Il Reporter Q4 - Dicembre 2013

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Dicembre 2013 www.ilreporter.it il giornale del tuo quartiere volti, “eroi” e storie del 2013 fiorentino Editoriale GUARDARE INDIETRO PER ANDARE AVANTI Matteo Francini D icembre, ultimo mese dell’anno, è tradizional- mente tempo di bilanci. E anche Il Reporter ha voluto rispettare questa sorta di “re- gola”. Così, in questo numero del nostro giornale, sospesi tra la fine del 2013 e l’avvento del 2014, abbiamo voluto fermarci un attimo e dare uno sguardo indietro, un’occhiata a quanto accaduto in città negli ultimi trecentosessantacinque giorni. Uno sguardo un po’ particola- re, a dire la verità. PAGINE 8-9 SEGUE A PAGINA 21 E venti importanti e storie meno conosciute, nomi noti e piccole grandi imprese. Sono stati tanti, e in diverso modo, i prota- gonisti di questo 2013 cittadino. Il Reporter ha fatto un viaggio a ritroso negli ultimi dodici mesi ed è andato a ricercare quegli episodi e quelle persone che, in qualche maniera, hanno segna- to l’anno che sta per concludersi. Senza la pretesa di essere stati esaustivi, ecco allora alcuni di coloro che, a nostro avviso, possono essere considerati i “fiorentini dell’anno”. a cura di Sara Camaiora PAGINA 18 PAGINA 12 la mitica numero10 secondo antognoni L’ex bandiera viola racconta a Il Reporter la storia di una “maglia un po’ più pesantina delle altre”. i “grandi vecchi” di legno e foglie Cinema, addio vecchie pellicole. Ma qualcuno ora rischia di chiudere PAGINA 16 PAGINE 10-11 Il Reporter è distribuito da pieraccioni a tutto campo I l regista, nelle sale con il suo nuovo film “Un fantastico via vai”, si racconta a Il Reporter. Tra passato e presente, tra emozioni e battute, sullo sfondo di una Fi- renze “città più bella del mondo”. L’intervista Periodico d’informazione locale. Anno VII n.42 del 2 Dicembre 2013. N° reg 5579 del 17/05/2007 Tribunale di Firenze. Iscrizione al Roc 23957. Spedizione in a.p. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10. Distribuito da TNT Post Italia S.p.A. Anno VII Ed. 49 Isolotto Legnaia Soffiano Firenze Quartiere 4 nel quartiere, a “caccia” di risparmio Mercati, fontanelli e negozi di seconda mano: ecco come salvare il portafoglio Primo piano PAGINA 2 riflettori accesi sulla sicurezza Si è svolto da poco un incontro con il questore: ecco le richieste e i luoghi “osservati speciali”. PAGINA 3 si accende il natale: il rione lo vive così PAGINA 4 DOTT. GIANLUCA MARINI MEDICO CHIRURGO Studio: via Spinello Aretino, 18 - 50134 Firenze Tel. 055 71.69.52 studio. [email protected] Il Dott. Marini augura Buone Feste a tutti i propri clienti In occasione del 20° anno di attività,sconto del 20% sulle prestazioni di conservativa per i lettori de Il Reporter che si presenteranno con la rivista ORLI RIPARAZIONI VARIE CAMBIO CERNIERA su piumini, gonne... CAMBIO FODERA su cappotti, giacche... TENDE RAMMAGLI RIPARAZIONE CAPI IN PELLE CARTAMODELLI CAPI SU MISURA uomo - donna CIFRE RICAMATE SU CAMICIE Via D. da Buoninsegna 8 - Firenze Tel: 055 5383019 Cell: 338 3950976 www.labottegadelcucitofirenze.it Dal lun. al ven. Mattina 9:00-13:30 Pomeriggio 15:30-19:00 www.fratelliorsero.it

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Edizione di Dicembre 2013 de "Il Reporter" relativa al Quartiere 4 della città di Firenze

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Dicembre2013

www.ilreporter.it il giornale del tuo quartiere

volti, “eroi” e storiedel 2013 fiorentino

� Editoriale

GUARDARE INDIETROPER ANDARE AVANTI

Matteo Francini

Dicembre, ultimo mese dell’anno, è tradizional-

mente tempo di bilanci. E anche Il Reporter ha voluto rispettare questa sorta di “re-gola”. Così, in questo numero del nostro giornale, sospesi tra la fi ne del 2013 e l’avvento del 2014, abbiamo voluto fermarci un attimo e dare uno sguardo indietro, un’occhiata a quanto accaduto in città negli ultimi trecentosessantacinque giorni. Uno sguardo un po’ particola-re, a dire la verità.

☛ paginE 8-9

☛ SEgUE a pagina 21

Eventi importanti e storie meno conosciute, nomi noti e piccole grandi imprese. Sono stati tanti, e in diverso modo, i prota-

gonisti di questo 2013 cittadino. Il Reporter ha fatto un viaggio a ritroso negli ultimi dodici mesi ed è andato a ricercare quegli episodi e quelle persone che, in qualche maniera, hanno segna-to l’anno che sta per concludersi. Senza la pretesa di essere stati esaustivi, ecco allora alcuni di coloro che, a nostro avviso, possono essere considerati i “fi orentini dell’anno”.

a cura di Sara Camaiora

☛ pagina 18

☛ pagina 12

la mitica numero10secondo antognoniL’ex bandiera viola racconta a Il Reporter la storia di una “maglia un po’ più pesantina delle altre”.

i “grandi vecchi”di legno e foglie

Cinema, addio vecchie

pellicole.Ma qualcuno

ora rischia di chiudere

☛ pagina 16 ☛ paginE 10-11

Il Reporter è distribuito da

pieraccionia tutto campo Il regista, nelle sale con il suo

nuovo fi lm “Un fantastico via vai”, si racconta a Il Reporter. Tra passato e presente, tra emozioni e battute, sullo sfondo di una Fi-renze “città più bella del mondo”.

L’intervista

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Anno VIIEd. 49

IsolottoLegnaiaSoffiano

FirenzeQuartiere 4

nel quartiere,a “caccia”di risparmioMercati, fontanellie negozi di seconda mano: ecco comesalvare il portafoglio

Primo piano

☛ pagina 2

riflettori accesisulla sicurezzaSi è svolto da poco un incontro con il questore: ecco le richieste e i luoghi “osservati speciali”.

☛ pagina 3

si accende il natale:il rione lo vive così

☛ pagina 4

DOTT. GIANLUCA MARINIMEDICO CHIRURGO

Studio: via Spinello Aretino, 18 - 50134 Firenze

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In occasione del 20° anno di attività,sconto del 20% sulle prestazioni di conservativa per

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Via D. da Buoninsegna 8 - FirenzeTel: 055 5383019 Cell: 338 3950976www.labottegadelcucitofirenze.itDal lun. al ven. Mattina 9:00-13:30 Pomeriggio 15:30-19:00

www.fratelliorsero.it

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In fila al fontanello: sonotante le persone che ormai li utilizzano regolarmente

Zoom

Quando la cultura è a costo zero

Chiamatela pure biblio-rivoluzione. Sempre più

persone varcano la soglia della BiblioteCanova per partecipa-re alle attività gratuite (labo-ratori per bambini, corsi per adulti), navigare sul web senza spendere un soldo o prendere in prestito uno fra gli 82mila libri e i settemila tra dvd e cd. Dal 2011 al 2013 c’è stato un incremento di prestiti, che nei primi nove mesi di quest’anno hanno raggiunto quota 70mila. Aumentano anche i “topi da biblioteca”: dal 1° gennaio al 30 settembre in via Chiusi si sono registrate quasi 170mila presenze (+6%). Intanto, da al-cune settimane è aperto anche il punto lettura Luciano Gori in viale dei Pini.

G.C.

BARATTO, FONTANELLIE SPESE DI GRUPPO:NEL QUARTIERE SCATTALA CACCIA AL RISPARMIO

La “guida”

Ponte a Greve

C’è chi, armato di pazienza, si met-te in fila davanti ai fontanelli e chi

crea un “team” per comprare dai contadini vicino a casa. Se i soldi diminuiscono, aumenta la fan-tasia: ecco una sorta di guida al quartiere “low cost”.

MERCATICome riempire le buste della spesa senza alleggerire troppo il portafoglio? Oltre ai discount (nel Q4 ne esistono in zona Iso-lotto, piazza Pier Vettori e viale Etruria), ecco che vengono ri-spolverati i mercati rionali. Ogni giorno, dal lunedì al sabato, per tagliare lo scontrino si può fare un giro tra i banchi in piazza dell’Isolotto, alla Federiga e in via Maccari.

A TUTTO GASLa quantità di frutta, verdura, carne e formaggi è maxi, il prez-zo si abbassa ed è possibile con-trollare la qualità di quello che finisce sulla tavola. A Firenze i consumatori consapevoli fanno squadra: esistono gruppi auto-organizzati che si riuniscono, decidono da quali piccoli pro-duttori locali acquistare e stilano una super-lista della spesa. Sono i gruppi di acquisto solidale (“Gas”, in sigla): tra l’Isolotto, la Bibliotecanova, via del Cavallac-

Gianni Carpini

�Web gasfiorentini.itpubliacqua.it

IN FORMA, AL SUPERMERCATOSaranno pure “over”, ma di stare chiusi in casa non ne vogliono

sapere. Indossano tute sportive, calzano scarpe comode e corro-no al supermercato, non (solo) per fare shopping ma per dedicarsi al “nonno-fit”: esercizi semplici per restare in salute, combattere gli acciacchi e affrontare in modo migliore piccole e grandi patologie. Il costo è alla portata di tutte le tasche: due euro a lezione. Sono gli anziani “in gamba” che frequentano i corsi di ginnastica al primo piano del centro commerciale di Ponte a Greve. Queste pratiche, adeguate a tutte le situazioni fisiche, sono racchiuse sotto la sigla “Afa”, attività fisica adattata. Si tratta di un allenamento soft a misu-ra di anziano, studiato per chi ha particolari problemi di salute, ma utile anche per socializzare. Le sedute, condotte dai professionisti di Fisiokinetic (Istituto di medicina dello sport di Firenze), durano un’ora e si svolgono ogni mercoledì e venerdì. La richiesta è altis-sima, tanto che da un singolo corso si è passati a tre lezioni, dalle 9 a mezzogiorno, per un totale di sessanta partecipanti. “Vogliamo interrompere il circolo vizioso della sedentarietà – spiega Silvio Cecchi, fisioterapista dell’Istituto di medicina dello sport – gli eser-cizi sono molto semplici, possono essere proposti a tutti e aiutano a combattere la rigidità delle articolazioni, rinforzare i muscoli, aiu-tare coordinazione ed equilibrio”. Per partecipare basta rivolgersi al medico di base o telefonare al numero verde 800.80.16.16. Dopo la richiesta, viene fissata una visita alla Asl. L’iniziativa è promossa da Società della Salute, Azienda sanitaria, Comune, Q4, sezione soci Coop e Fisiokinetic.

G.C.

#Primo piano

7 gruppi d’acquistosolidale

3 mercati rionali

3 fontanelli

cio e la zona di piazza Gaddi ne esistono sette.

PIÙ ACQUA, MENO PLASTICALa moda del momento è l’acqua “del sindaco”: gratis e buona da bere. I tre fontanelli di Publiac-qua installati a Villa Vogel, da-vanti alla biblioteca di via Chiusi e a Ugnano in piazza della Crezia sono presi d’assalto. I motivi sono presto spiegati: meno spesa per la minerale e rispetto dell’ambiente.

TU COMPRI, IO BARATTO“Do ut des”: frase antica, mantra moderno. All’Isolotto sono ar-rivati i mercatini “Senza mone-ta”: basta registrarsi e portare le cose che non si utilizzano più. Il prossimo è in programma a giu-gno 2014: c’è tutto il tempo per raccogliere la mercanzia, ma le registrazioni sono già aperte ([email protected]). C’è poi il mercatino compro baratto e ven-do, la prima e la terza domenica del mese al circolo Arci Isolotto di via Maccari.

USATODai vestiti ai mobili e ad altro ancora: tra i principali negozi di seconda mano del quartiere ci sono quelli di via dei Vanni e via Fra’ Diamante, che permettono di portare i “tesori” della propria cantina in conto-vendita.

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2 | Dicembre 2013 Quartiere 4Isolotto . Legnaia . Soffiano

Page 3: Il Reporter Q4 - Dicembre 2013

QUESTIONESICUREZZA,LE RICHIESTEDEL RIONEPiazza Pier Vettoritra i punti indicaticome più delicati

Focus

Baracche verdi

“Non ho mai avuto pau-ra a rientrare da sola a casa

anche dopo cena, però quando leggo sui giornali che gli episodi di cronaca aumentano cammino più veloce dall’auto al portone”. È quanto spiega Lucrezia, residen-te nel quartiere, quando le chie-diamo se questa, secondo lei, sia una zona sicura. E una parte di ragione ce l’ha, considerando le notizie di anziani truffati, ragaz-zini derubati del cellulare e via dicendo che, di volta in volta, i cittadini leggono sui giornali. La questione della sicurezza, in-somma, è sempre ben presente nella testa degli abitanti. “So-prattutto quella della violenza percepita”, specifica il presidente del Quartiere 4 Giuseppe D’Eu-genio, dopo l’incontro che si è tenuto con il nuovo questore di Firenze. “La tavola rotonda che c’è stata tra i presidenti di Quar-tiere e il dottor Micillo è servita prima di tutto per conoscersi e poi per parlare della situazione della sicurezza”, spiega. Tavola

Francesca Casagni

Piazza Pier Vettori: è questo uno dei luoghi tenutisotto osservazione. Da poco si è svolto un incontrotra i Quartieri e il questore per parlare di sicurezza

Le “baracche verdi”: recentemente è stato aperto il punto lettura

“QUALE FUTURO PER LA PARTE ancora CHIUSA?”

Sono chiamate “baracche verdi” perché quello era il colore che venne dato loro quando furono realizzate per ospitare la prima

scuola elementare dell’Isolotto. Sono passati quasi cinquanta anni e lo stabile più “celebre” della zona ha cambiato più volte desti-nazione (mai soprannome, però) senza perdere tuttavia la sua ca-ratteristica principale: quella di luogo d’aggregazione. Finalmente una parte della struttura ha ripreso a vivere, il punto lettura ha aperto i battenti e tante persone hanno ricominciato a frequentar-lo assiduamente. Ma c’è una domanda che in molti ora si pongo-no: che futuro avrà la parte dell’edificio ancora chiusa? “In attesa di decidere come utilizzare gli spazi in maniera opportuna per il quartiere – spiega il presidente del Q4 Giuseppe D’Eugenio – abbiamo creato un deposito della sezione cultura. Forse non è la maniera d’uso ideale ma, vista la crisi, è la migliore”. In attesa che qualcosa cambi.

F.C.

rotonda nel corso della quale “abbiamo richiesto un presidio più nutrito delle forze dell’ordine sul territorio – continua D’Euge-nio – i nostri cittadini spesso si lamentano: prima è scomparso il carabiniere di quartiere, e anche i vigili si vedono raramente. Se qualche poliziotto in più girasse per la zona forse la piaga dei furti alle macchinette potrebbe essere allentata”. A qualcuno sembre-rà forse strano, ma uno degli obiettivi preferiti dai ladri sono proprio le gettoniere dei distri-butori di caffè e merendine: re-lativamente facili da scassinare e spesso situati in angoli nascosti, sono preda facile per i rapinatori. Altra ferita che si sta riaprendo dopo diversi anni sembra essere quella della droga: “Non posso dire quali siano le zone maggior-mente colpite, ma stiamo notan-do un riacutizzarsi dello spaccio in molti dei nostri giardini”, ri-vela il presidente del Quartiere. Quanto all’allarme sociale, molti cittadini indicano i giardini del Gasometro, piazza Pier Vettori e l’ex ospedale militare come i

punti più delicati. Ma lo stesso D’Eugenio tiene a concludere specificando che “le statistiche dicono che il quartiere 4 è il più sicuro di Firenze. Però per mol-ti anni si è parlato dell’Isolotto come del Bronx. Forse la soffe-renza di quel periodo ci porta a essere più attenti alle situazioni che si stanno ripresentando, ed essendoci già passati – conclude il presidente del Q4 – dobbiamo non sottovalutare questi campa-nelli d’allarme, prima che si tra-sformino in sirene di polizia”.

ANZIANI (E NON SOLO),OCCHIO ALLE TRUFFE

Il crimine che quest’anno ha preoccupato maggiormente

il quartiere sono state le truffe. Le vittime preferite dai malin-tenzionati sono spesso gli an-ziani. Ma cosa fare per sentirsi sicuri ed evitare di essere rag-girati? La Polizia di Stato offre validi suggerimenti da seguire e chiede ai “nonni” del quartie-re di non fidarsi di sconosciuti o persone sospette e ripete che, in caso di dubbi, è sempre op-portuno chiamare il 113 prima di aprire. Altro suggerimento importante è quello di denun-ciare sempre l’eventuale truffa subita, perché questo potrebbe aiutare altre persone: vergo-gnarsi non serve a niente.

F.C.

L’allarme

#Primo piano

28 ottobre 2013 l’incontro tra i Quartieri e il questore

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Dicembre 2013 | 3 Quartiere 4Isolotto . Legnaia . Soffiano

Page 4: Il Reporter Q4 - Dicembre 2013

#Zoom

IL NATALE nEL QUARTIERE,TRA EVENTI E DIFFICOLTÀPer molti negozi continuano i tempi duri, ma le iniziative non mancano

PIGNONE, UN LIBRORACCONTA IL RIONE

Natale è ormai alle porte, e anche il quartiere si pre-para a viverlo nel migliore dei modi. Se queste festività

fanno rima, nell’immaginario comune, con luci colorate e vetrine addobba-te, le difficoltà non sono però mancate nemmeno quest’anno. Parola dei com-mercianti, che tradizionalmente vedono nel Natale un’occasione per risollevare le vendite ma che devono continuare a fare i conti con la crisi. “Sì, le vetrine sono decorate, ma molti non capiscono

quanto sia stato difficile arrivare fino a Natale”, racconta la proprietaria di un negozio d’abbigliamento in via Canova, riassumendo bene il pensiero di tanti commercianti della zona e non solo. Il proprietario di un negozio di arreda-mento spiega che in autunno gli affari non sono andati bene, ma che per le festività ha dovuto lo stesso fare nuovi acquisti: “Se le persone vedono sempre la stessa merce non entrano nemmeno nel negozio, fare i commercianti nel 2013 è diventato difficilissimo”, con-

clude. Occasioni per provare a vende-re, comunque, ce ne sono state e ce ne saranno ancora parecchie: le porte dei negozi non chiuderanno (nemmeno le domeniche) per tutto il mese e fino a poche ore dall’agognato cenone della vigilia si potranno acquistare gli ultimi pensieri. E le occasioni non mancheran-no nemmeno per vivere il quartiere “ve-stito a festa”: l’ufficio cultura, quest’an-no, ha avuto il sostegno di Esselunga per l’organizzazione degli eventi, e nel programma spiccano alcune interessan-ti iniziative. Dal 19 al 22 dicembre alla Limonaia di Villa Vogel tornerà la Casa di Babbo Natale, che quest’anno avrà un “collegamento speciale” con la Lappo-nia, in attesa della sorpresa che arriverà nella serata della domenica. Sempre che i bambini facciano i bravi, ovviamente. Il barbuto uomo vestito di rosso sarà la “guest star” del programma “Natale in Solidarietà”, con eventi gratuiti duranti i quali verranno raccolti fondi per le as-sociazioni del quartiere. Sabato 21, alla Limonaia di Villa Strozzi, è in cartellone un concerto di musica contemporanea e lirica dal titolo “Rose d’inverno”: le as-sociazioni della “New Staz” si uniscono per aiutare il vivaio di rose interno al carcere di Sollicciano e le canzoni che si potranno ascoltare saranno tutte legate al mondo floreale. Altri due appunta-menti che verranno replicati sono il concerto di Capodanno all’hotel Hilton, con la Fisarmonica Rossini, e l’arrivo della Befana in piazza dell’Isolotto, con i vigili del fuoco. Se la crisi non è ancora passata, insomma, almeno per qualche ora ci sarà altro a cui pensare.

