Inclusione, diversità e funzionamento Dall’assessment dei bisogni educativi speciali (BES) con...

118
Inclusione, diversità e funzionamento Dall’assessment dei bisogni educativi speciali (BES) con l’ICF alla definizione di percorsi inclusivi Adriano Grossi 10.4.2014

Transcript of Inclusione, diversità e funzionamento Dall’assessment dei bisogni educativi speciali (BES) con...

  • Slide 1
  • Inclusione, diversit e funzionamento Dallassessment dei bisogni educativi speciali (BES) con lICF alla definizione di percorsi inclusivi Adriano Grossi 10.4.2014
  • Slide 2
  • Indice Inclusione, dopo lintegrazione Personalizzare ed individualizzare Tipologia dei BES Farsi carico della diversit speciale, variegata, mossa, inevidente: normale? Il paradigma dell'inclusione. I fondamentali dell'icf: la salute al centro, un'idea olistica di persona, l'altra disabilita'. Usiamo lICF per leggere la fenomenolgia scolastica. 10.4.2014
  • Slide 3
  • Inclusione, dopo lintegrazione 10.4.2014
  • Slide 4
  • Direttiva 27.12.2012 Gli alunni con disabilit si trovano inseriti allinterno di un contesto sempre pi variegato, dove la discriminante tradizionale - alunni con disabilit / alunni senza disabilit - non rispecchia pienamente la complessa realt delle nostre classi. Anzi, opportuno assumere un approccio decisamente educativo, per il quale lidentificazione degli alunni con disabilit non avviene sulla base della eventuale certificazione, che certamente mantiene utilit per una serie di benefici e di garanzie, ma allo stesso tempo rischia di chiuderli in una cornice ristretta. 10.4.2014
  • Slide 5
  • Direttiva 27.12.2012 A questo riguardo rilevante lapporto, anche sul piano culturale, del modello diagnostico ICF (International Classification of Functioning) dellOMS, che considera la persona nella sua totalit, in una prospettiva bio-psico-sociale. Fondandosi sul profilo di funzionamento e sullanalisi del contesto, il modello ICF consente di individuare i Bisogni Educativi Speciali (BES) dellalunno prescindendo da preclusive tipizzazioni 10.4.2014
  • Slide 6
  • Direttiva 27.12.2012 In questo senso, ogni alunno, con continuit o per determinati periodi, pu manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta Va quindi potenziata la cultura dellinclusione, e ci anche mediante un approfondimento delle relative competenze degli insegnanti curricolari, finalizzata ad una pi stretta interazione tra tutte le componenti della comunit educante. 10.4.2014
  • Slide 7
  • 1) Direttiva 27.12.2012 Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e organizzazione territoriale per linclusione. 2) C.M. n. 8 del 6 marzo 2013, Direttiva 27.12.2012 Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e organizzazione territoriale per linclusione. 3) CM 27 giugno 2013 Piano annuale per linclusivit- Direttiva 27.12.2012. 4) C.M. 22.11.2013 Strumenti di intervento per alunni BES A S 2013-14 Chiarimenti. 10.12.2013 Riferimenti normativi 10.4.2014
  • Slide 8
  • CM 22.11.2013 Resta fermo che il corrente anno scolastico dovr essere utilizzato per sperimentare e monitorare procedure, metodologie e pratiche anche organizzative con lobiettivo comune di migliorare sempre pi la qualit dellinclusione. 10.12.2013 10.4.2014
  • Slide 9
  • Definire limpegno ultimo disegnato dalla C.M. 27.6.2013 e dalla C.M. 22.11.2013: linclusione e personalizzazione. 10.4.2014
  • Slide 10
  • Integrazione Lidea di integrazione si focalizza sul singolo: fornire aiuti perch il disabile sia integrato e tuttuno con lambiente. Da integer. 10.4.2014
  • Slide 11
  • Inclusione 10.4.2014
  • Slide 12
  • 10.12.2013 Inclusione (inclusion): il processo attraverso il quale il contesto scuola, attraverso i suoi diversi protagonisti (organizzazione scolastica, studenti, insegnanti, famiglia, territorio) assume le caratteristiche di un ambiente che risponde ai bisogni di tutti i bambini e in particolare dei bambini con bisogni speciali. Inclusione 10.4.2014
  • Slide 13
  • INCLUSIONE Dalladattamento degli alunni alladattamento richiesto allistituzione e agli insegnanti. 10.4.2014
  • Slide 14
  • Inclusione Inclusione= in-claudo (non chiudo dentro, ma fare in modo che ciascuno si senta parte di un gruppo, a prescindere dalle suediversit- differenze, disabilit e svantaggi. ) Quindi non solo presenza fisica, ma sensata volta a promuovere lo sviluppo di capacit, abilit e potenzialit. 10.12.2013 10.4.2014
  • Slide 15
