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di Gianni Giuliano

Editoriale

Il lettore della nostra rivista troverà in questo numero unamonografia dedicata ad uno dei monumenti più interessanti ericchi di storia della riviera ligure: villa Regina Margherita, aBordighera.

La Provincia di Imperia ed il Comune di Bordighera hannoacquisito la struttura, con lo scopo di farla diventare un polomuseale dell’estremo Ponente imperiese.

La Fondazione Carige e la Regione Liguria, come illustre-ranno ampiamente gli articoli che seguono, hanno sostenutocon sensibilità e disponibilità la scelta di realizzare aBordighera una Fondazione che, trovando il suo humus nellacollezione di un grande amatore d’arte come Angelo Terruzzi(ed anche di questo darà ampio conto la rivista), potesse esse-re volano per lo sviluppo di una vocazione all’arte contempo-ranea che ha qui precedenti illustri in Manet e Guggenheim.

Abbiamo anche voluto offrire, in anteprima, una documenta-zione della villa, presentando i disegni originali, la relazionedell’architetto, l’acquisto degli arredi.

Non mancheranno le ricostruzioni storiche del periodo in cuila regina soggiornava in riviera, e, per aggiungere una nota dicolore, un’intervista al duca Borea d’Olmo, testimone vivacedi un’epoca significativa.

Con il saggio della professoressa Annalisa Scarpa si entrerànel vivo dell’intera operazione e si potrà valutare quanto e diquale peso Artistico è il contenuto del futuro polo musealeL’impegno di questa Amministrazione è sempre andato nelsegno di una promozione della provincia che privilegiasse ilduraturo sull’effimero, creando intorno al Polo universitariostrutture che ne consentissero l’ottimizzazione e lo sviluppo,animando le ville di proprietà (Nobel e Grock) con spettacoli,conferenze e mostre che le rendessero vitali ed utili. Il futurodella villa Regina Margherita completa un sogno che stadiventando realtà.

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Breve biografia della prima

Regina d’Italia

Ferdinando di Savoia, duca diGenova e fratello di Vittorio EmanueleII, aveva sposato Maria Elisabetta diSassonia, che gli diede due figli:Margherita e Tommaso. Ferdinandomorì che Margherita aveva appenaquattro anni, nel 1855. Fu all’età di 17anni che lo zio, primo Re d’Italia,decise di darla in sposa a suo figlioUmberto. Le nozze furono celebrate aTorino il 22 aprile 1868. Dieci annidopo Vittorio Emanuele II morì, eUmberto divenne Re. Margherita fucosì la prima Regina d’Italia, perchéVittorio Emanuele era rimasto vedovoprima dell’incoronazione.

Intanto, nel 1869, durante un viaggio“promozionale” attraverso tuttal’Italia, Margherita aveva partoritoVittorio Emanuele Ferdinando MariaGennaro, che diventerà Re comeVittorio Emanuele III.

Donna di animo nobile, forte caratte-re, di mente fervida e di molti interes-si, seppe raccogliere attorno allamonarchia l’elite culturale e artisticadel tempo e fu amatissima dal popolo.

I primi contatti della ReginaMargherita con Bordighera risalgonoal 1879, quando vi trascorse un perio-do di riposo per rimettersi, dopo cheUmberto, l’anno precedente, avevasubito due attentati. Fu ospite a villaBischoffeim (poi Villa Etelinda). Vitornò poi quasi ogni anno, alloggiandoal Cap Hotel, finché nel 1914 acquistòVilla Etelinda e il grande parco che,dalla via Romana, arrivava fino a viadei Colli, dove fece costruire la suadimora: Villa Margherita, appunto,che diventò ben presto luogo d’incon-tro di artisti, letterati e poeti tra cuiGiosuè Carducci, Antonio Fogazzaro,Salvator Gotta, Riccardo Zanella.

Vi morì il 4 gennaio 1926.Bordighera volle tributarle le prime

onoranze funebri: al passaggio del cor-teo migliaia di persone gettavano fioriper onorare l’amata Regina. I funeralidi Margherita vennero poi celebrati aRoma, dove riposa nel Pantheonaccanto al marito.

Dalle Odi Barbare di Giosuè CarducciOnde venisti? Quali a noi secoliSì mite e bella ti tramandarono?Fra i canti de’ sacri poetiDove un giorno o regina, ti vidi? [...]|O ver ne i brevi dì che ItaliaFu tutta un maggio, che tutto il popoloEra cavaliere? Il trionfoD’Amor già tra le case merlate [...]Fulgida e bionda ne l’adamàntinaLuce del serto tu passi, e il popolo |Superbo di te si compiace [...]Le braccia porgendo ti diceCome a suora maggior «Margherita!».

Carducci dedicò alla regina Margheritaanche l’ode: Il liuto e la lira.

MARGHERITADI SAVOIA

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Il primo soggiorno della ReginaMargherita di Savoia a Bordigherarisale al 1879.

L’anno precedente il Re Umberto Iera stato oggetto di due attentati, eMargherita, con il figlioletto, il futuroRe Vittorio Emanuele III.

Fu ospite a villa Bischoffeim (poiVilla Etelinda).

Negli anni immediatamente succes-sivi tornò, soffermandosi al Cap Hotel,fino a quando acquistò VillaBischoffsheim.

MARGHERITADI SAVOIA

Nelle foto, veduta della villae particolare dell’iscrizione con dedica al nobile tedesco che ne fu il proprietario.

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Dal diario

dell’architetto Luigi Broggi

LA COSTRUZIONEDELLA VILLA

azzurra fino alle ultime propaggini dell’Esterelle.”S.M. non esita e dice senz’altro: “E allora studiamo

la nuova villa e facciamola in alto in modo che dallamia camera io possa vedere sempre il mare”.

Si va subito a vedere una specie di spiazzo che esi-ste a mezza costa della collina e si è pienamented’accordo che quel posto è invero ideale per la collo-cazione della nuova villa. Da quello spiazzo nei gior-ni di vento si riesce a vedere perfino la linea oscuradella Corsica. M’impegno a presentare alla regina inbrevissimo tempo uno studio di massima per lanuova villa, che le porterò io stesso a Roma dov’es-sa sta per recarsi. La villa esistente potrà servire pergli alloggi del personale costituente la casa di S.M.

Questa villa ha una storia. La regina Margherita cifu con l’attuale re, ancora bambino, a rimettersi dallascossa nervosa avuta per l’attentato di Passanante alpovero re Umberto. I proprietari della villa volleroche questo avvenimento fosse eternamente ricordatoe adornarono l’edificio con una larga fascia in mosai-co di Venezia con la dicitura:

Hisce in aedibus nov. Et dec. MensesMDCCCLXXIX Margarita Italiae Regina mira for-mae dignitate ac virtutum splendore populi suavissi-ma cum filio commorata valetudinem recuperavitibique virum suum magnanimum regem excepit quoseventus faustos felices ut posteritatis memoriae pro-deret Josepho Francisco Piana esquite municipi pre-fecto hunc titulum adium dominus RaphaelBischoffsheim eques posuit. Non. Jan.MDCCCLXXX.

