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Canti di protesta politica e sociale

Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Tutti i testi

Aggiornato il 25/01/2021

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ilDeposito.org è un sito internet che si pone l'obiettivo di essere un archivio di testi e musicadi canti di protesta politica e sociale, canti che hanno sempre accompagnato la lotta delleclassi oppresse e del movimento operaio, che rappresentano un patrimonio politico eculturale di valore fondamentale, da preservare e fare rivivere.

In questi canti è racchiusa e raccolta la tradizione, la memoria delle lotte politiche e socialiche hanno caratterizzato la storia, in Italia ma non solo, con tutte le contraddizioni tipichedello sviluppo storico, politico e culturale di un società.

Dalla rivoluzione francese al risorgimento, passando per i canti antipiemontesi. Dagli innianarchici e socialisti dei primi anni del '900 ai canti della Grande Guerra. Dal primodopoguerra, ai canti della Resistenza, passando per i canti antifascisti. E poi il secondodopoguerra, la ricostruzione, il 'boom economico', le lotte studentesche e operaie di fine anni'60 e degli anni '70. Il periodo del reflusso e infine il mondo attuale e la "globalizzazione".Ogni periodo ha avuto i suoi canti, che sono più di semplici colonne sonore: sono veri e propridocumenti storici che ci permettono di entrare nel cuore degli avvenimenti, passando percanali non tradizionali.

La presentazione completa del progetto è presente al seguente indirizzo:https://www.ildeposito.org/presentazione/il-progetto.

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Questo canzoniere è pubblicato cura de ilDeposito.orgPDF generato automaticamente dai contenuti del sito ilDeposito.org.I diritti dei testi e degli accordi sono dei rispettivi proprietari.Questo canzoniere può essere stampato e distribuito come meglio si crede.CopyLeft - www.ildeposito.org

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'15 - '18(2014)

di Francesco "Ciccio" GiuffridaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: sicilianoIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/15-18

Calu la zappa e grapu lu tirrenu,lu votu e lu girìu jurnati sani,e sutta l’acqua o sutta lu sirenuci zappu oggi, ci tornu ’u ’nnumani.

Quantu cchiù soffru, ci suru, ci penu,tantu cchiù la surura si fa pani.Ma ora li simenti si pirdenu,scippati di la terra li viddani.

Ad ogni fossa ’n poviru cristianudoppu ca ’a zappa addivintau bicchinu;e lu vùrricu iù ccu li me manu,ora sulu la morti iu simìnu.Addivintau surdatu lu viddanu,Gorizia mmaliritta, chi distinu,li porci grossi supra a lana stanu,è carni capuliata lu mischinu.

Informazioni

Ispirata al libro Terramatta di Vincenzo Rabito

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'nterogermina detta Maria Stella(2010)

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: pugliese

Tags: lavoro/capitale, scuola/universitàIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/nterogermina-detta-maria-stella

Santu Precariu meu delle nsegnantefacce riconfermà a tutte quante...Voglio fare 'n dispetto ad Apicella (2)dedico 'no stornell'(oini oinà)a Mariastella.'NteroGelmina detta Mariastella (2)sto decretino tou (oini oina)pare ca tagliae chesta vocca toa pare che raglia.Cor fatto che ci ha messi a pecorone (2)ar bidello già je rode (oini oina)er chiccherone.Un'accortezza: camera e senato (2)n'è camera cor letto (oini oina)apparecchiato.Purtroppo, cribbio, c’è un inconveniente (2)te scappano asinate (oini oina)assai sovente.Ma l' asino, si sa, è più 'ntelligente,(2)se parlo d'asinate (oini oina)è lui che s'offende.e t'arisponne co du' o tre ragliate (2)e te consija de (oini oina)consija de non dì più cojonate.

Annate meno a scola pè decreto (2)pe fa le letterine (oini oina)le letterine basta l'alfabeto.Fatti nun foste a vive come bruti(2)ma pè studià ce vonno (oini oina)ma pe'studià ce vogliono du' mutuiLo scatto ch'hai bloccato lo rivojo(2)perché me l'hai fregato (oini oina)co' l'imbrojo.ce fai capì che non solo li scattice fai capì che puro la pensioneè regalìa de sante (oini oina) velignottone.e no , mo -mi consenta- me so rotto(2)aspetta ancora un pò,(oini oina)senti che botto!Che contro la Beata Ignoranza (2)Germì, nun basta più (oini oina)Santa Pazienza.E tocca dillo pur se fra li denti(2)sperare che Te corga (oini oina) n'accidentiDimolo senza tanti complimenti,dimolo a Stella e ar nanoministroche fà? ce scrive a tutti (oini oina)sul reggistro?

Informazioni

Canto estemporaneo "assemblato" e cantato da un gruppo di amici, su musica del canto popolare pizzica SantuPaulu meu delle tarante e parole desunte da stornelli pubblicati sul forum del sito www.alfonsotoscano.it

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11 marzo 1977 - Canzone per Francesco(2011)

di Carla Castelli, Carlo LoiodicePeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: repressione

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/11-marzo-1977-canzone-francesco

Ricordate quel giorno a BolognaEra tempo di occupazioniIstituto di AnatomiaCaricò a freddo la polizia

Altra gente frattanto arrivavaSi sentiva già un’aria cattivaPugni in tasca e pugni levatiContro i mitra e i fucili spianati.

No, non erano sguardi piegatiDava forza la forza dei sogniQuella storia non si è mai interrotta:Continuiamo compagni la lotta.

Chi sparava e faceva la guerraChi, perché disarmato, scappavaUna voce tremenda passavaUn compagno è rimasto per terra

Piazza Verdi sconvolta piangeva.È Francesco qualcuno dicevaAmmazzato in un portico scuroBuchi freschi di piombo nel muro

No, non erano sguardi piegatiDava forza la forza dei sogniQuella storia non si è mai interrotta:

Continuiamo compagni la lotta.

Oggi i tempi non sono miglioriOperai come schiavi costrettiImmigrati rinchiusi nei ghettiCorpi finti nei televisori

Se davanti a quel muro passateA quell’11 marzo pensate!E se assurda vi par quella morteA qualcuno chiedete il perché

Stalingrado ritorna nel cantoLa città ha resistito all’assedioOggi vive Francesco nei cuoriUn abbraccio di mille colori.

Ma gli sguardi non sono invecchiatiCi dà forza la forza dei sogniQuella storia non si è mai interrottaContinuiamo compagni la lottaNo, gli sguardi non sono invecchiatiCi dà forza la forza dei sogniQuella storia non si è mai interrottaContinuiamo compagni la lotta

Continuiamocompagnila lotta

Informazioni

"Testo di una canzone che abbiamo suonato per la prima volta al Vag61, un centro sociale di Bologna, lo scorso 11marzo (2011). Quel giorno ricorrevano 34 anni da quando nel 1977 nella nostra città fu ucciso uno studente,Francesco Lorusso. In tutti questi anni non era mai capitato che qualcuno ricordasse quei fatti con una canzone. Eallora ci siamo messi e l'abbiamo scritta." (Carlo Loiodice)

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6 dicembre(2005)

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: italiano

Tags: repressione, no tavIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/6-dicembre

Cellerin che vien di notteviene a darti tante botte,vuoi sul naso, o sulla schiena,l'importante è che ti mena.

Gli occhi fuori dalla testa,corre, urla, picchia e pesta.Sono in mille contro cento,son davvero un gran portento.

Più son botte e più è una mannaper il celerino Sanna,che con scudo e manganellocrede d'essere più bello.

Poi diventa ancora giornoe mi guardo tutto intorno:

il presidio non c'è più,vedo solo caschi blu.

Vedi tanti poliziotti,tanto sangue e nasi rotti,vedi rabbia negli sguardi,viene in mente un nom: Lunardi!

Deve andar da Berlusconi,rassegnar le dimissioni:lui, Pisanu e poi la Bresso,tutti a casa, presto, adesso!

Ma in tutte le contrade,scendon folle nelle strade.Qui nessuno ha più paura,gridiam tutti: SARA' DURA!!!!!!!

Informazioni

Segnalata da Maria Rollero

Canzone sulla lotta contro la TAV in Val di Susa.

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A la huelga compañeras(2014)

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: spagnolo/castigliano

Tags: femministiIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-huelga-companeras

¡A la huelga compañeras!¡No vayáis a trabajar!Deja el cazo y la herramienta,el teclado y el Ipad.

¡A la huelga diez! ¡A la huelga cien! ¡A la huelga madre ven tú también! ¡A la huelga diez! ¡A la huelga mil! Yo por ellas, madre, y ellas por mí.

Contra el estado machistanos vamos a levantar.Vamos todas las mujeresa la huelga federal.

¡A la huelga diez! ¡A la huelga cien! ¡A la huelga madre ven tú también! ¡A la huelga diez! ¡A la huelga mil! Yo por ellas, madre, y ellas por mí

Se han llevado a mi vecinaEn una redada másY por no tener papeles,ay la quieren deportar.

¡A la huelga diez! ¡A la huelga cien! ¡A la huelga madre ven tú también!

¡A la huelga diez! ¡A la huelga mil! Yo por ellas, madre, y ellas por mí

Trabajamos en precarioSin contratos, ni sanidadEl trabajo de la casa,no se reparte jamás

¡A la huelga diez! ¡A la huelga cien! ¡A la huelga madre ven tú también! ¡A la huelga diez! ¡A la huelga mil! Yo por ellas, madre, y ellas por mí

Privatizan la enseñanza,no la podemos pagar,pero nunca aparecimosen los temas a estudiar. ¡A la huelga diez! ¡A la huelga cien! ¡A la huelga madre ven tú también! ¡A la huelga diez! ¡A la huelga mil! Yo por ellas, madre, y ellas por mí

¡A la huelga diez! ¡A la huelga cien! ¡A la huelga madre ven tú también! ¡A la huelga diez! ¡A la huelga mil! Yo por ellas, madre, y ellas por mí

Informazioni

Parodia della canzone A la Huelga di Chicho Sánchez Ferlosio nata all'interno del movimento femminista diBarcellona (Feministes Indignades) e interpratata dal gruppo femminista La Tia Carmen. Questo canto ha avutouna grandissima diffusione in rete ed è stata ripresa in particolare durante la manifestazione femminista dell'8marzo 2018 a Bilbao.Per il testo abbiamo fatto riferimento al sito Canzoni contro la guerra.

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A nuis coloradasdi Enea Danese

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: sardo

Tags: antimperialisti, emigrazioneIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/nuis-coloradas

Pilloneddus chi a nuis coloradasricamànt tanti fantasiastra is mindulas, bingias i oliase in is artas linnas profumadasde sinzillu celu coloradasin su mari puliu di Orritotu cosas bellas passadasimmoi ingunis nci nd'est de morri

nc'est de morri po sa timoriafuristeris de attesu arribaussa tzitad'e is tubus trotoxausgei dd'ant beni costruiaparit ira mala beniachi appetigat e si fait scialade sa genti nostra in tribuliano eus connotu prus cosa mala

no eus connotu e ne bistu maisu dimoniu fait a sa mudama is trintas dinais de giudamai a nemus ant a arricaipran'e montis sighint a serraipo nci ponni is mostrus de gherraaundi trigu depiant araiis messaius chena de terra

sentz'e terra e sentz'e traballucrescit solu su filu spinaunon nc'est pisci in su mari imbrutaucuddu mari chi pariat cristallusu pastori nci 'ogat su tallucun su coru de abetu prenuma sa morti sighit su ballutotu cantu fueddat de venenu.

Informazioni

Canto "a gòccius" contro l'occupazione militare e industriale della Sardegna.Lingua: Sardo campidanese

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A Riace(2018)

di Giovanna MariniPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: emigrazione

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/riace

In Calabria è un paese che sa sperare bene,un sindaco capace di capire con il cuore,un bel giorno ai paesani così prese aparlare: amici,amici miei ascoltatemi sentite bene a me,questo paese è morto cosi non si va avanti,sono partiti tutti partono i migranti,mancano le stagioni mancano i quattrini,mancano le braccia mancano i contadini,partono i Narduzzi, Capace, Natofini,Toscale, Caffitta, Capotonno,stiamo andando a fondo,stiamo andando afondo.

Le vecchie case vuote da far male io nonvoglio più vederle,venitemi ad aiutare persino i vecchi al barnon sanno cosa fare,hanno perso il compagno per il loro tresette,mi guardano spaesati, qua male si mette,siamo soli, qua non c’è più vita,

siamo soli qua non si va più avanti,è arrivato il giorno il momento del coraggioper i nostri giovani chiudere e partire,chiudere e scappare, chiudere e migrare,oppure?

Quelle case abbandonate, si vecchiesbeccolate,ma, potrebbero essere aggiustateIo li ho visti i migranti belli giovani etanti,forti ammassati nei campi senza un avvenireLoro un aiuto a noi lo potremmo dare, e loroa noivenite migranti, non è più l’ora di migrare,questa è l’ora di abitare, venite,vi scegliete una casa ve la riparateed è vostra per sempre, questa è una promessaè il sindaco che vi parla, venite,noi diamo una casa a voi, e voi ridate unpaese a noi..Silenzio

Informazioni

" Sentite io vi devo dire una cosa a cui tengo molto, sta accadendo una cosa che dobbiamo seguire assolutamente,Mimmo Lucano sindaco di Riace sta facendo sciopero della fame, lo sapete perché?Lui ha fatto un esperienza, la più bella del mondo osannata da tutti, lui ha fatto un accoglienza di migranti da annie ha salvato il suo paese e ha salvato i migranti. Loro hanno ricostruito le case e il paese ora e’ nuovo e son tutticontenti, e che facciamo noi? gli tagliamo i fondi, lui ha fatto attività culturali di tutti i tipi, è un'esperienza simboloche gira per il mondo, tranne che in Italia e che facciamo gli tagliamo i fondi… " (Giovanna Marini).Il 2 ottobre 2018, un mese dopo questa dichiarazione Mimmo Lucano viene arrestato per "favoreggiamentodell'immigrazione calndestina", segnando la fine dell'esperienza Riace, e causando l'allontanamento e ladispersione dei migranti che vi abitavano.

Il testo è ripreso dal sito "Canzoni contro la guerra"

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A Silvia [Silvia Baraldini](1992)

di Alfredo BandelliPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: carcere, comunisti/socialisti, femministi

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/silvia-silvia-baraldini

Silvia è chiusa nella cellaper un sogno, un'idealenell'America sorella,progressita e liberale.

Condannata a lenta mortedentro il carcere specialedal padrone bianco e fortecon il giusto tribunale!

No, non si fermerà, questa lotta non si fermerà! No, non si fermerà uguagliana, pace e libertà!

Ascoltate la coscienza,democratici e cristiani,che sedete ad ogni mensa

che stringete mille mani.

Date a Silvia un po' di fiato,date a Silvia un po' di vento,perchè possa liberarele sue ali dal cemento!

No, non si fermerà...

E voi muti alberi stanchisollevate le radiciproprio voi compagni avantisenza ipocriti sorrisi.

Via le sbarre, via il gendarmeche sia libertà o sia fiamme!Che ogni Silvia sia raccoltache sia libertà o rivolta!

No, non si fermerà...

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Per questo testo dedicato a Silvia Baraldini l'autore adoperò la melodia della sua canzone Bella bimba

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A un pescatore di voci bianche(2010)

di Margot Galante GarronePeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: anticlericali

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/un-pescatore-di-voci-bianche

Pescatore che stai all'altarequanti bambini vuoi pescare?Ne voglio pescare una barca pienae anche due se sono in vena.

Come li vuoi questi bambinigrandicelli o piccolini?Mon mi importa quanti anni hanno,basta esser certi che ci stanno.

E chi ti dice che sian contentidei tuoi lascivi complimenti?Sono felici di fare a Dioun bel regalo per mezzo mio.

Or dimmi dunque con che dirittonon ti ricordi quello che è scritto?Matteo che parla di Nostro Signoreche tutti i bimbi aveva a cuoree che scaccia con cipiglio divinochi scandalizza un piccolino?A me l'hanno detto che ero nella culla

perciò non mi ricordo nulla.

Pescatore non sai che è reatonon sol per l'anima ma per lo stato?Ma questi sono cantori a cappellae gli darò un bel voto in pagella.

E poi scusate non sono il soloa noleggiare una barca al molosiamo un gruppetto abbastanza nutritoe mai nessuno si è pentitodi navigare e gettare le retiper ingrassare un bel po' di preti.

Veniam d'Irlanda, Germania e Brasilee da Ferrara e pure dal Cilee se poi tace Sua Santitàce la godremo per l'eternità.

Dunque venite a me pecorellebianco vestite e con voci belle,insieme a me che l'organo suonooffrite al cielo il vostro dono (3 volte)

Informazioni

Canzone amaramente satirica sul fenomeno della pedofilia tra i preti cattolici.

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Abd El Salam(2016)

di Alessio LegaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: lavoro/capitale, emigrazione, morti sul lavoro

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/abd-el-salam

Va bene anche allearsi con la morteSe serve a garantirsi il frigo pienoVa bene fare scorte calpestare un po' piùforteFar passare sopra il corpo un autotreno

Lo vedi l'egiziano che si è sportoLa notte sul megafono riluceLo sai che l'egiziano è un uomo mortoAd un contorto gorgoglio la protesta siriduce

Ogni mattina si risveglia un uomoChe sa che deve correre velocePerché già dalla notte c'è la merceChe correndo vuole solo calpestare la suavoce

Così che tu sia merce o sia cristianoO terra o sole, isola o nazioneTu corri laico, ebreo o mussulmanoSotto il tacco macinante stai delladistribuzione

Le fabbriche le hanno trasferiteEd il prodotto s'è esternalizzatoLontano sulle strade inferociteDove privo di speranza il lavoro è piùsfruttato

Però le merci altrove fabbricateFino al tuo frigo devono arrivareE marciano su strade gli autotreniInarrestabili e feroci non si possono fermare

Se c'è chi vuol spezzare la catenaConflitto fra lavoro e capitaleFra un tir lanciato ed una pancia pienaFinirà di certo molto molto molto molto male

Così che nella notte di PiacenzaUn egiziano è stato calpestato

Per lui non c'è più l'ombra di clemenzaQuel picchetto era una sfida al nostro viverebeato

Beata la coscienza della notteBeato il nostro vivere civileBeato il nostro frigo che s'inghiotteQuesto residuale senso dell'umanitàservile...È chiaro nella notte piacentinaÈ chiaro nel crepuscolo italianoÈ chiaro nell'Europa che s'inchinaQuel picchetto è stato un sogno sanguinosoquanto vano

Abd El Salam perdona noiPer tutte le magnifiche buone intenzioniDi cui è asfaltata questa viaPer quest'inferno di crumiri e di esclusioniAbd El Salam perdona noiQui da Piacenza che si muovono le merciDi cui si asfalta pure teChe ti sei osato di frapporre fra i commerciAbd El Salam ti pare maiTu che al paese tuo facevi il professoreE sei venuto fino a quaPer insegnare a questi schiavi un po' di soleAbd El salam Chiama il dottoreChe questa notte di settembre non respiraE non respirerà mai piùChe nel megafono non hai fiato che gira

Riprendono a percorrere le ruoteLe strade della notte calpestataIl tuo supermercato sarà apertoe la speranza della vita adesso giaceassassinata

Va bene anche allearsi con la morteSe serve a garantirsi il frigo pienoVa bene fare scorte di ansiolitici e di tortePer riempirsi e ricordare sempre meno

Informazioni

"Abd El-Salam è morto il 14 settembre scorso, schiacciato da un camion di un crumiro durante un'azione dipicchettaggio. Durante un'azione sindacale, per i diritti di tutti più che per i suoi (Abd El era un lavoratorerelativamente più tutelato dei suoi colleghi, perché "a tempo indeterminato"). Ovviamente si è parlato "solo di unincidente", ovviamente troppe delle forze sindacali di questo Paese ci son cascate. I suoi compagni dell'USB chehanno protestato subiscono denunce e provocazioni. Un sindacalista morto con un megafono in mano è un martire

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cui la "repubblica dei lavoratori" dovrebbe innalzare un monumento. Uno straniero, padre di cinque figli, venuto amorire per i nostri diritti calpestati a me fa pensare a quei combattenti partiti nel '36 per la Spagna, a quelli dellaComune. Un uomo "sacro". Stiamo davvero toccando il fondo." (Alessio Lega, 1/5/2017)

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Acquorum(2011)

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: italiano

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/acquorum

Fratelli d’Italiache l’acqua ci uniscaè un bene comunenessun s’arricchiscaLe multinazionalidevono sapereche è in nostro poterefermarle con due SI.

Non sia il liberismopiù cieco e sfrenatoa farne una mercea farne mercato

Non si fan profittisu ciò che dà vitaché l’acqua appartiene all’umanità

Dall’Alpi giù al maresi sappia lottareper questa battaglia di civiltàché l’acqua è di tuttinon è un’utopiaquesta è democraziail SI vinceràSI!!!!

Informazioni

Parodia dell'Inno di Mameli, in occasione della campagna per il referendum per l'acqua pubblica del 2011, a curadel Comitato per l'acqua pubblica di Torino

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Ai mamà(2016)

di Rodin KaufmannPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: occitanoTags: ambiente, repressione

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ai-mama

Dedins la forestI a un riu que rajaDedins la forestI a un riu que raja

Ai mamà se sabiás Coma lo riu fasiá enveja Ai mamà se sabiás Coma lei gens se son recampats

Volián tot cromparLa terra e leis aubresVolián tot cromparLa terra e leis aubres

Ai mamà se sabiás Coma lo riu fasiá enveja Ai mamà se sabiás Coma lei gens se son recampats

Volián tot coparDedins lo boscatgeVolián tot coparDedins lo boscatge

Ai mamà se sabiás Coma lo riu fasiá enveja Ai mamà se sabiás Coma lei gens se son recampats

Volián assecarLo Tescon sauvatgeVolián assecarLo Tescon sauvatge

Ai mamà se sabiás Coma lo riu fasiá enveja Ai mamà se sabiás Coma lei gens se son recampats

Volián far bastirLa granda restancaVolián far bastirLa granda resctancaVolián abeurarSei camps sus d’ectarasVolián abeurarSei camps sus d’ectaras

Se son arrenjatsAn fach sei magolhasMamà se sabiás

Coma an cercat garrolha

Ai mamà se sabiás Coma lo riu fasiá enveja Ai mamà se sabiás Coma lei gens se son recampats

Se’n son avisatsDe jovents sens crentaSe’n son avisatsDe jovents sens crenta

Ai mamà se sabiás Coma lo riu fasiá enveja Ai mamà se sabiás Coma lei gens se son recampats

Se son enterratsPer empachar lo chapleSe son enterratsPer empachar lo chaple

Ai mamà se sabiás Coma lo riu fasiá enveja Ai mamà se sabiás Coma lei gens se son recampats

Lei mes an passatAn mandat l’armadaLei mes an passatAn mandat l’armada

Ai mamà se sabiás Coma lo riu fasiá enveja Ai mamà se sabiás Coma lei gens se son recampats

Lei crids d’un costatDe l’autre lei granadasLei crids d’un costatDe l’autre lei granadas

Dedins la forestI a de plors que rajanDedins la forestAn fach tombar lo fraisse

Ai mamà oblidem pas Lo nom dau paure Remi Fraisse Ai mamà oblidem pas

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Lo nom d’un jove sacrificat

Informazioni

l 26 ottobre 2014 Rémi Fraisse, militante ambientalista di 21 anni, viene mortalmente colpito da una granatalanciata da un gendarme nel corso di una manifestazione contro la diga di Sivens (regione Occitania, Francia sud-occidentale).

Canto comunicatoci da Cecilia Paradiso

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Al confine(2019)

di Marco RovelliPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: antimperialisti

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/al-confine

Maledetto il dio di sangue cieco e desolatolegione di miserie ben misero peccatoche non scioglie lingue pietra nera dentro ilcuoreed impone il suo deserto in assenza di parole

Maledetto quello sguardo opaco di doloreche ha scelto di imbottirsi del suo diosterminatoree ha sciolto nel suo grembo infecondo einconsolatochi gioiva della vita e dalla vita eraabbracciato

Maledetti i presidenti senza cuore e troppinerviche fan strame della gente grazie a tutti iloro servie con mani inanellate e il sigillo dellamortebenedicono macelli e si chiamano fratelli

Dove ritroveremo il rosso dei nostri passidove riascolteremo il verde di quel silenziodove il giallo del grano ci illuminerà domaniora che siamo vento, radici, echi lontani

Sui nostri passi adesso verrà un altro

camminoIl nostro sguardo è il vostro, vostro è ilnostro destinoE il sole non smette mai di far luceall'orizzonteil vento soffierà sempre dalla cima di unmonte

Benedetto sia chi ascolta e sta all'erta seluce vienechi ascolta le voci vinte e riscatta lecatenee da casa si mette in viaggio perché unbattito di cigliaè lo spazio dell'universo, il tempo di unameraviglia

Benedetto sia chi lotta e ride di bellezzache conserva dentro il pugno tutta la suagiovinezzache seppellirà quel dio bavoso e indemoniatoe non ci sarà che vento che la terra avràliberatoBenedetti quei ragazzi che andavano alconfineper oltrepassare i limiti di tutte le paureper leggere il futuro, e donarlo ai loroegualie nonostante tutto sono loro gli immortali

Informazioni

da "Portami al confine" - 2019

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pagina 18

Al referendum rispondiamo "NO" [versione 2016](2016)

di Fulvio Boris TallaricoPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: referendum

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/al-referendum-rispondiamo-no-versione-2016

Al referendum rispondiamo “NO!”Al referendum rispondiamo “NO!”A chi ha sconvolto la Costituzionenoi senza eccezione rispondiamo “NO!”

Al referendum noi diremo “NO!”Al referendum noi diremo “NO!”L’hanno sconvolta l’hanno scardinata,è un’altra porcata a cui va detto “NO!”

E al referendum noi diremo "NO!"E al referendum noi diremo "NO!"E’ Matteo Renzi che ce l'ha proposta,e come risposta noi diremo "NO!"

E al referendum rispondiamo "NO!"E al referendum rispondiamo "NO!"Vuole disfarla e fare molti danni,ma ai suoi inganni rispondiamo "NO!"

Ed alla Boschi noi diremo “NO!”Ed alla Boschi noi diremo “NO!”

Parli di Banca Etruria e affari loschima alla Boschi noi diremo “NO!”

Ed a Verdini noi diremo “NO!”Ed a Verdini noi diremo “NO!”Ci avranno forse preso per cretinima a Verdini noi diremo “NO!”

E alla Madia noi diremo “NO!”E alla Madia noi diremo “NO!”Questa riforma è una gran porcheriae alla Madia noi diremo “NO!”

Al referendum rispondiamo “NO!”Al referendum rispondiamo “NO!”Noi siamo tutti partigiani veried oggi come ieri rispondiamo “NO!”

Votiamo tutti rispondendo “NO!”Votiamo tutti rispondendo “NO!”Questa riforma brutta e autoritariamanderemo all’aria rispondendo “NO!”

Informazioni

Testo scritto nei mesi antecedenti la consultazione referendaria del 4 dicembre 2016 in merito alla riformacostituzionale. E' un contraffactum della canzone Al referendum rispondiamo "NO" di Fausto Amodei, eseguito laprima volta il 4 giugno 2016 a Carpi (MO) dal gruppo "I Violenti Piovaschi", in occasione della campagna di raccoltafirme per il referendum.

L'abbiamo ascoltata per la prima volta dall'autore del testo e dal gruppo "I Violenti Piovasci" durante la IX edizionedi CorAzone - Internazionale di canto sociale, il 24 settembre a Bologna, presso la scuola di musica popolare IvanIllich

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pagina 19

Al referendum rispondiamo NO [ver. 2006](2006)

di Fausto AmodeiPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: satirici

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/al-referendum-rispondiamo-no-ver-2006

Al referendum rispondiamo No!Al referendum rispondiamo No!A chi ha sconvolto la Costituzionesenza eccezionerispondiamo No!

Al referendum noi diremo No!Al referendum noi diremo No!L'hanno sconvolta l'hanno scardinata,è un'altra porcataa cui va detto No!

Al referendum rispondiamo No!Al referendum rispondiamo No!Delle riforme fatte dai fascistiun repulistilo si fa col No!

Su quella scheda scriveremo No!Su quella scheda scriveremo No!Ai quattro bischeri di Lorenzagonon diamo spagoe rispondiamo No!

Al referendum noi diremo No!Al referendum noi diremo No!A chi legifera dentro una baita,anche se sbraitanoi diremo No!

A Calderoli noi diremo No!A Calderoli noi diremo No!

Torni a curar le carie e si consoliché a Calderolinoi diremo No!

A Calderoli noi diremo No!A Calderoli noi diremo No!Torni a cavare denti a suoi brianzoliChé a Calderolinoi diremo No!

A Calderoli ripetiamo No!A Calderoli ripetiamo No!Magari è bravo a fare otturazionima Costituzionicertamente no!

Anche a Nanìa noi diremo No!Anche a Nanìa noi diremo No!La sua riforma è una gran porcheriae anche a Nanìanoi diremo No!

Anche a Pastore noi diremo No!Anche a Pastore noi diremo No!Torni in Abruzzo a pascolar le greggiché alle sue legginoi diciamo No!

Votiamo tutti e rispondiamo No!Votiamo tutti e rispondiamo No!Per dare un'altra sberla a questa destrala via maestraè risponder No!

Informazioni

Rivisitazione della canzone "Al Referendum rispondiamo NO", del 1974.

Si riferisce al Referendum confermativo costituzionale del 25 e 26 giugno 2006, per modificare la Parte Secondadella Costituzione voluta dal Governo Berlusconi. In quel Referendum vinse il NO con 15'791'293 voti e il 61,32%degli Italiani, con una partecipazione del 52,30% degli elettori.

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pagina 20

Alla scuola brindisina(2012)

di Pardo FornaciariPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/alla-scuola-brindisina

Alla scuola brindisinaproprio all’ora dell’entrataverso le otto di mattinaun gran botto, una fiammata

Tra le alunne un vuoto immensocorpi sfatti ed ustionatidalla furia senza sensodi scellerati, di camuffati.

Che siano delinquenti o terroristiMafiosi con qualcuno dei servizivendicator di sgarri oppur di svistenon passeranno, non passeranno

Come un drago che riapparequando è tempo d’incertezzad’inquinata schiuma di mareci sommerge la nefandezza

Il sorriso di Melissaragazzina sedicennecome spina resta infissa

una stimmata perenne

Ergiamo la coscienza cittadinitorniamo a pensar con le nostre testechiudiamoci a ogni ciarla che c’inquinila dignità - recuperiamo

Via chi nutre insane voglievia i corrotti, anche indiziari:Oltre a Cesare, sua mogliehan da esser esemplari

I mafiosi, i condannatinon vogliamo più al poterefaccendieri ed intrigantinon ne vogliam più sapere

Contro il ricatto e il barbaro dominiodella finanza e della delinquenzadi banche caste omertà arrivismoricostruiamo – la nuova Italia!

Contro il ricatto e il barbaro dominioricostruiamo – la nuova Italia!

Informazioni

Il canto si riferisce all'esplosione di un ordigno davanti allascuola Morvillo-Falcone di Brindisi, in cui perse la vitauna studentessa di 16 anni. L'attentato fu opera di un comune cittadino, che si riteneva perseguitato dallagiustizia.

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pagina 21

Alle barricate(2015)

di The GangPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: antifascisti

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/alle-barricate

Agosto del '22 l'Italia è rastrellatapassata per le armi dai fascisti casa percasaSon come la peste nera vigliacchi edassassinial soldo dei padroni agli ordini diMussolini.

Ma la Parma non si passa Parma è un’AltraStoriasi sente Oltretorrente solo un grido ‘Morte oGloria!’Alle Barricate, Alle Barricate, AlleBarricateAlle Barricate, Alle Barricate, AlleBarricate

Lottano fianco a fianco, hanno facce damigrantidel popolo gli arditi, anarchici e compagniper 5 giorni e 5 notti, dalle cantine aitettiinfuria la rivolta si combatte a denti

stretti

Ma la Parma non si passa Parma è un’AltraStoriasi sente Oltretorrente solo un grido ‘Morte oGloria!’Alle Barricate, Alle Barricate, AlleBarricateAlle Barricate, Alle Barricate, AlleBarricate

Qui Oltretorrente, un grido una promessada borgo Saffi fino al naviglio trionferàbandiera rossae le camicie nere battono la ritiratadall'orda dei fascisti Parma è liberata

Ma la Parma non si passa Parma è un’AltraStoriasi sente Oltretorrente solo un grido ‘Morte oGloria!’Alle Barricate, Alle Barricate, AlleBarricateAlle Barricate, Alle Barricate, AlleBarricate

Informazioni

Tra il 1° e il 2 agosto del 1922 la città emiliana sconfisse e cacciò gli squadristi ‎inviati da Mussolini. Fu il piùimportante episodio di opposizione armata al fascismo pre-‎Resistenza. Dietro le barricate uomini e donne,anarchici e cattolici, comandati da Guido Picelli.

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pagina 22

Almeno lo spero(2018)

di Francesco "Ciccio" GiuffridaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/almeno-lo-spero

Se senti uno sparoè inizio di gara.Ne sono sicuro …O almeno lo spero.

Ti pagano al neroma certo, sei moro.Ne sono sicuro …O almeno lo spero

Se tutto rincaraè solo per ora.Ne sono sicuro …O almeno lo spero

Se alzano un muroè casa o riparo.Ne sono sicuro …O almeno lo spero.

Dei neri per mareè certo crociera.Ne sono sicuro …O almeno lo spero.

Bambini al lavoropuò darsi, ma raro.Ne sono sicuro …O almeno lo spero.

Piangiamo finoramigliore il futuro.Ne sono sicuro …O almeno lo spero.

Se ha fame neraè dieta, signora.Ne sono sicuro …O almeno lo spero.

Distrutta naturanon dolo, sventura.Ne sono sicuro …O almeno lo spero.

Se tu non lavorisei in ferie vuol dire.Ne sono sicuro …O almeno lo spero.

Di notte un baglioresarà strana aurora.Ne sono sicuro …O almeno lo spero.

Lo voglio sperarelo spero davvero.Mi sento sicuro …O almeno lo spero.

Informazioni

La canzone è ispirata a un famoso pensiero di Antonio Gramsci:"L'illusione è la gramigna più tenace della coscienza collettiva: la storia insegna, ma non ha scolari".

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pagina 23

Anarcangeli(2013)

di Marco RovelliPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: antifascisti, repressione, anticlericali

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/anarcangeli

Ama il tuo sogno seppure ti tormentacapire il mondo con l'anima attentain prima fila se c'è da andare avantistraccio rosso al collo e forza con i canti

Castelli in aria, e poi le fondamentada costruire insieme a chi ha l'anima attentaancora in strada a trafficare in sognisui margini del tempo, a far progetti coicompagni

Il tempo è stretto, angelica è la mentecome quella notte a far staffetta là sulmonteosare la speranza, tu recitavi pianonon ti abbandona mai quel silenzio partigiano

Tutto è comune, tutto è stranierotutto è di tutti, la lotta ed il pensierotutto inizia sempre, e non è mai finitabisogna far la festa fino in fondo a questavita

Nei vicoli del porto comprendere l'ebbrezzadi chi perde la vita per troppa delicatezzaintimare al cielo di essere più chiaronon basta mai il respiro a chi vive appeso aun filo

Con chi conosce l'ombra, cammini fianco afiancoservo assai disobbediente alle leggi delbrancole vie non sono mai tracciate, bisogna farlesolo chi si perde sarà tra le anime salve

Se la città è invasa dai grandi della terracombatti per non cedere a questa nuova guerraE saprai che occorre continuare a farloOgni venti luglio in piazza per nondimenticarlo

Tutto è comune, tutto è stranierotutto è di tutti, la lotta ed il pensierotutto inizia sempre, e non è mai finitabisogna far la festa fino in fondo a questavita

Informazioni

Canzone dedicata a don Andrea Gallo da Marco Rovelli, in occasione della morte ill 22 maggio 2013. La penultimastrofa si riferisce alle giornate del G8 di Genova e al fatto che don Gallo partecipava ogni anno allacommemorazione in Piazza Carlo Giuliani.

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pagina 24

Aprile 74(2007)

di Alessio LegaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: antifascisti

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/aprile-74

Compagni che sapete dove dorme la luna biancaanch'io vorrei vederlama devo stare quila lotta non è stanca.

Compagni che al mattino col sole dell'aurora sentite le sirene vorrei sentirle anch'io ma qui si lotta ancora.

E se un triste destino mi chiuderà in unfossoportate dal mio amorequesto canto che muoree un fiore rosso rosso

Se si vincerà..

Compagni che al mattino col sole dell'aurora

Compagni che volete liberare la primaveracon voi combatteròprendendo le armi solosotto quella bandiera.

E se un triste destino mi chiuderà in unfossoportate dal mio amorequesto canto che muoree un fiore rosso rossoSe si vincerà..

Informazioni

La suggestiva versione in italiano di Alessio Lega, della canzone di Lluis Llac Abril 74, omaggio alla "Rivoluzione deigarofani" portoghese.

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pagina 25

Ballata della III Brigata Garibaldi "Oberdan Chiesa"(2009)

di Pardo FornaciariPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: antifascisti

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ballata-della-iii-brigata-garibaldi-oberdan-chiesa

8 settembre il re era scappatonasce una banda su nel massetanotra l’Uccelliera e i boschi del Poggionesi raduna un reparto partigiano.

Cerboni Elvezio è il primo comandantema a Aprile a San Dalmazio è catturatoper via d’un traditor portato a Pisae in questura, di giugno, fucilato.

A novembre comincia a comandareMario Chirici, un vecchio capitanocol petto decorato di medagliegaribaldino e repubblicano.

Ma l’esperienza non basta a salvarela formazione dal rastrellamentoal Frassine la strage fu ferocepei partigiani fu uno sbandamento.

Otello Gattoli,il Meoni,il Benedici ed il Fidanzicon il Mancuso restan senza munizioniLe mani alzate escono fuorie s’arrendon ai fascistiche li finiscono a colpi di pugnal!

Il parroco del Frassine quei mortili spregia e non li vuole benedire“Sono ribelli, son dei senza dio”la messa a loro non gli vuole dire.

Mentre le donne di Monterotondodieci camicie rosse hanno cucitoper i ribelli che sulle collinela Terza Brigata han costituito.

Quando ad Aprile trenta partigianicon le camicie dal colore accesoal Frassine riprendono il paeseil prete ci rimane assai sorpreso…

Gli tocca di sonare le campanein onore dei morti di febbraiol’obbligan anche a dirgli la messa:la chiesa s’empie e pare un formicaio!

Terza Brigata Garibaldida Val di Cornia a Rosignanotutta la costa libera armi alla manoda Suvereto e da Piombino,

a Vada Cecina Livornocaccia i fascisti dai paesi e le città!

Sui monti di Liguria un altro figliodella nobile terra maremmanail tenente Licurgo Bardelloniorganizza la guerra partigiana

Ma il freddo inverno del quarantaquattrolo tradisce, ed è vicino a Imperiache torturato viene e fucilatodai neri con perversa cattiveria.

Pei partigiani si prodiga NormaMa la brigata nera la catturaE tutta notte dentro la casermaLa banda di aguzzini la tortura.

La fanno a pezzi ma lei non informaQuei pervertiti in divisa scura.Passò la notte tragica e all’auroraPer Norma risuonò l’ultima ora

Norma Pratelli è un orifiammaacceso nei cuori in Maremmason scarafaggi senza nome i neriper tutti noi che rimaniamocommossi e la ricordiamoNorma è una luce di ideale e civiltà!

Il dieci giugno del quarantaquattroMonterotondo entran i partigianiper consegnare cibo ai cittadinisvuoteranno l’ammasso l’indomani

Ma all’improvviso arrivano i tedeschiarmati fino ai denti a bombardareil Chirici dispone le difesepoi dice: ci si deve ritirare!

Gallistru Alfredo è colpito a mortecon altri quattro: Ercole Ferrarilo strazia un vile colpo di mortaiocon il compaesan Gino Borsari.

Più tardi cade Ateo Casalinitornato indietro per recuperarearmi preziose con le munizioniche servivano per ricominciare.

Resta a sparare Mario Chelinon si ritira insieme agli altri

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ma li protegge con la sua mitragliaCosì il drappello partigiano

si sgancia e torna nei suoi boschima cade Mario massacrato dai tedeschi!

Informazioni

Scritta in base alle memorie di Luigi Tartagli aiutante di campo del comandante Chirici.

(inviata da Pardo Fornaciari)

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pagina 27

Ballata della Thyssen(2007)

di Emanuela RisariPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: lavoro/capitale, morti sul lavoro

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ballata-della-thyssen

Il sei di dicembrealla Thyssen di Torinosulla linea della cinquegran fuoco divampò

Li ho visti i miei compagniavvolti dalle fiammee neanche un estintoreda potere adoperare

E quando so'arrivatii pompieri di gran corsami han detto devi andarenon c'è niente da fare

Son stati sette i mortilà dentro a quell'infernoe uno l'ha ammazzatoil dolore che ha trovato

Il capo dei pompierisaliva alla Procurail cuore gli ha spezzatodovere raccontare

L'ha detto Guariniellonon è stato un incidenteè omicidio per davverolo sapevamo già

E chi và a faticàpur''a morte addì affruntàmurimm' a uno a unop'è colpa 'e 'sti padrune

Ma nuje l'ajmm'capitocagnamm'sti culuripigliammo a sti padrunee mannammel'affanculo

Informazioni

Le parole con cui, l'autrice del testo, ha presentato questa parodia di Sant' Anastasia ('a Flobert), il "1° maggio aKurumuny" a Martano (LE) nel 2007:"E già, si muore di lavoro come trent'anni fa. Santa Anastasia, 1976, esplode la Flobert una fabbrica di armigiocattolo e fuochi d'artificio: undici i morti. Il dolore e la rabbia diventano una canzone. Una canzone scritta,cantata e suonata da altri lavoratori: il Gruppo Operaio di Pomigliano d'Arco. Il loro filo rosso continua fin qua, risalelo stivale, raggiunge Torino e ridiscende in ogni Sud. Grazie al Gruppo Operaio di Pomigliano d'Arco per avermipermesso di usare 'a Flobert per cantare della Thyssen. Non c'è musica, perché c'è stato un problema con i cartoniper l'organetto. Se qualcuno la fa con la chitarra o col du'botte è meglio: la minore, do re, re minore, mi sette eancora la minore... altrimenti vi accontentate della cantastorie"

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pagina 28

Ballata della XXIII Brigata Garibaldi "Guido Boscaglia"(2003)

di Pardo FornaciariPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: antifascisti

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ballata-della-xxiii-brigata-garibaldi-guido-boscaglia

Otto settembre, il re era scappatoTorna un sottotenente al reggimentoma quando scopre ch’è in mano ai tedeschisi dà alla macchia e si fa chiamar EnzoSul Berignone trova dei compagniarmati di doppiette e di pistoleforman la prima banda partigiananazifascisti li vogliam cacciar!Giunti presso il podere del MortetoIncappano in un rastrellamentoun brigadiere prova a arrestar EnzoMa lui gli spara, e 'un se ne parla piu'Poi va a Mazzolla per telefonareE chiama la caserma di Volterramentre c'è la milizia che lo braccas'autodenuncia e si riesce a sganciarIo sono il Comandante Enzoho ucciso io quel brigadierelasciate in pace la popolazioneTrovate me se vi riesce,Ma vi conosco uno per unola rappresaglia, ve la farò pagar

Dopo il disastro al Frassine i compagniSi riorganizzano alle CetinelleLa prima fu la banda del CerboniChe in aprile fu preso e fucilato Con il Menchini, il comandante Pelo,Ai primi di febbraio erano in novePoi con il Ceccherini e Giorgio StoppaQuaranta a fine mese a guerreggiar.Ventidue marzo del QuarantaquattroVelio con Viro della LavagniniGuidan i partigiani su MontieriPunire la milizia e gli assassiniAssaltan la caserma che resisteFanno giustizia su due o tre fascistiRequisiscono cibo e medicineLa dura lotta per alimentarCosì quattro distaccamentiHan dato corpo alla BrigataGuido Boscaglia dopo maggio l’han chiamataDalla Val d’Elsa alla Vald’eraDa Massa a Colle fino a PisaHa liberato i paesi e le città!Sette di maggio escon di pattugliaA sera Alvaro Betti ed il BoscagliaCon altri quattro vanno al sabotaggioAlta tensione, i pali salteran! Quando arrivano al ponte del Pavoneincontran la milizia che li aspettaLa calma della notte vien squarciata

Da spari e grida, e il sangue scorre giù Guido agonizza a lato della stradaPrometton di portarlo all’ospedaleSe dice dove ha il campo la Brigatai fasci vita salva gli daran Ma ecco Boscaglia afferra il suomoschettoCon l’ultimo respiro un colpo tiraI neri del suo corpo strazio fannoMa uno di loro non si rialza piùDiciannov’anni Guido RadiLi ha donati ai suoi compagniNon li ha traditi perché lui li amavaAmava il popolo, l’ItaliaL’ideal dell’avvenireBoscaglia è morto per la nostra libertà!

Norma Pratelli presta le sue curea Alvaro che però è ferito a morteIl medico, lo Stoppa, è il capo, eppurenon può far niente per cambiar la sorte.Per metterlo con le altre sepolturecercan delle assi e per non sfar le portela tavola del pane per la cassala dà una donna di vicino a MassaPei partigiani si prodiga NormaMa la milizia nera la catturaE tutta notte dentro la casermaLa banda di aguzzini la tortura La fanno a pezzi ma lei non informaQuei pervertiti in divisa scura.Passò la notte tragica e all’auroraPer Norma risuonò l’ultima oraNorma Pratelli è un orifiammaAcceso nei cuori in MaremmaSon scarafaggi senza nome i neriPer tutti noi che rimaniamoCommossi e la ricordiamoNorma è una luce di ideale e civiltà

Un giorno ai partigiani fan sapereDa Siena stan tornando 2 fascistiSono andati a cercare dei rinforziLa Brigata vorrebbero annientar!Stoppa con la seconda compagniaal braccio di Mensano mette il bloccoDirottan la corriera e i 2 spionidirettamente sottoterra van!Riparton con il bus a requisireA Radicondoli le vettovaglieE mentre un paio bloccan la casermaQuell’altri il silo passano a svuotar

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pagina 29

D’olio e di grano fanno la raccoltaFascisti coi tedeschi affameranno!Ma la gente del posto e i partigianiAvranno tanta roba da mangiar! Sono spietati coi nemicicon le spie coi traditorima voglion bene alla popolazione!E con coraggio e fantasiaSi danno a liberar l’Italiai partigiani della Guido Boscaglia!

Quarantaquattro, ventiquattro giugnosfilano via i tedeschi in ritiratain autoblindo camion biciclettafuggon dei partigiani l'avanzataDove la strada curva, alla Casella

la quinta squadra si trova appostataquando i nemici passano il Pulellainizia l'imboscata col suo BrenContro i nazisti a colpi di mitragliaattacca in forze la Guido BoscagliaMuoion facendo strage di nemiciVincenzo e il partigiano russo IvanCadon con loro Guido SalvadoriLeonardo dell’Aiuto e Ugo ManciniPero' una cinquantina di nazistiGermania non ti vedranno mai piùVentitreesima brigataGaribaldi Guido Radiche non si arrese è così vendicatoDel suo più giovane cadutoPorta il nome di battagliaE va all’assalto la Guido Boscaglia!

Informazioni

Ballata che a 60 anni di distanza celebra le storie della XXIII Brigata Garibaldi, operante fino al giugno del '44 traGrosseto, Siena e Pisa. Per ascoltarla: http://www.resistenzatoscana.it/documenti/#audio

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pagina 30

Ballata di Ustica(1999)

di Giovanna MariniPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: strategia della tensione

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ballata-di-ustica

Era il dì 27 di giugnoanno 80 del secolo scorsoe un aereo in civile percorsod'improvviso nel mare cascò.

Trascinò gli 81 sul fondotra equipaggio, adulti e bambinida Bologna a Palermo vicinial tramonto in un cielo seren.

Alle grida di quegli innocential pensiero di cosi grande orrorele richieste di tutti parentifino ad oggi risposta non c'è.

Un'inchiesta che dura 20 annitra suicidi e scomparse improvvisegli italiani han capito l'avvisochi sapeva non voleva dir.

Quell'arereo volava sicurosu una rotta del tutto ufficialema nell'ombra di quelle sue aliun conflitto tra stati scoppiò.

C'era in mare una nave da guerrache portava bandiera americanae nel cielo tre caccia mortalinella scia dell'aereo a lottar.

Più di un missile venne sparatoe da scudo l'aereo civilene ebbe a un tratto ferita mortalepresso Ustica s'inabissò.

Da 20 anni tremiamo al pensieroal terrore di quegli innocentinon esiste ragione attenuanteal delitto di stato che fu.

Che credete voialtri militari,che la guerra giustifichi tutto?Voi ci avete strappato il dirittoa fiducia ed umana pietà.

E allora non vi resta che dichiarare il veroai parenti ed alla nazionee scontare la pena in prigioneper la strage di umanitàe scontare la pena in prigioneper la strage di umanità.

Informazioni

Composizione per quartetto scritta per lo spettacolo I-TIGI, Canto per Ustica di Marco Paolini, chiestodell'associazione Familiari delle vittime di Ustica, prod. Comune di Bologna, Comune di Palermo e Romagna Teatri.

Sulla melodia di O Gorizia

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Ballata Gelmino-Universitaria(2008)

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: italiano

Tags: scuola/universitàIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ballata-gelmino-universitaria

Shackin’, spackin’, fuckin’ the Straussi’m gelmini ’n’ this is penthousese non so cosa direforse non so le linguevado all’uni-all’universitàfaccio il modello ISEEper non pagare di piùmangio anche alla mensaminchia che culo, tu pensa.

Didn’t make my comiz in TurinHoneymooning down by the Doraora che so linguema la schiena mi languemetto a posto i miei bi-cptvado a iscrivermi all’Isefcosì poi esco di làcon la culturadi un gran bel culturista.

Fuckin’ stupid student get outordino una Guinnes Stoutse mi beccan che guidomi sequestran la motofaccio ri-ri-ri-ri-ricorso al Tarvado in Corte d’Assisemi iscrivo a Giurisprudenzae se c’ho una pendenzaconosco già la sentenza.

Al Poli son più fighi e trovano il lavoroma le donne stanno a Medicinainvece ad Agrariaoppure Veterinariaci giran tutti i porno d’animal-sex!

Made a lightning trip to riformEating professori and popcornc’ho di nuovo la motoma quanto costa la benzasarà colpa, colpa, colpa dell’eurosarà colpa delle acciseper la Guerra in Etiopiama’nvedi che tra un po’ci tassan pure la topa!

Caught the early plane back to Romewith the govern that i belongho parecchio studiatosono entrato al Senatoc’abbiamo pure la Carfagna che poifa vedere le sisedentro alle macchine-blue non paghiamoneanche il canone-tv.Che controlliamoL’informazione per di piùnon ci fermate? Continuiamo!vieni al Governo pure tu!

Informazioni

Rifacimento in chiave universitaria di "The ballad of John and Yoko" dei Beatles di cui mantiene forma, stile,metrica, musica e tutto.. tranne che il successo, ovviamente!

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Ballata per Carola(2019)

di Alessandro FanariPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: emigrazione

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ballata-carola

Giù a sud in mare apertoC’è una nave ch’è in baliaDi democrazie assassineConta i giorni e pur le or

Capitana è mia sorellaL’hai chiamata sbruffoncellaTu che insulti dalla terraChi per mare porge il cuor

Oh leoni da tastieraLaverete la coscienzaSulle rive dell’ItaliaGià macchiate d’ogni orror

E noi qui dall’entroterraVedrem finita la guerra

E il galeon toccare terraAffondiamo l’oppressor

L’ideal che ci pervadeNon l’ammazza quest’infameSiam con Carola RacketeSu ogni nave e ad ogni or

Ciribiribì c’è un uomo in mare Ciribiribì è là che muore Difendiamol da chi attenta noi vogliam la libertà

Lalala lala lalala Lalala lala lalala Lalala lala lalala Lalala lala lalala

Informazioni

Ballata dedicata a Carola Rackete, capitano della Sea Watch che il 26 giugno 2019 ha violato il divieto di entrarenel porto di Lampedusa per portare in salvo 42 migranti, salvati in mare 17 giorni prima.Scritta da Alessandro Fanari e Mauro Tetti sull'aria del canto popolare "Marcellina".

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Ballata per gli antifascisti di Tatti(2003)

di Pardo FornaciariPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: antifascisti

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ballata-gli-antifascisti-di-tatti

Al mattino il Ventuno di maggioSi ritrovano al Cerro BalestroGente che aveva avuto il coraggio didisertare la guerra mondial

Dalla guerra i signori han foraggioPe’ sfruttar chi obbedisce maldestroQuelli che non servir gli schiavistii fascisti ora vanno a punir

Proprio ieri eran scesi quei tristiFino a Tatti a canta’ i loro coriNella piazza, e al caffè s’eran vistiA sfidar l’ira dei minator

Lo squadrista assassino che tiraCivilini rimane feritoil Biancani, colpito, poi spiraMa lo scontro non finisce lì

Tutta notte il figliol del BiancaniCol Maggiori vendetta preparaE con Ricciolo all’indomaniai fascisti la faran pagar

Mucciarelli col calesse passa

(Rifiutò il suo soccorso al ferito)col nipote per andare a MassaMa alla curva il suo viaggio finìLa notizia vien presto saputaRoccastrada, le camicie nereLa lor furia l’ha già conosciutaora Tatti la conoscerà

Quattrocento fascisti in paeseScatenando bestial rappresagliaMentre il popolo ne fa le speseA guardar stanno i carabinier

Il Maggiori con il Marchettini(Li chiamavan briganti e banditi!)Ma protetti eran da’contadiniLa battaglia lor continuò

Per gli sbirri, i fascisti, gli agrariLa Maremma ‘un è luogo sicuroOgni forra, ogni pezzo di muroUn pericolo celan per lor

Finché verrà il dì della riscossaPer i neri non resterà scampoLa Boscaglia e la Camicia rossaIn Maremma giustizia faran!

Informazioni

Ballata su un episodio della guerra civile del 1919-22 composta a partire dalla ricostruzione storica “Voi, nerisconosciuti” fatta da Alberto Prunetti, liberamente interpretata (come per il riferimento alle Brigate Garibaldi XXIII“Guido Boscaglia” e III “Camicia rossa”) da Pardo Fornaciari. Si canta in Si-, sull’aria di tipica delle quartine deicantastorie toscani.

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Ballata per Isabella Viola(2014)

di Anna Maria BragattoPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: lavoro/capitale, femministi, morti sul lavoro

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ballata-isabella-viola

Diciotto di novembre, è buio a Torvajanicale 4 s'alza Isabella, ragazza un po'romanticae se è domenica, non star a badarcome gli altri giorni devi lavorar

Prepara colazione per i quattro bambiniche ignari e sereni dormon nei lor lettinibacia il suo amore disoccupàpoi bus e metro, traversa la città

Isabella lavora, lavora tutto il giornosquisiti dolci escono fragranti dal suo fornotutta la gente di quel quartier“questa ragazza sa il suo mestier”

Da un po' però Isabella si sente un dolorevorrebbe andare in fretta presto dal suodottore

però rimanda , non si può fermarla sua famiglia deve sfamar

Aveva gli occhi neri, parea una ragazzinaa trentaquattr'anni è morta , sola su unapanchinatroppa fatica ce l'ha ammazzàpoi una medaglia le hanno dà

E voi politicanti coi vostri spread e piltoglietevi il cappello , levatevi di quiquesta ragazza vi viene a dirlo sfruttamento deve finir !

Viola Isabella non dimenticheremosei nostra sorella e ti vendicheremonostra vendetta sarà lottarper dare al lavoro la dignitànostra vendetta sarà lottarche non sia più schiava l'umanità

Informazioni

Testo che racconta della moorte per fatico di Isabella Viola, di 34 anni, avvenuta la mattina del 18 movembre nellametropolitana di Roma. Si canta sulla melodia de "Le ultime ore e la depcapitazione di Sante Caserio". E' statocomposto da AnnaMaria Bragatto di Genova, e poi rielaborato collettivamente da un gruppo di lavoro durante lamanifestazione "Almen nel canto non vogliam padroni", Crespi d'Adda - Capriate San Gervasio (BG),28 febbraio2015

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Ballata per Vandadi Gian Luigi Ago

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: italiano

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ballata-vanda

E Vanda è una bambina che guarda verso ilmontema il tempo non l’ascolta, il tempo, il temponon rispondea tutti i suoi pensieri, a tutti i suoiperché,a quello che suo padre le spiega che cos’è…

…cos’è che adesso conta, che serve veramenteper soffiar fiato e luce in questa notte buiache ormai confonde i sogni, la fame e lapaurache vede in fondo agli occhi di tutta la suagente.E Vanda è una bambina che cerca la sua stradae che ogni giorno impara la vita che cos’è.E Vanda è la bambina più brava della scuola,Maestra Caterina le dice “devi studiareancora”ma i soldi sono pochi e si deve lavoraree il mondo intanto fuori continua ingiusto euguale.

Ma Vanda ormai ha capito che cosa èl’ingiustiziae son già tanti quelli come lei.E Vanda ora è Sonia,

una ragazza che sale verso il monte,e tra la legna che ha in braccio adesso leinascondemessaggi, cibo, armi, frasi di libertà,tra i blocchi dei tedeschi lei passa anche sesa…

…sa bene che ogni giorno lei, lei rischia lasua vitaper una libertà che forse è oltre quellasalita,per un mondo nuovo fatto di pace e libertàper cui in tanti si muore ma che un giornoarriveràe il berretto dove lei ha cucito una stellaè pieno di speranze e viaggiano con lei.E ora Vanda è una donna, una donnache ha dentro sé una storiache non è mai finita perchè la libertàva ogni giorno difesa e a volte, a volte confaticaperché non torni ancora il buio e poi,e poi di nuovo un'altra salita

E se siam qui a parlarne, a cantarne e aricordarlo,noi lo dobbiamo a quelli come lei.

Informazioni

Dedicata a Vanda Bianchi, Staffetta partigiana col nome di "Sonia" (1926 - 2014), operativa nelle FormazioniPartigiane della zona di Castelnuovo Magra (La Spezia).

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Ballata per Vik(2012)

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: italiano

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ballata-vik

Mi hanno uccisosenza spegnermi il sorrisoe domani ritorneròMi hanno uccisosenza spegnermi il sorrisocosì domani ritorneròCon la pipa e col cappelloe col mio sogno più belloCon la pipa e col cappelloio domani ritornerò

La mia vela vola e canta l'utopiasu nel cielo e sopra il mareDa qui vedo la mia terra liberatané confini né bandiereIl mio cuore batte ancorain milioni d'altri cuoriSiamo vivi vivi ancorasognatori e vincitori

Se rimarremo umani domani domaniSe rimarremo umani io domani tornerò

C'è una stella che ti guidanel cammino capitano jallajalla!Un aquilone con due occhi da bambinocapitano jalla jalla!Questo mare è troppo grandeper scommetterei la vita.questo cuore non va a tempoe ti sfugge tra le dita

Hanno fuso piombo e sanguenella sabbia hanno spento le fontaneQueste guerre fatte in nome della pacesono luride puttaneCristo a piedi nudicammina in Palestina,ma una stella con sei puntegli ha spento la mattina.

Se rimarremo umani domani domaniSe rimarremo umani io domani tornerò

Ora giochi con un bimbo fra le stellee dall'alto guardi giù.Ora balli col tuo angelo ribellebevi vodka con GesùGuadalupe sei un campionedi parole clandestine,clandestino partigianosognatore fino alla fine.

Capitano con l'ulivo fra i capellifiore di prato non di serra,la tua anima un tre alberi di paceche cerca la sua terra,questa notte alla finestrac'è una luce fine fine,noi sappiamo che sei vivoe ripasserai il confine.

Se rimarremo umani domani domaniSe rimarremo umani io domani tornerò.

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Bandera arrùbia(2008)

di Pietro CruccasPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: sardoTags: comunisti/socialisti

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/bandera-arrubia

Aiò! Cumpàngius. Aiò! Cumpàngias,andeus a innantis a conca arta,s'idea bona portaus impari.

Bandera arrùbia eus a cantai cun su sentidu de sa dinnidadi, bandera arrùbia eus a bentulai, bandera arrùbia eus a bentulai, bivat su comunismu e sa libertadi.

De s'oficina e de is minieras,totu is cadenas eus a segai,imoi est s'ora de batallai.

Bandera arrùbia eus a cantai...

De Sardìnia, de domu nosta,totu is baronis nci eus a bogai,un'atra nea est po bessiri.

Bandera arrùbia eusa a cantai..,

A fora, a fora bombas e basis,no ndi boleus de custu arrori,sa terra sarda est po sa paxi,

Bandera arrùbia eus a cantai...

Informazioni

Versione in sardo di Bandiera rossa.

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Barche di cartapesta(2004)

di Marco Del GiudicePeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: emigrazione

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/barche-di-cartapesta

Occhi scuri che guardano laggiù,oltre il verde di questo mare,pugni chiusi nelle tasche vuotestringono pensieri e speranze chea volte passano e volte restanoconficcate nel cuore e in testa,per un viaggio che dura una vita...

Sopra a barche di cartapesta va,il sogno di chi ha pensato che laggiù,oltre il verde di questo marepossa campare con pari dignità,e comprare con soldiquesta illusione di poterla cambiare un po',questa vita chedura un viaggio così...

E questa barca che balla un giorno arriverà,in un porto del mondo forse attraccherà,e come un'ombra sul muro al buio sparirò,quando si spegne il faro...

Braccia tese a cercare sogni checome fumo svaniscono aldilà,delle onde di questo mareche copre il mondo degli uomini laggiù,ad un passo da quella terrache brucia sotto i talloni nudi ma,quanto costa il viaggio di una vita...

E questa barca che balla un giorno arriverà,in un porto del mondo forse attraccherà,e come un'ombra sul muro al buio sparirò,quando si spegne il faro...

Informazioni

Sullo speronamento della nave albanese da parte della M.M.Italiana.

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Bella ciao della Vodafone(2007)

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: italiano

Tags: lavoro/capitaleIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/bella-ciao-della-vodafone

Una mattina mi son svegliatolavoro ciao lavoro ciaolavoro ciao ciao ciaouna mattina mi son svegliatoe non ero Vodafone.

Pietro Guindani che ci hai vendutolavoro ciao lavoro ciaolavoro ciao ciao ciaoPietro Guindani che ci hai vendutomo' ci devi ricomprar.

Informazioni

Autunno 2007. La Vodafone Italia decide l'esternalizzazione dei servizi back-office e con essa la cessione allaComdata di 914 lavoratori che, sulla base della legge 30, rischiano di perdere il posto di lavoro, il livello salarialeraggiunto, i diritti acquisiti. I sindacati proclamano uno sciopero che ha il 95% delle adesioni. Il 19 Ottobre corteo di3000 lavoratori Vodafone a Roma che chiedono anche l'abolizione della legge 30. L'azienda è costretta a trattare ea concordare il mantenimento dei diritti acquisiti nel passaggio a Comdata. Questo canto viene eseguito dallospazzone dei bolognesi sull'aria di Bella ciao. Pietro Guindani è l'allora amministratore delegato della VodafoneItalia.

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Bella ciao femminista(2010)

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: italianoTags: femministi

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/bella-ciao-femminista

Una mattina mi son svegliatao bella ciao,bella ciao,bella ciao ciao ciaouna mattina mi son svegliataed ero stanca di morir.

Morir per caso,per falso amoresalvar l’onore o per fame di libertàsempre un motivo me lo trovatema io non ci credo più.

Io muoio perché son donnao bella ciao,bella ciao,bella ciao, ciao, ciaoso che muoio perché son donna

e non mi voglio rassegnar.

Alle sorelle,alle compagneo bella ciao,bella ciao,bella ciao, ciao, ciaoalle compagne, sorelle e figliequesta canzone porterò.

E nelle strade e sulle piazzeo bella ciao,bella ciao,bella ciao, ciao, ciaoascolterete la nostra voceche non vogliamo più morirascolterete la nostra voceche siamo stanche di morir.

Informazioni

Una versione del canto partigiano contro i "femminicidi" di Femminismo a Sud

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Berlusconeide...e lui rideva(2004)

di Ezio CupponePeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/berlusconeidee-lui-rideva

Sì, vabbè, ci sei cascato come tanti e anchedi più.“Ecco l’unto del Signore” l’hai pensato puretu.Così quando scese in campo dagli spalti silevòl’ululato della plebe che agli altari lomenò.Lo troviamo tra i potenti in Europa afesteggiar,esibisce le sue corna sulla testa di Aznar.Ai ben pensanti andò insieme la vista,ma il ben pensante, si sa, è comunistae se qualcuno il naso storcevalui no, rideva, lui no, rideva.

Venne il tempo dei processi e la legge sicambiò,via al falso di bilancio, rogatorie grazie,no!Così tutto depennato la vendetta partorì,il togato ostile all’unto il ministrotrasferì.Ritornò in Europa ancora presidente per unpo’,ma per dire a Martin Schulz ”Lei ha la facciada kapò”Mentre in Italia la gente soffrivae l’evasore con l’euro arricchiva,ogni famiglia la cinghia stringeva:

e lui rideva, e lui rideva.

Quando la democrazia nasce dalla Resistenzaè un fatto intollerabile che dà i nervi a suaeccellenza:“Mussolini fu frainteso, fu frainteso comeme!Non ha mai fatto del male, fu fedele alfascio e al Re (come me)I partigiani fucilati sono morti di spagnola,si riscriva un’altra storia, si riformi anchela scuola”Se il maccartismo cacciò via Charlot,questo fascismo censura Raiot.A Saxa Rubra Mediaset crescevae lui rideva, e lui rideva.

E’ arrivato il triste giorno che l’Iraq vieneoccupatoe noi siamo del texano il fedele suo alleato:il cow boy si dà da fare, l’obiettivo è ilmonopoliocosì Italia regge il sacco e zio Sam ruba ilpetrolio.“Siamo forza ma di pace, urla l’unto aiquattro venti,siamo forza, ma di pace, bene armati fino aidenti!Non torturiamo, noi non ammazziamo,se altri lo fanno noi “nenti sappiamo”per tutto il giorno ce lo ripetevae poi rideva, e poi rideva.

Informazioni

Sull'aria di "Come pioveva" di A. Gill- A. Testa

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pagina 42

Berluscrauti(2006)

di Fausto AmodeiPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: satirici

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/berluscrauti

Io non capisco la genteche vota per Berlusconici son diverse opinioniper motivarne il perchè.

Qualcuno dice che in primislui c'ha tre televisionied è per queste ragioniche ha più visibilità.

Qualche maligno sussurrache noi buonisti mansuetigli abbiamo a queste tre retiaggiunta in dono la Rai.

Si dice che il cavalierecon quei processi che affrontapassa per uno che contadi grande capacità.

Perchè chi non se la sfangaalmeno con un processoqui da noi passa per fessoe perde d'autorità.

Conta essere solo i più furbise chi svaligia una bancariesce però a farla francaguadagna in celebrità.

Se infine poi si lamentadei magistrati corrottiche contro lui fan complottitutti a tifare per lui.

Si dice che lui possiedatrentaseimila miliardicon cui può senza riguardicomprarsi quel che gli va.

Può comperarsi sentenzele guardie della finanzapicciotti, gente de panzagiornali, libri e tv.

