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CHIE BINA SA Bimestrale della comunità ecclesiale di Sabina-Poggio Mirteto - anno V, numero 28 luglio-agosto 2014 - con autorizzazione del Tribunale di Rieti n. 14 del 24-11-2008 Per informazioni su futuri abbonamenti rivolgersi alla segreteria di redazione: Curia Vescovile, piazza Mario Dottori, 14, 02047 Poggio Mirteto (Ri) tel. 0765.24019-24755 – fax 0765. 441019. Direttore DON TONINO FALCIONI - Direttore resp. MARCO TESTI - Segreteria di redaz. LUCA ROTILI “Poste Italiana S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale 70% - DCB Roma All’interno, le ordinazioni sacerdotali di Don Alessandro, Don Lorenzo e l’ammissione agli Ordini di Fabrizio Dalla testa, al cuore, alle mani, ai piedi Alessandra ci rammenta che Cristo cambia la vita… sul serio! A pagina 16 un ricordo di Alessandra Prandelli Una festa per tutta la Diocesi I dieci anni di episcopato di Mons. Ernesto Mandara Andrea Lucantoni H a avuto luogo nella cattedrale di Santa Ma- ria Assunta in Poggio Mirteto, il giorno 5 giugno 2014, la celebrazione per il X an- niversario di ordinazione episcopale del nostro Ve- scovo Ernesto Mandara. Dalla chiesa di San Gio- vanni è iniziata la processione di molti sacerdoti e religiosi della Diocesi che, insieme al Vescovo, si sono avviati verso la cattedrale. Erano presenti alla celebrazione anche S. Em.za il Cardinale Giovanni Battista Re e Sua Ecc.za Mons. Giuseppe Mani, Arcivescovo Emerito di Cagliari. (continua nel Paginone) C aro lettore, oramai sono tanti gli anni che ci auguriamo Buona Estate: ancora una volta permettici però di rivolgere un pensiero particolare agli amici costretti a stare a casa in questo periodo. A te che stai da solo, o resti a casa, o in ospedale, o in un luogo non tuo, va il pensiero e l’augurio di una Serena Estate da parte della redazione tutta di ChieSAbina.

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CHIE BINASABimestrale della comunità ecclesiale di Sabina-Poggio Mirteto - anno V, numero 28 luglio-agosto 2014 - con autorizzazione del Tribunale di Rieti n. 14 del 24-11-2008

Per informazioni su futuri abbonamenti rivolgersi alla segreteria di redazione: Curia Vescovile, piazza Mario Dottori, 14, 02047 Poggio Mirteto (Ri) tel. 0765.24019-24755 – fax 0765. 441019.Direttore DON TONINO FALCIONI - Direttore resp. MARCO TESTI - Segreteria di redaz. LUCA ROTILI

“Poste Italiana S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale 70% - DCB Roma

All’interno, le ordinazioni sacerdotali di Don Alessandro,Don Lorenzo e l’ammissione agli Ordini di Fabrizio

Dalla testa, al cuore, alle mani, ai piediAlessandra ci rammenta che Cristo cambia la vita… sul serio!

A pagina 16 un ricordo di Alessandra Prandelli

Una festa per tutta la DiocesiI dieci anni di episcopato di Mons. Ernesto Mandara

Andrea Lucantoni

Ha avuto luogo nella cattedrale di Santa Ma-ria Assunta in Poggio Mirteto, il giorno 5giugno 2014, la celebrazione per il X an-

niversario di ordinazione episcopale del nostro Ve-scovo Ernesto Mandara. Dalla chiesa di San Gio-vanni è iniziata la processione di molti sacerdoti ereligiosi della Diocesi che, insieme al Vescovo, sisono avviati verso la cattedrale. Erano presenti allacelebrazione anche S. Em.za il Cardinale GiovanniBattista Re e Sua Ecc.za Mons. Giuseppe Mani,Arcivescovo Emerito di Cagliari.

(continua nel Paginone)

Caro lettore, oramai sono tanti glianni che ci auguriamo BuonaEstate: ancora una volta permettici

però di rivolgere un pensiero particolareagli amici costretti a stare a casa in questoperiodo. A te che stai da solo, o resti acasa, o in ospedale, o in un luogo non tuo,va il pensiero e l’augurio di una SerenaEstate da parte della redazione tutta diChieSAbina.

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CHIEsABINAUFFICI PASTORALI2

Gesù Cristo tra storia ed arteClaudio Duca*

Idocenti di religione catto-lica della nostra diocesi,come ogni anno, hanno

vissuto un corso di aggiorna-mento organizzato dall’uffi-cio scuola diocesano. La te-matica approfondita è statafrutto dell’anno della fede:Gesù dal punto di vista sto-rico nei vangeli e nell’arte.Questo aggiornamento pro-fessionale è composto daquattro incontri che costitui-scono l’occasione per appro-fondire le varie tematiche maanche essere un momento diconoscenza reciproca, di con-fronto, di scambio di espe-rienze vissute nella scuola esoprattutto come momento dicomunione con il Vescovo efra i docenti stessi. Tutto que-sto per sensibilizzare e favo-rire nei docenti l’esperienzavissuta della ecclesialità:verso la nostra comunità dio-cesana in accordo e sintoniacon la Chiesa italiana.Nel primo incontro del 12 ot-tobre 2013, presso i localidella Curia di Poggio Mirteto,il Prof. Carmelo Dotolo dellaPontificia Università Urba-niana ha guidato la riflessionesullo stato attuale degli studisulla figura di Gesù storicotratta dai racconti dei quattroVangeli. Tale riflessione haconsentito di rendere più so-lide quelle conoscenze chesono necessarie per l’inse-gnamento della religione cat-tolica. Dopo una premessa edun excursus storico sulle fasidella ricerca su Gesù il Prof.Dotolo ha così concluso: “Illungo percorso aperto dallastoria della ricerca su Gesù,porta a una conclusione: laformula primitiva “Gesù è ilCristo” non è un’invenzione

dei primi cristiani per archi-tettare la storia di una frode,ma la comprensione determi-nante della figura storica diGesù, una personalità fuoridal comune, nel contestodella sua ebraicità”.L’incontro del 24 novembre2013, chiusura diocesana del-l’anno della fede, grazie alnostro Vescovo che ha illu-strato le sue indicazioni pa-storali e ai vari interventi dipersone e gruppi diocesani,ha permesso ai docenti di vi-vere quella ecclesialità cheviene auspicata e desideratada tutti.Il 15 marzo 2014, presso i lo-cali della Curia, sono interve-nuti due relatori che hannosviluppato due aspetti dellafigura di Gesù: nella matti-nata il Prof. Sergio Perugini,collaboratore di Don DarioViganò della Pontificia Uni-versità Lateranense, ha mo-strato come l’arte cinemato-grafica ha letto e legge ancoraoggi la figura del Gesù sto-rico attraverso numerosibrani tratti da famosi film,soffermandosi soprattuttosulle scene della Passione.Poi la maestra iconografaClaudia Rapetti ha saputo at-trarre l’attenzione dei docentiattraverso la presentazione diicone antiche e moderne sulvolto di Cristo. Entrambi i re-latori e i contenuti da loropresentati hanno suscitato unvero interesse ed entusiasmoda parte di tutti. Nel pomerig-gio è intervenuto il nostro Ve-scovo per salutare gli inse-gnanti, esprimere loro il rin-graziamento per il lavorosvolto e per sottolineare illoro servizio all’interno dellesue indicazioni pastorali.Nell’ultimo incontro del 21giugno 2014 i docenti sono

stati guidati dalla DottoressaFrancesca Graziani, del Vica-riato di Roma, all’interno didue Basiliche romane, SantaCroce in Gerusalemme e SanGiovanni in Laterano, per ve-dere come gli artisti hannoespresso la loro fede nellaloro arte offrendoci una let-tura per immagini della storiadella salvezza e della vicendadi Gesù. Dopo un momentoconviviale presso i giardini diCastel Sant’Angelo la gior-nata è proseguita in Vaticanoper visitare la Cappella pa-pale privata “RedemptorisMater”. Per questa occasioneunica vogliamo ringraziare ilnostro Vicario generale,Mons. Paolo Gilardi, semprepresente ai nostri incontri,che ci ha offerto la possibilitàdi entrare in un luogo uniconel suo genere. Infatti questacappella, voluta dal SantoGiovanni Paolo II per cele-brare l’intento ecumenico trala Chiesa Cattolica e quellaOrtodossa, è stata realizzatacompletamente con la tecnicadel mosaico dall’artistaMarko Ivan Rupnik e dagliartisti del Centro Aletti diRoma. Il Santo Giovanni Paolo II,nella celebrazione della Dedi-cazione della cappella formu-lava questo augurio: “Essadiventerà così un segnodell’unione di tutte le Chieseda voi rappresentate con laSede di Pietro. Rivestirà inol-tre un particolare valore ecu-menico e costituirà una signi-ficativa presenza della tradi-zione orientale in Vaticano”.L’esperienza è stata quella diuno stupore dettato dalla bel-lezza e armoniosità delle fi-gure rappresentate che por-tano naturalmente al silenziodella contemplazione.

“Infatti, questa teologia vi-siva, che i medievali chiama-rono Biblia pauperum, trovaoggi una continuità edun’originalità particolareproprio in un percorso teolo-gico che parte dall’amore diDio Padre e giunge alla litur-gia celeste di un’eternaanamnesi dei figli nel Figlio.E alla Madre di Dio è dedi-cata la rinnovata Cappella inquesta vigilia del GrandeGiubileo dell’Incarnazione,in cui insieme al Cristo è ce-lebrata Colei che è “AlmaRedemptoris Mater”. Perquesto Maria troneggia comela Madre del Signore e laSede della Sapienza, in unasplendida figura della paretecentrale, come riflesso del-l’economia trinitaria e attor-niata da Santi e Sante diOriente e di Occidente, ditutte le epoche e di tutte le na-zioni”. (www.vatican.va)Ci auguriamo che il percorsofatto quest’anno, oltre adaverci arricchito cultural-mente, abbia anche offerto adognuno di noi l’occasione permaturare nell’unità e nella re-ciproca accoglienza la consa-pevolezza che ciascuno di noiè al servizio per l’edificazionedell’unica Chiesa di GesùCristo.