L’8 dicembre 1913 l’amico marchese Guiccioli,cav. D’onore della regina madre, mi scrive che S.M.Trovasi a Bordighera molto vicina a comperare unavilla e che io mi tenga pronto a partire, non volen-do la regina prendere alcuna decisione senza averprima sentito il mio parere. Il 9 arriva il telegrammache mi chiama a Bordighera e il 10 parto. Do unarapida occhiata appena arrivato alla villa costruitada Garnier che dovrebbe essere adattata per la regi-na e al vastissimo parco che le sta intorno. Sul parconessuna obiezione, sulla villa, ben conoscendo leesigenze della casa di S.M., faccio le mie riserve enon mi pronuncio, impegnandomi con la regina astudiar la cosa con le carte alla mano. Per due gior-ni sto a Milano tranquillamente nel mio studio avedere tutte le possibili soluzioni che potrebberoadottarsi per la regale installazione, ma nessuna misoddisfa.

Il 14 sono di nuovo a Bordighera e nella mattinataho una lunga seduta con S.M. Alla quale spiego tuttii modi e i ripieghi ai quali si potrebbe ricorrere perun razionale e doveroso ingrandimento dell’edificio.La regina segue con molta attenzione le mie spiega-zioni, ma intuisce con la consueta lucidità della suamente tutto lo sforzo delle diverse soluzioni che io lepresento e a un certo punto m’interrompe e mi dice:“Lei è convinto che con uno di questi ripieghi potre-mo arrivare ad un risultato che sia davvero soddisfa-cente?”. Resto perplesso e faccio un gesto che espri-me tutto il mio dubbio. E S.M. Prosegue il suo pen-siero e soggiunge: “E se abbandonassimo l’idea diingrandire questa villa, tenendola invece nel suostato attuale come dépendance e facessimo la nuovavilla più alta?”.

“Maestà – rispondo – questa è stata la mia primaidea, ma noi architetti, quando i clienti ci interpella-no sulle possibili riduzioni di un dato edificio, citroviamo sempre in situazioni di estrema delicatez-za, perché anche se in piena coscienza sentiamo chel’adattamento sarà assai meno conveniente del farcosa del tutto nuova, sembra sempre che il consigliosulla soluzione radicale possa essere fatta da noi nelnostro interesse. E poiché ho la parola aggiungo aS.M. Che la villa esistente ha per me come suadimora un difetto d’origine gravissimo, quello cioèdi essere fabbricata troppo in prossimità della stra-da, quindi esposta facilmente a qualsiasi eventualeinvonveniente che potesse verificarsi. Di più, l’es-sere la villa fabbricata in basso riduce di molto l’at-trattiva maggiore della località, quella cioè di poterammirare il magnifico panorama di tutta la costa

Bordighera, attorno al 1920. La Regina passeggia con le damedi compagnia e con l’architetto Broggi, costruttore della villa

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LA COSTRUZIONEDELLA VILLA

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porlo a S.M. come la persona idonea per l’esecuzio-ne del lavoro. E i risultati giustificarono pienamentela fiducia posta in quest’uomo, che condusse lacostruzione con provetta competenza e meravigliosasollecitudine, mostrando la più specchiata onestà ecorrettezza anche in sede di liquidazione.

20 novembre. A Bordighera la regina madre inoccasione del suo genetliaco distribuisce regali atutti gli operai che lavorano alla villa. Nel maggioS.M. aveva offerto agli operai una colazioneall’aperto in occasione della posa del tetto.

1915, a Bordighera durante la guerra.Il 22 ottobre parto per Bordighera i nvitato dalla

regina madre a passare qualche giorno nella nuovavilla, dove una camera al secondo piano è stata desti-nata a me. L’augusta signora, indicandomi la miastanza, mi dice con la sua infinita bontà: “Quella lachiameremo d’ora in poi camera Broggi ed ognivolta che ella verrà ad occuparla mi farà un grandis-simo piacere”.

I primi mesi del 1916 segnarono per me un’epocadi grande movimento. La villa di Bordighera era fini-ta anche nei più minuti dettagli dell’ammobiglia-mento, ma si stava lavorando al garage e ad alcuneopere speciali nei servizi. A Roma dovevo recarmispesso per supplire Carlo (il figlio di Broggi, n.d.r.)nella direzione dei lavori della villa Picardi. A Parmavi erano strascichi di pendenze tecniche per la Cassadi Risparmio. E così era un continuo andirivieni fraMilano, Bordighera, Roma e Parma. Per solitoandando a Bordighera mi portavo la sera a Genova,dove pernottavo, per proseguire poi la mattina prestoe aver così molte ore a disposizione per le cose dellavilla reale e ripartire poi la sera direttamente perMilano.

Il 27 gennaio del 1914 presentavo a Roma a S.M.Il progetto di massima della villa riportandone lapiena approvazione. E così cominciò questo lavoroche doveva procurarmi le più grandi compiacenze,prima fra queste la benevolenza che l’augustadonna volle allora e vuole tuttora che io chiami“amicizia” e della quale ebbi sempre le più lusin-ghiere e chiare prove, non solo per quanto potevariguardarmi personalmente ma in ogni fatto triste olieto che toccasse alla mia famiglia. Anche ora S.M.vuole sempre che durante l’autunno io passi alcunigiorni nella sua villa a Bordighera. E quando hasaputo che, incapace a resistere alla solitudine nellaquale ero piombato per la morte della poveraGiuseppina, mi ero scelto una nuova compagnadella vita, ha voluto che essa pure fosse ospite sua aBordighera e le diede un magnifico anello come suoricordo. A tanta benevolenza ho cercato di risponde-re con l’album sulla villa del quale mi permisi rega-larne cento copie a S.M. Essa dona volentieri qual-che esemplare della monografia ai suoi intimi,accompagnando sempre il dono con le più lusin-ghiere parole per me.

Ecco la pagina per me più preziosa dell’album,l’autografo di S.M.

“Quando voglio pensare a qualche cosa di piace-vole e di riposante mi viene subito davanti agliocchi la mia cara villa di Bordighera e mando ungrazie di cuore al com. architetto Luigi Broggi, ilquale con tanta intelligenza, con tanto vero e finesentimento d’arte, e con sì gentile e affettuosa devo-zione, ha ideato e fatto sorgere quella bella casa,tanto piacevole ad abitare ed ove mi trovo sempretanto bene. Gliene sono proprio riconoscentissima,e questo sentimento si rinnova colla stessa intensi-tà ogni volta che rientro nella cara villa.Margherita”

Approvato il progetto della villa di Bordighera sitrattava di trovare l’impresa alla quale affidare ilavori di costruzione. La notizia del nuovo edificioche doveva sorgere in riviera per la regina madre siera largamente diffusa e da ogni parte giungevanoofferte e raccomandazioni. La scelta non era cosafacile: ma una lettera del senatore generale LuigiPelloux, da molti anni residente a Bordighera, eun’altra del senatore Agnetti, portanti ambedue lepiù serie informazioni sulla capacità e la moralitàdell’ing. Angelo Giovanelli, costruttore di numero-se ville della riviera, mi indussero senz’altro a pro-