Può stipendiare stallieriqualche ex PCI che lo adulie può arruolare leccaculie maggiordomi e lacchè.

Chi ha solo sete di soldiil Cavaliere lo ammaliaper mezzo di Forza ItaliaCassa delle Libertà.

Per via della mucca pazzaqualcuno io congetturovota per il più sicuropollo della libertà.

Ma questi polli, miei carisono transgenici verinutriti con fondi nericattivi da mandar giù.

Rischia chi mangia sto pollonutrito con quel becchimedi dover stare a regimeper un ventennio anche più.

Informazioni

Presente nell'album “Per fortuna c’è il cavaliere”. Boriz

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pagina 43

Brigata partigiana Alphaville(1999)di Lalli

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: italiano

Tags: antifascistiIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/brigata-partigiana-alphaville

Scesi dall'auto a toccare il mondocome venuti dalle stelleci guardavamo attorno, senza fretta.

Colletti alzati delle giacche,nella testa solo un richiamo,rumore sordo di mare, un uragano.

Mi sorprendono gli occhi di tua madre,mi trapassano, se ne vanno,proprio mentre il pontesaltava in mille scintille...

Oggi sono vecchio e stanco,è aprile e vento, ho più paura,così sono venuto a chiederti,fammi questo piacere,

ti prego, questo piacere

Canta la mia canzone preferita,ti prego, cantala,cantala in questa mattinaappena appena impazzita,cantala dove la mia mano potrà vedere,cantala dove anche il maresi può riposare

Vedi, non potevo davvero,non potevo di certoguardare le altre luci brillaresenza provare a toccarle,canta la mia canzone preferita,ti prego, canta,cantala in questa mattinaappena appena impazzita.

Informazioni

Dall'album "Tempo di vento". L'autrice la ha dedicata a suo padre, ex partigiano.

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Brucia la città(2000)

di Casa del VentoPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: antifascisti

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/brucia-la-citta

Nella città arrivò la notiziaDi questa nuova destra al potereMassoni liberisti e bottegaiEd i figli delle camicie nere.

Annunciarono con la bava alla boccaQui comincia il tempo di restaurazioneUna banda di razzisti ed arrogantiCon l'idea della pura nazione.

E la vostra libertà è una fregaturaPerché siamo già abbastanza soggiogatiVoi vorreste esser liberi più adessoLiberi di vederci più sfruttati.

Manca l'impegno la lotta la solidarietà.

Brucia brucia brucia brucia la cittàBrucia brucia brucia brucia la città.

Questa ciurma ha un armadio di vergogneCi ha portato dentro al fango di una guerraNon prendiamo esempio da quelle carogneChe ci vogliono schiacciare in questa terra.

Non rinnegano mai quella dittaturaReprimevano tutti i contestatoriComunisti scioperanti ed operaiLi purgavano con l'olio e coi bastoni.

E i nostri padri ormai dimenticatiUccisi dalla fame e dalla guerraDal sonno sono stati risvegliatiSepolti ancora in un nuovo metro di terra.

Manca l'impegno la lotta la solidarietà.

Brucia brucia brucia brucia la cittàBrucia brucia brucia brucia la città.

Questa città ormai si è sputtanataIn mezzo a questi macchinoni ed arrivismoArricchiti e donne ingioiellateAnime morte fatte di menefreghismo.

Ma io dico, perlomeno ricordareE' disarmante poi parlare di memoriaNon c'è traccia di un valore del passatoChe ci lasci anche il passaggio della storia.

E i nostri padri che han vissuti anche laguerraChe han sofferto ogni patema e privazioneNon si meritano di certo anche un presenteChe riservi il senso dell'umiliazione.

Manca l'impegno la lotta la solidarietà.

Brucia brucia brucia brucia la cittàBrucia brucia brucia brucia la città.

Vi hanno sentito urlare a squarciagolaIl triste nome di quell'anima neraL'ultima volta che l'avete fattoFu un nuovo giorno d'Aprile in primavera.

Manca l'impegno la lotta la solidarietà.

Brucia brucia brucia brucia la cittàBrucia brucia brucia brucia la città...

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Cadaveri vivi(2007)

di Ascanio CelestiniPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/cadaveri-vivi

C'è stato un tempo in cuinoi eravamo cadaveri vivi,c'è stato un tempo in cuivivevamo nei cimiteri al fosforo,camposanti di lusso conconnessione veloce alla rete.C'è stato un tempo in cuifrequentavamo solo funeralie tra le bare degli eroi morti in guerrapomiciavamo con le veline.C'è stato un tempo in cuiil tempo non era né bello né brutto,c'è stato un tempo in cuitutto era lutto.Ma poi c'è stato il tempo in cuinoi siamo risortidal nostro stare fra ossi di seppiadove eravamo pasto per gli uccellie pure i pigri ed i distratti ci hanno vistoa noi...

Noi siamo i froci, siamo gli ebrei,palestinesi dell'intifadasiamo barboni lungo la stradasiamo le zecche comuniste.Noi, noi siamo anarchicinoi siamo spasticinoi siamo quelli col cesso a partenoi siamo brutti, sporchi ma buoniche detto in sintesi significa coglioni.Noi siamo i negri, meridionalisiamo gli autonomi dei centri socialisiamo l'elogio della pazziasiamo un errore di ortografia,noi siamo i punti dopo le virgolesiamo drogati, zingari e zoccole.

C'è stato un tempo in cuinoi eravamo cadaveri vivic'è stato un tempo in cui,noi correvamo semprerestare fermi era vietato,pure i sassi stavano in divieto di sosta.Sua Santità Babbo Nataleera ancora vestito di bianco e di rosso,c'è stato un tempo in cuici aveva renne di lussoai potenti portava regaliai servi carbone,ma poi c'è stato il tempo in cuinoi siamo risortidall'happy hour del megaradunodell'indulgenza

e i vampiri del sangue del santo ci hannovisto a noi...

Noi siamo i froci, siamo gli ebrei,palestinesi dell'intifadasiamo i barboni lungo la stradasiamo le zecche comuniste.Noi, noi siamo anarchicinoi siamo spasticinoi siamo quelli col cesso a partenoi siamo brutti, sporchi ma buoniche detto in sintesi significa coglioni.Noi siamo i negri, meridionalisiamo gli autonomi dei centri socialisiamo l'elogio della pazziasiamo un errore di ortografia,noi siamo i punti dopo le virgolesiamo drogati, zingari e zoccole.

C'è stato un tempo in cuinoi eravamo cadaveri vivi,e la camorra e la mafiaerano il meglio del made in italy,avevano ottenuto dal ministerouna certificazione di qualità,criminalità organizzataperò d'origine controllata.C'è stato un tempo in cuinoi eravamo picciotti,ma poi è arrivato il tempo in cuinoi siamo risortidalla tranquillità del maredove eravamo rugginosi relitti,e pure i tristi giornalisti fascisti ci hannovisto a noi...

Noi siamo i froci, siamo gli ebrei,palestinesi dell'intifadasiamo i barboni lungo la stradasiamo le zecche comuniste.Noi, noi siamo anarchicinoi siamo spasticinoi siamo quelli col cesso a partenoi siamo brutti, sporchi ma buoniche detto in sintesi significa coglioni.Noi siamo i negri, meridionalisiamo gli autonomi dei centri socialisiamo l'elogio della pazziasiamo un errore di ortografia,noi siamo i punti dopo le virgolesiamo drogati, zingari e zoccole,noi siamo i punti dopo le virgole

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siamo drogati, zingari e zoccole.

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Calamandrei(2013)

di Francesco De Francisco, Francesco "Ciccio" GiuffridaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: antifascisti

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/calamandrei

Se vuoi andare in pellegrinaggiolì dove è nata la Costituzionedovrai avere molto coraggioper arrivare a destinazioneper salire sulle montagnedove caddero i partigianie vedere le galeredove furono imprigionatie campi strade piazzedove furono impiccati

Lì dove è morto un italianoper riscattare la libertàun compagno una compagnaveri maestri di dignitàE' lì che dovrai andaretu giovane speranzacol cuore e la ragionelì dove è nata la Costituzione.

E allora andiamo in pellegrinaggiodove infuriava bufera e ventodove chi cadde ha lasciato scrittocon il suo amore un testamentoParole scritte che sono vivese sono vive nelle tue maniper spalancare le galerein cui siamo imprigionatie ripulire strade e piazzeliberate dai Partigiani.

E lì dove è morto un Resistenteper conquistare la libertàun compagno una compagnanoi impariamo la dignità.E lì che dovremo andaredifensori della speranzacol cuore e la ragionelì dove è nata la Costituzione

Informazioni

Dal discorso agli studenti milanesi sulla Costituzione di Piero Calamandrei del 1955

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Cannoni del Sagro(2005)

di Davide GirominiPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: antifascisti

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/cannoni-del-sagro

Sole e vento dell’alturalascio alla lacrima biancaper fare del corpo lamento e tortura.Cambio le mie condizioni,l’abito sporco mi dàun’altra forza per vivere nelle città.Nuvole a Vinca, i silenzi del montesferzati da una ferrovia,che nessuno ha mai costruito,ma un giorno è comparsaportandomi via.

Ma se questi alberi sanno parlare

gli occhi non chiudano mai,all’ombra nera che rompe il silenzio,e dà al monte bisogno di fuoco e mortai,per inchiodare un destino severosui rozzi battenti del passo stranieroche fece un dì traboccare dai murile lacrime del cimitero,del cimitero.

Nuvole a Vinca, i cannoni del Sagro,sparano ancora a chi passa di là,e nessuno si senta lontano ed esclusodall’ombra latente della civiltà.

Informazioni

Nella canzone è citata una delle più famose e celebri canzoni degli Stormy Six: Nuvole a Vinca. Non a caso: le duecanzoni sono ispirate al medesimo episodio, l'eccidio nazista di Vinca del 24 agosto 1944, ad opera delle brigatenere e delle SS di Walter Reder (vedi: http://digilander.libero.it/ladecimamas/stragi2.htm )

Qui un video della canzone:http://www.youtube.com/watch?v=yEw0Bc7W0Bk

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Canto del solidale(2017)

di Alessandro FanariPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: emigrazione

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canto-del-solidale

A Ventimiglia, in tutto il litoraleAi neri non si può dar da mangiareL’han detto quelli dentro al tribunaleE l’ASL perché è poco salutare

L’acqua del Roja è congelataSe provi a darti una sciacquataE hai nella pancia un piatto di minestraUna congestione, ti secca.

O come è premuroso il mio questoreLe mani assieme ci vuole legareLo fa per noi, ci vuole tutelareCi si brucia spesso a cucinare

La Croce Rossa è organizzataDue volte al giorno un po’ di insalataSe ti lamenti uno sbirro ti pestaE l’emergenza fame, rientra

Così tre anni in questa situazioneRastrellamenti in centro ed in stazioneL’ndrangheta s’ingrassa nel suo forteE noi contiamo le persone morte

Ogni dogana va boicottataOgni frontiera va sabotataSiam solidali con chi le attraversaPer ogni ingresso in Francia, è festa

Informazioni

Il canto nasce dall'esigenza di raccontare le ingiustizie subite a Ventimiglia e nell'estremo ponente ligure damigranti e solidali dal 2015 ad oggi. In aperto contrasto con le politiche migratorie europee e italiane l'intento èquello di promuovere ideali di solidarietà verso i migranti e di boicottaggio e sabotaggio verso le frontiere,favorendo il più possibile la libera circolazione delle persone in tutti i paese Europei ed extraeuopei.

Scritto a Genova nel gennaio 2017 da Alessandro Fanari sull'aria di La Santa Caterina dei pastai

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Canto di vita(1997)

di Ivan Della MeaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canto-di-vita

Guarda che razza di tempo si vivedove un sorriso ha i suoi retropensieridove un abbraccio ha pieghe un po’ schiveperché mercato di nuovi favoridove a ognuno è dato di staresempre più chiuso sempre più solo

E allora amoreper quanto ci restaridiamo amore ridiamo

E guarda il senso dei nuovi valorison fiori di stagno o d’acqua più durail posto la lira il vocabolariole cose sicure la casa sicurae sempre sapere il giusto momento

di cose da dire di cose da fare

E allora amoreper quanto ci restaridiamo amore ridiamo

E questo nostro tirare a camparedi poca fede di poca speranzapuò farci bene può farci malema questo in fondo ha ben poca importanzase non ci regge un canto di vitao la bestemmia di un maggio lontano

Ti prego amoreti prego amoreti prego amore ridiamo.

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Cantu pro sos pastores(2019)

di Juvanneantoni BusiaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: sardoTags: lavoro/capitale

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/cantu-pro-sos-pastores

E su grande casaruSu grande casaru tziu PinnaSu pius mannu 'e sos industrialesChi meda at fatu e realizaduChi meda at fatu e realizaduCun su tribàgliu tantos capitales

Però at tropu in presse ismenticaduSu sacrificu de su pastoriuSu prètziu de su late est ismesaduSu frutu de su totu isvaloriu

Ajoni duncas tzelate sa BòriaCa su pastore at contribuiduA tantu risultadu, tanta glòria

Oh madonna de seunisIntercedide cun Santa VittoriaOh madonna de seunis reinaIntercedide cun santa VittoriaPatrona de sa vidda thiesinaPro chi si pessent sos meres padronosE Paghent su late che sa benzina

Informazioni

Canto dedicato ai pastori sardi e alla lotta per il prezzo del latte.

Trascrizione a cura di Bruce Luche, revisione di Carminu Pintore.

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Canzone per Ion(2000)

di Renato FranchiPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canzone-ion

Partito da lontano per partire davveroSei sceso con la pioggia e il tuo sguardo dicieloGiorni di frontiera dove i sogni vanno pianoI treni sono viaggio e i rumori sono tuono

Arrivato da lontano nel paese in culo almondoUn confine sulle spalle e un amorecontroventoIl tempo scivola piano come una vendettaLa fatica in agguato è un dolore che tiaspetta

Nella casa di ringhiera si contano le oreE non cade più la neve nella città senzastagioneDove il cielo è più scuro e la notte è piùneraPer tutti i cuori stranieri nel freddo dellasera

Poi vennero i padroni del fumo e dellatempestaFabbricanti di nuvole nere e onde di fuocoper [la festaCon le loro offerte speciali e una paga dasoldatoLa tua bocca da cucire e un lavoro disperato

Avevi mani di zucchero per disegnare

arcobaleniOra hai braccia di fango per costruiregrattacieliDove il sole è stanco e non riscalda il cuoreLa gente vive in fretta nel paese del dolore

Viaggiavano i tramonti partivano le parolePer la tua rosa lontana i tuoi fiori di solePoi primavera arriverà primavera porteràl’amoreIn questo angolo di rabbia in questa terra [senza viole

Poi fu la notte delle stelle che cantavanoalla lunaQuando l’assassino bruciò i tuoi occhi disfortunaO forse fu la luna che piangeva con le stelleMentre morivano i tuoi anni e bruciava la tuapellePartito da lontano arrivato davveroIon figlio della pioggia che cercavi un nuovocieloGiornate di frontiera sogni stretti in unamanoTreni sempre in viaggio i rumori sono tuono

Partito da lontano arrivato davveroIon adesso sei con le stelle nel tuo nuovocieloGiorni di frontiera sogni chiusi in una manoI treni adesso sono fermi i silenzi sonotuono

Informazioni

ION CAZACU, un ingegnere rumeno di 40 anni, emigrato in Italia dove lavorava come muratore. La sera del 14marzo 2000 viene bruciato dal suo datore di lavoro, un imprenditore edile di Gallarate, durante una discussionenella quale Ion rivendicava i suoi diritti di lavoratore. Ion muore il 16 aprile nell'ospedale di Genova dopo unastrenua resistenza alle ustioni, che coprivano tutto il suo corpo. Lascia la moglie Nicoleta e due giovani figlie.

Colonna sonora del cortometraggio Immagini di repertorio. Storia di Mircea Spiridon, di Sebiano Chillemi. Italia,2007.

(Ierina Dabalà - nina.5 @tin.it)

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Canzone urgente(2003)

di Stefano Giaccone, LalliPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canzone-urgente

Compagno, è col tuono delle ondeche canto dentro le notti più nereSulle spiagge vendute al cemento:false parole, false chieseDentro il sonno di lavoro operaio,nelle marce barriereIo canto la morte nei cessi in stazioneCanto le mille africane sui tramVestite con un destino comprato a pocoda un signore nascosto dietro ad

un finestrinoComandando un mercato da solo,porta cristo e il vaioloIo canto la pace portata a BaghdadCompagno, canto degli occhidi Franti seduto in mezzo a due sbirriMirafiori, Bovisa, Rebibbia, San Paolo delBrasileLo porto via, lo prendo per manoAccendere un fuoco e poi sparire

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Canzoni da amare(2009)

di Alessio LegaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/canzoni-da-amare

Vogliamo canzoni da amareche il vento ripari la pioggiavogliamo canzoni dal maremai più canzoni da spiaggia.

Vogliamo canzoni più verecosì come i sogni sognatidal fondo di ogni bicchierela nave di Jenny e i pirati.

Vogliamo canzoni più amaredella melassa per radioche mente parlando di cuoreun miele di male e di jodio

canzoni al cloruro di sodiominiere stillanti salgemmadi amanti sfondanti l’armadioribelli a ogni stratagemma.

Vogliamo canzoni per ariadebutti dal primo di maggiola canta cronaca variadel nostro grandissimo viaggio

la vita che puoi raccontarela musica della parolevogliamo canzoni da amaree qualche canzone d’amore.

Informazioni

Un manifesto programmatico in forma di canzone (Alessio Lega)

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Carlo assassinatodi Franco Trincale

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: italiano

Tags: repressioneIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/carlo-assassinato

Carlo Giuliani 23 anniuno dei tanti ragazzi del mondodel mondo oppresso mondo precariouno dei tanti al di qua del sipario.

Carlo Giuliani 23 anni23 anni una vita spezzatada un giovane armato da quei potentinello scenario dei finti grandi.

Spuntano fiori in piazza Alimondadove di Carlo c'è ancora l'improntaCarlo Giuliani si aggiunge nel contoche alfin pagherete i padroni del mondo.

Ventitre anni una vita spezzatauna tragedia premeditatadagli strateghi servi al g-8

che han cercato e voluto il morto.

Carlo continua con noi la lottala lotta dei popoli giammai mortacontinua la lotta lotta infinitain ogni luogo ogni spazio di vita.

Si lotta in fabbrica uffici in lavorocontro l'ingiusto che impongono i loroquei senzali del padronatonemici e assassini del proletariato.

Carlo è con noi contro la borghesiaa difender gli spazi di democraziacarlo è con noi nella nostra energiacontro lo stato di polizia.

Scendiamo in piazza, organizziamocidi tutto il mondo proletari uniamoci.

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Carlo nel cuore(2005)

di Francesco "Ciccio" GiuffridaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: repressione

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/carlo-nel-cuore

Ho fame di luci diverseho sete di splendide auroredi giorni di pace di sere più terseho un mondo diverso nel cuore

Ho fame di prati puliti ho sete di ogni colore di fabbriche aperte di cieli infiniti ho un mondo diverso nel cuore

Ho fame di immensa speranzaho sete di onesto furore

di boschi sinceri di calma eguaglianzaho un mondo diverso nel cuore

Ho fame di antichi futuri ho sete d’un rosso chiarore di erigere case di abbattere muri ho un mondo diverso nel cuore

Ho fame di lotta e di stelleho sete di pane e d’amored’avere fratelli d’avere sorelleho Carlo ragazzo nel cuore.

Informazioni

Canzone scritta per Carlo Giuliani.

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Cavaliere(2003)

di Francesco "Ciccio" GiuffridaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: satirici

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/cavaliere

Cavaliere ti voglio cantareCon il cuore la mia serenataE di cuore ti vorrei suonareMolto presto quel giorno verrà

Con le spade i cavalli gli scudiTu sei pronto per nuove crociateTu la guerra no non la ripudiSe è una guerra per la civiltà Da nessuno a più ricco d’Italia Ti sei fatto davvero dal nulla Chi ha puntato su te non si sbaglia Sei onorato nella società

I palazzi erigevi con cura Sei maestro di ville e di logge Venerabile oltre misura I tuoi piani funzionano già

Cavaliere più volte inquisitoAi processi non sei mai presenteMa si sa sei un famoso impeditoSu votiamo per l’immunità

E’ legale il falso in bilancio O che gioia per complici e soci Quante pene evitate di sguincio Nella lotta alla tua libertà

Tu che domini l’etere tuttoDai consigli da bravo registaTu sai vendere balle o prosciuttoSei campione di pubblicità

Nella reggia che hai cavaliereHai cavalli di razza pregiataLi accudiva un valente stalliereChe la brusca sapea maneggiar

Che sei razzista no non è vero Della pelle al colore non badi Ma il lavoro meglio se in nero Perché chi si accontenta godrà

Tu che rendi leggere le tasseRisparmiando ogni anno un miliardoMentre alleggerisci le masseE le tasche dei lavorator

La bandana ti dona è uno schianto Tu non segui la moda la crei Forse occulti un sapiente trapianto

O nascondi la circoncision

I tuoi eredi li hai sistematiSe per caso dovessi morireSui denari da te accumulatiNiente tassa di succession

Autostrade trafori piloni Il cemento ce l’ hai nelle vene Tu che al popolo il sangue tuo doni Vuoi l’Italia cementificar

Le pensioni tu non le sopportiIl riposo non sai cosa siaPreferisci non hai tutti i tortiUna villa in Sardegna o un hotel

Magistrati ne comprasti tanti Ma il passato è passato oramai Ti concedo le giuste attenuanti Il reato è prescritto per te

Tu sai usare parole adeguatePer canzoni di grande successoChe sintassi che rime azzardateMa la musica è sempre ugual

Tu riduci pensioni e salari Per la scuola non c’è mai una lira Chiudi fabbriche smonti ospedali Forza taglia ti devi chiamar

Dopo anni di belle paroleGli elettori si sono distrattiPreferiscono i fatti alle foleMi consenta ci eviti il bis

Cominciasti barone rampante Poi visconte ti sei dimezzato Quattro anni ne hai fatte tante Cavaliere non esisti più

Sei romantico ti piace il mareQuando il sole all’occaso sprofondaTutta roba da privatizzareCome dire Tremonti sul mar.

Ma che estroso seiMa che creativo seiMa che estroMa che estroMa che estroso sei

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Gran creativo sì sìGrosso estroso si sa

Tre minuti di pubblicità( finale: sei minuti…un’oretta…una vita…)

Informazioni

Testo di Francesco Giuffrida. La musica si rifà alla "Badoglieide". (ciccio)

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Chi ha compagni non muore mai, a Ivan Della Mea(2009)

di Gian Luigi AgoPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/chi-ha-compagni-non-muore-mai-ivan-della-mea

La nave dei folli continua a viaggiareper uno che scende,un altro che saleTra porti di nebbie e scali lontani,tra lampi di sogni e pugni serrati

Un’altra canzone, cristalli di sale,un altro compagno perduto nel mareTra moli di angoscia sferzati dal tempoc’è un canto feroce, non si è ancora spento

E Ivan tu lo sai, la nave dei follinon si ferma maiE non c’è tempesta che ci abbatteràPerché chi ha compagni non moriràPerché chi ha compagni non morirà

Seguiamola bene la rotta tracciata,

la polvere rossa che segna la stradadei giorni di lotta della nostra storia,non c’è mai futuro se non c’è memoria

La nave dei folli che va incontro al soleè come il presagio di un’altra canzoneAncora non scritta, che aspetta una voceil primo respiro di un mondo migliore

E Ivan tu lo sai, la nave dei follinon si ferma maiE non c’è tempesta che ci travolgeràPerché chi ha compagni non moriràPerché chi ha compagni non morirà

E Ivan tu lo saichi ha compagni non muore mai

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Classe 1923(2004)

di Germano BonaveriPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: antifascisti

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/classe-1923

Classe millenovecentoventitre',mani piccole e ruvide,dentro gli occhi le mille cicatricidi giornate livide,occhi di guerre combattuteo sentite direper ragazzini che non possono capirequale sapore hala riconquista della liberta'.

Classe millenovecentoventitre',e una foto sbiadita...di un ragazzo che oggi siede accanto meraccontando una vita.L'esperienza e' un animale mutoche non puoi catturare,non e' mai troppo tardi per poter capirequale sapore hala riconquista della liberta'.

Certo non e' stagionee la rivoluzione ormai non si fara',non serve un idealein questo carnevale che e' l'umanita',ne' santi ne' bandieredentro l'ascensore della civilta'.

Classe millenovecentoventitre',puoi lasciarmi qualcosa?Tra le mani stringi il bossolo svuotatodelle opportunita'.Come stringere le mani di una donnao regalare una rosa,l'appennino che si sveglia all'alba ma vorreisaperequale sapore hala riconquista della liberta'.

Certo non e' stagionee la rivoluzione ormai non si fara',non serve un idealein questo carnevale che e' l'umanita',ne' santi ne' bandieredentro l'ascensore della civilta'.

Classe millenovecentoventitre',sei lo specchio degli anni miei,gli ideali sono scuse per esisterecol coraggio di vivere.Ma se guardi bene in fondo all'orizzontevedi solo nuvole,come in fondo all'esistenza di ogni esserec'e' un lottare inutile...ma che sapore hala riconquista della liberta'

Informazioni

Segnalata da Patrizia Muzzi [email protected]

video: http://www.youtube.com watch?v=YIy32u2Xl_8&feature=player_embedded

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pagina 61

Clément Méric(2013)

di Laura RodriguezPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: franceseTags: antifascisti

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/clement-meric

La haine puis le silenceUn coup pour une vengeanceContre le rouge et le noirOnt tué un frère ce soirContre l'entraide et l'amourQu'ils exécreront toujoursContre tes idées si belles

Ont voulu couper tes ailes

Soit tranquille, car tes idéesSeront clamées poing levéTu vivras à travers ellesDans nos luttes et dans nos coeursLà où pousseront tes fleursTes fleurs ? Tes idées si belles

Informazioni

Un giovane di 19 anni Clément Méric, militante antifascista, è stato picchiato e ucciso da un gruppo di skinhead diestrema destra a Parigi il 5 giugno 2013. Sull'aria de "Les Anarchitectures" di Damien Saez

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Come le cavallettePeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/come-le-cavallette

Gesto di sfida, certodi chi ha la legge in tascadi chi ha padroni forticon la coscienza sporca

Inventati ed autisticinoi li rivendichiamson nostri spazi liberie li rivendichiam

E dopo pochi mesidai fatti di indymediaeccoci qui a parlaredi un'altra vil commedia

Queste intercettazionici fanno domandarse staccano la spinadove potremo andar?

Se staccano la spinanon è finito nienteperchè saremo semprecome le cavallette!

Inventati ed autisticinoi li rivendichiam!Inventati ed autisticinoi li rivendichiam!

Informazioni

Sull'aria di "Addio a Lugano". Canzone sulle intercettazioni dei server inventati/autistici (http://www.autistici.org),pubblicata su Indymedia Italia.

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Come votava(2012)

di Max GreggioPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: satirici

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/come-votava

C'eravamo assai impegnatiper trent’anni e forse più,Poi ci siamo scoraggiatinon ricordo come fu...ma un bel giorno c'incontrammo,per fatal combinazion,perché insieme ci trovammoin un seggio all’elezion.Elegante nel suo velo,col suo rosso cappellin,dolci gli occhi suoi di cielo,sempre mesto il suo visin...

Ed io pensavo ad un giorno lontanoa una sezione d'un ultimo piano,quando la gente al Piccì chi credeva

E lo votava… e lo votava

Come stai? Le chiesi a un tratto."Io di merda,disse, e tu?"."Come te " e poi distratto:"e puo’ darsi anche di più!".“Voti sempre comunista?”Lei mi guarda e dice no "no.Però Grillo è un qualunquista.a lui il voto non lo do”

E piano piano entrammo in cabinapensando ai sogni e ai progetti di primapoi deponemmo con mano ormai stancala scheda bianca , la scheda bianca….

Informazioni

"Centone" composto sull'aria della canzonetta "Come pioveva" (1918, di A. Gill e A. Testa)

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Contro(2004)

di Germano BonaveriPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/contro

Contro le missioni di rieducazione,contro chi va contro e ci difendera',contro i pregiudizi senza un'opinionecontro le opinioni senza liberta'

Contro chi si cela dietro le bandierecontro tutti i martiri della societa'contro movimenti e giochi di poterecontro i condottieri dell'umanita'

Contro il falso credo delle religioni,contro chi conosce una sola verita'contro chi condanna intere nazionicontro chi le assolve senza autorita'

Contro l'ignoranza etnica e socialedegli interventisti privi di umilta'contro i pacifisti in guerra contro il malecontro chi sa sempre da che parte sta

Contro le astinenze per la redenzionecontro i detentori della santita'contro sprovveduti padri del terrorenegli integralismi muore la pieta'

Contro le missioni di rieducazione,contro chi va contro e ci difendera',contro i pregiudizi senza un'opinionecontro le opinioni senza liberta'

Contro i moralismi eterosessualicontro stupratori senza dignita'contro sfruttatori di donne lungo i vialicontro i perbenisti della civilta'

Contro chi non crede che si possa farecontro il pessimismo e l'immobilita'Contro chi decide le regole del giococontro chi partecipa e regole non ha.

Informazioni

Inviata da Patriiza [email protected]

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pagina 65

Corrido al cavalier Berlusconi(1996)

di Pardo FornaciariPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: satirici

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/corrido-al-cavalier-berlusconi

Appena sveglio mentre ancor fa colazionescrive la lista dei decreti da osservarper impedire che l'opposizioneapra la bocca e lo possa disturbar Si sciugna con brillantina della Standa e spazzola con cura il suo doppiopetto blu! Detta ordini a ministri e giornalisti quest'è la mattinata del cavalier!Noi lo acclamiamo con fervore e commozionelui sì che è un uomo che ci sa stare al poterdicon che invece del progresso è reazionema è legge e ordine che vuole il cavalier! Sindacati, partiti comunisti basta coi diritti, a ognuno il suo dover! Televisioni, Leghe, Poli e neofascisti E tutto questo grazie al Cavalier!

Insieme a Bossi il suo cane da pagliaiova disegnando la nuova costituzioncon tre italiette (che si triplica ilmerdaio)ognuna di esse con ben tre television Quando le cose si saran rimesse a posto il cavaliere certo si ritirerà intanto oggi lui si batte ad ogni costo per raddrizzarci e darci tanta libertàLiberi di comprare le cose che ci vended'assicurarci con le sue assicurazionedi pagar mutui ed interessi alle sue banchee di guardare le sue television Manda in pensione certi giudici arrivisti in santa pace quanti affari si faran! Forza italiani, non siate più tristi evviva il cavaliere Berluscon!

Informazioni

Parole di Pardo Fornaciari, sull'aria di "El general". Il verbo "sciugnarsi" è un livornesismo che vale "impomatarsi", ericorda i tempi passati, in cui invece della brillantina si usava la sugna (volg.sciugna) di maiale.

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pagina 66

Cosa rimiri ragazzo padano?(2003)

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: italiano

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/cosa-rimiri-ragazzo-padano

Cosa rimiri ragazzo padano?Cosa rimiri ragazzo padano?Io rimiro la donna tua che così bellal’ho vista maiIo rimiro la donna tua che così bellal’ho vista mai

La mia donna è giovane e bella.La mia donna è giovane e bellaCostituzione è il nome che ha

e sta di casa in via Libertà.Costituzione è il nome che hae sta di casa in via Libertà.

Dimmi dove tu l’hai incontrata?Dimmi dove tu l’hai incontrata?Sulle montagne e nelle cittàcoi partigiani io l’ho incontrà.Sulle montagne e nelle cittàoi partigiani io l’ho incontrà

Informazioni

Contraffactum del canto partigiano Cosa rimiri mio bel partigiano.

Comunicata da Ezio Cuppone, che ringraziamo, il 9 ottobre 2014

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pagina 67

Cunfessada(1991)

di Franco MadauPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: sardoTags: antimperialisti

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/cunfessada

Deu si du ollu nai immoi,no si du ollu negai,no si du ollu cuaia suta de frassa bandieras

no mi praxit s’Italiadeu no istimu su staduno provu sentimentupo custa bandiera.

Deu nu istimu sa gentiki ddu est setzia de annusin cadiras de prataPo is leis ki ant fatusu dinai ki ndi ant pigausa gistitzia ki ant portau

Deu si d’ollu nai no mi praxit s’Italia deu si d’ollu cantai deu no istimu s’istadu antzi si ollu cunfessai

no mi intendu italianu mi at praxi africanu

Deu si d'ollu nai..

Ca funt spudoraustotus a faci a parifaint s’aferra aferrano s’accuntent maiE innui est dignidadi?

Ca propriu in custu periudusi obiant aumentai su stipendiuki est prus de sa pensioniki pigat mama mia

E innui est dignidati?E innui est s’onestadi?E innui est ki ei papau?Ca funt scherzus de parain totus custus annusnc’est ki at scritu cantzonise ki est setziu a cadira

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Custodi(2020)

di Alessio LegaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: lavoro/capitale

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/custodi

Quando penso ai martiri e agli eroiIo penso a Durruti e Che GuevaraAll’esempio giunto fino a noiTutta quella lotta che rischiaraPenso a Rosa Luxemburg ribelleA chi si è giocato in un minutoNella solitudine le stelleSenza avere il tempo di un salutoCorre, corre la locomotivaGramsci nella cella che scrivevaE Pinelli sopra il motorinoPino quel mattino che correva

Poi mi viene in mente anche il sorrisoDi una dottoressa che conoscoChe operava nel Burkina FasoQuando andava in ferie ad ogni agostoDieci anni e più di precariatoSola con un figlio ed una madreLei che corre sempre senza fiatoE mangia uno yogurt per le stradeScappa nella metropolitanaStrappa dalla morte i suoi fratelliFa guerriglia ogni settimanaLotta coi suoi ferri al Cardarelli

Poi ritorna a casa e dorme strettaPreso dall’asilo il suo bambinoTutta la sua vita è nella frettaNel caffè che brontola al mattino

Viene la paura del contagioTutti chiusi nell’isolamentoIl silenzio vuoto è un nubifragioTutto un brulicare di cementoL’ospedale adesso è la frontieraDel bombardamento, la trinceaOgni bollettino della seraMette la paura in ogni ideaQuesta dottoressa che continuaPer coraggio o per disperazionePer coscienza, forza o disciplinaVa sul fronte e aiuta le personeSa che può portare in sé il nemicoDentro la sua casa, fra i suoi carigli incubi, i pericoli, il doloreTutta quella lotta che rischiara

Quando pensi all’angelo custodeNon pensare a gente sovrumanaPensa che ti sta schiacciando un piedeNella stessa metropolitana

Informazioni

"Questa è una canzone scritta durante l’emergenza, ma non improvvisata. Non parla dell’emergenza in sé, parladella storia di una giovane lavoratrice (un chirurgo del Cardarelli, il principale ospedale di Napoli) che è anchemadre di un bambino di tre anni, e che ci si è trovata proiettata dentro - come si usa dire - in prima linea.È il mio omaggio a queste lavoratrici, attraverso la vita di una di loro, che ho la fortuna di conoscere." (AlessioLega)

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pagina 69

Dall'ultima galleria(2001)

di Alessio LegaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: repressione

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/dallultima-galleria

E poi dall'ultima galleriaSembra mai più poter riaprirsi il soleE quando luccica dal fondaleSulla rugginosa ferroviaDalle budella della grande vedova

Diritto in faccia a un muro altoPiazza Principe in un sussultoTi vomita addosso a Genova...

Io quando tornerò a Genovaper prima cosa col caffè di ritoNel piazzale della stazionedal baracchino il passo addormentatoLo muoverò per riconquistarela dignità di me stesso al mondoEd il dovere di camminarea testa alta guardando il fondo

Guardare in fondo,guardare il mare,guardare il punto fermo sull’abissoVedere tutto tornare,urlare, fronte spezzatada un chiodo fissoFronte spaccata, fronte diviso,fonte che anneghial pozzo San PatrizioDel mare rossodel nostro sangue plebeoche soffoca nel precipizioChe soffoca nel precipizio...

Quando ritorneremo a Genovaritorneremo sopra la crinieraBianca dell’ondache si frange al frangifluttiche mangia la seraE scuote il senso del presentedella memoria che si schiantaQuando Genova ritorneràquella del giugno del sessanta

Quando ritorneremo a Genovae quando Genova sarà tornataQuando torno,torno al nostro invernola resistenza verrà dichiarataQuando in tutto quest’infernoritroveremo i nostri sentimentiVerremo in braccio alla naturaverremo sopra i quattro elementi...

Chi siamo noi? Ora siamo il mare,il mare nero che si scatenaChe si rovescia sopra al porto,sopra al porco che lo avvelenaIl mare più salatoche ci avete fatto lacrimareDate un bacio ai vostri candelotti,giusto prima di affogare.Chi siamo noi? Ora siamo il ventoche non potete più fare ostaggioAria libera dai mulini,dalle catene di montaggioIl vento che spazzerà via,cancellerà l’orma dei vostri passiChe schianterà muri e sbarrescatenandosi per Marassi

Chi siamo noi? Ora siamo il fuocoche non avete mai domatoQuello che brucia in fondo agli occhidi questo grigio supermercatoQuello che cortocircuitai fili dell’allarmee del divietoMentre noi spargeremo salesulle rovine di Bolzaneto

Chi siamo noi? Ora siamo la notte,la luna persa dei disperatiDice il poeta*“Quando cade un uomosi rialzano i mercati”E per quest’uomo di eterna notte,per questa luce che se ne muoreAspetteremo che il sole sciolgail blocco nero che portiamo in cuore...

E così torneremo a Genova,così ritorneremo a GenovaCosì libereremo Genova,così saremo liberi a Genova...

Io quando tornerò a Genovaper prima cosa col caffè di ritoL’enorme samovar della tristezza,che sta bollendomi dentro al fiatoQuesto dolore che mi ha traditola grande sagoma del luttoE queste lacrime che ho mascherato,questo tormento che tengo stretto...

E in una Genova liberata,

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pagina 70

senza chiusura, senza tormentoSenza sott’occhio la via di fuga,senza dolore, senza spaventoAvrà senso cadere in ginocchio,alzare e prendersi le mani

Piangere in piazza Alimonda...pardon in piazza Carlo Giuliani

* Il poeta è Max manfredi

Informazioni

Questa canzone è un inno alla vita e un urlo contro chi ce la vuole negare. Questa canzone parla di me, del mioamore per Genova, del caffè che prendo ogni volta che arrivo al chiosco fuori dalla stazione di Piazza Principe, dellalunghissima galleria che il treno attraversa prima di sbarcarci. Questa è la mia canzone, e io alle 17 e 30 del 20luglio 2001 ero a nemmeno – l’ho scoperto alcuni mesi dopo tornandoci - trecento metri da Piazza Alimonda. “Tuttoquesto è vivo, non me lo hanno ucciso né con la distanza né con i vili soldati”.(Alessio Lega)

Da "Resistenza e amore", Nota 2004

http://www.alessiolega.it

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pagina 71

Delle diversità(2007)

di Germano BonaveriPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: antifascisti

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/delle-diversita

C'e' una precisa scala di valori,ci sono i perdenti ed i vincitorie per ognuno un preciso coloreche devi imparare a classificare...C'e' una chiara distinzionetra migliore e peggiore...c'e' l'urgenza, che e' dell'uomo,di appartenere.

Sappi che i buoni non perdono mai,hanno il sostegno del cielopercio' ricorda devi stare con noi:noi siamo nel vero...C'e' questo strano disegno umanoche crea il nemico e il diverso,questa violenza del quotidianoquesto gioco perverso...

Ci sono terre di confine da esplorareoltre il senso comuneed altri popoli da rieducarefinche' giunga la fine,perche' nel nome dell' ideologiatutto si puo' giustificare,ma che la colpa non sia solo mia,tutti dovrete partecipare.

Siete le ombre cinesi sul muroproiettate da un'altra mano...avrete tutte un radioso futurocon un fucile a canne mozze in mano,vi insegneremo la disciplinaipnotizzati dalle televisioni,vi lasceremo uscire ogni mattinasolo a determinate condizioni.

Terre di confinesenza telefoni, senza vetrine.Oceani da esploraresenza una spiaggia per naufragare.Mari senza vento,da un portolano del quattrocento.Terre come stagionisenza condanne ne' assoluzioni

Ma c'e' un' incognita da contemplarenel compilare una strategia,c'e' sempre uno che non vuole ubbidire,non sta allineato, non percorre la via:

il cane sciolto che ha perso un orecchiomentre lottava per un pezzo di paneallungato dalla mano di un vecchioche nell'altra nascondeva un bastone.

E non ci sono scale di valori,neanche il tuo dio ti appartiene:ci sono differenze e coloriche sanno e possono vivere assieme.E non sara' una divisa,e non saranno gli eroi,e una coscienza rinchiusasi svegliera' prima o poi.

Siate l'incognita non contemplatanei manuali dell'autorita',siate la forza che giunge insperatasiate la vera possibilita'.Siate il sorriso dell'incoscienzala leggerezza dello stupore,siate la voce dell'inesperienzama una voce pulita d'amore.

E non cedete alle mode,e non abbiate rancore,che non si ama per fedema solo per amore...E allora forse scriverete una storiadove bellezza e' nelle diversita'e non parlate di vittoriama solo di liberta'.

Terre contadinesenza telefoni, senza vetrine.Terre da esplorarecon cieli azzurri a capofitto sul mare.Terre senza vento,da un portolano del quattrocento.Terra senza barrieretutta una vita da coltivare.

Terre contadinesenza telefoni, senza vetrine.Terre da esplorarecon cieli azzurri a capofitto sul mare.Terre senza vento,da un portolano del quattrocento.Terre da seminareper una storia tutta da inventare.

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pagina 72

Informazioni

segnalata da Patrizia Muzzi [email protected]

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pagina 73

Dieci Preghiere(2008)

di Andrea SigonaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: antifascisti

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/dieci-preghiere

L’una in punto....il fuoco cuocevaLe solite scortedi un mattino qualunquevicino a primaveraDa dietro la sogliada dietro quel monteI soliti sparidi una guerra schifosaE quei ragazzi la al fronteIn un mattino di marzosu queste strade scosceseDieci soldati marciavanocantando sopra la neveUn attimo un fiatoun pane e un salutoUn augurio di tanta fortunadi un vecchio soldato

Se torneranno da vivialzeremo bandiereSe torneranno da mortipiegheremo le veleSe torneranno da vivici sarà per tutti da bereSe torneranno da mortidiremo preghiere

Pomeriggio in cantina

e un pensiero al passatoDi quando anch’io da quel frontequasi morto ammazzatoVedevo l’Italia traun ricordo e una fotoE una donna di soli vent’anniche mi avrebbe cercatoLa fortuna e l’amoremi portarono indietroAlle porte di questa mia vitaora vivo serenoMa quando rivedo divisee occhi belliCome un incubo mi passan davantigalere e cancelli

Se tornerete da vivialzerò le bandiereSe tornerete da mortipiegherò queste veleSe tornerete da vivialzerò il mio bicchiereSe tornerete da mortidirò dieci preghiereE se tornerete perché il ventoavrà incrociato due stelleVorrà dire che disertareè più giusto che andarea vendere cara la pelle

Informazioni

Nel 1944 nel Bosco delle Castagne in provincia di Udine vennero trovati impiccati 10 Partigiani uno a distanzadall'altro di pochi alberi. Un'offesa alla dignità umana

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pagina 74

Difendi l'allegria(2011)

di Alessio LegaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/difendi-lallegria

Difendi l’allegria come una trinceadifendila dallo scandalo e dall’abitudinedifendila dalle miserie e dai miserabilie dalle assenze transitorie e da quelledefinitive.Difendi l’allegria come un principiodifendila dallo stupore e dal doloredifendila dai neutrali e dai neutronie dai gran permalosi e dalle gravi diagnosi.

Difendi l’allegria come una bandieradai colpi di fulmine e dalla malinconiadai finti ingenui, dalle vere carognedai discorsi retorici, dagli attacchicardiacie dai mali endemici e dai baroni accademici

Difendi l’allegria come un destinodifendila dal fuoco e dai pompieridai tentati suicidi, dai riusciti omicididai lavori usuranti, dallo stress delle feriee dall’obbligo di stare allegri,tutti allegri, in serie.

Difendi l’allegria come una certezzadifendila dalla ruggine e dalla fuligginedalla famosa patina che il tempo vi deponee da chi dell’allegria fa una prostituzione.Difendi l’allegria come un dirittodifendila da Dio e dall’inverno che vieneda tutte le maiuscole che la morte imponedalla vita contorta,dalle pene del caso e dai pensieri cinicie soprattutto difendi l’allegria dai comici.

Informazioni

...un inno alla necessità del riso e della vitalità, ma anche un appello a serbare l’incredibile fragilitàdell’allegria.(Alessio Lega)

Liberamente tratta da una poesia di Mario Benedetti.

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pagina 75

Disperanza(1997)

di Ivan Della MeaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: antimilitaristi

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/disperanza

Gli zigomi lustrie sopra quegli occhidi febbre di fame le labbra stupiteDue sterpi rinsecchiche figliano raminodosi piccinia cinque per parteed è disperanza, è disperanzaLa pena scolpisceun petto a carenagià stanco già sfianco già peso sull'ancae giù fino in fondo a tocco del mondoDue arbusti più neriche figliano raminodosi piccinia cinque per parteed è disperanza, è disperanzae l'ombra è una madreche fila dritta con artee l'ombra che si portacapelli lunghi di vitaSon sette gli anni

dell'uomo che muoreSomalia visionemio grasso sbadiglioSerbia Croazia Ruandain Zaire sia fattala pace con artela pace con artee l'ombra è una madreche fila dritta con artee l'ombra che si portacapelli lunghi di vitaE ancoraio tutto di tutto ho da fareper poi meritarechiunque tu siamio ultimo figlioe mia disperanzaMa calda e accoglientee certa è la stanzae taleè questo mio spersomio bianco natale.

Informazioni

Il brano, eseguito dai Mau Mau, è inserito nell'album "Ho male all'orologio" di Ivan della Mea (1997).

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pagina 76

Donne di cielo(2005)

di Renato FranchiPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/donne-di-cielo

Vestite di cielo con il sole e nel ventoin silenzio urliamo la pace nel mondo,che lunga la strada ma più in là va il doloreper tutte le donne ferite nel cuore,per i figli perduti di ogni sporca guerraper il sangue innocente che ha bagnato laterra.

In questo viaggiare nel sorriso e nel pianto,per tutti i bambini nelle macerie del mondo;dall'Africa nera alla fiera Palestinanel cielo d'Israele, con la luna d'Argentina;negli occhi delle madri nella piazza delMaggioc'è una striscia di futuro per il lorocoraggio.

Fuori la guerra dalla storiascacciamo via la guerra dalla nostra storiafuori la guerra dalla nostra vitamandiamo via la guerra facciamola finita.

Vestite di mare controvento e nel solesotto un cielo scuro di silenzio e di dolorenoi vi condanniamo signori della morteper le bare e le bandiere che ci avete datoin sorteper tutto il sud del mondo offeso e sfruttatoper le violenze e le torture che ci aveteregalato

In questo viaggiare nel pianto e nel sorrisocambieremo questo lutto in un dolce paradiso;si farà una grande festa, vestiremo di coloridel ridere dei bimbi, dei balconi con i fiorie se la guerra finirà in tutti gli angoli delmondotutti insieme si farà un grande girotondo.

Fuori la guerra dalla storiascacciamo via la guerra dalla nostra storia,fuori la guerra dalla nostra vitamandiamo via la guerra facciamola finita.

Informazioni

Ierina Dabalà - [email protected] (la mia mail è già inserita nella mail-list) La canzone è stata scritta da RENATOFRANCHI (www.suonatorejones.it), con la collaborazione delle Donne in Nero di Varese. Il titolo originale, infatti, era"Donne in nero", poi cambiato quando è stata inserita nel CD "sogni e tradimenti" Io vi mando il testo ma credoche, se vi interessa, sia possibile, chiedendo a Renato Franchi: [email protected] avere anche lo spartito o gliaccordi. Ciao, e grazie per il bellissimo lavoro che state facendo. Io sono una appassionata del canto popolare, ed èstata una vera gioia trovare il vostro sito, così completo. Un abbraccio, ciao Ierina

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pagina 77

E più non canto (anti-Gelmini)(2008)

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: italiano

Tags: scuola/universitàIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/e-piu-non-canto-anti-gelmini

E più non canto e più non balloperchè la scuola m'han rovinàE più non canto e più non balloperchè la scuola m'han rovinà.

E nella scuola elementarehanno voluto proprio tagliarpochi maestri troppi scolarinon ci son soldi per continuar.

E ci hanno detto non fate storiechi scende in piazza non vuol studiare ci hanno detto non fate storieandiamo in piazza ma per studiar.

E ci hanno tolto il tempo pienoe gli stranieri li han separà

e ci hanno messo il grmbiulinoe le classi ponte ci hanno dà.

E ci daranno maestro unicoche a trenta alunni dovrà insegnare ci daranno pensiero unicoche trenta alunni dovrà educar.

Sarà proibito uscir di scuolae andare in giro ad impararsarà proibito anche pensaresol la tv si potrà guardar.

Dobbiamo fare grande protestache sia di tutta la societàstella stellina, cara ministranella tua scuola vai tu a insegnar.

Informazioni

"Il canto anti-Gelmini che propongo è stato composto da un coro di donne di Modena, Le cence allegre, cheripropone i canti popolari. Siamo quasi tutte insegnanti e abbiamo composto il canto sulle note di E più non canto.L'abbiamo cantata in moltissime occasioni di protesta contro la Gelmini, organizzate nella nostra città." (RobertaPinelli)

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pagina 78

E' arrivatu lu furtu nuevo(2010)

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: pugliese

Tags: lavoro/capitaleIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/e-arrivatu-lu-furtu-nuevo

E' arrivatu lu furtu nuevu, (a-a!)ch'ene l'enterogelmina... (a-a!),e la scola è alla pecorinaquanno n'antra idea nun c'è! (x 2)

Quando n'antra idea nun c'è, (a-a!) gira gira e taglia me (a-a!) ca t'aiutu a scancellare la cultura indò ce n'è ! Oi Mariastella, oi Mariastella, una cosa tieni bella ma la mente tua nun è.

E' arrivatu nu tagliu nuevu, (a-a!)ca si chiama... lu pricuecu.... (a-a!),prufessore t'a mettu ddretufermo per tre anni tre! (x 2)

Fermo per tre anni tre, (a-a!) finanziamenti nun ce n'è (a-a!) ma fai il pieno d'ignoranza con la 133 (x 2) Oi velignotta, oi velignotta, t'ho studiata sopra e sotta ma un neurone tuo non c'è.

E' arrivatu lu fruttu nuevu, (a-a!)ca si chiama.... la vernacocca... (a-a!)nci vuo chiurere la voccae mò lu bavaglio c'è! (x 2)

Quando lu bavaglio c'è, (a-a!) vuoi far stare zitta me (a-a!)

ca t'aiutu a mbavagliare divergenza si ce n'è !

E' rrivatu lu fruttu nouca se chiama lu pipirussue studiare mò è 'nu lussue nzegnare un lusso è.Se insegnare un lusso è,scarica la crisi a me,progressione di carriera ferma per tre anni treniente aumenti di stipendio,fermi per tre anni tre

E' rrivatu lu fruttu nouca se chiama la cerasamariastè vattinne a casaca nun è robba pè ttè.beddha mia vattinne a casaca nun è robba pè ttè.Rit.ca nun è robba pè ttèstatte a casa mariastè33 alunni pè classee più altri trentatrè (2)

E' rrivatu lu fruttu nouca se chiama pummitoruvulia fà 'o ricercatorema fatìa nun ce n'èvulia fa 'o ricercatorema sò precario all'atenè.Oi velignotta, oi velignotta,t'ho studiata sopra e sottama un neurone tuo non c'è!

Informazioni

Canto estemporaneo inventato e cantato con amici, perciò autori ignoti; il testo deriva dal canto popolare puglieseE' arivatu lu fruttu nuevu, sulla cui aria abbiamo cantato anche questo.

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pagina 79

El palass de LumbardiaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: milaneseIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/el-palass-de-lumbardia

Se sa che a parlà de Milanse fa minga fatigacun tanti tangent per i manel discurs el scarliga,ciapem per esempi el palassde la Lumbardia,quatter cent bei miliunche i milanes han tra' propri via. El palass de Lumbardia l'è de veder e cement cun la piazza. l'eliporto per fa' invidia a tanta gent. El Furmiga che belessa, el se buta dal barcun, l'è una nav de vint meter adispusisiun, el Daccò che ghe cascia i miliun: fa nagott se la gent la paga pussè, l'è il sistema Furmigun-don Verzè.

Se sa che a Milan fa su i casse ga minga fatiga,ma in tasca a la gent gh'è rimastauna lira stechida,in cambi num sem ch'el palassl'è servì a un bel nient,l'ha fa' un bel regal sulamental partì del cement. El celeste Formigoni el fa propri un bel mestèe offre appoggi a milioni ai so' amis de Ciell, fa vacanze con il gruppo alle Antille e Saint Tropez con i gran faccendieri della sanità conti all'estero in gran quantità. Fa nagott se 'l fa il voto de povertà l'è la casta... pardon, el palass de la Libertà.

Informazioni

Testo scritto da Tiziana Oppizzi e Claudio Piccoli sull'aria di "Lassa pur che il mund el disa" di Giovanna Danzi

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pagina 80

Ero staffetta(2019)

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: italiano

Tags: antifascisti, femministiIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ero-staffetta

Ero staffetta portavo armi,bombe, pane, soldi, stampa clandestin,mi han torturata, mi han fucilata,sulla bicicletta sera e mattin.

Poi sono andata sulle montagne,con i miei fratelli andavo in azion,

quando è finita sta brutta guerranon abbiamo avuto più soddisfazion.

Ma io l'ho detto alla mia figliavattene nel mondo a raccontarle partigiane e le staffettedevono aver la giusta dignità.

Informazioni

Parodia della canto Son la mondina son la sfruttata sul ruolo per lungo tempo misconosciuto delle donne durantela resistenza. Inoltre è un tentativo di sanare l'inesistenza di canti resistenziali che parlino delle donne comesoggetti attivi della guerra partigiana. E' stata elaborata il 2 marzo 2019 nel corso di un laboratorio autogestito,nell'ambito della festa "Almen nel canto non vogliam padroni!" organizzata dal coro Pane e Guerra di Bergamo aPonteranica (BG)

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pagina 81

Fall Down in Barletta(2015)

di GiubbonskyPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: lavoro/capitale, morti sul lavoro

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/fall-down-barletta

Mi chiamo Maria Cinquepalmiho 14 anni e sto a scuolaIo invece ne ho 30sia chiaro e sono Giovanna Sardaro

Piacere Matilde Doronzoche a 32 anni lavoraSaluti da Antonella Zaza36 primavere e son fiera

Son donne son morte a Barlettae insieme a quello scantinatocrollato è anche un mondo di affetti

non solo di chi s’è indignatocucivano tute e maglietteper meno di 4 euro all’orae insieme han portato con loroMaria ritornata da scuola

Le mie 37 stagionitrascorse sempre lavorandosono Tina Ceci e domandosai dirmi se non ora quandosono Tina Ceci e domandosai dirmi se non ora quando

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pagina 82

Fantazzini(2001)

di Pardo FornaciariPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: anarchici

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/fantazzini

Quest’è la storia d’un giovane d’altri tempiChe nella vita compromessi non accettòper non piegarsi, per essere sé stessoHorst Fantazzini libertario si chiamòNessuno sa dirti dove s’è incagliatonon si decide a arrivar Godotmentre straniero tra reclusi straniconsumi in carcere il tempo che ti restò

Si travestiva, faceva il viso da cattivo,con la pistola di bachelite a fare unprelievolui senza tessere, né conti con la coscienzasi riforniva ma non passava dal bancomatMa dove corre Fantazzini in biciclettaLui rincorreva un fine pena che non arrivanon si decide a venir quel Godot che aspettae non ritrova - traditora - la libertà

Tornato dentro si va a lavare sotto la docciaSotto la doccia morto stecchito si fa trovàMa sarà vero che tu hai fatto ‘sta mortescema

Io non ci credo, ma la colpa, di chi sarà?Svelto, pedala, Fantazzini in biciclettaSvetta davanti a chi dubbioso si crogiolòlasciati indietro Godot e chi l’aspettase non ritrovi - traditora - la libertà

All’anagrafe aveva sessant’anniMa era anarchico e questo gli bastòA chi col sangue d’altri il suo pane guadagnaA chi gli dette la frustata che lo spezzòE Fantazzini corre corre in biciclettatraversa i campi, cavalca la cittàMa che ti frega di Godot e di chi l’aspettaSe non ritrovi – traditora – la libertà

Ragazzotti in livrea armati di clavaGiovani senza, educati dalla TVPiccoli numeri, la bocca piena di bavaPicchiano un uomo son servomacchine e nullapiùE corri corri Fantazzini in biciclettadavanti a tutti nel ricordo di chi t’amòe corri fiero del tuo esempio d’essere uomoalfiere indomito della libertà

Informazioni

Corrido in ricordo di Horst Fantazzini, anarchico antisistema, trovato morto a 60 anni in galera. Parole erielaborazione musicale di Pardo Fornaciari

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pagina 83

Fantozzi Antonio da Campiglia, deportato(2003)

di Pardo FornaciariPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: antifascisti

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/fantozzi-antonio-da-campiglia-deportato

Quarantaquattro, a Campiglia,di d’estate, co’ragazzi a chiacchierareRide Marcello a una camicia neraE quello: “Il nome tuo mi devi dar"“Io resto senzase il nome a te lo do”Rabbioso il nerolo prese e l’arrestò

Viene a sapere Antonio del figlioloChe l’han rinchiuso giù nella casermaColla doppietta si move da soloDu’colpi in canna, e fa con voce ferma“Fatelo uscireo come io son quaAlmeno due di voia casa ‘un torneran”

Non ebbero il coraggio di fiatareSpaventati, i fascisti di CampigliaMarcello e Antonio li lasciar andarTornare ad abbracciare la famigliaMa a rivalersiquelli pensavan giàscarafaggi di nottesi dettero da far

Andaron al comando dei tedeschiParlarono col loro caporione“Antonio torna a Genova, stiam freschiSe non gli diamo dura punizioneLasciamolo partire,l’andremo ad arrestarGestapo con milizia,non si ribellerà”

Così la sera Antonio il tornitoreDell’Ansaldo a casa si riposaE mentre il campanil batte le oreQualcuno bussa alla porta di casa

Li credeva i vicini,sicuro gli andò a aprirInvece erano i nerilo mandorno a morir

Lo scherno sgangherato dei fasciChe in Maremma ‘un facevano pCon le spalle coperte dai nazistiArroganti, durante la tortura“Un viaggio gratisti si regaleràIn treno ad Auschwitznoi ti si manderà”

E l’indomani cupa fu l’auroraChe lo chiusero in un carro piombatoMa non s’arrese Antonio ed ad obiglietti scrisse, pe’esser ricordatoIl deportatonel gorgo scomparìNon si sa neanchese in lager ci finì

Fini, Alemanno, Matteoli, StoraceChe da quegli assassini discendeteNon dovrete mai più sentirvi in paceBraccati da chi di giustizia ha seteUn padre fiero il figliosempre difenderàSoltanto un vile neronon lo può sopportar

Alla storia di Antonio il tornitoreChe con modesti versi qui ho cantatoInchiniamo commossi il nostro cuoreRiceva il giusto ricordo ed onoratoLui fu un eroema dell’umanitàQuello che gli si deve,noi non si scorderà

Informazioni

Ballata che narra la storia di Antonio Fantozzi, operaio maremmano, un episodio della Resistenza popolare diffusa,messo in versi da Pardo Fornaciari sull'aria dell'Addio del Batacchi

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Fighissime anziane(2019)

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: italianoTags: femministi

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/fighissime-anziane

Io mi chiedo tra 20 anniio chissà come saròse la voglia di cantareper denuncia ancora avròraccontare ai pronipotilotta in manifestazionee che solidarietàè la vera soluzione

All’età che sarà quella là noi saremo fighissime anziane terza età ci darà libertà anche se non sapremo chattare ma cantare, sognare, lottare

Se mi vedo con gli amicisi divide dolce e vinosi discute e poi si cantaalla faccia di salvinoe vi dico certe drogheme le prendo in ogni giornomenopausa e la pressione

me le levano di torno

All’età che sarà quella là noi saremo fighissime anziane terza età ci darà libertà anche se non sapremo chattare ma cantare, sognare, lottare

La pensione è sempre menoma la grinta invece novado avanti ogni giornoe mi incazzo sempre un po’ma che poi la rabbia in fondomi da sempre un gusto stranose ci fosse ancora lottasiamo pronte donne andiamo

All’età che sarà quella là noi saremo fighissime anziane terza età ci darà libertà anche se non sapremo chattare ma cantare, sognare, lottare

Informazioni

Parodia della canzone Itaca di Lucio Dalla, parla in modo ironico della condizione delle donne anziane macombattive. E' stata elaborata il 2 marzo 2019 nel corso di un laboratorio autogestito, nell'ambito della festa"Almen nel canto non vogliam padroni!" organizzata dal coro Pane e Guerra di Bergamo a Ponteranica (BG)

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Fiore di campoPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: antifascisti

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/fiore-di-campo

Beniamino poco più di un bimbonoi ci chineremo sul tuo nome strappatola nel prato accanto al riposo dei mortisai ti chiameremo sempre fiore di campoBeniamino fiore di campoBeniamino fioreTu quattordici anni appena avevie pensieri alti e affilati come lameche il respiro tuo hanno recisoquando hai scelto bimbo mio di scendere nelgelodell’inumano e il tuo cuore offrirecome fosse un fioreRIT: Beniamino poco più di un bimboBeniamino fiore di campoTi ascoltiamo respirare lieveA Primavera dopo la neveE il tuo cuore offrireCome fosse un fioreCome fosse un fiore

I compagni fuori dalla scuolahan raccolto fiori di “nontiscordardime”

e dei loro petali di cielohan coperto e onorato l’ultimo tuo sognoBeniamino fiore di campoBeniamino fiore

RIT: Beniamino poco più di un bimboBeniamino fiore di campoTi ascoltiamo respirare lieveA Primavera dopo la neveNella PrimaveraChe sa far aprirePiccole corolle d’oroNella PrimaveraChe sa far aprirePiccole corolle d’oro

A quattordici anni Beniaminoun amore giovinetto nel tuo cuore aveviper la sua promessa già segretaquando loro han chiuso i tuoi occhi, haiapertoil tuo sguardo al baglioreche precede l’alba

Informazioni

Liberamente tratto da una poesia di Morena ColomboBeniamino Cobianchi Nato a Suna (Verbania) nel 1931, fucilato a Cavandone il 5 aprile 1945, studente.Aveva appena concluso i tre anni delle scuole medie e voleva "andare con i partigiani". Inutili le preghiere deigenitori per dissuaderlo; inutili anche gli argomenti usati, allo stesso scopo, dai dirigenti del CLN verbanese, aiquali il ragazzino si era rivolto. Ma quando si decise l'assalto ad una caserma della GNR, si pensò che la presenza diun infiltrato nel fortilizio avrebbe potuto facilitare l'azione. Quando Beniamino chiese ai fascisti di essere arruolato,la sua offerta fu prontamente accolta e, la notte dell'attacco partigiano, sul finire del marzo 1945, di guardia allacaserma era proprio quel bambino in divisa della GNR. Fiero del successo dell'impresa, Beniamino Cobianchi,smessa l'odiata uniforme, voleva andare ad Intra, dove stavano gli ignari genitori, per raccontare che eradiventato, loro malgrado, un vero partigiano. Non li vide mai più. Catturato a Cavandone dai fascisti di un repartodella "Ravenna", fu sottoposto a brutali interrogatori. Ma il ragazzino non parlò. Era ormai in fin di vita, quando futrascinato presso la cinta del piccolo cimitero e passato per le armi. Ottanta fori di proiettile furono trovati nelcorpo del partigiano quattordicenne, che poche ore dopo il ritrovamento, era ricoperto di fiori di campo, portati daicompagni di scuola. Oggi, sul lato esterno destro del cimitero di Cavandone, una lapide ricorda il sacrificio delragazzino. Un'altra lapide, con una piccola foto, ne tramanda la memoria a Suna (oggi nella provincia Verbano-Cusio-Ossola), in Via dei Partigiani.

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Fortza pastores(2019)

di Nicola LoiPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: sardoTags: lavoro/capitale

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/fortza-pastores

Alta bandera de bator moros, Zente fièra paris sos coros.

Su late in terra, est unu dannu,Est una gherra pien'e afannu.

Sun sos pastores in avolotu.Che pedidores, tratados totu.

S'industriale lu narat issu.Giughet s'istrale, chen'e permissu.

Donz'istradone paret niadu.Broca e bidone isboidadu.

Alta bandera...

Gratzia perdìda, pro disisperu,Sa zente unida, sardu fieru.

Sa natzione non faghet contu.Ma s'unione est a cunfrontu.

Est un'ispina in su costazu.Ma sa faina est cun corazu.

Sun sos soldados de sos cuiles:No sun armados ca sun tziviles.

Alta bandera...

Est una mòvida, de isolanos.Nd'etat sa bovida de sos romanos.

Animu zente, ca la 'inchimus.Cun frisca mente bi resessimus.

Ca su suore cheret pagadu,Mai su pastore umiliadu.

Alta bandera...

Informazioni

Canzone, da cantarsi sull'aria di Nanneddu meu, dedicata alla lotta dei pastori sardi per il prezzo del latte.

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Frizullo(2006)

di Alessio LegaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: emigrazione

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/frizullo

(per Alfredo Simone)

La notte color del vinovomitò ancora una navecarica di kurdi, una nave carretta- come si dice - dal mareuna nave disperata,della solita disperazionesalpata dalla Turchiarotta contro l’illusione.Sulla fiancata graffiata,scavata una scritta misteriosa:«Frizullo» diceva:un nome, un monito, qualcosa…Cosa vorrà mai dire?un Dio, un tribuno, un’accusa?Sul fianco di quella naveuna ragione, una scusa?

Che cosa ancora brilla dal fondo senza ritorno? Che cosa ci tiene in piedi, che cosa ci tiene a giro? Increspato di schiuma c’è chi tenta un respiro sentinella nella sentina da che parte viene giorno?

«Frizullo» non è una paroladi una lingua proibitanon è un codice sacro,né una sfida agguerrita«Frizullo» è un nome storpiato,precisamente un cognomesta per «Dino Frisullo»,come dire, attenzione!Noi siamo i suoi amici, i parenti,i suoi protetti, i suoi figlisiamo quelli di Frisullo,dischiudete gli artiglie lasciateci passare,alla faccia dell’assassinoè una lotta per la vita,ci dà una mano Dino…

Sentinella pallida e assorta nel mezzo del fumo grigio c’è qualcosa che schiude i denti, che telefona e sfida però se tendi l’orecchio qui tutto quanto grida e ride mentre tu dormi

la morte del pomeriggio.

Dino Frisullo fu un militantedi Avanguardia Operaiapoi finì il sessantottoe si archiviò la battaglia:«Contrordine compagni,non si cambia più il mondoanzi, cambiatevi d’abitoe restate sul fondo»Ma Dino Frisullo sul fondoinciampò nella coscienzacome una bomba innescata,un futuro di resistenzae fondò e fuse e diffusepiù d’una associazionelo scopo? Salvare il mondo,pensa che ostinazione!

