Informare Agosto 2014

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Good News

Luigi de Magistris

PERIODICO MENSILE

STIRPE NOVA OLTRE I MURI

INTERVISTA A JOSÈ MUJICA

QUARTO: CALCIO E LEGALITÀ

pagina 24

SPECIALE MONDRAGONEpagina 30

da pagina 7

da pagina 8

QR

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ARCA: RISORSE IN RETEFESTIVAL DELL’IMPEGNO CIVILE A CASTELVOLTURNO

UN NATALE CHE BRILLERÀ DI LUCI DI SPERANZA

NUOVA QUARTO CALCIO PER LA LEGALITÀLA VIA URUGUAGIA ALLA FELICITÀFESTA DELLA MADONNA DEL MAREVINCENZO AMMALIATO IN OFFICINAINTERVISTA A PATRIZIA SANNINO

SPECIALI

AMBIENTE

CULTURA

MONDRAGONE

CORE NAPULITANOPATRICIELLO ED INFORMARE: NOI NON CI STIAMO

PERIODICO MENSILE

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14

33

VARI 33

RUBRICHE 37

I LOVE CAPUA... VERSO L’UNESCOZONA GRIGIA TRA MAFIA E LEGALITÀIL PROGRAMMA ITALIA DI EMERGENCYTIEMP’ BELL’ E NA VOTA

INTERVISTA AL DOTT. LUIGI MASCOLO

APPUNTAMENTI ESTATE MONDRAGONESE 2014INTERVISTA A PIETRO SPINOSA

INTERVISTA A SUA ECCELLENZA MONS. PIAZZA

LE BUGANVILLEE: ARBUSTI RAMPICANTICOMBINAZIONI ALIMENTARIFISCO NEWS: 770: PROROGA ARRIVATA

PER PINETAMARE NUOVA CASA DEL SIGNORENAPOLI IL SOGNO NON IMPOSSIBILEIL VANGELO DIETRO LE SBARRE

RISERVA “FOCE VOLTURNO- LICOLA- LAGO FALCIANO”

THE FUTURE OF PLASTIC

INTERVISTA ESCLUSIVA A LUIGI DE MAGISTRIS

SOGNO DI UNA NOTTE DI “INIZIO” ESTATE

PENSIERO LIBERAL A CURA DI FRANCESCO PARISIINTERVISTA ESCLUSIVA A NTO’ (ANTONIO RICCARDI)EVENTO FINALE UN PONTE OLTRE I MURIROBERTO E MIGUEL: UN SOGNO CHE SI AVVERAANTONIO CIPOLLETTA: PIÙ POETA CHE MURATORE

LEUCIANA FESTIVAL

Good News 21

28

GRAFICA & IMPAGINAZIONEA CURA DELLAREDAZIONE DI:

Good News

TELEFONO

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L’inserto Good News è edito dall’Associazione A.C.S.D. Liberal

Gerenza a pagina 22

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SPAZIO AUTOGESTITO DA:ASSOCIAZIONE COMMERCIANTI PINETAMARE 32 35

T.MORLANDO F.RUSSO A.MORLANDO

G.PALMESE F.PARADISONE F.CORSARO

V.VITALE A.CIAMBRONE R.BICCO

F.PIGNATELLI M.PANETTA F.MELE

F.DIANA

V. LO CASCIO M. GIUGLIANO S. DE MARCO

D.CICCARELLI G.CIAMBRIELLO F.PARISI

S.ACAMPA A.BELLISSIMO P.ATTANASIO

L.MASCIA V.PANETTA

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DE MAGISTRIS: “NAPOLI STA CAMBIANDO. VOGLIAMO DIVENTARE IL PUNTO DI RIFERIMENTO PER CITTÀ EUROPEE ED ASIATICHE. CI ASPETTA UN’ESTATE RICCA DI EVENTI. LA CITTÀ METROPOLITANA SARÀ LA SOLUZIONE A MOLTI PROBLEMI MA L’ITALIA DOVRÀ STABILIRE LE SUE PRIORITÀ ”Quanto sia bella Napoli il mondo lo sa dai tempi di Goethe, ma ancor prima dalla nascita di questa città che rappresentava uno dei centri culturali, artistici, commerciali e religiosi più importanti al mondo. Oggi Napoli è contrasto. Manifesta difetti e mancanze, ma al contempo può vantare un’umanità unica, una creatività geniale e le potenzialità di ritornare ai fasti borbonici. Serve però un cambiamento, culturale e di mentalità, come afferma il Sindaco Luigi De Magistris, che ha accolto noi giovani di Officina Volturno presso Palazzo San Giacomo e riservatoci un’intervista in esclusiva. Tanti temi affrontati: dall’estate da vivere in città ad un’attenzione mediatica già vergognosamente calata sulla Terra dei Fuochi, dalla normativa della “città metropolitana” alla presenza attiva della sua figura istituzionale a Castel Volturno, dall’enorme potenziale artistico e culturale di Napoli a certe stragi che non dovrebbero mai accadere...Estate a Napoli, 72 giorni di eventi. La Cultura come volano di sviluppo e come momento di riflessione. Che estate ci aspetta in città? Abbiamo fatto un programma molto fitto da un punto di vista culturale, in particolare si incentra sull’estate e sul forum delle culture. Ci sono innanzitutto eventi culturali in tutta la città e alcuni punti su cui si insistono la maggior parte delle iniziative come il lungomare, il centro storico, il Maschio Angioino ma la cosa che ci ha fatto più piacere è di aver organizzato eventi in tutte le municipalità. Ci sono tanti concerti, tanti spettacoli teatrali, tante iniziative. Abbiamo un calendario molto fitto. Il programma non è solo l’estate perché il forum prosegue fino a Natale. Da qui alla fine dell’anno, Napoli

si riempie di iniziative culturali di prim’ordine, sia legate alla tradizione napoletana sia per un’offerta culturale più vicina al mondo giovanile e dell’innovazione. Quindi, tradizione e nuova generazione: siamo molto soddisfatti di questo programma.Napoli città metropolitana: ci illustra cosa accadrà e cosa cambierà per la città e i cittadini?Il pieno delle funzioni della città metropolitana si avranno dall’1 Gennaio 2015, quando la città capoluogo entrerà in tutti rapporti attivi e passivi della provincia di Napoli. È una riforma importantissima dopo l’entrata in vigore delle Regioni negli anni Settanta. Si crea la più imponente e concentrata area metropolitana d’Europa, considerando il rapporto tra kmq e abitanti, perché 3 milioni e mezzo di abitanti sono circoscritti in un’area molto delimitata. Con 92 Comuni si comincerà a ragionare in un ambito metropolitano: penso ai trasporti, all’acqua, ai rifiuti, al territorio, l’urbanistica, la scuola e ovviamente si andrà a toccare anche l’area casertana: si andranno a rafforzare i legami tra Napoli e aree come ad esempio la stessa Castel Volturno, quindi che sono al confine con la città metropolitana di Napoli. Lei è già stato ospite tempo addietro nella sedi di Officina Volturno. Crede di ritornare a Castel Volturno, in virtù della situazione della città metropolitana, in quanto sarà o in parte compresa o prima città di confine? Sono assolutamente convinto che il rapporto tra l’area metropolitana di Napoli e una parte della provincia di Caserta si debba consolidare. Sono stato a Castel Volturno recentemente per un’iniziativa molto interessante presso il bene liberato “Jerry Masslo” dove c’erano Dimitri Russo e Renato Natale, (rispettivamente Sindaci di Castel Volturno e Casal di Principe ndr). Abbiamo deciso di mantenere un contatto forte, fare insieme iniziative alcune pratiche importanti come lotta ala camorra, legalità, beni confiscati, il territorio, l’integrazione degli immigrati.

Credo che la città metropolitana avvicini ancora di più i nostri territori. L’attenzione mediatica sulla Terra dei Fuochi è già calata. Sperando che non sia calata anche quella istituzionale, come si sta muovendo l’amministrazione e chi se ne interessa?Se pensiamo alla città di Napoli, l’interesse lo teniamo alto sin dal momento del mio insediamento. Sulla nostra città abbiamo messo in campo azioni importanti ossia finanziamenti per la bonifica delle discariche, il NO agli inceneritori, la programmazione per un’impiantistica alternativa. La città metropolitana è una grandissima occasione anche perché bisognerà ragionare su un’area più vasta. Noi a Napoli abbiamo fatto l’acqua pubblica ma in altri comuni della città metropolitana questa non c’è. Adesso si dovrà ragionare in ottica metropolitana. Potremmo allargare queste pratiche e inoltre i sindaci della terra dei Fuochi potrebbero fare maggiormente rete, entrare in sinergia e non rimanere isolati.Quanto accaduto giorni fa a Galleria Umberto è storia triste per tutti. Ha dichiarato che c’è un problema di manutenzione e che 100 milioni per il risanamento del centro storico non bastano. Ne vale non solo dell’immagine della città, ma anche e purtroppo e soprattutto della vita delle persone. Allora, cosa serve all’amministrazione affinché tragici eventi non ricapitino più?È una tragedia per cui non ci sono parole, al di là se l’edificio fosse privato o pubblico, chi fosse il responsabile e chi no: queste sono tematiche importanti che attengono alla Magistratura e al fatto di rendere giustizia ad una famiglia che ha avuto una tragedia così immane. Si pone invece un problema a Napoli, ma non solo qui, di quali siano le priorità: la sicurezza a mio avviso è una grande priorità e quando leggo i dati della Protezione Civile a livello nazionale che dice che l’80% delle scuole italiane non sono a norma antisismica ci interroga tutti, quando tantissimi edifici privati non vengono restaurati, quando non ci sono fondi per mantenere edifici pubblici… L’ho detto e scritto negli anni precedenti che l’Italia ha bisogno di un “Piano Marshall” per la sicurezza, deve mettere a norma i suoi territori, i suoi boschi, i fiumi, le scuole, gli edifici e quindi decidere quali siano le priorità. Per troppi anni, si è preferito investire in opere pubbliche faraoniche, secondo me inutili, come la Val di Susa,

INTERVISTA AL SINDACO DE MAGISTRIS

da sinistra Fabio Corsaro, Fulvio Mele, Luigi de Magistris, SalvioDe Marco, Giancarlo Palmese. Foto di Giuseppe De Muro

di Fabio Corsaro

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5la progettazione del ponte dello Stretto, il Mose ed altre, mentre si è perso di vista il finanziamento per la sicurezza. Noi sindaci rimaniamo col cerino in mano perché, siccome ci tagliano tutto e governiamo senza soldi, non abbiamo la possibilità di investire: si possono a stento pagare gli stipendi, accendere l’illuminazione, accendere i riscaldamenti nelle scuole e mantenere i servizi minimi ma non puoi investire per avere strade migliori, scuole ed edifici più sicuri. Quindi, questa tragedia deve interrogare tutti noi e si deve fare un lavoro di squadra, di unione, ognuno deve cercare di fare il massimo ma soprattutto a stimolare il governo a non tagliare più alle comunità altrimenti i sindaci rimarranno ad assumersi responsabilità pesanti senza riuscire a risolvere molti problemi. 100 milioni per il centro storico UNESCO che erano della programmazione europea che noi abbiamo salvato e che stiamo utilizzando con l’attuazione delle gare, sicuramente è una base economica importante, perché ristruttura alcuni monumenti, sistema alcune strade ma rispetto al centro storico di Napoli è assolutamente una cifra minimale rispetto a ciò di cui abbiamo bisogno. Napoli difficilissima come gli amori più belli è quanto da Lei scritto su Twitter. Napoli è contrasto, eppure perché vengono sempre prima a galla le problematiche che affliggono questa città? Napoli, se potesse, riuscirebbe a vivere di sola Arte, Cultura e ricchezze naturali…Appartengo alla schiera dei pensatori che credono che problemi non si debbano mai sottacere, non bisogna mai censurare, non bisogna non parlare della camorra. Sono altrettanto determinato, e forse lo sono ancora di più, a raccontare le cose belle che si fanno. Se racconti solo cose brutte, non solo fai un’operazione falsa, perché chi fa informazione deve fare un racconto a tutto tondo. Inoltre, se non vengono raccontate le cose belle non si dà speranza. Se non racconti che a Scampia ci sono le piazze di spaccio ma anche quelle di Legalità, che hanno sostituito le piazze di spaccio, tu ai ragazzi di Scampia non puoi fargli capire di avere un’alternativa, una scelta tra la piazza di spaccio e quella della legalità. Se non lo racconti, favorisci proprio la camorra. Io credo che i napoletani, e i meridionali in generale, debbano cacciare fuori la loro forza, il loro orgoglio di appartenenza e terminare la stagione della lamentala fine a se stessa e dello stare col cappello in mano a chiedere qualcosa a qualcuno. Dobbiamo raccontare le nostre terre perché possiamo vantare bellezze incommensurabili, abbiamo un’umanità che in altre parti del Mondo e d’Italia non hanno: la creatività, la fantasia, la capacità di soffrire. Poi, in un altro posto ti vendono cose che rispetto alle bellezze nostre non c’è nulla di paragonabile. Però ci dobbiamo credere noi prima ancora di crederci gli altri: capire che il turista è una persona su cui investire e non un pollo da spennare, amare di più i nostri territori, non gettare le carte per terra, rispettare, non imbrattare. Tutto ciò significa creare lavoro, economia, attrattiva: abbiamo tutte le carte in regola. È una mentalità che deve un po’ cambiare ed io sto a fare anche una lotta forte contro, da un lato, il pregiudizio del Sud e della città di Napoli che c’è e non lo si può nascondere, dall’altro, c’è un bombardamento ancora più forte nei confronti miei e della mia amministrazione che non appartiene a partiti forti, non ha legami con lobby, apparati e poteri forti. Questi non è che stanno a guardare bensì si saldano a quella contro-informazione ed hanno cominciato con l’acqua: “Bevi Napoli e poi muori”, poi hanno detto che il caffè faceva schifo, che Napoli è la città più insicura d’Italia e del Mondo ma, nonostante i problemi enormi di sicurezza, statisticamente vengono prima altre città d’Italia per insicurezza e con questo lavoro io sono

incoraggiato perché per la prima volta vedo turisti in quantità enorme nella nostra città. Ciò vuol dire che se si costruisce un’immagine diversa, il Sud è un grande attrattore e la gente qua vuole venire perché alla fine trova cose che in altri posti è impossibile trovare. Abbiamo grandi ragioni di speranza, perché anche nei giovani vedo un livello di partecipazione importante, la città sta reagendo: è una lotta complicata, difficile, ma credo che dobbiamo sconfiggere questa costruzione che ci portiamo negli anni di un’immagine di Napoli e del Sud che fa notizia solo per le cose negative. Quando si aspetta di vedere una Napoli diversa, nuova? Ci vuole tempo, si tratta di una rivoluzione culturale. Se analizzo quelle che ascolto e vedo nelle scuole, penso che questa rivoluzione sarà più rapida di quanto si possa immaginare. Posso registrare quello che ho visto in questi 3 anni: governare una città senza soldi, prendere una città che era in emergenza rifiuti, non c’era un turista, non si riusciva ad organizzare un concerto; chiamavo amici miei cantanti, musicisti, attrici, attori e non volevano venire perché Napoli aveva un’immagine pessima. Adesso, noi abbiamo la fila di persone che vogliono venire ed esibirsi qui e il turismo non manca. Ci sono ancora molti problemi ma abbiamo un po’ cambiato passo, nel senso che l’immagine della città è cambiata. Abbiamo una credibilità internazionale, la città comincia ad avere la sua forza, sta credendo che può essere la capitale del Mediterraneo e può diventare non solo un punto di riferimento per l’Italia e per l’Europa, ma anche per i popoli del Nord Africa, Medioriente, del Sud Est Asiatico e credo che da questo punto di vista è già cambiata la storia. Nel momento in cui migliora la situazione economica possiamo intervenire maggiormente su quella che è l’ordinarietà, quindi avere strade migliori, un trasporto pubblico un po’ più efficiente e finora, nonostante avessimo fatto tanto, non siamo riusciti a dare le

