Integration equal "40" - L'integrazione fa 40

28
40 L’INTEGRAZIONE FA QUARANTA CAMPOLI DEL MONTE TABURNO - GENNAIO 2015

Transcript of Integration equal "40" - L'integrazione fa 40

40L’INTEGRAZIONE FA QUARANTA

CAMPOLI DEL MONTE TABURNO - GENNAIO 2015

# UNA CASA PER TE & L’ACCOGLIENZA FA 40

2 L’INTEGRAZIONE FA QUARANTA

UNA CASA PER TE

3L’INTEGRAZIONE FA QUARANTA

CAMPOLI DEL MONTE TABURNO

Nell’ottica del concetto di casa per

sentirsi protetti si inserisce il concetto

di integrazione per quaranta immigrati.

UNA CASA PER TEUNA CASA INTESA COME LA PROPRIA TERRA ABBANDONATA UNA CASA INTESA COME UNA NUOVA TERRA DA SCOPRIRE.

Il Progetto Una casa per te ha l’onorevole scopo di offrire una casa per coloro che la propria casa hanno dovuto abbandonarla o hanno deciso di lasciarla. Una casa intesa come la propria terra, la propria patria. Un progetto che muove dal desiderio di aprire le porte della propria casa a coloro che sono ormai considerati gli ultimi, gli stranieri, gli indesiderati. Gli immigrati. Sentirsi a casa significa sentirsi protetti. La casa è il rifugio, il posto in cui possiamo star comodi, lontani da sguardi, difesi dal freddo nel tepore delle nostre stanze, abbracciati da pareti a noi familiari, circondati da angoli e spigoli che sappiamo scansare e rassicurati da arredi che riconosciamo, pronti a respirare un odore che appartiene solo alla nostra casa intrisa di quella peculiarità. Sentirsi a casa è non dover più sforzarsi di essere capiti e accettati. Sentirsi a casa è sentirsi compresi senza bisogno di parlare, avere la consapevolezza di essere ascoltati. Sentirsi a casa è come un abito: la casa deve essere indossata e ci deve indossare. Dobbiamo sentirla aderente perfettamente alla nostra pelle. Abito e abitazione hanno la stessa radice.

Così come la parola abitudine. Sentirsi a casa è avere la sicurezza di un qualcosa che si ripeterà e che non ci abbandonerà. In quest’ottica s’inserisce l’dea del Concept L’immigrazione fa Quaranta: 40 ultimi, 40 stranieri, 40 indesiderati. Quaranta immigrati ovvero 40 persone, semplicemente persone, nate in contesti non semplici. In case non sicure. In luoghi non accoglienti. In cerca di un rifugio, di una svolta, di una speranza di cambiamento. In cerca di una casa. Il Progetto L’immigrazione fa Quaranta, in piena simbiosi con gli obiettivi del progetto Una casa per te, vuol offrire la certezza della sicurezza, il calore dell’accoglienza, il profumo inebriante della familiarità, il silenzio dell’ascolto, il sorriso del dialogo. Campoli, come casa ideale e reale, tangibile e concreta, apre le porte della propria casa, spalanca le finestre dell’accoglienza, offrendo rifugio a quaranta persone che si sono mosse dalla propria casa chiudendo una porta, forse senza girarsi indietro. L’immigrazione fa Quaranta, le porte le farà trovare spalancate senza bisogno di bussare, per non consentire a nessun essere umano di provare la sensazione del disagio e del sentirsi spaesati, s-comodi e senza una casa.

LE FINESTRE DELL’ACCOGLIENZA UNA CASA PER TEUNA CASA INTESA COME LA PROPRIA TERRA ABBANDONATA UNA CASA INTESA COME UNA NUOVA TERRA DA SCOPRIRE.

Il Progetto Una casa per te ha l’onorevole scopo di offrire una casa per coloro che la propria casa hanno dovuto abbandonarla o hanno deciso di lasciarla. Una casa intesa come la propria terra, la propria patria. Un progetto che muove dal desiderio di aprire le porte della propria casa a coloro che sono ormai considerati gli ultimi, gli stranieri, gli indesiderati. Gli immigrati. Sentirsi a casa significa sentirsi protetti. La casa è il rifugio, il posto in cui possiamo star comodi, lontani da sguardi, difesi dal freddo nel tepore delle nostre stanze, abbracciati da pareti a noi familiari, circondati da angoli e spigoli che sappiamo scansare e rassicurati da arredi che riconosciamo, pronti a respirare un odore che appartiene solo alla nostra casa intrisa di quella peculiarità. Sentirsi a casa è non dover più sforzarsi di essere capiti e accettati. Sentirsi a casa è sentirsi compresi senza bisogno di parlare, avere la consapevolezza di essere ascoltati. Sentirsi a casa è come un abito: la casa deve essere indossata e ci deve indossare. Dobbiamo sentirla aderente perfettamente alla nostra pelle. Abito e abitazione hanno la stessa radice.

Così come la parola abitudine. Sentirsi a casa è avere la sicurezza di un qualcosa che si ripeterà e che non ci abbandonerà. In quest’ottica s’inserisce l’dea del Concept L’immigrazione fa Quaranta: 40 ultimi, 40 stranieri, 40 indesiderati. Quaranta immigrati ovvero 40 persone, semplicemente persone, nate in contesti non semplici. In case non sicure. In luoghi non accoglienti. In cerca di un rifugio, di una svolta, di una speranza di cambiamento. In cerca di una casa. Il Progetto L’immigrazione fa Quaranta, in piena simbiosi con gli obiettivi del progetto Una casa per te, vuol offrire la certezza della sicurezza, il calore dell’accoglienza, il profumo inebriante della familiarità, il silenzio dell’ascolto, il sorriso del dialogo. Campoli, come casa ideale e reale, tangibile e concreta, apre le porte della propria casa, spalanca le finestre dell’accoglienza, offrendo rifugio a quaranta persone che si sono mosse dalla propria casa chiudendo una porta, forse senza girarsi indietro. L’immigrazione fa Quaranta, le porte le farà trovare spalancate senza bisogno di bussare, per non consentire a nessun essere umano di provare la sensazione del disagio e del sentirsi spaesati, s-comodi e senza una casa.

Nell’ottica del concetto di casa per

sentirsi protetti si inserisce il concetto

di integrazione per quaranta immigrati.

4 L’INTEGRAZIONE FA QUARANTA

UNA CASA PER TE

OBIETTIVI DEL PROGETTO

Sensibilizzare la comunità, coinvolgendo la comunità.

CONCEPT DEL PROGETTO

Necessità di veicolare un messaggio di sviluppo e coesione, riguardo la multiculturalità.

