Impegno Comunista 14

2
Comunista notiziario dei comunisti del territorio di santa luce - numero quattordici / luglio 2013 - A quasi un anno dal più grave disastro ambientale verificatosi sul territorio di Santa Luce Che cosa si è fatto per il lago? L’Amministrazione Comunale renda conto ai cittadini di quanto fatto direttamente o in via coordinata a livello di area vasta: degli impegni presi e delle difficoltà di una partita difficile e ancora aperta. Sulla tutela ambientale si sviluppi un’azione di governo più coraggiosa. b I comunisti del territorio di Santa Luce Appena un’estate fa, al culmine di una stagione di dura siccità, la Società Solvay decideva repentinamente di emungere completamente l’acqua disponibile all’interno dell’invaso di S.Luce, producendo in appena una nottata un danno ambientale terribile alla fauna avicola migratoria, uno sterminio pressoché totale di quella ittica, una ferita seria all’ecosistema e al paesaggio rurale del nostro Comune. Una ferita portata in pari tempo e misura alla dignità di un’intera comunità e alle sue istituzioni messe dinanzi al fatto compiuto in nome della salvaguardia del profitto prima ancora che della salute e degli interessi del territorio. Debole e preso in contropiede il Comune all’epoca scandalosamente neanche parte, quale soggetto attivo, del tavolo negoziale regionale e provinciale relativo all’emergenza idrica presente nell’intera Val di Cecina che pure da mesi era stato sollevato sulla stampa e nel dibattito politico. Fragile la posizione dell’allora Assessore Provinciale, inadempiente rispetto alle proprie competenze di legge (difesa e gestione della fauna ittica e dei corsi d’acqua). Incerta ed in divenire, la posizione della stessa Regione Toscana che pure aveva da tempo avviato un prezioso tavolo di confronto con i governi locali e le realtà produttive presenti in questo bacino. All’epoca, come comunisti chiedevamo che i costi legati all’immediata limitazione dei danni e a quelli dell’eventuale bonifica e ripristino dell’alveo del lago non gravassero in nessun modo sulla collettività. Ad oggi, non risulta che la Solvay abbia sviluppato un progetto ed un serio piano di investimenti in questa direzione, né che in questo senso esista un protocollo vincolante proposto dall’Amministrazione Comunale di S.Luce che ha rinunciato -com’era suo diritto- alla possibilità di denunciare l’Azienda per disastro ambientale. Quest’ultima ha lasciato semplicemente che la stagione delle piogge attenuasse o coprisse il danno, rimpinguando il letto di un invaso che peraltro già abbisognava da anni di dragaggio e manutenzione per il progressivo accumularsi di sedimento prodottosi in oltre mezzo secolo, decidendo d’intervenire -gioco forza- soltanto sul fronte del possibile cedimento della diga; rischio in quel momento ben reale. La stessa strada della realizzazione di una dissalatore, allora indicata da più soggetti presenti nell’Alta e Bassa Val di Cecina quale snodo utile ad evitare che si continuasse a ricorrere al consumo di risorse idriche nobili (ovvero potabili) per usi industriali, pare a tutt’oggi di là da venire mercé gli ingenti investimenti di cui ci sarebbe bisogno, a cui l’Azienda contrappone il peso della crisi industriale e -fra il detto e non detto- il mantenimento (e/o ricatto) di livelli occupazionali già critici. Come comunisti, nello scorso inverno abbiamo dato vita ad una riflessione territoriale aperta sull’intera partita, così come riteniamo debba fare una forza seria e responsabile che non attende di essere incalzata dal carattere emergenziale dei problemi. Nell’occasione, proponevamo a più voci (forze politiche, consiglieri comunali, Rsu-Solvay) un mix di interventi sottolineando la necessità di azioni di medio-lungo respiro nella necessità di non soggiacere fatalisticamente e passivamente all’inerzia, al rinvio, alla sottovalutazione e in sostanza al nulla di fatto. Chiamavamo così quella stessa multinazionale ad uno scatto sul terreno della ricerca e della presentazione di soluzioni più avanzate introducendo novità significative nel processo produttivo. Ma chiamavamo anche le istituzioni locali, proprio a partire dalla Giunta di S.Luce, ad assumere un profilo unitario ed una strategia comuni, convinti come -per carattere e dimensione- tale vertenza e battaglia per la difesa del territorio, non potessero che avere profilo sovra comunale. A che punto siamo? Quali sono le novità e i passi in avanti che può mettere sul tavolo l’attuale maggioranza a livello locale? Perché il Comune di S. Luce non assume con coraggio un profilo più netto e/o di capofila sulla questione? Si badi che il nodo sta per gran parte sul terreno politico. Un terreno su cui a livello di area vasta contano -è vero- dimensioni e forza contrattuale dei vari soggetti tra cui in primo