Il nostro Paese 322

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IL NOSTRO PAESE Anno LXVI - 322 Dicembre 2014 STAN SOCIETÀ TICINESE PER L’ARTE E LA NATURA Sezione cantonale di Heimatschutz Svizzera

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Preview gratuita di un estratto dell'ultimo numero. Dicembre 2014.

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IL NOSTRO PAESEAnno LXVI - 322 Dicembre 2014

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SOCIETÀTICINESEPER L’ARTEE LA NATURA

Sezione cantonale di Heimatschutz Svizzera

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Impressum

Rivista trimestralefondata nel 1949organo della Società ticineseper l’arte e la natura - STAN

giàSocietà ticineseper la conservazione delle bellezzenaturali e artistiche,fondata nel 1908.

Sezione ticinesedi Heimatschutz Svizzera

www.stan-ticino.ch

RedattoreArch. Riccardo Bergossi

Redazione e amministrazioneDott.ssa Natalie Danzi-Paces

ContattiSTAN, via Borghese 426601 LocarnoTel. 091 751 16 25Fax 091 751 68 [email protected]@stan-ticino.ch

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Conto corrente postaleSocietà ticinese per l’artee la natura, 69-862-3

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La rivista esce anche grazieai contributi di

© 2014 Il nostro PaesePer la riproduzione di testi, fotogra-fie e disegni è necessaria l’autoriz-zazione della redazione.

Editoriale Benedetto Antonini 1 Missione compiuta!

Attività STAN 4 Comunicato stampa. No alla copertura di Palazzo Turconi: la STAN chiede fermezza al Cantone 5 Comunicato stampa: 14’897 sì per dare un futuro al nostro passato: ora è davvero tempo di agire!

Temi STAN Riccardo Bergossi 6 Estate 1914: il tramonto di un mondo Rosangela Cuffaro 8 Tra arte e turismo: dall’Esposizione permanente di Belle Arti all’Hôtel Bellevue au Lac Monique Bosco-von Allmen 12 Hôtel International au Lac, Lugano Riccardo Bergossi 16 Due hotel storici di architetti ticinesi in Italia Heimatschutz Gerold Kunz 18 Storico, autentico e ben gestito Patrick Schoeck-Ritschard 20 Rinnovamenti in auge Roland Flückiger-Seiler 22 Von der Tradition zur Moderne

Temi STAN Tiziano Fontana 26 Intervista all’architetto e storico dei giardini Marco Martella Riccardo Bergossi 30 San Nicolao della Flüe a Besso. La bellezza nascosta 38 Cittadini per il territorio, Massagno: nessuna volontà politica delle Autorità cantonali e comunali di cambiare rotta e arrestare il degrado del nostro territorio! Il Consiglio di Stato preoccupa, ma è impotente

Recensioni 40 Un futuro migliore per il Luganese? Natalie Danzi-Paces 41 Un architetto luganese a Boario Terme 43 Die schönsten Hotels der Schweiz / Les plus beaux hôtels de Suisse

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In copertina:Pian Povrò a Massagno: inizio della fine…(Foto: Marco Sailer)

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Missione compiuta dunque, ed è bello e giusto parlarne!L’iniziativa popolare legislativa generica “Un futu-ro per il nostro passato: per un’efficace protezio-ne del patrimonio culturale del territorio ticinese” è riuscita.Quasi 15’000 firme sono state consegnate alla Cancelleria dello Stato: oltre il doppio del mini-mo necessario. Senza esagerare, penso che sia un record cantonale, ma se mi sbagliassi sarebbe di certo almeno tra i top-ten!Non eravamo in molti, un anno fa, a credere nella riuscita della raccolta delle firme, quando abbia-mo redatto le prime bozze del testo per l’Iniziati-va. Ovviamente ci speravamo, ma di sicuro nessu-no immaginava il successo numerico che abbia-mo conseguito.Non ci stancheremo mai di esprimere il nostro sentito ringraziamento a chi ha dato suggerimen-ti tattici e tecnici, a chi ci ha sostenuti material-mente e moralmente, a chi si è sobbarcato l’im-portante lavoro della raccolta delle firme.Come in un tappone di montagna, uno di quelli che decidono le sorti del Tour, la corsa si compone tuttavia di diversi traguardi volanti: per ora abbia-mo alle spalle il primo, quello del lancio dell’inizia-tiva, insieme ai “cugini ”Cittadini per il territorio”, con i quali è stata promossa in parallelo l’Iniziativa gemella“Spazi verdi per i nostri figli”. Loro e noi abbiamo approfittato di simpatiche sinergie che hanno certamente contribuito a questo duplice

