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IL LEGIONARIOIL LEGIONARIOIL LEGIONARIOIL LEGIONARIOCOMMENTARIVS DEL SOLDATO ROMANOCOMMENTARIVS DEL SOLDATO ROMANOCOMMENTARIVS DEL SOLDATO ROMANOCOMMENTARIVS DEL SOLDATO ROMANO

N.9 ANNO II/7 LUGLIO 2015 N.9 ANNO II/7 LUGLIO 2015 N.9 ANNO II/7 LUGLIO 2015 N.9 ANNO II/7 LUGLIO 2015

[email protected]

L’ARCO RACCONTALa campagna d’Italia di Costantino

Nel conflitto per il potere tra Costantino e Massenzio, vi fu un trittico di battaglie che caratterizzò il 312 e che culminò con la battaglia cd di Ponte Milvio e la successiva conquista di Roma da parte di Costantino I. la conquista di Roma, centro del siconquista dell’Italia, anche se non esauriva il ciclo della guerra civile che ancora sarebbe continuata tra Costantino e suo 315 questo evento. Vediamo come la parte costantiniana dei fre“raccontano” la campagna d’Italia del primo imperatore cristiano.

IL LEGIONARIOIL LEGIONARIOIL LEGIONARIOIL LEGIONARIOCOMMENTARIVS DEL SOLDATO ROMANOCOMMENTARIVS DEL SOLDATO ROMANOCOMMENTARIVS DEL SOLDATO ROMANOCOMMENTARIVS DEL SOLDATO ROMANO

N.9 ANNO II/7 LUGLIO 2015 N.9 ANNO II/7 LUGLIO 2015 N.9 ANNO II/7 LUGLIO 2015 N.9 ANNO II/7 LUGLIO 2015 ---- IVL MMDCCLXVIII AVCIVL MMDCCLXVIII AVCIVL MMDCCLXVIII AVCIVL MMDCCLXVIII AVC

NOTIZIARIO DELL’ASSOCIAZIONENOTIZIARIO DELL’ASSOCIAZIONENOTIZIARIO DELL’ASSOCIAZIONENOTIZIARIO DELL’ASSOCIAZIONE

[email protected] ROMARS legio secunda britannica

Testi e struttura: TETRVS

L’ARCO RACCONTA …La campagna d’Italia di Costantino

Serie: Guerre e battaglie

Nel conflitto per il potere tra Costantino e Massenzio, vi fu un trittico di battaglie che caratterizzò il 312 e che culminò con la battaglia cd di Ponte Milvio e la successiva conquista di Roma da parte di Costantino I. la conquista di Roma, centro del simbolico potere imperiale segnava anche la conquista dell’Italia, anche se non esauriva il ciclo della guerra civile che ancora sarebbe continuata tra Costantino e suo cognato Licinio. L’arco trionfale di Costantino commemora dal

come la parte costantiniana dei fregi dell’arco in questione ano” la campagna d’Italia del primo imperatore cristiano.

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legio secunda britannica

… La campagna d’Italia di Costantino

Nel conflitto per il potere tra Costantino e Massenzio, vi fu un trittico di battaglie che caratterizzò il 312 e che culminò con la battaglia cd di Ponte Milvio e la successiva conquista di Roma da parte

mbolico potere imperiale segnava anche la conquista dell’Italia, anche se non esauriva il ciclo della guerra civile che ancora sarebbe

. L’arco trionfale di Costantino commemora dal i dell’arco in questione

GLI ANTEFATTI Verso la fine del III secolo dopo Cristo, l’immenso impero romano era continuamente esposto al pericolo delle

invasioni barbariche. Alle minacce esterne si aggiungevano problemi interni dovuti alle crisi economiche e sociali cui si sommavano anche quelli legati al governo e alla successione imperiale.

Le truppe stanziate lungo le frontiere e nei punti nevralgici delle grandi vie di comunicazione erano ormai composte da soldati che di romano avevano soltanto il nome. Questi legionari, provenienti dalle più diverse province dell’impero, si consideravano più agli ordini dei loro rispettivi generali che di Roma, una città che i più non avevano mai visto e che era considerata soprattutto un mito. Inoltre alla morte (spesso violenta) di un imperatore si scatenavano conflitti che degeneravano in vere e proprie guerre civili e ciò era spesso dovuto al fatto che ogni legione considerava il proprio comandante come il futuro imperatore dell’impero.

