InfoSOStenibile 40 > Marzo 2015

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Siamo italiani, quindi prima di tutto si fanno infinite discussio- ni su qualsiasi genere di idea. Siamo italiani, quindi seguono le inevitabili polemiche su qualsiasi decisione presa dopo le infinite discussioni. Purtroppo imman- cabili arrivano –effettivamente- gli scandali giuridici, finanziari, politici tanto diffusi nel Belpae- se. Forse solo quando il tempo stringe, la scadenza è imminente e occorre davvero concentrarsi sui progetti concreti allora si rie- scono a intravedere le opportu- nità positive tanto oscurate dalla segue a pagina 2 Pagina 40 Pagina 22 Società di Diego Moratti Palma il Vecchio Dal 13 marzo alla GAMeC di Bergamo prima retrospettiva mondiale La creatività è donna Speciale amianto Green Economy Pagina 14 BergamoSOStenibile 2015 Marzo Incentivi e imprese per smaltire la fibra killer Energia per la vita Pagina 30 Brescia La vicesindaco racconta la sua città Intervista Pagina 36 Cremona Patria dei liutai e del torrone Turismo Pagina 38 Monza Il verde Reale ospita l’arte Eventi L’Italia dell’arte e della cultura Effetti collaterali di Expo 50.000 copie IN LOMBARDIA PERIODICO SUGLI STILI DI VITA E D’IMPRESA SOSTENIBILI Numero 40 | Anno VI° | Marzo 2015 | www.infosostenibile.it 50.000 COPIE GRATUITE IN LOMBARDIA ALL’INTERNO > LA CARTA DI MILANO Sinergie per un nuovo Rinascimento

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Periodico d’informazione culturale sugli stili di vita e d’impresa sostenibili

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Siamo italiani, quindi prima di tutto si fanno infinite discussio-ni su qualsiasi genere di idea. Siamo italiani, quindi seguono le inevitabili polemiche su qualsiasi decisione presa dopo le infinite discussioni. Purtroppo imman-cabili arrivano –effettivamente- gli scandali giuridici, finanziari, politici tanto diffusi nel Belpae-se. Forse solo quando il tempo stringe, la scadenza è imminente e occorre davvero concentrarsi sui progetti concreti allora si rie-scono a intravedere le opportu-nità positive tanto oscurate dalla

segue a pagina 2

Pagina 40Pagina 22

Società

di Diego Moratti

Palmail Vecchio

Dal 13 marzoalla GAMeC di Bergamoprima retrospettiva mondiale

La creatività è donna

Speciale amiantoGreen Economy

Pagina 14

BergamoSOStenibile

2 0 1 5Marzo

Incentivi e impreseper smaltire la fibra killer

Energia per la vita

Pagina 30

BresciaLa vicesindaco racconta la sua città

Intervista

Pagina 36

CremonaPatria dei liutaie del torrone

Turismo

Pagina 38

MonzaIl verde Realeospita l’arte

Eventi

L’Italia dell’arte e della cultura

Effetti collateralidi Expo

50.000 copiein lombardia

PERIODICO SUGLI STILI DI VITA E D’IMPRESA SOSTENIBILI

Numero 40 | Anno VI° | Marzo 2015 | www.infosostenibile.it 50.000 COPIE GRATUITE IN LOMBARDIA

all’interno > la carta di milano

Sinergieper un nuovo Rinascimento

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Editoriale

nostra iperansiosa vena polemi-ca.Sto parlando di Expo, l’evento che da tempo occupa la nostra scena mediatica e che solo ora comincia a mostrarsi in alcuni suoi risvolti, dopo che al centro del dibattito ci sono state -sem-pre e solo- la corruzione negli appalti, gli ingenti finanziamenti pubblici, il consumo di suolo, la predominante presenza di alcu-ne multinazionali poco o per nulla sostenibili. Questioni sacrosante che meritano tutta l’attenzione e la denuncia possibile, ma che a loro volta non devono distogliere il dibattito sulla promozione dei principali temi che l’Esposizione Universale solleva: alimentazio-ne, sistema agricolo e produt-tivo, commercio ed economia locale, salvaguardia della bio-diversità ambientale e culturale del pianeta, la vera ricchezza e la vera energia per la vita. Il no-stro giornale ha fin dalla nascita una linea editoriale improntata alla positività e alla propositività: la nostra mission dichiarata è dif-fondere un’informazione SOSte-nibile per promuovere stili di vita e d’impresa più attenti all’am-biente, alle persone, al nostro futuro. L’obiettivo è divulgare questa sensibilità ad un pubbli-co più vasto possibile, consa-pevoli che esistono -e sempre coesisteranno- sensibilità diffe-renti e visioni contrastanti. Expo non escluso. L’agguerrita acre-dine con cui molti avversano l’evento milanese ha la sua con-troparte nell’enorme ed ecce-zionale attenzione che la gente sta prestando sia alla manifesta-zione sia ai temi correlati. E non solo la gente nella sua totalità in-differenziata: gli interessati sono amministratori locali, scuole, im-

prese, enti pubblici e associazio-ni promotrici di progetti, per non parlare delle tante famiglie o dei singoli cittadini incuriositi dal fe-nomeno “nutrire il pianeta, ener-gia per la vita” a diversi livelli, vuoi per fare una gita fra i padiglioni o per la volontà di conoscere e approfondire le relative temati-che. Leggendo questa edizione di infoSOStenibile, ma in realtà da molti numeri ormai, credo si possa affermare che l’Expo in sé non è un evento né buono né cattivo. La sua realizzazione comporta inevitabilmente dei

pro e contro, scelte ed errori, ri-schi e opportunità. In definitiva e come tutte le cose la sua va-lenza dipende dall’uso che se ne fa. Leggo che Brescia facendo marketing territoriale per Expo si riscopre capitale archeologica del nord Italia, Bergamo riposi-ziona la propria identità in chia-ve culturale e turistica attraverso la grande arte e la promozione del proprio patrimonio storico. Cremona investe sulle tradizioni d’eccellenza tra liuteria e gastro-nomia e Monza cerca artisti ed eventi per far vivere il proprio pre-

stigioso parco verde. Sinergie tra pubblico e privato e sistemi turistici, culturali ed economici che mai avrebbero ingranato la rotta con tanta decisione senza la prospettiva di un’opportunità così grande e così imminente. Ma ciò che più conta è che que-ste azioni “di sistema”, queste strategie comuni e la messa in rete di risorse e obiettivi possono rimanere come modus operandi anche oltre Expo. Lo stesso valga per i contenuti e i dibattiti sul sistema agroalimen-tare, sugli Ogm o sulla sovranità

alimentare che sta avvalendosi di posizioni e personalità di indi-scutibile autorevolezza. Non saprei dire se la Carta di Milano riuscirà a influenzare o meno il sistema mondiale di pro-duzione e distribuzione del cibo, ma se qualche genitore comin-ciasse a non riempire di meren-dine confezionate gli zaini dei propri figli, perché disdegnare il fatto che lo stimolo possa essere venuto durante una gita ai padi-glioni di Expo?

Diego Moratti

Segue dalla prima pagina

Mara D’Arcangelo, Angela Garbelli, Silvia Cesana, Arianna Corti, Elisa Troiani, Elena Pagani, Laura Landi, Livia Salvi, Laura Spataro, Alice Rota, Giuseppe Martelli, Nicola Mannara, Rossana Madaschi, Giulia Torriani.

Hanno collaborato a questo numero:

Recapiti Redazione:

Via Broseta, 12124128 Bergamo (zona Loreto)Tel. +39 035 [email protected]

www.infosostenibile.it

PERIODICO SUGLI STILI DI VITA E D’IMPRESA SOSTENIBILI

Registrazione:Tribunale di BergamoN. 25/10 del 04/10/2010Registro stampa periodici

Chiuso in redazione27 Febbraio 2015

© Copyright 2015. Tutti i diritti non espressamente concessi sono riservati.

Free Press > 50.000 copie EditoreStudio Green Solution SrlDirettore Responsabile Diego MorattiResponsabile di RedazioneAlice MottiRedazioneMara d’Arcangelo > BergamoAngela Garbelli > [email protected] Togni e Roberta SpinelliProgetto Grafico e impaginazione Nello Ruggiero - [email protected] CSQ Spa - Erbusco (BS) - www.csqspa.itPubblicitàMarco Rossi - Tel. +39 335 [email protected] Cirelli - Tel. +39 336 [email protected]

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AttualitàIn prImo pIano

4. Alla ri-scoperta del valore del nostro patrimonio storico e archeologico5. Tre milioni di euro per i Distretti dell’Attrattività Turistica

Expo6. All’Expo delle Idee per preparare la Carta di Milano7. A che cosa serve Expo

attualItà8. Don Francesco su Papa Francesco9. Legambiente e l’impegno di una vita

ItalIa10. Coop non spreca12. Dal 13 al 15 marzo, Fa’ la cosa giusta!13. Impara l’arte e mettila…in mostra!

Green EconomySpEcIalE amIanto

14. In Lombardia il record di presenza del minerale killer16. ZeroAmianto17. S.E. Servizi Ecologici Srl. Salvaguardia ambientale e lotta all’amianto18. 267 milioni di euro a fondo perduto. Bando Isi Inail per imprese e sostenibilità

EcologIa & ImprESE20. Bioclimabergamo. Think different, live different21. Emmetre Clima Service: 15 anni di esperienza a servizio del cliente

BergamoSOStenibile22. Palma il Vecchio torna in patria24. Trentatré volte grazie, Bergamo Film Meeting25. Mtb Valle Imagna. Non solo cicloturismo26. Polio free: Rotary International27. CiboLab. Dal seme al piatto, con creatività28. Il Bio-imbianchino. La natura calza a pennello

BresciaSOStenibile30. Laura Castelletti racconta la sua “Brescia per Passione”32. Cauto va a braccetto con la cultura33. Associazione “Bimbo chiama Bimbo” Onlus34. Intergas. Un coordinamento possibile?34. Oltre dieci anni di Gaspolo

CremonaSOStenibile36. Cremona la Città degli artigiani del suono37. Risolvere i problemi con i cani è possibile

MonzaSOStenibile38. Reggia di Monza. Adotta un “pezzo” di Villa e Parco39. La scommessa di “Vie di Contatto”. Artisti ed eventi cercasi

Stili di vita e d’impresaSocIEtà

40. La creatività è donna41. La bellezza della donna / Vado matto per lo spignatto42. Frida Kahlo / Donne viaggiatrici responsabili43. Libera la mia luce . Scrittura creativa e conoscenza interiore44. Vergine giurata: Italia e Albania si incontrano al cinema45. Il Premier albanese ospite alle Invasioni Barbariche46. Segni di primavera all’Orto Botanico di Bergamo / Arbusto della Carta47. Earth Hour 2015 / Mais e Amaranto

alImEntazIonE & BEnESSErE48. Chi dice che il cibo non fa rumore?49. Frutta e verdure di stagione > Il platano e il Cipollotto49. Le ricette > Chips di Platano / Polpettine di tonno e cipollotti50. Gusto fa rima con giusto: una sana merenda aiuta a crescere

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È un vero e proprio tesoro, un patrimonio inestimabile del qua-le fanno parte anche gioielli, oggetti e utensili rinvenuti nel-le 113 sepolture delle necropoli rinvenute dagli scavi della Tav e lungo il percorso della BreBeMi che collega Milano e Brescia, passando per la pianura ber-gamasca. Un tesoro che, gra-zie all’inedita collaborazione tra BreBeMi, la soprintendenza per i Beni Archeologici della Lom-bardia e l’Università di Berga-mo, sarà ospitato, a partire dal mese di giugno, nella suggestiva cornice del castello visconteo di Pagazzano. Il progetto di mu-sealizzazione dei reperti è stato presentato sabato 14 febbraio nel convegno “Grandi opere, grandi scoperte”, durante il qua-le si è sottolineata non solo la straordinaria ricchezza del terri-torio, ma anche l’importanza che l’arte e la cultura devono rivestire per il rilancio anche economico della Lombardia, soprattutto in vista delle opportunità offerte da Expo. La quantità e la qualità dei reperti permetteranno a tutti i visitatori di compiere un vero e proprio viaggio nel tempo e nello spazio alla scoperta del territo-rio. I ritrovamenti più antichi so-no quelli di Antegnate, dove un pozzo di età neolitica testimonia la nascita del paesaggio agricolo che ancor oggi contraddistingue il territorio. A Covo, Antegnate e Caravaggio sono state indivi-duate testimonianze dell’Età del Bronzo che fanno ben capire co-me questa fosse già allora una terra di confine, probabilmente scenario di scambi e commer-

ci, in cui si mescolano usanze e stili del mondo veneto, celtico, golasecchiano ed etrusco. La necropoli di Caravaggio ha re-stituito reperti di corredo risa-lenti all’Età romana, di notevole pregio. Per quanto riguarda l’Alto Medioevo, sono stati fatti ritrova-menti straordinari a Fara Oliva-na, dove sono ben 102 le tombe longobarde rinvenute a meno di 20 cm di profondità, che hanno fornito un quadro complessivo di particolare interesse per le conoscenze della cultura longo-barda in ambito nazionale; di Età medievale, infine, un intero inse-

diamento abitativo a Romano di Lombardia. «La ricchezza e la straordinarietà dei ritrovamenti non devono stupirci -commenta l’assessore regionale alle Cultu-re, Identità, Autonomie Cristina Cappellini-. La Lombardia è la regione italiana con il maggior numero di siti Unesco, ben 9 sui 50 totali riconosciuti nel nostro Paese, ma di questo molti cit-tadini, anche lombardi, troppo spesso non sono al corrente. Expo non deve essere consi-derato come un obiettivo rag-giunto, ma come un’occasione per far conoscere al mondo

tutti i territori della regione, con i suoi gioielli culturali e paesag-gistici». Si dice d’accordo anche Claudia Maria Terzi, assessore all’Ambiente, Energia e Svilup-po sostenibile di Regione Lom-bardia: «La musealizzazione di questi reperti è l’esempio di co-me la cultura e le grandi opere possano andare d’accordo e creare un valore importante an-che dal punto di vista economi-co. In questo momento di crisi, proprio la cultura può aiutarci a invertire la rotta, grazie alla si-nergia tra pubblico e privato che vediamo così ben esemplificata in questa esposizione museale». La necessità di valorizzare il pro-prio patrimonio culturale, anche e soprattutto in vista di Expo, è già stata ampiamente colta da-gli abitanti: grande importanza è stata data all’identità medievale ancora oggi ampiamente visibile nei borghi fortificati e nei castelli, che testimoniano la straordinaria importanza storica di un territo-rio di confine della pianura ber-gamasca, teatro di uno scontro epocale tra il Ducato di Milano e la Repubblica di Venezia. Dall’1 marzo, per tutte le prime domeniche del mese, sono sta-te indette le “Giornate dei ca-stelli aperti”, iniziativa presentata con successo anche alla fiera internazionale del turismo (BIT) di Milano: ogni mese, a caden-za fissa, sarà possibile visitare i castelli di Pagazzano, Malpaga e Urgnano, il palazzo viscon-teo di Brignano e i borghi forti-ficati di Romano di Lombardia, Martinengo e Cologno al Serio, insieme ad altri che presto si uni-

ranno al circuito. Una rete di pro-mozione territoriale che, grazie alla collaborazione con l’Univer-sità di Bergamo, potrà diventare un vero e proprio Ecomuseo fa-cente parte di un network inter-nazionale.

Un nuovo Rinascimento italiano

Parla di storica occasione di ri-lancio economico e culturale Francesco Bettoni, già presiden-te di Unioncamere Lombardia e della Camera di commercio di Brescia e presidente di BreBe-Mi: «Abbiamo fortemente volu-to Expo perché sapevamo che avrebbe avuto ricadute impor-tanti sul territorio, avendo atten-tamente guardato all’esempio di Shangai 2010, che ha ottenuto risultati molto positivi in termi-ni di visibilità del territorio, delle sue imprese e dei suoi prodotti.

Alla ri-scoperta del valore del nostro patrimonio storico e archeologicoAl castello di Pagazzano (Bg) il convegno “Grandi opere, grandi scoperte” sul progetto di musealizzazione degli inestimabili reperti Tav e Brebemi

In primo piano

Cristina Cappelliniassessore alle Culture, Identità, Autonomiedi Regione Lombardia

“La Lombardia è la regio-ne italiana con il maggior numero di siti Unesco, ben 9 sui 50 totali ricono-sciuti nel nostro Paese, ma di questo molti cittadi-ni, anche lombardi, troppo spesso non sono al cor-rente. L’Expo non deve essere considerato come un obiettivo raggiunto, ma come un’occasione per far conoscere al mondo tutti i territori della regione, con i suoi gioielli culturali e pae-saggistici”

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Per l’Italia in particolare, l’arte e la cultura possono dare il via a un nuovo Rinascimento italiano, anche dal punto di vista econo-mico». Anche il tema dei prodotti tipici e delle eccellenze agroali-mentari è stato un elemento di-stintivo che ha fatto la differenza e che ha consentito a Milano di battere la candidatura concor-rente di Smirne, come racconta sempre Bettoni: «Dato il tema di Expo, il concetto che siamo riu-sciti a far passare è che la qua-lità e l’eccellenza delle tradizioni agroalimentari devono essere considerate alla stregua di beni culturali, ambito in cui l’Italia non è seconda a nessuno. L’Espo-sizione Universale è una gran-de occasione che avrà ricadute grandissime non solo per i mi-lioni di visitatori che arriveranno nella nostra regione, ma anche perché può essere il volano per rilanciare l’immagine del made in

Italy e della Lombardia nel mon-do».

Giulia TorrianiDiego Moratti

Alla ri-scoperta del valore del nostro patrimonio storico e archeologico

Premiati ben 33 progetti di altret-tanti “Distretti dell’Attrattività tu-ristica” (D.A.T.), con un tesoretto di 11 milioni che arriveranno sui rispettivi territori grazie al bando della Regione Lombardia che mira a promuovere i sistemi turi-stici in relazione alle attività com-merciali. Entro la fine dell’anno i progetti presentati alla Regione dovranno essere concretizza-ti, ma in vista di Expo, i tempi si accorcieranno. Primo in gra-duatoria, “Iseo L@ke, attrattività a gonfie vele”, un progetto che unisce le province di Bergamo e Brescia: con i finanziamenti della Regione si promuoveranno va-canze attive in plain air, iniziative escursionistiche e di benessere fra acqua e terra, con un occhio di riguardo all’enogastronomia e alle tradizioni locali. Tra i proget-ti bresciani vincitori, quelli con il punteggio più alto sono sta-ti “Garda L@ke, un lago di op-portunit@” dell’Unione Comuni Valtenesi e “Nel solco della prei-storia - dalle incisioni rupestri alla smart life” del comune di Darfo Boario Terme; molto apprezzata anche la proposta di Gussago, col “Distretto dell’attrattività tu-ristica e commerciale - Terre di Franciacorta”. Per quanto riguar-

da la provincia di Bergamo il DAT più apprezzato è stato “GATE - Green Attractivity Territory for Expo”, che fa capo a Seriate, i cui punti di forza sono di valenza artistica, ambientale ed enoga-stronomica. Seguono il progetto di Romano di Lombardia “Bassa pianura bergamasca” e quello di San Pellegrino Terme “Fontium e Mercatorium”. Cremona si gua-dagna i contributi della Regione grazie ai progetti di Casalmag-giore e di Pandino, Lecco grazie a quelli di Varenna “Tra lago e monti verso Expo e anche oltre” e di Calolziocorte “Let’s. Move - Lago e Territori Sovracomunali di Monti e Valli per Expo”. Varese vince grazie all’idea di sfruttare la sua posizione strategica tra Milano e la Svizzera, proposta da Lavena Ponte Tresa e alla de-cisione di promuovere i castelli viscontei di Gallarate. Tra le pre-miate anche Mantova e Sondrio, che decidono di destinare i fondi pubblici alla valorizzazione del-le loro bellezze ambientali, così come anche Como, che però dedica spazio anche alla “Shop-ping Experience” con il comune di Cantù. Pavia si posiziona nella seconda metà della graduatoria con Belgioioso, Mede e Broni,

i cui DAT sono rispettivamente “Terre viscontee”, “Rise expe-rience” e “Un po’ di vino”. Vimer-cate e Lissone, della provincia di Monza Brianza, si classificano al 24° e al 26° posto grazie al “Brian Tech - Un territorio a Port@ta di smartphone” e “Distretto Val-lelambro: la Brianza del verde, dell’arte e del buongusto”. La vicina Milano non poteva essere da meno e viene annoverata tra le province vincitrici con i proget-ti di Legnano, Segrate e Abbia-tegrasso. Tra i primi 15 Distretti vincitori ben 9 sono bergama-schi: come tiene a sottolineare Roberto Ghidotti, coordinatore dei distretti Ascom Bergamo, i progetti promossi non saranno attuati solo in vista di Expo, ma in un’ottica più lungimirante. Obiettivo a medio termine dovrà essere quello di aumentare la permanenza dei turisti sul nostro territorio. «Commercio e turismo sono due facce della stessa me-daglia -afferma Oscar Fusini, vi-cedirettore di Ascom Bergamo-. I milioni incassati attiveranno investimenti associativi, ammi-nistrativi e strategici e una parte delle risorse sarà girata ai privati».

Laura Spataro

Tre milioni di euro per i Distretti dell’Attrattività Turistica

Claudia Terziassessore all’Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile di Regione Lombardia

“La musealizzazione di questi reperti è l’esem-pio di come la cultura e le grandi opere possano andare d’accordo e cre-are un valore importante anche dal punto di vista economico. In questo mo-mento di crisi, proprio la cultura può aiutarci a in-vertire la rotta, grazie alla sinergia tra pubblico e pri-vato che vediamo così ben esemplificata in questa esposizione museale”

Francesco Bettonipresidente BreBeMi

“Come Unioncamere Lombardia abbiamo forte-mente voluto Expo perché sapevamo che avrebbe avuto ricadute importanti sul territorio, avendo at-tentamente guardato all’e-sempio di Shangai 2010, che ha ottenuto risultati molto positivi in termini di visibilità del territorio, del-le sue imprese e dei suoi prodotti. Per l’Italia in par-ticolare, l’arte e la cultura possono dare il via a un nuovo Rinascimento ita-liano”

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500 esperti riuniti attorno a 42 tavoli di lavoro a confronto su tematiche quali diritto al cibo, biodiversità, spreco alimentare, contraffazione alimentare, tute-la delle provenienze geografiche degli alimenti; numerosi ministri presenti insieme al Presiden-te del Consiglio Matteo Renzi e circa 2 mila partecipanti tra as-sociazioni, imprenditori, sindaci e personalità pubbliche. L’ap-puntamento “Expo delle idee, il modello alimentare italiano per nutrire il pianeta, tra innovazio-ne e sostenibilità” si è tenuto sabato 7 febbraio all’Hangar-Bicocca di Milano ed è stato un assaggio di quello che sarà l’Esposizione Universale, in pro-gramma dal 1 maggio al 31 ot-tobre di quest’anno. Obiettivo dell’incontro, organizzato dal ministero delle Politiche Agrico-le, è confrontarsi sulle tematiche legate all’alimentazione globale per gettare le basi della Carta di Milano, una serie di suggerimen-ti, proposte, valori legati al tema della nutrizione e dell’alimenta-zione che costituiranno l’eredità immateriale di Expo 2015, una sorta di manifesto di impegni e priorità sul tema stesso di Expo: “Nutrire il Pianeta. Energia per la Vita”.

Cos’è la Carta di Milano?

In occasione dell’“Expo delle idee”, il ministro per le Politiche Agricole Maurizio Martina ha presentato la Carta di Milano, la cui prima versione sarà resa pubblica il 28 aprile, durante il terzo colloquio internazionale di “Laboratorio Expo”, il progetto di Fondazione Giangiacomo Feltri-nelli ed Expo Milano 2015 curato da Salvatore Veca, filosofo, pro-fessore universitario, Ambassa-dor di Expo 2015, già direttore

scientifico della Fondazione.Su quella che sarà l’eredità cul-turale di Expo, che verrà raccol-ta nella Carta di Milano, è infatti al lavoro da un paio di anni un gruppo di docenti e di ricercatori

coordinati da Laboratorio Expo. Il Laboratorio vuole essere un momento di formazione e di rac-colta delle opinioni più autorevoli della ricerca dedicato alla rifles-sione scientifica sui temi della

sostenibilità ambientale ed etica, sulla cultura del cibo, lo sviluppo sostenibile e sul rapporto città-cittadini, con l’obiettivo di met-tere in dialogo aspetti culturali, antropologici, economici e so-ciali legati alle tematiche di Expo Milano 2015.

A cosa servirà la Carta di Milano?

L’ambizioso obiettivo della Carta di Milano sarà quello di chiedere un’assunzione di responsabili-tà, da parte di tutti, nella batta-glia per il diritto al cibo e contro le diseguaglianze e gli sprechi alimentari, indicando le priorità per raggiungere tali obiettivi. I contenuti della Carta, anticipa-

ti in occasione dell’Expo delle Idee, si divideranno in quattro macro-aree: Sviluppo tra equità e sostenibilità; Cultura del cibo, energia per vivere insieme; Agri-coltura, alimenti e salute per un futuro sostenibile; Città umana, futuri possibili tra smart e slow city. “La Carta si rivolgerà a tutti: cit-tadini, imprese, istituzioni, asso-ciazioni, partiti, perché tutti -ha affermato Salvatore Veca- sono chiamati a dare il loro contributo per un futuro sostenibile. La Carta di Milano sarà conse-gnata al segretario dell’Onu Ban Ki-moon il prossimo ottobre, in un collegamento ideale tra il se-mestre di Expo e l’appuntamen-to degli Obiettivi del Millennio.

All’Expo delle Idee per preparare la Carta di MilanoPer la prima volta nella storia delle esposizioni universali, Expo Milano 2015 lascerà un’eredità immateriale

Expo

“Sull’eredità culturale di Expo, che verrà raccolta nella Carta di Milano, è al lavoro da un paio di anni un gruppo di docenti e di ricercatori coordinati da Laboratorio Expo”

“La Carta di Milano sarà consegnata al segretario dell’Onu Ban Ki-moon a fine Expo, in un collegamento ideale tra Expo e l’appuntamento degli Obiettivi del Millennio”

➊ Sradicare la povertà estrema e la fame;➋ Rendere universale l’istruzione primaria;➌ Promuovere la parità dei sessi e l’autonomia delle donne;➍ Ridurre la mortalità infantile;➎ Migliorare la salute materna;➏ Combattere l’HIV/AIDS, la malaria e altre malattie;➐ Garantire la sostenibilità ambientale;➑ Sviluppare un partenariato mondiale per lo sviluppo;

Gli obiettivi del Millennio dell’OnuGli Obiettivi del Millennio sono otto obiettivi che, nel 2000, tutti gli stati membri dell’Onu si sono impegnati a raggiungere entro il 2015.

;

L’Expo dei PopoliL’Expo dei Popoli è un forum internazionale della società civi-le e dei movimenti contadini per rispondere alla sfida di Expo, “Nutrire il Pianeta. Energia per la vita”, applicando i principi della sovranità alimentare e della giustizia ambientale.Attivo dal 2011 e formato da oltre 40 organizzazioni italiane ope-ranti in diversi settori (cooperazione allo sviluppo, ambiente, di-ritti umani, agricoltura biologica, consumo critico, commercio equo e solidale ecc.), l’Expo dei Popoli si propone di organizzare un Forum Internazionale in concomitanza con gli eventi di Expo, che permetta di affiancare alle voci dei governi e delle imprese transnazionali quelle dei popoli, dei cittadini e della società civile. Frutto dell’incontro sarà la “Carta dell’Expo dei Popoli Milano 2015”, che vuole essere un contributo tanto all’eredità imma-teriale di Expo quanto alla definizione in sede ONU della nuova Agenda per lo Sviluppo Post-2015. Scopri di più su www.expodeipopoli.it

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All’Expo delle Idee per preparare la Carta di MilanoPer la prima volta nella storia delle esposizioni universali, Expo Milano 2015 lascerà un’eredità immateriale

È la domanda che in tanti si fan-no e a cui purtroppo pare diffici-le dare una risposta, soprattutto alla luce dei fatti di cronaca che hanno caratterizzato e continua-no a caratterizzare l’organizza-zione dell’Evento. Come ogni grande evento, dalle olimpiadi in Cina ai giochi olimpi-ci invernali di Soči, passando per gli Europei di calcio polacco-ucraini e i più recenti mondiali in Brasile, l’Expo milanese non è esente da critiche per quanto riguarda la pianificazione e la re-alizzazione delle infrastrutture, il coinvolgimento della popolazio-ne e delle realtà locali, la ricon-versione delle opere una volta terminato l’evento e non ultimo la destinazione di 110 ettari di terreno agricolo all’edificazione di infrastrutture e la costruzio-ne di tre arterie autostradali (la Tangenziale Esterna Est Milano, la BreBeMi e la Pedemontana), in progetto da anni, che hanno causato la perdita di 1600 ettari di terreno agricolo, l’equivalente di 2.200 campi da calcio.

Cosa sono le Esposizioni Universali?

Le Esposizioni Universali nasco-no nel 1851, in piena Rivoluzione Industriale, proprio come stru-mento per mostrare l’economia, il progresso tecnico e la potenza delle nazioni industrializzate. Do-po la Seconda Guerra Mondiale, in particolare con l’Esposizione di Bruxelles del 1958 “Bilancio di un mondo, per un mondo più umano”, le Esposizioni Univer-sali si trasformano in uno stru-mento di promozione politica, economica e sociale non solo dei paesi ospitanti, ma di tut-ta la comunità mondiale riunita attorno ad un tema di interesse collettivo. Oggi quindi le esposi-zioni universali vogliono essere eventi predisposti alla ricerca di innovazioni e soluzioni che pos-sano risolvere sfide globali. Ed è proprio a questo che dovrebbe

servire l’Expo di Milano, come si legge nel documento di pre-sentazione: “proporre soluzioni nuove e reali per garantire a ogni persona il diritto a un’alimenta-zione sufficiente, sana e sicura, dando priorità alla sostenibilità ambientale, sociale ed econo-mica nell’agroalimentare”.Non ci si può aspettare da Expo 2015 la soluzione del problema della fame nel mondo. Quel che è certo però è che l’Evento por-terà all’attenzione dell’opinione pubblica di tutto il mondo le te-matiche dell’alimentazione, del-la fame e dell’uso delle risorse,

ridando al cibo quella sacralità di cui ha parlato Ermanno Olmi, che nell’epoca dei talent show di cucina, dei Masterchef, delle sfi-de a chi mangia peggio o di più, sembra andata perduta. Perché uno dei principali problemi, il di-ritto al cibo, è drammaticamente semplice: sulla Terra c’è cibo a sufficienza per tutti, ma sono più di 800 milioni a soffrire la fame.

