■■■ FEstiVAL 2 > 18 ottobre Bergamo Scienza 2015 Bergamo

Luoghi Vari 13a edizione del festival di divulgazione scientifica che coinvolge la città con un ricco programma di eventi per tutte le età www.bergamoscienza.it

■■■ FEstiVAL 2 > 30 ottobre Festival organistico internazionale Città di Bergamo Bergamo Luoghi Vari 27a edizione del festival tutto dedicato alla musica, con ospiti d’eccezione fra i grandi organisti internazionali

www.organfestival.bg.it

■■■ MostrA 2 ottobre > 17 gennaio Malevic Bergamo GAMeC, via San Tomaso 53 una grande retrospettiva su Kazimir Malevic, artista chiave del XX secolo www.tuttipazzipermalevic.it

■■■ cEnA 2/9/16/23 ottobre Cena porta un amico Bergamo Via Quarenghi 36 ogni venerdì un Punto Macrobiotico organizza una cena dedicata a chi vuole

invitare un amico ad assaggiare piatti macrobiotici. il 9 e il 23 a seguire un incontro con presentazione libro Tel. 035 321377

■■■ incontro 3/10 ottobre Corso di cucina autunnale Bergamo Via Quarenghi 36 in programma gli ultimi due incontri del corso di uPM dedicato alla realizzazione di piatti tipici della stagione autunnale Tel. 035 321377

■■■ LABorAtorio

3/10/17/24/31 ottobre DomusBimbi Bergamo 16.30-18.00 > Domus, Piazza Dante A cura di Associazione Autonoma nuova Educazione Gioiosa, laboratori, giochi e attività rivolti a bambini dalla fascia nido alla scuola d’infanzia. costo a laboratorio 5euro con merenda Bio offerta da risto Lab www.gioiosabergamo.it

■■■ MostrA itinErAntE 4 ottobre > 10 gennaio 2016 Seduzione repulsione. Quello che le piante non dicono Bergamo

Orto botanico, Sala Viscontea in mostra all’orto botanico di Bergamo i sottili giochi di prestigio della natura www.reteortibotanicilombardia.it

■■■ incontro 5/12/19/26 ottobre Corso di respirazione “Il primo cibo è l’aria” Bergamo 18.00-19.00 > Via Quarenghi 36 uPM organizza un corso di respirazione. consigliati abiti comodi e stuoino Tel. 035 321377

■■■ incontro con DEGustAZionE 6 ottobre Buono come il Pane! Martinengo (BG) 20.45 > Filandone La terza serata del ciclo di incontri Alimentazione e salute ha come tema cereali e carboidrati complessi e il pane con grano bergamasco (Progetto Aspan) Tel. 0363 9860250

■■■ incontro E cEnA 8 ottobre La giustizia nel piatto Bergamo 17.30 > Auditorium Modernissimo, Piazza Libertà incontro con Mons. Bregantini e cena solidale. Prenotazioni entro il 6 ottobre [email protected]

■■■ cicLo Di incontri 8 ottobre Riprediamo fiducia Trescore Balneario (Bg) 20.30 > Consultorio Familiare Zelinda, Via F.lli Calvi 1 Al via un ciclo di 10 incontri per affrontare al meglio ansia e depressione. necessari una preiscrizione e un colloquio conoscitivo [email protected]

■■■ FEstA 8 ottobre 25esimo compleanno di un Punto

Vuoi pubblicarei tuoi eventiin queste pagine?scrivi a [email protected]

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www.infosostenibile.it Numero 46 - Ottobre 2015 43

Page 44: InfoSOStenibile 46 > Ottobre 2015

Appuntamenti dal territorioCalendario Ottobre 2015Macrobiotico Bergamo 20.00 > Via Quarenghi 36 Festeggiamo insieme a voi con un rinfresco con specialità vegetariane e di pesce. costo 10 euro per i soci, il ricavato andrà al progetto Ma-pi un bosco per la città Tel. 035 321377