Diocleziano cercò di porre rimedio al disordine amministrativo e alle drammatiche vicende della successione con la riforma chiamata della “tetrarchia” (una suddivisione amministrativa dell’impero tra due augusti con i loro vice e successori chiamati cesari) ma questo tentativo falli subito dopo l’abdicazione di Diocleziano e quella di Massimiano (suo augusto “a latere”) avvenuta nel 305. Pur fallendo, questo sistema dettò, almeno come criterio di massima, le grandi linee per la scalata al potere. Successori di Diocleziano e di Massimiano furono Costanzo Cloro e Galerio e toccò ai loro figli, Costantino e Massenzio – che pure erano sembrati in un primo tempo esclusi dalla successione imperiale – la sorte di battersi in una lotta senza alternative né scampo per il dominio dell’Occidente.

Attorno ai due uomini, si raccoglievano le ansie e le speranze di ampi fasce di popolazione e ceti sociali oppressi, immiseriti e delusi. A Massenzio si rivolgevano i gruppi conservatori che vedevano nell’anticristianesimo e ad una definitiva vittoria del culto degli antichi dei un elemento fondamentale per la ristrutturazione dell’impero. Al contrario, Costantino univa ai suoi progetti di assoluto controllo militare quello di creare un clima religioso autenticamente nuovo che favorisse – oltre al culto del dio Mitra e quello solare, particolarmente seguiti dalle milizie Galliche – anche un sincretismo accettabile, almeno inizialmente, dai Cristiani.

Deriva da ciò la tradizione della visione che Costantino avrebbe avuto già in Gallia nel 310. e quindi della visione “cristiana” alla vigilia della vittoria a Ponte Milvio, il 28 ottobre 312. In questo senso Costantino si sentì pervaso da una “fede e da uno spirito nuovi” in grado di dargli la forza e la sicurezza del trionfo e comunque di un suo destino vittorioso, un destino che cominciava con il suo ingresso in Roma.

I PROTAGONISTI BREVE PROFILO DI COSTANTINO : Imperatore romano (306-337), figlio di Costanzo Cloro un ufficiale dell’esercito associato alla tetrarchia, crebbe sotto la guida dell’Imperatore Diocleziano. Alla morte del padre, fu proclamato egli stesso augusto dall'esercito della Britannia.

Quasi contemporaneamente anche il figlio di Massimiano Erculio, Massenzio, forte del potere dei pretoriani a Roma, fu acclamato augusto (28 ottobre). Durante il suo regno, l’impero Romano fu riunito solo un solo sovrano, con riforme in tutte le sfere della società. La cristianità fu riconosciuta come Credo Niceno durante il Primo concilio ecumenico. Roma Novum, più tardi Costantinopoli o Constantia (oggi Istanbul) durò per i successivi mille anni e commemorò il suo nome. BREVE PROFILO DI MASSENZIO : figlio di Massimiano Erculio fu acclamato augusto 28 ottobre del 306. ritenendo insicuro regnare da solo, inviò al padre Massimiano delle vesti imperiali e lo salutò come "Augusto per la seconda volta", offrendogli un governo teoricamente alla pari ma in realtà un ruolo con meno poteri e di rango inferiore.

Era l'inizio di una nuova guerra civile tra numerosi pretendenti, ma soprattutto con il rivale Costantino. Massenzio morirà nella battaglia di Ponte Milvio, annegando nel Tevere a 6 anni esatti dalla sua ascesa al trono.

L’ARCO DI COSTANTINO : STORIA ED ANALISIL’Arco di Costantino appartiene

vittoria da parte di un prestigioso condottiero.L’arco di trionfo parte dal disegno delle porte delle mura

attraverso una coreografia celebrativa. Il romano è condottiero, sia esso un console, un generale o un imperatore porta con sé i segni della vittoria: un ricco bottino di guerra, prigionieri in catene ormai schiavi di Roma, le armi dei vinti. È necessario allora che tale trionfo sia un momento di festa per il popolo e di giusto riconoscimento per il trionfatore. Ed ecco dunque nascere l’idea di far sfilare il vincitore e le sue truppe sotto un arco monumental

Agli inizi del IV secolo questo trattamento è riservato anche a Costantino. All’indomani della sua vittoria su Massenzio inizia la costruzione dell’Arco, opera che vedrà termine tre anni dopo con la sua inaudel 315.