luogo i Comuni, ma anche e non di meno, contano le idee, la voglia di assumere iniziativa, il desiderio di non vivere di rimessa o al rimorchio delle scelte (e più spesso delle non scelte) degli altri. Lo dimostrano l’indipendenza di giudizio e l’autonomia nel fare e nel proporre di piccole Amministrazioni pur a noi vicine come quella di Montescudaio dove il Sindaco Pellegrini ha recentemente avuto merito di squarciare il velo del progressivo silenzio e dell’indifferenza circa l’emergenza (che è rimasta tutta tale!) legata all’approvvigionamento idrico. Nel frattempo poco si è fatto e i nodi antichi legati alla sete del territorio sono tutti ancora da sciogliere. Che cosa si attende: una nuova devastante siccità? Un nuovo disastro?… Noi chiediamo che sul tema si svolga un bilancio pubblico aggiornato e una discussione a livello di zona, capaci di guardare avanti e di coinvolgere nel confronto l’insieme delle forze culturali e politiche presenti. Tutte le forze politiche! Lo diciamo all’attuale maggioranza che governa S.Luce e al Sindaco che non solo operano scelte talora lontane da ciò che ci convince (fatto in sé legittimo e che da comunisti non ci stupisce), ma mai rispondono alle nostre sollecitazioni circa l’avvio di un confronto più partecipato. Chi, in una stagione di grave crisi della politica e della partecipazione continua a pensare a far per sé e da sé, o perdura in una chiusura e pregiudizio a sinistra, commette un errore serio. S.Luce merita più chiarezza nel dire dove si vuole andare e che cosa si vuole e si deve fare. Per nostra parte, piccola o grande che sia, ci siamo e continueremo a svolgere il nostro ruolo. Un “no” fermo al presidenzialismo Netta opposizione dell’ Anpi ad ogni modifica della prima parte della Costituzione. Difendiamola! Ordine del giorno approvato dal Comitato Politico Nazionale dell’Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia). In relazione ai diversi progetti che si vanno formulando, anche in sede governativa, a riguardo di un sistema di riforme costituzionali, l’Anpi ribadisce la più ferma contrarietà ad ogni modifica, legislativa o di fatto dell’articolo 138 della Costituzione, che -semmai- dovrebbe essere rafforzato e del quale in ogni caso, si impone la più rigorosa applicazione. Conferma altresì il netto convincimento che il procedimento da seguire non può che essere quello parlamentare, attraverso gli strumenti e le commissioni ordinarie, non essendovi ragione alcuna per eventuali nuove formule e strutture, essendo più che sufficiente quanto già previsto dai regolamenti parlamentari. Riafferma l’inopportunità del ricorso ad apporti esterni che in qualche modo incidano sul lavoro parlamentare e che non siano quelli già previsti, attraverso i quali si possono acquisire opinioni e contributi di esperti, mediante pareri, consultazioni, audizioni e quant’altro. Conferma la convinzione, più volte espressa, che le riforme possibili ed auspicabili sono solo quelle che risultano in piena coerenza con i princìpi della prima parte della Costituzione e con la stessa concezione che è alla base della struttura fondamentale della seconda, indicando fra le riforme possibili, la diminuzione del numero dei parlamentari, la differenziazione del lavoro delle due Camere, l’abolizione delle province; tutte materie sulle quali esiste già una notevole convergenza e che non pongono problemi di coerenza complessiva. Ribadisce quanto già espresso in varie occasioni, vale a dire la netta opposizione dell’Anpi ad ogni riforma che introduca il presidenzialismo o il semipresidenzialismo, non risultando ragioni evidenti per stravolgere il delicato e complesso sistema delineato dal legislatore costituente. Conferma ancora una volta, l’assoluta e prioritaria necessità di procedere alla modifica della legge elettorale vigente da tutti ritenuta inadeguata e dannosa. Invita tutti gli organismi dell’Anpi ad impegnarsi a fondo su .questi temi, promuovendo dibattiti e confronti, irrobustendo l’informazione ai cittadini, assumendo tutte le idonee iniziative utili ad ampliare il consenso attorno a queste posizioni, d’intesa con altre associazioni democratiche e con tutte le forme di aggregazione di cittadini interessati a problemi di ordine costituzionale, chiarendo soprattutto che non si tratta di restare ancorati a tutti i costi ad un sistema immodificabile, ma di impedire ingiustificate alterazioni di esso e assicurare che non vengano poste in atto misure pericolose, suscettibili di scardinare la profonda ed intima coerenza del sistema costituzionale, senza alcun vantaggio per la Democrazia. impegno Grave altolà al Parlamento da parte del “Consiglio Supremo di Difesa” circa l’acquisto dei caccia F- 35! Intanto il Paese e i lavoratori soffrono una crisi spaventosa. Si riducano subito le spese militari!