■■■ FiErA 9 > 11 ottobre Agri Travel & Slow Travel Expo 2015 Bergamo Fiera Bergamo, via Lunga in linea con i temi di Expo Milano 2015 torna la fiera del turismo slow e dell’agriturismo eco-friendly con tante novità per tutti i gusti [email protected]

■■■ FiErA 9 > 11 ottobre Alta Quota 2015 - Fiera della Montagna Bergamo Fiera Bergamo, via Lunga Alla fiera della montagna saranno presenti grandi distributori, negozi specializzati, località sciistiche e turistiche, operatori del settore, hotel benessere; tanti eventi collaterali tutti da vivere [email protected]

■■■ concorso 9 > 11 ottobre Cibo, cultura e identità Bergamo e Milano Luoghi vari intorno a cibo, cultura e identità 54 scuole provenienti da diversi paesi europei hanno invianto i loro filmati al concorso “Giovani idee” 2015. chi vincerà andrà in una capitale europea www.giovanidee.it

■■■ FEstA 10 > 11 ottobre 49a Festa delle Castagne di Bracca Bracca (BG) Pro Loco di Bracca torna la festa delle castagne di Bracca con tante iniziative per una due-giorni all’insegna dell’autunno www.comune.bracca.bg.it

■■■ concorso 10 > 11 ottobre Premio Arte Martinengo (BG) 8.30-18.00 > Centro storico di Martinengo un concorso di pittura che ha come tema il bordo di Martinengo e la recnica pittorica libera www.martinengo.org

■■■ PrAnZo 11 ottobre Pranzo e laboratorio con i bambini Bergamo Via Quarenghi 36 uPM apre la domenica per un pranzo e un laboratorio tutto dedicato ai bambini Tel. 035 321377

■■■ LABorAtorio 13 ottobre Laboratorio di ricette: nutrirsi di salute Martinengo (BG) 20.45 > Filandone La quarta e ultima serata del ciclo di incontri Alimentazione e salute è curata dalla nutrizionista rossana Madaschi. È necessaria l’iscrizione al laboratorio Tel. 0363 9860250

■■■ cEnA-incontro 13/20/27 ottobre Indovina chi viene a cena? Bergamo 19.30 > Spazio giovanile Boccaleone, via Gandhi 3 torna per il terzo anno consecutivo l’iniziativa rivolta principalmemente ad adolescenti e giovani a tema partecipazione, sport e musica www.giovani.bergamo.it

■■■ corso 15/22/29 ottobre Corso base di cucina natutale Bergamo 20.00-22.30 > Sede nutrirsi di salute, via Monte Tesoro 12 rossana Madaschi, dietista e docente di scienza dell’alimentazione, dà il via a un ciclo di 3 incontri monotematici: cereali integrali, legumi, frutta e verdura e germogli fatti in casa www.nutrirsidisalute.it

■■■ FEstA 15 > 18 ottobre Festa d’autunno Villa di Serio (BG) Villa Carrara e via Papa Giovanni tanti eventi per valorizzare le eccellenze enogastronomiche e artigianali locali www.prolocovilladiserio.it

■■■ sAGrA 16 > 17 ottobre Castagne de Sansimù Corna Imagna (BG) Luoghi Vari tanti appuntamenti per la prima sagra della castagna: mercatini, borole, visita a un castagneto, dimostrazione di innestro e di pelatura delle castagne essiccate 348 2911844 - [email protected]

■■■ rAPPrEsEntAZionE tEAtrALE 17 ottobre Sorseggiare cultura Scazorosciate (BG) 21.00 > Catina Fedoja, via Giovanni Medolago in scena “un attimo” di silvia Gribaudi, il secondo dei quattro appuntamenti organizzati da Qui e ora residenza teatrale per abitare in modo diverso le cantine di scanzorosciate www.quieoraresidenzateatrale.it