Anche questo mese siamo riusciti a dare continuità alle prime pagine di livello nazionale e, mai come questa volta, “ammo scassato tutto cose”: Luigi De Magistris...È un rapporto ormai consolidato nel tempo, di stima e di amicizia, rinnovato in questo incontro con i soli gio-vani che hanno ricevuto un’ospitalità degna di questo nome e una disponibilità totale anche nell’affrontare temi spinosi.Come al solito, non abbiamo addolcito la pillola con domande preconfenzionate, ma abbiamo portato le domande della gente comune, cioè quelle che quo-tidianamente arrivano alla nostra redazione. È inutile nascondersi, è ora che Castel Volturno guardi alla città di Napoli come un riferimento indispensabile, non possiamo più trovarci a metà strada tra Caserta e Napoli e dobbiamo fare delle scelte coraggiose e utili. Tra poco, ci sarà l’opportunità della città metropoli-tana ed è evidente che per collegamenti e infrastrut-ture siamo predisposti naturalmente verso la capitale borbonica. Valutiamo e seguiamo questo percorso; non lo escludiamo a prescindere o per ragioni cam-panilistiche.Abbiamo ricevuto una promessa e un invito dal sin-daco di Napoli: a settembre un incontro con noi e anche con il sindaco di Castel Volturno per affrontare i temi caldi che interessano e attanagliano entrambi i territori. Napoli non può dimenticare Castel Volturno e Castel Volturno ha bisogno di un confronto prefer-enziale verso quella che sarà l’area metropolitana più importante d’Italia.Temi caldi. Caldissimi. E dispiace riconoscere che ben pochi conoscono e sanno come affrontare il

L’editoriale di Tommaso Morlando

problema extracomunitari. Abbiamo avuto il grande piacere di ospitare il giornalista Vincenzo Ammaliato che ci ha esposto le sue opinioni, idee e ipotesi sul fenomeno delle mafie nigeriane. Saranno anche ipo-tesi, ma crediamo che siano estremamente realistiche e l’esposizione fatta tutta d’un fiato per circa mezz’ora ci ha convinto pienamente della coerenza e della cor-rispondenza di fatti e circostanze.Ammaliato ha sostenuto fermamente che l’obiettivo principale delle mafie africane è tenere bassa l’attenzione: dopo un giorno di ribellione, infatti, è ca-lato di nuovo il silenzio totale, con grande soddisfazi-one delle istituzioni, delle forze dell’ordine e degli onor-evoli in passerella. Lo Stato, per l’ennesima volta, non conosce la problematica, non vuole capirla e non ha nessuna intenzione di affrontarlo. L’importante è che non se ne parli e che nessuno dia fastidio... È un po’ quello che accade a tutti i tifosi partenopei il lunedì mattina, pronti a dimenticare qualsiasi prob-lema o difficoltà ad una condizione: “basta ca’ vence ‘o Napule”... Panem et circenses.Grazie al Presidente De Laurentiis abbiamo lo spet-tacolo, ma il cibo scarseggia sempre di più.I dati ufficiali sono oltre qualsiasi soglia di allarme. Nelle stanze dei bottoni continuano le polemiche di circostanze, le mossettine da dive, la gara a chi ha i tacchi più alti e a chi fa le battute più seguite sui so-cial... BASTA!!! IL POPOLO È DISPERATO!!!Ci appelliamo al Nazareno, quello vero, cioè non al patto scellerato tra partiti che comunque non sta portando a nulla. Don Patriciello prima di tutto. È stato e sarà il mezzo di denuncia più importante che abbia-mo per ribellarci ai tentativi di affossare le nostre terre e per dare voce anche a chi non c’è più. Siamo con te e non abbasseremo mai la guardia.Ci appelliamo a Papa Francesco che ha visitato le nos-tre terre in un momento difficilissimo.Non abbiamo molto da dire oltre: CREDIAMO IN TE, FRANCESCO!In questi giorni, infine, sono giunte critiche ingener-ose nei confronti del Sindaco di Napoli dalla comunità ebraica campana perché non sarebbero arrivati mes-saggi di solidarietà dall’amministrazione comunale a favore di Israele, ma solo nei confronti dei palestinesi.Crediamo che in questo momento le polemiche siano inutili di fronte alla morte di persone innocenti, israeli-ani o palestinesi, ebrei o musulmani o cristiani...La comunità internazionale sta assistendo immobile alla morte di centinai di bambini: c’è ancora bisogno ancora di aspettare la fine del mondo? Siamo ormai morti nelle coscienze. Dobbiamo sperare solo nella reincarnazione...

risposte che volevamo perché non avevamo le risorse economiche a sufficienza. È stato molto duro finora perché governare una città come Napoli senza risorse economiche e cercare di sopravvivere e addirittura cambiare è un’impresa difficile ma io dei segnali li vedo e vedo una città, rispetto a 3 anni fa, diversa non solo esteticamente ma anche nella convinzione dei napoletani.

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Da tempo, ormai, l’argomento “Terra dei Fuochi” è in prima linea per quanto riguarda le gravi questioni del nostro territorio. Noi di INFORMARE partecipiamo in modo attivo alle iniziative e alla denuncia di questa problematica. Per dare continuità alla nostra lotta abbiamo deciso di in-contrare la voce da cui tutto è partito, la vera voce del territorio che da anni denuncia gli abusi e gli scempi di questa terra dilaniata dai soprusi: Don Maurizio Patric-iello. Il sacerdote ci apre le porte della sua parrocchia, dedicata a S. Paolo, sita nel Parco Verde di Caivano, primo comune in Europa per morti cancerogene. Padre, in seguito alle vostre infinite denunce, qual è la situazione attuale?“La situazione, per quanto possa sembrare strano, è identica all’inizio. Tutto questo clamore mediatico non ha riscontrato un vero interesse politico. Pochi giorni fa ho scritto una lettera a Matteo Renzi, lui mi ha tel-efonato promettendomi, in seguito alla mia richiesta, di farmi visita qui. Intanto io gli invierò un resoconto delle recenti attività e delle nuove proposte, così da ag-giornarlo. Renzi già venne quando fu eletto segretario del partito, adesso invece voglio che ritorni da capo del governo!”C’è stato un periodo mediatico in cui si parlava es-clusivamente della terra dei fuochi, adesso sembra passato tutto nel dimenticatoio. Cosa è successo?“Dimenticatoio ancora no, ma sono le leggi dei Mass Media. Anzi, noi siamo rimasti a galla per due anni, cosa che non succede mai. Purtroppo la gente si stan-ca, siamo al mese di Luglio, non vuole sentire prob-lemi, vuole vivere. Quando una problematica resiste per tutto questo tempo era normale che arrivasse il periodo di stanchezza ma il discorso va assolutamente ripreso perché è successo molto poco. Tra pochi mesi i militari vanno via, dovevano essere 800 e ne hanno in-viato solamente 100, noi preferivamo rinforzare le forze dell’ordine piuttosto che ricevere l’esercito. Riprendo-no i roghi. È Naturale, i roghi tossici, se non arriviamo

alla radice, noi non li spegneremo mai! Cosa sono i roghi? Sono frutto dell’evasione fiscale delle industrie campane che lavorano nel regime dell’illegalità. Se i prodotti vengono fabbricati in nero è naturale che poi da qualche parte questi scarti la sera devono bruciare. Se non bruciano qui staranno sicuramente bruciando verso Giugliano, Qualiano…”Quali sono le vostre prossime iniziative?“Ci saranno una serie di festival in giro per le nostre terre in merito all’iniziativa #STOPBIOCIDIO, accom-pagnati da artisti famosi tra cui Rocco Hunt che ospi-teremo proprio qui nel Parco Verde di Caivano. Se non ci saranno risposte adeguate in autunno riprenderanno le marce, sono perennemente in contatto con i diret-tori del Pascale per vedere cosa bisogna fare per sal-vaguardare la salute. L’istituto Superiore di Sanità ha affermato che in questa terra ci si ammala e si muore di più e c’è ancora chi vuole negare questi dati incon-trovertibili.”Il Papa sarà a Caserta per incontrare Giovanni Traettino della chiesa Evangelica. Lei ha già avuto un’udienza con il pontefice, quanto è importante il rapporto con una grande istituzione al fine di por-tare avanti un appello più grande?“Il Papa il 14 Maggio disse: La dignità della persona umana e il diritto alla salute vengono prima di ogni al-tro interesse. Più di questo cosa deve dire? La visita a Traettino sarà privata, certo se il Papa dicesse una parola qui in terra dei fuochi male non sarebbe ma questo dipenderà più da Traettino che gliela dovrà pre-sentare.”Persone come Don Patriciello rappresentano l’energia purificatrice di questa terra, un’energia che parte dalle persone e si espande sul territorio. Un Fuoco della terra, altro che Terra dei Fuochi…

Salvatore De Marco

PATRICIELLO ED INFORMARE, NOI NON CI STIAMO!

CORE NAPULITANOA’ canzon

Dduje paraviseVersi di Ciro Parente. Musica di E.A.Mario. (1928)

Dduje viecchjie prufessure ‘e cuncertino nu juorno nun aveveno che ffàPijajeno na chitarra e ‘o mandulino e ‘nparaviso jetteno a sunàTuppe-tù, San Piè arapite, ve vulimmo divertìSite ‘e Napule e trasite e facitece sentìV’avimm’a fà sentì ddoje o tre canzone ca tutt’o paraviso ha da cantàSuspire vase musica e passione robba ca sulo a Napule se faE ‘a sera ‘nparaviso se cantaje e tutt’e sante jetteno a sentì‘O repertorio nun ferneva maje:Carmela,’O Sole Mio,Maria MarìA San Piè chesti canzone sulo Napule ‘e pô ffàArapite ‘stu balcone e ‘a sentite ‘sta città

E sotto ‘o sole e ‘a luna vuje sentite ‘sti vvoce ca sò vvoce ‘e ggiuventùSi poje scinnite llà nun ‘o cririte vuje ‘nparaviso nun turnate cchiùMa doppo poco na malincunia ‘e viecchjie se sentetteno ‘e pigliàSuffreveno nu poco ‘e nustalgia e a Napule vuletteno turnàMò San Piè si permettete nuje v’avimm’a sultàSite pazze,che dicite,nun vulite restà ccà?Nuje simmo ‘e nu paese bello e caro ca tutto tene e nun se fà lassàPusilleco,Surriento e Marechiaro ‘o paraviso nuosto è chillu llà.

La canzone riscosse un grande successo in pochi giorni. Tuttavia, la Chiesa considerò blasfemi i versi del giornalista-poeta Ciro Parente, che secondo molti preti aveva esagerato a teorizzare la presenza di due Paradisi. E pensare che proprio E.A.Mario aveva cambiato l’ultimo verso del testo, che nella stesura originale recitava “E n’atu Paraviso nun ce sta”, modi-ficandolo in un più accettabile “ ’O Paraviso nuosto è chillu llà”.

O’ pruverbioMeglio pane e cepolle ‘a casa soja, ca galline e cunfi-ette ‘a casa ‘e ll’ate.Meglio pane e cipolla in casa propria che galline e confetti a casa d’altri.O’ ssapevi?!Nel XIII secolo, la Chiesa istituì il Tribunale dell’Inquisizione per indagare e punire gli eretici, mandando al rogo centinaia di migliaia di innocenti. Ma a Napoli l’ Inquisizione non ebbe vita facile. A tal proposito, Marcello D’Orta nel suo libro “Nero Napoletano” scrive: “La città si ribellò al tentativo di introdurre questo tribunale con insurrezioni popolari (1509, 1547, 1564). Nel 1746 la Chiesa tentò di far passare l’Inquisizione col fittizio nome di Tribunale della Santa Fede. Ma i miei concittadini sono famosi per la frase ‘Ccà nisciuno è fesso!’ e respinsero l’ennesimo tentativo. In quella occasione, Carlo III di Borbone diede loro man forte; nella chiesa del Carmine, toccando l’altare con la spada, giurò “da cavaliere e non da re” che Napoli non avrebbe mai avuto Inquisizione. E i napoletani gridarono in coro: Don Cà, sì ‘nu babà!”

Fulvio Mele

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Esistono coscienze che fanno grandi gli uomini, spiriti coraggiosi che valicano ostacoli grandi quanto una deformazione della società, proliferatasi macabra-mente negli anni, e che ha il nome di camorra. Luigi Cuomo, Presidente della Nuova Quarto Calcio Per la Legalità, rappresenta un moto di cambiamento in una città come Quarto ancora omertosa e impaurita dal fenomeno mafioso. La sua società socio-sportiva è una favola, strappata dalle mani del clan Polverino, e diventata idea, progetto e messaggio concreto in nome della legalità e di tutti quei valori che rendono onore a questa realtà in un mondo come quello del calcio, nel quale, spesso, sono i soldi a dominare e in una quotidianità in cui la camorra continua ad im-paurire. Quando la Nazionale Italiana venne ad allenarsi a Quarto, l’intento era quello nobile di mostrarvi solidarietà e adesione ai vostri valori di legalità. Da quel momento, esponenti della FIGC si sono fatti più risentire? Sì, perché dopo quell’esperienza siamo stati ricevuti a Coverciano ci hanno assegnato il premio Bearzot, ab-biamo incontrato in diverse occasioni Giancarlo Abete; inoltre, è stato qui lo scrittore Pier Paolo Romani, in quanto sta scrivendo un libro sulla nostra esperienza. I contatti non sono frequentissimi ma sono costanti. Qui a Quarto la camorra ha perso ampiamente, a prescindere da quanto accade tra agguati, raid ed intrusioni. Dopo l’ennesimo agguato lei ha dichi-arato “Siamo pronti a lasciare”. Ma, da un punto di vista umano, dopo aver creato questa forza so-cio-sportiva, farcita di sani valori, avrebbe davvero il coraggio di darla vinta a chi non dovrebbe mai vincere?Quest’esperienza non è un’esperienza fine a se stessa. Quando la Procura immaginò di avviare questo proget-to e mi chiese di occuparmene, lo fece perché c’erano degli obiettivi, ossia quello di costruire un modello nuovo, diverso, che stimolasse una capacità di ribel-lione, di riscatto da parte dei quartesi nei confronti della criminalità, della corruzione, quindi del vecchio sistema. Se noi non raggiungessimo quest’obiettivo allora il progetto è fallito. Siamo qui temporanea-mente per riconsegnare alla parte sana della città la squadra e lo stadio. Se la parte sana della città non si pone nell’atteggiamento di accoglienza, noi abbiamo sostanzialmente fallito e questa rimarrà una straordi-naria esperienza che qui non ha attecchito. Potrebbe

attecchire altrove, perché resta comunque un modello. Dopo quella mia dichiarazione un po’ provocatoria e un po’ di sfogo, abbiamo avuto segnali anche da Quarto che finalmente qualcosa tra la gente per bene si stia muovendo, seppur timidamente. In realtà, qui la camorra non è stata battuta. Qui alla camorra è stata data una mazzata importante, ma non è stata vinta. Non si può vincere la camorra solo con le aule di giusti-zia, col carcere e con la Polizia. La camorra la si vince se anche lo Stato investe in sistemi sociali, infrastrut-ture e quant’altro. I soldi, anche se non dovessero es-sere molti, se spesi bene in investimenti, potrebbero rendere molto di più. A Quarto, il consiglio comunale è stato sciolto per infiltrazione mafiosa e tra un anno si andrà a votare. Se i quartesi non avranno la possibilità di scegliere tra un vecchio sistema che sta già organiz-zato ed attrezzato e un nuovo sistema, e se quando avranno questa possibilità non sceglieranno il nuovo sistema, il cambiamento, allora le cose non cambi-eranno mai. A far grande la camorra è stata anche la politica, le istituzioni, lo Stato, ma quando le istituzioni fanno il proprio dovere, allora per la camorra c’è ben poco spazio. Sintetizzando, lei non è affatto contento di come e quanto Quarto stia reagendo alla vostra attività non solo sportiva. Assolutamente no. Rilevo tutti segnali positivi ma timidi e deboli. Continuo a sforzarmi affinché questi segnali si rafforzino ma mi rendo anche conto che in realtà dopo più di 30 anni di condizionamento mafioso, questa città sono solo 2 anni che vive questa nostra esperienza, quindi in poco tempo non si cambiano cose così. Lo Stato e le istituzioni, anche locali, hanno delle respon-sabilità gravissime, enormi, addirittura propedeutiche per lo sviluppo della camorra. È ovvio che lo Stato tu lo eleggi, la camorra no. Se la prossima tornata elettorale per il nuovo consiglio comunale viene utilizzata bene si può dare un segnale chiarissimo e netto di cambia-mento di rotta e di tendenza. Questa continua serie d’attacchi può essere intesa come una mancanza di protezione ed, in tal senso, le istituzioni dove sono? Le intrusioni che noi subiamo hanno un’enorme va-lenza simbolica ma una scarsissima potenza materiale e anche questa è una strategia. Entrano e danno un messaggio. Cercano di scoraggiarci, provano ad allon-tanare gente da questa esperienza, segnalandola come pericolosa. Non sono solo i raid e gli agguati, ma tutte

quelle azioni che vengono effettuati fuori dallo stadio d’isolamento. C’è gente che sa che venendo qua a ve-dere la partita fa una scelta di campo e c’è gente che non viene apposta per non farsi vedere. Chi viene qui fa una scelta, ma c’è gente che è ancora subordinata. Chi lavora per certe imprese non rischia di venire qui ed essere identificato. Questo è il condizionamento mafioso di una città. I vostri ideali possono rappresentare uno stru-mento educativo e di formazione per i giovani. Da quando siete usciti allo scoperto, avete riscontrato maggiore partecipazione? A volte, commettiamo l’errore di guardare troppo ai segnali negativi e molto poco a quelli positivi. Qui ci sono delle associazioni giovanili che, intorno a noi, hanno trovato una nuova dimensione. Sono nate nuove associazioni specificamente sull’onda del cam-biamento. Questi sono fatti positivi. Quindi i segnali positivi ci sono. Noi facciamo un’attività molto forte di comunicazione nelle scuole di Quarto, disputando anche un campionato sociale fuori dagli stadi. Rice-viamo molti messaggi di solidarietà, di consenso, però spesso sono troppo discreti, troppo timidi. Dobbiamo avere la capacità di esporci tutti insieme perché la stra-grande maggioranza di questa città è fatta di gente per bene però c’è una minoranza piuttosto radicata e forte che ha la capacità di condizionare. Questi continui at-tacchi si traducono anche in una questione mediatica a loro favore, per far capire che loro sono ancora qua e non sono scomparsi. Non è stato mai trovato nessun responsabile. È forse un caso?!Lo scorso anno siete stati ad un passo dalla Serie D. Se il vostro messaggio fosse in categorie mag-giori, sempre più importanti, sarebbe un fattore im-portantissimo per il calcio italiano. Crede che un giorno la Nuova Quarto Calcio possa riuscire ad approdare almeno in Lega Pro e cosa possa con-ferire il vostro messaggio al nostra calcio?Credo che la Nuova Quarto Calcio più che rappre-sentare una testimonianza bella, positiva, da sola non può andare avanti. O noi siamo capaci di far diventare questa esperienza diffusa, di condividere con altre re-altà sportive questi propositi, questi obiettivi, diventare quindi una rete, altrimenti da sola saremmo solo una cenerentola senza la forza di cambiare nulla. Dove si vede Lei e la Nuova Quarto Calcio tra 10 anni?Tra 10 anni vorrei vedere una Quarto che ricorda la camorra come un retaggio della storia sperando che intanto a breve salga qualcuno che dica no alla camor-ra, no ai corrotti.

