Il Reporter Q4 - Marzo 2014

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Marzo 2014 www.ilreporter.it il giornale del tuo quartiere viaggio nella città che (non) lavora Editoriale giovanna e gli altri, le storie nascoste dietro ai numeri Matteo Francini M ai come in questo mo- mento, forse, le vicende fiorentine si sono intrecciate con quelle nazionali e vice- versa. La partenza per Roma di Matteo Renzi ha mescolato le carte in tavola in vista del- le sempre più vicine elezioni amministrative. Elezioni che porteranno alla scelta del nuo- vo sindaco della città del giglio, che siederà sulla poltrona più alta di Palazzo Vecchio in un momento non certo facile. SEGUE ALLE PAGINE 8-9 SEGUE A PAGINA 21 Q ualcosa si muove. Sul fronte del lavoro, in Toscana sembrano intravedersi alcuni segnali di ripresa. Secondo l’ultimo rap- porto di Ires, per la prima volta dopo quattordici trimestri si è ad esempio verificata una crescita occupazionale nel manifatturiero. “Ma è presto per parlare di ripresa”, sottolineano dalla Cgil. I dati, infatti, evidenziano una situazione ancora critica: l’anno scorso ha fatto segnare il record negativo per quanto riguarda le ore di cassa integrazione, e il tasso di disoccupazione resta elevato. Gianni Carpini - Elisabetta Pini PAGINE 10-11 PAGINA 15 i musei tra cantieri e gioielli dimenticati A spasso fra i capolavori “nasco- sti”, mentre proseguono i lavori per Uffizi e Archeologico. le cascine diventano “capitale” della bici Il ritorno di Serra Yilm: “Vi racconto la mia ree” SEGUE A PAGINA 18 PAGINA 16 Il Reporter è distribuito da coppa italia, sfida per due B ig e baby viola, una coppa (Italia) per due. I ragazzi di Montella e quelli di Semplici volano in finale: la Primavera ha eliminato la Juventus, i “grandi” hanno fatto fuori l’Udinese. Fiorentina Periodico d’informazione locale. Anno VIII n.14 del 3 Marzo 2014. N° reg 5579 del 17/05/2007 Tribunale di Firenze. Iscrizione al Roc 23957. Spedizione in a.p. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10. Distribuito da TNT Post Italia S.p.A. Anno VIII Ed. 14 Isolotto Legnaia Soffiano Firenze Quartiere 4 rifiuti & Co, nel quartiere si ricicla così Dove gettare cosa: una guida per non perdersi nell’universo della differenziata Ambiente PAGINA 3 all’isolotto, nella casa del conte mascetti Il personaggio interpretato da Ugo Tognazzi in “Amici miei” abitava in viale dei Pini. PAGINA 7 D’eugenio: “i miei dieci anni a villa vogel” PAGINA 2 DOTT. GIANLUCA MARINI MEDICO CHIRURGO Studio: via Spinello Aretino, 18 50134 Firenze Tel. 055 71.69.52 [email protected] In occasione del 20° anno di attività,sconto del 20% sulle prestazioni di conservativa per i lettori de Il Reporter che si presenteranno con la rivista

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Edizione di marzo 2014 de "Il Reporter" relativa al Quartiere 4 della città di Firenze

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Marzo2014

www.ilreporter.it il giornale del tuo quartiere

viaggio nella città che (non) lavora

� Editoriale

giovanna e gli altri,le storie nascostedietro ai numeri

Matteo Francini

Mai come in questo mo-mento, forse, le vicende

fi orentine si sono intrecciate con quelle nazionali e vice-versa. La partenza per Roma di Matteo Renzi ha mescolato le carte in tavola in vista del-le sempre più vicine elezioni amministrative. Elezioni che porteranno alla scelta del nuo-vo sindaco della città del giglio, che siederà sulla poltrona più alta di Palazzo Vecchio in un momento non certo facile.

☛ SEgUE aLLE paginE 8-9

☛ SEgUE a pagina 21

Qualcosa si muove. Sul fronte del lavoro, in Toscana sembrano intravedersi alcuni segnali di ripresa. Secondo l’ultimo rap-

porto di Ires, per la prima volta dopo quattordici trimestri si è ad esempio verifi cata una crescita occupazionale nel manifatturiero. “Ma è presto per parlare di ripresa”, sottolineano dalla Cgil. I dati, infatti, evidenziano una situazione ancora critica: l’anno scorso ha fatto segnare il record negativo per quanto riguarda le ore di cassa integrazione, e il tasso di disoccupazione resta elevato.

Gianni Carpini - Elisabetta Pini

☛ paginE 10-11

☛ pagina 15

i musei tra cantierie gioielli dimenticatiA spasso fra i capolavori “nasco-sti”, mentre proseguono i lavori per Uffi zi e Archeologico.

le cascine diventano“capitale” della bici

Il ritorno di Serra Yilm� :

“Vi raccontola mia

� re� e”☛ SEgUE a pagina 18 ☛ pagina 16

Il Reporter è distribuito da

coppa italia,sfida per due Big e baby viola, una coppa

(Italia) per due. I ragazzi di Montella e quelli di Semplici volano in fi nale: la Primavera ha eliminato la Juventus, i “grandi” hanno fatto fuori l’Udinese.

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Anno VIIIEd. 14

IsolottoLegnaiaSoffiano

FirenzeQuartiere 4

rifiuti & Co,nel quartiere si ricicla cosìDove gettare cosa:una guida per non perdersi nell’universodella differenziata

Ambiente

☛ pagina 3

all’isolotto, nella casadel conte mascettiIl personaggio interpretato da Ugo Tognazzi in “Amici miei” abitava in viale dei Pini.

☛ pagina 7

D’eugenio: “i miei diecianni a villa vogel”

☛ pagina 2

dott. Gianluca MariniMEDICO CHIRURGO

Studio: via Spinello Aretino, 1850134 Firenze

Tel. 055 [email protected]

In occasione del 20° anno di attività,sconto del 20% sulle prestazioni di conservativa per

i lettori de Il Reporter che si presenteranno con la rivista

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Ore 18 del 26 luglio 2004. Giuseppe D’Eugenio ricorda come se fosse ieri il

giorno in cui è arrivato alla pre-sidenza del Quartiere 4. Dopo quasi dieci anni e due mandati a Villa Vogel, è tempo di bilanci.Presidente, come è cambiato il Q4 in un decennio?Non siamo più un quartiere gio-vane. Insieme al Q5, rimaniamo la zona di Firenze con il più bas-so tasso di invecchiamento, ma negli ultimi anni è aumentato anche qua il numero di anziani. Il 35% delle famiglie è formato da un solo componente, tra que-sti due terzi sono anziani soli. Così cresce la richiesta di servizi e assistenza.Parliamo di infrastrutture.Due le realizzazioni più grandi: tramvia e biblioteca, frutto del lavoro degli anni precedenti. Per il centro culturale ci fu detto che era un intervento sovradimen-sionato, oggi la biblioteca è fin troppo piccola per l’alto numero di utenti. Poi ci sono stati gli in-terventi di edilizia pubblica, so-prattutto a San Lorenzo a Greve e in via Canova. Infine il verde pubblico: il Q4 conta più di 130 ettari, dieci anni fa erano 84. A proposito di tramvia: c’è stata la questione dei lunghi cantieri.Cinque anni e 72 giorni, per l’e-sattezza. Ho registrato una gran-

de pazienza da parte dei cittadi-ni. Abbiamo penato tanto, ma ora abbiamo una struttura che funziona. Il 2007 è stato difficile: tutto l’asse tramviario era can-tierizzato. Sono state necessarie pressioni anche da parte nostra. C’è stato un errore evidente: ab-biamo sovrapposto i cantieri preparatori con la costruzione vera e propria della tramvia.Cosa resta da fare? Interventi strutturali e per il traf-fico. C’è il nodo di Ponte a Greve, quello dell’Indiano e il bypass di Ugnano (vedi pag.4, ndr). L’area di Torregalli necessita di una nuova viabilità: in questi anni è nata la Fondazione Don Gnocchi, è stato costruito il pri-mo nuovo edificio dell’ospedale. Speriamo che presto sia realizza-to il secondo.Vicino c’è l’ex caserma...L’ex Lupi di Toscana è l’altra sfi-da: 30mila metri quadrati, una potenzialità di 50mila, con ettari di verde interno.Infine i Quartieri: servono o sono da riformare? Se ne parla da 25 anni. Negli ulti-mi tempi sono stati depotenziati. Mi chiedo: serve in un contesto urbano la democrazia di vicinato o basta un ente centrale lontano dai cittadini? Secondo me, un’i-stituzione vicina alle persone è necessaria: detto questo, si può discutere su come strutturarla.

Il presidente Giuseppe D’Eugenio traccia un bilancio dei suoi dieci anni alla guida del Quartiere

Lavoro

contro la crisi,microcredito e aiuti

“Il nostro è un quartiere composto da lavoratori.

Abbiamo sentito la crisi, ma abbiamo retto questo impatto”. Dei dieci anni di D’Eugenio alla guida del Q4, sei sono stati passati nella morsa della crisi. “Ci sono indubbiamente soffe-renze sociali – precisa – sono cresciuti gli impieghi precari e al nero, è aumentata la di-soccupazione, ma abbiamo cercato di far fronte a questa situazione, grazie anche alla rete dell’associazionismo. Sono aumentati i punti per l’aiuto alimentare, il Fondo Essere è alla quinta linea di microcre-dito”. Infine una speranza: “Mi auguro che adesso ci sia l’avvio di una fase positiva”.

G.C.

dieci anni a villa vogel,il bilancio di d’eugenio:“opere e verde, così ècambiato il quartiere”

L’intervista

Focus

Gianni Carpini

�Web q4.comune.fi.it

scuole, interventi in vista

Ridotte all’osso, le priorità sono una manciata: tra queste, però, c’è sempre la scuola. La giunta comunale, su proposta dell’as-

sessore all’educazione Cristina Giachi, ha approvato un pacchetto di interventi per quasi due milioni e duecentomila euro. Serviran-no a far partire i lavori in numerosi istituti cittadini, tra bagni da rifare, barriere architettoniche da abbattere e impianti elettrici da adeguare. Parte di questi fondi sono destinati alle scuole del Q4, alcune delle quali, secondo genitori e alunni, necessitano di inter-venti. La priorità, per madri e padri, è la sicurezza dei propri figli. Nella lista degli interventi prioritari sono stati stanziati 180mila euro per la riqualificazione della centrale termica dell’Ambrosoli (in via di Mantignano), mentre 147mila euro sono destinati ai lavo-ri di manutenzione straordinaria della Bechi (via Bugiardini), dove saranno abbattute anche le barriere architettoniche. Altri fondi sa-ranno poi destinati all’adeguamento alla normativa antincendio di molte strutture, e alla messa a norma dei centri cottura. “Buona parte di questi lavori – ha spiegato Giachi – sono stati finanziati con il piano delle alienazioni. La nostra scelta è quella di continuare a impegnare risorse sulla scuola, ovvero sul futuro dei nostri giovani. È, inoltre, un bel modo per creare economia, provvedendo a molti interventi piccoli e medi sulle strutture che ospitano i nostri bam-bini. Esempio di una comunità cittadina – ha concluso l’assessore – che investe su se stessa e sul proprio futuro”.

F.C.

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Aumentatoanche quail numerodi anziani:sempre piùrichiestedi servizie assistenza

2 | Marzo 2014 Quartiere 4Isolotto . Legnaia . Soffiano

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E questo dovelo butto?guida al rioneche riciclaDalle pile ai toner,una “mappa” persapere cosa farne

Ambiente

Olio

Un quartiere “riciclone”, uno tra i più virtuosi di Firenze. Dalle no-stre parti la metà dei

rifiuti viene differenziata. Ma non tutta l’immondizia è uguale: c’è quella che finisce dritta nei casso-netti (marroni, gialli o celesti che siano) e ci sono gli scarti che han-no bisogno di qualche attenzione in più. Qualche esempio? Il toner della stampante si può buttare in ospedale, l’olio fritto al circolo o in parrocchia, il vecchio cellulare si getta al mercato. Per non perdersi nell’universo del riciclo, ecco una mappa per sapere dove andare e, soprattutto, cosa buttare.

Le ecotappeSono i punti di raccolta ospitati all’interno delle sedi di associa-zioni, enti e scuole, dove i citta-dini (ma non le imprese) portano pile esauste, medicine scadute (che si possono gettare anche nei contenitori collocati in tutte le farmacie comunali), bombolette spray, toner di fax e stampanti e piccoli elettrodomestici fuori uso (ferri da stiro, tostapane, cellulari

Luca Squarcialupi

L’Ecofurgone di Quadrifoglio si ferma in piazza dell’Isolotto una volta a settimana. Per smaltire correttamente i rifiuti ci sono anche sei “ecotappe”

La casetta self service “Olly” posizionata davanti alla Coop di Ponte a Greve

�Web quadrifoglio.org

si estende il sistema delle casette “olly”

Di semi o d’oliva, l’olio usato in cucina inquina. I depuratori idrici faticano a filtralo e se è fritto è ancora più “cattivo”. Per

essere “eco”, gli oli alimentari vanno raccolti in un contenitore e consegnati in punti specifici. Davanti alla Coop di Ponte a Greve dal 2011 è attiva la casetta self service “Olly”, per trasformare l’olio in biodiesel. Sono diecimila le famiglie che usano i bidoncini gial-li: li riempiono e li riconsegnano gratuitamente nel box davanti alle “torri” del centro commerciale. Ogni mese arrivano quattro-mila chili di olio. La novità è il badge che apre le porte dell’oil-box di viale Nenni. Per ricevere la tessera è possibile rivolgersi ai Goc-ciolini, il personale di Olly presente al centro commerciale ogni martedì. Il sistema delle casette Olly sarà esteso nei prossimi mesi anche ai vecchi punti di raccolta olio. Ecco dove sono: circoli Con-cordia, Le Torri, San Quirico, San Bartolo a Cintola e Mantigna-no; parrocchie di Santa Maria al Pignone e Sant’Angelo a Legnaia; centro Container di via del Chiuso; Montagnola; sedi di Quartiere 4 e Quadrifoglio.

e simili). Nel Q4 ne esistono sei: tre scuole (Montagnola, Am-brosoli in via di Mantignano e la Don Milani in zona San Lorenzo a Greve), la sede del Quartiere (Villa Vogel), l’ospedale di Tor-regalli e la sede di Quadrifoglio (in via Bibbiena, tra via Baccio da Montelupo e viale Etruria). In quest’ultimo caso è possibile smaltire anche le lampade al neon e i barattoli per il bricolage.

Rifiuti al mercatoC’è poi chi ricicla al mercato. In piazza dell’Isolotto, una volta a settimana, arriva l’Ecofurgone di Quadrifoglio: si ferma ogni venerdì dalle 9 alle 12 e racco-glie piccoli elettrodomestici, pile, farmaci, bombolette spray, toner, neon, barattoli per bricolage e pure l’olio di cucina. Sì, anche l’o-lio usato sulle nostre tavole dan-neggia l’ambiente (vedi articolo a fianco). E a chi non pesa fare due passi in più, è possibile saltare al di là della passerella: il camion-cino fa tappa anche al mercato delle Cascine, ogni martedì dalle 9 alle 12.

Cambio d’abitoPer ciò che esce dal nostro guar-daroba ci sono invece i contenito-ri gialli della Caritas, del progetto “Ri-vesti”, per recuperare gli abiti usati. Nel quartiere 4 ne sono distribuiti ventuno. Attenzione, però, ai “bidoni-patacca”: tempo fa comparvero anche all’Isolotto alcuni contenitori molto simili, ma che niente avevano a che fare con la beneficenza. Per evitare “sole”, basta accertarsi che il con-tenitore giallo riporti le scritte “Caritas Diocesana di Firenze” e “Cooperativa di San Martino”.

quando i rifiutivanno sotto chiave

Rifiuti sotto chiave: nel 2015 una nuova zona del Q4

avrà i contenitori hi-tech, che si aprono con una chiavetta elettronica consegnata a ogni famiglia. I cassonetti tecnolo-gici sono arrivati per la prima volta nel 2011 a Pontignale, alle spalle di Sollicciano. I con-tenitori di carta, vetro e orga-nico sono ad accesso libero. Sul coperchio del cassonetto dell’indifferenziato è invece sistemata una calotta di accia-io dove inserire il sacchetto, aperta solo dal badge. Il trucco è nelle dimensioni ridotte di questo vano, che incentiva la differenziata, che nelle zone “a chiavetta” arriva al 74%, con-tro il 49 delle altre aree.

G.C.

Differenziata

#Primo piano

Consulenza pedagogica per i minori L’intervento di natura pedagogica incita i ragazzi al ragionamento aiutandoli a risolvere le problematiche esistenti. Il pedagogista guida e sostiene l’adolescente nel cammino di scoperta delle sue emozioni, sentimenti e pensieri, che spesso sono confusi e portano i figli ad assumere comportamenti scorretti ed inadeguati (alcuni esempi: introversione, disinteresse per la scuola, difficoltà relazionali, mancato dialogo con i genitori, iperatti-vità,ansia, problemi dovuti a periodi delicati di un genitore, ecc…).Aiuta ad una maggiore conoscenza di sé e al rafforzamento del carattere in formazione.Lo accompagna nelle scelte necessarie per arrivare ad un adeguato comportamento, rispettando la personalità del soggetto.

Mediazione Familiare.Fornisce sostegno emotivo, psicologico ed organizzativo, mirando alla tutela dei figli.Si snoda in un percorso di accompagnamento in cui, grazie ai colloqui con il mediato-re, viene offerta la possibilità ai coniugi di gestire il processo di separazione trovando soluzioni accettate e condivise da entrambe le parti.Alla coppia o al singolo genitore, vengono date concrete indicazioni sui corretti passaggi da attuare per giungere alla separazione, prevenendo comportamenti ina-deguati e avendo come primo interesse la tutela del minore.