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• Mobilio completo della Villa e Stoffe per mobilie tappezzerie: Ditta Grazioli Gaudenzi - Milano• Mobili in ferro per il Dipartimento di servizio:Ditta Moneta - Milano• Mobili in Paglia: Ditta Giudici - Milano• Oggetti casalinghi: Ditta Polero - Bordighera• Orologi: Ditta Franceschi - Milano• Pavimento in piastrelle di Cemento: Ditta S.Ghilardi - Milano• Pavimento in legno: Ditta Fratelli Confalonieri diPasquale - Milano• Pavimenti di lusso in piastrelle del Belgio e rive-stimenti: Ditta Dall’Ara - Milano• Pavimenti in marmo: Ditta Fratelli Bogani -Milano• Piante decorative: Ditta Winter - Bordighera• Placche, Manette, Cricche cesellate perSerramenti: Ditta Lomazzi - Milano• Porcellane e Cristallerie: Ditta Richard Ginori -Milano• Quadro antico con Cristo in croce per laCappella: Ditta Rambaldi - Bologna• Quadri antichi e Soggetto religioso per leCamere da letto: Ditta A. Beltrami - Milano• Ripristino Impianto Riscaldamento a VillaEtelinda: Ditta Armela - Bordighera• Scala Meccanica: Ditta Porta - Milano• Serramenti in legno: Ditta Nada e Billour -Bordighera• Stucchi decorativi interni: Ditta BernasconiTomaso - Milano• Stucchi decorativi esterni: Ditta Lovetti - Milano• Trasporti: Ditta Poggi - Bordighera• Vernici: Ditta Fratelli Oliva e C. - Bordighera• Vetri e Cristalli: Ditta Fratelli Oliva - Bordighera• Vetri decorati per lo Scalone: Ditta G. Beltrami -Milano• Vetri decorati per porte e finestre: Ditta CorvaiaBazzi - Milano• Zincherie - Tubazioni: Ditta Filip - Bordighera

Si è accennato alla Costruzione affidata all’Ing.Giovanelli.

È giusto riprodurre qui l’elenco delle varieForniture con l’indicazione delle Ditte alle qualifurono affidate.• Apparecchi e Meccanismi per Cucina e Ufficidi Bocca: Ditta G. Bajetta - Milano• Altare per la Cappella: Ditta Patrucco - Milano• Attrezzi ferro: Ditta Soleri - Bordighera• Bandiere: Ditta Waj - Milano• Biblioteca completa, Scaffali, Tavoli, Poltrone,Sedie: Ditta Arch. E. Monti - Milano• Cartelli porcellana per indicazioni locali eimpianti: Ditta Casazza - Milano• Cassa Forte: Ditta Fumeo - Milano• Chiusure di sicurezza in ferro: Ditta FratelliBombelli - Milano• Colonne in pietra Sarizzo: Ditta Porroni - Canzo(Brianza)• Ferri battuti per la Loggia, i balconi e il para-petto dello Scalone: Ditta A. Rossi - Milano• Fornitura Energia Elettrica: Ditta Voodhouse -Bordighera• Fotografie: Ditta E. Benigni - Bordighera• Gran Lampada, Placche e Bracciali in bronzoper lo Scalone: Ditta Lomazzi - Milano• Impianto Riscaldamento e Conduttura acquacalda: Ditta Cestari e Macchi - Milano• Impianto Sanitario e Conduttura acqua fred-da: Ditta G. Bajetta - Milano• Impianto Suonerie elettriche, Illuminazione,Lampadari in bronzo e Lampade portabili: DittaBajetta - Milano• Impianto elettrico nel Dipartimento dei servizi:Ditta Paderni - San Remo• Impianto Ascensore: Ditta Stigler - Milano• Lampadari Murano: Ditta Fratelli Toso -Venezia• Lampadari Murano antichi: Ditta Rambaldi -Bologna• Marmi diversi: Ditta Conrieri - Bordighera

LA COSTRUZIONEDELLA VILLA

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Dalla monografia

dell’arch. Luigi Broggi

LA VILLA DI S.M. LA REGINAMADRE D’ITALIA MARGHERITADI SAVOIA A BORDIGHERAeeddiittoo ddaa SSoocc.. AArrttii GGrraaffiicchhee AAllffiieerrii ee LLaaccrrooiixx -- 11992233

Il 27 gennaio 1914 il progetto dimassima della nuova villa era pronto elo presentavo a S.M. a Roma, riportan-done la piena approvazione. Dopo duemesi era compiuto anche il progettocostruttivo ed il 30 marzo si faceva laconsegna dell’area all’impresacostruttrice, rappresentata dall’ing.Angelo Giovanelli di Bordighera,sulla cui valentia e probità avevoavuto le più rassicuranti informazioni.

I lavori cominciarono subito e furo-no spinti con la massima alacrità. Aiprimi di novembre tutta la parte rusti-ca era compiuta ed il 20 di quel mese,in occasione del Suo genetliaco, S.M.faceva a tutti gli operai una largadistribuzione di doni.

Intanto a Milano si eseguivano imodelli degli stucchi, si preparavano iferri battuti, si fabbricavano i mobili,si tessevano le stoffe e a Bordighera sieseguivano i serramenti.

La villa fu compiuta verso la fineottobre del 1015. Lo stile scelto, alquale fu informata la decorazioneesterna ed interna e che su seguito poinel mobiglio e in ogni più piccolo det-taglio, è il Barocchino del ‘700, delquale abbiamo tanti e splendidi esem-pi nelle nostre vecchie Ville lombarde.

L’Edificio consta di quattro piani –un Sotterraneo con grandi finestrefuori terra – un Piano terreno rialzato –un primo e un secondo Piano, e aldisopra di questo un ampio Terrazzo,pienamente praticabile, e dal quale sipassa con un ponte direttamente nelParco. Nel Sotterraneo stanno leGuardarobe, le Stanze da Stiro e daLavoro, e in due riparti separati l’in-stallazione del Calorifero e quelladell’Ascensore.

A Piano terreno, dall’Atrio d’ingres-so si passa in una vasta Hall, sullaquale danno diverse porte che mettonoalla Sala d’aspetto per le Udienze, allaBiblioteca, alla Sala di Ricevimento, aquella più vasta di Ritrovo, alla Salada Pranzo, allo Scalone e

all’Ascensore. La Sala d’aspetto per leUdienze, dietro una vasta apertura conporte a coulisse, vi è la CappellinaPrivata di S.M. Quando in essa si cele-bra la Messa, la Sala antistante serveper collocarvi l’inginocchiatoio spe-ciale per S.M. e i sedili pei Membridella sua Casa e per gli Ospiti. E poi-ché la Sala è in comunicazione conl’Atrio d’ingresso mediante un’ampiaporta, quando questa si apre anche laServitù dall’Anticamera può assisterealla Messa.