■■■ cEnA 17 ottobre La castagna nel piatto Corna Imagna (BG) 20.00 > Sala della comunità una cena con piatti a base del prezioso

frutto preparati dai ristoranti locali. si consiglia la prenotazione 348 2911844 - [email protected]

■■■ FiErA 17 > 18 ottobre Fiera degli sposi Alt Sposami Alzano Lombardo (BG) Museo Alt - ex iItalcementi Alzano Lombardo 70 stand espositivi, sfilate, musica e tanti altri eventi per questa fiera dedicata alle nozze www.fierasposialtsposami.it

■■■ EVEnto 17 > 18 ottobre The big food festival Alzano Lombardo (BG) Spazio Fase, via Pesenti 1 tante idee e proposte per rivisitare con creatività i piatti tipi dello street food spaziofase.com

■■■ EVEnto 17 > 18 ottobre Marendì del Palio e Palio dei Cantù Martinengo (BG) Luoghi Vari Visite guidate, spettacoli a tema medioevale, esibizioni e tante altre iniziative per vivere due giorni nel Medioevo www.gruppocolleonimartinengo.it

■■■ sAGrA 17 > 18 ottobre 6a Sagra della Mela e dei Prodotti Tipici della val Brembana Piazza Brembana (BG) Due giorni dedicati alle preziose produzioni Brembane dove potrete assaporare e acquistare mele, formaggi, marmellate, biscotti, salumi, miele e birre della Valle Brembana! www.sagramela.it

■■■ FiErA 18 ottobre Fiera della Sostenibilità Dalmine (BG) 10.00 > via Mazzini, Dalmine Quali opportunità offre il mercato per facilitare comportamenti ambientalmente virtuosi ed economicamente consapevoli? un’occasione per scoprirlo www.dalminecultura.bg.it

■■■ PrAnZo 18 ottobre Cena con Lista di pesce Bergamo Via Quarenghi 36 uPM apre la domenica per una cena tutta di pesce

Tel. 035 321377

■■■ VisitA GuiDAtA 18 ottobre Visita al Museo dei Tasso e della storia postale Camerata Cornello (BG) Via Cornello 22 una visita guidata gratuita nel Borgo di cornello, passando dalla chiesa dei ss. cornelio e cipriano e dal Museo dei tasso e della storia postale museodeitasso.com

■■■ rAssEGnA GrEEn 18 > 24 ottobre Settimana per l’Energia Bergamo Luoghi Vari sette giorni di eventi, seminari, workshop, laboratori per promuovere la cultura del consumo responsabile, approfondire il tema della green economy, creare occasioni di incontro e riqualificazione professionale www.settimanaenergia.it

■■■ conVEGno 21 ottobre Imparare a osservare e comprendere gli alberi Bergamo i.lab, Parco scientifico tecnologico Kilometro Rosso Diagnostica della vitalità degli alberi. Potatura e gestione degli alberi maturi. il Metodo ArcHi (analisi architettura degli alberi), relatore christophe Drénou www.architetturadeglialberi.it

■■■ conVEGno 23 > 24 ottobre Cibo, sostenibilità e territorio: dai circuiti alternativi di approvvigionamento alle nuove forme di governance Bergamo 9.30 > Università di Bergamo, sala conferenze S.Agostino tanti interventi di ospiti illustri, con la lectio magistralis di colin sage (university college cork) coreslab.wikispaces.com

■■■ FiErA 24 ottobre > 1 novembre 37a edizione Fiera Campionaria Bergamo Fiera Bergamo, via Lunga 37a edizione della fiera campionaria che rappresenta tutti i settori merceologici in grado di soddisfare con un’infinità di prodotti ogni tipo di esigenza, in un’atmosfera di allegria e festa

[email protected]

■■■ incontro 25 ottobre La cultura del massaggio. Uno strumento per conoserci ed entrare in contatto con gli altriBergamo Via Longuelo 146 Giornata aperta a tutti per provare e conoscere shiatsu, ayurveda, reiki, massaggio dei chakra, riflessologia, massaggio olistico. conferenze e trattamenti in programma. www.asdmovimento.it