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Problemi degli adolescentiMediazione familiare per genitori in separazione

50%la percentuale di differenziata nel Q4

6ecotappe dove portarei rifiuti speciali

21contenitori per gli abiti usati

Marzo 2014 | 3 Quartiere 4Isolotto . Legnaia . Soffiano

Page 4: Il Reporter Q4 - Marzo 2014

#Zoom

ugnano e mantignanoattendono il bypassI lavori previsti entro l’autunno: “Speriamo che partano presto”

le altre opere“anti-traffico”

Ore 16.30, scuola Ambrosoli. Suona la campanella. Tut-ti fuori, zaino in spalla. Un lungo serpentone di bimbi e

genitori si muove lungo le vie di Ugna-no. È un pomeriggio soleggiato e i punti di ritrovo del borgo a ovest del ponte all’Indiano si animano. I bambini corro-no nei giardini, gli adulti scambiano due parole. L’edicola è presa d’assalto. Basta entrare e pronunciare la parola “bypass” per scatenare il dibattito. “Lo stiamo aspettando da anni: con le forti piogge

di questo inverno le vie spesso si sono allagate”, racconta Rossella. “Sarebbe una cosa positiva, speriamo che i lavori partano presto”, aggiungono i negozian-ti. A Ugnano e nella vicina Mantignano il bypass, quasi due chilometri di asfalto che devieranno il traffico fuori dai cen-tri urbani, a molti sembra un miraggio. Se ne parla dalla fine degli anni Novan-ta, dopo che Autostrade si è impegnata a finanziarlo. I cittadini sembrano ormai abituati a una lunga attesa. Ora, però, il primo (vero) passo c’è stato. È arrivato

il bando per selezionare l’impresa che creerà la nuova viabilità: sul piatto ci sono 3,2 milioni di euro. “Queste sono le stesse strade un tempo percorse dai contadini con i barrocci”, osserva Ro-berto, che per sette anni ha fatto la spola tra Coverciano e Ugnano per portare il nipotino nel plesso scolastico. Ora si è trasferito qua. “Non sono vie pensate per le macchine, in alcuni punti due auto faticano a scambiarsi”, dice. “Negli ultimi trent’anni hanno costruito, i resi-denti si sono moltiplicati, ma le strade sono rimaste le stesse”, spiega Beatrice, a passeggio con il suo bimbo nei giardini pubblici. Basta percorrere duecento me-tri per arrivare sul “versante” di Manti-gnano. Le due frazioni sono praticamen-te attaccate. Intorno campi e case basse, in lontananza i piloni rossi del viadotto. “Ah, parla della famosa strada”, esclama Massimiliano da dietro il bancone del bar. Da trent’anni abita nella zona e da quindici aspetta il bypass. “È un’opera che risolverebbe molte cose. Nelle ore di punta il traffico in uscita dal paese si congestiona”. Il nuovo progetto prevede uno “stradone” a due corsie con limite a 50 chilometri orari. Partirà da una nuo-va rotonda all’incrocio tra le vie dei Poz-zi di Mantignano e di Ugnano, schiverà il centro abitato di Ugnano snodandosi dove ora esistono solo campi, costegge-rà Mantignano, salterà la Greve sul nuo-vo ponte e arriverà sotto l’Indiano. Tra le rampe del viadotto e il viuzzo dei Sarti sarà costruita una seconda rotonda. Se tutto procede secondo i piani, i cantieri partiranno entro l’autunno.

Via il “tappo” alla fine del ponte all’Indiano, niente imbuto al ter-

mine dello Stradone dell’ospedale e una via più larga per la scorciatoia di “Bibe”, con una rotondona finale senza più se-maforo. La lista dei lavori anti-traffico è lunga. Le principali sfide riguardano le arterie in uscita dal quartiere, spes-so intasate nelle ore di punta (viadot-to dell’Indiano in direzione nord e via delle Bagnese in direzione sud), insieme all’asse Ponte a Greve-Torre-galli. Se per la viabilità alternativa di Mantignano-Ugnano si vede una luce in fondo al tunnel, per questi progetti – nonostante la discussione sia aperta da decenni – bisognerà aspettare un po’ di più. Iniziamo dal viadotto dell’India-no, “monco” dalla costruzione nella sua corsia finale, quella che arriva sulla sponda di Novoli. Il traffico in uscita dal Q4, lo sanno bene gli automobilisti, rimane bloccato al termine del ponte. Esiste un’idea di massima per conclu-dere il moncone e collegarlo con la A11, ridisegnando lo svincolo. Lavori a carico di Autostrade, che per ora re-stano in stand by. Qualcosa si muove invece per lo Stradone dell’Ospedale, la via che parte dal centro commerciale di viale Nenni e si dirige verso Torre-galli. Oggi il traffico finisce in un collo di bottiglia e viene deviato tra viuzze

anguste e sensi unici. Il progetto per un mini-bypass c’è, i soldi pure, perché arrivano dalla prima tranche di trasfe-rimenti per l’alta velocità. Il nuovo trac-ciato “sfiorerà” l’ex caserma dei Lupi di Toscana, con una strada costruita là dove adesso ci sono campi, arrivando davanti all’ospedale. I tempi? Bisognerà aspettare il prossimo mandato di Palaz-zo Vecchio. Intanto si lavora sul fronte “Bibe” e su via delle Bagnese, la scorcia-toia utilizzata ogni giorno da centinaia di mezzi per “saltare” da Torregalli fino a via Senese, evitando il passaggio da viale Petrarca. In questi mesi si stanno definendo gli interventi per allargare la carreggiata fino a un’ampiezza di 8-9 metri, ma ancora mancano i soldi. Fon-di che invece esistono per ridisegnare l’incrocio tra via delle Bagnese e via di Torregalli. Gli interventi, finanziati dall’ospedale Don Gnocchi, prevedo-no una rotonda al posto del semaforo, al confine con Scandicci. Cantieri alle porte? Ancora sembra di no: la “frena-ta” sarebbe dovuta a un contenzioso.

Luca Squarcialupi

Viabilità/1 Viabilità/2

Un passaggio pedonale a Ugnano: i cittadini attendono la realizzazione del bypass per liberare i centri abitati dal traffico

Per lo Stradone dell’Ospedale, dove oggi il traffico finisce in un “imbuto”, qualcosa si muove

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4 | Marzo 2014 Quartiere 4Isolotto . Legnaia . Soffiano

Page 5: Il Reporter Q4 - Marzo 2014

Cultura

Sport

Sport e territorio

Il Quartiere 4 ripropone anche per il 2014 il progetto di animazione del parco di Villa Vogel già realizzato con ot-timi riscontri lo scorso anno. Lo scopo è evidente: valoriz-zare il parco non solo come risorsa naturalistica ma anche come spazio culturale, in grado di ospitare eventi, labora-tori, attività artistiche.Per rendere possibile questa operazione è stato emanato un avviso pubblico di manifestazione di interesse rivolto a associazioni, circoli, società sportive, gruppi teatrali, gio-vani artisti e a qualunque altro soggetto del territorio, che potranno far pervenire i loro progetti di utilizzo del parco. Le domande dovranno contenere: una breve descrizione e caratterizzazione dell’evento pro-posto; il periodo di e� ettuazione; la fascia di pubblico a cui è destinata l’iniziativa; le esigenze organizzative.Non saranno ovviamente ammesse manifestazioni a carat-

tere commerciale o che comunque non siano liberamente accessibili.Le richieste devono essere inoltrate entro il prossimo 30 aprile, ma potranno essere valutate anche eventuali proposte successive, a condizione che siano compatibili con le caratteristiche del progetto e con il calendario deli-neato dopo la prima scadenza dei termini.Le domande pervenute saranno selezionate in base al ba-cino di utenza e alla sostenibilità dell’evento, in rapporto alle caratteristiche ambientali e strutturali del parco.Il testo integrale dell’avviso è scaricabile dal sito http://q4.comune.� .it/

Inviare le richieste a: Attività Istituzionali Quartiere 4, via delle Torri 23, 50142 FIRENZE 055.2767150-2767132 istituzionaleq4@comune.� .it

Un altro dei “100 luoghi” restituito alla città e alla fruibilità dei cittadini. Il 14 gennaio il sindaco Matteo Renzi ha inaugurato i locali polifunzionali adiacenti al campo sportivo “Giulio Bacci” dell’Audace Legnaia in via An-tonio del Pollaiolo-via Dosio. Alla cerimonia del taglio del nastro hanno partecipato an-che la vicesindaco e assessore allo sport Ste-fania Saccardi, l’assessore all’ambiente Cate-rina Biti, il presidente del consiglio comuna-le Eugenio Giani, il presidente del Quartiere 4 Giuseppe D’Eugenio e la presidente della commissione sport Q.4 Donatella Villani. La precedente struttura, che ospitava i vec-chi spogliatoi, un bar e un pallaio, presenta-va un notevole degrado ed è stata pertanto demolita. Al suo posto è stato realizzato un edi� cio che presenta un’articolazione fun-zionale in diversi locali: uno spazio adibito a palestra con spogliatoio e servizi (destinato sia alla società sportiva che ai corsi di attività motoria per adulti e anziani del quartiere), una sala polivalente e un punto di ristoro.

Il progetto ha coinvolto anche lo spazio esterno con allestimento di aiuole, � oriere, panchine e la dotazione della rete wi-� gra-tuita, determinando così la creazione di una vera e propria piazzetta, da cui si accede ad un vialetto pedonale interno che permette il passaggio tra via Antonio del Pollaiolo e via Dosio. Con questo intervento l’impianto sportivo si pone in simbiosi con l’ambiente circostante consentendo un collegamento più diretto e veloce con la vicina stazione tranviaria di piazza Batoni. A completare la riquali� cazione di questo rinnovato spazio pubblico verrà prossimamente installato un fontanello di Publiacqua. Il costo com-plessivo dell’intervento (eseguito dalla ditta Edilgreen Costruzioni srl di Calenzano, su progetto della Direzione Servizi Tecnici-Ser-vizio Supporto Tecnico Quartieri e Impianti Sportivi del Comune di Firenze) è stato di 400.000 euro.

Festa della Donna a BiblioteCaNova, nel nome di Mila Spini7 marzo, ore 16,30, una giornata in ricordo di Mila Spi-ni, protagonista di spicco dell’impegno civile, politico e culturale per la liberazione della donna. Interviene Lidia Menapace, che di Mila è stata a lungo amica e compagna di lotta. Si discute di “La vecchiaia delle donne: dignità, autodeterminazione e non com-miserazione”, parole chiave per la vita e le scelte di Mila Spini. In programma ri� essioni, testimonianze, letture, proie-zioni di video e anche una piccola mostra fotogra� ca.

BiblioteCaNova Isolotto, via Chiusi 4/3 A,tel. e fax. 055.710834

bibliotecanovaisolotto@comune.� .it http://bibliotecanovaisolotto.comune.� .it

Erbe e pasta in FattoriaAlla Fattoria dei Ragazzi, via dei Bassi 12, Corso sulle Erbe Spontanee, 4 lezioni (14, 22, 28 e 29 marzo), dal campo al piatto. Teoria, riconoscimento, raccolta, puli-zia, ricette. Costo 42 euro.19 marzo, ore 21, Le mani in pasta, un pasti� cio artigia-nale di Strada in Chianti aiuta a capire i segreti di un alimento che ci è molto caro.

Prenotazione obbligatoria al 333 7014864o info@slowfood� renze.it

CORSO GRATUITO DI TENNIS

Il Cral Dipendenti Comunali di Firenze organizza, presso l’impianto di via del Filarete, dei corsi gratuiti di tennis aperti a tutti (bambini, ragazzi e adulti). Per informazio-ni e iscrizioni rivolgersi alla sede del Cral, via del Filare-te 11/c, oppure telefonare dopo le 17 al 347.6161655. I moduli per l’iscrizione si possono scaricare dal sito www.craltennis.altervista.org Per contatti mail scri-vere a [email protected]

CORSA ‘ROSA’ PER L’8 MARZO

L’8 marzo, ore 16, con partenza dal campo di atletica Bruno Betti, via del Filarete, scatta la 29a edizione di

‘Rosamimosa’, la corsa podistica, aperta a tutti, con cui viene tradizionalmente celebrata la Festa della Donna. L’organizzazione è del Gruppo Sportivo Le Torri.Per info 339.3744559 www.gsletorri� renze.it

ARTI MARZIALI STORICHE ALLE TORRI

Dal 14 al 16 marzo il Q.4 ospita il Meeting Internazionale di arti marziali storiche europee. La manifestazione si svolge a Villa Vogel (parco e limo-naia) e al Palarotelle di via Lunga. Per info sul programma e sui dettagli organizzativi contattare CSEN Toscanaviale Europa 95, 055.613448 392.9245717

RENDIAMO PIÙ VIVO IL PARCO DI VILLA VOGELIL QUARTIERE 4 INVITA LE REALTÁ DEL TERRITORIO A FARSI AVANTI CON PROPOSTE DI ATTIVITÁ ED EVENTI

ARIA NUOVA A LEGNAIA PRESSO IL CAMPO SPORTIVO DELL’AUDACESONO NATI UN NUOVO SPAZIO POLIVALENTE, UNA PIAZZA INTERNA E UN VIALETTO PEDONALE

IL CARTELLONE

Mobilità

SOTTOPASSO DI VIALE TALENTI, IL PUNTO DELLA SITUAZIONE LE PROPOSTE PER LA VIABILITÁ LOCALEIl sottopasso di viale Talenti rappresenta uno dei segmenti essenziali per la mobilità in usci-ta dalla città in direzione sud-ovest, visto che introduce in viale Etruria e all’inizio di fatto del-la superstrada Firenze-Pisa-Livorno. Ormai da diverse settimane il sottopasso è ‘fuori servizio’ e il prolungarsi del problema costringe gli au-tomobilisti ad una complicata gimkana per le strade dell’Isolotto, con danni alla circolazione e pesanti disagi per la popolazione locale. Sui lavori di consolidamento del sottopasso ha fatto il punto l’assessore alla mobilità Filip-po Bonaccorsi nel corso del consiglio comu-nale di lunedì 20 gennaio. “Negli ultimi mesi dell’anno si sono registra-te delle lievi deformazioni del piano stradale nella zona limitrofa la struttura muraria. Per motivi di sicurezza si è provveduto a chiude-re al tra� co veicolare la corsia di sinistra del viale Talenti nel tratto in attestamento con la rotonda di viale Foggini. Sono stati inoltre atti-vati i procedimenti necessari ad eseguire delle opere di consolidamento in somma urgenza, quale intervento immediatamente attuabile nelle more di un’opera più complessa ed one-rosa per la sostituzione dell’attuale manufatto”. Bonaccorsi ha anche spiegato che sono sta-ti e� ettuati dei “carotaggi”, con conseguenti analisi di laboratorio che hanno evidenziato valori critici della qualità del calcestruzzo e dell’armatura. Secondo la prassi tecnica per la soluzione di casi analoghi, è stato disposto un intervento di messa in sicurezza con con-solidamento della struttura mediante la realiz-zazione di tiranti della lunghezza di 15 metri nella parte mediana del muro. “Al momento -sottolinea ancora l’assessore Bonaccorsi- stiamo valutando la possibilità di attivare azioni di rivalsa verso terzi, una volta individuate le responsabilità ai sensi dell’art. 1669 del codice civile”.Nel merito è intervenuta la Commissione Ser-vizi al Territorio del Quartiere 4 che ha formu-lato una serie di proposte volte a contenere il disagio che sta ricadendo addosso ai residenti e alle attività commerciali dell’Isolotto ‘storico’. Innanzitutto la Commissione segnala anche sull’altro muro, prossimo ai binari della tram-

via, la presenza di alcune lesioni che invita a veri� care e monitorare. In via prioritaria viene chiesto all’amministrazione di “reperire nel bi-lancio 2014 le risorse necessarie al completa-mento dell’opera di consolidamento del muro in modo da garantire al più presto l’apertura di entrambe le corsie del sottopasso”. La Commissione rileva poi come stia compor-tando disagio la separazione � sica tra il qua-drante Scandicci/Foggini e l’Isolotto, a causa della chiusura del collegamento tra la rotonda di via Foggini e via Andreotti, con il risultato che chi viene da Scandicci e deve andare ver-so l’Isolotto è costretto a prendere la FI-PI-LI, percorrere un pezzo di viale Etruria, per poi proseguire per via Livorno, via Martini, via Si-gnorelli, via Chiusi e via Modigliani. Proprio per questo è stata proposta la messa in opera di una semirotatoria in grado di riconnettere viale Canova con via Andreotti e viale Talen-ti; l’intersezione tra via Andreotti e via Cecio-ni dovrebbe essere regolata da un semaforo sincronizzato con quello posto in viale Talenti poco prima della Coop. Questa soluzione con-sentirebbe di ripristinare i percorsi standard delle linee Ataf 5, 5A e 78 e di abbreviare quel-lo attualmente deviato della linea 93 (i tecnici della Direzione Mobilità hanno accolto la ri-chiesta ndr).Un’altra indicazione concerne il potenziamen-to della segnaletica sulla direttrice Vanni-San-sovino-Talenti in modo da indirizzare il � usso veicolare sul Lungarno dei Pioppi o su via Tor-cicoda. La nuova situazione venutasi a creare nella zona rende anche necessaria la messa in sicu-rezza, con segnaletica e eventuali dissuasori, dei percorsi pedonali più esposti (molto pe-ricoloso l’attraversamento pedonale davanti alla Coop). La Commissione Servizi al Territorio chiede inoltre il ripristino dei parcheggi in li-nea anche sul lato sinistro (provenendo da via-le Talenti) di via Cecioni, soluzione che andreb-be a compensare la perdita di posti sul lato destro di via Andreotti in seguito al ripristino del doppio senso. Ribadita, in� ne, la proposta di una rotatoria all’incrocio via Canova- via Ser-nesi- via Pampaloni, oggi regolato da semafori

Passaggio a Sud-OvestA cura del Quartiere 4

Sede del Quartiere 4Villa Vogel, via delle Torri 23tel. 055.2767132-2767150 fax. 055.2767123e-mail: [email protected] .itweb: http://q4.comune.fi .it

Page 6: Il Reporter Q4 - Marzo 2014

#Il quartiere in pillole

Il Quartiere ha rilanciato un piano per regolare la sosta dei camper: più controlli e aree ad hoc nelle zone periferiche

La BiblioteCanova di via Chiusi: anche questo mese sono diverse le iniziative in programma al suo interno

La palestra del polo scolastico di San Bartoloa Cintoia

un piano per crearearee-sosta per camperLa proposta di Villa Vogel perliberare strade e parcheggi

Il caso BiblioteCanova

un mese tra libri,incontri e iniziativeProsegue il cartellone della BiblioteCanova, che anche a marzo

propone una serie di incontri, laboratori e cicli tematici, ol-tre ovviamente alle presentazioni di libri. In occasione della festa della donna, il 13 marzo alle 18 è in programma “Mondo Donna. Libertà delle donne e laicità delle istituzioni”, conversazione su diritti e libertà delle donne, cultura di genere, matrimonio e pro-creazione assistita. Intervengono Anna Scattigno (Società Italiana delle Storiche) ed Elisa Amerena (Ecorinascimento). Torna poi “AgriKulturae: il mercato contadino in biblioteca”, con animazio-ni, cultura e dibattiti fra produzioni di filiera corta ed economia solidale, oltre alla vendita di vari prodotti: questo mese l’appunta-mento è sabato 8 marzo, dalle 9 fino al tardo pomeriggio. Spazio poi alla salute, con “Dislessia: malattia infettiva?”, aggiornamento e dibattito per educatori, insegnanti, bibliotecari e genitori (ne-cessaria l’iscrizione), in programma il 6 e 20 marzo alle 17, e con “Parole di salute”, ciclo di incontri informativi su salute e benes-sere, questo mese in cartellone il 24 marzo (ore 17) con “Per la cura di sé, per un’etica della responsabilità”. L’appuntamento con “Una grande guerra”, incontri sul centenario del primo conflitto mondiale, è invece in programma l’11 marzo alle 19. Immancabi-li, poi, le presentazioni di libri: il 25 marzo, alle 18, sarà presentato “Il segreto di Anna” di Fabio Amendolara (EM, 2014), mentre il 27 marzo, alla stessa ora, in programma presentazione e lettura di brani scelti dai romanzi “La verità sul caso Harry Quebert” di Joel Dicker (Bompiani, 2013) e “Via Katalin” di Magda Szabò (Einau-di, 2009). Infine il 29 marzo (ore 17) Manuela Taruntoli presenta il suo libro “La chicchera”. Per informazioni: tel. 055.710834, mail [email protected], web bibliotecanovaisolotto.comune.fi.it.