Arianna Corti

A che cosa serve ExpoFiera, Esposizione, Summit politico. Cos’è davvero l’Expo?

This is a question asked by many and to whom, unfortu-nately, it is difficult to give an answer, particularly in light of the news reports that have typically characterised and continue to characterise the

organisation of the event. Like any large event, from the Olympics in China to the Win-ter Olympics of Soči, as well as the Poland-Ukraine European Championships and the more recent Brazil World Cup, the Milan Expo is not without its critics, in particular with regard to the planning and construc-tion of infrastructures, the in-volvement of local people and

businesses, the reconversion of the sites once the event has finished and, last but not least, the allocation of 110 hectares of agricultural land for the building of infrastructures and the construction of three mo-

torways (the Tangenziale Es-terna Est Milano [Milan East Outer Ring road], the BreBe-Mi [Brescia, Bergamo, Milan link] and the Pedemontana), in the planning stage for years, which resulted in the loss of 1,600 hectares of agricultural land, the equivalent of 2,200 soccer fields.

What are the Universal Expositions?

The Universal Expositions were established in 1851, at the height of the Industrial Revolution, precisely as a way of showcasing the economy, technical progress and power of industrialised nations. After the Second World War, in par-ticular with the Brussels Expo

of 1958 “Balance Sheet for a more human world”, the Uni-versal Expositions were trans-formed into a tool of political, economic and social promo-tion, not just for the host coun-tries, but for the entire world community united around a theme of collective interest. Today, the universal exposi-tions aim to be a platform for the research of innovations and solutions to resolve global challenges. And it is precisely this that Expo of Milan hopes to achieve, as its presentation document states: “propose new and concrete solutions to guarantee each person the right to healthy and safe food, in sufficient quantities, giving priority to the environmental, social and economic sustain-ability of the food chain”. We can’t expect Expo 2015 to provide the solution to the problem of world hunger. What is certain, however, is that the event will bring the topics of diet, hunger and the use of resources to the attention of the world’s pub-lic, giving back to food that ‘sacredness’ spoken of by Ermanno Olmi, which, in a time of cooking talent shows, ‘Masterchefs’ and challenges to those eating badly or too much, seems to have been lost. Because one of the main problems, the right to food, is dramatically simple: on Earth there is sufficient food for everyone, but over 800 mil-lion people are suffering from hunger.

What is the point of Expo?Trade fair, Exposition, Political summitWhat actually is Expo?

Articoli tradotti in lingua straniera

www.viceversagroup.it

Grazie alla collaborazione di BergamoSOStenibile con la società di traduzioni ViceVersaGroup - Translations &

Multilingual services, ogni mese un articolo a tema, con la traduzione a fronte in lingua originale.

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Alla vigilia di Expo, sono tante le notizie che circolano al riguardo. Anche noi del Centro di Etica Ambientale abbiamo avuto la piacevole occasione di ascolta-re le parole che Papa Francesco ha speso durante il Convegno “Idee di Expo”, in programma lo scorso 7 febbraio all’Hangar Bicocca, ed è proprio su queste che vogliamo soffermarci, par-landone con Don Poli, presiden-te del Cea.

➔ Don Francesco, cosa ne pensa di questo importante videomessaggio?Papa Francesco ci sorprende ancora e ci invita a soffermarci

su quello che per lui è un mes-saggio a favore di una comunità solidale, capace di sradicare le iniquità, di leggere e riconosce-re quelle che sono le urgenze di oggi per continuare a essere pa-droni della nostra terra domani.

➔ Secondo Lei, quali sono le condizioni imprescindibili per far sì che la Carta di Milano funzioni?Lo sforzo verso la realizzazione della Carta di Milano può risulta-re efficace nella misura in cui si tenga conto davvero dei sugge-rimenti di Papa Francesco, dun-que cercando di avere sguardo e cuore orientati non a un prag-

matismo delle emergenze, che purtroppo si ripropongono con gravità crescente in conseguen-za dei comportamenti erronei degli ultimi decenni ma, al con-trario, verso uno sforzo risolutivo del problema alla sua più pro-fonda radice, all’individuazione delle cause reali e concrete di questa povertà che affligge trop-pe persone nel mondo.

➔ Cosa rappresenta l’espressione “paradosso dell’abbondanza?Riprendendo l’espressione “pa-radosso dell’abbondanza” di Pa-pa Giovanni II, il nostro Papa ci ricorda che viviamo in un mondo che soffre di un forte squilibrio: se guardiamo alla ricchezza che la terra produce, potremmo sfa-mare tutti i sette miliardi dei suoi abitanti; eppure, 800 milioni di loro muoiono di fame cronica. Questa consapevolezza eviden-zia l’esigenza di andare al prati-co riconoscimento dei mali che evangelicamente avvicinano all’ingiustizia sociale.

➔ Qual è il più grosso problema che causa l’ingiustizia sociale?L’ingiustizia si aggrava a fronte di un’economia dell’esclusione, dove gli esclusi non solo vengo-no sfruttati ma anche “scarta-ti” e allontanati agli angoli della

società. Tutto ciò ci avvicina alle questioni che Expo 2015 vuole sollevare per dare di nuovo di-gnità all’essere umano e alla ter-ra: in primis attraverso l’impegno per il bene comune (ad esempio costruendo comunità per ac-centuare scambio e solidarietà tra gli uomini) e poi attraverso la valorizzazione della terra che è madre, sorella e capace di darci tutto quello di cui abbiamo biso-gno per vivere, ma che la nostra economia ormai le ha rubato, facendosi forza del mito del su-per uomo, attingendo da essa e sfruttandola.

➔ Quale deve essere quindi la sfida di Expo? E

cosa dobbiamo attingere dal messaggio di Papa Francesco?La sfida di Expo deve essere quella di riconoscere la dignità della nostra terra, ora calpestata da una mala cultura e una ma-la economia. Attraverso questa coscienza poi, provvedere alla sua cura e riabilitazione, affinché possa recuperare la sua primor-diale vitalità. Il messaggio di Pa-pa Francesco che vogliamo fare nostro e lanciare a tutti coloro che saranno pronti ad accoglier-lo e a lavorarci insieme a noi, è quello di essere pronti a ricreare un futuro degno per l’uomo ma anche (e soprattutto) per la terra stessa attraverso la carità.

Attualità

Don Francesco su Papa FrancescoIl commento del presidente del Centro di Etica Ambientaleall’intervento del pontefice su Expo e la Carta di Milano

L’Università e l’Ordine degli in-gegneri di Bergamo hanno organizzato il seminario “Le molteplici facce del disastro: strumenti e misure” nel corso del quale si è dibattuta la te-matica del dissesto idrogeolo-gico. Gli studenti del corso di Ingegneria del territorio, guidati dalla professoressa Maria Ro-sa Ronzoni, hanno presentato un’accurata analisi di diversi “case studies” di disastri natu-rali. Di grande spessore sono stati gli interventi degli esperti presenti: Emilia Riva (Presiden-te dell’Ordine degli Ingegneri di Bergamo), Amedeo Postiglione (Presidente Onorario Aggiunto della Corte di Cassazione), Lu-ciano Valle (ecosofo e Direttore Scientifico del Centro di Etica Ambientale), Don Francesco Poli (Presidente del Centro di Etica Ambientale), Paolo Riva (Preside del dipartimento di in-gegneria e scienze applicate) e Vitaliano Biondi (architetto e paesaggista). La tematica vie-ne affrontata sia da un punto di vista tecnico-scientifico che etico, approfondendo anche le leggi che regolano la mate-ria ambientale in Italia. Luciano Valle sottolinea come, per limi-

tare queste drammatiche situa-zioni, occorra un cambiamento di prospettive, un Nuovo Uma-nesimo. Questa affermazio-ne trova sostegno anche nelle parole di Don Francesco Poli il quale esprime la necessità di un nuovo paradigma che rac-colga in un’azione condivisa tutti i soggetti coinvolti sul tema dei disastri. Protagonisti indi-scussi dell’incontro sono stati però gli studenti dell’Università di Bergamo che hanno illustrato le proprie ricerche e casi studio facendo un’ampia e approfon-dita panoramica di tutte le tipo-logie di disastro: dai terremoti, alle alluvioni, dal batterio killer per le piante “xylella”, alle frane. Per ciascun caso presentato sono state dettagliate cause e conseguenze. Questi esempi costituiranno il primo nucleo di testimonianze caricate sulla banca dati dei disastri naturali presente sul sito dell’Icef (Fon-dazione Corte Internazionale dell’Ambiente), coordinato dal giudice Postiglione e implemen-tabile da tutti. Perché è proprio la partecipazione condivisa al proprio territorio uno degli stru-mentoi più preziosi per la pre-venzione di questi fenomeni.

Le molteplicifacce del disastrostrumenti e misure

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Parlare di associazionismo si-gnifica parlare di persone che impiegano parte del loro tempo libero in varie attività, tutte lega-te a nobili cause, quasi sempre a carattere sociale. Tutto vero, con una doverosa precisazione: operare nel no profit non può e non deve essere un passatem-po. Chi amministra certe realtà lo fa perché sente il bisogno di farlo, perché ci crede profonda-mente e il problema principale è trovare il tempo affinché la par-tecipazione divenga tutt’altro che secondaria. Un esempio di impegno associativo che per molti volontari è diventata una “mission” di vita è sicuramente quello che ha coinvolto i membri di Legambiente, un’associazio-ne che nella sua lunga storia ha dimostrato più e più volte quanto difficili siano determinate scelte e quanto vadano poi a ripercuo-tersi nella vita di tutti i giorni. Le-gambiente è nata nel 1980 e si è da subito contraddistinta per il suo carattere ambientalista-scientifico, ovvero la scelta di fondare ogni iniziativa per la di-

fesa dell’ambiente su una solida base di dati scientifici. Questo, assieme all’attenzione costan-te per i temi dell’educazione e della formazione dei cittadini, ha garantito il profondo radicamen-to di Legambiente nella socie-tà, fino a farne l’organizzazione ambientalista con la diffusione più capillare sul territorio: oltre 115.000 tra soci e sostenitori, 1.000 gruppi locali, 30.000 clas-si di studenti che partecipano a programmi di educazione am-bientale e oltre 60 aree naturali

gestite direttamente o in colla-borazione con altre realtà locali. Legambiente Lombardia Onlus, con più di 100 circoli, svolge le sue azioni sull'intero territorio regionale, promuovendo in par-ticolare iniziative contro il con-sumo del suolo e a favore della riqualificazione urbana delle cit-tà. Come? Difendendo le risorse naturali, sostenendo le buone pratiche nella gestione dei rifiu-ti a favore del riciclo, promuo-vendo il risparmio energetico e le fonti rinnovabili per la ridu-

zione dei gas serra e dei com-bustibili fossili. Il filo conduttore dell’Associazione è il dialogo e il confronto che promuovono la sostenibilità, perché un mondo

migliore lo si costruisce insieme e la strada da fare è ancora mol-to lunga.

Elisa Troiani

Legambiente el’impegno di una vitaPer operare nel no profit serve determinazionee il coraggio di scegliere responsabilmente

La storia di Legambiente è una storia di battaglie e di grandi azioni, una storia tutt’altro che semplice ma una storia di passione. Dietro a ogni pas-so ci sono i soci che si dedicano anima e corpo alle cause. Dalla sua nascita Legambiente ha visto in pochi anni un moltiplicarsi delle adesioni, solo in Lombardia esistono più di 100 circoli, tutti consultabili dal sito www.legambiente.it. Tra i maggiori circoli provinciali ci sono:

➔ Legambiente Lombardia http://lombardia.legambiente.it/➔ Legambiente Bergamo www.legambientebergamo.it➔ Legambiente Brescia www.legambientebrescia.it➔ Legambiente Alto Cremasco [email protected]➔ Legambiente Lecco www.legambientelecco.it➔ Legambiente Lodi www.lodiverde.net➔ Legambiente Seregno www.legambienteseregno.it➔ Legambiente Pavia https://legambientepv.wordpress.com/➔ Legambiente Busto Arsizio www.legambiente-sudvarese.org

Legambiente Lombardia ;

“Legambiente Lombardia Onlus, con più di 100 circoli, svolge le sue azioni sull'intero territorio regionale, promuovendo in particolare iniziative contro il consumo del suolo e per la riqualificazione urbana delle città”

“Legambiente non si è sottratta all’impegno e, pur rischiando molto, ha scelto di imporsi rivendicando il proprio ruolo di attore attivo nell’esprimere il bisogno che Expo diventi lo strumento per rendere sostenibile il vivere urbano”

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La quantità di cibo spreca-ta ogni anno nel nostro Paese raggiunge un valore di circa 8 miliardi di euro. A questo spre-co contribuiscono i settori del-la ristorazione, i produttori e la distribuzione, ma quasi la me-tà dello spreco di cibo dipende dalle famiglie. Coop, applicando coerentemente i principi della sostenibilità e i valori di solidarie-tà, ha avviato da molti anni una serie di buone pratiche sia per favorire la consapevolezza dei soci e clienti sia per trasforma-re le eccedenze interne in valore aggiunto sociale, applicando la legge del buon samaritano attra-verso il “Buon fine”. Ogni giorno nei punti vendita si creano delle eccedenze, causate da packa-ging danneggiato, ammaccatu-re e prodotti con una scadenza ravvicinata e quindi destinati a rimanere invenduti. Da 10 anni il progetto “Buon Fine” di Co-

op Lombardia coinvolge tutta la rete di supermercati e ipermer-cati Coop. I prodotti recuperati dai punti vendita vengono ritirati quotidianamente e direttamente dagli enti che assistono perso-ne e famiglie in difficoltà, immi-grati, donne vittime di violenza e tossicodipendenti tramite men-se, preparazione e consegna di pacchi alimentari, comunità alloggio e centri diurni, creando reti di prossimità tra i punti ven-dita e le associazioni benefiche (Onlus, cooperative sociali, enti ecclesiastici) che operano nel territorio circostante ai super-mercati. Il progetto ha un forte impatto sociale e consente di ridurre significativamente i rifiuti di prodotti. Proprio per questo il 5 febbraio, durante la “Giornata nazionale contro lo spreco ali-mentare”, Coop ha organizzato una conferenza sul tema nella sede del comune di Milano, che

ha visto partecipare e intervenire rappresentanti delle Istituzioni, della scuola, delle associazioni, in particolare Caritas Ambro-siana, alcune start-up contro lo spreco di cibo, applicazioni come MyFood, S-cambia Cibo, Breading e il Banco Alimentare. Tutti hanno sottolineato l’impor-tanza del sistema delle donazio-ni, ma anche gli sforzi ancora da compiere per eliminare le dise-guaglianze all’interno della no-

stra società, in modo da ridurre il numero di persone in stato di bisogno. Coop ha presentato in anteprima i dati del progetto “Buon Fine” nel territorio della Lombardia. Significativa l’espe-rienza dell’Istituto alberghiero Vespucci, svolta l’anno scorso in collaborazione con Coop, un progetto in cui i ragazzi della scuola hanno seguito il percorso delle donazioni, dal punto vendi-ta alle Onlus, per poi organizzare

un pranzo, presso la scuola, con i prodotti recuperati.Importante l’impegno contenu-to nel messaggio pervenuto da Andrea Oliviero, viceministro alle Politiche agricole, alimen-tari e forestali: «il Ministero del-le Politiche agricole e alimentari è al lavoro per trovare soluzioni organizzative che facilitino le do-nazioni, in un’ottica di sinergie e collaborazioni sussidiarie». Ha infine concluso la giornata l’on. Milena Santerini, che ha sottoli-neato come “la scuola sia il luo-go più adatto per educare alla cittadinanza e combattere il fe-nomeno dello spreco di cibo”.

Roberta Zaffaroni

Con il progetto “Buon fine”, le eccedenze dei punti venditasono date in beneficenza a persone in difficoltà

Coop non spreca

“Quasi la metà dello spreco di cibo dipende dalle famiglie”

Italia

«Buon fine» Coop dati 2014 in Lombardia› 635.140 ........Chilogrammi di prodotti alimentari recuperati› 3.304.597 ....Valore dei prodotti donati› 8.363 ............Persone assistite quotidianamente› 49 ..................Negozi COOP Lombardia coinvolti› 78 ..................ONLUS destinatarie

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Italia

Dal 13 al 15 marzo si terrà nei padiglioni di Fieramilanocity la dodicesima edizione di “Fa’ la cosa giusta!”, la fiera nazionale degli stili di vita sostenibili, orga-nizzata dalla casa editrice “Terre di mezzo”. L’obiettivo dell’inizia-tiva è stato fin dall’inizio quello di diffondere sul territorio na-zionale le buone pratiche per un consumo eco-solidale. Con la costante crescita d’interesse nei confronti della tutela ambientale, si può dire che la missione abbia fatto centro. “Fa’ la cosa giusta!” mira a coinvolgere sempre più persone e torna puntuale an-che quest’anno come luogo di scambio, incontro e condivisio-ne, in cui sarà possibile riflettere sulle tematiche più varie, dall’ali-mentazione biologica alla moda, dalla cosmesi alla cultura. Tre giorni per rendere più leggera e sostenibile la vita quotidiana, im-parando il rispetto per noi stessi e per l’ambiente, grazie a labora-tori, spettacoli e incontri. I partecipanti potranno cimen-tarsi nell’autoproduzione di detersivi e detergenti eco-com-patibili per la pulizia della casa, come l’anticalcare all’acido ni-trico, il disinfettante a base di oli essenziali per il bagno e i sani-

tari, lo spray per il forno e molto altro ancora. Ci sarà anche uno spazio dedicato alla cosmetica naturale, in cui sarà possibile realizzare deodoranti per la per-sona, adatti alle pelli sensibili e a soggetti allergici. Per gli appas-sionati di cucina, niente paura: al cibo è dedicata un’intera area della fiera, in cui esporranno

aziende agricole biologiche e biodinamiche, produttori locali a “km zero” e associazioni impe-gnate nell’educazione alimen-tare. Numerose le iniziative per i più gourmet, dall’esperienza della cucina crudista, che per-mette di realizzare piatti nutrien-ti, privi di ingredienti di origine animale, a quella della cucina al buio, senza l’uso della vista, con l’obiettivo di provare la condizio-ne della cecità, riscoprendo la forza degli altri sensi. “Fa’ la cosa giusta!” offre l’op-portunità di trascorrere del tempo di qualità anche con i bambini, che potranno prendere parte a diversi laboratori creativi, in cui impareranno a fare il for-maggio primosale, a impastare

e stendere la pasta fresca e a rispettare i cartelli stradali sulla mini-pista ciclabile costruita ap-positamente da “Fiab Ciclobby” e “Massamarchi”. Per i genitori, molti spunti di riflessione emer-geranno dagli incontri pensati per loro: si parlerà di latte mater-no, preparazione alla gravidanza e di come interagire con i nativi digitali. Grande attenzione verrà riservata anche ai bisogni con-creti delle comunità sui singoli territori, dall’abitare green nella propria casa, alla questione del mutuo soccorso applicato al te-ma della salute. All’interno della rinnovata area Green Makers, realizzata in collaborazione con il marketplace milanese YAT-TA!, si potranno trovare oggetti

di design e progetti di recupero di materiali di riciclo, trasformati grazie all’uso di plotter da taglio e innovative stampanti 3D.A cent’anni dalla prima guerra mondiale, uno dei temi princi-pali dell’edizione 2015 di “Fa’ la cosa giusta!” sarà “Volevamo la pace”, uno spazio interattivo re-alizzato in collaborazione con la rivista “Aggiornamenti sociali”, grazie al quale si avrà modo di ri-flettere con giornalisti ed esperti sulle guerre “dimenticate” di og-gi, sull’incessante ricerca della pace e sulla composizione dei conflitti. Un invito esteso a tutti, dal 13 al 15 marzo (ma non solo) a fare la cosa giusta.

Laura Spataro

Dal 13 al 15 marzo, Fa’ la cosa giusta!Arriva a Milano la dodicesima edizione della fiera che promuove il consumo critico e gli stili di vita sostenibili, con tante attività per tutti

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MilanO13-15 MaRZO12ª fiera nazionale del consumo critico e degli stili di vita sostenibili

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Man mano che il 2015 avanza, le grandi mostre artistiche in pro-gramma per quest’anno nelle varie città italiane aprono i bat-tenti. Il 24 gennaio è stata la volta di Brescia. A Genova, Bergamo e Torino è invece l’aria di prima-vera a portare con sé una stagio-ne ricca di grandi eventi artistici.

Brescia Il cibo nell’arte. Capolavori dei grandi maestri dal Seicento a WarholDal 24 gennaio scorso fino al 14 giugno oltre 100 opere d’arte abitano le stanze del seicente-sco Palazzo Martinengo Cesa-resco, che si affaccia su via dei Musei, nel centro storico della città. Il filo conduttore del per-corso espositivo qui allestito è chiaramente evocato dal titolo della mostra: esporre gli esiti del connubio tra cibo e arti figurative nell’arco di circa quattro secoli. Si susseguono così negli spazi dedicati alla mostra alcuni capo-lavori di Campi, Ceruti, Magritte, De Chirico, fino ad Andy Warhol, solo per citare alcuni tra i gran-di artisti in esposizione. Forte il richiamo al tema di Expo 2015, ormai alle porte. Aggirandosi di sala in sala, il per-corso narrativo della mostra si snoda tra nature morte, tavole imbandite di ogni pietanza, ci-bi poveri e mercati vocianti che sanno di storia e di tradizioni. Spostando lo sguardo di quadro in quadro, pare quasi di riuscire a sentire il profumo di quei frutti maturi e l’odore dei campi por-tato dai cesti colmi di ortaggi. Il gusto passa attraverso gli occhi, qui più che mai, è il caso di dirlo.

Genova Da Kirchner a Nolde.Espressionismo tedesco 1905-1913

Dal 5 marzo al 12 luglio il Pa-lazzo Ducale di Genova ospi-ta una rassegna sulla nascita dell’Espressionismo tedesco, in collaborazione con il Brücke Museum di Berlino. In mostra oltre 150 opere tra dipinti, stampe e disegni, tutte provenienti dal museo berline-se, a testimonianza di una del-le grandi rivoluzioni artistiche che hanno animato il panorama europeo antecedente al primo conflitto mondiale. L’Espressionismo tedesco na-sce infatti nel 1905 a Dresda con la fondazione del movimento Die Brücke (Il Ponte) a opera di al-cuni artisti tra cui Ernst Ludwig Kirchner, uno degli esponen-ti principali del gruppo. Lo stile che li accomuna scaturisce dal loro stesso vissuto e dalla ricer-ca del soggettivo nella realtà che li circonda. Le metropoli, la vita di strada, il circo stimolano co-sì le loro riflessioni sulla solitu-dine dell’uomo, sull’alienazione dell’individuo, sull’immoralità. Il segno incisivo, l’alterazione dello spazio e del-la prospettiva, la definizione di contorni netti e taglienti, spes-so evidenziati da tratti di nero e la gamma cromatica acida e accentuata sono i tratti distin-tivi di questo movimento che cede la parola all’emozione, al-la sensualità, al raggiungimento di un’espressione efficace che colpisca, interroghi e coinvolga lo spettatore. Gli artisti di que-sto movimento si distinsero an-che nella pratica dell’incisione,

in particolare della xilografia. La mostra spazia dunque da olii su tela e su cartone a tempere, incisioni su legno, carboncini, pastelli e acquerelli su carta, li-tografie e acqueforti. Emil Nolde anticipa i pittori del primo do-poguerra e, insieme a Kirchner, viene considerato l’artista più coerente e vicino alla poetica espressionista. L’Espressionismo contribuì a riportare l’arte tedesca sulla scena internazionale a un livel-lo qualitativo pari a quello delle opere dei fauves, dei cubisti e dei futuristi italiani. Visitare per credere.

Torino Tamara De Lempicka

Scandalo e glamour sono di-mensioni inscindibili dalla fama di Tamara De Lempicka (1898-1980). Le opere dell’artista po-lacca, che tanto fece parlare di sé come donna e come pittrice, saranno in esposizione a Palaz-zo Chiablese, presso il Polo Re-ale di Torino, dal 19 marzo al 30

agosto. Si tratta di una raccolta di circa cento pezzi, disposti a creare un percorso espositivo che verrà prossimamente ripro-posto anche presso l’Hungarian

National Gallery di Budapest. I mondi di Tamara, natura morta, devozione, ritratti, nudo e mo-da sono le sei sezioni temati-che a cui è affidata la narrazione dell’arte di Tamara De Lempicka, una pittura sensuale e scanda-losa, dipinti dominati da figure scultoree che vestono gli abiti del suo tempo. Rappresentan-te della corrente dell’Art Déco, Tamara è essa stessa icona dei ruggenti anni Venti.

Angela Garbelli

I grandi palazzi storici delle città italianeaprono le porte all’arte internazionale

Impara l’arte e mettila…in mostra!

“Le prime del 2015 sono Brescia, Genova, Bergamo e Torino. Dal Cinquecento alla prima metà del Novecento, fra tradizione e rivoluzione”

I protagonisti dell’artein mostra nel 2015 in Italia› BrESCiA, Palazzo Martinengo “Il cibo nell’arte. Capolavori dei grandi maestri dal Seicento a Wahrol”, dal 24 gennaio al 14 giugno› roMA, Complesso del Vittoriano “Giorgio Morandi 1890 - 1964”, dal 27 febbraio al 21 giugno› roMA, Scuderie del Quirinale “Arabesque”, dal 4 marzo al 21 giugno.› GEnoVA, Palazzo Ducale “Da Kirchner a Nolde. Espressionismo tedesco 1905 - 1913”, dal 5 marzo al 12 luglio› BErGAMo, GAMeC “Palma il Vecchio”, dal 13 marzo al 21 giugno› Torino, Palazzo Chiablese “Tamara de Lempicka”, dal 19 marzo al 30 agosto› MiLAno, Palazzo reale “Leonardo da Vinci 1452 - 1519”, dal 15 aprile al 19 luglio› FErrArA, Palazzo dei Diamanti “La rosa di fuoco. La Barcellona di Picasso e Gaudì” dal 19 aprile al 19 luglio› VEnEziA, La Biennale “All the World’s Futures”, dal 9 maggio al 22 novembre› MiLAno, Palazzo reale “Giotto, l’Italia. Da Assisi a Milano” dal 2 settembre al 10 gennaio.

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Si sente spesso parlare della necessità di smaltire l’amian-to, minerale altamente nocivo e cancerogeno che, a dispetto di queste caratteristiche, trova ancora posto su diversi tetti e coperture di tutto il territorio na-zionale, Lombardia compresa. L’amianto è stato infatti utilizzato in maniera massiccia durante il secolo scorso, a causa delle sue proprietà isolanti, ignifughe e la facilità con cui poteva essere la-vorato, ma soprattutto il basso costo che, non a caso, è spesso sinonimo di bassa qualità. Fino agli anni ’80 l’amianto ha rivestito un ruolo importante nell’ambito dell’edilizia pubbli-ca e privata, utilizzato soprat-tutto nell’Industria. Le principali aree di estrazione italiane, come quella di Balangero, in Piemon-te, sono tuttora sottoposte a importanti interventi di bonifica,

come necessari sono gli inter-venti di rimozione del materiale dalle coperture di un numero significativo di edifici e, più in generale, di strutture. Gli effetti dannosi delle fibre, facilmente inalabili a causa della friabilità del materiale, si possono verifi-care anche dopo oltre 40 anni dalle esposizioni dirette e que-sto fatto fa dell’amianto un silen-zioso killer che opera a distanza temporale. Per questo motivo è necessario intervenire immedia-tamente laddove se ne riscontri la presenza, verificando lo stato di usura. Le normative vigenti in materia hanno subìto nel corso degli anni considerevoli evoluzioni. L’Italia compie il suo passo più importante nella lotta all’amian-to nel 1992 con la legge n. 257, mettendo al bando tutti i pro-dotti contenenti questo mate-

riale, vietandone l’estrazione, l’importazione, la commercializ-zazione e la produzione. Al fine di agevolare le aziende che si occupano della bonifica e dello smaltimento del minerale, sono state necessarie ulteriori dispo-sizioni che obbligano coloro che operano in tali campi a iscriversi a una speciale sezione dell’albo delle imprese esercenti servizi di smaltimento dei rifiuti. Il primo passo compiuto è stato infatti ri-volto alla tutela dei lavoratori. La normativa è molto complessa, in quanto composta da direttive europee, leggi nazionali e leggi regionali. Prendendo come esempio il ca-so della Regione Lombardia, il Pral (Piano Regionale Amianto Lombardia approvato nel 2005), si è posto il duplice obiettivo di censire e rimuovere su tutto il territorio lombardo l’amianto

presente nei luoghi di lavoro e negli edifici residenziali, nell’ar-co di dieci anni, ovvero proprio entro il 31 dicembre 2015. Tut-tavia i dati parlano chiaro: nel 2014 risultavano ancora pre-senti in Lombardia 3 milioni di metri cubi di amianto, impossi-bili da smaltire in un solo anno. Le cause principali del mancato successo dell’operazione sem-brano essere dovute a uno scar-so e inefficiente coordinamento e alla poca chiarezza delle indi-

cazioni sul rilevamento e la boni-fica dei siti coinvolti. Il risultato è che in Lombardia resta ancora molto lavoro da fare, in quanto la Regione detiene il record della maggior presenza del minerale killer. Ciononostante la cittadinanza in generale, a dispetto dei tecnici e degli addetti ai lavori, è risultata essere poco sensibile all’argo-mento. Il problema dello smal-timento dell’amianto è tuttavia un argomento che interessa non solo l’attuale salute pubbli-ca ma soprattutto quella delle generazioni future. Sostituire le coperture in amianto con il foto-voltaico è, ad esempio, una so-luzione intelligente e sostenibile e molte sono le aziende che se ne occupano, con competenza, dedizione e professionalità.