La grande Hall di Piano Terreno siripete ai due Piani superiori, ai quali siaccede con lo Scalone d’Onore inmarmo bianco, con l’Ascensore, e conuna scala di servizio che sale fino alTerrazzo superiore alla Villa. A primoPiano, entrando nell’Hall, a sinistra sitrova il Quartierino speciale di S.M.composto di Anticamera, Studio,Camera da letto e Gabinetto diToilette.

A sinistra, a destra, e di controall’Appartamento di S.M. ve ne sonotre minori, destinati specialmente aMembri della Famiglia Reale e allaDama di servizio.

A secondo Piano, l’Appartamentoche sta al di sopra a quello di S.M. èabitato dalla Dama di Palazzo,Contessa Maria Cristina Pes. Quellod’angolo a destra è destinato alGentiluomo di servizio. Poi ve ne sonoaltri quattro per Ospiti.

Ogni Quartierino tanto a primo che asecondo Piano è costituito da una pic-cola Anticamera, dalla Camera da lettoe da un Gabinetto di toilette con bagnoed annessi servizii. Ogni Piano dellaVilla comunica, mediante un passag-gio, col Dipartimento dei Servizii,dove stanno le Guardarobe particolaridi S.M. e delle sue Dame, e le Stanzeda Stiro e da Lavoro delle cameriere.

Alla Villa è unita un’Ala specialedestinata nel Semisotterraneo allaCucina con tutti gli annessi impianti,nel Piano rialzato agli Uffici di Bocca,

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LA VILLA DI S.M. LA REGINA MADRED’ITALIA MARGHERITA DI SAVOIA

A BORDIGHERA

e nei due Piani sovrastanti, ad alloggiper il personale di servizio tanto dellaCasa come degli Ospiti. Questo fab-bricato è munito da due scale alle dueestremità, e in ogni piano è fornito didue gabinetti da bagno con annessiservizii.

L’Impianto dei Campanelli Elettriciè fatto in modo che, mediante unacommutazione di Spine, da ogni stan-za della Villa si può suonare a qualsia-si camera di servizio. Così gli Ospitipossono chiamare direttamente dallecamere loro assegnate i propri dome-stici. Tutti i meccanismi della Cucina edegli Uffici di Bocca funzionano elet-tricamente.

Vi è per la Villa un Impianto genera-le di Calorifero a riscaldamento indi-retto, in modo che nelle camere nonfigurano apparecchi di sorta. Unaparte dell’Impianto, con una specialeCaldaia, può riscaldare separatamentele camere a Nord, le quali qualchevolta, nell’Autunno avanzato, presen-tano un sensibile squilibrio di tempe-ratura rispetto a quelle versoMezzogiorno.

Venendo a parlare dei Fornitorid’opera della Villa, debbo dare il postod’onore all’ingegnere Cav. AngeloGiovanelli, cittadino di Bordighera,ma oriundo di quelle nostre forti Vallilombarde, da dove si irradiarono pelmondo intero i più poderosiCostruttori. Egli non fu un comuneAppaltatore d’Opere, a un appassiona-to, che mise nel lavoro della Villa diS.M. un vero entusiasmo. Fu per que-sto, che nell’esecuzione del fabbricato,costantemente vegliata anche dal fra-tello dell’Ingegnere Giovanelli e dagliassistenti Simoni e Martinoia, si potéottenere una celerità assolutamenteinsperata. Ma bisogna ch’io dica, perla pura verità, che tutti indistintamentei Fornitori della Villa, come i singolioperai, gareggiarono nel portare il pro-prio contributo con grande amore, e

sono lieto di attestarlo qui, in questepagine dedicate all’Augusta Donna,per la Quale tutti abbiamo lavorato,felici di porgere a Lei, con la nostraattività, l’offerta e l’omaggio della piùprofonda e sentita devozione.

La Villa venne occupata per la primavolta da S.M. il 25 febbraio 1916. Lasoddisfazione piena che l’AugustaDonna ebbe allora ad attestarmi. Eche, con infinita benevolenza, ebbepoi a ripetermi e mi ripete tuttora,ogniqualvolta ho l’onore di incontrar-mi con Lei, è il più gran premio alquale potevo aspirare, pel modo pelquale ho assolto il lusinghiero ed ono-rifico incarico avuto. Non possodimenticare, nella mia grande compia-cenza, i due carissimi Collaboratoriche avevo Soci di Studio, durante laredazione del Progetto e l’esecuzionedell’Edificio, e cioè l’Ing. CesareNava, e mio figlio Ing. Carlo. Vada adessi, da queste pagine, tutta l’espres-sione del mio animo grato, come a tutticoloro che mi coadiuvarono nella riu-scita di un’Opera ispirata costante-mente ad un’alta visione, quella cioèdi poter offrire alla più eletta Donnad’Italia, tutto ciò che il mio pensiero,la mia devozione ed insieme il miocuore potevano dare.

Arch. L. Broggi

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L’AUTOGRAFO

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di Giulio Contestabile

LA CASAI LOCALI

GLI ARREDI

poteva godere della vista del mare con-versando con gli intimi e coltivando ilsuo vivo amore per i fiori.

Margherita sapeva godere delle bel-lezze della natura come delle bellezzeartistiche ed ebbe sempre una grandesimpatia per gli artisti. Lo attestaronocoloro che poterono avvicinarla perriprodurne le sembianze col pennello.Come il famoso Corcos, che nel 1922le fece uno stupendo ritratto nei giorniin cui la Regina l’ebbe suo ospite nellavilla di Bordighera. Pompeo Mariani,nipote di Mosè Bianchi, ricevette laRegina nella sua casa a Bordigherafacendola attendere alla porta dieciminuti: il tempo di spazzolarsi la barba,sistemare il gilet e adornarsi con unasciarpa. Fu per questo che ancora oggiè ricordato come “il pittore che feceaspettare la Regina”.

Pompeo Mariani eseguì un ritrattodella Regina con un tratto rapido, deci-so, di getto. Realizzò un piccolo capo-lavoro. Margherita in quella occasionevolle congratularsi per lo splendidoritratto che in precedenza aveva fatto aUmberto I.

La Regina Margherita viveva in unambiente esteticamente bello nell’in-sieme e nei particolari, dai mobili distile, ai ninnoli, ai quadri. La gran partedegli arredi era stata fatta in stile baroc-chino con l’uso di legni pregiati , dallanoce nazionale ad alcuni legni esotici;le poltrone , le sedie ed alcuni tavoli inlegno di conifera , laccati nei toni delcrema e del bianco giglio, con partico-lari in oro zecchino; anche le stoffe cheornavano i divani come le poltroneerano in seta damasco nei colori natu-rali.

Nell’ atrio al piano terra troviamoun’etagère in legno laccato e dorato ,due fioriere anch’esse laccate e dorate,due vasi in terracotta smaltata colorverde smeraldo eseguiti alla fine delsecolo XIX in puro stile Liberty.

Segue la cappella privata con panchee inginocchiatoi in rovere , cantaglorie

“Il godimento per quella mia casacosì piacevole ad abitare si rinnova inme con la stessa intensità ogni voltache vi ritorno”. Questo versetto è statoscritto dalla Regina Margherita all’ar-chitetto Broggi per ringraziarlo dellasplendida villa che realizzò per Lei,una costruzione in stile barocchino del700, arredato con mobili riprodottinella prima metà del 900 nello stessostile della costruzione stessa.