*Direttore Ufficio Scuola Dioce-sano

La redazione tutta di

ChieSAbina esprime

a don Tonino Falcioni,

fondatore e direttore

della nostra rivista, le

più sentite condo-

glianze per la scom-

parsa dell’amatissimo

papà Filippo. Un ab-

braccio forte da tutti

noi, don Tonino!

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CHIEsABINA 3UFFICI PASTORALI

UFFICIO PASTORALE FAMILIARE

“Maschio e femmina li creò”Le radici sponsali della persona umana

Se ci guardiamo intorno epensiamo a quante ener-gie si stanno spendendo

per affermare che non esistepiù la famiglia, ma diversimodi di essere famiglia e chetutte le forme di convivenza siequivalgono tornano in mentele profetiche parole dello scrit-tore inglese G.K. Chestertonche affermava: “I fuochi sa-ranno accesi per testimoniareche due più due fa quattro. Lespade saranno sguainate permostrare che le foglie sonoverdi d’estate…si dovrà an-dare in montagna, combattere,organizzare una resistenza perdifendere l’ovvio”. La cosid-detta cultura gender infatti,quella in base alla quale la dif-ferenza sessuale è una sem-plice costruzione sociale e cul-turale e quindi modificabile evariabile e dunque liberamentescelta dalla persona che sindalla prima infanzia non deveessere condizionata dal datobiologico cioè dall’essere natamaschio o femmina, è entrataormai con prepotenza nellanostra società (vedi pubblicità,film, giornali…). Nella stessalinea va inquadrato il tentativodell’UNAR (organo del Dipar-timento delle Pari opportunità)di introdurre nelle scuole diogni ordine e grado degli opu-scoli per la formazione degliinsegnanti che avrebbero do-vuto aiutare i bambini sin dallaprima infanzia a formare libe-ramente la propria sessualità eliberi da condizionamenti fon-dati sulla differenza ses-suale… perciò al bando le fa-vole in cui c’è un principe euna principessa….meglio unproblema di matematica in cuii due papà di Martina vanno a

fare la spesa… Si tratta di unpericolo reale da tenere pre-sente e non a caso il Card. Ba-gnasco ha affermato: “È inatto una strategia persecutoriacontro la famiglia, un attaccoper destrutturare la persona equindi destrutturare la societàe metterla in balia di chi è piùforte e ha tutto l’interesse ache la gente sia smarrita. Neltorbido il male opera meglio»Moltissime sono le iniziativeconcrete destinate a condizio-nare fortemente le nostre vitee soprattutto quelle dei nostrifigli, ma prima di tutto la no-stra libertà di sostenere che lafamiglia e ancor prima il ma-trimonio sono fondati sul-l’unione di un uomo e unadonna. Prendendo atto di que-sta realtà e per dare ragionedella nostra posizione suquella che è la verità originariadell’essere persona, creata aimmagine di Dio, uomo edonna, la XVI Settimana distudi sulla spiritualità fami-liare svoltasi a Nocera Umbradal 23 al 26 aprile - a cui lanostra Diocesi ha partecipatocon dei rappresentanti - haavuto come tema “Maschio e

femmina li creò. Le radicisponsali della personaumana”.Con un approccio multidisci-plinare sono stati offerti i fon-damenti teologici e la sapienzadell’antropologia cristiana edè stata evidenziata la ricchezzadella differenza sessuale chenon interessa solo il corpo el’apparato riproduttivo maogni aspetto della personanella sua integralità e partico-larmente nella relazione colprossimo. Si è trattato diun’esperienza arricchente e il-luminante grazie soprattutto alcontributo dei molti relatoriche hanno illustrato le realiconseguenze della culturaGender.D’altra parte alla ricchezza edal significato della differenzarimandano le parole di PapaFrancesco che durante l’incon-tro con i fidanzati in PiazzaSan Pietro del 14 Febbraio2014 ha spiegato che “il ma-rito ha il compito di fare piùdonna la moglie e la moglie hail compito di fare più uomo ilmarito”. Si tratta di temi che non sonomarginali e che richiedono unacostante e continua attenzioneda parte nostra, delle nostre fa-miglie. Come cristiani ab-biamo l’obbligo di informarci,formarci e rimanere salda-mente ancorati al Magisterodella Chiesa. A breve semprepiù numerose e incisive sa-ranno le iniziative anche legi-slative che mireranno a can-cellare la famiglia come volutada Dio sin dal principio esiamo invitati a scendere incampo non “contro” qualcunoma “per” la famiglia fondata

sul matrimonio fra uomo edonna e soprattutto siamochiamati a testimoniare la suabellezza e il ruolo indispensa-bile che essa ha per una so-cietà a misura d’uomo tenendoconto che prima di essere unrealtà di fede è un dato natu-rale innegabile così come è in-negabile che dalla differenzanasce la vita.Una delle opportunità di infor-marsi e formarsi è offerta daipercorsi diocesani per coppieche cominceranno per il sestoanno a Farfa. Come più voltescritto, anche su queste pa-gine, si tratta di una grande op-portunità per tutte le coppieche intendono riscoprire lacentralità della Parola di Dionella coppia e in famiglia, ac-quisire una sensibilità versotemi attuali che riguardano einterpellano la famiglia edare ragione di quei compor-tamenti che una famiglia cri-stiana è chiamata ad averenella società e nella Chiesa. La presentazione del percorsoa cui tutte le coppie sono invi-tate, ma a in particolare quelleche operano o vorrebbero ope-rare nell’ambito della pasto-rale familiare, si terrà in tredate e luoghi diversi per faci-litare la partecipazione dellediverse vicarie:27 Settembre ore 21.00 nellaParrocchia di Collevecchio04 ottobre ore 21.00 nella Par-rocchia della Vergine Santis-sima del Monte Carmelo diMonterotondo Scalo 11 ottobre ore 21.00 presso laParrocchia Santa Croce diPasso Corese

Per qualunque informazioneci si può rivolgere all’indi-rizzo [email protected]

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CHIEsABINACRONACHE4

Don Alessandro Parisi, sacerdote sabino

Niccolò Todini

Sono stati due giorni pienidi gioia quelli vissuti aMagliano sabato 5 e do-

menica 6 luglio, durante i qualiDon Alessandro (classe 1987,già ordinato diacono il 5 gen-naio nell’Abbazia di Farfa) èstato prima ordinato sacerdoteed ha poi celebrato la suaprima messa. Per la comunitàdi Magliano sono stati giorniconcitati: la preparazione dellaCattedrale e della liturgia, delrinfresco e dell'accoglienza de-gli ospiti ha catalizzato le ener-gie del parroco Don Filippo DiFraia e dei fedeli anche per unaragione storica non indiffe-rente: per ritornare all'ultimaordinazione sacerdotale di unmaglianese bisogna fare unsalto nel passato di oltre ses-santa anni, al 12 luglio 1952,quanto veniva ordinato DonAntero Petrucci.Nella sera di sabato 5 luglio laConcattedrale di San Libera-tore era stracolma: circa cin-quecento persone sono venutedalla Sabina (e non solo) perassistere all’evento. Presentitutti i sacerdoti della diocesi, lafamiglia ed i parenti, le auto-rità, il coro diocesano, la co-munità cristiana ed ovvia-mente il Vescovo Mons. Erne-sto Mandara, il quale hapronunciato, durante la cele-

brazione, parole di sincero af-fetto e stima nei confronti diAlessandro, aggiungendo un

paterno avvertimento e consi-glio: “Il giogo alcune voltesarà pesantissimo, diversa-mente da quanto dice il Van-gelo - ha commentato - ma èproprio in quei momenti che,richiedendo l’aiuto di Dio edaffidandoti a Lui, quello stessogiogo ti diventerà leggero esoave”.Il giorno seguente, domenica 6luglio, alle ore 11.00, semprenella cattedrale maglianese,Don Alessandro ha celebrato lasua prima eucaristia, accompa-gnato dal Coro PolifonicoG.G. Carissimi di Magliano.

Adesso Don Alessandro faràritorno a Monterotondo, nellaParrocchia di Santa Mariadelle Grazie. Lì svolge la suamissione da quasi due anniquando, terminati gli studi al-l’Istituto Teologico Leonianodi Anagni, venne inviato dalVescovo a compiere espe-rienza “sul campo”. L’auguriosincero di tutta la diocesi è cheper mezzo del suo dono totalela sua anima e le anime dellepersone a lui affidate sianosantificate e rese sempre più si-mili a quella di Cristo, delquale sabato sera Alessandro èdiventato ministro per sempre.

(Foto Benzi)

Un frutto dei tralci della SabinaL’omelia di Mons. Mandara durante l’ammissione agli ordini sacri di Fabrizio Gioiosi

Pier Paolo Picarelli

La marcia vocazionale“Apriti alla Verità, por-terai la vita”, organiz-

zata sabato 10 maggio dal Cen-tro diocesano vocazioni, haavuto come meta la chiesa diSan Biagio a Palombara. Qui aipartecipanti si è unita la comu-nità locale e quella di Cretone,nonché molti fedeli giunti datutte le parrocchie della diocesiper vivere assieme la veglia se-rale, durante la quale FabrizioGioiosi - seminarista della dio-cesi Sabina – ha ricevuto l’am-missione tra i candidati agli or-dini sacri.La celebrazione è stata presie-

duta dal vescovo Mons. Erne-sto Mandara in un clima digrande raccoglimento e gioiaper il lieto evento. Durante laveglia è stato proclamato ilpasso del Vangelo di Giovanninel quale Gesù paragona sestesso alla vite, il Padre al-l’agricoltore e i discepoli aitralci che portano frutto. Nel te-sto questa immagine inizialeaiuta il Cristo a illustrare ai suoiascoltatori il comandamentodell’amore, rivelando il qualeGesù invita i discepoli a rima-nere nell’amicizia.L’omelia di Sua Eccellenza hatoccato il tema della scelta divita, stimolando i presenti allariflessione sul percorso da se-

guire per portare quel frutto dicui Dio ha reso capaci gli uo-mini. Anzitutto Mons. Mandaraha sottolineato l’importanza diun cammino di discernimentoche dia la possibilità di cono-scere a fondo se stessi, sco-prendo la propria essenza alfine di comprendere attraversoquali talenti e in che maniera ilSignore ha voluto che ciascunocontribuisse alla magnificaopera della Creazione. In se-condo luogo, acquisita unacerta autoconsapevolezza, è ne-cessario intraprendere senza in-dugi l’opera che si è chiamati acompiere, dedicando tutte leenergie di cui si dispone allarealizzazione della propria vita.È questo il difficile momentodella prova, in cui ognuno èchiamato ad avere coraggio e alavorare con costanza, perchétalenti ricevuti in dono dall’Al-tissimo non siano sprecati nel-l’insipienza. Una tale sfida ri-chiede una grande forza inte-riore, impossibile da otteneresenza l’intercessione di Dio,per questo motivo il popolodella Sabina e più in generalela Chiesa tutta sono chiamati apregare incessantemente, spe-