description

Impegno Comunista 14Notiziario Comunista di Santa Luce (Pisa)PdCI-PRC

Transcript of Impegno Comunista 14

Page 1: Impegno Comunista 14

Comunista notiziario dei comunisti del territorio di santa luce

- numero quattordici / luglio 2013 - _

A quasi un anno dal più grave disastro ambientale verificatosi sul territorio di Santa Luce

Che cosa si è fatto per il lago? L’Amministrazione Comunale renda conto ai cittadini di quanto fatto direttamente o in via coordinata a livello di area vasta: degli impegni presi e delle difficoltà di una partita difficile e ancora aperta. Sulla tutela ambientale si sviluppi un’azione di governo più coraggiosa.

b I comunisti del territorio di Santa Luce

Appena un’estate fa, al culmine di una stagione di dura siccità, la Società Solvay decideva repentinamente di emungere completamente l’acqua disponibile all’interno dell’invaso di S.Luce, producendo in appena una nottata un danno ambientale terribile alla fauna avicola migratoria, uno sterminio pressoché totale di quella ittica, una ferita seria all’ecosistema e al paesaggio rurale del nostro Comune. Una ferita portata in pari tempo e misura alla dignità di un’intera comunità e alle sue istituzioni messe dinanzi al fatto compiuto in nome della salvaguardia del profitto prima ancora che della salute e degli interessi del territorio. Debole e preso in contropiede il Comune all’epoca scandalosamente neanche parte, quale soggetto attivo, del tavolo negoziale regionale e provinciale relativo all’emergenza idrica presente nell’intera Val di Cecina che pure da mesi era stato sollevato sulla stampa e nel dibattito politico. Fragile la posizione dell’allora Assessore Provinciale, inadempiente rispetto alle proprie competenze di legge (difesa e gestione della fauna ittica e dei corsi d’acqua). Incerta ed in divenire, la posizione della stessa Regione Toscana che pure aveva da tempo avviato un prezioso tavolo di confronto con i governi locali e le realtà produttive presenti in questo bacino. All’epoca, come comunisti chiedevamo che i costi legati all’immediata limitazione dei danni e a quelli dell’eventuale bonifica e ripristino dell’alveo del lago non gravassero in nessun modo sulla collettività. Ad oggi, non risulta che la Solvay abbia sviluppato un progetto ed un serio piano di investimenti in