Fabio Corsaro

CUOMO: CONTINUEREMO CON IL NOSTRO PROGETTO PER LA LEGALITÀ

Fulvio Mele

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Da qualche tempo, un piccolo Paese latinoamericano incastrato tra l’Argentina e il Brasile è al centro dell’attenzione mediatica internazionale. L’Uruguay misura circa tre volte la Svizzera, conta poco più di tre milioni di abitanti, dei quali un milione e mezzo a Montevideo, la capitale. Le ragioni della sua notorietà sono riconducibili alla figura anticonformista del Presidente della Repubblica, José Mujica, responsabile di progetti innovativi a favore delle famiglie prive di reddito; oppure per le leggi di approvazione dell’aborto e del matrimonio gay; o, ancora, per la recente regolarizzazione dell’uso e del commercio della marijuana.Durante il suo discorso alle Nazioni Unite a Rio de Janeiro nel 2012, José Mujica cattura l’attenzione mondiale parlando di felicità come scopo ultimo dell’Essere Umano. «Per essere felici dobbiamo fare ciò che a noi piace», dice il Presidente Mujica, «e per fare ciò che a noi piace bisogna avere tempo». Concetti tanto semplici quanto dimenticati nella nostra società di consumo iniziano a fare il giro del mondo e passano di bocca in bocca; Mujica diventa innovatore del linguaggio politico, rinuncia al 90% del suo stipendio e lo cede al progetto a favore delle famiglie senzatetto. Dimostra quindi col suo stile di vita ai limiti della povertà che ciò che racconta è realizzabile.La ragione per cui scriviamo questo articolo è la necessità di raccontare quanto riscontrato a Montevideo durante una breve ricerca durata tre mesi, pur consapevoli che per favorire lo sviluppo dell’economia di una nazione sarebbe preferibile descrivere i possibili investimenti e tutto ciò di cui si può ampliamente leggere nei giornali di cui sopra. Conoscere la parte povera della città, i cosiddetti cantegriles, ci ha invece fatto sentire in dovere di dare un quadro più completo della realtà uruguagia, una realtà per certi aspetti molto dura, un’economia reduce da anni e anni di dittatura, un Paese, infine, che lotta per godersi la tanto agognata democrazia ottenuta solo nel 1985, a seguito delle leggi sull’impunità che

invitavano i cittadini a dimenticare quanto di atroce era accaduto durante quegli anni e a guardare al futuro.Siamo anche consapevoli che superare ciò che si è vissuto durante la dittatura non è stato affatto facile e ha lasciato nello spirito degli uruguaiani una certa quantità di vendette incompiute. Oggi a Montevideo si cerca di dimenticare, dunque, ma non senza dare dignità al passato che tre quarti dei cittadini hanno in comune.Nel lato povero della città, nella zona dell’Ippodromo, le strade non sono asfaltate, non c’è sistema fognario, le case sono fatte di mattoni e lamiere che d’estate ardono come padelle sul fuoco e d’inverno si congelano. I bambini che vivono in questi quartieri, di mattina, non riescono ad alzarsi perché si svegliano intirizziti dal freddo, e quando verso le undici il sole incomincia a riscaldarli, finalmente escono a giocare. Non tutti sanno scrivere, molti sanno a stento parlare, per far rispettare i loro spazi usano pugni e morsi. L’umidità raccolta sotto i bassi soffitti durante la notte si trasforma in gocce ghiacciate che cadono sui loro letti per tutto il giorno, e di sera sono costretti a coricarsi nelle lenzuola umide. D’estate, invece, quando le temperature raggiungono quaranta gradi all’ombra, le lamiere scottano e in quegli stessi letti ci si scioglie in una pozza di sudore.Nelle bidon-ville vivono i cosiddetti selezionatori, che vanno in giro su carri di legno trainati da muli malnutriti per raccogliere plastica e carta dal fondo dei bidoni dell’immondizia; vederli mentre si tuffano nei bidoni non è bello come vedere i ricchi turisti argentini e brasiliani che si tuffano in acqua a pochi chilometri di distanza, sulle spiagge di Punta del Este. Montevideo è una città piena di contraddizioni. La maggior parte degli uruguaiani non vive a Punta del Este o a Pocitos, ma in condizioni di vera e propria miseria, vale a dire in condizioni che in Europa non siamo in grado di immaginare.Rispetto ad altre capitali sudamericane, Montevideo è ritenuta una città sicura, benché la delinquenza,

soprattutto quella minorile, non abbia nulla da invidiare a quella degli altri Paesi.In particolare, ricordiamo che la legge vieta di arrestare i minori di diciotto anni. Ci sono istituti di recupero per i minori, dove per un omicidio si prevedono tre anni, che diventano due se ci si comporta bene, e ancora meno se ci si comporta benissimo. Questi istituti si chiamano INAU, ce ne sono tre a Montevideo, ognuno funziona in una maniera diversa. Quello che abbiamo visitato è una specie di carcere, ci sono le sbarre alle finestre e bisogna dividere i ragazzi con la forza per non farli sbranare a vicenda. Gli impiegati hanno dovuto frequentare persino un corso di autodifesa prima di essere assunti; ce lo rivela Pablo Lopez, uno dei cinque educatori che gestiscono quasi cento bambini e adolescenti. «In altri istituti per minori – ci ha raccontato Pablo – si usano droghe o sonniferi, e i ragazzi passano il giorno rintontiti nel loro letto».Il tasso di criminalità giovanile è molto alto, soprattutto perché gli adulti che vogliono rapinare un negozio o commettere reati anche peggiori usano i ragazzini, per cui si creano piccole bande di un adulto e tre minori per esempio, in quartieri pericolosi come Marconi o Casavalle. Pablo ci racconta che non è facile resistere a lungo nell’INAU, gli educatori restano al massimo un paio d’anni; lo stesso vale per le educatrici, se non subiscono prima violenze gravi.Ci sarebbero tante cose di cui parlare, basta sedersi in un bar e osservare le persone, e le loro storie ci arrivano nelle mani senza fare alcuno sforzo. Montevideo è una città piena di storie; l’Uruguay è un paese di gente libera, sparsa nelle immense praterie, gente che non accetta compromessi; ma è anche un paese di donne sole e povere, abbandonate nei cantegriles, che si realizzano soltanto rimanendo incinta, gravidanza dopo gravidanza dopo gravidanza, talvolta con uomini diversi, e a vent’anni hanno già tre figli; appena il più grande incomincia a camminare ne vogliono un altro, e poi un altro ancora, perché, senza, non sarebbero nulla, soltanto povere e anonime passanti.Riguardo alla dittatura militare, c’è un aspetto in particolare che non possiamo fare a meno di trattare: in un Paese relativamente piccolo come l’Uruguay si può incontrare la stessa persona più volte in un giorno; ma cosa succede se questa persona è la stessa che ti ha violentato vent’anni fa?!In un bar di Calle Canelones, sotto l’ombra fresca della parrocchia di San José, incontriamo la signora Titi, che chiameremo così perché Titi è un bel nome e perché le abbiamo promesso di scegliere un bel nome. Non ci rivela la sua età, ma allo stesso tempo non nasconde né le rughe né i capelli bianchi, porta una camicetta gialla con i girasoli, in fondo alla strada

LA VIA URUGUAGIA ALLA FELICITÀ

Foto e articolo di Frank Iodice

Fiera Convection

Frank e Mujica

IN ESCLUSIVA PER

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9in discesa, a due quadras dal bar, c’è il mare.Titi ci racconta che negli anni Settanta finivano tutti in carcere, chi a lungo, chi solo per un giorno, «eravamo prigionieri politici, anarchici, ribelli, fanatici, eravamo tutti pazzi perché non avevamo altra scelta – ci racconta – la dittatura ti rende pazzo!» Molte sue coetanee sono state torturate in quegli anni, fino all’Ottantacinque, «fino all’altro ieri!» Quello che in Europa non immaginiamo è che oggi le amiche di Titi sono costrette a incrociare per strada i loro carnefici, gli stessi che quando erano ragazze hanno abusato di loro più e più volte, senza giustificazione se non quella della crudeltà lecita quando eri dell’Intelligenza, i Servizi Segreti. In generale erano loro quelli specializzati nelle torture, formati in Panama dai militari francesi. Titi confessa di odiare i francesi, ha le sue ragioni, non possiamo darle torto. Ci racconta che al supermercato puoi incontrare l’uomo che ti ha picchiata quando eri in carcere, puoi incrociarti con lui in ascensore o vederlo seduto al bar a prendere un caffè e godersi una pensione molto più consistente della tua, dopo una brillante carriera militare!Le chiediamo come possa sopportare una cosa del genere, Titi ride forte, a Montevideo tutti ridono forte, e ci risponde: «mi hijo, qui si è fermato il tempo per la metà di noi, siamo tutti in attesa che gli orologi riprendano a funzionare». Sui polsi dei politici ci sono buoni orologi?, le chiediamo. «Molto buoni», risponde Titi con un sospiro. Il nostro caffè è già finito, lo abbiamo bevuto bollente perché quando ti abitui al mate perdi la sensibilità della lingua, Titi ci guarda con la premura di una madre lasciata tante volte e altrettante volte ritrovata in giro per il mondo. Ci spiega che ricominciare dai brandelli della propria dignità per diventare di nuovo donna non è stato facile, e che qualche volta avrebbe voluto uccidere con le proprie mani quell’uomo che ha riconosciuto nel supermercato o nell’ascensore del suo stesso palazzo, ma poi, saggiamente, aggiunge: «non servirebbe a niente, dopo aver introdotto la cosiddetta legge dei due diavoli – una sorta di patto grazie al quale quanto era accaduto durante la dittatura doveva essere dimenticato per non generare una nuova guerra fatta di vendette – abbiamo dovuto rinunciare alla prima metà della nostra vita». Qual è stato il momento più difficile?, le chiediamo. «Quello in cui ho deciso di raccontarlo ai miei figli».La seconda testimonianza è quella del signor Manuel, vecchio proprietario di un bar del Barrio Sud. Chiacchieriamo con lui davanti a una buona Malta, bevanda simile alla birra molto diffusa in Sud America; alle nostre spalle c’è una grande fotografia di Alfredo Zitarrosa, famoso cantante montevideano. Parlare con gli anziani del Barrio Sud ci ha permesso di conoscere il punto di vista dei cittadini riguardo alle recenti manovre politiche così ben viste dai Media internazionali. Manuel fa riferimento a ciò che sui giornali non è stato scritto, naturalmente, e ci racconta che «il progetto Un techo para todos, nonché il piano regolatore che sta permettendo di ridare una casa alle ragazze madri senza alcun reddito, è stato ben pubblicizzato e ha dato all’Uruguay la possibilità di distinguersi rispetto agli altri Paesi sudamericani. Per realizzarlo – continua Manuel – sono state scelte diverse imprese edilizie, attraverso un processo simile alle cosiddette gare d’appalto e, infine, l’intero progetto è stato ceduto a un’impresa venezuelana per venti milioni di dollari, venti milioni pagati alla Presidenza dell’Uruguay per permettere a un altro Paese di costruire nel dipartimento di Montevideo e Canelones». Se analizziamo la realtà uruguayana dal punto di vista politico, le contraddizioni saltano subito

all’occhio; scopriremmo che, a seguito di un controllo del conto bancario in dollari del signor Presidente e degli altri leader dei partiti principali, quello di Mujica è risultato essere il più cospicuo. Risparmi messi da parte con la sua attività di floricoltore? Può darsi, ma a noi non interessa, innanzitutto perché preferiamo non credere a quello che si racconta nelle strade di Montevideo, e in secondo luogo perché il nostro approccio, come abbiamo avuto il piacere di dire a lui in persona, è stato di tipo filosofico.Abbiamo incontrato il signor Manuel mentre rientravamo dal Barrio del Cerro, un quartiere a venti chilometri dal centro, dove vive il Presidente Mujica. Volevamo vedere la sua gente per descriverla in queste pagine: le descrizioni più belle sono quelle che sopravvivono nel ricordo.Il Presidente José Mujica è un uomo sobrio, non ha alcuna scorta e veste sempre con abiti semplici, talvolta si è presentato alle riunioni presso la sede della Repubblica in sandali e con il thermos per il mate sotto il braccio. «Non avrebbe senso iniziare ad accumulare denaro adesso, a 79 anni», commenta spesso. Ecco perché ha deciso di aiutare i più bisognosi e, nei limiti che il suo stesso partito, il Frente Amplio, gli ha concesso, mette in pratica la sua etica di vita dando un esempio a tutti coloro che sappiano coglierlo.Dopo diverse settimane di attesa, grazie all’intercessione della signora Adriana Gutierrez, addetta alla comunicazione presso il Ministero della Cultura e dell’Educazione, riusciamo a incontrare il Presidente, il quale si è ritagliato una pausa tra una riunione e l’altra. Consapevoli che si tratti di un evento irripetibile per un autore e un editore pressoché sconosciuti, ci accontentiamo dei pochi minuti che ci sono concessi*. Bere un caffè in compagnia di un Presidente della Repubblica non capita certo tutti i giorni! Dopo aver esposto l’idea di realizzare un testo ispirato alla sua filosofia di vita, con lo scopo di diffonderlo tra i giovani pensatori delle scuole italiane, e avergli regalato un libro di Seneca che ha molto apprezzato, stringiamo la mano a un uomo che merita tutta la nostra ammirazione. Come lui, centinaia di uruguaiani sono reduci da anni di reclusione, come

ci ha raccontato la signora Titi, ma non tutti hanno avuto la fortuna di potersi prendere una tale rivincita nei confronti della vita stessa, che, per usare le sue parole precise, «è fatta di riprese; nella vita – dice José Mujica – ciò che conta è la capacità di ricominciare dopo essere caduti».E riguardo alla felicità? Abbiamo imparato grazie alle parole di quest’uomo semplice che per essere felici basta molto poco: quanto più ci circondiamo di beni materiali, tanto più ne saremo schiavi e sarà più pesante il carico di cianfrusaglie che dovremo portarci addosso. Un’esperienza, questa di Montevideo, che ci ha insegnato molto e ci ha ricordato la fortuna che abbiamo avuto a nascere in Italia, un Paese che, al di là di tutte le critiche che possiamo sollevare, ci ha permesso di scegliere liberamente quale destino costruirci.