successo. Siamo transitati poi sotto lo striscione di un traguardo della montagna, senza dubbio un colle di prima categoria, quello della raccolta del-le firme indispensabili. Abbiamo pedalato molto, sudato altrettanto, ma lo abbiamo superato alla grande, con le braccia al cielo. Subito, però, dob-biamo chinarci di nuovo sul manubrio, aggiustare il cambio e concentrarci sulla strada che ci resta da percorrere e che si preannuncia ancora lunga e difficile.Questo impegno lo dobbiamo a tutte le persone che con la loro firma ci sono stati di sprone, in-citandonci a continuare impavidi questa nostra missione.I passi futuri sono ancora numerosi: l’annun-cio della riuscita dell’Iniziativa dovrebbe limitarsi a una pura formalità, dopo di che il testo della medesima dovrà essere studiato dai servizi tecni-ci e giuridici del Dipartimento del territorio. Essi lo dovranno configurare in modifiche di legge che traducano fedelmente i suoi cinque postulati formulati nel testo del. La STAN è ovviamente di-sponibile a lavorare con chi sarà chiamato ad oc-cuparsene direttamente mettendo a disposizione la sua esperienza nella materia e per , infondere coraggio riformatore.Le proposte dovranno poi essere fatte proprie dal Consiglio di Stato, il quale, con apposito messag-gio, dovrà proporle al Granconsiglio che, a sua volta, si spera, le approverà.E qui potrebbe dirsi conclusa la prima tappa. Ma

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Villa Olga a Cassarate,salvata ma… sommersa.(Foto: © Enrico Minasso)

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pauperamento di paesaggi cari e familiari, punti di riferimento della memoria storica collettiva.Il tema della memoria, termine che, d’altronde, sta alla radice della qualità di monumento, è una componente imprescindibile della Convenzione europea del paesaggio, la quale, dopo averne riconosciuto il ruolo fondamentale per la qualità del vivere e per l’equilibrio psichico del singolo e della società, chiede agli stati membri, tra cui la Svizzera – che l’ha ratificata nel giugno del 2013 – di adoperarsi affinché le componenti del pae-saggio culturale e di quello naturale possano be-neficiare di una tutela intelligente e rigorosa. Con le opportune modifiche di legge, il salto di qualità formale dovrà avvenire con la riforma dell’Inventario dei beni culturali protetti e questo su diversi piani.Il primo è quello dell’esplicitazione dei criteri scientifici che permettono di dichiarare protetto un bene e, segnatamente, un bene immobile. Il secondo consiste nella revisione delle molte iscri-zioni parziali e quindi del tutto desuete, ottocen-tesche, presenti nell’Inventario dei beni protetti da tempo immemore. Basti un esempio tratto dalla versione elettronica consultabile da tutti e concernente Bellinzona: si legge infatti “para-petto in ferro battuto”, senza che sia protetta la facciata o meglio l’edificio sul quale il parapetto stesso figura in bella mostra, oppure il “capitel-lo” o “colonna” di un determinato edificio, senza riguardo alcuno per l’edificio in cui si trova l’uno o l’altro.Il terzo punto sta nell’integrazione nell’Inventario dei beni immobili che sono già stati individuati come meritevoli di protezione cantonale; il quarto

affinché le cose cambino davvero, occorrerà agire tempestivamente anche sulla revisione dei Piani regolatori e, “dulcis in fundo”,sull’applicazione delle nuove norme nell’ambito dell’esame delle domande di costruzione. Non so-lo, ma dovrà pure essere incrementata la vigilanza sulla manutenzione degli immobili che verranno inclusi nell’Inventario dei beni culturali protetti, per evitare qualsiasi speculazione sul loro degra-do “naturale”. Sia detto di transenna: come non ricordare gli incendi degli edifici a carattere mo-numentale come il sanatorio di Agra, il Palace o ancora la palazzina in stile “liberty” all’estremità nord di via F. Pelli a Lugano?Il testo dell’Iniziativa contiene prudentemente una norma transitoria (vedi punto 4 -Misure d’ur-genza) per evitare sempre possibili fughe in avanti e nelle mani STAN resta pur sempre il diritto di ricorso, di cui sarebbe felice se non fosse costretta a farne uso tanto sovente. Per questo chiediamo che l’impegno richiesto al Cantone di farsi pro-motore di una intensa, capillare e continua infor-mazione possa essere messo in atto da subito, senza attendere i tempi necessariamente lunghi dell’iter legislativo.La STAN spera di poter contare sulla vigilanza di buona parte delle cittadine e dei cittadini che hanno firmato l’Iniziativa, e non mancherà di agi-re qualora le giungessero segnalazioni ben fon-date.Sembra infatti che la popolazione abbia apprez-zato il fatto che la STAN abbia finalmente deciso di agire, e di farsi voce di quella “maggioranza si-lenziosa” che assisteva con sgomento alla demo-lizione progressiva del suo quadro di vita, al de-

