Benvenuti nel nostro paese! - schoolnet.eni.it · Il viaggio alla scoperta del proprio Paese parte...

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Benvenuti nel nostro paese! Guida per gli insegnanti

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Benvenuti nel nostro paese!Guida per gli insegnanti

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Benvenuti nel nostro paese!Guida per gli insegnanti

Indice

Perché questo progetto

I bambini raccontano

Ci vuole un filo

Come lavorare con i bambini

Realizziamo il nostro storyboard: guida passo per passo

E ora, pronti a partecipare

Approfondimento

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Guida per Gli inseGnanti

Perché questo progetto

Introduzione

Le domande e curiosità che i bambini si pongono sulla vita quotidiana dei loro coetanei che vivono altrove sono molte: Com’è la scuola negli altri Paesi del mondo, magari lontanissimi da noi? In quale lingua parlano i bambini che ci abitano? E come ci si saluta quando ci si incontra la mattina? Per provare a rispondere a queste curiosità in modo emozionante e divertente e stimolare la conoscenza dei Paesi lontani, delle loro tradizioni e della loro identità è nato il progetto BENVENUTI NEL NOSTRO PAESE!

Questo progetto coinvolge le scuole di 14 diversi Paesi del mondo:

Gli obiettivi

Scopo dell’iniziativa è coinvolgere i bambini stimolandoli a raccontare e rielaborare in modo creativo le tradizioni, la storia, le caratteristiche del proprio Paese: il lavoro di ricerca dei ragazzi sarà un modo significativo per rinnovare la memoria e rinforzare l’identità e il senso di coesione della comunità in cui vivono. Allo stesso modo, la conoscenza delle tradizioni di altri Paesi potrà essere per i bambini uno stimolo per la scoperta e l’apertura nei confronti di contesti diversi; li inviterà a scambiare,

Benvenuti nel nostro paese!

US - Alaska

Algeria Angola Australia Congo Ghana

Indonesia Kazakhstan Mozambico Norvegia Pakistan

Timor-Leste Ucraina Venezuela

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stabilire contatti, mettersi nei panni degli altri, e ad abbattere le barriere, avvicinandosi a coetanei di mondi apparentemente lontanissimi. Insomma, ad aprire alcune finestre sul mondo. Ecco in maniera sintetica gli obiettivi del percorso:• invitare gli alunni delle scuole primarie a raccontare ad altri bambini il proprio Paese, assumendo

così il ruolo di guide alla pari in un viaggio attraverso i continenti;• far conoscere ai bambini altri Paesi, oltre al proprio, grazie ai racconti diretti, le informazioni

e le immagini su aspetti comuni e condivisi della “cultura dei bambini” e della vita quotidiana dei piccoli nei diversi contesti;

• valorizzare la diversità culturale: le specificità e le abitudini differenti presenti nei diversi luoghi e Paesi;

• proporre ai bambini diversi punti di vista e modalità concrete attraverso i quali uno stesso tema viene vissuto e interpretato qui e là;

• sollecitare i bambini a rintracciare le differenze fra sé e gli altri, ma anche le molteplici analogie nei racconti dei Paesi, dal momento che tutti i bambini del mondo giocano, fanno festa, imparano… in qualunque contesto essi vivano;

• sviluppare atteggiamenti di curiosità, di apertura e di dialogo interculturale nei confronti degli altri e fra i bambini del mondo.