Ringrazio Frank per aver concesso ad Informare questa esclusiva, ritenendoci per metodo e scelte editoriali, idonei alla divulgazione di questa intervista studio di un personaggio come il Presidente José Mujica.

Angelo Morlando

Città di Maldonado

Fiera Convection

Cittadina di Carmelo

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La casa dello Scugnizzo, tempio del volontariato na-poletano, ospita il centro per lo sviluppo comunitario “Mario Borrelli”, intitolato a colui che fondò la ONLUS nel 1950. Sita nel quartiere Materdei di Napoli, ques-ta struttura vanta da più di mezzo secolo molteplici iniziative, dall’assistenza sociale alla ricerca ed alla formazione di operatori socio-educativi. Il volontariato è da sempre un settore avvolto da tante belle parole e da tante belle iniziative, un settore definito fonda-mentale dalla maggiore. Nella realtà la situazione è un po’ diversa. Il volontariato non riceve fondi e sembra sempre essere messo in disparte difronte a problemat-iche più o meno “gravi”. La casa dello Scugnizzo, con i suoi volontari, vive tali problematiche e per questo ha invitato l’assessore provinciale Patrizia Sannino per una discussione sulle leggi che regolano il volontari-ato, una conferenza sul “volontariato ieri e oggi” intro-dotta dal Prof. Sergio Minichini. Noi di INFORMARE eravamo presenti e abbiamo posto qualche domanda all’assessore alla sicurezza e alla legalità. “La nostra discussione deve partire dalla legge quadro sul volon-tariato del 1991” così inizia a parlarci la Sannino, “una legge nata dopo anni e anni di dibattiti che regola il volontariato organizzato e istituisce strutture addette per la crescita e lo sviluppo di questo fenomeno, da lì cambiò tutto!” Cosa comportò questa legge?“Innanzitutto il normale riconoscimento di questo fenomeno sociale. Grazie a questa legge la struttura del volontariato e il volontario vengono riconosciuti dinanzi alla legge, inoltre la normativa prevede anche

la regolazione dei benefici che essi devono trarre da-gli enti statali e l’eventuale retribuzione delle spese ai volontari. Molte cose che per mancanza di fondi oggi non accadono.”Vi è un dibattito sulla positività della regolazione, cosa afferma chi è contro questa legge?“Non si parla di vera e propria contrarietà, ma la regolazione porta al rischio di sfruttamento di strutture e volontari che, non dimentichiamo, sono risorse gra-tuite!”Mancano i fondi ma non mancano strutture e vo-lontari, come si può portare avanti questo settore senza dover essere subordinati a forze superiori?“Il settore va avanti da sé. I volontari qui a Napoli non mancano e accolgono come un dovere questa loro missione. La mancanza di fondi, purtroppo, non per-mette alle persone di attuare progetti di sviluppo co-munitario e ricerca sociale all’interno delle strutture. Sono rimasta impressionata dalla struttura della Casa dello Scugnizzo, è veramente grande e si potrebbe fare tanto. L’importante è creare una solida rete di connes-sioni tra le strutture e le persone che ne fanno parte, solo così può nascere una base sociale dalla quale muoversi e sotto la quale ci si può sentire protetti.”Il volontariato aiuta e fa vivere ogni giorno centinaia di persone, è giusto che nel momento del bisogno anch’esso venga aiutato e mantenuto in vita. Talvolta il solo cuore dei volontari non basta.Salvatore De Marco

Lo scorso mese è venuto a trovarci nelle nostre sedi Vincenzo Ammaliato, corrispondente de “Il Mattino” a Castel Volturno. Ha coinvolto i giovani di Officina raccontando, per mezzo della sua esperienza ultra-decennale, il fenomeno della mafia nigeriana e i fun-zionamenti della stessa. Ciò che si evince dalle sue parole è che questo tipo di mafia, che gestisce parte dello spaccio e della prostituzione nel nostro territo-rio, è un’organizzazione curata nei minimi dettagli, formata da uomini macabramente organizzati , operai dell’illegalità che “lavorano” nel silenzio mediatico. La particolarità di questa organizzazione è, ad esempio, che le cellule che gestiscono lo spaccio sono elementi indipendenti, spesso a gestione familiare, che non si scontrano, spesso non si conoscono, né tantomeno manifestano malumori o addirittura guerre tra di esse. Ciò permette loro di lasciare sottaciuto il proprio op-erato senza che i vari strati organizzativi vengano a contatto, quindi senza che lascino tracce identifica-bili da eventuali indagini di istituzioni e autorità lo-cali. Il mafioso nigeriano è lontano dagli stereotipi di quello italiano: è un tipo apparentemente innocuo, che magari indossa al piede sandali rotti e veste con pinocchietti stracciati ma conserva in casa milioni di euro cash. Quando il budget da egli prefissatosi prima

di arrivare in Italia è raggiunto, egli ritorna in patria per affermarsi come imprenditore o addirittura come po-litico. È una mafia che non fa rumore per mancanza di investimenti a favori di indagini contro questa or-ganizzazione criminale. È una mafia che fa del male, soprattutto alle ragazze coinvolte nella prostituzione, per le quali non c’è nessun tipo di protezione, o ancor peggio, se volessero ribellarsi a tutto ciò, importunano o addirittura uccidono i parenti che risiedono in Africa. Ringraziamo Vincenzo per averci illustrato questa re-altà sulla quale servirebbe un’amplificata attenzione da parte dei media, maggiori controlli e indagini delle istituzioni contro questo fenomeno purtroppo presente ed attivo silenziosamente sui nostri territori.

Fabio Russo

Il 15 Agosto, la tradizionale festa della Madonna del Mare di Pinetamare, conosciuta e celebrata da una co-munità di fedeli che giunge da ogni parte della Cam-pania, a tal punto che la località, nonostante gli spazi enormi disponibili, resta bloccata per ore (ci si augura un servizio d’ordine efficiente e programmato con aree di parcheggio prestabilite) per assistere a questa pro-cessione via mare che emoziona e coinvolge i fedeli in ferventi preghiere. Ci è stato comunicato dal Vice-

ENTUSIASMO PER LA FESTA DELLA MADONNA DEL MARE DI PINETAMARE

presidente facente funzioni Cav. Giovanni Pezone che quest’anno, proprio per scongiurare un periodo diffi-cile sia a carattere nazionale che locale, si ritornerà alle antiche tradizioni, con luminarie per tutta Pinetamare, con due bande musicali che si esibiranno sia di mat-tina sia in serata dopo i fuochi che quest’anno saranno eccezionali e straordinari. Il Cav. Giovanni Pezone, noto e storico sostenitore di questa manifestazione, è carico d’entusiasmo e convinto della partecipazione di tutti i cittadini. Questa festa ormai è entrata a pieno titolo nella tradizione locale, ma si ricorda la devozi-one e la fede sincera che circonda questa Madonnina di speranze miracolose che, a detta dei fedeli, avven-gono da tempo.

VINCENZO AMMALIATO NELLA SEDE DI OFFICINA VOLTURNO: “LA MAFIA NIGERIANA A CASTEL VOLTURNO…”

la Redazione

INTERVISTA A PATRIZIA SANNINOASSESSORE ALLA SICUREZZA E ALLA LEGALITÀ DELLA PROVINCIA DI NAPOLI

Vincenzo Ammaliato nella nostra sede con cappellino e maglietta di Officina

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Parte il progetto Luci di speranza che ha come scopo la realizzazione di installazioni di plastica che funger-anno da addobbi e abbellimento del paesaggio. Si tratta di piccole e medie sculture realizzate con bot-tiglie di plastica riciclata che inonderanno le piazze dei tre paesi di Casapesenna, San Cipriano e Casale e che verranno esposte durante il periodo natalizio. A curarne la direzione artistica è il giovane di San Cip-riano Giovanni Pirozzi, che già lo scorso anno si era fatto conoscere grazie all’istallazione di manichini di plastica “ammalati” di tumore. Adesso, dopo la provocazione e la denuncia, si vuole mettere l’accento sulla bellezza estetica e, ancora una volta, la plastica fa da protagonista. “Sapevo di non poter realizzare un progetto di questa portata solo con le mie forze, ma che c’era bisogno di mettere in atto un movimento più ampio che coinvol-gesse più persone e associazioni dal momento che” -dichiara Pirozzi- “ciò che serve a questi paesi è cer-care di fare gruppo. Per cambiare le cose serve la sin-ergia dei tre paesi ed è proprio in questi tipi di progetti che investono tutte e tre i territori che questa sinergia si trova”.Così la bellezza estetica diventa un pretesto per cam-biare le persone e per affermare, attraverso l’arte, che questi paesi sono capaci di creare bellezza e che questa può costituire una speranza. “Ci sono possibil-ità di migliorare le cose” -continua l’artista - “bastano idee e organizzazione che, ovviamente, non devono essere personali ma spese al servizio della comunità. Io sono solo il curatore, il lavoro lo fanno loro”. Copioso difatti è il contributo che in questi giorni si sta registrando da parte delle associazioni e delle par-rocchie. Il parroco di Casal di Principe Don Franco ha riunito le varie associazioni cattoliche convogliandole in Luci di speranze e così si è innescata una fruttuosa collaborazione a catena che vede impegnate in prima fila le associazioni Abc albanova bene comune, Work in progress, il comitato Don Peppe Diana, Sinistra 2000, La Forza del Silenzio, la comunità Sant’Elena di Casapesenna e tantissime altre. Luci di speranza era nella mente di Pirozzi già da tempo ma i lavori sono cominciati a metà maggio e si intensificheranno a settembre, aprendosi anche in lab-oratori rivolti alle scuole. Fondamentale sarà anche il contributo degli scout e dei ragazzi dei campi estivi di Libera che verranno da tutta Italia per dare una mano in quelle officine di lavoro che non sono altro che i beni confiscati alla camorra. I lavori per adesso si stanno svolgendo nell’ex dimora di Stefano Reccia, situata in via Luigi Caterino, e il bene è gremito di una grossa mole di bottiglie di plastica, tutte da convertire in luci di speranza, in voglia di cambiare e migliorarsi, in voglia di esprimersi in quel paradigma che vede l’arte farsi portatrice di valori etici e di riscatto.

Filomena Diana

UN NATALE CHE BRILLERÀ DI “LUCI DI SPERANZA”

Lo scorso mese, la Fondazione Plart ha presentato la mostra “The future of plastic” che si terrà dal 10 Luglio al 27 Settembre, manifestazione che rientra nel progetto “Festival del Design, Tradizione, Innovazione e Sviluppo sostenibile”. Maria Pia Incuitti, presidente della Fondazione e moderatrice dell’incontro, ha spiegato come questo progetto si proponesse di portare nella collettività un nuovo sguardo sui metodi di produzione degli oggetti che troviamo nel nostro quotidiano tramite il “growing design”, il campo teorico\pratico ideato e sviluppato da Maurizio Montalti di Officina Corpuscoli, designer italiano con studio ad Amsterdam, che esporrà i risultati dei suoi studi in questi giorni negli spazi della Fondazione. Lo stesso Maurizio Montalti ha poi spiegato la sua esperienza di studio in Olanda, durante la quale ha imparato che un risultato eccellente si può ottenere solo con un’ attenta collaborazione tra conoscenze in campi differenti, proprio perchè scienza e arte, sperimentazione e funzionalità, ricerca e concettualità si influenzano a vicenda. All’insegna dell’ecosostenibilità, il giovane designer si è dedicato alla realizzazione di oggetti (vasi, lampade, elementi d’arredo) composti da un specie di funghi, largamente presente in natura, che cibandosi delle sostanze presenti nei materiali, sviluppa il micelio, una fitta rete di filamenti, che agendo da legante, dà nuove forme e colori al materiale, in una vera e propria coltivazione dell’oggetto stesso. A crescere e svilupparsi (da qui “Growing Lab”, Laboratorio di crescita) non è semplicemente un materiale biodegradabile ma la natura stessa, che fa il suo spontaneo corso. La mostra è stata realizzata con il supporto dell’ Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi, rappresentata nell’incontro da Bas Ernst, addetto agli affari culturali e in particolare alla promozione della cultura contemporanea olandese in Italia. Caterina Miraglia, assessore alla cultura della Regione Campania, ha espresso la sua soddisfazione per questa manifestazione, sottolineando come il divario tra istituzioni e cultura si stia nel tempo riducendo grazie a iniziative del genere. Marco Petroni,

THE FUTURE OF PLASTIC

Come e quando nasce la Fondazione?La Fondazione nasce nel 2008 con un progetto culturale già definito, finanziato dal gruppo industriale Paliotto, che segue delle direttive ben precise: lavoro di scouting per artisti che in laboratori scientifici fanno ricerca di materiali ecosostenibili, restauro di opere d’arte e soprattutto di oggetti di design in polimeri. Infatti riconosciamo il valore della plastica come materiale intelligente e sostenibili. Stiamo dunque lavorando con molta attenzione a questa nuova frontiera del design anche in collaborazione con scienziati olandesi.In che modo vengono coinvolti i giovani?Ci impegniamo a trasmettere nei giovani un atteggiamento nuovo del modo di trattare la plastica che non deve solo entrare in maniere impunita nelle discariche, ma può anche avere una vita più lunga. I ragazzi vengono sensibilizzati in questa direzione coinvolgendoli in work shop, in convegni o in conversazioni nelle scuole; ci dedichiamo tanto a queste iniziative perché pensiamo che i giovani rappresentino il futuro del mondoTraguardi raggiunti e obiettivi che la Fondazione si pone?I traguardi raggiunti sono notevoli e abbiamo avuto tante soddisfazioni, infatti la Fondazione si è internazionalizzata, ottenendo vari riconoscimenti a livello europeo ed oltre Oceano. Tuttavia pochi traguardi sul territorio napoletano, per cui stiamo lavorando molto per la citta, con la speranza che ci possa essere un riconoscimento democratico per tutto il lavoro che stiamo facendo anche in casa nostra

INTERVISTA MARIA PIA INCUTTI, PRESIDENTE FONDAZIONE PLART

curatore dell’incontro ha affermato che il progetto deve farci riflettere su come la natura ci offra indicazioni di rispetto, di produzione e di invenzione di materiali naturali, che devono rappresentare il vero futuro. O meglio il futuro della plastica.

di Fulvio Mele

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14INTERVISTE

Per info:

www.seddiocialde.comANTONIO Cell: 393 1303640 - Tel: 0823 762950

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Si è tenuto lo scorso mese, presso il Centro Fernandes, il convegno finale del progetto “Risorse in rete”. Il progetto è stato finanziato da Fondazione con il Sud e promosso da Associazione Arca, Centro Laila, Associazione Jerry Masslo, Centro Fernandes, Associazione Black and White. Obiettivo principale del convegno è stato quello di diffondere i principali risultati del progetto e di argomentare step by step i 18 mesi trascorsi tra eventi formativi ed eventi finalizzati ad attività ludico-creative.Principali relatori sono stati Elena Pera, presidente dell’associazione A.R.CA., e Antonio Casale, presidente del Centro Fernandes.Il budget messo a disposizione da “Fondazione con il Sud “ per le associazioni coinvolte all’interno delle attività del progetto è stato pari a 50.000€ e tra i principali obiettivi proposti e raggiunti con successo vi erano quelli di consolidare le azioni delle organizzazioni coinvolte, promuovere un nuovo volontariato organizzato e rafforzare il ruolo politico del volontariato stesso, inteso come capacità di sviluppare e diffondere nella comunità locale la coscienza politica sui problemi del territorio di riferimento, a partire dalle condizioni di vita delle persone più deboli. Il progetto “Risorse in Rete” fa parte di quelle iniziative che aiutano i cittadini e i giovani ad avvicinarsi al territorio, ristabilendo un contatto con i valori essenziali che legano gli individui ai principi scritti nella nostra Costituzione e impressi nell’animo delle persone.