Oratorio della Gerettaa Paradiso.

A sinistra ieri(foto: Manuela Mazzi)

a destra oggi(foto: © Enrico Minasso)

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avvenire criticamente, poiché talune porzioni di territorio che il Consiglio federale ha dichiarato protette, nel frattempo sono mutate rispetto al momento del rilevamento dei luoghi. Tuttavia, lo spirito che ha permesso di stabilire un metodo di giudizio applicabile a tutta la Svizzera e di trarre le dovute conseguenze, rappresenta indubbiamen-te una base scientifica e un fatto culturale degno del massimo rispetto.Con un siffatto nuovo Inventario il Cantone si tro-verebbe attrezzato convenientemente, per lo me-no sulla carta, per imprimere una svolta degna di questo nome, a favore della gestione oculata del territorio, dove la sedimentazione storico-cultura-le troverebbe degna considerazione. La STAN è consapevole che la gestione del nuovo Inventario rappresenta un lavoro amministrativo importan-te, di mole superiore a quello che le forze ora at-tive nell’Amministrazione possono svolgere. Sarà pertanto ineluttabile dotare questi servizi delle necessarie forze e anche di adeguate risorse fi-nanziarie.Cari lettori, la conclusione non può essere che una: abbiamo dato inizio ad un profondo cambia-mento politico che non sarà privo di conseguenze pratiche. Ne eravamo ovviamente coscienti fin da quando abbiamo dato i primi colpi di pedale. Se così sarà ne andremo fieri, perché avremo contri-buito alla conservazione della storia, della cultura e della bellezza del nostro territorio, ossia della casa di noi tutti. E ci mancherebbe che non agis-simo con determinazione e con amore per la sal-vaguardia della nostra casa. Chi non lo farebbe?

è l’integrazione nell’Inventario cantonale dei beni meritevoli di protezione, ma finora ritenuti di se-conda categoria e segnalati ai comuni perché ne sancissero la protezione per il tramite di un’appo-sita modifica del loro Piano regolatore. Questo modo di fare, peraltro insito nella legge del 1995, data dell’entrata in vigore della mede-sima, si è rivelata una scelta debole e inefficace (“... se il Cantone vuole che Villa Galli venga pro-tetta venga qui lui a proteggerla e non si lavi le mani ribaltando l’incombenza su di noi, ...”, di-cevano i consiglieri comunali di Melide nell’ormai storica seduta del 2012). Oggi, occorre ricordarlo, se un comune si rifiuta di dichiarare la protezione di uno, di alcuni e magari di tutti gli immobili pro-posti da Cantone, potrebbe farlo senza tema di sanzione. A meno che cittadini attenti e sensibili o qualche associazione non interpongano ricor-so, argomentando sulla scorta dell’inadeguatezza del PR o della lesione dei principi della Convenzio-ne europea del paesaggio. Qualcuno ha accusato gli iniziativisti di voler decurtare la competenza dei comuni. Ebbene, per esperienza vissuta, pos-so affermare che molti Municipi sarebbero con-tenti di essere esentati da questo compito, talora impopolare e per lo svolgimento del quale sono raramente attrezzati.Il quinto capitolo del nuovo Inventario dei Be-ni culturali protetti consiste nella presa in conto dell’Inventario federale degli insediamenti da pro-teggere (ISOS). È doveroso ricordare che già nel 2009 la sua portata giuridica è stata radicalmen-te modificata e rafforzata dal Tribunale federale mediante la nota sentenza di Rüti/Zh. La presa in considerazione e l’integrazione dell’ISOS dovrà

Via Pelli a Lugano,un angolo urbanodove il passato è statorimosso completamente(foto: © Enrico Minasso)

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4 Comunicato stampa

L’Accademia di Mendrisio chiede un incontro chiarificatore sul no del Canto-ne alla copertura della corte interna di Palazzo Turconi? Per tutta risposta, la STAN si riserva a sua volta di sollecitare un incontro analogo, qualora la deci-sione negativa sulla domanda di costruzione fosse rimessa in discussione dagli organi decisionali competenti. La Società ticinese per l’arte e la natura auspica pertanto che il Cantone ribadisca la sua posizione con la necessaria fermezza.