■■■ cEnA 30 ottobre Cena per gli insegnanti Bergamo Via Quarenghi 36 un ricco menu tutto da gustare per una serata macrobiotica in compagnia Tel. 035 321377

mILaNo

■■■ incontro 3 ottobre L’orto fra i cortili di Piuarch Milano 10.30 > Orto fra i cortili, via Palermo 1 Visita dell’orto fra i cortili e simposio internazionale territorial repercussions: feeding our cities www.piuarch.it

■■■ FEstiVAL fino al 4 ottobre Il suq delle culture Milano Fabbrica del Vapore, via Procaccini 4 un grande bazar dei popoli simbolo di incontri e scambi tra genti, culture e tradizioni www.fabbricadeldialogo.it

■■■ MostrA fino al 10 gennaio Giotto, l’Italia Milano Palazzo Reale una sequenza di capolavori assoluti per la prima volta in un’unica mostra www.mostragiottoitalia.it

■■■ MostrA Fino al 7 febbraio 2016 Da Raffaello e Schiele Milano Palazzo Reale capolavori dal museo di Belle Arti di Budapest www.daraffaelloaschiele.it

■■■ incontro 5 ottobre Giornata della Finanza-Lama Milano 10.30-18.00 > Auditorium Cascina Triulza, Expo Milano convegno presentato da Zerocento. investing impact www.plef.org

■■■ incontro 21 ottobre Giornata della nuova imprenditoria Milano 10.30-13.30 > Spazio Workshop Cascina Triulza, Expo Milano convegno presentato da curti. impact Hub Firenze www.plef.org

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Venerdi 27 novembreCena di Compleanno di

www.infosostenibile.itNumero 46 - Ottobre 201544

Page 45: InfoSOStenibile 46 > Ottobre 2015

Calendario Ottobre 2015BrescIa

■■■ MostrA fino al 31 ottobre Civica liuteria bresciana Brescia Salone vanvitelliano, Palazzo Loggia strumenti antichi dal Museo della città www.comune.brescia.it

■■■ MostrA fino al 31 ottobre Expo 1904. Brescia tra modernità e tradizione Brescia Piccolo Miglio, Castello di Brescia Percorso espositivo dedicato all’Esposizione di Brescia del 1904 che si svolse in castello www.comune.brescia.it

■■■ MostrA fino al 4 novembre In Trincea Rodengo Saiano (BS) 14.00-19.00 > Musil, via del Commercio Breve viaggio nella Grande Guerra. Aperta nelle giornate di venerdì, sabato e domenica www.musilbrescia.it

■■■ oPEn DAY 10 ottobre Open day Palazzolo Digital Hub Palazzolo sull’Oglio (BS) 15.00-19.00 > Palazzolo Digital Hub, Viale Europa 36/g open day di presentazione dei nuovi corsi dell’accademia del Palazzolo Digital Hub www.palazzolodigitalhub.it

■■■ MostrA fino al 15 novembre Cappucceto rosso. Una mostra da favola Brescia Galleria dell’Incisione, via Bezzecca 4 Attraverso un punto di vista personale gli artisti coinvolti rileggono la fiaba e ne propongono versioni inedite www.incisione.com

■■■ MostrA fino al 17 gennaio Brixia. Roma e le genti del Po Brescia Museo di Santa Giulia e luoghi vari, via Musei Grande mostra promossa dal Ministero per i Beni e le attività culturali e il turismo con visita al parco archeologico meglio conservato del nord italia www.brixia.bresciamusei.com

■■■ FEstiVAL 2>4 ottobre Festival Supernova Brescia Luoghi vari supFestival dell’innovazione che mette a confronto il mondo dell’innovazione digitale 2.0 con le grandi industrie e aziende italiane www.festivalsupernova.it