L’arco di Costantino è il più imponente e ricco arco di trionfo mai eretto. Costruito tra il ridosso dell’anfiteatro Flavio (Colosseo) è alto circa 25 metri e presenta tre fornici di cui quello centrametri di larghezza per 11,50 di altezza. Dopo 1700 anni è l’arco che meglio si è conservato dei tre archi rimasti sui 36 eretti.

L’arco è anche un chiaro segnale, dal punto di vista artistico e architettonico, che qualcosa sta cambiando. Difatti, “… è a Roma che all’inizio del IV secolo ritroviamo le avvisaglie … di una rivoluzione che nel giro di tre secoli doveva condurre alla scomparsa di un mondo e alla nascita di un altro. … La più clamorosa e soprattutto significativa di queste avvisaglie è l’Arco di Costantino … il monumento simbolo dedicato dai senatori romani alla gloria dell’imperatore …” (A.M. Romanini, 1988 All’apparenza perfetto e omogeneo, in realtà l’arco è costituito da una serie di sculture, bassorilievi e altri pezzi di spoglio provenienti in buona parte da altre opere e celebranti altri imperatori (tecnica dello spoglio “… prefigura quella che sarà una costante tipica del mondo medievalel’Arco di Costantino preannuncia aspetti sostanziali dei secoli cosicorre tra il linguaggio dei pezzi di spoglio [Infatti, rispetto ai pezzi di spoglio, sostanzialmente espressioni di un certo ‘simbolismo’ in cui, ad esempio, “ soggetti trattati”, espresse con un linguaggio artistico “ … formale, aspro e completamente disinteressato all’eleganza … Le immagini sono estremamente somiglianti a quelle medievali, anzi si può dire che lo stile medievale è già iniziato ed è uno stile tardo-romano” (C. di Giuseppe

La presenza di questo notevole materiale di spoglio ha generato il dubbio sulle ragioni di questa procedura di decorazione. Si presume che tale operazione non sia dovuta all’urgenza di terminare l’opera furono caratterizzati da una febbrile attività edificatoria (nella costruzione dell’Arco. Anche la tesi di non è del tutto accettata per i fatto che i volti dei precedenti imperatori erano stati sostituiti con quelli di Costantino Rimane (e si aggiunge) la suggestiva ipotesi di una continuità e della restaurazione imperiale con elementi del passato (sino a due secoli indietro) che ricordassero iraggiunto un secondo culmine, andava poi verso un lento, inesorabile crepuscolo. L’arco, in sostanza, è un’opera - quelli “di Costantino” (in quanto prodotti tra il 312 e il 315contro Massenzio. Sulla fornice centrale dell' arco è ancora visibile l'iscrizione che celebra la vittoria Massenzio e spiega la funzione monumentale dell’arco« IMP(eratori) · CAES(ari) · FL(avio) · CONSTANTINO · MAXIMO · P(io) · F(elici) · AVGUSTO · S(enatus) · P(opulus) · Q(ue) · R(o· QVOD · INSTINCTV · DIVINITATIS · MENT

OMNI · EIVS · FACTIONE · VNO · TEMPORE · IVSTIS · REM

: STORIA ED ANALISI ppartiene ai cd. “Archi Trionfali”, monumenti eretti a commemorazione di una grande

un prestigioso condottiero. L’arco di trionfo parte dal disegno delle porte delle mura urbane con lo scopo di sottolineare una vittoria

ia celebrativa. Il romano è un soldato e con la guerra ha fatto la fortuna di Roma. Il trionfo di un condottiero, sia esso un console, un generale o un imperatore porta con sé i segni della vittoria: un ricco bottino di

schiavi di Roma, le armi dei vinti. È necessario allora che tale trionfo sia un momento di festa per il popolo e di giusto riconoscimento per il trionfatore. Ed ecco dunque nascere l’idea di far sfilare il vincitore e le sue truppe sotto un arco monumentale che sia il simbolo stesso del trionfo di Roma.