Capitano, la mia casa fa acqua, s’è diroccata i tappeti marciscono e tutto mi sembra idiota c’è musica in ogni bar, ma non si muove una nota l’annunciatrice annuncia il programma della serata.

Dino Frisullo era dietro tutti i migranti,sempre presentefu arrestato in Turchiae condannato, innocentema di quell’innocenza aggressiva,che non è una consolazionee quando fu liberatotornò in trincea con quel nome…Che perciò i kurdi se lo scrivevanosul fianco d’ogni barcone«Frizullo», «Firosillo»,insomma: grande protezionee mentre un tumorese lo portava in un lampoaveva l’aria scocciatacome per un contrattempo.

C’è ancora una nave a Brindisi che il nero non inghiotte che il buio non s’è mangiata col suo passo sicuro da lì qualcosa ancora sta fissando lo scuro sentinella, sentinella

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pagina 88

a che punto resta la notte? Sentinella tu dimmi a che punto è la notte.

Informazioni

Dino Frisullo era un bravo giornalista che aveva messo al servizio degli ultimi, dei migranti, dei Kurdi tutta la suavita: un’anima bella, cioè un rompicoglioni. (Alessio Lega)

La voce di Wikipedia dedicata a Dino Frisullo http://it.wikipedia.org/wiki/Dino_Frisullo

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pagina 89

Gappisti(2020)

di Rocco RosignoliPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: antifascisti

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/gappisti

Nel silenzio cittadinonella notte fluorescentemisteriose e intabarrateviaggian tre figure lente.Stan seguendo una cometa,la raggiungi e se ne va,il suo nome fa paura,l'han chiamata “libertà”.

E non è al di là del ponte,da lì scendon rumorosii carri neri che fan fuocosu quei pochi coraggiosiche han deciso di riunirsimentre crollano le muracon un mitra tra le mani,ignorando la paura.

Con un canto silenziosonelle umide cantine,nei solai e sottotetti,nelle bettole, al confinetra la luce e il buio pestodella notte degli umaniviaggian lenti e intabarraticon qualcosa tra le mani.

Silenziosi verso il pontecome ombre tra i lampioni,come lupi tra gli agnelli,come i saggi fra i coglioni,batte il cuore all'impazzata,batte il passo verso il dramma,tra le mani quel misteroche rivelerà la fiamma.

Nella notte fluorescentela cometa viaggia sola,L’han lasciata alla sua stradasenza dire una parola

E hanno mosso il passo zittoverso il fiume sotto il ponte,Dal tabarro esce un coltelloper le gole che han di fronte.

Silenziose son le lameche saettan nella notte,Sentinelle che non vedonfino a quando non li han sotto,Sentinelle che non gridanperché il sangue in gola strozzaQuell’allarme intrappolatotra le spalle e testa mozza.

Cadon corpi presso l’acqua,dalle mani esce il tritoloChe i tre fissano ai pilonidue-tre metri sopra il suolo.Dal tabarro esce un cerinoe nella notte fluorescenteS’ode un butto e c’è una luce,e di quel ponte resta niente.

Misteriosi e intabarratii gappisti son distanti,Mentre ormai attorno a loroson già svegli tutti quanti;Grida il popolo per strada,da quel ponte vien la morte,Ora che l’han devastatolei ha braccia un po’ più corte.

Con un canto di trionfosalgon su dalle cantine,Dai solai e sottotetti,oltrepassano il confinetra la luce e il buio pestodella notte degli umaniTutti prendono coscienzache il futuro è tra le mani.

Informazioni

Tra i tanti canti partigiani tramandati, pochi o nessuno riguardano le vicende dei Gappisti, coloro che condussero lapropria lotta in città. Il motivo si capisce facilmente: chi combatteva in città doveva restare nascosto, silenzioso,non poteva farsi identificare. A differenza di chi combatteva in montagna, non poteva quindi cantare per infondersiforza, per sentirsi parte di un gruppo. Nel suo piccolo, questa canzone vuole riempire questo vuoto con questacanzone, dedicata ai Gappisti. La canzone non racconta un episodio realmente accaduto, ma uno inventato, similea tanti altri di cui si ha notizia dai libri di storia e dai racconti di chi c'era.

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Gelato in Febbraio(1996)

di GiubbonskyPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: repressione

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/gelato-febbraio

23 di febbraio, piazzale Lugano,una rissa tra pusher e il Digos Policinoalza il braccio, mira e spara e un proiettilevagantelascia steso li per terra un fratellosanguinante.Nebbia fitta dentro gli occhi, freddo intensonelle ossa,lacrime, dolore e rabbia siamo ancora tuttiscossie costretti a berci un calice dove olezza lafandoniache un gelato in febbraio abbia ucciso LucaRossi.

Quanti altri gelati dovremo ingoiare quante giovani vite vedremo stroncare da chi porta pistole sotto la sua divisa e sa che la giustizia non è proprio precisa

Corre lenta la giustizia siamo nell'89alla sbarra lo sbirro è la prova del 9è un processo o una farsa, con la deposizionescopri che la verità è soltanto un illusione.Hanno ucciso un'altra volta la nostra

speranzae nell'animo stretto c'è angoscia che avanzanon crediamo più a niente, non èun'impressioneresta solo amarezza mista a desolazione

Quanti altri gelati dovremo ingoiare..

Non è stato un gelato a fermare il coraggiodi un fratello dolcissimo, un cuore di saggioquesto senso di vuoto che riempie qui intornoconserviamo il ricordo, giorno dopo giorno.Una storia italiana non proprio finitaperché in fondo a troppi cuori ancora apertaè la feritaferrea e lucida memoria la vogliamo coloraree anche chi non sa di Luca non potràdimenticare.

Quanti altri gelati dovremo ingoiare..

Quanti altri gelati dovremo ingoiarequante vite innocenti vedremo stroncareda chi spara nascosto da una divisae sa che la giustizia non condanna divisa.

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Genova 2001.Ballata per Carlo Giuliani ragazzo(2001)

di Renato FranchiPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: repressione

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/genova-2001ballata-carlo-giuliani-ragazzo

Genova un cielo azzurroe strade coloratela bella città sul maretrafitta dalle barricatecantava la speranzadi mille parole nuoveuccise dalla violenzacrocifisse sotto il soleuccise in piazza Alimondacolpite sotto il sole.

Ricordo giorni crudelimassacrare Ilaria Alpiil passo della guerrail traffico di armiricordo i bei vent'annidi Carlo Giulianii sogni di un ragazzoil suo sorriso nel domanischiacciato sull'asfaltocon i suoi giorni nelle mani.

Nel bosco dei misteripassava la lepre pazzala stage di BolognaMilano e la sua piazzacadevano fiori e lacrimeBorsellino con Falconegli angeli di Usticaali spezzate in fondo al maretutti gli angeli di Usticascomparsi in fondo al mare.

Ho visto il maggio offesodi Piazza Della Loggiai morti di reggio emiliae una vecchia contessaho visto il treno Italicusla nuova borghesiala notte dei lunghi coltellicolpire la democraziala notte dei lunghi coltelliil sangue della scuola Diaz.

Ho visto in via Italiail cuore del partigianocantare dio e mortoun vecchio col bambinoho visto bella ciaodare una rosa a Che Guevaragli occhi di Fabriziopiangere nella seragli occhi di un ragazzochiudersi nella sera.

Urlava sotto il cieloGenova insanguinatala dolce città sul marechiusa da un abarricataho visto l'allegriadi mille parole nuoveuccise dalla violenzaschiacciate sotto il soleuccise dalla violenzama poi rialzarsi con il sole.

Informazioni

Canzone scritta la mattina successiva alla morte di Carlo Giuliani. Il testo prende spunto dai misteri sulle stragi inItalia e che sono costati la vita di donne e uomini innocenti.

Dall'album "Sogni 6 tradimenti" Etichetta Storie di note

(Renato Franchi, vedi anche: www. suonatorejones.it )

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Governo non permette(2006)

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: italiano

Tags: repressione, no tavIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/governo-non-permette

Al lunedì Lunardi non permetteche il valsusinolui vada a lavorar. larillalà trullalà

Martedì poi c’è da presidiareper tutta la giornatanon vado a lavorar.

larillalà trullalà

Di mercoledì si sale su al Seghino,c’è il celerino che vuole farsi bello,proprio per quello non posso lavorar.

larillalà trullalà

Arriva giovedì, è sciopero generalelascio il presidioe vado a sfilar.

larillalà trullalà

Venerdì poi è il giorno del bastonelo stato carognaci viene a sgomberar.

larillalà trullalà

Sabato perciò di nuovo barricateper due giornatenon vado a lavorar.

larillalà trullalà

Domenica infine c’è la liberazionegiù la recinzione,il TAV non passerà.

larillalà trullalà

Arriva Lunardi, è tutto arrabbiatobrutto sfaccendato,il TAV lo si farà.

larillalà trullalà

Ohi che mi scusi ministro Pisanucol manganello in manoil TAV non passerà.

larillalà trullalàIo sono un valsusino e poco me ne importavadan sulla forcaProdi e Berluscon.

larillalà trullalà

Informazioni

Segnalata da Maria Rollero

Canzone del movimento NO TAV della Valle di Susa, Testo Luca Abbà e altri sull'aria de La leggera

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Han sequestrato i server(2004)

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: italiano

Tags: repressioneIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/han-sequestrato-i-server

Il sette di ottobrese ancora non lo sai,han sequestrato i servergli agenti d'FBI

Han sequestrato i serverche erano d'Indymedia,esultano i fascisti seduti sulla sedia.

Seduti sulla sediahan detto ai magistrati:"E' informazione liberae vanno censurati"

Ma dopo poco tempoera già in piedi il sitoperché siam noi Indymediaquesto non l'han capito

Informazioni

Sull'aria de "La povera Rosetta" canzone della malavita milanese dei primi del Novecento.Informazioni sulla vicenda:http://it.wikipedia.org/wiki/Independent_Media_Center#Rapporto_con_gli_organi_giudiziari_ed_esecutivi_internazionali

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Huelga feminista(2018)

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: spagnolo/castigliano

Tags: femministiIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/huelga-feminista

El dia 8 de marzoHaremos una huelgaCon todas las mujeresLa calle será nuestra

Abuelas, estudiantesHeteros, trans, bollerasDiversas y migrantesVamos juntas a la huelga

O li oli olá La huelga vencerá Es la huelga feminista Es la huelga feminista O lí olí olá A la huelga general Este mundo no nos gusta Y lo vamos a cambiar

Los recursos de la tierraEstán hechos una mierdaEllos practican la usuraPa nosotras más basura

Pararemos el consumoQue deja pobreza y humoPorque somos feministasAnticapitalistas.

O li oli olá La huelga vencerá Es la huelga feminista Es la huelga feminista O lí olí olá A la huelga general Este mundo no nos gusta Y lo vamos a cambiar

Si cualquiera en la familiaHoy quiere comer tortillaO le duele la barrigaEs la menda quien concilia.

Pararemos los cuidadosMazo de horas de trabajoA ver si te enteras pollo

Que sin ellos vas al hoyo

O li oli olá La huelga vencerá Es la huelga feminista Es la huelga feminista O lí olí olá A la huelga general Este mundo no nos gusta Y lo vamos a cambiar

Cuando al fin tengo un empleoEs precario y esta lejosGano la mitad del sueldoQue cobra mi compañero

El 8 no voy al curroA la uni al institutoNo limpio ni gasto un duroSin nosotras para el mundo

O li oli olá La huelga vencerá Es la huelga feminista Es la huelga feminista O lí olí olá A la huelga general Este mundo no nos gusta Y lo vamos a cambiar

Violaciones, malos tratosAcosos con disimuloInsultos y vejacionesNo me toques más el culo

Pararemos la violenciaNo aceptamos ni una menosNuestros cuerpos no son suyosY es que vivas nos queremos

O li oli olá La huelga vencerá Es la huelga feminista Es la huelga feminista O lí olí olá A la huelga general Este mundo no nos gusta Y lo vamos a cambiar

Informazioni

Paodia de La lega nata all'interno del movimento femminista madrileno (Asemblea feminista de Madrid) in

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pagina 95

occasione dell' 8 marzo 2018. Il video di questo canto ha avuto una grandissima diffusione in rete.Il testo ci è stato trasmesso durante la festa "Almen nel canto non vogliam padroni!" organizzata dal coro Pane eGuerra di Bergamo, il 2 marzo 2019.

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pagina 96

I baci(2008)

di Alessio LegaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/i-baci

I baci son l’ultima barrieraoltre la quale non ci si vedequando al confino della serail buio t’abbraccia e poi si siedead aspettare baci alla rivaho imparato a guardare il mareil cavallone furioso che arrival’onda disfatta che scompare.

Eppure si torna sempre dai bacia fare breccia in ogni facciaad agitare le antiche bracie che ogni pianto così si tacciatutti si fanno zitti ed attentise un bacio si sta dipanandocorre coi fiumi, scavalca i pontigetta le funi da tutto il mondo.Il primo bacio lo aspetto al mattinoe col caffè mi ci consoloin bicicletta mi ci rovino:se penso ai baci mi sbatto a un palo!Il primo bacio lo aspetto ancoraquando finiscono le otto orequando il tramonto sembra l’aurorafinisce il lavoro, riparte il cuore.

Io mi ricordo molto meglioil primo bacio del primo amorealle sette mi ci risvegliocon sulle labbra il buonumoree quando in coppia tutto sta strettoquando la vita ti si spaccacon chi non ami puoi andarci a lettoma vengono male i baci in bocca.L’amore c’ha sempre un surrogatoun solitario candido volosarà natura, sarà peccatoma i baci…quelli non puoi darteli da solo.Il primo bacio sul divanolo aspetto parlando, parlando di tuttoe fra me e me mi dico piano«ti prego fammi stare zitto».

Un giorno son nato e mi hanno fregatomi hanno piazzato nelle mie suolead affrontare il silenzio armatoarmato di inutili parolee poiché vivere ormai mi toccaprovo a star dritto sulla schienama quando mi arriva un bacio in boccami pare quasi che valga la pena.

Informazioni

Seconda fase dell’amore: la dichiarazione. Questo brano era già uscito sull’antologia “La leva cantautorale deglianni zero”.(Alessio Lega)

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pagina 97

I martiri del caporalato(2016)

di Luciana Manca, Raffaella CosentinoPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: morti sul lavoro

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/i-martiri-del-caporalato

La mattina del 13 luglioAnno 15 del secolo nostroUna donna ai filari dell’uvaMuore tra le compagne al lavor

Lei è stata la prima a cadereSotto il sole rovente di PugliaE il silenzio pesante dei campiHa sepolto con lei la verità

Ventun giorni senza sapereSenza che la notizia trapeliNiente fiaccole niente corteiMa non deve finire così.

Caporale che ci dai il lavoroTi travesti da tour operatorfai il contratto con l’interinalela fattora ci comanderà.

Ti sei fatto l’agenzia di viaggiMa ci offri un ricatto mafioso

Ogni donna dalla busta pagaDieci euro al giorno ti dà.

Poliziotto che ogni tanto ci fermiDevi dirci come fai a non vedereQuesti bus gran turismo sfrecciareE noi donne sfruttate quassù.

E tu padrone ti vuoi arricchireTanto nessuno ti viene a controllareI tuoi soldi li dai al caporaleE non segni le giornate all’Inps

Ora mi fermo che sto per morirePenso a mio figlio che piange per meLo raccomando ai compagni viciniChe io a casa non ritornerò.

Quest’estate la ricorderemoPer i martiri del caporalatoNon è la terra che ce li ha strappatiMaledetti i loro sfruttator.

Informazioni

"Non avrei mai pensato di scrivere una canzone di musica popolare. E invece è successo nel 2016 accogliendo laproposta di Luciana Manca di scrivere un testo contro il caporalato per ricordare Paola Clemente, una storia che hafatto parte di me. Ma anche per dare voce più forte alle braccianti pugliesi" (Raffaella Cosentino)

Il 13 luglio del 2015, in un'estate caldissima, nelle campagne di Andria moriva Paola Clemente. Era bracciante,lavorava in modo disumano per pochi euro l'ora.Sulla melodia di O gorizia tu sei maledetta

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pagina 98

I Ministri(2002)

di Suonatori Terra TerraPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: satirici, scuola/università

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/i-ministri

Se non li conoscete, guardateli un minuto...li riconoscerete dal tipo di saluto...

Ed il ministro Maroni,dichiara l’emergenzale ronde dei fascisti,dice son anti-violenza.

Ma statevi attenti, voi della popolazione imparatevi a leggere e a scrive’ che alla lega non manca il bastone.

E la ministra Gelmini,fa i tagli sulla scuolali lascia 40 alunni,co’ una maestra sola.

Ma statevi attenti voi della popolazione imparatevi a leggere e a scrive’ che alla scuola andrà solo ilpadrone.

E la ministra Carfagna,lei è l’esempio viventeper diventare qualcuno,il fisico non conta niente.

Ma statevi attenti voi della popolazione imparatevi a leggere e a scrive’ che spogliarsi non fa occupazione

Ed il ministro La Russa,soldati e polizialui ha una sola missione,esporta democrazia

Ma statevi attenti voi della popolazione imparatevi a leggere e a scrive’ che per difendervi dall'oppressione.

E la ministra Meloni,detto in tutta franchezzapiù che politica ai giovani,sembra alla ‘giovinezza’

Ma statevi attenti voi della popolazione imparatevi a leggere e a scrive’ che dei balilla fan l’educazioneEd il ministro Romano,è il nostro ultimo ingressouomo di "grande spessore",peccato che abbia un processo!

Ma statevi attenti voi della popolazione imparatevi a leggere e a scrive’ per difender la Costituzione

Ed il primo ministro,si fa le leggi a misuradifende i suoi privilegi,‘pare’ una dittatura.

Ma statevi attenti voi della popolazione imparatevi a leggere e a scrive’ per difendervi dal padrone, ma statevi attenti voi della popolazione imparatevi a leggere e a scrive’ per difendervi dal biscione!

Informazioni

Sulla melodia di E lu Menestre Colombo raccolto nel 1963 a Matera, dal repertorio del cantastorie Eustachio Fiore. Iltesto è stato riscritto e aggiornato dai Suonatori Terra Terra, con un omaggio iniziale a Fausto Amodei (...se non loconoscete… andatelo ad ascoltare).

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pagina 99

I NO TAV a la stasiun(2007)

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: piemontese

Tags: no tav, repressioneIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/i-no-tav-la-stasiun

Aje i NO TAV a la stasiunch’a fermu ‘l trenu.

A sun setase a la stasiunan si binari.

E quand che ‘l trenu a l’è rivàa l’han fermalu.

A l’han fermalu a la stasiuncun le bandiere.

Cun le bandiere dj NO TAVbianche e ruse.

A iera ‘d cò il vice questurn sla pensilina.

E il machinista a l’è NO TAVma a poeul nen dilo.

... continua ...E se sun ciuc pourteme a cà cun la caretta.

Se la caretta a l’è fourà pourteme a spale.

E poi da ‘na parola sù “...a sarà dura!”

Informazioni

Segnalata da Maria Rollero

Canzone del movimento NO TAV della Valle di Susa.Scritta a più mani sull'aria di "Gli alpin a la stasiun", canto degli alpini a carattere comico.

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pagina 100

I tre porcellini(2005)

di Fausto AmodeiPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: satirici

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/i-tre-porcellini

Berlusconi con Bossi e con Finifan la banda dei tre porcellinialle prese col lupo cattivoche tende gli agguati da dietro l'ulivo.

E così quando c'è il lieto finecome accade di solito al cinesuperati i tranelli imprevistie mille altre trappole dei comunisti.

Evitati con abili mossegli attentati delle toghe rosse,si allontanano i tre poco a pocostagliandosi su un orizzonte di fuoco.

Ma attenzione benché s'incornicino in un quadro di eroi disneyani hanno un puzzo di olio di ricino da far schifo o, a dir meglio, Schifani.

Bossi e Fini con il Berlusconestanno in bande alla Sergio Leonefanno il bello il brutto il cattivoun Western spaghetti girato dal vivo.

E' un film in cui fa il fuorileggechi è già ladro o chi ladri proteggedove chi sul set ruba gli armentipoi vive in privato pigliando tangenti.

Dove chi sul set fa il pistoleronella vita poi spara davveroo pallottole o un mucchio di balleche spara comunque soltanto alle spalle.

Ma attenzione benchè beneficino del prestigio che dà una pistola puzzan forte di olio di ricino Fini e Bossi col Berluscaiola.

Berlusconi con Fini e con Bossinei circuiti a lumi rossisi esibiscono in film che oggigiornoda noi normalmente son detti film porno.

Fan sequenze oscene e volgarimescolando politica e affariil reato d'oltraggio al pudoresenz'altro è la loro perfomance migliore.

Puoi vedere ripreso dal vivouno stupro in più collettivofatto in sfregio alla costituzionein prima serata alla televisione.

Ma attenzione benchè si vernicino di ceroni, cosmetici e unguenti puzzan tutti di olio di ricino vi ripeto perciò state attenti.

Informazioni

Presente nell'album “Per fortuna c’è il cavaliere”. Boriz

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I' trescone delle banche armate(2001)

di Suonatori Terra TerraPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: toscanoTags: antimilitaristi, satirici

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/i-trescone-delle-banche-armate

Un giorno i' direttore d’una bancagli chiama gl’impiegati a una riunionee quando furon tutti e nessun mancagni disse che volea piglià pensionema tu guarda bella questasi farà una grande festa!La segretaria...oddio! Casco pe' terra...a gambe all’aria

quarantacinque anni di carrierasempre stirato e chiusa la cernieraDottor Beretta la targhetta dicefregiata in oro e avorio la cornicetanto bene ha lavoratotutti i conti hanno fruttato!E va ‘n pensionegrandiosa cerimonia...all’occasione

è sera lungo i' viale di cipressiche porta nella villa gl'invitatic’è tanto vino che non crederesti!Porchetta, gamberoni ed affettatiragioniere qui si sedaprenda i' posto mio collega...la segretariasi tira su le ciocce...in piccionaia

finito ì’ chianti aprirono i castelliormai briai fanno l’alligalliprosecchi, vini dolci e poi moscatisentite icché successe agl'impiegatise n’andonno ni’ giardinotutti in fila co’ i’ treninoe lì han trovato!Nascosto in un boschetto...un carro armato

amici miei brindiamo a i' gran successol’investimento in armi rende tantoe ragionier nun faccia i’ pesce lessoche i’ mutuo glielo paga l’armamentoe se non lo sapevatesiamo tutte banche armate

viva la guerra!È un affar d’oro ovunque...sulla terra

con la guerra in Palestinami son fatto la piscinaco’ i conflitto planetarioci ho comprato i' lampadario

con la guerra ne' Balcanini’ giardino i sette nani

con l’attacco a i' terrorismoviaggio sempre in gran turismo

e se c’è guerra civileristrutturo anch’i’ fienile

con la guerra di religioneci ricavo la pensione

guerra fredda m'ha pagatoi’ gippone metallizzato

con la guerra ni’ Kossovoci comprai lo scafo novo

con la guerra nell’Iracchemi son fatto pure i’ fracche

con la corsa agli armamentil'ho rifatti tutti i denti

bombardando a tutte l’orel'ho installao l’ascensore

bombardando gl'ospedalici ho curato tutti i mali

cari clientitutte le guerre sono...intelligenti!

cari clientitutte le guerre sono...sui nostri conti!

Informazioni

Musica tradizionale toscana e testo dei Suonatori Terra Terra, scritto nel 2001 dopo la pubblicazione dell’elenco di

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pagina 102

banche implicate nel traffico illecito di armi.

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Icaro(1998)

di Alessio LegaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/icaro

(per Marta)

Io non accuso il soffio di burrascache ha riappiccato la fiamma del mio pettopreso d’assedio e poi tenuto strettoe poi la resa più dolce che conosca

io non rimpiango il volo della moscache contro il vetro spinge le ali al soleche, come Icaro, brucia perché vuoletoccar lampade accese, portarsi il fuoco intasca.

Esco tra voi la luce nelle manisorrido, parlo e dico cose futiliinnalzo persino argini inutilicontro il pensiero che inonda ogni domaniogni ora futura, io amo ed ho paura

perché amore nella tua bocca amarami tieni l’anima stretta tra i dentie sono cinque, son dieci, sono ventisono cent’anni che sbaglia e non impara:quanta fatica avara.

Perché amore nella tua bocca amarami tieni l’anima stretta tra i dentie sono cinque, son dieci, sono ventisono cent’anni che sbaglio e non imparo

quanta paura.

Esco tra voi col viso d’ogni giornoma mi nascondo dentro un turbine radiosomi chiudo in petto un male insidiosoche non ha cura io amo ed ho paura

e non rimpiango la vita d’ogni giornocui indifferentemente passo affiancoe incomprensibilmente non mi stancodi questa mia tortura io amo ed ho paura

e non accuso la bellezza straordinariache mi sprofonda scafandro in fondo al maresolo vorrei prima che manchi l’ariacapire se tu mi potrai mai amareprima di soffocare se tu mi puoi amare.

Perché è amaro nella tua bocca amoresentirsi l’anima stretta fra i dentiscavate gallerie, gettate pontisono cent’anni che vivo di paure.

Questo dolore che ansima e travolgedanzalo amore, non farlo più tornaretravolgi ogni paura d’amaree dammi un bacio con la tua bocca dolce

...e dammi un bacio con la tua bocca dolce.

Informazioni

Questa è la storia di un impiegato che sta dietro il suo computer, che ha smesso di vivere, che ha barattato latranquillità con la vita.[...]E poi incomprensibilmente arriva l’amore...(Alessio Lega)

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pagina 104

Ido lagrimas de biancu colore(2019)

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: sardo

Tags: lavoro/capitaleIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ido-lagrimas-de-biancu-colore

Ido lagrimas de biancu coloreCurrende in piathas e istradonesDichiaradu an gherra sos pastoresArmados de cisternas e bidones

Reclamande dignidade e onoreFurados dae sos viles ladronesSustenimos cussos coros afrantosCa pastores lu semus totu cantos

Informazioni

Strofe anonime (arrivate tramite condivisioni social) sulla lotta dei pastori sardi per il prezzo del latte.

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Idomeni(2019)

di Marco RovelliPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: emigrazione

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/idomeni

Risuona questa terradi un solo tremito che mi scuoteche mi confonde trema la vistadi un buio immenso che mi fagridare contro il cielocontro la terra contro quel mareche s'è scordato lui così ingratodi prendere anche me

Qui solo muri murie dei pensieri neriche non mi parlano e mi diconoche sono un nienteChe tutta questa genteè solo un sacco vuotodi carne fiato respirato troppoprima di resistere a questa nera marea

di terraferma troppo fermacome un legno che è inchiodatoa un filo spinatodivide la vita a metà

un pezzo di tenda un pezzo di paneun pezzo di sangue un pezzo di fameun pezzo di vento un pezzo di nome muto se ne sta

Qui solo spazio vuotoe viver come un topoche è la cavia dell'esperimentodi un'umanitàche di vita nulla saperchè ha il nulla che ènon si guarda più allo specchioperché nulla vede

vedere una sirenache fa luce nel marela fiaba per il bimbotornare a respiraresognare una sirenaseguirla per un pocoe rivedere casaè vero oppure è un gioco?

Informazioni

da "Portami al confine" - 2019

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Il branco(2001)

di Marco ChiavistrelliPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: repressione

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-branco

Son venuti nella notteper punire e violentaresono i liquidi assassinid’un fascismo da esaltareerano tantierano fortisono i maschi fetiscentidi un sistema di poteredove libero è il più forteed a noi resta il dovereerano tantierano fortiCarica... riparte il branco!

Hanno spalle da esaltatisono il gruppo, sono il brancoridono sempre assatanatialle battute del più stronzoSi senton forti, ci voglion mortiCarica... riparte il branco!

Ma in fondo io volevo solo protestaree poi magari la sera andare al maree poi magari la notte un po’ cantare

Hanno caschi e manganellima potrebbero esser quelli

che ti schiacciano al lavorocon la faccia benpensanteche parlan sempree non dicon nienteCarica... riparte il branco!

Resta il sangue nelle piazzesopra i muri e nelle stradebrucia la democraziae i diritti calpestatiproprio sfinitiproprio buttatiCarica... riparte il branco!

Ma io volevo solo protestaresu come il mondodivide le ricchezzesu come il mondonon si lascia guardare

Hanno corso ed hanno uccisoma alle spalle hanno i potentii signori del vaporee una classe di prepotentiDominano il mondoCarica carica carica...riparte il branco

Informazioni

Ispirata dall'assassinio e dai pestaggi del 2001 a Genova

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pagina 107

Il campo(2009)

di Marco RovelliPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-campo

Col bastone Scaccia l’animale impertinente Dentro il campo Il bastone fuori non si sente (Con l’approvazione della gente)

Sul bordo estremo dei secoliorlo di terra solarel’invisibile straccionefolle senza protezione

Offre il corpo alle tempesteSopra i legni dell’addioRischia tutte le sue viteA imitazione di dio

Col bastone…

Sunugaal nostra pirogaSolca il mare del destinoE' il coraggio dell'attesaLuce di un nuovo mattino

Sunugaal nostra pirogaSolca il mare del destinoMa se riesci ad arrivareSei solo un altro clandestino

Tra le dita scorre il cielo Nostra patria è il mondo intero

Informazioni

Ho scritto, nel 2006, Lager italiani. Storie di migranti reclusi nei centri di espulsione (Cpt, ora Cie) – dove si mettemano spesso e volentieri al bastone, per mettere “al loro posto” questi uomini inferiori. Questi “Alì dagli occhiazzurri” le cui traversate erano state profetate poeticamente da Pier Paolo Pasolini molti decenni fa. Qui cantoquelle traversate.Nel 2009 ho chiuso un nuovo libro, Servi, dove racconto il mio viaggio nell'Italia dei clandestini al lavoro. Eracconto, appunto, la loro natura servile, necessaria alla nostra economia – una natura che prende forma storiadopo storia. Come quella di Soufiane, che qui canto, che mi ha detto “Ma ti dico cosa? E' la parabola!”. Sì, laparabola, che induce desideri, il medium dello Spettacolo. I migranti che rifiutiamo sono l'immagine rovesciata deldesiderio della società occidentale.Il campo, ovvero il corpo clandestino.

(Marco Rovelli, dalle note allegate al cd)

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pagina 108

Il Canto della Pie(v)vecchia(2002)

di Suonatori Terra TerraPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: toscanoTags: antifascisti

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-canto-della-pievvecchia

Dove la Sieve all’Arno dà la manonegli anni in cui il fascismo s’imponevafu sferrato un attacco partigianoper prendere le armi a chi l’avevale nascosero su’carri ‘n mezzo al fienola brigata l’azione concludevada Pievvecchia decisero passarea MontiGiovi voleano arrivare.

Giugno che ci dona giornate tanto caredella ginestra l’aria è profumataquel nero dì poteva risparmiarea quelle genti sorte così ‘ngratao partigiano chi ti fe’ fermarea quella Piè di lecci circondatavolevi salutare qualche amicodavanti ti trovasti il tuo nemico.

Di Cristo il corpo con la processionequel giorno la Pievvecchia festeggiavaun carro all’osteria s’è fermatodei partigiani l’armi nascondeva.

Un colpo all’improvviso vien sparatoa tutti gela il sangue nelle venee gli occhi van cercando più lontanodall’osteria di corsa Adolfo viene.

Presto scappate fuggite, non state lì ad urlar la lepre dentro al sacco, non si può più salvar.

È morto là un tedesco e un italianocoi partigiani si sono scontratie dei tedeschi un altro è corso viadi già li avrà avvisati i suoi soldati

ci salvi ora la vergine Mariadalla vendetta dei nazifascistile donne van dicendo in ogni casache gli uomini gli stiano ben nascosti.

Presto scappate fuggite...

In un baleno la Pievvecchia è invasacominciano i nazisti a rastrellareincendian le capanne ed i granai

cercando i partigiani di stanare

sì tanta gente ‘un s’era vista maidi Pontassieve c’eran gli sfollatie di cinquanta ne mettono al muroquattordici per esser fucilati…

Ecco sono alla porta, bischero va ‘n cantinaprendi la carabina e sta’ lì zitto!

Io non vo’ sta lì sotto, te tu se’ tuttagrullaperché ‘un n’ ho fatto nulla e nulla temo!

Ora son qui che tremo, le spalle contro i’muroecco che portan Furio l’hanno preso.

Sembrava fosse arreso, invece come un gattoveloce fa uno scatto ni’ pagliaio.

Ora l’è in un bel guaio, l’han visto e glidan’ focostrazianti di lì a poco son le grida…

L’è una furia omicida, han preso anche i’Rigacciche piglia e da du’ calci ad un tedesco.

Pe’ i’ campo corre lesto, quello gli sparaaddossolui casca giù ni’ fosso e lì è restato.

“Ecco sono inciampato, non sento più sparareio resto ad aspettare in mezzo a i’ grano.

Già sento da lontano, gli altri che stannourlandoli stanno fucilando uno ad uno”.

Restano i corpi a terra finch’è scuronessun li può toccar pena la mortema a notte vanno a dare sepolturatre uomini che sfidano la sorte.

A Monte Giovi è notte di paurama alcuni che sollevano la frontesalutan le famiglie e se ne vannoa unirsi ai partigiani là sul monte!

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pagina 109

Informazioni

Scritto e musicato dai Suonatori Terra Terra per lo spettacolo “Dite: Giocondo Zappaterra” (2002), dedicato allaresistenza partigiana su Monte Giovi. La storia racconta l’eccidio della Pievecchia, piccola frazione di Pontassieve,avvenuto l'8 giugno 1944. L’aria del lamento (‘Ecco sono alla porta…’) è un tradizionale toscano.

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pagina 110

Il crocifisso dell' ARCI di San Miniato(2012)

di Marco ManganiPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: anticlericali, satirici

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-crocifisso-dell-arci-di-san-miniato

Lo vidi una mattinaappeso su quel muro,sentii drizzarsi il crine,mi feci in volto scuro.Andai dal presidente:" Che storia è questa qua? "Rispose sorridente:" Una grande novità "

Evviva il crocifissodell'ARCI di San Miniato!Evviva chi ce l'ha messo,che sempre sia lodato!Cantiamo tutti in coro,con mistico fervor:" Evviva il crocifisso,simbolo dell'amor ! "

Mio caro presidente,ma 'un s'era anche laicisti?S'andava a testa bassacontro madonne e cristi!

" Contrordine compagni,'un si bestemmia più:faremo le riformenel nome di Gesù! "

Evviva il crocefissodell'ARCI di San Miniato!E' il primo grande passoper governar lo stato!Compagno sull'attenti,porta la mano al cuor,avremo il crocefissosul patrio tricolor|

Compagni miei, compagne,s'ha da vedè anche questa,ma presto verrà il giornoche rialzerem la testa:giuriam che da quel giorno,sarà quando sarà,L'Italia tutta interasi scrocifiggerà!

Informazioni

Scritta e musicato dal socio UAAR di Firenze, Marco Mangani, nasce fra le 23 e le 24 del 14 Luglio 2012, durantel’usuale convegno che si tiene sulle colline del Chianti, in località Poneta nei pressi del Ferrone ogni anno, proprionell'anniversario della presa della Bastiglia. Qui convergono, gli ultimi, indomiti laicisti toscani, per dar un po’ divoce e un po’ di fiato al loro folle delirium tremens: riuscire a liberare l’Italia dalla servitù Vaticana, educando alcontempo il popolo al pensiero critico e libero! I tragici eventi evocati da questa canzone, vibrante di passionecivile rivoluzionaria e anticlericale in ogni sua nota, sono quelli verificatesi nel Circolo ARCI – Casa Culturale di SanMiniato Basso, destando così le giuste ire degli ultimi laicisti di San Miniato rimasti, fracui campeggia la figura epicadel Rino Bertini. Ire, quelle dei laicisti, naturalmente inascoltate dalla dirigenza del Circolo ARCI, ben ammanicatacon il Vescovo di San Miniato e i suoi tirapiedicosiddetti politici. (contributo di Giovanni Mainetto, Pisa)

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Il morbo infuria(2020)

di Francesco "Ciccio" GiuffridaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-morbo-infuria

Il morbo infuriail letto mancaper chiare colpedi destra e manca

Restiamo a casasenza assistenza;ma ci accompagninuova coscienza.

Restiamo a casae vi facciamoi conti in tascae ragioniamo.

Stufi e scocciatidei vostri ragliparliam piuttostodei vostri tagli.

Il morbo infuriail letto mancaper chiare colpedi destra e manca

Mentre la tosseci squassa i pettiche avete fattodei nostri letti?

Prede innocentidi questo maleinvan cerchiamoun ospedale.

Il dio mercatoche tutto inghiottechiude ospedalie se ne fotte.

Il morbo infuriail letto mancaper chiare colpedi destra e manca

Tutti i governihan fatto danni:trenta miliardiin pochi anni!

Governi orrendidi storia tristedi vera destra

false sinistre.

Tutti a tagliare;e han trafugatobeni e risorseper il privato.

Il morbo infuriail letto mancaper chiare colpedi destra e manca

Ed hanno insiemesacrificatovita e saluteal dio mercato.

Settantamilaletti spariticol culo a terrasiamo finiti.

Or vi agitatein tutti i modivengono al pettinei vostri nodi.

Il morbo infuriail letto mancaper chiare colpedi destra e manca

Poveri mediciche scelta fare?Uno può viverel’altro crepare.

Darwin non c’entrac’entra il profittochi vive ai marginicrepi e stia zitto.

Domanda atrocedi tempi tristiè peggio il viruso i liberisti?

Il morbo infuriail letto mancaper chiare colpedi destra e manca

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Informazioni

Composta nei giorni dell'isolamento per il coronavirus.

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Il nucleare lo vogliamo no!(2011)

di Giulio De PaolaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: ambiente

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-nucleare-lo-vogliamo-no

Il nucleare lo vogliamo no!Il nucleare lo vogliamo no!Perchè è una bomba che può scoppiareil nucleare lo vogliamo no!

E la centrale la vogliamo no!E la centrale la vogliamo no!

Perchè è un rischio troppo realela centrale la vogliamo no!

Al referendum noi votiamo si!Al referendum noi votiamo si!perchè è la sola scelta da fareal referendum noi votiamo si!

Informazioni

Riadattamento de Le tre bandiere, realizzato nel periodo precedente il referendum abrogativo sul nucleare delgiugno 2011.

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Il Pistola e il Cavaliere(2006)

di Claudio CormioPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: satirici

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-pistola-e-il-cavaliere

C'è una banda di briganti laggiù nel vecchiowestloro capo un Cavaliere loro nome Fininvested a furia di emittenti nonostante il rossoin bancapossedevan tutto quanto Mike Bongiorno eanche la Standa

e la genta del villaggio mormorava ay ay ay ci promettono milagros questi qui ci portanguai

yuppi ay ey yuppi ay ay questi qui ci portan guai!

La pistola sempre dura c'era anche unpistolerouomo con grandi Maroni ma neanche un po'sincerocon la bava alla bocca gli Speroni ed ilcipigliosi faceva dar consigli da un idiota dettoMiglio

e la gente del villaggio ripeteva ay ay ay questi qui ci fan la festa questi qui ciportan guai

yuppi ay ey yuppi ay ay questi qui ci portan guai

Forse vede la Madonna forse guarda Manitùlo sceriffo Buttiglione con gli occhiall'insùlui d'inciuci e di Casini ne faceva unaMastellalitigava quasi sempre con la Rosi mica bella

e la gente del villaggio si diceva sonostrani questi allungano le mani questi sondemocristiani

yuppi ay ey yuppi ay ay questi qui ci portan guai

Ma in mezzo a sta masnada c'è n'è un che silamentacon i denti della jena si accanisce zioFormentacontro un gruppo di randagi che gli duole piùdi un callo

son randagi equilibristi tutti in groppa a unleoncavallo

e la gente del villaggio non capisce e sidomanda che gli passa nella testa che vuol farequesta banda

yuppi ay ey yuppi ay ay questi qui ci portan guai

Quando poi ci fu il giorno che ci furon leelezioniil Pistola e il Cavaliere con il Miglio e coiMaronisi allearono ad un altro tipo fine e granbastardoper spartirsi ancor la torta come gatteattorno al lardo

e la gente del villaggio si parlava davicino si diceva sottovoce qui ci manca sol Bettino

yuppi ay ey yuppi ay ay questi qui ci portan guai

Hanno fatto st'alleanza sotto il segno delbiscionema non per il nostro bene per cambiarcostituzionema il serpente se t'incanta dopo ti può farpaurae sei mesi di governo sono stati una sciagura

e la gente del villaggio si ritrova insiemee pensa che di tutta sta masnada si poteva faresenza

yuppi ay ey yuppi ay ay questi qui ci portan guai

Son passati pochi anni son tornati sticialtroniCi hanno punto con le vespe ci han giuratoch’eran buonici dicevan ch’eran sazi si leccavano le ditaSazi un ostia! Stiamo attenti che ci cambianola vita

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Le tre punte i piduisti e I leghisti diViggiù Al governo del villaggio noi non li vogliamopiù

yuppi ay ey yuppi ay ay yuppi ay ay questi qui ci portan qui ci porta qui ci portan guai!

Informazioni

Canzone inizialmente scritta alla prima discesa in politica di Berlusconi, successivamente, dopo vari cambiamenti,è stata "fissata" la seguente versione del 2006.

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pagina 116

Il Ponte Morandi(2018)

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: italiano

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-ponte-morandi

Ascoltate o popolo ignoranteche del Ponte notizia vi daròse tutti quanti attenzione faretea tutti quanti a pianger vi farà.

Successe a Genova il 14 agosto,che pioveva, pioveva assai forte,all'improvviso un grande fragore,Ponte Morandi sul fiume crollò.

42 furon vittime innocenti,precipitate o schiacciate dal Ponte,uomini, donne, bambini, ragazzi,la loro vita qual giorno finì.

Tanta gente divenne sfollata,la loro vita sconvolta e addolorata,si riunirono insieme a Certosa

e resistenti si scoprirono ancor.

(parlato) Attenzione, sentirete chi sonoi colpevoli di questa tragedia!

Nonostante gli enormi profittie i vari allarmi sul POnte Morandi,i Benetton han voluto risparmiare,perchè i padroni ragionan così.

E quei politici vigliacchi e corrotti,che senza scrupolo l'hanno permesso,sono soltanto spregevoli servi,sono alla fine assassini anche lor.

Maledetti saranno quei signoria capo di Società Autostradee maledetto per sempre il profittoche ha procurato mai tanto dolor.

Informazioni

Parodia di Ascoltate o popolo ignorante, scritta dal coro Le vie del Canto di Genova in seguito al crollo parziale deePonte Morandi, il 14 agosto 2018, che ha provocato 43 morti e 566 sfollati.Ci è stato comunicato durante la festa dello stesso coro, il 18 maggio 2019, a Genova.

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Il rap del precario(2001)

di Pardo Fornaciari, Marco GuercioPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: lavoro/capitale

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-rap-del-precario

Non riesco a sbarcare il lunariosono un precario, sono un precariosenza ribalta, senza sipariose faccio ridere, non è come Macariomi trovo in bilico sopra un binarioil mio compenso è ‘ forfettarioson usa e getta, son mercenariodi rado CON più spesso SENZA salario

lavoro atipico-bimensilecòllabòraziòne-a percentualepart tìme a cottimo-sèmèstràlesupplente temporaneo-impiego interinale

Del non lavoro porto il sudarioperché di case non sono proprietariotutto sommato, lo trovo secondariofare la fame nell'industria o nel terziarioGiorno per giorno ìnseguo il divariotra me e un padronesempre più milionariocomplice un prèsidente miliardarioci sfrutta e irridecol suo tono lapidario

Demolire il nemico-di sempreil capitale

che ti vuole flessibile-che ti faviver maleperciò disubbidire-al principaleche per ridurre i costitaglia i posti al personale

Cambiar la vita, cambiare lo scenariorispolverare l'armamentariod'un movimento che sia unitariointernàzionalista pròlètàrioContro il G 8 e il fondo monetarioemblemi d'un impero sanguinariospezzare le catene dell'immaginariodi chi subisce il torto millenario

Resistenza attivaCONTRO globalizzazionereinventare un potereche RISPETTI le personemacché teppisti macché terroristigiovani senza pagaimmigrati senza visti

non non si vuol più viverein un mondo precario(ripetere più volte,in crescendo, fino a chiudere urlando)

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Il sogno di M.L.K.(2017)

di Francesco "Ciccio" GiuffridaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-sogno-di-mlk

Chini e piagati dal soleai piedi le orrende catenecantavano le loro penecantavano di libertà.

Fai bene a lottare fratello il pugno è fatto di dita il sogno ti dona la vita il sogno della libertà.

È come picchiare la testacontro la pietra o il cementoma il canto resiste, lo sento:è il canto della libertà.

Fai bene a lottare fratello il pugno è fatto di dita il sogno ti dona la vita il sogno della libertà.

Lo so sono tanti i compagniancora in catene cadutima i vivi non restano mutie cantan per la libertà.

Fai bene a lottare fratello il pugno è fatto di dita il sogno ti dona la vita il sogno della libertà.

Ti sembra di essere soloe gli altri lontani, distanti,ma guardali, sì, sono tantiche cantan per la libertà.

Fai bene a lottare fratello il pugno è fatto di dita il sogno ti dona la vita il sogno della libertà.

L’ingiusto da sempre comandama il tuo desiderio non taceed è un desiderio di paceun canto per la libertà

Fai bene a lottare fratello il pugno è fatto di dita il sogno ti dona la vita il sogno della libertà.

Informazioni

Ispirata al discorso di Martin Luther King E' comunque un bene:

Tanti fra i nostri antenati cantavano canti di libertà e sognavano il giorno in cui sarebbero potuti uscire dallaschiavitù, dalla lunga notte dell’ingiustizia(…)E cantavano così perché avevano un sogno grande e potente; ma molti di loro sono morti senza vederlorealizzato(…)La lotta c’è sempre. Facciamo dichiarazioni contro la guerra, protestiamo, ma è come se con la testa volessimoabbattere un muro di cemento: sembra che non serva a nessuno.Molti di noi nella vita avviano la costruzione di templi: templi originali, templi di giustizia, templi di pace. E tantospesso non li terminiamo. Perché la vita è come la “Sinfonia incompiuta” di Schubert. In molti punti noi avviamo,proviamo, cominciamo a costruire i nostri vari templi. E credo che una delle più grandi agonie della vita sia quelladi provare costantemente a finire quello che è interminabile. Ci viene comandato di farlo. E così noi, come Davide,ci troviamo in tante occasioni ad avere di fronte il fatto che i nostri sogni restano irrealizzati.E molto spesso, mentre si cerca di costruire il tempio della pace, si rimane soli; si resta scoraggiati; si restasmarriti.Ebbene, così è la vita. E quel che mi rende felice è che attraverso la prospettiva del tempo riesco a sentire le lorogrida: ”Forse non sarà per oggi, forse non sarà per domani, ma è bene che sia nel tuo cuore. E’ bene che tu ciprovi.”Magari non riuscirai a vederlo. Il sogno può anche non realizzarsi, ma è comunque un bene che tu abbia undesiderio da realizzare. (...)

Chiesa Battista di Ebenezer, ad Atlanta in Georgia, il 3 Marzo 1968

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pagina 119

Il tassello nella porta(2007)

di Pardo FornaciariPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: antifascisti

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-tassello-nella-porta

Otto settembre il re era scappatoI due sottotenenti Antonio e GinoPoiché l’onor d’Italia va salvatoSprezzan l’esercito repubblichinoDa Grosseto con armi e munizioniParton per ricongiungersi col fronteMa pel disastro dei collegamentiMontemerano, si fermano lì.

La resistenza formano a MancianoCe li sorprende la brigata neraMa ‘un posson restar dei fascisti in manoE da Arcidosso scappan di galeraPoi nella macchia tra Murci e ScansanoFanno il campo e così da mane a seraCon la sua bonomia con la sua flemmaGino conquista i cuori di Maremma

Gino Lucchini è un comandanteChe fa tremar le vene i polsiAi neri, che abbian coraggio o che sian bolsiE’un guerrigliero un partigianoChe combatte per l’ItaliaPer l’ideale di giustizia e libertà!

A gennaio l’inverno era ferocecon altri due parte il tenente Ginoc’è un ponte della Fiora sulla foceusato dai Tedeschi per Cassino.Di notte con Leonardo e con LivianoLo minano e ritornano a MancianoIn tempo per l’assalto al LegaluppiDove son sgominati i neri gruppi.

Al campo partigian del PelagoneSon radunati da tanti paesiMa soprattutto c’è d’ogni nazioneRappresentanza d’uomini coesi.C’è perfino un austriaco disertoreAmericani, russi, zelandesi,spagnoli, indiani ed infine inglesicontro il nazifascismo a guerreggiar!

La formazione si rafforzaE trova l’unificazioneCon i tigrotti di Maremma al BaccinelloE la guerriglia partigianaRende ogni reazione vanaalla guardia nazional repubblicana

Tredici marzo del Quarantaquattro

Giù dalle Caprarecce i partigianiScendon a Murci pe’svuotar l’ammassoE affamare i fascisti ed i germani Distribuiscono granaglie a tuttiLa gente insomma avrà di che mangiareI neri, delinquenti e farabuttiPer la fame si mangeran le man!

A Roccalbegna una sera GinoVa allo spettacolo dentro il teatroPoi scrive ai fasci del dopolavoroLoda la recita che han fatto loro! A Preselle gli uffici di questuraSono assaltati e tutti saccheggiatiCosì il tenente, uom senza pauraSi rifornisce d’armi e munizion!

Mentre i fascisti ancor più odiosiSi rendon a tutta la genteChe o li combatte, o non li aiuta puntoE la coscienza dell’Italia nuova daricostruireE'proprio Gino che la insegna e fa capire

Mentre in Maremma sboccia primaveraLa formazione del tenente GinoProtetta dallo scuro della seraDecide: va in azion su Samprugnano Brinci e Faenzi giocano a tressetteLi acciuffano, li fanno prigionieriPerò ci manca ancora il marescialloA completare la squadraccia de’neri

Con lor Carlucci aveva assassinatoUn giovan renitente a Santa FioraLo intravedon dai vetri a malapenaSeduto al tavolino della cena Bussano e la su’ moglie va ad aprireGli grida, Luca attento c’è i ribelliL’uccide un colpo che trapassa il legnoNella porta un tassello resterà.

Al campo della formazioneDicon se uno di voi scappaQuello che resta sarà fucilatoMa fugge il Brinci e chiama i suoiPer fare un rastrellamentoPerò il Faenzi non lo salverà nessun!

Dopo l’umiliazion di Samprugnano

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I neri cercan chi gli ha dato appoggioChiedono ai contadin dei casolarifrugano campo, bosco valle e poggio Entrano nella scuola elementareInterrogan gli alunni, che stan zittiI capoccia avean detto: non parlare!E nessun bimbo la su’ bocca aprì

Però il sette di maggio l’imboscatascatta e Giovanni Conti primo cadeGino benché ferito non s’arrendeIngaggia i neri che lo voglion prènde'

Così si sgancian gli altri i partigianiChe sfuggono alla caccia dei fascistiMa su’ corpi di Gino e GiovanninoSi sfoga bruta la rabbia dei tristi

L’amor del popolo che gemmaNei cuori della sua MaremmaLo fa immortale per ogni uomo e donnaper noi suoi eredi che viviamoLa libertà che ci ha donatoGino è una luce di ideale e civiltà!

Informazioni

La storia del Tenente Gino, capo partigiano nella zona di Scansano, raccolta dalle voci di vecchi che ricordano emessa in musica su aria di impianto popolare (2 ottave + una sestina) da Pardo Fornaciari

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pagina 121

Il teleconcorrente(2005)

di Fausto AmodeiPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: satirici

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-teleconcorrente

A chi mi chiedeva che farai da granderispondevo sempre ed invariabilmentevoglio dar risposte a tutte le domandecome un teleconcorrente.

Davo una risposta pronta ed esaurientead ogni domanda che mi fosse fattaquasi Mike Bongiorno fosse lì presenteper veder che fosse esatta.

Anche al catechismo davo le risposteai misteri sacri ai mistici problemisolo quando le domande mi eran postecome in un concorso a premi.

Per risponder si durante il matrimonioonde garantirmi la risposta giustaio l'avevo già di fronte a un testimoniochiusa dentro ad una busta.

E la mia signora cara abituataa risponder sempre come a Silvio giglisull Ogino Knaus non era preparatae mi diede tanti figli.

Diedi il nome Lascia alla prima figliae la successiva la chiamai Raddoppiache soddisfazione per la mia famigliapreser a darle sempre in coppia.

Io mi sforzo di dar loro una culturaperchè ognun di loro possa trarne fruttocasomai venisse per buona venturaaccettata a Rischiatutto.

Questa prospettiva anche se eventualeno non la si deve perder mai di vistaquindi occorre non cultura generalema bensì da specialista.

Chi si è fatto esperto in cibi brasilianichi sa proprio tutto sui celenteratichi ha prescelto la sessualità dei canichi la vita dei beati.

Chi si è fatto esperto in caccia aicoccodrillie chi nei proverbi della Val di Fiemmechi ha imparato tutto sui Guardasigillie chi su Matusalemme.

Di comune accordo noi andiamo appostatutti a confessarci quasi ogni mattinaperchè ci si alleni a dare una rispostachiusi dentro a una cabina.

Ma verrà un bel giorno ed una buona voltala famosa lettera che ci confermiche alla fine la domanda è stata accoltad'apparir sui teleschermi.

Attendiamo quindi sempre in esercizioa che la domanda svolga il suo decorsoe ci resta in fondo il giorno del giudizioch'è pur sempre un bel concorso.

Non c'è Mike Bongiorno bensì il padreternonon gettoni d'oro ma anni in paradisonon si rischian soldi ma solo l'infernotutto il bando è ben preciso.

Quindi attendo solo che venga la morteche contrariamente a quella che è l'usanzanon avrà presente nell'estranea sortel'intendenza di finanza.

E vedrà il buon Dio se siam preparatisu matusalemme sui guardasigillisul sesso dei cani sui celenteratisulla caccia ai coccodrilli.

Informazioni

Presente nell'album “Per fortuna c’è il cavaliere”. Boriz

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pagina 122

Il testamento di Orso(2019)

di Pardo FornaciariPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-testamento-di-orso

Era Lorenzo Orsetti da FirenzeTekosher lottatore in lingua curdaMorto in un'imboscata jihadistaDa partigiano contro il nazifascismoQuesto il suo testamento

Ciao, se state leggendoQuesto messaggio è segnoChe non sono più al mondoChe non ci sono più - che non ci sono più

Però non rattristateviho fatto quello che è giustodifendere i più debolirimpianti non ne ho - rimpianti non ne ho

Io me ne sono andatoCon il sorriso sul voltoLa vita che mi han tolto

Il mondo cambierà - il mondo cambierà

Quando tutto precipitaCi devono guidareL'impegno e la speranzaL'indifferenza no - l'indifferenza, no

Ogni tempesta nasceCon una sola gocciaTu non ti rassegnareQuella goccia sei tu - Quella goccia sei tu

V'auguro tutto il beneSpero anche voi un bel giornoAll'individualismoVi saprete ribellar - saprete ribellar

Tenetemi nel cuoreDice Orso il LottatoreIn alto le sue ideeGiustizia e libertà - Giustizia e libertà

Informazioni

Una ballata di Pardo Fornaciari sul testamento di Lorenzo Orsetti, detto Orso a Firenze e Tekoçer (il Lottatore) incurdo, caduto nella valle della Rojava, nel Kurdistan siriano, in un'imboscata dei fascioislamisti del Daesh, che eraandato a combattere per la libertà dei Curdi, per la sicurezza nostra contro i terroristi islamisti, per la giustiziasociale. Sull'aria della Ballata per Franco Serantini di Ivan della Mea

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pagina 123

Il tragico naufragio del 18 aprile 2015(2015)

di Bruna MontorsiPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: emigrazione

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/il-tragico-naufragio-del-18-aprile-2015

Nella notte del 18 aprile,senza scrupoli, quei trafficantipiù di mille persone migrantidalla Libia hanno fatto partir.

Nella stiva le donne e i bambinie i più poveri, i più disperatisenza cuore son stati ammucchiatidai vigliacchi scafisti assassin.

Ma eran troppi su quel barconeche per forza ha dovuto affondare;chi era in alto ha potuto gridarela sua angoscia, la disperazion.

Laggiù in fondo, nel buio ammassati,si sentiva un sinistro rumore;poi lo schiaffo dell'acqua e il fragore,senza un grido ognun si eclissò.

Non tragedia, ma orrendo omicidio:ventitre arrestati a Palermo.Uno ride di quell'inferno:"Sempre troppi ne carichiam!"

non tragedia, ma vile assassinio,sono morti come i topi in gabbia.Ma non basterà la nostra rabbiaquesto scempio brutale a fermar.

Da gennaio son milleseicento,dalla guerra volevan scappare:son sepolti nel fondo del mare,solo un numero ormai resterà.

Da gennaio son milleseicento,mentre noi rimaniamo a guardare:il valore dobbiamo affermaredi una sola umanità.

Informazioni

Testo scritto da Bruna Montorsi (de Le cence allegre, di Modena), sulla melodia de Il feroce monarchico Bava. Ilcanto ricorda il naufragio di una imbarcazione avvenuto la notte del 18 aprile 2015 al largo delle coste della Libia.Un superstite (28 in totale) ha indicato in 950 il numero di migranti a bordo, tra cui circa 200 donne e tra i 40 e i 50bambini.

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pagina 124

In metro a Roma per il referendum(2011)

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: italiano

Tags: referendumIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/metro-roma-il-referendum

Italia bella mostrati assennatae vai compatta verso il referendumche avere l'acqua libera è un dirittoperciò coraggio serve anche il tuo SI.

Del nucleare abbiam le palle pienericordati Chernobil e Fukushimase devi andare al mare vota primae anche per questo metti un altro SI.

Italia bella mostrati compattache si raggiungr il quorum col tuo SI!

SI...SI...SI...

E...vota vota votae vota il referendum

ma stando molto attendumla croce va sul SI.

Era lì che volea volare/votare...l'uselin de la comare...

Volea votare per l'acqua pubblica...lui e tutta la repubblica...

E volea votar sul nucleare...vota SI mica va al mare...

Volea votar l'impedimento...vota SI tutto contento...

E proprio SI volea votare l'uselin de la comare...

Informazioni

Sull'aria di diversi canti popolari italiani

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pagina 125

Inno del C.D.A. del M.M.B.(2005)

di Fausto AmodeiPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: comunisti/socialisti, satirici

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/inno-del-cda-del-mmb

Quando negli anni sessanta il secolo scorsoc'era una gran confusione corremmo alsoccorsoc'eran azioni, senati, partiti, congregheconsigli di sanità, conventicole e leghe.

C'eran comuni province stati sovraniinglesi russi francesi spagnoli e italianie in questo intrigo caotico e senza costruttosiamo arrivati noi altri a coordinar tutto.

Nostra patria è il mondo interonostra legge è la produttivitàmotto foriero motto forieronostra patria è il mondo interoretto dalla competitivitàmotto foriero di nuova civiltà.

Industrie piccole un tempo ce n'eran abizzeffesi cominciò a unir la Riv con l'Skffare una sola nazione d'Italia e di Sveziafu un bel successo benchè non sia stataun'inezia.

Ancora più di rilievo fu per certi aspetti

unir la General Elettric con l'Olivettie proseguimmo convinti che il capitaledeve integrarsi su scala internazionale.

Su lottiamo il capitaletutti uniti faràl'Internazionale di ogni SPAferro, uranio, petrolio ed elettricitàper un monopolio in piena attività.

Fu Carlo Marx a insegnar che il concetto distatodi fronte agli altri è il concetto piùmistificatoe che lo stato borghese per via del classismoè il comitato d'affari del capitalismo.

Abbiamo appreso da lui questa saggia lezionee per la causa della demistificazioneabbiam risolto l'intrigo di questa faccendatolto lo stato al suo posto abbiam messol'azienda.

Avanti o popolo per conquistarel'azionariato è popolareposa il fucile e gioca in borsacosì di corsa tu vincerai.

Informazioni

Presente nell'album “Per fortuna c’è il cavaliere”. Boriz

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Insulina(2008)

di Alessio LegaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: disagio mentale

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/insulina

(per Patrizia)

È una malattia di grumi dentro il sanguedove arranco quando corro in biciclettaprendo tempo perché c’ho fin troppa frettadi arrivare esangue fino a un’altra notte

ti spalanchi e poi mi dici «Che ti piace?»me mi piace quando un ricciolo frapponela terribile bellezza della facciache non dà respiro, scinde, mi scompone

me mi piace quando mi levo le lentie ti colgo d’ombra liquida e sfuocatapoi man mano che avvicino i passi lenti

ti fai coppa d’ambra languida e infuocata.

È una malattia che sanguina nel sangueche risvegli, che sonnecchi, che sconvolgache mi stia di fronte, sia la fonte, impongache non c’è insulina che mi ti disciolga

quando guardo che ti curi o ti suicidiche t’innietti nella folla della vitache tracanni e che soffochi e che ridiche sei tanto viva che non hai l’uscita

che sei tanto viva che un po’ mi spaventima se un ricciolo frappone una barrieraper fortuna fra i tuoi occhi nella seratrovo il tempo di un respiro fra due canti.

Informazioni

L’onda sonora di questo blues avvolgente ci introduce a quella vera e propria malattia mentale collettiva che èl’amore realizzato, la convivenza, il matrimonio [...] Ma non illudetevi è un pezzo breve. (Alessio Lega)

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Inverno sulle Langhe(2005)

di Luca RapisardaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: antifascisti

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/inverno-sulle-langhe

Là sulle Langhe c’è una baracca,C’è vino e grappa, c’è vino e grappaLà sulle Langhe c’è il bosco nero,è il cimitero dei partigian.

Inverno del Quarantaquattro,canneti, poi monti di fango,di terra, di ghiaccio.

Là sulle Langhe c’è il vento nero,lungo il sentiero del partigian.

Inverno del Quarantaquattro,percorrerò strade più in altofiancheggerò cascine andate,in rovina, col tempo.

Informazioni

Dal CD "Apuamater" di Davide Giromini, autoprodotto, 2005

Qui il video della canzone:http://www.youtube.com/watch?v=6zA9u0dD9Tc

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Isabella di Morra(2006)

di Alessio LegaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: femministi

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/isabella-di-morra

Sopra la rocca c'è Isabella, anima miaconsuma gli occhi e guarda il maremessa in prigione dai fratelli, bella miachi può venirla a liberare?

D'un alto monte onde si vede il maremiro sovente io, tua figlia Isabellas'alcun legno spalmato in quello appareche di te, padre, a me porti novella.

Gioca alla morra le sue carte, anima miaè pugno, è pietra, è una carrozza,è tuo fratello sulla soglia, bella miaè lui la forbice che sgozza.

Ma la mia incerta e dispietata stellanon vuol ch'alcun conforto possa entrare,nel tristo cor, che di pietate è nulla

la salda speme in pianto fa mutare.

Sopra la rocca il vento vola, anima miail mare frange nella gola,la vita aspetta sola sola, bella mia,che poi si chiuda la tagliola.

Ma non veggo nel mar remo né vela,così deserto è l’infelice lidoche il mare solchi o che lo gonfi il ventoio non veggo nel mar remo né vela.Contro fortuna allor spargo querelae tengo in odio il denigrato sitocome sola cagion del mio tormento,contro fortuna allor sporgo querela.

Sopra la rocca c'è Isabella, anima miaha chiuso gli occhi e cerca il maremessa in prigione su una stella, bella mia,chi può venirla a liberare?

Informazioni

Isabella era una poetessa del ‘500. Suo padre un nobile sconfitto in guerra era fuggito a Parigi. Lei crebbecircondata dai fratelli che la odiavano e la sgozzarono a 26 anni. In questa canzone si alternano i miei versi ai suoi.Essere donna resta un affare pericoloso. (Alessio Lega)

nfromazioni su Isabella di Morra

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Ivaldi(2000)

di Mirafiori KidzPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: antifascisti

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ivaldi

Dico a te che miti non hai,parlo a te che guai non ne vuoitutti gli uomini non sono ugualialcuni ammiro altri disprezzo

E la tua vita sta nella storia hai una memoria, oh no? Nella tua vita scorre la storia hai una memoria, oh no?

Uomini oppressi ed oppressoriperseguitati e persecutori,uomini fermi a una frontierauomini che li hanno venduti

E la tua vita...

Torturati e torturatori,martiri e seviziatorimorti passati per un caminoe gli assassini odiati in eternoCi sono quelli che vivon da schiavi,uomini servi solo per sceltama gli altri vogliono la liberta'e tengon duro fino alla morte

E la tua vita...

Tutti gli uomini non sono uguali

Informazioni

Dedicato a Giovanni Pesce, mitico partigiano dei GAP, Ivaldi era uno dei nomi da lui usati in clandestinita'.

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pagina 130

L'amanti miu(2013)

di Francesco "Ciccio" GiuffridaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: sicilianoIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lamanti-miu

L’amanti miu è asta di bannera‘n principi nun ci pò stari alla para;e quannu nesci di intra la pirreraè capitanu di li surfarara.Po’ quannu sbota di la cantunerami scordu di la vita quant’è amara;rapu la porta addumu la lumera,

l’amanti miu ‘nti mia s’arripara.

Scordati beni miu ’dda tana scuraveni ‘nta li me razza di massara;scordati di lu cauru e di l’arsuradi l’acqua puzzolenti e dâ limara;chinu di pruvulazzu e di sururaiu t’arrifriscu ccu la me quartara.

Informazioni

Canzone vincitrice del premio "Daffini" 2013, organizzato dal comune di Motteggiana, paese natale di GiovannaDaffini.

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pagina 131

L'amore al tempo della rivolta(2014)

di Marco RovelliPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lamore-al-tempo-della-rivolta

Saró detto pazzo, ambizioso e turbolentoma avrò la ricompensa al fondo della miacoscienzae nell'animo dei cari dei miei generosi amicie nell'amore tuo, nelle parole che mi dici

So di osare l'impossibile, che grande è ilmio ardimentoma è l'inerzia a rendere immenso il miotormentoperciò torno alla mia terra, che ci feceeterni amantiquella festa a Piedigrotta tra le luci edegl'incanti

In quel giorno di settembre ci incontrammo dabambinila vita si dischiuse e intramò i nostridestiniamor ci precedette e ci fece stupirenel profondo della voce il tuo nome mis'incise

Fin nella maledetta nebbia, dove era muto ilcielo,non ha smesso l'ideale di esser fuoco al miopensieroe d'amor l'incendio non è mai cessato incuorepur spezzato già da tempo dall'acerbo miodolore

Essere promessa a un uomo non volutoChe se non sei schiava arriva il giorno delrifiutoil tuo amor mi fece fuggir quella prigione

Ma abbandonare i figli miei mi lacerava ilcuore

E abbandonata al vento, tra due fuochisospesaMia madre mi scriveva recupera l'onoreio risposi E' mio l'amore, ed è leggenaturaleNon cercate di piegarmi al vostro modo dipensare

"Il ne faut faire jamais comme les autresIl ne faut faire jamais comme les autresJe t'aimeIl ne faut faire jamais comme les autres"

Nella repubblica sognata col geniodell'insurrezionenel fuoco di quella battaglia, si rinsaldòl'amorementre disponevo armi, tu curavi le feriteE il dolor della sconfitta il tuo amore fecemite

Adesso vado coi trecento che diran giovani efortima i veri sognatori mai potranno dirsi mortiAll'odiata catena del mio tempo do l'assaltoOra e sempre di rivolta elevo lo stendardo

E ancora un'altra volta mio infinito amoreio resterò al tuo fianco e sopporterò ildoloredi averti perduto al colmo d'illusionee per tutta la vita io porterò il tuo nome:Enrichetta Pisacane.