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CHIEsABINA 5CRONACHE

Una risposta d’amoreL’ordinazione di don Lorenzo

cie quando si tratta di vocazionialla vita sacerdotale. Alla lucedi ciò - nel contesto della 51ªGiornata mondiale di preghieraper le vocazioni - il vescovo haringraziato la comunità parroc-

chiale di Cretone per aver cu-stodito e supportato la scelta diFabrizio, coltivando con amoreil dono che il Signore ha volutoconcedere loro.All’omelia è seguito un intenso

momento di adorazione, con-clusosi con una danza di lode eringraziamento.Al termine della celebrazioneha avuto luogo un momento diconvivialità nella piazza anti-

stante la chiesa, la comunità diCretone ne ha approfittato perfar festa al suo fratello che haintrapreso con coraggio il cam-mino sulla strada che il Signoreha tracciato per lui.

Suor Michela

Il 28 giugno è un giorno difesta: don Lorenzo Uc-cero celebra il dono della

vita ricevuto da mamma Ales-sandra e papà Giancarlo 26anni fa. In questo stessogiorno la sua vita è messa to-talmente nelle mani di Dio,come risposta d’amore perquanto il Signore ha fatto inlui e di lui. “Che cosa ren-derò al Signore per tutti i be-nefici che mi ha fatto? Alzeròil calice della salvezza e invo-cherò il nome del Signore!”(Salmo 115, 3-4).Per Lorenzonon è uno slogan ma un ‘pro-gramma’di vita e di ministero.La risposta è ciò che abbiamovisto e udito nella chiesa diMonterotondo Scalo alla pre-senza di molti amici ma anchedi un gran numero di sacer-doti che hanno accolto donLorenzo con profonda com-mozione, tra i presbiteri dellanostra Chiesa sabina. Vedereun giovane che oggi corri-sponde alla chiamata del Si-gnore ed è felice di esseretutto di Dio, è motivo di

grande gioia ma anche motivodi stupore che apre a consape-volezza e speranza: il Signoreaffascina ancora; la chiesa èancora luogo e spazio in cuiun giovane può trovare la suapiena realizzazione, l’umanitàè ancora quella sposa che at-trae e muove ad un serviziosull’esempio di Gesù, Mae-stro e Signore. La solennitàdei santi Pietro e Paolo ha ar-ricchito il significato ed ilsenso di ciò che si è cele-brato,oltre a darne una parti-colare bellezza. E’ stato pro-prio il vescovo Ernesto ad en-trare nei testi sacri per trarneuna parola di speranza e dimissione affascinante per Lo-renzo ma anche per la nostraChiesa. La prima chiave dilettura è stata vocazionale: lachiesa, rappresentata dallostorpio che tende la mano (At3,1-10), chiede vocazioni…don Lorenzo è la risposta! Po-trebbe bastarci. Siamo esau-diti nella preghiera… Doppia-mente esauditi dal momentoche un altro giovane, Alessan-dro Parisi è ordinato presbi-tero il 5 luglio a Magliano Sa-

bina. Il nostro vescovo ci in-vita ad andare oltre ad unaChiesa che si accontenta e diaccogliere la sfida di unaevangelizzazione consape-vole di non aver altro da darese non Gesù Cristo: “Nonpossiedo né oro, né argento,ma quello che ho te lo do: nelnome di Gesù Cristo, alzati ecammina!”. Sono le paroledegli apostoli: diventino leparole di quanti si sentonocoinvolti nell’annuncio delregno, nella costruzione dellachiesa, nell’accogliere l’uma-nità spesso “bloccata e para-lizzata”, ma in attesa di libe-razione che non avviene peropera di uomini e donnebravi, ma per la testimonianzadi chi, accolta la buona noti-zia, sceglie di affiancare co-loro che ancora non l’hannotrovata, per indicarla loro nelVangelo. C’è una parola intensa ancheper Lorenzo, suggerita dalVangelo nel dialogo tra Gesùe Pietro: “Mi ami tu più di co-storo?” (Gv 21,15-19).L’amore non ha un di più o undi meno, o c’è o non c’è…Certamente quel “di più” se-gna una esigenza, quella dellapriorità di Dio nella vita diogni battezzato, ma soprat-tutto nella vita di un presbi-tero. È la necessità di un pre-sbitero: amare il proprio mi-nistero più di ogni altra cosae scegliere di servire il popolodi Dio, attraverso la Parola el’Eucaristia. “Che cosa ren-derò al Signore?” l’amoreper la gente, la cura di fratellie sorelle che attendono Dio,l’accompagnamento pazientee discreto dei giovani che cer-cano senso alla vita. “Checosa renderò al Signore?”uncuore capace di un amore as-

soluto e indiviso, che mette inquel calice volti e situazioniperché siano da quel sangueversato e da quel pane spez-zato, sostenuti e redenti. In-torno a don Lorenzo si èstretta una comunità cristianache ha manifestato affetto estima per un giovane che havisto nascere, crescere e ma-turare nella fede. Don MauroGuida, parroco di Montero-tondo Scalo, ha definito, nellaveglia di preghiera che hapreceduto l’ordinazione, que-sto momento di chiesa “pre-zioso”… prezioso perchéraro, prezioso perché ha va-lore inestimabile, preziosoperché la vocazione sacerdo-tale non è un dono di graziasolo per Lorenzo, ma ancheper la comunità cristiana chel’ha generato. Questo clima di festa è conti-nuato nella convivialità, nellacondivisione della cena fra-terna, occasione per saziare lafame, ma anche la voglia diincontrare persone venute datutta la diocesi per Lorenzo,amici incontrati nell’anima-zione vocazionale, nei campiCDV, nelle parrocchie visi-tate, nel servizio diaconale.Un momento di festa, ma an-che di responsabilità, che fadire a don Lorenzo: “Le manidel sacerdoteci restituisconointatto e vivo l’incontro con losguardo e il corpo del Si-gnore. Indegnamente, anchele mie mani, unte del crisma,intrise di Cristo, hanno daora la straordinaria respon-sabilità di offrire e di spezzarea tutti il Pane della Vita. In-degnamente, perché è undono gratuito d’amore, chenon ho meritato, ma sola-mente accolto, con trepida-zione…”

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CHIEsABINACRONACHE6

Nerola festeggia il Santo Patrono

G. Giulio Martini

La festa è stata davverogrande, con varieventi cilturali: la pre-

sentazione in anteprimadell’ultima “fatica lettera-ria” della Maestra e ricerca-trice per passione AgneseSilvi. Il tutto, contornato daun mix di altrettanto grade-voli attrazioni sapientementeconfezionate dalla Pro lococittadina, in sinergia con ilComune ed il pool dei festa-roli. Regista d’eccezione, Pa-dre Gonzalo coadiuvato daldottor Enrico Meoni, nuovoreggente del Castello Orsini.Tra il tanto da gustare, ascol-tare e ammirare, in pool po-sition, senz’altro il ricolloca-mento all’interno della gra-ziosa chiesa dedicata al santoPatrono San Giorgio, della“Pietra” finemente scolpitada buona mano nel tardo1483. Un cimelio prezioso edi inestimabile valore non so-lamente storico-documentalema anche affettivo. Trafugatoin anni bui e, quindi, sottrattoalla comunità, per poi gia-cere per lungo tempo nellimbo dei cimeli rastrellati daun ricettatore. Fortunata-mente è stato recuperato gra-zie alle ricerche effettuate sui

documenti dell’epoca dallapervicace insegnate Silvi, daiCarabinieri e, finalmente, ri-collocato nel suo sito natu-rale. A solennizzare l’eventoè stata la presenza del VicarioGenerale don Paolo Gilardi.La targa assume valenza sto-

rica in quanto riecheggia ladata ed il nome del Ponteficesotto la cui cura venne erettala stessa chiesa di San Gior-gio. La targa, dopo le oppor-tune e sapienti cure di re-stauro, è stata ricollocatanella navata di destra, nel po-

sto stesso, cioè, da cui fu pro-babilmente trafugata. E dove,appunto, da mercoledì 23aprile e per gli anni a venire,si offrirà e sarà possibile am-mirarla e da cui il viandantedi passaggio potrà attingerela data del concepimentodella stessa graziosa Colle-giata.