Elena Pagani

In Lombardia il record di presenza del minerale killerRestano ancora 3 milioni di metri cubi da smaltire

“Lo smaltimento dell’amianto dev’essere oggetto di interesse per tutti, in quanto si tratta di salute pubblica nostra e delle generazioni successive”

SpecialeAmianto

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Intorno agli anni ’60 l’amianto è stato riconosciuto fibra killer, dagli effetti dannosi per la salute umana e responsabile di 3.000 morti ogni anno per infezioni e malattie. Tra queste il mesotelio-ma pleurico: un tumore maligno ai polmoni che in Italia causa an-cora oggi in media 1.500 vittime all’anno. L’amianto è riconosciu-to come pericolo latente che agi-sce di nascosto e a sorpresa. ZeroAmianto (www.zeroamian-to.it) nasce con la volontà di aggiornare e aggiornarsi sul pericolo amianto attraverso un blog aperto a commenti e paro-le di chi vuole raccontare la pro-pria esperienza o per segnalare gli interventi di bonifica anco-ra in attesa di essere effettuati. Vengono pubblicati articoli che riprendono la cronaca e ne so-no portavoce: ZeroAmianto sta diventando sempre più un punto di riferimento anche per le azien-de occupate in smaltimento e bonifica di siti contaminati in tut-ta Italia, per un futuro più sicuro.Sul blog si parla delle iniziative delle amministrazioni comunali e degli enti pubblici per la tute-la e il rispetto del diritto alla vi-ta dei cittadini, sottolineando la necessità di collaborazione tra

istituzioni, sanità e informazione, per dare speranza e agire, sem-pre più attivamente, per la tutela dei cittadini. È possibile trovare soluzioni di intervento perché l’a-mianto si trova ancora oggi nelle coperture degli edifici, nei tetti di strutture civili e persino nelle tubature dell’acqua. Il vero pro-blema è scovarlo, rimuoverlo e soprattutto smaltirlo: sono infat-ti ancora 32 milioni le tonnellate di amianto da eliminare da circa 35.521 siti italiani.

Amianto ieri e oggi

L’amianto è un minerale naturale di aspetto fibroso; un silicato ot-tenuto da attività estrattiva, chia-mato anche Asbesto “che non si spegne mai”. Ha una buona re-sistenza termica e al fuoco ed è anche un ottimo isolante elettri-co, facile da lavorare per l’origine fibrosa, resistente agli acidi, alla trazione e mescolabile al cemen-to. I bassi costi di produzione e il

facile utilizzo lo hanno reso un materiale versatile, disponibile e adatto alla fabbricazione di pro-dotti industriali in tutto il mondo. Proprio per le sue caratteristi-che, nel nostro Paese l’amianto è stato molto utilizzato tra il 1959 e il 1975, riconosciuto come va-lido aiuto nell’edilizia, nell’indu-stria tessile e dei trasporti, nel settore chimico e alimentare. Tracce di amianto sono state uti-lizzate anche nella produzione di scenografie di film, nella sabbia artificiale dei giochi per bambini, nelle solette da scarpe e in alcu-ni prodotti farmaceutici. La stima italiana di utilizzo dell’amianto contava più di 3.000 tipologie di prodotti commerciali. Ricono-sciuto il pericolo di dispersione di polveri nell’ambiente, per la friabilità dovuta a progressivo invecchiamento, l’Italia ha ini-ziato a limitarne l’uso nei luoghi di lavoro, chiudendo fabbriche e purtroppo scaricando rifiuti in discariche abusive. Il rischio di asbestosi, una malattia pol-monare cronica conseguente all’inalazione di fibre di asbesto, per operai e dipendenti di azien-de coinvolte nella produzione di materiali contenenti amianto, ha generato tra il 1980 e il 1988 cin-

que direttive con indicazioni per dismetterne l’utilizzo nei mag-giori settori produttivi. Tra il 1986 e il 1991 il problema amianto killer è stato affrontato in maniera articolata e completa, grazie alla diffusione di circolari

orientate sempre più all’elimina-zione. Nel 1992 ne è stato reso ufficiale il divieto di produzione, lavorazione e commercializza-zione.

Alice Rota

Un blog per aggiornarsi, dialogare e sconfiggere la paura della fibra killer

ZeroAmianto

“Sono ancora 32 milioni le tonnellate di amianto da eliminare da circa 35.521 siti italiani”

www.zeroamianto.it

Speciale Amianto

www.infosostenibile.itNumero 40 - Marzo 201516

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Un presente contaminato è frut-to di errori commessi in passato che si ripercuotono sul nostro benessere e su quello dell’am-biente che ci circonda, sia esso pubblico o privato. Il fatto che l’amianto fosse così largamente utilizzato fino agli anni ’80, negli ambiti dell’edilizia, dell’industria e dei trasporti è una concreta testimonianza. Oggi per rispon-dere alle problematiche causate dal massiccio utilizzo di questo minerale nocivo e cancerogeno, la cui produzione e lavorazio-ne sono state messe fuorilegge in Italia dal 1992, è necessario l’intervento di esperti nel settore delle bonifiche di siti contaminati e, nello specifico, nelle decon-taminazioni da amianto. La nor-mativa vigente prevede inoltre l’obbligo di denuncia e, in base al grado di degrado, di bonifica dei manufatti in amianto, da par-te dei soggetti pubblici e privati, poiché estremamente pericolosi per la salute. Un importante pas-so verso il risanamento e la tutela ambientali. S.E. Servizi Ecologici S.r.l, con sede a Suisio (BG) dal 2006 offre risposte efficienti, in Italia e all’estero, nel settore del-le bonifiche di siti inquinati, ma anche della gestione dei rifiuti, servendosi di uno staff altamen-te qualificato. Il team operativo è infatti provvisto di certificazioni sanitarie e sottoposto a un ag-giornamento e a una formazione continui, fondamentali nel set-tore in cui opera. La S.E. Servizi Ecologici ha ottenuto l’iscrizione all’Albo Nazionale dei Gestori Ambientali, l’Attestato di Qualifi-cazione SOA e le certificazioni di conformità per le attività di ope-re di bonifica di beni contenenti

amianto, erogazione di servizi di raccolta e trasporto rifiuti perico-losi e non, bonifiche di siti inqui-nati e bonifiche ambientali di ogni genere, UNI EN ISO 9001:2008 e UNI EN ISO 14001:2004. Nel-lo specifico, i servizi offerti del-la S.E. Servizi Ecologici sono: progettazione ed esecuzione delle opere di bonifica d’amian-to in matrice friabile e in matri-

ce compatta, progettazione ed esecuzione opere di rifacimento coperture e accessorie, bonifica e riqualifica delle zone dismesse e dei siti inquinati e trasporto di rifiuti. Una gamma completa di prestazioni tese al risanamento e alla salvaguardia ambienta-le, fulcro dell’attività dell’intero staff che si occupa di soddisfa-re e rispondere alle esigenze dei

suoi clienti a partire dalle fasi di diagnostica, fino al completo collaudo dell’intervento di boni-fica. L’affidabilità, la competenza dell’ufficio progettuale, l’idoneità delle soluzioni proposte fanno della S.E. Servizi Ecologici il part-ner ideale in termini di qualità del servizio e garanzia autorizzativa e attuativa dello stesso. Le attivi-tà sono svolte con mezzi propri,

ma qualora si rivelasse necessa-rio si avvale di partnership con fornitori selezionati, che garan-tiscono strumenti di alta quali-tà professionale ed esperti nel settore di recupero e trattamen-to dei rifiuti prodotti. Nulla viene lasciato al caso: la S.E. Servizi Ecologici, operante nei setto-ri privato, pubblico e statale su tutto il territorio nazionale per la rimozione e lo smaltimento dell’amianto, segue la propria clientela durante tutto il percorso con professionalità e attenzione, lavorando per la salvaguardia dell’ambiente, con uno sguardo attento al rapporto costi/bene-fici. Per un problema comples-so, come quello che riguarda lo smaltimento di un materiale così pericoloso, è richiesta infatti una soluzione altrettanto accurata e la S.E. Servizi Ecologici, con il titolare Francesco Sofio e l’inte-ro staff rivestono questo difficile ruolo con estrema professionali-tà, ricordando che, come recita lo slogan proposto sul sito: “con noi l’ambiente ritorna a sorride-re”.

Elena Pagani

Professionalità, competenza e mezzi all’avanguardiaper un futuro sostenibile in Italia e all’estero

S.E. Servizi Ecologici SrlSalvaguardia ambientalee lotta all’amianto

“L’affidabilità, la competenza dell’ufficio progettuale, l’idoneità delle soluzioni proposte fanno della S.E. Servizi Ecologici il partner ideale in termini di qualità del servizio e garanzia autorizzativa e attuativa dello stesso”

S.E. Servizi Ecologici SrlVia Privata delle Valli, 2 - Suisio (Bg)Tel. +39 035 995919 - [email protected]

www.infosostenibile.it Numero 40 - Marzo 2015 17

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È una delle opportunità più vantaggiose nell’ambito della finanza agevolata, sia per le ca-ratteristiche sia per le dinamiche del finanziamento. Si tratta di Isi Inail, il bando dell’anno a livello nazionale per quanto riguarda la sicurezza sul lavoro e la sicurez-za nei processi produttivi, con un occhio di riguardo alla sicu-rezza ambientale e ai temi della sostenibilità.Il bando, aperto ufficialmente il 3 marzo, anche se il tam tam mediatico è stato di molto pre-cedente, mette a disposizione 267 milioni di euro su tutto il ter-ritorio nazionale, come ammon-tare complessivo del contributo a fondo perduto per gli interventi finanziabili. Questa somma rap-presenta la quinta tranche di un ammontare complessivo di ol-tre un miliardo di euro stanziato dall’Inail a partire dal 2010. Lo scorso anno sono state pre-miate, considerando una media nazionale, circa 2 imprese su 10 che avevano presentato regolar-mente la domanda. Il contributo è a fondo perduto e particolar-mente sostanzioso: copre fino al 65 per cento dell’investimento e può raggiungere un massimo di 130 mila euro. Per altro il vantaggio di questo bando, rispetto ad altri, è rap-presentato dal fatto che l’inter-vento può essere eseguito fino a 12 mesi dopo aver ottenuto l’esito del bando, che per i bene-ficiari si traduce nel poter fare un investimento con la certezza di avere ottenuto il denaro a fondo perduto. Gli incentivi Isi (sigla che sta per “Incentivi di sostegno alle imprese”) sono legati, come det-

to, alla sicurezza e alla sosteni-bilità. Si va dalla sostituzione di macchinari, volta a diminuire il ri-schio dei lavoratori, all’adozione di strumentazioni e attrezzature che lo riducano, fino allo smalti-mento delle coperture di amian-to, con il relativo beneficio per l’ambiente e la sostenibilità. In questa rosa di interventi è possi-

bile per le aziende sostituire una pala per l’edilizia (acquistandone una nuova o anche usata) tanto quanto intervenire sulla coper-tura del capannone, smaltendo il materiale inquinante. Previ-sti all’interno del bando anche il rifacimento degli impianti e lo svolgimento dei lavori, purché tali investimenti abbiamo ricadu-

te positive e dimostrabili sulla si-curezza dei lavoratori, dei luoghi e dei processi di lavoro. Ma non finisce qui: il bando pre-vede anche il finanziamento di procedure volte alle certifica-zioni in materia di sicurezza, che

hanno delle ricadute positive in termini di sostenibilità, poiché la sicurezza dei lavoratori e dei pro-cessi diviene immancabilmente anche sicurezza dell’ambiente. Unico scoglio, il temibile “Click Day”, ovvero il momento in cui, aprendo la ricezione, l’Inail per-mette l’invio della pratiche di fi-nanziamento da tutta Italia al proprio server. In poche frazioni di secondo molte migliaia di do-mande si giocano un finanzia-mento che vale diverse decine di migliaia di euro. Le domande vengono raccolte fino al 7 mag-gio 2015, ultimo giorno utile per la lavorazione della pratica men-tre, presumibilmente prima del-la fine di giugno, si terrà il “Click Day” di invio formale della do-manda.

267 milioni di euro a fondo perdutoBando Isi Inail per imprese e sostenibilitàSmaltimento amianto, macchinari, impianti per migliorare sicurezza e sostenibilità

SAEF è una società di servizi, costituita nel 1996 a Brescia, che si occupa di consulenza aziendale e di coadiuvare le imprese per quan-to riguarda finanza agevolata, formazione e si-curezza. In questa rubrica fornirà informazioni su agevolazioni, incentivi e finanziamenti per le aziende. Accreditata dalla Regione Lombardia come soggetto erogante formazione e orienta-mento (ai sensi del D.G.R. n.6251 dell’1/10/01), SAEF rivolge i propri servizi a imprese, enti pub-

blici e professionisti (commercialisti, consulenti del lavoro, etc.), offrendo il vantaggio della si-nergia virtuosa fra tre ambiti di attività: finanza, formazione, sicurezza. Le diversificate esigenze dei propri interlocutori hanno portato SAEF a strutturare un’organizzazione che consente di rispondere al meglio ai bisogni di ciascuna ca-tegoria, in un’ottica rivolta alla flessibilità e alla personalizzazione del servizio.

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In collaborazione con

“Il contributo è a fondo perduto e particolarmente sostanzioso: copre fino al 65 per cento dell’investimento e può raggiungere un massimo di 130 mila euro”

Isi InailIl bando in cifre267.000.000 euroAmmontare complessivo del contributo

5.000 euroContributo a fondo perduto minimo erogabile

130.000 euroContributo a fondo perduto massimo erogabile

65%Percentuale massima dell’investimento finanziabile

07/05/2015Data ultima di lavorazione della pratica

contributi efinanziamenti

www.infosostenibile.itNumero 40 - Marzo 201518

Page 19: InfoSOStenibile 40 > Marzo 2015

OPPORTUNITÀSAEF PROPONE

BANDO ISI INAIL 2015

SE TI REGALASSERO 130 MILA EUROLI LASCERESTI AD ALTRI?

LO “SCRIGNO”DELLE OPPORTUNITA’

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(65% DELL’INVESTIMENTO AMMISSIBILE)INTERVENTI VOLTI A MIGLIORARE

LA SICUREZZA SUI POSTI DI LAVOROE NEI PROCESSI PRODUTTIVI: IMPIANTI,

MACCHINARI, MEZZI, SMALTIMENTO AMIANTO, CERTIFICAZIONI.

INTERVENTI NEI 12 MESI SUCCESSIVIALLA CONCESSIONE.

DAL 3 MARZO AL 7 MAGGIO

PRESENTAZIONEDELLE

DOMANDE

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LO SCORSO ANNO SAEF HA AVUTO UNA PERCENTUALE DI SUCCESSO DEL 55 PER CENTO,IL TRIPLO RISPETTO ALLA MEDIA NAZIONALE (18 PER CENTO).

GRAZIE A NOI 119 IMPRESE ITALIANE SI SONO VISTE REGALARE 9.593.018,50 EURO.

Page 20: InfoSOStenibile 40 > Marzo 2015

Quanta CO2 c’è nell’aria di casa vostra, quanta a scuola, in ufficio e negli ambienti in cui trascorria-mo la maggior parte delle nostre giornate? Lo stereo del vicino al massimo volume si concilia poco con l’emicrania, sentire lo scarico del bagno in salotto può non essere piacevole; per non parlare di chi sposta mobili nelle ore più inopportune del giorno e della notte. Immaginate un’abita-zione in cui sentirsi accolti senza il disturbo di rumori fastidiosi, in cui non preoccuparsi della qua-lità dell’aria e delle polveri sottili, in cui a riscaldamento spento la temperatura rimane accettabi-le. Non è necessario trasferirsi in qualche cittadina scandinava per godere dei benefici di una casa costruita con cura e atten-zione verso le persone che la abitano e l’ambiente: basta re-carsi in centro a Bergamo, per la precisione in via Michelangelo da Caravaggio 6. Gli apparta-menti della palazzina sono inte-ramente progettati e costruiti da Bioclimabergamo, team di liberi professionisti, ingegneri e archi-tetti, uniti dall’ambizioso proget-to di realizzare abitazioni a basso impatto ambientale, con grande attenzione alla qualità comples-siva della vita dei residenti. “Think different, live different” è questo lo slogan scelto da Bioclimaber-gamo ed è questo il messaggio dei suoi referenti: gli architetti Diego Tiraboschi e Roberto Albi-ni. «Spesso non si ha coscienza di quali sono le caratteristiche di una casa che possono effettiva-mente cambiare la qualità della propria vita» afferma Tiraboschi. Si tende a sottovalutare per esempio la qualità dell’aria negli ambienti chiusi e condizionati: facendo una semplice misura-zione si vede come la concen-trazione di CO2 negli uffici, nelle scuole e nelle case sia spesso oltre il limite stabilito dalla nor-mativa europea per gli ambienti indoor, secondo cui il valore limi-te per gli spazi abitativi è di 1.400 ppm. Bioclimabergamo lavora proprio in questa direzione: la

sfida è adottare metodologie co-struttive che permettano signi-ficative attenuazioni acustiche, prestazioni energetiche efficienti a livello economico ed ecologico e salubrità del microclima interno all’abitazione. Troppo spesso si ricorre a tecnologie complesse di difficile e costosa manuten-zione per raggiungere efficienza acustica ed energetica: Biocli-mabergamo, invece, propone una soluzione alternativa basata sulla struttura stessa dell’abita-zione. «Il concetto chiave su cui si basa il valore tecnologico del team è quello di dare massima importanza all’“involucro edili-zio”, sia in fase di progettazione sia in fase di costruzione -spie-ga Tiraboschi-. Si tratta di una tecnica costruttiva basata sulla stratificazione di materiali che offrono elevate prestazioni acu-stiche, energetiche e di salubrità dell’ambiente».

Certificazione acustica

Le specifiche tecniche di inter-vento sono molteplici: si va dal-le barriere acustiche e termiche,

alla climatizzazione; dal riscal-damento e dagli scarichi fino al ricambio d’aria con recupero di temperatura e di umidità dell’aria espulsa. Il tutto realizzato secon-do il principio base dell’involucro e della stratificazione. L’efficien-za acustica è il fiore all’occhiello di Bioclimabergamo, un ambi-to troppo spesso sottovalutato ma di grande importanza per il benessere domestico e non so-lo. Quante volte in un ristorante affollato sentiamo un caotico rimbombare di voci? Per non parlare poi delle scuole e di tutti i luoghi pubblici che ospitano un gran numero di persone; spesso si vive una situazione di stordi-mento che deriva dall’inquina-mento acustico dell’ambiente. «La normativa vigente prevede, per esempio, che dal piano su-periore, con la “macchina del calpestio” accesa non possano arrivare al piano sottostante più di 63 decibel. I rilevamenti effet-tuati nelle abitazioni Bioclima-bergamo di via Michelangelo da Caravaggio 6 hanno dimostrato che passano solo 23 decibel, quindi quasi tre volte di meno.

Le murature con cui abbiamo costruito gli appartamenti di via Michelangelo da Caravaggio so-no di 60 cm, composte da ben dieci lastre di gesso rivestito e poliestere -spiega Albini-. Da qui l’ottenimento della Certificazione Acustica di Classe 1». Oltre che per la termoregolazione questa tecnica costruttiva permette di

ovviare al problema dell’eco in-terna e garantisce l’attenuazione dei rumori. Oltre ai solai e alle pa-reti esterne e tra gli appartamenti, tali tecniche costruttive vengono applicate anche agli impianti di scarico, agli ascensori, ai ricam-bi d’aria e ai serramenti, dotati di ben cinque strati di vetro.

Elevata qualità a costo di mercato

Ma quanto costa una casa co-sì? Il periodo economico poco favorevole non agevola certo la realizzazione di edifici con tali caratteristiche ma Bioclimaber-gamo, pur garantendo un servi-zio di elevata qualità, si impegna da sempre a mantenere prezzi di mercato: «Ci rendiamo conto delle difficoltà economiche del periodo, ma il nostro tentativo è cercare di interpretare una nuo-va qualità dell’abitare intelligente, portando anche a Bergamo, cit-tà dell’edilizia per tradizione, un nuovo approccio, la cui efficien-za tecnologica e i benefici supe-rano di gran lunga le tecniche costruttive del passato, oggi non più adeguate alle nostre esigen-ze abitative». Per informazioni sugli appartamenti disponibili e sugli altri servizi di Bioclimaber-gamo: www.bioclimabergamo.it

M.D.

A Bergamo, in via Michelangelo da Caravaggio 6, una palazzina costruita da un team di specialisti per un nuovo modo di abitare con elevate prestazioni acustiche, energetiche e di salubrità dell’ambiente

BioclimabergamoThink different, live different

Il concetto chiave su cui si basa il valore tecnologico del team è quello di dare massima importanza all’ “involucro edilizio”

“Spesso non si ha coscienza di quali sono le caratteristiche di una casa che possono effettivamente cambiare la qualità della propria vita”

Ecologia & Imprese

Via Michelangelo da Caravaggio, 6 - [email protected] - Tel. 333 6112693www.bioclimabergamo.it

© Ph. Federico Buscarino QUI BERGAMO

www.infosostenibile.itNumero 40 - Marzo 201520

Page 21: InfoSOStenibile 40 > Marzo 2015

Era il 1 gennaio del 2000 quan-do Paolo Motta, classe ‘62, pe-rito elettronico e un’esperienza pluridecennale alle spalle, deci-se, insieme alla moglie Serena, di aprire la Emmetre Clima Ser-vice e investire così finalmente in un’impresa tutta sua. E oggi, al compimento del 15º anno di at-tività, può dirsi orgoglioso dell’o-pera fin qui intrapresa.Emmetre Clima Service raggiun-ge il traguardo dei tre lustri in un periodo in cui sembra difficile addirittura pensare al prossimo mese, ma non è un caso se, crisi o meno, dietro a questo risultato c’è impegno e cura per il proprio lavoro. L’azienda Motta si occu-pa della realizzazione, riparazio-ne e manutenzione di impianti di refrigerazione, condizionamento ed essiccazione. Da alcuni anni ha ampliato i suoi orizzonti dedi-candosi anche al riscaldamen-to. È inoltre Centro Assistenza Autorizzato scelto dai migliori produttori del settore per la di-stribuzione di ricambi originali e la consulenza post-vendita.«I nostri interventi sono indirizza-ti agli impianti di uso civile, ov-vero condizionatori in dotazione ai privati, ma in particolar modo verso quelli industriali», afferma il titolare. «Ci rivolgiamo, infatti, a tutte quelle realtà che hanno specifiche necessità in termi-ni di climatizzazione o di acqua refrigerata a ciclo continuo per il raffreddamento delle macchine di processo, come ad esempio quelle finalizzate alla stampa, al-la produzione della plastica, alle pressofusioni o ai tagli laser. I no-stri potenziali clienti sono quin-di le aziende di diversi ambiti, i centri direzionali, gli ospedali, nonché uffici, banche e strutture alberghiere». Per venire incontro alle differenti esigenze la Emme-tre Clima Service offre servizi di progettazione, installazione e programmi di manutenzione costruiti ad hoc. «Interveniamo principalmente quando sorgo-no problemi e le macchine non funzionano correttamente e, dopo un’accurata diagnosi, pro-cediamo nella riparazione, sosti-tuzione o anche riconversione

dell’impianto, cercando di evi-tare inutili dispersioni». L’obiet-tivo è offrire costantemente un efficace servizio di assistenza. «Abbiamo una struttura flessi-bile che permette di gestire im-pianti di qualsiasi tipo e marca,

garantendo tempi di intervento rapidissimi, e prestiamo molta attenzione alla formazione dei nostri tecnici, già diplomati in materie elettriche o elettroniche, che partecipano annualmente a corsi di specializzazione e ag-

giornamento.»Paolo Motta e il suo team sono dei veri esperti del settore e non trascurano nulla. «Siamo mossi da una grande passione che ci spinge a migliorare continua-mente e a tenere in considerazio-ne tutti gli aspetti che influenzano il buon funzionamento di un im-pianto, soprattutto quando im-plica la gestione dell’aria che respiriamo. Per questo abbia-mo acquisito la linea di prodotti AQS finalizzati alla sanificazione delle macchine e a combattere la “malattia del Legionario” (una forma epidemica di polmonite causata da un batterio chiama-to Legionella Pneumofila che si

sviluppa essenzialmente nell’ac-qua). In questo caso la manuten-zione, cioè la pulizia periodica dei circuiti, diventa un aspetto fondamentale di prevenzione per la nostra salute». Oltre che alla sicurezza, tutti gli interventi sono orientati al rispet-to delle normative per la tutela dell’ambiente e alla promozio-ne dell’efficienza energetica. Emmetre Clima Service è infatti in possesso delle certificazio-ni AIQ - Assofrigoristi Impresa Qualificata, UNI EN ISO 9001 e della Dichiarazione FGAS per il controllo dei gas fluorurati ad ef-fetto serra all’interno dei circuiti frigoriferi.

Qualità, sicurezza e specializzazionetestimoniano il lavoro di Paolo Motta e del suo team

Emmetre Clima Service: 15 annidi esperienza a servizio del cliente

Emmetre Clima Service Srl Via Arcene 27/29Ciserano (Bg)Tel. 035 4813382 - [email protected]

Paolo Motta, titolare dell’azienda

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Page 22: InfoSOStenibile 40 > Marzo 2015

Non era mai stato celebrato in una mostra monografica, ma finalmente Jacopo Negretti, in arte Palma il Vecchio, si prende la rivincita che merita, uscen-do dai libri di storia dell’arte per mostrarsi a tutti nella sinuosa bellezza dei suoi quadri. Dal 13 marzo al 21 giugno presso la Galleria d’Arte Moderna e Con-temporanea, Gamec, avrà luo-go la prima grande retrospettiva dedicata all’artista di origini ber-gamasche promossa dalla Fon-dazione Credito Bergamasco (Creberg), in collaborazione con il Comune di Bergamo e l’Univer-sità degli Studi di Bergamo. La mostra, curata da Giovanni C.F. Villa, sarà un momento esposi-tivo imperdibile che vedrà riuniti i capolavori assoluti provenien-ti dall’Italia e dall’Europa di uno dei maggiori protagonisti del Rinascimento veneto; molti dei quadri sono stati restaurati per l’occasione anche grazie al so-stegno delle maggiori istituzioni museali del mondo. «Era il Palma molto nei colori unito, sfumato, et paziente et quegli maneggiò con grazia et pulitezza grandissima», così l’artista-biografo Vasari de-scrive l’arte di Palma il Vecchio e come dargli torto. Sappiamo

poco sui primi anni della carriera di Jacopo Negretti, nato a Serina (BG) nel 1480 e morto a Venezia nel 1528. Sicuramente Giovanni Bellini è da annoverare tra i gran-di maestri che influenzarono gli anni della sua formazione ma, già nelle sue prime opere docu-mentate, appaiono influenze di Giorgione, specialmente nei di-pinti di soggetto mitologico. La monumentalità solenne e il to-nalismo nelle opere di soggetto sacro lo avvicinano, invece, al giovane Tiziano. Opere di largo impianto, caratterizzate dall’at-mosfera intima e serena, a tratti poetica, e dalle tinte brillanti. Tra i soggetti privilegiati la bellezza femminile in tutta la sua sensua-lità rinascimentale, ma anche te-mi mitologici, allegorici e sacre conversazioni, senza dimenti-care lo sguardo nostalgico ver-so i luoghi natii, raffigurati nelle ambientazioni paesaggistiche di straordinaria fedeltà e bellezza.

Iniziative a tutto campo

L’obiettivo del progetto non è solo quello di svolgere una fon-damentale azione di tutela del patrimonio - basti pensare al

complesso restauro sulle tavo-le del “Polittico” di Serina e sulla tela dell’“Adorazione dei pastori” di Zogno - ma anche portare il territorio al centro di un percor-so virtuoso. In tale logica, grazie alla retrospettiva su Palma il Vec-chio, si intende porre Bergamo al centro dei flussi turistici di Ex-po e richiamare visitatori da tutto il mondo. Con il sostegno della Fondazione Creberg, avranno luogo iniziative culturali o collate-rali atte a indagare e amplificare la figura di Palma il Vecchio, con-testualizzandola nel suo tempo: musei, teatri, biblioteche, asso-ciazioni culturali e di promozio-ne sociale, ma anche numerosi esercizi commerciali hanno ade-rito al progetto. Tra le varie ini-ziative, “Palma Shopping”, con

prodotti creativi e originali ispirati al periodo storico di Palma il Vec-chio, “Palma tra Arte e Scienza” in collaborazione con l’associa-zione BergamoScienza, “Acqua per Palma”, un itinerario per sco-prire Bergamo, le sue fontane e fontanili e incentivare il consumo dell’acqua potabile; ancora, con “Palma Chef” si inviteranno gli chef bergamaschi a creare un piatto Palma da proporre duran-te la mostra. L’Università degli Studi di Bergamo si è impegnata a sviluppare il tema della bellezza nella produzione artistica del pit-tore bergamasco, organizzando un ciclo di conferenze durante il periodo della mostra che sarà raccolto poi in un volume mo-nografico. Raccontare la città attraverso il filo conduttore del-la figura di Palma il Vecchio, un ambizioso obiettivo per questo progetto territoriale basato sulla condivisione dei contenuti e sulla multidisciplinarità dei contributi.

Domus Bergamo Una casa d’eccellenza

Aprirà il 20 marzo in piazza Dante l’atteso padiglione “Domus Ber-gamo - Bergamo Wine 2015”. L’area ospiterà per sette mesi

cinquecento iniziative suddivise in aree tematiche, tra cultura, turismo ed enogastronomia. Il progetto, promosso dal Comu-ne di Bergamo e dall’associazio-ne culturale “Signum”, si avvarrà anche della collaborazione di numerosi partner e sponsor. A inaugurare la Domus saranno le performance di “Bergamo Jazz” con concerti dedicati; il percor-so culturale sarà invece dedicato alla mostra “Il Palma”, con con-ferenze a tema e un “info point” dedicato. La Domus sarà anche palcoscenico per show cooking sulla cucina regionale italiana, degustazioni enogastronomiche guidate e cicli di conferenze te-matiche. Per narrare la storia del cibo e sperimentarlo, numerosi saranno anche i laboratori didat-tici per i più piccoli, con momenti di divertimento e riflessione sulla terra e i suoi frutti.La Domus sarà quindi la casa per eccellenza e dell’eccellenza bergamasca; un punto di riferi-mento per chi a Bergamo ci vive, ma anche per chi la visita per la prima volta, con l’auspicio che si senta ospite gradito e torni pre-sto a farci visita.