Come si partecipa

Ogni scuola è invitata a partecipare all’iniziativa realizzando, con fantasia e creatività, lo storyboard per un cortometraggio animato che racconti in modo originale il proprio Paese.Lo storyboard della classe dovrà essere composto da immagini realizzate con la tecnica preferita: disegno, collage, fotografia, pittura... Alle immagini, per raccontarne le caratteristiche e aggiungere informazioni, dovrà essere abbinato un testo di commento.Questa guida insegnanti vi accompagnerà nella realizzazione dell’elaborato, dandovi spunti, idee e suggerimenti su come lavorare con i bambini.Una volta realizzato il proprio storyboard, la classe potrà inviarlo via mail (dopo averlo fotografato o scansionato) o per posta in versione cartacea alla giuria del concorso. Tutti i prodotti inviati saranno ospitati in un’apposita galleria sul sito SCHOOLNET; nascerà così una sorta di atlante narrato e illustrato dei Paesi, realizzato dai bambini. Lo storyboard più bello e interessante verrà trasformato da un illustratore professionista e diventerà un bellissimo cortometraggio animato di 3/5 minuti, pensato come un “diario di viaggio” che, attraverso lo sguardo dei bambini, sarà pubblicato on line e farà conoscere il vostro Paese al mondo intero! La scelta di trasformare lo storyboard prescelto in un cartone animato nasce dalla consapevolezza dell’efficacia comunicativa ed educativa di questo mezzo espressivo. Esso utilizza un linguaggio – quello dell’animazione – che è immediato e trasparente e ha un’impostazione coinvolgente perché sollecita capacità e sensi diversi: la vista e l’udito, l’immaginazione e la fantasia.

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I bambini raccontano

Ti racconto il mio Paese. I bambini diventano guide

Il progetto prevede il racconto in prima persona dei bambini; saranno loro stessi a narrare le caratteristiche dei luoghi in cui abitano e a descrivere le abitudini della vita quotidiana dei loro Paesi che ritengono più importanti e che vogliono condividere. Essi diventano le guide esperte che accompagnano questo viaggio che ci porta in ambienti e paesaggi davvero diversi.Ma noi insegnanti, come possiamo sollecitare il racconto dei bambini sul loro Paese? Quali temi possiamo mettere al centro del racconto per immagini e parole? Nelle pagine seguenti, vi proporremo alcune idee e proposte di temi per comporre le narrazioni, definire la trama e scandire il racconto. Si tratta solo di indicazioni, che l’insegnante potrà decidere di seguire o meno, trattando alcuni dei temi suggeriti o traendone ispirazione per trovarne altri, nuovi e originali.

Noi siamo qui: mappe e punti di partenza Il viaggio alla scoperta del proprio Paese parte dal luogo in cui i bambini abitano e dalla scuola in cui imparano, scambiano, giocano. Per poter assumere il ruolo di guida è importante definire il luogo dal quale si parte, il vicino e il noto. Per allargare lo sguardo all’esterno, bisogna infatti partire dallo sguardo rivolto a se stessi. Possiamo quindi invitare i bambini a raccontare prima di tutto la loro città o villaggio, gli ambienti conosciuti, il ritmo delle giornate, gli oggetti che accompagnano le loro attività, il colore del cielo e il sapore dei giorni.Prendiamo innanzitutto un planisfero (quello di Peters) e una carta del nostro Paese e indichiamo il luogo in cui abitiamo (la città o la regione). I bambini potranno raccontare il tragitto dal posto in cui vivono fino alla scuola: con quale mezzo vanno a scuola; che cosa vedono; qual è il paesaggio che li circonda, come cambia nel corso del tempo e delle stagioni… Altri potranno descrivere e definire in maniera più precisa il loro territorio e indicarne anche la latitudine e la longitudine. Definito il punto di partenza, possiamo partire alla scoperta del nostro Paese e di ciò che lo caratterizza e lo rende unico al mondo, pur se strettamente connesso agli altri contesti, vicini o lontani.

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A partire dal nome Il nome è il primo elemento che caratterizza le persone e i luoghi. Come si chiama il Paese in cui abitiamo? E perché si chiama così? Oltre al nome ufficiale, ci sono altre formule per indicarlo, che hanno a che fare con le sue caratteristiche o la sua identità? A partire dalla denominazione – o dai cambiamenti del nome che si sono succeduti nel tempo – possiamo fare un tuffo nella storia del nostro Paese e ripercorrere gli eventi più importanti che hanno segnato il suo cammino. Gli alunni potranno fare piccole ricerche, anche intervistando gli adulti e gli insegnanti, sul nome del Paese e su quello del luogo in cui vivono e sui loro significati. Si potranno ripercorrere, attraverso il nome, anche i cambiamenti e le tappe più significative della storia nazionale.