Informazioni

"Carlo Pisacane è stata la figura più vicina al Che Guevara che c'è stata nella storia italiana. E quel granderivoluzionario risorgimentale e socialista visse una straordinaria storia d'amore con Enrichetta Di Lorenzo, che loseguì in tutta Europa, e poi nelle Cinque Giornate di Milano, e poi nella Repubblica Romana (che fu la cosa piùvicina della nostra storia alla Comune di Parigi). Si erano innamorati ancora bambini, a una festa a Piedigrotta, mapoi lei era stata data in sposa a un uomo che non amava, e nonostante i tre figli era profondamente infelice, e siribellò, spezzando le proprie catene: lasciò la vita comoda e fuggì da Napoli, per seguire Carlo in questa vita ribelle.Finché lui, nel 1857, decise l'impresa disperata, decise di osare l'impossibile, sperando di fare insorgere la suaterra napoletana: “eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti”. (Marco Rovelli)

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pagina 132

L'amore è un brutto vizio(2005)

di Fausto AmodeiPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: satirici

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lamore-e-un-brutto-vizio

Rinunciare all'amor tuomi risulta più nefastoche piantar di colpo il viziodi un caffè dopo ogni pasto.

Non amar più te ma un altrapiù posata e più tranquillaequivale a non sorbirepiù caffè ma camomilla.

Il caffè che io ritrovonel tuo amore appassionatoè un'espresso d'anteguerranon decafeinizzato.

Che ti dà l'assuefazioneper il cuore un bel velenoma non so che cosa farcinon ne posso fare a meno.

Mi fa perdere anche il sonnoma che cosa vuole diredato che con te di nottenon ho voglia di dormire.

L'amore è un brutto viziocome la caffeinati porta a precipizioverso una brutta china.

Non è mica una storiac'avrò una malattiacardiocircolatoriae la tachicardia.

Chi per la patria muoretrova morte gloriosaperò morir d'amoreper me è un altra cosa.

Conservare o no il tuo amoreè un dilemma già risoltocome scegliere tra un vinoin bottiglia ed uno sciolto.

Rinunciare all'amor tuoè una scelta senza premiocome quella di volerediventar di colpo astemio.

A un amore così vecchiocome il nostro mi affeziono

perchè proprio come il vinopiù vien vecchio e più vien buono.

Poi così come fareicol Barolo e col Reciotoio considero l'annataè un amor del cinquantotto.

Cinquantotto l'anno santoun'annata strepitosaed il vino e il nostro amoreson per me la stessa cosa.

L'amore è un brutto viziocome l'alcool di vignati può segnar l'iniziod'una sorte maligna.

D'una gran brutta sorteche in forma ben drammaticati può condurre a mortecon la cirrosi epatica.

Chi senza vizi muorein Cielo avrà il risveglioperò morir d'amoreper me è molto meglio.

Rinunciare all'amor tuosai mi costerebbe un fraccoquasi più che rinunciareal mio vizio del tabacco.

Fosti tu il mio primo amorequella notte benedettain cui io fumai tralaltrola mia prima sigaretta.

Vi ricordo tutti e duema poi dopo all'indomanicambiai donna e fu mai solopiù dei sigari toscani

Ho capito solo adessoquant'è bello amar soltantosette pipe ben conciatee colei che ti sta accanto.

Ho cercato di piantartima compiuto questo passodiventavo più nervosodiventavo troppo grasso.

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L'amore è un brutto viziocome la nicotinapiantarla è un bel supplizioanche se ti rovina.

Anche se ti fa malee se non l'abbandoni

dà un'alta percentualedi cancro nei polmoni.

Chi di vecchiaia muoretrova morte serenaperò morir d'amoreval ben più la pena.

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L'eccidio di Modenadi Bruna Montorsi

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: italiano

Tags: repressione, lavoro/capitaleIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/leccidio-di-modena

Fu nel ‘50, in un giorno nefastosparsero sangue il 9 di gennaiohan trucidato 6 giovani operaiche protestavano per chieder lavor

Il proprietario delle fonderieuna serrata aveva ordinatoma gli operai avevan lottatoma per difendere il posto di lavor

Il boss fascista Adolfo Orsie Mario Scelba suo degno comparea sangue freddo fecero spararesu quella folla seminando terror

Angelo Appiani, Arturo MalagoliChiappelli Arturo e Renzo BersaniE poi Rovatti e GaragnaniFuron colpiti dal piombo crudel

E Piazza Roma in due ore è gremitadi una gran folla tra rabbia e sgomentoqualcuno grida è arrivato il momentodella riscossa della rivoluzion

Trecentomila lavoratoriai funerali sfilarono mutipassi pesanti, Modena è in luttoper cento anni nel lutto sarà

Informazioni

Canto comunicatoci dall'autrice del testo, che ricorda come Il 9 gennaio 1950, la polizia di Scelba apriva il fuocopremeditatamente, a sangue freddo, sugli operai che protestavano contro la serrata delle Fonderie Riunite diModena.La melodia è quella del canto Ascoltate o popolo ignorante , ovvero di Addio padre e madre addio

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pagina 135

L'educazione civica(2005)

di Fausto AmodeiPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/leducazione-civica

Se tu vuoi mangiarti la mela che c'ha unaltrotu fa che rubargliela ma per esser scaltromettiti a giurare e urlar come un ossessoche quel furto no tu non l'hai mai commesso.

Che le accuse sono calunnie e pregiudiziche le prove addotte son solamente indizipoi dichiara per imbrogliar la ragnatelache fu il querelante che rubò la mela.

La conclusione sarà la seguentepotrai tenerti il maltoltol'ingenuo che ti ritiene innocentevorrà che tu venga assolto.

Molti vorranno la tua soluzionenon per amor di giustiziama solo spinti dall'ammirazioneper la tua innata furbizia.

I furti commessi non sono peccatise non li confessi non ci son mai statise tu temporeggi qualunque delittoin base alle leggi può esser prescritto.

Se tu tieni duro bugia su bugiaa tutti è sicuro verrà l'amnesiaperciò non temere più sei delinquentepiù puoi darla a bere e far l'innocente.

Se pagar le tasse ti crea qualche disturbodato che a pagarle ti senti poco furbotu fa l'evasore ma fallo per interoe dichiara sempre che hai reddito zero.

Ma non essere tirchio prevedi grossi esborsiper tributaristi esperti a far ricorsie metti in bilancio per ogni circostanzale mazzette per la Guardia di Finanza.

Così terrai quasi tutti i denarisottratti al fisco rapaceavrai il plauso di tutti i tuoi pariai quali il fisco non piace.

Avrai l'invidia palese o nascostadi chi da ingenuo, da onestoavrà pagato ogni tassa ogni impostache il fisco gli abbia richiesto.

Evader le tasse non è un gran reatochi lo contestasse sarebbe isolatoc'è chi a viso aperto fa queste asserzionitra di loro c'è un certo signor Berlusconi.

Evade a milioni in quanto ci sonoparecchie occasioni d'avere un condonoperciò non temere più sei delinquentepiù puoi darla a bere e far l'innocente.

Se rubando in giro ben più di qualche melacol costante impiego di truffe e corruttelase frodando il fisco con piratesche impresetu diventi il boss più ricco del paese.

Ma se un tribunale vuol farti i conti intascae dalla bonaccia succede la burrascaresta un solo modo per non pagare ammendafare dell'intero stato la tua azienda.

Entra in politica determinatoa usare le televisioniche altri politici ti han procuratoper vincere le elezioni.

Per scongiurar traversie giudiziarietu violerai da padronenon solo più delle leggi ordinariema anche la costituzione.

E da presidente ogni tua porcheriaavrà la patente di democraziaperchè chi t'ha eletto t'ha dato il mandatodi tenere ben stretto quel che hai giàrubato.

Perciò è naturale che venga accusatonon il criminale bensì il magistratoperciò non temere più sei delinquentepiù puoi darla a bere e far l'innocente.

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L'infermiera a lavorar(2020)

di Alessandro FanariPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: lavoro/capitale

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/linfermiera-lavorar

L'infermiera a lavorarL'infermiera a lavorarTutti dicon che l'è bellaL'infermiera a lavorarPiù che brava dicon bella

Tanto brava sai com'èTanto brava sai com'èLei s'è fatta raggirareTanto brava sai com'èLei s'è fatta raggirare

Lei s'è fatta raggirarLei s'è fatta raggirarDa politici incapaciLei s'è fatta raggirarDa politici incapaci

Ed il peggio sai dov’èEd il peggio sai dov’èLei gli aveva anche avvisatiNo l’epidemia non c’èLei gli aveva anche avvisati

L’imprenditor deve mangiarEd è arrivata pure quaI colleghi suoi malatiMentre andavano a ballarI reparti decimati

L’han chiamata su a parlarL’han chiamata su a parlarChi comanda si è arrabbiataL’han chiamata su a parlarQuella voce l’è arrivata

Hai parlato mal di me?Noi parliamo mal di teE perciò sei licenziataHai parlato mal di me?Morrai sola e censurata

Tutte e tutti ora lottiamTutte e tutti resistiamCon la visiera appannataTutte e tutti resistiamPer la collega ammalataTutte e tutti resistiamMeglio morta o licenziata?

Informazioni

Canto popolare scritto a dicembre 2020 nato dalla necessità di raccontare la drammatica situazione del personalesanitario e la scandalosa gestione politico/sanitaria dell'emergenza Covid in Sardegna. Sull'aria de "La fiola dalPaisan" (Bergogno di Casina, provincia di Reggio Emilia).

Scritta e cantata da Alessandro Fanari.

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pagina 137

L'inondasion dël Pò(2006)

di Fausto AmodeiPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: piemonteseTags: satirici

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/linondasion-del-po

Për che rason ël Pò a l'è anrabiassea l'ha ampinì soe val con dl'aqua àotadësbland i pont, le strà, le cà, le piassequatand sità e campagne con soa pàota?

La rason l'è che ël Pòa l'ha vist rivécoj dla Lega che an man tnisìo 'd le ampolepëe porteje via l'aqua al Pian dël Ree a l'ha tacà a criè: Chi a son 'ste ciole?

"Che, tute vestìe ëd vèrd, con l'armadura gieugo aij babacio, senssa fé 'na piega! Esse balengo sì, ma con misura, picio va bin, ma nèn com coj 'd Lega!

Coj òmo vèrd son mnù sota ël Monviscon an testa na fissa, coma un ciò:cola ëd pijesse mia aqua a la sorgispër fe la sirimonia dël dio Pò.

Prèive ëd na veja religion pagan-ason tramudase ëd colp tuti in crosià;fin la Ciesa Catòlica Roman-apër lor a l'è venduse ai fieuj d'Allah!

Adess për lor combate l'Alcoran, a l'è na fissasion, a l'è na smania: contra moschee, Maométte maometan son cissà coi gadan ëd la Gadania.

Mi, parland come Pò, bin pì ëd na vòtaj'eu vist gènet d'ògni sòrta, sie sle miearvere:imperador, tiran e patriòta,prinssi, baron, soldà 'd tute bandiere.

Tuti i mnisìò con spa, fusil e lansapër pianté arlongh mie sponde ël sò drapò,d'Austria, d'Italia, Almagna, Spagna e Fransacol but -për drit divin- ëd pijesse ël Pò.

Ma, cristo, i ero ëd gent ch'i avìo i cojon quàich vòlota ëd lasaron, ma sempe svicio: Visconti, Este, Gonzaga, Napolion... senssa confront con costa banda ëd picio!".

L'è për Iòn, brava gent, ch'a l'è nen verache ël Poò l'abia anlagà la soa pianurapër quistion riguardant tuta la terach'a l'è bele antossià, l'è pì nen pura,

pëerché a i è tròp dë mniss ant l'aqua e antl'aria,e i montagnin bandon-o le soe baite,fium e torent son mach na dëscariae ij euvre ëd protession a son malfàite.

Se tanta provra gent a l'è trovase coatà d'aqua e d' paciòch soa cà e botega, la rason l'è che ël Pò a l'è anrabiasse mach për copa ëd coi picio frust 'd la Lega.

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L'omo nero(2004)

di Marco Del GiudicePeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: emigrazione

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lomo-nero

Bimbo non uscire fuori da solo,mamma dimmi perché,bimbo non uscire fuori da solo,mamma dimmi perché,c’è l’omonero che gira in cortile,sapessi quanta paura che fa,guardarlo dritto negli occhi davvero,questo non lo si può far,bimbo non uscire fuori da solo.C’è un tipo losco che spia nel buio,mamma chi mai sarà,ha gli occhi a mandorla e il voltogiallastro,oh che paura mi fa,dice di vendere balsamo tigre,sarà soltanto un’escamotage,solo un pretesto del tutto banale,per invaderci il garage.

Forza tiralo su, calce mattoni, e rena,svelto, svelto, tira su quel muro,che non possano passar,forza tiralo su, calce mattoni, e rena,alto, alto, mattone su mattone,che non possano più entrar.

Guarda un po’ il tipo che lava i vetri,

mamma dimmi cos’ha,dove viveva gli mancava l’acqua,e qui la viene a sprecar,col dio che prega non andrà lontano,il nostro si che del bene ci fa,è sempre stato il più grande il migliore,per potenza e maestà,e quel fagotto che c’è li per terra,chissà cosa sarà,arrotolato a mo’ di tappeto,non lo vedi è un clochard,non è intonato con quelle vetrine,l’odore che ha non è certo Chanel,chiaro che questi non hanno buon gusto,se a schiattare vengon qua.

Forza tiralo su…Mamma questo muro che ho costruito,guarda il buio che fa,a farlo in fretta non ci siamo accorti,che finestre non ha,che brutto odore ristagna qua dentro,e tranne noi qui nessuno ci sta,la puoi nascondere col tuo profumoquesta puzza resterà.Basta lo tiro giù, ci siamo chiusi dentro,svelto, svelto, senz’aria in questa stanzanon si può più respirar.

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pagina 139

La (Maria) Stella filanda(2010)

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: italiano

Tags: lavoro/capitale, scuola/universitàIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-maria-stella-filanda

Chi è chi èche ha sfasciato l'istruzioneè chiara la questioneè gente come te

Io so perchèti han dato il ministeroper me non è un misteroe vorrei farlo saper

Diciamo checome schiava il padronedella televisionevoleva proprio te

Ma tu lo saiche caduto 'sto governoper te sarà un infernolavoro non ce n'è

Io so un segreto su di te Maria Stella, Maria Stella io so un segreto su di te tu in pagella avevi tre

Si sa si sache la stampa disinformala chiamano riformai servi ed i lacchè

Però io soche nemmeno tu l'hai scritta

e forse neanche lettache colpa puoi aver

La sola colpase vuoi che te la dicanon eri così ficada stare alla tv

Sei troppo anzianaper fare la velinae comunque una vetrinavolevi avere tu

E la p2 sapeva che l'istruzione era un problema e hanno scelto proprio te che in pagella avevi tre

Per massacrarela scuola e l'istruzionecon grande abnegazioneti sei impegnata assai

Ma io lo sodei precari tu hai paurala piazza ti assicurache te ne pentirai

Tu hai paura e sai perchè Maria Stella, Maria Stella saranno cazzi anche per te cerca casa ad Hammamet (2 volte)

Informazioni

Parodia della canzone popolaresca La filanda (di D. A. Janes -Pallavicini) portata al successo da Milva nel 1971, diMassimo Merighi & Tony Troja.

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La ballata del Tenente Gino(2007)

di Pardo FornaciariPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: antifascisti

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-ballata-del-tenente-gino

Otto settembre il re era scappatoI due sottotenenti Antonio e GinoPoiché l’onor d’Italia va salvatoSprezzan l’esercito repubblichinoDa Grosseto con armi e munizioniParton per ricongiungersi col fronteMa pel disastro dei collegamentiMontemerano, si fermano lì. La resistenza formano a MancianoCe li sorprende la brigata neraMa ‘un posson restar dei fascisti in manoE da Arcidosso scappan di galeraPoi nella macchia tra Murci e ScansanoFanno il campo e così da mane a seraCon la sua bonomia con la sua flemmaGino conquista i cuori di Maremma Gino Lucchini è un comandanteChe fa tremar le vene i polsiAi neri, che abbian coraggio o che sian bolsiE’un guerrigliero un partigianoChe combatte per l’ItaliaPer l’ideale di giustizia e libertà!

A gennaio l’inverno era ferocecon altri due parte il tenente Ginoc’è un ponte della Fiora sulla foceusato dai Tedeschi per Cassino.Di notte con Leonardo e con LivianoLo minano e ritornano a MancianoIn tempo per l’assalto al LegaluppiDove son sgominati i neri gruppi. Al campo partigian del PelagoneSon radunati da tanti paesiMa soprattutto c’è d’ogni nazioneRappresentanza d’uomini coesi.C’è perfino un austriaco disertoreAmericani, russi, zelandesi,spagnoli, indiani ed infine inglesicontro il nazifascismo a guerreggiar! La formazione si rafforzaE trova l’unificazioneCon i tigrotti di Maremma al BaccinelloE la guerriglia partigianaRende ogni reazione vanaalla guardia nazional repubblicana

Tredici marzo del QuarantaquattroGiù dalle Caprarecce i partigianiScendon a Murci pe’svuotar l’ammassoE affamare i fascisti ed i germani Distribuiscono granaglie a tuttiLa gente insomma avrà di che mangiare

I neri, delinquenti e farabuttiPer la fame si mangeran le man! A Roccalbegna una sera GinoVa allo spettacolo dentro il teatroPoi scrive ai fasci del dopolavoroLoda la recita che han fatto loro! A Preselle gli uffici di questuraSono assaltati e tutti saccheggiatiCosì il tenente, uom senza pauraSi rifornisce d’armi e munizion! Mentre i fascisti ancor più odiosiSi rendon a tutta la genteChe o li combatte, o non li aiuta puntoE la coscienza dell’Italia nuova daricostruireE'proprio Gino che la insegna e fa capire

Mentre in Maremma sboccia primaveraLa formazione del tenente GinoProtetta dallo scuro della seraDecide: va in azion su Samprugnano Brinci e Faenzi giocano a tressetteLi acciuffano, li fanno prigionieriPerò ci manca ancora il marescialloA completare la squadraccia de’neri Con lor Carlucci aveva assassinatoUn giovan renitente a Santa FioraLo intravedon dai vetri a malapenaSeduto al tavolino della cena Bussano e la su’ moglie va ad aprireGli grida, Luca attento c’è i ribelliL’uccide un colpo che trapassa il legnoNella porta un tassello resterà. Al campo della formazioneDicon se uno di voi scappaQuello che resta sarà fucilatoMa fugge il Brinci e chiama i suoiPer fare un rastrellamentoPerò il Faenzi non lo salverà nessun!

Dopo l’umiliazion di SamprugnanoI neri cercan chi gli ha dato appoggioChiedono ai contadin dei casolarifrugano campo, bosco valle e poggio Entrano nella scuola elementareInterrogan gli alunni, che stan zittiI capoccia avean detto: non parlare!E nessun bimbo la su’ bocca aprì

Però il sette di maggiol’imboscatascatta e Giovanni Conti primo cade

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Gino benché ferito non s’arrendeIngaggia i neri che lo voglion prènde’ Così si sgancian gli altri i partigianiChe sfuggono alla caccia dei fascistiMa su’ corpi di Gino e GiovanninoSi sfoga bruta la rabbia dei tristi

L’amor del popolo che gemmaNei cuori della sua MaremmaLo fa immortale per ogni uomo e donnaper noi suoi eredi che viviamoLa libertà che ci ha donatoGino è una luce di ideale e civiltà!

Informazioni

Composta da Pardo Fornaciari dopo aver interrogato alcuni anziani testimoni dei fatti del 1944, in Maremma, traScansano ed Arcidosso, dove Gino Lucchini milanese combatté contro i nazifascisti. Cantata la prima volta a Murci(Scansano) nel Luglio 2007 al convegno in memoria del Tenente Gino. Sull'aria delle Ballata della XXIII Brigata

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La ballata della RWM(2018)

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: italiano

Tags: antimilitaristiIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-ballata-della-rwm

Son bombardata, sono sfruttatason la yemenita che giammai tremòMi hanno uccisa e incatenatacarcere e violenza nulla mi fermò

I nostri corpi sotto le bombee germoglia rabbia contro l'oppressorQua nello Yemen c'è tanto sangueporta morte eccome il frutto del lavor

E chi fa soldi con la morteche sia l'operaio o il suo padrondi sangue ha le mani sporchefermeremo la sua collaborazion

Ed alla guerra farem la guerratutti uniti insieme noi la vinceremNon più sfruttate sulla terrama più forti dei cannoni noi sarem

In questa lotta gloriosa e bellala RWM noi saboteremDal Medio Oriente alla Sardegnafino a Domusnovas noi combatterem

Contro la fabbrica di bombecontro i militari e per la libertànoi costruiremo un mondo nuovometteremo fine a ogni autorità.

Informazioni

"La prima bozza del canto nasce nell'aprile del 2018 da una manciata di componenti dell’Indecoro ubriachi albancone di Nello, sulle note di "son la mondina son la sfruttata", poi rivisitata da tutto il coro. Dal testo traspare lapresa di posizione netta contro la fabbrica di morte di Domusnovas, la RWM, spesso citata nella cronaca per lavendita di bombe all’Arabia Saudita che le sgancia nello Yemen compiendo innumerevoli atrocità.

È quindi un canto contro chi vive di guerra, e ne abbiamo tanti esempi qui in Sardegna, ma che dichiara guerra aipadroni di tutta la terra, con la volontà di lottare per un mondo libero".

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La Ballata della Soda (Vai, vai..)(2019)

di De' Soda SistersPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: ambiente

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-ballata-della-soda-vai-vai

(parlato)Era il 1912 quando il belgaErnesto arrivò a Rosignanoe ahimé, sciagurato, volle costruireuna fabbrica di bicarbonato.Lo chiese per primi ai cecinesi ma loro glidissero:"No, noi qui un ti ci si vole!" "Vabbè...Però l'acqua del Cecina ve la puppo uguale ".(fine parlato)

Così sulle rive marine,nacque il mega fabbricone,non contento del sale del mare,andò pure a Volterra le Saline a stragiare.

Il nuovo prodotto era nato:eccolo a voi il bicarbonato!Ecologico e conveniente,ma come mai prima non c'era venuto a mente!

Ma quale fu il prezzodi tale illuminanza,nel mare e non solo tantirifiuti e metalli da scaricare.

Ed eccoli qua,signore e signori:arsenico, rame e cloruri,piombo, cadmio e Mercuri.

E allora vai, vai, vai alla Solvay allaSolvay e allora vai, vai, vai alla Solvé tuc'ha'ndá te!

Il mare si riempì di fanghi industrialie le poseidonie non nacquero piùa frenare l'erosione marinaErnesto pensava ci fosse Gesù.

I pesci iniziarono a disertarel'inquinato mar sorvaíno

e i pescatori non videro piùnemmeno l'ombra di mezzo vaíno

ed eccovi a voi presentatal' Ilva Toscana così com'è nata,per questo e per altre ragioniDe' Soda Sisters e non altri nomi.

E allora vai, vai, vai…Giunse voce a Nettuno il re de'i mareche a Rosignano c'era grande moria,nell'ammoniaca e un ci dove'an restarecosì ordinò a tutti i pesci d'andare via...

un lo poteron di certo biasimare,gli risposero in coro "E così sia!"Se ne andarono senza far più capolinoe al posto loro apparve... il fiorentino!

Venivamo da Firenze e provincia,partivano all'alba in gran frotte,correvano lungo la stradae per il posto si faceva a botte!

Ci dicevano 'ndo vu andate?Noi si va al mar dei Caraibi,si spende poco o quasi nientel'unica pecca è che c'è troppa gente.

E allora vai, vai..

Ma poi il sogno sperato,ben presto s'è trasformatoc'è chi a fare il bagno è andatoe dall'acqua torba un è più tornato.

La spiaggia da cartolina ,in poco tempo s'è rivelatanon poco meno di una carneficinaper chi tornava con la pelle ustionata.

E allora vai, vai…

Non c'è futuro per me buon tumore Sorvé!

Informazioni

Una canzone che racconta la nascita a Rosignano della Solvay, un impianto industriale per la fabbricazione delbicarbonato, che ha provato un disastro ecologico.

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La ballata della Thaumatopoea Pityocampa(1999)

di Francesco "Ciccio" GiuffridaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: antimilitaristi

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-ballata-della-thaumatopoea-pityocampa

Nella pineta anno dopo annos'è insediato un pericolo mortalebruchi a milioni autori di un dannoche porta sofferenza al vegetale

a nulla valse il ripetuto appellodell'entomologo: parole nell'ariasiamo di fronte a un vero flagellol'invasione della processionaria

Dopo anni di inutile pressioneseguitava il terribile andazzoquand'ecco alla pubblica opinionepresentarsi il botanico pazzo

Non posso assistere senza lacrimareagli scempi della processionariacontro di essa so io cosa faredisinfestazione umanitaria

Un getto del mio fuoco intelligentee immantinente bruceranno i nididopo il fuoco non resterà più nientemorte a tutti i taumatopeidi

Botanici del mondo occidentaletutti con me per la nuova avventuradistruggeremo il simbolo del maleripuliremo ogni orrenda sozzura

Inutilmente l'entomologo avvampadi giusto sdegno per questo progettocontro la thaumatopoea pityocampasta per partire lo scontro diretto

Ripopoliam le foreste di uccelliliberandoli nel bosco e nell'ariacuculi e averle e picchi e stornellisi mangeranno la processionaria

E il bosco rivivrà fra zirli e fischitutto pieno di vita e profumatoavrem sconfitto il male senza rischie senza avere ucciso l'ammalato

Risero in coro i botanici pazzi pronti a far fuoco pronti alla partenzae piazzarono tosto i loro razziprossimi alla data di scadenza

Così iniziarono il tragico giocosparando come cinici assassinitutto distrutto col ferro e col fuocola pineta e i boschi a lei vicini

Evaporò anche l'acqua dei laghimorirono o scapparon gli animalipersero i pini tutti i loro aghii rami i tronchi ed i succhi vitali

E alla fine dov'era il bosco apertoè tutto morto e tutto adesso tacei botanici ne han fatto un desertocongratulandosi lo chiamano pace

Abbiamo vinto sentiamo il doveredi rimettere tutto quanto a postotutto com'era prima? è da vederea ben pensarci non ci piace il bosco

Dov'era il bosco c'è un prato all'ingleseville isolate con sauna e piscinaessenze esotiche pioppo canadesebauinia variegata e casuarina

Il torrente del bosco ora s'è spentonon più ristoro per la nostra golaal suo posto un chiosco di cementovende hamburger e spaccia coca cola.

Informazioni

La ballata è stata composta nei primi giorni dei bombardamenti sulla Yugoslavia. Thaumatopoea Pityocampa è ilnome scientifico della processionaria del pino.

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La canzone di Maria Stella [un mistero italiano](2010)

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: italiano

Tags: scuola/universitàIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-canzone-di-maria-stella-un-mistero-italiano

Questa di Maria Stella è la storia verache fece un'incredibile carrieraperchè la sua cultura fosse quellache è sufficiente per fa la bidella

Scuola di legge fece con sudorepoi volle diventar procuratorema al primo tentativo le andò stortae a Brescia trovò chiusa quella porta

Stanco di tanto studio il suo cervellocercò di aprirle e usò per grimaldellouna molta ingegnosa soluzionee a Reggio presentò la sua iscrizione

Laggiù gli esami son facili e snellie posson superarli anche i bidelli

gli esaminandi ognor ci vanno a branchiperchè la promozione a lor non manchi

Furono esami semplici e concisigli storici su ciò non son divisipoi venne l'iscrizione al pdle dalle stalle lei passò alle stelle

Dicono che a tu a Silvio non la davie che neanche oralmente lo allietavici credo e il tuo aspetto mi confortama certo la faccenda è un po' contorta

Spiega 'sta situazione Maria Stellase un'altra è la ministra che lo fellae tu non gli hai mai fatto certe cosecom'è che al ministero lui ti pose?

Informazioni

Parodia del cabarettista Pippo Patanè, sulla melodia de La storia di Marinella di Fabrizio De Andrè

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La casa sui bastioni(2015)

di Polenta Violenta - Canzoniere Popolare, Giusy BattagliaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: antifascisti

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-casa-sui-bastioni

Ma il 25 aprileio stavo in galerapensavo ai fatti mieialla mia portineria.Mi aprivano le gambeMi sputavano sul visoPensavo al mio giardinoPensavo al paradiso

Era un palazzo belloPieno di bella genteAlla fine dei bastioniNon si sentiva nienteI ricchi son discretiNon fanno sceneggiateurlano in silenzioIn silenzio fanno le porcate

Io son la portinaiaDi questo bel palazzoMa io li frego tuttiSti fascisti assassiniPulisco i loro cessiLa merda del padroneMa dietro lo sciacquonenascondo i volantiniDella liberazione.

Ma il 25 Aprileio stavo in galeraPensavo ai fatti mieiAlla mia portineriaMi aprivano le gambe

Mi sputavano sul visoPensavo al mio giardinoPensavo al paradiso

Arrivano che fa nottei compagni partigianiArrivano pedalandoLe bici tutte rotteNon vedo le loro facceNon conosco i lori nomiArrivano fischiandoIi aspetto sul portoneAspetto i volantinidella liberazione

Io son la portinaiaDi questo di bel palazzoLa guerra la combattoNel giardino sui i bastioniPulisco i loro cessiLa merda dei padroniMa dietro lo sciacquoneNascondo i volantinidella liberazione.

Ma il 25 aprileio stavo in galerapensavo ai fatti mieialla mia portineria.Mi aprivano le gambeMi sputavano sul visoPensavo al mio giardinoPensavo al paradiso

Informazioni

Canto dedicato a quelle figure spesso anonime che nel silenzio del loro coraggio, senza eroismi ostentati odevidenti hanno comunque con la loro abnegazione contribuito fattivamente alla lotta di resistenza antifascista.

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La casta dei casti(2012)

di Pardo FornaciariPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: anticlericali

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-casta-dei-casti

Quanto ci costa la casta dei casti?Qualche miliardo, ma sembra non basticerto che oggi è peggio di ieriai casti s’aggiunge il costo dei banchieri.

Un tempo infatti solo in Vaticanoregnava lo IOR quel banco stranoriciclatore di soldi sporchie salvagente per i preti orchi.

Di sacerdoti che voto hanno fattol’istinto lasciarlo insoddifattoagli altri predican “siate astinenti”ma per sé immolano bimbi innocenti.

Quando per caso così per direqualcuno li obbliga a risarcirea trovà i soldi non si sbattezzanoOtto per mille e te l’indennizzano.

Oggi purtroppo tra Mari e Montilo cose van peggio, facendo du' conti,che ci tartassano, coi frati neriDraghi famelici, ingordi banchieri.

Agli interessi di troni ed altarisono alleate le banche d'affari

a’preti s'aggiungon certi professorie per chi lavora, sono dolori.

Standard and Poors si toglie lo sfiziodi fare il rating del Sant'Uffizioch’investe a destra chi presta a mancatra New York, Roma e Salamanca.

Così la destra non sa cosa facciala mano sinistra che s'interfacciatra Goldman Sacs e il governo italianole fila le tira sempre il Vaticano!plin plon solasido

Quelli che credono tutti stranitinon gli rimane che pupparsi i ditiandare in chiesa, accendere un ceroalla Madonna di Montinero.

Ma chi ‘un ci crede pensa alla vendettasu chi ci salassa e in più ci bacchetta!E’giusto: una banca, io penso, fondarlaè peggior crimine che svaligiarla.

(finale)Anche se 'un è una gran soluzionequel che ci vuole è la Rivoluzione!

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La chansun de Nadou(1995)

di L' Estorio DroloPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: occitanoTags: antifascisti

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-chansun-de-nadou

Nadou l'ero en jouve d'la Val Mairoe Cartinhan l'ero lou siou paiscouro i fasista i soun mountàNadou es scapà bou i partisan:vai scapo, cur Nadou, din lou bouscagevai scapo, cour, Nadou bou i partizan

L'ero d'uvern e de pan n'avio gairebou d'aiti catre van lou sercarbeico sal viol, drech a nousaitibeico i soun tanti, beico i fusilvai, scapo, cur Nadou que i soun fasistavai, scapo, cur Nadou que soun vintosinc

Ma 'nté scapen que sien un en facho a l'aoute?tu vas d'aquì e mi e nele da l'aout cante couro i pasen i fazeren la festofazeren bacan ma se feisen en regiment !vai, sparo, bramo: "prima squadra avanti"vai, sparo, bramo: "fouec ai canoun !"

"Bandiero biancho" bramen i fasistacoumo bruzessen campen i fusilpolè imaginar li moures smaraviàcouro i an vist aquei catre partisanvai scapo pus Nadou que spiano lou fusilvai scapo pus Nadou que soun presounìer

Chabal a Drounìer lou coumandantemando a dir a Nadou l' partisanse laisà ren anar i mei sourdàCartinhan mai brusera...Se en fil de fum de Cartinhan se leveràdegun de i sourdà retournerà !

Calo lo sero e calo lou souleie i fasista tupisen i fourneiaquelo nuech d'unern a Cartinhani nemis patisen ben la freidMa i vintosinc a soun pa retournàbou i partizan i soun ben restàper la valado eiro bataien:fourmen la bando de Nadou l' partizan !

Informazioni

Il canto narra la storia vera del partigiano Nadou. Ci troviamo in valle Maira (CN) nell'inverno del '44, quando unasparuta pattuglia partigiana riuscì con uno stratagemma e senza spargimento di sangue a catturare una ventina disoldati. L'entusiasmo iniziale dei partigiani venne meno di fronte alla difficoltà di sfamare i prigionieri, di qui ladecisione di liberarli. Ma la maggior parte dei militi non volle tornare con i fascisti e decise di fermarsi con i ribellisulle montagne. Questo brano (il cui testo è di Tommi Tommasini e la musica di Vittorio Fino) fu composto per lospettacolo "Che anno era, cerchiamo di ricordarcelo" allestito dall'Estorio drolo in occasione del 50° anniversariodella Liberazione (da http://www.charemoula.it/testi.asp?IDTesto=8)

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La Comunarda(2009)

di Francesco Forlani, Marco RovelliPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: comune di parigi

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-comunarda

Furia barricadera degli amoriIl tempo en rouge et noir confonde vocie l'alba con la sera en bandolieres

I canti comunardiscavano miniere erigono palazzisui boulevard della collina

E coi ragazzi in cima ad alzareun drappo nerosul passato espirato con Lecomte

Si fermino all'ora gli orologioggi inizia un tempo nuovo in questa festae viva ciò che resta!

Abracadabrantesque, scrive il poetasul selciato in fiamme di Parigiin questa evidente primavera!

Baciami Juliette se si fa seraresta Menilmontant resiste ai tuonie ai lampi dei cannoni

E le baionette come un muro su a MontmartreJuliette cantami ancorail canto comunard

Il tuo nome è segnato a dito sul vetroforse è questo dio, e al mio soffio sischiudeè un volto che ride, o un rigo di luceio rido al tuo riso che mi dice sì.

Lo spettro si aggira per le piazzeall'hotel de ville in fiammeappare agli orologi a saint Lazare

La ghigliottina bruciasotto gli occhi di Voltairementre canta Louise Michelmai più carne all'uomo e schiavi ai re.

Juliette tu sei la rosa come il panelibertà di maggioantica sposa floreale allez Juliette

versami da bere Côtes-du-Rhône di bottescuraperché su queste murasi vive o si muore ma senza più pauraIl tuo nome è segnato a dito sul vetroforse è questo dio, e al mio soffio sischiudeè un volto che ride, o un rigo di luceio rido al tuo riso che mi dice sì.

Ton nom est signé du doigt sur la vitreje vois ça c'est dieu, il s'éclot à monsouffleun visage qui rit, une lumière qui s'ouvremoi je ris à ton rire qui me dit oui.

E tra i tamburi il soffio di mille respiricanti liberi e stendardi come un cielosuono dei liberi e rumore di corpi vivitra i tamburi il soffio di mille respiri

Informazioni

La comunarda è un canto che celebra la comunità eretica e ribelle della Comune di Parigi, un canto di rivolta e diamore, dove le due cose tendono a essere la stessa. E', ancora e sempre, un fatto di visioni. E dunque il poeta stasulle barricate, anche lui, Arthur Rimbaud, e scrive, scrive parole magiche che facciano accadere e dischiudanomondi (Marco Rovelli)

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La condizione attuale dell'uomo(2019)

di Anna BarilePeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: femministi

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-condizione-attuale-delluomo

Io lavoro al bar, solo poche oresto senza contratto e lavo al neroquando a sera torno passo a far la spesaspiccio dentro casa, lavo e stendo a iosaguardo i compitini dei miei tre bambinipasso un po’ lo straccio, stiro un po’ acasaccio…

Ma sono rimasta lì come una cretinaaprendo la porta e trovarlo in cucinami dice “ti prego riposa amor mioti vedo un po’ stanca, dai cucino io”

Me s’è fatto notte, mio dio ma perchè,non è proprio questo che cerco da te…

Ma ormai il dado è tratto e ci vuole pazienzae per prima cosa vuole la parannazae mentre si mette il grembiule pensate,mi dice “mi peli ‘ste trenta patate”

Fischietta e mi dice “mentre accendo ilfornellomi fai un soffrittino e mi spicci il lavello?

‘ndo sta la ricetta per far la capresefrattanto che la cerco mi fai la maionesemannaggia il telefono chi chiama a quest’orae mentre rispondo mi sbatti sei ova?

Dentro in cucina, mia cara è un casino,‘ndo cazzo lo trovo il peperoncino…”

E intanto che aspetta che l’acqua gli bolleio piango nel mentre gli taglio le cipolle,gli passo il coltello gli piglio la padellaperché non ho scelto di far la zitella?

Lo so lui non c’entra però non è giustoche dopo trent’anni noi stiamo così

E sono rimasta lì come una cretinaguardando il bordello che ha lasciato incucina‘no schifo per terra gli schizzi sul muroma viene d’istinto mandarlo affanculo

M’ha detto contento “dai vieni a mangiare”gli ho fatto un gestaccio e ho pensato trame:“se l’uomo imparasse doveri e dirittiche non è di certo cucinar due spaghettici vuole rispetto e collaborazionesoltanto così staremo benone”

Io lavoro al bar ho studiato invanoqui la parità sta ancora lontano,io sarò cretina ma non so perchécontinuo a farti fare la parte del re

Informazioni

Ironica e amara parodia scritta da Anna Barile sulla melodia di Albergo a ore di Herbert Pagani del 1969 ( versioneitaliana di Les amants d'un jour una canzone portata al successo in Francia da Edith Piaf nel 1956), sul ruolomaschile tra le pareti domestiche. Presentata alla festa organizzata del coro Pane e Guerra "Almen nel canto nonvogliam padroni!" il 2 marzo 2019 a Ponteranica (BG)

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La cooperativa vapordotti(2006)

di Marco ChiavistrelliPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: lavoro/capitale

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-cooperativa-vapordotti

Se ne andavano alla vitacome allora si usava di certo,senza alibi e senza pauraa lavorare senza un difetto,se ne andavano alla vitacome giovani assonnati al mattinocon due sigarette in boccada fumare contro il destino.

E passavano i giorni nel solegià scanditi dal tempo ruffiano,a impastare l’amianto e il cementomentre il fischio suonava lontano,ed a pranzo il pentolinorisuonava di forchette affamate,un po’ più in là il fiasco del vino,sopra un sasso nel vento d’estate.

Quando il vento dell’industriaspense gli ultimi fuochi d’estateSi trovarono in fila di mortecome anime tutte malateE cantarono piano in coroper non disturbare il vento,

il vento duro del lavoroche si spengeva in un lungo silenzio.

E se ne andarono ad uno ad uno,come fanno le foglie d’autunno,senza rabbia e senza perdonocome persi in un lungo sonno,ed apparvero i manifestilunghi e neri come file di mortescomparve in un balenola Cooperativa Vapordotti.

Ce ne andiamo in cooperativamentre il fischio risuona lontanoCe ne andiamo senza faticae ogni ragazzo si tenga per manoLa Cooperativa Vapordottifascia quei tubi che odoran di morteChissà se adesso qualcuno ricordaquei giovano eroi e la loro sorte.

Ce ne andiamo in cooperativamentre il fischio risuona lontanoce andiamo senza faticae ogni ragazzo si tenga per mano.

Informazioni

Parole e musica di Marco Chiavistrelli. E'una ballata che narra la storia della omonima cooperativa addetta adisolare i vapordotti della zona di Larderello. L'isolante era l'amianto; la coop.è stata sciolta dall'unico sopravvissuto.

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La cuda, qualchi vota, si fa testa(2010)

di Francesco "Ciccio" GiuffridaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: sicilianoIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-cuda-qualchi-vota-si-fa-testa

Vistu ca 'nta la casa do' mischinucu arriva arriva cumanna e fa festaccu angherii e supprusi di cuntinu …la cuda qualchi vota si fa testa

Vistu c'avemu st'amaru distinu di faticari e po' nenti n'arresta sempri aspittannu l'aiutu divinu … la cuda qualchi vota si fa testa

Vistu c'amu arristari all'abbuccunisutta lu suli e sutta la timpestae c'è cu mancia e vivi all'ammucciuni …la cuda qualchi vota si fa testa

Vistu ca 'a terra fussi 'i cu la zappa scrivi 'u nutaru ccu la manu lestacussì si nni 'mpussessa cu havi cappa … la cuda qualchi vota si fa testa

Vistu ca forti 'ncarca lu baruni e 'a nostra vita ni l'attassa e 'mpesta e la putenza caca a la ragiuni … la cuda qualchi vota si fa testa

Vistu ca ni mannati sbirri e vaippi supirchiari cu è persona onestae abbentu non putemu aviri mai …la cuda qualchi vota si fa testaLa coda, qualche volta, si fa testa

Informazioni

Parole di Ciccio Giuffrida da proverbi, modi di dire, frasi idiomatiche del Risorgimento siciliano. Dallo spettacolomusicale “La cuda, qualchi vota, si fa testa - Luglio '60: il Sud tra rivolta, coscienza e unità nazionale”. Con SimonaDi Gregorio, Gianni Famoso e Ciccio Giuffrida

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La diocesi de Parenzo(2011)

di Pardo FornaciariPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: anticlericali

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-diocesi-de-parenzo

La diocesi de Parenzol’è come una bodegaper l’abbazia si pregaDaila dell’Istria sul mar! pregan il loro Gesù

Benedettini di Pragliavoglian indietro l’abbàziaanche se l’è in CroaziaDaila voglian ripigliar non ci pregavan più…

Itaglia v’ha dato un miliardoe in più seicento milioninon rompete i coglioniDaila non vi si ridà hai voglia di pregà Gesù

Pastor tedesco da Romail vescovo richiamaL’abbàzia che è lontanaDaila la devi ridar! che pregano di più

Ma la Republika Hrwatskanazionalizza l’abbaziacattolici in Croaziacerto, ma mica minchion O prega il tu’Gesù

Quel che non torna indietroè quel miliardo e seicentoitalo contribuentonon li vedrai più Ha’ voglia di pregà Gesù

Informazioni

Sull'aria del canto della prima guerra mondiale La mula de Parenzo

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La java delle bombe atomichedi Fausto Amodei, Boris Vian

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: italiano

Tags: antimilitaristi, satiriciIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-java-delle-bombe-atomiche

Mio zio, che amava far da sè,faceva bombe atomicheda dilettantee senza aver studiato mairaggiunse piùdi un risultato rilevante.

Passava tutto il giorno chiuso in un laboratorio a fare esperimenti. La sera ci chiamava a sè e a noi, tutti contenti, raccontava che...

"Se per fare la bomba A non c'è difficoltà, se non elementare. Ed anche col detonatore bastan poche ore a farlo funzionare.

Invece con la bomba H c'è un problema pratico che mi tormenta: che quella di mia produzione c'ha un raggio d'azione di tre metri e trenta!

E' un difetto a cui però presto io rimedierò".

Ed ha passato molte orea rimediar l'errorenella sua officina,pranzando insieme a noisbobbava in un sol colpola sua zuppa di gallina.

Da come è diventato rosso si capì che un osso gli era andato storto. Accadde proprio un martedì che lo zio mezzo morto ci gridò così:

"Più io divento vecchio più mi accorgo che il cervello

scema ad ogni mese. Per dir le cose come stanno, non è più un cervello ma una maionese.

Per anni cerco di aumentare la portata della bomba mia diletta, non mi sono reso conto che quello che conta è solo dove la si getta!

Se qualcosa ancor non va, presto si rimedierà."

I gran capi di Statoper veder la bombagli hanno chiesto udienza in fretta,lo zio li ha ricevuti tuttie chiesto scusase la camera era stretta.

Ma quando sono entrati lui li ha chiusi dentro, poi gli detto "State buoni!" La bomba esplose così fu che di 'sti capoccioni non ce n'eran più!

Lo zio, davanti al risultato, non perse la testa e fece il finto tonto. Lo misero davanti al giudice perchè dell'atto lui rendesse conto.

"Signori è stata una sciagura ma non ho paura a dirvi chiaro e tondo che distruggendo 'sti bastardi, anche se un po' tardi, ho salvato il mondo!"

Si fu incerti per un po', e lo si condannò e poi lo si graziò.

E il paese che gradì lo fece capo del governo lì per lì.

Informazioni

Canzone di Boris Vian (La java des bombes atomiques) tradotta da Fausto Amodei.

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La mia costituzionedi Ezio Cuppone

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: italiano

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-mia-costituzione

Tu che sei nei miei pensierioggi ancora più di ieri,tu che hai dato a quest’Italia nuova vita edignità;chiara e onesta come il solemi proteggi da chi vuoleasservirmi ai voleri di una falsa libertà.Tu che sei sempre presentecon il cuore e con la mentesei la strada più sicura per l’Italia cheverràSe ti vogliono affossaresono qui, pronto a lottaresei la mia Costituzione e tu vivrai.

Resistenza ti ha creata,la montagna ti ha allevataed un popolo ribelle ti ha portata giù incittàHai parlato il suo linguaggiocon la forza ed il coraggiodi chi ha scelto di morire per amor dilibertà.Se qualcuno oggi ti offendenon è certo quella gentea cui tu donasti un tempo una nuova dignità,Se ti vogliono affossaresono qui, pronto a lottare

sei la mia Costituzione e tu vivrai.

Ben ricordo quel momentoquando tutto il parlamentoha sancito la tua nascita e la tua paternitàSi era ancora un po’ divisima coscienti e ben decisidi dar vita ad una Patria nell’armonica unitàOggi hai quasi 70 annima un diamante anche a cent’anniha un valore inestimabile che sempre dureràSe ti vogliono affossaresono qui, pronto a lottaresei la mia Costituzione e tu vivrai.

Resistenza è già presente,la ritrovi tra la genteche lavora e sopravvive ad un’iniqua societàdove mafia e corruzionehan governi e protezioneche ci han dato qualunquismo e razzismo epovertàMa hanno fatto male i conti;partigiani sempre prontia ridare a quest’Italia una nuova dignità.Hanno fatto male i contisiam decisi, siamo prontiE nessuno ci potrà fermare mai.

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La morte di Carlo Giuliani(2001)

di Marco RovelliPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: antifascisti, repressione

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-morte-di-carlo-giuliani

Era il 20 di luglio nella città blindataUn pugno di signori dietro a una cancellata

Ma nelle strade gridavan già In centomila la libertà

I popoli del mondo a Genova riunitiErano a protestare contro gli otto banditi

Di zone rosse chiuse al patir Noi non vogliamo mai più sentir

Il sole a precipizio I colori sulle bandiereMa dentro la questura ancora camicie nere

Il movimento ora lo sa Che qui è in gioco la libertà

In via Tolemaide corteo autorizzatoDa mille poliziotti a freddo è caricato

I manifestanti restano là Non ci strapperanno la dignità

I corpi fanno muro alla feroce violenzaI corpi si fan scudo diritto di resistenza

Ma nelle strade intorno alla via Continua a infuriare la polizia

Mentre in piazza Alimonda jeep di carabinieriFende la folla e offende i corpi ed ipensieri

Mentre un ragazzo fragile sta Dietro al defender e non se ne va

Sfrecciano le sirene son mute quelle delportoPer le strade si grida uno di noi è morto

Era un fratello immenso è il dolor Carlo il suo nome ci sta nel cuor

Informazioni

Canzone dedicata all'assassinio di Carlo Giuliani da parte delle "forze dell'ordine", durante le manifestazioni controil G8 di Genova, nel 2001.

Sull'aria di "Le ultime ore e la decapitazione di Sante Caserio".

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La pianura dei sette fratelli(1995)

di The GangPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: antifascisti

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-pianura-dei-sette-fratelli

E terra e acqua e ventonon c'era tempo per la paura,nati sotto la stellaquella più bella della pianuraAvevano una falcee mani grandi da contadinie prima di dormireun "padre nostro" come da bambini.

Sette figlioli settedi pane e miele a chi li dò.Sette come le note,una canzone gli canterò.

E pioggia e neve e geloe fola e fuoco insieme al vinoe vanno via i pensieriinsieme al fumo su per il camino.Avevano un granaioe il passo a tempo si chi sa ballare,di chi per la vitaprende il suo amore e lo sa portare.

Sette fratelli settedi pane e miele a chi li do'.Non li darò alla guerra,all'uomo nero non li darò.

Nuvola, lampo e tuononon c'è perdono per quella notteche gli squadristi venneroe via li portarono coi calci e le botte.Avevano un salutoe degli abbracci quello più forte.Avevano lo sguardoquello di chi va incontro alla sorte

Sette fratelli sette,sette ferite e sette solchi:ci disse la pianurai figli di Alcide non sono mai morti

In quella pianuraDa Valle Re ai Campi Rossinoi ci passammo un giornoe in mezzo alla nebbiaci scoprimmo commossi.

Informazioni

Questa canzone fa riferimento alla vicenda dei 7 fratelli Cervi, trucidati dai fascisti il 28 dicembre 1943 a ReggioEmilia.

La canzone è stata incisa anche con Modena City Ramblers in "Appunti partigiani" (2005) e interpretata dal Corodelle Mondine di Novi, in "Il seme e la speranza" (2006)

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La piazza la loggia la gru(2010)

di Alessio LegaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: antifascisti, emigrazione

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-piazza-la-loggia-la-gru

La piazza, la loggia, la grus'incrociano come in un campo di guerrafrustata dal vento la pioggias'infogna ed in rivoli va sottoterrasi perde nel buio obbligato di vicoli,trame, di oscure vicendedel tempo che passa, che passa,e non cura il dolore però lo sospende

sospesi al vento, sul braccio di una gruci sono sei lavoratori immigratisaliti nel vento d’autunnoper trentasei metri e rimasti aggrappatia un esile filo a un pensiero,ad una speranza che brucia le aliche gli uomini in fondo al futuro,mondati dall'odio, si svelino uguali

li prendono in giroi lavoratori stranieriparlano di sanatorie e poi sono storieinapplicabili tranelli legalibalzelli contro i più poverida anni venuti in Italiasfruttati, derisifra il bisogno e la paurapaura dimostrare il visoo d'incontrare una divisa che ti dica«da oggi non ci puoi più stare»e così al mattino lavorila sera ti chiudi in casae muori di nostalgia.La pubblica via è un sofisma,c'è tutto un paese fantasmal'identità è una cartauna corta illusione,una strana nazionequi Brescia, qui nord produttivoqui angoscia dal giorno che arrivoqui niente sembra più vivola piazza è un desertotrentasei anni fa fu un luogo apertodi speranza e di doloreera un porto di resistenza ed amore(il 28 maggio 1974 c'erano in piazzalo studente e il professoreperché un mondo migliore iniziada una scuola migliore).

Sui banchi di Piazza Loggiacade una pioggia che macchia di scurocome l'inchiostro della sentenza

che abbiamo lasciato al futuroper raccontare ai nipoti dei figlil'assurdo segreto di statodei morti arrivati per casonell'ora sbagliata e nel posto sbagliato

otto morti sbranati dall'urlo,il furore, dai canti assassinilo scoppio, lo scolo di sanguein fretta pulito, lasciato ai tombinipassati dieci anni, vent'anni,trentasei anni quel lutto s'è stintosi acceca il ricordo, e muore memoria,e il lutto è un pensiero indistinto

e trentasei anni più tardi,trentasei metri sopra tutto questosei lavoratori stranieriresistono ad ogni costodal trenta di ottobre aggrappatia una gru stanno guardando dall'altoun mondo fantasma che in bassoha perduto la sua strada nell'asfalto

Arun, Jimi, Rachid, Sajad, Singh, Papai nomi, il sudore, le ore, i bulloni,le viti, s'inciampa, si crepaPapa, Singh, Arun, Sajad, Rachid, Jimial dieci novembre son stanchie due fra di loro scendon per primi

ancora il freddo, il vento,la gru e il quindici undici solo

gli eroi della disperazionecedono infine e scendono al suoloal quindici di novembre scendono piolo perpiolomentre otto mute presenzeda Piazza Loggia stan prendendo il volo

otto angeli custodiche si fanno sotto le bracciadi croce della gru, nel vento che brucia la faccianel freddo che fa lacrimare,Arun e gli altri hanno chiesto«chi siete voi che venite quassùa prendere il nostro posto?»

Son Giulia Banzi Bazzoli donna,madre insegnante

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uscita un mattino di maggioper fare una cosa importanteho corpo d'amore ed ho voce,schiantata in un portico, rottaaspettami dissi a mio figlio...è trentasei anni che aspetta.

Ed io impregnata di pioggiason Livia Bottardi Milanila pioggia che insanguina maggio,la pioggia che lava le manidi quelli che misero bombeche sperano il tempo cancellile tombe nel mare ai migranti,ma loro rimangono quelli.

Io Pinto Luigi emigrante,come voi, ma venuto da Foggiaper lavorare nel Nord,col sangue mischiato alla pioggiatornai stretto dentro una bara,la schiena straziata di schegge

l'Italia riunita col sangueche ancora discrimina e che non protegge.

Io, Natali Euplofui partigiano qui a Bresciadi colpo mi prese l’angosciae venni in piazza a vederequanto la liberazioneavesse lasciato in cantierecosa restasse da faree venni in piazza a morirecon Bartolo Talentie con Vittorio Zambardaeravamo in tanti:noi “vecchi” di Piazza Loggia

vecchi per modo di direpronti ancora a salirein alto sul posto di guardiaperché chi è vecchio ricordae guarda con la stessa angosciache l’orizzonte rovesciail vecchio fascismo di Brescianel nuovo razzismo leghista.

Amore ci insegna un percorsoche c’è dalla piazza alla gruamore che non sciolse allorache non può scioglierci piùamore che libera e sfida,ditelo ai vostri scolaria nome di Alberto Trebeschie di Clementina Calzari

Finche morte non ci separi,le frasi di rito un po’ orrendenoi fummo moglie e maritoe il modo ancora ci offendecol quale una bomba ferocedentro una piazza di maggiovenne a disfarci la voce,volle spezzare il coraggioma è amore che ancora ci portada quella piazza alla grucoraggio pietà non è mortae resta aggrappata lassù.

Il 15 novembre 2010 a Brescia i lavoratoriimmigrati scendevano dalla gruproprio mentre la sentenza sullastrage di Piazza Loggiaponeva una pietra tombalesu quelle otto vittime.Nessuno è stato, pare, dunquecontinua la lotta.

Informazioni

Le storie e i nomi intrecciati delle vittime della strage fascista del 28 maggio del ’74 con gli immigrati saliti su unagru a Brescia nel novembre del 2010.(Alessio Lega)

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La porti un ciaffone anche a Renzi(2012)

di Max GreggioPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: satirici

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-porti-un-ciaffone-anche-renzi

Andavo una mattina alle primarieUn po’ dubbioso e incerto su icchè ffàE mi dicevo “chi me lo fa fareTanto lo so che niente cambierà”D’un tratto s’avvicina un tipo stranoE m’indica il suo palmo della mano

“La porti un ciaffone anche a RenziIo ciò da lavoràE non ci posso andà!La porti un ciaffone anche a RenziE già che c’è a Bersani e Vendolà

Il gruppo dirigenteNon fa un cazzo di nienteLa cià tant’anni eppure‘un se ne vole andàLa porti un ciaffone anche a RenziRottàmi anche ibbudello di su mà!

Gli fo: “compagno sei un po'disfattista,bisogna avè fiducia nel PDconcordo che non è un granchè la listaperò il convento passa questi qui”Mi guarda con un occhio torvo e scuroPoi mi parla con tono assai sicuro:“ La porti un ciaffone anche a RenziE pure a D’AlemàSe passerà di làLa porti un ciaffone anche a Renzi.Vedrà che poi non se ne pentirà

Da sempre antifascistaSon stato comunistaVabbene tutto, maDemocristiano no!Lei porti un ciaffone anche a RenziSe la rivedo, glielo renderò

Informazioni

"Centone" sull'aria della canzonetta "La porti un bacione a Firenze" (1938, Di Lazzaro-Bruno)

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La riforma(2015)

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: italiano

Tags: scuola/universitàIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-riforma

Lassù sulle montagne, Matteo, tu devi andarper vedere se il punteggio riesci araddoppiar;lassù sulle montagne, Matteo, tu devi andare,bocciamo il DDL e chi lo pensò.

Lassù sulle montagne, Renzi, tu devi andar,per non fare più dei danni ai professor;lassù sulle montagne, Matteo, tu devi andar,bocciam questa riforma e chi la pensò.

Informazioni

Canto (sull'aria del canto "La montanara") preparato dal sindacato Gilda degli Insegnanti a livello nazionale per lamanifestazione del 5 maggio 2015, in occasione dello sciopero generale indetto contro il disegno di legge diriforma della scuola del governo Renzi "La buona scuola".Raccolto da Francesca Prato a Pisa il 5 giugno 2015 in occasione di un'altra manifestazione, in cui i delegati localihanno distribuito il testo.

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La rue de Lilas(2015)

di Sylvain GiraultPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: franceseTags: antimilitaristi

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-rue-de-lilas

Ce soir je meurs à la guerreAujourd’hui pour moi sonne le glasMon visage est blanc et mon sang coule à flotSur le trottoir de la rue des Lilas

Ce soir je meurs sous vos bombesPourtant je n’ai rien fait pour çaJe ne suis qu’un simple flâneur dans la villeSur le trottoir de la rue des Lilas

Je vous le dis, je vous le dis, je vous ledis Que maudite soit la guerre Maudits les chars, les fusils, les combats Je m’éteins dans la rue des Lilas

Plus jamais revoir la duneAu matin quand s’effacent mes pasJamais plus les cimes et la neige éternelleEt l’oiseau bleu brillant de mille éclats

Plus jamais revoir la luneDans la nuit qui éclaire mes pasJamais plus la mer, les étoiles, les forêtsEt ce lac bleu perdu au fond des bois

Je vous le dis, je vous le dis, je vous ledis Que maudite soit la guerre Maudits les chars, les fusils, les combats

Je m’éteins dans la rue des Lilas

J’aimerais tant revoir mes frèresMes enfants, mes parents, mes amisDanser le dabkeh pour repousser la mortTrinquer l’arak jusqu’au bout de la vie

Je voudrais une dernièreChanson pour apaiser la nuitPour bercer mon départ jusqu’à l’autre bordDire aux faiseurs de mort que l’on survit

Je vous le dis, je vous le dis, je vous ledis Que maudite soit la guerre Maudits les chars, les fusils, les combats Je m’éteins dans la rue des Lilas

Car la guerre c’est un massacreDe gens qui ne se connaissent pasAu profit de gens qui toujours se connaissentMais qui ne se massacrent pasCar la guerre c’est un massacreDe gens qui ne se connaissent pasAu profit de gens qui toujours se connaissentMais qui ne se massacrent pas

Je vous le dis, je vous le dis, je vous ledis Que maudite soit la guerre Maudits les chars, les fusils, les combats Je m’éteins dans la rue des Lilas

Informazioni

Canzone del gruppo Kate Me che parla che della guerra in generale, ma si comprende il contesto siriano attraversopoche parole, darbeh (danza popolare tradizionale di Siria, Libano, Palestina e Giordania) e arak (liquore di vino,prodotto tradizionalmente e consumato in Libano, Siria, Giordania, Palestina). Gli ultimi versi sono di Paul Valery:"Perché la guerra è un massacro di persone che non si conoscono, a beneficio di persone che si conoscono semprema che non si uccidono tra loro".Questa canzone è stata accolta con entusiasmo nel repertorio di numerosi cori sociali francesi e di altri paesieuropei e viene cantata per il suo contenuto di dolente e rabbioso antimilitarismo.

Abbiamo ascoltato questo canto in diverse occasioni di incontro di cori europei e lo abbiamo raccolto (e cantato!) alRencontre de Chorale Revolutionaire nel luglio 2019, a Royere de Vassivier.

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La ruspa del piacere(2006)

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: italiano

Tags: satirici, repressione, no tavIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-ruspa-del-piacere

Lassù in Val Cenischia,terra di sogni e di chimereun bel viadotto stona ma escon le boie panatere

Han la divisa scurae una speranza in cuor:mandarti giù in galeraa colpi di baston.

Alle tre e mezza và la ruspa del poteree nell’oscurità c’è Sanna e vuol godere.

Son botte a profusion,son calci nel sedere,e questa è la canzondel carabiniere.

Il presidiante stancoscende la sierra martoriatama anche Torino è al fiancobrucia la sua barricata.

Dobbiamo ritornarea prenderci Venaus,invadere il cantierecacciare i boia-faus.

A mezzogiorno và la manifestazionedai monti scenderà sui servi del padrone.

Son grida di passion,ciascuno vuol goderee nell’oscuritàtorna il carabiniere.

Informazioni

Segnalata da Maria Rollero

Canzone del movimento NO TAV della Valle di Susa.Testo di Mario Frisetti detto Schizzo, musica della canzone "La ronda del piacere"

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La scoperta di Milano(2005)

di Alessio LegaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-scoperta-di-milano

(Per l’Architetto Orsi il mio primo milanese)

E giunsi al gran deserto di Milanoche io non ero mica ancora un uomolontano, fondo azzurro di bottigliacoperto Duomo di sale e conchiglia.

Sorgeva come Ulisse dal suo malenessuno mi correva incontro e nientee vento che pioveva in faccia e soleillumina Milano alla sua gente.

La gente al capezzale del modernolo popola di tanta indifferenzache non fa differenza qui d'invernoil vano passeggiare dell'assenza.

Milano sembra proprio respingenteperò serba un segreto, un'illusionel’ho vista giù dal tram che rotolavadi nuvole, di case, di persone

e come in giostra vedo via volaredi un mondo cosiddetto “di colore”di nuvole di case e di personedi tante luci spente di passione.

E stetti alla scoperta di Milanoche cominciavo ad essere un po’ ioca cinca bene quai nun ‘mbe nisciunu

“rumiti senza cerca e senza diu”.

Mi piacque stà città o, forse peggio,mi sono abituato alla sua facciaa me concede il triste privilegiodi riconoscerla in qualsiasi traccia.

Di navigare in questa grigia essenzaall'improvviso in Vico Lavandareche lavano la grigia quintessenzadi stanze che mi danno da cantare.

È fatta questa mia città di pietraed io non so che amarla e non so cosavengo da Lecce a stringer piazza Vetrale sbarre della mia prigione e sposa

e come in giostra vedo via volaredi un mondo cosidetto "di colore"di nuvole di case di personedi tante luci accese di passione.La nuvola che chiamano Milanoormai mi tiene stretta a questo mondoe mentre insieme stiamo andando a fondo«Ué - le grido – diamoci la mano».

E getto il mio sorriso poveraccioed agito le mani da uno scogliocerco il futuro uscendo dal Libraccioe guardo l'altra sponda del naviglio

guardo il futuro uscendo dal Libraccioe cerco un'altra sponda del naviglio…

Informazioni

Pezzo piuttosto intricato, come intricato è il rapporto con questa impossibile città, che incongruamente amoproprio per i suoi difetti.(Alessio Lega)

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La strada del marmo(2004)

di Marco Del GiudicePeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: antifascisti

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-strada-del-marmo

Ritornò al mattino,il cielo grigio su di se,non era solo pioggiaquel che minacciava,i passi sul selciatoche portava dritto a casa,le porte spalancate sulla stradache mille volteha visto giorni di festa,e primavere e giorni di mercato,e giorni grigie duri dell'inverno apuano,quando la vita scegliedi passare la mano.

Il cuore che scoppiavadentro la divisa verde,il fazzoletto rossoal collo che grondava,il sangue ed il sudoreormai di tante battaglie,e l'ombra di un sorrisoche lo ha accompagnavaper i sentieri ripididelle sue montagnee per le facceche non ha incontrato più,per quelle che ha dovutoincontrare per forzaperché un domaninon potesse vederle più.

Lei che diceva "ti aspetto"e davvero l'avrebbe aspettato così

col suo bianco vestito da sposa"che poi finirà questa guerrache non passa piùche qualcuno ha deciso per noie domenica poi arriverà"bussarono tre voltealla porta di casale imposero di uscirecon gli altri per strada.

I corpi stesi alsole come fossero lenzuola,cercò tra cento facce quella sua,con l'acre odore in goladella morte arrivata,a salutare con il suo silenzio,il freddo che pungeva il visoe gli occhi asciutti,e i sogni i sognichi li sogna più,bussarono tre voltealla porta di casalasciò la porta apertaper non rientrare più..

Lei che diceva "ti aspetto"e davvero l'avrebbe aspettato cosìcol suo bianco vestito da sposa"che poi finirà questa guerrache non passa piùche qualcuno ha deciso per noie domenica poi arriverà"bussarono tre voltealla porta di casale imposero di lasciare lì i suoi sogni.

Informazioni

Un brano del 2004 sulla strage di Sant'Anna di Stazzema.

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pagina 166

La tomba di Bakunindi Alessio Lega

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: italianoTags: anarchici

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-tomba-di-bakunin

Riposo all’ ombra del silenzio che ora sentoriposo all’ombra del cementoriposo all’ ombra del potere più assolutoquello che ho sempre combattutoriposo all’ ombra di quel vostro essereschiaviciò che vi ha sempre inginocchiatoe siete voi le porte, e non avete chiaviriposo all’ ombra dello stato...

Solo per la libertàson nato un giorno e son vissutoed ho lottato ed ho perduto.Solo per la libertàson nato un giorno in mezzo a genteche non vuol sentire nienteSolo per la libertàho alzato in piedi la rivoltaad ogni strada e ad ogni svolta.Solo per la libertà.

Riposo all’ ombra dei miei compagni uccisidel tempo che poi ci ha divisidel vostro sguardo che sul mio si posasu qualche foto polverosa.Riposo all’ ombra del vostro smorto oblioriposo semprte senza pace:sempre padroni c’è sempre qualche dioche opprime un popolo che tace!

Solo per la libertàin tutto il mondo ho sempre corsoe senza l’ ombra di un rimorso.Solo per la libertàho rifiutato casa ed oroed il potere ed il lavoro.Solo per la libertàdi un mondo che non la volevae poi -in catene- la piangeva.Solo per la libertà.