Il progetto per la copertura dell’ex Ospedale Beata Vergine è già stato preavvi-sato negativamente a più riprese dalle competenti autorità cantonali, ricorda la STAN meravigliandosi che, a fronte dell’obbligo di preservazione integrale della sua sostanza imposto dalla protezione cantonale secondo la Legge sui beni culturali (LBC) e indicato anche tra gli obbiettivi di salvaguardia dell’ISOS e della recente risposta del Consiglio federale in proposito, l’Accademia insista nel voler portare avanti un progetto che non garantisce il rispetto della LBC, del preavviso negativo dell’Ufficio beni culturali e della Commissione federale dei beni culturali nonché del preavviso del Dipartimento del territorio e degli obblighi federali in materia di protezione degli insediamenti.

Lo scorso agosto, la STAN si era appellata ai consiglieri federali Berset e Schneider‐Amman: il primo, in qualità di responsabile politico del Dipartimen-to federale preposto alla redazione e valutazione dell’Inventario federale degli insediamenti svizzeri da proteggere e alla vigilanza in materia di rispetto della legge federale sulla protezione della natura e del paesaggio; il secondo, in qualità di responsabile politico del Dipartimento federale preposto all’applica-zione della Legge sull’aiuto alle università.

Infatti, oltre a contravvenire alle disposizioni vincolanti dell’ISOS, il progetto cal-deggiato dall’Accademia avrebbe leso l’integrità di Palazzo Turconi (bene pro-tetto inventariato dalla stessa Confederazione!) e, paradossalmente, avrebbe potuto beneficiare degli aiuti finanziari di Berna nell’ambito della legge federale sull’aiuto alle università. Un paradosso prontamente denunciato dalla STAN.

Locarno 19 dicembre 2014

No alla coperturadi Palazzo Turconi:la STAN chiede fermezzaal Cantone

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5 Comunicato stampa

14’897 firme raccolte in due mesi, oltre il doppio delle 7’000 necessarie per la sua riuscita.

Il brillante risultato dell’iniziativa cantonale generica “Un futuro per il nostro passato” promossa dalla STAN (Società ticinese per l’arte e la natura) e soste-nuta da diverse associazioni e personalità, è l’espressione inequivocabile della volontà dei firmatari di tutelare maggiormente il nostro patrimonio storico-architettonico e di mettere un freno alla sua distruzione.

I recenti gravi casi di demolizione di importanti beni culturali – l’ultimo in or-dine di tempo l’abbattimento di Villa Galli a Melide – hanno depauperato gravemente il nostro territorio. Il successo dell’iniziativa è un segnale forte e imprescindibile all’indirizzo delle autorità cantonali, e soprattutto comunali, affinché non si sottraggano al loro compito di dare una risposta efficace all’e-mergenza in materia di tutela del paesaggio.

Gli strumenti per farlo non mancano: le basi legali già esistenti potranno e an-dranno integrate con il sollecito completamento dell’Inventario cantonale dei beni culturali protetti, con l’Inventario federale degli insediamenti svizzeri da proteggere (ISOS) per quel che concerne sia le modifiche di Piano regolatore, sia le domande di costruzione.

La STAN, che da anni si batte strenuamente per la difesa dei nostri beni cultu-rali, ringrazia tutti coloro che si sono adoperati per la riuscita dell’Iniziativa – le associazioni di cittadini, i movimenti, i partiti politici (Verdi e PS) e i sindacati – per il loro contributo nella raccolta delle firme e, soprattutto, i cittadini e le cittadine che l’hanno sottoscritta.

La STAN assicura sin d’ora che sarà vigile, affinché questo grande segnale de-mocratico abbia un seguito tempestivo nelle dovute sedi politiche.

Locarno, 16 dicembre 2014

14’897 sì per dareun futuro al nostro passato:ora è davvero tempodi agire!

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