“L’Arno dava da mangiare a molta gente”: così è intitolato uno dei capitoli del libro “Ricordi” in cui Franco Corezzi, classe 1928, ha raccolto i suoi ricordi

del tempo della prima guerra mondiale. Memorie difficili da dimenticare ma an-che aneddoti piacevoli e curiosità che caratterizzavano gli stili di vita dell’epoca. Corezzi ha sempre vissuto nel suo amato rione del Pignone, e qua la vita ruotava intorno all’Arno, sia quella domestica che per l’aspetto lavorativo. Da giovanissimo Franco lavorava in ferrovia nell’officina di Porta al Prato, ma amava trascorrere le sue giornate sulle sponde dell’Arno assieme ai renaioli, che provvedevano a ripu-lire quotidianamente il letto del fiume, scavandone, giorno dopo giorno, il fondo. Ma perché il rione si chiama Pignone? Prende il nome – racconta Corezzi – dagli alberi “infilzati” nei navigli scavati all’epoca, e oggi non più esistenti, per far cir-colare le merci attraverso la linea fluviale che collegava Firenze a Pisa. Poi, con l’arrivo e l’incremento della rotaia, il commercio abbandonò la via fluviale. Lungo l’Arno ci si lavava e si faceva il bucato nelle conche, coprendo i panni con uno spesso stato di cenere con effetto sbiancante. Lungo l’Arno si coltivavano soprat-tutto patate e ortaggi e – ricorda Franco – “bisognava stare attenti quando i frutti erano maturi perché molto spesso venivano rubati”. Il terreno, soprattutto verso la pescaia, era molto fertile, perché l’inondazione lasciava uno strato di sedimen-tazione chiamato “mollaia” che rendeva il terreno ideale per le coltivazioni. In un momento difficile come quello della guerra il fiume rappresentava una fonte di sostentamento. “Durante il conflitto la radio, considerata un bene di lusso, dava costantemente i bollettini di guerra – spiega Franco, che scampò alla deporta-zione – e per dare modo a tutti di sentire gli aggiornamenti, venivano messe sui davanzali delle finestre lungo la via del Pignone”. La vita era talmente incentrata sul quartiere che all’epoca – racconta ancora Corezzi – tra il rione del Pignone e quello di San Frediano non correva buon sangue. Per divertirsi, invece, andava a vedere film con sua moglie. Un’usanza che non è cambiata nemmeno oggi. I cinema, invece, sì.

Francesca Casagni

Sara Rossi

Festività Ieri e oggi

Luci e addobbi in città: il quartiere si prepara a vivere un altro Natale. In programma diverse iniziative, nonostante le difficoltà

Franco Corezzi con il suo libro, nel quale sono raccolti ricordi e aneddoti sulla storia del Pignone

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4 | Dicembre 2013 Quartiere 4Isolotto . Legnaia . Soffiano

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#Il quartiere in pillole

LA PREFERENZIALEche FA DISCUTERESi riaccende il dibattito sulla corsia di via dell’Olivuzzo

Mobilità La precisazione

IL COSTO DEI LAVORIDELLA PASSERELLANel numero di ottobre 2013 de Il Reporter, a pagina 3 nel focus de-

dicato alla passerella dell’Isolotto, è stata erroneamente riportata una cifra minore rispetto a quella reale riguardo ai lavori di manuten-zione straordinaria della struttura. I fondi messi in campo dal Comu-ne ammontano a 900mila euro e non a 90mila, come invece riportato nell’articolo. Ci scusiamo per l’inesattezza con i nostri lettori.

Autobus

Via Torcicoda, addio striscia gialla Se a Legnaia si dibatte sulla sua possibile eliminazione (vedi arti-

colo in questa pagina), all’Isolotto la striscia gialla è stata cancel-lata di punto in bianco, segnando un cambio epocale per la viabilità della zona. Dopo anni sono stati eliminati 700 metri di corsia prefe-renziale in via Torcicoda, da via degli Oleandri a via dei Platani. La strada è così tornata a doppio senso. Di qui continuerà a passare la linea 9, ma l’autobus non può più fare affidamento sul tragitto pro-tetto. La decisione è stata presa dal Comune dopo le segnalazioni di chi abita in via degli Agrifogli e nelle strade limitrofe. Da tempo i residenti avevano rilevato un traffico anomalo nelle strette stradine, usate come scorciatoia da chi voleva saltare la preferenziale. Il Q4 ha chiesto al Comune un monitoraggio costante del traffico nell’area, una migliore segnalazione degli incroci e anche più controlli della polizia municipale per combattere la sosta in doppia fila davanti alle Poste di via Torcicoda. Il timore del Quartiere è che la strada torni a essere un percorso ad alto scorrimento, come succedeva in passato.

G.C.

Per grandi e piccini

EVENTI E INIZIATIVEALLA BIBLIOTECANOVAUn mese tra libri, eventi e appuntamenti. Ecco alcune delle ini-

ziative in programma questo dicembre alla BiblioteCanova Isolotto. Il quarto compleanno della biblioteca sarà festeggiato con “Invito a cena con delitto”, con tre incontri in programma il 5, 12 e 19 dicembre alle 19. Ma sono anche molti altri gli eventi in cartellone: il 10 dicembre (ore 19) “Una grande guerra”, incontri sul centenario del primo conflitto mondiale. Il 17 dicembre alle 21 tutti “Alla scoperta del cielo”, con una serata di osservazione celeste a cura della Società Astronomica Fiorentina. Appuntamento anche con “AgriKulturae: Il mercato contadino in biblioteca”: animazioni, cultura e dibattiti fra produzioni di filiera corta e economia solidale, con vendita di pane, pasta, olio, vino, verdure, conserve, miele, marmellate, formaggi del-la nostra terra e prodotti ecologici per la casa e per il corpo. Il tutto si terrà sabato 14 dicembre, a partire dalle 9 e fino al tardo pomeriggio. Spazio anche alle iniziative per i più piccoli, questo mese incentrate sul Natale: il 7 dicembre (ore 16,30) è in programma “Strenne di Na-tale”. Il 10 dicembre, alle 17, “Inventiamoci, raccontiamoci”, attività sulla scrittura creativa per realizzare insieme un libro di storie inven-tate (3-8 anni). E ancora, l’11 dicembre (ore 17) “Natale di zucchero”, laboratorio di decorazioni natalizie con pasta di zucchero (fascia 5-8 anni), mentre il 14, alle 16,30, sarà la volta di “Sorprese sotto l’albero”, letture e laboratori in italiano e inglese (4-7 anni). Per informazio-ni: tel. 055.710834, mail [email protected], web http://bibliotecanovaisolotto.comune.fi.it.

Il mercatino

UN “GRAN BAZAR”PER LE DONNE AFGHANEAl Circolo Arci Isolotto di via Maccari torna il “Gran Bazar”,

mercato in cui si vende di tutto un po’ per sostenere i progetti di alfabetizzazione e microcredito per le donne afghane. L’appunta-mento è il 14 e 15 dicembre: chiunque può dare il proprio contri-buto, raccogliendo ciò che non serve più (purché in ottime condi-zioni) e portandolo il 13 dicembre. Si possono portare oggetti per la casa, addobbi natalizi, vestiti, libri e molto altro ancora.

Preferenziale sì, prefe-renziale no. Si accende il dibattito sulla corsia riservata agli autobus

di via dell’Olivuzzo: 650 metri di striscia gialla che i residenti vor-rebbero tagliare, almeno nella parte iniziale. La discussione si è riaccesa dopo l’ipotesi avanzata da Palazzo Vecchio di una nuova porta telematica, in aggiunta a quella che già sorveglia il varco di piazza Starnina. “Il Comune ha ignorato del tutto la mozione che ho presentato oltre un anno fa”, dice Roberta Pieraccioni, consigliera di Quartiere del Pdl. Nel documento, datato marzo 2012 e approvato all’unanimità, veniva chiesto all’amministra-zione comunale di prendere in considerazione un cambiamen-to della viabilità: eliminare una parte di corsia preferenziale, da via Coppo di Marcovaldo a

piazza Starnina, per alleggerire il traffico su via di Soffiano. “Dopo l’entrata in funzione della tram-via, quella porzione di corsia preferenziale non è indispensa-bile – osserva la consigliera – lì passa solo un autobus della linea 6”. Da parte sua Renzo Pampalo-ni, presidente della commissione

Gianni Carpini

La passerella dell’Isolotto

Via Torcicoda

La BiblioteCanova

Servizi al territorio del Q4, assi-cura che “il Quartiere si è fatto nuovamente carico della richie-sta”. Sull’argomento è stato ascol-tato dalla commissione il diri-gente del settore mobilità: “Ci ha assicurato che l’amministrazione valuterà questa ipotesi”, afferma Pampaloni.

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6 | Dicembre 2013 Quartiere 4Isolotto . Legnaia . Soffiano

Page 7: Il Reporter Q4 - Dicembre 2013

#Il luogo

e ora L’ARGINGROSSO “RADDOPPIA”Il percorso del golf club passerà da 9 a 18 buche. Ma non solo: prosegue il recupero della zona

Rimettere a nuovo un vecchio casolare di-smesso e raddoppiare il numero di buche a

disposizione degli utenti, por-tandole da 9 a 18: sono questi gli obiettivi che, grazie al sostegno del Comune, verranno realizzati entro la fine del 2015 al golf club Parco di Firenze all’Argingrosso. Il progetto rientra nel più vasto piano di riqualificazione dell’area – fino a qualche decennio fa vera e propria discarica a cielo aper-to – avviato negli anni Novanta nel rispetto della sua vocazione di oasi naturalistica. E tutto que-sto sta portando l’Argingrosso a diventare, gradualmente, uno dei più grandi polmoni verdi della città, insieme alle dirim-pettaie Cascine. Quello del golf club è un investimento che mira a sostenere un’attività non solo compatibile con l’ambiente cir-costante, ma che a quest’ultimo aggiunge qualità (per via della manutenzione ordinaria di cui necessitano i campi da golf) e che

funge da presidio sotto il profilo sociale. Negli ultimi anni, infatti, sebbene a Firenze gli episodi di microcriminalità non siano pur-troppo mancati, in questa zona si sono ridotti fenomeni quali spaccio e prostituzione. Una soluzione ecologica e salutare, dunque, per arginare il degra-do e, allo stesso tempo, offrire ai fiorentini una possibilità più unica che rara: fare sport, muo-

Irene Roberti Vittory

Riqualificazioni

Il golf club Parco di Firenze all’Argingrosso: tra le novità in arrivo il raddoppio del numero delle buche e il restauro del casolare

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QUEL SOGNO DIVENTATOREALTÀ. E PUNTODI RIFERIMENTOPER GLI APPASSIONATI

Vent’anni fa era un immo-biliarista con la passione

per il golf. Per esercitarsi con mazza e pallina, doveva spin-gersi ogni volta fuori Firenze. E ogni volta sognava campi non lontani da casa, che gli consentissero di non perdere tempo in viaggi più o meno lunghi. Così Giuliano Bagnoli (nella foto), oggi presidente del golf club Parco di Firenze, ha provato a trasformare il suo sogno in realtà. E c’è riuscito: presente da tredici anni, il club è diventato un punto di riferi-mento per gli appassionati di questo sport.

I.R.V.

La storia

vendosi tra laghetti artificiali e prati curatissimi, dentro la città, a una manciata di chilometri dal centro storico. Una realtà acces-sibile – contrariamente a quanto spesso i luoghi comuni lascino immaginare – alle tasche di tutti e a tutte le fasce d’età: dei quasi seicento iscritti al club, più di un decimo fa parte del cosiddetto “club giovani”, riservato a bam-bini e adolescenti. Oltre al pro-

getto del golf club, e anche grazie agli introiti che questa operazio-ne porta e porterà, si pensa poi all’ampliamento delle superfici verdi accessibili al pubblico ver-so il viadotto dell’Indiano e alla costruzione di un ponte pedo-nale per collegare Argingrosso e Cascine, per rafforzare il rap-porto tra le due aree e facilitare gli spostamenti tra una sponda e l’altra dell’Arno. A proposito

del fiume, va ricordato il collet-tore fognario che, a partire dal 2015, convoglierà le acque reflue del sud-ovest fiorentino (fino a Scandicci) nel depuratore di San Colombano, restituendo a resi-denti e turisti un Arno più pulito e passeggiate più gradevoli. Non mancano, insomma, le novità all’orizzonte. Con l’obiettivo, per la zona, di andare definitivamen-te in buca contro il degrado.

Prosegue l’impegno contro il gioco d’azzardoIl 31 ottobre il Consiglio di Quartiere ha � rmato un protocollo di intesa con la Asl Firenze e con l’Associa-zione Amici di Essere per sviluppare ulteriormente le azioni di contrasto alla proliferazione del gioco d’az-zardo, una vera e propria piaga sociale che incrude-lisce ancora di più, specie nelle fasce più deboli della popolazione, le conseguenze già devastanti della per-sistente e ormai strutturale crisi economica. Questa scelta politica forte per combattere la co-siddetta ‘ludopatia’ ha già portato alla creazione di uno sportello di consulenza attivo da alcuni mesi presso il Q.4 (per appuntamento telefonare al n. 055.2767150 lunedì, mercoledì e venerdì, ore 9-13, martedì e giovedì, ore 9-17).Alcuni dati che fanno capire la rilevanza del fenomeno nel nostro paese:90 miliardi di fatturato nel 2012 (terzo settore nazio-nale per giro d’a� ari e incidenza del 15% sul totale europeo);ogni giocatore sottrae in media all’economia reale cir-ca 1.800 euro all’anno;costo sociale tra i 5 e i 6 miliardi di euro;800 mila le persone riconosciute dipendenti dal gioco d’azzardo;decine di inchieste giudiziarie hanno ormai stabilito con certezza che la crescita dell’o� erta legale delle scommesse non ha fatto che aumentare il peso della criminalità grazie ai meccanismi dell’usura e del rici-claggio.

‘Sonoria’ come trampolino di lancio,esce il primo disco dei KelevraIl lavoro di formazione dello ‘Spazio Giovani e Musica Sonoria’ comincia a dare i suoi frutti anche sul piano

artistico e professionale con l’uscita del primo lavoro dei Kelevra, una band cresciuta nei locali di via Chiusi e che ha adesso ha decisamente spiccato il volo. Il 29 ottobre il loro disco “Beati voi che non capite niente”, prodotto da Guglielmo Gagliano (produttore, tra gli al-tri, di Daniele Silvestri e dei Negrita), è stato presentato al Sonoria con un concerto di lancio e di festa. Il disco, disponibile anche su Itunes, è uscito per la Vrec record’s ed è in vendita in tutti i negozi specializzati..

INFO: Spazio Giovani e Musica Sonoria,via Chiusi 4/3, 055.715405 [email protected]://www.sonoriaq4.blogspot.it/ https://www.facebook.com/sonoriaq4/events

All’Odeon un video con protagonista Mila Spini Lo scorso 30 ottobre al cinema Odeon, nell’ambito della Rassegna internazionale ‘Volver-Festival interna-zionale di cinema e donne’, è stato proiettato il video ‘La lezione di latino’, con protagonista una grande � orentina recentemente scomparsa: Milena Becattini Spini. ‘Mila’, eminente � gura di donna impegnata nel movi-mento femminista e nelle battaglie per la laicità e i di-ritti civili, ha contribuito a creare e animare importanti centri culturali come ‘La Libreria delle Donne’ e ‘Il Giar-dino dei Ciliegi’ e ha collaborato attivamente a giornali e riviste, partecipando anche alla attività di comunica-zione del Consiglio di Quartiere 4, nelle forme gra� an-ti e provocatorie che sempre l’hanno contraddistinta. Il video fa parte del progetto ‘La storia raccontata attra-verso le storie’, che si propone di ricostruire frammenti signi� cativi della storia del nostro paese attraverso le testimonianze di persone ospiti delle case di riposo.

1- 8 dicembre, Limonaia di Villa Strozzi, via Pisana 77, ore10,30-12/15-18 Mostra di Fotogra� a Tra viaggio e natura

1- 8 dicembre, Chiostro di Villa Vogel, via delle Torri 23, ore 10-12/14-19 Mostra di pittura di Emanuele Capozza Imperfe-zione è bellezza

10-15 dicembre, Limonaia di Villa Vogel, Via delle Torri 23, ore 10-13, 14-19 Il vaso di Pandora, mostra di piccolo artigianato � orentino;

19-22 dicembre, Limonaia di Villa Vogel, via delle Torri 23, ore 16-19 La Casa di Babbo Natale, teatrino, laboratori, racconti e letture

20 dicembre, ore 21, Limonaia di Villa Strozzi, via Pisana 77 Landini Strings in Concerto 20 dicembre, ore. 16, Limonaia di Villa Strozzi, via Pisana 77Rose d’inverno, rassegna musicale a cura di Ass.ne Musicale Landini, Athenaeum Musicale Fioren-tino, Cooperativa Sociale Ulisse

INFO: U� cio Cultura Q.4, via delle Torri 23, tel. 055.2767113-2767135-2767148attivitaculturaliq4@comune.� .it

A BiblioteCaNova ‘Invito a cena con delitto’Si festeggia il 4 ° compleanno della biblioteca in

modo originale, con tre incontri sul consolidato rapporto tra crimine e gastronomia nella lettera-tura poliziesca. Un abbinamento che ha sempre apportato ai lettori grandi emozioni e anche molti assist culinari. Nei due appuntamenti prelimina-ri saranno ‘seminati’ degli indizi che nella serata � nale porteranno allo svelamento del colpevole. Percorso a cura dell’Ass.ne Venti Lucenti con la collaborazione dell’Istituto Alberghiero Buonta-lenti e della Sezione Soci Coop Firenze Sud-Ovest.

5, 12 e 19 dicembre, ore 19

BiblioteCaNova Isolotto, via Chiusi 4/3 A, tel. e fax. 055.710834bibliotecanovaisolotto@comune.� .ithttp://bibliotecanovaisolotto.comune.� .it

Violenza sulle donne5 dicembre, ore 21,15, Circolo Culturale Il Bo-schetto, via di So� ano 11 Convegno Violenza � sica e psicologica sulle donne

In ludoteca laboratori nataliziIl 2, 9 e 16 dicembre, ore 17,15, la ludoteca ‘La Carrozza di Hans’ organizza laboratori sul tema na-talizio. Durante le feste di Fine Anno la Ludoteca osserverà il seguente orario: 23, 27, 30 dicembre e 3 gennaio, ore 14-19; 24, 28, 31 dicembre, 2 e 4 gennaio, ore 9-13.