Riposo all’ ombra di chi crede che io sia

statoun sognatore o un esaltatoe di chi crede che oggi tutto vada bene:democrazia e nuove catene.Riposo all’ ombra di chi legge un miotrattatoinvece di occupar le vieed io che urlo, io che ho corso, che holottatoriposo nelle librerie.Solo per la libertàho scritto, ho amato ed ho lottatoe non per essere studiato.Solo per la libertàse non potevo tirar sassiho camminato nuovi passi.Solo per la libertàcontro ogni forma di poteree per non dover vederela mia cara libertà...

La mia cara libertàun cencio rosso, sanguinantedi uno stato più intrigante.La mia cara libertàvenduta come una puttana:libertà americana.La mia cara libertàdiventata una parolache si strozza nella gola.Solo per la libertà.

Riposo all’ ombra, all’ ombra cupa e scurariposo all’ ombra e alla paurariposo all’ ombra che si fa sempre più nera:inverno senza primavera......Eppure c’è chi ancora lotta in questastanzae c’è chi chiede, e c’è chi vuole!E allora un raggio luminoso di speranzami fa riposare al sole...

Mi fa riposare al sole!

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pagina 167

La trafila garibaldina(2010)

di Pardo FornaciariPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-trafila-garibaldina

Pei tiranni di tutta la terraGaribaldi è un rischio mortalee per questo lo braccano in tantila trafila salvar lo potrà

Nella notte del primo d’agostoCesenatico smorza i suoi lumima ecco in piazza qualcuno fa luceè la fiamma del liberator

Messi in fuga i soldati del papaCatturato l’infame SereniPrende ostaggi alcuni croatied il mare non lo fermerà

Co’ bragozzi ed una tartanasu Venezia fa vela l’eroeIl fuggiasco in camicia rossa

Informazioni

Composto da Pardo Fornaciari, sull'aria delle quartine dei cantastorie dell'Italia centro settentrionale, in ricordodella "trafila", la rete di fiancheggiatori che salvò Garibaldi in fuga da Roma nel 1849.

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pagina 168

La triste danzadi Marco Del Giudice

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: italiano

Tags: repressioneIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-triste-danza

Freddo che mi entra fin dentro alle ossa,cosa assai rara di luglio,specie se il freddo è qui dentro di me,vento di morte già soffia.Male che male che male che fa,forse mi scoppierà il cuore,che strani scherzi ci fa la paura,stringe i pensieri qua in gola.Che strano tempo non sembra in due quarti,pare più in tre è una taranta,è questo ritmo incalzante che avanza,già tutto intorno rimbomba.Il passo scandisce il tempo così,marcando un ritmo assordante,bum bum bumbumbumbu,la danza del manganello.Se non fossero così stonati,potrei dir che vanno a tempo,come una band che suona swing,fanno cadenze perfette.In lontananza poi sento uno squillo,

sembra una tromba da banda,che strano assolo non è certo free, masuona la carica al gruppo.Marciando dentro alle loro divise,fieri avanzano a tempo,solo un colore ci stona sul blu,sono quelle macchie di rosso.Poi d&'improvviso un suono un po' sordo,più forte emerge su gli altri,non è più il tempo di stare a guardare,la brutta danza ci chiama.Sopra al selciato è restato un cantore,di poesie un po' speciali,forse anche lui come il Cristo pensava,che al mondo fossimo uguali.Passa la banda che ce l'ha suonata,la triste danza è finita,resta nell'aria quel bumbumbu,la danza del manganello,bum, bum, bumbumbu,la danza del manganello.

Informazioni

sul G8 di Genova

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pagina 169

La Val Susa paura non ne ha!(2011)

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: italiano

Tags: repressione, no tavIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-val-susa-paura-non-ne-ha

Sul ponte del Seghino non passa il celerino,sul ponte del Seghino non passa il celerino!Venaus l'hanno occupata, l'abbiamo liberata,Venaus l'hanno occupata, l'abbiamo liberata!

La Val Susa paura non ne ha! La Val Susa paura non ne ha!

Questa valle ribelle ha cacciato le trivelle,questa valle ribelle ha cacciato le trivelle!Da Oulx a Venaria, cacciò la polizia,da Oulx a Venaria, cacciò la polizia!

La Val Susa paura non ne ha! La Val Susa paura non ne ha!

Alla Maddalena nessuno più ci frena,Alla Maddalena nessuno più ci frena!Presidi e barricate voi non li sgomberatepresidi e barricate voi non li sgomberate!

La Val Susa paura non ne ha! La Val Susa paura non ne ha!

Noi non abbiam paura, per voi a sarà düra!Noi non abbiam paura, per voi a sarà düra!

La Val Susa paura non ne ha! La Val Susa paura non ne ha! La Val Susa paura non ne ha! La Val Susa paura non ne ha!

Informazioni

Testo nato nel movimento NO TAV, durante le giornate tra il 27 giugno e il 3 luglio 2011, in occasione dellosgombero violento del campeggio della Maddalena e della successiva manifestazione di protesta.

La melodia è quella dell'inno del corpo nazionale dei vigili del fuoco

Segnalato da un utente anonimo.

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pagina 170

La valigia dello straniero(2006)

di Claudia FofiPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: emigrazione

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-valigia-dello-straniero

In ogni posto sei uno stranierose non lo senti nelle gambeche appartieni al mondo interoed ogni posto è la tua casase quel che lasci indietro è poca cosase nella tua valigia metti pocoil viaggio sembrerà un po’ più leggero, ma...la mia valigia non può essere leggera,perchè dentro c’è la mia vita intera

la la la la la

qualcuno ha detto chela meta si fa viaggiandoma in questa barca,per questo mare scuro

io so già, dove sto andandotra facce sconosciute e ostilia mendicare un posto in purgatoriosenza sapere se quel che cercoè un po’ di meno di quello che trovo

viaggiatore senza metala meta si fa viaggiandoma in questa barca, per questo mare scuroio so già dove sto andandoviaggiatore senza metala meta si fa viaggiandoma in questa barca,per questo mare scuroio so già dove sto andando

Informazioni

cantata dal quartetto "Le Core".

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pagina 171

La vigilia di Natale [dall'armadio esci fuori](2014)

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: italiano

Tags: discriminazione GBLTIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-vigilia-di-natale-dallarmadio-esci-fuori

Di Natale la vigiliabuon consiglio porteràe a tutta la famigliaio dirò la verità!Dice a tavola la nonnarisucchiando un vermicello:"Quando inviti la tua donna?Prendi a esempio tuo fratellosi è sposato a ventitrèed ha pure un bel bebè!"

L'imbarazzo più totaleleggo ovunque volga gli occhi,con tempismo magistralela mia nonna: "Vuoi finocchi?"Io mi alzo e a tutti dico:"Conoscete voi Renato,non è proprio solo amico,è colui il mio fidanzato.Se potessi di bebène vorrei almeno tre"

Dopo un poco di scompigliola mia mamma si rifà"Tu sei gay? Mio caro figlio,ma quel'è la novità?Tutto dice la tua stanza,nè un pallone, nè una donna;solo moda e stravaganzaGaga ascolti con Madonna,che sei gay lo so dame,da quand'eri di anni tre!"

Dunque la morale è questa,sempre dir la verità;se talun male coi restaalla fine capirà!Vivi la tua vita in chiaro,dall'armadio esci fuori!Dillo a chi ti sta più caro:agli amici ai genitori!Dillo a chi per te più valela vigilia di Natale

Informazioni

Questo canto l'abbiamo ascoltato all'edizione 2015 di "Anche nel canto non vogliam padroni", manifestazionededicata al canto sociale organizzata dal coro Pane e Guerra di Bergamo, pressso Crespi d'Adda (BG). Ad eseguirloè stato il coro LGBT Checcoro, di Milano, che ha composto il testo su musica di Felix Mendelssohn.

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pagina 172

La violenza sulle donne(2019)

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: italianoTags: femministi

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-violenza-sulle-donne

Purtroppo non è mai finita la caccia allestreghe,i giornali la radio, la mtelevisionetengono il conto di questatremenda strageE' l'ora di farla finita una volta per tutte!

La violenza, la violenza,la violenza sulle donne,è una pratica diffusae che può portar la morte.

In Italia l'anno scorso10.000 sono statein famiglia e nelle casequelle donne maltrattate.

8.700han subito le percosse,sulla pelle gli ha lasciato

delle macchie viola e rosse.

8.400dallo stalking tormentate,molestate, importunate,puntualmente tartassate.

Poco meno di 3.000le violenze sessuali,fatti brutti, molto atroci,ma non è il peggior dei mali.

Perchè udite quasi 100sono state ammazzateda chi disse che le amavaqe nell'eden le ha mandate

La violenza, la violenza,la violenza sulle donne,è una pratica diffusache dovrà presto finire!

Informazioni

Parodia della canzone La violenza [La caccia alle streghe] di Alfredo Bandelli e Canzoniere Pisano. Riporta i datirelativi all'anno 2018 che riguardano la violenza sulle donne. E' stata elaborata il 2 marzo 2019 nel corso di unlaboratorio autogestito, nell'ambito della festa "Almen nel canto non vogliam padroni!" organizzata dal coro Pane eGuerra di Bergamo a Ponteranica (BG)

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pagina 173

La Viraneide(2006)

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: italiano

Tags: no tav, satiriciIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/la-viraneide

O Virano, o Mario Virano,ingrassato dal ceto romano,tu coi soldi c’hai preso la mano,ci hai già rotto abbastanza i coglion.Ti ricordi quand’eri compagnoe la mano stringevi nel pugno?Ora invece nei soldi fai il bagno,speriam presto tu possa annegar.Ti ricordi quand’eri alla SITAF,tra tangenti, mafiosi e cemento?Era proprio per te un bel momento,quanta strada hai già fatto da allor.Ora adesso sei amico di Bressoe prepari le compensazioni,anche se spargerai dei milioni,tu la lotta comprar non potrai.

T’ l’as mai dit parei, t’ l’as mai fait parei, t’ l’as mai dit, t’ l’as mai fait, t’ l’as mai dit parei, t’ l’as mai dilu: si si, t’ l’as mai falu: no no tutto questo salvarti non può.

Ora tu fai il moderatore,ma ti piace restare al poteretra denaro, prestigio e dovere,ma chi credi di poter fregar.Tu presiedi un Osservatorioe proponi tante discussionimentre intanto t’arraffi i milioni,sei davvero un gran porcaccion.Con astuzia tu vuoi dialogare,per tramare alle nostre spalle,

ti facciamo veder noi le stellese ti azzardi in Valsusa a venir.Commissario tu sei diventatodi un progetto ormai disgraziato,il tuo tempo ormai è passatoe rassegna le tue dimission.

T’ l’as mai dit parei, t’ l’as mai fait parei, t’ l’as mai dit, t’ l’as mai fait, t’ l’as mai dit parei, t’ l’as mai dilu: si si, t’ l’as mai falu: no no tutto questo salvarti non può.

La Valsusa il TAV non lo vuolee l’ha già dimostrato al Seghinospinte in faccia al celerino,on l’inganno soltanto passò.Ti ricordi la fuga ingloriosa delle truppe sui prati occupati?Noi da allora non siamo cambiati,sarà düra per te riprovar.Se Pisanu ci ha rotto le testtu Virano ci hai rotto i coglioniper canaglie e vecchi cialtroniin Valsusa più posto non c’è.

T’ l’as mai dit parei, t’ l’as mai fait parei, t’ l’as mai dit, t’ l’as mai fait, t’ l’as mai dit parei, t’ l’as mai dilu: si si, t’ l’as mai falu: no no tutto questo salvarti non può.

Informazioni

Segnalata da Maria Rollero

Canzone del movimento NO TAV della Valle di Susa Autore del testo : anonimo valsusino. Musica de La badoglieide

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pagina 174

Lasèmela andà, lasèmola andare(2006)

di Sandra BoninelliPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: lombardoTags: emigrazione

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lasemela-anda-lasemola-andare

E' partita una nave ier seraè salpata e presto saràgià lontana da sguardi vicinie sul mare la si muoverà.

Lasèmela andà lasèmola andare chisà quanti soldi la porterà a cà! lasèmola andà lasèmela andare che il capitale ci porterà.

Se n'è andata con tanta speransaquanti dubi quanti sogni per farcaminare questa sua vogliadi lavoro di pace e libertà.Sulla nave si canta si bevesi pensa bene si piange anche un po'ma l'idea di poter guadagnarespinge tuti a sorridere ancor.

Lasèmela andà lasèmola andare che la fortuna li compagnerà son 30 giorni di nave a vapore e in America siamo 'rivà.

Tanti anni sono passatidal bastimento che solcava il maraltri visi son pronti a partirealtri ochi son pronti a salpar.Quanti figli son dentro nel cuorequanti amori "lasciate le mani!"i pensieri e i nostri domanisulla scia della barca che va.

Sbatuti di qua c'è l'onda che viene "atènti alle cose legatele bene" io mi racomando mi voglio salvare voglio 'rivare sulla riva del mar.

Il viagio e che viagio son sensa parolesiam tuti stipati "le bestie son qua"rivedo momenti richiami e lamenti"segnali da tèra" ci han visto 'rivà.Il mare l'è lungo l'è grande e profondo

e l'acqua mi bagna son tuto insupàd'un trato lo schianto ariva improvisoc'ho tanta paura e non riesco a parlar.

Lasèmela andà lasèmola andare quanta pasiensa che ci vorà lasèmola andà lasèmela andare l'Italia vicina vedevo di già.Un guanto una manoun po' d'acqua e poi il buio"sta bagnarola mi ha proprio molà"la popa la pruale urla e poi il nulae dieci compagni son tuti negà.Così siam 'rivati in tèra stranierac'hano portato dentro un casermonl'umano serpente riempiva la strada"ma qui non c'è nula" non voglio restàr.Mi muovo e mi agito dentro a una brandami oservano ochi che non vedrò piùè già domani la Bela Italiaco'l foglio di via mi cacerà!Pensavo a un lavoro a una casa sicurapensavo al mio amore lasciato nel marpensavo davèro a tuti i fratèliche come me voleva restàr.Ma siam tornati sula riva del marea oservare la nave che vatorna di nuovo riparte ancoracon tanta speransa e lasèmoli restàr.

Facciamoli restàr lasciamoli restàre noi non vogliamo vederli partir poichè nostra patria è il mondo intero nostra è la vita e la libertà. Lasciamoli restà facciamoli restare ci vuole coraggio per l'integrazione mediare ci rende più liberi e umani se non è per tutti non è libertà. Lasciamoli restàr lasciamoli restàre quanta pasiensa che ci vorà facciamoli restàr lasciamoli restàre che la fortuna li compagnerà.

Informazioni

Canzone dedicata a tutti gli emigranti e immigrati del mondo.

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Le canzoni in scatola(2005)

di Fausto AmodeiPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/le-canzoni-scatola

M'hanno chiamato per farmi cantarema so che quel che vogliono ch'io cantison solo le canzoni da giullarequelle cantate ormai da tutti quantiche non importa che sian brutte o belleche siano fresche o sappiano di vecchioimporta solo che sian eguali a quelleche tutti quanti han già dentro l'orecchiocome i prodotti chiusi in scatolettaquel che conta è solo l'etichetta.

Dovrei cantarvi solo quelle coseche oggi la gente aspetta ad ascoltaree non le cose nuove e non famoseche oggi però mi andrebbe di cantaredovrei cantarvi molto a malincuorequalche motivo ben confezionato

elaborato da un calcolatorein base ad un'inchiesta di mercatorestando ben fedele al vecchio schemadi non sollevar nessun problema.

Vorrei cantarvi i ritornellicapaci di toccare fino in fondoi vostri cuori ed i vostri cervellie a far scoppiarci dentro un finimondosarò felice se una melodiavi terrà svegli una nottata interaperchè così fa in fondo l'allegriao la tristezza quand'è quella veranon più motivi ben confezionatiche s'acquistano ai supermercatice ne sarà ben qualcuno ancor che valeanche solo avvolto in un giornale.

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pagina 176

Le consorelle di San Pelagio(1999)

di Pardo FornaciariPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: anticlericali

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/le-consorelle-di-san-pelagio

Le consorelle di San Pelagiocantando in coro non si senton a disagiose dal leggìo che regge il libro d'orefa capolino il loro confessoreDal vescovato gli han mandato un canonicoa cui non piace la vita del monacoè un tipo estroso, per nulla schivogli piace fare lo sportivoLui ama l'ippica, la corsa a ostacolie ci scavalca i tabernacoliMa se una suora vuole cavalcarequel sacerdote non si fa pregare.

Quando passeggiano nel chiostromandano occhiate recitando il pater nostroscordan l'esempio della madonnafan svolazzare il velo e la gonnaDopo il peccato, in processiones'avvian da lui alla confessioneinvece di quella auricolarele assolve con una particolareMa non pensate a niente di malelui le conduce nell'orto a passeggiarecon un'innovazione epicagli fa la confessione peripatetica

Le religiose assai riconoscentigl'imbandiscono pranzetti stuzzicantied il priore è molto contentodi quel che passa il conventoE salmodiando le litanieLoro lo empiono di leccornieSe mangia troppo e la pancia gli fa malegliela riscaldan col tepore animaleGli dan tisane di tiglio e mentacosì pian piano se lui s'addormentagli fan discrete un clisterinoper regolare l'intestino

Nell'orto del convento con passionepratican serie l'autoproduzionecrescon carote e cetrioli con premurain mezzo ai mazzi della verduraFanno sbocciare rose e violetteci s'inanellan collo e tettefanno festoni per l'altar maggiorecon i meloni del prioreVoi mi direte che cosa pensaredi quel convento particolareChiederò al vescovo se per piaceremi ci manda a fare il giardiniere!

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Le cose schifose hanno un gran bel nome(2006)

di Alessio LegaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/le-cose-schifose-hanno-un-gran-bel-nome

Amoco Cadiz, amanita, tronoOPEC, kamikaze, petrolio, colonoTantalo, tentacolo, oro, assuefazioneLe cose schifose hanno un gran bel nome

Cimice, migale, morso, formichiereColica, analcolica, divieto-di-bereCostola, apostolo, imbalsamazioneLe cose schifose hanno un gran bel nome

Prostata, AIDS, gonadi, aspirinaChimica, ecchimosi, ghigliottinaLe carmelitane, la bamba, il neocon(e)Le cose schifose hanno un gran bel nome

Soya, catetere, cirrosi, comaCampo-di-lavoro, vescovo-di–RomaSTASI, Tien-an-men, amen, mormoneLe cose schifose hanno un gran bel nome

Mafia, linfoma, Silvio, camorristaDelfo, tifo e poi paracadutistaCernobyl, Camp-Derby, campagna, elezioniLe cose schifose hanno un gran bel nome

Dollaro, caudillo, corrida, bandieraPsicofarmaco, ciminieraSanto, ortografia, pentimento, infamiE tu, dimmi un po’….come ti chiami?

Informazioni

Versione italiana di Alessio Lega, pubblicata in Sotto il Pavè la spiaggia, di Tout ce qu'est dégueulasse porte un jolinom di Allain Leprest.

Fonte

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Le Fosse Ardeatine(2003)

di Giovanna MariniPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: antifascisti

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/le-fosse-ardeatine

Proclama scritto dalComando Tedesco in Roma occupata,e affisso su tutti i muri della città il 25marzo del ’44:«Il 23 marzo nel pomeriggio viene lanciatauna bomba da criminali comunisti-badoglianicontro una colonna tedescain transito per via Rasella.Trentadue uccisi parecchi feriti.Per ogni tedesco ammazzato diecicriminali comunisti-badogliani sarannofucilati.Quest’ordine è già stato eseguito»

Verso le due dentro a Regina Coeli entrano leSS,aprono le porte vanno di cella in cella,gridano nomi di uomini prigionieriIl primo a essere chiamatoil maggiore Talamo esce senza la giacca,vuol tornare a prenderlama no se lo portano via. Ah! Ah!

Passano in fretta aprono e gridano un nomee un uomo esce e non ritorna più.Bruno Pellegrino vede passare AlbertoFantacone,lo portano in barella non poteva camminare,capisce che è impossibile che lo portino alavorare,e allora si mette a gridare:«È una mattanza! È una mattanza!Assassini! Assassini!»E tutto il carcere attacca a gridare«Assassini!».Diceva il carcere «Assassini!»La frenesia, la confusione…

Il tenente Tunath preleva gli uomini del terzo bracciopoi attende la lista della Polizia Italiana,ma la lista non arriva, non c’è!Allora prende a caso undici persone,si fa dare il nomee le aggiunge alla sua lista ah!Solinas vede passare Manlio Bordon,dalla sua cella è prelevato Michele BolgiaEnrica Filippini vede passare il dottorPierantonie i Di Consiglio sei Di ConsiglioNon vedrà più Luigi GavioliIl più vecchio dei prelevati aveva

ottant’anni,il più giovane quattordici anni ah Ah!

Un maresciallo delle SS chiede chi è dispostoa fare lavori pesanti,scavare fosse si faccia avanti!C’è un lungo silenzio, poi mano a mano,si offrono tutti. Ah!Il più giovane dei Di Consiglioche non è stato chiamatovuole raggiungere il padre e i fratelli,e il suo nome va dentro alla lista. Ah!

Il cielo si fa nero, è quasi seraSento muovere nel cortilevedo i camion pronti a partireE quelli con le mani legate issatisui camion in un silenzio straordinarioE i soldati con i mitra puntatie loro dentro accovacciatiE da noi gli sportelli sono tutti sprangati,c’è un gran silenzioMa una donna si mette a gridare,urla lamenti, ci fa maleÈ la moglie di Genserico Fontana,non riescono a farla tacere, lei ha capito…:

«Era nel primo pomeriggio: partivano,li ho visti ioda via Tasso tre camion, amore mioNoi stavamo ad aspettare il secondo colloquioe la finestra dava sul cortile,e i camion erano del tipo militare telaticoperti sopra e ai latiE i nostri cari con le mani legate, amoremio!E abbiamo cominciato a chiamareChiamava ognuno i suoi padri figli fratellinipoti,amore mioE i soldati venivano incontro col mitraspianato“Via! Via! Kaputt!”, pazzi erano, erano pazziE noi che potevamo fare? Vi abbiamo vistipartire»

E vanno per Roma i camion, Roma desertaNessuno doveva vedere, nessuno doveva sapere!Una camionetta girava da due oreper il quartiere e un megafono strillava:«Un convoglio deve passare,che le persiane siano tutte sbarrate,

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Se vediamo qualcuno affacciatoabbiamo l’ordine di sparare!»E poi i camion sono arrivaticircondati dalle moto col sidecare i soldati con i mitra puntati,Piazza Barberini, il Tritone,via Nazionale, il Colosseo, tutto sbreccolatoe Marco Aurelio sul suo cavallo doratoE la piazzetta ornata con la chiesain cima alla scalinatache sale sale fino al portaleE da via Tasso e da Regina Coeliquei camion hanno sfilatofra le case scolorite e i muri vecchie le fontane delicate,e portavano al macello padri e figliammanettatiE nessuno li ha seguiti!Nessuno è andato a chiamare -Lo sai che me lo chiedo da cinquant’anni -Nessuno è andato a domandare:Ma perché bloccano le strade?Ma che cosa volete fare?Arrivano sull’Ardeatina che il sole sta percaderemettono due sentinelle per bloccare veicoli epedoni

a monte e a valle delle cavee i camion retrocedono fino all’ingressoaffinché loro non si vedanoE nessuno li ha visti entrareSolo i tedeschi militari immobili pronti persparareA trecentotrentacinque uomini: cinque pervolta…«E noi come potremo mai dimenticareche così sono morti i nostri padri?»«Ma lo sai quante volte me li vedoentrare dentro al buio delle cave, smarriti,si guardano intorno per capire»«Ma che si sono detti in quel momento?Ma cosa avranno pensato?Ma che gli avrà detto il cervello?Ma la bocca gli avrà parlato?»Trecentotrentacinque uomini, cinque per voltaE questo è vero! È vero! È tutto veroE la storia l’ha detto e il tribunale haparlatoCosì è stato, ma come si può pensare...!

– Ce ne sono cinque di troppo – dice Kappler– Questi hanno visto tutto, che ne facciamo?Uccidiamo anche loro?Uccidiamo anche loro –.

Informazioni

Una cronaca precisa, puntuale e tragica dell'eccidio delle Fosse Ardeatine, in cui i nazisti trucidarono 335 personecome rappresaglia.

Fonte

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Leccami il culo(2005)

di Paolo PietrangeliPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: satirici

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/leccami-il-culo

Meglio un film porno,che a casa un giorno,davanti alla t.v.Senti il sapore,trovi il doloredi chi ha leccato il culo,il culo,il culo, il culo!"Tengo famiglia!",sa di vanigliail culo del potere."Ma vai!""Ndo' vai?""Che fai?""Lo sai?"La lingua, sai,è convenzione!"Ma vai!""Ndo' vai?""Che fai?""Lo sai?"La lingua, ormai,cambia funzione!C'è una notizia:é liquiriziala merda del padrone,quale che sia il padrone.Cambia il giornale,cambia canale,ma tu non cambi più:ti sei allenatoda appena natoe come lecchi tu

il culo,il culo, il culo!Ma l'erba vogliocresce, non sbaglio,tra le chiappe del re."Ma vai!""Ndo' vai?""Che fai?""Lo sai?"Guizzi di lingua,senza parole!"Ma vai!""Ndo' vai?""Che fai?""Ci dai!"Schizzi e capisciquanto ci vuole!Cambiato è il detto:la lingua batteladdove il culo duole,laddove il culo duole.Lingue più azzurre,lingue più rosse,bianche o color lavagna.Non ha frontiereil medaglieredi questo sport che bagnail culo,il culo, il culo.E questo cantomungo alla luna,che il culo mioprofuma.

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Les Oubliés(2019)

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: franceseTags: ambiente

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/les-oublies

Devant le portail vertde son école primaire,on l’reconnait tout d’suite (on l’reconnait)Toujours la même dégaine,avec son pull en laine,on sait qu’il est instit (qu’il est instit)Il pleure la fermeture,à la rentrée future,de ses deux dernières classes (deux dernièresclasses)Y paraît qu’le motifc’est le manque d’effectifmais on sait bien c’qui s’passe

On est les oubliés (Boussac Bourg, Ge-nou-illac)La campagne, les paumés (Pontarion, Aubusson)Les trop loin de Paris (Saint Chabrais,Bourganeuf)Le cadet d’leurs soucis

A vouloir regrouperles cantons d’à côtéen trente élèves par salle (Les oubliés)Cette même philosophiequi transforme le paysen un centre commercial (Les éloignés)Ça leur a pas suffiqu’on n’ait plus d’épicerie,qu’les médecins s’fassent la malle (Lesdésertés)Y’a plus personne en ville,y’a que les banques qui brillentdans la rue principale

On est les oubliés (Heudicourt, Guillaucourt)La campagne, les paumés (Matigny, Omiécourt)Les trop loin de Paris (Andainville,Fresneville)Le cadet d’leurs soucis

Qu’il est triste le patelinavec tous ces ronds-pointsqui font tourner les têtes (Les oubliés)Qu’il est triste le préausans les cris des marmots,

les ballons dans les fenêtres (Les enclavés)Même la p’tite boulangèrese demande c’qu’elle va fairede ses bonbecs qui collent (Les déclassés)Même la voisine d’en face,elle a peur, ça l’angoisse,ce silence dans l’écoleOn est les oubliés (Kirsch-les-Sierck,Vallerange)La campagne, les paumés (Vergaville, Juvigny)Les trop loin de Paris (Haironville,Loudrefing)Le cadet d’leurs soucis

Quand dans les plus hautes sphères,couloirs du ministère,les élèves sont des chiffres (Les oubliés)Y’a des gens sur l’terrain,de la craie plein les mains,qu’on prend pour des sous-fifres (Lesméprisés)Ceux qui ferment les écoles,les cravatés du col,sont bien souvent de ceux (Les révoltés)Ceux qui n’verront jamais,ni de loin ni de près,un enfant dans les yeux

On est les oubliés (Malicorne, Mansigné)La campagne, les paumés (Morancez, Gallardon)Les trop loin de Paris (Venterol, Billezois)Le cadet d’leurs soucis

On est troisième couteauDernière part du gâteauLa campagne, les paumésOn est les oubliés

Devant le portail vertde son école primaire,y’a l’instit’ du villageToute sa vie, des gamins,leur construire un lendemain,il doit tourner la page

On est les révoltés !

Informazioni

Nel 2018, la scuola di Ponthoile, nella Somme (2 classi per 620 abitanti), è stata chiusa e gli alunni mandati in unastruttura molto più grande in un villaggio vicino. È successo nonostante la resistenza del preside, Jean-Luc

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Massalon, che ha contattato uno dei suoi cantanti preferiti, Gauvain Sers, per raccontargli il destino di questascuola rurale e suggerirgli il soggetto per una canzone. Gauvain Sers è stato toccato da questo esempio diabbandono delle campagne da parte delle autorità pubbliche, e ha composto la canzone che dà il titolo al suosecondo album.Alla canzone originale sono state aggiunte delle strofe dal coro ZAD vengeurs di Amiens, che l'hanno inclusa nelloro repertorio militante.

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Lettera di Robert Bowman(2005)

di Fausto AmodeiPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: antimilitaristi

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lettera-di-robert-bowman

Parlato:

"Questa lettera indirizzata al Presidente degli Stati Uniti intitolata "Perchè gli Stati Uniti sono odiati" fu scritta nel 1998 da Robert Bowman, vescovo cattolicodi una diocesi dello stato della Florida.Durante la guerra del Vietnam Bowman, con il grado di tenente-colonnello, aveva preso parte a più di cento azioni dicombattimento."

Racconti, Signor Presidente, raccontial popolo la verità.la smetta di spander per mari e per montimenzogne, bugie, falsità.È falso che, se il terrorismo minacciadi farsi ogni giorni più forte,gli dobbiamo rendere pan per focacciacon mille arsenali di morte.Non serve un sistema di Guerre Stellari,spendendo più soldi che puoi,per essere certi che pochi sicarinon piazzino bombe fra noiNon dica alla gente che siamo un bersaglioper il terrorismo che avanzasoltanto perché, per un caso o per sbaglio,non siamo più forti abbastanza.Non torni a ripetere quella bugiache c'è chi ci vuole sconfittiperché difendiamo la democraziae la libertà ed i diritti!Il nostro governo, al contrario, è contentodi offrire, con tutti gli onori,aiuti a chi esercita lo sfruttamento,a despoti ed a dittatori.Noi siamo un bersaglio perché siamo odiatie resi purtroppo famosi

dai nostri governi che si son macchiatidi atti e di crimini odiosi;che in molti paesi mandarono agentia fare uno sporco lavoro,deporre od uccidere dei dirigentieletti dai popoli loro,ed al loro posto piazzar qualche arnese,sorretto dai nostri cannoni,ansioso di vendere il proprio paesealle nostre corporaziori.E tu, Mossadegh, quando in Iran volevinazionalizzare il petrolio,ti abbiam sostitituito con Raza Pahlevi,lo Scià servo del monopolio.In Cile abbiam fatto le azioni più oscene:per le sue miniere di rameabbiamo ucciso un uomo per benee messo su un despota infame.Poi in Nicaragua ed in Guatemala:l'America Latina tuttal'abbiam data in mano a chi la regalaalle Compagnie della frutta.Se ora noi siamo un bersaglio per questo,saremo bersagli futuri:se non cambieremo politica prestosarem sempre meno sicuri.Buttassimo a mare i nostri arsenalisia chimici che nucleari,e non addestrassimo più criminali,squadroni di morte e sicari,se tutti i miliardi che diamo alla CIAper tessere ignobili trameli dessimo invece a qualche agenziaper dare assistenza a chi ha fame;Allora. signor Presidente, davverochi mai potrà odiarci in futuro?E il nostro paese e il popolo interopotranno sentirsi al sicuro.

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Lettera di un pastore macedone alla famigliadi Anna Barile

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: italiano

Tags: terremoto, lavoro/capitaleIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lettera-di-un-pastore-macedone-alla-famiglia

Cari bambini, cara moglie e mamma,mentre vi scrivo scendo dal Gran SassoLa vita mia è ogni giorno un drammasu e giù pei monti, vado sempre a spasso

Io me pensavo però de sta tranquillo,che nun servisse il passaporto appressope’ portà a pascolà le pecorelle…E invece sono stato proprio un fesso!

Perché la legge sull’immigrazionedice che sei sempre un clandestino,pure se stai sopra al Calderonesenza documenti, ti tratta da assassino!

Io tra l’ombrello, il pane, la bisacciai fiammiferi, due sigari toscaniun fazzoletto p’asciugà la facciae un fischietto pe’ richiamà li cani

vaje a spiegà che dentro la saccoccianun c’era spazio pe’ li documentiche li lasciavo lì, dentro ‘na grotta,dove d’estate dormo co’ l’armenti

Io parlavo una lingua differentequindi non m’hanno capito lì per lìcosì co’ tutto er gregge, senza dì nientem’hanno portato dritto al cippittì.

Come na vorta, deportavano al confinoconcentrati nei campi de clausura…che poi s’arriva a di’ perfinoche stai facendo ‘na villeggiatura!

Perfino negano i diritti umaniCi fosse un avvocato invece niente!‘gni tanto qui ce legano le manie calci e pugni, come a ‘n delinquente

e cosa strana la chiamano accoglienzagestita quasi a sfregio dai cristianisenza un minimo rimorso de coscienzafilo spinato, poliziotti e cani

e quando tra le sbarre vedi er cieloe quando vedi l’altra gente entràle lacrime te fanno come un veloe ciai soltanto voglia de scappa’;

de ritornà co’ voi, tra gente amica,de parlà normale e esse’ capito,nun essere più rincorso dalla sfigade trova’ un lavoro onesto e riverito.

La nuova schiavitù impazza e avanzatra becero razzismo ed ignoranza,ma non m’arrendo e poi credo davveroche in questo mondo non c’è alcun straniero !

Informazioni

Questo canto, sulla melodia di Le cinquecento catenelle d'oro (canto tradizionale toscano raccolto e reso famosoda Caterina Bueno), ci è stato comunicato da Anna Barile durante la festa del 25° del Coro Pane e Guerra, a Crespid'Adda (BG) il 22 febbraio 2014.

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Libera Val di Susa - 27 giugno 2011 -(2011)

di Marco RovelliPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: lavoro/capitale, repressione, no tav

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/libera-val-di-susa-27-giugno-2011

Comincia tutto semprecon la città che imponeparola sguardo senso leggela voce del padreonela campagna e la montagnasenza alcuna condizionesi immolino al progressoalla sua grande ragioneall'immensa megamacchinache non si ferma ad aspettarechi perde tempo a far domandea chi serve a cosa servechi lo paga chi ha decisoperchè mai questa violenzae allora in Val di Susauna nuova Resistenza

Vent'anni sono lunghic'è chi nasce e c'è chi muoregenerazioni che procedononella stessa direzioneradicate nella terranel senso del comunee da questo contagionessuno ne è immune

Contro il traforo i resistentia Venaus eran sui pratiarrivarono i gendarmiteste e ossa fracassatii resistenti tornaronodai sentieri del boscosi ripresero i prati

e alrtri anni son passati.

A Maddalena di Chiomontela battaglia finaleschiere di gendarmischiere di corpi su cui passarema dopo questo insultoancora più forte la convinzione*che in questo stare insiemeè l'unica ragione.

Recalcitro al comandodel progresso infinitocon le armi e la violenzasi impone il sacrificioresistere allo scempioè il mio dover di madrealtra decisione sovrana non c'èquesta è la mia terrama anche di chi vienela mia terra rifiutasolo chi si imponeopporsi al dio denaroè una questione di coscienzaun patto naturale di resistenza.

Fiaccole accese a rischiarare i montisi levano i canti dei figli dei figlila parete calva** si illumina di nottenoi ci siamo!Fiaccole accese a rischiarare i montisi levano i canti dei figli dei figlila parete calva** si illumina di nottenoi ci siamo!

Informazioni

Inviata da Marco Rovelli

"Nel giorno dell'irruzione sulle terre dei resistenti a Maddalena di Chiomonte, registrato al volo, col cuore con ilpopolo della Val di Susa" (Marco Rovelli)

Dopo la manifestazione nazionale NO TAV del 2 luglio 3 luglio 2011 Marco Rovelli ha sostituito i versi:"ma dopo questo insultoancora più forte la convinzione"con:"ma si continua a resisterecon l'assoluta convinzione"

**il riferimento è alla "parete calva" di frà Dolcino, che, sebbene abbia operato in Valsesia, è stato a volte invocatocome "patrono" del movimento(MArco Rovelli)

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Lunedì del valsusino(2006)

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: italiano

Tags: repressione, no tavIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/lunedi-del-valsusino

Lunedì del valsusino,oggi non si lavorasi va tutti al presidioalmeno per un’ora.

Operai che tutti siete fate così, per solidarietà, è doveroso con chi presidia, per solidarietà, e gnanca al lunes travajo pà.

Martedì giorno di marte,arrivan bastonatenon si arriva nè si parte,tutti a far barricate.

Operai che tutti siete fate così, per solidarietà, è doveroso con chi presidia, per solidarietà, e gnanca al martes travajo pà.

Poi di mercu la mattina,di nuovo a barricaretutto il giorno sulla strada,non vado a lavorare.

Operai che tutti siete fate così, per solidarietà, è doveroso con chi presidia, per solidarietà, e gnanca al mercu travajo pà.

Giovedì d’Immacolata,giorno di gran battagliaalla moda valsusina,si caccia la sbirraglia.

Operai che tutti siete fate così,

per solidarietà, è doveroso con chi presidia, per solidarietà, e gnanca al giobia travajo pà.

Venerdì giorno di venere,è il giorno dell’amorecon Venaus liberata,c’è grande gioia in cuore.

Operai che tutti siete fate così, per solidarietà, è doveroso con chi presidia, per solidarietà, e gnanca al venner travajo pà.

E’ arrivato anche il sabato,c’è manifestazionenon si va a lavorare,con partecipazione.

Operai che tutti siete fate così, per solidarietà, è doveroso con chi presidia, per solidarietà, e gnanca al saba travajo pà.

E infine la domenica,giorno di grande festachi presidia resistendo,oggi riposa onesta.

Operai che tutti siete fate così, per solidarietà, è doveroso con chi presidia, per solidarietà, e gnanca a ala duminica travajo pà.

Informazioni

Inviata da Maria Rollero

Canzone del movimento NO TAV della Valle di Susa Teeto di Luca Abbà e altri, sull'aria del canto popolare di Lunedìdei parrucchieri.

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L’inceneritore di Selvapiana(2009)

di Suonatori Terra TerraPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: satirici

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/linceneritore-di-selvapiana

Cari concittadini con il nuovo inceneritorein Valdisieve avremo energia a tutte l’orecambierà la vita di tutti voi paesanirespirerete aria pulita da domani

E sarà pure vero, cambierà da domani ma con questi discorsi noi ci prude di già le mani…

Disse il Mairaghi all’assemblea imbufalita:“O non siamo i DS teniamo alla qualità dellavita!Poi cos’è questa storia delle nano -particelle……ma guardate brillanti questi colori delletabelle!”

E sarà pure vero...

“Dalla provincia arriveranno le camionate,

porteranno rifiuti, rifiuti, rifiuti avagonate.Per gli imbottigliamenti non c’è niente datemeretante belle rotonde e superstrade son già incantiere”

E sarà pure vero...

“Orsù compagni ho già firmato tutti gliappalti,non spacchiamoci adesso che qui i guadagnisaranno alti!”Mentre diceva questo giurando sopra i suoifiglil’assemblea gli gridava:“SINDACO PERCHÉ ‘UN TU TI RIPIGLI!!!”

E purtroppo è già vero, cambierà da domani ma con questi discorsi a noi ci prude di già le mani…

Informazioni

L’aria musicale è un tradizionale messicano, il testo è dei Suonatori Terra Terra; nato dopo una frustrante esurreale assemblea cittadina a Pontassieve nella quale il sindaco Mairaghi ha cercato di convincere i presenti dellabontà del progetto di ampliamento (di ben sette volte!) dell’inceneritore già esistente. Le convincentiargomentazioni?: “Anch’io come voi [!] non ci capisco niente nelle tabelle dei valori di inquinamento” “anche i mieifigli abitano qua, farei mai del male ai miei figli?...”

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Maddalena di Val Susa(2014)

di Alessio LegaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: no tav, repressione

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/maddalena-di-val-susa

Maddalena sequestratanei cantieri sopramonteMaddalena di ChiomonteMaddalena ti han rinchiusa

deportata a Fenestrelleed io sotto la finestracon la banda e con l'orchestracontro un suono di trivelle.

Che di amarti ci si accusanostra madre e nostra sposaquei vigliacchi dei signoriMaddalena di Valsusa

"hanno preso i nostri cuori"messi a nudo e perquisitiche ci frugano le taschementre intanto ci han traditi

mentre sulle nostre spesehanno preso decisionitu fai i conti a fine meseloro multano i milioni

come chiedono le coscheun riscatto sopramonte

per la bella di ChiomonteMaddalena Valsusina...

Non ti lascio mia bambinaMaddalena in mano ai tristisiam venuti noi buffonisiamo tutti quanti artisti

siam venuti con i canticome pietre nelle manisiam venuti noi brigantison tornati i partigiani.

Senti un po' che bella genteche cantava le canzoniMaddalena resistente"pei fascisti e pei cialtroni"

il futuro dei ribelliera scritto su quel fogliodentro i libri di Revellinelle armi di Fenoglio

son spuntate di recenteda quel vecchio nascondiglioMaddalena resistentele ha trovate ora tuo figlio.

Informazioni

Trasmessa da Alessio Lega

La Maddalena è la località in Val di Susa (To) dove nel 2011 si tenne un presido-campeggio di attivisti NO TAV dal22 maggio sino al 27 giugno, squando fu gomberato con la forza.

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Malatesta(2012)

di Alessio LegaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: anarchici

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/malatesta

Dormi dormi Malatestache la storia sta girandocome un corvo dalla luna declinandodormi, dormi nel tuo letto,di quella cassa zincatati sorvegliano da pressonella notte sigillata

Dormi dormi Malatestache qui ora è tutto a postoogni giorno si ridestaogni cosa col suo costol’uguaglianza è un’uniformela si calza e via di corsala giustizia un bene enormel’han quotata pure in borsa

Dormi dormi Malatestagrattacieli di doloreinnalzati come pietre sopra il cuoredi quel caos tanto malatoche chiamiamo nostra vitadel pensiero che la gioiasia l’ennesima ferita

Dormi dormi Malatestapenseranno i dirigentia dirigere la festadigerire anche i frammentidella terra cruda zolla,stretta e a corto respiromentre il boia che non mollati garrotta ancora un giro

Ninna nanna Malatestacome vedi tutto benesul dirupo del futurol’obbligo delle catenesi dovesse mai pensareche chi va poi non ritornadentro questa solitudine ultramoderna.

Sveglia sveglia Malatesta,Pietro Gori, Bakuninoallo squillo della trombafate nascere il mattinocapi di buona speranzaper doppiare la passionecarcerati nella stanza,presto una rivoluzione.

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Marchand de cailloux(1991)

di Renaud SéchanPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: franceseIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/marchand-de-cailloux

Dis Papa, quand c'est qu'y passeLe marchand d' caillouxJ'en voudrais dans mes godassesA la place des joujouxAvec mes copines en classeOn comprend pas toutPourquoi des gros dégueulassesFont du mal partoutPourquoi les enfants de BelfastEt d' tous les ghettosQuand y balancent un caillasseOn leur fait la peauJ' croyais qu' David et GoliathÇa marchait encoreLes plus p'tits pouvaient s' débattreSans être les plus morts

Dis Papa, quand c'est qu'y passeLe marchand d' libertéIl en a oublié un maxEn f'sant sa tournéePourquoi des mômes crèvent de faimPendant qu'on étouffeD'vant nos télés, comme des crétinsSous des tonnes de bouffe

Dis Papa, quand c'est qu'y passeLe marchand d' tendresseS'il est sur l' trottoir d'en faceDis-y qu'y traverseJ' peux lui en r'filer un peuPour ceux qu'en ont b'soinJ'en ai r'çu tellement mon vieux

Qu' j' peux en donner tout pleinJ' veux partager mon Mac DoAvec ceux qui ont faimJ' veux donner d'amour bien chaudA ceux qu'on plus rienEst-ce que c'est ça être cocoOu être un vrai chrétienMoi j' me fous de tous ces motsJ' veux être un vrai humain

Dis Papa, tous ces discoursMe font mal aux oreillesMême ceux qui sont plein d'amourC'est kif-kif-pareilÇa m' fais comme des trous dans la têteÇa m' pollue la vie et toutÇa fait qu' je vois sur ma planèteDes 'Inti Fada' partout

Dis Papa, quand c'est qu'y passeLe marchand d' caillouxJ'en voudrais dans mes godassesA la place des joujoux

Et p't être que sur ta guitareJ'en jetterai aussiSi tu t' sers de moi, trouillardPour chanter tes conneries

Et p't être que sur ta guitareJ'en jetterai aussiSi tu t' sers de moi, trouillardPour chanter tes conneries.

Informazioni

Di questa canzone ha dato una versione piuttosto libera Alessio Lega, nell'album "Sotto il pavè la spiaggia".

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Mare nero(1999)

di Alessio LegaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: anarchici

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/mare-nero

Noi siamo il mare neroche di giorno sta calmosi muove lentamentesi cela nel profondoin un fruscio leggerointona il proprio salmoun canto che gli vienedal termine del mondo

e porta di lontano profumo di speranza invade la tua stanza ti fa sentire strano ti fa apparire estraneo al gregge dei montoni condotti nel macello al suono dei milioni.

Noi siamo il mare neroche di notte protettodal buio, si alza in onde,si butta sulla rivae se si tira indietrosi avvolge nel suo lettoper assalire l’ arginecon forza ancor più viva.

Abbiamo vele nere per spingerci nel mare ma non sono bandiere, attento a non sbagliare! Noi siamo libertà, ciò che più fa paura sospesi al centro esatto tra ragione e natura

Siamo gli anarchici, siamo gli anarchici, siamo gli anarchici.

Siamo gli anarchici..

Noi siamo il mare nero,la tenebra ferocesparsa sulle piagheaperte del sistemail nostro sangue infettone avvelena la focee la mano del boiamentre colpisce trema

perché non c’è è maniera

di strapparci alla vita ogni giorno rapita, riscattata ogni sera perché non c’è è paura che possa incatenare il tempo che ogni giorno riusciamo a liberare.

Noi siamo il mare nero,acque salate e sporchedepositiamo dubbinel ventre d’ ogni fedeabbiam molte madonne,tutte piuttosto porche,e ognuno di noi è un dioche si tocca e si vede

ed i nostri rosari sono i caricatori che sgraniamo amari nel ventre dei signori noi siamo la paura della classe più ricca noi siamo la torchiera della corda che l’ impicca.

Siamo gli anarchici...

Noi siamo il mare nero,la dinamite accesain questa calma piattala miccia si consuma“lavorate tranquilli,andate a far la spesa!Sulle vostre autostrade,sepolti nella bruma”

Sulla strada che fate, di fretta per consumo non più nebbia ma fumo troverete un estate coglioni come siete apritevi il cervello non confondete ancora l’ultimo campanello

Noi siamo il mare nerohe un giorno vi ha travoltivi ha trovato schiavi,vi ha mostrato l’ uscitaci siamo illusi che voitroppo stanchi dei molti

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anni nelle catene,rivoleste la vita

ma in cambio del permesso di rientrare nel gregge ci rivendete spesso al potere e alla legge perché è la libertà ciò che vi fa paura... sospesi al centro esatto tra violenza e cultura

Siamo gli anarchici...

Noi siamo il mare nero,lutto e disperazioneper un passato triste,per un futuro incertoe un mondo concepitoin guisa di prigionela tagliola che mordechi esce allo scoperto

ci fan sentire logori, stanchi anche di gridare avvelenato il mare,

sepolti nei ricoveri ricoverati, matti, pazzi per troppo amore con un sudario grigio disteso sul dolore...

Ma siamo il mare nero,gli aranci della Spagnaagro, zucchero e miele,il vino della terraubriachi di vitadi città in campagnatroviam nuovi compagniper far guerra alla guerra

Altro che “addio Lugano”, cantiamo la memoria ma occupiamo la storia, dove siamo e restiamo dove non siamo andremo, ci andremo per davvero perché siam come il mare, noi siamo un mare nero!

Siamo gli anarchici...

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Mari nostru(2016)

di Francesco "Ciccio" GiuffridaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: sicilianoTags: emigrazione

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/mari-nostru

E vinni ddu mumentu dâ jurnataquannu lu mari ccô suli fa liti,ca nun mmoli ca sperdi la nuttatapirchì di notti su’ comu du ziti;lu suli acchiana ’n celu a la livatae nuatri pronti a ghisari li riti,ca ora sculunu di unni su’ appinnuticcu li pisci ammagghiati e tramurtuti.

E di bottu arristamu tutti muti;tirava lu muturi a manu a manu;li riti supra ’u ponti arricugghiutie ammugghiuliatu ’n poviru cristianu.li riti supra ’u ponti arricugghiuti

e ammugghiuliatu ’n poviru cristianu.

Nuatri cchiù non seppimu chi fariccô cori di duluri vunchiu e chinu,li lacrimi faceunu n’autru maria malidiri u celu o lu distinu.Vuatri ccà vinistivu a spirarie ’u munnu ca truvastivu è assassinu;muristivu p’amuri di campari,la vostra fossa fu lu nostru mari.Di terri senza paci su’ partuti,e chissa fu la paci ca attruvanu:muristivu p’amuri di campari,la vostra fossa fu lu nostru mari.

Informazioni

Canzone sulla tragedia dei migranti che muoiono annegati durante le traversate sui "barconi" che fanno naufragiodalle coste africane verso l'Italia

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Maria Stella Gelmini, la spazza bambini(2008)

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: italiano

Tags: lavoro/capitale, scuola/universitàIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/maria-stella-gelmini-la-spazza-bambini

Un giorno il buon Tremonti,Chiama la cara Gelmini,e le fa una proposta,che lei non può rifiutar

Con tutti quei soldini,la scuola va al collasso,ti prego, fai un salasso:taglia un po qua e un po là!

Lei, scodinzolando,ecco che cosa sinventa:alla Primaria Scuolaapplica una sottrazion!

Togliamo qualche ora,lasciamo un sol maestro,la Religione resta:lInglese pure? Chissà

In ventiquattro oreSoltanto conticinie qualche dettatinosulla Costituzion!

E intanto gli stranieri,nel ghetto tutti insieme,frequentan lanno ponte,per imparar litalian

E per gli sfortunati,Poveri e bisognosi?Cè sempre un doposcuola,che se li prenderà!

Intanto per le scuoleSenza cinquanta alunni,sannuncia un funerale:spostiamoli tutti più in là!

E dopo dieci mesi,di questa bella Riforma,abbiamo risparmiatosol qualche euro in più!

Intanto le famiglie,han fatto una scelta:la scuola, se è privata,offre senzaltro di più!

Che fine mai farannoesuberi e precari?Saran riconvertitiai Beni Cultural!

Intanto anche le donne,ritorneranno a casa:curare i propri figlisarà una necessità!

Morale della storia:Tremonti canta Vittoria!E Maria Stella esulta:la Scuola non cè più!

Con tutti gli asinelli,andremo al funerale:addio Scuola statalesolo un ricordo sarai!

Informazioni

La famosa canzone tradizionale, Lo spazzacamino, che fu cantata anche da Nanni Svampa, ha ispirato questaversione "scolastica", dedicata al nostro Ministro dell'Istruzione...che "Pubblica" tra poco non sarà più...

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Matteorenzi non lo sa(2015)

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: italiano

Tags: scuola/universitàIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/matteorenzi-non-lo-sa

C'è Matteorenzi che non sache quando passa sembra proprio un baccalàe gli insegnanti che sono tantinon gli fanno i complimenti.

Ma lui con grande serietàha messo in piedi 'sta riforma, ah che pietà!La crede bella ed anche snella,ma non riesce a stare a galla.

Ha messo il mentor e il POF triennalecon il preside sceriffo;ed il contratto triennal per tutti,ahi che dolor per tanti poveri professor!

E Matteorenzi non lo sache la riforma prima o poi si fermeràE lui che farà se ciò accadrà?Forse si dimetterà...

Informazioni

Canto (sull'aria della canzone "Pippo non lo sa") preparato dal sindacato Gilda degli Insegnanti a livello nazionaleper la manifestazione del 5 maggio 2015, in occasione dello sciopero generale indetto contro il disegno di legge diriforma della scuola del governo Renzi "La buona scuola".Raccolto da Francesca Prato a Pisa il 5 giugno 2015 in occasione di un'altra manifestazione, in cui i delegati localihanno distribuito il testo.

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Matteotti(2004)

di Alessio LegaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: antifascisti

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/matteotti

Un vento duro e ghiacciosi fa dai Pireneistrada fra fango e rocciaper arrivare a noimi prende al collo e bloccami fa star zitto e duolemi prende a calci in boccanel guanto del dolore

e non c’è sogno che si spingapiù in là del sonnonon c’è risvegliodall’incubo di tutt’attornonon c’è ragione,non c’è follia o coraggioe non c’è viaggio che spingail viso oltre l’oltraggio.

Questo Natale a casasi giocherà a tressetteper far morir qualcosa:inverno trentasettee la miseria è un orloal bavero scucitotu scivoli e nel farloti aggrappi all’impiantito.

Così di niente in nientesi va per acquiescenzasi smette d’esser uomini,si avanza nell’assenzasi smette l’aria,si smettono gli abiti usati

lo strazio delle libertà,gli stracci accumulati.

Disse mia moglie «aspetto un figlio per quest’anno»anima benedetta,speranza nell’affannoGiacomo lui che vieneche si chiamasse come...«Giacomo mi sta bene,Giacomo è un bel nome».

Così io quando chiameròmio figlio a voce altaricorderò che c’era,che ci sarà ogni voltaqualcuno che con gli occhifissi nel buio tristeguarda la morte in faccia,la guarda e le resiste.

Così ogni volta che ioGiacomo in queste nottidi questi anni matticoi sogni che interrottinasconderò il nomedi chi vive e muoredi amore della vita,di morte dell’amore.

Piazza Montecitoriolà c’è una salitapresero Matteottie ci lasciò la vita

Informazioni

La memoria è fatta di nomi. (Alessio Lega)

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Mei ros che negher (a Carletto Giuliani)di I Luf

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: italiano

Tags: repressioneIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/mei-ros-che-negher-carletto-giuliani

Braccia d'alberi mi spingono e mi seguonoSulla strada per la veritàVolevamo toccare il cieloVolevamo abbracciare il mareMa Genova è troppo vecchia per la veritàBraccia d'alberi mi spingono e mi seguonoSulla strada per la veritàVolevamo toccare il cieloVolevamo abbracciare il mareMa Genova è troppo vecchia per la veritàHo visto un muro salire altoHo visto un fiume finirci controHo visto pesci finire all'amo della veritàHo visto zone fin troppo rosseE ho visto rossi non sempre in zonaHo visto un sogno svanire all'alba con laverità

Ma il mio cane non ha padroniAma troppo la libertàMa il mio cane morde e fuggeSulla via della verità

Braccia d'alberi mi stringono e mi seguono

Sulla strada per la veritàMa ho sonno stanotte amoreHo sonno voglio dormireSulla strada per la veritàHo fatto un sogno in bianco e neroDove il nero sta per sparareHo visto un lampo senza un tuonoHo visto un anima scappareOra c’è un angelo nuovo in cieloUn angelo nuovo da pregareE c’è una madre senza un figlioSenza un figlio da baciareOra c’è un angelo nuovo in cieloUn angelo nuovo da pregareE c’è una padre senza un figlioSenza un figlio da abbracciareMa il mio cane non ha padroniAma troppo la libertà

Ma il mio cane morde e fuggeSulla via della veritàMei ros che negher Mei svelt che pegherAl re bu le chel mort Mei laiva fresca che llat fort

Informazioni

Canzone dedicata a Carlo Giuliani, ucciso dai carabinieri il 20 luglio 2001, durante le manifestazioni contro il G8 diGenova.

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Mia bella signora(2005)

di Fausto AmodeiPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: satirici

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/mia-bella-signora

Mia bella signora ti pregodi fare un po' meno gazzarrafintanto ch'io canto e finchè io sfregole corde di questa chitarra.

Le chiacchiere tue le dovresti rinviaredi poco mia bella signorale mie prestazioni da onesto giullarenon durano mai più di un'ora.

Potresti alla fine d'un breve rinviosfogare la tua logorreaallora potrei darti ascolto anche ioseduto in silenzio in platea.

Fintanto ch'io canto e finchè io sfregole corde di questa chitarramia bella signora ti pregofa meno gazzarra.

Mia cara bisogna ch'io insistaabbassa il volume per dionon va che sia tu lo strumento solistae il basso continuo sia io.

Mia bella signora ti chiedo che almenotu parli un po' più sottovoceil pubblico avrebbe un ascolto serenoed io non sarei messo in croce.

Se tieni il volume all'attuale regimeci fai diventar tutti sordied io mi confondo pasticcio le rimee stecco su tutti gli accordi.

Non va che sia tu lo strumento solistae il basso continuo sia iomia cara bisogna ch'io insistasilenzio, per dio.

Mia cara io son furibondose cianci mentre io son di scenami rompe le palle far da sottofondoalla voce tua da sirena.

Per essere sincero trattassi argomentidi arte cultura o di scienzavabbè per rispetto agli amici presentipotrei sopportarti, pazienza.

Ma invece tu blateri a ritmo serratosu qualche tua stupida bega

persino il signore seduto al tuo latoha l'aria di chi se ne frega.

Mi rompe le palle far da sottofondoalla voce tua da sirenami fa diventar furibondose son io di scena.

Mia bella signora dovrestinon far chiasso e fare tesorodi questi miei party che sia pur modestison frutto d'onesto lavoro.

Sudai le fatidiche sette camiciecercando la rima inconsuetausar le assonanze per me non s'addicea chi vuole fare il poeta.

E su giri armonici a volte sapientiho sempre giocato parecchiosi pensi in proposito a quanti accidentimi manda chi suona ad orecchio.

Di questi miei party che sia pur modestison frutto d'onesto lavoroMia bella signora dovrestiper dio far tesoro.

Poi c'è il fatto più singolaresei tu che in qualsiasi momentomi blocchi alle feste mi spingi a cantareprovvedi a fornir lo strumento.

Magari si è appena finita una cenadi quella in cui mangi di tuttoe devo cantare con la pancia pienacol rischio di far qualche rutto.

E mentre io canto sforzandomi invanoa che il rutto suoni attenuatotu attacchi a cianciare da fare baccanocontenta d'avermi incastrato.

Tu stessa hai voluto fornir lo strumentotu stessa mi hai spinto a cantaree questo è un comportamentoun po' singolare.

Mia bella signora se gridie se non abbassi la vocesolleciti in me mille istinti omicidie rischi un decesso precoce.

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Mia cara se me lo consentihai solo più due soluzioni

o te ne stai zitta sul serio altrimentiva' a rompere altrove i coglioni.

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Misteri paradisiaci(1998)

di Pardo FornaciariPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: anticlericali

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/misteri-paradisiaci

In Paradiso ci succedon fatti straniMadre Teresa canta salmi col PaccianiMaria Goretti danza con Girolimonie la Pivetti agli albanesi dà confetti rosee fiorLe vie del ciel son'infinite, è proprio veroUn traditor lassù è l'amico più sinceroil Galileo col papa che l'ha condannatodanza con Ponzio Pilato che le mani si lavò.Pentiti quainsieme ai santi ridoncon sinceritàperché si sain paradiso non c'èla cattività!In Paradiso ci van tutti belli e bruttigente di chiesa bellimbusti e farabuttil'estrema unzione data come linimentobasta un po' di pentimento e godi perl'eternitàCecchini serbi con bambini musulmanigiocano inermi a Biancaneve e i sette nanied un croato travestito da soldatodi Città del Vaticano spara a salve in qua elà

E con l'aureolache tutto illuminasiam come luccioleche in alto volano

se la serataè un po' noiosaper divertirci un po'col capo lampeggiam

Soltanto gli atei che non si penton maigli anarcozingari, peggio ancora se ebrei;i comunisti impenitenti, negri, arabi fetentie scioperanti son costretti a restar giù!Chi non si pente, trallallà, e non sivergognanel paradiso non ci va, sta giù alla gognae un bempensante quando passa lo rampognae poi gli scassa sulla testa ridacchiando un [bottiglion!Quassù non c'ègli agnosticie chi ride dei misticiincreduli, eretici,voi non pentitirimanete tutti giù!

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Monte Calvario(2013)

di Ascanio CelestiniPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: lavoro/capitale

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/monte-calvario

Intanto il mattino arriva velocee Cristo che corre con tutta la crocemorire e risorgere in otto ore appenache prima di cena sul Monte Calvariogli danno il salario.

Intanto la sera arriva pesantee Cristo ritorna alla casa distantela testa sul piatto gli apostoli stanchilo guardano appena lui mangia gli avanzidell’ultima cena.

E intanto il mattino ritorna velocee Cristo si sveglia riprende la crocemigliaia di cristi che vanno a lavoroe pregano in coro per farsi ammazzareper dio pendolare

e quando la sera lo schiodano e scendeun sorso d’aceto così si riprendeper oggi il salario è un pesce e due panile guardie saluta col sangue alle manidicendo «a domani».

Intanto la sera arriva alla finesi veste, uno straccio corona di spine

arriva in ritardo insieme a un ladronegli dice il padrone “rispetta l’orariodi monte calvario”

Arriva la sera e appena staccatolui va nell’ufficio di Ponzio Pilatoil capo gli mostra il contratto in scadenzanei prossimi mesi per la concorrenzadei cristi cinesi.

Ritorna il mattino è giorno di festama cristo s’è messo la corona in testaa Monte Calvario fa presto ritornoè un ipermercato perciò in questo giornosi fa il doppio turno.

Arriva a lavoro lo inchiodano in frettama solo alle mani dispone la dittache da qualche mese riduce le speseperché costa troppo attaccare anche i piedirisparmiano i chiodi.

Finisce anche questa giornata di merdalo calano in terra legato a una cordasarà licenziato perché ha fatto un tortoa Ponzio Pilato e dopo che è mortonon è più risorto.

Informazioni

Mentre lavoravamo al nostro libro, Ascanio Celestini m’ha fatto sentire questa sua canzone, che non aveva mairegistrato su disco. M’è parso un delitto lasciarla inedita (Alessio Lega)

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Morte Bianca(2008)

di Marco ChiavistrelliPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: lavoro/capitale

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/morte-bianca

E voli nel ventotra tavole biancheSospeso nell’aria,ti treman le gambeNon ti guardi non ci seiLe morti son bianchema nera è la manoChe spinge l’umanooltre il niente oltre il niente

E cadi per terrae spargi il tuo sangueGià stanco di freddoe di fame già esangueNon ti guardi non ci sei

E batti la testaal suolo già vintoda anni di stentic’è un mano che ti ha spinto?

E ultimo sguardoal cielo turchinoA nubi viaggiantiai passanti lì vicinoE la morte biancati prende e ti ha vintoMa nera è la manoche ti ha spintoche ti a spinto

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Morts les enfants(1985)

di Renaud SéchanPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: franceseTags: lavoro/capitale

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/morts-les-enfants

Chiffon imbibé d'essence,Un enfant meurt en silenceSur le trottoir de BogotáOn ne s'arrête pasDechiqu'tés aux champs de mines,Décimés aux premières lignesMorts les enfants de la guerrePour les idées de leur père

Bal à l'ambassade, Quelques vieux malades Imbéciles et grabataires Se partagent l'univers

Mort les enfants de Bopale,D'industrie occidentalePartis dans les eaux du Gange,Les avocats s'arrangentMorts les enfants de la hainePrès de nous où plus lointaineMorts les enfants de la peurChevrotine dans le coeur

Bal à l'ambassade, Quelques vieux malades Imbéciles et militaires Se partagent l'univers

Morts les enfants du Sahel,On accuse le soleilMorts les enfants de Seveso,Morts les arbres, les oiseauxMorts les enfants de la route,Dernier week-end du mois d'aoûtPapa picolait sans douteDeux ou trois verres, quelques gouttes

Bal à l'ambassade, Quelques vieux malades Imbéciles et tortionnaires Se partagent l'univers

Mort l'enfant qui vivait en moi,Qui voyait en ce monde-làUn jardin, une rivièreEt des hommes plutôt frèresLe jardin est une jungle,Les hommes sont devenus dinguesLa rivière charrie des larmes,Un jour l'enfant prend une arme

Balles sur l'ambassade, Attentat grenade Hécatombe au ministère Sur les gravats, les grabataires.

Informazioni

"Il pezzo che dà, forse, più brividi all’ascoltatore è Morts les enfants dove a uno straziante catalogo di bambiniassassinati occultamente o all’aperto (dai bambini che succhiano lo straccio intriso di benzina per farsi passare lafame a Bogotá, alle vittime dell’industria di Bhopal o di Seveso, ecc..., ecc...) dal nostro sistema sociale, facontrappunto un ballo in un qualche ministero del mondo in cui "imbecilli e militari/si spartiscono la terra", e nelmomento in cui il cantante, della cui sensibilità nei confronti dell’infanzia abbiamo già parlato, arriverà ariconoscere assassinato anche il bambino che portava dentro il cuore, la canzone esplode in una minacciosa eliberatoria scena di un ballo sul ministero distrutto da un’attentato giustiziere; il ritmo di valzer campestre, inleggero crescendo, crea, man mano che la dolorosa evocazione del massacro planetario dei bambini si accumula,un effetto di straniamento che moltiplica il potenziale commovente ed eversivo del pezzo." (Alessio Lega, Rivistaanarchica online, anno 35 n. 310 estate 2005)

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pagina 204

Mostar(1998)di Lalli

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: italiano

Tags: antimilitaristiIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/mostar

Nessun rumoree anche il cecchinosi dev'essere stupitoSenti la neve? Senti la neve?

Lavoravo qui con mio padree un pezzo di quel ponte,sai, era anche mio,e di un poeta che non voleva morireper i confini dei potentiSenti la neve? senti la neve?

Solo l'odio e le cicatrici, diceva,ci sarebbero venuti dietroper sempre con le nostre ombre

come le nostre ombre,come le nostre orme sopra la neveCom'è fredda qui tra le mie ditaSenti la neve? Senti la neve?

Un colpo dietro l'altro ha coperto tuttoha coperto tutto ma non proprio tuttoadesso i miei occhi vedono tutto bianco,senza confini,vedono tutto quello che non c'è più,ci distinguo ancora la luna,ma sono così stanco ora, adesso mi riposo unpo'qui sulla neveSenti la neve? Senti la neve?