L’edificio sorge a circa un chilome-tro dal mare , sul limitare del piano eall’inizio del pendio dei colli. Dalleterrazze candide e dai balconi dorati sipuò ammirare la distesa del mare, laCosta Azzurra, i monti che vengono amorire nelle acque.

La villa reale si presenta esternamen-te in una mole quadrata , non severa,non massiccia, tutta piena di sole, gaiae silenziosa tra i fiori e gli alberi esoti-ci. Le si affianca una dependance cheserviva da alloggio al personale addet-to a vari servizi. Sul davanti una bellaterrazza alla quale si accede dai salonie da una marmorea scalinata esterna.

Dall’atrio si accede invece alle saledel primo piano ed alla grande scaladagli appartamenti superiori .In unagraziosa alcova è eretta la cappella sul-l’altare nella quale troneggia una arti-stica pittura del Crocefisso. Nellabiblioteca S. M. aveva raccolto operedi ogni epoca e di ogni paese, scienti-fiche e letterarie; una pinacoteca contele pregevolissime.

Il salone dei ricevimenti si presenta-va fastoso e lucente: la regina passavain quelle sale buona parte della giorna-ta in compagnia della propria dama dicorte Contessa Maria Pes dei Marchesidi Villamarina, del Cavaliere d’OnoreMario Nomis dei Conti di Cossilla ,dei gentiluomini di Corte PrincipeEmilio Barbiano di Belgioioso d’Estee Marchese Marco Doria Lamba.

Un altro angolo della casa dove laRegina passava alcuni momenti dellagiornata era l’incantevole loggia dove

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ta color azzurrino e oro zecchino, tavo-li e sedie, e due splendidi lampadari invetro di Murano eseguiti ancora dalladitta Fratelli Toso. La sala ricevimentidegna di una Regina è arredata con duedipinti olio su tela rappresentantiVittorio Emanuele Re d’Italia, un gran-de specchio antico in legno a doppiadoratura, tavoli sedie e poltrone instile, una litografia raffigurante S.M.Elena Regina d’Italia, ancora un olio sutela con la figura della ReginaMargherita di Savoia, mentre i duelampadari collocati sul soffitto sonoimmensi e maestosi (fratelli TosoVenezia ).

Al centro della sala da pranzo untavolo ovale in rovere, in parte laccatoin nero, un’infinità di sedie, un tavoli-no antico cinese laccato in nero rosso eoro zecchino, una grande e tre piccoleconsolle con alzata in legno di noce emarmo rosso e anche in questo saloneun grande lampadario in vetro diMurano, un antico vaso in ceramica ebronzo dorato sormontato da fiori inrame, piccoli mobili in stile rinasci-mentale e due portavasi laccati neri.

Un grande androne con una magnifi-ca scala in marmo porta ai piani supe-riori dove si trova l’appartamento dellaRegina con un grande bagno regale. Sisusseguono stanze per arrivare all’ulti-mo piano non più arredato ma che ci faaccedere alla magnifica terrazza dovesi può godere di un panorama indimen-ticabile, la bella cittadina di Bordigherae il mare che non trova confini.

del 700 in legno scolpito policromo edorato , leggìo e tavolini in legno lac-cato color crema e dorature, due quadriad olio del XX secolo raffiguranti laMadonna in preghiera e Santo conbambino, entrambe ornate da corniciin legno dorato. Quattro candelieri inbronzo dorato del XIX secolo si trova-no sull’altare , un tabernacolo del 900in bronzo dorato e un crocifisso inlegno laccato oro , un Cristo e unaMadonna in gesso policromo guardanol’ingresso della cappella. Al di sopra ditutto un antico e raffinato dipinto adolio su tela del 600 raffigurante Cristosulla croce con cornice in legno dora-to, al soffitto un lampadario in vetroiridescente fatto a Venezia dalla famo-sa ditta Fratelli Toso.

Si prosegue e si entra nella sala d’at-tesa dove un grande tavolo in legnolaccato verde antico e avorio troneggiacircondato da 12 magnifiche sedierivestite da un prezioso tessuto dama-scato, un pianoforte Rod Sohn in legnolaccato nero e tasti in avorio, un piano-forte in piuma di mogano, sul finirdella sala un ‘antica specchiera diMurano, un orologio a pendolo inlegno di rovere, due stampe litografi-che rappresentanti S.S.Margherita diSavoia e S.M. Vittorio Emanuele IIIRe d’Italia. Nella stessa sala si trova unascensore in legno arredato con un pic-colo divano dove la Regina si sedevaquando saliva ai piani superiori.

Allo stesso piano troviamo lo studio,la biblioteca con grande libreria lacca-

LA CASAI LOCALIGLI ARREDI

La Regina Madre, terminata la villa, prese residenza stabile a Bordighera.In questa pagina, e in quelle seguenti, vediamo alcune foto di Margherita di Savoia alla Villa,

a passeggio per Bordighera e in alcune occasioni ufficiali.

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ANTICHE FOTOA SPASSO PER BORDIGHERA

IN OCCASIONI UFFICIALIIN VILLA

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ANTICHE FOTOA SPASSO PER BORDIGHERA IN OCCASIONI UFFICIALIIN VILLA

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ANTICHE FOTOA SPASSO PER BORDIGHERA

IN OCCASIONI UFFICIALIIN VILLA

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ANTICHE FOTOA SPASSO PER BORDIGHERA IN OCCASIONI UFFICIALIIN VILLA

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ANTICHE FOTOA SPASSO PER BORDIGHERA

IN OCCASIONI UFFICIALIIN VILLA

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Per questo numero della Rivista,dedicato alla Regina Margherita, allasua casa di Bordighera, alla sua vitanella Riviera della “belle epoque”, laredazione voleva anche trovare qual-cosa che potesse aiutare a ricreare lamemoria del mondo che aveva attrattola Regina, l’aveva trattenuta e la avevaindotta a costruirsi qui una villa e infi-ne a diventare attenta protagonista epartecipe attrice della vita mondana diSanremo e dintorni.

Chi meglio avrebbe potuto risponde-re alle nostre domande se non ildiscendente del Gentiluomo di Corteche aveva affiancato la Regina neglianni della sua venuta in Riviera?

Infatti a Sanremo vive, ed ha accet-tato di guidarci in questo percorso, il

Una carrellata di ricordi con il Duca Borea

d’Olmo, tra storia e curiosità.

NOBLESSEOBLIGE

Duca Guido Orazio Borea d’Olmo,pronipote in linea laterale, di DonGiambattista Borea d’Olmo (* Genova11-10-1831 + San Remo 1936), “DucaBacicin” 1° Duca d’Olmo, 5°Marchese d’Olmo e 3° Baronedell’Impero francese, decorato con il“Collare” del Supremo Ordinedell’Annunziata e quindi “cugino delRe”, morto ultracentenario senzalasciar figli. Olmo gentile, in provinciadi Cuneo, non molto distante da AcquiTerme, è il paese di cui i Borea sonosignori secondo l’antica tradizionecavalleresca e araldica.