questa direzione, né che in questo senso esista un protocollo vincolante proposto dall’Amministrazione Comunale di S.Luce che ha rinunciato -com’era suo diritto- alla possibilità di denunciare l’Azienda per disastro ambientale. Quest’ultima ha lasciato semplicemente che la stagione delle piogge attenuasse o coprisse il danno, rimpinguando il letto di un invaso che peraltro già abbisognava da anni di dragaggio e manutenzione per il progressivo accumularsi di sedimento prodottosi in oltre mezzo secolo, decidendo d’intervenire -gioco forza- soltanto sul fronte del possibile cedimento della diga; rischio in quel momento ben reale. La stessa strada della realizzazione di una dissalatore, allora indicata da più soggetti presenti nell’Alta e Bassa Val di Cecina quale snodo utile ad evitare che si continuasse a ricorrere al consumo di risorse idriche nobili (ovvero potabili) per usi industriali, pare a tutt’oggi di là da venire mercé gli ingenti investimenti di cui ci sarebbe bisogno, a cui l’Azienda contrappone il peso della crisi industriale e -fra il detto e non detto- il mantenimento (e/o ricatto) di livelli occupazionali già critici. Come comunisti, nello scorso inverno abbiamo dato vita ad una riflessione territoriale aperta sull’intera partita, così come riteniamo debba fare una forza seria e responsabile che non attende di essere incalzata dal carattere emergenziale dei problemi. Nell’occasione, proponevamo a più voci (forze politiche, consiglieri comunali, Rsu-Solvay) un mix di interventi sottolineando la necessità di azioni di medio-lungo respiro nella necessità di non soggiacere fatalisticamente e passivamente all’inerzia, al rinvio, alla sottovalutazione e in sostanza al nulla di fatto. Chiamavamo così quella stessa multinazionale ad uno scatto sul terreno della ricerca e della presentazione di soluzioni più avanzate introducendo novità significative nel processo produttivo. Ma chiamavamo anche le istituzioni locali, proprio a partire dalla Giunta di S.Luce, ad assumere un profilo unitario ed una strategia comuni, convinti come -per carattere e dimensione- tale vertenza e battaglia per la difesa del territorio, non potessero che avere profilo sovra comunale. A che punto siamo? Quali sono le novità e i passi in avanti che può mettere sul tavolo l’attuale maggioranza a livello locale? Perché il Comune di S. Luce non assume con coraggio un profilo più netto e/o di capofila sulla questione? Si badi che il nodo sta per gran parte sul terreno politico. Un terreno su cui a livello di area vasta contano -è vero- dimensioni e forza contrattuale dei vari soggetti tra cui in primo luogo i Comuni, ma anche e non di meno, contano le idee, la voglia di assumere iniziativa, il desiderio di non vivere di rimessa o al rimorchio delle scelte (e più spesso delle non scelte) degli altri. Lo dimostrano l’indipendenza di giudizio e l’autonomia nel fare e nel proporre di piccole Amministrazioni pur a noi vicine come quella di Montescudaio dove il Sindaco Pellegrini ha recentemente avuto merito di squarciare il velo del progressivo silenzio e dell’indifferenza circa l’emergenza (che è rimasta tutta tale!) legata all’approvvigionamento idrico. Nel frattempo poco si è fatto e i nodi antichi legati alla sete del territorio sono tutti ancora da sciogliere. Che cosa si attende: una nuova devastante siccità? Un nuovo disastro?… Noi chiediamo che sul tema si svolga un bilancio pubblico aggiornato e una discussione a livello di zona, capaci di guardare avanti e di coinvolgere nel confronto l’insieme delle forze culturali e politiche presenti. Tutte le forze politiche! Lo diciamo all’attuale maggioranza che governa S.Luce e al Sindaco che non solo operano scelte talora lontane da ciò che ci convince (fatto in sé legittimo e che da comunisti non ci stupisce), ma mai rispondono alle nostre sollecitazioni circa l’avvio di un confronto più partecipato. Chi, in una stagione di grave crisi della politica e della partecipazione continua a pensare a far per sé e da sé, o perdura in una chiusura e pregiudizio a sinistra, commette un errore serio. S.Luce merita più chiarezza nel dire dove si vuole andare e che cosa si vuole e si deve fare. Per nostra parte, piccola o grande che sia, ci siamo e continueremo a svolgere il nostro ruolo.