Mara D’Arcangelo

Dal 13 marzo al 21 giugno la Gamec ospiterà la prima grande retrospettiva sull’artista di origini bergamasche. Tanti gli eventi collaterali

Palma il Vecchio torna in patria

“Molte le iniziative culturali atte a indagare la figura di Palma il Vecchio: musei, teatri, biblioteche, associazioni culturali e di promozione sociale, ma anche numerosi esercizi commerciali”

BergamoSOStenibile

Vicenza, Chiesa di Santo Stefano, Madonna col Bamino e i santi Giorgio e Lucia, 1518-1520 ca

www.infosostenibile.itNumero 40 - Marzo 201522

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Bergamo è una città comune-mente riconosciuta e apprezza-ta per le sue bellezze storiche e architettoniche - Bergamo e le mura, Bergamo e Città Alta, Bergamo e i suoi monumenti - in realtà però la città può van-tare ben altri gioielli, iniziative ed eventi che la arricchiscono ren-dendola bella da vivere, oltre che da vedere. Uno su tutti è sicura-mente il “Bergamo Film Meeting” che da 33 anni regala alla città un festival unico nel suo genere per la qualità delle proposte e la varietà dei contenuti. Quest’an-no dal 7 al 15 marzo 2015, la 33a edizione sarà caratterizzata da omaggi e retrospettive di ampio respiro, grazie a un cinema indi-pendente e d’autore, capace di riflettere le innumerevoli sfuma-ture, trasformazioni e comples-sità del presente, senza timore di sperimentare nuove forme di linguaggio e di contenuti. No-ve giorni di proiezioni per 120 film, provenienti dal panorama cinematografico nazionale e in-ternazionale, offriranno una mol-teplicità di percorsi di visione, spunti di riflessione e di lettura, occasioni di scoperta, sorpre-se e molto altro. Come sempre, il programma sarà articolato in diverse sezioni: un concorso in-ternazionale di lungometraggi, opere inedite, omaggi e retro-spettive, la seconda parte della sezione “Europa: femminile sin-golare”, documentari, antepri-

me e cult movie, incontri con gli autori, workshop, mostre, uno spazio dedicato al cinema d’ani-mazione e alle proiezioni di film per giovani e giovanissimi.Per il quarto anno consecutivo BFM rinnova la Partnership col Birrificio Indipendente Elav che gestirà l’Elav Igloo Pub - Mee-ting Point, il punto d’incontro fra persone, autori e arti parallele fra cui la musica, presente ogni gior-no a partire da giovedì 5 marzo. Anche quest’anno un’attenzione particolare va alla sostenibilità grazie alla rinnovata collabora-zione con Pedalopolis per il pro-getto “A Bergamo Film Meeting in bicicletta”. L’associazione, na-ta per promuovere e incentivare l’utilizzo della bicicletta, con la collaborazione di infoSOSteni-bile Bergamo, offre a tutti gli ac-creditati e abbonati al Festival la possibilità di noleggiare a prezzo agevolato una bicicletta pres-so la Ciclostazione 42, in piaz-zale FFSS a Bergamo per tutta la durata della manifestazione, mettendo anche a disposizione un parcheggio custodito gratui-to per i mezzi, allestito in Piazza della Libertà.

Bergamo Film Meeting incontra l’Accademia Carrara

Bergamo Film Meeting, divenu-to simbolo di una promozione culturale di carattere popolare,

è molto radicato a livello territo-riale. In questa edizione porterà un contributo di altissimo livello a un evento che la città attende da tempo: la riapertura dell’Accade-mia Carrara. In tale occasione verrà presentato il film “National Gallery”, ultima opera del mae-stro documentarista Frederick Wiseman, presentato a Cannes nel 2014 e in anteprima al festival venerdì 6 marzo alle ore 20.45, presso il suggestivo Teatro So-ciale in Città Alta. Sempre in omaggio all’Accademia Carra-ra, il programma del Bergamo Film Meeting prevede la proie-zione di una serie televisiva di culto degli anni ’60: “Belphégor ou Le fantôme du Louvre” (Bel-

fagor, il fantasma del Louvre) di Claude Barma. Lungo il percor-so della riapertura, l’Accademia Carrara, museo simbolo del col-lezionismo italiano, ha scelto di collaborare con alcune istituzioni culturali bergamasche, proget-tando momenti speciali allo sco-po di condividere con pubblici diversi la tanto attesa riapertura. In quest’ottica è parsa naturale

la collaborazione con Bergamo Film Meeting, la cui 33a edizione si tiene poche settimane prima dell’inaugurazione che avverrà il 23 aprile 2015 con un allestimen-to museale completamente nuo-vo, capolavori restaurati, edificio ristrutturato e aggiornamento dei servizi per il pubblico.

Elisa Troiani

Dal 7 al 15 marzo Bergamo si rigeneragrazie alle moltissime iniziative offerte in tutta la città

Trentatré volte grazieBergamo Film Meeting

“Bergamo Film Meeting porterà un contributo di altissimo livello alla riapertura dell’Accademia Carrara”

BergamoSOStenibile

Si ripropone per il secondo anno consecutivo la sezione dedicata al cinema europeo completamente al femmini-le. Anche quest’anno infatti la rassegna vuole mettere in luce le opere di alcune tra le registe più rappresentative del panorama europeo che si sono affermate in questi ultimi anni sulla scena delle produzioni cinematografiche indipendenti. Ognuno dei film attraversa tematiche comuni ma viste dall’occhio femmini-le, un punto di vista sensibile e acuto al quale non siamo abituati. Protagoniste dell’e-dizione 2015 sono Andrea Arnold (“Red Road”, 2006, “Fish Tank” 2009, “Wuthe-ring Heights”, 2011), voce emergente nel nuovo cine-ma britannico capace di uni-re la tradizione del realismo

inglese a un’estetica asciutta e rigorosa; la bosniaca Aida Begić (“Snow”, 2008, “Buon anno Sarajevo”, 2012), testi-mone e acuta osservatrice di una generazione ferita da una guerra fratricida e dila-niante; l’ungherese Ágnes Kocsis (“Fresh Air”, 2006, “Pál Adrienn”, 2010), che con uno sguardo efficace e tenero ama concentrarsi sulle sto-rie di personaggi in fuga dalla propria solitudine, in cerca di una possibile felicità; e infine la portoghese Teresa Villaverde (“Os mutantes”, 1998, “Acqua e sale”, 2001, “Cisne” 2011), autrice di un cinema duro, ma allo stesso tempo toccante e poetico, particolarmente at-tento alle storie dei più deboli, di cui sa raccontare il dolore e le cicatrici.

EuropaFemminile, singolare

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Le Orobie bergamasche rappre-sentano un territorio per lo più ancora incontaminato, un pa-trimonio di naturalità e bellezza paesaggistica che contraddi-stingue la provincia di Bergamo, arricchendo ulteriormente quel-lo ambientale e turistico. Nel cuore di quest’area si trova la Valle Imagna, a sua volta carat-terizzata da un patrimonio stori-co e culturale notevole, che dista appena 20 km da Bergamo e 50 km da Milano. Con i suoi 16 pa-esi di appartenenza offre ai visi-tatori ricchissime testimonianze artistiche. Si tratta di una meta ideale per gli amanti della natura, della gastronomia, ma soprat-tutto per gli appassionati di sport ed escursionismo. Per coloro che scelgono di avvicinarsi alle bellezze di questa zona, MTB Valle Imagna è un punto di riferi-mento per soddisfare le esigen-ze degli amanti della mountain bike, inserendosi in una cor-nice più ampia che coniuga la pratica dello sport con la cono-scenza del territorio, grazie alla costruzione di un prodotto turi-stico integrato nell’ambito delle attività sportive praticabili nelle Orobie Bergamasche. Frutto della collaborazione positiva tra Eco Turismo Valle Imagna, Alto Brembo e Promo Serio, MTB Valle Imagna si presenta anche come un’ottima occasione di promozione del territorio in vista di Expo 2015. Grazie alla part-nership attivata dal presidente di Eco Turismo Valle Imagna Ales-sandro De Ponti con Ferruccio Martinelli di MTB Explorer, biker meglio conosciuto come Kikko, si sono coniugate la passione della mountain bike e quella del territorio della Valle, con la pro-mozione di tour in loco, coinvol-gendo amici e conoscenti per mostrare loro sentieri e percorsi poco battuti, ma incredibilmen-te belli. È stato così possibile tracciare una serie di itinerari ad hoc: ne sono stati tracciati dieci che offrono livelli di difficoltà dif-ferenti, al fine di rispondere alle esigenze di un ampio pubbli-co di ciclisti, non solo per quelli

più esperti. Il target di riferimen-to comprende tutti coloro che amano la natura e in particolare i sostenitori dell’ecoturismo, so-prattutto chi ama il cicloturismo e l’escursionismo. Per scoprirli è sufficiente visitare il sito e inizia-re a pianificare il proprio tour con amici e parenti, selezionando i Bike Hotel preferiti, che offro-no accoglienza e ospitalità con servizi speciali dedicati al mon-do del cicloturismo, come i kit di attrezzi per eventuali riparazioni, angoli informativi con libri, riviste e mappe degli itinerari, menù convenzionati e guide in MTB.

I Bike Hotel della Valle Imagna

Sono sei i Bike Hotel attrezzati che aderiscono al progetto: l’A-griturismo Scuderia della Valle, a Sant’Omobono Terme, che or-ganizza anche trekking a cavallo e passeggiate nei boschi con i lama, ideali per far divertire i più piccoli; l’Hotel Ristorante Camo-retti, ad Almenno San Bartolo-meo, con una splendida vista sulla pianura; l’Hotel Ristorante Costa, a Costa Imagna, caratte-rizzato da un’atmosfera familiare e conviviale. Nella lista anche l’Al-bergo Ristorante Moderno, a Fu-ipiano Imagna, che si offre come un punto di partenza ideale per escursioni nella natura dell’Alta Valle Imagna, l’Hotel Resort & SPA Miramonti, a Rota Imagna, che vanta una Bio SPA con pi-scina interna ed esterna, bio sauna finlandese e bagno turco,

per gli amanti del wellness e, ul-tima ma non meno importante, Villa Ortensie Terme di Sant’O-mobono, una dimora storica di fine ‘800 in stile liberty, provvista di Beauty Farm e Medical SPA. Non solo cicloturismo! La ricca selezione di Bike Hotel è ideale per soddisfare davvero tutte le esigenze e accogliere un pubbli-co vasto di ciclisti ma non solo, più in generale di tutti gli amanti della natura e del territorio mon-tano. Le strutture descritte, che mirano alla valorizzazione dei prodotti tipici della zona, si ri-allacciano a Expo 2015, il cui slogan “Nutrire il Pianeta” rim-bomba come un’eco all’inter-no della Valle. Una promozione territoriale e gastronomica di un territorio dove la natura è ancora padrona e mostra le sue bellez-ze a tutti coloro che desiderano accoglierle. L’attività sportiva è il fulcro centrale e il motore dell’in-tero progetto e non riguarda so-lo il ciclismo, ma anche il golf, le escursioni nei parchi avventura, l’equitazione, praticabile nei vari maneggi dislocati sul territorio, e persino il volo libero, da praticare nelle speciali zone ad esso adibi-to. È sufficiente visitare il sito e i Bike Hotel preferiti curiosando in base ai servizi e alle attività pre-sentate. Non resta che pianifica-re e fare un po’ di allenamento per non perdersi il ricco retico-lato composto dai vari sentieri: tutti pronti per pedalare in Valle Imagna?!

Elena Pagani

Mtb Valle ImagnaNon solo cicloturismoNel cuore delle Orobie bergamascheun punto di riferimento per tuttigli amanti del turismo sostenibile

In Valle Imagna posso vedere…

La Valle Imagna è circondata dalle verdi montagne delle Orobie Ber-gamasche parte dalle dolci colline del Lemine e arriva alla vetta del Resegone in alta Valle. E’ un territorio ancora poco conosciuto che mantiene tutt’ora una natura quasi incontaminata, ricca di bellezze naturali, meta ideale per appassionati di sport ed escursionismo racchiude allo stesso tempo un notevole patrimonio artistico, sto-rico e culturale.

Offre gioielli d’arte e d’architettura come il misterioso tempio roma-nico di S. Tomé nell’agro degli Almenno, l’antico borgo medievale di Clanezzo con il porto e il ponte che balla, la contrada di Arnosto a Fuipiano sede della vecchia Dogana Veneta, e importanti testi-monianze di fede popolare come la Madonna della Cornabusa, il santuario scavato dentro la roccia della montagna e incorniciato da storici esempi di architettura rurale, risultato di un’integrazione straordinaria tra l’uomo e la natura.

Da visitare il Museo del Falegname Tino Sana di Almenno San Bar-tolomeo e la Ghiacciaia del Maestro di Strozza con annesso Museo Etnografico Valdimagnino ricchi di testimonianze sugli strumenti di lavoro e sugli oggetti della vita quotidiana di una volta.

In Valle Imagna posso fare…

› Passeggiate a cavallo› Passeggiate con i lama› Attività e laboratori per i bambini› Percorsi tra gli alberi al Parco Avventura› Volo libero con parapendio e deltaplano› Golf presso il Golf Club Albenza di Almenno S.B.› Pesca al Laghetto di Sant’Omobono› Sci di Fondo› Escursioni, arrampicate e ciaspolate› Escursioni nelle Grotte› Noleggio e-bike presso i Bike Hotel› Trattamenti termali e di benessere

I nostri sapori…

Importanti da segnalare tra le produzioni tipiche locali lo Stracchino all’antica delle Valli Orobiche, presidio Slow Food, e la produzione di vino nelle colline della bassa Valle.Presso le aziende agricole della Valle Imagna posso trovare: lattici-ni, formaggi, frutta e verdura, piccoli frutti, conserve e marmellate, miele e prodotti dell’alveare, salumi e altri prodotti di stagione.

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www.infosostenibile.it Numero 40 - Marzo 2015 25

Page 26: InfoSOStenibile 40 > Marzo 2015

In occasione della celebrazione dei 110 anni dalla nascita del Ro-tary, il Distretto 2042 che com-prende le province di Bergamo, Lecco, Como, Varese, Sondrio, Monza Brianza, sceglie di rap-presentare il sogno rotariano

che, grazie all’impegno e alla dedizione di tutti suoi membri, sta diventando realtà: “End Po-lio Now”. Rotary International è un’associazione che raccoglie i vari Rotary club, presenti su scala mondiale, la cui sede si

trova a Evaston, Illinois, Sati Uni-ti. Rotary Club, sorto nato nel 1905 a Chicago, rappresenta un club di servizio alla popolazione e alla società, fatto di uomini e donne che esercitano diverse professioni e mansioni, ma che decidono di impegnare parte del loro tempo per il bene del prossimo. Rotary nel mondo si-gnifica oltre 1 milione e 300 mila iscritti, 33.000 in 200 Paesi. Dei 16 eventi del “Concerto Grosso” in Lombardia, 4 si sono tenuti a Bergamo: presso la Sala Piatti in

città alta si è svolto un concerto degli allievi dell’istituto musicale Donizetti, mentre in Sala Greppi in città bassa, musica anni ’60 da una band di rotariani e infi-ne alla Parrocchiale di Almen-no San Bartolomeo concerto di Ave Maria per coro, solista e organo. Al Teatro dell’auditorium di San Sisto di Colognola, con la regia di Oreste Castagna, è an-dato in scena un emozionante spettacolo teatral-musicale che ha raccontato in forma artistica il progetto internazionale per la

eradicazione della poliomelite nel mondo. Concerto Grosso si è posto il duplice obiettivo di raccolta fondi e coinvolgimento della popolazione rendendola partecipe di questo ambizioso progetto mondiale. Come rac-contato nello spettacolo, la po-liomielite è una malattia acuta, virale e altamente contagiosa. La si ricorda come una delle pa-tologie più temute del XX seco-lo, periodo durante il quale i casi di polio raggiunsero un picco drammatico e portarono all’im-pellente esigenza dello sviluppo di un vaccino. Jonas Salk nel 1955 e Albert Sa-bin, nel 1957, svilupparono due vaccini, che grazie alle campa-gne di vaccinazione condotte da Rotary, UNICEF e dall’Organiz-zazione Mondiale della Sanità, hanno eradicato la polio in gran parte dei Paesi colpiti. Attual-mente, la si ritrova in forma en-demica in Afghanistan, Pakistan e Nigeria, ma il monito che vuo-le fornirci Rotary è di proseguire con la sensibilizzazione affinché questa antica malattia venga sconfitta eradicata una volta per tutte.

E. P.

Successo della serata ricca di eventi in 16 città lombardePer vincere la sfida e debellare la Poliomielite

Polio free: Rotary InternationalBergamoSOStenibile

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Page 27: InfoSOStenibile 40 > Marzo 2015

“Nulla si crea, nulla si distrug-ge, tutto si trasforma”, il celebre postulato di Antoine-Laurent de Lavoisier è anche il motto di CiboLab - Officine Creative Gastronomiche. Non potrebbe esserci sintesi più azzeccata per descrivere l’attività di que-sta realtà bergamasca nata nel febbraio del 2014 dall’idea di Matteo Moioli e Matteo Nodari, due giovani amici e collaboratori che condividono la genuina pas-sione per la terra. Alle spalle di CiboLab c’è l’Azienda Agricola Matteo Moioli con sede a Scan-zorosciate, dove vengono colti-vate solo antiche varietà di frutta e verdura autoctona, erbe offici-nali e aromatiche, bandendo gli ibridi e partendo dal seme certi-ficato biologico e/o biodinamico. Moioli e Nodari stanchi di cedere la propria dedizione e profes-sionalità alle logiche di mercato della Grande Distribuzione, deci-dono di concretizzare quello che da sempre è il principio dell’a-zienda: valorizzare i prodotti agricoli di qualità che vengono coltivati e lavorati nel rispetto dell’ambiente e delle persone. In questo senso, ritorna il princi-pio di Lavoisier: riappropriarsi di tutta la filiera, dalla materia prima alla raccolta e lavorazione, fino al prodotto finito, acquistabile nel primo punto vendita CiboLab a Scanzorosciate, in via Colleo-ni 8, inaugurato lo scorso 8 no-vembre. L’azienda agricola si contraddi-stingue per il personale quali-ficato in regola e la presenza di inserimenti lavorativi; finora sono cinque i posti lavoro che l’azien-da è riuscita a creare. Da poco è partito anche Il Sogno di Arlec-chino, progetto che coinvolge cinque ragazzi che hanno avu-to traumi cranici e un giorno alla settimana arrivano in azienda e aiutano a svolgere l’attività agri-cola. «La nostra idea di agricol-tura non fa distinzione tra etnie, colori, abilità, disabilità, ma è un’agricoltura che lascia spazio a chiunque lavori al suo interno», afferma Moioli. Sostenibilità so-ciale oltre che ambientale quindi; nasce così CiboLab, che do-

po varie peripezie burocratiche prende vita nell’agosto del 2014. Il punto vendita di Scanzoroscia-te non si pone come negozio a km 0, ma vuole essere cataliz-zatore di piccole e medie realtà agricole italiane, che aderiscono al “buono, pulito e giusto”, prin-cipi chiave di Slow Food, di cui Moioli e Nodari fanno parte. Ol-tre ai prodotti dell’Azienda Agri-cola di Scanzorosciate, come

creme salate, confetture, sott’oli e sott’aceti, sughi e vellutate, il catalogo di CiboLab compren-de prodotti di alta qualità che rispecchino tradizione e genui-nità; tra le realtà presenti, tredici presidi Slow Food, dallo zaffera-no ai formaggi, dal miele bio al vino, dalle verdure alla polenta.

Una scelta di vita

I progetti di CiboLab non si fer-mano qui, l’azienda di Moioli e Nodari ha da poco ingrandito la propria produzione prendendo in gestione 22 ettari di terreno a Calcinate, dove stanno pian-tando asparagi e fragole oltre a disporre grani antichi e una produzione orticola. «L’obiettivo che ci siamo posti per Calcina-te è creare entro maggio 2015, due allevamenti: primo fra tutti, la gallina di Ancona, una razza anti-ca che ha la duplice attitudine di

carne e uova; sempre nell’intento di creare un percorso di senso, le uova delle nostre galline ser-viranno poi per produrre pasta all’uovo e altri prodotti a km 0», afferma Moioli. Stesso principio varrà anche per l’allevamento di lumache e per quello della razza suina Mora Romagnola: «Il punto vendita di Calcinate sarà quindi incentrato sui nostri prodotti a km 0, si potranno trovare fragole appena raccolte e uova appena fatte». La costruzione di que-

sto progetto è innanzitutto una scelta di vita; la principale diffi-coltà è far capire alla gente che il maggiore costo rispetto ai pro-dotti agricoli del supermercato è dovuto al valore aggiunto che CiboLab offre, dalle tecniche biologiche al pagamento equo per i lavoratori. «Per noi il biolo-gico è una scelta etica prima an-cora che agronomica - afferma Moioli. Certo, anche la certifica-zione deve cambiare nelle sue metodologie; ci dovrebbe esse-re più verifica sul campo e meno burocrazia, solo così ci si rende conto della differenza tra una terra marrone, arida, resa sterile dai metodi di coltivazione con-venzionali e una terra nera, viva, fertile, perché coltivata con me-todi bio». Oggi sono sempre di più i “contadini di ritorno”, ragazzi giovani che tornano a lavorare la terra cercando di affermare un percorso virtuoso dal seme al piatto, dando valore a ogni pas-saggio della filiera. « In tempi dif-ficili occorre essere un po’ folli, perché solo così si ha la possi-bilità di scegliere tra una strada facile ma a fondo chiuso e un percorso avventuroso e pieno di sfide, che porta però a gustar-si una fragola che sa di fragola, pensando al valore aggiunto che ci sta dietro».

M.D.

CiboLabDal seme al piatto, con creativitàA Scanzorosciate (Bg) la giovane realtà valorizza prodotti agricoli di qualità coltivati e lavorati nel rispetto dell’ambiente e delle persone

“Ritorna il principio di Lavoisier: riappropriarsi di tutta la filiera, dalla materia prima alla raccolta e lavorazione, fino al prodotto finito”

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www.infosostenibile.it Numero 40 - Marzo 2015 27

Page 28: InfoSOStenibile 40 > Marzo 2015

Di norma passiamo quasi metà della nostra vita in ambienti chiu-si: scuole, uffici, centri commer-ciali e soprattutto case. Quanto è importante allora che le pareti degli edifici siano verniciate con finiture interne atossiche e ve-ramente naturali? «Diversi studi condotti in Germania a partire dagli anni ’70 hanno constata-to che normalmente gli ambienti interni sono più inquinati di quelli esterni a causa di vernici con-venzionali contenenti sostanze tossiche» ci spiega Enrico Car-minati, bio-imbianchino decora-tore di Bergamo.Carminati ha iniziato la sua atti-vità di bio-imbianchino all’inizio degli anni 2000, cominciando a scoprire le possibilità versatili e qualitative di pitture e vernici naturali e biologiche in seguito a una scelta di vita personale che l’ha portato a lasciare un impie-go sicuro ma poco stimolante: «Ho iniziato per hobby, all’inter-no di un percorso di crescita personale con scelte di vita che mi facessero stare bene come la pratica dello yoga, un’alimenta-zione sana e biologica e rimedi naturali».Dal 2004 Carminati utilizza quo-tidianamente vernici naturali e biologiche, maturando un’espe-rienza che l’ha portato a conso-lidare una sempre più numerosa clientela contenta dei suoi lavo-ri e della possibilità di vivere in un ambiente sano e accoglien-te. «Un attento lavoro di ricerca mi ha portato a fare una cernita di prodotti di qualità: ora i miei principali fornitori sono ditte ita-liane, anche piccole, che lavora-no bene e alcune ditte tedesche, particolarmente attente all’am-biente». Sono molte le aziende di vernici che scelgono di tenere una gamma green ma non sem-pre ne rispettano i principi. Per essere effettivamente “bio” le vernici devono essere esenti da qualsiasi tipo di componente pe-trolchimico, inquinante e tossico e avvalersi invece di elementi minerali e vegetali, come anche di derivati del latte, dell’uovo e della cera d’api; esistono, però, anche pitture totalmente vegan.

«Se ci pensiamo, dall’anno 0 al ’900 il patrimonio di materiali di cui si disponeva era totalmente naturale. È stato il boom del pe-trolio e dei suoi derivati a cambia-re il nostro stile di vita», afferma Carminati. «Ora però ci troviamo con pitture convenzionali che ri-lasciano sostanze tossiche per circa cinque anni dalla stesura». Ma quali sono i vantaggi delle vernici bio? Si tratta di una forni-tura sana che permette di respi-rare aria salubre anche al chiuso: «Tinteggiando casa con pitture biologiche si eliminano anche molte delle cause di allergia, asma, emicrania e spossatez-za», sottolinea Carminati. «Tutti i

prodotti che uso oltre a essere a zero emissioni tossiche sono anche antistatici quindi attirano meno polvere, durano di più e si sporcano di meno». Le vernici del bio-imbianchino di Berga-mo sono anche naturalmente traspiranti, quindi particolar-mente efficaci nella prevenzio-ne di muffe, oltre a rendere l’aria salubre e profumata grazie agli oli essenziali in esse contenute. «Vernici naturali, pitture biolo-giche, pigmenti colorati, calce e argilla sono in armonia con la nostra natura e con il pianeta. È bello perché si ha la sensazione di usare qualcosa di vivo che tra-smette energia». La casa pittu-

rata bio ha un effetto cromatico che non è mai piatto, i colori non sono artificiali, danno sempre quella morbidezza e accoglien-za tipica del paesaggio natura-le. «L’uomo è felice quando vive in un luogo il più possibile vicino alla propria natura – spiega Car-minati – in ambienti estranei de-ve difendersi, vive in uno stato di perenne allerta e spreca molta energia per mantenere il proprio equilibrio». Fanno eco alle parole di Carminati i principi base della cromoterapia e del Feng Shui. Il bio-imbianchino di Bergamo sta anche sperimentando un mate-riale nuovo: si tratta di una pittura

sanificante che, oltre a non in-quinare, depura l’aria da sostan-ze tossiche grazie alla presenza di anioni (ioni negativi). Sarebbe quindi particolarmente indicata per scuole, ospedali, uffici e gli interni di edifici pubblici. Oltre a sperimentare nuovi materiali all’avanguardia, Carminati è an-che famoso per la sua puntua-lità e professionalità sul lavoro, qualità che negli anni hanno ga-rantito una clientela consistente e soddisfatta. Il bio-imbianchino opera prevalentemente nelle zo-ne di Bergamo, Milano e Bre-scia, ma valuta lavori in tutta la Lombardia e nella zona del le-vante ligure.

M.D.

Pitture e vernici naturali non solo rendono gli ambienti salubri magarantiscono un effetto cromatico accogliente e in armonia con la natura umana

Il Bio-imbianchinoLa natura calza a pennello

“Vernici naturali, pitture biologiche, pigmenti colorati, calce e argilla sono in armonia con la nostra natura e con il pianeta. È bello perché si ha la sensazione di usare qualcosa di vivo che trasmette energia”

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Dal giugno 2013 Laura Castellet-ti, classe ’62, è Vicesindaco del Comune di Brescia per la Giunta guidata dal Sindaco Emilio Del Bono. Alle spalle anni di impegno politico. Al suo assessorato fan-no capo diverse deleghe, acco-munate dallo stesso linguaggio. Cultura-Creatività-Innovazione è la dicitura scelta dal Vicesindaco per comprenderle tutte quante. Nel suo ufficio, presso lo stori-co Palazzo della Loggia, la sede comunale nel cuore della città, abbiamo incontrato Laura Ca-stelletti per farci raccontare la sua città.

➔Partiamo dalla questione calda del momento: Expo. Quali sono le iniziative principali che vedono coinvolte Brescia e provincia su questo fronte?

Brescia ha colto al volo le oppor-tunità di Expo, guardando all’E-sposizione Universale in modo positivo. Credo che alla fine uno degli elementi che quest’evento ci lascerà in eredità sarà l’occa-sione di sperimentare la possi-bilità di fare sistema. Abbiamo tante eccellenze, tante realtà istituzionali, pubbliche e private che, secondo me, in autonomia viaggiano molto bene, ma con difficoltà lavorano insieme. Ex-po ci ha spinto a fare squadra. Con la ATS Sistema Brescia per Expo abbiamo impiegato le no-stre energie nella ricerca e nel-la costruzione di un percorso di marketing territoriale che ci ren-desse riconoscibili all’esterno: in primo luogo, con l’Albero della Vita che le imprese bresciane “stanno piantando” davanti al Padiglione Italia. Gli ipotetici 22 milioni di visitatori che passeran-no sotto quell’albero potranno così interrogarsi sul fatto che chi è stato capace di costruire una cosa tale, facendo rete, chissà cosa è stato in grado di fare a Brescia.

➔È un bel biglietto da visita…

Decisamente! Abbiamo poi indi-viduato sei giornate di protago-nismo bresciano all’interno del Padiglione Italia, una al mese per tutti i mesi dell’esposizio-ne. Nell’arco di quelle giornate si racconterà Brescia tramite alcune tematiche che verranno poi sviluppate sul territorio cit-tadino durante il weekend suc-

cessivo all’incontro. La prima sarà il 7 maggio: a Expo, Brescia parlerà della sua area archeolo-gica e il fine settimana seguente inaugurerà in città la mostra ar-cheologica, con l’apertura della quarta cella del Tempio Capi-tolino. Questi approfondimenti in loco porteranno in città delle presenze significative. È sta-to importante per noi dal punto di vista del patrimonio artisti-co culturale avere un’unicità da mostrare, rintracciata proprio

nell’area archeologica cittadi-na costituita dal Teatro romano, dal Tempio Capitolino e dal sito Unesco del complesso muse-ale di Santa Giulia. Il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali riconoscendoci questa unicità ha individuato ed eletto Brescia come capitale archeologica del Nord Italia nel contesto di Expo che, per l’occasione, accoglie-rà reperti da tutta Italia. L’espo-sizione si svilupperà nel Museo Santa Giulia, con un’ultima parte

dell’allestimento collocata nel-la quarta cella del santuario re-pubblicano, a formare una sorta di percorso che lega i luoghi dell’archeologia cittadina.

➔Marketing territoriale: dal “Fuori Expo” a “Brend”

L’ultima fase dell’operazione di marketing è stata proprio quella del Fuori Expo, o come si è scel-to infine di denominarlo, “Brend”,

Laura Castelletti racconta la sua “Brescia per Passione”Intervista al Vicesindaco di Brescia. Expo, cultura, smart city e quote rosa

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che sta per “Brescia nuove dire-zioni” e allo stesso tempo richia-ma “brand”, il marchio.Anche in questo caso si è mes-sa in gioco la capacità di fare sistema. Il Comune ha messo a disposizione il palazzo dell’ex-tri-bunale (Palazzo Martinengo Col-leoni ndr), un contenitore vuoto e senza vita che cercava da tem-po una vocazione. Quello sarà il luogo in cui verranno narrate le nostre eccellenze imprendito-riali e industriali; una parte poi verrà dedicata al cibo. Vi si ter-ranno inoltre alcuni incontri del progetto “Alimentarsi. Imparia-mo mangiando”, che entra nel-le scuole con l’obiettivo finale di realizzare una carta dell’alimen-tazione scolastica certificata scientificamente dall’Università. Infine, una parte dell’ex-tribunale sarà dedicata all’arte. A me pia-

ce un po’ pensarla come la ca-sa di tutti. Tra l’altro lo spazio di Brend rientra nel Quadrilate-ro della Bellezza, che abbiamo identificato dopo aver ottenuto un finanziamento regionale sui Distretti dell’attrattività. Il Qua-drilatero della Bellezza è attra-versato dal Decumano, ovvero via Musei, animata da quelle ini-ziative descritte prima che le si sviluppano attorno, e dal Cardo che parte dal Castello e arriva al

Fuori Expo. Cardo e Decumano sono reali rispetto a quelli co-struiti all’interno dell’Esposizione milanese, restituendo un senso di continuità tra i due luoghi.