Il Duca Guido Orazio ci mostra conorgoglio tutte le placche e le crociappartenute allo Zio Baciccia dicendo:“È una piccola ma importantissima

Stemma Borea d’Olmo

Guido Orazio Borea d’Olmo

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“nel 1936 avvenne la morte dello ZioBaciccia. Lui, che per tutti noi ragaz-zini era sempre stato un esempio diserenità e di gioia, veniva a mancare elo vedevamo per l’ultima volta, com-posto per la sepoltura. Era vestito neisemplici indumenti della Confraternitamaschile della Madonna Assunta incielo o Madonna della Costa. Il DucaBacicin, carico di storia, di beneme-renze e di titoli, che per tanti anniaveva rivestito ruoli di massimo rilievoalla corte dei Savoia nel Palazzo delQuirinale a Roma, invece che rivestirela splendente marsina da diplomatico,con tutte le decorazioni ed il Collaredell’Annunziata, indossava il semplicesaio azzurro di Confratello dellaMadonna della Costa: raro esempio disemplicità e di fede vissuta.”

La sobrietà era propria del DucaBacicin e il censo si rilevava dal buonoperare, ogni ostentazione era bandita,e la nobiltà veniva manifestata dalcomportamento.

“Mio padre Michele con tutti noivivevamo tra Roma e Sanremo e quitra la casa sul mare alla Foce, la“Villa la Quiete”, ed il Palazzo inin-terrottamente abitato da 5 secoli dallanostra Famiglia”

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collezione di decorazioni di vari ordinicavallereschi e dinastici del mondoche ho provveduto ad ordinare edesporre in questa vetrina”.

Il Duca Bacicin, così chiamato affet-tuosamente da tutta Sanremo, avevavissuto accanto alla Famiglia RealeSavoia, prima a Torino, per un breveperiodo a Firenze ed infine a Roma,dove aveva svolto il delicato compitodi Gran Maestro delle Cerimonie e diPrefetto di Palazzo. Aveva partecipatoa tutti i Sovrani del Mondo la nascitadel Principe di Piemonte (il futuro ReUmberto II), ricorda il Duca GuidoOrazio; sempre lui aveva curato l’arri-vo a Roma dei Sovrani e dei Capi diStato che presero parte alle nozze delPrincipe Umberto di Savoia e MariaJosè e aveva organizzato le nozze inAssisi del Re di Bulgaria con laPrincipessa Giovanna di Savoia. IlDuca Bacicin era gentiluomo di cortequando, per la prima volta, nel 1879 laneo Regina Margherita, nel fulgore deivent’anni, si era rifugiata da amici bor-digotti per riprendersi dal trauma del-l’attentato subito a Napoli.

Ci sorprende l’attuale Duca con unricordo del prozio che ce lo consegnanel momento della morte, a 106 anni:

Funerale di Giambattista Borea d’Olmo

NOBLESSE OBLIGE

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L’antica dimora era usata in preva-lenza per rappresentanza e per impe-gni ufficiali. Il Duca Guido Orazioricorda con divertita vivezza anche lafigura del nonno Agostino (fratello diGianbattista di 19 anni più giovane) :”Mio nonno aveva sposato un’energicanobile francese, Maria Grandval,vedova Zirio che riuscì a rimettere insesto le malandate finanze dellanostra Famiglia anche grazie a deci-sioni per l’epoca molto spregiudicate.Tra l’altro decise che mio nonno nonpoteva passare la sua vita senza farenulla e che quindi si doveva impegna-re in un’attività. Lo fece assumere, consuo grande disappunto e non so inquale ruolo, in una banca di Sanremo.Mio nonno mal digerì quell’iniziativama ottenne, in un secondo momento,una gran rivincita: la banca fallì mise-ramente. Un giorno mio nonno trovòlo sportello chiuso e poté ritornare aPalazzo e sentenziare: “Ancöi u l’è ugiurno ciü bèlu da mé vita”: finalmen-te non doveva più lavorare!

Ecco quindi la Sanremo dell’epoca:

con piccole banche attive, oggi direm-mo banca d’affari, come attiva eral’imprenditoria locale. La Banca dellafamiglia Asquasciati era impegnata sulfronte dell’edilizia, del governo dellacittà e dei traffici con il commercioestero. In poche parole Sanremo era unnodo vivo e pulsante della societàmoderna di questo estremo lembo diterra italiana, che superava la vecchiadimensione prevalentemente agricola,inaugurando ferrovie e strade del cen-tro cittadino, inventando il turismo ecostruendo grandi alberghi e suntuosedimore.

Il Duca Guido Orazio ricorda anco-ra: ” mia nonna Maria Grandvalaveva ereditato dal suo primo maritola bella Villa Zirio che come tuttiricordano, fu per un certo periodoresidenza del Kaiser Guglielmo.Quando l’augusto ospite lasciò defini-tivamente la villa, mia nonna fece ungiro di controllo e con sua grande sor-presa trovò nascosto in un bagno, epiù precisamente nella cassetta dellosciacquone, un plico di carte che auna più attenta consultazione si rivelòessere i cifrari diplomatici e bellici delKaiser. Mi nonna prese il tutto e con-segnò il singolare e riservatissimoplico al console di Germania aSanremo che provvedette a riconse-gnarlo a Berlino. Mia nonna ne ebbein ricompensa un’alta onorificenzagermanica.”

In quegli anni in Riviera arrivavanoprincipi e sovrani che soggiornavanoin ville costruite con garbo ed elegan-za dagli impresari locali. Altre villevenivano realizzate per gli ospiti fore-stieri dagli architetti di grido che ope-ravano a Sanremo: alcuni di loro vierano nati mentre altri vennero nellacittà dei fiori perché attratti dallo svi-luppo e dalle possibilità che offriva ilturismo d’élite fonte di ricchezza usatacon stile ed eleganza.

Sanremo per ricevere i suoi ospitiinternazionali si era attrezzata: aveva

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Giambattista, Gerolamo edAgostino Borea d'Olmo

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una casa da gioco, un teatro con unavivace stagione di prosa e un’offertamusicale e operistica di alto livello.

Chiediamo al Duca Guido Orazio sericorda le feste che animavano ilPalazzo Borea e sorride nel ricordarequella del 1935 “Avevo 10 anni ericordo un gran movimento: era inpreparazione un gran ricevimento.Papà e mamma vollero invitare tuttala nobiltà presente a Sanremo eRiviera in quel periodo, senza dimen-ticare le famiglie più importanti. Siritrovarono circa 300 persone cheaffollavano i due piani nobili delPalazzo. Ricordo ancora come fosseoggi il disappunto della zia Giulietta(sorella di Papà) quando, finita lafesta, ritornò nelle sue stanze e quitrovò una spiacevole sorpresa: qual-che ospite si era sentito male e, appro-fittando della confusione, aveva vomi-tato nell’armadio delle scarpe dellazia!”