■■■ conVEGno 3 ottobre Educazione e Pace Brescia Palabanco convegno organizzato dall’Associazione Montessori Brescia per contribuire alla valorizzazione e diffusione, in famiglia e nella scuole, del pensiero e del metodo pedagogico di Maria Montessori www.montessoribs.it

■■■ cuLturA

3 ottobre La notte della cultura Brescia 18.00>00.00 Luoghi vari tanta musica, teatro, performance, gallerie aperte, visite ai monumenti, scoperte e sorprese www.bresciamusei.com

■■■ FiErA 3>11 ottobre Librixia-Fiera del libro Brescia Piazza Vittoria torna la fiera che promuove il mercato editoriale locale, con letture, confronti e incontri www.comune.brescia.it

■■■ FiErA 10>11 ottobre Brescia Sposi Brescia Pala Banco Evento per i futuri sposi della Lombardia e del Veneto con interessanti proposte di prodotti e servizi per organizzare al meglio il giorno del matrimonio www.bresciasposinfiera.it

■■■ EVEnto 11 ottobre MetroDante Brescia Le 17 stazioni della metropolitana di Brescia Per festeggiare i 750 anni dalla nascita di Dante Alighieri, a cura di Metro Brescia (Brescia Mobilità) e cieli Vibranti, lettura integrale della Divina commedia in una sola giornata con formule diverse e accattivanti ladante.it

■■■ EVEnto 14/21/28 ottobre È tempo di coprirsi Brescia Spigolandia, via Mantova 36 Le “nuove” esposizioni tra coperte, abbigliamento vintage e accessori www.cauto.it

■■■ MErcAtino 17>18 ottobre Scambio di Stagione Brescia 14.00 > Cascina Maggia, via della Maggia 3 A cura di Legambiente Brescia torna il mercatino libero e gratuito. sabato consegna degli oggetti. Domenica dalle 9.00 alle 16.00 ritira gratuitamente quello che vuoi. www.cascinamaggia.it

■■■ ArtE 18 ottobre Fai Marathon Brescia Luoghi vari Gli anni ruggenti della Leonessa: l’architettura a Brescia nei primi decenni del ‘900 www.fondoambiente.it

■■■ APEritiVo 23 ottobre Speech ‘n Chips Palazzolo sull’Oglio (BS) 19.00 > Palazzolo Digital Hub, Viale Europa 36/g Aperitivo digitale in compagnia di Andrea sesta di Lercio, il famoso sito di satira www.palazzolodigitalhub.it

Mercati Agricoli e Biologici

Bergamo

■■■ tutti i MArtEDì Farmers market Campagna Amica Bergamo, piazza S. Spirito 8.00-12.30 Coldiretti Tel. 035.4524125

■■■ tutti i GioVEDì Farmers market Campagna Amica Seriate, piazza Alebardi 8.00-12.30 Coldiretti Tel. 035.4524125

■■■ tutti i VEnErDì Farmers market Campagna Amica Bergamo, piazza Pontida 8.00-12.30 Coldiretti Tel. 035.4524125

■■■ tutti i sABAti Mercato “bRiologico” Ponte San Pietro c/o Centro la Proposta 9.00-12.00 [email protected]

■■■ tutti i sABAti Mercato dei produttori locali Mozzo, La Porta del Parco 9.30-12.30 www.coopalchimia.it

■■■ oGni 1° sABAto DEL MEsE Mercato agricolo dei produttori locali Stezzano (Bg) 8.00-12.30 www.a21isoladalminezingonia.bg.it

■■■ oGni 1° sABAto DEL MEsE Mercatino del Ben-essere Piazza Don Todeschini, Brembate (Bg) 8.30-13.00 [email protected]

■■■ oGni 2° DoMEnicA DEL MEsE Mercato agricolo e non solo piazza S.Giuliano Albino (BG) 8.30 - 24.00 www.cittadinanzasostenibile.it

■■■ oGni 2° sABAto DEL MEsE Mercato agricolo e non solo Albino (Bg) 8.30-12.30 www.cittadinanzasostenibile.it