➔Ci sono posizioni critiche su Expo e sulle possibilità reali di trattare in modo approfondito i temi che propone. Lei cosa ne pensa?

Io credo che dipenda molto da noi e da come sapremo gestirlo. Io la considero un’occasione im-portante per costruire relazioni ma anche per riflettere su questi temi. Insomma, appartengo alla categoria degli Expo positivi: se una delle eredità di Expo sarà quella di “fare sistema” per me si sarà già raggiunto un obiettivo importante, soprattutto se poi questo diventa un metodo per fare altre cose. Quanto ai con-

tenuti, noi presso “Fuori Expo” e nella città, daremo luogo a occa-sioni di riflessione sui temi dell’a-limentazione. Stiamo già agendo in questa direzione. Faccio un esempio: generalmente per la festa del patrono (San Faustino, 15 feb-braio, ndr) si tiene sempre una “lectio magistralis”. Quest’anno abbiamo voluto che a tenere il discorso fosse la professoressa Claudia Sorlini, la prima donna preside della Facoltà di Agra-ria dell’Università di Milano, do-cente ordinario di Microbiologia agraria, di origine bresciana e presidente del comitato scienti-fico di Expo. È venuta a raccontarci in una sala gremita cos’è Expo, l’im-portanza del cibo, il valore della sostenibilità, quindi per me sarà di certo anche una buona occa-sione per mettere sotto i riflettori queste importanti tematiche.

➔Un’ultima domanda, avvicinandosi la festa della donna. Quote rosa: favorevole o contraria?

Diciamo che c’è stato un percor-so: inizialmente ero a favore delle quote rosa, poi sono arrivata a un punto in cui ritenevo che fos-se necessaria la qualità, che le quote rosa spesso non garanti-vano. Poi ho visto però come funziona-no le cose e ora sono di nuovo una sostenitrice delle quote ro-sa: sono dell’idea che siano ne-cessarie per sfondare quello che chiamano il “soffitto di cristallo” e sono convinta che quando una donna prende l’ascensore, poi dovrebbe rimandarlo giù e ripor-tarne su un’altra.Per le donne è ancora compli-cato destreggiarsi nel mondo del lavoro. Io sono una persona fortunata perché ho una famiglia e un marito che hanno sempre condiviso e supportato le mie scelte: la politica ha dei tempi av-versi alle donne che non vengo-no favorite da servizi adeguati. Credo che si debba compiere un’evoluzione e penso che avere la metà delle presenze al Gover-no donne possa aiutare ad an-dare verso questa direzione.

Angela GarbelliDiego Moratti

Laura Castelletti racconta la sua “Brescia per Passione”Intervista al Vicesindaco di Brescia. Expo, cultura, smart city e quote rosa

RuoloVicesindaco. Una delle 3 donne della giunta di Emilio del Bono, Comune di Brescia, dal giugno 2013

StoriaCandidato sindaco per la lista civica “Brescia per Passione” alle amministrative del 2013

ProfessioneTecnico chimico biologico per 10 anni presso l’Università di Brescia. Da anni impegno politico e mamma a tempo pieno.

FigliSì, due figlie di 16 e 22 anni

Modelli“Mi affascinano sempre molto le donne che hanno grandi responsabilità, lavorano molto ma riescono sempre a rimanere persone accoglienti, disponibili, sorridenti, capaci di ascoltare”

Qualche nomeAnna Kuliscioff e Marie Curie, “Ma è nella somma della varietà di donne dalle storie straordinarie che trovo ispirazione. Nella loro capacità di essere accoglienti pur essendo passionarie”

IdentikitLaura Castelletti

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Per chi non conoscesse questa realtà, Cauto è l’acronimo che sta per Cantiere Autolimitazio-ne. Si tratta di una Cooperativa sociale che da oltre vent’anni si muove sul territorio bresciano portando con sé solidarietà, ri-spetto per l’ambiente, creativi-tà e voglia di fare sinergia, con l’obiettivo di generare inclusione sociale e maggiore benessere per tutti. Diversi sono i percorsi che Cauto intraprende per por-tare avanti la sua filosofia. Spes-so impiega il linguaggio della cultura, promuovendo iniziative e progetti che propongono so-luzioni sostenibili in termini di risvolti ambientali e sociali. Que-ste sono alcune delle proposte culturali che Cauto ha in cantie-re.

Facciamo girare la cultura

Sabato 18 aprile alle 16.30, pres-so Spigolandia, il negozio dell’u-sato che fa parte della rete di attività di Cauto, si terrà il terzo incontro di questa rassegna. Lo scorso settembre il negozio si è rilanciato con una veste rinnova-ta e con un programma fitto di at-tività, tra cui gli appuntamenti di “Facciamo girare la cultura”. Tre giornate, una a settembre 2014, l’altra a gennaio e ora l’ultima ad aprile, dedicate allo scambio di libri usati e non solo. L’appunta-mento prevede un incontro con un autore che presenta il proprio libro: il 27 settembre è stata la volta di Paolo Pinzuti con “Sal-va i ciclisti. La bicicletta è poli-tica”. Il 24 gennaio era presente invece Domenico Finiguerra che ha parlato dell’importanza del verde e della lotta alla ce-mentificazione traendo spunto dal suo libro “8mq al secondo. Salvare l’Italia dall’asfalto e dal cemento”. Il prossimo appunta-mento, quello del 18 aprile, sarà con Giuseppe De Marzo autore di “Anatomia di una rivoluzione. Giustizia, ambiente e lavoro per invertire la rotta e battere la cri-si”. Sarà un’occasione in più per riflettere sull’urgenza di un cam-biamento, a partire dai nostri stessi stili di vita. Come per gli altri incontri, anche questa volta infoSOStenibile sarà presente!

Libri d’arte a Spigolandia

A partire da sabato 28 marzo, il negozio dedicherà uno spa-zio importante all’esposizione e alla vendita di libri d’arte di se-conda mano. Si tratta di un’am-pia raccolta di testi e cataloghi di scultura, architettura e altri generi d’arte che il negozio in questi ultimi mesi ha selezionato e messo da parte in vista di un momento tutto particolare riser-vato esclusivamente a loro.

Vorrei averci pensato prima

“Vorrei averci pensato prima” è il titolo di una mostra itinerante che promuove la sostenibilità ambientale. Si tratta di 8 pan-nelli che riportano scenari futuri disastrosi e che per questo cat-turano lo sguardo dei passanti, invitandoli a soffermarsi sulle conseguenze drastiche a cui conducono stili di vita irrispet-tosi dell’ambiente. Accanto a ogni pannello è posizionato un totem che dà suggerimen-ti su azioni concrete per evitare gli effetti catastrofici ipotizzati. Un’arte che educa insomma. Cauto allestisce periodicamen-te questi pannelli in luoghi ogni volta diversi, sempre di passag-gio. Fino al 10 febbraio scorso si trovavano in esposizione pres-

so gli spazi del centro commerciale Freccia Rossa. La prossima tappa del loro viaggio sarà a Nuvolento a partire dal 16 marzo, per due settimane.

Gira e ricicla

“Per un riutilizzo fatto con arte”

questo il sottotito-lo del progetto

di educazio-ne ambientale che Cauto ha proposto a nove Istituti compren-sivi di Brescia e provincia, coin-volgendo comu-ni, biblioteche e associazioni, in sinergia con altre realtà e grazie al fi-nanziamento di

Fondazione Comunità Brescia-na, Provincia di Brescia, Co-mieco, Cartiera di Nave, e con i contributi dei comuni di Brescia, Gardone Riviera, Lonato, Nave, Manerbio e San Zeno Naviglio. Avviato da qualche mese, il pro-

getto si struttura in diversi per-corsi di approfondimento volti a far conoscere la quantità di rifiuti che ciascuno di noi produce, a educare a una raccolta diffe-renziata ben fatta che favorisca il riciclo dei materiali, a ricerca-re insieme agli studenti soluzioni per prevenire la produzione dei rifiuti promuovendo pratiche di riuso, a veicolare la conoscen-za del libro come oggetto che passa di mano in mano trasmet-tendo cultura. Verranno inoltre realizzate opere d’arte di carta e cartone con le quali le varie clas-si parteciperanno a un concor-so. Appuntamento al 22 maggio per scoprire chi saranno i vinci-tori.

A.G.

Libri d’arte a Spigolandia, mostre itineranti e progetti per le scuoleper far girare la cultura della sostenibilità ambientale e sociale

Cauto va a braccetto con la culturaBresciaSOStenibile

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Capita qualche volta che i biso-gni quotidiani delle famiglie trovi-no risposte concrete, impastate di energia ed entusiasmo. Nel quartiere di Mompiano, a nord di Brescia, c’è un posto dove que-sto avviene dal 1998. In quell’an-no nasce l’Associazione “Bimbo chiama Bimbo” Onlus da un in-contro un po’ particolare tra in-segnanti e famiglie della Scuola materna Agazzi e dell’Istituto Pasquali Agazzi di Mompiano e un gruppo di educatrici croate della Scuola materna Raggio di Sole (Zraka Sunca) di Krizevci, in visita a Brescia. Dal racconto delle educatrici, testimoni dirette delle situazioni di grave disagio in cui versavano le famiglie reduci dalla recente guerra dei Balcani (1991-1995), si innesca una rete di solida-rietà che dà il via a una serie di iniziative a sostegno di tali fami-glie. Da allora, anno dopo anno il gemellaggio si rinsalda. L’As-sociazione si costituisce come Onlus nel 2004 e le sue attività si diversificano, radicandosi anche nel quartiere. A oggi i servizi attivi sono molti e i volontari che ani-mano la sede dell’Associazione al civico 27/h di via Fontane so-no sempre di più: circa 500 gli adulti e 200 i giovani. Tutti col-laborano allo svolgimento delle numerose attività solidali che “Bimbo chiama Bimbo” rivolge

in particolare a minori e famiglie in condizioni di disagio, spesso anche in sinergia con altre realtà territoriali. Si tratta di svariati pro-getti dal carattere socioeducati-vo che vanno dall’iniziativa Baby Sitting Emergenza, che accoglie bambini dai 18 mesi ai 6 anni nei periodi di chiusura delle scuole per agevolare madri sole o fami-glie che non possono contare su una rete parentale, all’iniziativa Centro “Zero Tre” che accoglie mamme con bambini dagli 0 ai

3 anni in un ambiente sereno e adeguato. Per i più grandicelli, di età compresa dai 6 ai 12 an-ni, c’è il servizio di sostegno allo studio, che offre attività di alfa-betizzazione, ripasso o appro-fondimento didattico. C’è inoltre “Ambugiampy”, il progetto che unisce gioco e fisioterapia, per bambini diversamente abili. Pro-segue poi il “Progetto Croazia”, che si articola in diverse azioni di sostegno rivolte a bambini in particolari situazioni di disagio familiare, come l’adozione a di-stanza e l’accoglienza durante il periodo estivo. Ci sono anche il “Guardaroba”, un servizio di distribuzione di abiti per adulti e bambini e di accessori per la prima infanzia; il “Magazzino Ali-mentare” fornisce invece cibo e prodotti per l’igiene personale e della casa in situazioni di assolu-

ta emergenza, mentre la “Porta Accanto”, un centro di ascolto di supporto quotidiano alle famiglie in difficoltà; “Pedibus”, il proget-to a favore della qualità della vita del quartiere che accompagna i bambini a piedi nel tragitto casa-scuola tutti i giorni dell’anno; la “Scuola dei Mestieri”, che mira a fornire un aiuto concreto all’in-serimento o re-inserimento nel mondo del lavoro tramite un per-corso di formazione strutturato in tre moduli: alfabetizzazione, educazione civica e tirocinio. Un supporto a 360 gradi insomma, che cerca di rispondere alle di-verse difficoltà che una famiglia può incontrare. L’Associazione segue inoltre con cura i suoi gio-vani volontari, dedicando loro alcuni momenti aggregativi e for-mativi. Non poteva poi mancare

un’attenzione particolare verso le tematiche legate alla soste-nibilità ambientale e ai consumi più consapevoli. All’interno di “Bimbo chiama Bimbo” infatti si è costituito anche un gruppo Gas e a breve si realizzerà un orto sociale e didattico, con la collaborazione di “Acchiappa-sogni”, un gruppo di giovani che da qualche anno è attivo su que-sto fronte.

Angela Garbelli

Associazione“Bimbo chiama Bimbo” OnlusGesti di solidarietà quotidiana

“Il senso morale di una società si misura su ciò che fa per i suoi bambini” Dietrich Bonhoeffer

l’Associazione“Bimbo chiama Bimbo” Onlus

raccoglie fondi a favoredelle proprie attività con le

Uova di Pasquase anche tu vuoi far crescere

“Bimbo chiama Bimbo”con un piccolo gesto.

contatta l’associazione al numero

030 2093006oppure scrivendo a

[email protected]

PER TUTTO ilmESE Di maRzO

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BresciaSOStenibile

Bisognava fare di più: coordinare le espe-rienze, condividere energie e intenti che troppo spesso accomunavano tante ini-ziative isolate, sorte qua e là, con il rischio di spegnersi così, ancor prima di farsi sentire. Era necessario gettare le basi perché si costituisse una rete che riuscis-se a mettere in sinergia realtà che prati-cano forme di economia solidale e che ne facesse sentire la voce. Per questo un piccolo gruppo di volenterosi gasisti, ha pensato di costituire un organismo di coordinamento dei gruppi gas di Brescia e provincia. Così, verso la fine del 2006 ha preso avvio l’esperienza di Intergas,

che nella primavera del 2007 poteva già contare sull’adesione di ben undici grup-pi: Gassoso, Gaspolo, Gaspacho (un gas non territoriale dei dipendenti del Comu-ne di Brescia, che oggi non esiste più) e Gas Badia sul territorio cittadino; quanto ai gas della provincia, Gasbeato (Colle-beato), i gruppi di Bedizzole, Calvagese, Ome (che oggi si chiama RaGASs), Lo-grato (poi GASòmesmìa), Gas Vallegarza (Caino) e infine Gas Valle Camonica, che allora riuniva Pisogne, Darfo e Breno. Le adesioni poi sono andate aumentando fi-no a giungere a inizio 2010 a un numero di 21 gruppi, divenuti poi, nel corso dell’an-no, 37, raggiungendo infine quota 39 al termine del 2011. All’atto dell’adesione si chiedeva a ogni gruppo di fornire una sorta di carta d’identità del proprio gas, che ne riportasse la storia, le cifre e i no-mi dei produttori presso cui ciascuno si riforniva. L’obiettivo di Intergas era anche quello di mettere in comune e condivide-

re il patrimonio di contatti e di pratiche di ogni gruppo. Alle riunioni erano chiamati a partecipare i referenti dei gruppi ade-renti. Purtroppo però Intergas si è rivela-to non essere lo strumento adeguato per raggiungere il fine per cui era nato. Ad oggi l’esperienza rimane in fase di stallo, anche per ragioni che risiedono nel Dna stesso dei Gas: prediligono l’orizzontalità delle relazioni, rifuggono strutture gerar-chizzate e deleghe che potrebbero gene-rare incomprensioni. Tuttavia resta viva la necessità di far dialogare tra loro le nu-merose esperienze di questi gruppi; se non attraverso Intergas, quale sarà la via? Intanto la mailing list di Intergas sopravvi-ve e continua a garantire ordini di prodotti condivisi da più gruppi.

Presso la sede del Circolo Acli del quar-tiere di San Polo, al numero 271 di via Ci-mabue, a pochi chilometri dal centro della città di Brescia, da qualche anno si incon-trano, quasi ogni mese, una quarantina di famiglie (nel 2014 sono state 36 per la pre-cisione). Quale motivo le porta lì? È pre-sto detto: fanno tutte parte di Gaspolo, il Gruppo di acquisto solidale del quartiere, nato nel marzo del 2004, che fin dall’inizio gode dell’ospitalità del circolo. Dopo circa dieci anni di attività, Gaspo-lo ha deciso nel 2014 di costituirsi come associazione e, con il versamento di una quota associativa iniziale simbolica, ogni famiglia del quartiere che ne voglia con-dividere pratiche e filosofia può acceder-vi. Come nella maggior parte dei Gas,

chi vi partecipa viene coinvolto in prima persona nelle varie attività del gruppo, ad esempio come referente per gli ordini presso i produttori, oppure per la ricezio-ne e lo smistamento dei prodotti conse-gnati. Cosa si acquista? Prodotti biologici e perlopiù, quando possibile, reperibili lo-calmente. Così nelle famiglie del Gaspolo si mangiano formaggi del Bio Caseificio Tomasoni di Gottolengo, pasta, prodot-ti da forno e conserve della Cooperativa agricola cremonese Iris Bio, frutta, ver-dura, uova, carne, tutte provenienti da

aziende locali bresciane o di province confinanti; per le arance e l’olio si lascia fare al sole della Sicilia, per mele e noci, ai verdi prati del Trentino, sempre verifi-candone prima la genuinità e l’eticità del-la produzione. Il bilancio dettagliato del 2014, che registra una spesa media an-nuale per socio di circa 867 euro, riporta che, dopo i prodotti alimentari, quelli più richiesti dalle famiglie del Gaspolo sono cosmetici, detersivi e anche calze, tutto rigorosamente bio. Spesso poi alcuni ordini sconfinano tra un Gruppo d’acquisto solidale e l’altro, affinché la quantità valga il viaggio: è il caso dei capperi che arrivano sotto sale direttamente dall’isola di Pantelleria, delle mandorle della Puglia e delle arance dei campi confiscati alla ‘ndrangheta a Ro-sarno.

A.G.

IntergasUn coordinamento possibile?

Oltre dieci annidi Gaspolo

La storia e le sorti della rete dei gruppi Gas di Brescia e provincia

Gli acquisti collettivi di una quarantina di famiglie del quartiere bresciano di San Polo hanno il sapore del biologico e del solidale

“Condividere esperienze, pratiche e finalità verso una rete di realtà che fanno economia solidale”

“Grazie agli acquisti collettivi dei Gas, spesso i piccoli produttori locali possono continuare a vivere del loro lavoro”

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Sulla riva sinistra del fiume Po sorge Cremona, le cui origi-ni risalgono all’epoca romana quando divenne un importante centro artistico e culturale. Gra-zie alla posizione geografica che la colloca al centro della Pianu-ra Padana, la città si è imposta nel corso dei secoli come un rilevante centro commerciale, economico e culturale. Oggi è famosa per il buon cibo, il ricco patrimonio artistico e architetto-nico, il mercato, che ha ottenuto la qualifica di “mercato storico e di tradizione” e soprattutto la musica. Cremona è, infatti, cit-tà natale di Antonio Stradivari (1644-1737), uno dei migliori liu-tai di sempre che, oltre ai violini,

creò anche arpe (di cui ne esiste ancora un esemplare), chitarre, viole, violoncelli, bassetti, liuti, tiorbe, viole da gamba di varie taglie, mandole e mandolini. Si stima che nella sua vita produs-se oltre 1.100 strumenti musicali di cui 500-600 ancora esisten-ti. Ancora oggi la maggior par-te dei violini e, più in generale, degli strumenti ad arco suonati da musicisti di fama mondiale

nascono proprio in questa cit-tà, la cui tradizione liutaia è stata riconosciuta e inserita nella lista Unesco rappresentativa del pa-trimonio immateriale dell’Umani-tà. Il successo di Cremona risale al 2012, quando fra molte altre città italiane candidate venne selezionata come vincitrice, ma il percorso verso il traguardo re-centemente raggiunto è iniziato nel gennaio del 2007. Il proget-to ha coinvolto tutti gli artigiani del suono, le scuole di liuteria, i maestri, gli allievi e l’intera citta-dinanza, per mostrare al mondo

la maestria frutto di una tradi-zione secolare. Il mestiere del liutaio richiede una dedizione e un impegno notevoli e me-ticolosi, ai quali si aggiungono un’approfondita conoscenza dello strumento, abilità manuali e sensibilità. La professione ha su-bito oggi una sorta di rivoluzio-ne rispetto al passato, quando il liutaio era identificato come un artigiano solitario. Oggi questa figura ha assunto competenze più ampie come quelle tecnolo-gica, musicologica, umanistica e storica, che lo rendono un ar-

tigiano completo nel ricco pano-rama musicale.

Non solo musica

Cremona non è conosciuta so-lamente per la sua antica tradi-zione musicale ma anche per l’ottimo cibo che è possibile gu-stare nella città lombarda, luogo di produzione di moltissimi sa-lumi e formaggi. Dal Grana Pa-dano, al Salame Cremona IGP, dal Provolone Valpadana alla mostarda. Cremona è inoltre la

capitale indiscussa del torrone. Oltre all’offerta di prodotti ali-mentari conosciuti in tutto il mondo, Cremona offre anche

produzioni di nic-chia, simbolo della sua storia e tradizio-ne gastronomica. Scoprire Cremona significa anche la-sciarsi affascinare dal ricco patrimonio

artistico e monumen-tale, ma soprattutto da

uno dei sistemi museale ita-liani tra i più importanti, tra cui il Museo Civico “Ala Ponzone”, quello archeologico e quello del-la cultura contadina, parte inte-grante della storia del territorio. La città, che ha dato i natali a un maestro di fama mondiale come Stradivari, si apre ai turisti e agli studenti desiderosi di scoprire l’arte liutaia, la bellezza del ter-ritorio, il buon cibo e l’ospitalità della gente. Un luogo ricco, i cui sapori si fondono con la musica-lità creata ad arte dagli artigiani del suono più famosi al mondo.

Elena Pagani

CremonaSOStenibile

La capitale del torrone dove tutto parla di musica

Cremona la Cittàdegli artigiani del suono

“Un luogo ricco, i cui sapori si fondono con la musicalità creata ad arte dagli artigiani del suono più famosi al mondo”

PER INFORMAZIONITel. 035 258559 - [email protected]

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Vuoi promuoverela tua attività?

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Bauuu, Wooofff , Arf arf, Snoof, il linguaggio dei cani è proprio complicato e alle volte sembra sia impossibile comprendere i nostri amici a quattro zampe. Padroni disperati si aggirano furtivi nel web cercando rispo-ste sull’aggressività del cane o su come fare per non fargli fa-re i bisogni in casa o risposte a domande quali: «Come mai non mi riporta la pallina?». Ma cari amici amanti degli animali, per comprendere i “pelosoni” di ca-sa bisogna affidarsi a un esperto e la soluzione si chiama “Gian-cadog”, di Giancarlo Guarino, che da anni educa gli uomini a convivere coi loro amati cuccioli. La passione di Giancarlo per gli animali nasce nel lontano 1988, quando compra il suo primo ca-ne e scopre l’attitudine all’adde-stramento. Il talento cinofilo non si acquisisce, è un dono, una sensibilità innata con la quale il prode Giancarlo fa i conti tutti i giorni. Seguendolo per un’intera giornata nella sua attività scopro

una cosa molto curiosa e diver-tente: si comporta da cane con i cani e da uomo con gli uomini. La sua capacità di comprendere i cani è straordinaria, soprattutto perché è in grado di interpreta-re ogni loro segnale e spiegar-la poi a noi semplici umani che lo guardiamo come fosse un oracolo. È sempre divertente il momento della spiegazione dei comportamenti. Il mio cane Sil-vio, per esempio, è un crimina-le. Secondo voi Giancarlo chi ha tentato di educare durante il corso di addestramento? Me, naturalmente, e a ragione. Gian-carlo mi sgrida bonariamente e pedissequamente e si ostina a dire che non è stato addestrato

da lui perché fa danni inenarra-bili in casa e fuori, ma la colpa è mia perché continuo a non trattarlo da cane quale è. Stessa cosa succede con i suoi clienti che, grazie alla sua esperienza al termine del corso, riescono a modellarsi all’animale come na-tura insegna e come il viver civile detta. È così che nel 2013, die-tro a insistenti richieste, nasce Giancadog e da Cremona, con gli operatori da lui formati, forni-sce al Parco Asia in Via Angioli-na i dettami del viver bene con il proprio cane. Il corso di adde-stramento fornisce molti pratici suggerimenti e consigli per crea-re un ambiente fatto apposta per i nostri amici a quattro zampe, vivacizzati con scivoli, salti, cer-chi ma soprattutto tanto amore. La sua scuola e la filosofia alla base dei suoi metodi educativi convergono su tre pilastri che sono educazione base, attività cinofila e relazione uomo-cane. Chi non abita a Cremona non si disperi: Giancarlo arriva in soc-

corso di tutti i disperati padroni di cani come me, attraverso ap-puntamenti e visite a domici-lio.Chiamatelo pure senza riser-ve perché il paladino dei nostri amici a quattro zampe è arrivato

e, come dice Corey Ford, “meti-colosamente addestrato, anche l’uomo può diventare il miglior amico del cane”.

Giuseppe Martelli

L’esperienza di Giuseppe che, con il suo amico a quattro zampeha provato i servizi di Giancadog

Risolvere i problemicon i cani è possibile

Giancadog di Giancarlo Guarino Parco Asia Via Angiolina, 26100 CremonaTel. 389 1898387 - [email protected] giancadog - www.giancadog.com

“Meticolosamente addestrato, anche l’uomo può diventare il miglior amico del cane” (Corey Ford)

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L’insegnamento arriva da Ver-sailles, dove privati e aziende da anni sono in prima fila - in cambio di visibilità e immagine - per recuperare un dipinto, un mobile, una pianta. A Monza da quest’anno dimostrano che la lezione francese è stata impara-ta: per completare il restauro di tutta la Reggia, delle Ville, delle Fattorie e di ogni singolo albero storico del Parco, il consorzio che gestisce l’intero complesso del Piermarini cerca benefattori che saranno nominati per tutta la durata della sponsorizzazio-ne “partner ufficiali della Reggia di Monza”. Un titolo che può di-ventare appetibile visti i numeri che questi tesori di Monza sono riusciti a smuovere. Sono infatti già 170.000 i visitatori accorsi in città dopo l’inaugurazione della Villa restaurata. I lavori di ristrutturazione hanno potuto contare anche sulle risor-se economiche erogate dall’Art Bonus del Governo, uno stru-mento che permettere di recu-perare un credito di imposta del 65% per le erogazioni liberali a sostegno della cultura. Cosa si può fare? Innanzitutto, occor-re decidere se aprire il portafo-

glio oppure fornire beni, lavori o servizi. L’elenco degli interven-ti necessari è molto lungo e c’è l’imbarazzo della scelta per tro-vare un abbinamento su misura per ogni sponsor. Grida aiuto ad esempio, il Tempietto dei Giardi-ni, il letto della regina Elena negli Appartamenti reali, le panchine e le altre strutture del Parco.«Le numerose iniziative e attivi-tà svolte, e quelle che si volge-ranno in futuro nella Reggia di Monza, sono di altissimo profi-lo e di livello internazionale. Per le aziende del territorio sono un’ottima occasione per legare il

proprio marchio all’arte, alla sto-ria e alla natura, i cui valori sono custoditi dal complesso monu-mentale; il che sarà in grado di aumentarne la capacità attratti-va e competitiva sui mercati na-zionali ed esteri», ha dichiarato Roberto Scanagatti, Presidente del Consorzio Villa Reale e Par-co di Monza. «La Villa Reale è tornata a splendere. C’è anco-ra tanto da fare, non solo per la Villa ma anche nei Giardini e nel Parco; contiamo sulla generosi-tà da parte dei privati per conti-nuare a valorizzare questo bene, approfittando anche dell’occa-

sione offerta dall’ “Art-Bonus”, ha dichiarato Lorenzo Lamperti, direttore generale del Consorzio Villa Reale e Parco di Monza.L’iniziativa si svolge in collabo-razione con la Camera di Com-mercio e Confindustria di Monza e Brianza, gli enti che raggrup-pano tutte le realtà del tessuto economico del territorio brian-zolo. L’ente camerale metterà a dispo-sizione il “know how” del proprio sportello “Sponsorizzazioni beni e attività culturali”, in passato già volano di altri interventi sul terri-torio. «Gli investimenti in cultura

sono un valore per le imprese che scelgono di legare la pro-pria immagine e reputazione a interventi di cui beneficia l’inte-ra collettività», segnala Renato Mattioni, Segretario generale della Camera di Commercio di Monza e Brianza. Sulla stessa linea, l’endorsement di Massi-mo Manelli, direttore di Confin-dustria MB che afferma: «Per le imprese questa è una grande opportunità per promuovere il proprio marchio e, allo stesso tempo, contribuire alla conser-vazione di un importante patri-monio storico».

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Reggia di MonzaAdotta un “pezzo” di Villa e Parco

MonzaSOStenibile

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Una striscia verde, sottilissima, sopravvissuta quasi per caso al-la cementificazione nell’area più edificata della Brianza occiden-tale. Ed ecco che questi terreni, in gran parte da salvare dal de-grado, possono in realtà trasfor-marsi in un corridoio ecologico ciclopedonale, chiamato “Vie di Contatto”, in grado di collegare tre parchi: Groane, Grugnotor-to-Villoresi, Nord Milano. Una prima analisi di fattibilità è stata

presentata in questi giorni gra-zie ad un bando della Fondazio-ne Cariplo per il potenziamento del patrimonio naturalistico sul quale hanno scommesso i co-muni di Desio, Cesano Mader-no, le direzioni dei tre parchi e alcune associazioni ambienta-liste del territorio, insieme ai tre ideatori del progetto: Fabio Villa e gli architetti Simona Basilico e Patricio Enriquez. «Il progetto è difficile anche a

livello strutturale -commenta Villa- proprio perché il corridoio ecologico è gravemente com-

promesso. Forse però questo ci ha aiutato a vincere: la nostra idea aiuterebbe a mantenere e

sostenere quello che è rimasto». L’architetto Basilico ha propo-sto per la costituzione del cor-ridoio verde la realizzazione di filari alberati, lo sviluppo degli orti, fino alla Greenway, l’opera di compensazione ambientale proposta da Pedemontana. In mezzo, l’ostacolo più grande: la Pedemontana, il cui tracciato ta-glierebbe definitivamente in due il corridoio. “Se non viene realizzata -spie-ga ancora l’architetto Basilico- le aree in gioco per il corridoio ecologico saranno sicuramente di più, se invece viene comple-tata, costituirà una grave criti-cità, difficile da compensare». «Vie di contatto è un corridoio fatto di residui di terreni abban-donati -precisa Enriquez- at-torno al quale, però, ci sono elementi sociali e di svago, che servirebbe da transito non solo umano, ma anche faunistico tra-mite masse arboree». Un piccolo polmone verde che vedrebbe un suo naturale pro-lungamento e rafforzamento a est nel progetto “Nexus”, il su-percorridoio ambientale che unirebbe questo sistema verde al Parco Valle Lambro. Altro punto dolente è rappre-sentato dai bilanci degli enti locali coinvolti, rimasti senza i fondi promessi per le opere di compensazione di Pedemon-tana, od oggi innestata sempli-cemente sulla Milano Meda a Lentate Sul Seveso. Una speranza per avviare alme-no l’ossatura della rete ciclabile sovracomunale potrebbe arri-vare da un nuovo bando della Fondazione Cariplo.