Unitalsi sottosezione di Mon-telibretti

“Chi ha conosciutola gioia dell’in-contro col Cri-

sto, non può tenerla chiusadentro di sé ma deve irra-diarla”. Questa frase di SanGiovanni Paolo II esprime almeglio lo spirito che ha carat-terizzato l’incontro tra 50 ra-gazzi polacchi in pellegrinag-gio a Roma e il gruppo del-l’U.N.I.T.A.L.S.I. di Monte-libretti, che, su richiesta diDon Mario, ha deciso di oc-cuparsi di loro. Entrambi ab-biamo vissuto e viviamo lagioia dell’incontro col Cristo,quotidianamente e durante irispettivi momenti di vita incomunione ma in questa oc-casione abbiamo vissuto,

inoltre, la gioia dell’incontrotra fratelli, tutti figli di Dio,uniti dalla Fede e dall’Amoreverso il Padre.Quando abbiamo saputo chein occasione della canonizza-zione di Giovanni XXIII eGiovanni Paolo II sarebberoarrivati 50 ragazzi dalla Polo-nia, abbiamo subito capito lagrande opportunità che ci erastata concessa: abbiamoavuto l’occasione di diver-tirci, confrontarci, unirci nellapreghiera, scoprire i diversimodi di vivere in fratellanza.Noi dell’ U.N.I.T.A.L.S.I. ab-biamo cercato di farli sentirea casa e allo stesso tempo ab-biamo voluto regalargli unaparte del nostro vissuto. Liabbiamo ospitati nella nostrasede, abbiamo cucinato perloro i nostri piatti tipici, gli

abbiamo presentato alcuni deinostri ragazzi “speciali ”, liabbiamo ascoltati, grazieall’opera di alcuni volontariche hanno tradotto, ed ab-biamo scoperto che pur vi-vendo tanto lontani in realtàsiamo tanto vicini e anche sepotevamo sembrare tanto di-versi in verità siamo moltosimili. Loro ci hanno inse-gnato la compostezza che bi-sognerebbe avere durante lapreghiera, momento diestrema profondità e ci hannoinsegnato cosa vuol dire es-sere grati e riconoscenti fa-cendo tutto quello che gli ab-biamo proposto senza maichiedere né obiettare minima-mente. Crediamo che questosia un grande dono di cui fa-remo sicuramente tesoro.Speriamo di rivivere questibei momenti nel 2016 allagiornata mondiale della gio-ventù in Polonia, questa voltaa parti inverse…

Un incontro indimenticabileL’Unitalsi e i ragazzi polacchi

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CHIEsABINA 7CRONACHE

La Madonna Pellegrina di Fatima a Fonte Nuova

Annalisa Maurantonio

Ètradizione da diversianni che la prima tappadell’immagine Sacra

della Madonna Pellegrina diFatima sia presso la ParrocchiaGesù Maestro a Fonte Nuova.Dal 1 all’8 maggio, la BiancaSignora è stata accolta dai par-rocchiani festanti, dalle Auto-rità e da Sua Eminenza Gio-vanni Battista Re che ha ac-compagnato e seguito inprocessione l’immagine sacrae presieduto la celebrazioneeucaristica. Durante la settimana, gli atti didevozione da parte dei pelle-grini giunti anche dai paesi li-mitrofi sono stati numerosi, lecelebrazioni eucaristiche sonostate sempre tutte molto parte-cipate. Il Cardinal Re nella suaomelia ha spiegato semplice-mente in cosa consiste la devo-zione mariana: «un atto ge-nuino e spontaneo di affetto fi-liale dovuto alla Madre di Dioche è madre nostra, che soffrìe gioì, fu paziente e mite edisse “Eccomi!”. Ciascuno dinoi che si rivolge alla Vergine,esprime il suo “sì” cercandoin Lei l’esempio e il sostegnoper professare la propria

fede». Al termine della cele-brazione è stata, inoltre, di-spensata la benedizione pa-pale. È trascorsa, così, una set-timana in compagnia dellaMadre Divina cercando di nondimenticare nessuno nelle no-stre preghiere così come Marianon dimentica nessuno deisuoi Figli: bambini, migranti,malati, anziani, famiglie, reli-giosi, associazioni laicali edecclesiali, gruppi e movimenti.

Tutti hanno pregato per tuttiperché è nella preghiera che sitrova conforto, è con la pre-ghiera che si dialoga con Dio.Ogni anno, si verifica, così, unpiccolo grande miracolo dellafede: migliaia di fedeli attrattidal richiamo dell’Immaginedella Madonna di Fatima - im-magine di maternità, dolcezza,accoglienza e benignità – si ri-trovano nella preghiera, si rico-noscono, si incontrano e nella

Oltre la fertilità La fecondità spirituale nell’esperienza dell’amore umano

Roberto Di Rocco

Nell’accogliente cornicedella Sala GiovanniPaolo II nella parroc-

chia di Gesù Maestro in FonteNuova, domenica 15 giugno siè tenuto un mini-convegno daltitolo La fecondità oltre la fer-tilità. Con l’intento di offrirealla comunità una opportunitàdi riflessione sulla feconditàspirituale e la sua centralitànella vita della coppia cri-stiana, il convegno è stato ilfrutto della sinergia tra ilgruppo dei catechisti battesi-mali e quello delle famiglie, invista di una crescente collabo-razione tra le diverse realtàoperanti nella parrocchia. Laparticolare prossimità delle fi-nalità pastorali perseguite daidue gruppi si è dunque

preghiera comune si instauraun dialogo continuo e pro-fondo con Dio e si vorrebbeche momenti di comunione epartecipazione cristiana cosìforte non finissero mai o noncapitassero solo qualche voltal’anno. Ma l’essere umano èfatto così: si lascia prenderedal vento dell’entusiasmo chesi smorza strada facendo, ma èanche per questo che si attendeche il vento proveniente da Fa-tima torni nuovamente a bene-dirci con la sua presenza.

espressa attraverso un forte ri-chiamo al valore intrinsecodella spiritualità di coppia, conparticolare riferimento alla fe-condità spirituale come ma-trice di ogni altra particolarefecondità, comprese le dimen-sioni naturale, sociale ed anchepolitica. Attraverso il breve masignificativo e a tratti toccanteracconto della storia di tre fa-miglie, abbiamo potuto cono-scere quali desideri, aspetta-tive, ansie, paure e speranzeprendono forma nel cuore diun uomo e di una donna chehanno scelto di vivere un av-ventura d’amore in compagniadel Signore, per sempre. Èstato davvero edificante vederecome le ombre della vita ab-biano acquisito una forma ed illoro senso più profondo pro-prio sotto la luce della fede

avendo riconosciuto, anche sea volte soltanto a posteriori, lapresenza amorevole di Dionella nostra vita. Il dibattitoche ne è seguito, grazie ancheal contributo di Anna Maria eBerardo una coppia di Monte-rotondo attiva nelle famiglienuove del movimento dei foco-lari, e di Elena e Gianni, ope-ratori storici nella pastorale fa-miliare della nostra diocesi, haraccolto il contributo di alcunetra le coppie partecipanti ed harappresentato il compimento diun evento molto apprezzato datutti e che certamente sarà ri-petuto nel prossimo futuro. Nesono, inoltre, scaturite prezio-sissime indicazioni pastoralinell’aver evidenziato l’impor-tanza della spiritualità di cop-pia nei termini di una sintoniasulle frequenze dell’amore edella fecondità di Dio, l’impor-tanza della comunità come fa-miglia di famiglie che accoglietutti oltre ogni diversità, la ne-cessità che la comunità parroc-chiale avvicini le giovani cop-pie per offrire loro occasioni diincontro, confronto e crescita,per rompere la solitudine nellaquale spesso è facile ritrovarsiconducendo una vita semprepiù rivolta al fare che all’es-sere.

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CHIEsABINAIL PAGINONE8

Una festa per tI dieci anni di episcopato

Andrea Lucantoni

Ha avuto luogo nellacattedrale di SantaMaria Assunta in

Poggio Mirteto, il giorno 5

giugno 2014, la celebra-zione per il X anniversariodi ordinazione episcopaledel nostro Vescovo ErnestoMandara. Dalla chiesa diSan Giovanni è iniziata laprocessione di molti sacer-doti e religiosi della Diocesiche, insieme al Vescovo, sisono avviati verso la catte-drale. Erano presenti alla ce-lebrazione anche S. Em.za ilCardinale Giovanni BattistaRe e Sua Ecc.za Mons. Giu-seppe Mani, ArcivescovoEmerito di Cagliari.Eranoinoltre presenti le autoritàpolitiche e militari del terri-torio. L’entrata in cattedraleè stata solennemente ac-compagnata dal coro dioce-sano che prima del canto diingresso ha intonato il Chri-stus vincit. Prima dell’inizio

della celebrazione il VicarioGenerale, Don Paolo Gi-lardi, a nome di tutta la dio-cesi ha rivolto un augurio alvescovo. Don Paolo ha ini-

ziato il proprio discorso ri-percorrendo la storia episco-pale di Sua Eccellenza: or-dinato, nel 2004, vescovo aSan Giovanni in Laterano èarrivato nella nostra diocesi,tre anni fa, dopo aver svoltoil compito di vescovo ausi-liare della diocesi di Roma.Egli ha anche ribadito ilfatto che, nonostante laframmentarietà geograficadella Diocesi, Sua Eccel-lenza stia, con tutte le forze,cercando di creare una verae propria tota Sabina civi-tas. Il Vicario Generale haconcluso i propri auguri re-galando al vescovo unacroce in legno d’ulivo e ar-gento. I due materiali nonsono stati scelti in modo ca-suale: l’argento, infatti, sim-boleggia la nobiltà del dono

Una preghieNella sua omelia il Vescovo ha ricordato anche il

A. L.

Dopo la lettura delVangelo, Sua Ec-cellenza ha iniziato

la sua omelia ricordandoche la celebrazione, inquanto effettuata il primogiovedì del mese, è quellain cui la preghiera dei fedelideve essere rivolta alle vo-cazioni. Il nostro Vescovoha detto inoltre che in que-sta occasione gli è partico-larmente grato ricordare ilterzo anniversario della suanomina come pastore dellaDiocesi Sabina. Ricollegan-dosi al territorio, ha quindi

osservato che nella diocesic’è penuria di vocazioni edha chiesto ai fedeli di pre-gare per la stessa Chiesa,perchè amarla equivale adamare Cristo. Sua Eccel-lenza ha poi parlato di prio-rità della nostra diocesi Sa-bina-Poggio Mirteto. Prio-rità di cui egli si è resoconto in questi tre anni. Inquesta seconda fase dellasua storia vescovile, infatti,Sua Eccellenza si è trovato,cosa inedita per lui, inprima persona ad essere ilpastore di una comunità. Laterza preghiera richiesta èstata proprio per lui, per il

mentre il legno d’ulivo rap-presenta una fede forte inquanto questo albero è ingrado di resistere ai tarli.Inoltre la pianta d’ulivo èl’elemento caratterizzantedel territorio sabino. Finitigli auguri è ripresa la cele-brazione con l’atto peniten-ziale e il canto del Gloria.La prima lettura (Atti degliApostoli 20, 17-18.28-32.36) consisteva in un di-scorso di San Paolo agliEfesini in cui è ribadito ilruolo della guida spiritualedi una comunità cristiana.Paolo, qui, esorta la comu-nità a non abbandonarsi ai“lupi rapaci, che non ri-sparmieranno il gregge”