La Carrozza di Hans, via Canova 170/b,tel. 055.7877734 carrozzadihans@comune.� .it

COSA SUCCEDE SOTTO CASA NOSTRA EVENTI DI NATALE A VILLA STROZZI E VILLA VOGELNotizie dal territorio Cultura

Passaggio a Sud-Ovest

A cura del Quartiere 4

Sede del Quartiere 4Villa Vogel, via delle Torri 23tel. 055.2767132-2767150 fax. 055.2767123e-mail: [email protected] .itweb: http://q4.comune.fi .it

Dicembre 2013 | 7 Quartiere 4Isolotto . Legnaia . Soffiano

Page 8: Il Reporter Q4 - Dicembre 2013

#Società

“FIORENTINI DELL’ANNO”,ognuno a modo suoNomi noti e non, piccole e grandi storie: ecco alcune delle persone che hanno lasciato il segno

Eventi importanti e storie meno conosciute, nomi noti e piccole grandi imprese. Sono stati tan-ti, e in diverso modo, i prota-

gonisti del 2013 che sta per fi nire. Ecco alcuni di coloro che, a nostro avviso, possono essere considerati “fi orentini dell’anno”.

FIORINI D’ORO. Jovanotti, Beatrice Monti della Corte von Rezzori, ideatri-ce dell’omonimo premio letterario, don Corso Guicciardini, presidente dell’ope-ra della Madonnina del Grappa, Dyna-mo Camp, associazione che organizza vacanze per bimbi malati, e Carlo Con-ti: sono stati loro a ricevere quest’anno il prestigioso fi orino d’oro a Palazzo Vecchio. Un fi orino è stato anche con-segnato “a sorpresa” dal sindaco Renzi a Franco Zeffi relli, che ha donato alla città il suo archivio, con migliaia di libri, foto, stampe e documenti di cinema e teatro, ora ospitato in piazza Savonarola.

IN CORSIA. Caso raro quello di Desi, il cane che a ottobre ha visitato il padro-

ne in terapia intensiva a Santa Maria Nuova. “L’ospedale appartiene ai ma-lati: se le richieste nascono da desideri forti e sono compatibili con le esigenze sanitarie, perché non esaudirle?”, spiega Armando Sarti, il primario. Un po’ eroi sono stati anche i medici dell’équipe guidata dal dottor Riccardo Rossi, che a gennaio hanno realizzato d’urgenza un parto cesareo in pronto soccorso a Ponte a Niccheri. “La donna era in gravi condizioni e abbiamo dovuto fare una cosa che in letteratura non è mai esisti-ta: è andato tutto bene, ora in corsia c’è una foto del bambino”, racconta Rossi.

LA CITTÀ DI TUTTI. Giardini gestiti dai cittadini e per i cittadini. Sono or-mai diversi gli esempi in città: tra que-sti c’è l’area verde di via Maragliano, di cui si occupa l’associazione giardino di San Jacopino, e una parte del giardi-no Nidiaci, riaperto quest’anno grazie all’impegno dell’associazione Amici dei Nidiaci. Il community garden “Orti dipinti” in borgo Pinti è l’unico caso in Italia di orto didattico urbano, promos-

a cura di Sara Camaiora

Addio 2013

La squadra azzurra fa visita ad Alfredo Martini: è una delle

immagini-simbolo dei Mondiali

La consegna del Fiorino d’oro a Jovanotti, Beatrice Monti della Corte von Rezzori, don Corso Guicciardini, Dynamo Camp e Carlo Conti:

la cerimonia si è svolta in Palazzo Vecchio

so dall’associazione Community con i residenti e il centro sociale Barberi. Tut-ti coloro che dedicano un po’ del pro-prio tempo alla città sono senz’altro da considerare “fi orentini dell’anno”.

…E CHI NON C’È PIÙ. Il 2013 ha visto purtroppo andarsene fi orenti-ni importanti. Di Margherita Hack, scomparsa il 29 giugno, si ricorderan-no l’intelligenza pungente, l’amore per la scienza e l’impegno civile. L’attore Carlo Monni amava passeggiare per le Cascine: per questo a lui, scomparso a maggio, è stata dedicata la fermata della tramvia del parco. Da quest’anno la Fio-rentina dovrà fare a meno di due tifosi storici: Mario Ciuffi , commentatore, e Valter Tanturli, presidente dell’Atf e del Viola Club Vieusseux. Il mondo del calcio si è commosso anche per la scomparsa di Stefano Borgonovo, ex centravanti viola, da tempo malato di Sla. A marzo ha salutato la sua Firenze anche il “prete dei poveri” don Renzo Rossi, che aprì una missione fi orentina in Brasile.

Lavoro

QUELLA SIRENACHE SUONA ANCORATra tante diffi coltà, il mondo del

lavoro ha regalato anche qual-che bell’episodio in questo 2013. Era il 31 luglio 2012 quando suonò quella che si temeva fosse l’ultima sirena della Richard Ginori di Sesto Fiorentino. E invece la bella notizia è arrivata il 22 aprile di quest’anno: la maison fi orentina Gucci acquista all’asta la manifattura, con l’impegno di riassumere 230 degli oltre 300 di-pendenti. Parte degli esuberi è stata riassorbita grazie allo sforzo di sto-riche cooperative fi orentine come Cooplat e Cft . Il 5 giugno la sirena riprende a suonare: nella “nuova era” la Ginori cerca di recuperare la sua normalità, dopo un fi siologico ral-lentamento produttivo dovuto al pe-riodo di chiusura dello stabilimento. Da ricordare anche l’esperienza della Piazza dei libri, organizzata dalle case editrici fi orentine Mandragora e Clichy in piazza della Repubblica con l’impiego dei dipendenti dell’ex libreria Edison. “Siamo stati ben contenti di essere di nuovo in mezzo ai libri, nella piazza dove lavoravamo: abbiamo ritrovato i nostri clienti, seppur in una situazione diversa”, racconta Walter, un libraio.

Produttivamente, fi orentini dell’anno.

Ciclismo

UN EVENTO MONDIALE (E INDIMENTICABILE)“È stato il mondiale più bello da quando esistono i mondiali”. E se lo dice

Alfredo Martini bisogna crederci. Certo è che per Firenze i mondiali di ciclismo sono stati davvero l’evento del 2013. L’ex allenatore della nazionale del-le due ruote, che tanto si è impegnato perché la Toscana ospitasse l’importante kermesse, ne parla con un fi lo di commozione: “La Toscana lo meritava, perché ha tradizioni profonde in questo sport, ha dato i natali a grandi campioni e a outsider importanti – dice – non era facile, ma è andata ben oltre le aspettative. La gente ha collaborato, è stata felice di ospitare un evento diffi cilmente ripetibi-le, con tutti quei campioni su percorsi così belli in una città meravigliosa come Firenze. Sono contento di aver fatto qualcosa per tutto questo”. Prima dell’inizio del mondiale gli azzurri gli hanno fatto visita, guidati al ct Paolo Bettini. “Li ho salutati con tutti gli auspici che si possono fare quando una cosa la si sente dentro e la si è costruita – ricorda Martini – suggerimenti a Bettini non ne dovevo certo dare: ha infatti condotto la squadra in modo magistrale. La caduta di Nibali è stata un grosso handicap per la nazionale, senza di quella sono convinto che avrebbe fatto molto di più”.

Sportivamente, fi orentini dell’anno.

8 | Dicembre 2013

Page 9: Il Reporter Q4 - Dicembre 2013

#Società

Ambiente

Gli “angeli” che vigilano sulla città

Otto chilometri di strade, 17.500 metri quadri di muri in Oltrarno e 186 numeri civici ripuliti gra-zie al lavoro di personale qualifi cato senza occu-pazione e volontari, che hanno impiegato 760 litri di materiali tra vernici, paste coloranti, smalti e solventi e 350 tra pennelli, mestichine e attrezzi vari: gli Angeli del Bello hanno fatto la loro par-te anche in occasione dei mondiali di ciclismo, ripulendo gli angoli di Firenze dai graffi ti grazie al progetto “Graphiti kommando”. Risultati che confermano l’importanza della fondazione, che annovera oltre mille cittadini soci e coinvolge 50 associazioni. “Quando sono nati gli Angeli del Bello non ci aspettavamo un risultato così impor-tante, invece siamo andati ben oltre le aspettative”, spiega il presidente Giorgio Moretti. “Se è abba-stanza comune occuparsi delle persone, lo stesso dicasi per gli animali, non è così frequente che ci si occupi volontariamente delle cose, dei luoghi – aggiunge – e invece c’è stata una grande risposta con risultati tangibili: i fi orentini hanno scoperto il piacere di dare una mano alla propria città”.

Candidamente,fi orentini dell’anno.

Gino Bartali

Un “giusto”sulle due ruoteSe lo ricordano tutti con “quel naso triste come una salita e quegli occhi allegri da italiano in gita”, come recita la canzone a lui dedicata da Paolo Conte. Ma in questa fi ne di 2013 c’è un motivo in più per ricordare Gino Bartali. Proprio quest’an-no, infatti, il grande ciclista è stato dichiarato “Giusto tra le nazioni” dallo Yad Vashem, il me-moriale uffi ciale israeliano delle vittime dell’olo-causto fondato nel 1953. Il ciclista fi orentino usò la sua bicicletta per nascondere e trasferire docu-menti falsi, grazie ai quali salvò la vita ad almeno ottocento ebrei.

Giustamente,fi orentino dell’anno.

Meyer

UNO STUDIO PER PREVENIRE IL DIABETEDebellare il diabete di tipo 1 con la prevenzione. Come? Se ne parla nello studio, tra i primi nel suo genere, pubblicato dalla rivista “Nature Nu-trition and Diabetes”, nel quale ci sono le fi rme di quattro medici fi orentini dell’azienda ospedaliero universitaria Meyer: Giancarlo La Marca, Sabrina Malvagia, Sonia Toni e Barbara Piccini. La ricer-ca ha individuato valori più bassi delle carnitine nei bambini che poi hanno sviluppato il diabete: una scoperta che apre nuove strade nella preven-

zione di questa patologia. “Finora la diagnosi del diabete si elaborava dopo i primi sintomi criti-ci – racconta La Marca – scopo della medicina preventiva è identifi care un difetto prima che si manifesti: alla base di questo studio, infatti, c’è la valutazione precoce di sostanze potenzialmente carenti nei bambini diabetici, ovvero le carnitine. L’obiettivo, quindi, non è una cura ma piuttosto un trattamento per fornire un supplemento di queste sostanze a chi ne ha in quantità limitata, prevenendo così l’insorgenza della malattia”.

Scientifi camente,fi orentini dell’anno.

Il gesto

IL PREMIO DEVOLUTOPER LA RICERCA

L’Edison Pioneer Award, che prende il nome dal fondatore di General Electric, premia ogni anno quei dipendenti dell’azienda che si distinguono per il contributo tecnologico e innovativo del loro lavoro. A essere premiato quest’anno è stato Ste-fano Rossin, dipendente di GE da otto anni, at-tualmente ingegnere responsabile per la revisione della progettazione di impianti alla sede GE Oil & Gas – Nuovo Pignone di Firenze. Che però ha deciso di donare il suo premio alla Fondazione Meyer: “La scelta deriva dalla mia esperienza per-sonale e dalla profonda gratitudine nei confronti del personale medico, paramedico e dei volontari dell’ospedale – racconta – così come GE ha pre-miato la passione e lo spirito di innovazione che ha contraddistinto il mio lavoro, altrettanto io ho voluto premiare chi, con estrema professionalità e ammirabile dedizione, ha seguito mio fi glio du-rante la sua malattia, portandolo con successo a vincerla. Senza l’incredibile supporto di mia mo-glie, dei colleghi dell’uffi cio e dello staff di onco-ematologia non avrei mai potuto dare il massimo in quegli anni per ottenere questo risultato”.

Generosamente,fi orentino dell’anno.

Pepito Rossi

UNA TRIPLETTAper la STORIATre reti per entrare di diritto nella lista dei fi oren-tini dell’anno. Giuseppe “Pepito” Rossi è diventa-to un eroe cittadino, almeno per chi ha il cuore viola, grazie alla storica tripletta messa a segno nella rimonta contro la Juventus del 20 ottobre scorso. Ma il bomber viola non si è distinto solo in campo: ha infatti anche donato la sua maglia autografata alla Fondazione Meyer. Ad aggiudi-carsela è stato un 21enne fi orentino, e il ricavato verrà devoluto al dipartimento di neuroscienze dell’ospedale pediatrico.

Eroicamente,fi orentino dell’anno.

Volontari

IL “RECORDMAN”DI DONAZIONI

Più di 240 donazioni, tra sangue e plasma, in oltre vent’anni da volontario Avis. Per questo Massimo Martinelli, 45 anni, residente a Incisa, era fra i “superdonatori” premiati lo scorso ottobre nel Sa-lone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, in oc-casione della “Giornata del Volontario”. “Ho fatto la mia prima donazione di sangue il 1° aprile del 1992, sono entrato in Avis tramite un amico: da lì in poi ho proseguito, facendo una donazione ogni mese, mese e mezzo – racconta Massimo – visto che la salute c’è, fare del bene agli altri in questo modo è un piacere: donare serve sempre di più e così facendo, tra l’altro, ci si tiene anche sem-pre sotto controllo”. Un “simbolo” per i volontari, tutti sicuramente meritevoli di essere considerati fi orentini dell’anno.

Instancabilmente,fi orentino dell’anno.

Medicina

COME TI “MAPPO”IL CERVELLO

Una vera e propria mappatura del cervello che si pone un duplice obiettivo: trovare cure per le malattie del sistema nervoso ma anche arrivare a costruire computer intelligenti e funzionali, simili appunto a un cervello umano. C’è un po’ di Firenze in questa importante ricerca portata avanti da un team multidisciplinare e internazionale: il gruppo del Lens (Laboratorio Europeo di Spettroscopia Non lineare), guidato dal professor Francesco Saverio Pavone, si è occupato dell’imaging ottico, ovvero di realizzare le immagini tridimensionali del cervello, con una risoluzione circa mille vol-te superiore a quella degli attuali sistemi come tac e radiografi a. “Assieme a un gruppo di venti persone tra fi sici, biologi, chimici, neurobiologi e biotecnologi abbiamo cercato di capire come le strutture e le funzioni del cervello siano correlate tra loro: emerge che la posizione di alcune cellule infl uenza o meno l’insorgere di determinate pato-logie – spiega Pavone – inoltre, mimando il modo in cui il cervello a modo suo fa ‘computazione’, si potrebbe arrivare a elaborare dispositivi elettroni-ci funzionali e a basso consumo”.

Intelligentemente,fi orentini dell’anno.

Friends of Florence

GLI AMICIDELLE OPERE D’ARTEHa fatto tanto per Firenze e quest’anno ha dona-to alla città la statua in bronzo e oro di Roberto Barni “I passi d’oro”, inaugurata per il ventennale della strage dei Georgofi li. Si tratta della fonda-zione “Friends of Florence”, con base negli Usa, che da 15 anni sostiene fi nanziariamente impor-tanti interventi sul patrimonio artistico fi orenti-no. “Al momento stiamo seguendo dodici pro-getti in città: uno riguarda il chiostro dei voti in piazza Santissima Annunziata, che aveva bisogno di un restauro. Nella sala capitolare del museo di piazza San Marco, invece, ci stiamo occupando del restauro di un aff resco del Beato Angelico – spiega la contessa Simonetta Brandolini d’Adda, presidente della Fondazione – a maggio abbiamo fi nanziato la mostra Horne & Friends all’interno del Museo Horne: quello che ha fatto Horne come collezionista per la città rispecchia un po’ lo scopo e lo spirito della nostra associazione”.

Artisticamente,fi orentini dell’anno.

Nascite

DALLA CICOGNAALLO ZONKEYLa cicogna si è fatta attendere fi no all’alba del 1° gennaio 2013, quando è arrivato Guido, il primo nato dell’anno. E se la sua è stata la nascita più veloce, del tutto insolita è stata invece quella di Lapo che, per colpa della pioggia e del traffi co in tilt, è venuto alla luce in macchina. È successo a ottobre: le prime contrazioni a mamma Rossella erano cominciate la mattina, poi la corsa verso l’ospedale: auto bloccata, un po’ di panico, papà Giuseppe accosta in via del Ponte Sospeso ma Lapo praticamente è già nato. L’ambulanza arriva per portare d’urgenza mamma e piccolo in ospe-dale ma lui, con i suoi 3,1 chili di sana fi orenti-nità, è stato subito benissimo. Dagli esseri umani agli animali, il 2013 ha dato il benvenuto anche a Ippo, a modo suo un “fi orentino dell’anno”. È uno zonkey, ovvero un rarissimo incrocio tra un asino e una zebra, nato a luglio in un’oasi privata fi oren-tina di proprietà del vivaista Massimiliano Agliet-ti. Enorme l’interesse che il cucciolo ha suscitato, fi nendo su moltissimi media italiani e stranieri.

Immediatamente,fi orentini dell’anno.

Dicembre 2013 | 9

Page 10: Il Reporter Q4 - Dicembre 2013

#L’inchiesta

C’è chi dice no:la “ribellione”del circolo di San Quirico

“Il digitale è un abbaglio”. Sono i duri e puri della

pellicola: l’abbandono dei 35 millimetri per loro è un’ipote-si remota. Anzi, rilanciano: “Il nostro futuro potrebbe essere soltanto nelle retrospettive. Proponiamo già lavori di ini-zio Novecento, che a diff eren-za di quanto dicono si man-tengono benissimo, altro che digitale”. A parlare è Michele Spina, da tredici anni proie-zionista, maschera e mente del CineCittà cineclub di Fi-renze, storica sala da cento posti che si trova a due passi dall’Isolotto, all’interno del circolo di San Quirico. Sullo schermo fi lm d’essai, rassegne in 16 millimetri e proiezio-ni “con rispetto assoluto dei formati originali”, recita il sito web uffi ciale. E così sarà an-cora. Gli impianti tecnologici all’avanguardia – almeno per ora – non metteranno piede da queste parti. “In Italia il quaranta per cento dei cine-ma non è digitalizzato – dice Spina – come non lo sono le arene estive di Firenze: sono convinto che non ci sarà que-sto passaggio netto al digitale. Il processo è stato accelerato dalle case di distribuzione per motivi commerciali: decide-remo cosa fare quando non ci sarà veramente più alterna-tiva”. Il cineclub, che si trova tra via Pisana e via Baccio da Montelupo, è l’unica realtà fi orentina a essersi “ribellata” alla rivoluzione tecnologica. “Una realtà mono-sala come questa non può permettersi di spendere 70mila euro in un nuovo proiettore: una cifra che non può essere sostenuta con i nostri 5 euro del bigliet-to intero e i 4 del ridotto – conclude Spina – così si favo-riscono solo le grandi realtà. I piccoli cinema si indebiteran-no per comprare i nuovi im-pianti, magari faranno pagare di più l’entrata e nel giro di pochi anni potrebbero essere costretti a chiudere”.

G.C.