  • Impegno programmatico del GLI (ex GLHI) Il P.A.I., infatti, non va inteso come un ulteriore adempimento burocratico, bens come uno strumento che possa contribuire ad accrescere la consapevolezza dellintera comunit educante sulla centralit e la trasversalit dei processi inclusivi in relazione alla qualit dei risultati educativi, per creare un contesto educante dove realizzare concretamente la scuola per tutti e per ciascuno Il P.A.I. non va dunque interpretato come un piano formativo per gli alunni con bisogni educativi speciali, ad integrazione del P.O.F. (in questo caso pi che di un piano per linclusione si tratterebbe di un piano per gli inclusi). CM 27.6.2013 Adriano Grossi 6.11.201310.12.2013 10.4.2014
  • Slide 16
  • Impegno programmatico del GLI (ex GLHI) Il P.A.I. non quindi un documento per chi ha bisogni educativi speciali, ma lo strumento per una progettazione della propria offerta formativa in senso inclusivo, lo sfondo ed il fondamento sul quale sviluppare una didattica attenta ai bisogni di ciascuno nel realizzare gli obiettivi comuni, le linee guida per un concreto impegno programmatico per linclusione, basato su una attenta lettura del grado di inclusivit della scuola e su obiettivi di miglioramento, da perseguire nel senso della trasversalit delle prassi di inclusione negli ambiti dellinsegnamento curricolare, della gestione delle classi, dellorganizzazione dei tempi degli spazi scolastici, delle relazioni tra docenti, alunni e famiglie . 10.12.2013 10.4.2014
  • Slide 17
  • PAI:Piano Annuale di Inclusivit Il Piano annuale per linclusivit deve essere inteso come un momento di riflessione di tutta la comunit educante per realizzare la cultura dellinclusione, lo sfondo ed il fondamento sul quale sviluppare una didattica attenta ai bisogni di ciascuno nel realizzare gli obiettivi comuni, non dunque come un ulteriore adempimento burocratico ad integrazione del Piano dellofferta formativa. 10.4.2014
  • Slide 18
  • a. 2013-14 revisione dellofferta formativa con inserimento dei criteri generali che listituzione scolastica autodefinisce in ordine alle varie possibili e particolari forme di personalizzazione dellinsegnamento di tutela delle fragilit, di interventi di riduzione del rischio. (nota USR 29.5.2013). Adriano Grossi 6.11.201310.12.2013 10.4.2014
  • Slide 19
  • Piano Annuale di Inclusivit Adozione di una didattica personalizzata, calibrata, profilata, che dia pi opportunit per il successo di tutti, in specie degli alunni con BES. Non solo strumenti, ma sguardo complessivo che organizzi il contesto. Riflettere sul grado di inclusione in atto nella Scuola (cfr.Index per linclusione, Centre for Studies on Inclusive Education). Formulare un piano entro giugno che diventi parte integrante del POF. 10.12.2013 10.4.2014
  • Slide 20
  • POF PAI Una scuola inclusiva quando in grado di accogliere le diversit/differenze e di costruire percorsi individualizzati capaci di portare ciascun allievo, dati i livelli di partenza, al massimo livello possibile di formazione - unorganizzazione capace di far apprendere ciascun allievo Il POF di una scuola inclusivo quando prevede nella quotidianit azioni da compiere, interventi da adottare e progetti da realizzare la possibilit di dare risposte precise ad esigenze educative individuali; per cui la presenza di alunni disabili non unemergenza da presidiare o un incidente di percorso, ma un evento che richiede una riorganizzazione del sistema gi individuata in via previsionale e che rappresenta unoccasione di crescita per tutti 10.4.2014
  • Slide 21
  • Personalizzare ed individualizzare 10.4.2014
  • Slide 22
  • Sotto la lente Personalizzazione dellinsegnamento 10.12.2013 10.4.2014
  • Slide 23
  • La scuola realizza appieno la propria funzione pubblica impegnandosi, in questa prospettiva, per il successo scolastico di tutti gli studenti, con una particolare attenzione al sostegno delle varie forme di diversit, di disabilit o di svantaggio. 10.12.2013 Indicazioni Nazionali 2012 10.4.2014
  • Slide 24
  • Questo comporta saper accettare la sfida che la diversit pone: innanzi tutto nella classe, dove le diverse situazioni individuali vanno riconosciute e valorizzate, evitando che la differenza si trasformi in disuguaglianza; inoltre nel Paese, affinch le situazioni di svantaggio sociale, economiche, culturali non impediscano il raggiungimento degli essenziali obiettivi di qualit. . 10.12.2013 Indicazioni Nazionali 2012 10.4.2014