Bandiera, numeri e altri simboli

Oltre al nome, altri segni e simboli caratterizzano il nostro Paese e lo presentano al mondo. Vi è la bandiera, ad esempio, che è fatta di immagini, colori e segni dei quali è importante scoprire i significati e le origini. Vi è l’inno nazionale che molti bambini imparano a cantare fin da piccoli a scuola e nelle occasioni delle feste civili. Ma vi sono anche altri oggetti o segni che rappresentano un Paese oppure lo evocano, come i monumenti o l’immagine della sua capitale.Nella descrizione del nostro Paese non possiamo naturalmente non indicare dove sta: i suoi confini e la sua collocazione geografica. E non possiamo non raccontare i suoi “numeri”: quanti abitanti ci sono, quali sono l’estensione e la sua moneta. Gli alunni potranno disegnare la bandiera, indagare sui significati dei simboli che essa racchiude e rappresentare alcuni monumenti nazionali o edifici importanti. Possono anche proporre una parte dell’inno nazionale e dei suoi significati. Attraverso questionari e interviste agli adulti, gli alunni possono approfondire altri aspetti che connotano il Paese: gli abitanti e le trasformazioni della popolazione; le risorse e le attività produttive...

Paesaggi e ambienti diversi

Il nostro Paese racchiude paesaggi e ambienti diversi. Vi sono le grandi città e i piccoli centri che hanno profili diversi sulla linea dell’orizzonte. Vi sono le montagne e le pianure, i laghi e le foreste; le colline e i ghiacciai... Il clima diverso ha modellato con il tempo la terra e costruito le differenze di ambiente, paesaggio e modi di abitare tra le diverse parti del nostro pianeta. Attraverso le immagini e i racconti, gli alunni possono rappresentare e descrivere la varietà dei paesaggi, il clima, la flora e la fauna; il susseguirsi delle stagioni, del tempo delle piogge o della siccità… Altri potranno scegliere un animale che rappresenta il loro Paese e descriverne le abitudini, i modi di vivere, l’ambiente e le storie che ad esso sono legate.

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Noi parliamo così

La diversità linguistica è una delle ricchezze più importanti del pianeta. Quale lingua /quali lingue si parlano nel nostro Paese? Quali sono gli alfabeti e le scritture diffuse nel Paese e quale la lingua/le lingue che i bambini imparano a scuola?A partire dalla biografia linguistica dei bambini coinvolti nel progetto, allarghiamo lo sguardo sulla varietà dei codici orali e scritti diffusi nel Paese, consapevoli del fatto che ogni lingua, sia essa orale o scritta, ha pari valore e dignità. Come si scrivono i nomi dei bambini coinvolti nella grafia originaria? E come si pronunciano? Il nome, simbolo della storia individuale, può essere il punto di partenza per scoprire scritture e alfabeti. A partire dai loro nomi e dalle lingue parlate, i bambini possono rappresentare l’albero delle lingue presenti nella loro classe, nel gruppo dei compagni o nella scuola.Gli alunni possono allargare lo sguardo sulle lingue parlate nel Paese e sulle ragioni che hanno portato alla diffusione dell’una o dell’altra.

Piccolo vocabolario del nostro Paese

Possiamo costruire un piccolo vocabolario nella lingua/nelle lingue diffuse nel nostro Paese, riportando a fianco la trascrizione dei termini nell’alfabeto fonetico internazionale, in modo che ciascun bambino possa, se vuole, salutare, denominare, contare in quella lingua. Saranno i bambini stessi a scegliere quali nomi mettere nel vocabolario. Suggeriamo di inserire: i saluti e le forme di saluto; le formule di cortesia (grazie, per favore…); i numeri da uno a dieci; i nomi dei giochi più popolari; i nomi di alcuni cibi speciali e golosi…

Andiamo a scuola

Tutti i bambini del mondo – o ancora, purtroppo, quasi tutti – vanno a scuola; imparano insieme, leggono, scrivono, studiano. Com’è la scuola nel nostro Paese? Che cosa studiamo? Quali sono le attività quotidiane e come sono le relazioni tra gli alunni e gli insegnanti? I bambini possono raccontare una loro giornata o settimana/tipo a scuola, a partire dall’arrivo e dal saluto. Com’è la loro scuola, quali sono i suoi aspetti che apprezzano di più e quelli che vorrebbero cambiare?Un’attenzione particolare può essere data all’organizzazione della scuola nel Paese e alle materie che si studiano.