San Bartolo a Cintoia

il polo scolasticoha la sua palestraRiconsegnata la palestra al polo scolastico di San Bartolo a Cin-

toia. Lo scorso mese, il 12 febbraio, si è tenuta la consegna del-le chiavi a conclusione dei lavori di risistemazione della palestra del “polo” che ospita le scuole Marco Polo, Galilei e Buontalenti. Un “gesto simbolico” che ha permesso ai tre istituti di prendere nuovamente possesso dei locali messi a norma dopo l’interven-to compiuto dalla Provincia di Firenze. “Nonostante le difficoltà economiche che da anni limitano gli investimenti per l’edilizia scolastica – ha sottolineato l’assessore all’Istruzione e all’Edilizia scolastica della Provincia di Firenze, Giovanni Di Fede – siamo riusciti a mettere a norma la struttura e a concludere i lavori ne-cessari alla palestra, riconsegnandola ai dirigenti scolastici e agli studenti”. I lavori di manutenzione, costati complessivamente cen-tomila euro, hanno riguardato principalmente la revisione della copertura della palestra e degli spogliatoi. Sono state poi riparate e tinteggiate le pareti, e sostituiti alcuni pannelli del controsoffitto. Infine, sono stati revisionati i cancelletti estensibili delle numerose aperture sull’esterno e sostituite le loro serrature.

L’appuntamento

festival dei bambini,tre giorni di eventiA Firenze arriva il “Festival dei Bambini”, tre giorni di eventi a

ingresso gratuito che trasformeranno piazze, palazzi e biblio-teche in luoghi di incontro, gioco, divertimento e apprendimen-to. L’appuntamento con la kermesse organizzata dal Comune di Firenze insieme a “Codice, idee per la cultura” è dal 4 al 6 aprile prossimi. Tra i luoghi protagonisti dell’iniziativa ci sarà anche la BiblioteCanova: oltre alla biblioteca del Q4, le altre location sa-ranno Palazzo Vecchio, San Firenze, le Oblate, le Murate, piazza dei Ciompi, piazza Santa Croce, piazza Santissima Annunziata, il parco delle Cascine e non solo. Il “festival” è rivolto ai bambini da 0 a 13 anni, con le attività che saranno suddivise in poli tema-tici: “Gioco” (sport, danza, giochi di squadra, workshop di circo), “Guardo” (mostre, cinema, teatro), “Ascolto” (concerti, letture, incontri, dibattiti per adulti), “Cresco” (laboratori sui mestieri, artigianato, nuove tecnologie, funzionamento delle istituzioni), “Scopro” (storia, arte, scienza, ecologia) e “Abbraccio” (rispetto, condivisione, solidarietà, integrazione).

Aree di sosta ad hoc per i camper, per la-sciare più spazio alle auto nei parcheggi

pubblici. È il piano rilanciato di recente da Villa Vogel, che era già stato proposto in passato. Nel quartiere, infatti, non man-cano le segnalazioni dei cittadi-ni sulla presenza di numerosi camper in parcheggi e strade. “I parcheggi pubblici si sono tra-sformati in auto-rimesse, con i camper lasciati a svernare in attesa delle vacanze”, spiega un residente. Secondo gli abitanti, questo succederebbe a macchia di leopardo in tutto il quartiere, per esempio in via del Caval-laccio o a San Lorenzo a Greve. Ecco dunque che il Quartiere ri-lancia il suo piano: da una parte più controlli, dall’altra la cre-azione di aree di sosta gratuite riservate ai camper, nelle zone

più periferiche, là dove i po-steggi sono praticamente vuoti. Un modo per liberare gli isolati residenziali, per i quali gli spazi auto sono un “bene” prezioso. L’idea, promossa dal vicepresi-dente del Q4 Franco Traballe-si, è arrivata a Palazzo Vecchio dopo una mozione approvata dal consiglio di Quartiere. La mappa dei possibili camper-parking c’è già, è stata stilata

Gianni Carpini

dopo vari sopralluoghi. Si tratta di una manciata di parcheggi periferici per un centinaio di posti. Adesso spetterà al Comu-ne decidere.

www.lav.it

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O6 | Marzo 2014

Quartiere 4Isolotto . Legnaia . Soffiano

Page 7: Il Reporter Q4 - Marzo 2014

L'ISOLOTTO COME LO RICORDO IOIl 6 novembre 2014 l’Isolotto compie 60 anni: inviateci testimonianze e foto a [email protected]

#Curiosità

il conte mascetti? abitava all’isolottoEsiste ancora oggi la casa del personaggio interpretato da Ugo Tognazzi in “Amici miei”

Uno scantinato era, uno scantinato rima-ne. Il re della “super-cazzola” abitava qua,

a due passi da piazza dell’Iso-lotto. Sì, proprio lui, il conte del “Tarapìa tapiòco” e del “Come se fosse Antani” aveva casa all’om-bra della tettoia. O, almeno, l’a-veva il personaggio interpretato da Ugo Tognazzi nel film cult “Amici miei”. Raffaello Mascet-ti, detto Lello, nobile decaduto dopo aver scialacquato l’intero patrimonio di famiglia, costret-to a vivere con moglie e figlia in una residenza che ben poco ave-va di principesco, un buio e umi-do seminterrato. Dove? In viale dei Pini. Negli anni Settata Ma-rio Monicelli e la sua troupe tra-sformarono le cantine delle Case Ina al civico 2 di viale dei Pini in un set di “Amici Miei”. Così, l’I-solotto finì sul grande schermo. È da una finestrella nascosta da una siepe, a poca distanza da via delle Magnolie, che il conte si affaccia nel primo atto della ce-

leberrima saga, quando sul vetro bussano i due compari Perozzi e Melandri, pronti per l’ennesi-ma zingarata. A quarant’anni di distanza è piuttosto facile dare la caccia al punto esatto. Poco è cambiato da allora. Basta un dvd (o la versione in vhs per chi ce l’ha ancora) del primo atto di “Amici Miei”, da far scorrere poco più avanti dei titoli di te-sta. Un’auto si ferma in via del-le Magnolie, alle spalle ci sono il mercato e la tettoia di piazza dell’Isolotto. Perozzi e Melandri scendono dalla macchina, gira-no l’angolo, imboccano viale dei Pini e arrivano davanti alla fine-stra della “residenza” Mascetti. La cinepresa non si è fermata solo all’esterno del condomino: alcune scene sono state girate tra le mura del seminterrato. Ai tempi fu scelto perché era l’u-nico, per le sue dimensioni, che potesse ospitare troupe, attori e attrezzatura. Con il passare del tempo è stato diviso in tante pic-cole cantine, ma la caratteristica

Gianni Carpini

In viale dei Pini

Al civico 2 di viale dei Pini fu girata una parte di “Amici miei”: è qua che, nel film, viveva il conte Mascetti

E la guerra con i Marsigliesi si combatté all’Argingrosso

Tettoia, chiesa e... condomi-ni in costruzione. Non è

stato solo il cuore dell’Isolotto a finire sulla pellicola, anche via dell’Argingrosso è diventa-ta un set cinematografico negli anni Settanta per “Amici Miei”. A quei tempi i condomini della zona erano ancora in gran par-te degli scheletri di cemento. Il cantiere ben si prestava per ambientare la “strage dei Mar-sigliesi”, l’epilogo della burla a cui i buontemponi del film sot-topongono il signor Righi, un pensionato che crede di esse-re coinvolto in una guerra tra bande rivali.

G.C.

L’altro set

finestrella divisa in quattro dalle sbarre da cui si affacciava il conte è ancora riconoscibile. Tant’è che lo scantinato rimane ancora oggi meta di appassionati alla ricerca delle location del film. Alcune sono riconoscibilissime (Ol-trarno, piazzale Michelangelo o Santo Spirito, per fare qualche esempio), altre sono pane per i denti dei più attenti osservatori. È il caso di piazza dell’Isolotto e della sua chiesa. Anche l’edifi-cio di culto è finito su pellicola: si intravede dietro le spalle dei protagonisti prima che il trio Pe-rozzi-Melandri-Mascetti parta in “missione”. Ma se guardate il film, fotogramma per fotogram-ma, e siete esperti del quartiere, di sicuro scorgerete un altro set monicelliano.

Marzo 2014 | 7 Quartiere 4Isolotto . Legnaia . Soffiano

Page 8: Il Reporter Q4 - Marzo 2014

#L’inchiesta

lavoro, numeriin chiaroscuroin toscanaCi sono alcuni segnalidi ripresa, ma restanoancora molte diffi coltà

I dati

Il Pil italiano torna a crescere e si intravedono timidi segnali di ri-presa. Questo, almeno, traspare dai dati Istat relativi agli ultimi

mesi dell’anno passato. E anche in To-scana sembra che qualcosa si stia muo-vendo positivamente. Secondo il più recente rapporto di Ires (Istituto di ri-cerche economiche e sociali) Toscana, relativo all’ultimo trimestre 2013, per la prima volta dopo quattordici trimestri si è verifi cata una crescita occupaziona-le nel manifatturiero a livello regionale. “Ci sono segnali positivi che lasciano intravedere una possibile inversione di rotta in questo 2014 – spiega Danie-le Quiriconi della segreteria regionale Cgil – è presto però per parlare di ripre-

sa. Si può dire che si è arrestata la ca-duta, diffi cile capire quando riusciremo a recuperare i livelli ‘ante-crisi’: prima che questi segnali abbiano ripercussioni positive sull’occupazione c’è purtroppo da attendere”. L’anno scorso ha intanto fatto segnare un record negativo, ovve-ro quello delle ore di cassa integrazio-ne, le più alte di sempre: 55.599.716 ore contro le 53.851.323 del 2012 (+3,2%). E, conteggiando anche le richieste di cassa non accolte, si arriva a un totale di oltre 62 milioni di ore (+15,1%). A livello provinciale i risultati peggio-ri si registrano a Pisa (+30,1%), Siena (+28,04%) e Firenze (+12,35%). Dati in linea con quelli nazionali, che han-no visto superare un miliardo e settan-

Elisabetta Pini

In provincia di Firenze

commercio ed ediliziatra i settori più in affannoFocalizzandosi su Firenze e consul-

tando dati Istat, Banca d’Italia e Pro-meteia, si può notare che già nel 2012, rispetto al 2011, si era verifi cato un calo generale in ogni settore. La produzione industriale ha decelerato bruscamente, da +8,2% a -0,4%, mentre il terziario ha dimostrato maggior capacità di tenuta anche se con un peggioramento tra 2011 e 2012, passando da +1,2% a -2,6%. Ha dimostrato di reggere anche la coopera-tiva dei servizi toscana, con un +3,7% di occupazione e un +4% di fatturato. Meno positivo il risultato dell’agricoltu-ra, che è passata da un +5,9% a un -3%.

Dati preoccupanti sono quelli che si leg-gono nel rapporto sul mercato del lavo-ro della Provincia di Firenze relativo al primo semestre del 2013, i peggiori dal 2005, primo anno in cui si sono elabo-rate queste rilevazioni. In provincia di Firenze, nel periodo gennaio-settembre 2013, 222 aziende hanno evidenziato una condizione di crisi, per un totale di circa 1.747 unità espulse dal lavoro. I centri più colpiti sono stati Firenze (cento aziende in diffi coltà) e Sesto Fio-rentino (49). I settori in cui si registra-no le maggiori diffi coltà sono quelli di commercio (39) e costruzioni-edilizia-

impiantistica (33). Nei primi sei mesi del 2013 i rapporti di lavoro comunicati dalle imprese della provincia fi orentina (con l’esclusione del circondario Em-polese Valdelsa) sono stati 91.971, re-gistrando una diminuzione del 7,89%: tutti i centri hanno un saldo negativo compreso tra il -3% di Figline Valdarno e il -10,5% di San Casciano.

E.P.

8,6%il tasso di disoccupazione in Toscana (2013)

36milaoccupatiin meno tra 2008 e 2013

tacinque milioni di ore nel complesso. Qualche segnale positivo arriva dal rapporto Irpet, istituto regionale per la programmazione economica toscana, sul 2013, secondo cui la Toscana risul-terebbe seconda, per tenuta rispetto alla crisi, solo al Trentino Alto Adige. Il Pil regionale, nel 2013, si attesta su -4,3% (a fronte di una media italiana di -5,9). Gli investimenti, pur sempre in calo, si fermano a -4,2 (in Italia -13,1). Più di-namico il valore dell’export: +16,6%, a fronte di un +2,6 % italiano. Ma il dato ritenuto più soddisfacente è la presenza di un nucleo di aziende competitive che, in controtendenza alla crisi, hanno regi-strato aumenti di fatturato, investimenti ed esportazioni: circa 3.300, il 5,3% di

quelle presenti nel settore manifatturie-ro, con un numero di addetti pari a circa cinquantamila. Certo è che il tasso di di-soccupazione resta elevato, attestandosi all’8,6%: fra il 2008 e il 2013 il numero degli occupati in Toscana si è ridotto di 36mila unità. Di questi occupati in meno, dodicimila avevano un contratto a tempo indeterminato, quattordicimila erano lavoratori autonomi. In forte au-mento, infi ne, le forme di contratto non regolari, in particolare il part-time invo-lontario, che riguardano nella maggior parte dei casi giovani sotto i trent’anni.

8 | Marzo 2014

Page 9: Il Reporter Q4 - Marzo 2014

#L’inchiesta

“Io, 30enne, troppo vecchia o troppo giovane”Giovanna, disoccupata fi orentina: “Prima mi mancava l’esperienza, adesso non ho più l’età giusta”

“Non ho più l’età”. Se a dirlo è una trentenne che lavora da quando ne aveva diciotto, c’è

qualcosa che non quadra. Troppo “vec-chia” per un contratto di apprendista-to, troppo “giovane” per essere già stata in maternità. Giovanna ha compiuto trent’anni alla fi ne dell’anno scorso. Nel giro di pochi mesi si è trovata (di nuovo) senza un posto. Scollinata la soglia dei ventinove anni – spiega – le possibilità di trovare un lavoro si assot-tigliano. “Appena uscita da Ragioneria leggevo annunci paradossali: ‘cercasi neodiplomata con esperienza’. Come fa una ragazza che ha appena concluso gli studi ad averne? – si chiede – ora che invece ho esperienza non ho più l’età giusta”. Così, sa che dovrà acconten-tasi. “Certo, mi piacerebbe fare quello per cui ho studiato, ma va bene anche un’occupazione più umile”. Pochi sogni e piedi ben piantati per terra, insom-ma. “Da ragazzina puoi cercare un’oc-cupazione particolare, stai ancora con i genitori, non hai l’affi tto da pagare o la spesa da fare. Ora è diverso”. Ogni gior-no manda in media cinque curricu-lum, controlla i siti internet di annunci, bussa alle porte di aziende, ha perso il conto di tutte le agenzie di lavoro cui è iscritta. Mentre parliamo le squilla il cellulare. È il padre, che le chiede se ha già mandato il curriculum a un’azienda dove forse c’è una possibilità. “Ho chie-sto a tutti, parenti e amici – si scusa appena riattacca – ma per ora niente”. Fino ad oggi Giovanna ha saltato da un posto all’altro, per lo più come impie-gata amministrativa. Piccoli lavoretti, un anno e mezzo in una società a cui si era aff ezionata, un breve periodo in una grande casa di moda. Il contratto più lungo è durato quattro anni e mez-zo. Poi, nel 2012, la piccola azienda fi orentina per cui lavorava l’ha lascia-ta a casa. Lei non l’ha presa bene. “Ero arrabbiata – ricorda – la crisi è stata una scusa per licenziarmi, l’azienda andava più che bene”. In momenti dif-fi cili è facile cadere nel baratro. “Non mi muovevo più da casa, ero in confu-sione – racconta – i colloqui andavano sempre male”. Nel 2013 uno spiraglio di luce, viene assunta in una piccola società come contabile. Il contratto è durato una manciata di mesi. Con la fi ne di dicembre, non è stato rinnovato. Ora attende che le sia pagato il primo periodo di disoccupazione. “So che ci vorrà del tempo”, dice rassegnata. E in-tanto è di nuovo senza lavoro. “Ci sono già passata – conclude – ho capito che è importantissimo non lasciarsi anda-re, tenersi occupati, dai corsi di forma-zione alle semplici attività quotidiane”.

Gianni Carpini

La testimonianza

OPPORTUNITÀE FORMAZIONEIN 5 SITI WEB

prenet.provincia.fi.itCandidarsi in un clickLe offerte di lavoro dei centri per l’impiego. È possibile inserire il proprio curriculum e candidarsi on line per un posto.

progettotrio.itCorsi gratuiti on lineIl sistema di web learning della Regione Toscana offre tanti corsi: dalle lingue all’informatica, anche con certificazioni riconosciute sul mercato.

informolavoro.itPer migliorareil curriculumIl sito della Provincia che racchiude tutte le info per chi cerca un’occupazione o vuole migliorare il curriculum con un corso di formazione.

giovanisi.itDai contributi per l’affitto agli stageÈ il portale del progetto “Giovani Sì” della Regione Toscana per sostenere l’autonomia dei giovani, con incentivi per le aziende e opportunità per under 30 e under 35.

linkedin.comIl social networkanti-disoccupazioneSempre più aziende si affidano ai social per trovare candidati. Linkedin è quello più conosciuto a livello internazionale e si sta affermando anche dalle nostre parti.

Tirocinio sì,ma retribuito

Niente occupazione? Meglio non restare con le mani in

mano e imparare un mestiere sul campo. In Toscana i tirocini pre-visti fuori dal percorso di studi universitari e dal periodo di pra-ticantato devono essere retribuiti con almeno 500 euro. Attenzione, non si tratta di uno stipendio, ma di un rimborso spese. Per chi ha tra i 18 e i 30 anni la Regione fi nanzia, tramite il progetto “Giovani Sì”, 300 dei 500 euro obbligatori (cofi -nanziamento valido anche per chi retribuisce i tirocini curricolari e i praticantati). Sono stati oltre dieci-mila, in tutta la regione, i tirocini ammessi al rimborso tra giugno 2011 e agosto 2013.