Un “no” fermo al presidenzialismo Netta opposizione dell’ Anpi ad ogni modifica della prima parte della Costituzione. Difendiamola!

Ordine del giorno approvato dal Comitato Politico Nazionale dell’Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia). In relazione ai diversi progetti che si vanno formulando, anche in sede governativa, a riguardo di un sistema di riforme costituzionali, l’Anpi ribadisce la più ferma contrarietà ad ogni modifica, legislativa o di fatto dell’articolo 138 della Costituzione, che -semmai- dovrebbe essere rafforzato e del quale in ogni caso, si impone la più rigorosa applicazione. Conferma altresì il netto convincimento che il procedimento da seguire non può che essere quello parlamentare, attraverso gli strumenti e le commissioni ordinarie, non essendovi ragione alcuna per eventuali nuove formule e strutture, essendo più che sufficiente quanto già previsto dai regolamenti parlamentari. Riafferma l’inopportunità del ricorso ad apporti esterni che in qualche modo incidano sul lavoro parlamentare e che non siano quelli già previsti, attraverso i quali si possono acquisire opinioni e contributi di esperti, mediante pareri, consultazioni, audizioni e quant’altro. Conferma la convinzione, più volte espressa, che le riforme possibili ed auspicabili sono solo quelle che risultano in piena coerenza con i princìpi della prima parte della Costituzione e con la stessa concezione che è alla base della struttura fondamentale della seconda, indicando fra le riforme possibili, la diminuzione del numero dei parlamentari, la differenziazione del lavoro delle due Camere, l’abolizione delle province; tutte materie sulle quali esiste già una notevole convergenza e che non pongono problemi di coerenza complessiva. Ribadisce quanto già espresso in varie occasioni, vale a dire la netta opposizione dell’Anpi ad ogni riforma che introduca il presidenzialismo o il semipresidenzialismo, non risultando ragioni evidenti per stravolgere il delicato e complesso sistema delineato dal legislatore costituente. Conferma ancora una volta, l’assoluta e prioritaria necessità di procedere alla modifica della legge elettorale vigente da tutti ritenuta inadeguata e dannosa. Invita tutti gli organismi dell’Anpi ad impegnarsi a fondo su .questi temi, promuovendo dibattiti e confronti, irrobustendo l’informazione ai cittadini, assumendo tutte le idonee iniziative utili ad ampliare il consenso attorno a queste posizioni, d’intesa con altre associazioni democratiche e con tutte le forme di aggregazione di cittadini interessati a problemi di ordine costituzionale, chiarendo soprattutto che non si tratta di restare ancorati a tutti i costi ad un sistema immodificabile, ma di impedire ingiustificate alterazioni di esso e assicurare che non vengano poste in atto misure pericolose, suscettibili di scardinare la profonda ed intima coerenza del sistema costituzionale, senza alcun vantaggio per la Democrazia.

impegno

Grave altolà al Parlamento da parte del “Consiglio Supremo di Difesa” circa l’acquisto dei caccia F-35! Intanto il Paese e i lavoratori soffrono una crisi spaventosa. Si riducano subito le spese militari!

Page 2: Impegno Comunista 14

_

luglio 2013 bbbb scrivete lettere e commenti a: [email protected]

Addio alla comunista e compagna “Marga”