PERCHÉ QUARANTA

I “40” sono loro. Dietro un numero, quaranta vite, quaranta storie e la voglia di ricominciare.

LA CITTADINANZA ATTIVA

La nostra meta non è di trasformarci l’un l’altro, ma di conoscerci l’un l’altro.

LE RICERCHE DA FARE E I PRODOTTI DA REALIZZARE

Strumenti e contenuti per sviluppare il nostro concetto.

BROCHURE E FLYER PER LA CITTADINANZA

Informare in maniera veloce ed incisiva il cittadino.

PIATTAFORMA WEB PER APRIRCI

Piattaforma come spazio comune, centro di interessi, dove avverrà l’integrazione delle idee.

ANALISI DELLA DISTRIBUZIONE

I social come veicolo essenziale e l’efficacia dei mass media.

ADERENZA AGLI OBIETTIVI E AL TARGET

Targettizzare il nostro sforzo, essere aderenti a ciò che vogliamo essere.

OUR PORTFOLIO

UNA IMPRESA GIOVANE CHE GUARDA SEMPRE AL FUTURO

La nostra impresa, tramite il suo giovane

amministratore Guglielmo Pulcini, si occupa

di gestione di progetti ed eventi per enti ed

aziende. Sviluppiamo le nostre competenze

all’interno del campo del marketing & sell

solution e del project managing.

Nel 2013 siamo stati gli organizzatori del primo

presepe napoletano in Piazza San Pietro,

lavorando per il Sommo Pontefice Francesco.

Nel 2014 abbiamo portato la più grande

multinazionale di abbigliamento al mondo

all’Università di Napoli, mentre nel 2015 saremo

progettisti per la Camera di Commercio di

Benevento ad EXPO Milano 2015.

05

06

08

10

12

18

19

20

22

5L’INTEGRAZIONE FA QUARANTA

CAMPOLI DEL MONTE TABURNO

# GLI OBIETTIVI DEL PROGETTO

ALA MULTICULTURALITÀ E LA VISIBILITÀ DELLA PROPOSTA

Gli obiettivi del progetto “L’integrazione fa quaranta”, vogliono assolvere alle seguenti specifiche domande:

A) Come far cooperare insieme la popolazione campolese, gli enti e le associazioni locali e la comunità straniera?

B) Come integrare le esperienze, la cultura, le storie e le opinioni della popolazione campolese con quella straniera al fine di produrre del materiare creativo, innovativo e divulgativo?

C) Come distribuire la produzione realizzata, attraverso canali tradizionali o digitali, al fine di raggiungere sia la popolazione campolese e sia gli interessati non prettamente campolesi?

L’esigenza di rispondere in maniera netta e focalizzata a tali quesiti, da un lato, effettua la coniugabilità tra multicultura, qualità e innovazione; e dall’altro garantisce distribuibilità, divulgabilità e visibilità della produzione ideata e successivamente conseguita.

ALA MULTICULTURALITÀ E LA VISIBILITÀ DELLA PROPOSTA

Gli obiettivi del progetto “L’integrazione fa quaranta”, vogliono assolvere alle seguenti specifiche domande:

A) Come far cooperare insieme la popolazione campolese, gli enti e le associazioni locali e la comunità straniera?

B) Come integrare le esperienze, la cultura, le storie e le opinioni della popolazione campolese con quella straniera al fine di produrre del materiare creativo, innovativo e divulgativo?

C) Come distribuire la produzione realizzata, attraverso canali tradizionali o digitali, al fine di raggiungere sia la popolazione campolese e sia gli interessati non prettamente campolesi?

L’esigenza di rispondere in maniera netta e focalizzata a tali quesiti, da un lato, effettua la coniugabilità tra multicultura, qualità e innovazione; e dall’altro garantisce distribuibilità, divulgabilità e visibilità della produzione ideata e successivamente conseguita.

CONOSCERE CI ARRICCHISCE E CI FA CRESCERE

# IL CONCEPT DEL PROGETTO

Nel silenzio del proprio disorientamento, sentirsi accolti come se si fosse a casa è il regalo più grande che si possa ricevere.Nel silenzio del proprio disorientamento, sentirsi accolti come se si fosse a casa è il regalo più grande che si possa ricevere.

6 L’INTEGRAZIONE FA QUARANTA

UNA CASA PER TE

Il nostro progetto “l’immigrazione fa quaranta’ parte da un presupposto: tutto ciò che accade influenza la vita di una persona e, dall’altro, ogni persona ha nelle sue stesse mani una responsabilità unica e singolare nei confronti dell’umanità. Nella stretta relazione che intercorre tra microcosmo personale e macrocosmo dell’umanità, bisogna sviluppare l’idea di un nuovo umanesimo. Un umanesimo basato sull’incontro fra culture diverse che genera l’dea di un essere umano integrale, capace di concentrare nella singolarità del microcosmo personale i vasti e innumerevoli aspetti del macrocosmo umano. Per i quaranta immigrati di Campoli, e per tutti gli immigrati che vivono in paesi non propri, si ha il dovere di creare condizioni propizie, favorevoli e basate sull’accoglimento. Contenere le ansie, le paure e lo smarrimento di chi ha radici culturali diverse; mettersi nei panni di chi vive una situazione di sradicamento e partecipare emotivamente all’integrazione dell’altro non è solo un impegno sociale. Va oltre. Porta ad un coinvolgimento emotivo ed emozionale. Porta ad una crescita individuale e ad un arricchimento delle proprie esperienze personali e del proprio essere e modo di essere. Non si può parlare di cittadinanza unitaria e plurale se non si accoglie la singolarità dell’altro e se non si crea uno scambio biunivoco che permetta un passaggio di conoscenze, culture, tradizioni, lingua, storie che sottendano un coinvolgimento emotivo ed empatico. Il trasmettere implica coesione, vitalità e creatività. Il nostro intento è alimentare la creatività in tutta la sua diversità per favorire un vero dialogo interculturale e multiculturale. Un dialogo aperto, in cui protagonisti siano loro: i quaranta. Coloro che, nel silenzio del proprio disorientamento, possano sentire il calore di una comunità che li accoglie e che permetta loro di sentirsi come a casa, con punti di riferimento a cui rivolgersi e affidarsi.