Foto Benzi

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CHIEsABINA 9IL PAGINONE

tutta la Diocesidi Mons. Ernesto Mandara

era reciprocaterzo anniversario del suo arrivo in Terra Sabina.

pastore della nostra diocesi.Una preghiera di perdonoper eventuali limiti o difetti,sempre però affrontati in vi-sta di un interesse mai per-sonale, ma sempre delladiocesi. In questo senso ungrande aiuto è dato anchedai laici che si occupanoquotidianamente del benes-sere spirituale della comu-nità; altro grande stimolo èquello dato dai parroci, al-cuni dei quali servono laChiesa nel territorio da oltre60 anni. Ha poi fatto riferi-mento al Pastorale, segnodel ministero di pastore e dicura del gregge. Avendone

due, uno di legno e unod’argento, è spesso co-stretto a scegliere: nellamaggioranza dei casi,escluse le cerimonie più im-portanti, la scelta ricade sulpastorale di legno. La moti-vazione, data da Sua Eccel-lenza, è dovuta al fatto cheil legno è, per antonomasia,il materiale su cui appog-giarsi anche nei terreni piùimpervi. In conclusione haquindi ribadito la richiestadi preghiera per la sua per-sona, affinché egli possa es-sere sempre un valido ba-stone per la comunità e que-sta lo sia per lui.

ma di continuare a professarela religione e la fede in Dio.Dopo il salmo, cantato, ègiunta la seconda lettura (let-tera di San Paolo apostoloagli Efesini 4, 1-7.11-13). Inquesta lettura vi è un’esorta-zione a comportarsi da buonicristiani e a rispettare sempreil dono della chiamata daparte di Dio. Il Vangelo (Gio-vanni 21,15-19) descrivevaun dialogo tra Simon Pietro eGesù. In tutto il brano Gesùchiede al discepolo se questiGli vuole bene. Dopo averposto tre volte la stessa do-manda, Cristo dice: “Pasci lemie pecore”. Amare Gesù,quindi, prendendosi cura deifedeli, come deve essere

compito di un vescovo.Dopo l’omelia (riportiamouna sintesi qui sotto) si èpassati alla preghiera dei fe-deli e, in ogni invocazione,

elogiato anche la sensibilitàsociale e la vicinanza quoti-diana alla comunità. In con-clusione ha portato, cosagradita a tutti i fedeli pre-

si è potuto ritrovare uno deimessaggi lanciati durantel’omelia: le preghiere per ilvescovo, la diocesi e le vo-cazioni. Si è così potuti pro-cedere al momento dell’eu-carestia.Terminata la messa, primadi uscire per incamminarsiverso il Palazzo Vescovile,Sua Eminenza il cardinaleGiovanni Battista Re ha vo-luto dire qualche parola peril nostro vescovo. Sua Emi-nenza ha ringraziato Dio peril lavoro svolto dal nostrovescovo in questi tre anni dipermanenza in Sabina; ilcardinale ha, poi, ribaditopiù volte il fatto che in ognipiù piccolo gesto Sua Eccel-lenza Ernesto Mandara ab-bia operato per Dio e per lacomunità. Il cardinale ne ha

senti nella Cattedrale, i sa-luti di Sua Santità PapaFrancesco. Subito sono se-guiti i ringraziamenti delnostro vescovo sia a SuaEminenza ma anche a tutti ifedeli, religiosi e laici, pre-senti nella Cattedrale diPoggio Mirteto. Terminatala funzione ed il discorso diSua Eminenza, i parroci emolti fedeli si sono incam-minati verso il Palazzo Ve-scovile. Qui era stato giàpreparato un rinfresco perfesteggiare i dieci anni diepiscopato di Sua Eccel-lenza. Si è potuto respirareun clima disteso e rilassato,in cui laici e religiosi hannopotuto parlare per tutta la se-rata, con la gioia che con-traddistingue una vera co-munità cristiana.

Foto Benzi

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CHIEsABINACRONACHE10

A Nettuno, sulle orme della Santa BambinaLa gita di settore dell'Azione cattolica Diocesana sui luoghi della vita di Santa Maria Goretti

Pier Paolo Picarelli

Domenica 18 maggio siè svolta a Nettuno lagita del settore gio-

vani dell'Azione cattolica dio-cesana. Circa ottanta ragazzitra i 14 e i 30 anni, provenientida molte parrocchie della Sa-bina, hanno condiviso unagiornata sulle orme di SantaMaria Goretti.I giovani hanno dapprima fattotappa a Borgo Le Ferriere (Lt),presso la casa del martiriodella santa, oggi meta di nu-merosi pellegrinaggi e dimoradelle Suore Passioniste di SanPaolo della Croce. In questacornice gli animatori, suppor-tati dall'esperienza di mons.Filippo Di Fraia, hanno pre-sentato la figura di Santa Ma-ria Goretti, raccontandone lavita con l'ausilio della mostrafotografica permanente alle-stita nelle stanze della casa.Sono state ripercorse le vi-cende che hanno condotto lafamiglia Goretti in quel luogo- un tempo infestato dalla ma-laria – e la tragica storia di vio-lenza che ha spezzato la vitadella piccola. Dopo un mo-mento di raccoglimento, i ra-gazzi hanno proseguito versoNettuno, giungendo nel San-tuario intitolato proprio a santa

Maria Goretti, dove sono con-servate le sue spoglie. Qui igiovani sabini hanno parteci-pato alla messa d'orario cele-

brata dai padri passionisti, acui si sono affiancati mons. DiFraia, don Geovani Mora edon Diomer Gomez.Al termine della funzione, si èsvolto il pranzo comunitariosulla spiaggia antistante il San-tuario. Nel pomeriggio gliadolescenti sono stati coinvoltiin attività di svago in riva almare, mentre i più grandihanno visitato la città, apprez-zando in particolare il borgomedievale di Nettuno. Primadi ripartire, il gruppo si è riu-nito per una nuova visita alSantuario, durante la quale ipellegrini sono stati raggiuntida padre Gianni, che li ha in-

Un ricordo di don FioreSuccesso del concorso indetto dall’Associazione

“Mani Aperte”

Antonio De Santis

Sabato 24 maggio si èsvolta presso il Centrodi Formazione Pastorale

“Santa Maria Nova” a PassoCorese la premiazione degliallievi che hanno partecipatoal terzo concorso indetto dallaassociazione “Mani Aperte”per ricordare don FioreD’Alessandri, nato nel 1925,parroco dal 1951 al 1964 a

Montopoli, missionario Save-riano in Burundi dal 1966,apostolo per la promozionedei Batwa, gigante della caritàmorto a Gisanze il primo lu-glio del 1922 in odore di san-tità dopo aver costruito ospe-dali, oratori, chiese.L’associazione “Mani Aperte”già dal 2006 sostiene il pro-getto ideato e avviato in Bu-rundi da don Fiore, intitolato“Promozione umana e reinse-

rimento sociale dei Batwa inBurundi”; progetto ampliatonegli anni e sostenuto dai mis-sionari Saveriani, operante insettori come l’istruzione, lacostruzione di case dignitose ecooperative femminili per at-tività generatrici di tanti fruttibenefici. Nell’occasione sonostati premiati dalla presidentedell’associazione GiulianaBucci e dall’animatore dellastessa associazione, dott. Al-varo Tomassetti, i lavori diquattro gruppi del Liceo Clas-sico e Scientifico di Passo Co-rese coordinati dal prof. Silve-rio Piagnarelli; la classe se-conda B della Scuola Media diMagliano Sabina, con un la-voro coordinato dalla profes-soressa Luciana Del Vescovoe il lavoro della seconda Cdelle Scuole Elementari diPoggio Mirteto coordinatodalle insegnanti Laura Gentili,Pamela Renzi, Natascia Ben-tivegna e Mara Perotti. Fuoriconcorso è stato premiato ungruppo della Scuola Media diMontopoli di Sabina coordi-nato dalla prof.ssa Vincenti.

trodotti a una conoscenza piùprofonda di Santa Maria Go-retti. Il passionista ha breve-mente ricordato la storia dellaSanta, per poi soffermarsi su-gli aspetti della sua testimo-nianza di vita che ne hannofatto un modello per tutta lacristianità, nonostante fosseappena una bambina. Così igiovani sono stati invitati a ri-flettere sul perdono che la pic-cola ha concesso al suo assas-sino, augurandosi – in pre-senza del confessore – dirivederlo in Paradiso; un gestostraordinario e al tempo stessosconcertante, che ha colpito iragazzi sabini, coinvolti nel-l'inatteso incontro con unaSanta più giovane di loro, magià capace di una misericordiasmisurata.

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CHIEsABINA 11CRONACHE

G. Giulio Martini

Suggestivo e originalis-simo, il Gruppo marmo-reo benedetto da don

Cervando ed inaugurato il 29marzo c.a. si staglia, quasi a …sfidare una delle tante baraccheche costituirono l’allora

Borgo Santa Maria

Un monumento dedicato al campo di lavoro

“Campo di lavoro”. Situato alcospetto di una casupola super-stite messa su nel 1942 con ilpoco disponibile dagli stessiprigionieri ristretti nell’accan-tonamento, il cippo invita a ri-cordare e riflettere. Un’ermasevera ed insolita dedicata, sta-volta, non a questo o a quell’al-

tro eroe purtroppo vittima dellaguerra, ma ad un simbolo. Unluogo di dolore e di detenzionecoatta in cui furono costretti inschiavitù alcune migliaia di pri-gionieri. Giovani: per lo più su-dafricani, catturati in AfricaOrientale dai nazisti dopo losfaldamento dei fronti allestitisulle linee di Tobruch ed ElAlamein. E nel campo PG-54rimasero fino alla proclama-zione dell’armistizio. Il“Campo di concentramento”,conclusa la sua … funzione,chiuse. Ma il marchio e ilnome perdurò nel tempo. Un si-gillo che, purtroppo la frazion-cina posta al km 38 della ViaSalaria, si portò dietro per annie anni. Finché, ad attribuirglil’attuale denominazione grade-vole e civile, è stato l’indimen-

ticato sacerdote don Rodolfo. Ilquale, intorno agli anni ’50, puressendo parroco nella vicinaParrocchia di Passo Corese edarrancando su per la salita diBaciabove in sella alla sua fe-dele bicicletta Bianchi si recavaregolarmente a dir messa pureal Campo. Finché, don Rodolfoche intanto aveva tirato su laChiesa coresina riuscì, ben coa-diuvato anche dalla comunitàattiva del… Campo, ad aprire -anche qui- una altrettanto deco-rosa ed accogliente Chiesina.Ma non basta. Il mai domo sa-cerdote, infatti, stanco di sentirchiamare questa località con iltermine dispregiativo di…Campo che, tra l’altro suscitavatristissimi ricordi, volle dare aisuoi fedeli la gioia di sentirsioltre che Comunità orante an-che parte civica e, quindi, entitàintegrale di un vero Paese cheegli stesso battezzò BorgoSanta Maria.