Vincenzo Lo Cascio

L’A.R.CA. PRESENTA IL CONVEGNO FINALE DEL PROGETTO “RISORSE IN RETE”

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L’Ente Riserve Naturali Regionali “Foce Volturno- Costa Licola- Lago Falciano”, che comprende la Zona a Protezione Speciale (ZPS) dell’Oasi dei Variconi, presieduta dal Dott. Alessio Usai, ornitologo, è una importante e bellissima realtà del litorale Domitio, una risorsa da tutelare la cui giusta valorizzazione giova a tutto il territorio su cui si estende. Abbiamo incontrato il dott. Usai per conoscere le ultime novità:Ci può parlare delle ultime novità sulla Riserva e sull’Oasi dei Variconi?“Dico, innanzitutto, che la questione della segnaletica, per la quale molte persone si lamentavano in quanto non si riusciva a raggiungere agevolmente neanche l’Oasi dei Variconi, è risolta: è stata completata, da Falciano, a ‘Le Soglitelle’, ai Variconi. Ci sono le frecce direzionali, i cartelli che segnalano i limiti dell’Area Parco e quelli che indicano i divieti. Tutto ciò in 10 anni non era mai stato fatto, ed è un bel risultato: ora tutti sanno dov’è e cos’è la Riserva Naturale. Inoltre è in corso un progetto per l’aggiustamento del capanno centrale dell’Oasi, al quale collaborano con l’Ente Riserve 3 Associazioni: A.R.CA, ‘Le Sentinelle’, e Officina Volturno. L’A.R.CA e il Centro Servizi di Volontariato hanno ottenuto un piccolo finanziamento a tale scopo, e il lavoro sarà realizzato a Settembre.”Qualche altro progetto in vista per i prossimi mesi?“C’è il progetto, supportato dalla nuova amministrazione comunale del Sindaco Dimitri Russo, della pulizia della spiaggia dell’Oasi dei Variconi: durerà 6 mesi, e sarà realizzato dalla Regione con fondi Europei. Dopodiché cominceranno varie attività di cui vi parlerò prossimamente, che saranno pubblicate anche sul sito dell’Ente, rinnovato da poco.”In che cosa consistono le novità per quanto riguarda il sito web?“Da un mese ha una nuova interfaccia, è più funzionale, più semplice da consultare, più ricco di contenuti, con una sezione dedicata alla gestione del Parco anche sotto il profilo economico-amministrativo. Ci sono tante fotografie illustrative, il calendario degli eventi, e soprattutto la Carta delle Riserve, realizzata e curata in ogni dettaglio personalmente da me, come del resto l’intero sito, che tengo costantemente aggiornato, e come ogni singola iniziativa concernente la Riserva.”Ringraziamo il Dott. Usai, complimentandoci per il grande lavoro che quotidianamente svolge, e rimandiamo l’appuntamento con gli aggiornamenti dall’Ente Riserve al mese prossimo. Per documentarsi o tenersi aggiornati in tempo reale si può consultare il rinnovato e interessante sito web: www.riservevolturnolicolafalciano.it

Valeria Vitale - [email protected]

RISERVA NATURALE “FOCE VOLTURNO- COSTA LICOLA- LAGO FALCIANO”

FESTIVAL DELL’IMPEGNO CIVILE A CASTEL VOLTURNOArch. Alessandro Ciambrone – SUN

Il 25 luglio 2014 il Festival dell’Impegno Civile ha fatto tappa a Castel Volturno. L’evento è stato organizzato dal Comitato Don Peppe Diana, Libera (coordinamento provinciale di Caserta), la Camera di Commercio di Caserta con il sostegno della Fondazione con il Sud. Dalle 10:00 alle 18:00 si è tenuto un Master di II livello in “Analisi dei fenomeni di criminalità organizzata e strategie di riutilizzo sociale dei beni confiscati” a cura del Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università Federico II di Napoli. La manifestazione è continuata dalle 18:00 in poi nel bene confiscato alla camorra e gestito dall’Associazione Antiraket di Castel Volturno “Domenico Noviello”. Presenti all’incontro numerosi cittadini, molte associazioni, il coordinamento delle vittime della camorra e rappresentanti delle forze dell’ordine, fra cui, Carmela D’Amore vice Questore del Commissariato di Polizia a Castel Volturno, e Lorenzo Iacobone, comandante della Compagnia Carabinieri di Mondragone. Il Presidente dell’Antiraket Luigi Ferrucci ha raccontato l’esperienza e la mission della sua Associazione e dell’incontro nel 2010 con Tano Grasso, attualmente presidente onorario della Federazione Antiracket e Antiusura. Il Sindaco di Castel Volturno Dimitri Russo ha puntato sulla necessità di accedere ai fondi “PON Sicurezza e Legalità”, proponendosi di nominare un consigliere con questa specifica delega. Inoltre ha evidenziato come sia più corretto, anche in termini di rinascita culturale, parlare di beni “liberati” e non “confiscati”. Hanno inoltre testimoniato le proprie esperienze Valerio Taglione, referente del comitato Don Peppe Diana, e Massimiliano Noviello, figlio di Domenico, eroe di Castel Volturno che nel 2008 è stato ammazzato per non essersi piegato alla camorra. Ha concluso il Procuratore di Reggio Calabria Cafiero de Raho. Dal 1990 al 2000, il magistrato ha fatto parte del pool che ha coordinato le indagini contro il clan camorristico dei casalesi, attività investigativa che poi è sfociata nel famoso Processo Spartacus dove ha rappresentato la pubblica accusa facendo condannare centinaia di camorristi. De Raho ha detto di sentirsi a casa quando torna a Castel Volturno…onorato e fiero del mio concittadino onorario.

RICORDIAMO CON AFFETTO UN AMICO DI OFFICINA VOLTURNO E DI TUTTA PINETAMARE. CIAO GIGI.

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Si è tenuto lo scorso 15 luglio, a Saviano (NA), un incontro indetto dai giovani del forum di Saviano su argomenti importanti e per niente banali come sul significato di “zona grigia”. Colui che coniò tale concetto fu Primo Levi, il quale definiva zona grigia “una realtà dai contorni mai definiti, che insieme separa e congiunge i due campi dei padroni e dei servi”, nonché una zona in cui vive il bene e il male, sottolineando l’esistenza di una vasta zona di mezzo tra mafia e Antimafia, ricche di sfumature che vanno dall’indifferenza alla contiguità e la cui ampiezza cambia in ragione dei contesti storici. Un ruolo fondamentale in questa zona viene esercitata dai cosiddetti “colletti bianchi” che, intenzionalmente o meno, creano le condizioni per l’espansione o il consolidamento delle attività mafiose. Balzano spesso agli onori della cronaca i casi di politici, professionisti, imprenditori condannati per concorso esterno in associazione di tipo mafioso; essi sono, però, solo la punta dell’iceberg e fanno parte senz’altro della “zona nera”. Dietro di essi, invece, vi sono una moltitudine di figure turpi o patetiche i cui comportamenti non sono perseguibili penalmente. Si pensi, ad esempio, a quanto condannabile moralmente sia il comportamento di onorevoli che si ostinano a votare contro provvedimenti legislativi a favore della lotta alla mafia: costoro, magari, non fanno parte di associazioni mafiose ma col loro comportamento, dettato il più delle volte dalla paura, favoriscono la Mafia senza che possano essere penalmente perseguibili. Oppure, si pensi a quanto è dannoso il comportamento di coloro che, nella scelta degli amministratori pubblici, non optano per colui che meglio possa essere garante dei principi di legalità ma per la persona che possa meglio soddisfare i propri interessi; all’interno di questo cerchio possiamo collocare una buona fetta dei cittadini che, specie nelle aree a più alto tasso di infiltrazione di criminalità organizzata, votano secondo il detto principio. Ogni volta che l’uomo subisce un’ingiustizia per paura di denunciarla, siamo tutti complici del sistema mafioso; ogni volta che esaltiamo un comportamento mafioso, siamo complici del loro sistema; ogni volta che, a seguito di qualche errore giudiziario, invochiamo lo svuotamento delle carceri senza distinguere tra

colpevoli ed innocenti siamo complici della mafia. In merito a ciò sono intervenute diverse personalità di spicco dell’ambito savianese come il criminologo Corrado de Rosa e il Sindaco Carmine Sommese. Interessante è stato anche l’intervento di Valentina Giugliano, portavoce del Forum dei Giovani di Saviano, la quale, ponendo l’attenzione sull’importante ruolo dei giovani rispetto alle logiche di potere mosse da contesti criminali esordisce nel dire: “Per contrastare l’illecito dobbiamo iniziare dalle cose che possono sembrarci più banali come ad esempio non accettare favoritismi, o raccomandazioni. Essi sono piccoli illeciti che accumulandosi ed ingigantendosi creano i pilastri del male. Se noi iniziassimo a dire NO a tutto ciò che non è codificabile come lecito ,non potremmo risolvere dall’oggi al domani i problemi di un sistema così radicato e grande ma sicuramente saremo i rappresentanti e i garanti di una società migliore”. Parole lodevoli in quanto l’evento è stato proprio creato da giovani ragazzi per sensibilizzare l’opinione pubblica rispetto ad argomenti ad oggi ancora ostici al fine di rendere un popolo informato ,cosciente e libero.

Martina Giugliano

SAVIANO: “ LA ZONA GRIGIA – LINEA DI CONFINE TRA MAFIA E LEGALITÁ”

OV, NASCE SUL TERRITORIO LA PRIMA LIBRERIA GRATUITA

Nasce la libreria di Officina Volturno che dà vita sul territorio al fenomeno del bookcrossing, iniziativa di distribuzione gratuita di libri che ruota intorno all’esistenza di un archiviazione che comprende migliaia di libri soprattutto di tipo scolastico (per chi ha difficoltà saranno regalati) . Vieni a trovarci nelle nostre sedi per scegliere un libro tra i tanti che abbiamo a disposizione. Ricordati però di portare in cambio un tuo libro!

Per ulteriori informazioni contattaci allo

081-5097039

INFORMARE A NEw YORkIl nostro giornale sbarca alla Grande Mela, grazie ad Agostino Marchesano, imprenditore internazionale, amico di Officina Volturno e lettore assiduo di Informare. Fabio Russo

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SOSTENITORE:

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Antonio Riccardi (NTO’)Rapper napoletano, anima del collettivo Stirpe9

Special Guest dell’evento “Un ponte oltre i Muri”

ROBERTO& MIGUEL

IL POETA MURATORE

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SOSTENITORE:

La prima coppia gay a registrare il matrimonio

all’anagrafe. Napoli è la prima città in Italia,

Napoli è città d’amore e tolleranza.

Definito dalla critica “un bicchiere di vino rosso paesano”, il poeta napoletano presenta il suo nuovo libro di poesie dal sapore genuino

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Domenico CiccarelliPresidente A.C.S.D.LiberalEditore Good News [email protected]

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Pino Attanasio

Gennaro Ciambriello

Suania Acampa

Tina Bianco

Francesco Parisi

SOSTENITORE:

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Domenico CiccarelliPresidente A.C.S.D.LiberalEditore Good News [email protected]

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Pino Attanasio

Gennaro Ciambriello

Suania Acampa

Tina Bianco

Francesco Parisi

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INCANTO, SEDUZIONE, QUIETE. È UN UN GIOIELLO DELLA COSTI-ERA AMALFITANA: RAVELLO.Armonia, eleganza , rigore. È uno spettacolo di danza classica.Uno scenario che emoziona gli spettatori per le sue bellezze naturali esaltato, giovedì 3 luglio u. s., dall’arte della musa Tersicore. Insieme, il Belvedere di Villa Rufolo e la Scuola di ballo dell’Accademia Teatro alla Scala, hanno creato una rappresentazione angelica, fatta di stelle brillanti, di nuvole danzanti, di punti lucenti sul mare. In un panorama suggestivo i ballerini hanno tratteggiato, in punta di piedi, il “corso armonioso degli astri”, nella 64^ edizione del Ravello Festival 2014, sotto la direzione artistica di Stefano Valanzuolo . I tre balletti eseguiti, “Serenade”, “Gymnopedie” e “Napoli divertissement”, sulle musiche di Caja-kovskij, Eric Satie, Helstes, S. Paulli e di Gade, hanno dato risalto ai talenti e alla soave disciplina della scuola di ballo di Milano, diretta da Frederic Olivieri.

SOGNO DI UNA NOTTE DI UN MERAVIGLIOSO “INIZIO ESTATE”

Il Festival, da giugno a settembre, vedrà l’esibizione di alcuni dei nomi più prestigiosi in campo internazi-onale della musica, del balletto e del teatro.Per informazioni consultare il sito:WWW.VILLARUFOLO.IT

Antonia Bellissimo

LEUCIANA FESTIVAL: BUONA LA PRIMA. ALLEVI E IL SUO AMORE SEGRETO: LA MUSICA.

“Il mio amore segreto è la musica, è il pianoforte, ma non è un grande segreto”. Così il pianista GIOVANNI ALLEVI prima di SECRET LOVE, uno dei brani eseguiti per il concerto che ha aperto la quindicesima edizione del LEUCIANA SUMMER FESTIVAL 2014, organizzato dalla Città di Caserta con il contributo della Regione Campania e dell’Unione Europea per la direzione artistica di Donato Tarataglione. Nella magica atmosfera del Belvedere di San Leucio il calore avvolgente di un pubblico attento ed entusiasta ha reso omaggio al concerto di piano solo di ALLEVI. Applausi, tre bis ed una fila interminabile per il rito della firma degli autografi: tutto come nelle più rosee previsioni mentre una splendida sera d’estate tornava a farsi largo tra le nuvole dissipate dalla musica. Intanto, cresce l’attesa per LUCA CARBONI ed ENRICO RUGGERI. La manifestazione poi continuerà con NOEMI (27.07), RON (28.07), SAMUELE BERSANI (29.07), AVION TRAVEL (30.07).

Antonia Bellissimo

SOSTENITORE:

Il 23 Luglio la troupe della televisione australiana Channel 7 da Sidney ha fatto un lungo viaggio per riprendere i Bidonvillarik e l’Associazione Culturale Musicale illimitarte di Villaricca. I Bidonvillarik, creati dalla band Marenia circa 8 anni fa ed illimitarte, ormai noti in tutto il mondo grazie anche alle tournèe in medioriente, (le ultime a maggio e novembre 2013 in Arabia Saudita) al Times, alla BBC, Al Jazeera ed ai principali media nazionali, presidio di buona cultura e impegno sociale ed aggregativo concreto. Totalmente indipendenti, l’Associazione illimitarte, unisce, medi-ante la passione per la musica centinaia di giovani e non, investendo nelle nuove generazioni e seminando arte libera e formazione. “Ogni anno i Bidonvillarik si rinnovano, inserendo sempre i nuovi associati e dando un curriculum di chiara fama anche ai giovani associati”, dichiara il Presidente Lello Cardone, e rinnova l’invito ad associarsi ogni anno ad una delle più prolifiche realtà culturali del sud Italia

Raffaele Cardone

LA TV AUSTRALIANA A VILLARICCA PER UNO SPECIALE SUI BIDONVILLARIk E ILLIMITARTE

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Una carriera quasi quindicennale, la ricerca costante di termini e figure retoriche che riescono a raccontare Napoli in tutte le sue sfaccettature, rendono Antonio Riccardi il Raffaele Viviani del ventesimo secolo. Ecco cosa ci racconta nella nostra intervista:Per iniziare, cosa ne pensi del progetto Oltre i Muri e in generale l’idea di dare spazio alla street art? «Era ora che le nostre città fossero riqualificate in questo modo!»Pensi che la street art, da sempre perseguitata, possa essere una risorsa importante per Napoli come rimedio al degrado urbano?«Certo, infatti oltre che abbellimento per le opere pubbliche in cemento che per natura tendono all’usura e al grigiore, mi piacerebbe vederla anche su strutture proprio dedicate al recupero del degrado sociale oltre che urbano del quartiere, quali skatepark, centri studi o palazzetti della musica»Parlando della musica: è ormai sulla scena napoletana il nuovo collettivo Stirpe Nova. Quali sono i componenti e quale affinità musicale hai trovato con loro? «Stirpe Nova è un’area musicale di riferimento che fa capo alla mia esperienza nell’hip hop italiano, di ormai 15 anni, iniziata con l’ autoproduzione e fortificata da un rapporto con le etichette major discografiche mai troppo stretto, che mi ha dato il vantaggio di conoscere le dinamiche alla base del mercato del mio genere e anche quello meno puramente hip hop come il più recente. Questo mi ha spinto a mettere tutte le nozioni acquisite a disposizione dei più giovani talenti e anche dei più navigati che non hanno avuto la giusta evidenza sinora a mio avviso, in un’ottica di vera crescita e di diffusione del messaggio che è iniziato con i CoSang e che non ho mai pensato nemmeno un attimo di inquinare o mediare. I membri dell’etichetta sono sicuramente Palù, Dj Klonh, NTA La Lince come nucleo di produzione sin dalla nascita, ma anche tutte le persone che sono apparse su “Numero 9” nella misura in cui ognuno di loro sente più o meno appartenenza, ma ogni giorno potranno esserci nuovi esponenti, sempre che siano allineati alla mentalità e al nostro modus operandi fatto di condivisione, dialogo, ricerca della qualità, attenzione a ogni parola scritta e rappata»Quali sono i tuoi progetti futuri, sia come solista che nel collettivo Stirpe Nova?«Con Stirpe Nova ho intenzione di pubblicare almeno uno street album all’anno, come questo 2013/14, molto prolifico e produttivo»