■■■ oGni 3°sABAto DEL MEsE Mercato agricolo e non solo Bergamo, piazza Pacati Monterosso 8.30-13.00

www.cittadinanzasostenibile.it

■■■ oGni 2° DoMEnicA DEL MEsE Mercato agricolo dei produttori locali Osio Sotto, piazza Papa Giovanni XXIII 8.00-12.30 www.a21isoladalminezingonia.bg.it

■■■ oGni 3° DoMEnicA DEL MEsE Mercato agricolo e non solo Alemanno San Bartolomeo, Viale di San Tomé 9.00-13.00 www.cittadinanzasostenibile.it

BrescIa

■■■ 1° FinE sEtt. Di oGni MEsE Mercatino Biologico Ecocompatibile Desenzano del Garda (BS) via Roma --

■■■ 3° FinE sEtt. Di oGni MEsE Mercatino Biologico Ecocompatibile Desenzano del Garda (BS) Piazza Matteotti --

■■■ 18 ottoBrE Mercato della Terra - edizione serale Borgo San Giacomo (BS) Castello di Padernello, via Cavour 1 www.castellodipadernello.it

■■■ 25 ottoBrE Mercato Meglio Bio in Piazza Brescia 9.30-19.00 > Piazza della Vittoria www.labuonaterra.it

■■■ oGni LunEDì Mercato di Campagna Amica Mompiano - Brescia 8.00-13.00 > Piazzale Vivanti www.campagnamica.it

■■■ oGni LunEDì Mercato Meglio Bio - Toscolano Toscolano Maderno (BS) 8.00-13.00 > Piazza Nassirya www.labuonaterra.it

■■■ oGni MArtEDì Mercato di Campagna Amica Orzinuovi (BS) 8.30-13.00 > Piazza V. Emanuele II www.campagnamica.it

■■■ oGni MArtEDì Mercato di Campagna Amica Erbusco (BS) 8.00-12.30 > Parcheggio Via Verdi www.campagnamica.it

■■■ oGni MArtEDì Mercato di Campagna Amica Passirano (BS) 8.30-12.30 > Piazza Europa www.campagnamica.it

■■■ oGni MErcoLEDì Mercato di Campagna Amica Rovato (BS) 8.00-12.30 > Piazza Palestro www.campagnamica.it

■■■ oGni GioVEDì Mercato di Campagna Amica Gussago (BS) 8.00-12.30 > Piazza Vittorio Veneto www.campagnamica.it

■■■ oGni VEnErDì Mercato di Campagna Amica Palazzolo Sull’Oglio (BS) 8.00-13.00 > Piazza Zamara www.campagnamica.it

■■■ oGni VEnErDì Mercato 47 Brescia 16.00-20.00 > Magazzino 47, via Industriale 10 www.magazzino47.org/mercato47

■■■ oGni sABAto Mercato Meglio Bio - Cascina Maggia Brescia 8.00-13.00 > Cascina Maggia, via della Maggia, 3 www.labuonaterra.it

■■■ oGni sABAto Mercato agricolo dal produttore al consumatore - km0 Sale Marasino (BS) 8.00-13.00 > Piazza Roma www.campagnamica.it

■■■ oGni sABAto Mercato di Campagna Amica Brescia 8.00-12.30 > via San Zeno 69 www.campagnamica.it

■■■ oGni sABAto cAD. 15 GG Mercato di Campagna Amica Travagliato (BS) 8.00-12.30 > località Piazza Cupole www.campagnamica.it

www.infosostenibile.it Numero 46 - Ottobre 2015 45

Page 46: InfoSOStenibile 46 > Ottobre 2015

Ecco le attività che ogni mese vi offrono l informazione green una rete di oltre 600 punti per promuovere nuovi stili di vita e d impresa

I Punti di distribuzione di infoSOStenibile

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Recapiti Redazione:Via Broseta, 12124128 Bergamo (zona Loreto)Tel. +39 035 258559Fax +39 035 [email protected]

Sono sempre di più i punti

di distribuzione del nostro

mensile che decidono di far

girare l informazione

SOStenibile. Queste attività

vengono premiate in termini

di visibilità e clientela dai

molti cittadini sensibili alle

buone pratiche ambientali.