B ALLA RICERCA DI UN COINVOLGIMENTO EMOTIVO ED EMPATICOINTERRELAZIONE TRA MICRO E MACROCOSMO

LE PAROLE CHIAVE DEL NOSTRO PROGRAMMA

INNOVAZIONEEMOZIONE INTEGRAZIONEAMICIZIACOLLABORAZIONECULTURACOOPERAZIONEDIFFERENZESTORIA E LINGUATRADIZIONICONDIVISIONEVISIBILITA’

Il nostro progetto “l’immigrazione fa quaranta’ parte da un presupposto: tutto ciò che accade influenza la vita di una persona e, dall’altro, ogni persona ha nelle sue stesse mani una responsabilità unica e singolare nei confronti dell’umanità. Nella stretta relazione che intercorre tra microcosmo personale e macrocosmo dell’umanità, bisogna sviluppare l’idea di un nuovo umanesimo. Un umanesimo basato sull’incontro fra culture diverse che genera l’dea di un essere umano integrale, capace di concentrare nella singolarità del microcosmo personale i vasti e innumerevoli aspetti del macrocosmo umano. Per i quaranta immigrati di Campoli, e per tutti gli immigrati che vivono in paesi non propri, si ha il dovere di creare condizioni propizie, favorevoli e basate sull’accoglimento. Contenere le ansie, le paure e lo smarrimento di chi ha radici culturali diverse; mettersi nei panni di chi vive una situazione di sradicamento e partecipare emotivamente all’integrazione dell’altro non è solo un impegno sociale. Va oltre. Porta ad un coinvolgimento emotivo ed emozionale. Porta ad una crescita individuale e ad un arricchimento delle proprie esperienze personali e del proprio essere e modo di essere. Non si può parlare di cittadinanza unitaria e plurale se non si accoglie la singolarità dell’altro e se non si crea uno scambio biunivoco che permetta un passaggio di conoscenze, culture, tradizioni, lingua, storie che sottendano un coinvolgimento emotivo ed empatico. Il trasmettere implica coesione, vitalità e creatività. Il nostro intento è alimentare la creatività in tutta la sua diversità per favorire un vero dialogo interculturale e multiculturale. Un dialogo aperto, in cui protagonisti siano loro: i quaranta. Coloro che, nel silenzio del proprio disorientamento, possano sentire il calore di una comunità che li accoglie e che permetta loro di sentirsi come a casa, con punti di riferimento a cui rivolgersi e affidarsi.

7L’INTEGRAZIONE FA QUARANTA

CAMPOLI DEL MONTE TABURNO

8 L’INTEGRAZIONE FA QUARANTA

UNA CASA PER TE

C UN QUARANTA FATTO DI NUOVE

OPPORTUNITÀ ED ARRICCHIMENTO

In 40 per oltrepassare la linea dell’orizzonte e correre verso l’ignoto. Un ignoto geografico e un ignoto interiore. Verso un luogo in cui giungere e un nuovo posto della vita da occupare. Un 40 che non era un 40. Era un 1. Una singola persona pronta, oppure no, a lasciare la propria terra. Un 1 unito ad altri 1 per formare un 40 compatto e omogeneo o scomposto ed eterogeneo. Un 40 africano. Un 40 srilankese. Un 40 di etnie e culture diverse. Un numero che richiede una fusione per esigenza, per legittima umanità. Dalle “lacrime dell’India” al “mal d’Africa”, in 40 s’imbarcano. In 40 scendono uno alla volta, in fila. Ad un 1 segue un altro 1 ed un altro ancora. Ma gli 1 in fila non si sommano. Non si fondono da soli. Storie, lingue e tradizioni si arricchiscono di altre storie, di altre lingue e di altre tradizioni attraverso occhi che si cercano, parole che s’intrecciano, luoghi che accolgono per un’integrazione ed un’inclusione culturale ed etnica. Un paesino, Campoli, che è un nuovo passo, una nuova terra, una nuova storia da conoscere e una nuova lingua da ascoltare. Un paesino di poco più di 1000 persone a cui se ne aggiungeranno altre 40. Un 40 di nuove opportunità e arricchimento. Per un numero che era un 1 ma che l’integrazione sociale ha reso infinito.

TRADIZIONI CHE SI ARRICCHISCONOC UN QUARANTA FATTO DI NUOVE

OPPORTUNITÀ ED ARRICCHIMENTO

In 40 per oltrepassare la linea dell’orizzonte e correre verso l’ignoto. Un ignoto geografico e un ignoto interiore. Verso un luogo in cui giungere e un nuovo posto della vita da occupare. Un 40 che non era un 40. Era un 1. Una singola persona pronta, oppure no, a lasciare la propria terra. Un 1 unito ad altri 1 per formare un 40 compatto e omogeneo o scomposto ed eterogeneo. Un 40 africano. Un 40 srilankese. Un 40 di etnie e culture diverse. Un numero che richiede una fusione per esigenza, per legittima umanità. Dalle “lacrime dell’India” al “mal d’Africa”, in 40 s’imbarcano. In 40 scendono uno alla volta, in fila. Ad un 1 segue un altro 1 ed un altro ancora. Ma gli 1 in fila non si sommano. Non si fondono da soli. Storie, lingue e tradizioni si arricchiscono di altre storie, di altre lingue e di altre tradizioni attraverso occhi che si cercano, parole che s’intrecciano, luoghi che accolgono per un’integrazione ed un’inclusione culturale ed etnica. Un paesino, Campoli, che è un nuovo passo, una nuova terra, una nuova storia da conoscere e una nuova lingua da ascoltare. Un paesino di poco più di 1000 persone a cui se ne aggiungeranno altre 40. Un 40 di nuove opportunità e arricchimento. Per un numero che era un 1 ma che l’integrazione sociale ha reso infinito.

C UN QUARANTA FATTO DI NUOVE

OPPORTUNITÀ ED ARRICCHIMENTO

In 40 per oltrepassare la linea dell’orizzonte e correre verso l’ignoto. Un ignoto geografico e un ignoto interiore. Verso un luogo in cui giungere e un nuovo posto della vita da occupare. Un 40 che non era un 40. Era un 1. Una singola persona pronta, oppure no, a lasciare la propria terra. Un 1 unito ad altri 1 per formare un 40 compatto e omogeneo o scomposto ed eterogeneo. Un 40 africano. Un 40 srilankese. Un 40 di etnie e culture diverse. Un numero che richiede una fusione per esigenza, per legittima umanità. Dalle “lacrime dell’India” al “mal d’Africa”, in 40 s’imbarcano. In 40 scendono uno alla volta, in fila. Ad un 1 segue un altro 1 ed un altro ancora. Ma gli 1 in fila non si sommano. Non si fondono da soli. Storie, lingue e tradizioni si arricchiscono di altre storie, di altre lingue e di altre tradizioni attraverso occhi che si cercano, parole che s’intrecciano, luoghi che accolgono per un’integrazione ed un’inclusione culturale ed etnica. Un paesino, Campoli, che è un nuovo passo, una nuova terra, una nuova storia da conoscere e una nuova lingua da ascoltare. Un paesino di poco più di 1000 persone a cui se ne aggiungeranno altre 40. Un 40 di nuove opportunità e arricchimento. Per un numero che era un 1 ma che l’integrazione sociale ha reso infinito.