La scelta

pellicola addio, la “corsa” dei cinemaDa gennaio i fi lm saranno distribuiti solo in digitale Due le strutture rimaste fuori dalla “rivoluzione”

O il digitale o la mor-te. Addio alle care e vecchie “pizze”, in-tese come bobine di

pellicola, e spazio ai proiettori di nuova generazione. Anche il grande schermo ha il suo “switch off ”, del tutto simile – almeno sul fronte degli allarmi – a quello vissuto dalla tv con il passaggio al digitale terrestre. Con l’arrivo del nuovo anno, i 35 millime-tri fi niranno defi nitivamente in cantina: dal 1° gennaio tutti i fi lm saranno distribuiti soltanto su supporti digitali, trasporta-ti su hard disk o trasmessi via satellite. Tradotto: chi rimarrà ancorato ai vecchi impianti di proiezione a pellicola rischierà di restare con la sala al buio, sen-za più fotogrammi da proporre ai cinefi li. Così, già da qualche mese è partita la corsa alle nuo-ve tecnologie anche da parte dei piccoli cinema fi orentini, con investimenti corposi – in me-dia cinquantamila euro – in un momento economico diffi cile. Per questo motivo la Regione ha promosso a più riprese bandi ad hoc per aiutare il passaggio tecnologico. In città gli ultimi a mettersi “in regola” sono stati Flora, Fiorella e Astra 2. Sul fron-te dei cinema d’essai (e dintorni), Sala Esse, Spazio Uno e Stensen hanno rinnovato di recente la

cabina di proiezione. Esclusi i multiplex, all’interno dei confi ni comunali sono attivi quindici ci-nema, per un totale di ventinove schermi e un milione e mezzo di spettatori l’anno. Di questi, due sono rimasti esclusi dalla rivoluzione digitale: il cinema di Castello e il CineCittà cineclub dell’Isolotto. Entrambi vantano le licenze più antiche di Firen-ze. Il primo ha lanciato un grido d’allarme e una sottoscrizione per mettere insieme le risorse necessarie (vedi pagina a fi anco), il secondo invece va controcor-rente e resta orgogliosamente le-gato alla vecchia pellicola (leggi il box qua accanto). Se i multiplex sono iper-equipaggiati fi n dalla

Gianni Carpini

Grande schermo/1

Si avvicina la “rivoluzione” dei cinema: dal 1° gennaio tutti i film saranno distribuiti soltanto su supporti digitali, trasportati su hard disk o trasmessi via satellite

�Webcinecittacineclub.org

nascita, una piccola realtà trova a fatica i fondi per il salto tec-nologico. La spesa parte da 40-50mila euro, per un proiettore digitale in versione “base”. Poi ci sono gli optional, sempre per chi se li può permettere. Stiamo par-lando dei proiettori smart: quelli più “intelligenti” sono controllati con un tocco – gestiti in remoto tramite tablet direttamente dal-la biglietteria – e ricevono via satellite i fi le in 2D o 3D. Intan-to, però, tra gli appassionati del genere c’è chi storce il naso e chi pone interrogativi sul futuro. E qualcuno fa anche notare che, mentre in Italia si stanno instal-lando proiettori digitali di secon-da generazione, negli Usa esiste già la terza.

L’intervista

“a firenze situazione buona”

Gli ultimi ritardatari stanno correndo ai ripari. I cine-

ma di Firenze non sembrano aff acciarsi male alla nuova epoca digitale: parola di Mar-co Lasagni, segretario dell’Agis Toscana, l’associazione italiana dello spettacolo.Nel comune di Firenze chi si è messo in regola?Quasi tutte le sale hanno cam-biato i proiettori o lo stanno fa-cendo. Le eccezioni sono due. A livello nazionale quella di Firenze è una delle situazioni migliori.E i costi?Non è stato un passaggio in-dolore, soprattutto per le spese che gli esercenti hanno dovuto sostenere in un periodo eco-nomico non semplice. Positive sono state le risorse messe a di-sposizione dalla Regione per le nuove tecnologie.Come escono i cinema fi oren-

tini da questa rivoluzione?Firenze continua ad avere una buona partecipazione di pub-blico, anche se l’ultimo anno – eccezion fatta per il fenome-no Checco Zalone – non sarà ricordato per l’alta affl uenza.E i cinema di quartiere?La grossa crisi del cinema è stata vissuta tra gli anni ‘70 e ‘80 con l’avvento della tv com-merciale, che ha dato un colpo enorme. In tempi più recenti c’è stato lo sviluppo dei multiplex, ma a Firenze si è cercato di li-mitare questo fenomeno.Come?La gran parte delle piccole sale negli ultimi dieci anni ha saputo resistere, cercando di mantenere il modello di cine-ma di prossimità, accanto alle persone. E i risultati sono stati buoni.

1,5 milioni di spettatoria Firenze(dato 2012, + 3%)Fonte: Agis Toscana

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10 | Dicembre 2013

Page 11: Il Reporter Q4 - Dicembre 2013

#L’inchiesta

IL PIÙ VECCHIODI FIRENZE...Tra i cinema attivi, l’Odeon di piazza Strozzi è il più vecchio della città, inaugurato nel 1922 con il nome di “Savoia”. Suo coetaneo è il Gambrinus, dal 2011 Hard Rock Cafè.

...E IL PIÙ ANTICOD’ITALIAIl primo cinema stabile d’I-talia è nato a Firenze: si trat-ta dell’Edison di piazza della Repubblica, stesso nome del-la libreria che ha preso il suo posto, chiudendo (anche lei) a fi ne 2012. Fu inaugurato nel 1901 da Rodolfo Remondini.

SUPERMARKET...A LUCI ROSSEStesso genere, stessa fi ne. Le due sale hard di Firenze sono oggi supermercati. Dopo la chiusura, i cinema Arlecchino (via de’ Bardi) e Italia (largo Alinari) dal 2010 sono passati alla grande distribuzione.

CHI VA E CHI VIENEL’ultimo a sprangare le por-te (con la speranza che la sua sia solo un’interruzione tem-poranea) è stato il Colonna. Ha invece riaperto i battenti a settembre l’Alfi eri di via dell’U-livo, diventato un cine-teatro-caff etteria, mentre il Teatro della Compagnia di via Ca-vour, dopo una lunga ristrut-turazione, nel 2014 ospiterà la Casa toscana del cinema.

Focus

A rischio la sala dei “Giancattivi”Il teatro di Castello lancia un appello agli spettatori perché “adottino” lo spazio: partita una colletta

“Fu una fi ne dell’an-no memorabile, eravamo in tre-cento: recitavano

alcuni attori amatoriali e poi c’e-rano loro, i Giancattivi, il Benve-nuti, la Tina Cenci”. Ride ancora Alessandra al ricordo della mi-rabolante notte di San Silvestro di oltre trent’anni fa. Il prossimo 31 dicembre si annuncia però meno festoso. Allo scoccare del-la mezzanotte sul cinema-teatro di Castello rischia di calare il si-pario. La fi ne di un’epoca per la struttura alla periferia ovest di Firenze. In via Reginaldo Giulia-ni il circolo esiste dal 1870, e il suo cuore è la sala per spettacoli e fi lm d’autore: 140 poltroncine, una licenza cinematografi ca tra le più antiche della città e un pal-coscenico sul quale ha trovato notorietà alla fi ne degli anni ’70 il trio comico fondato da Ales-sandro Benvenuti e Tina Cenci, i Giancattivi. Da qui sono passati in tanti, un certo Francesco Nuti alle prime armi, un tal Mario

Monicelli ormai aff ermato. Ma ora servono soldi, tanti per una piccola realtà, da investire in un nuovo proiettore digitale. “Se chiude il cinema, chiude tutta la baracca – sospira Alessandra Di Maio, alla guida del circolo ricre-ativo – non avevamo altra scelta che promuovere una sottoscri-

Luca Squarcialupi

Grande schermo/2

[email protected]

zione”. Il cine-circolo ha così lanciato un appello ai suoi spet-tatori, in media trecento persone ogni settimana, perché “adotti-no” la sala. Basta donare piccole somme, via bonifi co oppure in sede, ed è possibile anche off rirsi come volontari. In tanti hanno già risposto all’appello, Alessan-dro Benvenuti ha girato un video per promuovere la colletta, su Facebook è partito il tam-tam, ma la cifra da raggiungere entro fi ne dicembre è alta. “Già ora è diffi cile trovare le pellicole. Per i programmi dobbiamo fare i sal-ti mortali – spiega Di Maio – se vogliamo sopravvivere ci serve un nuovo impianto da 60mila euro, adatto sia alla sala interna che all’arena estiva da duecen-to posti”. Venticinquemila euro sono arrivati dalla Regione per il progetto di ammodernamen-to, il circolo potrebbe riuscire a racimolarne circa 15mila, ne mancano altri 20mila. “È una cifra enorme, non vogliamo al-zare il costo dei biglietti, ma la-sciarli fermi a prezzi accessibili”, annuncia. Nella malaugurata ipotesi che l’obiettivo non venis-

140 gli annidel circolo

20mila euro l’obiettivodella colletta

Come contribuire

Circolo ricreativo culturale sportivo Castello

IbanIT 77 O 01030 028660000 0056 1211

MPS Agenzia di Castello

se raggiunto, già da gennaio per vedere un fi lm chi vive da queste parti dovrebbe raggiungere piaz-za Dalmazia, Novoli o Sesto Fio-rentino. Senza contare il rischio della scomparsa di un’off erta improntata sui fi lm di qualità. “Il cinema è una parte importante

della nostra attività. Da decen-ni siamo un luogo di incontro, di scambio culturale e sociale – conclude Di Maio – abbiamo gli spettacoli teatrali, i workshop, i progetti musicali, la biblioteca e ospitiamo le iniziative delle asso-ciazioni”.

Dicembre 2013 | 11

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A Villa La Pietra Samarcanda

TUTTI SUI BANCHI, SI IMPARAAD AMMINISTRARE IL MONDO

LA COOPERATIVA socialeCHE DÀ LAVORO A EX DETENUTIE PORTATORI DI HANDICAP

La repubblicana statunitense, l’avvocato russo, la studentessa israeliana. Sono solo alcuni dei trenta giovani aspiranti amministratori provenienti da dieci Paesi diversi che si sono riuniti sui banchi

della Florence International Autumn School, la scuola di alta formazione politica rivolta anche agli stranieri la cui prima edizione si è svolta dal 18 al 23 novembre scorsi a Villa La Pietra, a Firenze. Ideata dall’associazione Eunomia in collaborazione con la NY University Florence, la scuola ha visto salire in cattedra docenti d’eccezione come il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza e il direttore dell’Huffi ngton Post Italia Lucia Annunziata, oltre a economisti, docenti e giornalisti di fama interna-zionale. “Building democracy” il tema scelto quest’anno dal corso. Che ha l’obiettivo, come spiega Dario Nardella, direttore di Eunomia e ideatore della Autumn School, “di formare una classe dirigente capace e preparata, che sia in grado di leggere e interpretare i bisogni della società reale e di aff rontare le sfi de che la politica sovranazionale ci richiede”.

La dignità della persona e il diritto al lavoro. Il fi lo rosso che unisce le due realtà si chiama Samarcanda. Una cooperativa

sociale di tipo B, attiva nel mondo dei servizi come l’igiene e la ge-stione del verde, da anni impegnata nell’inserimento lavorativo di persone cosiddette svantaggiate. Cinquantuno quelle occupate nel 2012, nonostante la crisi. Tossicodipendenti, ex detenuti, portatori di handicap. Persone che nel lavoro riescono a trovare una stra-da verso la propria autonomia. Un risultato, questo, recentemente messo in luce dalla cooperativa in occasione della presentazione del bilancio sociale 2012. Positivo come l’andamento del fatturato (che ha superato i sei milioni di euro, crescendo del 6%) e dell’oc-cupazione, che con 172 addetti, di cui 113 soci, si mantiene stabile sui livelli dell’anno precedente.

#Focus

quei “monumenti” verdiche hanno fatto la storiaViaggio tra gli alberi della città:tredici “giganti” e 75mila tronchi

Ambiente

La quercia di Mantignano ha visto oltre cento pri-mavere, quella delle Ca-scine è alta quattro volte

il David di Michelangelo (base compresa), per stringere l’intero tronco del cedro di Villa Favard non basta l’abbraccio di un adul-to. Sono i “grattacieli verdi”, ov-vero gli alberi monumentali del-la città: tredici in tutto, secondo il censimento di Palazzo Vecchio. Da gennaio una legge obbliga i Comuni a monitorare le piante che hanno fatto storia. La Tosca-na c’era arrivata già da un pezzo, con un provvedimento datato 1998, anche se – a dirla tutta – il governo nazionale ha previsto in più una multa salatissima, fi no a centomila euro, per chi danneg-gia i giganti fatti di foglie e legno. In eff etti queste alte chiome sono veri e propri monumenti della natura. Poi ci sono i “nipotini”: oltre 75mila esemplari di cui si prendono cura i tecnici del Co-mune e le ditte in appalto. La maggior parte di questo esercito green ha i suoi annetti sulle spal-le. L’età media si aggira intorno ai novanta anni, con punte oltre i cento lungo i viali di circonvalla-zione e in viale dei Colli. Va da sé che la loro salute va monitorata costantemente. Le intemperie, sempre più violente, possono far precipitare a terra pesanti rami o sradicare possenti tronchi come se fossero esili fuscelli. “Dall’ini-zio dell’autunno sono in corso le

Gianni CarpiniSono 75mila gli alberi fiorentini, tredici dei quali considerati “storici”. E ora sono in arrivo più di quattrocento nuove piante, soprattutto lungo i viali

� Web

verdeonweb.comune.fi.itfloricoltura.arsia.toscana.it

msn.unifi.it

potature per mettere in sicurezza gli alberi. Ad esempio abbiamo lavorato sulla riva sinistra d’Arno nella zona di piazza Poggi – spie-ga l’assessore comunale all’am-biente Caterina Biti – censiamo gli esemplari, uno a uno, anche con sondaggi interni al tronco. Ognuno ha la sua scheda e in base allo stato di salute vengono decisi monitoraggi più frequenti, potature o abbattimenti”. Gli al-beri soff rono di più lungo i viali di circonvallazione e le strade che salgono verso piazzale Mi-chelangelo. “In queste aree il pa-trimonio arboreo è esposto a un maggiore stress dovuto al traffi -co e ai lavori stradali – continua l’assessore – per questo invecchia prima o si ammala facilmente. Il principale problema sono i fun-ghi”. Da qui a primavera saran-no piantati più di quattrocento nuovi alberi, in particolare lungo i viali, al posto dei fusti ormai tagliati. Con qualche accorgi-mento. Da decenni non si scel-gono più i pini da pinoli, circa quattromila a Firenze, comparsi soprattutto negli anni Sessanta: alla lunga danneggiano l’asfalto e hanno problemi di stabilità. Via libera invece a lecci, olmi e pla-tani. Facendo due conti la specie più diff usa in riva all’Arno è il ti-glio, oltre 8.600 esemplari, segui-ta da cipresso e bagolaro. Uno tra i più antichi è invece il gigante-sco tasso dell’orto botanico in via Micheli: ha ben 233 anni.

una pianta per i bimbiche vengono alLA LUCE:in via del mezzettail giardino dei neonati

Fiocco celeste o fi occo rosa, il parco delle baby-piante

si trova in via del Mezzetta. È questo il giardino scelto come luogo ideale per far crescere gli alberi in onore dei nuo-vi nati in città. Una legge del 1992 invita i Comuni italiani a piantare un esemplare per ogni bambino nato sul pro-prio territorio: a Firenze ven-gono alla luce troppi piccini (quasi cinquemila nei primi nove mesi del 2013) e gli spa-zi, come i soldi, non bastano. Palazzo Vecchio ha quindi deciso di piantare simboli-camente un albero ogni 365 giorni, dedicandolo a tutti i bambini venuti al mondo nel corso dell’anno.

G.C.

Curiosità

L’olmo di piazza Vittorio Veneto: è questo uno degli alberi monumentali presenti a Firenze

L’onorevoleDario Nardella

La “mappa”

dove sono i colossi fiorentini

A Firenze gli alberi monumentali classifi cati dalla Regione come di alto pregio naturalistico e storico sono tredici. Sette sono

in aree pubbliche, gli altri in parchi recintati (Gamberaia e Villa La Petraia) e all’orto botanico. Ecco i colossi da scoprire lungo le nostre strade.Palma del Cile. Uno degli esemplari più rari. La Jubaea chilen-sis, come si può intuire dal nome, proviene dal Sud America. La sua chioma, alta 15 metri, si può scorgere nel parco della Villa di Rusciano (via Fortini).Quercione delle Cascine. È il più alto, arriva ai 30 metri, mentre il tronco ha una circonferenza di 4,5 metri. Si trova vicino all’ippodromo delle Mulina, lungo il viale dell’Aeronautica. Dall’al-tra parte delle Cascine, in piazza Vittorio Veneto, c’è un olmo piut-tosto longevo per la sua specie, alto 23 metri.Cedri del Libano. La sua “corporatura” non ha eguali in città: il tronco arriva quasi a otto metri di circonferenza. Il super-cedro è ospitato davanti all’ingresso di Villa Fabbricotti (via Vittorio Ema-nuele II) ed è alto 27 metri. Un altro esemplare è nel parco di Villa Favard (via Aretina).Spino di Giuda. Il nome non gli rende giustizia. Si trova all’in-crocio tra viale Righi e via Lungo l’Aff rico, accanto all’edicola. È alto 23 metri e “largo” cinque e mezzo.Quercia di Mantignano. Ha l’età giusta per essere considerata, a pieno titolo, un albero secolare: oltre cento anni. Questa farnia svetta con i suoi venti metri a Mantignano, vicino a un terreno agri-colo.

G.C.

75.600 gli alberia Firenze

Si è tenuta la prima edizionedella Florence International Autumn School

12 | Dicembre 2013

Page 13: Il Reporter Q4 - Dicembre 2013

Dall’Alfieri alla Ztl, l’alfabeto dell’annoFatti e luoghi protagonisti del 2013 riassunti in ventuno lettere

Il punto

Trecentosessantacinque giorni racchiusi in ventuno lettere: nell’alfabetode Il Reporter i fattie i luoghi protagonistidi questo 2013

Alfi eri. Dopo sette anni e un milione di euro per la ristrutturazione, l’Alfi eri di via dell’Ulivo ha riaperto le sue porte. Il vecchio cinema da settembre vive

una nuova primavera, che coniuga grande scher-mo, teatro, musica e magia.

Brunelleschi e Carmine (parcheggi). Da due anni si parla dei parcheggi interrati nelle due piazze, da due anni i comitati si oppongono al progetto. Intanto, Palaz-

zo Vecchio vuol togliere le auto dal Carmine, ed entrambe le piazze cercano una riqualifi cazione.

Cascine. Rimettere a posto il parco è uno degli obiettivi del sindaco Renzi. Per ora è stato inaugurato il nuovo centro visite e riaperta la villa dell’Indiano.

Demoliti inoltre i vecchi Meccanò e Central Park.

Della Valle. Stadio nuovo alla Mercafi r o riqualifi cazione del Franchi: cosa faranno i patron viola? C’è chi vede in pole la prima opzione, magari con

la cittadella commerciale da realizzare con joint venture straniere, e chi spinge per la seconda, con un piano già pronto per la sua copertura. Riuscirà il nuovo anno a sciogliere il dilemma? Una mano forse la darà la nuova legge del governo sugli sta-di, che potrebbe agevolare la costruzione di nuovi impianti.

