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Come quando il bambino scappa all’abbrac- cio della madre, rifiuta il cappottino che tenta di infilarsi, e con un semplice ma perentorio «No!» annuncia gioiosamente che lui non vuo- le andare a casa e che lui, almeno un altro po’, vuole restare lì dov’è. Perché lì, dove vuole rimanere, ha creato un mondo. La pittura di Giulio Mottinelli si nutre di quel mondo e di quel mondo è generatrice. E proprio di generatrice e di genitrice vien da parlare, di fronte alla feconda potenza di cui essa ci ren- de testimoni, potenza e fecondità che sono poi quelle della Natura. Natura e pittura dialogano senza che si levi un rumore, le parole non ser- vono, il silenzio è essenziale, come al Mattino nel bosco . E il mondo emerge, così, nella sem- plicità, quella che è la maniera della genuinità ma che è tutto l’opposto della semplificazione. Nutrimento che ritorna, ritornare dei semplici di Paolo Capelletti Mattino nel bosco, 1989, 50x50 Genuino e semplice è infatti il cibo, uno dei temi più frequentati da queste opere. Esse sono percorse e rincorse dagli alimenti offerti, di nuovo, dalla natura come da un fil rouge archetipico che giunge fino a qui, partito dall’origine di tutto e a essa ritornato. Il filo rosso, appunto, le ricorrenze, sono le ca- tegorie del mondo in cui ci invita Mottinelli. Ritornano le analogie, ricompaiono e si rimon- tano gli elementi fondamentali, e la loro armo- nia diventa la nostra nell’incontro con la Ma- dre, con colei che ci nutre. E allora eccolo il pane che ci viene offerto, ed ecco che siamo noi, a riscoprirci dei semplici. Con lo sguardo fisso in un occhio materno che torna sempre ad accoglierci: Sotto il segno della luna. «La luna – ci confessa sottovoce il pittore – deve essere accesa». Sotto il segno della luna, 2012, 100x100 Il pane dei semplici opere di Giulio Mottinelli

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Capelletti su mottinelli

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  • Come quando il bambino scappa allabbrac-cio della madre, rifiuta il cappottino che tenta di infilarsi, e con un semplice ma perentorio No! annuncia gioiosamente che lui non vuo-le andare a casa e che lui, almeno un altro po, vuole restare l dov.Perch l, dove vuole rimanere, ha creato un mondo.

    La pittura di Giulio Mottinelli si nutre di quel mondo e di quel mondo generatrice. E proprio di generatrice e di genitrice vien da parlare, di fronte alla feconda potenza di cui essa ci ren-de testimoni, potenza e fecondit che sono poi quelle della Natura. Natura e pittura dialogano senza che si levi un rumore, le parole non ser-vono, il silenzio essenziale, come al Mattino nel bosco. E il mondo emerge, cos, nella sem-plicit, quella che la maniera della genuinit ma che tutto lopposto della semplificazione.

    Nutrimento che ritorna, ritornare dei semplicidi Paolo Capelletti

    Mattino nel bosco, 1989, 50x50

    Genuino e semplice infatti il cibo, uno dei temi pi frequentati da queste opere.Esse sono percorse e rincorse dagli alimenti offerti, di nuovo, dalla natura come da un fil rouge archetipico che giunge fino a qui, partito dallo rigine di tutto e a essa ritornato.Il filo rosso, appunto, le ricorrenze, sono le ca-tegorie del mondo in cui ci invita Mottinelli.Ritornano le analogie, ricompaiono e si rimon-tano gli elementi fondamentali, e la loro armo-nia diventa la nostra nellincontro con la Ma-dre, con colei che ci nutre.E allora eccolo il pane che ci viene offerto, ed ecco che siamo noi, a riscoprirci dei semplici.Con lo sguardo fisso in un occhio materno che torna sempre ad accoglierci: Sotto il segno della luna.La luna ci confessa sottovoce il pittore deve essere accesa.

    Sotto il segno della luna, 2012, 100x100

    Il pane dei sempliciopere di Giulio Mottinelli

  • E proprio laccensione, la luce, una specifica luce la corrispondenza pi ricorrente e for-se pi decisiva della realt artistica che qui ci osserva per farsi osservare. la luce di un mo-mento, fugace, di un attimo che vede abbraccia-to il sole (o la luna?) con la tempesta, imminen-te. la luminosit prossima allo spegnimento, dura un solo istante. Luce temporale, Nella luce del tempo.

    Soglia che azzarda lapparire dellinesistente. Una luce da sogno. il mondo del sogno, allora, questo in cui sia-mo catturati, felicemente. Il mondo del sogno ricorrente.Sono ancora le parole dellautore, mentre rac-conta dei suoi piccoli schizzi preparatori, a dir-ci di questo infinito ritornare: Prima di dipin-gere un quadro, non voglio sapere dove andr a finire. Certamente, di questo mondo e di que-sto sogno si dir che continuano ad andare, ma non per finire.E l, nella ricorrenza di questo sogno, in una Storia di luce e ombra ci viene voglia di resta-re, interrogandoci meravigliati: Dov que-sto posto? Dov questo mondo? Voglio an-darci a mangiare e rimanerci per un po.Come il bambino che non vuole andare via, intento nel gioco pi serio che esista, la cre-azione.

    Nella luce del tempo, 2010, 160x160

    Storia di luce e di ombra, 2010, 150x150

    MontichiariMuseo Lechi

    Spazio Mostre ContemporaneeVia Martiri della Libert, 33