  • Slide 25
  • Le finalit della scuola devono essere definite a partire dalla persona che apprende, con loriginalit del suo percorso individuale e le aperture offerte dalla rete di relazioni che la legano alla famiglia e agli ambiti sociali 10.12.2013 Indicazioni Nazionali 2012 10.4.2014
  • Slide 26
  • Personalizzazione Ovviamente ci riferiamo non allaccezione commerciale dominante nel mercato che vuole attrarre clienti. Scegli tu- Portabilit- Tutto in tasca o nella borsetta Si affaccia sulla scena negli anni 70 (Hoz, Leducazione personalizzata, La Scuola Brescia) Ma trova riconoscimento con la normativa della Riforma Moratti (L 53/03 e DM 59/04 ). Poi . Indicazioni per Curriculo .Linee guida per i DSA 10.4.2014
  • Slide 27
  • Personalizzare 10.12.2013 o E unidea che appartiene alla storia della pedagogia: personalismo cattolico (Mounier, Maritain): valore della persona integralmente definita, aspetti di senso (etici e religiosi). o Persona deriva da maschera che copre il volto dellattore. o Quindi sviluppare la persona= scoprire il VOLTO, lautenticit, lidentit, dinamizzare le capacit e le competenze. o La persona non , ma la persona diviene, si diventa persona. o Sviluppare al massimo le qualit personali di ciascuno : il talento. 10.4.2014
  • Slide 28
  • Personalizzare E una differenziazione volta a sviluppare le motivazioni, il potenziale di ciascuno e le doti personali. Personalizzare, valorizzare la persona umana, le differenze e l identit di ciascuno. Indicare mete rispettose del potenziale di apprendimento di ciascuno. Diversificare non solo le strade, ma anche gli obiettivi. Rendere significativo lapprendimento, anche con ladozione di misure dispensative e di strumenti compensativi senza arrivare allesonero. 10.12.2013 10.4.2014
  • Slide 29
  • Il PDP va quindi inteso come uno strumento in pi per piegare la metodologia alle esigenze dellalunno, o meglio alla sua persona, rimettendo alla discrezionalit dei docenti la decisione in ordine alle scelte didattiche ed ai percorsi da seguire. 10.4.2014 Personalizzare
  • Slide 30
  • E tutto questo non equivale al lavoro 1:1 tra docente ed allievo, ma si basa sulla capacit di differenziare le attivit didattiche. Non PDP per lalunno .. Come differenziare le programmazioni che sembrano tutte uguali? Superare il problema del disimpegno, interesse, apatia. Trovare percorsi flessibili. Non abbassare i contenuti. Attivit sensate. 10.4.2014
  • Slide 31
  • INDIVIDUALIZZARE Stessi obiettivi, strade diverse Obiettivi fondamentali raggiunti da tutti: essenzializzare, ma con percorsi specifici. Recupero/potenziamento 10.4.2014
  • Slide 32
  • Didattica personalizzata Rivede obiettivi comuni a favore di preferenze o talento E impegnativa. Va oltre gli obiettivi comuni, guarda al successo formativo E in gran parte da costruire : molti mediatori, rispetto degli stili, ecc 10.4.2014
  • Slide 33
  • l PDP non ... Una mera esplicitazione di strumenti compensativi e dispensativi per gli alunni con DSA 10.4.2014
  • Slide 34
  • Per BES non certificati o segnalati "......si evidenzia, in particolare, la necessit di elaborare un percorso individualizzato e personalizzato per alunni e studenti con bisogni educativi speciali, anche attraverso la redazione di un Piano Didattico Personalizzato, individuale o anche riferito a tutti i bambini della classe con BES Direttiva 27.12.2012 10.4.2014
  • Slide 35
  • E' compito dei Consigli di classe o dei teams dei docenti nelle scuole primarie indicare in quali altri casi (oltre gli alunni con DSA)sia opportuna e necessaria l'adozione di una personalizzazione della didattica ed eventualmente di misure compensative o dispensative... 10.4.2014
  • Slide 36
  • Ove non sia presente certificazione clinica o diagnosi, il Consiglio di classe o il team dei docenti motiveranno opportunamente, verbalizzandole, le decisioni assunte sulla base di considerazioni pedagogiche e didattiche; ci al fine di evitare contenzioso... necessario che lattivazione di un percorso individualizzato e personalizzato per un alunno con Bisogni Educativi Speciali sia deliberata in Consiglio di classe - 10.4.2014
  • Slide 37
  • ..ovvero, nelle scuole primarie, da tutti i componenti del team docenti - dando luogo al PDP, firmato dal Dirigente scolastico (o da un docente da questi specificamente delegato), dai docenti e dalla famiglia Nel caso in cui sia necessario trattare dati sensibili per finalit istituzionali, si avr cura di includere nel PDP apposita autorizzazione da parte della famiglia... 10.4.2014