Nel tuo secondo album hai scelto la lingua italiana e hai dimostrato d’avere talento nella costruzione di rime sia nell’una che nell’altra lingua: come mai il ritorno del napoletano nell’album Stirpe Nova?«Ti ringrazio per il complimento, la ricerca dei termini e delle figure retoriche è una cosa che facevo già col dialetto e che ho elaborato in un paio di anni da quando ho deciso di esprimermi in lingua nazionale; scelta che mi ha dato abbastanza ragione, facendomi scoprire la Lombardia al secondo posto nelle vendite di ICI! Il napoletano in N9 è stata innanzitutto una rivendicazione della mia identità e il ribadire l’influenza avuta su molti rappers campani in generale, che vedo usare termini e immagini che appartengono alla scuola CoSang ma ahimè in versione ridotta o deculturata; poi un modo per chiudere il ciclo di diversificazione dei prodotti che offro al mio pubblico iniziato con ICI, avvicendando il dialetto da sempre usato da me (quindi non un ritorno) e l’italiano, che adopero di più nelle mie opere mainstream»Il singolo “cult” dell’album è sicuramente “Nuje Vulimme ‘na Speranza”, scelto come sigla finale della fiction Gomorra: quale pensi possa essere la vera speranza dei giovani napoletani, che dia loro un motivo valido per tirar fuori il proprio “coraggio impossibile”?«Non so quale possa essere, a parte gli esempi d’integrità che possono avere da ragazzi come me e gli attori della fiction, che sono partiti dalle loro stesse zone e sono riusciti ad affermarsi per ciò che sanno fare. Di motivi validi ne dovremmo aver avuti già abbastanza, ma la rincorsa alla materialità sembra aver sistematicamente sopito la ricerca di questa speranza, che comunque viene negata ogni giorno con disoccupazione alle stelle e una pressione fiscale unica al mondo forse»In riferimento a Gomorra: i tuoi fan ricorderanno sicuramente il brano “Momento D’Onestà” nel quale si criticava, in qualche modo, la strumentalizzazione del fenomeno Camorra nel film di Garrone. Come mai si è scelto d’inserire i brani dei Co’Sang nella colonna sonora della serie tv?«In “Mumento d’Onestà” si criticava lo schierarsi in prima linea di alcuni artisti, alcuni di loro nemmeno napoletani, in nome di un anticamorrismo militante che non è mai esistito se non per trovare visibilità tra i media, e l’uso di di soli brani neomelodici quando precedentemente c’era stato un invito formale a noi rivolto da Roberto Saviano in persona a collaborare

STIRPE NOVA: INTERVISTA A NTO’ ANTONIO RICCARDI

Il Gay Pride a Napoli quest’ anno ha visto non più curiosità e discriminazione, ma un’accoglienza serena e festosa; la gente si è divertita e non c’erano barriere pregiudizievoli. Napoli sta crescendo in Cultura di accoglienza e di tolleranza, non più slogan e caccia alle streghe, un Sindaco umano con i suoi limiti cerca di essere al passo con altri Paesi dove le coppie non hanno i nostri stessi stereotipi sociali. Erano presenti tante associazioni, e anche la Chiesa Valdese ha voluto testimoniare come l’amore di un DIO-uomo -donna, non giudica, ma accoglie..

Il Sindaco de Magistris ha seguito la manifestazione al fianco del Presidente dell Arcigay della Basilicata Antonio, Nadia Girardi e l’attrice Giuliana De Sio, testimonial dell’evento, in un atmosfera ricca di buon gusto e di colore. Il Gay Pride degli anni trascorsi era caratterizzato da provocazioni motivate dall’indifferenza e attacco ad un popolo pacifico che non chiede altro che siano rispettati i loro Diritti umani e la loro Dignità in una società che si è evoluta anche con tipologia di coppie non etero. Il Papa del secolo: Francesco Bergoglio ha aperto le porte di S. Pietro agli umani tutti uguali ,davanti all’amore in Cristo Yeshuà, il giudizio di scelte e stili di vita appartengono solo ai singoli individui.

Il 14 Luglio a Palazzo S.Giacomo dinanzi al Sindaco de Magistris e la stampa è stato celebrata la registrazione del primo matrimonio civile (già trascritto in Spagna) di Roberto e Miguel, due giovani che hanno rilasciato la loro intervista emozionati per l’avvenimento. Era presente anche lo striscione dell’Associazione Rosa Bianca, di cui sono Presidente. Il nostro è un impegno costante contro ogni forma di discriminazione e a tutela dei Diritti Umani. Il Giudicare è un compito dei Magistrati, l’etica morale non ha sesso, è solo un Valore.

Tina Bianco

NAPOLI CITTÀ DELL’AMOREE DELLA TOLLERANZA

di Suania Acampa

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alle musiche, ignorato da Garrone. E questo non per essere stati esclusi dai “guadagni” , dei quali non abbiamo mai parlato, ma per la delusione di dare un racconto parziale e incompleto dal punto di vista musicale, perché i CoSang già erano nelle auto e nelle case delle persone del quartiere. Dunque è stato naturale e giusto per noi accettare la richiesta dei brani, che già erano stati proposti per il film anni addietro dall’autore stesso del libro»L’album “Chi More Pe Mme” è un capolavoro indiscusso del suo genere: quanto è difficile per la carriera di un’artista cercare di equipararlo?«Chi More Pe Mme è un album che quasi tutti possiedono non originale. Questa circostanza ha fatto sì che gli altri ne parlino come il nostro “migliore”, con la nostalgia che si ha per le opere d’esordio dei gruppi, ma per me e credo anche per Luca non è stato onorato a dovere dai tanti pseudo, ma solo dai pochi veri fans, che lo hanno acquistato originale. Ciò che per gli altri è gloria, per noi è probabilmente un motivo di delusione nei confronti di una fruizione falsa, che vanta solo conoscenza ma non supporta. Con ICI ho superato nelle vendite e quindi nel piazzamento in FIMI sia CMPM che Vita Bona, dunque aspiro a superarlo ulteriormente»Dopo quasi dieci anni le hit di Chi More Pe Mme suonano su Sky Atlantic: in previsione di questo anniversario, i fan possono aspettarsi un evento celebrativo? «Non vedo come si potrebbe celebrare qualcosa la cui metà, una volta simbiotica, ha attualmente rifiutato definitivamente un linguaggio e cambiato radicalmente i connotati delle origini»Guardando al futuro: è in costruzione il tuo secondo album da solista? «Ho già scritto molte cose ma ne scriverò altre e nuove per il mio prossimo album che avrà un po’ più di italiano e temi introspettivi, come l’analisi dei rapporti che c’è stata ne “Il Coraggio Impossibile”»Infine, c’è chi considera il 2014 come l’anno dell’hip hop: cosa consiglieresti ai giovani che si avvicinano a questa cultura?«Provare ad avere dignità, coscienza, e lealtà verso ciò che si fa, capendo che l’hip hop vive per noi da tantissimo, e non è soltanto un veicolo di successo. Come diceva Speaker Cenzou nei Messaggeri della Dopa: “Non faccio l’ ERRE - A - PI per fare il play con le guaglione, non vesto largo per fare il chiachiello del rione (…)” Se sei te stesso, bene, se no cambia mestiere»

ECCO NAPOLI OLTRE I MURI

Foto di Pino Attanasio

Oltre 7000 metri quadrati di arte liberano Chiaiano dal grigio

di Gennaro Ciambriello

Mercoledì 23 luglio, l’Associazione Let’s Think ha ufficialmente consegnato al comune di Napoli l’opera del ponte della metro di Chiaiano. Un ponte che fino a due mesi fa era grigio e freddo, perfetto rappresentente del degrado delle province, e che adesso risplende grazie ai suoi colori. Presente all’evento il Sindaco Luigi de Magistris, che ha ringraziato gli artisti autori dell’opera ha sottolineato come a Napoli la street art sia un patrimonio da difendere e promuovere. Contributi gratuiti di tanti artisti per evento serale tra cui NTO’e Palù, i Zezi, i BidonVillarik, Alessandro Ferrara e Francesco Amoruso

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Evento più che riuscito quello di “Pensieri liberi” , tenutosi l’11 Luglio nella sala consiliare del comune di Qualiano, in occasione della presentazione del libro “poeta muratore” di Antonio Cipolletta. Un autore più unico che raro , Antonio, conosciuto dagli abitanti del paese per il suo mestiere duro e faticoso.Un sessan-tenne residente a Qualiano, uomo semplice, muratore di professione, ma impegnato da anni ad esprimere in versi la sua visione genuina della realtà. L’evento culturale, presentato dall’associazione Leonardo e dal suo presidente, Giuseppe Ricciardiello, è stato un successo anche grazie alla presenza di importanti personalità come l’assessore alla cultura Valentina Bi-ancaccio, il Sindaco di Qualiano Ludovico De Luca e quello di Villaricca, Francesco Gaudieri, il maresciallo dei carabini di Qualiano Pasquale Bilancio ed Enrico Nuvoletta, presidente dell’ass. carabinieri di Mug-nano. Tutti hanno speso qualche parola su Antonio, sulle sue poesie e sull’importante presenza della cultura nella vita di tutti, specie in quella dei giovani. Cipolletta ha saputo coinvolgere il pubblico con i suoi versi, profondi e sinceri, “privi di artificio”, come egli stesso li definisce, che ha recitato con l’ausilio del professor Garaffo e dell’attrice Teresa Barretta, il cui monologo ha impressionato e divertito tutti i presenti. Ciò che maggiormente colpisce di questa serata è la serietà con cui tutti hanno saputo trattare argomenti impegnativi quali la morte, l’immigrazione, il lavoro, la discriminazione mantenendo un’atmosfera leggera e allegra.Nelle sue opere trasmette idee semplici ma piene di significato, raccogliendo le emozioni regalate dalla sua vita e dalla realtà in cui egli vive. Non sono mancate, infatti, poesie dedicate a Napoli e alle sue bellezze senza tempo, che Antonio ha recitato lasciando trapelare l’amore per la propria città. Come l’assessore Valentina Biancaccio ha sottolineato , lo scopo dell’evento era duplice: quello di presentare il libro ad una platea attenta e partecipe, oltre a quello di dare inizio ad una serie di manifestazioni culturali di vario genere. Il primo obiettivo è stato sicuramente raggiunto, teniamo le dita incrociate per il secondo.

Martina Palomba

ANTONIO CIPOLLETTA:PIù POETA CHE MURATORE

Legalizzatela! É la voce del NYT, il più autorevole quotidiano d’America che si unisce al coro di coloro che negli Usa e non solo chiedono, sull’esempio di un grande stato del sud America come l’Uruguay (dove si può anche acquistare in farmacia), a gran voce di legalizzare la cannabis indiana. Ancora contro il proibizionismo, recita il titolo dell’editoriale andato in stampa il 26 luglio, il primo di sei interventi sul tema che partono tutti da un assunto semplice e incontestabile: “i divieti correnti infliggono alla società danni molto maggiori rispetto a una sostanza molto meno pericolosa dell’alcol”, divieti che negli Usa risalgono nientemeno che ad una legge del 1937. E in Italia? Da noi l’antiproibizionismo ha radici storiche che affondano nella contestazione del ‘68, passando per l’impegno civico e militante dei Radicali, Pannella in primis, senza tralasciare quella grossa fetta della sinistra parlamentare e non che ha sempre fatto della legalizzazione delle droghe leggere un suo cavallo di battaglia politico, prendendo spesso caterve di voti giovanili e di protesta in nome di una cultura della libertà che, con le dovute distinzioni, va dall’estrema sinistra alla sinistra progressista, fino a lambire un’area di centro moderata, ma liberale e laica. In realtà, nel nostro paese, atavicamente malato di provincialismo e impregnato di cultura democristiana, di passi in avanti dal ’68 in poi se ne sono fatti ben pochi sul tema della legalizzazione delle droghe leggere. Anzi, si è tornati al più retrogrado proibizionismo, equiparando, come ha fatto in maniera criminale e criminogena la legge Fini- Giovanardi del 2006, le droghe leggere a quelle pesanti. Fortunatamente, recentemente la Corte Costituzionale è intervenuta, limitando le storture di questa legge. Tuttavia, se sul piano nazionale si fa finta di niente e si lascia che i consumatori di cannabis continuino ad affidarsi al libero mercato delle mafie per soddisfare le proprie esigenze (con conseguente arricchimento delle mafie stesse), sul piano locale la situazione sembra muoversi. Alcuni sindaci, soprattutto di centro sinistra, sulla scorta dell’esempio di città europee che hanno sperimentato in maniera positiva, con varie modalità, la legalizzazione della produzione e della distribuzione di cannabis (Amsterdam è un riferimento ormai classico), si sono pronunciati a favore di tali pratiche. Secondo loro tali iniziative sono in grado di limitare il danno per i consumatori e, soprattutto, di togliere linfa vitale alle organizzazioni criminali. Uno degli esempi di tali sindaci, almeno stando alle dichiarazioni in campagna elettorale che hanno contribuito a far eleggere sindaco di Napoli quel Luigi De Magistris, prima magistrato e poi politico, secondo una abitudine tutta italiana di fare

dei propri giudici degli eroi, dei capipopolo e poi degli amministratori, che ne ha fatto un punto focale della sua campagna elettorale, insieme alla proposta shock per una società come la nostra, bigotta e cafona, di istituire un quartiere a “luci rosse” come nella celeberrima città olandese, che non a caso è anche patria della legalizzazione della marijuana. A tale mix si aggiunga il recente convegno dei giovani democrat (PD) di Napoli dal titolo evocativo che non lascia spazio a fraintendimenti, Pornosofia, con tanto di attrice hard invitata a parlare. Che Napoli voglia diventare come Amsterdam? Che diventi a livello europeo, se non per la nazione Italia, ciò che è l’Uruguay a livello internazionale e per il mondo intero? E cioè, un apripista, un invito non declinabile, date le strette relazioni internazionali economico-politico-culturali che stanno influenzando anche un paese storicamente conservatore come gli Stati Uniti? Insomma Uruguay chiama Napoli, e Napoli chiama Olanda e dunque Italia e Europa. Che a sua volta ha strette relazioni con gli USA e dunque si apre uno scenario mondiale di rinnovato liberalismo? Che ruolo possono giocare in un tale ambito tanto vasto le decisioni prese da piccole comunità, sul contesto nazionale come per esempio quella californiana in America? O che impatto possono avere i registri dei matrimoni omosessuali celebrati all’estero e quindi accettati in una comunità cittadina sull’Italia intera? E la comunità napoletana saprebbe digerire un tale boccone, saprebbe cioè fare da esempio di civiltà avanzata e liberale per il mondo intero? Qualche dubbio in proposito viene spontaneamente, avere dubbi è sintomo di ragionevolezza, ma qui in questo territorio spesso la ragionevolezza è umiliata dalle restrizioni sociali e culturali, dalla violenza gratuita e di mestiere, dagli interessi politici e economici di parte e dal malaffare di stampo camorristico che sulla proibizione della cannabis ha costruito un impero politico-affaristico. Sapremo liberarci in un sol colpo di tanta ignoranza che fa la forza dei soliti potenti? Be’ una società liberale è anche una società libera in cui sesso a pagamento, omosessualità dichiarata e vissuta “normalmente” e consumo e commercializzazione della droga leggera non vengano considerate peccati contro il costume sociale e contro dio. Difficile che una tale liturgia venga accettata nella vita di cittadini napoletani, che però per quanto retrogradi e tradizionalisti mostrano da sempre nella tolleranza quotidiana dei mille volti (non solo negativi) di una città sempre in fermento un’anima fondamentalmente anarchica, e dunque libertaria. Amen.