9L’INTEGRAZIONE FA QUARANTA

CAMPOLI DEL MONTE TABURNO

# PERCHÈ QUARANTA

Dalle “lacrime dell’India” al “mal d’Africa”, ad uno ad uno, gli 1 si aggregano e diventano 40. Un 40 che potrà portare nuove opportunità ed arricchimento per Campoli.Dalle “lacrime dell’India” al “mal d’Africa”, ad uno ad uno, gli 1 si aggregano e diventano 40. Un 40 che potrà portare nuove opportunità ed arricchimento per Campoli.

10 L’INTEGRAZIONE FA QUARANTA

UNA CASA PER TE

“Campoli campoluorto na preta na vigna e n’uorto, na campana di vitacchia quanno sona fa chicchechiacche”.

# CONCETTO DI CITTADINANZA ATTIVA

DTUTTI INSIEME ATTIVI PER CONDIVIDERE E PER VALORIZZARE IL TERRITORIO

11L’INTEGRAZIONE FA QUARANTA

CAMPOLI DEL MONTE TABURNO

# CONCETTO DI CITTADINANZA ATTIVA

DIL MOTORE DEL PROGETTO INTESO COME LA VITA DI UNA COMUNITÀ

La cittadinanza attiva è la partecipazione del cittadino alla vita civile del suo territorio, rispettando gli obblighi, e conoscendo ed esigendo i diritti propri e quelli altrui. La cittadinanza attiva è, altresì, la capacità dei cittadini di unire le proprie forze, di organizzare le risorse finanziarie, umane e produttive, al fine di preservare la terra d’appartenenza e accrescere il valore dei beni comuni. È un processo continuo, che parte dai piccoli gesti del quotidiano e che muove un’intera comunità. Il proprio lavoro, il rispetto delle regole non sono mossi soltanto da interessi personali. In un contesto di cittadinanza attiva, infatti, ciò che un individuo fa, nel suo piccolo, è un grande e importantissimo contributo per il bene di tutti. La coesione sociale è essenziale affinché le tradizioni e i valori, tramandati da generazioni, possano essere difesi in un contesto difficile come quello attuale. Il lavoro svolto sul territorio dalla Chiesa e dalle associazioni nei confronti dei bisognosi, rifugiati e anche degli adolescenti e ragazzi, così fragili nel loro processo di crescita, è un’altra componente essenziale del puzzle della comunità. È un processo integrato in cui tutti i membri della popolazione partecipano, che è talvolta sottovalutato, ma che è in realtà di fondamentale importanza per il bene comune. La cittadinanza è, quindi, solidale. Perché ha deve avere un occhio attento a integrare chi si sente escluso dal quotidiano e dalla vita civica. L’integrazione è unione e muscolazione di culture diverse. Un corso lungo, che però arricchisce l’animo e la vita di tutti.

La cittadinanza attiva è la partecipazione del cittadino alla vita civile del suo territorio, rispettando gli obblighi, e conoscendo ed esigendo i diritti propri e quelli altrui. La cittadinanza attiva è, altresì, la capacità dei cittadini di unire le proprie forze, di organizzare le risorse finanziarie, umane e produttive, al fine di preservare la terra d’appartenenza e accrescere il valore dei beni comuni. È un processo continuo, che parte dai piccoli gesti del quotidiano e che muove un’intera comunità. Il proprio lavoro, il rispetto delle regole non sono mossi soltanto da interessi personali. In un contesto di cittadinanza attiva, infatti, ciò che un individuo fa, nel suo piccolo, è un grande e importantissimo contributo per il bene di tutti. La coesione sociale è essenziale affinché le tradizioni e i valori, tramandati da generazioni, possano essere difesi in un contesto difficile come quello attuale. Il lavoro svolto sul territorio dalla Chiesa e dalle associazioni nei confronti dei bisognosi, rifugiati e anche degli adolescenti e ragazzi, così fragili nel loro processo di crescita, è un’altra componente essenziale del puzzle della comunità. È un processo integrato in cui tutti i membri della popolazione partecipano, che è talvolta sottovalutato, ma che è in realtà di fondamentale importanza per il bene comune. La cittadinanza è, quindi, solidale. Perché ha deve avere un occhio attento a integrare chi si sente escluso dal quotidiano e dalla vita civica. L’integrazione è unione e muscolazione di culture diverse. Un corso lungo, che però arricchisce l’animo e la vita di tutti.

12 L’INTEGRAZIONE FA QUARANTA

UNA CASA PER TE

Obiettivo del progetto è creare un incontro continuo e permanente di convivenza e valorizzazione delle diverse identità e radici culturali. Per tale motivo si vogliono coinvolgere campolesi e immigrati nella creazione di una cultura nuova e aperta alla realtà cosmopolita. Per una cittadinanza che smussi le discriminazioni e porti i membri delle diverse realtà sociali a sentirsi parte di una comunità vera e propria. Per sostenere attivamente l’interazione occorre un confronto che non eluda questioni, quesiti e dubbi. Per convivere nella società occorre crearla la società, continuamente. Campolesi ed extracomunitari sono chiamati ad agire, a partecipare consapevolmente alla costruzione di collettività più ampie e composite. Per tale motivo si vuol realizzare un’indagine che porti al confronto diretto che offra anche la realizzazione di materiale informativo per i cittadini di Campoli e i nuovi 40 arrivati. Come due pagine di una foglia, complementari tra loro, parte di uno stesso corpo, così il flyer mostreranno due facce della stessa medaglia: le opinioni e i quesiti dei cittadini e degli enti campolesi e i dubbi, le incertezze dei 40 nuovi arrivati a Campoli. Ognuno nella propria lingua in un continuo girare e rigirare di lingue, dall’uno all’altro lato del foglio, che consenta, come i colori che formano la luce, di fondersi in un unico colore non colore trasparente e comprensibile: la reciproca comprensione e condivisione di mondi diversi che si sono incontrati. Le domande che passano indubbiamente nella mente di chi accoglie sono: “Troveranno lavoro? Saranno disposti ad integrarsi? In che misura Campoli riuscirà a reggere la responsabilità della novità? Chi ho di fronte? Mi posso fidare?”. Intanto dall’altro lato della pagina, le domande non saranno poi tanto diverse. Forse, come in uno specchio, in una lingua dai suoni nuovi, saranno speculari. Rovesciate. “Troverò finalmente un lavoro? Riuscirò ad inserirmi? Ad imparare una nuova lingua? Dovrò perdere le mie radici? Chi ho di fronte? Mi posso affidare?”. Ecco spiegato il motivo per cui vogliamo accogliere le opinioni di entrambi: per rendere visibile una realtà. La paura per il cambiamento appartiene a tutti. Ospiti e nuovi arrivati. Ognuno ha radici proprie, è portatore della propria realtà culturale. Ognuno esprime pensieri ed emozioni nella propria lingua. Partiamo dall’avvicinarci attraverso il riconoscimento delle differenze. Partiamo dal presentarci e manifestare opinioni e sensazioni nella propria lingua. Solo così, ne riconoscimento delle differenze, sarà possibile un abbraccio di culture diverse.