  • Slide 38
  • Quindi. Occorre attivare percorsi individualizzati e personalizzati per includere.. Ma a favore di chi? Quali sono i soggetti che rientrano nei BES, oggetto di una speciale attenzione? 10.4.2014
  • Slide 39
  • BES.Non solo DSA BES: traduzione nel contesto italiano di SEN (Special Needs Education) noto in ambito anglosassone fin dagli anni 80. 10.12.2013 10.4.2014
  • Slide 40
  • Accezione larga mutuata dai SEN ( Special Education Needs) Non solo il 2-3% di disabili Sono tutti coloro che per motivazioni varie (organica, ma anche psicologica ed inevidente) presentano condizioni ostacolante nellapprendere e nel partecipare (ICF). Chi sono i bes 10.4.2014
  • Slide 41
  • Il bisogno educativo speciale (BES) Il concetto di BES si estende al di l delle persone che sono incluse nelle categorie di disabilit, per comprendere qui bambini che vanno male a scuola (failing) per una variet di motivi che sono note nellimpedire un progresso ottimale (UNESCO, 1997). 10.4.2014
  • Slide 42
  • BES Qualsiasi difficolt evolutiva, in ambito educativo e/o apprenditivo, espressa in funzionamento (nei vari ambiti della salute secondo il modello ICF) problematico per il soggetto, in termini di danno, ostacolo o stigma sociale, indipendentemente dalleziologia e che necessita di educazione speciale individualizzata (Ianes, 2005). Il bisogno educativo speciale 10.4.2014
  • Slide 43
  • La tipologia dei BES, ovvero farsi carico della diversit speciale, variegata, mossa, inevidente: normale 10.12.2013 10.4.2014
  • Slide 44
  • BES GIA SEN 1. Disabilit ex lege 104 2. DSE: Disturbi ex lege 170 DSA, ma anche altri disturbi con o senza diagnosi, situazioni al limite (borderline), manifestazioni comportamentali ed emotive. 3. Situazioni di svantaggio socio-culturale- linguistico (stranieri di recente immigrazione non italofoni, situazioni familiari difficili, complesse, ) 10.4.2014
  • Slide 45
  • DSE dsa ex lege 170 deficit linguaggio deficit coordinazione motoria deficit attenzione ed iperattivita (adhd) funzionamento cognitivo al limite: confine tra disabilita e disturbo specifico. 10.4.2014
  • Slide 46
  • SVANTAGGIO: socio- economico, linguistico e culturale 10.4.2014
  • Slide 47
  • Iperattivit. Mutismo. Introversione. Attenzione labile Svogliatezza. Aggressivit. Assenza di concentrazione. Esibizionismo. : Gli indicatori di disagio psico-sociale in classe sono 10.4.2014
  • Slide 48
  • Lentezza nellapprendimento. Scarso possesso delle abilit strumentali. Apatia. Scarsa disponibilit a relazionarsi con gli altri. Scarse capacit comunicative a livello linguistico. Difficolt nella comprensione dei testi. Difficolt di lettura e/o scrittura. Disturbi a livello di coordinazione motoria. Disturbi non-verbali. Gli indicatori di disagio psico- sociale in classe sono: 10.4.2014
  • Slide 49
  • Richiesta speciale di attenzione Ci sono alunni che presentano una richiesta di speciale attenzione per una variet di ragioni (disabilit, DSA, DSE, svantaggi, disagi) Presa in carico comunit educante Diritto alla personalizzazione (Legge 53) e didattica flessibile e modulata ( artt 3 e 4 Regolamento autonomia 275/99). 10.4.2014
  • Slide 50
  • IC SORBOLO Disabili 104 n46 DSA 170 n14 DES (disagio) n10 Disagio e svantaggio socio- culturale e linguistico: n????........... 10.4.2014
  • Slide 51
  • Ripensiamo alla nostra classe 10.4.2014
  • Slide 52
  • Cera una volta 10.4.2014
  • Slide 53
  • La distribuzione normale (casuale?) dei rendimenti scolastici di una classe bravi nella norma in difficolt 10.4.2014
  • Slide 54
  • Didattica normale (rivolta ad una classe percepita sostanzialmente come omogenea) con qualche aggiustamento dovuto alla presenza di pochi casi problematici. 10.4.2014
  • Slide 55
  • Per oggi gli insegnanti sanno che 10.4.2014
  • Slide 56
  • Le nostre ora sono classi specialmente normali 10.4.2014
  • Slide 57
  • La classe composta, 24 studenti ininmedia,media,dada 21322132 alunni con disabilit alunno con (DSA) alunni male-educati alunni con problematiche personali ed educative marcate 3 alunni eccellenti sul piano degli apprendimenti 4 alunni ansiosi, pigri o scansafatiche. 2 alunni stranieri 10.4.2014
  • Slide 58