LIBERA-MENTE.di Francesco Parisi

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INFORMARE HA VISITATO IL POLIBUS DI EMERGENCY A CASTEL VOLTURNO. Gli spazi, seppur ristretti, sono suddivisi funzionalmente nel modo migliore: una “saletta d’attesa”, in cui registrare i pazienti, e 2 ambulatori, uno a testa, l’altro a coda dell’autobus. Una grande professionalità testimoniata dal Referente del Polibus Sergio Serraino, e dall’infermiera Fernanda Roveta, che abbiamo intervistato:Potete inquadrarci un po’ il progetto da cui parte la vostra attività con il Polibus qui a Castel Volturno?S.Serraino: “Il ‘Programma Italia’, nel quale è inserito questo progetto, è partito nel 2006. Il Polibus invece si trova qui da Gennaio 2013 e fino al 6 Giugno scorso abbiamo registrato 2.171 pazienti e 5.078 accessi. Emergency ha 2 polibus: l’altro si trova a Siracusa.”F.Roveta: “Inizialmente si pensava di rimanere 6 mesi, poi le esigenze del territorio ci hanno costretti a fermarci qui”Quali altri tipi di servizio fornisce Emergency in

Italia oltre ai 2 Polibus? Che tipo di prestazioni mediche fornite?S.Serraino: “Abbiamo 2 cliniche mobili più piccole, 2 camper, che ora sono in Puglia, i 2 Poliambulatori di Palermo e Venezia, e una struttura a Polistena, in Calabria. Ci sono inoltre degli Information Point: uno a Sassari, e 3 in Sicilia. Nelle postazioni mobili facciamo medicina di base, in quelle fisse anche medicina specialistica, dall’ortopedia alla ginecologia, dall’oculistica all’odontoiatria. Le nostre strutture sono aperte a tutti coloro che ne hanno bisogno. Per gli extracomunitari in difficoltà svolgiamo attività di orientamento, cerchiamo di aiutarli a risolvere le problematiche più urgenti”Che accoglienza avete ricevuto a Castel Volturno? Secondo voi qual è la peculiarità di questa zona rispetto ad altre in cui avete operato?F.Roveta: “Una buona accoglienza, i pazienti sono soddisfatti e abbiamo avuto la massima disponibilità dalle Istituzioni locali. La peculiarità di Castel Volturno è che, rispetto ad altri luoghi, qui le comunità di extracomunitari sono stanziali, è una sorta di “base” specie per nigeriani e ghanesi”Dal punto di vista prettamente medico, cosa avete riscontrato effettuando tante visite a persone provenienti dai luoghi più disparati?S.Serraino: “Sfato subito la convinzione che gli extracomunitari arrivino ammalati, che portino chissà quali patologie. In realtà, i loro problemi sono legati ai massacranti viaggi che affrontano. Per il resto si ammalano qui, a causa dello stile di vita”Sappiamo che da qualche tempo vi state

IL “PROGRAMMA ITALIA” DI EMERGENCY A CASTEL VOLTURNO

“Hic tamen hanc mecum poteras requiescere noctemfronde super viridi: sunt nobis mitia poma,castaneae molles, et pressi copia lactis;et iam summa procul villarum culmina fumant,maioresque cadunt altis de montibus umbrae”.(Qui tuttavia potevi riposare questa notte con mesu verdi foglie; noi abbiamo frutti maturi,tenere castagne e abbondanza di formaggio.E già i tetti dei casolari fumano da lontano,e più grandi cadono dagli alti monti le ombre).

(Virg., Buc. I, vv. 80-84)

TIEMP’ BELL’E NA VOTA!Tra i tanti e importanti suoi compiti specifici, la Scuola ha anche quello, non meno pregnante, di operare scelte mirate, non casuali, che la tengano sempre saldamente ancorata alla società civile. E così, a

occupando anche delle “lucciole”. Cosa potete dirci in merito?F.Roveta: “Facciamo prevenzione, informazione sulle malattie sessualmente trasmissibili, sulla contraccezione. Collaboriamo con il Consultorio di Castel Volturno e una nostra mediatrice vi accompagna le ragazze per i controlli”S.Serraino: “Finora abbiamo incontrato 203 ragazze. Sono vulnerabili, spesso vittime di tratta, rischiano ogni giorno la vita”Fino a quando resterete qui? Dove e quando vi si può trovare “operativi” sul litorale?F.Roveta: “Siamo aperti dal lunedì al venerdì, dalle 15.30 alle 20.30. Il lunedì e il giovedì ci trovate a Pescopagano, il martedì a Destra Volturno, il mercoledì e il venerdì lungo la Domitiana”Cosa vi augurate per il futuro?F.Roveta: “Che non ci sia più bisogno di Emergency… ci consideriamo come un primo passo per garantire sanità gratuita a tutti”Non è stato certo un caso che la redazione d’Informare, nei mesi scorsi, ha fatto un intervista a Gino Strada, fondatore di Emergency, e dando sostegno alle loro iniziative. Abbiamo voluto verificare sul campo operativo il lavoro di queste persone, e siamo rimasti positivamente impressionati dalla capacità di questi professionisti straordinari, dotati di calore umano e sincera volontà di essere al servizio del prossimo, e fare i più sentiti complimenti a tutto lo Staff di Emergency, in primis a quello del Polibus di Castel Volturno.

Valeria Vitale - [email protected]

conclusione di una serie di incontri, di visite e di scambi sociali e culturali di cui abbiamo dato notizie nei numeri precedenti, trattiamo ora della visita didattico/educativa compiuta dalle classi 3ª-4ª-5ª della Scuola Primaria dell’Istituto Europa presso il caseificio “Ponte a Mare” di Castel Volturno.

Gli alunni entrano nel caseificio di buon mattino e subito diventano parte integrante del gruppo di lavoro che, con grande abilità e consumata maestria, attraverso le varie fasi di lavorazione, trasforma il latte di bufala nella famosissima e buonissima mozzarella dei Mazzoni. La famiglia dei Paolo, che gestisce il caseificio, ha una storia secolare; l’eccellenza della sua mozzarella è legata alle tecniche di lavorazione tramandate da padre in figlio, e ha avuto riconoscimenti nazionali e internazionali. Casa antica, famiglia antica, che ha fatto della lavorazione del latte la ragione stessa della propria esistenza.

Accompagna la scolaresca anche una persona anziana, “un vecchio, bianco per antico pelo”, interessato all’opera del “curatino” e dei suoi aiutanti; i loro gesti precisi, sicuri, i bidoncini a chiusura ermetica, le grandi tinozze di legno, i macchinari, le vasche e l’odore caratteristico dell’ambiente di lavoro, quasi per magia, riportano il vecchio ai “tempi belli di una volta” quando, “garzoncel furtivo”, pantaloncini corti e i “ciucittielli” ai piedi, di pomeriggio, dopo la scuola, con il fratello più piccolo, portava a “pascere” la “porcelloccia” e la “ciucciarella”. Spesso, nei giorni festivi e di domenica, si fermava alla masseria di “Mascabruno” e, incantato,

partecipava, con qualche servizio e soprattutto con la fantasia, al processo di lavorazione del latte di bufala, fino alla “mozzatura” operata dal “curatino” e dai mandriani, ai bocconcini, alle “ciliegie”, alle “trecce” e alla ricotta, tutti prodotti lavorati a mano con grande esperienza e competenza. Prodotti caseari dal profumo e dal sapore inconfondibili, dal gusto fresco, genuino, unico, tradizionale, ricchi di valori nutrizionali. Un intersecarsi spontaneo di tradizione e innovazione, squarci di vita bucolica e georgica di un tempo, contrapposti ai giorni problematici e addirittura tragici dell’età presente.

L’uomo, che crede di avere ormai conquistato il mondo e si avvia ad esplorare l’universo, stupida creatura, non s’accorge che è ormai sul baratro e sul punto di distruggere se stesso e il mondo. Il relativismo culturale e politico ed il materialismo economico globalizzati tengono il mondo incatenato ad una ormai troppo lunga crisi politica, sociale, economica e morale. Non vi sono ancora, purtroppo, sussulti di anime e di menti illuminate dalle quali potrebbero sbocciare i germi di un avvenire migliore, né, all’infuori di Papa Francesco, ci sono espressioni forti e voci valide, annunciatrici di una nuova erompente spiritualità.

La redazione dell’Istituto “Europa” di Castel Volturno:

Dott. Leopoldo PapararoIns. Maria FerraraIns. Angela MiglioreDirettrice Didattica Dott.ssa Barbara Papararo

United NationsEducational, Scienti�c and

Cultural Organization

Istituto "EUROPA"Member of UNESCOAssociated Schools

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30SPECIALE MONDRAGONE

“Un tempo per dedicarsi a se stessi” così il Vescovo della Diocesi di Sessa Aurunca Sua Eccellenza Mons. Orazio Francesco Piazza, con una lettera aperta, augura buone vacanze a tutti i villeggianti che nel periodo estivo decidono di trascorrere momenti di relax, lontani da ritmi frenetici quotidiani, ricordando che la vacanza non è solo assenza dal lavoro e condizione per creare uno “spazio libero”, ma anche rispetto per il territorio in cui si decide di trascorrere momenti di divertimento e tranquillità. “Carissimi amici ospiti, benvenuti tra noi, con la certezza di offrirvi nelle nostre comunità accoglienza, amicizia e disponibilità per ridurre “qualche disagio” che inevitabilmente si genera con l’incremento di presenze che si aggiungono ai residenti. È la gioia di accogliervi e di fare spazio alle vostre gradite persone, nella consapevolezza che ogni incontro porta nuove opportunità di relazioni e di maggiore sensibilità personale e sociale. Voi che amate i nostri “luoghi” siete amati da noi e insieme possiamo e dobbiamo contribuire a conservarli nella loro integrità e a rendere ancora più evidente la loro bellezza. Come per il tempo, che è reso sereno ed è qualificato dal modo di viverlo e di impegnarlo, così anche i luoghi assumono il “volto” della personale

Sua ECCELLEnza MOnSIgnOr PIazza:

“GODETE DELLA GRANDE BELLEZZADI UNA TERRA AMATA E BENEDETTA DA DIO”

INTERVISTA AL CONSIGLIERE COMUNALE DOTT. LUIGI MASCOLO

a cura di: Ada Marcella Panetta Foto a cura di Valentina Panetta

cura e del rispetto del loro naturale fascino. Aiutateci a difendere e a valorizzare questa Terra che voi ammirate e che avete scelto come meta del soggiorno estivo. Da parte mia, come espressione dell’intera Comunità diocesana, porgo il benvenuto a tutti Voi, invocando l’aiuto del Signore per questo vostro tempo di riposo. Rigenerate il corpo, la mente, il cuore, lo spirito! State con voi stessi, abitate con maggior serenità il vostro cuore, per vivere relazioni serene e fiduciose; ritrovate il gusto dello stare insieme e del vivere bene in questa “temporanea comunità” delle vostro tempo di villeggiatura. Rientrate nel cuore per avere anche il silenzio della preghiera e della contemplazione, oltre il frastuono rumoroso del quotidiano; rispettate la “necessità” di chi vi sta vicino, senza invadenze e prevaricazioni, per rilassare la persona e riconsegnarla, dopo un giusto tempo di pausa, al vissuto ordinario. Rientrare in se stessi e pregare, libera il cuore dall’intasamento di molti pensieri che diventano vincoli e resistenze per accogliere una condizione di maggior equilibrio che possa riconciliare con se stessi e con gli altri. Vi auguro, nel Signore, una buona vacanza per riposarvi, vivere in amicizia e godere della “grande bellezza” di una Terra amata e benedetta da Dio”.

Il 14 Febbraio presso il cinema Ariston di Mondragone si è tenuto il convegno sul Progetto Bandiera Blu. Ad oggi a che punto siamo? Quali sono le novità per la realizzazione di questa importante iniziativa?A livello locale, non abbiamo informazioni oggettive sullo stato nazionale dei lavori anche perché quello di Bandiera Blu, forse non è nemmeno una progettualità diretta della regione Campania ma è affidata ad una società esterna che è l’ARCADIS per quanto ci risulti. I fondi, come ci diceva il Presidente Caldoro quando è stato qui da noi a Mondragone, pare che ci siano, però non sappiamo a questo punto a che livello è il progetto e se è in fase operativa. Il più delle volte per questioni burocratiche, la politica considera già concluse cose che nei fatti ancora non sono iniziate. Siamo nel pieno della stagione estiva. Mondragone, così come tutto il Litorale Domitio, gode di una grandissima risorsa che è il mare. Una vera e propria ricchezza per il nostro territorio. Come si può rilanciare il turismo mondragonese?Osserviamo purtroppo, a livello turistico, quelle che sono le rovine di una vicenda, che se vogliamo, non è solo di carattere amministrativo. Siamo vittime, malauguratamente, del duplice esodo degli sfollati del terremoto degli anni Ottanta. Dopo questa vicenda, abbiamo la responsabilità di non esserci saputi riprendere, di non aver saputo rilanciare il turismo mondragonese. Non abbiamo saputo reinventare una risposta adeguata dal punto di vista imprenditoriale, ma anche agricolo-economico. La questione rifiuti a Mondragone rappresenta una macchia nera per la città, soprattutto nel periodo estivo. Cosa si sente di dire, come consigliere di opposizione, a coloro che non rispettano le regole e che abbandonano rifiuti indifferenziati?

Una nostra triste tradizione è quella di non essere molto attenti a quelle che sono le regole. Non sempre questo ci rende migliori: le regole vanno rispettate perché creano un contesto più vivibile e accettabile. Purtroppo una buona parte di cittadini il più delle volte non rispetta questo tipo di regole e vanno assolutamente sensibilizzati . Non tanto perché ci sono leggi che glielo impongono, piuttosto che ordinanze o multe, ma debbono farlo per i loro figli e per migliorare il contesto in cui vivono.Questo problema è legato anche alla presenza di cittadini comunitari ed extracomunitari presenti nella città che non fanno la raccolta differenziata?Si esigono maggiori controlli e questa è in parte responsabilità dell’amministrazione. Un problema che poteva essere risolto diversamente. Dalle responsabilità non si escludono anche i cittadini mondragonesi, che non amando i propri figli, e aggiungo il proprio patrimonio, spesso affittano appartamenti a numerose famiglie, rendendo invivibile l’ambiente all’interno dell’appartamento e all’esterno. Sarebbe opportuno che i mondragonesi in possesso di immobili facessero più attenzione. Già in passato io e alcuni membri dell’opposizione proponevamo maggiori controlli, di sicuro avrebbero ridotto un problema che ora rischia di essere più difficile da risolvere.Mondragone può rinascere?Io di questo sono convinto. Mondragone ha delle potenzialità. Con un contesto sociale più coeso, con una politica più armonica meno frammentata da lotte interne e un pizzico di imprenditoria più saggia, più intelligente, Mondragone può avere sicuramente la sua rinascita.

Ada Marcella Panetta

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Come è iniziata l’estate mondragonese?Purtroppo il questi primi giorni d’estate il clima non ci ha aiutati, al di là di questo bisogna dire che un po’ di crisi economica si è fatta sentire soprattutto per quanto riguarda i “forestieri”, anche se gli abbonamenti da parte dei mondragonesi sono rimasti invariati. L’amministrazione comunale è vicina alle vostre esigenze? Appoggia e rafforza l’operato di voi imprenditori balneari? Le iniziative fatte dall’attuale amministrazione si sono avvertite, soprattutto per quanto riguarda la pulizia e l’ordine delle spiagge. Ancora non ho avuto la possibilità di leggere il programma di quest’estate, ma sono sicuro che ci saranno serate dedicate all’intrattenimento e al divertimento. Spero che questa vicinanza sia ancora più forte da parte dell’amministrazione e dell’assessorato al turismo. Mi auguro che sia una buona estate per tutti!Lei che opera in questo settore pensa che si possa parlare ancora di turismo mondragonese?Bella domanda! Rischia di diventare soltanto turismo mondragonese. Abbiamo la fortuna di possedere questa grande ricchezza che non ci costringe a spostarci altrove, ma il “il vecchio avventore” che in passato frequentava queste zone, oggi preferisce altri luoghi, perché forse non trova le condizioni favorevoli, questo lo lasciamo capire agli esperti. Se si vuole davvero rilanciare il turismo bisogna incentivare quelle che sono le esigenze dei giovani e frazionare gli affitti mensili in affitti settimanali, come qualcuno sta già facendo. Quali servizi offre il Lido Cin Cin ai villeggianti quest’estate?Abbiamo un bellissimo servizio diurno con l’animazione, mini club, balli di gruppo, piscina e ristorante. In serata divertimento per tutti i giovani allo Chalet Cin Cin!