E IL RICONOSCIMENTO DELLE DIFFERENZE E L’INCONTRO

LA POPOLAZIONE È CHIAMATA AD AGIRE MA ANCHE A CONFRONTARSI IN MANIERA APERTALA POPOLAZIONE È CHIAMATA AD AGIRE MA ANCHE A CONFRONTARSI IN MANIERA APERTA

Obiettivo del progetto è creare un incontro continuo e permanente di convivenza e valorizzazione delle diverse identità e radici culturali. Per tale motivo si vogliono coinvolgere campolesi e immigrati nella creazione di una cultura nuova e aperta alla realtà cosmopolita. Per una cittadinanza che smussi le discriminazioni e porti i membri delle diverse realtà sociali a sentirsi parte di una comunità vera e propria. Per sostenere attivamente l’interazione occorre un confronto che non eluda questioni, quesiti e dubbi. Per convivere nella società occorre crearla la società, continuamente. Campolesi ed extracomunitari sono chiamati ad agire, a partecipare consapevolmente alla costruzione di collettività più ampie e composite. Per tale motivo si vuol realizzare un’indagine che porti al confronto diretto che offra anche la realizzazione di materiale informativo per i cittadini di Campoli e i nuovi 40 arrivati. Come due pagine di una foglia, complementari tra loro, parte di uno stesso corpo, così il flyer mostreranno due facce della stessa medaglia: le opinioni e i quesiti dei cittadini e degli enti campolesi e i dubbi, le incertezze dei 40 nuovi arrivati a Campoli. Ognuno nella propria lingua in un continuo girare e rigirare di lingue, dall’uno all’altro lato del foglio, che consenta, come i colori che formano la luce, di fondersi in un unico colore non colore trasparente e comprensibile: la reciproca comprensione e condivisione di mondi diversi che si sono incontrati. Le domande che passano indubbiamente nella mente di chi accoglie sono: “Troveranno lavoro? Saranno disposti ad integrarsi? In che misura Campoli riuscirà a reggere la responsabilità della novità? Chi ho di fronte? Mi posso fidare?”. Intanto dall’altro lato della pagina, le domande non saranno poi tanto diverse. Forse, come in uno specchio, in una lingua dai suoni nuovi, saranno speculari. Rovesciate. “Troverò finalmente un lavoro? Riuscirò ad inserirmi? Ad imparare una nuova lingua? Dovrò perdere le mie radici? Chi ho di fronte? Mi posso affidare?”. Ecco spiegato il motivo per cui vogliamo accogliere le opinioni di entrambi: per rendere visibile una realtà. La paura per il cambiamento appartiene a tutti. Ospiti e nuovi arrivati. Ognuno ha radici proprie, è portatore della propria realtà culturale. Ognuno esprime pensieri ed emozioni nella propria lingua. Partiamo dall’avvicinarci attraverso il riconoscimento delle differenze. Partiamo dal presentarci e manifestare opinioni e sensazioni nella propria lingua. Solo così, ne riconoscimento delle differenze, sarà possibile un abbraccio di culture diverse.

13L’INTEGRAZIONE FA QUARANTA

CAMPOLI DEL MONTE TABURNO

Accogliere le opinioni della cittadinanza e della comunità straniera significa far emergere la realtà. Una realtà di idee complementari in cerca di un incontro.

# LA RACCOLTA DI OPINIONI

Accogliere le opinioni della cittadinanza e della comunità straniera significa far emergere la realtà. Una realtà di idee complementari in cerca di un incontro.

TUTTA LA POPOLAZIONE SARÀ PROTAGONISTA

# È TEMPO DI VIDEO

All’interno del video, camminando per le strade, sarà ricercato il punto di vista della cittadinanza, locale e di diversa etnia, in maniera semplice e giovanile.

14 L’INTEGRAZIONE FA QUARANTA

UNA CASA PER TE

Coesistenza, convivenza, condivisione, compartecipazione, in una sola parola integrazione. Come trasmettere l’effettività di una integrazione culturale? l nostro progetto nasce con l’intento di trasmettere l’essenza dei rapporti, la vita quotidiana, il modo di relazionarsi, lo scontro-incontro culturale. Quale miglior modo per scavare nelle identità di ognuno, se non quello di leggere il linguaggio degli occhi, un linguaggio che trascende le parole e ci racconta apertamente. Il nostro modo di raccontare questa integrazione passerà quindi, in primis, per la realizzazione di un video documentario ad alta risoluzione ed una raccolta di fotografie. Il video verrà girato per le strade della città, cercando di ricostruire da un lato le abitudini, gli hobbies e perché no, anche il lavoro dei “40” e dall’altro di ricercare il punto di vista degli abitanti di Campoli, con delle interviste spot ai bambini nelle scuole, “selfie-video” da parte dei cittadini che potranno condividere il loro pensiero, da inserire nel prodotto finale che verrà postato sul portale web, creato su misura per questo progetto. Sarà tutta la popolazione ad essere la protagonista dell’elaborato, e le associazioni e gli enti locali saranno chiamati ad implementare l’idea e la preparazione di quest’ultimo. Scene, parole e musiche si fonderanno insieme creando pathos, emozione e vita.

E IL LINGUAGGIO DEGLI OCCHI: PATHOS, EMOZIONE E VITA

IL VIDEO SARÀ REALIZZATO CON UNA GO PRO

CONCORSO DI

IDEE ATTRAVERSO LE

ASSOCIAZIONIPer motivare all’azione collaborativa e far

nascere uno spirito positivo di integrazione e conoscenza, si vuol indire un concorso tra

le Associazioni. Un concorso d’idee per la realizzazione di un cortometraggio che abbia

come protagonisti i nostri 40. Quaranta uomini, donne, bambini: protagonisti del nostro agire

progettuale. Le associazioni saranno coinvolte nella scelta di sceneggiature, testi, musiche

e piani montaggio. Saranno inoltre invitate a realizzare idee originali per rendere visibile un impegno, una volontà ferma di cambiamento

e coinvolgimento. Idee per cambiare mentalità ed aprire orizzonti. Idee per abbattere barriere e creare nuovi ponti all’insegna di una nuova e

cosmopolita cittadinanza.