La scommessa di “Vie di Contatto”Unire tre parchi con una striscia di verde tra Desio e Cesano Maderno

Sette palchi “verdi” nel Parco e altri tre a disposizione, tra la Reggia e la più importante vil-la di Delizia del polmone ver-de monzese. Creativi, artisti, compagnie teatrali, associa-zioni, bande di ogni tipo: per tutta la durata di Expo, il Con-sorzio della Villa Reale cerca chi si impegnerà a dar vita a un cartellone di eventi nel pal-coscenico naturale e storico più famoso della Brianza. Le proposte dovranno concen-trarsi sui temi dell’Esposizione Universale - alimentazione e sostenibilità - e rivolgersi a tut-te le fasce di pubblico, in parti-colare alle famiglie, ai bambini e ai gruppi, collegando le loro performance al contesto di Parco e Villa. Le aree messe

a disposizione sono i Giardini Reali, i prati antistante la Tor-retta, la Cascina del Sole, Villa Mirabelli e l’Osteria del Dos-so, i prati della Gerascia e del Roccolo e la Collinetta di Ve-dano. Cercasi eventi teatrali e musicali anche per il Teatrino di Corte, la Cappella Reale e il Salone Centrale di Villa Mi-rabello. Il bando (scadenza 23 marzo) offre tre possibilità: a titolo gratuito, con 2.000 euro di rimborso spese per even-ti con almeno 4 repliche, e con biglietti a pagamento con l’obbligo di effettuare almeno 2 repliche. In alcune aree gli organizzatori potranno anche allestire piccoli servizi di risto-razione. Per ogni info: www.reggiadimonza.it

Dieci palchi tra Parco e Villa nella stagione di ExpoA Monza un bando aperto fino al 23 marzo

Artisti ed eventi cercasi

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Società

In Italia la Festa della Donna ini-ziò a essere celebrata nel 1922 ma prese forza nel 1945, quan-do l’Unione Donne in Italia ce-lebrò la Giornata della Donna nelle zone dell’Italia già liberate dal fascismo. Da quel giorno, la condizione femminile nella so-cietà occidentale è notevolmen-te migliorata grazie a tutte quelle donne che non si sono accon-tentate di essere relegate in una posizione di inferiorità biologi-ca e hanno lottato per ottenere uguali diritti e pari opportunità. Una battaglia che è in corso an-cora oggi e si schianta spesso contro il muro della violenza, fisi-ca e psicologica, privata e istitu-zionale, nelle scuole e al lavoro, contro l’aggressività maschile e la mancanza di solidarietà fem-minile. Tanta è ancora la strada da percorrere per riuscire ad af-fermarsi, maschi compresi, co-me esseri umani. Per le donne, le discriminazioni subite in tanti anni di “segregazione” di genere sono un bagaglio di cui è diffi-cile disfarsi. Un baule di aspet-tative, speranze disattese, sogni

proibiti, trasgressioni colpevoli e sensi di colpa frustranti. Una valigia che conserviamo, ognu-na di noi, in qualche angolo del proprio cuore, che affonda le ra-dici nella propria educazione, in qualche rinuncia, sui banchi di scuola o durante qualche collo-quio. Eppure, nonostante tutto, chi non ha smesso di credere nella libertà ha fatto grandi co-se. E non la libertà che scavalca gli stereotipi di genere, ma quel-la intellettuale, quel sogno lucido che nutre la mente, la creatività che genera l’impensabile. Solo nel secolo scorso le inven-zioni che portano il nome di una donna e che hanno cambiato radicalmente il mondo, sia esso domestico, scientifico o artisti-co, sono state davvero molte. Giusto per fare qualche nome e cognome: Melitta Bentz nel 1908 ha inventato il filtro del caf-fè, Ida Forbes nel 1917 lo scalda-bagno, Mary Anderson nel 1903 i tergicristalli, Stephanie Kwolek nel 1966 il kevlar, la fibra sintetica 5 volte più resistente dell’accia-io. Nel 1850 circa la metà delle

donne che lavoravano in Gran Bretagna erano domestiche, mentre ora ci sono più avvo-catesse, dottoresse e architetti donna che uomini. In America Latina 20 anni fa la-vorava solo il 32% delle donne, mentre oggi le donne che co-stituiscono la forza lavoro del Paese sono circa il 53%. Nel 1972 negli Stati Uniti le aziende erano guidate per il 96% da uo-mini, oggi una persona su tre è una donna. Nel 1960 Sirimavo Bandaranaike dello Sri Lanka diventa la prima donna al mon-do a essere eletta alla guida di uno Stato, ma da allora sono molte che hanno seguito il suo esempio: dall’inglese Marga-ret Thatcher alla liberiana Ellen Johnson Sirleaf o all’australiana Julia Eileen Gillard. Oggi sono circa una quindicina le donne che sono diventate miliardarie e la metà di queste sono in Cina, un paese fortemente maschi-lista e tradizionalista. Da noi è donna il 58% dei laureati, mol-te delle quali si iscrive a facoltà come matematica e ingegneria.

Chi diceva che le donne non so-no portate per la scienza, come Henry Summers, rettore di Har-vard, sbagliava, eccome! Nuove ricerche affermano che la mente maschile non ha nessuna abili-tà innata rispetto a quella fem-minile. E così nel gennaio 2006, dopo 300 anni di conduzione maschile, la presidenza di Har-vard passa a una donna, la sto-rica Drew Gilpin Faust. Nel 2009 è la volta del Nobel in chimica ad Ada E. Yonath, in medicina a Elizabeth H. Blackburn e Carol W. Greider, in economia a Elinor Ostrom, il primo mai assegnato a una donna. Eppure, quasi vent’anni dopo il passaggio epocale delle laureate sui laureati, le donne continuano a essere poco rappresentate o

a rivestire ruoli marginali schian-tandosi contro l’ormai noto tet-to di cristallo che non ha nulla di panoramico. Eppure le donne, con la loro creatività e forza sono in grado di superare barriere di pregiudizi. Pensate alla francese Sophie German che a fine Set-tecento, per porre le basi della Teoria dell’elasticità, deve lottare con i genitori e poi fingersi uo-mo per iscriversi all’università, un destino simile a quello della protagonista del film “Vergine giurata”; oppure a Maria Mon-tessori, che entrerà in rotta con la famiglia perché si interesserà di matematica e biologia, iscri-vendosi poi a Medicina contro il volere dei genitori. Eppure la forza della libertà di pensiero che scardina le con-venzioni sociali, proprio come la vita di Frida Kahlo, sono al-la base dell’energia che nutre il mondo. Perché una donna libe-ra di essere ciò che vuole, come vuole e quando vuole crea un universo.

Alice Motti

L’energia della vita che “move il sole e l’altre stelle”

La creatività è donna

“La mimosa è stata scelta come simbolo della ricorrenza perché fiorisce proprio nei primi giorni di marzo”

Era il 3 maggio 1908 quan-do Corinne Brown presiede al Garrick Theater di Chicago la conferenza tenuta ogni do-menica dal Partito socialista. Quella conferenza, a cui tut-te le donne erano invitate, fu chiamata “Woman’s Day”, il giorno della donna. Durante la gremita assemblea si parlò dello sfruttamento operato dai datori di lavoro ai danni delle operaie in termini di basso sa-lario e di orario di lavoro, delle discriminazioni sessuali e del diritto di voto alle donne. Tut-tavia bisognerà aspettare fino al 28 febbraio del 1909 perché negli Stati Uniti il Partito So-cialista organizzi una grande manifestazione in favore del diritto delle donne al voto, a cui si aggiunsero presto altre rivendicazioni dei diritti fem-minili. Tra il novembre 1908 e il febbraio 1909, migliaia di

operaie di New York sciope-rarono chiedendo aumenti salariali e miglioramenti per le condizioni di lavoro. Fu così che nel 1910 l’VIII Congresso dell’Internazionale socialista propose per la prima volta di istituire una giornata dedica-ta alle donne, ma ci volle una tragedia perché tali rivendi-cazioni assumessero un’e-co mondiale: il 25 marzo del 1911 nella fabbrica Triangle di New York un incendio uccise 146 lavoratori per lo più don-ne immigrate. In molti Pae-si europei, tra cui Germania, Austria e Svizzera, nacquero delle giornate dedicate alle donne. La data dell’8 marzo è stata scelta nel 1917, quando in quel giorno le donne di San Pietroburgo scesero in piazza per chiedere la fine della guer-ra, dando vita alla Rivoluzione russa di febbraio.

All’originedella festa

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La Belladonna è il nome volgare di una pianta dalla quale si può ricavare una sostanza chiamata atropina che le donne del perio-do rinascimentale utilizzavano per dilatare la pupilla donando allo sguardo un carattere più seducente. Queste forme rudi-mentali di cosmesi avevano lo scopo di rendere più accatti-vante il volto femminile all’occhio dell’uomo. Le pupille dilatate, le sopracciglia alte, il sorriso am-pio sono caratteristiche legate all’espressività, che solitamente segnalano disponibilità verso il prossimo, attenzione, interesse e comunicatività. In molti esperimenti è stato dimostrato come queste ca-ratteristiche possano essere considerate aspetti chiave della bellezza la quale perciò non si può spiegare solo attraverso pa-rametri antropometrici, come la simmetria del volto, ma anche in ciò che esso comunica. L’este-tica infatti, come insegna l’arte, non è meramente legata all’equi-librio delle proporzioni ma anche alla trasmissione di un messag-gio, di un’emozione, di una sen-sazione. Pensiamo al sublime romantico o alla forza comuni-cativa di un quadro come quello realizzato dal maestro Picasso, la Guernica, il quale non è bello nel senso classico della parola,

ma è sicuramente un’opera d’ar-te affascinante e di altissimo va-lore espressivo. Nel mondo moderno l’arte esprime il bisogno irrefrenabi-le dell’uomo di comunicare, e questa necessità cresce all’au-mentare dello svilimento delle relazioni, del narcisismo che si ingrandisce a dismisura. Per la donna farsi bella è sempre stata un’arte, ma come testimoniano la corsa alla chirurgia estetica, il ricorso massivo a status symbol e la percezione abnorme di di-fetti nel proprio corpo, appare evidente che il considerare la bellezza uno stato d’animo, un aspetto interno, psicologico e comunicativo è passato larga-mente in secondo piano in favo-re di qualcosa di più concreto, stabile e tangibile, almeno all’ap-parenza. Essere bella o farsi bel-la dunque?

Nicola Mannara

“La bellezza non si può spiegare solo attraverso parametri antropometrici, come la simmetria del volto, ma anche in ciò che esso comunica”

Anche in tempi di crisi non si ri-nuncia alla cura di pelle e capelli, ma quando non ci si può per-mettere di acquistare prodotti costosi e trattamenti speciali bi-sogna correre ai ripari. Da qual-che anno sul web spopola la moda dello spignatto, cioè l’arte di preparare cosmetici naturali in casa, ricorrendo il più delle volte a ingredienti facilmente reperi-bili in ogni cucina. Questo nuo-vo hobby si è diffuso grazie alle piattaforme social, in particolare blog e youtube, che consentono alle ragazze di condividere i loro esperimenti casalinghi e di dare consigli sulla realiz-

zazione di creme, oli, impacchi e trucchi home made. Indispen-sabile inserire nella propria lista della spesa miele, yogurt bian-co e olio extravergine d’oliva; per chi punta alla realizzazione di ricette più complicate è con-sigliabile procurarsi alcune ma-terie prime di base, come burro di karité e olio di cocco, reperibili in erboristeria o su siti dedicati, tra i più gettonati dalle spignat-tatrici esperte, “Aroma-zone” e “Farmacia Vernile”. Lo spignatto permette a chi lo pratica di bene-ficiare delle proprietà benefiche

di prodotti naturali di cui si conosce precisa-

mente la composi-zione, stando alla

larga da silico-ni, petrolati e

conservanti potenzial-mente al-lergizzanti, che spesso affollano le liste degli in-gredienti dei cosmetici in commercio. Il consumo prolungato

di ingredien-ti sintetici può

causare infatti rossori, pruriti e

impurità della pelle, danneggiamento e

secchezza dei capel-li, per non parlare del

loro impatto ambientale.

Regola d’oro della produzione home made di cosmetici è l’eco-sostenibilità, quindi per le cultrici del biologico è un’occasione in più per proteggere l’ambiente con un notevole risparmio eco-nomico. Una delle blogger e youtuber più famose e longeve che si occupano dell’argomen-to è Carlitadolce, giovane napo-letana che propone numerose ricette, sia per le più esperte, sia per le neofite dello spignat-to. Anche le più pigre potranno trovare sul suo canale una lun-ghissima serie di recensioni di prodotti acquistabili ovunque, la cui lista degli ingredienti è stata passata al vaglio attento della blogger, che su richiesta delle “followers” si reca spesso sul campo in “missione inci” (Inter-national Nomenclature of Co-smetic Ingredients). Quella dello spignatto è una moda positiva, un’attività da praticare nel tempo libero divertente e rilassante che si propone di contribuire ad at-tenuare il nostro impatto sull’am-biente.

Laura Spataro

“Regola d’oro della produzione home made di cosmetici è l’eco-sostenibilità. Per le cultrici del biologico è un’occasione in più per proteggere l’ambiente”

Cosmetici fatti in casaLa nuova tendenza per prendersi cura di sé

Vado mattoper lo spignatto

Ricette facili per iniziareLo STrUCCAnTE BiFASiCoLo struccante è un prodotto fondamentale per prendersi quotidianamente cura della pelle. Serve per pulire il viso non solo dal trucco, ma anche da tutte le impurità con le quali la pelle è venuta a contatto durante la giornata. Produrlo in casa con prodotti naturali è semplice: basta unire a un in-fuso di camomilla, dell’olio di riso, facilmente reperibile in ogni negozio, e qualche goccia del proprio detergente. Prima dell’uso, agitare il prodotto energicamente per unire fase acquosa e fase grassa.

LA MASChErA ALLA CAnnELLALe ricette per le maschere sono generalmente molto semplici, quindi sono ideali per chi è alle prime armi. Un esempio è quella a base di farina di ceci, succo di limone, miele e un cucchiaino di cannella, ottima per pelle grassa e impura; il tempo di posa non deve superare i 10 minuti.

La bellezza della donnaL’estetica delcomunicare emozioni

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Frida Kahlo è una pittrice nata in Messico all’inizio del Novecento, famosa per i suoi numerosi au-toritratti, attraverso i quali ha svi-luppato uno stile estremamente personale. Nelle sue opere si ar-monizzano lo spirito della nuova arte messicana che negli anni Venti stava vivendo un vero e proprio rinascimento, la cultura popolare degli ex voto, il surrea-lismo. La biografia di Frida Kahlo è molto particolare, tanto da ri-sultare irresistibile a romanzieri e produttori hollywoodiani. I prin-cipali eventi che hanno segnato la vita della donna sono stati due: un tragico incidente avvenuto quando Frida aveva 19 anni, che le lascerà danni permanenti, e il matrimonio con il celebre pittore messicano Diego Rivera, di 20 anni più vecchio. La relazione con il marito sarà passionale e travagliata a causa di gelosie re-

ciproche, tradimenti, un divorzio e un secondo matrimonio. Frida parteciperà insieme a lui a batta-glie politiche e frequenterà alcu-ne tra le personalità più influenti del Novecento: tra gli amici della coppia anche Pablo Picasso, il poeta surrealista André Breton e Lev Trotsky, il protagonista della rivoluzione russa. L’artista sarà sempre legata vi-sceralmente al suo Messico ma allo stesso tempo vivrà pro-iettata in una dimensione in-ternazionale. Morirà nel 1954, a soli 47 anni. I temi che ricor-rono nei quadri di Frida Kahlo sono la sua battaglia personale contro i problemi di salute e un costante senso di solitudine; in lei ha trovato espressione la vul-nerabilità di ogni essere umano e proprio per questo la sua ar-te è stata amata dal pubblico di tutte le epoche. Frida Kahlo ha

attirato l’attenzione dei contem-poranei e dei posteri anche per il suo abbigliamento inusuale. Coerentemente con la riscoper-ta dell’arte popolare, la pittrice amava indossare i costumi tradi-zionali delle regioni messicane, in particolare i vestiti magnifica-mente ricamati dei villaggi dello stato di Oaxaca. Tra i suoi pre-feriti c’era l’abito tradizionale di Tehuantepec, città nella quale le

donne esercitano l’autorità nelle questioni economiche. Questa scelta non stupisce: Frida, infat-ti, era orgogliosa di guadagnarsi da vivere vendendo i suoi quadri e anche per questo suo spirito indipendente è stata considera-ta una precorritrice del femmini-smo. Lo stile dell’artista già nel 1948 ispirò una linea di moda di-segnata dalla stilista Elsa Schia-parelli; nello stesso anno Vogue

dedicò alla sua immagine co-pertine e articoli. Nel 1998 Jean-Paul Gaultier organizzò a Parigi un’intera sfilata ispirata al suo look e da allora Etro, Moschino, Valentino, Alberta Ferretti e altri importanti esponenti della moda internazionale hanno continuato a ispirarsi a lei per le proprie cre-azioni.

Livia Salvi

Una donna, un’artista un’icona del Novecento

Frida Kahlo

Frida Kahlo, Autoritratto con scimmie, 1943 The Jacques and Natasha Gelman Collection of 20th Century Mexican Art and The Vergel Foundation, Cuernavaca© Banco de México Diego Rivera & Frida KahloMuseums Trust, México D.F. by SIAE 2014

Nickolas MurayFrida Kahlo a New York, 1946Cuernavaca, The Jacques and Natasha Gelman Collection of 20th Century Mexican ArtPhoto by Nickolas Muray © Nickolas MurayPhoto Archives

Frida Kahlo, Autoritratto con collana, 1933The Jacques and Natasha Gelman Collection of 20th Century Mexican Art and The Vergel Foundation, Cuernavaca© Banco de México Diego Rivera & Frida KahloMuseums Trust, México D.F. by SIAE 2014

Nickolas MurayFrida Kahlo on Bench # 5, 1939Cuernavaca, The Jacques and Natasha Gelman Collection of 20th Century Mexican ArtPhoto by Nickolas Muray © Nickolas MurayPhoto Archives

Frida Kahlo, Autoritratto come Tehuana, (o Diego nei miei pensieri), 1943The Jacques and Natasha Gelman Collection of 20th Century Mexican Art and The Vergel Foundation, Cuernavaca© Banco de México Diego Rivera & Frida KahloMuseums Trust, México D.F. by SIAE 2014

“Frida era orgogliosa di guadagnarsi da vivere vendendo i suoi quadri e anche per questo suo spirito indipendente è stata considerata una precorritrice del femminismo”

Il turismo culturale moderno af-fonda le sue radici storiche nel Grand Tour che i giovani nobili intraprendevano in Europa nel XVIII secolo. A viaggiare erano soprattutto uomini: prima dell’e-mancipazione femminile, infatti, viaggiavano solo delle picco-lissime élite di donne, ricche e colte, principalmente in una di-mensione familiare. Oggi inve-ce le donne viaggiano molto e hanno precise esigenze, dettate dal target a cui appartengono. Ecco perché gli operatori turisti-ci forniscono una vasta gamma di proposte di viaggio per lo-ro: cercano di accontentare un nuovo target di viaggiatrici che amano esplorare il mondo so-le o in gruppo, tra cui adulte e single che viaggiano con una o più amiche, donne con bambini,

donne anziane.Soprattutto nel nord del mon-do, le donne viaggiano più degli uomini e sono loro a scegliere le mete di viaggio, ma soprattutto lo fanno responsabilmente. Il turismo al femminile si coniuga perfettamente con il turismo re-sponsabile ed è per questo che è nata di recente l’associazione Gender Responsible Tourism, con lo scopo di rafforzare il ruo-lo delle donne nel turismo. Il si-to dell’associazione (www.g-r-t.org) consiglia mete dove sono le donne ad accogliere i viaggia-tori, e lo fanno raccontando la storia del luogo e le tradizioni, of-frendo esperienze di viaggio uni-che e consigli ad “hoc”. Si tratta di donne imprenditrici e creative che, sole o unite in associazio-ni e consorzi, hanno creato una

rete di servizi da offrire al turista responsabile. GRT non pro-muove pertanto solo delle affa-scinanti destinazioni di viaggio, ma soprattutto le piccole o gran-di comunità di donne che coo-perano per rendere fruibile in maniera responsabile il loro ter-ritorio. L’associazione persegue poi lo scopo di acquisire mag-giori diritti e tutele per le donne impiegate nel settore turistico. Le donne ricoprono un ruolo chiave nel turismo, sia in quanto appassionate viaggiatrici, sia come lavoratrici esperte e at-tente, capaci di concretizzare progetti di qualità che, speria-mo, sappiano un giorno elimi-nare ogni sorta di discrepanza di genere.

Laura Landi

Donne viaggiatrici responsabili

Società

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Cosa porta delle donne di età diverse, diversa estrazione so-ciale, gusti, amicizie, interessi a riunirsi, raccontando le proprie storie, fatte di esperienze, gioie, dubbi, incertezze e paure? Ce lo raccontano Suzanne Halvards-son e Mirka Bordegari, due per-sonalità frizzanti e diverse, unite da un’amicizia rara e ideatrici del progetto “Libera la mia luce”. L’a-micizia tra donne è un legame che va guardato sempre con ammirazione e attenzione, con-sapevoli di quanto sia forte, ma delicato al tempo stesso, proprio come lo sono le donne. Proprio come sono Mirka, ex insegnan-te di scuola primaria con un per-corso attivo nel mondo del teatro e della danza educativa, curatri-ce di eventi e manifestazioni, e Suzanne, insegnante di yoga, con un passato nel mondo della moda che l’ha portata nelle gran-di metropoli del mondo. È il lega-me che unisce queste due donne alla base della realizzazione di questo progetto, che coinvolge donne pronte a mettersi in gioco e a raccontarsi, l’azione più diffi-cile che si possa fare. Sì, perché raccontare storie o parlare di fatti esterni a noi è facile, ma parlare di sé, svelarsi o mettersi a nudo, anzi come dice Suzanne “smu-tandarsi”, è molto difficile, spe-cialmente se l’ambiente sociale ci carica di mille sovrastrutture e aspettative. L’essere donna è un insieme di ruoli dai quali non si esce mai: madre, moglie, figlia, sorella, amante, amica. Ci si ri-trova a essere le attrici di se stes-

se, finendo per assomigliare alla maschera che si indossa nella quotidianità, a tal punto da non sapere più come ci si sente sen-za. L’iniziativa “Libera la mia luce” è stata ispirata dal progetto “He-al my voice”, ovvero “Guarisci la mia voce”, realizzato in Svezia e negli Stati Uniti. Le partecipanti hanno intrapreso un’avventura di racconto di sé che ha portato alla scrittura di un libro, un insie-me di racconti che racchiudono tutta l’energia e la bellezza degli incontri precedenti. «L’obiettivo strumentale -affermano Mirka e Suzanne- è proprio il libro, la sintesi di tutte le storie che emer-gono nel corso dei nove mesi di elaborazione, comunicazione e scoperta dell’altra, ma soprat-tutto di sé». La finalità però è

molto più profonda: è un cercare di riconoscersi e ritrovarsi a pre-scindere dai ruoli che nella vita siamo chiamati a interpretare; è un prendere fiato per liberare la propria autenticità e divenir-ne consapevole. Oltre a Mirka e Suzanne fanno parte del team di “Libera la mia luce” esperte come la Dottoressa Ludovica Danieli, laureata in Scienze So-ciali e curatrice di testi, Fran-cesca Pontoglio, psicologa e specializzanda in psicoterapia rogersiana (approccio che con-sidera l’uomo dotato dei mezzi per comprendersi e cambiare atteggiamento verso gli altri, ma anche verso se stesso) e Paola Spanevello, diplomata fashion designer, disegnatrice tessile ed esperta di Arteterapia. Le don-

ne che lo scorso ottobre hanno scelto di intraprendere quest’av-ventura, fatta di incontri a caden-za mensile, nei quali l’arte terapia e la danza creativa aiutano ad esprimersi e a mettersi in gioco, diverranno le autrici di un libro che racconta l’incredibile storia di cui sono tutte protagoniste. Ma il vero obiettivo è il percorso stesso e il filo conduttore che lo rende possibile è la fiducia verso le altre partecipanti, che di rifles-so viene rivolto su di sé: fiducia nelle proprie capacità, nel pro-prio modo di essere ed esporsi, in ciò che si ha il coraggio di dire o non dire. Il silenzio, infatti, è un’al-tra componente di questi incon-tri, perché per sapersi ascoltare è necessario imparare a stare in silenzio insieme, considerando

l’opportunità di aprirsi e liberare la mente, eliminando barriere e pregiudizi, il primo passo insom-ma per togliersi la maschera. La sinergia scaturita già durante il primo incontro testimonia le po-tenzialità dell’energia femmini-le, che spesso ha solo bisogno di trovare un terreno per aprirsi e liberarsi. La partecipazione è aperta a chiunque provi il desi-derio di intraprendere un percor-so, non facile ma estremamente utile, che richiede forza e deter-minazione e porterà a una cre-scita personale significativa. Il progetto “Libera la mia luce” si articola in una serie di incontri per conoscere e conoscersi, im-parando a comunicare e ascol-tare, basandosi sulla fiducia e sul rispetto reciproci, ricordando che il punto di partenza per qual-siasi azione siamo noi stesse, ar-tefici del nostro percorso di vita e della storia che lo descrive.

Elena Pagani

Libera la mia luce Scrittura creativa e conoscenza interioreUn cerchio della fiducia tutto al femminile per conoscere e conoscersi

“L’essere donna è un insieme di ruoli dai quali non si esce mai. Ci si ritrova a essere le attrici di se stesse, finendo per assomigliare alla maschera che si indossa nella quotidianità, a tal punto da non sapere più come ci si sente senza”

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“Vergine giurata” è il titolo del film della giovane regista Laura Bispuri, interpretato dall’attrice Alba Rohrwacher che per l’occa-sione ha dovuto studiare l’alba-nese, non quello ufficiale, bensì il dialetto delle montagne, detto “malsorë”, molto più comples-so e caratterizzato da una pro-nuncia dura, decisamente poco femminile. Alla durezza lingui-stica corrisponde anche quella del personaggio: la Rohrwacher interpreta infatti una donna co-stretta a diventare uomo per poter vivere in maniera libera e indipendente. L’unico film italia-no presente al concorso della sessantacinquesima Berlinale, tratto dall’omonimo libro edi-to da Feltrinelli di Elvira Dones, narra la storia di una giovane donna cresciuta tra le montagne albanesi, dove la vita è difficile e determinata dal “Kanun”, un antico codice che regola la vi-ta sociale, formalmente abolito dal 1930 ma in realtà ancora in vigore, che il principe medieva-le Lekë Dukagjin fece diventare legge civile. L’esordiente regista

Laura Bispuri ha compiuto una scelta curiosa e coraggiosa nel raccontare una simile storia, mostrando il ruolo delle donne nell’Albania più estrema, seppur contemporanea, che ha richie-sto una full immersion da parte di regista e attori nei luoghi in cui si snoda la vicenda. Questo per-corso è stato fondamentale per capire ed entrare in contatto con le popolazioni che ancora vivono secondo i dettami di queste anti-che norme consuetudinarie, che fuori dall’Albania, pochi cono-scono. Il risultato del duro lavoro è stato accolto dalla critica inter-

nazionale con un certo consen-so, suscitando l’ammirazione e l’interesse di Stati Uniti, Messico, Francia, Spagna e della Germa-nia, padrona di casa del festival. Un inaspettato interesse inter-nazionale se si considera la pic-cola realtà descritta: Hana, la protagonista, nata 30 anni in fa in una famiglia del nord dell’Al-bania, dove la legge del sangue - come viene chiamato il Kanun - è ancora viva e rispettata, si ri-trova costretta a scontrarsi con una società arcaica, in base alla quale il ruolo della donna è sem-pre subordinato alla figura ma-

schile. Il carattere della giovane è tutt’altro che quello di una sotto-messa e Hana desidera ciò che nella sua realtà le sarà sempre negato: sentirsi libera, poiché la libertà qui è una mera questio-ne di sesso. Rimasta orfana, viene adottata dagli zii e invece di fuggire dal luogo nel quale è cresciuta, sceglie una seconda strada, forse più difficile: diven-tare una “Burrnesha” (Burr in al-banese significa uomo/marito), ovvero una “maschia”, una ver-gine giurata. Cambia il suo nome in Mark e con quello la sua identi-tà. Diventa un uomo a tutti gli ef-fetti, compiendo un giuramento di fronte ai vecchi del villaggio in cui vive, rinnegando la sua fem-minilità in cambio dell’agognata libertà. Il viaggio alla riscoperta di sé e del suo essere donna ini-zierà in Italia, dove alcuni anni più tardi, Hana si trasferirà, andando alla ricerca del suo passato e di se stessa. Alba Rohrwacher è la protago-nista di una storia di vita coin-volgente, che narra la sfida nei confronti di un mondo che rele-

ga le donne a un ruolo di subor-dinazione e privazione dei diritti; da contraltare la forza di un giu-ramento, ma soprattutto la con-sapevolezza che il desiderio di libertà non ha sesso. Temi attuali che proprio per que-sto hanno permesso alla regi-sta di suscitare ammirazione e consenso in un pubblico vasto e non solamente femminile. Il film assume in alcuni momenti, i connotati di un documentario, tanto da far apparire sulla scena una vera vergine giurata. L’im-medesimazione richiesta per il ruolo è stata totale, come il contatto con queste realtà sco-nosciute e distanti anche nella stessa Albania. Forse Laura Bi-spuri ha voluto che si gettasse uno sguardo in questa direzione, o forse ha scelto di mostrare la forza dell’essere donna, capace di superare qualunque ostacolo, anche nella scelta paradossale di diventare uomo, pur di affer-mare se stessa e la propria di-gnità di persona.