INTERVISTA A PIETRO SPINOSA, IMPRENDITORE BALNEARE DEL LIDO CIN CIN DI MONDRAGONE

ALCUNI IMPORTANTI E IMPERDIBILI APPUNTAMENTI CON L’ESTATE MONDRAGONESE 2014…•Festa della Madonna dell’Assunta

Solenne processione della Madonna dell’Assunta , la cui statua viene portata per mare e scortata da un suggestivo corteo di barche illuminate da fiaccole. La processione inizia dalla località “Le Vagnole” e, per tutto il tragitto , viene salutata dai vari lidi balneari, accompagnata da uno spettacolo di fuochi pirotecnici. Si conclude con lo sbarco al pontile in Piazza Mario Conte, con la solenne benedizione ai fedeli . Una tradizione che vede la presenza di numerosissimi fedeli non solo mondragonesi. La festa è organizzata da Don Osvaldo Morelli presidente onorario delle festività e dal direttore esecutivo Giovanni Grieco, il quale ha dichiarato : “ringrazio il comitato festeggiamenti e in particolare il parroco”.10 Agosto sbarco della Madonna partenza 20,30 dalla località Baia Azzurra12 Agosto artisti di strada – Viale Margherita13 Agosto degustazione prodotti tipici locali mondragonesi – Viale Margherita 14 Agosto Corteo storico biblico15 Agosto Messa dell’Aurora alle 5,30 presso la Chiesa di San Rufino - In serata Sagra della “Scrippella”16 Agosto Orchestra Spettacolo “Notti Magiche”17 Agosto Concerto live in Piazza Falcone ore 21,00 il famoso gruppo storico degli anni 70-80 : “I Collage” direzione artistica L’azzurra spettacoli, promoter Benito Panetta

•9 Agosto CALICI SOTTO LE STELLE presso centro storico di Mondragone Piazza Umberto I. Un appuntamento imperdibile, una grande occasione d’incontro tra l’uomo ed il vino, in una bellissima atmosfera dove arte e tradizione si fondono tra loro. Un momento di degustazione, arte e spettacolo.

•6 Agosto L’associazione sportiva “Gulliver” presenta: Manifestazione sportiva di Taekwondo alle ore 21,30 presso Piazza M.L.Conte, Mondragone. Un bellissimo evento sportivo organizzato dal Team Invito con i maestri Antonio e Raffaele Invito.

SPECIALE MONDRAGONE a cura di: Ada Marcella Panetta Foto a cura di Valentina Panetta

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PER PINETAMARE UN NUOVOCOMPLESSO PARROCCHIALEPADRE ANTONIO INVITA LA COMUNITÀ: “IL 10 AGOSTO ALLE 19.30 PORREMO LA PRIMA PIETRA DI UN PROGETTO AVANGUARDISTICO”

Dopo tanta burocrazia, pacifiche proteste contro la vecchia amministrazione comunale e peripezie varie, Padre Antonio e la Comunità cristiana di Castel Volturno riescono ad ottenere la concretizzazione del progetto avanguardistico che riguarda il nuovo complesso parrocchiale Santa Maria del Mare. La costruzione di una nuova chiesa e di infrastrutture connesse ad essa avverrà in poco più di 2 anni. Il Parroco di Pinetamare invita la comunità di fedeli a presenziare alla posa della prima pietra domenica 10 Agosto ore 19.30 all’esterno dell’attuale parrocchia, proprio dove sorgerà il futuro altare di una nuova casa dei fedeli castellani per mezzo di un progetto futuristico costato circa 4 milioni di euro. Padre Antonio, ci illustri il progetto del nuovo complesso parrocchiale di Santa Maria del Mare.Quando sono arrivato 44 anni fa a Pinetamare, c’erano solamente 25 famiglie e la Chiesa attuale era più che sufficiente per “servire” anche i fedeli che venivano dalla Domitiana. Col tempo, però, la zona si è affollata e si è ritenuta necessaria la costruzione di una nuova chiesa. In tal senso, si è ideato un progetto che non solo comprende l’edificazione di una chiesa

nuova di oltre 900 mq, bensì anche di opere ad essa annesse quali un teatro, un oratorio per i ragazzi, una chiesetta piccola per l’inverno e il periodo feriale, un palazzetto di 17 aule per il catechismo, 2 appartamenti (uno per il parroco e uno per il Vice parroco), un auditorium con 3-400 posti a sedere e infine spazi esterni. Questo progetto fu presentato tempo addietro alla commissione Arte Sacra di Roma che doveva finanziare l’opera con 4 milioni di euro, però abbiamo trovato delle difficoltà per l’approvazione al Comune di Castel Volturno nonostante avessimo i pareri favorevoli dell’area idro-geologica, della forestale, ecc. La loro opposizione ci costrinse a fare una protesta pacifica fin quando non furono costretti a firmare tutte le pratiche, anche perché da Roma ci sollecitarono affinché si fosse fatto uso di questi finanziamenti perché avremmo rischiati di perderli. Dopo ulteriori passaggi burocratici, oggi abbiamo questa realtà da poter realizzare e domenica 10 agosto alle ore 19.30, all’esterno dell’attuale parrocchia, porremo la prima pietra del futuro nuovo altare. Ci sarà il Vescovo di Capua da cui dipendiamo, le autorità locali e un invito molto esteso alle persone della comunità. L’impresa che ha avuto questo incarico, costretta ad abbattere i costi per accaparrarsi l’appalto, hanno velocizzato la previsione della tempistica dei lavori da 3 a 2 anni. Sperando di non trovare intoppi cammin facendo, ci ritroveremo un complesso all’avanguardia, futuristico per tutte queste strutture annesse alla chiesa, utili per attività pastorali, giovanili e non solo.

Quindi sarà abbattuta l’attuale parrocchia?Sì, tutto ciò che esiste ora andrà giù per dare spazio alla nuova costruzione.

Nel frattempo, dove dovranno recarsi i fedeli?Per quanto riguarda il catechismo, questo sarà fatto nelle aule della Scuola dell’Infanzia “Carlo Collodi” in viale delle mimose. Cercheremo di far abbattere il complesso parrocchiale più tardi il possibile, ma quando dovremo andar via ci trasferiremo momentaneamente a Fontana Blue, dove c’è un’altra chiesa per poter celebrare la messa.

Che tipo di partecipazione avete riscontrato dalla nuova amministrazione comunale?Sono subentrati in un momento in cui le pratiche erano già chiuse però abbiamo riscontrato un grande entusiasmo, soprattutto da parte del sindaco Russo, il quale sarà presente il 10 agosto e vorrà presenziare ad ogni manifestazioni che terremo nel nostro nuovo complesso parrocchiale.

Fabio Corsaro

Titolo: Il Vangelo dietro le sbarreAutore: Antonio SpagnoliEditore: AVEAntonio Spagnoli, docente di religione e collaboratore dell’Ufficio della pastorale scolastica della diocesi di Napoli, ha scritto il libro “Il Vangelo dietro le sbarre”, un semplice racconto di “un’esperienza di annuncio in carcere”, come recita il sottotitolo. Infatti, nel

NAPOLI, MISSION POSSIBLE: FARE REALTÀ IL SOGNO SCUDETTO Quando i progetti sono farciti di grandi intenzioni, bilanci mai in rosso, buoni risultati, una mentalità vincente e di basi solide per la costruzione di una squadra che non necessita stravolgimenti tecnico-tattici, allora si è decisamente sulla strada giusta. Il Napoli è fucina di grandi ambizioni e, avendo in panchina un uomo come Benitez, troppo intelligente per commettere gli stessi errori dello scorso anno, ci si può aspettare una stagione sorprendente che consegui titoli e risultati soddisfacenti. Il calciomercato negli ultimi 12 mesi sembra aver garantito colpi mediaticamente poco “clamorosi” ma acquisti risultati di prim’ordine, tutti costati poco per quanto dimostrato in campo: vedi Rafael, Henrique, Ghoulam, Jorginho, Mertens, Callejon e magari quest’anno anche i neo acquisti come Koulibaly e Michu. Il ritorno in campo di Zuniga e una ripresa psicologica di Hamsik rappresentano in partenza una forza in più per la squadra. Inoltre, la rosa già rodata da un anno con Benitez non ha più scusanti in senso di “ambientamento” ad un nuovo tipo di calcio e di tattica. Servono, quindi, innesti mirati che facciano definitivamente fare il salto di qualità ad una squadra già pronta ma non ancora ampiamente all’altezza di grandi sfide in Europa e con l’obiettivo di vincere lo scudetto in Italia.Insomma, è un Napoli work in progress che si prepara per iniziare ad affrontare una stagione ricca di eventi, opportunità e la voglia di riempire la bacheca e di fare realtà il sogno scudetto. Fabio Corsaro

libro si condivide l’esperienza di alcune persone dell’Azione cattolica, che dal 2007 si impegnano nel “Progetto carcere”, ossia nel fare catechesi nel carcere di Poggioreale.Nella prima parte del libro vengono riportati i momenti salienti di questi anni di evangelizzazione, mentre nella seconda parte vengono offerte delle linee essenziali per orientarsi nell’annuncio della Parola.“Questo non è l’ennesimo libro di analisi sociologica, ma vera espressione di vita” afferma Francesco Miano

che ne ha curato la prefazione.L’ordinamento penitenziario all’art. 17 sollecita l’azione dei volontari e l’operato dell’Azione cattolica è animato da spirito costituzionale e cristiano, muovendosi proprio in conformità ai principi di assistenza, solidarietà e carità.Nel libro si va oltre il semplice volontariato. Lo stesso Spagnoli afferma: “la gioia è immensa quando dopo un certo periodo di catechesi si fa breccia in alcuni il desiderio di cambiare vita- e aggiunge -è straordinario come a volte basti mettere solo la propria disponibilità all’ascolto per ottenere grandi traguardi. Il più bel regalo da fare ad un amico è il tempo”. Decisamente coinvolgenti ed emozionanti sono le testimonianze di alcuni detenuti che in momenti di solitudine e disagio hanno ritrovato la fede e la speranza grazie all’aiuto dell’Azione cattolica, e le poesie di Michele e Giovanni, raccolte nel libro, racchiudono tutta la sofferenza di chi sa di aver sbagliato ma anche il desiderio di svoltare pagina e condurre una vita dignitosa e onesta.

SI INVITANO TUTTI I FEDELI ALLA POSA DELLA PRIMA PIETRA IL 10 AGOSTO 2014

di Fulvio Mele

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Associazione Vivimodopatrocini

Consiglio Regionale della CampaniaProvincia di Caserta

Comune di MondragoneENCI

AssocaniliGruppo Cinofilo Partenopeo

sostenitoriRifugio Agro Aversano

mondragone CE(domitiana km20)

gps (41.0947, 13.9268)

info 0823 1811974 393 9585397

*il primo parco&museo del cane

foof.it

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38FISCO NEwS

LE RUBRICHE DI

Questo mese vi parlo di quanto sono importanti le giuste combinazioni alimentari.La digestione dei cibi aventi caratteristiche chimiche diverse, richiede diversi tipi di suc-chi gastrici. Evitiamo quindi troppe qualità di cibo nello stesso piatto. Prendiamo esempio dagli animali in libertà: mangiano cibi semplici, spesso un alimento per volta e non hanno problemi digestivi. Solo l’uomo, privo di buon senso, ama riempirsi di cibo non della specie cui appartiene, con il risultato di convivere con fermentazioni e putrefazioni continue, che lo intasano e rendono deboli le già stanche difese immunitarie. E poi ci si lamenta dei tanti malesseri!! “Tanto di poco” e non “ poco di tutto”, con due litri d’acqua come prescritto dalla disedu-cazione nutrizionistica. Cibi semplici, sani, non manipolati, non smetterò mai di ripeterlo, senza troppe mescole nel medesimo piatto. Si varia, ma tra un pasto e l’altro e tra un giorno e l’altro. Non bisogna mai alzarsi da tavola troppo sazi; se così fosse vorrebbe dire che abbiamo ecceduto nelle quantità. Fare quindi pasti più piccoli e frequenti, gli spuntini alleggeriscono i pasti principali per cui sono molto utili. Tornan-do alle giuste combinazioni, gli amidi li pos-siamo mangiare con le verdure verdi ma non con la frutta e le proteine, la frutta dolce non è compatibile con quella acida tipo agrumi; le proteine con le insalate ma non con gli amidi. I vegetali invece sono compatibili con la maggior parte dei cibi. Sono tante le cose che ho da dire in questo mensile che titolo non poteva avere più appropriato, “Informare”, già perché è farvi riflettere su alcune cose quello a cui aspiro. Non voglio parlare a una nicchia, sulla mia pagina FB “ Curiamoci mangiando” ho tanti vegetari-ani, vegani che mi seguono; cerco un pubblico aperto mentalmente e curioso. Capisco che non è facile abbattere dei pregiudizi culturali così radicati e mettere in discussione quei principi alimentari nei quali si è sempre creduto per buona fede, ma, farsi delle domande sulla propria salute, quanto questa dipenda da quello che mettiamo nel nostro piatto è già un inizio per arrivare al nostro benessere.

Daniela Contessa NATUROPATAPagina FB “Curiamoci mangiando”

Le Buganvillee sono arbusti rampicanti, con fusti volubili, spesso spinosi, e foglie sempreverdi, di colore verde brillante, chiaro, i fiori delle buganvillee sono minuscoli, di colore bianco o crema, tipicamente rosa fucsia. In linea generale sono piante vigorose e dallo sviluppo abbastanza veloce, che tendono a produrre una cascata di rami e foglie, che in estate si ricoprono di numerosissime infiorescenze, riunite in gruppi di tre, decisamente molto appariscenti.

Si sono così ben adattate al clima mediterraneo, che in effetti sono considerate ormai piante tipiche della nostra vegetazione, anche se in genere è difficile vederle svilupparsi allo stato selvatico, mentre più probabile è vederle nei giardini e nei parchi, soprattutto nelle zone costiere. Le buganvillee sono piante che amano il sole, solo la coltivazione in pieno sole garantisce una buona fioritura, mentre se poste all’ombra daranno origine ad un arbusto ricco di fogliame, ma privo di infiorescenze. Temono leggermente il freddo invernale, e per questo motivo vengono spesso coltivate in luoghi riparati dal vento, su terrazzi e balconi, in modo da poter essere protette in caso di gelate. Prediligono terreni decisamente molto ben drenati, il ristagno idrico può causare occasionalmente la perdita delle foglie, ma se persistente può portare anche a danni gravi alle radici, e alle ramificazioni. Le annaffiature si forniscono solo quando il terreno è decisamene ben asciutto, da marzo a ottobre, evitando gli eccessi, ed evitando anche di lasciare il terreno saturo d’acqua per lunghi periodi di tempo, nei mesi freddi si annaffia sporadicamente. La potatura avviene a fine inverno, per levare i rami rotti dal vento o dalle intemperie, e quelli eccessivamente piccoli, per favorire la produzione di molti nuovi germogli. Non vengono colpite in modo eccessivo dagli insetti o dalle malattie fungine. Bellissima pianta con una passato pioniero, la Bougainvillea, riceve il suo nome in memoria dell’ammiraglio che era a capo della spedizione durante la quale si scoprirono i primi esemplari di questo straordinario rampicante, Luois Antoine de Bougainville

Rosario Maisto

VIVAISTA SALUTE E BENESSERE

770: PROROGA ARRIVATALa proroga del 770 è arrivata: lo ha confermato il Ministro Zanetti sulla sua pagina Facebook. Si deve decidere ancora la data, che dovrebbe essere il 15 o il 19 Settembre 2014 come nuova scadenza. A breve l’Agenzia delle Entrate manderà una circolare e poi, successivamente, il Governo procederà.LAVORO: INCENTIVI PER L’ASSUNZIONE DI DISABILIIl Ministero del Lavoro ha pubblicato il de-creto direttoriale n. 155 del 12 maggio 2014 di ripartizione dei fondi tra le diverse regioni atti a sostenere l’assunzione di disabili. Si sbloccano così delle risorse previste dall’art. 13 della L. n. 68/99. I contributi dovranno essere riconosciuti dai servizi provinciali competenti sul territorio a quei datori di lavoro che, al fine di favorire l’inserimento lavorativo dei disabili, abbiano stipulato convenzioni di cui all’art. 11 della legge citata, aventi come oggetto la determina-zione di un programma mirante all’occupazione.LAVORO: INCENTIVO PER L’ASSUNZIONE DI DONNE RESIDENTI IN AREE SVAN-TAGGIATECausa il mancato rinnovo della Carta degli aiuti a finalità regionale, dal 1° luglio 2014 non è possibile riconoscere i benefici previsti per l’assunzione donne di qualsiasi età residenti in aree svantaggiate e prive di un impiego rego-larmente retribuito da almeno sei mesi. Lo ha comunicato l’INPS con messaggio n. 6235. La Carta, originariamente valida fino al 31 dicem-bre 2013, era stata prorogata fino al 30 giugno 2014; nel frattempo non è intervenuto il suo rinnovo. Le procedure di elaborazione automat-ica dei moduli 92-2012 sono state aggiornate per rigettare le eventuali istanze che dovessero essere inoltrate.

Da: notizie fiscali flash

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