Volontario peril servizio civile

È un’opzione sempre più scelta dagli under 30. Mentre atten-

dono di trovare un lavoro, dedi-cano un anno al servizio civile vo-lontario: partecipano a progetti che aiutano la collettività (ad esempio protezione civile, associazioni, cul-tura) e ricevono un rimborso spese di 433 euro al mese. Ai progetti del servizio civile nazionale (servizioci-vile.gov.it) si aggiungono quelli del servizio civile regionale, per i giova-ni tra 18 e 30 anni. Il nuovo bando regionale arriverà alla fi ne del 2014: intanto, sono più di quattromila i giovani toscani che, dal 2011 a oggi, hanno scelto la strada del servizio civile regionale.

E io mi mettoin proprio

Se non trovo un lavoro, lo creo. Per trasformare un’idea di busi-

ness in realtà, meglio chiedere una mano. Il progetto “Giovani Sì” dà un aiuto “tagliando” gli interessi sui prestiti concessi dalle banche ai giovani imprenditori tra i 18 e i 40 anni e, senza limite di età, alle im-prenditrici. Per trovare invece un “nido” dove far crescere la propria baby-impresa esistono gli incubato-ri, strutture che off rono consulenze, spazi di lavoro, contatti e possibilità di far rete con altre giovani realtà. Si va dall’incubatore del Comune:incubatorefirenze.orga quello universitario:iuf.csavri.orgfino ai privati come:nanabianca.ite florence.impacthub.net

Cosa fare in attesa di un posto?Una guida per gli “under”

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#Focus

Uffizi, il cantiere che non dorme maiL’ampliamento va avanti passo dopo passo, senza che le visite si siano fermate un giorno

Vent’anni. Tanti ce ne vollero per costru-ire la Galleria degli Uffi zi, tra il 1560 e

il 1580, quando Francesco I de’ Medici chiese al Vasari di pro-gettare un edifi cio per gli “uffi ci” delle magistrature fi orentine. Ma questa è storia. Quello che in-teressa a Il Reporter è l’attualità della galleria, facendo il punto sul cantiere dei Nuovi Uffi zi, che sembra ormai parte integran-te dello skyline che circonda la fabbrica vasariana. Ma cos’è quel cantiere? Magari non tutti lo san-no. Ecco accontentati i meno in-formati: i lavori in corso dal 2006 riguardano ampliamento e ade-guamento di una bella fetta de-gli spazi della galleria fi orentina. Basti pensare, per dare un’idea dell’entità dell’intervento, che al termine dei lavori lo spazio espositivo passerà dai 5.400 me-tri quadrati del passato ai circa dodicimila del futuro prossimo, che consentiranno a opere mai viste o non adeguatamente valo-

rizzate di guadagnare visibilità. Ad onor del vero lo spazio sta già aumentando, perché via via che nuovi settori vengono recupera-ti e allestiti (parte di essi si trova al primo piano del complesso, dove un tempo si trovavano i documenti dell’Archivio di sta-

Ludovica V. Zarrilli

Lo stato dell’arte/1

Un operaio al lavoro nel museo fiorentino. Dall’inizio dei lavori ad oggi la superficie espositiva è aumentata di oltre tremila metri quadri

�Webnuoviuffizi.itpolomuseale.firenze.it

to) vengono anche resi fruibili al pubblico. Il corpus dei lavori è diviso in due lotti: il primo, quel-lo attualmente in corso, prevede il recupero di nuovi spazi esposi-tivi al piano primo e al piano ter-ra, l’adeguamento della rete im-piantistica, il potenziamento dei

archeologico,un museo“in progress”Conto alla rovescia per i lavori al piano terra.“La fi ne? Nel 2015”

Lo stato dell’arte/2

Le code interminabili per vedere da vicino il David (in questi casi tocca-

re con mano non è proprio permesso) sembrano lontane mille miglia, eppu-re il museo archeologico nazionale di Firenze dista appena poche centinaia di metri dalla Galleria dell’Accademia e, cosa che in troppo pochi sembrano sapere, conserva la più importante col-lezione etrusca del mondo. Qualcuno penserà “che noia l’archeologia, fer-ma a migliaia di anni fa”. E invece no, tutt’altro. Il museo fi orentino è in fer-mento, ora più che mai, con i lavori di rifacimento di tutto il piano terra che

stanno dando un nuovo volto al com-plesso aff acciato su piazza Santissima Annunziata, “senza chiudere un gior-no le porte della collezione, permet-tendo così ai visitatori di continuare ad accedere al museo”, spiega la diret-trice Carlotta Cianferoni. La fi ne della prima tranche di lavori è prevista per i primi mesi del 2015, quando fi nalmen-te “potremo dire terminata la parte di interventi che riguarda l’ingresso, la reception, il bookshop, l’area riservata alle mostre temporanee e la scala per salire al piano superiore”, continua la direttrice. Una ristrutturazione corpo-

Una delle sale del museo archeologico nazionale, dove è conservata la più importante collezione di reperti etruschi al mondo

�Piazza Ss. Annunziata, 9b Apertura: mar-ven 8.30-19sab-lun 8.30-14Tel. 055.23575

sistemi di sicurezza, l’incremen-to dei servizi e dei laboratori e la revisione degli spazi per il perso-nale. Il secondo, invece, prevede la realizzazione di una sezione dedicata alla statuaria al piano terra, l’inserimento di nuovi lo-cali per il ristoro al posto delle Ex

Reali Poste e l’adeguamento del Corridoio Vasariano alle norme di sicurezza. Il costo complessivo dell’operazione, allo stato attuale, dovrebbe aggirarsi intorno agli 80 milioni di euro, di cui circa 30 sono già stati appaltati e al-tri 8 sono in arrivo (non ancora fi sicamente a disposizione ma stanziati grazie al cosiddetto De-creto cultura approvato la scorsa estate dal consiglio dei ministri), mentre 42 mancano ancora all’appello. “Non è così semplice quantifi care con precisione – spiega la soprintendente ai beni

architettonici Alessandra Mari-no, responsabile del progetto – perché nel corso delle operazioni di normale amministrazione, se normale amministrazione può essere chiamato un intervento del genere, ci si può imbattere in emergenze a cui far fronte, come la recente scoperta di una necropoli romana sotto la biblio-teca magliabechiana, il cui scavo è costato circa 200mila euro non preventivati”. E in eff etti nessuno pensava che ci si sarebbe potuti imbattere in un ritrovamento del genere, anche se già in passato, qua e là, erano emersi reperti co-evi. “Così come non è semplice prevedere quanto tempo ancora ci vorrà – continua – dipende non tanto dalla velocità con cui avanzano i lavori, quanto dal-la frequenza con cui riceviamo i fi nanziamenti”. Insomma, di interrogativi ancora ce ne sono, ma per vedere il bicchiere mezzo pieno basta pensare che il primo lotto dovrebbe essere concluso entro il 2015 e che, ad oggi, la galleria vanta un ampliamento di quasi tremila metri quadra-ti, con una lunga serie di nuovi spazi a disposizione dei visita-tori. “Inoltre bisogna ricordare che fi no ad oggi, nonostante un cantiere di così vaste dimensioni, il museo non ha chiuso un solo giorno per i lavori”. Venti anni ci sono voluti per costruirli, ce ne vorranno altrettanti per com-pletare i Nuovi Uffi zi? Ai futuri visitatori l’ardua sentenza.

sa, che continuerà poi, in un secondo tempo, anche nelle sale che accolgono la collezione permanente, dove sono custoditi pezzi iconici come l’Arrin-gatore, la Chimera d’Arezzo e le bel-lissime mummie del museo egizio. “I progetti sono già stati presentati agli organi competenti e aspettano di essere fi nanziati, ma la parte più urgente era quella che è in via di completamento”. Finalmente la sezione adibita alle mo-stre temporanee avrà il suo impianto di riscaldamento (cosa che fi no ad oggi mancava) e ci sarà uno spazio apposi-tamente dedicato alle conferenze e agli incontri con il pubblico. “Da un paio di mesi a questa parte abbiamo anche alcuni nuovi custodi, assunti grazie a un concorso ad hoc– continua Cian-feroni, che per anni aveva denunciato il problema della penuria di personale di custodia – che danno informazioni all’ingresso, sono a disposizione nelle sale e che, nelle belle giornate, tengono aperto il giardino, che d’ora in avanti sarà sempre più fruibile dal pubblico”. Per la bella stagione sono in program-ma visite guidate con un giardiniere esperto che, tra una lapide e l’altra, accompagnerà i visitatori alla scoperta delle essenze che inebriavano l’aria dei villaggi dell’Etruria.

L.V.Z.

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se la culturaÈ gratis:guida alle opereda gustare senzaspendere un euro

Cultura e arte vanno neces-sariamente pagate a caro

prezzo? Nossignori, niente di più falso. Basta guardarsi un po’ intorno per scoprire che sono numerosi i luoghi che possono essere visitati senza mettere mano al portafoglio e senza per forza dover scomo-dare iniziative come “la dome-nica del fi orentino” o luoghi ormai arcinoti come Boboli. Si entra gratis, ad esempio, al Museo di Orsanmichele il lu-nedì dalle 10 alle 17. Il “grat-tacielo fi orentino” off re uno sguardo inedito sulla città ol-tre agli originali delle sculture esposte nelle nicchie esterne. Ingresso libero anche nella Sala del Perugino, museo dei record: si tratta infatti del più piccolo (una sala appena) e del più giovane (è stato “bat-tezzato” museo da appena un paio d’anni) tra i musei fi oren-tini, visitabile il martedì e il giovedì dalle 14.30 alle 17.30 e accessibile dall’ingresso del liceo Michelangelo, in via della Colonna. Se si prenota con un po’ di anticipo si può godere anche della bellissima Casa Martelli (in via Zannet-ti), pagando solo la prenota-zione di tre euro e usufruen-do della possibilità di visitare con tranquillità le bellissime stanze della residenza a due passi da piazza Duomo. Emo-zionante e (troppo) poco co-nosciuto il Cenacolo di San Salvi, aff rescato da Andrea Del Sarto, così come il Chio-stro dello Scalzo (via Cavour). Un altro luogo accessibile a costo zero, con l’atmosfera di una vera abitazione, è la casa museo Rodolfo Siviero, che sul lungarno Serristori ospita la grande collezione (da fon-di oro e statue policrome del Quattrocento a lavori di Gior-gio De Chirico) del personag-gio conosciuto come lo “007 dell’arte”. Infi ne una chicca per gli appassionati di arte antica, ovvero il museo della Pagliaz-za, scavo archeologico conte-nente interessanti resti roma-ni situato all’interno dell’hotel Brunelleschi, in piazza Santa Elisabetta, liberamente acces-sibile al pubblico.

E.C.

La mappa/2

Arte in città, Oltre al david c’è di piùViaggio nei luoghi meno frequentati di Firenze, alla scoperta di capolavori a volte dimenticati

Se si pronunciano Firenze e arte nella stessa frase si pensa automaticamente agli Uffi zi o alla Galleria

dell’Accademia. Forse al Bargel-lo, al massimo a Palazzo Pitti, con le sue belle vetrate aff acciate sul giardino di Boboli. Ma l’ar-te nella città del giglio è “solo” questo? Senza nulla togliere (ci mancherebbe altro) alle mera-viglie che tutto il mondo ci in-vidia, Firenze off re anche altri piccoli gioielli o, meglio, capo-lavori (è bene chiamarli col loro nome) che, essendo esclusi dai classici itinerari del turismo di massa, spesso vengono dimen-ticati anche da chi ci vive a due passi. Proviamo allora a buttare giù un piccolo itinerario, per rinfrescare la memoria ai lettori de Il Reporter e magari far veni-re voglia a qualcuno di visitare alcuni dei luoghi più eccezionali della città. Bypassando l’Acca-demia, il primo step potrebbe essere il museo di San Marco, forse uno dei meno visitati della città. È qui che sono custoditi alcuni dei più bei lavori del Be-ato Angelico, che a lungo visse all’interno del convento attiguo alla basilica, oggi adibito a per-corso espositivo. Procedendo verso il centro si può fare tap-pa a Palazzo Medici Riccardi, che non ha niente da invidiare a Palazzo Pitti o Palazzo Strozzi, e che si fa ancor più interessante se si visita la cappella dei Magi, con i bellissimi aff reschi di Be-nozzo Gozzoli. Aperto solo a metà perché in attesa della fi ne dei lavori di ampliamento, l’O-spedale degli Innocenti di piaz-za Santissima Annunziata è un viaggio tra le opere realizzate da quegli artisti che, nel corso del tempo, si sono occupati di “render bello” il luogo depu-tato all’accoglienza dei piccoli orfani, mentre si salta dal Rina-scimento alla contemporaneità se si sceglie il Marino Marini, allestito nella chiesa sconsacrata di San Pancrazio (nella piazza omonima), che ospita i lavori dello scultore pistoiese in un ambiente silenzioso e metafi si-co, reso ancor più speciale dalle mostre d’arte contemporanea allestite nelle cripta. Tra i più delicati e intimi musei fi oren-tini c’è certamente Palazzo Da-vanzati (nella piazza che porta il suo nome), con l’atmosfera che riporta indietro nel tempo, a com’era la vita nelle case fi o-rentine del Trecento. Stessa sen-sazione che si prova al museo

Enrica Cinaschi

La mappa/1

Una delle sale del Museo Bardini, allestito in quello che fu, nell’Ottocento, lo showroom del celebre antiquario fiorentino Stefano Bardini

Le giornate Fai di primavera

quei Tesori a porte aperteUn’occasione unica per vi-

sitare luoghi della città spesso chiusi al pubblico sono le giornate Fai (Fondo ambien-te italiano) di primavera, che il 23 e 24 marzo aprono le porte di una moltitudine di luoghi sparsi per tutto il bel paese. A Firenze i gioiellini visitabi-li (con tanto di visite guidate) sono numerosi, a partire dalla Cappella Rucellai in via della Spada, dove si può ammirare la riproduzione del Santo Se-polcro. E ancora l’Istituto di scienze aeronautiche e milita-ri (viale dell’Aeronautica 14), edifi cio razionalista costruito nel 1937 che off re alcuni inte-ressanti ambienti, solitamente frequentati solo dagli iscritti alla scuola militare. E poi il Pa-lazzo Portinari Salviati (in via de’ Bonizzi), dove tra un soffi t-to e l’altro la fanno da padrona allegorie mitologiche e favole aff rescate, oltre a un ciclo di aff reschi di Alessandro Allori visibile nella piccola cappel-

la dell’edifi cio. Chi non è mai stato a Villa Corsini a Sesto Fiorentino non può perdere l’occasione per vedere dal vivo questo gioiello, uno dei pochi esempi di barocco fi orentino, con il bel giardino che la cir-conda (nella foto), il cui orario di visite è quasi sempre limita-tissimo a causa della penuria di custodi. E vale la pena fare un passaggio anche a Villa la

Quiete (via di Boldrone 2), ai piedi di Monte Morello, altro luogo “segreto” da segnare in agenda. Ma, a parte i tesori ap-pena citati, di occasioni ghiotte ce ne sono diverse e chi volesse consultare la lista dei luoghi aperti in occasione delle due giornate Fai può visitare il sito www.giornatefai.it. Di certo non rimarrà deluso.

Horne (in via dei Benci), colle-zione donata allo stato italiano dall’architetto e storico dell’arte inglese Herbert Percy Horne. Altro luogo dal fascino speciale è poi la Specola (via Romana), sezione di zoologia del museo di storia naturale con una colle-zione di esemplari imbalsamati da far impallidire chiunque. Troppo spesso dimenticata è la Cappella Brancacci, con gli af-freschi di Masaccio, accanto alla chiesa di Santa Maria del Car-mine. Dulcis in fundo, due luo-ghi dal fascino esotico: il Museo Stibbert, con il suo bellissimo parco, e il Museo Bardini, che conserva parte della splendida collezione del “principe degli antiquari fi orentini”.

#Focus Marzo 2014 | 11

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#Territorio

quale futuro per i quartieri?un ruolo per gli enti “vicini”Si discute sulla loro funzione: gli attualipresidenti avanzano proposte e “ricette”

Istituzioni

Sono gli organismi di go-verno del territorio più vicini ai cittadini, che a loro si rivolgono per le

problematiche quotidiane. Stia-mo parlando dei Quartieri, che a Firenze sono nati uffi cialmen-te nel 1976: inizialmente erano quattordici, poi dal 1990 sono diventati gli attuali cinque. Si tratta di articolazioni dell’am-ministrazione senza personalità giuridica: come previsto dallo Statuto del Comune, gestiscono i servizi di base e alla persona. Inoltre, secondo una delibera at-tuativa, svolgono funzioni dele-gate in materia di lavori pubblici (manutenzione immobili), per immobili a uso non abitativo, assistenza sociale, servizi scola-stici. Ogni quartiere ha un presi-dente e un numero di consiglieri pari alla metà di quelli previsti per il consiglio comunale, oltre a un collegio di presidenza. Il ddl Delrio, che prevede lo svuota-mento delle Province e la nascita delle città metropolitane, non fornisce indicazioni certe sul futuro di questi enti, ma si parla comunque di un decentramento delle funzioni nei grandi centri. Abbiamo chiesto agli attuali pre-sidenti quale può essere il ruolo dei quartieri in questo contesto. “I quartieri sono uno strumento fondamentale nel decentramen-to, garantiscono partecipazione, un dialogo costante con i cittadi-ni e una visione territoriale com-

Sara Camaiora

Villa Arrivabene, sede del Quartiere 2

Villa Vogel, sede del Quartiere 4

plessiva più ampia, necessaria per risolvere i problemi”, fa pre-sente Nicola Benvenuti, presi-dente del Q1. “Poche deleghe ma chiare: gestire i servizi di prossi-mità, coinvolgere i cittadini nel-le decisioni centrali. I quartieri sono nati per questo e andando sempre più verso un decentra-mento ritengo che debbano es-sere messi ancora più in grado di svolgere queste funzioni”, è l’opinione di Gianluca Paolucci, presidente del Q2. “Nel riorga-nizzare la fi liera istituzionale, bisogna ragionare in un’ottica complessiva: ben venga la Gran-de Firenze, ma per garantire effi -cienti servizi di prossimità serve uno sviluppo dei quartieri”, spie-ga Andrea Ceccarelli, presidente del Q3. “Penso che ai Quartieri debba essere data la possibilità di agire direttamente sui problemi immediati”, commenta Giusep-pe D’Eugenio, presidente del Q4. “È sbagliato alimentare con-

l’anno dell’alluvionele prime forme di auto-organizzazioneda parte dei cittadini

Uffi cialmente nascono die-ci anni dopo, ma già nel

1966, l’anno dell’alluvione, ci furono le prime forme di auto-organizzazione dei cittadini, assimilabili ai futuri quartieri. Successivamente queste forme proseguirono la loro attività, una specie di comitati allargati ubicati in varie zone della cit-tà, in rioni che vantavano una forte identità territoriale. Era-no gli anni intorno al ‘68 e non mancavano certo fermento politico e voglia di aggregazio-ne: tra i “movimenti di quar-tiere” più attivi c’erano quelli di via Bronzino, nato attorno alla parrocchia di Monticelli, e Pe-retola, mentre molti altri sor-sero intorno a case del popolo e circoli sportivi. Fu così che pian piano si arrivò a una for-malizzazione di questi enti, i più vicini alla vita dei cittadini.