15L’INTEGRAZIONE FA QUARANTA

CAMPOLI DEL MONTE TABURNO

16 L’INTEGRAZIONE FA QUARANTA

UNA CASA PER TE

# DISEGNAMO E SCRIVIAMO UN DIARIO

17L’INTEGRAZIONE FA QUARANTA

CAMPOLI DEL MONTE TABURNO

Tutti i bambini che parteciperanno al

concorso verranno premiati con una

medaglia, simbolo di un’unità sociale.

EL’ENERGIA VITALE CHE CI MUOVE VERSO IL FUTURO, TRA FIUMI DI PAROLE DIVERSE E GRAFITE SU FOGLI BIANCHI.

Contestualmente alla realizzazione del video, verrà indetto un “concorso di disegno” nell’unica scuola presente sul territorio. Il concorso ha lo scopo di attivare e rendere sensibili i bambini di Campoli. Il disegno è il tramite con cui qualsiasi bambino immagina, conosce, crea e dimostra ... dunque, quale miglior modo di esprimersi se non attraverso l’arte!Il titolo del concorso sarà “La vignetta multiculturale”. I partecipanti dovranno rappresentare, in materia sintetica e descrittiva, i concetti quali cultura del “diverso” ed integrazione multirazziale ed etnica. I giovani concorrenti dell’istituto scolastico che aderiranno al concorso, saranno tutti premiati con una medaglia simbolica che li gratificherà e li farà sentire parte di una comunità unita nelle diversità. Tra tutti i disegni che perverranno sarà scelto il vincitore del concorso che verrà premiato con un “ebook reader”, ossia un dispositivo elettronico portatile che permette di caricare un gran numero di testi in formato digitale e di leggerli analogamente ad un libro cartaceo. In ultima battuta, sul portale web creato per l’occasione, troverà spazio oltre alla sezione multimedia (video e fotografie) anche una sezione denominata “Diario di viaggio”. Un blog in multilingua aperto ad una vasta utenza digitale. Questa sezione nasce dall’idea di voler permettere ai “40” di condividere le loro storie, le loro paure e i loro sogni per il futuro; perché prima di essere cittadini emigranti - appartenenti a culture diverse tra loro, prima di essere legati ad un altro paese piuttosto che ad un’altra religione - sono delle persone portatrici di una loro storia che potranno condividere e rendere pubblica. La sezione accoglierà inoltre le storie, le opinioni e il punto di vista, cambiato in itinere, degli abitanti di Campoli a distanza di quasi un anno, dall’accoglienza dei “40”. Sarà un “luogo” nel quale la popolazione da un lato e i “40” dall’altro, potranno conoscersi meglio ed entrare in contatto emozionalmente, essere parte gli uni della vita degli altri, delle difficoltà nate da ambi i lati e delle piacevoli scoperte che nel corso di questi mesi sono avvenute. Sarà il luogo dell’incontro ormai avvenuto e delle vie percorse per giungere all’integrazione. Con questa nostra azione miriamo a stimolare la sensibilità di tutti coloro i quali vivono questa situazione con particolare apprensione, cercando di raccontare gli uomini che si celano dietro un pregiudizio che, a volte, offusca la vista e con la volontà di permettere un incontro di culture che può scatenare tanta energia vitale per il presente e per il futuro.

MATITE E CLICK PER L’UNIONE

# LA BROCHURE E I FLYER

F

METAFORA DI UN’ABBRACCIO TRA CULTURE DIFFERENTI

L’integrazione fa 40 è un progetto che intende focalizzarsi anche su canali distributivi e comunicativi tradizionali. Proprio per questo motivo, al fine di rendere tutti partecipi dell’iniziativa e la popolazione edotta delle novità e dei particolari del progetto, accanto alla pagina web e ai formati digitali, vi sono i più tradizionali strumenti di informazione, quali i flyer e la brochure. I flyer sono redatti in multilingua. L’idea è quella di raccogliere le opinioni e le sensazioni della popolazione campolese, su un lato del volantino, nelle lingue degli ospiti e, viceversa, sull’altro lato del foglio, raccogliere le sensazioni dei nuovi arrivati in italiano. Il concept alla base di questa impostazione è quello di materializzare una splendida metafora: un abbraccio di culture differenti. In questo modo, tra l’altro, sarà possibile lasciare un risultato tangibile di questa meravigliosa esperienza, da conservare nei più cari ricordi. La brochure, invece, è un mix di creatività, design e raccolta analitica di dati e informazioni su integrazione 40. L’intento è quello di illustrare in maniera particolareggiata e approfondita tutti i dettagli del progetto. Un documento che verrà distribuito da un lato alla popolazione extra comunitaria ospite (in lingua estera) e dall’altro alle attività e alle associazioni locali, per rendere partecipi – anche in vista di attività future – persone e aziende che preservano il territorio e l’economia campolese quotidianamente.

METAFORA DI UN’ABBRACCIO TRA CULTURE DIFFERENTI

L’integrazione fa 40 è un progetto che intende focalizzarsi anche su canali distributivi e comunicativi tradizionali. Proprio per questo motivo, al fine di rendere tutti partecipi dell’iniziativa e la popolazione edotta delle novità e dei particolari del progetto, accanto alla pagina web e ai formati digitali, vi sono i più tradizionali strumenti di informazione, quali i flyer e la brochure. I flyer sono redatti in multilingua. L’idea è quella di raccogliere le opinioni e le sensazioni della popolazione campolese, su un lato del volantino, nelle lingue degli ospiti e, viceversa, sull’altro lato del foglio, raccogliere le sensazioni dei nuovi arrivati in italiano. Il concept alla base di questa impostazione è quello di materializzare una splendida metafora: un abbraccio di culture differenti. In questo modo, tra l’altro, sarà possibile lasciare un risultato tangibile di questa meravigliosa esperienza, da conservare nei più cari ricordi. La brochure, invece, è un mix di creatività, design e raccolta analitica di dati e informazioni su integrazione 40. L’intento è quello di illustrare in maniera particolareggiata e approfondita tutti i dettagli del progetto. Un documento che verrà distribuito da un lato alla popolazione extra comunitaria ospite (in lingua estera) e dall’altro alle attività e alle associazioni locali, per rendere partecipi – anche in vista di attività future – persone e aziende che preservano il territorio e l’economia campolese quotidianamente.