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Natale 44(2008)

di Andrea SigonaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: antifascisti

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/natale-44

Mentre la lunase ne andava a passeggio…(E il vento gridavain periferia)In questa Milanotroppo diversaAll’orizzontedella democraziaDue cuoriche il destino ha incrociatoPurtroppo distanticome un tramontoNatale vicino del ‘44La storia alle portedi un sogno interrottoLei fa la sartaper farsi due soldiE lui il fornaio(la vita più dura)Le mani increspateda sale e farinaTorna al mattinolei rincasa la seraE fu proprio un casoche verso il ritornoPer un solo secondola vide passareLei gli sorrisema poi scappò viaCome fa a volte l’agosotto il ditaleMa lei non scordòmai più quello sguardoAnzi proprio a quell’orali volle tornarePerché a volte i pensierisono come le ombreTi seguono ovunquesenza lasciarti stare

E fu cosìche da piccoli sguardiChe come gli accordici si fanno canzoniLi metti lì insiemeper qualche minutoPoi li ritrovia mescolare emozioni“Che sia maledettaquesta guerra infinitaChe prima o poidovrà pure finireNeanche il tempodi fare l’amoreChe mi toccacuore mio ripartire”E da quel giornosolo il silenzioE qualche messaggioportato dal fronteE un berrettorubato dal ventoPer ricamarciintorno la notte...Mentre la lunase ne andava a passeggio...E Milano ...in un angolodi periferiaDue cuori cheil destino ha incrociatoProprio sull’orlodella democrazia“Se ne andrannoqueste bestie fascisteBasta solo volerlooltre queste parole”E’ come negli incubi più brutti di notteBasta risvegliarsi...e se andranno con il primo sole

Informazioni

Questa canzone inserita nell'album "Passaggi" autoprodotto nel 2008 ha visto la collaborazione dei fratelli Severini"The Gang". E' la storia di un fornaio e di una sarta casualmente incontrati in una Milano diversa, quella del 1944.

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pagina 206

Nessuno chieda(2006)

di Stefano GiacconePeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: repressione

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/nessuno-chieda

Nessuno chieda il permesso di entrarein una morte a vent'annia questo sangue in comunea questo morire da caniun salto veloce dai compagniuna parola dolce nel cuorea quella lurida piazzadove un ragazzo muore

Nessuno chieda il permesso d'entrarein una morte a vent'anniné sbirri né targhe o canzonisolo quel corpo tra gas e gipponie quell'anima nera di noi italiani

l'impero del duce o l'impero delletelevisioniquell'infame scordare di noi italianiquel resistere sempre di noi italiani

Nessuno chieda il permesso di entrarein una morte a vent'anniper ricordare un volto o una voceper il mestiere o per posare la crocedi quell'anima nera di noi italianil'impero del duce o l'impero delletelevisioniquell'infame scordare di noi italianiquel resistere sempre di noi italiani

Informazioni

"Nessuno chieda" è canzone politica fino al midollo. Lungo una tradizione che va da Joe Hill a Woody Guthrie a IvanDella Mea: "Nessuno chieda il permesso di entrare / in una morte a vent'anni / nè sbirri né targhe o canzoni / soloquel corpo tra gas e gipponi / e quell'anima nera di noi italiani / l'impero del duceo l'impero delle televisioni". CarloGiuliani, Genova e tutti quelli che c'erano ringraziano ancora. Pregnante. Militante. Orgogliosa. Resistente.(Leon Ravasi, da Bielle)

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pagina 207

Ninna nanna dei fattoni(2020)

di Rocco RosignoliPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ninna-nanna-dei-fattoni

Adesso che i portici non offronpiù il loro riparoli vedi nei vicoli dovele macchine passan di rado e anche le sirenedella polizia si senton più piano.

Adesso che nessuna strada raccontapiù storie le loro memorie brasatesi sbattono agli angolid’ombra dove si pisciavae gli sbronzi grondavano sangue alla strada.

Negli angoli in cui gli africanigli davano in manoad un prezzo da furto l’estratto peggiored’un petalo afgano o le nevi più grigieche dal sudamerica viaggianodentro allo stomaco idiota di un mulotra merda e budellac’è solo un fantasma lontano.

Adesso che i parchi son chiusiquei musi scavatida troppe partite tagliateda ruggine e sputosi guardano intorno smarritistringendo una becks, e non sanno chi siamo.

E gli occhi che dalle finestreli guardan passaresul greto del fiume, e scattano fotoper poi segnalare che quelli che a casanon possono stare rimangono in giroper strada a vagare a cercare qualcosache non puoi più trovare.

Negli angoli in cui gli africanigli davano in manoad un prezzo da furto l’estratto peggiored’un petalo afgano o le nevi più grigieche dal sudamerica viaggianodentro allo stomaco idiota di un mulotra merda e budella

Informazioni

Volevo raccontare la storia dei tossici che vivono per strada e non hanno più gli spaccini in giro. Ed essendo deipoveracci son condannati all’astinenza pesa. È una storia di questi giorni e la vedo (non) accadere sotto la miafinestra. Mettere in luce gli aspetti più bui del mondo e delle cose: le canzoni possono fare anche questo, e chi lescrive a modo suo deve provarci.

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No "Dal Molin"(2007)

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: veneto

Tags: repressioneIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/no-dal-molin

Forse‘riva i ‘Mericaniparabonzibonzi bonI ghe ‘n parla da tre àniparabonzibonzi bonHullweck dìse “Sì ala Base”,con Vicenza invese el tàse!Dighe de no, Vicenza,Dighe: “NO DAL MOLIN!”

Forse ‘riva i ‘Mericaniparabonzibonzi bonCol Governo dei ingàni!parabonzibonzi bonI se ne frega del “Cermìs”e i vol far la Base “bis”!Dighe de no, Vicenza,Dighe: “NO DAL MOLIN”

‘Rivarà i Americani?parabonzibonzi bonPar acòrdi tanto strani!

bonzi bonNo sa gnente el Ministero,tùto avòlto nel mistero!Dighe de no, Vicenza,Dighe: “NO DAL MOLIN”

‘Rivarà ‘sti Americani?parabonzibonzi bonI vorìa portàr ‘reoplàniparabonzibonzi bonS-ciopi, bombe, cariarmati,muri e reticolàti!Dighe de no, Vicenza,Dighe: “NO DAL MOLIN”

Xe ‘rivà i Americani?parabonzibonzi bon‘Ghe somèia più a marsiàni!parabonzibonzi bonI vòl fàrla da paròni,I vàda fòra dai coiòni!Dighe de no, Vicenza,Dighe: “NO DAL MOLIN” (bis)

Informazioni

Canzone del movimento No Dal Molin, contro la seconda base americana a Vicenza. Testo di un paroliere dialettale,sull' aria delle "Osterie" (Tita Stern)

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pagina 209

No freedom (in Palestine)(2007)

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: inglese

Tags: antimperialistiIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/no-freedom-palestine

"Sopranos" "Altos/Tenors/Basses"

No freedom There is no freedomNo freedom For PalestiniansNo freedom There is no freedom In Palestine.Chorus:Don’t pass them by Don’t pass them byDon’t let them die Don’t let them dieDon’t close your eyes. Don’t close your eyes To Palestine.

They’re refugees By theft and murderIn their own land Their land was takenThey’re refugees They’re refugees now In their own landChorus

With bulldozers Their homes areflattenedAnd F sixteens Their lives are

shatteredFrom U.S.A. Israeli soldiers Commit these crimesChorus

It’s genocide Should they accept itSo suicide Or act against it?Is no surprise Faced with Goliath they choose su-i-cideChorus

A secular state For Jews and ArabsIn Palestine To live together.For everyone. For Jews and Arabs In equality.Chorus

No freedom There is no freedomNo freedom For PalestiniansNo freedom There is no freedomIn Palestine In Palestine.

Informazioni

Testo composto dal Strawberry Thieves Socialist Choir, coro politico di Londra, sulla melodia del canto sudafricanoFreedom is coming tomorrow

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pagina 210

Noi siamo gli asini(2007)

di Ascanio CelestiniPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: disagio mentale

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/noi-siamo-gli-asini

Noi siamo una testa senza giudizioSiamo una scimmia senza cervelloSiamo la fine senza l’inizioSiamo il becco, ma senza l’uccello

Siamo una guerra senza armistizioSiamo la falce senza il martelloSiamo la chiave senza la portaSiamo una bella natura morta

Noi siamo gli asini Noi siamo i matti del manicomio

Siamo buffoni siamo pagliacciSiamo vestiti di pezze e di stracciSiamo pagliacci siamo buffoniCol cazzo fuori dai pantaloni

Facciamo ridere tutta la genteCi abbiamo in bocca soltanto un denteMa se facciamo troppo casinoCi attaccano subito alla corrente

Noi ci mangiamo la terra e i sassi Nel giardino a angolo retto Inciampiamo sui nostri passi Quando fa buio torniamo a letto

Per fare in fretta la nostra cena Per non avere troppi pensieri Ce la servono in endovena Le suore, i medici e gli infermieri

Noi siamo gli asini Noi siamo i matti del manicomio

Per chi ha bisogno di santi e di eroiChi cerca un briciolo di poesiaVenga pure a guardare noiChe sfiliamo lungo la via

Ci guarderete con interesseCome uno squalo dentro a una vascaL’ultimo mulo che tira il calesseLa stella cadente che adesso casca

Ci alterniamo coi nani e le zoccole L’orso che tiene sul naso una palla

Il leone che mangia le vongole La scimmietta sopra la spalla

Noi siamo quelli pieni di caccole Che con il moccolo fanno la bolla Pure se siamo poveri cristi Facciamo coppia col bue nella stalla

Perché siamo gli asini Noi siamo i matti del manicomio

Però ce l'abbiamo una folle ideaChe forse forse vi sembrerà stranaCacare sui vostri mobili IkeaSui vestitini di Dolce e Gabbana

Sugli onorevoli sempre corrottiChe non finiscono mai in galeraSulla gobba di AndreottiSui telequiz del sabato sera

Sulle preghiere dei bigotti Sulla triste camicia nera Sulle combriccole dei salotti Sulla retorica della bandiera

Noi siamo storpi, noi siamo brutti Siamo discarica, siamo il vizio Noi siamo l’odio contro voi tutti Siamo vecchi pure per l’ospizio

Noi siamo gli asini Noi siamo i matti del manicomio

Voi perdonate se troppo sgarbataCi venne fuori questa canzoneMa per trovare la rima baciataCi lavorò tutto il padiglione

Il padiglione che verso quell’oraSi deve bere la camomillaChe ce la porta la vecchia suoraPrima di chiuderci nella stalla

Noi siamo gli asini Noi siamo i matti del manicomio

Noi siamo gli asini Noi siamo i mani del matticomio.

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Informazioni

Testo ripreso da Canzoni Contro la Guerra.

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pagina 212

Noi vogliamo l'eleganza(2013)

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: italiano

Tags: satiriciIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/noi-vogliamo-leleganza

Noi vogliamo l’eleganzaSiam chiamati FormigoniRaccogliamo tutti i doniDa padroni comandiam

E in cima al Pirellon Restiamo a governar Non siam lavoratori, non siam lavoratori E in cima al Pirellon Restiamo a governar Non siam lavoratori, restiam a governar

Di Cielle sventoliamoLe lenzuola immacolateE innalziamo le barricateDella nostra castità

E in cima al Pirellon Restiamo a governar Non siam lavoratori, non siam lavoratori E in cima al Pirellon Restiamo a governar Non siam lavoratori, restiam a governar

E poiché siam poverelliLe vacanze non paghiamoSulle barche degli amiciNoi con garbo le scrocchiamo

E in cima al Pirellon Restiamo a governar Non siam lavoratori, non siam lavoratori E in cima al Pirellon Restiamo a governar Non siam lavoratori, restiam a governar

Obbediamo ad un signoreCavaliere d’elezioneChe ci ha messo alla RegioneE noi qui ci rimaniam

E in cima al Pirellon Restiamo a governar Non siam lavoratori, non siam lavoratori E in cima al Pirellon Restiamo a governar Non siam lavoratori, restiam a governar

Informazioni

Parodia del canto Noi vogliamo l'uguaglianza, elaborazione di gruppo durante il laboratorio sulla parodia nel cantodi protesta, nel corso della giornata "Almen nel canto non vogliam padroni!" organizzata a Bergamo il 17 novembre2013 dal coro "Pane e Guerra".

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pagina 213

O bella Madunina(2011)

di Antonio CatacchioPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: milaneseIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/o-bella-madunina

A disen che la fin la nass a Napulie francament g'han minga tutt i tort,Noemi, el papi, s'ciopa la Veronicala scriv che l'è malà 'sto balabiottmi speri che se ufenderà nissunse ‘l mandum anca num a da via ... O mia bela Madunina che te tiren de luntan su la grugna del Berlusca, l'è restàa cui denti in man. Lasa pur che el se lamenta che le lu quel pusè bun vun del popolo sovrano, pensa ti, 'l g'ha piantà un gran bel gratun.

Adess g'hè la cansun de Roma magicael cardinal Bagnasco e i so urasiun,Scaiola g'hann cumpràa la cà a l'Arena,Tremonti, no lu el sta dal Milanes.Sperem che venga minga la maniade mettes a cantà "Minetti mia" O mia bela Madunina che te tiren de luntan su la grugna del Berlusca l'è restàa cui dent in man, 'nsena a lu se viv la vita a ghe piasen tant i donn, per adess l'ha purtàa a ca' stu poverluch, un souvenir del noster domm.

Informazioni

Il 13/12/2009, dopo un comizio a Milano, un ragazzo lanciò verso Berlusconi un souvenir in metallo del Duomomilanese. L'oggetto colpì il presidente procurando lesioni al viso. Due anni dopo, sulla musica di "O mia bellaMadonina" di Giovanni D'anzi, Antonio Catacchio scriveva il testo qui riprodotto..

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pagina 214

O mia bela signurina(2019)

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: milaneseTags: femministi

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/o-mia-bela-signurina

Disen che avemo avut la paritàma lo stipendio è sempre men che lùson tutte balle semo ancora sfuttàscusate se parliam anche de nùdi questa parità finora quice n’hanno data solo un cicin

O mia bela signurina che stai sempre a laurà dalla sera alla mattina non stai mai coi mani in man Ma non fai una bella vita non te poi manco spusà non arrivi a fine mese, sem d’accord ma el padrun po’ licenzià

Ades la situasin l’è roba magicag’avem anca lo spray al peperoncinperò la vita non è tutta tragicaa volte esageremo un cicinsperem che venga mica la maniade videosorveglà sta parodia O mia bela signurina che stai sempre a laurà dalla sera alla mattina non stai mai coi mani in man Non abbiamo più paura e vi slogherem la man a lezion di karatè noi sem andà state attenti porco can

Informazioni

Parodia della canzone O mia bela madunina, parla in modo ironico della condizione delle donne in ambitolavorativo e non solo. E' stata elaborata il 2 marzo 2019 nel corso di un laboratorio autogestito, nell'ambito dellafesta "Almen nel canto non vogliam padroni!" organizzata dal coro Pane e Guerra di Bergamo a Ponteranica (BG)

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O pillo pillo pì(2004)

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: salentino

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/o-pillo-pillo-pi

Uè caru Pascalinu, caru nunnu Torelassati alli fili vosci lu modu de pensaree tie caru Narducciu quante notti ca nu dormipercé li patruni toi te schiaccianu comuvermie tie caru Franciscu alla scola no' poiandarepercé se sai qualcosa allu patrunu li facemale

Opillopillopì opillopillopàbisogna pur lottare ma per la libertà

E non diciti sempre mundu era e mundu etese non ne domandamu in Vietnam ce sta succedece sta succede in Cile, in Portogallo inPalestinace sta succede all'Africa e a tuttal'Indocinalu mundu se riggira, lu mundu se ribbellapercé ci nu fatica face sempre la vita bellalu mundu se ribbella, lu mundu se riggirapercé ci fatica, nu porta mai na lira

Opillopillopì opillopillopà bisogna pur lottare ma per la libertà

Lu 1970 è già passatocantamu sta canzone per comu fu cantatama tocca cu decimo scusate amici carili problemi de allora su rimasti tali e quali

prima erano italiani costretti ad emigrareosci su l'arbanesi ca traversanu lu marede lu Maruccu all'Africa lu Senegal laTurchiali poveri caminanu ca cercanu la via

Opillopillopì opillopillopà bisogna pur lottare ma per la libertà

Confrontu a sti disastri non me pozzulamentareca a quista Italia nostra nu se more cchiù defamede libertà se parla se continua mò a parlarela libertà al padrone si però de licenziarese la Democrazia Cristiana non c'è chiui'nc'è l'unto del Signore ca è scisu fino aquaie sta sinistra è bona sulu face opposizioneca cu ngarra na mossa pare tene lu terrorecu ste televisioni nu' se capisce nienteprogrammi spazzatura scemuniscenu la genteE quindi per finire ieu tocca cu bu dicuaggiu giratu u mundu qualche cosa aggiucapituaggiu giratu u mundu aggiu visti fiacchi ebonilu cchiù pesciu de tutti ete lu SirvioBerlusconi!

Opillopillopì opillopillopà bisogna pur lottare ma per la libertà

Informazioni

Su di un motivo tradizionale sono state inventate, a partire dagli anni '70 strofe, di protesta e di contenuto politico,da diversi autori. Questa versione compare nel disco "Mazzate pesanti" del gruppo Aramirè, uscito nel 2004.

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pagina 216

Ode al Trattore(2019)

di Veronica Bigontini, Dario FantozziPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: lavoro/capitale, ambiente

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ode-al-trattore

(parlato) Il mi' nonno era un contadino, e prima di lui suo padre e il babbo di suopadre. In famiglia mia eravamo tutti contadini. Poi ci dissero: “Questo è il trattore, vi darà da lavorà'!”

Aralo bene, ararlo forte,sennò il diserbo ti tocca da dà',e tutto quel grano, tutto quel fienosenza veleno non crescerà.Se pensi la terra come una guerracade l'umano, regna il sovrano.

Se pensi la terra come una guerracade l'umano, regna il sovrano,e qui sull'Emilia, senza il trattoreDorina, non ci vai a bè'.

Con il trattore multifunzione,

condizionatore, radio e caffè,trattalo bene, ungilo tuttoché sicuramente vale più di te.

E penso a Sbarbati, l'altro iersera,al buio in collina, a pianger miseria,sopra il trattore, 'un lo volli dire,sembra proprio, proprio un gran re.

In mezzo ai campi, né bestie, né umani,ma solo macchine, polvere e sassi,quel bel manto verde che copre la terracon alberi e fiori, ora non c'è più,ma brulle colline e monoculture,ora il mio orto è l'Ipercoop.

Sopra il trattore, per ogni santoil contadino si vende a Monsanto,nelle terre arate di mezzo mondoc'è un seme morto e non è risorto.

Informazioni

Una canzone di Veronica Bigontini, del gruppo De' Soda Sisters. Una canzone sull'agricoltura dei giorni nostri, fattaprincipalmente di macchie, veleni, monoculture, brevetti e... sfruttamento!

L'abbiamo sentita a Torino il 14 novembre 2019, durante un concerto delle De' Soda Sisters.

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Ode aux casseur/euses(2019)

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: franceseTags: repressione

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ode-aux-casseureuses

En 1789Des gueux ont attaqué les keufsA coups de fourches et de bâtonsIls ont libéré la prisonEt tous les 14 juilletQuand t’applaudis le défiléT’ oublies de dire, j’ me demande pourquoi,Qu’ils ont coupé la tête au roi

Non, non, non Non, non, non C’est pas bien d’casser C’est pas bien d’casser sauf quand on sauf quand on a gagné

Pendant la guerre les maquisardsFaisaient sauter les trains les garesAujourd’hui tu leur rends hommageToujours au passé c’est dommageEt quand aux monuments aux mortsTu les véneres tu les honoresT’oublies de dire que les fascistesLes traitaient de terroristes

Non, non, non Non, non, non C’est pas bien d’casser C’est pas bien d’casser sauf quand on sauf quand on a gagné

1903 les meufs anglaisesAvaient osé c’est balaiseCasser les vitres des entreprises

Et foutre le feu aux églisesEt quand pour les présidentiellesTu loues l’suffrage universelT’oublies de dire c’est pas normalQu’c’est grâce à ça si c’est légal

Non, non, non Non, non, non C’est pas bien d’casser C’est pas bien d’casser sauf quand on sauf quand on a gagné

Quand dans les manifestationsOn dépave les illusionsEt qu’on balance des utopiesA la gueule de la bourgeoisieEn été quand tu vas bronzerQuand tes médocs sont remboursésT’oublies que grâce à cette violenceT’as la sécu et tes vacances

Non, non, non Non, non, non C’est pas bien d’casser C’est pas bien d’casser sauf quand on sauf quand on a gagné

Non, non, non Non, non, non C’est pas bien d’casser C’est pas bien d’casser et on va et on va a gagné

Informazioni

Il coro dei Canulars di Lione ha scritto e composto questa canzone in reazione alla visibilità data ai “violenti” dapolitici e dai media in occasione delle manifestazioni dei gilets jaunes.

Abbiamo ascoltato e raccolto questo canto al Rencontre de Chorale Revolutionaire nel luglio 2019, a Royere deVassivier.

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Omicidi bianchi(2002)

di Marco ChiavistrelliPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: lavoro/capitale

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/omicidi-bianchi

Onora la tenebra, perchè il sole ha giàparlatoe gli umani hanno pianto ed espiato ognipeccato,ma l'ingiustizia e l'inganno resteranno lìper semprein quelle bare allineate, in quei mortiinnocenti,senza poter capire cos'è che ha tolto vita,vita certo un pò ingannevolead un tratto già finitaed infine il vuoto eterno e la pazzia discomparire,perchè non si può fermare, perchè non si puòfermarel'interesse è troppo forte, l'interessetroppo grande,ciò che muove le montagne,

il profitto e l'arroganza, o chi controlla dauna [stanza,e magari si è un pò esposto,e non può tornare indietro, o il castellofranerebbe,e un pò ovunque si saprebbe,che lui ha programmato male, o ha voluto unpòstrafare per vantarsi od apparire,e è lì per tutti il mondo ostile,come un omicidiobianco,un veleno od uno schianto,un frammento od un totale,un leggero od un pesante,omicidio,senza male.

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Operai Invisibili(2007)

di Mirafiori KidzPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: morti sul lavoro

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/operai-invisibili

Nella fabbrica dei ragazzi,linea cinque doppio turnomezzanotte c'è l'infernol'olio esplode lancia fiammetutto intorno prende fuocoche li prende tutti e setteVedo prima Rocco Marzosenza pelle senza faccianon mi vede ma mi sente, dice:dillo tu a mia mogliedille che mi hai vistodille che sto in piedidentro a un denso fumo nerobarcollando se ne vaOperai invisibili

Toni "Ragno" sta bruciandosta bruciando lì per terrae mi sembra di impazzirenon lo posso neanche toccaree non posso fare nientementre il fuoco lo divorae non posso fare nientementre il fuoco lo divoraE poi vedo Beppe e Brunodue fantasmi ancora in piediche non sanno dove andarein che direzione cercare

solo in testa una domandala paura di sapereGuardaci la faccia!Che ci siamo fatti?Operai invisibili

Robi Angelo e Rosariosono a terra tutti e trel'olio frigge non c'è più nientesembra cera che si sciogliesolo voci nella notteche resistono al doloresolo voci nella notteche resistono al doloreStai vicino ai mieidimmi che lo farainon si può morir cosìcon due figli piccolinon pensare a meoccupati di loronon pensare a meoccupati di loroOra un padre sta urlandouna foto stretta in manosta urlando "Bastardi assassini"sotto il braccio ci teniamoe non siamo invisibili, no, non siamoinvisibili

Informazioni

Parla del gravissimo incidente sul lavoro alla Thyssen Krupp di Torino, 6 dicembre 2007, che ha ucciso sette operai,morti per le ustioni. Alcuni subito, altri dopo un’agonia di giorni.

(Segnalato da Armando Casaroli)

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pagina 220

Orizzonti libertari(1997)

di Marco BianchiPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: anarchici

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/orizzonti-libertari

Basta con i canied i padroni:servilismo e sfruttamentosenza condizioni.Intere giornatenelle officinesenza i raggi del solenelle belle mattine,senza neanche capirecosa stiamo facendo.Otto ore in gabbiain cambio di tristi salarîma noi abbiamo altre miree Orizzonti Libertarî

Basta con governie istituzionie i partiti più o menoal servizio dei padroni.Le camere unite,parlamento e senato,mafia e loggea guidare lo stato;garanzia dei bravicittadiniche danno il consenso al candidatoe restano fedeli gregarîma noi abbiamo altre miree Orizzonti Libertarî.

Basta con generali,colonnelli e tenentie scienziati vendutiai mercanti di armamenti;missioni di pacecon i carri armatie popoli inermi

torturati;aiuti umanitarî che celanocolonialismo.È la storia di sempre: terreni bruciatida fascisti militarima noi abbiamo altre miree Orizzonti Libertarî.

Basta con il cleroe il Vaticanoper bruciare al rogochi non è cristiano;cannibali unitinell'eucarestiacontro l'ateismoe l'eresiae l'obolo in chiesase vuoi l'anima salva.E devi riverire il crocifissoche capeggia sugli altarima noi abbiamo altre miree Orizzonti Libertarî.

Né dio, né stato,né servi, né padroni;liberiamoci dalle catenee dalle costrizioni.Abbattiamo i confinie le frontiere,uniamo i coloridelle bandiereper crearne una nuovauniversalee accendiamo la fiaccola dell'Anarchiain modo che su tutti gli oceani e i marisi vedano soltantoOrizzonti Libertarî.

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Otto per mille(1998)

di Pardo FornaciariPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: anticlericali

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/otto-mille

Anche i prelati tengono famiglia di quafamiglia di là famiglia qua e lànon hanno mogli ma cianno dei fratelli qua elàche i quadrini a strozzo dan

i cardinali non sono barattieri di quabarattieri di là barattieri qua e làsono i fratelli che fanno gli usurieri di quagli usurieri qua e là

il cardinale voleva un orinale di quaorinale di là orinale qua e làlargo e smaltato per non farsi male di quaper sedersi a meditar

e lo voleva in ceramica d’arezzo di quad’arezzo di là d’arezzo qua e làun orinale che non aveva prezzo peròcon san gennaro se lo regalòotto per mille se ci riescirifai il miracolo dei pani e dei pesciincassa l’ottoprestalo al momentoe chiedi indietro il mille per cento

Per render de-coroso l’oratorio di quaratorio di là, ratorio qua e làgli ci voleva d’oro l’ostensorio di quaostensorio qua e là

e mentre pre-dicava la speranza di quasperanza di là speranza qua e làriempiva d’oro l’oratorioe la sua stanza di quaoro in stanza qua e là

il cardinale non voleva stare male di quamale di là male qua e làraggranellava qualche soldo in piùprestando a strozzo invece di pregar Gesù

per tempestare di zaffiri la tiara di quala tiara di là la tiara qua e làcon la camorra ragionava di lupara di quadi lupara qua e làotto per mille se ci riescirifai il miracolo dei pani e dei pesciincassa l’ottoprestalo al momentoe chiedi indietro il mille per cento

Informazioni

Storia cantata delle difficoltà in cui si trovò la curia napoletana, verso la fine degli anni '90 del Novecento. Va dettoche il cardinale locale ne uscì totalmente prosciolto da ogni accusa; non così altri implicati nelle malversazioni chevidero i denari dei fedeli (e dell'8x1000) usati per le imprese più azzardate.

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pagina 222

Padreterno@aldilà.com(2005)

di Fausto AmodeiPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: anticlericali, antimilitaristi

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/padreternoaldilacom

Aprendo sul pc la mia caselladella posta elettronica in arrivomi trovo giunto lì alla chetichellaun file di word parecchio impegnativo.

Ho voluto capir chi era il mittentee il suo indirizzo email era il seguentepadreterno@aldilà.com che diavolo sarà?Sarà mica uno scherzo mi son chiestoma ho salvato su hard disk l'intero testo.

Sentite figli cari sentite figli bellisi dà purtroppo il caso e questo dura già daun pezzoche sempre più a sproposito dei vostrofratellimi assillano volendo mettermi di mezzo.

Soltanto per citarvi il caso più recenteun presidente in carica potente e moltoingordovolendo far la guerra a un tale in medioorientegridava ai quattro venti che io pure erod'accordo.

Quel tale in medio oriente da prender con lemolleuno dei dittatori più feroci e sanguinarigiurava ai propri sudditi per trascinar lefolleche io gli avrei sconfitto gli avversari.

E sempre in quelle zone c'è chi conl'esplosivosi fa saltare in mezzo a donne e bimbi inmille pezzisicuro che quel gesto chissà per che motivonon solo io l'approvi ma anzi io l'apprezzi.

Nel campo avverso invece si spingono colonnedi tanks e carri armati ben convinti chissàcomeche anche quando uccidono civili bimbi edonneè una missione sacra che essi compiono a mionome.

Ma adesso mondo boia adesso dico bastalo dico a destra e a manca in alto in basso

fuori [e dentroio sono remissivo e son di buona pastaperò in queste porcate io non c'entro.

Mi chiamino col nome di Jehovah o di Brahmadi Osiride di Baal di Manitù di Allah di Diosmentisco ufficialmente l'incauto cheproclamache ste cazzate le si compia a nome mio.

Sia chiaro che io non c'entro con ibombardamenticon tutti gli attentati soprattutto sesuicidicon le pulizie etniche e analoghi accidenticome le guerre sante oppure come i genocidi.

Con tutte le crociate e similari impresee con tutte le notti di san Bartolomeochi sian fatte per mano di un palestineseoppure di un cristiano o di un ebreo.

Sia chiaro ch'io non c'entro chiunque miabbia chiestola sponsorizzazione di un'azione bellicosamullah o preti o lama per me non fanno testosciamani e ayatollah sono la stessa cosa.

Sia vescovo che abate sia Pope che braminonon han diritto a dare una bandiera al loroDionon archimandrita e non ce l'ha il rabbinoperchè il libero arbitrio sia ben chiaro cel'ho [anch'io.

E state bene attenti voi chierici e voi laicie fateci attenzione perchè se m'arrabbio iosia per i musulmani che per cristiani oebraicifuori d'ogni metafora sarà un'ira di Dio.

C'è infine un caso limite che mi fa proprioaffliggereè quando ste pretese me le avanza unimpostoreallora io m'arrabbio e mando a farsi friggerechi si proclama unto dal Signoreallora io m'arrabbio e mando a farsi friggerechi si proclama unto dal Signore.

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Passerà(1991)

di Giovanna MariniPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/passera

Credevo d'esser nata immortaleche il mondo era da cambiarein un momento e non pensarci più

Oh vita mia, oh vita miaquanto è fatta di pauraquesta mia immobilità

Passerà passeràma la storia chi la fa?

All'ombra di una quercia con gli occhinel cielo che pezzo di serenoavuto in premio a quest'età

Oh vita mia, oh vita miaquanto sarà finta o veraquesta mia serenità

Passerà passeràMa la storia chi la fa?

Contenti delle briciole che ci hanlasciato i potenti attentisolo alla loro continuità

Oh vita mia, oh vita miaquanto si può sopportarequesta finta sazietà

Passerà, passeràMa la storia chi la fa?

Immersi in questo sonno saremorisvegliati un giorno da unsignore che pensava come me

Oh vita mia, Oh vita miaallora sarò io a cambiarela paura passerà

Passerà e sapremola storia chi la fa

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Passerotto ucciso (Dietro il filo spinato della vergogna-Il canto di Sémira Adamu)

di Santo CatanutoPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: emigrazione, repressione

Indirizzo:https://www.ildeposito.org/canti/passerotto-ucciso-dietro-il-filo-spinato-della-vergogna-il-canto-di-semira-adamu

Nel mio paese non contavo nientemio padre m'aveva venduta a un pastoreper quattro soldi ridotta una schiava:sono fuggita lontano, a Bruxellessenza una lira, senza papier.

M'han presa subito all'aerostazionedue poliziotte vestite da uomom'han trascinata in un centro immigratiin un paese di nome Lomé:schiava in Nigeria, internata a Bruxelles.

Sono scappata nascosta dal buioquattro sorelle mi han dato una manosiamo fuggite volando lontanodentro la notte di un Belgio assonnato:non più guardiani né filo spinato.

L'unico modo di vivere in pacedentro un'Europa ostile e razzistaera dar vita a una rete d'amoreera lottare per rompere il ghettoper conquistare un papier maledetto.

Così un mattino, come a Parigi,ci siamo chiuse, protesta, in un tempioma la paura, la forza e il rancoreson belva immonda che tutto distruggee viene ucciso il leone che rugge.

Hanno distrutto il portone centrale:ruspe, bastoni, gendarmeria.Con furia sadica ci han caricatotruppe speciali di poliziae noi come bestie col foglio di via.

Essere liberi dentro l'Europaè solo un sogno senza realtà:si è schiavi in Africa, si è schiavi a Liegi

se sei schedata tra gli illegali.Sei come un passero senza più ali.

Così in un attimo, in un balenomi hanno scortata alla porta di uscitapoi nel furgone a sirene spiegatecon braccia e polsi premuti sul collofino all'aereo già pronto al decollo.

Sette guardiani mi han spinta all'internodue mi tenevano, un altro premevasopra il mio viso un cuscino di lana:forse temendo una negra che urlavacon quel cuscino mi soffocava.

Guardiani d'ordine e d'ingiustiziaresi decreto da menti malate,forti coi deboli, vigliacchi, armatid'odio e rancore per chi non haun attestato di libertà.

Perdevo i sensi, ero senza più fiatoe non vedevo che il buio del niente.No, non credevo che la libera Europavolesse uccidere chi, come me,era soltanto una senza papier.

Salvami, salvami, cuore africano,voglio tornare a guardare lontano.Toglimi, togli questo peso dal viso,fammi ricordare un volto amico, un sorriso.Prendimi, prendimi con mano leggera,portami col vento nella brezza di sera.Lasciami ancora respirare il mio fiatovoglio stare sola sotto a un cielostellato.......

Premono, premono sopra il mio viso:sono ormai soltanto un passerottoucciso........

Informazioni

Semira Adamu, migrante nigeriana, fu uccisa, nel 1998, dai poliziotti che la caricavano sull'aereo per l'espulsioneforzata dal Belgio.

http://archive.indymedia.be/news/2003/12/78634.html

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Pattume(2013)

di GiubbonskyPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: ambiente

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/pattume

Neanche la nebbia potrà celare Questodolore questo tormento

Sarà la rabbia triste che sale O questosenso di estraniamento

Quel vostro sterco quel vostro odorePenetra a lungo negli orifizi

Polvere grigia che ha cancellato Giovani evecchi stessi supplizi

Con che coraggio con che criterio Compratel’anima di un conflitto

Senza vergogna senza ragione Di unsentimento preso in affitto

Non lo sentite questo rumore Questovociare questo schiamazzo

Sono le grida dei nostri cari Per

quella matta pescata nel mazzo

Mescola carte mescola umori Mescola pianomescola forte

Tanto a quel gioco che avete imposto Avremotutti identica morte

Ma noi la spugna non la gettiamo Fateli benequei vostri contiNon ci pieghiamo al vostro destino cuori epolmoni saranno pronti

Ma sì vendete la nostra vita fateci a pezzisaremo in tantiPer ogni scampolo fresco di pelle faremoguerra dai camposanti

Sopra ogni tomba ci sarà un fiore saràinnaffiato dal grande fiumeSaranno rose rosse d’amore e voitenetevi il vostro pattume

Informazioni

Canzone d'amore per la popolazione della mia città natale che combatte contro l'enorme strage senza finecompiuta dei padroni dell'Eternit che hanno seminato morte lucrando sulla polvere d'amianto http://www.afeva.it/http://www.carmillaonline.com/2013/06/14/appello-eternit-un-reportage-tra-torino-e-casale-monferrato/http://www.ilmonferrato.it/processoeternit.php

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pagina 227

Per fortuna c'è il cavaliere(2006)

di Fausto AmodeiPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: comunisti/socialisti, satirici

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/fortuna-ce-il-cavaliere

Io divento vecchio come penso accadaa parecchi miei coetaneie mi accorgo ormai di perdere per stradacerti impulsi più spontanei.

Già da qualche tempo in me non provo gustoa lanciar degli improperie non riesco più a tirar qualche robustobell'insulto come ieri.

No non provo più l'antica sensazioneche ricordo calda e vivaallorchè covavo un po' d'indignazioneo lanciavo un'invettiva.

Chiaro oggetto dei miei strali tempo addietrocerto adesso non l'aduloma da un pezzo non gli grido vade retrotanto meno vaffanculo.

Con una certa preoccupazionemi chiedo non da adessoper quale causa per che ragioneciò possa esser successo.

O l'ideale subì un tracollorapido e repentinooriginato forse dal crollodel muro di Berlino.

O è la vecchiaia che mi ha portatouna saggezza anemicache ad un giudizio vieppiù pacatotoglie ogni vis polemica

Qualche mio amico nutre il sospettodai tratti maliziosiche questi fatti siano l'effettodell'arteriosclerosi.

Ma per fortuna c'è il Cavaliereche da noi vecchi barbagianniil turpiloquio torna a piacerecome se avessimo vent'anni.

Ma per fortuna c'è Berlusconibasta guardarlo bene in facciae torna senza più inibizioniil gusto della parolaccia.

Basta guardarlo che fa il politicocon quel sorriso un po' lapideo

e ti vien voglia anche se stiticodi scacazzare contro il video.

Lordare schermi è un vizio ormaiche coglie chi lo sta a guardaresu reti Mediaset e reti Raie anche in tv satellitare.

Diventando vecchio come chiunque abbiagli anni miei sopra le spallemi dàn solo più fastidio anziché rabbiamascalzoni e rompiballe.

Invecchiando con l'idea d'esser più saggiosi diventa un po' coniglie non so se per paura o per coraggioci si limano gli artigli.

E non oso a volte dire pane al panee neppure vino al vinoné chiamar bastardi i figli di puttanené fascista un ex missino.

Mi succede d'incazzarmi soprattuttoin un ambito privatoe l'incazzatura manca di costruttoe di senso dello Stato.

Le incazzature nei tempi andativenivan naturalisopra argomenti con connotatipolitici e sociali.

Al giorno d'oggi ogni battagliasul pubblico interessepar nulla più che un fuoco di pagliaper far patate lesse.

Chiamar bandito chi fa il briganteassiso a un ministeroè giudicato poco eleganteanche se fosse vero.

Chiamar puttana chi la dà viaall'ombra del palazzosan tutti che non è una bugiama gliene importa un cazzo.

Ma per fortuna c'è il Cavaliereil capoclan forzaitaliotadir che ha la faccia come il sedereti fa sentire patriota.

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pagina 228

Ma per fortuna c'è Berlusconiche mi riporta ai miei vent'anniquando cantavo delle canzoniper dichiarar guerra ai tiranni.

Se fa prescrivere ogni reatose fa annullare tutti i processirafforza il dubbio, già ben fondatoche quei reati li ha commessi.

Con Berlusconi con Bossi e Finicoi corruttori e coi corrottinon si può non esser giacobinio addirittura sanculotti.

Dato che l'età raffredda le passionie confondo un po' i valorii padroni non li chiamo più padronima li chiamo imprenditori.

E la proprietà non pare più sia un furtofatto in danno ai proletaric'è chi afferma che il profitto vada assortoagli onori degli altari.

Il vecchio furore anticapitalistasi è con gli anni un po' smorzatoe c'è sempre meno gente che persistaa dar regole al mercato.

Lo stato borghese noto comitatoagli affari e ai patrimonigià da un pezzo non si sente più accusatod'esser servo dei padroni.

Poveri in canna e ricchi sfondati

devono andar d'accordodi modo che con tassi elevaticresca il prodotto lordo.

Prodotto lordo che è il vero fruttodell'accordo vigentetra i pochi furbi che ne han tuttoe i molti che ne han niente.

L'indice Mib che scende o che saleè l'unico criterioper dir se il mondo va bene o malein modo proprio serio.L'indice Mib che sale o che scendeè un sintomo sicuroda cui il male o il bene dipendesia oggi che in futuro.

Ma per fortuna c'è il Cavalierediventa archetipo esemplaredi chi c'ha i soldi e c'ha il potereche con quei soldi può comprare.

Se questo Ali Babà coi suoi ladronirubando non fa più reatosolo perchè vinte le elezioniil furto l'ha derubricato.

L'impegno anticapitalistamesso in soffitta ma non domonon chiede più d'esser comunistama solamente un galantuomo.

Perchè l'italia si liberassedi quest'eletta compagniapiù che un normale scontro di classeci andrebbe un blitz di polizia.

Informazioni

Presente nell'album omonimo “Per fortuna c’è il cavaliere”. Boriz

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Per i morti dell'Aquiladi Anna Barile

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: italiano

Tags: repressione, terremotoIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/i-morti-dellaquila

Gentile cittadino, fratello aquilanoTeniamoci per mano son sempre giorni tristiTeniamo a mente i nostri 309 mortiMa tanti nostri cari potevano salvarsiDi nuovo un terremotoIn questa terra amara,ha fatto strage sulla faglia intera

A diciannove anni è morto CentofantiPer quelli che non sanno, chiedete agliabruzzesiSon morte Giusy e Genny, amici padri e nonniE ventitre bambini, anche di pochi mesiSon morti sui 20 annicinquantasei studenti,per colpa di incapaci delinquenti

I figli di Parisse, la mamma di CarlettaLa moglie di Vincenzo, Maurizio e BenedettaLa nostra amica Anna, Silvana, ElisabettaLorenzo, suo fratello, Maria, Sandro: un

macello !E sono tanti e tantiChe non si son salvati,perché qualcuno li ha tranquillizzati

Il solo vero amico che abbiamo al fiancoadessoÈ sempre quello stesso: è il vigile del fuocoEd i nemici attuali son sempre ancora uguali:Opportunisti, falchi, mafiosi e camorristiuguale è la canzoneche abbiamo da cantare,ci siamo rotti eppur c’è da lottare

Per tutti noi è ben chiaro che questo sangueamaroRicade non a caso, su guido bertolasoDovremmo tutti quanti averlo sempre avantiPer arginare in tempo abusi e sfruttamentoForza e coraggio alloraSu’ diamoci na smossa,va cancellata ogni zona rossa

Informazioni

Questo canto ci è stato trasmesso da Anna Barile durante il 6° raduno de ilDeposito.org, presso il Circolo GianniBosio a Roma, 19 ottobre 2013. E' una parodia de Per i morti di Reggio Emilia, di Fausto Amodei.

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Per i morti di Lampedusa(2013)

di Marco ChiavistrelliPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: emigrazione

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/i-morti-di-lampedusa

Tu li vedevi davanti al portomentre affogavano tutti nell'olioBossi con Fini ridevano a tortola loro legge li porterà dolo.

Poveri cristi venuti dal nulla,Africa tenera eterna cullacon gli occhi stanchi e le mani sfuggentigiù dentro il buio stelle cadenti.

Stesi sui moli o in capanne più grandison cento, duecento, trecento i migrantison trentamila in ventanni di gioco,gioco europeo che d'inferno ha il fuoco.

Donne e bambini in un unico abbracciogiovani belli con gli occhi di ghiacciolune smarrite in fuga da guerrepresi in ostaggio da i re delle terre.

E dentro l'olio continuano ad andarei pescatori li voglion aiutarescivolan giù come fossero vermisotto il barcone rimangono inermi.

Ti maledico Italia egoistati maledico Europa razzistapiovan su te del cielo gli straliche tu miseria il colore impari.

Vi maledico potenti di nientequei vostri risi e i vostri dentila vostra bocca che sembra una fognal'unica parola adesso è "vergogna".

In cinquecento venivan dal mareforse giustizia e speranza a cercarespade affilate trovaron migrantigiù in fondo al mare riposino santigiù in fondo al mare sono i veri santi.

Informazioni

Canzone dedicata alla strage di migranti avvenuta al largo di Lampedusa, il 3 ottobre 2013, quando un barca con abordo centinaia di migranti che tentavano di raggiungere l'Italia è affondata, uccidendo centinaia di persone.

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Per Sergio(2001)

di Lucilla GaleazziPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: strategia della tensione

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sergio

Perché il vento oramainon ti sfiora più i capelliper i tuoi occhi belliper te amico canterò.

Per i tuoi giorni spezzatinel bel mezzo della vitaper i tuoi figli non natiper te Sergio canterò.

Canterò.... canterò... canteròanche con la gola strettadalla pena canteròperché il canto è una carezzae con la voce... t'accarezzerò.

Per il tuo parlare allegroper la tua pelle leggeracon la mia voce sincera

per te amico canterò.

Per il sole che hai cercatoch'era anche il sole mioma il fantasma del teatroera un assassino.

Canterò.... canterò... canteròanche con la gola strettadalla pena canteròperché il canto è una carezzae con la voce... t'accarezzerò.

Contro quelle mani ciechecontro quella bomba nerache ha svuotato vite piened'ansia di primavera.

Canterò... canterò... canterò.

Informazioni

Canzone di Lucilla Galezzi dedicata a Sergio Secci, una delle vittime dell'attentato alla Stazione di Bologna il 2agosto 1980.

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pagina 232

Perla Nera(2011)

di Fiorenzo GualandrisPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: emigrazione, femministi

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/perla-nera

Non ha garretti - solo un cupo motorenon verde erba - ma il blù profondo delmaresiamo gazzelle - in fuga per lo stessosognoun branco di sogni - che corron sullostesso mare

Vai, dolce Perla Nera,non temere il marelascia il dolore dietro di te

Vai, corri Perla Nera,da una vita interala gazzella fugge con te.

Il sole mi cuoce - spezza la schiena illavororiempio la cesta - di pomodori e sudoreun materasso - gettato a terra per sognaree per cuscino - solo disprezzo eumiliazioni

Via, fuggi Perla Neraverso un' altra frontierada passare ancora più su.

Vai, dolce Perla Neranon temer se a sera

la città si chiude su te.

Che fredda notte - e questo fuoco non miscaldastivali e pelliccia - se mi vedesse qui miopadremi frugan mille mani - artigli a caccia dipiaceremi schiaccian mille corpi - ma non ricordoun solo visoNo, dolce Perla Neranon è questo il sognola gazzella non corre più

Via, fuggi Perla Neradov'è la frontieratra dolore e felicità

Vai, dolce Perla Neracerca la frontieralascia il dolore dietro di teVai, corri Perla Nerada una vita interala gazzella è parte di te.

E' un sogno lo so,solo un sogno peròè solo un sogno,tutto quello che ho.

Informazioni

Canto del repertorio del gruppo di canto sociale e popolare Polenta Violenta.

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Petri(2015)

di Francesco "Ciccio" GiuffridaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: sicilianoIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/petri

La vara navicava supra spaddisulu quattr’ossa e ’n pocu di peddi;e manu fatti di nozzula e caddiocchi scantati comu l’armaleddi.

Occhi chiantati ’n terra, senza celu,e cori arrisiccati dô duluricomu ramagghia pigghiata dô jelu,senza spiranza cchiù’ d’aviri ‘n ciuri.

Spavaldi l’assassini a taliaribraccettu ccu li sbirri e cchê signuri,sicuri ca lu munnu ’un pò canciaria manu ri ’sti quattru zappaturi.

Eppuru ci abbastassi ca nuatriognunu la so petra si purtassi:ittariccilla all’assassini, ê latrie sutta raggia e petri ’i cummigghiassi.

Ognunu la so petra, tutti pari,spartennusi lu pisu, comu frati;vadda lu munnu comu po’ canciari:ppi sempri li mafiusi vurricati.

Ognunu la so petra si purtassiognunu la so petra, tutti pari;e sutta raggia e petri 'i cummigghiassi:vadda lu munnu comu pò canciari.

Informazioni

Questo brano è ispirato a una frase pronunciata da un amico di Placido Rizzotto e riportata da Danilo Dolci in"Racconti siciliani": "Se i contadini che seguivano Placido avrebbero preso una pietra di cento grammi l'uno, liavrebbero annientati questi quattro mafiosi, ma non l'hanno fatto".

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Pidocchi e Profumo(2012)

di Max GreggioPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: satirici

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/pidocchi-e-profumo

Arriva scintillante la berlinaAsfissiando tutti col fumoE la mamma dice alla bambina:“Guarda c’è il ministro Profumo.Comanda la scuolaQuindi comanda anche te”

“Mamma” mormora la bambinaMentre si gratta anche i ginocchi“Dentro la nostra scuolaC’è pieno di pidocchi.Non c’è profumo ma puzzoDi cessi e bidè”

Giace agonizzante la bambina,la mensa l’ha avvelenata!Che per risparmiare sulla spesaC’era tutta roba avariata.Accorre il GovernoMa non c’è niente da far!

“Guarda” mormora la bambinaMentre pieni di pianto ha gli occhi“ … con quello che ho mangiatoSon morti anche i pidocchi!”Piange il Ministro ForneroStringendola al cuor!...

Informazioni

Parodia della canzonetta "Balocchi e profumi" (1928, E.A. Mario)

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pagina 235

Porrajmos (Si bruci la luna)(2017)

di Alessio LegaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: campi di concentramento

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/porrajmos-si-bruci-la-luna

Che fastidio questa luna...da mille anni sulla terrasenza mai fondare statosenza mai portare guerrasenza mai fondare banchenon accumulando nientequalche volta anche rubandoper campare la sua gente…

E poi via di balza in balza,che la luna non si fermacoi suoi carri e via sobbalza,luna che tira di scherma

coi suoi raggi inargentati,quell’argento maledetto –dentro il cuore dei soldati,gli agitava tutto il petto»

Come il cuore non si arresta come il tempo non aspetta come tutto è una gran festa movimento, amore, fretta...

Si bruci anche la luna con le stelleche di noi non han rispettoche attraversa il buio e ride,che non ha sale d’aspetto

così dissero i nazistiquando chiusero la gabbiadegli zingari nel campodi risiera di San Sabba

Si bruci anche la luna misteriosache sa leggere le cartesul violino della sposasulla giostra che ripartecosì dissero i fascistiin difesa della razza

così vollero i razzistidella scienza che ti ammazza.

Così vollero fermare quel gran viaggio della vita così vollero bruciare la speranza inaridita.

Rimasero i campi deserti e il cielo disabitato i vivi più morti dei morti nel crematorio di Stato. Quei pochi tornarono al viaggio nemmeno un momento di gloria “Porrajmos” ma un nome selvaggio non soldi, rispetto o memoria ripresero i carri più lenti «parlare dei morti è sfortuna» stringendo il silenzio fra i denti una cicatrice di luna.

Ma in cielo una ferita resta apertanel bel mondo ch’è rinatoche si scorda sempre tuttoper ripetere il passato

questa pioggia che cadendopare proprio abbia gridatoc’è un Porrajmos dentro il campoche anche oggi han sgomberato

E brucia ancora luna, brucia ancoradentro il mondo che è lo stessoDove chi non sa non puònon vuole stare al compromesso

è uno zingaro, un nemico,è un colpevole, un diversoe tu luna brucia ancorabrucia sempre brucia adesso…

Informazioni

Un canto dedicato al Porrajmos e alla persecuzione del popolo rom.

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pagina 236

Posti spostatidi Anna Barile

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: italianoTags: terremoto

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/posti-spostati

Io cerco casa mia, la cerco e non la trovoForse ho sbagliato via chissà dove saràparapappa papapa’

Io cerco il mio vicino, lo cerco e non lotrovoMo’ abita a Pettino, chissà come staràparapappa papapa’

Io cerco il mio oculista lo cerco e non lotrovoPe’ misurà la vista chissà come faròporopoppo popopo’

E l’Ufficio Postale lo cerco e non lo trovo

Stava su quel piazzale chissà dove saràparapappa papapa’

Ti cerco figlia mia ti cerco dalle noveMo stai alle scuole nuove chissà dove saranparapappa papapan’

Io cerco la mia banca ma adesso sono stancaSto viver qui mi sfianca ... li possinoacciaccà...!!!parapappapapapa’parapappapapapa’(benvenuti al circo mediatico...!!!)parapappapapapa’

Informazioni

Questo canto ci è stato trasmesso da Anna Barile durante il 6° raduno de ilDeposito.org, presso il Circolo GianniBosio a Roma, 19 ottobre 2013. E' una parodia della canzone Io cerco la Titina

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Poveri partigiani(2007)

di Ascanio CelestiniPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: antifascisti, antimilitaristi

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/poveri-partigiani

Poveri partigiani portati in processione,nei telegiornali, alla televisione,sopravvissuti un tempo alle fosse comuni,ma seppelliti in questo tempodall’informazione.

Sfilano il 25 aprile, con le medaglie appesealle bandiereaccanto alle mogli dei sottosegretari appenauscite dal parrucchieredicono sottovoce: “viva la costituzionema adesso è tardi mi chiude la posta... devoprendere la pensione…”

Poveri deportati che mostrano la matricolaalle telecameretra una pubblicità e l’altra il tetrotatuaggio“questo sterminio vi è gentilmente offertoda una bibita gassata e da un famosoformaggio”

Poveri nomi e cognomi dei caduti di tutte leguerreche stanno sempre sulla bocca degli onorevolipoliticicon tutti quei morti in bocca c'avrannosicuramente un alito pesante

la loro lingua è un camposanto... doveresuscitano ogni tanto…

Poveri morti di Nassiriya che forse cicredevano davverochi muore muore con onore... chi sopravvivevive nel dolorepovero Nicola Calipari che gli hanno pureintitolato un’isola pedonalesarà contenta la moglie che ha sposatouna zona a traffico limitato?

Poveri parenti degli eroi, che almeno per ungiornosono stati eroi anche loro, nei funerali inmondovisionema appena il giorno dopo, erano morti ancheloro…erano morti… che ricordavano altri morti.

Ma voi:

Ricordate i morti ma ricordateli viviRicordate i morti ma ricordateli viviRicordate i morti ma ricordateli viviRicordate i morti ma ricordateli viviRicordate i morti ma ricordateli vivi….

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pagina 238

Precario se more [1](2010)

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: campano

Tags: lavoro/capitaleIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/precario-se-more-1

Amme pigliate chitarre e tammurepecchè sta musica s'ha da cagnàsimm' insegnant' e facimmo culturae contr’e taglie vulimme cantà

Hanno tagliato 'a scola e istruzionepecchè ‘e sturiente nun s’hanna 'mparàoi Mariastella mò siente stu tuono:a scola è a nosta e nun s'ha da tuccà

Tutt' e precarie, maeste e mpiegatese so' scetat' e mo stann' a luttàsi nun ce molla pur'o sindacato'a voce nosta cuntinua a s'aizà

A chi cumanna fa schifo 'a culturapecchè chi studia nun se pò mbrugliàchi vò tenè ignorante 'e ccriatur'è stu guverno ch'avimm' 'a caccià

Tutt'e bidelle e tutt'e prufessuretutt'e precarie hamma stabbilizzàlevammece 'o bavaglio r'a voccaca chi ce taglia 'n ce vò fa parlà.

'Omm' s' nasc' precario s' mor'ma fin' all'ultm' avimma luttà'a cunuscenza è 'o cchiù bellu sciorema è 'na jastemma sta riforma ccà.

Informazioni

Canto estemporaneo intonato da amici, perciò autore ignoto o anonimo, su musica e metrica di Brigante se more,di Eugenio Bennato

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Precario se more [2](2011)

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: campano

Tags: lavoro/capitale, scuola/universitàIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/precario-se-more-2

Ammo pusato chitarre e tamburopecché 'sta musica s'adda cagnàsimmo studenti e facimmo paura,c’o pugno aizato vullimmo cantà

E mo cantammo sta nova canzonetutta la gente se l'adda 'mparanun ce ne fotte d'u Berluscone,'a scola è 'a nostra e nun s'adda tuccà

Tutte e’ uagliune ind’a piazza iettatise so' scetati e vonno luttàpure a Barbagia mo s'è arrevotatae stu nemico 'o facimmo tremmà

Chi ha visto a freccia s'è miso pauranun sape buono qual è a veritàa peggia freccia ca trafigg 'o coreè la Gelmini c'avimma caccià

E mo facimm’ sta rivoluzionesi ‘a nosta scola vulimmo sarvàarrevutammo tutt’a situazionenui simma freccia e putimm’ cagnà

Omme se nasce, precario se more,ma fino all'ultimo avimma luttàe nunn è sulo p’avè n’istruzioneca c’ jocamm’ pur’ a libertà.

Informazioni

Diffusosi fra i compagni e le compagne dell'Unione degli Studenti nelle manifestazioni verso lo sciopero generale.

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pagina 240

Professori della Bocconi(2012)

di Francesco "Ciccio" GiuffridaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: satirici

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/professori-della-bocconi

Professori della Bocconidi bocconi avvelenatisiete proprio sepolcri imbiancatimacellate, ma con sobrietà.

Una frase costante alle labbra “È l’Europa che ce lo chiede”Bell’Europa! Del resto si vede:sfruttamento e precarietà.

Come mai l’Europa non chiededi arrestar chi non paga le tasseviene meglio a spolpare le massetanto poi la chiamate equità.

Si colpisca allor chi lavorascuola pubblica, arte, pensionie la scienza, le retribuzioni,la cultura e la sanità.

Un po’ d’IVA in più Ecco l’IMU è qua Poggia lì Piglia qui Metti l’IMU là Cresce l’IVA sì sì Giù le tasse no no Tutto questo durare non può

Ogni anno son mille i cadutinella guerra dello sfruttamentoma io Europa non vedo e non sentoe non voglio nemmeno parlar.

Comandava una volta chi avevail coltello col manico in manoed invece non vi sembri stranooggi è l’elsa che devi impugnar.

Ché di Damocle pende una spadasopra il popolo stanco ed oppressoda furbetti che chiaman progresso

liberismo e schiavitù.

Coccodrilla di antiche paluditu nel torbido ami pescaree vorresti pure ingoiaretutta intera la Costituzion.

Un po’ d’IVA in più Ecco l’IMU è qua Poggia lì Piglia qui Metti l’IMU là Cresce l’IVA sì sì Giù le tasse no no Tutto questo durare non può

Hai il cervello a unico sensodepredare i lavoratorie concedere i tuoi favorial padrone che li apprezzerà.

Dopo giorni di trattativehai concluso davvero col botto:“Che sparisca per sempre il 18”Licenziare in libertà.

La funzione dei sindacatiè esaurita e questo è tutto!Esaurita sei tu, ma di brutto,vedi di farti ricoverar.

Sempre pronti a dare lezioniimbroglioni dalla mano lestama dovrà pur finire la festanoi Italiani non vi meritiam.

Un po’ d’IVA in più Ecco l’IMU è qua Poggia lì Piglia qui Metti l’IMU là Cresce l’IVA sì sì Giù le tasse no no Tutto questo durare non può

Informazioni

Sull'aria della Badoglieide

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Quattro passi più in là(2007)

di Sandra BoninelliPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/quattro-passi-piu-la

Oggi parti mia cara amicate ne vai lontano da me,lasci tutto e non riesci a parlare,c'è un oceano dentro di te.

Dai uno sguardo al tuo passato.un sorriso e poi scendi giù,la collina che segna il confineha un pensiero d'amore più in là.

Quante volte ti ha visto cadere,ma stavolta, stavolta rimani su;alzi il viso, ti metti a pensare,questa volta, questa volta o mai più!

Che i colori degli ultimi giorni,ti rimangano dentro nel cuor,scalci i passi che abbiamo imparato,ciao a presto, io t'aspetterò!

E non smettere mai di lottare,tutto è giusto se c'è dignità!cara amica che hai scelto di andare,quattro passi, quattro passi più in là.

Non confondermi mai con nessuna,non cercarmi perchè io ci sarò;tutto il bene,tutto il male,il vero, il falso, ti racconterò!

E le canzoni che abbiamo cantato,son rimaste dentro nel cuor;son segreti, sono parole,sono formule d'amore per noi!

Io ti voglio sentire contenta,che una nuova stagione verrà!sarà forte, più bella, più chiara,quattro passi, quattro passi più in là!

Non confonderti mai con nessuno,tu sei unica soltanto per me,sei un gioco lasciato in sospeso,quattro passi, quattro passi con te!

Che i colori degli ultimi giorni,ci rimangano dentro nel cuor,questo amore lasciato in sospeso!quattro passi, quattro passi, io ti canterò!

Informazioni

Canto-dialogo dedicato alla ricercatrice e musicista toscana Caterina Bueno.

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Quelli della Valsusa(2006)

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: italiano

Tags: no tavIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/quelli-della-valsusa

Siam la gente di queste contradeSiam fratelli sul libero suolSiamo quelli della Valsusa ed abbiamo un bel sogno nel cuorSiamo quelli della Valsusae quel sogno ci parla d’amor.

Dalla Sacra al RocciameloneDalla piana alle balze scosceseNoi siam gente di poche preteseMa nessuno tradirci dovrà!Noi vogliamo che tutte le gentiSiano libere dai prepotentiSiamo quelli della Valsusa,se lottiam lo facciam con onorSiamo quelli della Valsusa,qui è sbocciato un bellissimo fior.

Nelle estati assolate ai presidiNelle notti gelate a Venaus

Noi a tutti abbiamo mostratoChe sperar si può ancor, BOIA FAUS!Nella lotta ci siamo trovatiPiù fratelli e più uniti che maiSiamo quelli della Valsusa,su di noi tu contare potraiSiamo quelli della Valsusa,noi non ti tradiremo mai!

Noi faremo di questa vallataUn giardino per chi lo vorràNel rispetto di tutto il creatoQui chiunque venire potrà!Non esiste soltanto il profittoSenza scrupoli e senza pietàE la gente della Valsusaa tutto il mondomostrar lo saprà bisNoi siam quelli della Valsusa,nostro sogno è la LIBERTA’!

Informazioni

Segnalata da Maria Rollero

Canzone del movimento NO TAV della Valle di Susa.Testo: Mariano Goitre. Musica: canzone dei coscritti di Mompantero (TO)

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Rachel Corrie(2004)

di Alessio LegaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: antimilitaristi

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/rachel-corrie

Ragazza mia, le disse il cingolatoChi te l'ha detto di venirti a cacciareFin dove le mie ruote hanno azzannatoLa tua fragilità di respirare.

Non vedi? È sufficiente un piede soloSul pedale dell'accelerazionePer sprofondarti morta dentro al suoloPer soffocare la tua ribellione

Ragazza mia, diceva poi il soldatoCon gli occhi vuoti e i pugni sul volanteIo non t'ho vista, non ho mai guardatoOltre questa divisa non c'è niente

Ci sono un po' di ordini e folliaEd anche un po' di odio personaleSe ho calpestato un fiore sulla viaPresenta il tuo rapporto al generale

Ragazza mia, chi te l'ha fatto fareDiceva una famiglia ad un balconeCon altre centomila a domandareUna risposta alla televisione

Ragazza mia perché, di chi sei figliaE poi non hai lasciato manco un rigoSi chiese centomila e una famigliaChiudendo la coscienza dentro al frigo

Ragazza mia, ma ci hai pensato bene

Tuonava il ministero del progressoQui non si torna indietro non convieneDiceva andando dritto verso il cesso

La conferenza stampa al cimiteroChiarì che non si va contro la storiaRagazza mia, le disse l'uomo neroChiudiamo nella tomba la memoria

Ragazza mia, concluse il presidenteLa libertà di fare quel che hai fattoA me, così orgoglioso del presentePerchè hai voluto rompere il contratto?

La mia ragazza che t'ho regalatoTi prova quant'è libero il paeseDiceva il presidente al cingolatoE non staremo a chiederti le spese!

Ragazza, infine disse la sua mortePerchè a ventitre anni mi chiamaviDal fango delle strade più contorteLontana dagli dei e dagli schiavi

Signora mia, le chiedo scusa, sorryL'amore non m'ha dato via d'uscitaM'ha detto corri fuori Rachel CorrieC'è solo da rincorrere la vitaM'ha detto corri fuori RachelCerchiamo di raggiungere la vitaM'ha detto corri ...Proviamoci a proteggere la vita

Informazioni

«Rachel Corrie era una ragazza americana travolta e uccisa a 23 anni da una ruspa dell’esercito israeliano mentretentava di opporsi alla distruzione delle case nei villaggi palestinesi nella striscia di Gaza. La struttura del testo èispirata a una formula popolare tipica della ballata scozzese.» (Alessio Lega)

http://www.rachelcorrie.org

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pagina 244

RepentiNo(2016)

di Arricardu PitauPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: sardoTags: referendum

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/repentino

Chi teneis passientzia mi depeis ascutaica de totu cantus est in giogu su destinue po sinnali foti depeus torrai scedaSu cuatru de idas depeus votaipo su referendum de cussu fiorentinue deu sciu giai ita ponni in sa schedaseus andendu mali medaoit protegi s'arrialiseus andendu meda mali cudda lista estcancellendumeda mali seus andendu aici mancu su fascistacancellendu est cudda lista po evadi istassas francuaici su fascista mancu e chi è' a s'esterufelicimancu su fascista aici dd olit ponni leiarestifelici chi a s'ester'esti po dd acapiai supeiddi olit ponni aresti lei po no depiespatriaisu pei po dd acapiai prontu trassas a cuncepiespatriai po no depi a nat ca abasciat istassasprontu a cuncepi trassas istrinas rilasciatis tassas narat ca abasciat a sa stampadichiaratca abasciat is tassas narat ma de palla estpampa

dichiarat a sa stampa e bogat burrumballama sa pampa est de palla fait contus farsus egiogate burrumballa bogat ca si pigat po tontusgiogat e fait farsus contus ma is risultausfunt iscarsusgiogat e fait contus farsus ma ca NO ditorrausscarsus funt is risultausaici est su contu de Renzi su presidentiat bogau su referendum e po cussu ge votausperou sa costitutzioni 'olit difendia de sagentie chi su cuatru de idas a s'urna sipresentauspo ddi torrai ca nou e mi parit cosa urgentica sinou prus che a prima mali as essi pigause deu cudda matita in sa scheda prepotentisidda cracu me is nous ca ant essi contegiause isperu chi su Nou chi ndi bessat bincentie potzaus nai a renzi “cust'orta no s'asfrigaus”est una cosa seria ca deu bollu ardentementipoita chi bincit su si e ge mi papu is figauspo custu a su segiu arrespundu presentie chi beneis osatrus totus impari votauspo cussu a chi nat ca Nou e ddu pregugentilmentisi tocat chi andeus e ca Nou votaus

Informazioni

Un componimento in sardo per il "No" al referendum costituzionale confermativo, 4 dicembre 2016, della riformavoluta dal governo Renzi.

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Resistenza e amore(2004)

di Alessio LegaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/resistenza-e-amore

E di chi altri dotrei cantareSe non del mio sogno più belloLa bambola che sa lottare

A chi posso dire che quelloSpazio in cui lei si muoveSi anima e scuote nel ballo

Ah, terremotoDi questa mia esistenzaTranquilla, tranquillaTristezza e camomilla

Ah, fortunatoIn tutta questa assenzaDi quiete e di lavoroTrovar la vena d’oroD’amore e resistenza.

E a chi mai potrei rivolgereIl mio pensiero segretoLa necessità di risorgere

Mi ha spinto e annaspo sul gretoE attendo la piena del fiumeE a te fiume io sono grato

Ah, tenerezzaScomposta, scompigliataQuanta allegriaChe splendida follia

Ah luce d’occhiE splendida risataLa piaga in fondo al cuoreDi resistenza e amore

Di resistenza e amore

Informazioni

"Nella miseria delle otto ore giornaliere di fronte al computer il primo atto di resistenza è ancora quellod’innamorarsi, senza speranza e condizioni. Mi dispiace solo che, per iscritto, questo titolo perda quell’ambiguitàche fa si che la e che sta fra la parola resistenza e la parola amore possa essere congiunzione, ma possa ancheessere verbo." (Alessio Lega)http://www.alessiolega.it

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pagina 246

Ricordo il tempoPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: femministi, repressione

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ricordo-il-tempo

Ricordo il tempo di Benvegnudadetta Pincinella di terra di Navestrega qual fu brusada,brusada come legna verda,brusada come l’erba secca,ma niente di questa storia può dirsi,niente può dirsi vero.

Oggi davanti alla chiesa di Navec’è una donna vestita di biancocon croci rosse sul petto,chi entra e chi esce la vede.

Lei piange e si vergogna.La gente di valle Camonica va a messae la fa finta di niente...