Elena Pagani

Al festival di Berlino l’unico titolo italiano ha conquistatoil consenso raccontando uno spaccato dell’Albania

Vergine giurata: Italia e Albaniasi incontrano al cinema

Società

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In meno di mezz’ora il premier al-banese si racconta, compiendo un breve excursus storico sulla sua carriera politica, la gioven-tù ai tempi del regime, del quale non salva nulla, l’aggressione nel 1997 che quasi gli costò la vita, gli undici anni come sindaco di Tirana e l’attuale carica di Primo Ministro. Sullo sfondo una car-rellata di immagini che ritraggo-no scene e momenti dell’Albania che cambia, con un fermo im-magine sulla Vlora, il malandato mercantile stracolmo di migranti che attraccò sulle coste pugliesi nel 1991 e, in seguito, il recente incontro tra Edi Rama e Matteo Renzi. Poi un divertente inframezzo che vede personaggi dell’élite tiranense raccolti attorno a una tavolata criticare e commentare divertiti l’ultima puntata del fe-stival di Sanremo, segno che le cose in Albania stanno proprio cambiando. Tutto questo acca-de alle Invasioni Barbariche, talk show condotto da Daria Bignar-di, andato in onda lo scorso 19 febbraio su La7. È la prima vol-ta che il Premier partecipa co-me ospite a una trasmissione televisiva italiana. Tono paca-to, sguardo serio, pochi sorrisi, Rama risponde alle domande in un italiano corretto, mostrando un sapiente uso dei congiuntivi, contraddistinto solo dalla clas-sica “r” albanese. Il suo bilingui-smo è dovuto alla nonna di origini italiane e al fatto che «La televi-sione italiana – afferma - è stata l’unica finestra verso il mondo durante gli anni di chiusura del regime comunista». Lo stile che lo identifica è informale, ma do-potutto, lo è anche il Paese che governa; Rama nasce come pit-tore, un artista, e durante il suo mandato come sindaco le parole d’ordine sono state demolizione e uso dei colori per ravvivare la luce che si era spenta nella sua città. Nell’intervista cita più vol-te la totale chiusura del regime nel quale l’Albania ha vissuto per oltre quarant’anni, assumendosi

involontariamente il ruolo di uni-co faro del vero comunismo nel mondo. La religione fu combat-tuta a colpi di dinamite e stessa sorte toccò all’arte e alla cultura in generale. Persino ascoltare le canzoni di Adriano Celentano costituiva un reato punibile pe-nalmente. Rama non salva nulla di quel periodo, se non i ricordi delle bellissime serate trascorse ad ascoltare musica e a leggere i libri proibiti. La Bignardi lo riporta all’attuali-tà, citando l’articolo di Roberto Saviano pubblicato sul settima-nale L’Espresso, in cui il gior-nalista parla degli albanesi alla riscossa e dell’Albania come ter-ra d’opportunità che l’Italia non è più in grado di offrire. Rama allora snocciola cifre, sottoline-ando come la presenza di lavo-ratori italiani in Albania sia di oltre 20.000 individui, mentre le enti-

tà economiche fondate e diret-te da cittadini albanesi residenti in Italia corrispondano a circa 38.000. L’invito agli imprenditori italiani a investire in Albania è av-valorato dalla pressione fiscale minima (la tassazione è del 15% sul profitto) e dall’assenza di un sindacato, affermazione para-dossale per il leader di un Par-tito Socialista. L’inversione dei flussi è un motivo d’orgoglio per un Paese per anni dimenticato e i cui cittadini sono stati più volte colpiti da luoghi comuni decisa-mente poco lusinghieri. Rama dice la sua, sempre con toni pa-cati, ricordando che per i nostri nonni, emigrati in America all’ini-zio del secolo scorso, è stato lo stesso. Il ruolo di fratello minore dell’Italia con cui si è da sempre guardato all’Albania sta cam-biando. Soprattutto il modo in cui gli albanesi di oggi guardano l’Italia: pur rimanendo sempre un luogo del cuore, oggi gli al-banesi non risparmiano critiche nemmeno al Festival di Sanremo che durante gli anni del regime era vissuto come una sorta di “rivelazione”, sostiene il Premier. L’intervista si conclude con uno sguardo all’Europa e al proble-ma del terrorismo. Rama rimar-ca il proprio sconcerto verso chi dice di voler uscire dall’Unione Europea e afferma che «gli Stati Uniti d’Europa sono l’unica vera soluzione a tutte le crisi». Manca però un’Europa strategica e l’in-compiutezza di questo grande progetto è la causa maggiore del problema, che porta all’impossi-bilità di formulare un piano orga-nico contro possibili attacchi. Rama vorrebbe fosse un luogo di civiltà e convivenza religiosa, come lo è il suo piccolo Paese che vive le religioni in un con-testo di fratellanza e armonia. Conclude dicendo che se anche Simona Ventura si è recata in Al-bania per lavorare forse per gli italiani adesso è il suo Paese la nuova “Isola dei Famosi”.

E. P.

Il Premier albanese ospite alle Invasioni BarbaricheIntervista a Edi Rama, un artista alla guida del sogno europeo, e i commenti sul festival di Sanremo direttamente da Tirana

Rama afferma che prova un forte sconcerto verso chi dice di voler uscire dall’Unione Europea e che “gli Stati Uniti d’Europa sono l’unica vera soluzione a tutte le crisi”

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Una passeggiata nei boschi del-le nostre Prealpi o all’Orto Bo-tanico può farci scoprire i primi segni inequivocabili dell’arrivo della primavera. Potremo co-sì incontrare primule (Primula vulgaris Huds.), viole (tra cui la delicata Viola alba Besser), er-ba trinità (Hepatica nobilis Mill.), l’estroso dente di cane (Erythro-nium denscanis Michx.) con le sue pittoresche foglie maculate e gli stami all’infuori, polmonarie (Pulmonaria officinalis L.) con i caratteristici fiorellini bicolori vio-la e rosa, gli ellebori (Helleborus spp.) e i bellissimi anemoni di bosco (Anemone nemorosa L.). La primula è uno dei primi fiori a comparire non appena cessa-

to il gelo invernale: ce lo ricorda anche il suo nome, che deriva dal latino “primus”. Ancora più curiosa l’etimologia della polmo-naria e dell’erba trinità. Quanto alla prima, secondo la creden-za popolare la forma delle foglie richiamerebbe quella dei pol-moni; inoltre questa pianta era apprezzata dagli alchimisti, che nell’antichità la usavano per cu-rare le malattie dei polmoni. La

teoria delle segnature, che pre-cede storicamente la nascita della scienza farmacologica, at-tribuiva infatti a ogni pianta virtù curative sulla parte del corpo cui più assomigliava. Analogamen-te, il nome generico dell’erba tri-nità (Hepatica) deriva dalla forma particolare delle foglie, che ricor-da i lobi del fegato, ma anche dal colore della pagina inferiore delle stesse. Il fiore generalmente ro-sato (erythros, rosso) e il bulbo a forma acuminata somigliante al dente di un cane, spiegano l’eti-mologia di Erythronium densca-nis, bellissimo fiore primaverile e

specie protetta. La delicatezza di questi fiori di primavera non deve tuttavia trarre in inganno. L’elleboro (noto anche come ro-sa di Natale) è altamente veleno-so; per questo motivo è buona norma lavarsi le mani dopo aver toccato questa pianta. L’anemo-ne di bosco è velenoso in tutte le sue parti a causa della proto-anemonina, un irritante cutaneo in grado di provocare vesci-che assai dolorose che posso-no causare perfino ulcerazioni persistenti. Se ingerito, provo-ca anche infiammazioni acute del tratto digerente e dei reni. In

passato l’estratto di questa pian-ta veniva usato per avvelenare la punta delle frecce. Potete anda-re a scoprire i primi segni della primavera all’Orto, passeggian-do nella sezione dedicata alle piante autoctone: ai piedi degli alberi tipici del nostro territorio, come l’ontano, la quercia e la be-tulla, potrete osservare il colora-to fiorire delle specie primaverili. Da non perdere anche la fioritura della primula di Palinuro (Primula palinuri Petagn.), specie ende-mica del promontorio di Palinu-ro, che potete osservare lungo il muro all’ingresso.

A cura dell'Orto Botanico di BergamoScaletta di Colle Aperto Bergamo Alta

DescrizioneEdgeworthia chrysantha è un cespuglio caducifoglio, che ac-quista maggior fascino durante i mesi freddi, dopo che le grosse foglie, verdi, ellittiche e appun-tite cedono il posto alle infiore-scenze. A fine inverno infatti, sui rami ancora spogli, compaiono numerosi fiori tubulosi gialli o co-lor bianco crema, dal profumo intenso. Sopporta bene tempe-rature anche molto rigide, ma è bene durante l’inverno ricoprire la porzione di terreno vicina alle radici con foglie secche o un telo pacciamante per proteggerla dal freddo. Non è soggetta a malat-tie o parassitosi, ma le radici mal sopportano gli spostamenti. È consigliabile posizionare la pian-ta in un luogo in cui riceva alcune ore di sole diretto e innaffiarla sal-tuariamente. In giardino è adatta come esemplare isolato o posi-zionata a gruppi per un effetto di bassa siepe libera. Le si può dedicare un’aiuola, abbinandovi arbusti medio-bassi con fioritura posticipata rispetto alla protago-nista ed erbacee tappezzanti fin sotto la sua chioma.

CuriositàQuesto cespuglio è conosciuto come “arbusto della carta”. I suoi getti giovani hanno un legno ela-stico e risultano difficili da spez-zare ma facili da annodare: per

questo motivo, nel XVI secolo trovò ampio utilizzo in Giappone per la produzione di banconote e di carta di alta qualità. In Ci-na tutte le parti della pianta sono utilizzate nella medicina tradizio-nale: la corteccia e le radici han-no proprietà antinfiammatorie e analgesiche, mentre i fiori sono utilizzati per curare le malattie degli occhi. È anche sopran-nominata “bastone di San Giu-

seppe”, probabilmente perché comincia a fiorire intorno alla metà di marzo, quando cade la festa di San Giuseppe. All’Or-to Botanico di Bergamo potete ammirare la sua fioritura preco-ce nell’area dedicata alle spe-cie di origine asiatica, accanto al laghetto delle piante esotiche e proprio di fronte all’Albero dei fazzoletti (Davidia involucrata Baill.)

Arbusto della Carta

nome scientifico Edgeworthia chrysantha lindlnome comune arbusto della cartaFamiglia thymelaeaceaeorigine asia

Un viaggio alla scoperta dei fiori del sottobosco

Segni di primaveraall’Orto Botanico di Bergamo

“In passato l’estratto dell’Anemone di bosco veniva usato per avvelenare la punta delle frecce”

Dente di cane

Anemone di bosco

Società

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Il 28 marzo alle 20.30 si svolge l’Ora della Terra. Per un’ora si spengono le luci per accendere i riflettori sul cambiamento clima-tico in corso sulla Terra e riflette-re quindi su come basti poco per ridurre le emissioni di anidride carbonica che contribuiscono a devastare il nostro ecosistema.Dal 2007, l’evento ideato dal Wwf a Sydney, in Australia, è cresciu-to e oggi coinvolge 162 Paesi in tutto il mondo. “Earth Hour” non è pertanto considerato solo un evento in cui si spengono le luci, ma un vero e proprio movimento che, durante tutto l’anno, lavora per sensibilizzare cittadini e poli-tici sul tema dell’ambiente e che raggiunge risultati concreti sia a livello legislativo, per la tutela del pianeta, sia sul piano della realtà riducendo l’inquinamento ambientale. Dal 2014 l’Ora della Terra ha lanciato una piattafor-ma in cui si condividono progetti di sostenibilità ambientale e, per questi, si raccolgono fondi. Ecco

allora che Earth Hour lo scorso anno ha permesso lo svolgersi di alcune azioni per la protezione della barriera corallina in Austra-lia, per la diminuzione dell’inqui-namento atmosferico in Cina (progetto “Blue Sky”), per la lotta contro il bracconaggio degli ani-mali nel sud est asiatico (proget-to “Stop the Killing”), per la lotta alla deforestazione in Nepal e in Madagascar, per la protezione del circolo polare artico in Fin-landia e molto altro ancora.Earth Hour porta la gente a in-contrarsi e a unirsi per uno scopo comune, creando una grande comunità attenta alla sostenibilità del pianeta. Questo significa andare “oltre l’Ora della Terra” e impegnarsi nella quoti-dianità a compiere quei piccoli gesti che possono fare la diffe-renza e assicurare un futuro mi-gliore alla Terra e, ovviamente, ai suoi abitanti.

Laura Landi

Earth Hour 2015Un’ora (e anche più)per pensare alla Terra

In attesa di Expoun progetto che valorizza colture e comunità

Mais e AmarantoOpportunità di crescita

“Nutrire il Pianeta, energia per la vita” è lo slogan di Expo2015, l’evento più atteso da milioni di italiani e da tutti coloro che hanno già acquistato il bigliet-to. Rappresenta indubbiamente una grande opportunità che gli organizzatori del progetto “Pic-coli Semi, Grandi Opportunità”, ovvero ASPEm Onlus, Celim Bergamo e Fratelli dell’Uomo, hanno deciso di cogliere, per usare un termine adeguato al caso. I semi in questione sono il mais, cereale diffuso nelle no-stre zone e l’amaranto, un lonta-no cugino che necessita invece di una piccola presentazione.Originario dell’America Centrale, questo pseudocereale (termine specifico per distinguere i veri cereali come le graminacee, da quelli che in realtà non lo sono, come ad esempio il grano sara-ceno e la quinoa), fu utilizzato per la prima volta in Europa nel 1700, ma le sue proprietà sono note solo dal 1925, grazie alla pubbli-cazione di un libro di botanica a cura della National Academy of

Science. Lo contraddistingue il caratteristico colore rosso inten-so ed è ricco, oltre che di ferro, magnesio, calcio e fosforo, di un amminoacido essenziale (la lisi-na), carente invece nei cereali. Il progetto si pone l’obiettivo di valorizzare entrambe le colture nelle zone d’intervento in Bolivia, Tarija e Cochabamba, garanten-do la sicurezza alimentare delle rispettive comunità rurali. In perfetto stile Expo, il binomio cibo e cultura rende possibile un’importante iniziativa di svi-luppo, supportata dalle asso-ciazioni italiane con l’ausilio della comunità boliviana residente a Bergamo, come ha tenuto a pre-cisare il Console Onorario della Bolivia Giuseppe Crippa. Il mais rappresenta un legame tra i vari Paesi, unendo i con-tinenti sudamericano, norda-mericano, africano, asiatico ed europeo. Un’unione nella diver-sità, resa possibile da semplici ma antiche colture. Il progetto, presentato lo scorso 30 genna-io a Bergamo, con l’intervento

di Caterina Ghislandi di Aspem e Andrea Milesi di Celim Berga-mo, mira a riattivare la coltura dei semi secondo i criteri della sostenibilità ambientale, incen-tivando la partecipazione delle comunità locali che potranno in tal modo migliorare le loro condi-zioni di vita. Assumono un ruolo rilevante ai fini della realizzazione del pro-getto, anche il Network Meb e l’Orto Botanico di Astino, pro-motori della coltura del mais sul territorio bergamasco. Gli attori dell’ultimo atto di quest’inizia-tiva saranno indubbiamente i consumatori finali, i cittadini, protagonisti di una nuova edu-cazione alimentare, stili di vita che uniscono gastronomia e culture, cooperazione e svilup-po nell’alimentazione e non solo, perché partendo da piccoli semi si ha la possibilità di interagire e dialogare con il mondo intero, cogliendone tutte le relative op-portunità.

Elena Pagani

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Lo spartano Drammis fa un ca-sino infernale, da quando mon-ta il suo improbabile banco a quando lo ripiega sul suo carro da guerra. La cultura di un pa-ese o di un popolo si misura da cosa si mangia. Nel circuito “Le vie del gusto” spicca prepotente il banco “Pitaghiros” dell’oriun-do greco fuggiasco Giuseppe Drammis.La distanza tra la Terra e la Lu-na è di 384.000 Km e il novello Socrate delle polpette li percorre tutti in un anno e tutti nel Nord Italia. Da gestore di supermerca-ti ad abile cuoco specializzato in street food nelle piazze dei Co-muni, feste pubbliche e private e Maratone del gusto che posso-no durare anche una settimana. Con la famiglia al seguito e il suo inconfondibile banco azzurro come il mare della Grecia, lo si scorge inevitabilmente soprat-tutto per i seducenti aromi dei suoi Ghiros (pollo, maiale, agnel-lo), o i suoi succulenti Parakia (costolette di agnello alla brace).Adiacente al banco ottagonale, vi sono tavoli e sedie sempre pe-rennemente occupati e una lun-ga fila in attesa delle succulente leccornie, un po’ come agli uffici postali il giorno della pensione. In un’Italia sempre più globaliz-zata dove non si capisce cosa si mangia, il greco paladino della brace Drammis, come Leonida alle Termopoli con i suoi uomini contro il resto del mondo, arma-to di forchettoni, braci, tende e bandiere placa gli appetiti con maestria, qualità e un’indomabi-le simpatia. Durante le fiere del circuito “Le vie del gusto”, patrocinate da Edoardo Raspelli, non manco mai di cercare con gli occhi e col naso la mia sedia al banco del greco: ogni volta che ci vado chiudo gli occhi e immagino la terra, i rumori, la gente di que-sto bellissimo e devastato paese

che tanto mi fu caro negli stu-di classici. Forse un po’ stanco dell’errare, il Drammis, lungimi-rante polpettaro, si ritaglia a Set-timo Torinese un angolo greco sempre dal nome “Pitaghiros il vero sapore greco”, un’apoteosi di pura cucina ellenica. Ma per chi adora il cibo di strada, ecco pronti alcuni suggerimenti, per potersi cimentare nell’assaggio consapevole:“Pita Gyros”, tipico della Grecia, molto simile al Kebab, ripieno di

carne di maiale che viene cotta su lunghi spiedi e tagliata a fetti-ne sottili. Prima di tutto si prepa-ra la Pita, il tipico pane rotondo e piatto greco, poi occorre tagliare e arrostire la carne, preparare lo Tzatziki che servirà come condi-mento (tipica salsa servita come antipasto o contorno, diffuso nei Balcani e composto da yogurt denso e cremoso mescolato a cetrioli finemente tritati e insapo-rito con erbe aromatiche come aglio, aneto, menta e olio di oliva)

e infine tagliare tutte le verdure.Ed ecco pronto il vostro“Pita Gyros”! Buon appetito, ma ri-cordate che tante altre speciali-tà sono a disposizione al banco del “greco”, il quale tra uno spie-dino e l’altro risponde alle mie domande, con la saggezza di un presocratico greco che mi ricorda che il tempo è denaro e perciò devo sbrigarmi. A Giu-seppe Drammis chiedo come mai abbia scelto la cucina greca e cosa gli piace di più quando si

trova dietro al banco. Mi rispon-de sempre come risponderebbe un chirurgo con il bisturi in mano in attesa del paziente, confidan-domi che suo nonno greco gli ha passato le tradizioni e la cultura ellenica e che il suo piacer più grande è riuscire a servire tutti e bene, nonno e tradizioni elleni-che comprese. Viva la Grecia e chi la propone. Accorrete, gente, accorrete.

Giuseppe Martelli

Tra i sapori italiani ed europei la ricetta del Pyta GyrosSpecialità greche raccontate in salsa street food

Chi dice che il cibo non fa rumore?

L’angolo del gustoLa rubrica che vi invita a conoscere le eccellenze enogastronomiche d'Italia

Alimentazione & Benessere

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Platano in spagnolo significa banana, ed effettivamente tra i due c’è una grande somiglianza. In Europa siamo ormai abi-tuati a vedere frutti esotici di ogni tipo; le banane, in particolare, sono esposte su qualsiasi banco che si rispetti. Il platano però è ancora abbastanza sconosciuto, nonostante la sua grande versatilità; lo si può servire arrostito, essiccato, bollito, fritto, crudo quando la buccia è nera, co-me contorno o come dolce. L’alto conte-nuto di carboidrati lo rendono simile alla patata, quindi adatto anche a zuppe e mi-nestre. Il suo paese d’origine è la Malesia, ma il maggior produttore in tutto il mondo a oggi è l’Uganda. È diffuso in tutta l’area tropicale, dove la pianta del platano frutti-fica tutto l’anno e offre grandi foglie verdi molto resistenti utilizzate per formare bor-se e stuoie oppure piatti in cui servire le pietanze; le più sottili vengono impiegate come cartine per sigarette. Il frutto, oltre ad essere molto nutriente (ben 120 calorie ogni 100 grammi contro le 65 della bana-na), pare avere dei poteri curativi: lasciato essiccare può essere ridotto in una farina ricca di amido, spesso usata per cucinare delle gustose focacce alla piastra, che se-condo i medici ayurvedici sono in grado di curare gastriti e ulcere gastriche. La polpa fresca, invece, viene spremuta per otte-

nere una bevanda simile alla birra, che in Oriente viene somministrata come anti-doto ai morsi di serpente. I guaritori Bantu in Africa ritengono addirittura che l’impie-go del platano possa curare alcune di-sfunzioni dell’apparato genitale maschile. Per i cultori della cosmesi “fai da te”, gli studi confermano che il platano è un alle-ato prezioso per avere una pelle elastica e giovane, grazie alle sue proprietà derma-tologiche che stimolano la produzione di collagene. L’elevato contenuto di potas-sio che stimola il sistema car-diovascolare, rende il con-su-mo di pla-tano parti-colar-mente indica-to anche per le per-sone che soffrono di iper-tensione.

Non tutti sanno che il cipollotto non è altro che una cipolla immatura, raccolta pro-prio quando inizia a formarsi il bulbo. Ne esistono due varietà principali in base al tipo di cipolla: quello bianco, con un sa-pore accentuato, e quello rosso, più dolce e adatto anche alle preparazioni crude. Questo ingrediente è uno dei grandi pro-tagonisti della cucina mediterranea, in particolare in Campania, in cui è molto apprezzato il cipollotto nocerino, che ha ottenuto il riconoscimento “denominazio-ne di origine protetta”. Esso fa parte della tradizione culinaria campana da secoli, come testimonia un affresco nella casa pompeiana del larario del Sarno. Si rac-conta anche che i medici salernitani lo usassero per il benessere dei propri pa-zienti. Il cipollotto, in effetti ha molte pro-prietà benefiche: è ricco di potassio e di calcio e contiene vitamine del gruppo B e PP. Il suo consumo è consigliato a chi ha una lenta digestione, mentre pare esse-re irritante per chi soffre di gastrite; sono inoltre diuretici e depurativi e grazie alla loro azione antibatterica aiutano a pre-venire le infezioni delle vie urinarie. Del resto, già al tempo degli Egizi la cipolla godeva di ottima fama, essendo consi-derata simbolo della vita eterna, per via dei cerchi concentrici che caratterizzano

il suo interno; la leggenda vuole che il suo forte aroma fosse persino capace di ri-donare il respiro ai morti. Gli estratti del-la cipolla, tornano utili anche nel mondo della cosmesi, in particolare nelle creme cicatrizzanti e anti-smagliature. I cipollotti è me-glio consumarli crudi, perché in cottura per-dono molte delle loro pro-prietà; se non riuscite a sop-portarne il sapore deciso, affettateli e lasciateli in ammol-lo con l’aceto prima di servirli. Attenzione però a non abusarne, perché è un ingredien-te altamente calorico; a suo favore però, biso-gna dire che così come la cipolla, il suo elevato contenuto di solforati e cromo aiuta a mante-nere bilanciati i livelli di glicemia e coleste-rolo.

Il CipollottoUn bulbo che sa di Mediterraneo

Chips di Platano Polpettine di tonno e cipollotti

prEparazIonEEliminate la buccia aiutandovi con un col-tello e tagliate i platani in fettine molto sot-tili. Friggetele in abbondante olio caldo, finché non assumono un colore dorato-rossastro. Fate attenzione alla cottura perché anneriscono facilmente. Una vol-ta cotte, adagiate le chips su carta as-

sorbente per eliminare l’olio in eccesso. Infine, salate a piacimento.

prEparazIonEPulite per bene i cipollotti, eliminando la parte verde. Sminuzzate la mollica di pane e bagnatela con il vino, lasciando ammor-bidire per qualche minuto. In un frullatore tritate la mollica, il prezzemolo, i capperi, i cipollotti tagliati a fette e il tonno, scolato dall’olio e asciugato con la carta assorben-te. Salate e pepate il composto e aggiun-gete le uova. Formate ora le polpettine e cuocetele in padella con un filo d’olio, op-

pure, per un piatto più light, in forno.

IngrEdIEntI•3 platani verdi•olio per frittura•sale q.b.

IngrEdIEntI•800 gr. di tonno sott’olio•120 gr. di mollica di pane raffermo•1 bicchiere di vino bianco•2 cipollotti•2 uova•capperi•prezzemolo / olio / sale e pepe

Il platanoLa banana della Malesia

Piselli, ravanelli, cardi, aneto, lattuga, scorzonera, songino

Verdura di stagionemarzo

avocado, ananas, arance, pere, banane, pompelmi, limoni

Frutta di stagionemarzo

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Pane casereccio spalmato con un po’ di burro e cosparso di zucchero o, ancora meglio, con marmellata. Un tempo l’ora della merenda era accompagnata da un profumino di torta di mele che invadeva ogni angolo della casa oppure d’estate pane struscia-to con pomodoro fresco, olio e origano o ancora albicocche fresche, polpose e zuccherine colte direttamente dall’albero. Lo yogurt era spesso presente e non mancava mai la frutta fre-sca di stagione, a volte essicca-ta o a guscio. Un tempo le case erano praticamente sfornite di merendine. Anche gli altri pasti della giornata rappresentavano

uno stile alimentare sano con cibi genuini, poco elaborati, che riflettevano la cultura semplice e contadina. Che dire poi dello spuntino dell’intervallo a scuola? Frutta, rigorosamente fresca!Oggigiorno sembra invece tutto più complicato e non sono po-chi gli studenti che portando a scuola la frutta (spesso costretti dai genitori), guardano con occhi lucidi le merendine dei compa-gni. A poco valgono le spiega-zioni della mamma che la frutta fa bene: il bambino si sente un pesce fuor d’acqua e, rincasato riferisce con il broncio di essere sempre lo “sfortunato di turno”.E così persino la scelta di una semplice e genuina merenda diventa una lotta tra genitori e figli che, a differenza dei primi, vorrebbero consumare solo me-rendine e snack pieni di grassi, conservanti e calorie.Per fortuna negli ultimi anni la situazione sta pian piano mi-gliorando e questo grazie sia a una maggiore sensibilizzazione pubblica sia ai vari progetti di promozione di sane merende, in particolare negli ambiti sco-lastici. Mi riferisco ad esem-

pio al programma “Frutta nelle scuole” (www.fruttanellescuole.gov.it), un progetto introdotto dal regolamento CE n.1234 del consiglio del 22 ottobre 2007 e dal regolamento CE n. 288 della commissione del 7 aprile 2009. Il progetto comunitario di “Frutta nelle scuole”, realizzato dal Mi-nistero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali in collabo-razione con il MIUR, il Ministe-ro della Salute, le Regioni e P.A. - nello specifico si articola nella distribuzione di prodotti ortofrut-ticoli freschi al fine di conseguire diversi obiettivi come per esem-pio incentivare il consumo di frutta tra i bambini compresi tra i sei e gli undici anni di età, svilup-pare una capacità di scelta di consumo alimentare consape-vole, promuovere una maggio-re conoscenza delle produzioni ortofrutticole nazionali e sensibi-lizzare gli insegnanti e i genitori sull’importanza di una sana ali-mentazione fin dalla più tenera età, anche se i risultati non sono sempre stati incoraggianti.

Perché la merenda è un pasto raccomandato

soprattutto per i bambini e ragazzi in crescita?La merenda rappresenta una ricarica energetica che contri-buisce a una corretta crescita soprattutto in età scolare. Le scelte nutrizionali devono quin-di essere indirizzate a un sano spuntino e questo compito è ri-volto a ognuno di noi, in partico-lare ai genitori.

Quali sono i criteri da prendere in considerazione nella scelta di un prodotto confezionato?L’Adi (Associazione Italiana Die-tetica e Nutrizione) ha elaborato il decalogo degli snack salutari, nel quale sono inseriti utili con-sigli per la scelta degli snack confezionati. Tra i tanti ricor-diamo che è buona regola non consumare più di uno o due snack nell’arco della giornata e farlo esclusivamente a colazione e allo spuntino di metà mattina o a merenda. Vietato aggiun-gerli a pranzo o a cena. Variare gli snack nei diversi giorni della settimana per una sana ed equi-librata alimentazione. Accompa-gnare gli snack con uno o due

bicchieri d’acqua ed evitare bi-bite zuccherate. Meglio sceglie-re spuntini con il minor apporto energetico (calorie) per porzione o per 100 grammi, ovvero una

porzione non deve superare le 150-200 calorie. Tra due snack scegliere quello con il minor con-tenuto di grassi per porzione o per 100 grammi.

Gusto fa rima con giusto: una sana merenda aiuta a crescereIl momento della merenda è molto importante per lo sviluppo dei bambini e non sempre gli snack sono la scelta migliore

Alimentazione & Benessere

“La scelta di una semplice e genuina merenda diventa una lotta tra genitori e figli che, a differenza dei primi, vorrebbero consumare solo merendine e snack pieni di grassi, conservanti e calorie”

Gustiamo la bontàCon un po’ di fantasia e qualche ingrediente genuino è possibile preparare per i piccoli (e i grandi) gustosissime e sane ricette! Ecco una ricetta che di sicurò accontenterà grandi e piccini.Per la realizzazione delle ricette si consiglia di utilizzare ingre-dienti da agricoltura biologica.

Coccoline colorateinGrEDiEnTi(Per circa 50 coccoline)250 g di ricotta200 g di cocco grattugiato80-100 g di zucchero di canna integrale2 cucchiai di farina di carrube o cacao (amaro o dolce)

PrEPArAzionEImpastate tutti gli ingredienti escludendo 100 g di cocco grattu-giato che utilizzerete per ricoprire le palline. Potete anche rico-prire le coccoline con della farina di carrube o cacao (amaro o dolce), per ottenere un effetto bicolore, oppure semi di sesamo o pistacchi frullati.