Agli inizi del IV secolo questo trattamento è riservato anche a Costantino. All’indomani della sua vittoria su Massenzio inizia la costruzione dell’Arco, opera che vedrà termine tre anni dopo con la sua inau

L’arco di Costantino è il più imponente e ricco arco di trionfo mai eretto. Costruito tra il ) è alto circa 25 metri e presenta tre fornici di cui quello centra

metri di larghezza per 11,50 di altezza. Dopo 1700 anni è l’arco che meglio si è conservato dei tre archi rimasti sui 36

L’arco è anche un chiaro segnale, dal punto di vista artistico e architettonico, che qualcosa sta cambiando. “… è a Roma che all’inizio del IV secolo ritroviamo le avvisaglie … di una rivoluzione che nel giro di tre

secoli doveva condurre alla scomparsa di un mondo e alla nascita di un altro. … La più clamorosa e soprattutto glie è l’Arco di Costantino … il monumento simbolo dedicato dai senatori romani alla

A.M. Romanini, 1988) All’apparenza perfetto e omogeneo, in realtà l’arco è costituito da una serie di sculture, bassorilievi e altri pezzi

provenienti in buona parte da altre opere e celebranti altri imperatori (Traiano, Adriano, Marco Aurelio“… prefigura quella che sarà una costante tipica del mondo medievale

ntino preannuncia aspetti sostanziali dei secoli cosiddetti ‘bui’ di là da venire, è la distanza abissale che corre tra il linguaggio dei pezzi di spoglio [I-II sec. NdA.] e quello delle sculture costantiniane

ezzi di spoglio, sostanzialmente espressione di una cultura classica, i rilievi costantiniani sono espressioni di un certo ‘simbolismo’ in cui, ad esempio, “ … le figure variano di dimensione secondo l’importanza dei

linguaggio artistico “ … formale, aspro e completamente disinteressato all’eleganza … Le immagini sono estremamente somiglianti a quelle medievali, anzi si può dire che lo stile medievale è già iniziato

C. di Giuseppe , 2000).

Ward-Perkins 1999. Dessin par Marsyas

La presenza di questo notevole materiale di spoglio ha generato il dubbio sulle ragioni di questa procedura di Si presume che tale operazione non sia dovuta all’urgenza di terminare l’opera

una febbrile attività edificatoria (terme, basiliche, ecc.) che non poteva non esser profusa anche nella costruzione dell’Arco. Anche la tesi di una volontà di Costantino di identificarsi con questi gloriosi predecessori

to che i volti dei precedenti imperatori erano stati sostituiti con quelli di Costantino la suggestiva ipotesi di una continuità e della restaurazione imperiale con elementi del passato ) che ricordassero i felicia tempora (i bei tempi andati) proprio nel momento in cu

andava poi verso un lento, inesorabile crepuscolo. è un’opera “parlante” (così come la colonna di Traiano o quella di Antonino

in quanto prodotti tra il 312 e il 315) -narrano simbolicamente la campagna d’Italia di Costantino

Sulla fornice centrale dell' arco è ancora visibile l'iscrizione che celebra la vittoria spiega la funzione monumentale dell’arco:

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OMNI · EIVS · FACTIONE · VNO · TEMPORE · IVSTIS · REM-PUBLICAM · VLTVS · EST · ARMIS · ARCVM · TRIVMPHIS · INSIGNEM · DICAVIT · »

“Archi Trionfali”, monumenti eretti a commemorazione di una grande

con lo scopo di sottolineare una vittoria soldato e con la guerra ha fatto la fortuna di Roma. Il trionfo di un

condottiero, sia esso un console, un generale o un imperatore porta con sé i segni della vittoria: un ricco bottino di schiavi di Roma, le armi dei vinti. È necessario allora che tale trionfo sia un

momento di festa per il popolo e di giusto riconoscimento per il trionfatore. Ed ecco dunque nascere l’idea di far sfilare e che sia il simbolo stesso del trionfo di Roma.

Agli inizi del IV secolo questo trattamento è riservato anche a Costantino. All’indomani della sua vittoria su Massenzio inizia la costruzione dell’Arco, opera che vedrà termine tre anni dopo con la sua inaugurazione, il 25 luglio

L’arco di Costantino è il più imponente e ricco arco di trionfo mai eretto. Costruito tra il Palatino e il Celio, a ) è alto circa 25 metri e presenta tre fornici di cui quello centrale misura 6,50

metri di larghezza per 11,50 di altezza. Dopo 1700 anni è l’arco che meglio si è conservato dei tre archi rimasti sui 36

L’arco è anche un chiaro segnale, dal punto di vista artistico e architettonico, che qualcosa sta cambiando. “… è a Roma che all’inizio del IV secolo ritroviamo le avvisaglie … di una rivoluzione che nel giro di tre

secoli doveva condurre alla scomparsa di un mondo e alla nascita di un altro. … La più clamorosa e soprattutto glie è l’Arco di Costantino … il monumento simbolo dedicato dai senatori romani alla

All’apparenza perfetto e omogeneo, in realtà l’arco è costituito da una serie di sculture, bassorilievi e altri pezzi Traiano, Adriano, Marco Aurelio). La