  • Normale e speciale Normale e speciale nelle classi di oggi sono intrecciati e nascosti alla vista. Gli insegnanti sono chiamati a guardare sotto alla diversit che non pi solo evidente, ma nascosta, variegata, mossa cercando quello che non si vede. 10.12.2013 10.4.2014
  • Slide 59
  • Tuttiglialunnisonodiversi; Anche hanno Anche glialunnispeciali bisogninormali; glialunninormali possono speciali avereaverebisogni La scuola, oggi, fatta di speciali normalit 10.4.2014
  • Slide 60
  • Nella scuola non ha pi senso la contrapposizione normalit/ specialit Il concetto di normalit costruito a partire da quello di norma, intesa come conformit ad una regola, ad un modello visto o ad un ideale regolativo (norma etica), oppure come frequenza numerica (norma statistica). 10.4.2014
  • Slide 61
  • Da qui la rifondazione del significato e dellapplicazione del termine speciale Laggettivo speciale, denota quegli specifici bisogni che tutti gli alunni possono manifestare a seguito di difficolt temporanee o permanenti, la cui presenza e rilevazione richiedono da parte del sistema scuola attenzioni particolari e risorse specifiche 10.4.2014
  • Slide 62
  • Anche nellalunno apparentemente pi normale si trovano notevoli differenze e specialit, che vanno incontrate, conosciute, e a cui va data la possibilit di esprimersi e valorizzarsi. (Berlini,Canevaro,1996) 10.4.2014
  • Slide 63
  • Il paradigma dellinclusione 10.4.2014
  • Slide 64
  • Idea fondante Diversit un valore, come diverso funzionamento, non come un deficit, come qualcosa che manca per normalizzare il processo che di per s va bene. QUINDI valorizzare le diversit, non omogenizzare il trattamento. 10.4.2014
  • Slide 65
  • Diverso= di-versus (voltato dallaltra parte). Biodiversit: il trifoglio non un quadrifoglio venuto male Neurodiversit: il diverso modo di funzionare del cervello di un dislessico 10.12.2013 10.4.2014
  • Slide 66
  • Quindi diverso non distanza dalla norma, ma rispetto della persona del suo modo di apprendere e di partecipare, un diverso funzionamento.(stili di apprendimento, le molte intelligenze, stili attributivi, insomma la buona personalizzazione ). 10.4.2014
  • Slide 67
  • 10.12.2013 Non quanto manca per apprendere e partecipare, per entrare nella norma, ma cosa costituisce barriera. Spostare l'ottica dalla centralit del deficit agli ostacoli che si costruiscono. 10.4.2014
  • Slide 68
  • Prendere le distanze da medicalizzazione e sociologismo 10.4.2014
  • Slide 69
  • I bisogni nascono da una mancanza /deficit. La differenza un problema. E un concetto deficitario. Riferimento al non funzionamento. Non riesce, non funziona, sotto alla norma, non normale.e gli si assegna unetichetta nosografica (problema della persona) o sociologica (problema creato dalla societ) 10.4.2014
  • Slide 70
  • Il problema di Giovanni.. certo, ma rimane chiuso dentro di lui (o dellinsegnante di sostegno, quando c). Non in discussione lo stile didattico, lorganizzazione e il contesto. La classe funziona, Luigi che deve adattarsi. 10.12.2013 10.4.2014
  • Slide 71
  • Didattica rincorre labilismo, devi imparare a fare da solo, ti do la calcolatrice, ma fai da solo. Ogni aiuto inibito, segno di fallimento. Se uno funziona, deve funzionare da solo, aiuto indicatore negativo di funzionamento. 10.12.2013 10.4.2014
  • Slide 72
  • Da Giovanni che non, che deve adattarsi, che deve fare da solo alla scoperta della dimensione relazionale come strategica, allaiuto come dimensione della professione docente. 10.4.2014
  • Slide 73
  • Lessere adatti non una qualit che appartiene alle persone, ma ai contesti che possono essere duttili, flessibili o fruibili o meno a livello di competenze, abilit e conoscenze. Ambienti senza barriere, fisiche o mentali. Quindi: i problemi esistono, ma sono presi in carico dal contesto. 10.12.2013 10.4.2014
  • Slide 74
  • 1.Supera i concetti di norma, di abilismo e di caratterizzazione deficitaria del concetto di differenze. 2.Analizza il ruolo disabilitante e causale dei contesti e delle relazioni che in essi si attivano nella definizione della disabilit. 3.Sposta lattenzione sulle barriere alla partecipazione e allapprendimento di tutti, disabili e non. 4. Si rivolge alle forme organizzative, alle strutture, alle modalit relazionali dei contesti che dovrebbero gi comprendere in esse tutti i sostegni e gli aiuti necessari per rispondere alle differenti richieste. 10.12.2013 10.4.2014
  • Slide 75