Quella parola non detta

b Patrizio Andreoli Partito dei Comunisti Italiani/FdS S.Luce

Margherita Hack, astrofisica e scienziata di fama mondiale, ma anche protagonista di tante battaglie culturali in favore della libera ricerca, della scienza e dei diritti civili e sociali; se n’è andata. L’ha fatto con quell’asciuttezza e quel tratto antiretorico che l’hanno contraddistinta tutta la vita. Nessuna cerimonia pubblica, nessun commiato celebrativo. Lei, che nel campo della ricerca e in quello divulgativo-scientifico poteva vantare titoli importantissimi quale direttrice del Dipartimento di Astronomia dell’Università di Trieste fino al 1990, collaboratrice della Nasa e dell’Agenzia Spaziale Europea, membro -tra l’altro- dell’Accademia dei Lincei, della Sezione Astrofisica della Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (Sissa) e di altre importanti istituzioni di ricerca; ci ha lasciati con pudore, in punta di piedi, con quella serenità e laicità di pensiero che sempre l’hanno accompagnata. In molti in queste settimane hanno commentato la sua scomparsa. L’hanno definita la signora delle stelle, un’atea, socialmente impegnata… cose tutte vere. Diceva di “preferire il protone al paradiso” e altrove aggiungeva “ho solo portato la mia pietruzza al mosaico della scienza, cercando la verità. Dicendo la verità.” A volte spigolosa, non ha mai nascosto la sua grande passione per la politica: più volte candidata, nel 2006 venne eletta alla Camera nelle liste comuniste, ma lasciò il seggio per tornare ad occuparsi di astronomia. Eppure quasi nessuno dei media nazionali (tv e giornali) per ipocrisia e deliberata scelta di omissione, ha voluto dire con quella chiarezza che lei avrebbe tanto apprezzato, che Margherita Hack (Marga per gli amici più stretti) è stata anche per tutta la vita, appunto, comunista. Già novantenne, in una delle ultime interviste rilasciate, con quel suo parlare che mai aveva perduto del tutto l’inflessione fiorentina della giovinezza, ancora diceva con forza “…odio il ricco che disprezza il povero, il potente che umilia il debole.” Oggi la salutiamo quale compagna di comuni fatiche e lotte che sempre ha vissuto con limpida coerenza. Scienziata e comunista quindi: una parola quest’ultima, che molto raccontava della sua identità e lunga storia di donna e cittadina. Una parola che qualcuno le ha voluto negare anche in punto di morte in questi tempi di opaca quotidianità, barbarie culturale, sistematica volontà di rimuovere dalla memoria del Paese e soprattutto dei giovani, chi sono stati e chi ancora sono i comunisti. Hanno fatto questo proprio a lei, che incurante per tutta la sua esistenza di opportunismi, di mode e pregiudizi; in ogni ambiente ha sempre detto pane al pane e vino al vino, chiarendo fino in fondo in ogni circostanza chi era e che cosa pensava senza mai nascondere o attenuare i propri convincimenti in campo scientifico ed etico, così come le proprie opinioni in campo politico. Miserie d’oggigiorno, di piccoli uomini che vivono piccoli tempi… Anche per questo, cara Margherita, sia oggi più forte per te l’abbraccio e l’ultimo saluto dei compagni: affettuoso ma privo di smancerie, come siamo sicuri avresti desiderato.

Svolte le celebrazioni del 69° anniversario dell’eccidio di S.Luce

Per una memoria viva e attuale

Ricordare come “dovere civile” per capire e migliorare il presente. Avanti per affermare una memoria condivisa del sacrificio dei caduti per la libertà di tutti. L’iniziativa dell’Anpi. L’intervento del’Amministrazione. Qualcosa si muove: era ora!