La storia

Nel resto d’Italia

zone a milano, municipi a romaZone, municipi, circoscrizioni, quartieri. Cambiano i nomi e,

a volte, anche funzioni e servizi off erti, ma rappresentano co-munque il “grado zero” dell’istituzione, quella più piccola e più vicina ai cittadini. Agiscono sempre sui servizi di base, ma con alcune diff erenze, a seconda di quello che è stato delegato loro dal Comune tramite delibere attuative. Un caso a sé è quello dei municipi romani, che sono dotati di competenze molto maggiori rispetto agli enti analoghi delle altre città: ad esempio si occupano anche di sviluppo economico ed edilizia. Diversa è anche la loro struttura interna: c’è un presidente e una giunta con quattro as-sessori nominati dal presidente stesso. Fino a marzo dello scorso anno i municipi erano diciannove, poi sono passati a quindici con l’accorpamento dei municipi I e XVII, II e III, VI e VII e IX e X. Il Comune di Milano è invece suddiviso in zone di decentramento, dove è attivo un consiglio di Zona. Per accelerare un processo di decentramento delle funzioni amministrative, in vista della futu-ra città metropolitana, l’amministrazione comunale milanese ha deciso di coinvolgere i consigli di Zona in iniziative riguardanti anche settori di cui prima non si occupavano, come servizi so-ciali, sport, cultura e molto altro. A Torino, invece, per quartieri si intendono le suddivisioni interne delle circoscrizioni, che sono invece l’ente di riferimento: sono dieci e in ognuna di queste ci sono tre o quattro quartieri. A Bologna, come a Firenze, le cir-coscrizioni di decentramento si chiamano quartieri: sono nove, come da revisione statutaria del 1985.

1976la nascitadei quartieri a Firenze

1990il passaggio da 14 a 5

trapposizioni tra organi centrali e di decentramento, un buon governo esiste se c’è un buon ra-dicamento delle istituzioni e vi-ceversa – dice Federico Gianassi, presidente del Q5 – ai Quartie-ri spetta il compito di gestire i servizi di vicinato, non certo le politiche su larga scala, cui però possono dare un contributo in termini di partecipazione: credo che sia giusto valorizzare queste funzioni e specifi carle meglio”.

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UNA NUOVA VITA PER I VECCHI EDIFICI:SPICCHI DI FIRENZE SI TRASFORMANO COSÌVia libera al regolamento urbanistico, che si baserà soprattutto su interventi di ristrutturazione e rigenerazione

Il piano

Un’università per stra-nieri al posto del vecchio tribunale in San Firenze. Case e

negozi nelle ex Poste di via Pie-trapiana. Il teatro Comunale di corso Italia diventa un albergo. Grandi fette di città, dal centro alla periferia, sono pronte a cam-biare faccia con il nuovo rego-lamento urbanistico. Una delle ultime eredità di grande portata della giunta Renzi, destinata a trasformare 73 aree diverse per circa 750mila metri quadrati. Il tutto, come prevede il piano strutturale del 2009, senza ag-giungere un metro cubo di ce-mento in più (o quasi). Il piano si baserà per lo più su interventi di

Natalia Binagli

ristrutturazione e rigenerazione che saranno comunque una bella boccata d’ossigeno per l’edilizia sul territorio. Sulla carta, hanno spiegato il sindaco e l’assessore all’urbanistica Titta Meucci, il Ruc potrebbe attrarre investi-menti per un miliardo e mezzo di euro, creando diecimila posti di lavoro nel quinquennio e por-tando sessanta milioni di oneri di urbanizzazione nelle casse comunali. Dopo il via libera del-la giunta delle scorse settimane, il Ruc dovrebbe essere adottato entro fi ne mese dal consiglio comunale, per poi essere appro-vato in via defi nitiva in autunno, compito che quindi toccherà al successore di Renzi. Tra gli spic-

chi di città da trasformare, l’ex Telecom di via Masaccio (nella foto), edifi cio oggi abbandonato, destinato a ospitare un albergo, ma anche residenze e attività commerciali. Spazio a case e ne-gozi anche nella vecchia fabbrica Cerdec, in zona Castello. Avanti tutta anche con i piani di recupe-ro della Manifattura Tabacchi e dell’ex Gover, oltre che con la tra-sformazione della Mercafi r. Tra i progetti ai nastri, oltre duecento sono stati avanzati dai proprie-tari di aree grandi oltre duemila metri quadrati, interpellati dal Comune con un bando. Uno dei tasselli del “percorso di parteci-pazione” rivendicato con soddi-sfazione da Meucci, e basato su

Amministrative

Eunomia Master

VERSO IL VOTO PER IL DOPO RENZI

Torna la scuolaper il “buon governo”

La città si prepara alle urne di maggio per scegliere il successore di Matteo Renzi. Da sindaco aspiran-te al secondo mandato a premier, nel giro di poche ore il vortice della politica nazionale ha stravolto

il futuro di Renzi e, soprattutto, quello di Firenze. “Andate avanti come se niente fosse, senza sprecare un minuto da qui alle amministrative”, ha detto un emozionato Renzi congedandosi dalla città durante il suo ultimo consiglio comunale. Un messaggio rivolto a consiglieri e assessori, che intanto salutano un altro pezzo della giunta. Si tratta di Stefania Saccardi, chiamata a ricoprire il ruolo di assessore regionale al welfare e di vicepresidente della Toscana. Fino alle elezioni amministrative di maggio a guidare il Comune sarà Dario Nardella, nominato vicesindaco reggente e aspirante successore di Renzi.

N.C.

I grandi nomi dell’economia e della politica italiana si dan-

no appuntamento a Eunomia Master. La scuola per il “buon governo”, organizzata dall’o-monima associazione fi oren-tina diretta da Dario Nardella, è iniziata il 28 febbraio scorso a Villa Morghen, a Settignano, dove proseguirà fi no a saba-to 5 aprile con un’edizione, la nona, all’insegna dell’Europa e con molti big in calendario. Tra gli altri, sono attesi a Eunomia Master Cécile Kyenge e Marco Rizzo, Maria Chiara Carrozza, Andrea Orlando ed Elsa For-nero, Paolo Scaroni e Massimo Livi Bacci.

#Territorio

Dario Nardella, direttoredi Eunomia Mastere vicesindaco di Firenze

focus nei quartieri, un sondaggio on line e convegni. Se “volumi zero” è la parola d’ordine, picco-le deroghe sono concesse per gli edifi ci incongrui, ossia costruiti in mezzo a qualche corte, che saranno demoliti e ricostruiti altrove secondo il principio del-la perequazione. Ciò consentirà di realizzare nuovi spazi verdi e parcheggi nella fascia di città compresa tra i viali, “liberata” da vecchi opifi ci e laboratori arti-giani che traslocheranno in pe-riferia con un bonus del 20-30% sui volumi. Stesso “premio” in caso di riqualifi cazione energeti-ca degli edifi ci e per la rigenera-zione dei capannoni industriali. Ma il piano fa attenzione anche all’housing sociale: per gli in-terventi edilizi sopra ai duemila metri quadrati, scatta l’obbligo di destinarne il 20 per cento alla re-sidenza convenzionata. Così da rispondere anche all’emergenza abitativa.

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#Storia

GLI ULTIMI EX INTERNATI NEI LAGER NAZISTIDa trecento, rimasti in tre. “Abbiamo chiuso l’associazione, ma siamo ancora pronti a portare la nostra testimonianza”

Il ricordo

Erano quasi trecento, sono rimasti in tre. A Firenze l’associazione degli ex internati nei

lager nazisti, acronimo Anei, è stata chiusa a fi ne 2012 per il numero troppo ristretto dei suoi soci, inversamente propor-zionale all’età degli stessi: tutti ultra novantenni. Ma non più tardi dello scorso 27 gennaio, in occasione della Giornata della Memoria 2014, i tre sono stati insigniti delle medaglie d’onore, insieme a venti fi gli e nipoti di al-trettanti oppositori del nazismo che pagarono il loro rifi uto di collaborare con i tedeschi con la deportazione nei lager di mezza Europa. “Siamo stati l’alba della Resistenza – ricorda Dino Vit-tori, classe 1920, da sempre uno dei più attivi esponenti dell’Anei fi orentina – ci siamo opposti al nazismo prima addirittura che fosse organizzata la resistenza dei partigiani. L’8 settembre 1943, dopo tante pressioni dei nazisti, fummo quelli che dissero di no.

Matilde Bernini

I tedeschi insistettero ancora: o collaboravamo o ci avrebbero mandato nei lager. Decidemmo per i lager”. Due anni in Jugo-slavia, vicino Mostar, cui seguì il trasferimento a Varsavia. Poi, via via che la liberazione dei territori avanzava e i tedeschi si ritiravano, Vittori è stato sposta-to in Germania, vicino ad Am-burgo. È stato lì che fi nalmente arrivarono gli inglesi e Dino fu liberato. Libero di tornare a casa. Era il 5 maggio 1945. Ma Dino il coraggio di ricordare e racconta-re la sua storia, unica ma in certi frangenti molto simile a quella degli alti internati, non lo trova subito: “Come associazione ci siamo formati negli anni Set-tanta. C’è voluto del tempo per riuscire a elaborare il dolore di quell’esperienza e a condividerlo, ma era un nostro dovere, quello di dire cosa ha rappresentato il nazismo, perché certe cose non accadano più. E trenta anni dopo abbiamo chiuso l’associazione, ma non terminato l’attività: sia-

E se da un lato c’è un’asso-ciazione che ha chiuso per

mancanza di soci, per essere arrivata alla “naturale conclu-sione” di un ciclo, come spiega Dino Vittori (leggi l’altro arti-colo in questa pagina), dall’altra ci sono le nuove generazioni, che seguendo le orme dei non-ni decidono di scavare in uno dei capitoli più bui della nostra storia. È quello che è successo con la mostra “Il coraggio del no”, che si è tenuta a Impruneta in occasione della scorsa Gior-nata della Memoria e che ora punta a ottenere nuovi spazi e nuova visibilità. Per esprime-re l’altissimo valore di libertà del “no” che pronunciarono gli oltre seicentomila milita-ri italiani che si rifi utarono di aderire al nazifascismo e che pagarono questa scelta con la

prigionia e, in molti casi, con la vita, i due organizzatori e arte-fi ci della mostra, Yuri e Ilaria, nipoti di due internati, hanno deciso di esporre il materiale da loro raccolto ripercorrendo le tragiche esperienze dei loro coraggiosi nonni. Così, la mo-stra ha raccontato la storia di Elio, catturato a Milano e pri-gioniero prima in Polonia e poi in Germania, attraverso le foto scattate dal nipote sui luoghi di quella dolorosissima espe-rienza, e quella di Mariano, catturato in Grecia con il suo reggimento, internato nel lager di Sandbostel e poi trasferito a Kiel, attraverso la ricerca e gli studi della nipote.

M.B.

Dino Vittori, classe 1920, uno dei più attivi esponenti dell’Anei fiorentina,al “Giardino dei Giusti”

Sulle orme dei nonni

“IL CORAGGIO DEL NO”IN UNA MOSTRA

mo ancora attivissimi e pronti a portare la nostra testimonianza, solo che a diff erenza di altre re-altà, come l’Anpi, che associa an-che giovani, noi abbiamo deciso di non accettare altre adesioni, e naturalmente con il passare del tempo sono passati anche gli internati”. Intanto, a ricordare la storia degli ex internati, c’è anche un cippo commemorativo che si trova, non a caso, nel piazza-le Caduti nei Lager, accanto alla Fortezza da Basso. Collocato il 28 gennaio 2008, sempre in oc-casione della Giornata della Me-

moria, è dedicato al ricordo “dei fi orentini e degli italiani che per la pace e la patria, dopo l’8 set-tembre ‘43, come primo anelito di libertà, rifi utarono la collabo-razione coi nazisti e lasciarono la loro vita nei lager”, come recita l’incisione.

permette la combustione in condizioni otti-mali, grazie a un corretto bilanciamento fra il combustibile e l’aria, realizzando così un risparmio superiore al 10% rispetto ad una caldaia tradizionale.Caldaie a condensazione. I gas combusti, prima di essere espulsi all’e-sterno, sono convogliati in uno speciale scam-biatore dove il vapore acqueo condensa, ce-dendo parte del calore e aumentando in tal modo la quantità di energia disponibile per il riscaldamento (la quota recuperabile è supe-riore al 10%).

Sì, ma in tempi di ‘vacche magre’, come questi, chi si mette all’anima un acquisto del genere?Forse non tutti sanno che è possibile recupe-rare, sotto forma di detrazione fiscale, buona parte dell’investimento sostenuto. Un ulte-riore elemento che va ad aggiungersi al già consistente vantaggio economico derivante dal risparmio sui consumi. La legge di sta-bilità 2014 (27 dicembre 2013, n. 147) ha infatti prorogato la detrazione fiscale per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici.

Per gli interventi di riqualificazione energetica la detrazione ammonta al 65% delle spese sostenute fino al 31 dicembre 2014 per le singole unità immobiliari e fino al 30 giugno 2015 se l’intervento è effettuato sulle parti comuni degli edifici condominiali o se riguarda tutte le unità immobiliari di cui si compone il singolo condominio. E’ ritenuto un intervento di riqualificazione energetica l’in-stallazione di una caldaia a condensazione con valvole termostatiche. Dal 1° gennaio 2015 la detrazione fiscale per la sostituzione della cal-daia negli appartamenti passerà al 50%.

Per gli interventi di ristrutturazione edilizia la detrazione ammonta al 50% delle spese sostenute fino al 31 dicembre 2014. La detrazione fiscale del 50% si applica anche nel caso della sostituzione di una caldaia con una nuova di tipo tradizionale (tipo C alta effi-cienza) o nel caso di pompe di calore. Per consentire ai cittadini condizioni favore-voli di acquisto, installazione e manutenzione, il Comune di Firenze ha firmato un protocollo di intesa con le associazioni di categoria pro-fessionale del settore.Per l’accesso a forme vantaggiose di finanzia-mento, attraverso intese con istituti bancari, presto potranno esserci delle novità.Per maggiori informazioni e per seguire gli aggiornamenti visitate la nostra pagina web.

CAMBIARE LA CALDAIA, UN VANTAGGIO PER L’AMBIENTE …E PER IL PORTAFOGLIO !!!Il Comune di Firenze promuove una campagna per la sostituzione dei vecchi impianti di riscaldamento con modelli molto meno inquinanti e a più alto rendimento energetico.

Per info dettagliate su:

caratteristiche tecniche degli impianti vantaggi fiscali elenco degli esercizi che hanno aderito al protocollo di intesaaccorgimenti da adottare per il risparmio energetico

Visita il sito:http://ambientesostenibilita.comune.fi.it/ambiente/tutela_territorio/energia.html

Tel. 055055

e-mail: [email protected]

Ufficio - Direzione Ambiente Servizio Sostenibilità Ambientale

Villa di Rusciano Via Benedetto Fortini,37

50127 Firenze

Da anni sperimentiamo sulla nostra pelle le conseguenze del ‘cambiamento cli-

matico’ e ormai sappiamo tutti che questo di-pende dalle emissioni di anidride carbonica. Il riscaldamento domestico dei grandi insedia-menti urbani rappresenta una delle cause fon-damentali dell’inquinamento atmosferico alla base dell’ “effetto serra” e dei suoi drammatici effetti.

E noi cosa possiamo farci?Una delle scelte pratiche che possiamo attuare per dare un contributo reale in questo senso, senza mortificare la nostra qualità della vita e senza rinunciare al comfort di una casa piace-volmente calda e accogliente, è quella di so-stituire la nostra vecchia caldaia con un nuovo impianto, in grado di ottimizzare il rendimen-to energetico e di contenere drasticamente le emissioni inquinanti.

Quali sono le caldaie di ultima generazione che danno maggiore affidamento?Caldaie a pre-miscelazione. Sono dotate di un particolare bruciatore che

Firmatari del protocollo

reporter_art2.indd 1 13/02/14 09:39

14 | Marzo 2014

Page 15: Il Reporter Q4 - Marzo 2014

Tutti in sella, si pedala. Dalle city bike ai gioiellini da corsa (quelli realizzati “su misura” possono arrivare a costare

anche oltre quindicimila euro), dal-le pedalate in compagnia alle perfor-mance acrobatiche sulle bmx, fi no alle iniziative per i baby ciclisti: dal 28 al 30 marzo torna, per il secondo anno, “Bicifi – Florence Bike Festival”, evento tutto dedicato al mondo delle due ruo-te. Quelle ecologiche, è ovvio. La prima novità di quest’anno è la location: il fe-stival sarà ospitato nel polmone verde di Firenze, le Cascine. Dal piazzale del Re fi no alle Pavoniere, il ciclo-evento proporrà iniziative, animazione per bambini, performance ed escursioni in bicicletta, ma anche convegni, incontri e presentazioni di libri. Intanto, sem-pre più fi orentini hanno rispolverato il caro vecchio sellino. Complice la crisi e l’arrivo dei campioni del mondiale in Toscana, l’anno scorso i ciclisti hanno sorpassato i “cugini” automobilisti: nel 2013 in città sono state vendute più bi-ciclette (quasi ottomila) che auto (6.500 quelle immatricolate), per un parco mezzi ciclabile pari a trentamila unità. Un segnale che qualcosa sta cambiando sul fronte della mobilità sostenibile. Per riscoprire il piacere di pedalare, durante il weekend di Bicifi sarà possibile par-tecipare a ciclopedalate fi no al parco

tutti in sella,torna il festivaldella biciclettaIn programma iniziative,escursioni e convegni.La location? Le Cascine

L’evento

Luca Squarcialupi

Il testimonial della prima edizione di Bicifi è stato Davide Cassani, oggi ct della nazionale di ciclismo. Grandi nomidel mondo delle due ruote sono attesi anche quest’anno

�Web bicifi.itFacebook bicifi

�web granfondofirenze.itFacebook GranfondoFirenze

dei Renai e verso il centro cittadino. La mattina di domenica 30 marzo sarà de-dicata alla Granfondo Firenze De Rosa (vedi articolo a fi anco), gara dedicata agli appassionati che arriverà fi no ai passi della Futa e del Giogo. Proprio il Mugello, territorio che ha creato il di-stretto cicloturistico più grande d’Italia, sarà l’ospite d’onore di questa edizione del festival, con uno spazio riservato alle eccellenze gastronomiche locali. Le ultime novità per spostarsi in bici nelle grandi città (come lo “scatto fi sso” e la pedalata assistita), insieme alle attrez-zature all’ultimo grido per il ciclismo amatoriale, saranno le protagoniste dell’expo, un piccolo villaggio commer-ciale dove trovare tutto quello che serve per pedalare in sicurezza e nel tempo libero. Spazio anche all’indoor cycling, la disciplina chiamata comunemente spinning, alle performance acrobatiche (bmx, trail, dirt) e ai laboratori per bam-bini. Ci saranno pure le biciclette che hanno fatto storia: a Firenze arriverà il Giro d’Italia d’epoca. I suoi corridori si sfi deranno al velodromo delle Cascine, l’unico impianto del genere esistente in Toscana, le cui origini risalgono alla fi ne dell’Ottocento. Bicifi è patrocinato da Regione Toscana, Provincia e Comune di Firenze.