  • Imparare a leggere il funzionamento senza ricondurlo a categorie nosografiche o sociali. Individuare la rappresentazione del bisogno speciale DIRETTAMENTE NELLA FENOMENOLOGIA SCOLSTICA 10.12.2013 10.4.2014
  • Slide 76
  • ICF: i fondamentali 10.4.2014
  • Slide 77
  • Slide 78
  • ICF International Classification of Functioning, Disability and Health, OMS 2002, Erickson,2007 10.4.2014
  • Slide 79
  • CLASSIFICAZIONE STATISTICA INTERNAZIONALE DELLE MALATTIE E DEI PROBLEMI SANITARI CORRELATI ICD-10 MINISTERO DELLA SANIT DIPARTIMENTO PER LORDINAMENTO SANITARIO, LA RICERCA E LORGANIZZAZIONE DEL MINISTERO CLASSIFICAZIONE STATISTICA INTERNAZIONALE DELLE MALATTIE E DEI PROBLEMI SANITARI CORRELATI DECIMA REVISIONE VOLUME 1 ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANIT GINEVRA ISTITUTO POLIGRAFICO E ZECCA DELLO STATO LIBRERIA DELLO STATO 4102 ISBN88-240-3591-4 9 788824 035910 (c.m. 199410200001) Prezzo dei 3 volumi L. 280.000 144,61 (I.V.A. inclusa) 1 10.4.2014 Non questo Descrizione delle malattie ad uso del personale sanitario
  • Slide 80
  • ICF International Classification of Functioning, Disability and Health, OMS 2002, Erickson,2007 10.12.2013 Cfr Convezione delle Nazioni Unite per i Diritti delle Persone con Disabilit (2007) e Linee Guida Disabilit 2008 10.4.2014
  • Slide 81
  • E complementare allICD10 Vanno usati insieme: due persone con la stessa malattia possono avere diversi livelli di funzionamento 10.4.2014
  • Slide 82
  • l'ICF non assolutamente una classificazione delle persone, ma una classificazione delle caratteristiche della salute delle persone, considerate nel contesto delle loro situazioni di vita e dei relativi impatti ambientali. 10.4.2014
  • Slide 83
  • 10.12.2013 Un antropologia olistica e sistemica Adriano Grossi 6.11.2013 Una visione di persona, e di alunno, completa, globale, olistica, sistemica, non riducibile ai suoi soli aspetti biologici, di abilit, sociali, o familiari. LICF vuole fornire unampia analisi dello stato di salute degli individui ponendo la correlazione fra salute e ambiente, arrivando alla definizione di disabilit, intesa come una condizione di salute in un ambiente sfavorevole. 10.4.2014
  • Slide 84
  • IL MONDO Sistemi sociali Societ Comunit Famiglia LA PERSONA Sistemi psicologici (esperienza e comportamenti) Cognitivo Emotivo Motivazionale Sistemi biologici Organi Tessuti Cellule IL MODELLO BIOPSICOSOCIALE 10.4.2014
  • Slide 85
  • Unimplicazione importante del modello biopsicosociale lesplicito riferimento al concetto di sistema, sviluppato da L. von Bertelanfly (1968), inteso come unentit dinamica in cui le componenti sono in continua e reciproca interazione, in modo da formare un unit o un tutto organico (cfr. Stone, 1987). 10.4.2014
  • Slide 86
  • Salute LICF supera la nozione medico organicista di salute come mera assenza di malattia 10.4.2014
  • Slide 87
  • Per cui la salute : - riguarda la forma dellintera persona (e non solo di alcune sue parti od organi); - legata al funzionamento umano a tutti i livelli: fisico, psicologico, personale, familiare, sociale); - non staccabile dallintero contesto o ambiente in cui la persona vive. 10.4.2014
  • Slide 88
  • Quindi La salute un obiettivo che deve essere conseguito positivamente, mediante una attenzione alle necessit di ordine biologico, psicologico e sociale a prescindere dalle condizioni di salute 10.4.2014
  • Slide 89
  • Una vision di salute come tensione verso lo stato di benessere, armonia e sano equilibrio biologico-psichico-sociale. (Funzionamento) Funzionamento 10.4.2014
  • Slide 90
  • Funzionamento Salute come stato del funzionamento umano che coinvolge lintera persona nel suo ambiente. Non abilit residua di un malato da potenziare, ma azione complessiva della persona nel suo ambiente di vita con riguardo agli impatti ambientali 10.4.2014
  • Slide 91
  • Unaltra rivoluzione: lidea di disabilit 10.4.2014
  • Slide 92
  • Supera il concetto di handicap come risultato di una sequenza di eventi legati dalla logica causale lineare e progressiva (malattia---menomazione---disabilit--- handicap). 10.4.2014
  • Slide 93
  • Dalla condizione di salute allo stato di salute La malattia ha s un ruolo e uninfluenza sul funzionamento, ma di per s non determinante: infatti un ambiente favorevole pu modificare lo scenario di funzionamento in modo radicale a parit di altre condizioni; una vita sociale attiva pu contrastare o limitare la compromissione di funzioni o strutture corporee ma anche modificare levoluzione di alcune malattie. 10.4.2014