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Il cibo e le feste

Un viaggio non è tale se non prevede soste, celebrazioni e momenti di convivialità. I bambini si possono soffermare sui racconti della vita quotidiana – che cosa mangiamo a pranzo o a cena ogni giorno? – ed evocare in questo modo i gusti e i disgusti e le abitudini più diffuse. Quali sono invece i cibi della festa, che caratterizzano un certo momento dell’anno? E che cosa succede durante questi giorni? Quali sono le feste più amate dai bambini? Come il cibo, anche la festa è un tema privilegiato per “fare” educazione interculturale. Nella festa confluiscono infatti aspetti legati al tempo, al calendario, alla religione, ai ritmi della vita, ai riti, all’abbigliamento. Possiamo raccogliere le ricette dei cibi della festa, immagini e racconti dei giorni di festa; riti, leggende e personaggi fantastici ad essi collegati; sorprese e doni. Possiamo anche riflettere sul capodanno: come e quando si festeggia? Vi possono essere calendari e modalità di contare il tempo diversi.

Una giornata insieme

Il nostro viaggio è iniziato dal luogo in cui viviamo per allargarsi poi sul nostro Paese: la sua forma, i paesaggi, le città, la lingua, il cibo… Ora ritorniamo da dove siamo partiti e proviamo a raccontare che cosa facciamo ogni giorno, condividendo con gli altri i ritmi e le emozioni. E naturalmente, partiamo dal saluto e dai riti di accoglienza e soprattutto dalla parola: BENVENUTO/BENVENUTI! Invitiamo i bambini a descrivere, anche con le immagini, gli aspetti della loro vita di ogni giorno che ritengono importanti. Per alcuni, si tratterà di attività quotidiane che sono anche impegni e forme di aiuto (a volte anche di fatica); per altri di raccontare una loro giornata trascorsa all’aperto, nel caldo o nel freddo che caratterizza il loro Paese.

Ci vuole un filo

Proposte per organizzare i racconti

Un proverbio diffuso in vari Paesi (perché anche i proverbi camminano e si spostano) dice che “ogni collana è fatta di perle ma è fatta anche del filo”. Come possiamo allora legare le produzioni dei bambini affinché abbiano un senso e una trama? Come possiamo dare unitarietà ai racconti?

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Come organizzare le narrazioni – per immagini e parole – in modo che diventino uno storyboard con un filo e una trama? Quale idea e “sfondo” proporre ai bambini per dare senso alle attività? Di seguito, presentiamo alcune proposte. Anche in questo caso, si tratta di suggerimenti aperti che potranno essere rivisti, integrati o modificati sulla base della creatività e della fantasia dei piccoli e dei grandi.

Le parole del nostro Paese

Una modalità semplice e immediata, adatta anche ai più piccoli, è quella di raccontare il nostro Paese seguendo un elenco di parole chiave scelte dai bambini. Possiamo così comporre un glossario illustrato che raccoglie storie, immagini, informazioni, a partire dai termini che gli alunni individuano insieme e che ritengono salienti per descrivere il proprio Paese.

Taccuino di viaggio

Il racconto del Paese può svilupparsi attraverso la raccolta di immagini o fotografie prodotte dai bambini (cartacee oppure digitali). Quali sono i luoghi del cuore dei bambini? Quali immagini invierebbero ad amici lontani per raccontare il loro Paese? La raccolta delle immagini e delle didascalie racconta il Paese attraverso un taccuino di viaggio che descrive i luoghi, gli animali, gli oggetti, le persone e i personaggi.