Ha medicato quelli stregati,ha insegnato a disperdere li puti,ha fatto incentamenti d’amore,incantamenti per rompere la fede,grandi magie per tutto il paesee il suo compagno si dice era il diavolo;la gente aveva paura,la gente aveva paura.

Informazioni

Benvegnuda nasce a Nave (Brescia) nella seconda metà del 1440. A causa della statura piccola e della corporaturaesile viene sopranominata Pincinella. Figlia di un pastore pascola tutti i giorni il gregge e nel frattempo osserva lepiante, le studia, le assaggia e comincia a scoprirne le qualità curative. Grazie a questa cionoscenza in paese sirivolgono a lei per guarire malattie anche difficilmente curabili dalla scienza dell'epoca. La sua fama valica laValcamonica e, attraverso la delazione di una donna invidiosa, giunge all'Inquisizione che la processa con l'accusadi praticare la stregoneria. Nonostante i cento e più testimoni in difesa, l'Inquisitore la condanna al rogo.Benvegnuda viene bruciata a Brescia, sulla piazza della Loggia, nell'anno 1518

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pagina 247

Risaie(2007)

di Alessio LegaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: lavoro/capitale, risaia/mondine

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/risaie

Va come Cristo un treno sopra l’acquala gazza è lì posata che non pesasta tutta ristagnante una risaccadella memoria in polvere sospesa…

Risaie, risaie, risaie, risaiei chicchi bianchi della fame nerarisaie, risaie e polvere in terra fra i sassi alla stazione di Novara.

Il corpo della Mangano si sfaldaIn fondo alla farina di ‘sti granirincorre l’onda soffocante e caldadel blues che ci cantava la Daffini.

Risaie, risaie, risaie, risaiela croce della fame che sta fissarisaie, rintocchi dei giorni di festa,odore di campane e di panissa.

E vanno ancora tristi sul lavoroqueste mondine al duro faticareprecari che non sognano più in corosfruttati che non sanno più cantare.

Risaie, risaie, risaie, risaiedi noia che ci abbraccia e fa fratellirisaie invasate di gioia e dolorefin dall’acciottolarsi di Vercelli.

Informazioni

Nessuno canta più, e un lavoratore che non canta è ancora più sfruttato. (Alessio Lega)

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Rise Up [No Gelmini](2008)

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: italiano

Tags: lavoro/capitale, scuola/universitàIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/rise-no-gelmini

Maestri unici in qualitàe non in quantità

La politica occupa vitenoi occupiamo le facoltà

Sale la ribellione la sua forzami ha sedotto

Nel parlamento la leggenelle strade il '68

Tremonti fa più tagliche un oste in osteria

Ridurre gli sprechi nella scuolaper aumentarli in polizia

Dell'orrendo ventenniopare ci sia nostalgia

Bambini in grembiuliniun unico maestro in regia

Han buttato nel cesso50 anni di pedagogia

Per gli straniere un'altra scuolaun altro futuro un'altra via

Test d'ingresso questaè la loro integrazione

Scambian democraziacon la repressione.

Noi non abbiam paura mai Rise up La crisi non la paghiamo noi Rise up La lotta sarà dura ormai Rise up For my people say Rise up

Tagli del personaleblocco delle assunzioni

Aumentano i precaridiminuiscono le iscrizioni

Le università sonpiù simili a fondazioniLa ricerca è liberadi seguire nuovi padroni

E' la scuola di elitche piace tanto a Berlusconi

Solo un dittatorenon accetta discussioni

Ministri delle riformeper gli esami vanno a sud

Per le prossime riformenoi vogliamo Robin Hood

Se non capisce la protestaper cui mi impegno

Date alla Gelminiun insegnate di sostegno

Una scuola chiusaè una prigione aperta

Bocciate per condottail p2ista che governa

Non voglio voti in decimie come postilla

Non è la scuola della Gelminiquesta è quella dei balilla

Non voglio voti in decimie come postilla

Non è la scuola della Gelminiquesta è quella dei balilla

Noi non abbiam paura mai Rise up La crisi non la paghiamo noi Rise up La lotta sarà dura ormai Rise up For my people say offline

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pagina 249

Informazioni

La canzone ha fatto da colonna sonora al corteo promosso dagli studenti contro la Gelmini il 30 ottobre 2008 aUdine. L'iniziativa "istantanea" di Dj Tubet che ha prodotto una Rise Up (No Gelmini) nello spazio di una notte, conl'aiuto del preziosissimo Paolo Baldini dietro al mixer e sul riddim.

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Rom Tiriac rom (Tor de' cenci)(1998)

di Ivan Della MeaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: emigrazione

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/rom-tiriac-rom-tor-de-cenci

Danilovi? il serbo ha casa in Krajina;Andri?, croato armato, lo caccia dalla casa,con mitra deutschebank gli ruba anche laterraDanilovi? fugge, e questa è la guerra.

Rom Tiriac, Rom ha casa vicino a Sarajevo;Rom Tiriac ha moglie e figli, e suona il suoviolino.Danilovi? il serbo arriva, ed è mattino;gli ruba casa e terra, e questa è la guerra.

Rom Tiriac, Rom raccatta famiglia e pochistracci,- migra migrante migra- e giunge qui da noi,a Roma fuori porta, in sito Tor de' Cenci,città di Dio, di papa e di cristiane genti.

Rom Tiriac fa baracca, spartisce poco panecondito con dovizia di sporco e di fame,spartisce con i cani, spartisce con i ratti;Rom Tiriac suona come i disperati e i matti.

Rom Tiriac suona tutto, sia walzer polka osamba,il Borgomastro arriva con ruspe e concaramba,

ha l'occhio fermo, zombie, da Uomo delDestino,è l'occhio del potente, fra il trucido e ilcretino;ha l'occhio fermo, zombie, da Uomo delDestino,è l'occhio del potente, fra il trucido e ilcretino.

È l'alba della legge e del passamontagna,del nero che nasconde violenze e suavergogna,distruggono baracche, la ruspa fa la storia;Rom Tiriac ora è nulla, è solo una memoria.

Memoria della casa sua e della sua terra,ma c'è un ministro Bianco con la sua santaguerra;ricaccia a Sarajevo Rom Tiriac col violino,letteratura vuole sia questo il suo destino;- migra, migrante, migra -. "Gloria inexcelsis Deo",il Borgomastro canta, e questo è il Giubileo.

- Migra, migrante, migra -. "Gloria inexcelsis Deo",il Borgomastro canta, e questo è il giubileo.

Informazioni

Roma, Marzo 2000. In vista del Giubileo il ministro degli interni Bianco e il sindaco di Rutelli decidono un giro di vitesu tutto ciò che non è conforme e ordinano uno sgombero al campo rom di tor de'cenci. La notte del 3 Marzo, dopole identificazioni e gli accertamenti, 37 rom vengono deportati in bosnia. 24 sono minorenni, 15 nati in Italia, nonhanno mai visto il loro "paese d'origine". Della Mea scrive questa canzone, pubblicata su Liberazione a marzo del2000 e poi inclusa nell'album "La Cantagranda" nell'autunno dello stesso anno. Esistono traduzioni in serbo,croato,romeno e ungherese.

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Rosa Bianca(2005)

di Alessio LegaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: antifascisti

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/rosa-bianca

Rosa, Rosa Bianca, dove sei svanitason tornati i fiori sulla passeggiataqui la vita intera sembra rifioritaqui fra i rampicanti della risalitafra tutti rimpianti c’è qualcosa in piùcon tutti gli assenti manchi pure tu.Vedi sono assentecanti una canzonesenti tutti i piantifin dal carrozzonetenti tutti i canti, cosa fai? Ti muovi?Cosa fai? Ti fermi e aspetti i tempi buoni?Cosa fai? Ti fermi e resti bello stanco?Cosa vedi quando guardi un uomo affianco?”.

Rosa Bianca, Rosa, bianca e coraggiosati pareva il caso, ti sembrava cosa?quanto poco tempo, tanto quanto amorequando t’hanno detto qui chi ama muorequanti fiori al vento, come fogli in volosopra i passi svelti dell’amore solo.

Se l’amore fuggevallo ad inseguirequando arriva il tempocosa vuoi capire…Avrei preferito aspettare seraper avere tempo per la primaverapure mi son scelta d’essere cosìpure sono fiera di esser stata lì…Ora sopra il muroproprio affianco al nomepassan gli studentivanno alla lezione.Tornan gli studenti e se ne vanno a casae la luna bianca tinge il cielo rosae la luna stinge, poi si va posarecome un foglio bianco che non puoi strappare.

Oggi c’era un sole che mandava bracic’eran due ragazzi che si danno i bacic’era un cielo splendido e un ricordo amarom’è sembrato tutto, tutto molto chiarom’è sembrato chiaro, bello e senza etàcome rose bianche della libertà.

Informazioni

La Rosa bianca fu un gruppo di ragazzi che iniziò da solo la resistenza al nazismo nel giugno 1942 nell’università diMonaco. Furono tutti presi e uccisi. Oggi gli studenti di quell’università, mentre vanno a lezione, passano davanti albusto della ventiduenne Sophie Scholl. Questa è una canzone d’amore per lei.(Alessio Lega)

La rosa bianca

Sophie Scholl

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pagina 252

Rosa's lovely daughters(2000)

di Robb JohnsonPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: ingleseTags: femministi

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/rosas-lovely-daughters

Who’s that walking miles for water?Who’s that sweat-shoppin’ all the day long?In the hot south, in the cold northWho are these so proud and strong?From the workbench in the back roomTo the cradle to the side of the bedFrom the mad mothers to the peace campersWho are these seeing red?

These are Rosa’s lovely daughters These are no man’s blushing bride These are Rosa’s lovely daughters And they will not be denied

Well their fathers handshake their bargainsAnd their good wives stand around and theyweepBut their hearts sing when they’re dancing:‘We are no man’s to give or keep!’

These are Rosa’s lovely daughters These are no man’s blushing bride These are Rosa’s lovely daughters And they will not be denied

Wearing white scarves in the plazaBurning pass-books in the centre of townWe are wildfire in the backyardAnd the big white house is a-burning down

These are Rosa’s lovely daughters These are no man’s blushing bride These are Rosa’s lovely daughters And they will not be denied

We are Rosa’s lovely daughters We are no man’s blushing bride We are Rosa’s lovely daughters And we will not be denied

Informazioni

Canzone dedicata alle "adorabili figlie di Rosa (Luxemburg)", le donne coraggiose che nella vita quotidiana e nellamilitanza portano avanti gli ideali di giustizia ed emancipazione della rivoluzionaria tedesca. Queste donne sonoad esempio le madri di paza de Mayo (le mad mothers, che indossano white scarves), le militanti pacifiste (peacecampers), le donne sudafricane che bruciarono i loro lasciapassare in piazza (burning pass-books in the centre oftown).

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pagina 253

Rosso un fiore(1997)

di Ivan Della MeaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: comunisti/socialisti

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/rosso-un-fiore

Mi hanno detto: il comunismoè la fonte di ogni malemi hanno detto: è assassinoè tiranno è bestiale

mi hanno detto: sì è la tombad'ogni vera libertàe non c'è democraziadove il rosso ancora sta

ma io che ti penso sempre e ti cerco con amore io ti sogno ancora come un segno rosso rosso un fiore io ti sogno ancora come un segno rosso rosso un fiore

Niente eroi né ideologiee vien facile la rimachi sapeva poche balleperché non l' ha detto prima

prima che la nostra ideacosì rossa e così pazzaci portasse a lottaree a morire in ogni piazza

ma io che ti penso sempre...

M' hanno detto si può faredi bei fiori una gran serra

dando a democraziaacquanuova e nuova terra

mi sta bene ma io dico:non facciamo confusionese io sto con chi lavoraio non sto con il padrone

e io che ti penso sempre...

Noi abbiamo un bell'ortoche può crescere assai benese ci lavoriamo tuttidico tutti quanti assieme

senza voglie di poterepersonale e opportunismose vogliamo questo, bene,io lo chiamo comunismo

Perché io ti penso sempre e ti cerco con amore e ti sogno ancora come un segno rosso rosso un fiore

ma io che ti penso sempre e ti cerco con amore io ti sogno ancora come un segno rosso rosso un fiore io ti sogno ancora come un segno rosso rosso un fiore

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pagina 254

Rue de Panamedi Les Ogres de Barback

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: francese

Tags: anarchici, satiriciIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/rue-de-paname

Dans une rue de Panam,Eerran au bord de l'eauJ'fu-mais mon Amsterdampour finir... au bistrotY'avait la deux trois femmesqui- faisaient le tapinMoi- j'aiguisais ma lamepour planter les rupins

Les gens de mon quartierles touristes et les viellardsaim-ent bien s'pro-menerle long des grands boulevardsIls achètent des souvenirs-des tour Eiffels en plastiqueLessal-timbanques les font rireMais faudrait qu'on leur explique

Qu'iil y a d'la merde partoutde la dro-gue mais surtoutdes jeun-esen galèrequi trafi-quent la misèreMais j'doi bien avouer-que j'y passe toutes mes journéesC'est que parfois a Parisc'est la joie et la folie

Mais croyez moi bientotles flics a-uront du boulotcar tout les vagabondsparlent dee révolutionùn jour toutes nos chansonsOuais vous désarmeronsIl n'y aura plu qu'la folieLa joie .... et l'ANARCHIE !

Informazioni

Panam è il modo in cui viene chiamata Parigi in argot. In Francia la conoscono tutti ed è spesso cantata e suonatanelle manifestazioni (Lorenzo Valera - Voci di mezzo -Milano)

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pagina 255

S'ora de su fusile(2013)

di TzokuPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: sardoTags: comunisti/socialisti

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sora-de-su-fusile

Tottu su mundhu est in framasdae s' Africa a s' America Latinasa Palestina juta a sa ganamanifestamuse nos secana s'iskinain totue sos populoski pikene cussentziae falen in sas prathaskin sa zusta violenzae tandho...

Itte keres de prus cumpantzu pro iskire ki est sonata s'ora e su fusile?

Bancas amerikanasnos jukene a sa ganasas bancas europeasnos jukene peleascusta democraziaa sos populos no piaghetti petin cumprendhoniupro ti mantenner bonupro cantu b'hata meresmai b'hata esser pakesa pake de sos merescumbenit a sos merese tandho...

Itte keres de prus..

Dae s' Euskal Herriaa sa Sardinnasos operaios no si virmancorsos, irlandesos mai arresoscontr'a colonialismu, capitalismusa lota in Palestina no nosi tzelatcontr'a sos oppressores econtr'a su sionismue thando...

Itte keres de prus..

Paris a sos No Tava fiancu e sos furconessa resistenztzia gai si rukrata meres isfruttatoresa bandas da laonespesamoli sa vunepesamoli sa vurcaunitos totu parisfakimoli sa gherrapro gai illiberaresos populos de sa Terrae tandho...

Itte keres de prus...

Informazioni

Dalla musica di "Eve of destruction" di Barry McGuire, brano ispirato da L'ora del fucile.

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Sangue di Venaus(2006)

di Riky AvataneoPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: repressione, no tav

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sangue-di-venaus

C’è stato il tempodei silenzi e dei bugiardi,e poi il tempodel “non si accettano ritardi”,se il fuoco allarga i cuorie il freddo li serrail fango di Venausè il sangue di questa terra.

C’è stato il tempodi tattiche e di studi,le luci blu a riflettersisui caschi e sugli scudi,se il vino allarga i cuorie il gelo li serrail fango di Venausè il sangue di questa terrail fango di Venausè il sangue di questa terra.

C’è stato il tempodella violenza

dei vigliacchi,la caccia all’uomonella notte fra i bivacchi,se il canto allarga i cuori,il dolore li serrail fango di Venausè il sangue di questa terrail fango di Venausè il sangue di questa terra.

Voi che vedetequel che non esisteper non vederequesta valle che resiste,che chiede veritàe voi rispondete guerrail fango di Venausè il sangue di questa terrasangue di Venaus,il sangue di questa terrasangue di Venaus,il sangue di questa terra.

Informazioni

Seganalata da Maria Rollero

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pagina 257

Santa Croce di Lecce(2015)

di Alessio LegaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: lavoro/capitale

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/santa-croce-di-lecce

Sulla Basilica di Santa Croceil sole scava senza pietàsopra il suo tufo batte ferocecome un gioiello scrostato sta

la pietra sgretolata gemetutto un disegno di facce e mostrinel nostro tempio barocco fremesbriciola i giorni, si affaccia ai chiostri

è come l'anima butteratacome il progetto che s'incasinala nostra sete che non ha datala nostra attesa che non s'inchina

tutto un destino nella facciatache perdi l'occhio, che non abbraccila Santa Croce sta stritolatada cento vicoli presa nei lacci

dopo la guerra, i muratorisenza lavoro, senza più panevolsero i passi contro i signorivollero uscirsene dalle tane

se alfine il sangue ci ha liberatoversato invano in terre stranieredopo il fascismo qualcosa è natoaprite della fame le galere

i contadini e gli artigianiil venticinque settembre vannochi senza gambe chi senza manichi per speranza chi con affanno

ma non c'è pace per chi lavorae Santa Croce sprezzante restamentre la folla minaccia e imploralei senza voce gira la testa

verso il Palazzo dei Celestinitutto il corteo s'era riversatocalate i prezzi degli olii e i vinirendete il pane a chi l'ha sudato

fuori il prefetto, il prefetto scappavenga qualcuno che ci rispondaed il Palazzo dentro una cappadi odio armato tace e sprofonda

è un chiuso chiostro è una fortezzaarchitettonica e misteriosaserra un quadrato di azzurra brezzaun colonnato che silenzioso

la villa comunale lì vicinodove un bambino che ci giocavacolpito a caso il nostro destinoe l’innocenza ferita stava

fu aperto il fuoco sopra la follasparsero sangue sopra il selciatoFrancesco Schifa dalle budellala baionetta gli aprì il costato

sugli altri cristi che poverelliil piombo ha sempre l'ultima parolafu ucciso Oronzo Zingarellie un tal Fatano di nome Nicola

due giorni dopo i funeralida Porta Napoli mossero lentie della folla si aprì le alidall'obelisco, fuori dai denti

e dai paesi circonviciniper un dolore che non si estinguedegli artigiani dei contadinidal novecentoquarantacinque

Ora i turisti che se ne vannoda Santa Croce all'Anfiteatropiù numerosi anno per annoper Lecce Vecchia, l'Arco di Prato

con un sussulto di orgoglio e amoree quanti giorni che fanno l'etàe quanto sangue e quanto splendorehanno impastato la mia città.

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pagina 258

Sarà dura!(2005)

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: italiano

Tags: repressione, no tavIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sara-dura

Succede un po’ dovunque,qualcuno che decideDi noi, della natura,come una cosa suaValsusa l’ha capito,Valsusa non ci sta.Il treno di Lunardiveloce fa pauraDistrugge la vallata,inquina l’aria puraDilaga la follia di genteingorda e distruttriceGridando sarà dura!Non li vogliamo più!

Sul ponte del Seghinonon passa il celerino,allerta valsusino!Se portan le trivelledi tutta la Valsusa

una barriera noi faremoGridando sarà dura!Non torneranno più!

All’ 8 di dicembre a Gardal’han giuratoAlzando i fucili,i nostri partigiani,E’ l’ 8 di dicembre,oggi si lotta come alloraGridando sarà dura!Venaus riprenderemo!

Ci dicono: è il progresso!Ma noi ben lo sappiamoChe questa è distruzione,per sete di profitto,e dalle barricatee dai presidi lotteremo!Gridando sarà dura!Valsusa salveremo!

Informazioni

Segnalata da Maria Rollero

Ballata del movimento NO TAV della Valle di Susa Parole di Beppe Fiale. Melodia di "Dai monti di Sarzana"

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pagina 259

Sbandati(2009)

di Marco RovelliPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: antifascisti

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sbandati

Fuochi sulla montagna e sotto il mareUn canto s’innalza E’ ora d’andareLasciarsi alle spalle tutto il maleCon un inno nuovo da imbracciareC’è tutta una strada da segnareE mentre cammini continua a cantare

Noi sbandati noi disertori che sosteniamo la terra Miscredenti d’immensa fede noi che spalanchiamo il cielo

Da una vetta all’altra per il crinalePrenditi il tuo tempo per respirareLubrifica i sensi per mirareE sottovoce ricorda di cantare

Noi sbandati noi disertori

che sosteniamo la terra Miscredenti d’immensa fede noi che spalanchiamo il cielo

Apri il cuore all’improvviso Faccia a faccia col destino La tua libertà lo sorprenderà Cambia identità

Fuochi sulla montagna e un altro mareAncora un canto s’innalza E’ ora d’andareGuardarsi in avanti ed iniziareGuardare in avanti e raccontareC'è un'altra strada da tracciareE quando vedi il fuoco riprendi a cantare

Noi sbandati noi disertori che sosteniamo la terra Miscredenti d’immensa fede noi che spalanchiamo il cielo

Informazioni

Scrissi il ritornello di Sbandati (Fuochi sulla montagna) un 25 aprile, al sacrario partigiano di Ca' Malanca, inRomagna. Quella di sbandati è la condizione della guerriglia partigiana, ma è al tempo stesso una condizioneuniversale, di resistenza ed esodo.Per questo ho voluto che a suonarla fossero gli Yo Yo Mundi. Un segno sonoro di fratellanza. Come un 20 luglio apiazza Alimonda, con Paolo Archetti Maestri, dove si trattava, ancora, di iniziare.Sbandati, ovvero il corpo in esodo.

(Marco Rovelli, dalle note allegate al cd)

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pagina 260

Scherza coi santi(2019)

di Fausto AmodeiPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: emigrazione, satirici

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/scherza-coi-santi

La storia autentica del buon Samaritanove la racconto, se voi state bene attenti:c’era un viandante che tre o quattromalviventiavevan malmenato in modo disumano;non era armato e, senza un’arma –chepretesa!-la fai col cazzo una legittima difesa.

Di lì passarono due uomini di chiesa,un sacerdote ed un levita, gente pia,che, visto il tipo lì per terra, andaron viadicendo : “Scusa, siam di fretta, senzaoffesa!“Poich’eri disarmato te la sei voluta!“Si dice: AIUTATI, CHE IL CIELO POI TIAIUTA.”

Passò un samaritano, un uomo senza fede,un mezzo eretico, non certo uno di noi;curò il viandante, per far parte degli eroiche amano il prossimo,-beato chi gli crede!-Quello che fece è esercitar la professione,solo però abusivamente, da sbruffone.

Che dire poi di quel famoso San Martino,quel San Martino di Pannonia, proprio quelloche, con la spada, tagliò in due il suomantelloper darne la metà ad un tipo clandestino.Ed ai buonisti questo gesto piacque tantoda indurli a fare di questo soldato un santo.

Fu militare per vent’anni, fu ufficiale,guardia imperiale, insomma, tanto dicappello!Ma non s’accorse che, tagliando quel mantellocompiva un atto chiaramente criminale,ché dalla legge queste azioni son chiamate“danneggiamento a beni delle forze armate”.

C’è San Cristoforo, gigante col bastone,che aiuta gli altri e li fa traghettare ilfiume.Poco da ridere: per me è un malcostumeche favorisce- ahimè la tratta di persone.Si tratta infatti di migranti clandestiniche, grazie a lui, di fatto violano iconfini.

C’è poi da far chiarezza su Ponzio Pilato,che, spinto a sceglier tra Barabba e ilNazareno,chiese al suo popolo il parere, e in unbalenoa maggioranza fu così deliberato:che fosse libero Barabba, il criminale,e che Gesù lo condannasse il tribunale.

Mi spiace per Gesù e la sua crocifissione,io son devoto, sono in fondo un buoncristiano,bacio rosari e crocifissi a tutto spiano,però la maggioranza c’ha sempre ragione.Se non credete sia così, siete cretini!Lancio un bacione a tutti voi: MatteoSalvini.

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Scuola ciao(2015)

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: italiano

Tags: scuola/universitàIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/scuola-ciao

Stamattina mi son svegliatoscuola ciao, scuola ciao, scuola ciao ciaociaostamattina mi son svegliatoe ho incontrato il ROTTAMATOR.

Rottama questo, rottama quelloe poi rottama e sì rottama e poi rottamaancor...

E quando tutto fu rottamato,non rimase neanche un fior.

Conserva il fiore della speranzascuola ciao, scuola ciao, scuola ciao ciaociaoConserva il fiore della speranzadi una società miglior.

Informazioni

Parodia di "Bella Ciao" preparato dal sindacato Gilda degli Insegnanti a livello nazionale per la manifestazione del 5maggio 2015, in occasione dello sciopero generale indetto contro il disegno di legge di riforma della scuola delgoverno Renzi "La buona scuola". Raccolto da Francesca Prato a Pisa il 5 giugno 2015 in occasione di un'altramanifestazione, in cui i delegati locali hanno distribuito il testo.

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pagina 262

Se tutto aumenta(2015)

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: italiano

Tags: lavoro/capitale, satiriciIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/se-tutto-aumenta

Se tutto aumenta tu non pagareche tanto è inutile andare a lavorare,le case vuote vanno occupatee le bollette non vengono pagate,viaggiare sempre senza bigliettoè conveniente più di ogni abbonamento.

Compro soltanto la pasta e il sugoe tutto il resto lo recupero o lo ruboalè alè, alè alè, alè alè alè alè alè alèCompro soltanto la pasta e il sugoe tutto il resto le recupero o lo ruboalè alè, alè alè, alè alè alè alè alè alè

Informazioni

Registrazione a cura de ilDeposito.org, fatta durante la festa della Lega di Cultura di Piadena 2015, il 22 marzo2015.Sono strofette composte dai giovani dell'area "antagonosta" milanese, cantate da un gruppo di ragazze e ragazzifrancesi presenti alla festa.

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pagina 263

Se, Riflessione(1991)

di Giovanna MariniPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: strategia della tensione

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/se-riflessione

Se quella sera non avesse parlatoquella sera a Trapani davanti al televisorequella sera che il sole non riusciva a caderee il cielo era rosso rosso sangue sparso

Se solo l'avesse guardato e guardando taciutoe il televisore fosse rimasto muto smortomuto opacocerto ora Mauro Rostagno sarebbe vivo ancoraancora

A Trapani c'è sempre il sole la bella genteva su e giù per Corso per salutare e farsisalutarema in mezz'a tanta cortesia qui in Sicilasi può morire di televisione si può morire diparole

E io che gli volevo stringere la mano!Mezzanotte e trapassa il tempoè sparita la luna e io m'addormento da sola.

Informazioni

Mauro Rostagno, studente di sociologia a Trento negli anni caldi della protesta studentesca, dopo un periodo diricerca e studio in India, a Puna, si dedicò al lavoro per il recupero dei tossicodipendenti nella comunità Samanfondata e diretta da Cardella e Patrizia Rovere, a Erice, in Sicilia. Come giornalista e conduttore della televisionelocale Tele Cine, denunciò ripetutamente le collusioni tra mafia e politica locale. Venne ucciso il 26 settembre1988.

(da "Un Paese Vuol dire" - Giovanna Marini, ed. Nota, 2009)

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pagina 264

Sebben che abbiam le basi(2018)

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: italiano

Tags: antimilitaristiIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sebben-che-abbiam-le-basi

Sebben che abbiam le basi,paura non abbiamoci voglion zitte e buonema tanto non ci stiamo

la libertà non vienesenza la ribellionecacciamo i militaricontro l'occupazione

olì olì olà e la base chiuderà nessuna pace in terra per chi vive di guerra

olì olì olà e la base chiuderà nessun viva di guerra vogliam la libertà

La fabbrica di mortevogliamo eliminare

e le esercitazioniinsiem facciam finire

la libertà non vienesenza la ribellioneunite qui noi stiamocontro l'occupazione

o lì olì olà e la base chiuderà...

E noi che siamo donne,paura non abbiamoabbiam delle belle e buone linguee ben ci difendiamo

la libertà non vienesenza la ribellionele basi invaderemocontro l'occupazione

olì olì olà e la base chiuderà...

Informazioni

"Sebben che abbiam le basi" usa la melodia de "La lega", canto delle mondine nato nella valle Padana tra il 1890 eil 1914.

Il testo è stato modificato collettivamente col desiderio di rappresentare la realtà sarda, teatro di giochi di guerradi interesse mondiale, tra basi militari e fabbrica di bombe. Ma soprattutto per cantare che noi antimilitariste atutto questo ci ribelliamo.

E se la libertà non viene senza la ribellione, cantando ci si ribella con più gioia!".

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pagina 265

Semira(1998)

di Claude SemalPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: franceseTags: emigrazione, repressione

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/semira

Dis-moi Sémirapour atterrir dans mon pays froidquel désir ou quel effroit'as fait partir de là-bas.Dis-moi Sémirala vie des femmes au Nigériaton amour tu le choisirasici ou là-bas.Dis-moi Sémiraest-ce un crime d'être né là-bas ?pourquoi sans-papiers signifie-t-il sansdroitscentres fermés ou Sabena? (1)

Va dire en Afrique à tous tes voisinscomment les flics en Belgique accueillent tescousins.Va dire en Afrique à tous les enfantsqu'on met leur parents dans des camps.

Dis-moi Sémiracraignaient-ils donc tellement ta voixqu'ils se soient mis à douze à la foispour te faire cela ?Dis-moi Sémirale premier te tenait les brasle second écrasait ta voixet le dernier filmait tout ça

Va dire en Afrique à tous tes cousinsce que les flics en Belgique font avec les

coussins.Va dire en Afrique à tous les parentsqu'on met des enfants dans les camps.

Dis-moi Sémiraquand la foule a pleuré sur toifallait-il pour qu'elle t'admirâtt'arracher la voix.Dis-moi Sémiraton corps n'était pas encore froidqu'un journal a craché sur toipour t'étouffer une seconde fois.

Va dire en Afrique dans tous les microsce que les flics en Belgique racontent auxjournaux,mais dis-leur aussi d'en reparler quandnous aurons fait fermer ces camps.

Dis-moi Sémirasi tu veux nous prêter ta voixta chanson s'envoleraici ou là-bas.Dis-moi Sémirata chanson s'envolerapour répéter comme un coeur qui batla liberté est un combat.

Ambi Afrika na wara fikiwa toto wako kadika djelle.Ambi Afika na wa zazi wotea dissi ya Sémira.

Informazioni

Canzone composta dopo la morte di Semira Adamu, rifugiata nigeriana in fuga da un matrimonio forzato,rimpatriata a forza su un aereo su cui sarà uccisa, soffocata con un cuscino, da un poliziotto nel tentativo diimpedirle di urlare.

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pagina 266

Sera Jugoslavadi Renato Franchi

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: italiano

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sera-jugoslava

Dai Balcani all'Occidenteci han pensato pocoo nienteper distruggere un Paese, la sua storia e lesue [chiese;quella terra con le rose che ha baciato dolcisposesento ancora in lontananza la sua musica e ladanza.

Crolla il ponte di Mostar schiacciato controil cielopiove piombo su Belgrado, urla il mitra aSarajevo.

Nella sera jugoslava c'è una stella dimetallouna luna colorata, rosso sangue di corallo;nella sera jugoslava c'è una stella di paura,una luna insanguinata nella notte buia e

scura.

Ti hanno dato ferro e fuoco, tutti i diavoli [dell'infernofango e polvere inquinata, il vento e il gelo [dell'inverno.Nella fabbrica abbattuta dalle bombe e daldolorela sirena ora non fischia, non ruggisce piùil motore.

Muore il sogno di Goran violentato contro ilcieloscende il piombo su Belgrado, canta il mitra [a Sarajevo.

Nella sesa Jugoslava c'è una stella dimetallo,una luce colorata rosso sangue di corallo.Nella sera jugoslava c'è una stella di paura,una luna insanguinata nella notte buia escura.

Informazioni

Ierina Dabalà - [email protected] Anche questa, come quella segnalata prima, è tratta dall'album "Sogni e tradimenti" diwww.suonatorejones.it Canzone di Renato Franchi, da un testo di Claudio Ravasi. Oltre al testo, trovo molto bella lamusica. Noi Donne in Nero di Varese abbiamo fatto avere il CD (e la traduzione della canzone)alle Donne in NeroBosniache, quelle con cui siamo in contatto. Per quanto riguarda lo spartito o gli accordi, se siete interessati,rivolgetevi sempre a Renato Franchi: [email protected]

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pagina 267

Serenata per l'Aquila(2012)

di Anna BarilePeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: abruzzeseTags: terremoto

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/serenata-laquila

Aquila bella mè, che sei crollataSulle macerie te sei addormentataAscolta chi te fa sta serenataÈ na romana che te vole bene

Ma dormi dormi in mezzo all’incantoAquila io canto e moro pe’ teSento na rabbia salirmi dentroAquila io canto e moro pe’ te

Aquila mè, Aquila mè… Ohi bella bella bella io moro pe’ te Aquila mè Aquila mè… Ohi bella bella bella te voglio revetè

Se non rinasci tu, ecco d’intornoLo troppo d’aspettà, te porta dannoJu tempu passa ma è tutto fermoOgni promessa fatta fu n’inganno

E dormi dormi, fiore de zafferanoTe refacemo, lo giura il mio cuorLo giura il mio cuore il mio cuor che ti amatantoAquila io canto e moro pe’ te

Aquila mè, Aquila mè… Ohi bella bella bella io moro pe’ te Aquila mè Aquila mè … Ohi bella bella bella te voglio revetè

Informazioni

Sulle note della ballata d'amore Alzati oh bella, antica serenata laziale (Anna Barile)

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Servi(2015)

di Marco RovelliPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: lavoro/capitale

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/servi

Servi che servono a serviree aiutano a svelarela natura criminale di questo patto socialel'accumulazione primitiva di ogni cosa vivain una caravanserraglio subumano

dalle terre siciliane fino al centro diMilanoin un campo od in cucina una serra od uncantierel'importante è non vedere

Servi che servono a servire e il fatto di

morireè solo un incidente, eventualità incresciosauna cosa da niente che chi serveha ben scritto sulla pellee questo niente non è per niente strano

Servi uomini di sabbiafantasmi della notte con lingue troppoespostesi chiudano le bocchee tornino al silenzio che competead ogni servo buonodi un caravanserraglio subumano

Informazioni

Dall'album "Tutto inizia sempre" (Materiali Sonori, 2015) - "L'Utopia di un mondo nuovo, della Giustizia, in cui sidebba più faticare come cani. Ne ho incontrati tanti, di migranti clandestini costretti a lavorare per fame, e ne hoscritto le storie. Qui li canto. E insieme, declamo quella poesia di Pasolini che ne profetizzava la venuta dal mare, arinnovare un mondo decadente, a portare finalmente fuoco a questo tempo sterile e infecondo." (Marco Rovelli)

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pagina 269

Sfracelli d'Italia(2013)

di Francesco "Ciccio" GiuffridaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: lavoro/capitale

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sfracelli-ditalia

Sfracelli d’Italiad’Italia che resta?Chi anela a un lavorosi frange la testa. Perché tanta boria oh tu che stai a Roma? Ci metti la soma la chiami equità.

Sfracelli d’Italianarriamo le gestadi chi borseggiandoci sfrutta ci appesta. È vana tua gloria maligno linfoma, l’Italia mai doma scacciarti saprà.

Stringiamoci a coortechi oggi è più forte

domani cadrà.

Sfracelli d’Italiache Italia è mai questa?Diritti e conquiste:gli han fatto la festa. È tua la vittoria marchionno sparviero, dimane io spero vedrà chi vivrà.Sfracelli d’ItaliaItalia in tempestachi affoga chi annaspachi espatria chi resta. La voce si sente: ‘Pugnare che vale?’ di chi al capitale la testa chinò.

Stringiamoci a coortechi oggi è più fortedomani cadrà.

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pagina 270

Siamo i precari(2009)

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: italiano

Tags: lavoro/capitale, scuola/universitàIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/siamo-i-precari

Nel continente scuola…(paraponzi, ponzi, po)li’ nel provveditorato…(paraponzi ponzi, po)ci sta un popolo di precarisono ATA, so' insegnantili mortacci se son tantiSe son tan…ti…

Siamo i precari, siamo i precari Perdenti di posto. Dopo tanti anni, dopo tanti anni Lo prendiamo in quel posto

Noi siamo quelli a cui il provveditoretoglie ogni anno la luce del sole…

Non ci sono pi?scuole,Non ci sono pi?scuole.

Noi siamo quelli a cui il provveditoretoglie ogni anno la luce del sole…Non ci sono pi?scuole,Non ci sono pi?scuole.

Cara Gelmini non siamo noi tonti,questa riforma te l’ha fatta zio Tremonti“meno miliardi e pi?alunni gli dAi tanti precari un bel no…o…o!”

Siamo i precari, siamo i precari Perdenti di posto. Dopo tanti anni, dopo tanti anni Lo prendiamo in quel posto

Informazioni

La canzone Siamo i Watussi, riadattata con le parole da Raffaella Lai, Dani Aru, Gianfranco Sperati.

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pagina 271

Siamo i ribelli sopra la faglia(2012)

di Anna BarilePeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: terremoto

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/siamo-i-ribelli-sopra-la-faglia

Questa bella città data all’ orticaDevastata da incuria e finanche schernita Cercammo però continuar la nostra vita Nel nostro centro storico sparito

Crollate case scuole ed officineResterà una terra tra mille rovineAllor ci siamo armati di pala e carriola Ci siamo sentiti una famiglia sola

Siamo i ribelli sopra la fagliaViviam distanti dal nostro centroLa nostra legge sta in parlamentoMa in un cassetto per l’avvenir

Trasparenza è la nostra disciplinaE la casa è l’idea che ci accomuna

Nero verde il color della bandieraDi una città ferita forte e fiera

Sulle vie dal governo abbandonateRaccogliemmo con cura macerie crollateTagliammo le erbacce, smaltimmo i rifiutiE pure per questo siam stati indagati

Siamo i ribelli sopra la faglia Viviam distanti dal nostro centro La nostra legge sta in parlamento Ma in un cassetto per l’avvenir

Siamo i ribelli sopra la faglia Viviam distanti dal nostro centro La nostra legge sta in parlamento Ma in un cassetto per l'avvenir Ma in un cassetto per l'avvenir

Informazioni

Sulla melodia di Dalle belle città

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pagina 272

Siamo stufe(2019)

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: italianoTags: femministi

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/siamo-stufe

Siamo stufe di avere pauravogliamo uscire nella notte più scurasenza lo spry al peperoncinoe senza avere un uomo vicino.

Mi hanno detto che Salvinivuole riaprire i vecchi casininoi siam stufe di essere sfruttateputtane o sante esser classificate!

Noi siamo stufe della pubblicitàche deforma la nostra realtà,questa eterna schiavitùda oggi in poi non l’accettiamo più!

Ci han diviso tra brutte e belle,ma tra di noi siamo tutte sorelle,fra di noi non c’è distinzioneall’uomo serve la divisione.

Noi siamo stufe di non poter abortiresecondo gli obiettori dobbiamo soffrire,il nostro corpo ci appartieneper tutto questo lottiamo insieme!

C’è pure Pillon col suo decretoche vuole farci tornare indietro,pedofili e violenti vuol riabilitareper questo, donne, dobbiamo lottare.

Oggi giorno c’è più precarietànon è il momento giusto per la maternità,non ci sono asili a buon mercatoe la paternità pare essere un reato.

Ci dicon sempre di sopportare,ma da oggi noi vogliamo lottare,per la nostra liberazionefacciamo donne la rivoluzione!

Informazioni

Parodia della famosa canzone del movimento femminista romano Noi siamo stufe. E' stata elaborata il 2 marzo2019 nel corso di un laboratorio autogestito, nell'ambito della festa "Almen nel canto non vogliam padroni!"organizzata dal coro Pane e Guerra di Bergamo a Ponteranica (BG)

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pagina 273

Sig. Giuseppe(2007)

di Dr Drer & CRC PossePeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: disagio mentale

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sig-giuseppe

Signor Giuseppe aveva 60 anni un anno fafaceva l'ambulante in piazza nella sua cittàcassette di verdura apixedda d'ordinanzatutto di stagione sempre senza licenzasenza licenza ogni mattina è sempre ugualesconti al cliente scazzi con la municipalee multe su multe tutte sempre e solo a luiperchè signor Giuseppe non sa stare zitto maisignor Giuseppe gioia festa ed allegriacumbidendi in pratza parduledda e malvasiachiaccherando con gli amici mollava laverdurauna partita a carte tanto per passarci l'orasignor Giuseppe impegno fede e passionela sede del PCI e poi quella di Rifondazioneuna casa costruita col lavoro di una vitaquattro casse di frutta per uscirci lagiornataMa la giunta comunale di Quartu Sant' Elenafa campagna di ripristino della legalitàe vennero i gendarmi vennero con le armisignor Giuseppe è a terra un uomo di 60 anni

Signor Giuseppe è a terra qualcuno mi spieghiperchèson arrivati gli infermieri col 113 ec'è anche un giornalista che è statopreavvisatoil trep è preparato Giuseppe sul selciatosgombero forzato intitola l'Ugnonetre pattuglie contro un uomo e la suareazionepresto circondato per esser catturatogli rompono una mano il polso fratturatodi un leone ferito che ora emette il suoruggitoproprio quello che asi ttendono i tutori deldirittoricovero coatto t.s.o.Trattamento sanitario obbligatoriopreso con la forza ammanettato in un attimo

portato di forza al reparto psichiatricosedato legato a un letto di contenzionerabbia impotenza violenza rassegnazioneGiuseppe non può bere né mangiare né fumarenon può neanche alzarsi per andare a pisciarelegato mani e piedi con un tappo nel sederetortura medioevale dentro un ospedalecondanna esemplare di Comune e poliziache posson far questo se ti imputano lafolliaGiuseppe ora è stanco chiede di andare viama i dottori gli rispondono che è ancora interapiastrana terapia questa tortura disumanae non acocrgersi neanche di una mano già incancrenalegato mani e piedi ti può scoppiare il cuoredopo 7 giorni signor Giuseppe muore

in ospedale è strano morire d'incurianon è poi così strano se subisci torturasi apre un inchiesta ma è solo per figuradopo che i familiari han sputtanato la storiasi apre un inchiesta ma nessuno pagheràtanto meno i primari della bella societàsignor Giuseppe è solo un caso di ordinepubblicoche è stato risolto in un repartopsichiatricoe quelli che parlano di rispetto del legalehanno fatto tutto questo e non c'è neanche unverbalee loro che stanno dentro al comunecol silenzio della gente perbeneio non mi attendo giustizia dai banchi deitribunalivogliamo vera giustizia siamo esseri umaniGiuseppe e la sua storia come cento o millealtrevoleva stare in piazza gli hanno dato lamorte

Informazioni

Canzone dedicata a Giuseppe Casu, venditore ambulante di Quartu sant'Elena (provincia di Cagliari), morto dopoun trattamento sanitario obbligatorio il 22 giugno 2006.

Per maggiori informazioni clicca qui.

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pagina 274

Sirma in lottaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: venetoTags: lavoro/capitale

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sirma-lotta

Senti el mato che sona sto mite ritornellouna canzone facile che entra nel cervellola Nuova Sirma è bella con tubi e granmattonise non ci fosse Paolo che rompesse i maroni

Ti che ti ciapi schei a palanchevendi el boschetto con òmini e piantebaratta la Sirma ogni matina, cossa ti volche [ciapa bambina

pi-po-pi-po-pi-po i n'ha messo in stradaco l'abito da Sirma e no seraa far el pagiasso per Porto Margherache mi ghe vogio cussì tanto ben!(ah si! bueòn! anca iu!)

Senti Paolino, vien qua e fame un subiotoin 'sti 4 anni ti ga fatto un gran casottose stava cussì ben, schei a sbregabalònadesso dentro in Sirma se ghe lassa anca unpolmòn!

pi-po-pi-po-pi-po i n'ha messo in stradaco l'abito da Sirma e no da seraa far el pagiasso per Porto Margherache mi ghe vogio cussì tanto ben!(ah si! bueòn! anca iu!)

Chi xe quel gran moltòn, chi xe quel grangoldònfar nasser sta battaglia, far nasser stabattagliaChi xe quel gran moltòn, chi xe quel grangoldònfar nasser sta battaglia che no la ga ragiòn

El vol seràr la Sirma, lassarne tutti a casa

nol pensa a nialtri che gavemo na famegiauna coscienza sporca, con tanti bei sorrisiin culo ce la mette con la scusa della crisi

Contratti-formasiòn scadùi e non rinnovàiel me diga dove 'ndemo, el me diga dove'ndemo!trovarse n'altro lavoro, restar disocupaigavemo un futuro da italiani malciapài

Na forsa indescrivibile, no se vardava aspesefasevimo 70 anche milla rulli al mesesparìe le materie prime, lavoro solo descartila conclusiòn de Paolo: "ghe se la crisi:ciapa [e parti"

El magna pan e volpe de sera e de matinael cerca strategie per farse na fortunane cambia tanti capi, no basta 10 all'annopurchè no li sappia un casso, i vegna e ifassa el [danno

Ne ga calà anca la mensa, no impiegati eoperaiel fine suo xe ultimo de farse i capitalisorrisi e sorrisetti, faccia finta esorrisoniel ne par na clonazione del sior SilvioBerlusconi

O cara Saint-Gobain perchè ci vuoi lasciaree tu, signor Cacciari, lei ci sa per benimbrogliaresoffrire è da umani, ma no farse incular!sennò semo a le solite, che i operai devepagar!

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pagina 275

Soledad, hermana(1998)

di Alessio LegaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: anarchici, carcere, no tav, repressione

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/soledad-hermana

Solitudine, compagna…

In fondo al tuo lenzuolo c’è la nostradisfattala fine del pensiero, la certezza inutileche ogni nostra rivolta era una frase fattagridata per confondersi a un universo futile.Solitudine, compagna…

In fondo alla tua vita c’è la roccia perdutala cima irraggiungibile, la distanza infinitala nostra vita fatta, quotidiana e fottutail lavoro, la casa, la tristezza, la vita…

Compagna solitudine, noi partiamo in vacanzala tua disperazione conservacela in frigoce ne occuperemo alla fine del rigodove nei nostri slogan parliamo di speranza.Solitudine, compagna…

In fondo a quest’estate, quando ritorneremo,fatti trovare ancòra come un’àncora rottaed affondando insieme potrò dirti «Porteremoquest’ odio sociale nella storia corrotta»Solitudine, compagna…

La storia ormai è finita e affoga dentro unpozzose la stanno sbranando questi quattroassassini,l’urto sui nostri volti, la violenza delcozzo

ci ha strappato le armi e spezzato i canini.

Compagna solitudine qui son tutti colpevoli:la repressione che ci ammazza senza pausa,gli schiavi abbrutiti, il torpore dellacausa,lo Stato assassino i boia consapevoli.Solitudine, compagna…

Però anche noi tutti, compagni troppo stanchitroppo occupati a cercare un domaniper difendere l’oggi dai colpi sui fianchiper difenderci oggi, per usare le mani.Solitudine, compagna…

Brindavamo alla chiusura del lugliolibertarioalla nostra sconfitta onorevole e certaquesto treno in partenza di cui non so l’orarioe non esce più sangue ma la ferita è aperta.

Compagna solitudine, di te posso dire “morta”ma io non sono certo di poter respirarequesto paesaggio aspro di continuo dolorequesto cielo fumoso, questa luna contorta.Solitudine, compagna…

In fondo al tuo lenzuolo c’è la nostrasconfittala fine del futuro, la perdita d’ orgogliola rivolta ingabbiata, c’è la morte giàscrittac’è la mia speranza impiccatasi in luglio.

Informazioni

"Questa canzone fu scritta all’indomani della notizia del suicidio di Maria Soledad Rosas, appunto la “CompagnaSolitudine”. Ci sono attaccatissimo, ma non la propongo mai, né nei dischi né in concerto perché tocca il fondo diun dolore senza fondo. Quel fondo che fa si che nessun anarchico si senta mai del tutto solo, perché ci sono gli altrianarchici dovunque lui vada ed è pazzesca la solidarietà. Ma per converso quando uno di noi se ne va, la ferita nonpuò rimarginarsi e butta sangue ancora. E poi è forse troppo disperata… e mi rompe fare canzoni sui fatti socialisenza un minimo di speranza." - Alessio Lega (da Canzoni contro la guerra)

Vedi anche There will be trouble in town

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pagina 276

Son valsusina(2007)

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: italiano

Tags: no tavIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/son-valsusina

Son valsusina, sono arrabbiata,son la presidiante che giammai tremò:mi hanno derisa, manganellata,denunce e violenza, nulla mi fermò.

Coi nostri corpi sulle rotaie,noi abbiam fermato gli speculator;tra pensionate e massaie,tutte contro il potere ingannator.

E lotteremo per la Valsusa,per la pace, il mondo e per la libertà,e creeremo un mondo nuovo

di giustizia e di vera civiltà.

Questa bandiera gloriosa e bellanoi l’abbiam creata e la portiam più in là,dal Tirolo alla Sicilia,segno di democrazia e di libertà.

E se qualcuno vuol far la guerra,tutte unite insieme noi lo fermerem:vogliam la pace sulla terrae più forti del potere noi sarem.

vogliam la pace sulla terraquesta lotta giusta noi la vincerem.

Informazioni

Segnalata da Maria Rollero, che è anche l'autrice del testo.

Canzone del movimento NO TAV della Valle di Susa sull'aria di "Son la mondina son la sfruttata"

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pagina 277

Sotto questo dolore(2008)

di Andrea SigonaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: antifascisti

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sotto-questo-dolore

C’è una voce che chiama lontanoDa una parte a quell’altra del mondoMentre la pioggia cade ancora più forteC’è un dolore che cresce da solo

In una sera di nebbia in pianuraIn una notte non magica e bellaPerché il cielo sputò lacrime e fango?Non la vide l’innocenza alla guerra?

E c’è chi aveva anche solo sei anniE a sei anni non corri velocePerché gli spari di quegli ufficialiNon erano un gioco ma della voce il dolore

Tra le sette e le nove di seraScuro un uomo che venne alla porta

Raccogliesti di tua madre i capelliPer “la foto” di quell’ultima volta

Otto spari otto colpi di mitraUn po’ in cielo un po’ verso la lunaOtto lampi e di colpo la vitaSe ne va come un soffio di schiuma

Ora in silenzio e senza parlareSolo il sangue che scorre dal cuoreSe ne andranno… e se andrà questa notteE se ne andrà via anche questo dolore

Ti trovarono ferita ma vivaPartigiana tra la nebbia e l’auroraNiente lacrime solo vento e pauraClara che da oggi non resterai più da sola

Informazioni

La canzone è dedicata a Clara Cecchini, miracolosamente sopravvissuta ad un eccidio nazista nel 1944 a Valla. DiClara Cecchini ha parlato anche Alcide Cervi nel libro "I miei 7 figli". ([email protected])

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pagina 278

Sottosopra(2005)

di Davide GirominiPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: lavoro/capitale, miniera

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sottosopra

Ora che danno fervidil’anima ai malfattoridei padri miei lo sanguetrasformo in lacrime e immergo d’orima io rimembro un tempoin cui furon di noi custodigià sgretolava il mentocalcareo vento che il petto erode

Spacca la roccia biancache sul tuo capo pendemanda un saluto all’infernoin cava si salein miniera si scendeurla di morte biancache quattro soldi valemastica il paradisoin miniera si scende

in cava si sale

Candido refrattario ciecodestino di bianca alturaquando lo dio del marmodell’orizzonte darà premuraalle creature in grembo di madriavvolte nella tormentadel canto del demonioche inesorabile il cuor violenta

Il cuor violenta la roccia biancache sul tuo capo pendemanda un saluto all’inferno in cava si salein miniera si urla di morte biancache quattro soldi valemastica il paradiso in miniera si scendein cava si sale

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pagina 279

Spartaco(2005)

di Alessio LegaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/spartaco

(per Roberto Roversi)

Dicono fosse alto, bello:un pezzo di manzo il Tracioe che quando scoccasse un pugnosuonasse come un baciodisertore alla macchia,poi schiavo, gladiatoregenerale ribelle e liberatore.

Ottanta legionicol vento nella chiomali crocifissero nudi dalla Lucania a Romama dal momento che il suo corponon lo seppero trovaresono autorizzato a pensarestia lì lì per tornare

Spartaco, Spartaco, Spartaco... con tutti i suoi spartachisti.

Era un'anatra zoppa,una rosa ferocele ali nel cappello,il vento nella voceera un'aquila polaccacon gli occhi di stagnolaartigliata all'amorecome quando si vola.

L'arco sopraccigliarele fu spaccato sulla fronteuna fucilata in boccae poi... Hop! Giù dal ponte.Irriconoscibile Rosaripescata il mese appressopenso risalga il fiume,credo che torni adesso

Spartaco, Spartaco, Spartaco... con tutti i suoi spartachisti.

E poi storiadi catene tutte scossedal fantasma dell'Europacon la tossecol rumore che fail nulla mentre salequesti turni semprepiù mettono malecon i camion scaricatinel mercatole cassettea botte di caporalatole caselle del lavoro interinalee gli eterni turnie pausa all'orinalecome un bacio che non saise sia una treguase preceda l'amoreo se lo seguaquando è troppo è troppoe un calcio nel sederedato al soprastante,al satrapo, al cantiere.

Così se ne va come i giornali al vento i giornali gratuiti - beninteso - però è contento così uguale che non fu riconosciuto la riconoscenza inizia dal rifiuto.

Così se ne va col vento giornaliero nel cartoccio bisunto di un pensiero fa pensiero a una rivolta nuova nuova lo dicevo, lo sapevo che tornava Spartaco.

Informazioni

...E allora mi è venuto in mente che se torna di moda la schiavitù, forse dovrebbero tornare di moda anche deivecchi liberatori... Spartaco e compagnia bella.(Alessio Lega)

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pagina 280

Stabat mater dolorosa(2000)

di Francesco "Ciccio" GiuffridaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/stabat-mater-dolorosa

Stabat mater dolorosaapri gli occhi tuoi cisposistanchi di vedere i figlicurvi senza mai sorrisocon le mani rossi artiglitrascinare vita e pesi

Stabat mater dolorosapiange sull’esangue gigliosulla carne trituratache fu ieri vivo figlioed usato da bersaglioda invisibile macigno

Stabat mater dolorosasu un cadavere piccinopiaghe e pustole suo figlioper mancanza di un vaccinodistruttore del morbillocome fosse il suo destino

Stabat mater dolorosail diluvio un’ecatombescava ancora braccio stancostrappa il figlio dalla fossanella bocca solo fangoacqua e lampi come bombe

Stabat mater dolorosanon sa più che cosa fareventre morto morto cuorepiù non vuole generarecarne amata con doloreinfinito come il mare

Stabat mater dolorosastilla sangue grida pregastabat mater dolorosanon sa neanche a chi è rivoltastabat mater dolorosanon sa se qualcuno ascolta.

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pagina 281

Stati di emergenza(2010)

di Anna BarilePeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: terremoto

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/stati-di-emergenza

E zitto zitto pure quest'anno passalo sanno solo in pochi, e nun lo sa la massa.Nessuno se n'è accorto, nessuno ha conoscenzaMa qui noi stiamo ancora in statod'emergenza.

A voce alta se dice: "Guardate, è tutto aposto,per quanto ci riguarda già è tuttopresisposto.Voi non capite niente, facciamo noi i garantiPerò me raccomando: pagateci in contanti.

Però dopo tre anni, abusi e infiltrazioni,ponteggi finti e sprechi, e pezzi de mattonimacerie tutt'intorno, so' i soliti scenari,ce sta sempre la cricca dei sette commissari.

Ma uno gioca a golf, quell'altro sta inRegione,Du' altri all'ospedale e alla ricostruzione,un altro all'assistenza alle popolazioni,che cazzo stanno a fa'? Se sprecano imilioni!

Quanto ce costa a noi 'sta strana dirigenza,nella totale, bieca, assurda indifferenzaNessuno s'è dimesso, nessuno s'è pentito,è tutto fermo e a oggi non hanno mosso undito.

E mentre il nostro sguardo rimane spento efissocorriamo ignari e dritti verso cotale abisso,volgendo il capo altrove, così senza paura,ci ritroviamo dietro un'altra fregatura [*]

Informazioni

sulla melodia degli Stornelli laziali

[*] Variante:"Ci ritroviamo immersi in un'altra dittatura".

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pagina 282

Stato sociale(2007)

di Germano BonaveriPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/stato-sociale

Vorresti scrivere una canzoneche andasse dritta contro qualcosaperche' resistere e' rivoluzione,perche' per vivere serve una scusa.Una sentenza da pronunciaresenza l'opzione della pieta',con gli argomenti per dimostrareche tieni in tasca la verita'.

Ed inventarsi un nuovo ideale,uno di quelli per cui valga la pena:uno per quelli finiti male,uno per quelli usciti di scena.E senza troppo parafrasaredare uno schiaffo alla banalità,che si capisca ciò che hai da diree se ne apprezzi la profondità...

Sponsorizzati dalle televisioni,per pilotare certe verita’sono i padroni dell’informazione,gli illusionisti della realta’.Non c’e’ piu’ etica ne’ moraleDietro alle trame di una societa’In cui il potere, per restare tale,gioca la carta dell’immunita’Dove i delitti contro il capitalesono reati contro l’umanita’,e ce lo chiamano stato socialela negazione di ogni dignita’.

ed inventarsi un nuovo ideale,uno di quelli per cui valga la pena:

uno per quelli finiti male,uno per quelli usciti di scena.E senza troppo parafrasaredare uno schiaffo alla banalita'perche' stupisca cio' che hai da diree se ne apprezzi la profondita'...

Attraversando nuove stagionimuta quel senso di maturita',cambian le idee e le motivazionirestano il dubbio e la volonta'...Il dubbio sordo di non capirequal'e' il valore vero della vitala volonta' di non scomparireprima di averla davvero capita...

e c'e' bisogno di un nuovo ideale,uno di quelli per cui valga la pena:uno per quelli finiti male,uno per quelli usciti di scena.E senza troppo parafrasaredare uno schiaffo alla banalita'perche' stupisca cio' che hai da diree se ne apprezzi la profondita'...

ma non ci serve un nuovo ideale,uno di quelli per cui valga la pena:serve indignarsi per il carnevaledi vecchie facce mai uscite di scena.E che si mostri la fedina penaleDegli intoccabili della citta’,che si conosca il loro vero nomenell’interesse della legalita’.

Informazioni

Inviata da Patrizia [email protected]

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pagina 283

Strane famigghie(2010)

di Anna BarilePeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: terremoto

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/strane-famigghie

Qui ci stanno troppi bastardi,fanno lavori senza riguardipe' guadagnarsi tanti miliardi,queste son cricche, cosche e famiglie,lasciano tutto a figli e figlie,spolpano all'osso tutta l'Italia.

Vincono sempre tutte le gare,sia sulla terra che in cielo e in marecon questa legge parlamentare,mentre noi abbiam perso il posto,pagheremo tutte le tassema andiamo avanti e terremo tosto.

Questo è il progressosenza alcun nesso,fanno disastrifin troppo spesso

Pronto, pronto, prontostiam diventando tutti coglioni,pronto, pronto, prontocon Minzolini e con la Rai.

Senza nessuna garanziaogni tanto un lavoro si avvia,dice che stiamo in democraziafanno rotonde, grossi parcheggiche ci rovinano tutti i paesaggi,a noi ce restano solo svantaggi.

Sempre la cricca vince l'appalto,l'ordine viene sempre dall'altoma specialmente da "Testa d'asfalto",nel bel paese sorridentedove si specula allegramentesempre alle spalle della gente.

Infrastruttureinsicureimpalcaturedurature

Tonti, tonti, tontiaprite l'occhi e state in campana,rubano sui contiqui nello stato della banana...

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sull'aria de La strana famiglia di Giorgio Gaber

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pagina 284

Straniero(2000)

di Alessio LegaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/straniero

E da una riva a un’altra rivapercorsi questo mareQuando arrivai all’attraccoe scesi a questo nuovo portoE trascinavo la mia vitachissà per arrivareChissà per ritornareo non sentirmi ancora morto…

Sono venuto a ’sta cittàCome straniero che non saCome un insulto al cielo neroIn questa pioggia ostileLo stile fosco dell’etàE la pietà per questa genteIn tutto questo niente, il ventoChe batte il mio pensieroE me ne andrò, io mi dicevoDi notte, come uno stranieroAndrò davvero io non devoNiente a nessuno andrò leggero via.

Da marciapiede a marciapiedepoi si disperde il sognoBisogna pur cedere al fondoun’ancora d’appiglioPerò io veglio inquieto ancorae traccio a questo stagnoUn punto di fugache non sia famiglia,moglie o figlio mio

E così vivo in ’sta cittàCome straniero che non parla

La lingua della societàIl tarlo nella perlaSono straniero alla mia viaMi sento ignoto anche agli specchiAi vecchi amici, a casa miaA ciò che guardi o tocchiHo fiori secchi sul balconeE la pensione per traguardoAlzo lo sguardo a ogni stazioneGià certo del ritardo mio

Da vita a morte è solo storiadi grottesca assenzaDi sete d’aria fresca e nuovae fame di vacanzaCosì ogni tanto cerco attornochi dallo sguardo fa sfuggireSul piombo grigio d’ogni giornola voglia di partireSiamo stranieri a ’sta cittàSiamo stranieri a questa terraA quest’infame e dura guerraAlla viltà e al letargoPrendiamo il largo verso altroveDove non seppellisci i sogniDove non inghiottisci odioE arrivi a odiare i tuoi bisogni…“O morte, vecchio capitano”Salpiamo l’ancora, su andiamoInferno o cielo cosa importaDa questa vita mortaCome straniero partiròSenza più niente da sperareFra quattro assi e dieci chiodiVedi c’è odor di mare... e ciao

Informazioni

"Bei tempi quelli in cui i vari Camus potevano discettare di estraneità come di una condizione esistenzialedell’uomo moderno. Oggi è molto se, dell’essere Straniero, non se ne occupi solo il codice penale. Io che sono uninguaribile nostalgico, anarco-conservatore, dedico alla questione qualche verso che vuole stare in bilico fra ilsignificato esistenziale e quello politico. “O morte, o vecchio capitano” è una frase di Baudelaire." (Alessio Lega)

Da "Resistenza e Amore", Nota, 2004

http://www.alessiolega.it

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pagina 285

Su, all'aquilani vada il capitale...(2010)

di Anna BarilePeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: terremoto

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/su-allaquilani-vada-il-capitale

Siamo i terremotati aquilanirestiao uniti, nun potemo perdein alto solleviamo le bandierecol nero verde

Un anno e più di balle agli italiani,di immagini distorte e passarellema noi le stemo a toglie le macerieco' 'e callarelle

La farsa del miracolo aquilano,sfruttati pe' campagne elettoralise so' magnati tutti l'essemmessede l'italiani

La mafia ci sarà riconoscente,appalti e subappalti ci si ficca,

ormai la protezione mo' proteggetutta la cricca

Questa città assuefatta e un po' domatadai centri commerciali e le rotonde,ci han dato C.A.S.E. fatte de cartonepe' ce confonde

La dignità dell'Aquila è umiliata,schiacciati fra miserie, insulti e oltraggiuna città ch'è militarizzatasenza più leggi

Cominceremo a fa' disubbidienza,sarem sempre ribelli ma civiliterremo tosto sempre e annamo avantiforti e gentili,FORTI E GENTILI !

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Sull'aria di Su comunisti della capitale

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pagina 286

Sul selciato di piazza Garibaldi(2018)

di Rocco RosignoliPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: antifascisti

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/sul-selciato-di-piazza-garibaldi

Brenno Monardi era un gerarca del partito,Un pezzo grosso a Parma ai tempi di Benito.La braga larga gli era valsa un soprannome,Non gli piaceva, ma per tutti era Bragone.Cadde da porco sul sagrato del macello.Il colpo che lo uccise lo sferro il Monello,Un ragazzino che per strada era cresciutoE non alzo mai il braccio teso per saluto,Un ragazzino che levava la sua manoContro i fascisti, un combattente partigiano.

Questo Bragone andava sempre a far razziaDi carni fresche, mentre fuori, sulla via,Stava la gente, che avvilita dalla guerraChe aveva pure reso sterile la terra,Languiva pallida e smagrita dalla fame.E grasso e tronfio li sfotteva, quell’infame.E senza padre, senza madre e senza un nomeA far vendetta degli scherni di BragoneGiunse il monello, coi compagni di ventura,forse fu l’incoscienza a vincer la paura.

Diedero subito di matto i miliziani,Briganti neri, non tedeschi, ma italiani.Come formiche il cui terrario e profanatovan quei bravacci a perquisire il vicinato.E se ne van di casa in casa, porta a porta,son botte e grida per chi incontra quellascorta.Stava Cleonice a rassettare il suo soggiorno,sentı d’un tratto quel trambusto tuttoattorno,si affaccio svelta per capire alla finestra,e quei briganti le spararono alla testa.

Scese la notte, e il coprifuoco sui sentieri.Nelle spelonche di brigata, prigionieri,stavano in sette gia ben noti alla marmaglia.Qualcuno aveva combattuto una battaglia,qualcuno aveva solo un libero pensieroche non si accompagnava molto bene al nero.Eran Massari, con Barbieri e Ferrarini,Afro Fanfoni, con Ferrari e Pattacini,e un ragazzino diciottenne, che di nomefaceva Bruno, ed era Vescovi il cognome.

Da giorni i militi li stavan torturandonei sotterranei del palazzo di comandodella brigata nera, in una via centralea pochi metri dalla piazza principale.E gliene avevan fatte d’ogni sorta,pieta nei cuor di quei malvagi era gia morta.E quella notte, che quasi era mattina,vollero chiudere quella carneficinacon un’esecuzione come rappresagliaperche sapesse che si rischia, la plebaglia.

Ognun dei sette, caricato su un furgone,per pochi metri lo portarono al plotone.Dal comando li portarono alla piazza,chi non si regge in piedi al suolo sistramazza.Sorgeva il sole sulla statua a Garibaldi,a dare il via ai fucili fu Pino Romualdi,capo della Brigata Nera parmigianache dirigeva la gazzetta cittadina.Dopo la guerra Pino non fu mai punito,fece carriera in parlamento, il suo partito.

E questa serva Italia, culla di dolore,che ha visto sparso sul selciato rosso ilfioredei sette martiri di Piazza Garibaldiprima che al sole di settembre si riscaldila piazza vuota, e che si riempia di persone,questa citta e questo paese di ogni nomesi son scordati. C’e una lapide ignoratain piazza Garibaldi, sopra la facciatadell’edificio del Governatorevicino all’orologio che segna le ore.

E sia di monito il passare dei minutia noi che, letti i sette nomi sconosciuti,tiriamo avanti e non pensiamo a quelle viteche per avere sperato il bene son finite,a quegli amori che han lasciato dietro aloro,a chi ha portato il proprio lutto con decoro,e ci scordiamo che la moglie di Massarisfidando il coprifuoco e i fasci sanguinariprese le carni del marito dalla stradasu un carro di fortuna lo riporto a casa.

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Questo testo ci è stato comunicato dall'autore

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pagina 287

ll 31 di agosto del 1944 a Parma tre giovanissimi partigiani tesero un agguato a Brenno Monardi, detto Bragone,gerarca locale del partito fascista, uccidendolo. Questo evento fece infuriare la Brigata Nera locale, che diede il viaalla rappresaglia più crudele di cui la città abbia memoria che culminò nell'uccisione di sette antifascisti, prigionierida giorni nella sede della Brigata Nera di via Walter Branchi (oggi via Giordano Cavestro). Giuseppe Barbieri, AfroFanfoni, Vincenzo Ferrari, Gedeone Ferrarini, Eleuterio Massari, Ottavio Pattacini e Bruno Vescovi, già statisottoposti a torture indicibili, il primo settembre vennero portati in Piazza Garibaldi, dove Pino Romualdi, in capoalla brigata nera, diede l'ordine di fucilarli.