Ritorniamo ad evocare la ReginaMargherita ed il tono del Duca GuidoOrazio ritorna serio e commosso:“Probabilmente il Duca Bacicin avevapotuto suggerire alla ReginaMargherita la possibilità di venire adabitare in Riviera. Da giovane il DucaBacicin era stato a Torino prima percompletare gli studi poi era stato vici-no al conte di Cavour come suo segre-tario ricoprendo il ruolo diGentiluomo di Corte. Nel 1914 lanomina a primo Duca d’Olmo e nel1922 la nomina a Senatore del Regno,per iniziativa diretta del Sovrano,testimoniano la considerazione in cuiera tenuta la sua figura da tutta laFamiglia Reale. La sua competenzaamministrativa e giuridica e la suafedeltà erano indiscusse! In una dellenumerose visite della ReginaMargherita di Savoia a Sanremo ilDuca Bacicin accompagnò la Sovranain visita all’ospedale, voluto e fondatoda nostro cugino Nunez del Castillo”.

La Regina amava il mare e ormai

quasi settantenne, ricorda il DucaGuido Orazio, fece addirittura un’immersione nel golfo di Sanremo, abordo di un sottomarino della RegiaMarina Italiana.

Ma il mare evoca anche un altrodivertente aneddoto, con il ricordo deibagni Morgana: “ Facevamo i primibagni nella spiaggia del Morgana...quando un’avvenente signora dellaalta società locale emerse dai flutticome Venere. Nel nuotare le si eraslacciato il costume.”

Noi sappiamo anche, grazie al rac-conto appena un po’ diverso del nipo-te della signora in questione, lo scritto-re Nico Orengo, che si trattava dellacontessina Tallevic. Il poeta RenzoLaurano, nome d’arte di LuigiAsquasciati, possedeva, della novellaVenere, una bella fotografia ad unballo mascherato. La foto è attualmen-te esposta nel Museo della città diSanremo a Palazzo Borea d’Olmo.Rievocando un’icona della “belle epo-que” di Sanremo, chiudiamo quest’in-tervista in leggerezza. I numerosi per-sonaggi di fama internazionale dimo-ranti in Sanremo, ci restituiscono l’im-magine del bel mondo rivierasco e aiu-tano a capire perché persino le Regine(basti ricordare la presenzadell’Imperatrice russa e dell’ex Reginadi Spagna) abitassero volentieri inRiviera.

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Giambattista Borea d'Olmo adAssisi - Nozze Giovanna di Savoia

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Ecco alcune foto d’epoca cheillustrano il pensionato ReginaMargherita

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Nel 1929, tre anni dopo la mortedella Regina Margherita, il Re VittorioEmanuele III donò la Villa diBordighera all’AssociazioneNazionale Famiglie dei Caduti eDispersi in Guerra. La proprietà (laVilla propriamente detta, il parco eVilla Etelinda) venne adattata a Casadi Riposo per congiunti di Caduti inguerra. Disponeva di 150 posti, unaparte dei quali temporanei, ed alcunigratuiti, “per le socie indigenti”. Iricoveri permanenti, a Villa Etelinda,erano riservati a genitori e vedove diCaduti “di condizione povera”.

Sempre nel 1929 l’Associazionediede alle stampe un opuscolo che illu-strava l’adattamento della proprietà alnuovo scopo, e la sistemazione di granparte del terreno a coltivazione dimimose e margherite. Nel 2001l’Associazione Nazionale Famiglie deiCaduti e Dispersi, presieduta da IginoAchilli, curò una ristampa del volu-metto, in collaborazione con laFondazione Pompeo Mariani.

Vi si apprende, tra l’altro, che “Alladirezione, amministrazione, assistenzaalle ricoverate ecc. sono adibite le rev.Suore Minime del Sacro Cuore cheprestano opera encomiabilissima,sotto la guida di una Superiora di dotieccezionali. Niente è trascurato perrendere gradito, igienico e salutare ilsoggiorno nella Casa di Riposo alle

ricoverate.”Più avanti si racconta: “Oltre ad un

parco meraviglioso, dall’estetica vera-mente confortante, la Villa possiede unfondo rustico di tre ettari circa di cui

1929LA TRASFORMAZIONE

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24.842 mq coltivati a fiori, in grazia diuna vasta trasformazione agraria; edove prima erano scoscesi pendii chearrivavano al 55%, ora tutto è statoportato in piano e reso irriguo. Si ècostruita sui fianchi della montagnauna muraglia lunga 3.000 metri, evariante da un’altezza di m. 0,85 a 3.In una parola, si è creata la terra colti-vabile, e su queste terrazze è stata fattauna coltivazione di mimose, che, oltre

a costituire una superba cornice olez-zante alla villa, fornirà entro tre anniall’Amministrazione i mezzi necessariper far vivere la Casa di Riposo di vitapropria. Tale è la residenza che conob-be a lungo il sorriso della PrimaRegina d’Italia. E’ per noi un dovere didevozione e di amore rivivere in spiri-to le vicende dell’Augusta Scomparsa,tuttora aleggiante sulle mura datrici dipace”.

1929LA TRASFORMAZIONE

Lavori di sistemazione montana: costruzione di mura e formazioni di terrazzi

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Il giorno 11 ottobre dello scorsoanno è stato siglato ufficialmente l’ac-cordo, tra la famiglia Terruzzi, da unlato, e la Provincia di Imperia, ilComune di Bordighera e la RegioneLiguria dall’altro, che ha concreta-mente dato vita alla FondazioneTerruzzi-Villa Regina Margherita. Sene parlava da poco meno di un anno e,con una celerità inconsueta, le forma-lità sono state prontamente espletate alpunto da consentire, già alla metà diaprile di quest’anno, l’inizio degliinterventi di restauro sull’edificio,interventi che, interamente affidati almecenatismo della famiglia Terruzzi,auspichiamo possano concludersientro la fine del 2010.

Nel totale rispetto della struttura sto-rica, e con un’attenzione mirata neiconfronti della futura fruibilità dell’in-tero complesso, verrà allestito al suointerno il museo, il primo, che destìnaad uso pubblico una consistente partedella Collezione Terruzzi.

La storia museale d’Italia, ma, gene-ralmente, di tutta la civiltà occidentale,nasce dalle passioni artistiche di unsingolo, di una singola famiglia, di unadinastia. E’ grazie a queste personalis-sime passioni che si sono costituite lepiù grandi collezioni, d’Europa e nonsolo, e da queste la maggior parte deimusei del mondo occidentale.Potremmo immaginare gli Uffizi diFirenze senza la dinastia dei Medici? oCapodimonte a Napoli senza iFarnese? o il Museo Archeologico diVenezia senza i Grimani? o la GalleriaColonna o quella Borghese a Romasenza la trascinante passione per l’artedelle famiglie che ad esse hanno datonome?

Un museo è il prodotto di una speci-fica ed istintiva attitudine dell’uomoalla raccolta di documenti, ma anche lanecessità spirituale di espressione disé, della propria società e della storia,necessità che trova concretizzazioneattraverso l’esposizione di oggetti

significanti, per l’uomo, per la sua sto-ria. Inconsciamente il collezionistacustodisce in sé la pulsione di scongiu-rare la caducità umana attraversol’istinto che induce a conservare,insieme all’oggetto, la memoria stori-ca di esso e nello stesso tempo il suofuturo.