RUBRICHE E CULTURA

Antonio Vecchio

Il manoscritto scoperto pressol’Archivio del Castrum Cir-cularium (Diocesi Rieti) è un

apografo (documento edito dallacancelleria pontificia copiato dal-l’originale), di consistenza giuri-dica che va letto con l’ausiliodella scienza e della paleografiadiplomatica. La sentenza emessail 10 gennaio 1431 nell’antico pa-lazzo vescovile di Rieti, consuetasede giudiziaria, ci pone davantil’esito di una pluridecennale con-troversia in tema di diritti reali tral’Episcopio e il Capitolo e diversiconvenuti ( chiese e presbiteridella Diocesi, la famiglia Orsini,nobili di Tarano). Furono coin-volti quattro pontefici prepostialle nomine dei giudici, Cappel-lani et Auditores causarum pala-tii Apostolici per la Diocesi su-

burbicaria: Urbano V (1362 –1370), Bonifacio IX (1389 –1404), Giovanni XXIII (1406 –1417), Martino V (1417 – 1431).Una prima fase del giudizio si erasvolta davanti al cardinale dia-cono di S. Eustachio Pietro Flan-drino nominato da Urbano V, allafine del triennio del soggiorno ro-mano incoraggiato dal voto divoci autorevoli (Petrarca, SantaBrigida di Svezia e Santa Cate-rina da Siena). Questa prima fasesi chiuse con una sentenza di“improcedibilità” attesi i nume-rosi parziali giudizi tra le partiancora in via di definizione. Iconvenuti, approfittando di sot-terfugi giuridici consentiti dal di-ritto romano sul divieto assolutodell’appello prima della sentenzadefinitiva, riappellarono a papaBonifacio IX il cui giudice Gio-vanni conferma la sentenza di

Pietro Flandrino e successiva-mente a papa Giovanni XXIIIche, durante il terzo anno delpontificato (1413), nel periododella “felix recordatio” nominaun collegio giudicante di tre Au-ditores originari di Lugdunum(Lione), Roma e Rieti. Purtroppole dolorose vicende connesse alConcilio di Costanza produsseroun “non luogo a procedere” finoa quando papa Martino V ricon-ferma il collegio giudicante chedà la pronuncia di vittoria perl’Episcopio di Forum Novum. Ilcollegio giudicante ha dovutopassare sotto esame (proceduradell’ostensio chartarum) i docu-menti a sostegno della pretesadelle parti. Nell’impossibilità diun loro riscontro materiale, non ècorretto macchiare di poca affi-dabilità se non addirittura di fal-sità l’apografo nel suo com-plesso, sulla cui scomparsaognuno è libero di esercitare lapropria fantasia e la cui scoperta,tra l’altro, non è con sicurezza at-

tribuibile al 1768 (v. Sperandio).Già nel 1854 la storiografia tede-sca con Ludwig Bethmann avevarilevato che l’accusa per frodi let-terarie a carico di Sperandio nefacevano una vittima sacrificale.Giunti a questo punto e facendotesoro di tutti i dati storici siapure schematicamente tracciatinelle precedenti puntate diChiesa Sabina, ci riteniamo auto-rizzati a correggere l’ipercriticaimpostazione di una parte dellastoriografia pessimista. L’evan-gelizzazione petrina di ForumNovum che Vincenzo Fiocchi Ni-colai (I Cimiteri paleocristiani delLazio II Sabina N.900) ritienepresunta non è una leggenda,come di norma, priva di ogni fon-damento. L’evangelizzazione inquestione non è né una leggendané una storia, è un dato storica-mente valutabile, associato afonti archeologiche, desumibileda documenti risalenti al VI sec.esaminati da un collegio giudi-cante del XV sec.

San Pietro a Vescovio (ultima parte)

Non è una leggenda

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CHIEsABINALA PENTECOSTE12

Marco Testi

Uno sfondo suggestivo

Nel suggestivo sfondodella abbazia carolin-gia di Farfa si è svolta

la celebrazione della VegliaDiocesana di Pentecoste, pre-sieduta da mons. Mandara. Ilcoro diocesano diretto daMarco Malavasi ha accompa-gnato i momenti più intensi diquesta celebrazione, iniziatacon la processione verso l’al-tare del Vescovo, dei sacer-doti, diaconi e ministri e pro-seguita con il saluto all’As-semblea dei fedeli. E’ stato poiil momento delle Letture, in-centrate sull’episodio dellaTorre di Babele (Genesi, 11, 1-9), della chiamata di Mosè sulmonte Sinai (Esodo, 19, 3-8.16-20), del risveglio delle ossain Ezechiele (37, 1-14), dei“gemiti inesprimibili” dellaSpirito nella Lettera ai Ro-mani (8, 22-27), e della pro-clamazione del Vangelo se-condo Giovanni (7, 37-39) nelquale si parla della sete e dei“fiumi di acqua viva”.

Le parole del Vescovo“Noi tutti siamo stati battez-

zati, ha iniziato l’omelia il Ve-scovo, mediante un solo Spi-rito in un solo corpo, e tuttisiamo stati dissetati da un soloSpirito. La riscoperta del Bat-tesimo è un passo molto impe-gnativo per noi. Ma noi questasera, ha continuato mons.Mandara, abbiamo una for-tuna: la nostra sorella Alexan-dra riceve in questa occasioneil Battesimo. Oltre a questomomento di grande impor-tanza però dobbiamo guardareal cammino del prossimoanno, che ha al suo centro ilsacramento della Conferma-zione: ebbene, ha aggiunto,dobbiamo porre la veglia diPentecoste all’interno di que-sto cammino. La Chiesa develeggere i segni dei tempi, e lodeve fare in anticipo, perchése vi sono persone che chie-dono il battesimo da adulti, vene sono anche altre che deci-dono di non far più parte dellacomunità cristiana. Il feno-meno della scristianizzazionesi avverte, ed è causata da cat-tivi esempi, dalla corruzione,dall’assenza di spiritualità e dauna pietà popolare non vissutain modo adeguato. C’è una

fede che apparentemente con-tinua, ma che rischia in realtàdi perdere la sua fonte. I Sa-cramenti, ha continuato il Ve-scovo, sono l’incarnazionedella vita cristiana: senza diessi, o con una loro superfi-ciale applicazione, si rischia diperdere ogni forma di vita spi-rituale. Il Vangelo di staseraannuncia che “dal suo grembosgorgheranno fiumi di acquaviva”: non è un Vangelo facile,perché alcuni dicono che si ri-ferisce a Gesù, altri che invecealluda alla comunità dei cre-denti. Personalmente, ha dettoS. E., ritengo che siano validetutte e due le interpretazioni:l’acqua è la rivelazione, ildono dello Spirito, la necessitàdella Sua presenza. Dal nostrocuore scaturisce la testimo-nianza, cioè la capacità di in-terpretare l’amore di Dio.Spero che anche dal nostrocuore, ha concluso mons.Mandara, possa nascere un’in-finita creatività, e ringraziamoil Signore ogni volta che nellanostra Chiesa si manifestaquesta capacità di creare qual-cosa di buono”,

Una nuova sorella in CristoProprio l’acqua è stata il cen-tro vivo della celebrazione,

poiché è arrivato il momentodel Battesimo e della Confer-mazione di Alexandra. La ce-lebrazione battesimale ha vi-sto l’invocazione del Vescovoal Signore affinchè “doni a leiluce e forza”, il canto delle li-tanie dei santi e la benedizionedell’acqua, fino al momentoculminante dell’aspersione edella consegna della vestebianca: “Sei diventata unacreatura nuova e ti sei rivestitadi Cristo”, ha proclamato ilVescovo al momento dellaconsegna della veste e pocoprima di porgere il cero, sim-bolo della luce di Cristo con,il quale si possa “andare in-contro al Signore che viene”.Il “dono dello Spirito Santoche nel giorno di Pentecoste fuinviato sopra gli apostoli” e lapreghiera al Signore perchéeffonda lo Spirito Santo suAlexandra hanno conclusoquesta speciale parte della ce-lebrazione che è continuatacon la liturgia eucaristica e ilrito di Comunione. La benedi-zione del Vescovo ha conclusouna cerimonia particolarmentearricchita quest’anno dall’ini-zio del cammino nella nostracomunità di una nuova sorellae dal contesto unico di unadelle abbazie più importantidell’occidente cristiano.