Elezioni. A primavera nuove elezioni in Comune, con il sindaco uscente Mat-teo Renzi pronto a ricandidarsi. I primi avversari in campo? I suoi stessi compa-

gni di partito. Con il presidente della Provincia Barducci e l’ex assessore Fantoni pronti a sfi darlo con le primarie. E il centrodestra? Lega e Fratelli d’Italia, anche loro, chiedono primarie, ma Forza Italia per ora non sembra starci.

Forte Belvedere. Cinque anni di chiusura, dopo le morti di Luca Raso e Veronica Locatelli, caduti dai bastioni. Poi, in esta-te, la rinascita per il Forte, dopo la messa

in sicurezza. A celebrare la riapertura i “giganti” di Zhang Huan. In mostra con la migliore sceno-grafi a possibile: lo skyline mozzafi ato della città.

Ginori. Poteva essere il solito fi lm. C’è crisi, la fabbrica chiude e i lavoratori vanno a casa. Invece la Ginori adesso è salva. E il merito è di un’altra “G”,

quella di Gucci, che ha rilevato la storica azienda di porcellane salvandola dal fallimento. Due tra-dizioni di qualità che si incontrano per una storia di lavoro a lieto fi ne che dà speranza.

Hotspot. Ovvero le “antennine” per l’accesso al wi-fi . A Firenze ormai ce ne sono 530 in duecento aree diver-se. Consentono a tutti di navigare su

internet per due ore al giorno, gratis e senza pas-sword.

Isolotto. Il nuovo volto della piazza? Lo hanno suggerito i cittadini, con le assemblee pubbli-che organizzate dal Comune per l’esperienza pilota di progettazione partecipata.

Leopolda. A fi ne ottobre la quarta conven-tion dei “rottamatori” alla vecchia stazio-ne: di nuovo tante presenze e grande par-tecipazione. Ma, stavolta, la sfi da di Renzi

sarà portare quel popolo dentro al Pd.

Mondiali di ciclismo. Annunciati come un cataclisma per i temuti di-sagi al traffi co, si sono risolti in una bella festa di sport nella Toscana di

Bartali, Ballerini e Martini. Hanno insegnato che una mobilità diversa è possibile, con tanti fi oren-tini che per una settimana hanno lasciato a casa l’auto preferendole bici o mezzi pubblici. Una le-zione da non dimenticare.

Novoli. Pronto il piano per il completa-mento del recupero dell’area ex Fiat. Tra l’università e il multiplex potran-no nascere altri palazzi con negozi e

uffi ci. Ora c’è da vedere se i privati avranno voglia di sfi dare la crisi e costruire davvero.

Opera. Il nuovo Teatro dell’Opera è quasi pronto (si inaugura a maggio), per il Comunale di corso Italia Palaz-zo Vecchio cerca ancora un compra-

tore. Intanto il commissario del Maggio France-sco Bianchi è alla prova-verità: deve salvare i conti tagliando il personale, senza dimenticare che in gioco c’è il futuro di uno dei gioielli culturali della città.

  Peretola. Dopo anni di polemiche sulla sua inclinazione, ora la nuova pista fa di-scutere per la lunghezza. Troppo pochi per Enac, l’Ente nazionale per l’aviazione

civile, i duemila metri previsti dalla Regione. I fi o-rentini, se non altro, si consolano con un terminal nuovo di zecca.

Q uerce. Occupato abusivamente da oltre 150 famiglie il vecchio colle-gio alle Cure. La proprietà chiede lo sgombero, ma l’emergenza casa (80-90 sfratti al mese) complica il tutto.

Rari Nantes. Ancora quattro anni, poi sarà demolita la sede della storica socie-tà sportiva, troppo a ridosso dell’Arno e quindi a rischio. In quest’arco di tempo

le istituzioni si impegnano a trovarle una nuova sede.

San Lorenzo. Il Comune è stato chiaro: en-tro il 24 gennaio l’area della basilica deve essere liberata dalle bancarelle. Da lì pas-serà il bussino Ataf. Dopo anni di battaglie

è l’ora della verità per mercato e quartiere.

Tramvia e Tav. Ancora al palo i cantieri delle linee 2 e 3 della tramvia (partiran-no il 14 febbraio?). E tutto fermo per il tunnel Tav, dopo la maxi inchiesta della

procura sul passante. La talpa Monnalisa è ancora bella addormentata a Campo d’Arrigo.

Uffi zi (Nuovi). Ancora work in pro-gress. Ma intanto continuano a staf-fetta le inaugurazioni delle nuove sale che vengono completate, in attesa de-

gli otto milioni stanziati dal governo per l’amplia-mento della Galleria.

Vita notturna. Abolita la patente a punti per i locali e ripristinato il “patto per la notte” fi rmato da molti esercizi del centro storico. Ma non tutti i problemi

sono stati risolti: le notti di Firenze sono ancora ‘’calde’’.

Ztl. Dopo l’era delle grandi pedonalizza-zioni (Duomo, Pitti e Tornabuoni), ora tocca alla rivoluzione d’Oltrarno. In primavera chiude Ponte Santa Trinita

e cambiano senso via Romana, via dei Serragli e via Maggio. Poi tocca alla ztl: il Comune dichiara guerra ai “furbetti”, con telecamere e vigili per chi prova a bucare i divieti.

Natalia Binagli

#Focus Dicembre 2013 | 13

Page 14: Il Reporter Q4 - Dicembre 2013

Salvare la “via degli antiquari” e mantenere vivibile il rione, che era e deve rima-nere uno dei più signifi cativi, veri e vivi di Firenze. È questa la “mission” dell’as-

sociazione Via Maggio nelle parole della sua presidente Olivia Turchi, che spiega come “dalla metà dell’Ottocento Firenze è la capitale dell’antiquariato. Non solo, possiamo dire che la passione per il collezionismo risale alla Firenze dei Medici. Per questo abbiamo una responsabilità importante: salvaguardare e valorizzare questo patrimonio, anche attraverso provvedimenti pratici come la pedonalizzazione di via Maggio”. Per Turchi “il mercato dell’antiquariato resiste, magari contaminato con la tendenza ad arredare in modo più moderno, ma il pezzo di antiquariato di valore, con una storia e un ‘pedigree’ speciale, resta un oggetto ambito, come si è visto an-che all’ultima biennale”. Fra i progetti portati avanti dall’associazione nei suoi anni di attività sono da segnalare la nuova illuminazione della strada, la rimozione dei graffi ti, gli interventi per limitare il traffi co, la risistemazione di via de’ Michelozzi e la cura del manto stradale, oltre alle iniziative promozionali e culturali realizzate in occasione dei grandi eventi, come Florens 2010 e 2012, il centenario della nasci-ta di Pietro Annigoni, il Festival d’Europa e la stessa Biennale dell’Antiquariato. Il prossimo appuntamento, in programma dal 5 al 24 dicembre, è la manifestazione “Contemporaneamente 2013 III edizione”, che vedrà venti spazi e gallerie declinare un tema contemporaneo e inaugurarlo giovedì 5 dicembre. Contemporaneamente.

#Ieri e oggi

Quanto a Firenze, purtroppo la città soff re un po’ troppo il paragone con la vecchia grandezza, che penalizza la creatività pre-sente”. È dello stesso avviso Alberto Bo-ralevi, antiquario di terza generazione in via Santo Spirito: “Sogno una Firenze più internazionale come mentalità. Per il resto il nostro mestiere è una professione per chi ha grande passione, ma anche grande competenza. Specialmente nel mio caso: mi occupo esclusivamente di tappeti an-tichi e da me il cliente richiede una grande preparazione. Chi compra oggi non cerca solo un oggetto, ma vuole portarsi a casa una storia, un pezzo di cultura”. Meno ottimista Paolo Paoletti, sempre in via Maggio: “C’è crisi, ma non solo perché le persone hanno meno soldi da spendere. Vedo avvicinarsi la crisi degli antiquari perché non c’è ricambio generazionale, fra di noi ma anche fra i clienti. Siamo in un certo senso passati di moda”.

Firenze città d’arte. Per i suoi musei e i suoi capolavori senza dubbio, ma anche per i suoi antiquari. Al di là dell’immagine da cartolina

è infatti il tessuto delle tante attività legate all’arte il valore aggiunto di Firenze. Fra queste, oltre alle botteghe artigiane dove da sempre si tramanda il saper fare di alta qualità, un ruolo fondamentale è svolto dagli antiquari. Due sono le vie fi orenti-ne a più chiara vocazione antiquaria: via Maggio e via dei Fossi. Al di là e al di qua dell’Arno, a due passi rispettivamente da Palazzo Pitti e piazza Santa Maria Novel-la, si rincorrono storie e volti di chi della passione per il bello ha fatto un mestiere. Proprio in via Maggio, dove nel 2009 si è costituita l’associazione che porta il nome della strada, si è focalizzato il progetto del reportage dei fotografi fi orentini Matteo Trentanove e Giovanni Vichi, fondatori dell’associazione fotografi ca “Diaframma aperto”, e della successiva mostra “L’Anti-quario Fiorentino. Una galleria di ritratti”. Le immagini dei due giovani fotografi hanno rappresentato un’occasione per of-frire un’insolita panoramica della strada e della categoria degli antiquari, per rac-contarne aspetti e sfaccettature attraverso un’inconsueta prospettiva. Fra loro c’è chi si sente antiquario in quanto viaggiatore e scopritore di tesori, come Enrico Frascio-ne di via dei Fossi: “Viaggiare sia all’estero sia in Italia, incontrando persone e propo-nendo direttamente ai collezionisti, è sem-pre stato il mio ‘sport’ preferito ed è quello che continuo a fare. Così ho collezionato esperienze e aneddoti, come l’acquisto di un dipinto che per alcune persone rappre-sentava un’ignobile crosta o addirittura un falso e invece si è rilevato autentico.

TRA I CUSTODIDEI TESORIFIORENTINIVolti, storie e “insoliti” ritratti degli antiquariin un reportage

Gli scatti

Serena Wiedenstritt

Alcuni degli scatti del progetto fotografico “L’antiquario fiorentino - galleria di ritratti” di Matteo Trentanove e Giovanni Vichi, fondatori dell’associazione fotografica “Diaframma aperto”. In alto a destra Enrico Frascione e Paolo Paoletti.Qua a destra Alessandro Gravili, sopra Alberto Boralevi

�Webdiaframmaaperto.com

�Web: viamaggio.blogspot.it

La presidente dell’associazione Via Maggio Olivia Turchi

Via Maggio

“un patrimonio da salvaguardare e valorizzare”

14 | Dicembre 2013

Page 15: Il Reporter Q4 - Dicembre 2013

#Ieri e oggi

NELL’EREMO DEI “MATTI PIÙ MATTI”Dopo il viaggio a San Salvi del mese scorso, Il Reporter fa un salto nel passato di Castel Pulci

Lo conosciamo tutti quanti molto meno, e se la grande maggioranza dei fi orentini sa cos’era San Salvi, per Castel

Pulci le cose stanno in un altro modo. Eppure fu manicomio anche quello: anzi, per l’esattezza, “cronicario”. Quel-lo che sorgeva sulle colline di Scandicci – e precisamente al Viottolone – era, nell’ordine, un luogo isolato di sola andata, un buco nero di non ritorno, un contenitore assoluto per quattro-cento anime dimenticate. Uno “sca-rico dello scarico”, lo defi nisce Cesare Micheli, che ai tempi era un giovane, attivissimo psichiatra e che oggi è una voce preziosa della memoria storica del passato manicomiale toscano: “Qui venivano trasferiti da San Salvi i casi giudicati non recuperabili – raccon-ta – spesso erano di età avanzata, altre volte erano invece giovani con pro-blemi psichiatrici gravi”. Non era una struttura che prevedeva dimissioni, non era la tappa di un percorso verso la de-istituzionalizzazione: era un “non luogo” dove venivano confi nati i “matti più matti” del manicomio di città. Loro erano vestiti solo di tonache, i bagni

dei reparti chiusi a chiave. I rubinetti dell’acqua calda serrati con catene, le sedie e i tavoli inchiodati al pavimen-to: “A lungo è mancata completamente l’idea di ‘insegnare’ a queste persone, di tentare una riabilitazione – ricor-da lo psichiatra – io arrivai lì nel ‘69, e i primi progressi si videro grazie alla legge Mariotti, che cominciò a smem-brare la precedente organizzazione di San Salvi e Castel Pulci”. Nel 1972 furono istituite 19 équipe territoriali in cui lavoravano specialisti diversi: psichiatri, psicologi, infermieri e assi-stenti sociali, che presero in mano una per una le cartelle cliniche dei pazienti e cominciarono a lavorare per scaval-care ciò che era stato fi no a quel mo-mento. Rannicchiato com’è su quelle colline, Castel Pulci è stato a lungo un luogo anche geografi camente penaliz-zato, una macro-nicchia annichilente: “Firenze ebbe a quei tempi un ottimo assessore, Piero Spagna, e fu con lui che si avviò il superamento di quell’i-solamento nell’isolamento – continua Micheli – nel ‘72 cominciò un processo che si sarebbe compiuto, l’anno dopo, il 25 aprile (data scelta non casual-

Giulia Righi

Il “cronicario”

E ora LA VILLA OSPITALA SCUOLA DEI MAGISTRATI

Castel Pulci, nel suo nucleo origi-nario, comincia la sua storia nel

XIII secolo. Da allora se ne sta appol-laiato lassù, in posizione di dominio su tutta la vallata dell’Arno tra Scan-dicci e Lastra a Signa. Oggi, tanti anni dopo la chiusura del manicomio, è un polo formativo e si presenta in una ve-ste completamente nuova: grazie a un accordo sottoscritto tra Ministero del-la Giustizia, Regione Toscana, Provin-cia e Comune di Firenze e Comune di Scandicci, dal 2012 è diventato sede della Scuola Superiore della Magistra-tura. Dopo anni di totale abbandono la struttura è stata sottoposta a un imponente restauro, cominciato nel 2002, e ora ospita i locali dove i ma-gistrati di oggi e di domani studiano per formarsi e si tengono aggiornati una volta cominciato il mestiere. Le pagine della sua storia raccontano di un passato nelle mani della famiglia Riccardi (ricchissimo e infl uente ca-sato fi orentino), a partire dalla fi ne del diciassettesimo secolo e poi fi no al 1854. Fu questo l’anno in cui si estinse la dinastia e Castel Pulci fu alienata, diventando proprietà del demanio pubblico. Per le sue caratteristiche di luogo incontaminato e ricco di acque benefi che fu dato in affi tto all’istituto fi orentino della Santissima Annun-ziata, per andare incontro ai problemi di spazio dell’ospedale di Santa Maria Nuova. E così cominciò la sua – poco nobile, questa volta – storia “sanitaria”, che lo portò a diventare sede dell’o-spedale psichiatrico e che si concluse nel 1973.

Focus

mente), con la chiusura defi nitiva di Castel Pulci”. Ma ancora prima di ar-rivare a quel giorno di sole, anche gra-zie a persone di spessore gigante, non mancarono le conquiste: “Ricordo un giovane, Roberto Masieri, che guidava un gruppo di volontari che comincia-rono a portare fuori i ‘matti’, organiz-zando uscite e merende insieme”. Altra grande conquista – che questo medico dall’aria mite ripercorre con un guizzo

di gioia negli occhi – furono le vacanze: “Ricordo tre macchine, tutte di donne, che partirono alla volta dell’Elba, allora meta poco conosciuta. Coinvolgere i pazienti, andare a fare la spesa, occu-parsi delle pulizie, erano piccole grandi cose, fondamentali in situazioni di re-gressione sociale come quella di Castel Pulci”.

NOVEMRELEGGERE PER NON DIMENTICARE0re 17.30 Sala Conferenze piano terraMercoledì 6 - Vito Mancuso presenta il suo libro “Il principio passione”

Mercoledì 13 - Giaca Mattarucco presenta il suo libro “AA.VV Italiano per il mondo:Banca, commerci, cultura,arti,tradizioni”Venerdì 15 - Vittorio Gregotti presenta il suo libro “Il sublime al tempo del contemporaneo”Mercoledì 20 - Massimo Recalcati presenta il suo libro: “Il complesso di Telemaco.Genitori e fi gli dopo il tramonto del padre”Mercoledì 27 - Giulio Guidorizzi presenta il suo libro “Il compagno dell’anima.I greci e il sogno”

OBLADÌ IL SABATO DEI BAMBINIE DELLE FAMIGLIE ALLE OBLATE16 ottobre ore 11.30 Le lettura di Sara: Gatti neri, gatti bianchi di Anna Cerasoliore 16,30 “Se ho freddo una pecorella...” lettura e laboratorio di costruzione e vestizione della propria pecorella infreddolita. Letture di Isabel Minhòs Martins – Yar a Kono- Martina RicciOre 16.30 - Questa notte non vado a letto! Let-tura animata e laboratorio per costruire addob-

bi per l’albero di Natale con carta e cartoncini. Lettura della storia di Bianca Belardinelli, Pedro e Flaminia, in Fiabe di Natale.