La corsa

da firenze al mugello, in migliaia alla “granfondo”Dal cuore verde di Firenze fi no ai paesaggi mozzafi ato del Mu-

gello. Oltre cento chilometri tutti sui pedali. Come ogni festival della bicicletta che si rispetti, anche Bicifi ha la sua corsa riservata al ciclismo amatoriale: la Granfondo Firenze De Rosa, che partirà la mattina di domenica 30 marzo dalle Cascine percorrendo le strade di Gino Bartali e Gastone Nencini. Un evento che nel 2013, per la sua prima edizione, ha richiamato 2.500 persone da tutta Italia e dall’este-ro. E anche quest’anno è previsto l’arrivo a Firenze di migliaia di ap-passionati in sella ai loro “bolidi”. Due i tracciati: la granfondo, lunga 140 chilometri, e la mediofondo di 90 chilometri. La partenza è nel parco delle Cascine, per proseguire lungo le strade del centro storico fi orentino. La comitiva si dirigerà poi verso Fiesole e arriverà nel di-stretto cicloturistico del Mugello. Qui, di fronte all’autodromo, i due percorsi si divideranno: quello più duro arriverà fi no al passo della Futa e a quello del Giogo. Il gran fi nale è invece per tutti, con l’arrivo in via Salviati, la salita simbolo del circuito iridato dei Mondiali di ci-clismo 2013. Dopo tanta fatica, l’immancabile pasta party, un super-pranzo per tutti i partecipanti alle Cascine a base di prodotti tipici toscani. Le iscrizioni per la Granfondo Firenze De Rosa sono aperte.

#Appuntamenti

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Un evento organizzato dall’ Università Brahma Kumaris Prossimi corsi: intensivo di meditazione, 21-23 Marzo 2014 Prenotazione obbligatoria per max 20 persone – INGRESSO LIBEROInfo e prenotazioni al corso:Tel: 055 53 20 619 - cel: 339 31 05007 - e-mail: [email protected] - www.brahmakumaris.org - www.formazione-spirituale.org

UNIVERSITA’ SPIRITUALE MONDIALE

ONLUS

Marzo 2014 | 15

Page 16: Il Reporter Q4 - Marzo 2014

Il campione di boxe Leonard Bundu troneggia negli scatti

di David Andre Weiss. È lui il protagonista di Punch, la mo-stra che fi no al 31 marzo occupa gli spazi di Ganzo, la scuola-ri-storante di via dei Macci (il ci-vico è l’85 rosso). David Andre Weiss ha seguito le ultime im-prese del campione fi orentino, originario della Sierra Leone, documentando i suoi successi a Roma e a Londra, rispetti-vamente ad aprile e dicembre 2013, che lo hanno conferma-to campione europeo dei pesi welter, titolo ottenuto nel 2011. Weiss ha abilmente catturato l’intensità dei momenti pubblici e privati del viaggio intrapreso insieme a Bundu, un’antologia dei quali è in mostra da Gan-

zo. Intensità e tensione sono le parole chiave per immergersi in questa mostra, la terza di David Andre Weiss dedicata a Leo-nard Bundu. Weiss, insegnante della Florence University of the Arts e direttore di Diva (Digital Imaging and Visual Arts) è un fotografo americano di stanza a Firenze. Diplomato all’Uni-versità di Chicago, ha lavorato a lungo negli Usa prima di sbar-care nel Belpaese: al momento, oltre al progetto su Bundu, sta lavorando a Pizzo Free a Paler-mo e Children in Chernobyl.

#Cultura

“IN SCENA è SEMPRE COME LA PRIMA VOLTA”L’attrice turca Serra Yilmaz torna col suo “harem”sul palco di Rifredi per il decimo anno consecutivo

Lei a Firenze è di casa. Ama passeggiare per la città e viaggiare in auto verso il Mugello, attra-

versando le colline e guardan-dosi intorno, come a perdersi nel paesaggio. Gli occhi dell’attrice turca Serra Yilmaz rapiscono avidi pezzi di storia, portando-li via con sé, trasformandoli in parte integrante di una cultura, la sua, fatta di contaminazio-ni e intelligente arricchimento. Per il decimo anno consecutivo l’attrice-musa di Ferzan Ozpetek sarà sul palconscenico del teatro di Rifredi con “L’ultimo harem” (dal 13 al 30 marzo), spettacolo ispirato alle Mille e una notte, ai racconti di Nazli Eray e ai saggi di Ayse Saracgil e Fatema Mer-nissi, scritto e diretto da Angelo Savelli e interpretato dall’attrice turca insieme a Valentina Chico e Riccardo Naldini.Sono passati dieci anni dalla prima de L’ultimo harem. Cosa si prova a portare in scena uno spettacolo così a lungo? Ci si

può annoiare o è un’avventura sempre nuova?Sono una che non si annoia mai. La vita è brevissima e ci sono così tante cose da fare, libri da leggere, musiche da ascoltare, fi lm da vedere, persone da sco-prire e amare. Non c’è tempo per la noia, fi guriamoci sul palco! Ogni sera è un’emozione nuova. È come fare l’amore con lo stes-so uomo da tanto, se c’è amore è sempre come la prima volta.Quanto è cambiata da dieci anni a questa parte?Sono cambiata moltissimo, come attrice e come donna. Grazie al cielo, aggiungerei. Tutti cambia-mo nel corso degli anni, siamo diversi ogni giorno che passa. Lei ha un rapporto speciale con l’Italia. E con Firenze? Ci sono luoghi della città a cui è parti-colarmente aff ezionata?Per lungo tempo Firenze e i suoi dintorni hanno rappresentato per me l’Italia intera, quindi ho un legame molto stretto con la città. Mi piace girare per il cen-

Ludovica V. Zarrilli

L’intervista

Un ritratto di Serra Yilmaz durante una delle repliche dell’Ultimo harem, che da dieci anni registra sempre il tutto esaurito

�Webteatrodirifredi.itTel. 055.4220361

tro, ma anche sulle colline.Ha una città o un luogo del cuore?Ne ho diversi. Istanbul di certo, perché è la mia città, ma anche Firenze e Parigi, dove ho passato molto tempo.C’è un ruolo, al cinema o in teatro, che le piacerebbe inter-pretare?Mi sarebbe piaciuto molto in-terpretare il personaggio di Re-nee Michel nel fi lm tratto dal romanzo “L’eleganza del riccio”, ma ormai la pellicola è già stata prodotta. Ne ho anche parlato con la regista e la produttrice, ma l’ho fatto una volta uscito il fi lm (ride). Progetti “italiani”?Penso che continuerò a recitare nell’Ultimo harem fi no a quan-do ci sarà pubblico voglioso di assistere allo spettacolo. E poi sto lavorando con Angelo Savelli per mettere in scena qualcosa di nuovo insieme, ma è ancora tut-to da vedere: siamo alla ricerca di un progetto che ci seduca.

Il teatro socialealle murate:fari puntatisulla Bielorussia

Accendere fari su realtà dimenticate è la loro spe-

cialità. Loro sono “Th e global theatre project”, progetto tea-trale nato a Firenze dallo spi-rito intraprendente dell’attrice e direttrice artistica Bari Ho-chwald (nella foto), e svilup-patosi a metà strada tra la città del giglio e la California, dove la Hochwald risiede quando non è a Firenze. Il prossimo appuntamento è in program-ma il 25 marzo alle 21 alle Murate (Sala delle Vetrate), si intitola Belarusian dream thea-tre e ha come obiettivo quello di catalizzare l’attenzione sui diritti umani in Bielorussia. Come il Global theatre riusci-rà in questo intento è presto detto. “Il 25 marzo – spiega Bari – coincide con la Gior-nata della Libertà bielorussa. In questo giorno sedici teatri di tutto il mondo, dal Canada all’Australia, passando per la Bielorussia stessa, metteran-no simultaneamente in scena i testi teatrali vincitori di un concorso internazionale indet-to per brevi scritti dedicati alla situazione in Bielorussia”. Th e Global Th eatre Project realizza la serata di Firenze creando un fi lo diretto con Los Angeles, dove si svolgerà una serata ge-mella al Boston Court Perfor-ming Arts Center. Firenze sarà l’unica città italiana coinvolta in questo progetto. Lo spetta-colo non prevede palcosceni-co né sceneggiatura: gli attori, professionisti internazionali, leggeranno i propri testi me-scolandosi al pubblico, crean-do una performance emotiva-mente coinvolgente. “Prima dell’evento si terranno incon-tri e proiezioni di fi lm sulla Bielorussia in vari locali del centro. Siamo inoltre in cerca di persone interessate a parte-cipare in qualità di comparse”, conclude Bari Hochwald. Per informazioni: [email protected].

L.V.Z.

Focus

� Fino al 31 marzo

Ganzo - via de’ Macci 85rLun-sab dalle 11.30 alle 22

ganzoflorence.it

Leonard Bundu

I pugni del campione in un click “dire fare recitare”:spettacoli per raccogliere fondiper chi ne ha bisogno

Aiutare con il teatro. È questo il mantra dell’as-

sociazione Dire fare recitare, giovane realtà (è nata nel feb-braio del 2013) che si propone di mettere in scena spettacoli e pièce teatrali con il solo scopo di raccogliere fondi per chi ne ha bisogno. L’associazione ri-unisce un gruppo di teatran-ti provenienti da precedenti esperienze amatoriali e non, alcuni dei quali appartenenti alla compagnia Cenacolo dei giovani del teatro di Cestello. L’obiettivo? Promuovere e dif-fondere la cultura e l’arte del teatro realizzando spettacoli per sostenere chi ha più bi-sogno e meno voce per farsi sentire. Con questo scopo gli attori dell’associazione speri-mentano la messa in scena dei copioni dal taglio brillante e spesso dissacrante di tre autori fi orentini: Maurizio Faggi, Ste-fania Mancini e Andrea Pan-dolfi . Per info sugli spettacoli: [email protected].

C.G.

Al Verdi con i bigdelle sette note,per scoprirela musica di domani

Play It! Torna il festival dedi-cato alla musica di oggi e di

domani. Terza edizione per la rassegna realizzata dall’Orche-stra della Toscana e diretta da Giorgio Battistelli, che da mer-coledì 26 fi no a sabato 29 mar-zo apre una fi nestra sul meglio della musica contemporanea in Italia. Per quattro giornate il Teatro Verdi (www.orche-stradellatoscana.it, ingresso 5 euro) sarà animato da incon-tri, approfondimenti, dibatti-ti, premiazioni e concerti che mostreranno la ricchezza di una scena variegata e in con-tinuo fermento. In tantissimi daranno il proprio contributo, tra prime assolute e prime na-zionali, con musicisti del cali-bro di Francesco Dillon, Alda Caiello, Mario Marzi, Lorna Windsor. Inoltre verrà conse-gnato il premio alla carriera ad Azio Corghi, compositore pie-montese già collaboratore del premio Nobel Josè Saramago.

C.G.

i “segni del mondo”di massimo turlinelliin una personalefino a fine mese

È dovere del pittore essere completamente preso dal-

la natura e usare tutta la sua intelligenza per esprimere il sentimento, in modo che la sua opera sia intelligibile agli altri, scriveva più di un secolo fa Vincent Van Gogh. Fedele alla stessa convinzione, l’arti-sta contemporaneo Massimo Turlinelli (le cui opere sono in mostra fi no al 31 marzo all’hotel Cellai, in via 27 Apri-le, nella personale “Segni del mio mondo”) fa del disegno ri-goroso l’architettura di tutto il suo lavoro. E non è un caso se Turlinelli, che niente improv-visa, attinge i s-oggetti preziosi delle sue opere direttamente dalla natura. L’opera di Turli-nelli (nato a Fermo e residente a Firenze) si caratterizza per l’uso della matita policroma. Attualmente i suoi lavori si sono allontanati dal concetto di fi gurativo, anche se non di-mentica una base formale pur fortemente trasfi gurata.

B.B.

La realtà Il festival La mostra

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Page 17: Il Reporter Q4 - Marzo 2014

#Cultura

Un momento di uno spettacolo della scuola di danze irlandesi di Firenze

“Firenzeshire”,Viaggio nei luoghiamati dagli inglesidel grand tour

La mappa

Enrica Cinaschi

�Web gensdys.it

Al tempo dei viaggi low cost, il Grand Tour sembra lontano mille miglia, con i

suoi ritmi lenti e le pause per la rifl essione. Ma se è vero che oggi quei viaggi sarebbero impensa-bili, ritagliati come sono tra l’o-rario d’arrivo e di partenza di un aereo a basso costo da incastrare in un weekend, è anche vero che a Firenze esistono ancora dei luoghi che conservano intatto il sapore ottocentesco e romantico dei viaggi intrapresi dagli ingle-si alla volta della città del giglio. Sì, perché loro, più di chiunque altro, hanno lasciato traccia della permanenza in città, mantenen-do ancora oggi bellissimi avam-posti da non lasciarsi sfuggire. Gli amanti della buona musica e dell’opera, ad esempio, non

potranno non passare una sera-ta nella bella St. Mark’s church, in via Maggio, chiesa anglicana dove prende vita un fi tto pro-gramma culturale che off re, oltre a messe cantate, occasioni a base di opera e concerti di classica. Poco distante c’è la misconosciu-ta Casa Guidi, dove a ridosso della metà dell’800 vissero (e co-ronarono il loro tormentato so-gno d’amore) la poetessa inglese Elisabeth Barrett Browning e il marito Robert. Pochi sanno che oggi la casa è stata trasformata in un museo ed è visitabile su appuntamento. E dove potreb-be essere sepolta la Browning se non nel Cimitero degli Inglesi? Bellissimo in primavera, quan-do tra le lapidi fi oriscono gli iris, conserva i resti di molti degli intellettuali che amarono la città

del giglio. E, a proposito di se-polture, la basilica di Santa Cro-ce non ha rivali, tant’è che ospita persino “le mortali spoglie” di Florence Nightingale, infermiera britannica considerata la fon-datrice dell’assistenza infermie-ristica (nel 1853 partì alla volta della Crimea per aiutare i soldati feriti). E se si ha fame di cultura inglese, il luogo “principe” resta il British institute, che conserva gelosamente alcuni degli archivi delle più importanti personalità legate a doppio fi lo con l’Italia. Oppure Villa La Pietra, gioiello di proprietà dello storico e colle-zionista d’arte Harold Acton che alla sua morte lasciò tutto alla University of New York. La villa, sulla via Bolognese, si può visita-re previa prenotazione il venerdì pomeriggio.

La curiosità

San Patrizio, Tutti a scuola di danze irlandesi

Ballare all’irlandese non vuol dire semplicemente “zompettare”. Dietro a queste danze ci sono una lunga tradizione, una disciplina sportiva e perfi no una commissione dublinese che certifi ca i mae-

stri, con tanto di “patentino” internazionale. Anche Firenze ha la sua scuola: si chiama Gens d’Ys - Ac-cademia di danze irlandesi, ed è legata a una rete nazionale con nove sedi nello Stivale, con il patrocinio dell’ambasciata d’Irlanda. Le lezioni si svolgono all’Isolotto, nella palestra dell’ex scuola Barsanti di via Assisi. Gli studenti sono una settantina: c’è un gruppetto di ragazzini tra i 10 e i 12 anni, un team di ventenni, ma lo “zoccolo duro” è costituito da adulti. Nonostante questo, presto nascerà un corso per baby danzatori. Si parte dal livello di base, per poi specializzarsi negli anni successivi. “La danza solista – spiega Mirko Peluso, responsabile della sede fi orentina e insegnante certifi cato – si svolge sulle mezze punte e prevede posture precise. Si usano esclusivamente piedi e gambe”.

G.C.

P.Iv

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#Fiorentina

Il calendario

il sogno a tinte violadel ragazzo di figlineIl 18enne Leonardo Capezzifra Primavera e prima squadra

La promessa

“Cosa posso vo-lere di più che giocare nella F iorent ina? ”.

Da bambino Leonardo Capezzi aspettava i suoi idoli al rientro dalle trasferte vittoriose. Il 7 no-vembre scorso le parti si sono invertite, perché c’era anche lui su quel pullman che tornava fra gli applausi al Franchi dalla trasferta romena. Una notte in-dimenticabile per il diciottenne della Primavera, che ha fatto il suo esordio in Europa League a Cluj, sul campo del Pandurii.

Big e baby viola, una coppa (Italia) per due. I ragazzi di Montella e quelli di Semplici volano in fi nale ai danni dei bianconeri. La Juven-

tus Primavera, travolta per 5 a 0 tra Torino e Firenze. Con doppietta di Gondo all’andata e reti di Gulin, Capezzi e Fazzi, maturati in 24 rintoc-chi, allo stadio delle Due Strade. Dalle tribune gli ultrà viola intonano il coro “il pallone è quello bianco...”, mentre la Fiorentina rischia di umi-liare ancor più i giovani juventini, andando più volte vicina all’ennesi-mo centro. Dopo il fi schio fi nale, in campo comincia la festa, con tanto di inno di Narciso Parigi. Cantato a squarciagola anche dai trentamila del Franchi che, dopo tredici anni, vedono la loro squadra di nuovo in fi nale di Coppa Italia. Questa volta ai danni dei bianconeri dell’Udinese. La prima fi nale dell’era Della Valle. In tribuna a soff rire come i gioca-tori in campo, che hanno lottato fi no all’ultimo, interminabile, minuto di recupero. Sorretti da trentamila voci, trentamila cuori viola, da una città intera, che non vedeva l’ora di andare a Roma. Nel 2001 Rui Costa alzò la coppa al Franchi. Allora non c’era la fi nale unica, ma si giocava-no andata e ritorno, come nel torneo Primavera. Aspettando il 3 mag-gio, allora, il 26 marzo tutti al Buozzi, a fare il tifo per i nostri ragazzi.

I.D.