Alla riscoperta del BattesimoLa Veglia Diocesana di Pentecoste nell’abbazia di Farfa

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CHIEsABINA 13DOCUMENTIRUBRICHE E CULTURA

Antonio Vecchio

Nel Corso dell’omeliadella Santa Messadella domenica di

Pasqua 27 aprile 2014, papaFrancesco ha esaltato il “co-raggio” di questi due ponte-fici pieni della parresia delloSpirito Santo. Si rimane sor-presi nel constatare che inomi dei due Santi, in modoinatteso, si trovino accomu-nati, sia direttamente che in-direttamente nel corpo delmanoscritto di Cerchiara risa-lente al 1431. Il coraggio diPapa Roncalli si misura nelmomento in cui il pontefice,all’atto dell’elezione, decidedi chiamarsi Giovanni XXIII,sapendo di mettersi in linea dicollisione con tutto un filonedella storiografia ecclesia-stica plurisecolare che avevaritenuto il suo omonimo, ci-tato nel manoscritto, papa le-gittimo fino all’età di papaPio XII (v. Annuario pontifi-cio 1947); il coraggio di PapaGiovanni Paolo II, si coglienel momento in cui il 19marzo 1993 durante una vi-

sita pastorale al Santuario diVescovìo, nel corso di un di-scorso alla presenza della Au-torità,nobilitava la tradizionestorica sulla cattedrale di Fo-rum Novum, ritenendola pog-giata su documenti d’indub-bia importanza, consapevoleche circolava una storiografiapessimista sulla tradizionestorica del Santuario ritenutainquinata da interpolazioni,se non addirittura falsa. PapaRoncalli, profondo conosci-tore della storia della Chiesateneva ben presente, all’attodella nomina, tutte le proble-matiche storiografiche in-torno al primo periodo delloScisma d’Occidente quandotre papi (Giovanni XXIII,Gregorio XII e BenedettoXIII) occupavano contempo-raneamente il trono pontifi-cio. Il primo periodo delloScisma, terminato nel 1414,non tocca la legittimità dellanomina, in data 1413, dei tregiudici istruttori incaricati didecidere la vertenza tra l’Epi-scopio, il Capitolo e i Domi-celli. L’imperatore Sigi-smondo riuscirà a far abdi-

care o a deporre i tre papi.Tuttavia la Chiesa, fino al1947, non ha dato eccessivopeso alle invettive e alle mal-dicenze su Giovanni XXIII elo ha considerato un papa le-gittimo alla stregua della piùaccreditata storiografia. Ledichiarazioni di San GiovanniPaolo II sulla portata delladocumentazione posta allabase della storia del santuariodi Forum Novum, non neces-sitano di una circostanziatadifesa d’ufficio. La correntestoriografica dei detrattori delmanoscritto di Cerchiara, ini-ziata con Carlo Troya nel1824 si è venuta ingrossandonel corso del XX secolo conscrittori che solo collateral-mente alle proprie ricerchehanno svuotato il manoscrittonella sua consistenza diplo-matica e storica. Nel 1762 lacausa Serafini - Olgiati intema di diritti reali e la con-danna dei primi come impo-stori e falsari, è stata assuntacome fatto emblematico perscardinare la credibilità delmanoscritto depositato pressol’Archivio di Cerchiara Sa-

bina. Ignazio Serafini, fre-quentatore degli archivi diPoggio Catino, Catino eTorri, ormai macchiato dal-l’accusa di “impostore”e “fal-sario”, secondo il principiodella proprietà transitiva,avrebbe manomesso, senzaun preciso scopo, il docu-mento. Le falsità diplomati-che e storiche evidenziate dalperito del Tribunale Galletti(raschiature, colorazione deicaratteri, utilizzo del mate-riale scrittorio, inesistenza dinotai) non hanno nulla a chevedere con il nostro mano-scritto, presuntivamente sco-perto nel 1768 e scomparsodalla circolazione. Gallettistesso, ha dato la dimostra-zione di non conoscere il ma-noscritto, nemmeno nella me-moria sugli agli atti di causadel 1762 offerta in omaggio il10 giugno 1771 al Decanodella Congregazione Cassi-nese.

Le canonizzazioni dei Papi Giovanni XXIIIe Giovanni Paolo II e il manoscritto di Cerchiara

Chi volessse ricevere alproprio domicilio

“ChieSabina” può farne richiesta

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CHIEsABINARUBRICHE E CULTURA14

Massimo Scialpi*

E’ possibile, in un peri-odo storico in cui tuttisono connessi ma

pochi sono davvero in re-lazione, individuare nei gio-vanissimi, risorse da metterea disposizione dei propri co-etanei? Questa una delle tantequestioni aperte a cui sicercherà di dare un contrib-uto, non solo fatto di paroleesperte, ma di esperienzialitàe testimonianza, condocenti/trainer e tutors/ani-matori, all’Agorà SummerCamp che si tiene nella cor-nice naturale della Riserva diTevere Farfa a Nazzano dal27 al 29 giugno. Il Corso diformazione vedrà impegnati,oltre a Maria Isabella Orsinie me, validissimi collabora-tori che si occupano di prob-lematiche giovanili e delleloro incredibili potenzialità,delle loro quasi innate capac-ità di velocizzare i tempi digestione dei loro mezzi di co-municazione, delle loro pa-role, dei propri “segni”. Laconvinzione che i giovanis-simi non siano funzionali alleproprie aspirazioni ma che

siano assolutamente concen-trati sui loro bisogni, nonbasta a “diagnosticare” unasituazione storica-culturaleche ha dell’incredibile per iparadossi presenti nelle richi-este, ad esempio della Scuola,dove, non di rado, si deve farfinta che ciò che conta è laverifica scritta e orale con cuigli insegnanti devono val-utare la “performance” deglialunni, i quali o non la“vivono” per niente in questitermini e quindi svalorizzan-dola totalmente, o la “sof-frono” più del dovuto, inquanto immagine del loro fal-limento ormai sancito uffi-cialmente dall’autorità didat-tica. Produrre un pensieropositivo sulle nuove gener-azioni, guardando oltre ciòche si vede, pretende di potersognare con loro, avvicinan-doli, condividendone codicidi linguaggio, scambi, dovepossibile, oltre che di pen-sieri, di musica, di slogan, diidee; non scandalizzarsi delleprovocazioni che ci mettanoalla prova e che spesso ser-vono ai nostri giovani per“testare” la nostra capacitànon solo di con-tenere le con-

traddizioni di cui sono porta-tori, ma soprattutto di “stare”nella relazione anche“quando è buio”. Tra i com-piti fondamentali dell’adultoche voglia essere un riferi-mento per gli adolescenti,quello di sop-portare nell’ac-cezione di supportare il pic-colo uomo, è tra i più difficilida realizzare, in quanto nonbasta parlare, bisogna testi-moniare, e quando ciò nonavviene, il giovanissimo sisente in diritto di concedersiancora più pause del previstoper crescere e credere chequalcuno possa credere in lui;è un automatismo che può en-trare in crisi solo se nellastessa comunità di coetanei,c’è qualcuno che “viaggia”controcorrente, che non hapaura di stare fuori dal coro,e che vuole stabilire relazionivere di amicizia su cui con-tare proprio quando “ciò checonta” è non restare da soli. Ildisagio dei nostri giovanis-simi è molto più pericoloso diquanto si possa immaginare,se solo pensiamo che i dis-turbi socio-relazionali edemotivi sono in continuo au-mento proprio tra i minori. Enon solo tra i minori che ven-gono fuori dalle periferie incui il processo di desertifi-cazione sociale domina, maanche tra coloro i quali hannoapparentemente molte piùrisorse materiali su cui con-tare. I giovani devono potersperimentare che possono es-sere elementi trainanti di unprocesso di “riabilitazione”dell’altro, in questo caso delcoetaneo, aiutandolo a ri-conoscere il suo disagio, sti-molandolo a chiedere aiuto,non abbandonarlo. Tutto

questo si può imparare, attra-verso una delle tantemetodiche interessanti che damolti anni si è fatta strada nelcampo della psicopedagogia:la Peer education. Duranteun’epoca come l’ado-lescenza, prolungatasi neltempo come forse mai negliultimi decenni a dispetto deinostri legislatori che vorreb-bero abbassare a 16 anni lamaggiore età, in cui valori,certezze e punti di riferimentovalidi vengono sostituiti daslogan e stato di precarietàpermanente, far sperimentarea un figlio che può divenire,forse per una volta, fratellomaggiore di un coetaneo, puòdare risultati insperati sul pi-ano della crescita dell’au-tostima, della solidarietà vis-suta non a parole, dellacrescita a livello relazionaleed emotiva. La relazione diaiuto non è appannaggiodegli specialisti; qui si staparlando della possibilità dicreare i presupposti per cuiun uomo può essere di aiutoad un altro uomo, creando uncircolo virtuoso.

*Psicologo psicoterapeuta.Università di Roma, Tor Ver-gata.

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Lo psicologo risponde

La relazione di aiuto tra pari

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CHIEsABINA 15RUBRICHE E CULTURA

INDICE del n. 28Una festa per tutta la Diocesi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag. 1

Dalla testa al cuore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 1

Ufficio Scuola Diocesano (C. Duca) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 2

Ufficio Pastorale Familiare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 3

Don Alessandro, Don Lorenzo e Fabrizio (N. Todini, P. P. Picarelli, Suor Michela) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 4-5

Il Santo Patrono di Nerola (G. G. Martini) . . . . . . . . . . . . . . . . » 6

Un incontro indimenticabile (Unitalsi di Montelibretti) . . . . . . . . » 6

La Madonna Pellegrina a Fonte Nuova (A. Maurantonio) . . . . . » 7

Oltre la fertilità (R. Di Rocco) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 7

Il Paginone: I dieci anni di Episcopato di Mons. Mandara(A. Lucantoni) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 8-9

Sulle orme della Santa Bambina (P. P. Picarelli) . . . . . . . . . . . . » 10

Ricordo di Don Fiore (A. De Santis) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 10

Un monumento a Borgo Santa Maria G. G. Martini) . . . . . . . . . » 11

San Pietro a Vescovio (ultima parte) (A. Vecchio) . . . . . . . . . . . » 11

La veglia di Pentecoste (M. Testi) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 12

Il manoscritto di Cerchiara e due Papi (A. Vecchio) . . . . . . . . . » 13

La psicologo risponde (M. Scialpi) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 14

Bioetica (E. Andreotti) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 15

Ricordo di Alessandra (Don A. De Dominicis, Don L. Ucciero) . . . . » 16

AGENDA DIOCESANA (a cura di L. Renzi)