APPUNTAMENTI CON...UN’ORA SULLA FILOSOFIA18 novembre ore 18.00 - ala della Colombaria piano terra - a cura di Lucia Felici: Sergio Givo-ne “Un’altra fi losofi a, una fi losofi a dell’altro”

ALTRE PRESENTAZIONIVenerdì 8 ore 21.00 - Talk show “Alle frontiere dell’aldilà: aspetti medici, religiosi e mitologici a confronto” con F.Naldoni,D.Corradetti,A.Mazzucchelli, E.Pinetti- modera G.De MartinoSabato 9 ore 17 - Presentazione del libro di Roberto Orlandini “Tra l’aspettar del tempo e il morir del giorno” Premio Firenze Fiorino d’oro 2012 conduce la serata Katia Beni28 novembre ore 17.30 - Sala Conferenze – piano terra - “Finestre sul mondo” Dibattito: Racconti al femminile: le donne protagoniste dei progetti di Medici senza Frontiere30 novembre ore 11 - piano terra sezione ra-gazzi - Yogasofi a. Laboratorio di yoga e fi losofi a con letture ad alta voce. Cosa dovrebbe fare un re, per essere un buon re? A cura di Titu Chauan e F.Camerlingo dellAss.A.R.A.C.N.O.S

LE ALTRE BIBLIOTECHE COMUNALI BIBLIOTECA VILLA BANDINIVia di Ripoli 118Lunedì 18 novembre ore 17.30 Luci della città: il volto oscuro della borghesia, l’rresistibile ascesa del criminea cura di Aldo Pasquali

BIBLIOTECA MARIO LUZIMercoledì 20 novembre 17.00Riccardo Lami presenta la mostra “Ter-ritori instabili” Confi ni e identità nell’arte contemporanea,in programmazione alla Strozzina.BIBLIOTECA PIETRO THOUARLunedì 25novembre ore 17.00Via Mazzetta 10Conversazioni musicali: Il barbiere di Siviglia di Gioacchino Rossini a cura degli Amici del Maggio Musicale FiorentinoBIBLIOTECANOVA ISOLOTTO5 novembre ore 18L’avanguardia russa. La Siberia e l’oriente. Kandinsky, Malevich,Filonov,Goncharova. Presentazione della mostra visitabile a Palazzo Strozzi dal 27 settembre al 19 gennaio 20146 e 13 novembre ore 17Trasformando. Un’idea per il NataleCinque appuntamenti per trasformare le lampadine bruciate e altri materiali in originali palline per il tuo albero. Laboratorio a cura di Francesca e Andreina. Su iscrizione6 novembre ore 17.00Per il ciclo “6 personaggi in cerca di lettore” un omaggio a Roberto Denti letture animante tratte da “Orchi, balli, incantesimi. Le fi abe trasformate”

STRADE DI CARTA- SULLE TRACCE DI VASCO PRATOLINI DEL CENTENARIO DELLA SUA NASCITA(Firenze 19 ottobre 1913- Roma 12 gennaio 1991) Prosegue l’omaggio delle biblioteche Comunali Fiorentine:

BIBLIOTECANOVA ISOLOTTO 7 novembre ore 17.00La seconda metà del novecento. Gli anni di Giorgio La Pira. Il decennio dei movimenti: 1966-1976Incontro con Marino Biondi- Univ.di Firenze e Marcello Lazzerini giornalista

giovedì 14 ore 17La seconda metà del novecento Una Firenze lontana. Gli anni di piombo e il terrorismo Incon-tro con Edy Frollano e Rodolfo Tommasi, autori del saggio “un Pratolini ignorato: il mannello di Natascia o la rivoluzione romantica

Le Biblioteche Comunali Fiorentine ricordano i 100 anni di Vasco Pratolini con:

Distribuzione di una mappa dei luoghi di Vasco Pratolini e di una bibliografia con brani dai libri

Incontri, conversazioni, passeggiate letterarie, mostre fotografiche

1913 2013

Da ottobre a Dicembre

Programma dettagliato: www.biblioteche.comune.fi.it

Biblioteca delle Oblate

Biblioteca dei Ragazzi

BiblioteCaNova Isolotto

Biblioteca Palagio di Parte Guelfa

BibliotecaOrticoltura

Biblioteca ITI Leonardo da Vinci

BibliotecaPietro Thouar

BibliotecaVilla Bandini

Con il contributo di

BIBLIOTECA DELLE OBLATE. VIA DELL’ORIUOLO, 26 FIRENZEWWW.BIBLIOTECHE.COMUNE.FI.IT

Dicembre 2013 | 15

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#Cultura

dal cinema a Renzi, I’ piera si raccontaIl regista, nelle sale con il suo nuovo fi lm, parla di Firenze, amici e politica. Tra emozioni e battute

Se è nella top ten dei più amati dai fi orentini un motivo ci sarà. E se si continua a ridere a crepa-

pelle su battute tipo “Che ce l’hai il gratta e vinci te?” o “C’ho da dare il ramato”, anche. Leonardo Pieraccioni, I’ Piera per gli ami-ci, nell’epoca dei social network collezione migliaia di “mi piace” sulla sua pagina Facebook grazie a battute schiette e a rifl essio-ni genuine, che fanno amare al pubblico ancora di più il regista e attore de Il Ciclone. La sua ulti-ma fatica cinematografi ca si inti-tola Un fantastico via vai e viene distribuito nelle sale a partire dall’11 dicembre. Il Reporter lo ha intervistato in anteprima per farsi raccontare qualcosa del fi lm e qualcosa del suo amore per la città “più bella del mondo”, la sua. E la nostra.Guardando il fi lm sembra di vedere il protagonista de I lau-reati che, una volta diventato grande, si guarda indietro e ha voglia di tornare a vivere per

un po’ la spensieratezza degli anni dell’università. Una spe-cie di Ritorno al futuro rivisto e corretto da Pieraccioni (con alcuni dei compagni/protago-nisti di tutta la vita, tra l’altro). È così?Diciamo che se esistesse un’i-potetica “macchina del futuro e passato” il mio protagonista,

Ludovica V. Zarrilli

L’intervista

Leonardo Pieraccioniinsieme ai giovani coinquilini-protagonistidi “Un fantastico via vai”

�Facebook:Leonardo PieraccioniPagina Ufficiale

Arnaldo Nardi, è proprio all’età dell’università che vorrebbe tor-nare. Scambierebbe, insomma, volentieri tutti i suoi punti escla-mativi da impiegato di banca con quelli interrogativi tipici dei 20 anni.Cosa é cambiato per Leonardo Pieraccioni da I laureati a Un fantastico via vai?Sono passati quasi 20 anni. Ho preso circa tre taglie in più, il co-lesterolo è aumentato e la barba si è imbiancata. Questo da fuori, dentro devo ancora dare l’esame per la patente.Uno sketch divertente avvenuto sul set?Ceccherini entra in scena come una “statua di gesso”, sai quelli che fi ngono di essere una statua e raggranellano così un po’ di soldi, ecco, lui si era seduto vici-no al set vestito così e irricono-scibile: ha raccolto 22 euro... che non ha restituito.Lei è sempre stato un po’ un Pe-ter Pan, in tutti i suoi fi lm. In questo invece è un adulto, “am-mogliato”, già padre di famiglia che si incontra/scontra con un mondo che apparentemente non gli appartiene più. Cosa vuol dire? Che Pieraccioni è cresciuto? Ho abbandonato la commedia sentimentale, non arriva più a pagina 32 una sudamericana, mi dicevano da tempo che mi stavo ripetendo anche se io sono davvero convinto di non esser-mi mai ripetuto, cioè davvero io non mi ripeto mai, cioè davvero io non mi ripeto mai, cioè dav-vero io non mi ripeto mai, cioè davvero...Facciamo un salto indietro nel tempo a “Firenze l’è piccina”, dove canta “Peretola è un gio-chino e non si può allargare” e “Firenze non cambiare che dopo non ci piaci”. La città, di fatto, sta cambiando. Se aves-se una bacchetta magica, cosa modifi cherebbe e cosa no?Firenze non può cambiare. Non è certo per esempio permetten-do l’apertura di nuovi scellerati negozietti che la cambi. Firenze è un aff resco di Michelangelo, è la perfezione, la bellezza totale, al limite la possono sporcare un po’, come fare un piccolo scara-bocchio sulla Gioconda, ma la sua bellezza prevarrà sempre su tutto. Del mare guardi la sua ma-estosità, mica ti concentri sulla busta di plastica che qualche di-sgraziato ha lanciato dalla barca.C’è un luogo a cui è particolar-mente aff ezionato?Via della Mattonaia. Ci sono nato, cresciuto e tutte le emo-zioni da zero a 14 anni, che sono

Risate a denti strettie riflessioni nella sitcom che spiegaVizi e virtù italiane

Metti due comici rodati, una telecamera e molte

rifl essioni sull’Italia del terzo millennio. È questo il punto di partenza per Andrea Muzzi che, insieme a Massimiliano Galli-gani, porta in tv “Due italiani veri” (in onda tutti i giorni su Rete 37 alle 21 e alle 22). Sketch di 15 minuti l’uno che fanno ri-dere a denti stretti e rifl ettere su alcuni drammi quotidiani della gens italica. “Quali sono le os-sessioni, ambizioni, i limiti degli italiani? Italiani veri è un ritratto spietatamente comico sui nostri difetti – spiega Muzzi – una co-mica carrellata di tutti quei vizi che ci rendono molto spesso un popolo unico”. Ideata e scritta da Muzzi insieme a Tomma-so Santi, la sitcom a puntate si prepara a varcare i confi ni re-gionali. “Abbiamo ricevuto una proposta – continua Muzzi – e, incrociando le dita, dovremmo sbarcare su una rete nazionale”.

L’opera

piazza repubblicarivive in un librofirmato artusi

Farsi guidare da chi Firenze la conosce come le pro-

prie tasche? Il modo migliore è mettersi nelle (buone) mani di Luciano e Ricciardo Artusi, profondi conoscitori della città del giglio e dei suoi immedia-ti dintorni, che hanno appena dato alle stampe “Piazza della Repubblica. Briciole di storia, aneddoti, misteri, gusti, feste e proverbi” (Edizioni Giorgio Libri, 9 euro), primo volume di una collana che narra aneddo-ti, leggende, feste e tradizioni che si sono svolte nel corso dei secoli nelle piazze più impor-tanti di Firenze e non solo.

In tv

Massimo Ceccherini

� Tel. 0583.496033Via della Quarquonia (Lu)

“L’altra parte. Antonio Possenti”. Villa Guinigi, ingresso libero dal martedì al sabato dalle 8.30 alle 19.30 (ultimo ingresso alle 19)

Fuori porta

ottant’anni Fra pennelli e coloriUn compleanno importan-

te va festeggiato come si deve. Per spegnere le prime ot-tanta candeline di Antonio Pos-senti, pittore lucchese famoso in tutto lo Stivale, il museo na-zionale di Villa Guinigi e il Co-mune di Lucca hanno dato vita

a un’esposizione che riassume il percorso artistico del maestro. La mostra si compone di ottan-ta opere e l’obiettivo è off rire al pubblico la testimonianza del lavoro quotidiano del pittore (che ha il suo studio-laboratorio in piazza dell’Anfi teatro) e quin-

di delineare il percorso svolto dall’artista in tutti questi anni. La mostra è divisa in diverse sezioni, corrispondenti ai temi più ricorrenti nell’esperienza pittorica dell’autore, ed è ac-compagnata da un catalogo con contributi di vari autori.

quelle che più ti rimangono im-presse, le ho vissute li. Ogni tan-to ci passo e mi emoziono. Con Laura (Torrisi, sua moglie, ndr)un giorno abbiamo portato no-stra fi glia Martina ai’ giardin’d’A-zeglio e mi è parso davvero che un cerchio importante si fosse chiuso.Cosa regalerebbe a Firenze per Natale?Piero Pelù sindaco per un gior-no e Renzi vestito tutto di pelle che quel giorno canta “Regina di cuoriiiiiii” all’Obihall. Sarebbe da schiantare dal ridere.Nonostante il successo, non ha mai lasciato la sua città. Vuole che anche sua fi glia Martina di-venti grande a Firenze? E come vorrebbe la città di sua fi glia?No, voglio che mia fi glia Marti-na diventi grande ad Amburgo! Che domande? Certo che voglio che cresca qui, e mi piacerebbe anche che dicesse: sistola, cannel-la, cencio e “mi metto i’ toni e vo a ginnastica”. Una volta, complici i cartoni animati che guarda, mi ha chiamato “papà!”, la volevo ri-portare indietro alla clinica dov’è nata.Dia un voto, da 1 a 10, alla Fi-renze di oggi.10 sempre dieci. Firenze piglia sempre 10 e pure la lode e il ba-cio accademico in fronte. Firen-ze è “soltanto” la città più bella del mondo, sempre e comunque.Se dico “Renzi premier”?Se quel giorno famoso Renzi canta bene “Regina di cuoriiii” e prende tre sì (alludendo al me-todo usato dai giudici del talent show X Factor, ndr) mi va bene anche Renzi premier. La politi-ca ormai è diventata un reality, un talent show, prendono il so-pravvento i personaggi e non le persone. Vinci se t’inventi uno slogan, una promozione ad ef-fetto, se sei veloce, se ti adatti al linguaggio della pubblicità. Uno come Berlinguer oggi non avrebbe neanche passato le pri-me selezioni, troppo lento, trop-po serio, troppo per bene.

Luciano e Ricciardo ARTUSI

Luoghi fiorentini nel corso del tempo

PIAZZA della REPUBBLICA (briciole di storia, aneddoti, misteri, gusti, feste e proverbi)

16 | Dicembre 2013

Page 17: Il Reporter Q4 - Dicembre 2013

#Cultura

shopping di Natale? Guida (stilosa) agli acquistimade in florence

Sotto l’albero

Barbara Biondi

I l problema è sempre lo stes-so, tutti gli anni. Si avvicina il fatidico 25 e scatta la cor-sa all’acquisto, con il rischio

di entrare nel primo negozio a tiro per togliersi il pensiero di un cadeau dell’ultim’ora. Per toglier-vi da questo impiccio, Il Repor-ter ha messo insieme un po’ di luoghi alternativi e speciali, per fare regali che facciano davvero colpo sui destinatari. Si potrebbe partire da Flo concept store, ne-gozio sui generis che abbina alla ricerca stilistica e alla cura dei dettagli più chic un’attenzione per le categorie più deboli, dan-do lavoro a persone svantaggia-te. Se avete occasione di passare davanti alla vetrina (lungarno Corsini, 30/34r) durante le feste, potrete ammirare anche lo spe-ciale albero di Natale di barbie,

che verrà donato all’associazione Dynamo Camp, impegnata nel dare aiuto ai bambini aff etti da malattie croniche. Nuovo (qua-si) di zecca è Riciclò, esperienza nata in via Romana (il civico è il 154r) che dà nuova vita a oggetti di uso quotidiano. Un esempio? Racchette da tennis trasforma-te in specchi da parete, vecchie travi utilizzate a mo’ di struttu-ra letto e il muso di una vecchia Cinquecento fatto rivivere in una comoda poltrona. Gli uomi-ni che vogliono essere sicuri di far colpo sulle loro signore do-vrebbero assolutamente fare un salto da L’abito che vorrei (a po-chi passi dal museo zoologico de La Specola), che confeziona abiti unici utilizzando tessuti selezio-natissimi con la cura di una vera sartoria d’alta gamma. Se invece

quello che state cercando è un giocattolo speciale, o magari un regalino per una signora in dolce attesa, allora il luogo ideale dove dirigersi è 100% Birbe, in borgo Ognissanti (a due passi da piazza Goldoni), che ha le vetrine pie-ne di giochi non convenzionali, selezionatissimi passatempo di legno e di pezza per i più piccoli, ma anche accessori fatti a mano dalla proprietaria del negozio. Alternativa per coloro che ama-no il modernariato d’autore è And Company, in via Maggio, dove trovare vecchi mobili in-glesi, insegne vintage (quasi tutte londinesi) e biancheria per la cu-cina realizzata su disegno della proprietaria, che di mestiere fa anche l’illustratrice. Non rimar-rete delusi.

Teatro Le Laudi

La qualità in scena, in barba alla crisi

Per la sua trentunesima stagione, il Teatro Le Laudi ha allestito un programma vario e di qualità, in grado di incontrare i gusti del pubblico più esigente. E questo nonostante la morsa della crisi econo-

mica che però, come spiega Massimo Masieri, direttore artistico, “non è ragione valida per off rire una stagione scadente o al ribasso. Ci avvaliamo della collaborazione di compagnie aff ermate e siamo attenti al linguaggio e allo stile: si può fare dell’ottimo teatro senza ricorrere a volgarità o esagerazioni”. Il 2013 si conclude con gli spettacoli “Mater/Ma(te)ria/Madre” (meditazione sulla fi gura ora archetipica ora tra-scendente della Madre, l’8 dicembre), “Cotton club” (ambientazioni anni ’20 e musiche della Mabellini Jazz Orchestra per ricreare la New York degli anni del proibizionismo, il 14 e 15 dicembre) e “Le sorelle omicidi” (31 dicembre, con repliche il 4, 5 e 6 gennaio). Ad avviare il 2014 è la sinuosità del Kaos Balletto di Firenze, che in “Dal profondo del cuore” (11 e 12 gennaio) interpreta dieci opere scultoree di Bernini e Canova, liberate dal giogo del marmo e rese sentimentalmente vive. Il 25 e 26 gennaio va in scena il percorso musicale di Tina Allori. Passando per le riletture di celebri titoli – “La tempesta” di Shakespea-re (18 e 19 gennaio), “L’avaro” di Molière (1° e 2 febbraio) e “Antigone” (15 e 16 febbraio) – si incontrano la rifl essione cristiana ed esistenziale portata da Giampiero Beltotto ne “Il silenzio” (8 e 9 febbraio), la commedia, già di successo a Parigi, “Aria di famiglia” (21, 22 e 23 febbraio, 1° e 2 marzo), “L’acqua cheta” (29 e 30 marzo) e “Il gatto in cantina” (5 e 6 aprile). Prima nazionale per il calviniano “Marcovaldo” (15 e 16 marzo) e, in chiusura di stagione, Beckett e il suo “Finale di partita” (12 e 13 aprile).

I.R.V.

Un particolare dell’albero realizzato con le barbie donatea Flo concept store

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Dicembre 2013 | 17

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#Fiorentina

Il calendario

“IO, BAGGIO E PEPITOLA 10? PESANTINA...”Antognoni lancia Rossi: “Ha le qualità di Roby”

L’intervista

Il David di Michelangelo con la maglia numero 10. Il sim-bolo di Firenze si fonde con quello della Fiorentina. Era

la maglia di Antognoni, quel 10 ereditato da “Picchio” e poi pas-sato sulle spalle del Divin Codi-no. E ora idealmente da Baggio a Giuseppe Rossi. Ne parliamo con Giancarlo Antognoni. Dopo averlo visionato all’Asti Macobi, Liedholm disse a Merlo e De Si-sti: “Questo ragazzo ha un talen-to eccezionale, se lo faccio cre-scere accanto a voi due diventerà

Gli occhi tristi di Pepito in tribuna e quelli pieni di

gioia che guardano tre volte in cielo. Due istantanee raccontano la sconfi tta più amara e la vitto-ria più bella del 2013 che sta per fi nire. Il “lontano” 6 gennaio, al Franchi, la Befana per il Pescara ha i guantoni di Mattia Perin. La Fiorentina attacca a ripetizione, ma la porta della peggior difesa del campionato è stregata. Come il gennaio nero di Montella, che colleziona un punto in quattro gare ed esce ai quarti di Coppa Italia contro la Roma meno ze-maniana della gestione boema. La cura è uno spregiudicato 4-3-3 che travolge con un poker l’In-ter il 17 febbraio. Manca ancora la continuità, ma quella sera al Franchi si riaccende la luce dei rifl ettori sull’Europa che conta. L’avversario è il Diavolo di Alle-gri: nel lunch time di aprile più di 40mila spettatori a Firenze assistono a un 2-2 al veleno, in campo e sugli spalti. Nello sprint Champions i viola mettono il turbo, vincendo 6 gare su 7. Lo “scherzetto” vale l’Europa: non

Irene Delfino

sicuramente un campione”. Giocaste insieme dal ‘72 al ‘74, cosa le insegnò De Sisti da cal-ciatore?Innanzitutto il comportamento. Poi mi insegnò come stare in campo, anche se il primo anno, proprio perché c’erano lui e Mer-lo, io ero spostato sulla fascia de-stra. Ricordo che la prima volta che Liedholm mi convocò mi mise in stanza proprio con De Sisti, che era capitano. Per me fu emozionante. E all’esordio a Ve-rona giocai al posto di De Sisti, lì

Merlo mi aiutò a inserirmi.E come allenatore dall’81 all’84?Bravo. Con lui alla guida ab-biamo sfi orato lo scudetto nell’81/’82 e fatto ottimi campio-nati. Noi avevamo un rapporto diverso, perché avevamo giocato insieme.Nel 1974 “Picchio” andò alla Roma e le lasciò in eredità la maglia numero 10.Mi si addiceva di più come ruo-lo. Giocando con la 10 avevo più possibilità di avere la palla tra i piedi. Sostituire De Sisti in quegli

anni non era facile. La 10 era una maglia un po’ più pesantina delle altre, però ho ricambiato questa fi ducia.Maggior numero di presenze in Nazionale con la 10. Nella par-tita d’esordio contro l’Olanda il 20 novembre del ‘74 la squadra di Cruijff vinse 3-1, ma gli occhi erano tutti puntati su di lei.Mi ricordo benissimo quella partita, contro una squadra che giocava già un tipo di calcio mo-derno. Faceva il fuorigioco, cosa inusuale per il calcio europeo, e il pressing.Quindici anni in viola (dal ‘72 all’87) fi no al passaggio del te-stimone. La 10 andò sulle spal-le di Baggio. Nella sua ultima partita in trasferta al San Paolo, Roby segnò su punizione il suo primo gol in viola.Mi ricordo l’episodio della puni-zione: Baggio era bravo a tirare punizioni e rigori, quindi gli la-sciai la precedenza. Poi nel ‘90 è andato alla Juve proprio quando io rientravo come dirigente. Pen-sa il destino...Dal Divin Codino a Pepito, en-trambi arrivati a Firenze infor-tunati allo stesso ginocchio...Pepito ha un po’ le caratteristiche di Roberto: è bravo nel dribbling, nelle punizioni e fa gol.

si chiama Champions, ma Pepi-to c’è. Sul campo mostra guizzi di classe e segna, segna, segna come un centravanti. Soppe-risce all’assenza di Gomez. E si consacra agli occhi del pubbli-co con la tripletta alla Juventus. Quindici anni dopo Firenze gioisce nella Partita. Giuseppe è nella leggenda.