Il nostro Paese attraverso i cinque sensi

Possiamo raccontare il nostro Paese servendoci dei nostri cinque sensi. Le tappe del nostro viaggio saranno allora definite da:• la visione: i colori del mio Paese; • il tatto: l’acqua e la terra, la neve e la sabbia…• l’olfatto: gli odori e i profumi della mia terra;• l’udito: i rumori, i suoni e le musiche che fanno da colonna sonora della vita quotidiana…• il gusto: il cibo e i sapori.

Il nostro Paese visto dall’alto e dal basso

Partendo dal luogo in cui i bambini abitano, proviamo a sorvolare il nostro Paese come un uccello. Avremo così una visione dall’alto e un po’ distante, ma non troppo, così da poter vedere luoghi, case, persone, animali; poter ascoltare parole e racconti e assistere ai giochi dei bambini. Possiamo scandire il viaggio in due modi: • il racconto dall’altro;• il racconto di 4 o 5 incontri con luoghi, persone, animali… dopo essere scesi a terra.

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In viaggio con... Scegliere un protagonista

Il racconto del Paese in cui abitiamo può mettere al centro uno o due protagonisti: un bambino e una bambina che vanno a scuola, giocano, mangiano, hanno caldo o hanno freddo… Essi diventano le guide di un viaggio che invita i lettori a immergersi nella vita quotidiana di coetanei che vivono altrove, ma che hanno tante storie in comune con i bambini del mondo.Possiamo anche affidare il ruolo di guida del nostro Paese agli animali che vi abitano.

Come lavorare con i bambini

Idee e suggerimenti

Le scuole dei Paesi coinvolti nel progetto BENVENUTI NEL NOSTRO PAESE! sono molto diverse fra loro, per organizzazione e impostazione didattica. Ogni insegnante sceglierà con i propri alunni la modalità di lavoro che meglio corrisponde alle caratteristiche della scuola e del gruppo/classe. Di seguito, proponiamo alcune indicazioni metodologiche che, pur nella libertà di ciascuno, potranno essere comuni ai gruppi coinvolti. Lavorare in piccoli gruppi

Un’attenzione condivisa può essere quella di far lavorare i bambini in piccoli gruppi, attribuendo a ciascun gruppo un compito, una parola chiave, un tema da indagare e descrivere. I gruppi possono essere omogenei per età oppure unire alunni di età diverse.

Le tappe del percorso

Le tappe del percorso prevedono, come per ogni progetto in classe: • la fase di motivazione e avvio;• la fase di elaborazione/produzione;• la fase di raccolta e sistemazione.

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La raccolta dei materiali

La modalità di lavoro è, in ogni caso, attiva e cooperativa e si basa su:• interviste reciproche fra i bambini;• interviste agli adulti;• raccolta di racconti orali;• ricerca di materiali cartacei;• ricerca attraverso internet.

Anche i lavori realizzati dai bambini dei vari Paesi saranno ovviamente diversi, ma proprio la valorizzazione di questa diversità fa parte degli obiettivi del progetto.

Realizziamo il nostro storyboard: guida passo per passo

Primo passo: via libera alle idee!

All’inizio del percorso, motiviamo gli alunni bambini proponendo loro di raccontare il loro Paese ad amici che abitano lontano (Immaginiamo di raccontare il nostro Paese a bambini che abitano lontano. Come possiamo farlo?). Partiamo innanzi tutto dalla nostra presentazione: • chi siamo: autoritratti e disegni di gruppo; • dove abitiamo: il nostro punto di partenza; • com’è la nostra scuola: immagine e descrizione.

Secondo passo: al lavoro!

A questo punto possiamo allargare il nostro sguardo e pensare a come possiamo raccontare il nostro Paese. Attraverso la conversazione libera, i bambini suggeriscono piste di lavoro, parole chiave, temi da trattare, scelti fra quelli proposti in precedenza o indicandone altri.

Definiti il tema o i temi più interessanti e la modalità di raccontare che ha offerto più spunti e argomenti di cui parlare, troviamo un filo che li unisce, che, anche in questo caso, può essere scelto fra quelli proposti o fra altri suggeriti dai bambini.