SACHIE BINA

Bioetica

Tempo di bilanci

Elena Andreotti *

Le attività pastorali vol-gono al termine e,come ogni anno, cerco

di fare un bilancio dei risultatidel mio impegno a favoredella vita e della famiglia. Ol-tre a scrivere per questa te-stata, svolgo un servizio ri-volto alla donna e alla coppiacome Insegnante del Metododell’ovulazione Billings, unodei moderni metodi naturaliper la regolazione della ferti-lità utili alla donna per cono-scere i segni della propria fer-tilità, per rinviare o ricercareuna gravidanza.Facendo una stima per di-fetto,in più di 70 percorsi perfidanzati (dal 2005 ad ogginelle vicarie Mentana-Monte-rotondo e Palombara) ho in-contrato circa 1500 coppie,masolo una ventina ha iniziatol’apprendimento personale;tuttavia,ritengo positivo pertutte le coppie conoscere qual-cosa di più della loro fertilitàed i motivi per cui non fannoun apprendimento individualesono molteplici: gli impegnilavorativi e familiari oppure lacapacità della donna di fare un

autoapprendimento (che co-munque sconsiglio) o ancorauna certa ritrosia a chiedere laconsulenza (completamentegratuita).Ho assistito due coppie condifficoltà di concepimento:una coppia ha risolto subito ilsuo problema individuando igiorni di maggior fertilità conil metodo Billings, mentrel’altra coppia ha scoperto diaver bisogno di accertamenti el’ho avviata all’ ambulatorioper la fertilità del PoliclinicoGemelli (dove sanno leggerele schede compilate con il Me-todo). So, anche, che altrecoppie hanno sfruttato le in-formazioni che ho dato lorofi-nalizzate ad ottenere un con-cepimento.L’argomento della fertilità dicoppia sollecita l’attenzioneed anche gli uomini mostranouna certa curiosità: in qualchepercorsoalcunigiovani uomi-nihanno voluto ringraziarmiper quello che avevano ap-preso. Ai fidanzati dico sempre chela conoscenza ci rende vera-mente liberi: perché rinunciarea conoscere i segni della ferti-lità femminile, quale vantag-

gio se ne trarrebbe rifiutandoquesta conoscenza?Durante gli incontri c’è anchechi avanza le solite contesta-zioni, ma è nel conto. Spesso, poi, le coppie mi chie-dono informazioni separata-mente. Si tratta quasi sempredi coppie che hanno preoccu-pazioni circa la loro fertilità,per una serie di motivi ivicompresa l’età.A volte mi hanno detto: “Per-ché non ci avete insegnatoprima queste cose?”. Di que-sto abbiamo un po’ tutti qual-che responsabilità. Non mistanco di dire che la cono-scenza della propria fertilitàandrebbe proposta nell’adole-scenza in un percorso di for-mazione all’affettività e allasessualità, con l’aiuto di unapersona esperta provenienteda una delle scuole, presentisul territorio nazionale, cheformano insegnanti del Me-todo Billings o dei MetodiSintotermici.

In un gruppo di lavoro a cui hopartecipato ultimamente- a va-lenza nazionale - si è parlatodi Metodi Naturali tantoquanto di contraccezione ma,finita la sessione, quattro ocinque ragazze adolescenti misi sono avvicinate per chiederepiù informazioni (del resto, èsembrata loro un’occasioneunica, mentre di contracce-zione ne parlano loro ad ogniistante).Qual’è stata la lorosorpresa nello scoprire i segnidella loro fertilità! Una di lorospontaneamente ha detto: “Maallora anche noi siamo fer-tili?”. E con questo non oc-corre dire altro.

Per approfondire visitare i siti:www.confederazionemetodina-turali.itwww.thebillingsovulationme-thod.org (lingua inglese)www.cavtorlupara.it (banners“bioetica di inizio vita” e “me-todo Billings”)

*Bioeticista, Insegnante del Me-todo dell’ovulazione Billings

Conferimento a John J. Billings ed Evelyn L. Thomas Billings della Laurea HonorisCausa da parte dell’Università Tor Vergata, Roma.

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CHIEsABINA16

Don Antonio De Dominicis

Ho pensato, sull’ondadelle emozioni susci-tate in me dalla morte

della nostra sorella Alessandra,di rispondere alle domande chemi hanno posto in questi ultimitempi varie persone:Esiste la comunità di Santa Lu-cia? Sì.Chi l’ha costruita?  Lo SpiritoSanto con la collaborazione ditante persone come Alessandrache sono diventate strumentidella sua azione.Con quali mezzi?  Lo sa il Si-gnore che sa servirsi di ciò chenel mondo è stolto per confon-dere i sapienti… Sa servirsidella croce per donare la vita.Non mi permetto mai di giudi-care le persone. Questo lo faràil Signore… Mi permetto, in-vece, con sincerità, di dire al-cune cose importanti:a) La religione non è cultura.Non serve avere sempre la cita-zione pronta dell’ultimo libroche ho letto o dell’ultimo di-scorso che ho sentito…b) Ciò che conta davanti a Dioè il dono della comunione checerco di costruire con il servi-zio, anche piccolo, che svolgo.c) Come diceva Madre Teresa:«Dio sa scrivere anche sulle no-stre righe storte»; purché sap-piamo essere umili e di conse-guenza obbedienti. Chi tira lefila della nostra storia non

In ricordo di Alessandra PrandelliSforziamoci di seguire il suo esempio

siamo noi. Ognuno di noi, se-condo il ruolo che gli è stato af-fidato, deve cercare di fare ilsuo meglio. Poi ci penserà il Si-gnore, che sa andare oltre i no-stri limiti e i nostri peccati.d) È comodo e facile pensareche sono sempre gli altri chesbagliano, e se fosse stato pernoi, chissà quanto avremmofatto meglio! Ma non è così!Alessandra era una ragazza nor-male, fisicamente limitata, cheamava tanto la Chiesa, la par-rocchia, i fratelli, specialmentei più deboli… Era umile, obbe-

diente, disponibile, semplice,piena di entusiasmo… e ha sa-puto trasmettere Gesù a tantepersone che la ricordano concommozione e affetto. Ai suoi funerali era presente lacomunità cristiana, dal Vescovoai preti, dai credenti a coloroche non sentono più il bisognodi praticare, dai giovani ai bam-bini agli anziani… perché tuttihanno trovato in lei una “testi-mone” che ha cercato di far co-noscere Gesù fino in fondo.Sforziamoci di seguire il suoesempio.

Dalla testa, al cuore, alle mani, ai piediAlessandra ci rammenta che Cristo cambia la vita… sul serio!

Don Lorenzo Ucciero

Asoli 51 anni, AlessandraPrandelli, donna buonae sapiente della Parroc-

chia di Santa Lucia, dopo tremesi di sofferenza vissuta conGesù, lunedì 9 giugno ci hadetto “arrivederci” e si è incam-minata verso la Casa del suoAmato.Raccontare Alessandra non ècosa facile, perché era polie-drica e di una ricchezza spiri-tuale incredibile.Prima di tutto era figlia. E que-sto se lo ricordava sempre, an-che quando era invasa da pe-riodi particolarmente intensi.Con mamma Caterina condivi-deva tutto: la casa, le sue inizia-tive, la preghiera della sera, lesue passioni, i problemi da ri-solvere.Alessandra era catechista.Aveva scelto Cristo, avevascelto di portarlo a tutti, in par-ticolare ai più giovani e agli ul-timi, ai più lontani e a quantiavevano il cuore tiepido. ASanta Lucia coordinava il pre-zioso servizio dei suoi cari ca-techisti, e li stimolava conamore e gioia. Alessandra era insegnante di

religione. Dopo un trascorso damaestra di inglese, aveva sceltoancora Cristo. Desiderava cheanche il suo lavoro fosse quellodi trasmettere la fede ai piccoli.Voleva bene ai suoi bimbi e allesue colleghe, si spendeva per ilbene della scuola.Alessandra era animatrice. Sì,una che animava, che daval’anima per quel che faceva ecredeva. Condivideva tanto conil suo amato parroco don Anto-nio: anzitutto la preghiera litur-gica di ogni mattina, la pro-grammazione delle attività, lozelo per la comunità. Alessan-dra era animatrice parrocchialein particolare del Gruppo Cri-sma, un gruppo di ragazzi cre-simati che ha visto nascerepiano piano. Era animatrice del“Percorso Comunitario” cheaveva tanto desiderato. Colla-borava poi laddove poteva es-sere utile, spesso nel nascondi-mento, come nel servizio dicuoca con gli Scout. Alessandraera una animatrice diocesanavalidissima, amante dellaChiesa Sabina e della PastoraleVocazionale: il CDV devemolto alla sua originalità, allasua pazienza, alla sua preghiera.Alessandra da due anni era ani-

matrice e ideatrice del GruppoBetania, un gruppo di orienta-mento vocazionale per i giovanidella nostra Diocesi: tenevatanto a questi incontri, lavoravacon impegno infaticabile allapreparazione di ogni piccolodettaglio, in prima linea o dietrole quinte… Alessandra pregavatanto per le vocazioni sacerdo-tali e ha offerto anche le sue ul-time sofferenze per questo donoalla Chiesa.Alessandra è una testimone.«Bisogna portare Gesù e il suoVangelo dalla testa, al cuore,alle mani, ai piedi…», ecco ilsuo slogan. Lo diceva a tutti,grandi e piccoli. E provava ametterlo in pratica. Voleva GesùIN TESTA, infatti aveva la pas-sione della formazione e del-l’educazione per sé e per gli al-tri: siamo chiamati ad esserecristiani convinti, che sappianopensare! Voleva Gesù NEL

CUORE, d’altronde provava ungusto profondo per la preghiera– in particolare con la Liturgiadelle Ore e davanti all’Eucari-stia – e aiutava anche gli altri adessere in intimità con il Si-gnore: siamo chiamati ad esserecristiani innamorati, che sap-piano amare sul serio! VolevaGesù NELLE MANI, per questonon aveva paura a sporcarsele echiedeva anche agli altri di dareil massimo per il vero bene:siamo chiamati ad essere cri-stiani sempre in servizio, chesappiano fare cose grandi! Vo-leva Gesù NEI PIEDI, tanto chela testimonianza era la suaprima preoccupazione e il suoinvito per tutti: siamo chiamatiad essere cristiani missionari,che sappiano camminare nellesue vie e contagiare i fratelli!Alessandra era una guida e unesempio per tanti. Ha accompa-gnato nel percorso di fede tantibambini, ragazzi, giovani eadulti. Il suo sorriso indimenti-cabile e le sue braccia sempreaperte continuano a far compa-gnia alla nostra Diocesi in que-sta comunione dei santi a cuinel suo cammino terreno avevadato tanta importanza.