I.D.

Tante volte, in questo 2013, Vincenzo Montella ha vestito i panni di Babbo Natale e ha fatto sorridere i tifosi viola

Uno dei momenti indimenticabili di quest’anno è stato sicuramenteil trionfo in rimontacontro la Juventus

babbo NATALE, GOL E REGALI

Si sussurra che questo Natale a portare i doni ai fi orentini sarà un ragazzo sui quaranta, nato a Pomigliano d’Arco, che alle renne

preferisce l’aeroplanino. Vincenzo Montella in questo 2013 ha dona-to tanti sorrisi ai tifosi viola, nonostante lo “scippo” del terzo posto, in parte vendicato dal 2-0 di San Siro lo scorso mese. È partito in anti-cipo quest’anno “Babbo Natale” Montella, già a ottobre, con i quattro gol regalati ai tifosi nel secondo tempo contro la Juventus. E ora, nel “suo” dicembre, il lavoro non gli mancherà: dopo la supersfi da con la Roma, il 15 ecco il derby dell’Appennino. E se tra Barberino e Ronco-bilaccio ci sarà il rischio neve, lui sfi derà il maltempo a modo suo, fa-cendo in modo di “donare” ai rossoblù più gol possibili. Parma e Ca-gliari insegnano: bisogna “regalare” gol a tutti. E anche nella trasferta pre-natalizia del 22 i viola dovranno essere “generosi”: il Sassuolo ha iniziato a portare via punti alle grandi. Ci dovrà pensare lui, Bab-bo Natale Montella. Che alla Befana lascerà poi Fiorentina-Livorno: d’altronde non può fare tutto da solo. Auguri a tutti i tifosi viola!

Lorenzo Mossani

Fra delusioni e trionfi

IL “FILM” DEL 2013 VIOLA

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Periodico d’informazione locale. Anno VII n.49 del 2 Dicembre 2013. N° reg 5579 del 17/05/2007 Tribunale di Firenze. Iscrizione al Roc 23957. Spedizione in a.p. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10. Distribuito da TNT Post Italia S.p.A.

Il Reporter del Q4 raggiunge le famiglie del quartiere 4 di Firenze.

18 | Dicembre 2013

Page 19: Il Reporter Q4 - Dicembre 2013

#Sport

Attilio Caja durante la sua presentazione: il tecnico pavese ha recentemente preso il posto di Giordani sulla panchina dell’Enegan Basket Firenze

Per le squadre di volleydell’hinterland fiorentinoil 2013 è stato un anno da ricordare: tanti i risultati raggiunti

Basket

ENEGAN, COLPO IN PANCHINAProbabilmente il miglior colpo di mercato l’Enegan Basket Firenze

lo ha fatto ingaggiando, dopo la settima giornata, Attilio Caja, tec-nico dal curriculum prestigioso. Un allenatore d’esperienza e un per-sonaggio del mondo cestistico internazionale, che ha fi rmato un con-tratto triennale. Pavese, classe ’61, Caja – che ha sostituito Giordani – è stato allenatore della Nazionale sperimentale, con cui nel 1997 rag-giunse il secondo posto ai Giochi del Mediterraneo, ma soprattutto è stato seduto su tante panchine di Serie A come Milano, Pesaro, Roma, Napoli, Udine e Roseto. “Luca Giotti e Massimo Fruschelli hanno di-mostrato tenacia nel portare avanti la trattativa per il mio arrivo. Mi hanno dimostrato grande fi ducia – ha spiegato Caja – e hanno aspet-tato il mio ritorno dalla Francia. Le grandi città come Firenze hanno orizzonti inimmaginabili. Sarà molto importante il tempo. Nel tempo arriveremo lontano. C’è entusiasmo, adrenalina e fi ducia. Mi sento di poter dare molto a livello tecnico e organizzativo. Ci sono tante cose da migliorare, un nuovo gioco, una nuova mentalità da apprendere”.

Simone Spadaro

Pallavolo

UN ANNO DA RICORDAREUn 2013 da ricordare per le squadre dell’hinterland fi orentino.

La pallavolo è tornata a volare, soprattutto in questa stagione, con due squadre in serie A2 femminile, San Casciano e Scandicci. Gli obiettivi sono diversi: l’Azzurra lotterà fi no all’ultimo pallone per i piani alti del campionato (la rosa è all’altezza), la Savino Del Bene per la salvezza. Diffi cile per i “Pellicani Feroci” (i tifosi dell’Azzurra San Casciano) chiedere di più al presidente Elio Sità. Momento stori-co anche per Scandicci che, dopo più di trent’anni dagli scudetti con la Valdagna, torna a sognare. Perché può e sa farlo. Il ds Toccafondi e coach Botti hanno creato un gruppo di “ragazzine terribili” (mol-te sono sotto i vent’anni), con una grinta e una determinazione da “grandi”. In serie B1 la “cenerentola” San Michele, dopo aver sfi orato la serie A nella passata stagione, ha stentato un po’, per poi risalire la classifi ca. Buon inizio anche per il Valdarno Volley, che ha un solo obiettivo: la salvezza.

Carlo Marrone

Dopo alcuni anni di “pellegrinaggi” in giro per la Toscana, Cristina Moretti è tornata a casa, nella Asd Firenze Oltrarno

là DOVE NASCONOCAMPIONI “A ROTELLE”A tu per tu con Cristina Moretti della Firenze Oltrarno

Pattinaggio

�Web: firenzeoltrarnopatti-naggio.org Mail: [email protected] Tre anni fa nasceva nel

quartiere 4 di Firenze l’Asd Firenze Oltrarno, scuola di pattinaggio

artistico a rotelle. È tornata così a casa, dopo anni di “pellegri-naggi” in giro per la Toscana, Cristina Moretti. Classe 1962, allenatrice federale di hockey e pattinaggio formatasi alla storica Assi Gigliorosso, nella Firenze Oltrarno è anche direttore tec-nico. “Amo il mio lavoro, sono arrivata a vincere diversi titoli di rilievo, mi permette di girare il mondo... una grande passione”.Sappiamo che è molto soddi-sfatta soprattutto di questi ulti-mi anni a Firenze...Sì, sognavo di tornare a casa, e qui il pattinaggio è riconosciu-to e apprezzato più che altrove. Purtroppo il nostro è uno sport sottovalutato, abbiamo pochissi-mi finanziamenti e pochissimo riconoscimento a livello nazio-nale. Per fare pattinaggio ci vuo-le tanta passione, perché le sod-disfazioni vengono solo da lì. A Firenze, però, le cose vanno un po’ meglio.Preparate molti bambini?Sì, abbiamo moltissimi piccoli pattinatori e dai sette anni li fac-ciamo gareggiare.A che età consigliate di inizia-re?L’ideale, come per tutti gli sport, è intorno ai quattro anni, età in cui assorbono al meglio gli in-segnamenti. Appositamente per

Carlo Marrone

loro è stata creata la società di avviamento al pattinaggio, dopo la quale possono decidere se e in cosa specializzarsi. Proponiamo pattinaggio artistico, pattinag-gio di coppia artistico e Gruppi Show. Ovviamente all’inizio ci concentriamo su attività più lu-diche. Cominciamo da subito, però, a proporre piccole perfor-mance, in occasione delle feste, anche perché per i bambini è una grande soddisfazione. In ogni caso accettiamo allievi di tutte le età, l’importante è inse-rirli nel gruppo giusto, dove pos-sano sentirsi realizzati ed essere seguiti come meritano.Il pattinaggio è......uno sport completo e diver-tente. Sono indispensabili forza, equilibrio e coordinazione. Svi-luppa la musicalità, tempra lo spirito. Questi bambini a sette anni possono già trovarsi da soli in pista, osservati dai giudici. Il carattere ne esce rafforzato. Per dare un’idea di quanto sia forma-tivo, pensate che alcuni bambini che passano ad altri sport, come l’atletica, talvolta vengono inseri-ti subito nell’agonismo.

La Firenze Oltrarno ha fatto molto in pochissimi anni: a cosa aspirate adesso?Crescere ancora, radicarsi all’in-terno del quartiere e della città. Poi ovviamente puntiamo all’a-gonismo, a formare campioni, e la cosa già riesce con discreti risultati. Con mia grande gioia, allenare campioni è il mio scopo principale. Poi, visto che la strut-tura lo permette, ci fa piacere che sia frequentata anche da chi ama il pattinaggio come momento di svago, senza aspirazioni partico-lari.In fondo, se il pattinaggio si nu-tre di passione, è giusto che tutti gli appassionati siano i benve-nuti a condividere il piacere di uno spazio ampio, attrezzato e stimolante.

dalle 9.30 · Mercatino con prodotti tipici delle regioni d’Italia · Trenino di Nataledalle 9.30 alle 13.00 · Babbo Natale con slittadalle 15.30 · Passeggiando in carrozza con cavallo

9.309.309.30 Mercatino con prodotti tipici delle regioni d’Italia

Domenica 15 DicembreTutti in strada con arte e sapori

Domenica 22 DicembreAspettando il Natale

Babbo Natale vi aspetta con la sua slitta!

LE OFFERTE RACCOLTE DURANTE LA MANIFESTAZIONE SARANNO DEVOLUTE ALL’A.T.T.

in Festa per il Natale

3

dalle 9.30 · Mercatino artigianale con prodotti tipici delle regioni d’Italia · Trenino di Natale · Babbo Natale con slitta

Dicembre 2013 | 19

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#Rubriche

A Firenze, come in gran parte d’Europa, la sera del 24 Dicembre men-tre si vegliava in attesa

di recarsi alla messa di mezzanot-te, era diff usa l’usanza di riunirsi intorno al camino dove ardeva un bel ceppo di albero, meglio se di quercia o di olivo. Infatti, era rite-nuto che più a lungo ardeva il cep-po, più si sarebbe allungata la vita di tutti i familiari raccolti attorno al suo fuoco. Il rito prevedeva che fosse il più anziano della famiglia a scegliere il “ciocco” fra i vari pez-zi di legno più grossi e stagionati, che poi benediva con il segno del-la croce e quindi collocava fra gli alari del focolare. Nel momento in cui il ceppo era ben infuocato, veniva battuto con gli strumen-ti da fuoco; le molle o la paletta di ferro, affi nché sprigionasse una gran quantità di faville dalle quali venivano tratti i più vari au-spici propiziatori. Anche Dante, nella sua Commedia (Paradiso, C. XVIII, vv.100-102) accenna a questa emotiva superstizione

quando scrive:

Poi, come nel percuoter de’ciocchi arsi

surgono innumerabili faville,onde gli stolti sogliono augurarsi

All’indomani mattina del 25 di-cembre, veniva poi raccolta la cenere del ceppo bruciato a puri-fi cazione del focolare domestico (che con la sua ardente fi amma aveva eliminato tutta la negatività e le delusioni dell’anno che stava per fi nire), per essere cosparsa sui campi o nei giardini a protezione delle colture. I fi orentini usavano la parola “ceppo” anche quale sinonimo di regalo, probabilmente derivato dall’abitudine di donare, nel pe-riodo antecedente il Natale, un vero e proprio ceppo di quercia o di olivo a chi ne fosse privo, o semplicemente quale omaggio augurale. I nostri antenati chia-mavano “ceppo” addirittura il Natale, come pure i regali che nell’occasione venivano dona- Una nuova droga, più pericolosa delle altre, sta colpendo gli

italiani: la dipendenza tecnologica. Uomini che non riesco-no a staccarsi da Facebook, donne che vanno in crisi di asti-

nenza se non mandano almeno un tweet al giorno. Famiglie rovinate. “Amore, andiamo al cinema?”, “ho già scaricato un fi lm da internet”. “Usciamo a fare shopping?”, “io compro tutto su Ebay!”. La dipendenza tecnologica è una droga che colpisce tutti, senza limiti di età. Ho visto un anziano di 95 anni chattare su Facebook con il suo unico amico: una ditta di pompe funebri! Ho visto bambini passare le loro giornate ricurvi sullo smartphone a fare i giochini. Un tempo la prima parola che diceva un bambino era “mamma”, oggi il bambino è progredito e di parole ne dice due: “Mamma, ricarica!”. Ci sono delle persone che riescono a parlarsi solo via sms. Una volta due persone smettevano di rivolgersi la parola se litigavano, oggi se fi niscono la batteria! La di-pendenza tecnologica ti proietta in un mondo dove trovi tutto. Su Fa-cebook nascono gruppi di ogni tipo. A me hanno chiesto se volevo far parte di un gruppo di “vegetariani convinti”. Ho risposto “sì”, poi sono tornato in cucina a mangiare la bistecca! Su Facebook nascono storie d’amore, adulteri. Mia moglie prima mi controllava se la sera uscivo di casa, ora se mi vede davanti al pc mi dice: “Esci, vai alle Cascine!”.

ANDREA MUZZIComico, attore, regista e cabarettista

�Webandreamuzzi.it

A zonzo per Firenze

Il Pungiglione

ti. Ma ceppo era detta anche la cassettina per la raccolta delle elemosine collocata nelle chie-se, negli ospedali e presso le sedi delle Compagnie laico-religiose, consistente almeno in origine, in un pezzo di tronco svuotato, nel quale attraverso un’unica fessura, venivano inserite le monete og-getto dell’off erta.La parola “ceppo”, pur avendo più signifi cati, era però legata dal comune denominatore di “festa-regalo”, tanto da poter dire che, almeno per i più piccini, non c’e-ra Natale senza doni, se non al-tro rappresentati dai particolari, aff ettuosi abbracci della mamma, della nonna e da quelli più solenni del babbo e del nonno. Insomma, riunirsi intorno al tavolo con la propria famiglia, alla scintillante fi amma del fuoco, con il piacere di dare o ricevere un regalo, in-dipendentemente dal suo valore, era ed è sempre la peculiarità che caratterizza questa festa, l’unica fra tutte che abbia conservato in-tatto il carattere genuino dei tempi passati. Anche ai nostri giorni un antico proverbio, sempre attuale, impone: Natale con i tuoi e Pasqua con chi vuoi. Celebrando questa festa religiosa, la città manifestava anche il suo primitivo carattere mercantile perché, specialmente nei tempi passati, si allestivano con gusto e ricercatezza le vetrine delle botteghe, quasi una compe-tizione fra artigiani e commer-cianti nell’eleganza degli articoli e nella raffi natezza delle esposizioni approntate così bene da sembrare veri e propri capolavori.Fino ai primi del Novecento, i giorni precedenti il Natale le vie e i negozi erano particolarmente ani-mati da un andirivieni di poten-ziali acquirenti che, per l’occasio-ne, forse non badavano neppure a spendere un po’ troppo, in quanto era uso dire: “Il Natale viene una volta all’anno” per cui anche l’a-bituale parsimonia fi orentina che faceva “spendere i soldi con i go-miti”, veniva momentaneamente accantonata.

BRICIOLE DI STORIA, FRA ANEDDOTI, LEGGENDE E MISTERI

IL NATALE A FIRENZELa gioia della festapiù celebrata dell’anno:il tradizionale cepponegli usi e consuetudinidi ieri e di oggi

IN CHAT su facebook CON LA DITTA DI POMPE FUNEBRI

Anche le strade erano aff ollate da tanta gente, perché era costume andare a far visita ad amici e pa-renti per scambiarsi doni ed augu-ri: buone feste, buon Natale, buon Ceppo, buon anno nuovo. Durante il breve periodo di fe-stività natalizie, con la parola “ceppo” si identifi cava anche quel denaro dato in regalia ai garzo-ni delle botteghe e a tutti coloro che avevano prestato un servizio per cui s’intendeva ricompensarli elargendo le cosiddette mance, così chiamate in quanto elargite con la mano mancina, cioè con quella che sta dalla parte del cuo-re. Ma ceppo era anche quella pira-mide triangolare allungata, rea-lizzata in legno a due, tre o quat-tro ripiani, ornata di pine dorate, ramoscelli d’abete, fi ori di carta colorata e candeline, il precursore dell’albero di Natale, poi defi niti-vamente sostituito con il nordico abete. La sera della vigilia, la mag-gior parte delle famiglie si racco-glieva intorno al canto del fuoco, per riscaldarsi alla gioiosa fi amma e fra la tremolante ed incerta luce e lo scoppiettare del ceppo in at-tesa della mezzanotte per scam-biarsi i rituali auguri e quindi re-carsi tutti insieme a messa. Un po’ prima della fatidica ora, i ragazzi venivano allontanati per poter dar modo ai genitori, parenti ed amici di sistemare sul “ceppo” il precursore dell’abete, le “sorprese” cioè i regali loro destinati. Giovan Battista Fagioli nella sua Cicalata racconta che i bambini, in ansiosa attesa di rientrare nella stanza per prendersi i doni, canticchiavano con ritmica cantilena, la seguente fi lastrocca:

Ave Maria del Ceppo,Angelo benedetto!L’angelo mi rispose:

Ceppo mio belloPortami tante cose!

Ben disposti sui piani superiori trovavano i regali desiderati in-sieme a dolci e frutta, mentre in quello più basso della piramide, troneggiava un piccolo presepe. Questi ceppi porta doni, o meglio portadolci, venivano fabbricati direttamente in casa unendo al vertice tre asticelle, poi divaricate e connesse ai ripiani, oppure veni-vano acquistati già pronti da ven-ditori ambulanti o presso i ban-chi fi ssi sotto le logge di Mercato Nuovo al Porcellino. Qui si pote-vano comprare anche i personag-gi di gesso, indispensabili per alle-stire la tradizionale “capannuccia” di origine francescana e popolare a Firenze fi n dal Quattrocento. In-fatti, l’abitudine di fare il presepe, che in principio era soltanto pre-rogativa delle chiese, si estese ben presto alle abitazioni dei nobili e dei borghesi, per divenire succes-sivamente un simbolo visivo della Natività, presente in quasi tutte le case. I personaggi della capannuc-cia, spesso e volentieri erano vere

e proprie piccole opere d’arte, fatte quasi esclusivamente in terracotta dell’Impruneta, oppure in gesso da modesti artigiani, i cosiddetti fi gurinai della Garfagnana, che in particolare risiedevano nel paese di Coreglia in Val di Lima. Con questo candido materiale povero e fragile, i fi gurinai riuscivano a realizzare i vari personaggi del presepe, che andavano poi a ven-dere ovunque, riuscendo così a raggranellare un po’ di soldi per mettere insieme “il pranzo con la cena”. Poi, alla mezzanotte, le persone si ritrovavano nelle chiese più importanti della città: al Duomo, alla Santissima Annunziata, a San Lorenzo, a Santa Maria Novella e a Santo Spirito, ad ascoltare al suon dell’organo, la solenne messa cantata che si celebrava con sfar-zo di luci e paramenti. Al Gloria i festosi rintocchi delle campane rompevano il silenzio della notte in segno d’allegrezza, mentre sugli altari veniva scoperta, o adagiata fra la paglia, la statuina del Bam-bino Gesù.Terminato il rito religioso, attrat-

ti dall’inconfondibile fragranza del pane fresco proveniente dai forni, molti fedeli ritornando alle proprie abitazioni si fermavano a mangiare la schiacciata con l’olio che, proprio per l’occasione, ve-niva sfornata “calda abbollore” a quell’insolita ora. Poi tutti a letto! E fi nalmente la grande festa! Il giorno di Natale, richiamati dal rito del grande pranzo, le famiglie si sedevano intorno alla tavola im-bandita e consumavano in armo-nia e letizia l’appetitoso banchetto con, almeno quando era possibile, il tradizionale cappone lesso. Oggi il vero protagonista è il “gio-vane albero di Natale” ornato con multicolori oggettini di vetro, na-stri d’oro e d’argento, dolcetti, pic-coli doni, simbolo di questa festa, poiché è presente nelle case, nelle vetrine dei negozi, nelle vie e nelle piazze per la gioia di tutti.