Irene Delfino

“A un certo punto Montella mi ha detto: scaldati. Ho capito che avrei giocato”. Con i viola sotto per 1 a 0, al 35° minu-to del secondo tempo arriva il cambio: fuori Roncaglia e den-tro il giovane centrocampista. Passano solo sei minuti dalla sostituzione che Matos spinge in rete il gol del momentaneo pareggio. La rete dà fi ducia alla Fiorentina, che tenta l’assedio negli ultimi minuti di gara. Ag-guantando il sorpasso al secon-do minuto di recupero, con un diagonale destro di Borja Vale-

ro. “Aquilani, scherzosamente, mi ha fatto questa battuta: sei entrato tu, hai cambiato il vol-to alla partita, abbiamo vinto. Bravo”, racconta Capezzi. Il ra-gazzo di Figline Valdarno con i piedi buoni e la testa sulla spal-le, che a nove anni inizia a tira-re i primi calci al pallone nella Sangiovannese, ma che sotto la maglia tiene quella viola. Nel 2008 viene notato e scelto dagli osservatori della Fiorentina. Il primo, piccolo passo è compiu-to. Con la casacca gigliata con-tinua la trafi la delle giovanili

fi no alla Primavera guidata da Leonardo Semplici. Oltre alla maglia viola veste anche quella azzurra: il 4 febbraio 2011 arri-va la prima chiamata dall’Italia under 16. Debutto impreziosi-to da una punizione a giro, che vale il secondo gol per gli azzur-rini. Leonardo continua la sua scalata, collezionando presenze con l’under 17 e l’under 18, e qualche mese fa scende in cam-po anche con l’under 19. Inevi-tabili, di questi tempi, le prime sirene inglesi, ma il ragazzo di Figline si tappa le orecchie. Vuol crescere nella sua Fioren-tina. E con il senno di poi fa la scelta giusta. Visto che Montel-la comincia a tenerlo d’occhio. Lo porta in ritiro a Moena nel 2012, poi lo convoca con la pri-ma squadra. Il regista fa così la spola fra i baby e i big, imparan-do dai “grandi” e trascinando i “piccoli” in semifi nale al torneo di Viareggio, in fi nale di Coppa Italia e a vivere il sogno scudet-to, a portata di mano per i ra-gazzi di mister Semplici. Ma il vero sogno di Leo è il debutto in serie A, al Franchi, fra i suoi ti-fosi, imitando la carriera del suo idolo De Rossi. Ma a tinte viola.

Vincenzo Montella questo mese dovrà chiedere il massimo alla sua Fiorentina, impegnata in una serie di partitissime

un mese di grandi sfide

Il 3 maggio, giorno della fi nale di Coppa Italia, è una data segnata in rosso (anzi, in viola) sul calendario ormai da qualche settima-

na, da quando, battendo l’Udinese, la Fiorentina si è qualifi cata per l’ultimo atto della competizione. L’ultima vittoria risale alla gestio-ne Mancini, stagione 2000-2001, con rete decisiva di Nuno Gomes in fi nale contro il Parma. A esultare in tribuna c’era Cecchi Gori. Ricordi che sanno (quasi) di foto in bianco e nero. Così come di bianconero si tinge questo marzo per i viola. E il ricordo non può che andare all’indimenticabile gara di andata in campionato, il 4-2 in rimonta che ha fatto impazzire Firenze, con Giuseppe Rossi pro-tagonista assoluto. Ora che però Pepito non c’è, toccherà a Montella metterci del suo. Il marzo viola continua poi con il posticipo con-tro il Chievo, prima delle due partitissime contro Napoli e Milan, quest’ultima nel turno infrasettimanale. Il mese fi nisce poi a Geno-va, contro la Sampdoria dell’ex Mihajlovic. Ma il sogno no, quello deve continuare.

Lorenzo Mossani

Big & baby

una coppa italia per due

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#Sport

Salvezza difficile per gli uomini di Attilio Caja: la squadra attuale è molto diversa rispetto a quella che aveva iniziato il campionato

La Fiorentina Baseball sarà impegnata quest’anno nel campionato di serie B, che scatta ad aprile. Prima è in programma la Coppa Italia

Basket

enegan, finale da brividiSarà diffi cile ottenere la salvezza nell’Adecco Silver League per l’E-

negan Firenze. La squadra di Attilio Caja, rivoluzionata in corsa e molto diversa rispetto a quella che aveva iniziato il campionato, dovrà non solo fare punti, ma guardarsi anche dai risultati che faranno le al-tre “pericolanti”. Scontata la retrocessione di Bari, con i fi orentini cer-cano di evitare di scendere di categoria Torrevento, Recanati, Reggio Calabria, Chieti e Ravenna. Sarebbe un vero peccato se la squadra fi o-rentina non centrasse l’obiettivo, in un’annata in cui al Mandela Forum ha giocato anche la Montepaschi Siena. Si erano anche rincorse voci di partenariato tra le due realtà, che però sono sempre state smentite. C’è comunque ancora molto entusiasmo per il rilancio del basket a Firen-ze, e la salvezza dell’Enegan potrebbe concretizzare anche il sogno di rivedere presto la serie A. La città, insomma, si augura che il progetto per la pallacanestro in città si faccia sempre più concreto.

Sim.Spa.

Baseball

via alla nuova stagioneLa Fiorentina Baseball, dopo la meritata promozione, ritorna a

partecipare al campionato di serie B dove, assegnata al girone Nord, affronterà due squadre di Bologna (Bcm e Nuova Pianorese), il Junior Parma, il Poviglio (RE), il Brescia e il Cagliari. Alla guida il manager Marco Duimovich, mentre il presidente Lauria ha dato il via alla campagna acquisti: arriveranno da Livorno Francesco Miliani e Federico Bottai, due giovani interni classe ‘93, che si sono messi in luce nel campionato di serie C, oltre al giovane Alessio Sin-forici (‘96), talento del Cosmos San Casciano, che rinforzerà il monte di lancio. Ritorna il trentaquattrenne Francesco Di Mattia, prove-niente da Nettuno, l’anno scorso nelle fila del Grosseto Ibl, e con-fermato David Sonnacchi, ricevitore/prima base. Un altro acquisto importante è Flavio Rinaldi, ricevitore e forte battitore proveniente dall’Urbe Roma. Infine, il lanciatore Valerio Rodà. Per la gestione del monte di lancio ci sarà Antonio Figueroa. La Fiorentina inizierà la stagione il 23 marzo in Coppa Italia, mentre il campionato partirà il 6 aprile.

Sim.Spa.

I Giovanissimi B 2000 del Ponte a Greve. La società, nata nel 1974, quest’anno compie quarant’anni. E le iniziative non mancano, a partire da quelle contro la crisi

A PONTE A GREVEUN CALCIO ALLA CRISISconti (e non solo) per le famiglie in difficoltà

La società

�Web polisportivaponteagreve.it Tel. 055.7322383

Quarant’anni portati benissimo per l’Upd Ponte a Greve, nata nel 1974 dal desi-

derio di un gruppo di volontari non solo di fare calcio, ma anche e soprattutto di offrire a tanti ragazzi un ambiente sano, edu-cativo e divertente dove crescere nei valori dello sport e della vita. Quattro decenni dopo la società, sotto la guida del presidente Lo-renzo Bosi, vanta più di trecento tesserati, due squadre di calcio femminile (una in serie C e una Juniores) e un impegno nel so-ciale che è senza dubbio il suo fiore all’occhiello. “Siamo con-sapevoli della situazione di forte disagio economico che vivono oggi molte famiglie, e desideria-mo fortemente che non debba pesare sulla vita dei più piccoli, che non lo meritano. Per questo negli ultimi anni abbiamo attiva-to un ‘fondo anti-crisi’ grazie al quale, dietro certificazione Isee, siamo in grado di offrire grossi sconti sulla scuola calcio, fino ad arrivare alla completa esenzione dalle spese – spiega Stefano Zoi, direttore sportivo della società – e da poco offriamo alle famiglie più in difficoltà anche la possi-bilità di assistere gratuitamente alle partite dei figli”.Come ci riuscite in un periodo del genere, in cui sicuramente anche la società non è esente dalle difficoltà?Usufruiamo di finanziamenti

Carlo Marrone

anche da parte di piccole azien-de, e poi creiamo noi stessi even-ti per auto-finanziarci. A giugno scorso, ad esempio, abbiamo or-ganizzato una partita tra soggetti trapiantati e la nostra squadra femminile.A proposito delle squadre fem-minili, siete tra le poche società fiorentine a offrire questa pos-sibilità. Ci sono sostanziali dif-ferenze tra maschi e femmine nel vivere il calcio?Direi di no, passione e impegno sono gli stessi. La differenza sta nel seguito: il calcio femminile è poco apprezzato. Ma il nostro obiettivo è offrire a tutti la possi-bilità di giocare. Da noi arrivano calciatrici addirittura da Vicchio, proprio perché le possibilità di giocare per le ragazze sono po-che. Ma la voglia è tanta.Lei è direttore sportivo da un anno e mezzo: è soddisfatto della sua esperienza?Molto, ho visto crescere le iscri-zioni alla scuola calcio di un buon 20%, con un direttore tec-nico d’eccezione: Alberto Malu-sci, giocatore della fiorentina ai tempi di Batistuta.

Incrementare la scuola calcio è uno dei vostri obiettivi per il futuro prossimo: ce ne sono altri?Migliorare la struttura. Siamo in procinto di ristrutturare gli spo-gliatoi. Crediamo che i nostri ra-gazzi meritino di vivere un am-biente il più possibile salutare.E per quanto riguarda i risul-tati?Gli allievi A, sotto la guida di Mauro Bongi, stanno giocando un ottimo campionato, come anche gli allievi B con Malusci. Speriamo di portare a casa dei bei risultati! Per quanto riguarda il futuro in senso più ampio, dato il nostro forte investimento nella scuola calcio, ci piacerebbe ve-dere una prima squadra formata tutta, o quasi, da ragazzi cresciuti con noi fin dai primi calci.E l’augurio è che questo si pos-sa avverare, come “premio” per aver offerto ai ragazzi un am-biente sano e, soprattutto, alla portata di tutti.

Senzaappuntamento

NUOVA APERTURA Piazza Ferrucci, 3 info 333.40.22.251via Federico d'Antiochia 21 (di fianco all'ipercoop Gavinana) info 327.28.97.058

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#Rubriche

Defi nito da Dante il “mio bel San Gio-vanni” in cui egli fu battezzato, il Batti-

stero è il primo importante edi-fi cio architettonico della nostra città. Sul lato prospiciente il Pa-lazzo Arcivescovile, fuoriesce dal perimetro dell’ottagonale immobile decorato nel 1294 a motivi geometrici con marmo verde e bianco, l’abside rettango-lare detta “scarsella”. Per quel de-corosissimo rivestimento ester-no di marmi “che prima erano di macigno” fu deputata l’Arte di Calimala la quale, nell’occa-sione, fece togliere i monumenti et arche di marmo che vi erano dintorno, le quali erano tutte o la maggior parte de’ Gentiluomini di Firenze…A fi anco della scarsella dalla parte di Via Roma, si può notare nella parte basamentale di quel lato, a circa un metro dal piano stradale, incastonato nel rivesti-mento marmoreo eseguito tra l’XI e il XIII secolo, un consunto bassorilievo del V secolo, poco o per niente noto ai fi orentini e comunemente appellato la Bat-taglia navale. Tale denominazio-ne la si rileva anche nel V tomo di Notizie Istoriche delle Chiese Fiorentine del Richa, quando a tal proposito alla metà del 1700 egli così scrive:

…a fi or di terra poi dalla banda del Bigallo evvi pure da osservare un basso rilievo in marmo lungo due braccia rappresentante un combattimento navale, né io mi posso indurre a credere che in tan-ta abbondanza di marmi, questo sia stato quivi messo per ripieno, ma più tosto direi che fosse il di-nanzi d’un Sepolcro spettante ad illustre Famiglia Fiorentina che nella traslazione soprannarrata de’ tanti avelli, ottenesse dall’Arte che in questo luogo fosse mura-to…

Però tale titolo di qualifi cazione, come vedremo non è per niente esatto e tutto dissimile dall’im-magine riprodotta nel reperto.

Si tratta molto probabilmente di un antico ritrovamento rinve-nuto in zona ed inserito durante l’esecuzione del rivestimento del sacro edifi cio. Verosimilmente il reperto, nonostante la perdita di gran parte dell’opera, potreb-be provenire da un frontale di sarcofago paleocristiano, quan-do l’economia era ancora legata all’agricoltura. Poi, con il passare dei lustri, durante i quali la tom-ba può aver accolto altri defunti con i loro corredi funebri, ab-bandonata la sua originale fun-zione, come altre volte verifi cato, l’avello fu probabilmente impie-gato in città quale vasca di fonta-na o abbeveratoio del bestiame: la deduzione prende attendibi-lità osservando sulla parte de-stra del frontone, una rotonda apertura, poi ben chiusa forse quando si decise di collocare il bassorilievo nel rivestimento del Battistero, incastonandolo fra i marmi bianchi della Lunigiana e quelli verdi di Prato. Il foro non era altro che il “troppo pieno” della vasca o dell’abbeveratoio, il quale consentiva la fuoruscita dell’acqua mantenendone il li-vello alla dovuta altezza, senza la In Italia il lavoro è come la forfora: un problema irrisolvibile! La-

voro signifi ca disoccupazione, precariato, tagli allo stipendio. Quanto mi piacerebbe che un giorno il Tg aprisse con un’edizione

straordinaria: “Oggi il signor Rossi, senza nessuna raccomandazione, è stato assunto a tempo indeterminato. Non solo, a fi ne mese riscuo-terà pure lo stipendio!”. Una notizia così da noi sarebbe una ventata di novità! Il governo, per sconfi ggere la disoccupazione, ha deciso di dare incentivi agli imprenditori che assumeranno donne o giovani. Il problema è che la maggior parte dei disoccupati in Italia sono uomini e di 40 anni! Un mio amico disoccupato ha già iniziato a farsi una cura di ormoni: male che vada troverà lavoro alle Cascine! Un altro amico disoccupato, invece, ha investito direttamente sul botulino! In Italia il lavoro è sempre stato un problema. Ai tempi del Paleozoico l’attività principale dell’uomo era fare il cacciatore: per farlo bastava farsi una lancia e cercare una bestia da uccidere. In tutte le parti del mondo fun-zionava così, tranne che da noi. In Italia per fare il cacciatore dovevi prima farti rilasciare la licenza, poi avere la tessera d’iscrizione all’Arci caccia & pesca e infi ne l’assicurazione per il cane. Ai tempi del Paleo-zoico ci mettevi dieci anni ad ottenere tutti questi documenti! E se ci riuscivi non potevi nemmeno esultare, nel frattempo eri già morto di fame! Si vede che il lavoro non è proprio nel nostro Dna!

ANDREA MUZZIComico, attore, regista e cabarettista

�Webandreamuzzi.it

A zonzo per Firenze

Il Pungiglione

tracimazione dall’orlo. Sul sin-golare reperto si notano anche evidenti tracce di una patinatu-ra nerastra, probabilmente ap-posta nel Quattrocento quando si aggiunsero al Battistero le tre porte di Andrea Pisano (quella sud) e le altre due di Lorenzo Ghiberti, al fi ne di far sembra-re similmente il bassorilievo una scultura bronzea e non di marmo. Tale tinteggiatura, oggi quasi del tutto scomparsa, ha comunque contribuito a di-fendere il reperto dalle ingiurie corrosive del tempo.Dopo questa dissertazione, passiamo a verifi care e svela-re (se possibile) il soggetto del bassorilievo defi nito, come già detto, la Battaglia navale. L’an-tica testimonianza archeologi-ca presenta un marmo molto eroso e rotto in due pezzi poi ricollegati insieme, ma forse non in una esatta successione dell’immagine. Si suppone che fra i due pezzi ci fosse un altro, seppur breve frammento, an-dato perduto con tutto il resto del sarcofago. In realtà la scena che si osserva ora, pare voglia rappresentare due momenti di vita dell’uomo commerciante e nello stesso tempo agricoltore: quindi vita mercantile e vita ar-tigianale dedita all’agricoltura. Pertanto, a nostro modesto av-viso, è da escludere a priori che la rappresentazione raffi guri una qualsivoglia “battaglia” sia essa terrestre o navale, in quan-to non si notano armi impiega-te dai presunti guerrieri in lot-ta, privi di elmi e scudi, anche se a sinistra (relativamente al primo troncone), vediamo una sola nave romana a vele am-mainate e legate al pennone, ormeggiata a riva. Il consunto frontone, comunque è signi-fi cativo per le notizie che ci fornisce: dall’imbarcazione di-scende un uomo con la schiena curva perché porta sulle spal-le un contenitore, mentre un

altro in eguale atteggiamento sale a bordo. La scena sembra quella di un normale attrac-co di una nave, con il relativo carico e scarico della mer-canzia. Nell’altro frammento, quasi al centro della scena, si nota il momento agreste della vendemmia con la pigiatura dell’uva in un grande tino. Tale lavoro è eff ettuato con i piedi nudi da due persone, nel classi-co moto di pressione alternati-vo delle gambe, immerse negli acini al fi ne di ottenere il mosto e quindi vino, mentre un terzo agricoltore scarica da una cesta che porta sulla schiena la sua raccolta di grappoli nel tino: sintesi ambientale di un com-portamento di vita singola e sociale aderente alla semplicità dei tempi. Sgombrato il campo da presunte “battaglie” viene da domandarsi perché un re-perto così antico sia stato inca-stonato nel Battistero dedicato a San Giovanni Battista. Poiché “niente viene a caso”, è lecito ipotizzare! Azzardiamo così un’altra supposizione, pren-dendo in esame separatamente i due tronconi del bassorilie-vo: nel primo, quello relativo alla “nave”, dobbiamo sapere che un’imbarcazione in gene-re, ha sempre simboleggiato la Chiesa quale traghettatrice delle anime beate in Paradiso, inoltre raffi gura espressamente anche il commercio, caro all’at-tività dell’Arte Maggiore dei Mercatanti di Calimala molto esperta nel traffi co via mare, ed alla quale era affi data l’ammi-nistrazione dell’Opera di San Giovanni. Infatti, sovrastante la porta nord dell’ottagonale costruzione, si nota ancora l’aquila con il torsello; stemma dell’Arte. Nel secondo pezzo, sapendo che la religione cat-tolica ha sempre rappresentato con il vino, il sangue di Cristo, simbolo del frutto della terra trasformato in vino dal lavoro

BRICIOLE DI STORIA, FRA ANEDDOTI, LEGGENDE E MISTERI

IL MISTERODELLA BATTAGLIA NAVALE

il lavoro in italia?un problema preistorico

dell’uomo, presente nell’eucaristia, ben si accosta all’edifi cio sacro che fu anche cattedrale della città fi no al 1128. Pertanto entrambi i fram-menti avrebbero un’intrinseca correlazione con l’austerità religiosa del Battistero e non ultima, la volontà di unire un così antico ritrovamento risalente forse al primo nucleo di Firenze romana, per vantarne la diretta discendenza, come del resto ne dà immagine Dante (Commedia, Inferno C. XV, vv. 76-78):

…in cui riviva la sementa santadi que’ Roman’ che vi rimaser quandofu fatto il nido di malizia tanta.