Sessantanove anni fa, nelle prime ore del mattino di una domenica di luglio, quattro padri di famiglia venivano trucidati dalle truppe naziste. Si chiamavano: Domenico Ciardi, Bruno Gasperini, Ademaro Pellegrini e Diaz Landi. Bruno soffrirà per ore una dura e terribile agonia. Ademaro, accorso eroicamente in aiuto, sarà vilmente seviziato oltre ogni dire. Quattro figli del popolo scolpiti nel marmo della lapide che nel 1945 il PCI appose meritoriamente nel luogo dell’eccidio. Tre lavoratori santalucesi ed un giovane militare cecinese (Landi) la memoria dei quali deve essere più duratura del marmo su cui sono scolpiti i loro nomi perché è proprio su quella memoria che tuttora fonda -piaccia o non piaccia- l’esperienza della parte migliore e più pulita del nostro Paese e può fondarsi un futuro di lavoro, diritti e democrazia più avanzati. Perché quella memoria fosse ristabilita ed onorata ci siamo battuti nel 2012 assumendo come Comunisti l’iniziativa di tornare a ricordare (dopo molti anni di silenzio) quel sacrificio. L’abbiamo fatto guardando al futuro e al da farsi, sollecitando da lì in poi l’Amministrazione Comunale e l’Anpi affinché si sviluppasse un’adeguata iniziativa tesa a costruire una memoria condivisa e diffusa di quei tragici fatti. Ecco allora la nostra proposta -che rinnoviamo- di apporre una lapide da parte del Comune e dell’Anpi accanto a quella già esistente a significare la riconoscenza e il ricordo dell’intera comunità cittadina; ecco la proposta di realizzare una ricerca storica ed una pubblicazione su quanto allora accadde nel caso coinvolgendo gli Enti Locali, i familiari, le forze politiche che hanno le proprie radici nell’Antifascismo, la stessa Anpi. Oggi siamo positivamente in cammino. L’organizzazione delle celebrazioni prese quest’anno in mano dall’Anpi di Orciano/S.Luce -che ringraziamo- ha fatto fare un passo significativo in avanti al senso e al valore unitario di tale appuntamento. Ad esse ha offerto il patrocinio l’Amministrazione Comunale. Nel proprio intervento Viola Piras, giovane Presidente locale dell’Associazione Nazionale Partigiani, ha ricordato con parole semplici e sentite il valore della Resistenza e l’attualità del suo significato morale nel nostro presente. Ad essa hanno fatto seguito le parole del Sindaco Andrea Marini che nel portare il saluto e nel partecipare ai presenti i sentimenti di gratitudine dei santalucesi, ha sottolineato la necessità di curare la memoria di quanti hanno offerto la vita per la libertà. La presenza commossa dei cittadini e dei familiari dei caduti, quella di una delegazione dell’Anpi di Rosignano, del PdCI di Rosignano e naturalmente dei Comunisti (Prc-Pdci)-Federazione della Sinistra di Santa Luce, hanno fatto da cornice ad un’iniziativa sobria ma importante. Si può far meglio? Noi pensiamo di sì. Dove erano le bandiere del Pd e quelle dei Socialisti Italiani che pure compongono la maggioranza consiliare? A quando, celebrazioni direttamente promosse (unitamente all’Anpi) da parte della stessa Amministrazione Comunale? Perché il Sindaco non era accompagnato dal gonfalone comunale? Osservazioni che non vogliono essere affatto polemiche, ma invece positivo sprone. Ci possiamo dividere su molte cose -come nei fatti talora avviene- ma mai sui nostri caduti, sul valore dell’Antifascismo e della Lotta di Liberazione; mai sulle comuni radici della nostra Democrazia!

Un incontro affettuoso e semplice

Nell’approssimarsi della cerimonia commemorativa del 69° anniversario dell’eccidio perpetrato dai nazisti il 2 luglio 1944 a S.Luce, lo scorso 24 giugno in rappresentanza dei Comunisti della Federazione della Sinistra, Patrizio Andreoli, Franco Del Vita, Marialuisa Balisciano e Renato Panfilo si sono incontrati coi familiari dei caduti Luigi Gasperini, Miretto Ciardi e Luigina Pellegrini. Si è trattato di un appuntamento semplice e affettuoso in occasione del quale, ricordando in maniera toccante il sacrificio dei loro genitori con puntualizzazioni storiche, aneddoti e cenni di vita familiare, è stato ribadito l’impegno ad operare unitariamente perché la memoria di quel tragico episodio risulti sempre più patrimonio diffuso e condiviso fra i giovani e tra tutti i cittadini, fino a divenire quanto prima in futuro (così come pensiamo giusto essere), oggetto della diretta iniziativa dell’Amministrazione Comunale.

Periodico politico culturale

Direttore Responsabile: R.Cardellicchio Coordinatore di Redazione: P. Andreoli.

Registrazione n° 5441/02 sett.2005, Trib. Fi - Sede Legale: Gruppo Reg. FdS-Verdi. V. Cavour , Fi - Redazione: Via G.Verdi 4,

56040 Santa Luce (Pi) Grafica: pan. Tir. 650 copie. Stampa c.p. 07/2013