LUCIANOE RICCIARDO ARTUSI

�Webartusi.net

20 | Dicembre 2013

Page 21: Il Reporter Q4 - Dicembre 2013

Lettere

IL SEMAFORO DI VIA PIO FEDIE I CICLISTI SUI MARCIAPIEDIGentile Redazione,risiedo in via Pio Fedi - angolo via Canova - dove il transito è regolato da un semaforo. A proposito del quale riterrei utile, se possibile, che fosse autorizzata con freccia verde, la svolta a destra in via Pio Fedi, ai mezzi che sono fermi in attesa del verde in via Ca-nova, diretti verso il ponte all’Indiano. Non solo per sveltire il traffi co ma anche per diminuire l’inquina-mento atmosferico locale. Mi sembrerebbe oppor-tuno, inoltre, sempre se possibile, che il transito con il verde, ora in vigore contemporaneamente, per i pedoni che attraversano via Canova ed i mezzi che svoltano a sinistra nella medesima strada da via Pio Fedi e interagiscono obbligatoriamente con i predet-ti pedoni, sia eseguito in tempi diversi eliminando la contemporaneità. Per garantire più sicurezza ai pe-doni ed in particolare a quelli più anziani. Ricordo che il semaforo in questione fu installato tanti anni fa dopo il verifi carsi di ricorrenti incidenti anche mor-tali. Purtroppo anche con il semaforo attivo, si sono verifi cati scontri gravi gli ultimi due dei quali in data 11/03/2012 e 9/11/2013. Altro inconveniente non tra-scurabile, al fi ne della sicurezza stradale, mi sembra essere costituito dai sempre più numerosi ciclisti che circolano impassibili ed indisturbati sui marciapiedi cittadini, mettendo a rischio l’incolumità degli inno-centi pedoni ma anche la propria quando rasentano i cancelli dei condominii dai quali possono fuoriu-scire mezzi di trasporto. Sembrerebbe allo scrivente, in ultimo, anche necessario che il transito di cicli e pedoni, ora autorizzato in contemporaneità lungo lo stesso percorso dei giardini pubblici che costeggiano il fi ume Arno parallelamente a via dell’Argin Grosso, fosse riservato esclusivamente ai pedoni, per le stesse fi nalità per le quali attualmente vige nei giardini pub-blici di Villa Vogel. Ringrazio per l’attenzione, resto in attesa di un possibile e cortese cenno di risposta e porgo i miei cordiali saluti.

Ivo Bagni

VIA VITTORIO EMANUELE, “PERICOLOSO ATTRAVERSARE LA STRADA DAVANTIALLA SCUOLA”Vorrei sottoporre alla Vostra attenzione la situazione di criticità per l’accesso alla nostra scuola: Istituto San Francesco, via Vittorio Emanuele 100. Ogni mattina attraversare le strisce pedonali all’altezza del cancel-lo della scuola è un pericolo, visto come sfrecciano

le auto nel tratto di Via Vittorio Emanuele. Non c’è nessun presidio di Vigili né tantomeno rallentatori o cartelli di attenzione che indichino la presenza di una scuola (nido, infanzia e elementari). E’ possibile fare qualcosa??? Un vigile dalle 8:00 alle 8:30 che presidi le strisce pedonali? Chi dobbiamo sensibilizzare per questo problema? Già sono accaduti incidenti, ma come si dice in Italia: “fi nché non c’è il morto........”!!! E vogliamo che a morire siano dei bambini??????? Vi chiedo di aiutarci per evidenziare il problema e cerca-re una soluzione.Grazie per l’attenzione,

Antonella Zanchimamma di una bambina della San Francesco

E noi la aiutiamo volentieri: pubblichiamo la sua lette-ra in modo da dare visibilità alla questione da lei evi-denziata, così che chi di dovere possa aff rontarla per trovare una soluzione.

MF

VIA TADDEO ALDEROTTI, “PRESTO UNA RACCOLTAFIRME PER LA VIABILITÀ”Gentile redazione, questa è la seconda volta che vi scrivo perché la gente ha letto la mia lettera da voi pubblicata........ Ferman-domi per la strada mi hanno detto “hai fatto bene. Bravo Salvatore questa prima era una strada sicu-ra perché era piena di negozi, si potevano far uscire i nostri fi gli sotto casa senza paura”. Ora invece sta diventando piano piano una strada con pochissime attività commerciali. Sappiamo bene che una strada senza negozi automaticamente diventa pericolosa. È per questo che vi chiedo di far sapere a tutti i lettori di Reporter che faremo al più presto per il bene del quartiere una raccolta fi rme dove si chiederà di rive-dere la viabilità della nostra amatissima e mi permet-to invidiatissima via Taddeo Alderotti. Caro Diretto-re, vorrei che questo arrivasse a chi di competenza...... perché aiutando i commercianti a non buttare giù i bandoni si renderebbero le nostre vie più belle e si-cure. Grazie,

Salvatore

PARCHEGGI E MULTEIN ZONA STADIOBuonasera,vorrei far constatare come i residenti dello Stadio subiscano (anche più volte a settimana) i disagi del-

le manifestazioni fi orentine (sportive e non: partite e concerti, quest’anno anche il ciclismo). Purtroppo ho la (s)fortuna di abitare nel viale dei Mille, nel tratto interessato dal blocco del traffi co. Ieri sera (serata di Fiorentina-Napoli) ho tentato di spostare la mia au-tovettura dal Viale dei Mille (interessato dalla pulizia strade) ma senza successo. Per fortuna ho ritrovato il posticino che avevo appena lasciato sul Viale e lì ho dovuto riparcheggiare, mio malgrado. Per scrupo-lo (inutile, col senno del poi) ho intervistato uno dei vigili all’incrocio con via Marconi sulla “ragionevo-lezza” della pattuglia per le multe ai residenti. Mi ha tranquillizzato sull’uso del “buon senso” da parte del-le pattuglie nelle sere delle partite nonostante la per-manenza del divieto per la pulizia notturna, avvisan-domi comunque del rischio multa. Stamani la multa l’ho trovata, è legittima e la pagherò. Nulla quaestio. Permettetemi solo qualche osservazione:1) tutto il Viale dei Mille è quotidianamente occu-pato da macchine in doppia fi la che spesso bloccano le auto nei parcheggi a lisca ed intralciano il traffi co. Multe? Zero;2) i parcheggi per i residenti sono occupati da non residenti e quelli liberi sono occupati senza ticket. Multe? Zero;3) negli ultimi mesi ho notato che in pochi ci siamo preoccupati di rimuovere l’auto dal viale (dei Mille) per la pulizia strade anche in giorni tranquilli (senza partite o altro). Multe? Quasi mai (un paio di volte al massimo).Non mi resta che complimentarmi per la linea segui-ta. Del resto Firenze è in Italia: le regole si applicano a piacimento e il “buon senso” è un concetto poco conosciuto.Buon lavoro a tutti,

Serena Baldi... da viale dei Mille

GATTO SMARRITO A CAMPO DI MARTEI primi di luglio si è smarrito in via Michele Amari, zona Campo di Marte, un gatto ma-schio di due anni, castrato, pelo corto, colore arancione chiaro. Al momento della scom-parsa aveva il collarino ma potrebbe averlo perso. Non conosce il territorio e potrebbe essersi allontanato anche molto. Carattere molto timido. Ricompensa al ritrovamento anche nel caso in cui chi l’ha trovato volesse tenerlo.Chi ha notizie può chiamareil numero 320.2617719.

Fate sentire la vostra voce:inviate segnalazioni, problemi o propostea [email protected]

Editorialedalla primaPerché, se da una parte abbiamo voluto riassumere in ventuno lettere fatti e luoghi protagoni-sti di questi dodici mesi, in un insolito “alfabeto” che, dalla A alla Z, ripercorre quello che è stato fatto e quello che ancora resta da fare, dall’altra ci siamo voluti invece concentrare sugli “altri” gesti, più o meno eclatan-ti, e sugli “altri” personaggi, più o meno conosciuti, che a modo loro hanno contribuito a carat-terizzare il 2013 ormai ai titoli di coda. Così, abbiamo messo insieme un po’ di storie, eventi e volti, un po’ di vicende che ma-gari non sono riuscite a conqui-starsi la visibilità che avrebbero meritato e un po’ di esempi di come, con il proprio impegno, piccolo o grande, nei più svaria-ti settori, sia stato possibile per molte persone mettere la propria fi rma sulla storia dell’anno che sta volgendo al termine. Senza la pretesa di essere stati esausti-vi, ma con la volontà di portare alla luce alcuni esempi di chi è riuscito con il proprio lavoro, le proprie “imprese” o semplice-mente con tanta buona volontà, a lasciare un segno in questo 2013 fi orentino. Esempi di chi si è impegnato per dare una mano alla città e ai suoi abitanti. Ed è proprio da qua, da questi gesti, che può essere utile ripartire in vista del nuovo anno. Gesti da seguire e da cui prendere spunto, nel nome di un futuro migliore per Firenze. Guardare indietro per andare avanti, insomma. In-tanto, però, prima di tuff arsi nel 2014, l’augurio è quello di riusci-re a “sfruttare” le festività ormai alle porte per tirare il fi ato. Per fermarsi un attimo e ripartire poi ricaricati nel nuovo anno. Quan-do tanti altri fi orentini potranno lasciare il segno. Questa, almeno, è la speranza: ma si sa, se c’è un periodo giusto per lasciarsi an-dare a sogni e buoni propositi, è proprio questo. E allora buone feste a tutti.

MATTEO FRANCINI

IL FUTURO DEL CIMITERODELLA MISERICORDIA

Cari amici, avrei voluto scrivervi fi no dal momento in cui è apparso il primo articolo sui cimiteri di Firenze. Decenni fa, quando il cimitero della Misericordia era considerato ancora un cimitero e veniva aperto al pubblico il 2 novembre, vi andammo, mio padre ed io, a cercare la tomba dell’abate Giambattista Giuliani, e la trovammo, anzi la trovammo addirittura con il suo busto. Naturalmente mio padre fotografò tutto. L’abate Giuliani era uno studioso di Dante, c’è anche una Divina Commedia commentata da lui, ma fu defi ni-to “Il dantista dimenticato”: dimenticato da vivo ed ora anche da morto! So molte cose che lo riguardano, perché era molto amico del mio bisnonno, Cammillo Vitelli. Sarebbe bello che il cimitero venisse trasformato in giardino: sarebbe una maniera di far rivi-vere coloro che sono stati seppelliti lì.Un saluto cordiale da chi vi legge sempre con piacere,

Augusta Ficalbi

IL REPORTER RISPONDECara Augusta,sono diversi, in eff etti, i luoghi “nascosti” di Firenze che conservano storie. E uno di questi è proprio l’ex cimitero della Misericordia, at-tualmente in cerca di un futuro. Più volte, nei mesi scorsi, abbiamo aff rontato la questione sul nostro giornale, parlando di questo spa-zio, cui ai più capita forse di passare davanti senza farci nemmeno caso, e della sua possibile riqualifi cazione. Si tratterebbe di riapri-re un’area per cui, in passato, erano state avanzate diverse ipotesi, di restituire alla città un altro posto “dimenticato”. Fra le idee per il suo futuro c’era anche quella di trasformare l’ex cimitero in un “giardino della memoria”: idea gradita a molti, in attesa che ma-gari possa diventare realtà. Ma sono anche tanti altri, come detto, i luoghi cittadini che, per le vicissitudini più varie, hanno visto un giorno chiudere le loro porte: alcuni ultimamente sono stati risco-perti, magari in vesti diverse da quelle in cui erano nati, altri sono invece ancora in attesa. Luoghi che sicuramente meriterebbero di tornare a nuova vita, per incrementare ulteriormente il patrimonio

di bellezze e storia che Firenze può già ampiamente vantare. Luoghi magari legati a particolari ricordi per chi ha più primavere sul-le spalle, e che invece potrebbero rappresentare belle scoperte per i più giovani. Insomma, i tesori custoditi dalla nostra città non sono soltanto quelli ammirati e fotografati ogni giorno da migliaia di turisti. Ce ne sono anche altri più nascosti, che sarebbe un peccato dimenticare. Per questo la ringraziamo per la sua testimonianza e invitiamo tutti i nostri lettori a raccontarci quali sono i luoghi che vorrebbero veder rivivere. Perché Firenze possa conservare, più intatto possibile, tutto il suo passato.

MATTEO FRANCINI

[email protected]

Dicembre 2013 | 21

Page 22: Il Reporter Q4 - Dicembre 2013

diabete, numeri in crescita:in tanti non sanno di averloSi stima che a Firenze le personecolpite siano più di trentamila

“codice rosa”,oltre 2.200 casi

La notizia non è delle migliori: secondo l’associazione Diabete Italia, a Firenze 31.150 persone hanno il diabete e circa 9.100

non lo sanno. In provincia i casi di diabe-te sarebbero fi no a 85mila. Si tratta di dati ottenuti dall’associazione proiettando sull’area fi orentina le percentuali stimate per la Toscana: stando a questa lettura, solo due terzi, forse metà, dei casi di dia-bete sono diagnosticati. Il loro numero è in crescita a causa della sedentarietà, dell’obesità, della cattiva alimentazione e forse dell’inquinamento, così come per

l’aumento del numero di persone anziane nella popolazione toscana. Per il diabete di tipo 2 si parla addirittura di “diabesità”, termine che lascia intendere l’associa-zione fra l’obesità e questa malattia: “Se ben gestito, il diabete può incidere in modo limitato nella vita di una persona e sui costi del sistema sanitario – spiega Salvatore Caputo, presidente di Diabete Italia – ma la persona con diabete deve avere accesso all’educazione, ai farmaci, ai presidi e alle cure specialistiche del caso. Se queste risorse mancano, è più fa-cile che sviluppi seri problemi al cuore, al

cervello, ai reni, agli occhi e ai piedi, con conseguenze che hanno un impatto de-vastante sulla sua vita, sulla sua famiglia e sulla collettività, nonché ovviamente sui costi della sanità”. In Toscana le persone diagnosticate con diabete sono 220mila ma – nota l’associazione – considerando che soprattutto fra i 40 e i 65 anni mol-te persone non controllano la glicemia, è probabile che il loro numero reale sia superiore di un terzo. La percentuale di persone con diabete ha avuto un forte in-cremento: dal 3,7% del 2000 al 6% attua-le, con un aumento del 2,3% pari a una media di circa 7.600 casi in più all’anno. Toscana e Umbria hanno la percentuale più alta del Centro e Nord Italia, e questo potrebbe essere in parte dovuto a un’in-tensa attività di screening. “Mentre i casi di diabete aumentano, 800mila in più negli ultimi dieci anni in Italia, le risorse, già insuffi cienti, diminuiscono. Questo pone le basi di un’emergenza sanitaria ed economica”, aggiunge Caputo. Un’emer-genza che tocca da vicino anche i giova-ni: in Toscana mediamente si registrano – ogni anno – 90 nuovi casi di diabete di tipo 1 in età pediatrica. “Per una famiglia la diagnosi di diabete ha l’eff etto di un macigno che crolla addosso. È normale che all’inizio ci si senta inesorabilmente perduti: i sensi di colpa, la paura delle complicanze, l’ansia dell’ipoglicemia, la giornata vissuta solo in funzione del dia-bete – dice Sonia Toni, responsabile del centro regionale di diabetologia pedia-trica del Meyer – il messaggio che mai ci stancheremo di lanciare è che con il dia-bete si può vivere bene, basta conoscerlo e imparare a gestirlo”.

Per 2.259 volte, nei primi nove mesi del 2013 (da gennaio a settembre), altret-tante persone hanno bussato alle porte dei pronto soccorso di dieci Asl tosca-

ne per chiedere aiuto dopo violenze e maltrattamenti. Sono dati forti, che raccon-tano del successo di un percorso di accoglienza nato a Grosseto nel 2010 e adesso in fase di espansione in tutte le Asl toscane. Il “codice rosa”, questo il nome del progetto, parte da una stanza dedicata all’interno del pronto soccorso, alla quale accedono tutti gli specialisti che dovranno visitare la/il paziente. E si fa forte di un lavoro di squadra che vede la collaborazione di infermieri, ostetriche, medici, assistenti sociali, psicologi, magistrati e uffi ciali di polizia giudiziaria. Questa task force interistituzionale lavora per tutelare le fasce della popolazione più esposte a episodi di abusi e violenze: donne soprattutto, ma anche minori, anziani, disabili, omosessuali e immigrati. Dal prossimo 1° gennaio entreranno in questo progetto anche altre sei aziende sanitarie, e in questo modo il servizio sarà attivo in tutta la regione. Con l’ingresso di Massa Carrara, Pistoia, Firenze, Siena e delle aziende ospedaliero-universitarie pisana e senese, il territorio sarà interamente coperto: “Nelle aziende in cui viene applicato, il codice rosa sta dando buoni risultati – spiega l’assessore regionale al diritto alla salute Luigi Marroni – contribuendo a far emergere casi di violenza che altrimenti resterebbero sommersi, a tutelare le vittime e a perseguire i responsabili. Per questo abbiamo deciso di estenderlo a tut-ta la regione. La sua forza è il lavoro di squadra: mettere in rete tante competenze diverse, medici, infermieri, psicologi, assistenti sociali, magistratura, forze dell’or-dine, associazioni e centri antiviolenza per fare un’azione coordinata a sostegno delle fasce deboli, e nello stesso tempo perseguire gli autori dei reati”. A Firenze il codice rosa era già in funzione da gennaio scorso a Careggi (897 accessi nei primi nove mesi del 2013) e al Meyer (27 accessi). Dei 2.259 casi globalmente trattati in questo periodo (2.006 adulti e 253 minori), 2.139 sono stati maltrattamenti, 108 abusi e dodici maltrattamenti in seguito a stalking.

Benedetta Strappi

Giulia Righi

Il punto Violenze

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22 | Dicembre 2013

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24 | Ottobre 2013 Il Reporter per il sociale