Cercando ora di fondere la raffi gurazione del bassorilievo in un solo signifi cato, come in origine avrà voluto certamente rappresentare, si può pensare al sepolcro di un ricco “vinattiere”, cioè di un importante produttore e commerciante di una illustre famiglia fi orentina che pro-duceva ed esportava il vino, forse addirittura un personaggio “noto” del momento. Per cui concludendo, se volessimo dare un plausibile e signi-fi cativo nome all’antico bassorilievo, lo si può denominare d’ora in avanti il “Vinattiere” e non più la “Battaglia navale”. L’articolo è uno dei quaranta aneddoti su Piazza del Duomo, tratto dalla nostra pubblicazione “A Occhio e Croce”, edita da Firenze Leonardo Edi-zioni.

LUCIANOE RICCIARDO ARTUSI

�Webartusi.net

20 | Marzo 2014

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Lettere

IL “NUOVO” VIALE DE AMICISE IL PARCHEGGIO DELLE AUTOSalve,volevo solo far presente che i viali De Amicis e Lungo l’Aff rico hanno avuto un nuovo lift ing bello, funziona-le e pulito. Un grazie a tutti coloro che hanno prestato servizio per rendere migliore una delle tante zone di Fi-renze. Dato che noi cittadini non sappiamo apprezzare tutto ciò, anzi ci facciamo in quattro per deturpare, e non siamo capaci di essere responsabili, perché durante manifestazioni sportive, musicali e quant’altro dobbia-mo parcheggiare sulla pista ciclabile appena fatta (anzi ancora da terminare), sulle aiuole, su marciapiedi, stri-sce pedonali, posti riservati a motocicli e passi carrabili? Se viene fatto presente alle autorità competenti rispon-dono che non hanno mezzi a disposizione e che c’è la partita, quindi tutto deve essere tollerato. Ma vi sembra un buon motivo? Grazie per aver letto il mio sfogo.

S.M.M.

LE PISTE DEL QUARTIERE 4E IL COMPORTAMENTODI AUTO E BICI

Gentile redazione,ho letto con molta attenzione la lettera pubblicata su “Il Reporter” di questo gennaio dal sig. A. Ilari, che ver-te sulla problematica della pista ciclabile del Q4 il cui contenuto condivido parzialmente per la ragione che espongo per ciò che segue: anch’io sono un ciclista e ri-siedo in zona, uso quotidianamente le piste in questione. Però, c’è un però da chiarire sulla ciclabile. Le suddette non sono agevoli e omogenee nel suo insieme perché esse per lunghi tratti sono alternate con i marciapiedi, nelle ore serali ci si trova in diffi coltà per la scarsa luce ad identifi carle. Poi, automobilisti maleducati con poco rispetto per il sociale, sostano senza riguardi e sicuri di rimanere impuniti da qualsiasi penalizzazione, non si è visto mai un foglio rosa sul loro parabrezza, vale pure questo per i veicoli a due ruote in sosta, senza contare i passanti che l’alternano con il marciapiede. Per tanto il povero ciclista è impedito di conseguenza di usufruire totalmente del percorso su di esse, costretto suo mal-grado a servirsi molto spesso della strada a suo rischio e pericolo e in caso d’incidente con un veicolo a moto-re rischia oltre la multa anche eventuali danni contro terzi. Quindi, se il ciclista è costretto per questo stato di cose a fare manovre errate, per forza di cose non è totalmente colpa sua. Le piste come sono tutt’ora non sono concepite ad opera d’arte, non sono per niente in armonia con le vie Massa e Modigliani che sono arterie lineari ed eleganti nel suo insieme architettonico, quan-do sono state ideate dette piste non è stato tenuto conto di questo. Antiestetiche, con quei ferracci come diviso-rio e pericolosi come i cordoli che però quest’ultimi, in compenso, non sono antiestetici, spesso qualche veicolo “piomba” su quei “ferracci” che sono scarsamente dotati di segnaletica. Non importa, secondo me, trasferirsi ad Amsterdam o nella più vicina Ferrara come scrive il sig. Ilari, per confrontarsi con le loro ciclabili, basterebbe lavorare con criterio. Si fa per dire: organizzare da chi

di dovere corsi serali impartendo ai patentati lezioni di educazione civica, pena il ritiro della patente, certamen-te in questa realtà è pura utopia. Grazie per l’attenzione e porgo cordiali saluti.

Severino B.

VIA PACINOTTI,“CINQUE SEMAFORIPER TORNARE A CASA”

Abito in un piccolo condominio, siamo in quattro, in via Pacinotti a cinquanta metri dal cinema Fiamma ed abbiamo un cortile interno dove parcheggiare, a turni di due, le nostre macchine. Orbene, venendo da via Man-nelli, ed arrivati a Ponte al Pino, per entrare in casa con la macchina, dobbiamo girare a destra verso via Cam-po d’Arrigo, al semaforo dopo 100 m. (primo) girare a sinistra ed al semaforo di Viale dei Mille per altri 100 m. (secondo) attraversare il viale, percorrere un tratto di Via Marconi (200 m.), girare a sinistra verso Viale Volta, percorrerlo per 200 metri, fermarsi al semaforo di Via Pacinotti angolo con Viale Volta (terzo) andare avanti un pochino (100 m.), girare a sinistra per 50 m. e fermarsi al semaforo dell’Ataf (quarto) entrare in Viale dei Mille e fermarsi al semaforo di via Pacinotti dopo 100 m. all’edicola (quinto) e fi nalmente girare a destra in Via Pacinotti, fare 100 metri verso Ponte al Pino ed entrare in casa. Totale cinque semafori per percorrere circa 850 metri nel traffi co. No comment. Basterebbe che a noi quattro residenti dessero l’autorizzazione di andare a dritto da Ponte al Pino in Via Pacinotti sulla corsia dei bus (percorsa regolarmente da invalidi veri, fi nti e quant’altro), fare 100 metri ed entrare in casa. Ri-sparmio di traffi co, benzina e tempo. Spero nella com-prensione della Viabilità del Comune. Saluti,

Mauro

VIA POLIZIANOE LA SOSTA DEI CAMPERMa vi sembra normale che un camper stazioni da più di un anno in via Poliziano senza essere mai mosso né spostato nemmeno per la mensile pulizia delle strade? Il degrado di una strada tanto utilizzata e traffi cata, dove giornalmente i motorini sfrecciano sulla pista ciclabile per evitare la coda al semaforo, rischiando di investire chi la percorre in bicicletta o si accinge ad attraversare la strada, e dove i parcheggi auto, già scarsi vista la co-struzione della pista ciclabile su un intero lato della stra-da, vengono occupati per anni interi, come nel caso del camper. Ma i camper non dovrebbero essere riposti in appositi parcheggi? Ma lo sporco che si raccoglie sotto e che non può essere tolto nemmeno quella volta il mese della pulizia stradale non contribuisce ad aumentare il degrado di quella che era una bella strada della nostra bella città? Ma i vigili urbani sono scomparsi, gli addetti alla pulizia stradale si limitano a girargli intorno e tutto resta inesorabilmente come è dando ragione, in questo modo, a chi non rispetta le regole e si comporta in modo non rispettoso nei confronti degli altri cittadini. Grazie per l’attenzione,

una abitante di via Poliziano

“IL MIO APPELLOAI CICLISTI: FATEVI VEDERE QUANDOÈ BUIO”Dopo aver rischiato ieri, per l’ennesima volta, di in-vestire un ciclista senza luci, mi decido a fare questo appello. Mi spiego: tempo fa leggevo un bell’articolo sulle biciclette che illustrava il progetto “For Cyclist”. Ecco, io apprezzo moltissimo questi incoraggiamenti che arrivano da più parti per l’incremento dell’uso del-la bicicletta, pur non potendo io più usarla. Odio l’auto e il suo inquinamento, ma tant’è, ormai ci sono, le dob-biamo/vogliamo usare e soprattutto... dobbiamo con-vivere, automobilisti e ciclisti. Detto questo vengo alla mia richiesta, anzi, implorazione. Chiedo vivamente ai nostri ciclisti di fornire le loro bici di luci, anteriori e posteriori, queste ultime specialmente! Troppo spesso noi automobilisti ci troviamo davanti, all’improvviso, soprattutto ovviamente la sera, le biciclette, comple-tamente invisibili, ed è proprio fortuna, loro e nostra, se riusciamo a scansarle. Auspicherei anche che chi di dovere facesse rispettare questo che ritengo debba essere un obbligo, se non da codice della strada (ma credo lo sia), perlomeno di civiltà per la sicurezza di tutti. Tutti abbiamo comportamenti da correggere, ma questo è rimesso alla coscienza individuale. Ai cicli-sti chiedo un impegno maggiore: le luci! Fatevi vedere quando è buio!

Lettera fi rmata

IL REPORTER RISPONDECaro lettore,la sua lettera (ma anche quella del signor Severino che pubblichiamo in questa stessa pagina) ci dà lo spun-to per tornare a parlare del comportamento di ciclisti e automobilisti, tema evidentemente fra i più cari al nostro pubblico. Spesso, troppo spesso, gli uni tendono ad attaccare gli altri “a priori” per la condotta tenuta alla guida e viceversa. E questa è la prima “usanza” da sradicare: perché le strade siano sicure per tutti è infatti necessario che tutti, in qualsiasi modo si sposti-no, adottino ogni misura possibile per minimizzare i rischi per se stessi e per gli altri. Collaborazione e non contrapposizione, insomma. Non dimenticando mai il mezzo su cui si sta viaggiando e la sua potenziale peri-colosità, perché è chiaro che i danni che si possono pro-vocare a bordo di un’automobile sono diversi rispetto a quelli che si possono fare in bicicletta. Detto questo, il suo appello (o, per usare le sue parole, implorazione) ai ciclisti di farsi vedere di notte dotando le biciclette delle necessarie luci è assolutamente condivisibile, ed è fondamentale che tutti coloro che si spostano sulle due ruote si mettano in condizione di vedere ed essere visti, sempre, cosa che troppo spesso, purtroppo, ancora oggi non avviene. Accorgimenti minimi di sicurezza (in pri-mis per se stessi) forse sottovalutati, ma su cui invece ci deve essere la massima attenzione. D’altro canto è vero anche che sempre troppo spesso i ciclisti sono obbligati a “condividere” la sede stradale con le auto per la man-canza, in certe parti della città, di piste ciclabili, o per l’impossibilità di utilizzarle a causa di sosta selvaggia o altri comportamenti scorretti. Serve la massima re-sponsabilità da parte di tutti, insomma, perché le stra-de fi orentine possano diventare sempre più sicure. Con qualunque mezzo si scelga di percorrerle.

MATTEO FRANCINI [email protected]

Fate sentire la vostra voce:inviate segnalazioni, problemi o propostea [email protected]

Editorialedalla primaTra le tante questioni su cui l’at-tenzione non dovrà mancare, a Firenze come in sede naziona-le, c’è quella del lavoro. Tema cui questo mese dedichiamo ampio spazio sul nostro gior-nale, e non a caso. Mentre in città nascono o proseguono la loro attività spazi dedicati al “coworking”, ovvero spazi in cui si condividono ambiente di lavoro, idee ed esperienze, pro-vando anche a fare sinergia, i numeri sull’attuale situazione sono contrastanti. Per qualche spiraglio che sembra aprirsi, per i primi, timidi segnali di ripresa che cominciano a intraveder-si, ci sono sempre alcuni dati, preoccupanti, a tenerci con i piedi ben piantati per terra e a ricordarci che i tempi duri non sono fi niti, aff atto. Vietato ab-bassare la guardia, insomma. Ma oltre ai numeri ci sono an-che (e soprattutto) le storie, i racconti, le testimonianze. Ci sono, insomma, le vite delle persone. Questo mese abbiamo voluto raccontare la storia di Giovanna, una fi orentina come tante. Trentenne, un passato da precaria e un presente da disoc-cupata. Le giornate trascorse in cerca di un lavoro, di un qualsi-asi lavoro, inviando curriculum e consultando i siti specializzati, sperando che prima o poi un’op-portunità si presenti anche per lei. Lei che a trent’anni appena compiuti si sente già troppo “vecchia” per un mondo, come quello del lavoro, dove il con-cetto di “età giusta” si fa sempre più sottile e sfuggente. Ne sanno qualcosa i tanti giovani che non riescono a trovare una prima occupazione, ne sanno qualco-sa i quarantenni e cinquantenni che l’occupazione l’hanno persa e per cui avere nuove chance diventa sempre più diffi cile. In-somma, sul mondo del lavoro l’attenzione deve restare alta, altissima. A livello locale come a livello nazionale. Per dare una risposta alle tante Giovanne che non chiedono altro che una possibilità.

MATTEO FRANCINI

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un “esercito” di volontarinegli ospedali della cittàL’associazione Avo esiste dal 1980: due corsi di formazione ogni anno

mal di primavera,come metterlo ko

Anziani o bambini, brevi o lungodegenti. A tutti i pa-zienti ricoverati in ospedale fa piacere ricevere una visita,

scambiare due chiacchiere, ricevere un augurio di pronta guarigione. Nasce per questo motivo Avo, associazione volon-tari ospedalieri, che a Firenze opera dal 1980. Oltre trent’anni passati nei diversi ospedali della città, seguendo una de-ontologia ben precisa, camice bianco e

sorriso sempre pronto. Essere volontari Avo non è uno scherzo, come spiegano dall’associazione, e richiede l’osservanza di regole importanti, come l’impegno una volta a settimana in reparto e una certa partecipazione alla vita associati-va. Vita che ha alcune scadenze impor-tanti: i nuovi volontari, infatti, entrano due volte l’anno, quando a marzo e a ottobre si tengono i corsi di formazione. Il prossimo, il 64esimo, è in programma

questo mese. Sono corsi tenuti da alcuni professionisti della salute, come medi-ci e psicologi, che introducono i nuovi arrivati al “ruolo” del volontario Avo, e da rappresentanti dell’associazione. Le tematiche spaziano dal problema delle infezioni alla motivazione e all’ascolto, dalla struttura organizzativa dell’ospe-dale nell’area fi orentina al rapporto em-patico che il volontario stabilisce con degenti e operatori. Come si legge anche nello statuto dell’associazione, infatti, “i volontari non possono e non devono sostituire nessuno, ma i medici, gli in-fermieri, i malati, gli ospiti e il personale delle Rsa sanno di potervi fare sempre affi damento”. Segue un periodo di tiro-cinio di un anno, che si esegue affi ancan-do un volontario esperto, al termine del quale, dopo la cerimonia di consegna del “distintivo”, si può andare in ospeda-le da soli. Così, un “esercito” importante di donne e uomini dalla maggiore età ai settanta anni ogni giorno va in ospeda-le, senza essere malato, indossa il camice e inizia il giro dei reparti piuttosto che, nelle strutture più complesse, dedicarsi al servizio di accoglienza e informazio-ni. Careggi, Cto, Palagi, Meyer, Ponte a Niccheri, Santa Maria Nuova e Torre-galli sono gli ospedali dove i volontari operano, cui si aggiungono otto Rsa, fra cui Montedomini. E per chi invece non se la sente di fare servizio in ospedale, è comunque possibile contribuire all’atti-vità dei volontari ospedalieri sostenen-do l’associazione attraverso il 5 per mille della dichiarazione dei redditi o con le bomboniere Avo.

Complice un inverno dalle temperature miti, quest’anno la primavera potrebbe arrivare quasi inosservata, in punta dei piedi, ma porterà con sé il dono che da

sempre la caratterizza: giornate più lunghe e luminose. Fino a pochi secoli fa l’uo-mo era totalmente dipendente dal ritmo della natura e delle stagioni: oggi, grazie all’illuminazione artifi ciale, i nostri ritmi rimangono piuttosto costanti nell’arco dell’anno e non percepiamo, apparentemente, questa vera e propria rivoluzione che ogni anno si ripete. Ma il nostro organismo sì. Il nostro fi sico e il nostro equili-brio non sono ingannati dalla luce artifi ciale e la stagione in arrivo, seppur a fi n di bene, li mette a dura prova. “Questo passaggio ci impegna dal punto di vista fi sico e psicologico – spiega Niccolò Berzi, medico fi orentino – i sintomi più comuni di quello che ormai è comunemente chiamato ‘mal di primavera’ sono svogliatezza, stanchezza, diffi coltà di concentrazione, irritabilità, fi no ad arrivare a cefalea, in-sonnia, alterazioni del tono dell’umore. Sintomi banali, che non necessiterebbe-ro di interventi medici o farmacologici, a parte casi particolari come quelli degli asmatici e degli allergici, che spesso è opportuno seguano una terapia costante in questi periodi”. Rispetto al passato, la capacità di adattamento alla nuova stagione è resa più lenta e diffi cile da stili di vita errati, stress continuo e ritmi eccessiva-mente forzati: sono questi i punti sui quali possiamo agire per arrivare preparati alla primavera prima e all’estate poi. Ma come? “I consigli sono pochi e sarebbero buoni anche per il resto dell’anno: alimentazione leggera e bilanciata, con consu-mo di frutta e verdura, riduzione dei grassi e dei cibi eccessivamente elaborati e diffi coltosi per la digestione, aumentare l’apporto di liquidi, bevendo alcuni bic-chieri d’acqua anche fuori dai pasti, che devono essere ben equilibrati nella giorna-ta (colazione, pranzo, merenda e cena), ricordando che il ‘pasto unico’ è un errore. E ancora, garantire un adeguato riposo dell’organismo, evitare eccessivi impegni lavorativi e personali, cercando di ritagliare del tempo per se stessi (cosa sempre più diffi coltosa), e soprattutto praticare attività fi sica in modo costante o, dopo la pausa invernale, ricominciare progressivamente”, conclude Berzi.

M.B.

Matilde Bernini

La realtà Stili di vita

L’ospedale pediatrico Meyer è una delle strutture cittadine in cui operano i volontari dell’Avo

�Webavofirenze.itTel. 055.2344567

#Salute

Il dentista mi ha proposto di ritoccarmi le labbra facendo un po’ di riempimento con acido ialuronico. Mi posso fidare ò è me-glio che mi rivolga a qualche professionista presso un centro specializzato. Angela

Dott. CRISTINA ROMOLI Medico Chirurgo OdontoiatraViale B. Segni, 6 - 50132 Firenze Tel. 055 [email protected]

Cara signora, è già la terza lettera che ricevo a pro-

posito di questo argomento.

Quindi ne approfitto per rispondere anche a Fran-

cesca e a Gianna.

E’ vero il dentista oggi si preoccupa, giustamente,

del sorriso e non solo dei denti.

Io nel mio studio mi avvalgo della collaborazio-

ne di una bravissima dermatologa che si occupa

non solo di migliorare, per esempio come nel suo

caso con acido ialuronico il sorriso, ma anche di

valutare le necessità estetiche della paziente.

Che vuole…. Ormai l’estetica vuole la sua parte.

RUBRICA : La dentista risponde

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dott. Gianluca MariniMEDICO CHIRURGO

Studio: via Spinello Aretino, 1850134 Firenze

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22 | Marzo 2014

Page 23: Il Reporter Q4 - Marzo 2014

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