19L’INTEGRAZIONE FA QUARANTA

CAMPOLI DEL MONTE TABURNO

G

# LA PIATTAFORMA WEB

UNA SOLUZIONE MODERNA ED APERTA

Una piattaforma web - innovativa, graficamente elaborata e aperta ad ogni tipo di utenza - consentirà l’esposizione digitale di tutti i prodotti elaborati per il progetto. Il web site, elaborato con una One Scroll Page, si aprirà con il video, altamente emozionale ed accattivante, e proseguirà con la filosofia e il concept dell’idea, l’esposizione dei disegni del concorso scolastico e con la creazione del diario di viaggio multilingua - implementato sia dalla popolazione di Campoli sia dalla comunità straniera - corredato da fotografie della realizzazione del progetto e delle bellezze della piccola cittadina del Monte Taburno. Il sito, accessibile anche da dispositivi mobile, sarà inoltre aperto a distribuzioni diversificate. Da un lato, infatti, avremo l’open ai social e alla newsletter e dall’altro una pagina press con tutte le rassegne stampa. Infine, la piattaforma sarà corredata anche da un area donazioni, aperta a tutti i visitatori (nazionali ed internazionali) che consentirà l’incremantazione economica del progetto, tale da farlo perdurare in maniera autonoma anche nel futuro.

20 L’INTEGRAZIONE FA QUARANTA

UNA CASA PER TE

La nostra distribuzione si svilupperà lungo due strade parallele, la cui coerenza di fondo è legata al target a cui si riferiscono. Digital & Conventional. La strada digital nell’epoca dei nativi digitali è un must che deve essere percorso e curato nei minimi dettagli. Colloquiare attraverso il web e i social network è la via più veloce per permettere la diffusione, fruizione e valutazione di un’iniziativa, di un contenuto, di un video o di una qualsiasi azione che possa avere un impatto sulla società in generale e sulla propria comunità in particolare. La creazione di una pagina Facebook, di un canale Youtube e di un account Google+ (i tre social network più diffusi al mondo) metterà in evidenza, in maniera facile ed istantanea, tutta la produzione realizzata. Stiamo parlando di piattaforme perfette dove condividere video, articoli, canzoni; dove poter postare un proprio pensiero, instaurare discussioni; dove poter contare sul contributo anche della comunità estera con dei contenuti che possano essere fruibili per tutti, semplici, chiari ed apprezzabili. Inoltre, attraverso il fenomeno della viralità dei contenuti o tramite adeguate sponsorizzazioni mirate verso il target ricercato, i social network ci racconteranno nel breve tempo in che modo si traducono i nostri sforzi definendo l’evoluzione del coinvolgimento, riusciranno a darci dei numeri concreti basati sul traffico generato dai “BIG 3”, integrando il tutto con il numero di click della piattaforma web, appositamente creata, che linkerà al suo interno i tre social prescelti. In secondo piano, ma con un’efficacia paragonabile a quella dei social, verrà creata anche una mailing list con newsletter che, in tempi regolari e stabiliti, aggiornerà gli utenti con temi che toccano sensibilmente la tematica del progetto, con i nuovi post sul sito web e soprattutto inciteranno gli stessi alla frequentazione e contribuzione personale sulle piattaforme social.

Conventional vuol significare tradizionale ma non per questo sinonimo di canale secondario e poco efficace. Il coinvolgimento di testate giornalistiche e mass media - territoriali ed anche nazionali - attraverso comunicati stampa ed inviti alle redazioni, saranno la base per rendere l’opinione pubblica edotta di quanto si sta cercando di fare. I giornali, da un lato, svolgeranno una funzione informativa ed orientativa, mentre, dall’altro, il passaggio video dei TG regionali o locali offrirà visibilità ed adeguata diffusione mediatica. La notizia, corredata sia da cronaca che da approfondimento, susciterà l’attenzione e coinvolgerà la comunità campolese e quella immediatamente limitrofa, mentre la televisione incrementerà ancor di più le eco generate sulla questione in oggetto.

H L’OPINIONE PUBBLICA E

IL TARGET MIRATO

LA POPOLAZIONE È CHIAMATA AD AGIRE MA ANCHE A CONFRONTARSI IN MANIERA APERTADIGITAL E CONVENTIONAL PER AUMENTARE LA NOSTRA DIFFUSIONE ED OTTENERE RISULTATI

Perché abbiamo deciso di corredare il portare web con una pagina per le donazioni?Il nostro progetto ha l’obiettivo di sensibilizzare e consapevolizzare l’opinione pubblica rispetto ad una tematica così difficile e sentita. Quindi informare e allo stesso tempo concedere alla cittadinanza (di Campoli e non solo) opportunità di contribuire attraverso una donazione volontara, dimostra come l’intento base sia stato pienamente assolto e sapientemente diffuso.

Le donazioni saranno un motore propulsore per la prosecuzione autonoma del progetto. Un seguito che porterà alla creazione di specifici eventi e laboratori, al fine di toccare temi relativi alla scoperta delle tradizioni culinarie, delle religioni e della cultura dei “40”, per permettere di toccare con mano le loro radici e di rendere manifesta la loro essenza.

La nostra distribuzione si svilupperà lungo due strade parallele, la cui coerenza di fondo è legata al target a cui si riferiscono. Digital & Conventional. La strada digital nell’epoca dei nativi digitali è un must che deve essere percorso e curato nei minimi dettagli. Colloquiare attraverso il web e i social network è la via più veloce per permettere la diffusione, fruizione e valutazione di un’iniziativa, di un contenuto, di un video o di una qualsiasi azione che possa avere un impatto sulla società in generale e sulla propria comunità in particolare. La creazione di una pagina Facebook, di un canale Youtube e di un account Google+ (i tre social network più diffusi al mondo) metterà in evidenza, in maniera facile ed istantanea, tutta la produzione realizzata. Stiamo parlando di piattaforme perfette dove condividere video, articoli, canzoni; dove poter postare un proprio pensiero, instaurare discussioni; dove poter contare sul contributo anche della comunità estera con dei contenuti che possano essere fruibili per tutti, semplici, chiari ed apprezzabili. Inoltre, attraverso il fenomeno della viralità dei contenuti o tramite adeguate sponsorizzazioni mirate verso il target ricercato, i social network ci racconteranno nel breve tempo in che modo si traducono i nostri sforzi definendo l’evoluzione del coinvolgimento, riusciranno a darci dei numeri concreti basati sul traffico generato dai “BIG 3”, integrando il tutto con il numero di click della piattaforma web, appositamente creata, che linkerà al suo interno i tre social prescelti. In secondo piano, ma con un’efficacia paragonabile a quella dei social, verrà creata anche una mailing list con newsletter che, in tempi regolari e stabiliti, aggiornerà gli utenti con temi che toccano sensibilmente la tematica del progetto, con i nuovi post sul sito web e soprattutto inciteranno gli stessi alla frequentazione e contribuzione personale sulle piattaforme social.