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La merenda dolce è da preferire rispetto a quella salata?No. Ciò che è importante è va-riare il tipo di merenda, sceglie-re ingredienti di qualità e non consumare sempre lo stesso alimento. Tra gli snack salati at-tenzione in particolare alle pata-tine perché molto ricche di sale e di grassi di bassa qualità. Inoltre dolce non vuol dire “zucchera-to” e saporito non è sinonimo di “salato”.

Quali sono gli alimenti o le bevande che possono rappresentare un sano spuntino?Sono davvero molti gli alimen-ti che possono essere utilizzati per uno spuntino sano. É pos-sibile ad esempio consuma-re: frutta fresca di stagione e preferibilmente da agricoltura biologica; macedonia di frutta fresca; mousse di frutta meglio senza zucchero; frullato di frut-ta; spremuta di agrumi; centrifu-gato di verdure; succo di frutta senza zucchero; frutta oleosa (mandorle, noci, nocciole, pinoli, ecc.); latte; yogurt al naturale o

con frutta fresca aggiunta; be-vanda vegetale (latte di soia, di riso, di mandorle, ecc.); yogurt vegetale; the (senza zucchero); tisane (senza zucchero); latticini freschi (ricotta); formaggio ve-getale (tofu); cereali in fiocchi; cereali soffiati; pane preferibil-mente integrale; focaccia casa-linga; cracker (non salati); taralli; tigelle; gallette di cereali; chicchi di mais per pop corn (preparati al momento); torta fatta in casa (torta di mele, di yogurt, crosta-ta, ecc..); budino fatto in casa; bi-scotti secchi; barrette di cereali senza grassi idrogenati; ciocco-lato (preferibilmente fondente); gelato alla frutta; sorbetto alla frutta; ghiacciolo alla frutta pre-parato in casa; gelatina di frutta di preparazione casalinga; cre-me spalmabili naturali (marmel-lata, malto, tahin, ecc).Alcune di queste proposte se utilizzate per la merenda pome-ridiana necessitano di essere abbinate tra loro, in quanto da sole non sono sufficienti a forni-re l’apporto calorico corretto ri-chiesto che corrisponde a circa il 10% delle calorie totali giorna-liere.

rossana MadaschiDietista e Docente di Scienza dell’AlimentazioneCell. +39 347 0332740 - [email protected]

La rubrica è promossa da Punto Ristorazione srl

Gusto fa rima con giusto: una sana merenda aiuta a crescereIl momento della merenda è molto importante per lo sviluppo dei bambini e non sempre gli snack sono la scelta migliore

Per avere un’alimentazione equilibrata fai 5 pasti al giorno: prima colazione, merenda di metà mattina, pranzo, merenda pomeridiana e cena.Fare merenda è una buona abitudine: non saltarla. “Mangiucchiare” continuamente tutto il giorno, invece, è sbagliato.La merenda è un piccolo pasto. Deve fornire il 5-10% di tutta l’energia che ti serve ogni giorno.Se non sei sovrappeso, dopo aver fatto attività sportiva puoi fare una merenda più ricca.La merenda deve solo “ricaricarti”. Non deve farti arrivare troppo sazio al pasto successivo, ma neanche troppo affamato. Tra la merenda e il pranzo (o la cena) devono passare almeno due ore.Varia spesso la tua merenda, in modo da variare anche i nutrienti che ti fornisce: una porzione di frutta fresca, o un frullato, una merendina, uno yogurt, un piccolo panino dolce o salato, oppure 3-4 biscotti.Ricorda che sui prodotti confezionati, come le merendine dolci da forno, puoi leggere in etichetta il valore nutritivo. Ad esempio, una merendina può contenere mediamente da 120 a 200 kcal. Leggere l’etichetta ti aiuterà a mangiarne la quantità giusta.Goditi la tua merenda. Cerca di non mangiarla mentre studi o guardi la tivù.Muoviti il più possibile: cammina, corri, sali le scale di casa a piedi, fai giochi di movimento. Così potrai tenerti sempre in forma.Controlla regolarmente il peso e l’altezza.

Le 10 regoledi una sana merenda

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Fonte: INRAN - Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione

Alimenti e bevAnde totale- kcal

Un frutto fresco (150 grammi) 70

+ yogurt intero al naturale (125 grammi) 81

+ biscotti secchi (n° 2) 42

totale calorie 193

Gallette di cereali (n° 4) 158

+ creme spalmabili (es. confettura 10 grammi) 21

totale calorie 179

The (senza zucchero) o tisane (senza zucchero) 2

+ biscotti secchi (n° 4-5) 105

Un frutto fresco (150 grammi) 70

totale calorie 177

Bevanda vegetale (es. latte di soia 200 grammi) 90

+ cereali soffiati (30 grammi) 108

totale calorie 198

Centrifugato di verdure (un bicchiere) 66

+ latticini freschi (es. ricotta 80 grammi) 109

totale calorie 175

Budino fatto in casa 130

+ un frutto fresco (150 grammi) 70

totale calorie 200

Combinare i giusti alimenti per una merenda sanaIl fabbisogno calorico giornaliero di un bambino della scuola primaria corrisponde in media a 2.000 Kcal. La merenda pomeridiana dovrebbe fornire circa il 10% delle calorie totali giornaliere, quindi 200 Kcal.Ecco alcuni possibili abbinamenti per combinare nel modo giusto i tanti alimenti che possono rappresentare uno spuntino.

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Appuntamenti dal territorioCalendario Marzo 2015Bergamo

■■■ EnogAstronomiA 1 marzo > 3 novembre SlowCooking Tour 2015 Lombardia tour enogastronomico in 13 tappe organizzato dai ristoranti della Lombardia aderenti. 6 province coinvolte, incluse Bergamo, Brescia e monza Brianza www.slowcooking.org

■■■ Corso 2/9/16 marzo A tavola col cinema! Questione di gusti Bergamo 20.45 > Mediateca Provinciale, via Goisis 96/b Come viene rappresentato il cibo al cinema? indagine sui generi cinematografici www.sas.bg.it

■■■ Corso 3 marzo I Legumi Bolgare (BG) 19.30 > Naturalbio, via Ungaretti 5d Corso monotematico organizzato dal negozio biologico naturalbio; tema della serata: i legumi www.naturalbio.bg.it

■■■ EnogAstronomiA 3 marzo Master of food: i distillati di cereali Bergamo 20.30 > DeGusto Birra e Cucina, via del Lazzaretto 2 il mondo nel bicchiere in sei serate per offrire una panoramica dedicata a distillati e liquori celebri. iniziamo, a grande richiesta, con il Whisky con la conduzione di Claudio riva, uno dei più grandi esperti e Docente master of Food di slow Food www.slowfoodvalliorobiche.it

■■■ inContro 5 marzo Carceri e dignità Comun Nuovo 20.45 > Palazzo Benaglio, Piazza Alcide de Gasperi 10 incontro con Cristina scanu e Patrizio gonnella www.tierranuoverotte.it

■■■ Corso 5/8 marzo Secondo corso di orticoltura biologica Mozzo (BG) 9.30 > Porta del Parco dei Colli, via Masnada Primi due incontri di una serie di otto, a cura dell’agronomo marco Zonca. si imparerà la semina di piselli e fave e la messa a dimore di aglio, cipolle e topinambur www.coopalchimia.it

■■■ CEnA 7 marzo Cena per Festa della donna Cortenuova (BG) 20.00 > Ristorante Palazzo Colleoni, Via Molino, 2 Cena a Palazzo con intermezzi e letture: “gli uomini con cui (non?) uscire” www.bassabergamascaorientale.it

■■■ inContro 6/13/20 Conferenza e lezione di cucina naturale

Mozzo (BG) 20.30 > 22.30 Porta del Parco dei colli, via Masnada i tre incontri condotti dalla dietista e docente rossana madaschi: nutrirsi di salute a tavola; La salute inizia dal carrello della spesa; Lezione di cucina naturale con degustazione www.coopalchimia.it

■■■ inContro 6 marzo Dal consumo critico a quello responsabile, per un futuro sostenibile Caprino Bergamasco (BG) 20.45 > Municipio, via Roma 2 Dal consumo critico, strumento che negli anni novanta si occupava di modificare i comportamenti delle imprese, al consumo responsabile, applicato allo stile di vita di ogni cittadino. www.tierranuoverotte.it

■■■ Corso 6/13 marzo Serate d’apicoltura Mozzo (BG) 21.00 > Biblioteca comunale, via Orobie 1 Un apicoltore ci condurrà nel laborioso mondo delle api. il corso ci fornirà gli elementi essenziali per la gestione di un alveare Francesca: 3292967211

■■■ tEAtro 7 marzo Disandance Bergamo 20.45 > Cineteatro Colognola DisanDance è uno spettacolo di teatro e danza. non è un progetto di arteterapia. È uno spettacolo di 3 danzatori professionisti e 6 persone con disablità che in scena raccontano una storia di contrasti, il loro intreccio, la loro stratificazione facebook: disandance

■■■ Corso 7 marzo Curiamo il bosco dei dossi d’inverno Treviglio (BG) 9.00 > Oratorio di Badalasco Questa giornata è aperta a tutte quelle persone che vogliono vivere una concreta esperienza di tutela del nostro territorio in un’oasi naturalistica e apprendere semplici pratiche di giardinaggio [email protected]

CinEmA 7 > 15 marzo Bergamo Film Meeting Festival Bergamo Luoghi Vari 33a edizione di Bergamo Film meeting, un festival internazionale attento alla riscoperta dei grandi classici del passato,, ma anche a quel cinema indipendente e d’autore. www.bergamofilmmeeting.it

■■■ EnogAstronomiA 10 marzo Master of food: i distillati di vinaccia e di vino Bergamo 20.30 > DeGusto Birra e Cucina, via del Lazzaretto 2 il mondo nel bicchiere in sei serate per offrire una panoramica dedicata a distillati e liquori celebri. il secondo incontro è dedicato alle grappe, con la conduzione di mirco rigoni uno dei più grandi esperti e Docente master of Food di slow Food www.slowfoodvalliorobiche.it

■■■ Corso 10 marzo Senza glutine Bolgare (BG)

19.30 > Naturalbio, via Ungaretti 5d Corso monotematico organizzato dal negozio biologico naturalbio; tema della serata: alimenti senza glutine www.naturalbio.bg.it

■■■ inContro 10 marzo Alle periferie del mondo Nembro (BG) 20.45 > Auditorium Modernissimo, Piazza della Libertà Padre giulio Cesare Albanese presenta il suo ultimo libro Facebook: gherimnembro

■■■ inContro 11/18 marzo L’agri-Cultura Bio-Diversa: l’orto giardino Bergamo 20.30 > La Terza Piuma, via Divisione Tridentina 4/a incontri teorici per comprendere la bellezza e i benefici del connubio tra ortaggi, fiori e frutti www.laterzapiuma.it

■■■ inContro 13/27 marzo We care – La sfida della democrazia Bergamo 20.30 > Fondazione Serughetti La Porta, viale Papa Giovanni XXIII 30 Ultimi due incontri di nuove letture, tenute da nando Pagnoncelli e Valerio onida www.liberabg.it

■■■ Corso 14 marzo Recuperare un frutteto e regole generali di potatura Mozzo (BG) 9.15 > Porta del Parco dei Colli, via Masnada L’ agronomo Alberto magri ci spiegherà qualche nozione generale di teoria, per poi dirigersi al terreno e analizzare il caso del quarto paesaggio, che consiste in un frutteto di pruni “tipo prugna viola” Ivan: 3485782270

■■■ Corso 17 marzo Seitan e Tempeh Bolgare (BG) 19.30 > Naturalbio, via Ungaretti 5d Corso monotematico organizzato dal negozio biologico naturalbio; tema della serata: seitan e tempeh www.naturalbio.bg.it

■■■ inContro 17/24/31 marzo Raccontarsi: scalate, viaggi e sogni realizzati Nembro (BG) 21.00 > Sede CAI e sede GAN rassegna di appuntamenti per raccontare viaggi e scalate www.nembro.net

■■■ Corso 18 marzo Alimentazione consapevole Almenno San Salvatore (BG) 19015 > LUMACA, Via Pavoni 7 teoria e pratica per un’alimentazione equilibrata con Arianna rossoni, dietista. secondo incontro: cucinare con verdure per i bambini lumacacoop.org

■■■ tEAtro 21 marzo Mangia bello mangia Nembro (BG) 16.30 > Auditorium modernissimo spettacolo sulle sofisticazioni alimentari di e con Antonio russo; siamo sicuri di cosa mangiamo? Che cosa sono le

frodi alimentari? Un evento che mette in discussione l’intero sistema alimentare www.nembro.net

■■■ mErCAto gAs 22 marzo Sbarco in Piazza Libertà Nembro (BG) 10.00 > Piazza Libertà i produttori fornitori del gas nembro scendono in piazza per offrire i loro prodotti naturali a filiera corta. Alle 16.30 Cartosip all’Auditorium; alle 19.30 cena gherim con prodotti a km 0 www.nembro.net

■■■ inContro 23 marzo Conversazioni sul turismo, per una didattica del fare Bergamo 15.00 > Università degli Studi di Bergamo, Sede di piazza Rosate La reputazione delle destinazioni turistiche misurata con i big data. Perché non potete permettervi di ignorare cosa i turisti dicono di voi in rete www.unibg.it

■■■ Corso 24 marzo I Germogli Bolgare (BG) 19.30 > Naturalbio, via Ungaretti 5d Corso monotematico organizzato dal negozio biologico naturalbio; tema della serata: i germogli www.naturalbio.bg.it

■■■ inContro 27 marzo E se mio figlio vuole... “la marca”? Bergamo 21.00 > La Terza Piuma, via Divisione Tridentina 4 serata di confronto e dibattito aperto sul rapporto tra gli stili di vita e le scelte di consumo dei genitori e quelli dei figli www.laterzapiuma.it

■■■ Corso 28 marzo Sane merende per bambini! Bergamo 20.00 > Sede Nutrirsi di Salute La lezione di cucina naturale sarà tenuta da rossana madaschi dietista e docente di scienza dell’alimentazione; tema della serata: merende sane ma gustose www.nutrirsidisalute.it

■■■ inContro 28 marzo Vivere e crescere in un mondo (dis)informato Nembro (BG) 9.00 > Auditorium Modernissimo, Piazza Libertà Approcci e comportamenti per una miglior salute delle mamme e dei loro figli www.nembro.net

■■■ iniZiAtiVA grEEn 29 marzo L’ora della Terra Mondo Anche quest’anno l’ora della terra lascerà al buio monumenti, luoghi simbolo, sedi istituzionali, uffici, imprese e abitazioni private di tutto il mondo www.wwf.it

Brescia

■■■ mErCAto 1 marzo e ogni prima domenica del mese Libri sotto i portici Castel Goffredo (MN) Il più grande mercato mensile di libri usati in Italia www.librisottoiportici.it

■■■ rAssEgnA dal 28 febbraio all’8 marzo Donne per le Donne 2015 Paitone, Prevalle, Nuvolera, Nuvolento, Serle (BS) Luoghi vari settimana culturale e di iniziative dedicata alla Donna opac.provincia.brescia.it

■■■ mostrA fino al 6 aprile Raffaello - opera prima Brescia 9.30-17.30 da martedì a domenica > Museo Santa Giulia, via Musei 81/b L’ultima delle tre esposizioni che hanno fatto rivivere il rinascimento a Brescia www.rinascimento.bresciamusei.com

■■■ VisitE tEAtrALiZZAtE fino al 31 maggio La torre delle Favole XII edizione - Con la musica dell’acqua Lumezzane (BS) Galleria Civica Torre Avogadro, via Torre, Lumezzane Pieve La torre delle Favole ospita ogni anno una fiaba diversa, creando un originale allestimento nelle stanze della torre www.latorredellefavole.it

■■■ mostrA fino al 14 giugno Il cibo nell’arte Brescia 9.00-18.00 mercoledì, giovedì, venerdì; 10-20 sabato e domenica > Palazzo Martinengo, via Musei 3 in occasione di Expo 2015 mostra di 100 dipinti dal 600 a Wahrol, per compiere un viaggio alla scoperta della rappresentazione del cibo e degli alimenti nella varie epoche www.mostraciboarte.it

■■■ rAssEgnA 2/7/8/10/17/27/29 marzo Otto Marzo e dintorni Palazzolo sull’Oglio (BS) Luoghi vari iniziative varie dedicate alla giornata internazionale della donna www.comune.palazzolosulloglio.bs.it

■■■ DoCUmEntArio 3 marzo A life in chains - Nessunopress Brescia 21.00 > AmbienteParco, largo Torrelunga 7 Documentario girato da manuel marano e Federica Vairani sulla prostituzione e il traffico di esseri umani in Bangladesh www.nessunopress.it

■■■ inContro 4/11 marzo Smart Meetings 2015 Brescia 17.00 > White Room, Museo Santa Giulia, via Musei 81/B Conferenze pubbliche sul tema dell’innovazione urbana e sulla città smart proposte dal Comune di Brescia www.comune.brescia.it

■■■ ConFErEnZA 5 marzo La leggerezza perduta Ghedi (BS) 20.45 > Sala Consiliare del Comune,

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piazza Roma Per la rassegna “A tavola ! La cultura ci alimenta” incontro con Cristina Bellemo opac.provincia.brescia.it

■■■ tornEo 6 marzo Torneo di burraco Mompiano - Brescia 20.00 > sede dell’Associazione “Bimbo chiama Bimbo”, via Fontane 27/h in collaborazione con l’Associazione Amici del mare torneo con cena (iscrizione obbligatoria) www.bimbochiamabimbonlus.it

■■■ sPEttACoLo 7 marzo Le donne, i cavalier, l’arme e gli amori Gargnano (BS) 20.45 > Sala Castellani, Biblioteca, via Roma recital per voce e chitarra dedicato alla figura femminile fra De Andrè, tenco, Franca rame e Carol Duffy opac.provincia.brescia.it

■■■ mErCAto 7/14/21/28 marzo Armadio solidale Castenedolo (BS) 9.00-12.00 > ex Istituto Riccardo Pisa, via della Rimembranza 2 ritiro e vendita di abiti e accessori usati in buono stato www.comune.castenedolo.bs.it

■■■ CiCLo ConFErEnZE 7/14/21/28 marzo - 11/18 aprile Architettonica-mente Borgo San Giacomo, Padernello (BS) 15.00-17.30 > Castello di Padernello, via Cavour 1 La trasformazione delle idee. incontri per parlare di pensiero d’architettura www.castellodipadernello.it

■■■ LABorAtorio 11/28 marzo LinkedIn per il business Brescia 9.00-17.00 > AmbienteParco, largo Torrelunga 7 giornate di laboratorio pratico per usare al meglio Linkedin www.ambienteparco.it

■■■ FEstA 12 marzo Falò della Vecchia Mompiano - Brescia 20.30 > sede dell’Associazione “Bimbo chiama Bimbo”, via Fontane 27/h tradizionale falò di metà Quaresima con lattughe, frittelle tè caldo e vin brulé www.bimbochiamabimbonlus.it

■■■ sPort 15 marzo 13^ BAM - Brescia Art Marathon Brescia You’d better run www.bresciamarathon.it

■■■ LABorAtorio 21 marzo Potatura degli ulivi Padenghe sul Garda (BS) 15.00-18.00 > Parco Vaso Rì Corso pratico tenuto dal professor Alberto Bonaspetti www.padengheverde.it

■■■ CULtUrA 21>22 marzo Giornate FAI di primavera Italia In tutta Italia La storica manifestazione del FAi torna in tutta italia anche per il 2015 www.giornatefai.it

■■■ ConFErEnZA 24 marzo A tavola! La cultura ci alimenta Montichiari (BS) 20.45 > Sala grande della Biblioteca comunale, Piazzetta San Rocco 1 incontro della rassegna “A tavola!La cultura ci alimenta. Vedere, Parlare, riflettere, Confrontarsi sui temi di EXPo” opac.provincia.brescia.it

■■■ ConFErEnZA 26 marzo Le prigioni del cibo Borgosatollo (BS) 20.45 > Biblioteca, piazza Italo Calvino 1/3 Anoressia, bulimia, vomiting. i disturbi alimentari, la loro insorgenza e risoluzione, incontro condotto dal dott. Pierangelo Ferri opac.provincia.brescia.it

■■■ LABorAtorio 27 marzo I suoni della natura Vobarno (BS) 16.30-18.30 > Biblioteca comunale “La Pigna”, piazza Marina Corradini 6 incontro del ciclo “scaffali verdi” sulla natura e il riciclo creativo opac.provincia.brescia.it

Milano■■■ inContro 7 marzo L’eredità di Antigone. Storie di donne martiri per la libertà Lentate sul Seveso (MB) 16.00 > Biblioteca civica di Camnago, via Monte Santo 2 Un incontro col giornalista e scrittore riccardo michelucci, vincitore del premio tiziano terzani

■■■ FiErA 13 > 15 marzo Fa’ la cosa giusta Milano Fieramilanocity La fiera nazionale del consumo critico e degli stili di vita sostenibili, si prepara a vivere la sua dodicesima edizione, con l’obiettivo di promuovere l’”Economia solidale” www.falacosagiusta.terre.it

■■■ inContro 21 marzo Le madri di Plaza de Mayo. L’instancabile impegno per la ricerca della verità e della giustizia Cogliate (MB) 16.00 > Biblioteca civica A. Manzoni, via Rimembranze 15 Un incontro con Alfredo somoza, giornalista argentino, Docente dell’istituto per gli studi di politica internazionale

■■■ inContro 26 marzo La scelta – Storie di coraggio civile nella guerra della ex-Jugoslavia Seveso (MB) 21.00 > Teatro parrocchia S. Carlo di Seveso Altopiano, piazza S. Ambrogio 2 Uno spettacolo di teatro civile con marco Cortesi e mara moschini, attori e autori dei testi tratti dal libro di svetlana Broz i giusti al tempo del male

Calendario Marzo 2015mercati Agricoli e Biologici

Bergamo

■■■ Tutti i martedì Farmers market Campagna Amica Bergamo, piazza S. Spirito 8.00-12.30 Coldiretti tel. 035.4524125

■■■ Tutti i giovedì Farmers market Campagna Amica Seriate, piazza Alebardi 8.00-12.30 Coldiretti tel. 035.4524125

■■■ Tutti i venerdì Farmers market Campagna Amica Bergamo, piazza Pontida 8.00-12.30 Coldiretti tel. 035.4524125

■■■ Tutti i sabati Mercato “bRiologico” Ponte San Pietro c/o Centro la Proposta 9.00-12.00 [email protected]

■■■ Tutti i sabati Mercato dei produttori locali Mozzo, La Porta del Parco 9.00-12.30 www.coopalchimia.it

■■■ Ogni 1° sabato del mese Mercato agricolo dei produttori locali Stezzano (Bg) 8.00-12.30 www.a21isoladalminezingonia.bg.it

■■■ Ogni 2° sabato del mese Mercato agricolo e non solo Albino (Bg) 8.30-12.30 www.cittadinanzasostenibile.it

■■■ Ogni 3° domenica del mese Farmers market Campagna Amica Città Alta Bergamo, piazza Mascheroni 8.00-12.30 Coldiretti tel. 035.4524125

■■■ Ogni 3°sabato del mese Mercato agricolo e non solo Bergamo, piazza Pacati Monterosso 8.30-13.00 www.cittadinanzasostenibile.it

■■■ Ogni 2° domenica del mese Mercato agricolo dei produttori locali Osio Sotto, piazza Papa Giovanni XXIII 8.00-12.30 www.a21isoladalminezingonia.bg.it

■■■ Ogni 3° domenica del mese Mercato agricolo e non solo Sant’Omobono Imagna (Bg) 9.00-13.00 www.cittadinanzasostenibile.it

Brescia

■■■ Ogni venerdì Mercato di Campagna Amica Palazzolo Sull’Oglio (BS) 8.00-13.00 > Piazza Zamara www.campagnamica.it

■■■ Ogni mercoledì Mercato di Campagna Amica Rovato (BS) 8.00-12.30 > Piazza Palestro www.campagnamica.it

■■■ 4° lunedì del mese (fino a fine dicembre) Mercato di Campagna Amica San Polo - Brescia 8.00-13.00 > Adiacente parcheggio Margherita D’Este www.lombardia.coldiretti.it

■■■ Sabato con cadenza quindicinale (fino a fine dicembre) Mercato di Campagna Amica Borgosatollo (BS) 8.00-13.00 > Piazza Castello www.lombardia.coldiretti.it

■■■ Ogni giovedì Mercato Contadino

Desenzano del Garda (BS) 8.00-13.00 > Piazza Garibaldi www.comune.desenzano.brescia.it

■■■ 2^ domenica del mese Mercato di Campagna Amica Lonato (BS) 9.00-19.00 > Centro commerciale Il Leone www.lombardia.coldiretti.it

■■■ Ogni sabato Mercato Meglio Bio - Cascina Maggia Brescia 8.00-13.00 > Cascina Maggia, via della Maggia 3 www.labuonaterra.it

■■■ Ogni lunedì Mercato Meglio Bio - Toscolano Toscolano Maderno (BS) 8.00-13.00 > Piazza Nassirya www.labuonaterra.it

1° FinE sEttimAnA Di ogni mEsE Mercatino Biologico Ecocompatibile Desenzano del Garda (BS) via Roma

■■■ 3° fine settimana di ogni mese (escluso gennaio) Mercatino Biologico Ecocompatibile Desenzano del Garda (BS) Piazza Matteotti

■■■ Ogni venerdì Mercato 47 Brescia 16.00-20.00 > Magazzino 47, via Industriale 10 www.magazzino47.org/mercato47

■■■ 1 marzo Mercato Meglio Bio in Piazza Brescia 9.30-19.00 > Piazza Vittoria www.labuonaterra.it

■■■ 15 marzo Mercato della Terra Borgo San Giacomo (BS) 9.30-18.30 > Castello di Padernello, via Cavour 1 www.castellodipadernello.it

www.infosostenibile.it Numero 40 - Marzo 2015 53

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Ecco le attività che ogni mese vi offrono l informazione green Una rete di oltre 600 punti per promuovere nuovi stili di vita e d impresa

I Punti di distribuzione di infoSOStenibile

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Recapiti Redazione:Via Broseta, 12124128 Bergamo (zona Loreto)Tel. +39 035 258559Fax +39 035 [email protected]

Rodengo Saiano (BS) - Via del Commercio, 18q 030 6813487E [email protected] www.musilbrescia.it

Musil - Museo dell’Industria e del Lavoro

Il Musil è il primo museo italiano dedicato all’industrializzazione come fenomeno che coinvolge l’intera società, rappresentato attraverso una grande varietà di materiali, organizzati in modo unitario. Il museo ospiterà un percorso espositivo dedicato a Osvaldo Cavandoli famoso animatore e fumettista. Vi saranno in mostra anche alcuni lavori e oggetti originali di Cavandoli e verranno proposti inoltre alcuni laboratori rivolti a bambini e ragazzi.

BRESCIA > Rodengo Saiano

Grumello del Monte (Bg) - via Castello, 12q 328 1127875C Caffè della Piazzetta

Caffè della Piazzetta

Il Caffè della Piazzetta offre ai suoi clienti un servizio bar completo con colazioni, pranzi con piatti caldi e freddi, ricchi aperitivi e cocktail. Potrete trovare anche una vasta offerta di vini e birre artigianali, selezionati dal ti-tolare Ilir Nashati. Si ha inoltre la possibilità di organizzare pranzi di lavoro, feste di compleanno o di laurea, allietate da musica dal vivo e dj. Un luogo ideale dove sorseggiare un buon caffè o fare quattro chiacchiere tra amici bevendo un ottimo spritz o calice di bollicine, accompagnato dai ricchi taglieri con salumi, formaggi e marmellate preparati per voi dallo staff.

BERGAMO > Grumello del Monte

Rovato (BS) - Via Castello, 19q 030 7709585E [email protected] www.bottegadeipopoli.org

Bottega dei Popoli

La Bottega dei Popoli di Rovato è una delle cinque realtà di Commercio Equo e Solidale gestite dalla Cooperativa Solidarietà insieme alle botteghe di Brescia, Gavardo, Ghedi e Rezzato. Alla Bottega dei Popoli si trovano prodotti alimentari, ma anche oggettistica, indumenti e tanto altro ancora, il tutto realizzato e venduto nel rispetto dei diritti dei lavoratori e prestando particolare attenzione alla tutela della cultura e dell’ambiente dei territori di provenienza.

BRESCIA > Rovato

Via G. Paglia 46, Endine Gaiano (BG)q 035 82 61 80E [email protected] e www.pedrettiserramenti.it

Pedretti serramenti srl

Da oltre trent’anni Pedretti Serramenti è specializzata della progettazione, produzione e posa di serramenti personalizzati in PVC, prodotti intera-mente in Italia. Si tratta di un team di professionisti che si pone al fianco del cliente, valutandone le esigenze e proponendogli quanto di meglio il mercato possa offrire nel rapporto qualità/prezzo.

BERGAMO > Endine Gaiano

Ripa di Porta Ticinese 65, Milanoq 320 026.6560C eppolmilano

Eppol Natural Restaurant Bistrot

Lounge bar votato alla filosofia della naturalità, Eppol è uno spazio polin-funzionale arredato con materiali naturali, quali legni, pietre, minerali e ve-getazione. Un luogo ecofriendly dove degustare ottimi cocktail e gustosi aperitivi natural oriented.

MILANO > Zona Navigli

Parco Asia Via Angiolina, Cremonaq 389 1898387E [email protected] giancadog

Giancadog di Giancarlo Guarino

Nel 2013 nasce Giancadog, su iniziativa di Giancarlo Guarino che mette a disposizione dei clienti il suo amore per gli animali e il suo talento cinofilo. Disponibile anche per appuntamenti e visite a domicilio, Giancadog si im-pegnerà a educare e far divertire i vostri amici a quattro zampe.

CREMONA > Parco Asia

Chiuduno (Bg) - via Trieste, 38q 035 8361316E [email protected] ondaBionda Haisrtyle

Ondabionda Hairstyle

Ondabionda Haistyle è il salone di bellezza ideale per prendersi cura di sé, cercare un look nuovo, rilassarsi e stare in compagnia di uno staff giovane, professionale ed esperto. L’hairstylist Carlo Monselli guida i suoi clienti tra le tendenze in fatto di colori e tagli, modellandoli in base alle esigenze e allo stile di ciascuno. Creatività, professionalità e innovazione caratterizzano questo salone di bellezza, che unisce uno staff competente alla qualità dei prodotti utilizzati. Il tutto a prezzi decisamente competitivi.

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