“… prefigura quella che sarà una costante tipica del mondo medievale … ma ciò per cui, di fatto, detti ‘bui’ di là da venire, è la distanza abissale che

.] e quello delle sculture costantiniane” (A.M. Romanini, 1988). , i rilievi costantiniani sono

… le figure variano di dimensione secondo l’importanza dei linguaggio artistico “ … formale, aspro e completamente disinteressato all’eleganza

… Le immagini sono estremamente somiglianti a quelle medievali, anzi si può dire che lo stile medievale è già iniziato

La presenza di questo notevole materiale di spoglio ha generato il dubbio sulle ragioni di questa procedura di Si presume che tale operazione non sia dovuta all’urgenza di terminare l’opera in quanto quegli anni

.) che non poteva non esser profusa anche una volontà di Costantino di identificarsi con questi gloriosi predecessori

to che i volti dei precedenti imperatori erano stati sostituiti con quelli di Costantino la suggestiva ipotesi di una continuità e della restaurazione imperiale con elementi del passato

) proprio nel momento in cui l’impero,

così come la colonna di Traiano o quella di Antonino) e i rilievi originali mpagna d’Italia di Costantino

Sulla fornice centrale dell' arco è ancora visibile l'iscrizione che celebra la vittoria dell' imperatore sul rivale

IMP(eratori) · CAES(ari) · FL(avio) · CONSTANTINO · MAXIMO · P(io) · F(elici) · AVGUSTO · S(enatus) · P(opulus) · Q(ue) · R(omanus) IS · MAGNITVDINE · CVM · EXERCITV · SVO · TAM · DE · TYRANNO · QVAM · DE ·

PUBLICAM · VLTVS · EST · ARMIS · ARCVM · TRIVMPHIS ·

«All’Imperatore Cesare Flavio Costantino Massimo Pio Felice Augusto, il Senato e il Popolo Romano dedicarono quest’arco ricco di trionfi perché per ispirazione divina e grandezza d’animo, col suo esercito e

una giusta guerra vendicò allo stesso tempo lo stato sia del tiranno che della sua fazione » La terza riga dell' iscrizione recita INSTINCTV · DIVINATATIS per ricordare l' episodio più famoso della

vita di Costantino: il famoso sogno dell’ “In hoc signo vinces” in cui il Dio Cristiano preannuncia all' imperatore la vittoria contro il rivale Massenzio. Fino a quel momento Costantino adorava divinità pagane. Dopo questo episodio (anche contestato da alcuni storici) si convertì al Cristianesimo

Il racconto inizia sul lato corto occidentale e prosegue girando intorno all'arco in senso antiorario per terminare all'angolo nordoccidentale

LA CAMPAGNA D’ITALIA FREGIO COSTANTINIANO (anno 312-315)

Costantino decise di chiudere la questione con Massenzio scendendo in Italia per poi conquistare Roma e quindi l’Impero. Costantino riunì un grande esercito forte di 90.000 fanti e 8.000 cavalieri formato oltre a Germani, popolazioni celtiche e provenienti dalla Britannia anche da barbari catturati in guerra, e dunque mosse alla volta dell'Italia attraverso le Alpi (presso il Moncenisio). Attraversata la Gallia, Costantino raggiunse Massilia (Marsiglia) e dopo averla assediata vinse una battaglia decisiva per il suo ingresso in Italia.

L’esercito di Costantino entra in Italia

ANALISI MILITARE DEL RILIEVO Elmi stile “attico” Nel particolare (A) del bassorilievo sono chiaramente visibili alcuni elmi “attici” o “pseudo attici”, presenti anche in altre parti delle sculture costantiniane (rilievo B). Per alcuni studiosi, questi tipi di elmi sono solo convenzioni artistiche, sebbene un particolare modello di elmo pseudo attico venisse utilizzato, soprattutto nell’area ellenica. Sotto, al centro, sono riportate due ricostruzioni commerciali di elmi analoghi

A B La campagna militare di Costantino contro Massenzio si svolse tra l’estate e l’autunno: queste

stagioni, rappresentate sul lato sud dell’Arco ambientano le vittorie narrate dai fregi in un ciclo naturale. Dopo Torino, alla metà del mese di agosto furono occupate Mediolanum, Brixia e Verona. Poi fu la vita di Modena: la strada per Roma era ormai libera.