  • Slide 94
  • Il concetto di disabilit, assunto dallICF, non fa riferimento ad anormalit o deficit fisiologici o psicologici causati da malattie, disturbi, lesioni, bens alle limitazioni create dai contesti di vita alla esistenza della persona che ha problemi di funzionamento: la disabilit vista come lesito dellinterazione fra condizioni di salute (menomazioni nelle funzioni e strutture corporee) e un ambiente sfavorevole, che pone limitazioni nelle attivit e restrizioni nella partecipazione mediante barriere (o, allopposto, facilitatori). La disabilit non abita nella persona 10.4.2014
  • Slide 95
  • Ogni persona in qualunque momento della vita, pu avere una condizione di salute che in un contesto sfavorevole diventa disabilit. Disabilit= cattivo funzionamento 10.4.2014
  • Slide 96
  • L'intervento educativo auspicato quello in grado di modificare quei fattori ambientali che nel limitare l'attivit e nel restringere la partecipazione riducono la performance e la capacit di azione del soggetto 10.4.2014
  • Slide 97
  • Questa definizione di funzionamento e disabilit dellICF entrata a far parte del testo della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilit (dicembre 2006), sottoscritta dallItalia nella primavera del 2007 e ad oggi firmata da quasi la met dei paesi del mondo. Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilit 10.4.2014
  • Slide 98
  • Oltre la 104 Allarticolo 1, la Convezione indica che le persone disabili sono coloro che hanno minorazioni fisiche, mentali, intellettuali o sensoriali a lungo termine che in interazione con varie barriere possono impedire la loro piena ed effettiva partecipazione nella societ su una base di eguaglianza con gli altri. 10.4.2014
  • Slide 99
  • Lanalisi del funzionamento mirata a cogliere lintreccio tra biologia, esperienze di ambienti, relazioni, attivit e iniziative del soggetto. 10.4.2014
  • Slide 100
  • Vale a dire: -il corpo con le sue funzioni e strutture (lessere un corpo) -le attivit intenzionali e le forme di partecipazione sociale (lavere un corpo) -il collocarsi di ogni persona allinterno di un contesto naturale, costruito e sociale (lambiente) 10.4.2014
  • Slide 101
  • 2005 Dario Ianes www.erickson.it 10.4.2014
  • Slide 102
  • 10.12.2013 Le difficolt, che determinano BES, sono connesse con problemi riguardanti lo human functioning: condizioni di salute, funzioni corporee, strutture corporee, attivit, partecipazione, fattori ambientali e fattori personali. Non solo disabilit, ma vulnerabilit. 10.4.2014
  • Slide 103
  • Usiamo lICF-CY 10.4.2014
  • Slide 104
  • Stato di salute/condizione di salute Lo stato di salute va oltre la condizione di salute descritta dalla diagnosi con ICD10 ICF individua i fattori o stato che determinano la salute in ogni persona a prescindere delle sue condizioni di salute 10.4.2014
  • Slide 105
  • Ogni componente della classificazione organizzato in capitoli e titoli di domini di salute (insieme pratico e significativo di funzioni fisiologiche, strutture anatomiche, azioni, compiti, o aree di vita correlate) contenuti nellICF possono essere visti come domini della salute (attenzione, memoria, visione, udito, movimento, apprendimento, sostegno delle relazioni umane, capacit di lavorare) e domini ad essa correlati ( trasporto, abitazione, istruzione, interazione sociale, lavoro, vita sociale e politica). Stati di salute e stati correlati 10.4.2014
  • Slide 106
  • o Vista o Udito o Linguaggio o Digestione o Escrezione corporea o Fertilit o Attivit sessuale o Cute & disfigurement o Respiro Domini ICF utilizzati nelle Surveys Internazionali OMS Domini relativi alla salute o Dolore o Affect o Sonno o Energia/ /vitalit o Cognizione o Comunicazio neMobilit e Destrezza
  • Slide 107
  • 10.4.2014 Cura di s: Include alimentarsi Attivit quotidiane: attivit domestiche, lavorative o scolastiche Funzionamento sociale: relazioni interpersonali Partecipazione: partecipazione sociale, include discriminazione/stigma DOMINI SALUTE CORRELATI
  • Slide 108
  • ICF:ICF:elementifondamentalideglistatididisalute In questo diagramma il funzionamento di un individuo in un dominio specifico uninterazione o una relazione complessa fra la condizione di salute e i fattori contestuali (). Tra queste entit c una interazione dinamica: gli interventi a livello di unentit potrebbero modificare una o pi delle altre entit . Leducatore non pu intervenire direttamente sui domini che riguardano le condizioni di salute e la menomazione, ma solo su quelli che si trovano sulla parte destra modello: attivit, partecipazione e fattori contestuali Fattori contestuali a. Ambientali b. Personali Funzionamento Funzioni e Strutture corporee Partecipazione AttivitAttivit Condizioni di salute (disturbo/malattia) 10.4.2014