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pagina 288

Svizzero(2015)

di GiubbonskyPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: morti sul lavoro

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/svizzero

Buongiorno senta io cerco lavoro...Cosa cerca lei?Ma lo sa che non c’è ne più di lavoroSi ma io ho bisogno di lavorare...e poi so fare un po’ di tutto,ho studiato, laureato a pieni voti...insomma se esiste meritocrazia io me lomeritoMa va la, come direbbe Ghedini– quello si che lavora heh –giovanotto non si faccia illusioni...Al limite per trovare lavoroprovi a chiamare Chi l’ha visto

Seduto al tavolo con la triste mietitriceIo sto cercando quel paese dove AliceCon meraviglia coltiva la speranzadi questa lotta che ora avanzaE spinge il cielo oltre la stanza

La tua dimora è polvere d’Amianto

La tua coscienza è polvere d’AmiantoIl conto in banca è polvere d’AmiantoHa tanti zeri e troppo sangueSia maledetto il tuo contante

Avanti un altro, su svelti– siam mica qui a pettinare le bambole,questo è un Interinale,non abbiamo tempo da perdereE poi che avete paura? Dai che io vi risolvo i problemi,sono il vostro Mister Problem Solvingvenga, venga avanti lei,si però benedetto ragazzo, lei si presentaal mio cospetto per cercare lavorocon quella macchia lì addosso...glielo devo dire io che non è creanza?Che non si fa?? Vabbè va vediamoche riesco ad inventarmi sta voltaSvizzero?? No Italiano, ahNovi?? No, Casale Monferrato, ALCioccolato?? No, Eternit... Azz

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pagina 289

Tammurriata rosa(1975)

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: italianoTags: femministi

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/tammurriata-rosa

La succube del patriarca:

"I' nun capisco bbuone che succedeche vonno cheste femmenemoderne nun se vede.L'ommo che cce vuo' fà è fatt'accussìsta croce ci 'a purtammocu pacienza c'aggi'a dì."

Il movimento:

"Uè qua' pacienza uèné scétate mammàstu milord 'e tuo maritol'hai lisciato l'hai servitos'è pigliat' 'a vita toial'ha spremuta cumm'acché!"

Il rivoluzionario factotum:

"Cumpagna cumpagné' nun ce pensà'a legge dell'abborto t'a facc'io,tira a campà.Tu si nu poco scarsa, bello core,pe' te deciderrà l'eccellentissimo dottore."

Il movimento:

"Uè quale scarsa uèné scetate cumpà'si marito o si dottoresi cumpagno o monsignoresemp'a coppa tu me staiebello mio nun me fai ochiù!"

La nuova che arriva:

"Uaglione a me me pare 'n funno 'n funnoche chiste femministe nun è cosa'e l'ato munnoChest'è na cosa grande,è 'na speranzai' primma nun ce stevo mo'però me faccio 'nnanza"

Il movimento:

"Uè benvenuta uèja' donne jammo javia sti piatt'e caccavelleoggi è sciopero da casaviv'a tammuriata rosabella bella cumm'acchè!"

Informazioni

Parodia di Tammurriata nera(Mario-Nicolardi, 1944) resa celebre dalla Nuova compagnia di canto popolare nel1974.Si tratta di un dialogo tra varie figure e "Il movimento" (femminista).

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pagina 290

Tanto pe' magnà [sulle disgrazie altrui](2010)

di Anna BarilePeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: romanescoTags: terremoto

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/tanto-pe-magna-sulle-disgrazie-altrui

Parlato:"E' un progetto C.A.S.E.senza senso, che me so' inventato3 anni fa mentre me facevo la barba,anzi barberi...è un progetto senza un nesso,senza un permesso,senza 'na relazione ‘na valutazionee lo faccio puretutto da me, e me controllo da me..."

Pe fa la vita mia più riccaperché battevo un po' la fiaccame so 'nventato de proteggesenza incappare nella legge...

Me piace fa la protezionetanto c'è un popolo cojoneche ha smesso un po' di ragionaree riesco a fa come me pare

Tanto p'aiutà perché me sento er mejoprotettoreTanto p'aggiustà ce basta l'euro dercellulare

Tanto pe de qua ce metto a guardia sempre unmilitareTransenno tutto pe nu fa vederee guai a chi mi osa criticare

le c.a.s.e. già prefabbricateDa Roma me le so' portateUsate solo pe' un progettoche ce l'avevo ner cassetto

Io qui ce magno a panza pienae poi me serve pe’ fa’ scenaso er più famoso commissarioe ciò un potere straordinario

Tanto pe magnàgiro co 'a polo e 'a polo guidoe de nessuno io mi fidoio solo posso spende e spandee lascio poi tutti in mutande

e dò gli appalti a chi me paresenza nemmeno fà le gareper favorire la mia criccache mi procura tanta gnocca

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Sull'aria di Tanto pe'cantà di Ettore Petrolini ed Alberto Simeoni

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pagina 291

Tarantella della maestra unica(2008)

di Francesco De FranciscoPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: puglieseTags: scuola/università

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/tarantella-della-maestra-unica

Ah Gelmini, accomme j'eia fa' p'amà 'staGelmini?'Nu grembiule haiv da cumprare a li me'bambini.Ma forse nun basta ancora...haiv da cumprare pure dei bavaglini.Co' le mani legate e i bavagli sulla boccaper non rischiare di prendere 5 in condotta.Ma non è finita ancoraperchè torneranno pure a avere una maestra

solache magari gli dà il latte da li seni suae li porta pure a casae li porta pure a lettoa dormire tutti quanti accanto al suo pettoGelmini, accomme j'eia fa' p'amà 'staGelmini?'Nu grembiule haiv da mette a li me'bambini...

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pagina 292

Tencere tava havası(2013)

di Kardeş TürkülerPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: TurcoTags: ambiente

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/tencere-tava-havasi

Bir öyle bir böyle kelamlardan,yasaklardan İllallahBaşına buyruk kararlardan,fermanlardan İllallah

Aman aman bıktık vallaAman aman şiştik vallaBu ne kibir, bu ne öfkeGel yavaş gel, yerler yaş

Satamayınca gölgeleriniSattılar ormanlarıDevirdiler, kapadılarSinemaları, meydanlarıHer tarafın AVM’denGeçesim yok bu köprüdenN’oldu bizim şehre n’olduHormunlu bina doldu

Aman aman bıktık vallaAman aman şiştik vallaBu ne kibir, bu ne öfkeGel yavaş gel, yerler yaşGel yavaş gel, yerler yaş…

Hüsnü perişan oldu bibahtkaldı aziz İstanbulBu gam, bu gaz bu kederletaş kalmadı taş üstündeNe oldu sana böyle, söyle söyle söyle….Seni böyle istemem, istememAmmaan…

Aman aman bıktık vallaAman aman şiştik vallaBu ne kibir, bu ne öfkeGel yavaş gel, yerler yaş

Informazioni

Le imponenti manifestazioni del 2013, a Istanbul e poi in tutta la Turchia, hanno avuto inizio con l’opposizione degliambientalisti alla distruzione di Gezi Park. Le loro rivendicazioni e poi la brutale espulsione dal parco dellacinquantina di persone che l’avevano occupato, portano inizialmente alla mobilitazione dei giovani di Istanbul e poidegli oppositori del regime del primo ministro Erdogan. Il titolo di questa canzone, Il canto delle pentole in italiano,si riferisce alle persone che dalle finestre hanno supportato i dimostranti battendo su pentole o altri utensili dacucina.Per approfondire l'argomento delle proteste del 2013 in Turchia, Gezi Park, piazza Taksim

E' stato ascoltato da noi al Rencontre de Chorale Revolutionaire nel luglio 2019, a Royere de Vassivier, cantato dalcoro La canaille du Midi di Toulouse

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pagina 293

There Will Be Trouble In Town(2010)

di Andrea SigonaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: anarchici, carcere, no tav, repressione

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/there-will-be-trouble-town

Storia di un uomo che aveva coraggioNata nei giorni di lotte e allegriaPreso per sbaglio oppure già condannatoDa chi ha voluto portarcelo viaCinque di marzo si accendono i fariIn quelle due vite vissute cosìCome due fiori in un campo di maggioStrappati e recisi perché fragili

There Will Be Trouble In Town There Will Be Trouble In Town

Suicidio di stato ventotto di marzoI cani da guardia e la poliziaL’alba annunciava rumori a palazzo

E un calcio nel culo alla democrazia

There Will Be Trouble In Town There Will Be Trouble In Town Trouble In Town

Fino all’ultimo respiroFino all’ultimo giornoFino all’ultimo gridoFino all’ultimo respiroFino a che la parola e la voce non sispezzerà

There Will Be Trouble In Town There Will Be Trouble In Town

Informazioni

Canzone dedicata ad Edoardo Massari, detto Baleno, ritrovato impiccato nella sua cella del carcere delle Vallette, aTorino, il 28 marzo 1998. Accusato di far parte di una associazione sovversiva e banda armata che negli anni 90avrebbe realizzato diversi sabotaggi in Val di Susa, in particolare contro trivelle e cantieri dell Alta Velocità. Fuarrestato il 7 marzo del 1998, con Maria Soledad Rosas (suicidatasi l'11 luglio dello stesso anno, agli arrestidomiciliari) e con Silvano Pelissero: tutti saranno assolti alla fine del processo.

Vedi anche Soledad, hermana

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pagina 294

Ti ricordi?(2018)

di Ezio CupponePeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: antifascisti

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ti-ricordi

Ti ricordi il fattaccio di Ostia,l’intervista finita a testate:le domande non eran gradite.Il fascista ragiona così.

Ti ricordi quel dì a Marzabottola partita con quel di Loiano.segna il gol, fa il saluto romano.Un fascista più vile dov’è?+

Ti ricordi di quel militareche a Firenze con fiera baldanzaallestiva in caserma una stanzacon cimeli del fascio e del Fuhrer

Ti ricordi perchè a MacerataIl nazista che vota la Legaha sparato su gente indifesa?Non voleva immigrati in città.

Se i fascisti oggi alzan la testaci saran pure delle ragioni,di certo lo sa Berlusconie Salvini che è il suo tirapè

C’è chi dice “Il fascismo è già morto”,state attenti che è quello il fascista,è un ipocrita, un trasformistache attenta alla tua libertà

Il fascismo non è un’opinione,è un crimine verso il genere umanose la destra oggi fa da volanola vergogna d’ Italia sarà.

Se il Berlusca ci ha rotto le tasche,il Salvini ci ha rotto i marroni,pei fascisti e pei vecchi tromboni,qui in Italia più posto non c’è

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pagina 295

Tira fiato(2007)

di Smile JamaicaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: repressione

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/tira-fiato

Metro su metro, il mio piede e’ gia’ quidavanti prendo il mio postomi difendo dall’idea di globalita’dal mercato della pubblicita’strade bollenti e vaporiestate calda che e’ gia’ quisull’asfalto l’olio dei motoricellulari e divise bluche a guardare questa genovanon mi sembra certo checi sia differenza tra democraziarepubblica e stato di polizial’idea contro un murobrillante come smaltopassione slogan e risatein marcia su un budello d’asfalto

Faccio sfida a che grida di piu’

Tira fiato per gridare, alza la voce e fai sentire le ragioni che hai dentro il cuore scontrano con la realta’ e l’adolescenza, sublime incoscienza spinge alla liberta’ (cosi’ come) l’indipendenza, perfetta potenza e’ contro la globalita’

E la lode in giurisprudenzavorrei gettarla in un cestinocome legittima difesaallo sparo di un celerinoperche’ la minaccia di un estintorenella bilancia degli interessiavrebbe fatto solo rumoree rotolato a pochi passima una pistola dritta in facciacome lo sparo alla mia altezzacome in una battuta di cacciala preda nel bersaglio e’ certapoi perquisizioni, scuole e casermepestaggi stile argentinadi un governo liberaleper un’italia cretina

Faccio sfida a che grida di piu’

tira fiato per gridare, alza la voce e fai sentire le ragioni che hai dentro il cuore scontrano con la realta’ e l’adolescenza, sublime incoscienza spinge alla liberta’ (cosi’ come) l’indipendenza, perfetta potenza e’ contro la globalita’

Informazioni

Dal cd “Tira Fiato” (SanaRecords/Venus, 2007), testo di Gianluca Giura.

La canzone “tira fiato” rivive il G8 di Genova 2001, di cui risulta l’esatta cronaca e la giusta sintesi nello scontro tralibertà e stato di polizia.

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pagina 296

Tolleranza zero(2007)

di Alessio LegaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: emigrazione

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/tolleranza-zero

Le tre del pomeriggio, Monte Napoleoneho troppo gente intorno per esser solo unuomoho un buco nella pancia e un altro nelpolmoneson vissuto a Lambrate e crepo in piazzaDuomo

Vedo l'Italia intera che viene a far cordonementre il mio sangue gela e già cala ilsiparioho solo sguardi ostili come estrema unzionee l'idiozia comune come unico sudario

Sei solo un farabutto te lo sei meritatonon porteremo il lutto, sei solo un disperato

Il bottegaio in fondo ha mollato il banconeper vomitar sentenze sul mio sangue gelato"Io non sono razzista" dice "maquest'emigrazionedove ci son stranieri ci sta sempre un reato"

"Signori, io son stato sul fronte d'Albania"sbraita un vecchio stronzo che è arrivatoadesso"Parlare coi selvaggi è solo una pazziabisogna sparar prima e poi buttarli nelcesso"

Son solo farabutti, se lo son meritatoc'è da spararli tutti, non da sprecare ilfiato

Ci son due punkabbestia che rischiano illinciaggiocontinuando a dire la polizia assassinache siamo esseri umani, che lo Stato è ilselvaggio

che è una condanna a morte questa carneficina

"E se fosse tua madre ad esser derubata?"dice un impiegato, buon padre di famiglia,"E se fosse tuo figlio sdraiato sul selciatose a essere sparata ci fosse lì tua figlia?"

Non solo farabutti, non solo disgraziatipossiamo essere tutti, per strada, lì,sparati

E il signor mangiapolenta sta ancora lì asbroccaredicendo che la morte che ho avuto è troppopocoche sono fortunato di stare lì a creparese all'inferno lo incontro gli insegnerò unbel gioco

Non son certo un eroe e non mi piango addossose penso al mio compagno che lui è soloferitoio quasi preferisco il mio futuro fossoai giorni tutti uguali di chi sta incarcerato

Ma è solo un farabutto, se lo è pur meritatose si è giocato tutto è proprio un disperato

Avrà diciassette anni questa ragazza inpiantiche vede steso a terra soltanto un uomo mortoe che sia degli sbirri o che sia dei briganticome se qualche pianto mi desse riconforto

Le tre del pomeriggio, Monte Napoleoneil sangue scorre a fiumi e intanto io mi geloqui giace il mio bisogno di aver qualchemilioneho milioni di stelle in fondo a questo cielo.

Informazioni

Versione rielaborata da Alessio Lega di Les charognards, di Renaud Séchan

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pagina 297

Torneremo sulla langa(1995)

di Mirafiori KidzPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: antifascisti

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/torneremo-sulla-langa

Tra Dogliani e Roddino c'è una targache dice i Partigianiqui hanno combattutoBrigata Garibaldi comando di zonatanti son morti in quei boschi làSe i nostri vecchiora sapessero chi èche comanda sta terra quacerto contenti no non sarebberohanno lottato per la libertà

Torneremo sulla Langa a combattere perché i fascisti sono già qua Torneremo sulla Langa a proteggere la nostra vita e la Libertà

Contro tutti i soprusi contro tuttigli abusi ci fu chi un giorno si ribellòErano giovani caduti invano

per chi nasconde le veritàinfatti, democrazia è telecraziae poliziotti sono le tvche ci comandano e che c'ingannanocon i sondaggi gli spot e le news

Torneremo sulla Langa...

Sono in giacca e cravattacon le facce per benehanno il portatile e l'auto bluma poi disprezzanodiversi e deboliodiando schiacciano l'umanitàMa a tutti i compagniche ancora sognanoun mondo nuovo nuovi idealiio dico pronti e attentie che i fascisti hanno giàperso una volta qua

Torneremo sulla Langa...

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pagina 298

Totenweg(2002)

di Pardo FornaciariPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: antifascisti

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/totenweg

Il falco vola, romban i motorio Vera cara brillano le stelled’armi e provviste ha chiesto il lancioAzzariper rafforzar l’esercito ribelle.Da Vinca son lontani i cavatoriLasciato han case figli e spose bellesono ne' boschi dell'Alpi apuaneriuniti nelle bande partigiane.

Ecco dal fondovalle si diffondeInquietante il sonar dell’organinoSale pei gioghi, fino al monte TondoUn fumo che non esce dal caminoLuce di case in fiamme sullo sfondoMentre risuona di tacchi il camminoCon le canne di mitra e moschettiChe urtano l’acciaio degli elmetti.

Giù da Carrara e su da Monzone,metà settembre, arrivano i tedeschi.Furon cinque d’agosto le personeuccise, rieccoli ora ai primi freschiTornano a assassinare a Teneranole esse esse da’volti banditeschibambini, invalidi, famiglie intere:barbarie ugual mai si poté vedere.

Malato, stava sotto il formentoneAntognotti, e vien subito abbattuto.La bimba in braccio, perse la ragione,la moglie, per lo scempio del marito:“Me l’avete ammazzato il mi’Adriano”Grida,“ perché a me mi lasciate in vita?”I neri allor spararono a Lauretta

L’uccisero con la sua figlioletta.

Dopo la rappresaglia in fila indianaverso Carrara via voller portaredei Forfori la mucca alla catenaA scherno l’organin facean sonare,branco di iene in uniforme umana:s’erano divertiti a massacrare.Ottantacinque l’anni d’AgostinoCinque mesi Duilio, il nipotino.

A Montefiore la III BrigataAi neri sgominò la guarnigioneLa rappresaglia che scattò spietataFu dietro indicazion d’uno spioneContro Regnano che venne assaltataVittima inerme, la popolazione,C’era il San Marco con la MonterosaCoi nazisti alla strage veergognosa.

A Sant’Anna un mattino era d’estateA raccontare non basta lo sdegnodelle donne sventrate, del neonatolanciato in aria a far da tiro a segnoLa fucilava e Genny al soldatotirò in faccia lo zoccolo di legnoParlavano italian ma, cosa tristaAvevan la divisa da nazista.

Fu così a Bardine e fu così a VincaA Bergiola e del Frigido alle Fosse,da San Terenzo fino a MarzabottoMontagne e valli fur di sangue rosseFuggiva al nord l’esercito assassinoLo comandava un monco, un senza nomeL’accompagnava il suon dell’organinoLa morte fu scenario alle sue strade.

Informazioni

Il nome del comandante delle SS è taciuto: ma non perché ignoto. Non merita di apparire accanto a quelli delle suevittime: meglio scompaia nel gorgo dell'oblìo. (Pardo Fornaciari)

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pagina 299

Tout ce qu'est dégueulasse porte un joli nom(2000)

di Romain Didier, Allain LeprestePeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: franceseIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/tout-ce-quest-degueulasse-porte-un-joli-nom

Amoco Cadiz, amanite, Sahel,Chrysanthème, canine, morsure, varicelle,Mygale, tarentule, épine, porte-avions,Tout ce qu'est dégueulasse porte un joli nom.

Fourmilière, aiguille, acide et calice,Le Chemin des Dames, cercueil, cicatrice,Cyclone, ouragan, camisole, typhon,Tout ce qu'est dégueulasse porte un joli nom.

Amygdales, pavot, vérole, aspirine,Ecchymose, ortie, sanglot, carabine,Carmélite, javel, les trois petits cochons,Tout ce qu'est dégueulasse porte un joli nom.

Guillotine, cirrhose, nuit blanche, la

schtroumpfette,Mirador, Stazzi, syphon, baïonnette,Fleury Mérogis, la rue Lauriston,Tout ce qu'est dégueulasse porte un joli nom.

Camora, Pepelone, cyanure, mafioso,Tien an men, amen, rasoir et ciseaux,Hostie, Vatican, Jean-Marie, Bruno,Tout ce qu'est dégueulasse porte un joli nom.

Picador, arène, dollar et sébile,Ouragan, menottes, acide, Tchernobyl,Atome et neutron, neurone et citron,Tout ce qu'est dégueulasse porte un joli nom,Tout ce qu'est dégueulasse porte un joli nom.

Et toi... c'est quoi ton petit nom?

Informazioni

Vedi anche Le cose schifose hanno un gran bel nome, di Alessio Lega

Fonte

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pagina 300

Tra il 5 e il 6 di dicembre a Torino [Thyssen](2007)

di Cristina TioliPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: lavoro/capitale, morti sul lavoro

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/tra-il-5-e-il-6-di-dicembre-torino-thyssen

Tra il 5 e il 6 di dicembre a Torinoun grande incendio, un fuoco assassino:ha deflagrato su sette operai,una disgrazia da non scordare mai.

Hanno provato invano ad uscirela linea cinque dell’acciaieriaera bloccata c’è poco da dire,non han potuto scappare via.

Qualcuno è morto lasciando dei figliqualcuno ha avuto una lunga agoniaed alla fine è scampato uno solo:il gruppo Thyssen la deve pagar.

Ma si è trovata una lettera infame:“Quegli operai fan sol delle trame;

son morti tutti per lor distrazionee adesso vanno alla televisione”.

La verità è che la ditta tedescase ne fregava di porte e estintori;il sol profitto importa che crescae per il resto sian pure dolori.

Ne muoion tanti cadendo dai pontila sicurezza non importa nullaed il profitto nei loro confrontinon è per niente una gran novità.

Così piangiamo quei morti a Torinoe tutti gli altri che un crudo destinoha devastato con la morte biancae rinneghiam del profitto l’orror (2 v)

Informazioni

Testo scritto dal coro Le cence allegre, di Modena, in particolare da Cristina Tioli sulla melodia di Le mondinecontro la cavalleria.Parla del gravissimo incidente sul lavoro alla Thyssen Krupp di Torino, 6 dicembre 2007, ha ucciso sette operai,morti per le ustioni. Alcuni subito, altri dopo un’agonia di giorni.

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pagina 301

Traballera(2019)

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: sardo

Tags: lavoro/capitaleIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/traballera

Ma kini mai d'at nau ca a bivi in custu mundudepeus traballai po ingrassai su meri isgurdu

Traballera...

Su lunis scida kitzi ma est mellus sonnaiki mi ndi pesu mali e non bandu a traballai

Traballera...

Su martis galu istracu e brincu su mengianutengiu un atobiu pustis e depu essi sanu

Traballera...

Mercuris a lettu cun sa conca chi abruxiatapu cantau e buffau a sa baracca arrubia

Traballera...

Giòbia no traballu c'est manifestatzionipo liberai sa terra nostra de isisfruttadoris

Traballera...

Cenabara seu solu c'est festa in su sattu

depu cicai un amori siat femina ki mascu

Traballera...

Po una dì 'e cantieri sabadu abarru a lettuest mellu andai a s'ortu a imbustai su entu

Traballera...

Duminigu kitzanu de su meri seu andaua pigai su dinai chi mi seu guadangiau

Traballera...

Mi nc'at mandau a domu a buciacas buidasfiat puru incazzau cudda carogna pentia

Traballera...

Ma deu ki no seu scimpru nci seu torrau a coacun sa benzina e d'apu alutu sa macchina noa

Traballera...

Custa istoria imparat ki liberus est mellusde tzeracai a sa muda e fai una vida 'estrexu

Traballera...

Informazioni

Canzone di non-lavoro ideata dall'Indecoro.

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pagina 302

Trent'anni (Piazza della Loggia 1974-2004)(2004)

di Nuovo Canzoniere BrescianoPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: antifascisti, strategia della tensione

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/trentanni-piazza-della-loggia-1974-2004

Troppi anni son passatiper potere ricordareveramente cosa è statoquell’inferno maledetto

Per potere ricordarequegli sguardi senza vitaquella voglia di fuggiresenza voglia di tornare

Per potere rivedereun’altra vita in quella piazzadi ragazzi che in quel maggionon potevano capireperché uccisa da una storiauna storia mai finitauna storia ….mai finita

Quanta voglia di giustiziaci ha portati in questa piazzaogni anno di una storiasenza pace ne giustizia

Altre storie ci han portatocon violenza i sassi in tascaa cercare a modo nostrouna vera verità

Ma i ragazzi son cresciutie qualcosa hanno capitoe ogni giorno e ogni oraqui di fronte alla colonnahanno detto no alla mortehan deciso per la vitahan deciso ….per la vita

E la storia mai finitacome tutte queste storiespacca il cuore e la sua pietrae ritrova la sua vitanei caduti di ogni giornodentro agli occhi e alla memoriadi quel giorno maledettodella guerra mai finitadella guerra ….mai finita

Informazioni

I canti del Nuovo Canzoniere Bresciano ci sono stati comunicati direttamente dai componenti del gruppo, inparticolare ringraziamo Bruno Podestà.

A trent’anni dalla strage di Piazza Loggia a Brescia, nasce questo ricordo che vuole essere un grido control’ingiustizia e la memoria svuotata di verità che hanno sempre infangato i nomi delle vittime di quel lontano 28maggio. Una strage di stato a tutt’oggi senza colpevoli nonostante le ben note vicissitudini politiche italiane. Nellacanzone c’è un appello a quei ragazzi del 1974 che oggi hanno “capito qualcosa”, che hanno deciso la vita controla morte e che rivivono con gli stessi occhi, nei caduti di ogni giorno, l’orrore vissuto in quella piazza. La memorianon è un museo, un archivio della storia, la memoria ha un senso nella sua attualità (Nuovo Canzoniere Bresciano).Testo e musica di Gigi Modiano.

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pagina 303

U 5 lugli du 60di Lorenzo Peritore

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: siciliano

Tags: lavoro/capitaleIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/u-5-lugli-du-60

M’arricordu ca era caruseddu,tri misi menu di quattordici anni,quannu a Licata successa un fattu gravic’un mortu feriti e un saccu i danni.N’avivinu prumisu na cintralica pani a tanta genti aviva a dari,ma i politici, comu sempri foristerast’occasioni na ficiru scappari.

Chiddi ca cumannavinu a ddi tempi,tutti di fora, e mancu un licatisi,arrinisceru a purtarla ni so partiabbunnannu di travagliu i maranisi*.

C’e’ co dicia pero’ ca sta centralia Licata unn’era propriu distinata,nu mbrugliaru i politici di tannup’aggarrarisi i voti di LicataCà travagliu ci nn’era picca e nentie c’era co unn’aviva chi mangiari,pi chissu tanti patri di famigliapa Germania accuminciavinu a scappari.Era u cincu di lugliu du sissantae ci l’haiu davanti comu se fussa ora,ca pu sciopiru di sta centrali elettricatanta genti da so casa scasa’ fora.Fu priparata infatti na protestain ogni particolari organizzata,pi circari d’attirari l’attenzionidintra un paisi di genti ispirata.

D’apprima i scioperanti foru carmie a forza pubblica ci potta dari mmesta,ma u suli forti di ddu cincu i lugliu.a tanti licatisi piglia’ n’testa.Dittu fattu un si capia ciu’ nentie successa di tuttu mmenzu i strati,ci foru scontri contru a poliziaca ebba puru machini abbrusciati.

U ponti ca c’era supra u sciumituttu di lignu, fattu di surdati,fu smantillatu di na punta all’attradi na cricca di picciotti esagitati.

Ma i cosi gravi successiru a stazioniunni i genti si nn’eru a protestari.Supra i binari bloccaru tutti i trena,e chi successa ? U Signuri nn’ha scanzari!!

Chi petri ca c’erinu na liniaficiru a fuia contru a Polizia,ca p’addifennisi e scuraggiari a tuttichi lacrimogini a corpu arrispunnia.

Sta mossa pero’ ficia cio’ dannue i cosi accuminciaru a peggiorari,a genti continua’ a tirari petrie a polizia accumuncia’ a sparari.

Cincu feriti si cuntaru o cincu i lugliucomu succeda quannu c’e’ na guerra,mentri un picciottu di vinticinc’annihava di tannu c’arriposa sutta terra.

Napoli Vincenzu si ciamavae scioperava pi solidarieta’,ma pi na causa c’arriguardava a tuttidi picciutteddu a vita ci appizzà.

Di tannu menzu seculu ha passatu,a Licata unn’ha cangiatu nentie i picciotti pi truvarisi u travagliuhannu a scappari pi giri n’cuntinenti.

E’ difficili putiri addigiririca sti carusi a Licata su mpristati,e cocchi postu ca c’è a disposizionie’ riservatu pi raccumannati.

Doppu tant’anni i cosi vannu peggiue i nostri figli ormai sù tutti sdati,oltri e m’piegati e quattro cummircianti,stammu arristanu sulu i pinziunati.

Sinatura e diputati licatisio putitri n’ammu avutu picca e nenti,e co ha avutu a furtuna d’accianariha pinsatu pi d’iddu e i so’ parenti.

Co ni ciama “Babbi Licatisi”dicia na cosa sacrosanta e vera,babbi comu a nattri un ci nni sunnuca spartinu tutti i voti e foristera

Se un mittemmu tanticcia di giudiziounn’hava sensu ca ni lamintammu,se ni passammu a manu na cuscenza,avemmu chiddu ca ni miritammu.

* (maranisi=abitanti di Porto Empedocle)

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pagina 304

Informazioni

Sono trascorsi ormai 47 anni dallo sciopero in cui sono rimasti feriti 5 nostri concittadini, mentre un ragazzo di 25anni ci ha rimesso la vita. Molti giovani non conoscono questa triste e tragica pagina della nostra storia, chesarebbe bene ogni tanto ricordare. Il 5 di luglio del 1960 è una data che ha segnato a lutto la città di Licata, esoprattutto i familiari di Vincenzo Napoli che all’età di soli 25 anni ha cessato di vivere. E’ per questo che con unracconto in versi dialettali desidero raccontare a tutti i licatesi che allora non c’erano, e ricordare invece a tutticoloro che c’erano, ciò che è successo in quel “caldissimo” e ormai lontanissimo 5 luglio del 1960, e come si siapotuto verificare che un giovane di 25 anni, per rivendicare i propri diritti e quelli di una intera popolazione diquarantamila abitanti esasperata da una infinita quantità di problemi, ci ha rimesso la sua giovane vita. (LorenzoPeritore)

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pagina 305

Un Milione Di Passi(2015)

di Fiorenzo GualandrisPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: lombardoTags: antifascisti

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/un-milione-di-passi

Centomila gavette di ghiacciochi bestemmia e chi prega il Signoreper compagna la fame e la morteche sorteggia chi torna e chi muore

Sulla pista col gelo che mordeio trascino i miei piedi e speranzasogno casa e il calor di un caminoporco Duce ti vorrei qui vicinoUn milione di passisulla steppa gelataogni passo, che faticastringo i denti, io vivrò.

Sinta al Nivili m' al cantasità giò 'nsu la bancheta fora da ca'a guardà i tusan alegher che pasencunt questo so, che al ma scalda i oss.

Par no vera de ves rivà a ca'par no vera da vess sità giò chicun tucc i pass che ho fai in sura al giasce la guera…...par mi l'è finì.

Ma gh' è una roba che la ma stà in su i ballvidè fascista e tudesc ammò chi in Punt Veccduvè scapà a nascundes se pasenpar la pagüra da vèss minà via

Ma han vansà poc da fa i ganassaa Magenta in già prunt i partigiangh' è l' Anselmo con la sua brigada

ma i tudesc han puntà i so canon

Don Virginio al nost pretpartigian par vucasiondumanda una stafetasi ga vör una stafetapar l' Anselmo cur ad avisà.

Ma par mi ca sun vignù a ca' a pe' da laRusiasa ga vör a fa una cursa fin làla pagüra dacord si l'è tantama una roba se ghe da fala, la sa fa.

“ Cumandant Anselmo, c'al ma 'sculta parpiasèDon Viginio al manda a dì da spicià,ga pö sciupà una bataglia tremenda,e tanta gent, la po murì ”E a l'è stai inscì che sensa fa bataglia,sensa nisün che g' ha lasà la pelli tudesc han purtà via i so strasce via anca i fas cista, finalment fora diball.

Un milione di passihan fai i me pè fin da la Rüsiae che fadiga, e che sudada,ma per fa la staffeta, uè …...che allenament.

E che fadiga, e che sudada,la prosima völta…... a ciapi al tram.

Informazioni

Canto del repertorio del gruppo di canto sociale e popolare Polenta Violenta.

Testo in Lombardo ma nel link su You Tube scorre la traduzione italiana in sincrono col canto.

Canzone che racconta di personaggi ed eventi reali nella storia della resistenza e della liberazione della frazionePonte Vecchio di Magenta

Protagonista non nominato: Luigi Ferrario giovane reduce di Russia che non ha aderito alla RSI

Don Virginio Colazani: Pretrer Partigiano della Frazione di Ponte Vecchio di Magenta, comandava una trentina dieffettivi.

Anselmo Arioli "Licio" : comandante dellaq 5° Divisione Garibaldi "Magenta"

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pagina 306

Un tatuaggio nella mente(2001)

di Pardo Fornaciari, Marco GuercioPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: lavoro/capitale

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/un-tatuaggio-nella-mente

Ho paura ma non bastanon mi avete spaventatoNon starò più chiuso in casasono ancora più arrabbiatoHo capito cosa sietesiete luridi fascistie sparate ed uccidetelibertari e comunistiNoi lottiamo contro chivuole un mondo disegualenoi lottiamo e lotteremocontro fame e capitale

Ed era solo come soli siamo quando si sta male e la paura e lo sparo d'un servo del capitale Ora abbiamo Carlo accanto con il suo passamontagna è un tatuaggio nella mente voi fascisti\maledetti\ riscattare\la vergogna!

E voi servi del poteremassacrate i dimostrantiper il pane, la famigliaper i soldi, pochi o tantiNoi ci siamo abbiam capitoquello che vi fa paurache si mostri che la vostralibertà è una dittaturaNoi cresciamo ogni giornocon la forza delle ideecon cui Carlo vive semprevive e lotta accanto a noi

Ed era solo come soli siamo quando si sta male e la paura e lo sparo d'un servo del capitale Ora abbiamo Carlo accanto con il suo passamontagna è un tatuaggio nella mente voi fascisti\maledetti\ riscattare\la vergogna!

Dovevate voi saperloche la polizia non bastaper abbattere un'ideaecco, siamo più di primaUn'idea definitivadi giustizia e libertàdi uguaglianza, amore, pacee di solidarietàState attenti voi aguzziniche la lotta è cominciatadopo Genova di lugliola rivolta è solo nata

Ed era solo come soli siamo quando si sta male e la paura e lo sparo d'un servo del capitale Ora abbiamo Carlo accanto con il suo passamontagna è un tatuaggio nella mente voi fascisti\maledetti \riscattare\la vergogna!

Noi saremo tutti i giornia distruggere l'imperodel mercato della mortedella fame del denaroOtto re son così pochinoi sarem sempre di piùe sappiate che da adessonon vi obbediremo piùGlobalisti affamatorialla fine viene il belloGlobalizzeremo il mondocon la falce ed il martello

Ed era solo come soli siamo quando si sta male e la paura e lo sparo d'un servo del capitale Ora abbiamo Carlo accanto con il suo passamontagna è un tatuaggio nella mente voi fascisti\maledetti\ riscattare\la vergogna!

Informazioni

Composta verso la fine dell'estate 2001 da Marco, avvocato dei COBAS (a lui si devono numerose sentenze pilota,come quella che obbligò ad assumere a tempo indeterminato i precari dei call-center) e Pardo, inegnante in

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pagina 307

pensione e cantastorie.

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Un violador en tu camino(2019)

di Colectivo LastesisPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: spagnolo/castiglianoTags: femministi, repressione

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/un-violador-en-tu-camino

El patriarcado es un juezque nos juzga por nacer,y nuestro castigoes la violencia que no ves.

El patriarcado es un juezque nos juzga por nacer,y nuestro castigoes la violencia que ya ves.

Es femicidio.Impunidad para mi asesino.Es la desaparición.Es la violación.

Y la culpa no era mía, ni dónde estaba nicómo vestía.Y la culpa no era mía, ni dónde estaba nicómo vestía.Y la culpa no era mía, ni dónde estaba nicómo vestía.Y la culpa no era mía, ni dónde estaba nicómo vestía.

El violador eras tú.El violador eres tú.

Son los pacos,los jueces,el estado,el Presidente.

El Estado opresor es un macho violador.El Estado opresor es un macho violador.

El violador eras tú.El violador eres tú.

Duerme tranquila, niña inocente,sin preocuparte del bandolero,que por tu sueño dulce y sonrientevela tu amante carabinero.

El violador eres tú.El violador eres tú.El violador eres tú.El violador eres tú.

Informazioni

Frutto di un’idea del collettivo cileno Las Tesis, creato poco più di un anno fa a Valparaìso in Cile da cinque donne,Sibila Sotomayor, Dafne Valdés, Paula Cometa Stange e Lea Cáceres. E' stato "interpretato" per la prima voltadavanti alla Seconda stazione di polizia di a Valparaíso, in Cile il 18 novembre 2019, nel corso di un "flash mob". Lasua portata è diventata mondiale dopo che i movimenti femministi in decine di paesi hanno adottato e tradotto laperformance per accompagnare le loro proteste e rivendicazioni locali per la cessazione e la punizione difemminicidi e violenza sessuale.L'azione, nata durante le proteste in Cile contro il governo di Piñera, è stata ideata originariamente per denunciaregli stupri dei carabinieri cileni rimasti impuniti grazie alla complicita di uno stato corrotto. Il titolo della canzone, Unviolador en tu camino non è casuale. Lo slogan dei carabineros cileni è infatti “Un amigo en tu camino”.

La canzone si basa su un testo dell’antropologa femminista argentino-brasiliana Rita Segado

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pagina 309

Uni ciao(2010)

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: italiano

Tags: lavoro/capitale, scuola/universitàIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/uni-ciao

Una mattina mi son svegliatoo uni ciao uni ciao uni ciao ciao ciaouna mattina mi son svegliatoe ho trovato l'imprenditor

O dottorato vattene viao uni ciao uni ciao uni ciao ciao ciaoo dottorato vattene vianon mi sento di investir

E di investire nella ricercao uni ciao uni ciao uni ciao ciao ciaoe di investire nella ricerca

che non porta produzion

E produzione meccanizzatao uni ciao uni ciao uni ciao ciao ciaoe produzione meccanizzatadi strumenti d'oppression

E non è vero che l'oppressioneo uni ciao uni ciao uni ciao ciao ciaoe non è vero che l'oppressionepassa solo dal balcon (riesce solo conl'azion)Ma passa sempre per il pensieromorto di atrofizzazion

Informazioni

Parodia di "Bella ciao" scritta e cantata dagli studenti universitari torinesi del coordinamento SI (StudentiIndipendenti)

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pagina 310

Unni si'(2014)

di Francesco "Ciccio" GiuffridaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: sicilianoIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/unni-si

Unni si’ ca ti cercu a tutti banni,varca sbannuta sugnu ammenzu a l’unni;cimiddìu a lu ventu comu ’i cannie mi furrianu l’occhi tunni tunni.Si ppo’ fari ’n signali mi lu manni,unn’haju a circari cchiù, dimmillu unni;crisci la pena ogni ura cchiù grannie li pinseri me cchiù niuri e funni.

Tu si’ lu me pileri forti e duci,bannera ca risisti ad ogni ventu,torcia ’nciammata fai lustru e n’abbrucicu t’astutau n’ha aviri cchiù abbentu.Lu to silenziu morti n’arridduci,viniti genti, a unu a deci a centu:è comu vivu si facemu vucidi novu allatu lu vogghiu lu sentu.

Informazioni

Questo canto, dedicato a Peppino e Felicia Impastato, ha ricevuto il Premio Giovanna Daffini per il 2014. Ci è statocomunicato direttamente d Francesco "Ciccio" Giuffrida, autore del testo.

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Vedo l'asino di fronte al Minister(2011)

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: italiano

Tags: satirici, scuola/universitàIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/vedo-lasino-di-fronte-al-minister

Guardo l’ asinodi fronte al Ministeril futuro dei bambiniSecondo la Gelminiè un caccia bombardierPiù caro dell’ inchiooostro

Vanno i soldisopra il mare tutto bluil maestro è cancellatoEvviva il precariato

E il bidello non c’è piùDu du du du du

Queste strane cosevedo ed altro ancorfinchè ticchete ticcheticchete ticcheticchete non sento che e'guarita la scuoldal partito dell’amor

Informazioni

Cantato dai bambini della scuola pubblica VII circolo Montessori di Roma (che avevevano per l'occasione costruitoun asino con le bottiglie di plastica riciclate), su musica della canzone A Zonzo di Ernesto Bonino, cantata daAlberto Sordi nell'edizione in lingua italiana del film I diavoli volanti. La canzone, cantata da Oliver Hardy nellaversione originale, è Shine on, harvest moon, composta da Nora Bayes e Jack Norworth nel 1908. Testorimaneggiato da Marina Collaci

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pagina 312

Venditore di sassi(2007)

di Alessio LegaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/venditore-di-sassi

Di' papàma dove stail venditor di sassie speriamo che lui passiquand'ho la cartella!La maestra dice in classela vita è un gioielloche i cattivi avran la peggioche il futuro è bello...

E allora...Perchè i bimbi di Belfastdi Harlem, di Palermolottan con le pietre in manopersi nell' inferno?Quando raccontavanodi Davide e Goliaho creduto fosse storiae non solo poesia.

Di' papàquand'è che passala giostra d¹allegriavedo troppa gente solapersa nella viasento un pianto falso e infamedai televisorimentre c'è chi piange e ha famea due metri fuori.

Di' papàse passeràchi vende tenerezzase potrà consolare

tutta la tristezzadi un mondo povero che crepae un altro soffocatoda tutta la merce invendutanel supermercato.

Quando offro il mio paninoa chi non mangia maiquando do tutto il mio amorea chi ha solo guainon è per esser comunistané un buon cristianocerco solo il gusto nuovodi sentirmi umano.

Di' papàci son paroleche fan male alle orecchieson le stesse son le solesempre quelle vecchie...Fa' che trovi la mia rabbiasotto la pietàfa che trovi un'intifadain ogni città.

Di' papàma dove stail venditor di pietree, stai attento, se è passatopoi ritorna indietro...Se tu fai del mio doloree dei miei sassi infinesolo un urlo di furoreper le tue canzoncine!

Informazioni

Si tratta della versione italiana, piuttosto libera in alcuni punti, di Marchand de chailloux, di Renaud Séchan.

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pagina 313

Vennero(2017)

di Francesco "Ciccio" GiuffridaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: antifascisti

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/vennero

Vennero prima per i comunisti,io vidi e muto distolsi lo sguardo.Ma voi capite, non ero marxista,e percorrevo la strada mia.

Nessuno ha una strada ch’è solo per lui! Io non lo sapevo, adesso lo so.

Poi presero i capi dei sindacati,io vidi e muto distolsi lo sguardo.Ma io non ero nemmeno iscritto,e percorrevo la strada mia.

Nessuno ha una strada ch’è solo per lui! Io non lo sapevo, adesso lo so.

Quando colpirono gli omosessualiio vidi e muto distolsi lo sguardo.Non mi importava, ve lo confessoe percorrevo la strada mia.

Nessuno ha una strada ch’è solo per lui! Io non lo sapevo,

adesso lo so.

E fu la volta di nomadi e rom,io vidi e muto distolsi lo sguardo.Nella mia casa non giunse un lamento,e percorrevo la strada mia.

Nessuno ha una strada ch’è solo per lui! Io non lo sapevo, adesso lo so.

Quando marchiarono tutti gli ebreiio vidi e muto distolsi lo sguardo.“Questi di certo non son fatti miei”E percorrevo la strada mia

Nessuno ha una strada ch’è solo per lui! Io non lo sapevo, adesso lo so.

Vennero a prendermi in tanti una notte,nessuno c’era a vedere, a parlare.Mentre venivo strappato dal lettogli occhi cercavano la strada mia. Nessuno ha una strada ch’è solo per lui! Io non lo sapevo, adesso lo so.

Informazioni

Ispirata a una poesia del Pastore Martin Niemoeller

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pagina 314

Ventimiglia tu sei maledetta(2015)

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: italiano

Tags: repressione, emigrazioneIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/ventimiglia-tu-sei-maledetta

La mattina del 30 settembre,si muovevano le truppe italiane,Ventimiglia le terre lontanee dolente ognun si partì.

Sotto il sole che batteva rovente,si bloccavano i confini vicini,e dai monti, colline e gran vallisi partiva dicendo così:

Ventimiglia tu sei maledettaper ognicuore che sente coscienza,dolorosa ci fu la partenzae il ritorno una scelta non fu.

O vigliacchi voi ve ne restatecon le mogli sui letti di lanaschernitori di noi carne umana,questa guerra ci insegna a partir.

Voi chiamate democreziaquesta terra di là dei confini,qui si muore gridando assasinimaledetti sarete un dì.

Cara terra, che tu non mi senti,raccomando ai compagni vicini,di resistere in mari ostiliche io parto col ricordo nel cuor.

Traditori voi parlamentari,la frontiera l'avete voluta,schernitori di carne vendutaquesta lotta ci insegna così.

Ventimiglia tu sei maledettaper ognicuore che sente coscienza,dolorosa ci fu la partenzae il ritorno una scelta non fu.

Informazioni

Parodia del canto della prima guerra mondiale O Gorizia,Composta in occasione dello sgombero del presidio “No Border” di circa 150 persone tra migranti e attivisti solidalida parte dalle forze dell’ordine, ai Balzi Rossi presso Ventimiglia, scogliera che dal giugno 2015 è simbolo dellaprotesta di chi chiede di poter attraversare la Francia per raggiungere il nord Europa.Il testo è stato pubblicato sul numero 6 (autunno 2015) della fanzine Carta Forbice Sasso, del Collettivo AnarchicoStudentesco Torinese.

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pagina 315

Vi ricordate la forza sindacale(2015)

Periodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)Lingua: italiano

Tags: lavoro/capitaleIndirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/vi-ricordate-la-forza-sindacale

Vi ricordate la forza sindacalesi scioperava e contrattava ancore nonostante il padrone maialesi confidava trovare lavoro.

O voi precari che penate così tantoper mantenere la nostra gioventù,voi guadagnate pochi euro soltantoe la speranza va sempre più giù.

Sian maledette le multinazionaliche cose inutili ci fanno compraree che possiedono media e giornaliper molto meglio poterci coglionar.

Vogliam ridurre i loro profittie finiranno questi tempi brutti:rivendichiamo i nostri diritti,lavoreremo di meno ma tutti.

Informazioni

Testo composto il 28 febbraio 2015 a Crespi d'Adda nell'ambito della manifestazione "Almen nel canto non vogliampadroni", organizzato dal coro Pane e Guerra di Bergamo. Sull'aria di "Addio padre e madre, addio".

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pagina 316

Vi ricordate quel 20 di luglio(2002)

di Pardo FornaciariPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: repressione

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/vi-ricordate-quel-20-di-luglio

Vi ricordate quel 20 di luglioGenova calda e incatenatada otto gangster che a mano armatail mondo intero voglion dominar!

Che cosa fa Gianfranco Finicon la sua mobile in questurama ill movimento non ha pauradifenderemo la libertà

Il blocco nero scorrazza in giroe spacca tutto senz’esser fermatoma ai pacifisti viene riservatoun trattamento davvero special

Le tute bianche fanno il corteoPer arrivare alla zona rossama un plotone gli si scaglia addossodi poliziotti e di finanzier

Le prime linee fan l'autodifesaa protezione di tutti gli altriperché una volta che si son sganciatia casa salvi possano tornar

Scappa un plotone dei carabinieriquando un gippone come per vendettaprende di mira il corteo e si gettacontro i compagni a gran velocità

Sbanda e si pianta contro un cassonettoe non riesce più a manovrarema fra i compagni c’è chi va a provareuna lezione gli vogliono dar

Ma dall'interno per potere sparareCon l'estintore spaccano il vetroquando Giuliani glielo tira indietrogli spara in faccia il carabinier

L’altro assassino che stava al volantestritola Carlo con il gipponee il mondo intero in televisionevede l’orrore e la bestialità

E io vi chiedo miei cari compagniandare in giro a raccontarequel che è successo a denunciareper la difesa della libertà

Informazioni

Scritta da Pardo Fornaciari nell'ultima decade di luglio 2001, di ritorno da Genova; rielaborata nel finale (dove si dàla versione più autentica di quanto è successo) dopo un colloquio con Heidi Giuliani, l'anno dopo. Sull'aria di "Viricordate quel 18 aprile"

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pagina 317

Viaggiatori viaggianti(2013)

di Polenta Violenta - Canzoniere Popolare, Roberto MeretaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: lavoro/capitale, emigrazione

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/viaggiatori-viaggianti

Viaggiatori viaggiantisenza valige da trasportareviaggiatori viaggiantisenza biglietto da mostrare.Viaggiatori viaggiantiche son sempre li a sperareviaggiatori che viaggianosenza carta da mostrare

Viaggiatori viaggianticon la paura di non arrivareviaggiatori viaggiantiche son storie da non sapere.Storie di famedi sabbia e miseriastorie sbagliatedall' altra parte del mare.

E dopo ore a scrutare il maredopo ore a capire questo mareun mare che può essere fantasiamorte o libertà.

Con la speranzadi una vita migliorecon la speranzadi una vita diversa.Sbattuti dentro un CIEcome cani randagistorie sbagliate

da questa parte del mare.

Sperando che il vostroDio sia miglioresperando che l' ondanon ci ribalti.Si sente soloodore di maree le stelle son le unicheluci da vedere.

E dopo ore a scutare il maredopo ore a capire questo mareun mare che può essere fantasiamorte o libertà

Viaggiatori che naviganoal porto arrivano maleviaggiatori che qualcunose l'è mangiato il mare.guardando le ondetra salsedine e merdacon la paura di non arrivare.

Viaggiatori viaggiantisenza valige da trasportareviaggiatori viaggiantisenza biglietto da mostrare.Viaggiatori viaggiantiche son sempre li a sperareviaggiatori che viaggianosenza carta da mostrare

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pagina 318

Vigliacca!(2000)

di Alessio LegaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: antimilitaristi

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/vigliacca

Ahi guerra che hai fatto vigliaccaAhi guerra che hai fatto vigliaccaMi hai preso e strappato la giaccaE mi hai dato un triste fucileMi hai detto o spari o sei un vileAhi guerra che hai fatto vigliacca.

Ahi guerra che hai fatto carognaAhi guerra che hai fatto carognaMi hai preso e mi hai messo alla gognaLa gogna, e in mano una bombaMi hai fatto scavare la tombaAhi guerra che hai fatto carogna.

E c’è chi ti sogna ancora come il vello d’oroÈ il mercante in fiera, fiero di sbranareUn’altra primavera e commerciare morteFa sentire forte!C’è chi dice che sei dolorosa ma necessariaA volte non è aria, non si può far altroChe ascoltar la voce di tutti i cannoniPer mettere pace...

Ahi guerra che hai fatto assassinaAhi guerra che hai fatto assassinaSciacallo, sciacallo, fainaPer tutti quei morti che penaMi hai fatto sparare alla schiena

Ahi guerra che hai fatto assassina.

Ahi guerra che hai fatto bastardaAhi guerra che hai fatto bastardaVigliacca, vigliacca, codardaMio dio che paura ho nel cuoreAhi quanto massacro che orroreAhi guerra che hai fatto bastarda.

E son diecimila anni, centomila volteChe partiamo verso il fondo della notteUbriachi dal terrore di morireMarci di doloreCi dicono sempre questa è l’ultima battagliaMa non muovi foglia che guerra non vogliaPersa già in partenzaÈ la propria esistenza.

Ahi guerra, ahi quanto sconfortoAhi guerra, ahi quanto sconfortoIo ero vivo e sono mortoHo sangue su tutte le ditaHo sangue per tutta la vita...Ahi vita in che guerra son mortoAhi vita in che guerra son mortoAhi vita in che guerra sono morto?

(La frase “Guerra che hai fatto vigliacca”è di Bulat Okudzava).

Informazioni

Dice Alessio Lega: "È la mia versione, la mia riscrittura, di un antica canzone popolare: Gorizia. L’ho scritta durantela guerra del Kossovo."

Dal CD "Resistenza e amore", Nota, 2004

Sito ufficiale:http://www.alessiolega.it/

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pagina 319

Viva la guerra!(2002)

di Luciano TarabellaPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: toscanoTags: satirici

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/viva-la-guerra

Viva la guerra, li sbudellamenti,le rapine alla banca, le sassate,viva li stiaffi, i morsi, le puntate,la droga, la violenza, i rapimenti,

viva la fame, viva l' accidenti,l'operazioni, le revorverate,evviva le stazioni bombardate,i ladri, l’assassini, i delinquenti;

e abbasso tutto il resto, l' onestàla fratellanza, l'uso del cervello,i bimbi, i vecchi, la cordialità

che vien dall'amore e dalla pacepiù tutto quanto al mondo c' è di belloma che, si vede, a tutti nun ni piace.

Forse la vita è solo una pazziache succhia ir sangue e sputa l' armonia.

Informazioni

E’ un sonetto caudato scritto da un poeta livornese, Luciano Tarabella. La musica di impianto popolaresco è diPardo Fornaciari. L’abbiam cantata in tanti davanti a Camp Darby (base americana), provocando serie crisi diidentità a polizia e carabinieri a cavallo. Del resto è noto che i cavalli sono animali poco avvezzi ai sarcasmi.

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pagina 320

Voglio una casa(1997)

di Lucilla GaleazziPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: lotta per la casa, terremoto

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/voglio-una-casa

Voglio una casa, la voglio bellaPiena di luce come una stellaPiena di sole e di fortunaE sopra il tetto spunti la lunaPiena di riso, piena di piantoCasa ti sogno, ti sogno tantoDididindi, Dididindi...

Voglio una casa, per tanta genteLa voglio solida ed accogliente,Robusta e calda, semplice e veraPer farci musica matina e seraE la poesia abbia il suo lettoVoglio abitare sotto a quel tetto.Dididindi, Dididindi...

Voglio ogni casa, che sia abitataE più nessuno dorma per stradaCome un cane a mendicarePerchè non ha più dove andareCome una bestia trattato a sputiE mai nessuno, nessuno lo aiuti.Dididindi, Dididindi...

Voglio una casa per i ragazzi,che non sanno mai dove incontrarsie per i vecchi, case capientiche possano vivere con i parenticase non care, per le famigliee che ci nascano figli e figlie.Dididindi, Dididindi...

Informazioni

Ce l'ha trasmessa la cantastorie aquilana Anna Barile, precisando che Lucilla Galeazzi scrisse questa canzone dopoil terremoto in Umbria del 1997

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Volante CuccioloPeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: antifascisti

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/volante-cucciolo

Arca chiama e la volante risponde veloceE si parte di corsa lontano a cercare icompagniQuattro chiacchere lungo il sentiero nonfanno mai maleE la lotta che soffoca il mondo più leggerasaràLa Volante è già un cuore solo che palpita eva.Vola, Gino, Ermanno,Villa, Carluccio,Cesco, Gigetto,Jubal, Peppo,E se l’alba ti coglie e sorprende con delleombre grigieTu resisti, combatti e soffri per la LibertàUna volpe compare tra i lupi che mordonferoci

E i compagni uno a uno morenti, cadere vedràLa Volante è già un cuore solo che semprevivràVola, Gino, Ermanno,Villa, Carluccio,Cesco, Gigetto,Jubal, Peppo,Ora a Tippererry il sonno e molto profondoE la neve nei prati e sui monti si sciogliedi giàSe ti coglie un triste pensiero pensa adomaniDa quel sangue nascerà un fiore rosso dellaLibertàLa Volante è già un cuore solo che non moriràLa Volante è già un cuore solo che semprevivràLa Volante è già un cuore solo…….. che semprevivrà

Informazioni

Trarego 25 febbraio 1945. La “Volante Cucciolo “ opera nel Verbano, è un reparto della brigata “C,.Battisti”; sitratta di una piccola unità combattente composta da 9 uomini, al comando di Nino Chiovini ”PEPPO”.

Gli altri reparti della “Battisti li accolgono con grande simpatia perché quelli della “Cucciolo” sanno infonderefiducia e coraggio,perché portano allegria, perché le loro azioni si aprono con simpatiche beffe e si chiudono conbrillanti risultati, perché sanno che quelli della “Cucciolo” sono autentici guerriglieri che, pur con allegria, fanno sulserio.

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pagina 322

Zona rossa(2012)

di Anna BarilePeriodo: Il mondo "globalizzato" (1990 - oggi)

Lingua: italianoTags: terremoto

Indirizzo: https://www.ildeposito.org/canti/zona-rossa

Qui c'è ancora la zona rossanon c'abbiamo la zona francanon c'abbiamo più soldi in bancanon sappiamomo cos'è crollatotengono tutto transennato,ma è stato tutto già saccheggiatosiamo pieni de inquisizionide denunce e investigazioniper aver organizzato manifestazioni,c'è l'esercito ad ogni pizzonon ci fanno vedè le piazzefanno gli scemi con le ragazze.

Sempre contenti bisogna stare che il nostro piangere fa male al premier...

Tanti tanti tanti stan guadagnando tanti milioni pure mo' con Monti a spese nostre come non mai.

Senza nessuna garanziaogni tanto un lavoro si avviadice che siamo in democrazia,fanno rotonde, grossi parcheggiche ci rovinano tutti i paesaggia noi ci restano solo i disaggi.Mo' ci fanno pagà le tassementre loro giocano a golfequi ci fanno passà pe' fessinon cè un piano regolatoreci consumano i territori

ci regalano gli auditori

Infrastrutture...insicure... impalcature... durature!

Tanti tanti tanti stan guadagnando tanti milioni pure mo' con Monti a spese nostre come non mai.

Qui la vita non è normaleci rispondono sempre malestare all'inferno mi sembra uguale,devi fa' 'n modulo per ogni cosase parti se esci se prendi sposase fa davvero una vita rognosa,mentre noi abbiamo perso il postoa nessuno ie frega questoma andiamo avanti e terremo tosto,nel bel paese sorridentedove si specula allegramentesulle disgrazie della gente.

Siamo cortesi... forti e gentili dove si comprano...quattro fuci... quattro badili Tanti tanti tanti stan guadagnando tanti milioni pure mo' con Monti a spese nostre come non mai.

Specie mo' con Monti aprite l'occhi e stamo in campana rubano sui conti qui nello stato della banana.

Informazioni

Sull'aria de La strana famiglia di Giorgio Gaber

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pagina 323

Indice alfabetico

'15 - '18 3'nterogermina detta Maria Stella 411 marzo 1977 - Canzone per Francesco 56 dicembre 6A la huelga compañeras 7A nuis coloradas 8A Riace 9A Silvia [Silvia Baraldini] 10A un pescatore di voci bianche 11Abd El Salam 12Acquorum 14Ai mamà 15Al confine 17Al referendum rispondiamo "NO" [versione 2016] 18Al referendum rispondiamo NO [ver. 2006] 19Alla scuola brindisina 20Alle barricate 21Almeno lo spero 22Anarcangeli 23Aprile 74 24Ballata della III Brigata Garibaldi "Oberdan Chiesa" 25Ballata della Thyssen 27Ballata della XXIII Brigata Garibaldi "Guido Boscaglia"

28Ballata di Ustica 30Ballata Gelmino-Universitaria 31Ballata per Carola 32Ballata per gli antifascisti di Tatti 33Ballata per Isabella Viola 34Ballata per Vanda 35Ballata per Vik 36Bandera arrùbia 37Barche di cartapesta 38Bella ciao della Vodafone 39Bella ciao femminista 40Berlusconeide...e lui rideva 41Berluscrauti 42Brigata partigiana Alphaville 43Brucia la città 44Cadaveri vivi 45Calamandrei 47Cannoni del Sagro 48Canto del solidale 49Canto di vita 50Cantu pro sos pastores 51Canzone per Ion 52Canzone urgente 53Canzoni da amare 54Carlo assassinato 55Carlo nel cuore 56Cavaliere 57

Chi ha compagni non muore mai, a Ivan Della Mea 59Classe 1923 60Clément Méric 61Come le cavallette 62Come votava 63Contro 64Corrido al cavalier Berlusconi 65Cosa rimiri ragazzo padano? 66Cunfessada 67Custodi 68Dall'ultima galleria 69Delle diversità 71Dieci Preghiere 73Difendi l'allegria 74Disperanza 75Donne di cielo 76E più non canto (anti-Gelmini) 77E' arrivatu lu furtu nuevo 78El palass de Lumbardia 79Ero staffetta 80Fall Down in Barletta 81Fantazzini 82Fantozzi Antonio da Campiglia, deportato 83Fighissime anziane 84Fiore di campo 85Fortza pastores 86Frizullo 87Gappisti 89Gelato in Febbraio 90Genova 2001.Ballata per Carlo Giuliani ragazzo 91Governo non permette 92Han sequestrato i server 93Huelga feminista 94I baci 96I martiri del caporalato 97I Ministri 98I NO TAV a la stasiun 99I tre porcellini 100I' trescone delle banche armate 101Icaro 103Ido lagrimas de biancu colore 104Idomeni 105Il branco 106Il campo 107Il Canto della Pie(v)vecchia 108Il crocifisso dell' ARCI di San Miniato 110Il morbo infuria 111Il nucleare lo vogliamo no! 113Il Pistola e il Cavaliere 114Il Ponte Morandi 116Il rap del precario 117

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Il sogno di M.L.K. 118Il tassello nella porta 119Il teleconcorrente 121Il testamento di Orso 122Il tragico naufragio del 18 aprile 2015 123In metro a Roma per il referendum 124Inno del C.D.A. del M.M.B. 125Insulina 126Inverno sulle Langhe 127Isabella di Morra 128Ivaldi 129L'amanti miu 130L'amore al tempo della rivolta 131L'amore è un brutto vizio 132L'eccidio di Modena 134L'educazione civica 135L'infermiera a lavorar 136L'inondasion dël Pò 137L'omo nero 138La (Maria) Stella filanda 139La ballata del Tenente Gino 140La ballata della RWM 142La Ballata della Soda (Vai, vai..) 143La ballata della Thaumatopoea Pityocampa 144La canzone di Maria Stella [un mistero italiano] 145La casa sui bastioni 146La casta dei casti 147La chansun de Nadou 148La Comunarda 149La condizione attuale dell'uomo 150La cooperativa vapordotti 151La cuda, qualchi vota, si fa testa 152La diocesi de Parenzo 153La java delle bombe atomiche 154La mia costituzione 155La morte di Carlo Giuliani 156La pianura dei sette fratelli 157La piazza la loggia la gru 158La porti un ciaffone anche a Renzi 160La riforma 161La rue de Lilas 162La ruspa del piacere 163La scoperta di Milano 164La strada del marmo 165La tomba di Bakunin 166La trafila garibaldina 167La triste danza 168La Val Susa paura non ne ha! 169La valigia dello straniero 170La vigilia di Natale [dall'armadio esci fuori] 171La violenza sulle donne 172La Viraneide 173Lasèmela andà, lasèmola andare 174Le canzoni in scatola 175Le consorelle di San Pelagio 176Le cose schifose hanno un gran bel nome 177Le Fosse Ardeatine 178

Leccami il culo 180Les Oubliés 181Lettera di Robert Bowman 183Lettera di un pastore macedone alla famiglia 184Libera Val di Susa - 27 giugno 2011 - 185Lunedì del valsusino 186L’inceneritore di Selvapiana 187Maddalena di Val Susa 188Malatesta 189Marchand de cailloux 190Mare nero 191Mari nostru 193Maria Stella Gelmini, la spazza bambini 194Matteorenzi non lo sa 195Matteotti 196Mei ros che negher (a Carletto Giuliani) 197Mia bella signora 198Misteri paradisiaci 200Monte Calvario 201Morte Bianca 202Morts les enfants 203Mostar 204Natale 44 205Nessuno chieda 206Ninna nanna dei fattoni 207No "Dal Molin" 208No freedom (in Palestine) 209Noi siamo gli asini 210Noi vogliamo l'eleganza 212O bella Madunina 213O mia bela signurina 214O pillo pillo pì 215Ode al Trattore 216Ode aux casseur/euses 217Omicidi bianchi 218Operai Invisibili 219Orizzonti libertari 220Otto per mille 221Padreterno@aldilà.com 222Passerotto ucciso (Dietro il filo spinato della vergogna -

Il canto di Sémira Adamu) 224Passerà 223Pattume 226Per fortuna c'è il cavaliere 227Per i morti dell'Aquila 229Per i morti di Lampedusa 230Per Sergio 231Perla Nera 232Petri 233Pidocchi e Profumo 234Porrajmos (Si bruci la luna) 235Posti spostati 236Poveri partigiani 237Precario se more [1] 238Precario se more [2] 239Professori della Bocconi 240Quattro passi più in là 241

Page 325: Il mondo globalizzato (1990 - oggi) Tutti i testi · ilDeposito.org - Canti di protesta politica e sociale pagina 5 11 marzo 1977 - Canzone per Francesco (2011) di Carla Castelli,

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Quelli della Valsusa 242Rachel Corrie 243RepentiNo 244Resistenza e amore 245Ricordo il tempo 246Risaie 247Rise Up [No Gelmini] 248Rom Tiriac rom (Tor de' cenci) 250Rosa Bianca 251Rosa's lovely daughters 252Rosso un fiore 253Rue de Paname 254S'ora de su fusile 255Sangue di Venaus 256Santa Croce di Lecce 257Sarà dura! 258Sbandati 259Scherza coi santi 260Scuola ciao 261Se tutto aumenta 262Se, Riflessione 263Sebben che abbiam le basi 264Semira 265Sera Jugoslava 266Serenata per l'Aquila 267Servi 268Sfracelli d'Italia 269Siamo i precari 270Siamo i ribelli sopra la faglia 271Siamo stufe 272Sig. Giuseppe 273Sirma in lotta 274Soledad, hermana 275Son valsusina 276Sotto questo dolore 277Sottosopra 278Spartaco 279Stabat mater dolorosa 280

Stati di emergenza 281Stato sociale 282Strane famigghie 283Straniero 284Su, all'aquilani vada il capitale... 285Sul selciato di piazza Garibaldi 286Svizzero 288Tammurriata rosa 289Tanto pe' magnà [sulle disgrazie altrui] 290Tarantella della maestra unica 291Tencere tava havası 292There Will Be Trouble In Town 293Ti ricordi? 294Tira fiato 295Tolleranza zero 296Torneremo sulla langa 297Totenweg 298Tout ce qu'est dégueulasse porte un joli nom 299Tra il 5 e il 6 di dicembre a Torino [Thyssen] 300Traballera 301Trent'anni (Piazza della Loggia 1974-2004) 302U 5 lugli du 60 303Un Milione Di Passi 305Un tatuaggio nella mente 306Un violador en tu camino 308Uni ciao 309Unni si' 310Vedo l'asino di fronte al Minister 311Venditore di sassi 312Vennero 313Ventimiglia tu sei maledetta 314Vi ricordate la forza sindacale 315Vi ricordate quel 20 di luglio 316Viaggiatori viaggianti 317Vigliacca! 318Viva la guerra! 319Voglio una casa 320Volante Cucciolo 321Zona rossa 322