Questo collezionismo illuminato si ètradotto spesso nella concessione alpubblico godimento delle opere rac-colte nel tempo, nella nascita quindi dimusei, gallerie e fondazioni. E’ il casoquesto della Fondazione che ha presoil proprio doppio nome dal mecenate edal luogo nel quale le opere verrannoesposte: Terruzzi-Villa ReginaMargherita.

Da qualche tempo ormai l’alone diproverbiale riservatezza che ha circon-dato per anni la collezione Terruzzi èstato infranto dal successo di dueesposizioni – a Roma e a Milano – chehanno reso chiunque conscio, al di ladel favoleggiare, della ricchezza edella raffinatezza di questa raccolta.La decisione – e la scelta – di allestirein villa Regina Margherita aBordighera una consistente parte diquesta collezione, è frutto di unaavveduta ed intelligente collaborazio-ne tra il mecenate privato e la pubblicaamministrazione – Provincia, Comunee Regione - ed arricchirà, al di là diogni aspettativa, il tessuto culturale delterritorio ponentino ligure di un tesorodi grande valenza.

Percorrendo i tre piani della strutturastorica si avrà l’opportunità infatti diaccostarsi ad un vero e proprio voca-bolario dell’arte italiana, e non soloitaliana: verranno esposte tavole fondooro tre-quattrocentesche e fronti dicassone rinascimentali; capolavori delCinquecento veneto, come L’allegoriadella Pace di Noyon, meglio notacome Allegoria di Venezia di GiovanniCariani, o di quello emiliano, comeL’addio di Rinaldo e Armida di SistoBadalocchio, o pietre miliari della

A Villa Regina Margherita opere eccezionali

della Collezione Terruzzi

DALLA CASAAL MUSEOdi Annalisa Scarpa

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creatività secentesca, come LaLiberalità e la Modestia di Guido Reni(vedi foto 1), Il Geografo el’Astronomo di Giuseppe Petrini, asso-luto chef-d’oeuvre dell’ artista ticine-se, o la Venere nella fucina di Vulcanodel vero, grande maestro della seconametà del secolo, Luca Giordano.

Per quanto riguarda il Settecento –principale passione del Collezionista –troppo lungo sarebbe l’elenco delleopere che verranno collocate in villaRegina Margherita; basti quindi sotto-lineare alcuni nomi: dal napoletanocon suggestioni venete Paolo deMatteis all’intimo e sublime emilianoGiuseppe Maria Crespi, a DonatoCreti, al lombardo FrancescoLondonio fino alle stupefacenti fanta-

sie capricciose di quel grande sceno-grafo dell’antichità che fu GiovanniPaolo Panini. Non mancheranno imaggiori rappresentanti della pitturaligure, come Gregorio de’ Ferrari,Gioacchino Assereto e AlessandroMagnasco, a testimoniare il radica-mento, anche culturale, dellaCollezione nel territorio. Per quantoriguarda la pittura veneta delSettecento, la sua presenza nella rac-colta è talmente ricca che una suaesposizione permanente in toto avreb-be condizionato unilateralmente l’al-lestimento dell’intero museo.

Troveranno collocazione ovviamen-te tele sublimi dei maggiori esponentidel vedutismo veneziano, da LucaCarlevarijs ad Antonio Canaletto, a

DALLA CASA AL MUSEO

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Francesco Guardi, e della grande pit-tura figurista di questo secolo, daSebastiano Ricci a a Jacopo Amigoni,a Gian Battista Tiepolo. Oltre a questepresenze, il nucleo veneziano, ricco diopere altrettanto qualificanti e presti-giose, andrà ad arricchire l’area delleesposizioni temporanee che, a rotazio-ne e con criterio tematico, farannomaggiormente conoscere al pubblicol’accattivante bellezza della pitturanata in questo secolo tra le acque dellaLaguna di Venezia.

Non mancherà l’omaggio alla pitturadel Novecento, italiana, con opere diDe Chirico, Balla, Sironi, Guttuso,Ligabue e Fontana, ma anche stranie-ra, con Wilfred Lam, Victor Brauner,Karen Appel ed ancora altri rappresen-

tanti di quel momento storico.Ma non si rispetterebbe appieno la

completezza della Collezione se sipensasse che l’allestimento musealedella Fondazione Terruzzi- VillaRegina Margherita dovesse limitarsialle opere di pittura. Si affiancherannoad esse infatti arredi del XVIII e XIXsecolo usciti dalle botteghe dei piùesperti ebanisti di questi due secoli,come le quattro commodes napoletanerealizzate per i principi Carafa (vedifoto 2), e le due piemontesi appartenu-te ai Savoia e donate dal re al propriomedico personale o come i due tavolida muro genovesi che sembrano ese-guiti, come quello di Palazzo Spinola,dalle abili mani di Francesco MariaMongiardino.

DALLA CASA AL MUSEO

Nelle foto, alcune immaginidella cerimonia che ha sancitola nascita della Fondazione.

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Non mancheranno piani a micromo-saico, come Il trionfo di Cupido operadi Benedetto Boschetti o commessi inpietre dure, come il grande pannello diAlfonso Montelatici che riprende constupefacente resa plastica e delicatezzacromatica il noto dipinto Alla fonte diEgisto Ferroni. Troveranno spazionella villa maioliche e porcellaneeuropee ed orientali, tra le quali il set-tecentesco servizio cinese dellaDinastia Qing in porcellana blu cobal-to ricco di circa 300 pezzi, ma anchel’eccentrico e imponente servizio datavola di 381 pezzi realizzato dalbolognese Minghetti per il duca diMontepensier Antonio d’Orléans nel1888.

Ma la vita della Fondazione Terruzzi-

Villa Regina Margherita non sarà solomuseale: accanto a questo suo destinoprenderà corpo un gabinetto di restau-ro polifunzionale, dove verrannorestaurate sì le opere destinate allaFondazione stessa, ma verrà ancheintrapresa un’attività didattica e for-mativa tesa a coinvolgere soprattuttole giovani generazioni che si sentanoattratte dal fascino sottile e seducentedell’arte nelle sue molteplici sfaccetta-ture. Verranno programmati incontri,conferenze e dibattiti, coinvolgendoprotagonisti del mondo dell’arte, alfine di definire una ragnatela di rap-porti e di scambi con altre fondazioniomologhe, rendendo stimolante e viva,come sempre dovrebbe essere, l’esi-stenza del museo stesso.

DALLA CASA AL MUSEO

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ALCUNE IMMAGINI ATTUALIDELLA VILLA

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ALCUNE IMMAGINI ATTUALI DELLA VILLA

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ALCUNE IMMAGINI ATTUALI DELLA VILLA

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ALCUNE IMMAGINI ATTUALI DELLA VILLA

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ALCUNE IMMAGINI ATTUALI DELLA VILLA