Conventional vuol significare tradizionale ma non per questo sinonimo di canale secondario e poco efficace. Il coinvolgimento di testate giornalistiche e mass media - territoriali ed anche nazionali - attraverso comunicati stampa ed inviti alle redazioni, saranno la base per rendere l’opinione pubblica edotta di quanto si sta cercando di fare. I giornali, da un lato, svolgeranno una funzione informativa ed orientativa, mentre, dall’altro, il passaggio video dei TG regionali o locali offrirà visibilità ed adeguata diffusione mediatica. La notizia, corredata sia da cronaca che da approfondimento, susciterà l’attenzione e coinvolgerà la comunità campolese e quella immediatamente limitrofa, mentre la televisione incrementerà ancor di più le eco generate sulla questione in oggetto.

Perché abbiamo deciso di corredare il portare web con una pagina per le donazioni?Il nostro progetto ha l’obiettivo di sensibilizzare e consapevolizzare l’opinione pubblica rispetto ad una tematica così difficile e sentita. Quindi informare e allo stesso tempo concedere alla cittadinanza (di Campoli e non solo) opportunità di contribuire attraverso una donazione volontara, dimostra come l’intento base sia stato pienamente assolto e sapientemente diffuso.

Le donazioni saranno un motore propulsore per la prosecuzione autonoma del progetto. Un seguito che porterà alla creazione di specifici eventi e laboratori, al fine di toccare temi relativi alla scoperta delle tradizioni culinarie, delle religioni e della cultura dei “40”, per permettere di toccare con mano le loro radici e di rendere manifesta la loro essenza.

21L’INTEGRAZIONE FA QUARANTA

CAMPOLI DEL MONTE TABURNO

Ottenere donazioni da parte della cittadinanza significa avere assolto con pienezza i propri obiettivi e averli indirizzati in maniera adeguata al pubblico interessato.

# LA DISTRIBUZIONE DEL PROGETTO

22 L’INTEGRAZIONE FA QUARANTA

UNA CASA PER TE

I ADERENZA AL TARGET E

AGLI OBIETTIVI PRESCELTI

LA POPOLAZIONE È CHIAMATA AD AGIRE MA ANCHE A CONFRONTARSI IN MANIERA APERTAUN PROGETTO NASCE PER ARRIVARE AGLI OBIETTIVI SPERATI E ALLA PLATEA A CUI SONO RIVOLTI

Un progetto nasce per raggiungere degli obiettivi in cui crede. Il progetto L’immigrazione fa Quaranta genera pertanto proposte e progettazioni per arrivare all’obiettivo di una cittadinanza

che sia globale, attiva e consapevole del proprio agire. Esso mira a realizzare percorsi interculturali finalizzati alla valorizzazione delle differenze per portare ad un coinvolgimento

cooperativo, per consentire e garantire risvolti psicologici positivi e di crescita per color che ne sono coinvolti. Il Progetto vuol garantire un inserimento efficace nel mondo del lavoro

perché, soltanto se l’integrazione sarà totale e permetterà l’inclusione nel mondo lavorativo e degli immigrati nel quadro della popolazione attiva, si potranno definire raggiunti gli obiettivi.

Si punta a risultati a breve e lungo termine per assicurare dei risvolti costruttivi nel futuro. Nella stretta relazione che intercorre tra microcosmo personale e macrocosmo dell’umanità,

bisogna sviluppare una nuova idea di umanesimo e renderla fattibile, pratica, visibile attraverso l’inserimento nella comunità e, in primis, nel mondo del lavoro. La società multietnica è

realtà e come tale bisogna consentire che sia concretizzabile civilmente. Perché ciò si realizzi bisogna coinvolgere attivamente e consapevolmente immigrati e campolesi nella costruzione di collettività più ampie e composite. Il target è rappresentato dai 40, dai cittadini campolesi,

dagli enti. Per rendere gli immigrati parte di una comunità, inseriti senza discriminazione e protagonisti di un integrazione possibile bisogna rendere tangibile questo agire. In che modo?

Su due binari paralleli. Il primo locale, convenzionale. Attraverso una comunicazione tradizionale che includerà testate giornalistiche, mass media, creazione di flyer, brochure. Per una funzione

informativa ed orientativa fondamentale per smuovere e rendere partecipi, per incuriosire ed informare costruttivamente e obiettivamente. Il secondo è non locale: la strada digitale veloce e globale. L’uso dei social network, da Youtube a canale Google+ a facebook, consentirà di inserire

su piattaforme perfette video, immagini, musica, articoli e di poter postare il proprio pensiero, di raggiungere la comunità estero con contenuti che siano facilmente fruibili. La realizzazione di una mailing list con newsletter permetterà di aggiornare gli utenti con temi che toccano la

tematica del Progetto. Due binari paralleli per essere “qui ed ora” sempre. Per concretizzare un impegno sociale con strumenti d’efficienza

23L’INTEGRAZIONE FA QUARANTA

CAMPOLI DEL MONTE TABURNO

CONCEPT DEL PROJECT

MOCK UP - TAVOLA I

24 L’INTEGRAZIONE FA QUARANTA

UNA CASA PER TE

CONCEPT DEL LOGO

MOCK UP - TAVOLA II

25L’INTEGRAZIONE FA QUARANTA

CAMPOLI DEL MONTE TABURNO

CONCEPT DELLA BROCHURE

MOCK UP - TAVOLA III

26 L’INTEGRAZIONE FA QUARANTA

UNA CASA PER TE

CONCEPT DEL FLYER

MOCK UP - TAVOLA IV

27L’INTEGRAZIONE FA QUARANTA

CAMPOLI DEL MONTE TABURNO

CONCEPT DELLA HOMEPAGE

MOCK UP - TAVOLA V

28 L’INTEGRAZIONE FA QUARANTA

UNA CASA PER TE

ASG SERVICE | [email protected] | [email protected]

FIND SOME MORE INFORMATION ONWWW.PULSEO.BIZ ~ [email protected]

+39 3929288347SPECIAL THANKS TO

DR. PIERLUIGI PATACCA DR. ADRIANO DESTRO

DR. GIORGIA MANGIAPIA2015 © - CERTIFICATED WITH DIGITAL MARK AND SIGNATURE

ALL RIGHTS RESERVED - ANY ABUSE WILL BE JUDICALLY PUNISHED