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Concentriamo le informazioni con un indice dettagliato delle cose di cui vogliamo parlare. Facciamo sì che siano legate tra loro, in modo semplice e lineare, e che possano emozionare o stupire chi le scoprirà. Non dimenticate che dal vostro lavoro dovrà nascere un cortometraggio dedicato al vostro Paese!

Terzo passo: spazio ai racconti e alle immagini

Dopo aver definito temi e caratteristiche del nostro storyboard, è il momento di produrre e di elaborare, in gruppo e da soli.

Definiamo i compiti e organizziamo il lavoro dei bambini, che dovranno realizzare le immagini dello storyboard: disegni, “quadri” a matita, penna o tempera, fotografie che illustrino le cose più importanti...

Raccogliamo e componiamo le immagini, disponendole nel modo prestabilito. Perché le immagini siano più facili da comprendere, ricordiamo di aggiungere un testo che racconti il loro contenuto.

Ricordiamo che le cose di cui parliamo, che a noi sembrano scontate, possono essere del tutto nuove per chi non conosce bene il nostro Paese. Descriviamo tutto in modo semplice e chiaro, ricordandoci che parliamo ai bambini di tutto il mondo.

E ora, pronti a partecipare

Come realizzare gli elaborati e partecipare al concorso

Ogni classe è invitata a realizzare uno storyboard che sarà la base per un cartone animato che presenti in modo originale il loro Paese/regione. Lo storyboard dovrà essere un “racconto per immagini” composto da una serie di disegni o fotografie (massimo 15), ciascuno con un breve commento scritto che spieghi cosa vi è raffigurato.

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Ecco un esempio di come comporre ogni immagine:

Spazio per l’illustrazione: qui potete disegnare o incollare l’immagine

Testo di commento: descrivete cosa avete rappresentato

Lo storyboard dovrà avere un titolo ed essere accompagnato da un testo generale di presentazione che ne descriva in modo dettagliato il contenuto: di cosa si parla e quali sono gli argomenti principali.Una volta realizzato il vostro lavoro, inviatelo seguendo le indicazioni del regolamento.Gli elaborati saranno esaminati da giurie nazionali qualificate, secondo i seguenti criteri di valutazione: attinenza al tema, ricchezza e originalità del lavoro, chiarezza comunicativa. Per informazioni: www.schoolnet.eni.it e [email protected]

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Approfondimento

Per conoscere e per conoscersi

L’educazione interculturale alla base del progettoIl progetto BENVENUTI NEL NOSTRO PAESE! trova i suoi riferimenti pedagogici nell’idea interculturale e cerca di tradurla in pratica educativa, attraverso un’azione concreta legata al viaggio, alla scoperta, al racconto e al dialogo fra i bambini che abitano in luoghi diversi del pianeta.L’educazione interculturale rappresenta l’idea pedagogica di fondo valida per tutti i contesti poiché comprende l’educazione alla pace, al dialogo e al rispetto degli altri. L’approccio interculturale si propone di agire, come abbiamo visto, sulla dimensione cognitiva, attraverso maggiori conoscenze sul mondo. E si propone di agire sulla dimensione relazionale e affettiva, promuovendo atteggiamenti di curiosità, apertura, vicinanza, empatia. Di seguito, presentiamo alcune definizioni e dichiarazioni sul tema dell’educazione interculturale proposte da organismi internazionali.

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DEfINIzIONI E DIChIARAzIONI

“Chi dice interculturale dice necessariamente, sottolineando il prefisso inter-, interazione, scambio, apertura, reciprocità, solidarietà obiettiva. Dice anche, dando il pieno senso al termine cultura, riconoscimento dei valori, dei modi di vita, delle rappresentazioni simboliche alle quali si riferiscono gli esseri umani, individui e società, nelle loro relazioni con l’altro e nella loro comprensione del mondo; riconoscimento della diversità, riconoscimento delle interazioni che intervengono di volta in volta tra i molteplici registri di una stessa cultura e fra differenti culture, nello spazio e nel tempo”. (Unesco 1980)