E tu cosa aspetti?

Saronno (VA) – Viale Lombardia 30q 345 4129575E [email protected] spazioanteprima.wordpress.com

SpazioAnteprima

Circolo e spazio giovani inaugurato nell’aprile del 2009 dal Comune di Saronno e da un gruppo di giovani che nel 2010 si è poi costituito nell’as-sociazione culturale “Il Tassello”. SpazioAnteprima è luogo di espressione di creatività. Dispone di bar con spazio musica, reading e serate teatrali in-terno ed esterno, camera oscura, sala prove, salone multifunzionale ecc.

VARESE > Saronno

Brescia – Via Mantova 36q 030 377 5958e www.cauto.it

Spigolandia

Spigolandia è il negozio dell’usato a due passi dal centro cittadino. Si tratta di una delle declinazioni assunte dall’operato di CAUTO, acronimo di Cantiere Autolimitazione Onlus. Pur nascendo in risposta alla necessità di oggetti e abiti di seconda mano, intende anche sensibilizzare alla prati-ca del riuso. Da ottobre il negozio ospita la “nuova” collezione autunnale.

BRESCIA

Sotto il Monte (BG) - Via Roncalli 6q 035 791240E [email protected] e www.farmaciadrkeim.it

Farmacia San Giovanni Dr. Stefano Keim

La Farmacia San Giovanni da più di trent’anni è vicina alla salute dei propri clienti. Ha iniziato il proprio servizio nel 1977 con la famiglia Keim che con professionalità e competenza ha seguito passo dopo passo la crescita della propria attività fino ad oggi.

BERGAMO > Sotto il Monte Giovanni XXIII

Crema (CR) - Via Civerchi 9q 0373 893331-329E [email protected]

Biblioteca comunale di Crema

Palazzo Benzoni è dal 2002 la sede della biblioteca di Crema. Fu la resi-denza della famiglia Benzoni, uno dei principali casati della città. Venne acquistato dal comune di Crema nel 1949 e dopo aver ospitato il Tribunale, la Vigilanza Urbana e la Croce Rossa si presta ora ad accogliere il patrimo-nio librario della biblioteca cittadina.

CREMONA > Crema

Nembro (BG) – Via Roma 22E [email protected] www.gelateriaartigianaledinembro.it

Gelateria Artigianale di Nembro

Alla Gelateria Artigianale di Nembro il gelato viene prodotto quotidiana-mente impiegando esclusivamente prodotti di alta qualità che garantisco-no un alimento sano, naturale e genuino, privo di conservanti e fatto con materie prime freschissime.

BERGAMO > Nembro

Villa d’Almè (BG) - Via Borghetto, 16q 035 545966C Bondequo

Associazione Bondequo

L’Associazione Bondequo è nata a marzo 2015 grazie a un gruppo di vo-lontari per diffondere una cultura di economia alternativa a quella attuale di sfruttamento delle risorse ambientali e umane del pianeta. Bondequo si augura di riuscire a incidere sui meccanismi dominanti, attraverso la spe-rimentazione di modelli alternativi propri del commercio equo-solidale.

BERGAMO > Villa d’Almè

Bergamo – Largo Porta Nuova 5q 035 247424e www.nessiportanuova.it

Nessi - Panificio e pasticceria

L’azienda artigiana avviata dalla famiglia Nessi nel 1945 è dotata di due la-boratori: uno di arte bianca e l’altro di pasticceria. Tutto ciò che è in vendita presso il negozio di Largo Porta Nuova è di produzione propria. La scelta di materie prime accuratamente selezionate e il lavoro svolto da personale qualificato permettono di offrire ai clienti prodotti di alta qualità.

BERGAMO

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