  • Slide 109
  • ATTIVIT E PARTECIPAZIONE Per attivit si intende l'esecuzione di un compito o di un'azione da parte di un individuo Per partecipazione si intende il coinvolgimento in una situazione di vita. Lintroduzione dei termini compito/azione e coinvolgimento ha delle implicazioni rilevanti perch l'agire viene connesso sia ad una dimensione sociale (coinvolgimento ingloba il prender parte, l'essere inclusi o limpegnarsi in un'area di vita, lessere accettati) sia ad una dimensione intenzionale e soggettiva, che qualifica un'azione come compito ( che richiede lavere accesso alle risorse necessarie per svolgerlo). Attivit e partecipazione indicatori di qualit privilegiati dell'integrazione della persona. 10.4.2014
  • Slide 110
  • I DOMINI DI ATTIVIT E PARTECIPAZIONE Si trovanoinin un unicoelencochecoprel'interagammagammadelle areedi vita Capacit e performance non sono una mera risposta esecutiva ma il prodotto dell'adattamento creativo dellindividuo alle richieste e alle aspettative dellasociet e della cultura in cui immerso. capacit il pi alto grado probabile di funzionamento che un individuo pu avere nelleseguire un compito o una azione in un contesto standardizzato senza barriere o facilitatori. qualificatori utilizzati performance coinvolgimento delle persone in una situazione di vita o esperienza vissuta nel contesto reale della loro esistenza 10.4.2014
  • Slide 111
  • FATTORI CONTESTUALI rappresentano l'intero backgrounddellavita e dellaconduzione dell'esistenza diun individuo Ne consegue che ambientipossonoavere un impatto molto diverso sullo stesso individuo con una certa condizione di salute. Un ambiente con barriere, o senza facilitatori, limiter la performance dell'individuo; altri ambienti pi facilitanti potranno invece favorirla. retroterra di vita caratteristiche individuali Personali Fattori contestuali interagiscono con lindividuo in una condizione di salute e determinano il livello e il grado del suo funzionamento ambiente fisico e sociale atteggiamenti individuali ambientali 10.4.2014
  • Slide 112
  • Fattori contestuali specificatamente scolastici Clima relazionale Dotazioni tecnologiche Spazi e tempi a disposizione Contesti che mettono a proprio agio Risorse umane Dimensione collegiale del lavoro scolastico 10.4.2014
  • Slide 113
  • Fattori contestuali extrascolastici (familiari..) Situazione socio-familiare-culturale e linguistica. Composizione e tipologia del nucleo familiare (nfratelli Atteggiamenti e relazioni a supporto dello studio e dei compiti a casa Materiali e spazi disponibili. Lingua parlata Tempo libero ed extra scuola (come trascorre il tempo fuori della scuola Relazione scuola famiglia 10.4.2014
  • Slide 114
  • Fattori contestuali personali Idea di s (autoefficacia) : quello che noi crediamo di essere, pensiamo di saper fare in un ambito specifico non ho bisogno di aiuto Autostima : un giudizio globale Stile attributivo: interna/esterna; fattori stabili/instabili Emotivit: controllo delle frustrazioni, situazioni ansiose.. 10.4.2014
  • Slide 115
  • Attenzione Ianes suggerisce di considerare come indicatori per lindividuazione dei BES le seguenti variabili: 1.Danno 2.Pericolo 3.Stigma 10.4.2014
  • Slide 116
  • Capitoli Ogni componente della classificazione organizzata in capitoli e in titoli del dominio al di sotto dei quali si trovano le categorie comuni o gli item specifici. ESEMPIO: nella classificazione dell'Attivit e Partecipazione il cap. 3 si occupa della Comunicazione Blocchi I cap. sono spesso suddivisi in blocchi di categorie. ESEMPIO: nel cap. 3 (Comunicazione) della classificazione di Attivit e Partecipazione ci sono tre blocchi: Comunicare ricevere (d310-319) Comunicare Produrre (d330-d349) Conversazione e uso di apparecchiature (d350-d369). 10.4.2014
  • Slide 117
  • Categorie All'interno di ciascun capitolo ci sono categorie individuali a due, tre, quattro livelli, ognuna con una breve descrizione ed esclusioni appropriate per facilitare la scelta del codice adatto. 10.4.2014
  • Slide 118
  • Grazieperlattenzione! 10.4.2014