“La cultura assume forme diverse nel tempo e nello spazio. La diversità si rivela attraverso gli aspetti originali e le diverse identità presenti nei gruppi e nelle società che compongono l’umanità. Fonte di scambi, di innovazione e creatività, la diversità culturale è, per il genere umano, necessaria quanto la biodiversità per qualsiasi forma di vita. In tal senso, essa costituisce il patrimonio comune dell’Umanità e deve essere riconosciuta e affermata a beneficio delle generazioni presenti e future”. (Unesco 2001)

“L’educazione interculturale è un’educazione che apre gli occhi ai cittadini sulle realtà del mondo e li impegna a partecipare alla realizzazione di un mondo più giusto e più equo, un mondo di diritti umani per tutti... L’educazione interculturale comprende l’educazione allo sviluppo, l’educazione ai diritti umani, l’educazione allo sviluppo sostenibile, l’educazione alla pace e alla prevenzione dei conflitti, in quanto elementi globali dell’educazione alla cittadinanza”. (Dichiarazione di Maastricht, 2002)

“I processi di globalizzazione rendono ormai possibile incontri, prestiti, scambi sistematici. Questi nuovi legami transculturali possono facilitare molto il dialogo interculturale. Ripensare le nostre categorie culturali e riconoscere le fonti multiple delle nostre identità ci aiuta a dimenticare le differenze, privilegiando la nostra capacità ad evolvere mediante le interazioni reciproche”. (Rapporto mondiale n.2, Unesco 2009)

“Il dialogo interculturale dipende in gran parte da competenze interculturali, cioè dall’insieme complesso di capacità che sono necessarie per interagire opportunamente con persone diverse da sé. Per natura, tali capacità sono essenzialmente comunicative, ma esse suppongono che si sia capaci di riconfigurare i punti di vista sul mondo e l’idea che se ne ha, poiché non sono tanto le culture quanto le persone – gli individui e i gruppi, in tutta la loro complessità e con le appartenenze molteplici – a essere coinvolti nel processo di dialogo”. (Investire nella diversità culturale e nel dialogo interculturale, Rapporto mondiale n.2, Unesco 2009).

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PAROLE ChIAVE INTERCULTURALI

Le definizioni e le dichiarazioni ufficiali sottolineano i concetti chiave di dialogo, interazione, riconoscimento delle diversità, che sono alla base dell’educazione interculturale. Richiamano anche un’idea di cultura che non è limitata alle forme “alte” del pensiero e dell’agire, ma che si estende ai quotidiani modi di vivere e di esprimersi propri di un gruppo sociale. Esse forniscono inoltre una rappresentazione della cultura che non è rigida nel tempo, ma che, al contrario, è il frutto degli scambi e dei passaggi tra le generazioni e tra i popoli. Di seguito, alcune parole chiave dell’educazione interculturale.

unità e differenza L’educazione interculturale si propone di costruire la coesione sociale a partire dalle molte diversità presenti nei contesti e nei Paesi.

competenza interculturale L’educazione interculturale si realizza attraverso l’acquisizione di conoscenze sugli altri e sul mondo e attraverso lo sviluppo di atteggiamenti di apertura, curiosità, capacità di decentramento e di empatia.

interazione e contatti L’educazione interculturale promuove buone relazioni fra uguali e diversi, cercando di ridurre gli stereotipi e i pregiudizi e di prevenire le distanze e le forme di esclusione.

reciprocità e dialogo L’educazione interculturale sostiene il dialogo, la convivenza e lo scambio fra soggetti appartenenti a culture diverse.

riconoscimento L’educazione interculturale ritiene importante conoscere e valorizzare i riferimenti e le diversità culturali e linguistiche presenti nei vari contesti.

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Aprire la mente, aprire il cuore

Raccontare il proprio Paese, e scoprire in questo modo altri contesti e abitudini, sviluppa le due dimensioni principali dell’educazione interculturale: quella cognitiva e quella emotiva. La prima dimensione si propone di allargare lo sguardo dei bambini sul mondo, attraverso nuove informazioni e conoscenze e suscitando ulteriori “perché”, rispetto a dati, abitudini e comportamenti. Ma la conoscenza da sola non basta. È una condizione necessaria ma non sufficiente perché si possono avere informazioni sugli altri senza che questo induca atteggiamenti di rispetto e di dialogo. La seconda dimensione da promuovere è allora quella relazionale e affettiva. Essa invita a sviluppare atteggiamenti di curiosità e condivisione nei confronti degli altri, ma sollecita anche i bambini a stabilire legami, mettersi nei panni di..., cogliere punti di vista diversi, condividere emozioni. In altre parole, a sviluppare l’empatia. Fare educazione interculturale vuole dunque dire agire in maniera efficace sulle due dimensioni: aiutare i bambini a diventare un po’ di più cittadini del mondo e aprire nello stesso tempo la mente e il cuore.

Tante diversità, tante corrispondenze

In questo percorso di racconto del proprio Paese e di reciproco avvicinamento alle abitudini degli altri, i bambini fanno una scoperta importante. Essi si rendono conto che, accanto alle molte differenze che connotano i Paesi e i modi di vivere, vi sono tantissime analogie nella vita di coloro che abitano luoghi diversi. Tutti i bambini, qualunque sia il loro luogo di vita, crescono, imparano, giocano, fanno nuove scoperte ogni giorno; provano paura e gioia; superano con coraggio piccole o grandi prove. Anche le storie che ascoltano o che vedono hanno spesso delle somiglianze fra loro. Vi sono, ad esempio, fiabe straordinariamente simili, anche se hanno protagonisti con nomi differenti che vivono in ambienti esotici. Attraverso le informazioni e la conoscenza degli altri, i bambini imparano così che nessuno è un’isola e che la storia degli uomini è fatta di scambi e di intrecci, di passaggi e reciprocità. È il frutto di stratificazioni continue sedimentate dal tempo e che si rinnovano continuamente. La scoperta delle analogie e delle differenze che si ritrovano in Paesi e contesti diversi rappresenta una tappa importante in un percorso di educazione interculturale. Essa insegna ai più piccoli che ci sono tante cose che differenziano le persone, ma molte di più sono quelle che le accomunano. Tutti i bambini e gli adulti del mondo hanno desideri, sentimenti, sogni e traguardi molto simili fra loro.

I Paesi sono un mosaico

Il viaggio nel proprio Paese diventa anche l’occasione per scoprire le differenze al proprio interno. Vi sono infatti modi di vivere e abitudini che sono propri della grande città e altri che sono caratteristici dei centri più piccoli o dei villaggi. Vi sono oggetti e racconti che si ritrovano soprattutto presso una parte della popolazione e altri che invece sono specifici dei territori vicini.

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E inoltre, i Paesi e le culture, come le persone, non stanno mai fermi, ma sono in continuo cambiamento e si trasformano in fretta, grazie agli scambi e ai contatti.Fra i 14 contesti che partecipano al progetto, vi sono Paesi enormi che si estendono su territori giganteschi al cui interno troviamo i deserti e le pianure, città popolatissime e piccolivillaggi.Altri Paesi sono più piccoli, ma sono a volte un crogiolo di genti e di etnie differenti, di lingue,religioni e riferimenti culturali.Anche i Paesi sono dunque, in molti casi, un mosaico di storie diverse e un insieme di molteplicidifferenze.La consapevolezza della diversità interna al proprio Paese allena i bambini a cogliere le sfumature e i punti di vista variegati e ad allargare lo sguardo anche verso l’esterno. L’attenzionealla pluralità che connota i Paesi e le culture sollecita i bambini ad avere una rappresentazionedi sé e degli altri più aperta e meno stereotipata. E li aiuta fin da piccoli a sviluppare un atteggiamento di rispetto per gli altri, per chi è diverso per alcuni aspetti, ma è anche molto simile a sé per tanti altri.

Progettazione editoriale: Giunti Progetti EducativiTesti: Graziella Favaro© 2013 Giunti Progetti Educativi© 2013 eni