Sul lato sud dell’arco, i geni stagionali permettono di inquadrare nel ciclo del tempo naturale le battaglie condotte da Costantino nell’Italia settentrionale: con la partenza dell’esercito da una delle città situate in questa parte geografica comincia il fregio ‘storico’.

Battaglia di Torino (312) La “battaglia di Torino” fu preceduta da uno scontro presso la città di Segusia (odierna Susa, in

Piemonte) che si trovava lungo la strada per Augusta Taurinorum (Torino).

La città venne presa e bruciata ma, per non inimicarsi le popolazioni locali, Costantino ordinò che l'incendio venisse spento e che a nessun abitante fosse fatto del male

Superata Segusia, nei primi gironi di agosto del 315, lTorino. Presso questa città si svolse la cavalleria guidata dai generali di Massenzio:

Costantino conoscendo la travolgente forza d’urto di tali aperto, ordinò ad alcuni reparti di fanteria e di cavalleria di dotarsi di pesanti arme ferrate

Costantino, quando notò che i cavalieri di Massenzio avanzcuneo, ordinò al proprio centro di arretrare, allargando il più possibile il fronte del proprio schieramento in una posizione a “tenaglia”, in modo che i fianchi si chiudessero sul nemico, il quale, avendo un equipaggiamento pesante, non era in grado di manovrare con rapidità. Al contrario Costantino disponeva di una cavalleria armata "leggera", e quindi maggiormente mobile.

Quando la micidiale carica di ferro dei avversarie, i legionari di Costantino scaricarono con forza le mazze ferrate contro i cavalieri pesanti abbattendoli inesorabilmente e dando una svolta alla battaglia.

Legionari di Costantino contro i Il più sorprendente dettaglio qui presente è l’ipotetico e ancora controverso utilizzo del tipo di armatura modernamente conosci

sotto il termine "Lorica segmentata". L’ipotesi è dovuta al fatto che questo tipo di armatura

elevata protezione – potesse essere ancora limitatamente in uso alla fine del III e l'inizio del IV secolo

archeologica sembrerebbe dimostrare.

Di fatto, sull’arco non sembrano emergere espressioni scultoree che possano far p

delle truppe costantiniane. Successivamente Costantino ordinò ai suoi soldati di fanteria di avanzare contro quella di Massenzio

per tagliarne ogni tentativo di fuga. La vittoria giunse, di conseguenza, in modoI soldati di Massenzio batterono in ritirata e cercarono rifugio dentro la citt

ma gli abitanti chiusero loro le porteavevano ucciso i soldati di Massenzio, in città festeggiato dai suoi abitanti. Altre città della pianura italiana, riconoscendo il genio militCostantino e il modo in cui aveva trattato la popolazione civile, gli inviarono ambascerie per congratularsi della sua vittoria.

e bruciata ma, per non inimicarsi le popolazioni locali, Costantino ordinò che e che a nessun abitante fosse fatto del male.

nei primi gironi di agosto del 315, le truppe di Costantino si diressero verso Presso questa città si svolse la battaglia in cui i legionari di Costantino si contrapposero alla pesante

erali di Massenzio: i catafratti, squadroni di cavalleria ultra pesante.Costantino conoscendo la travolgente forza d’urto di tali reparti di cavalleria, soprattutto in campo

aperto, ordinò ad alcuni reparti di fanteria e di cavalleria di dotarsi di pesanti arme ferrateCostantino, quando notò che i cavalieri di Massenzio avanzavano con la classica formazione a

cuneo, ordinò al proprio centro di arretrare, allargando il più possibile il fronte del proprio schieramento in una posizione a “tenaglia”, in modo che i fianchi si chiudessero sul nemico, il quale, avendo un

nto pesante, non era in grado di manovrare con rapidità. Al contrario Costantino disponeva di una cavalleria armata "leggera", e quindi maggiormente mobile.

Quando la micidiale carica di ferro dei catafratti ebbe esaurita la sua spinta a contatto con le favversarie, i legionari di Costantino scaricarono con forza le mazze ferrate contro i cavalieri pesanti abbattendoli inesorabilmente e dando una svolta alla battaglia.

Legionari di Costantino contro i catafratti di Massenzio- di Seán Ó'Brógáin

più sorprendente dettaglio qui presente è l’ipotetico e ancora controverso utilizzo del tipo di armatura modernamente conosci

sotto il termine "Lorica segmentata". L’ipotesi è dovuta al fatto che questo tipo di armatura – vista la sua estrema adattabili

potesse essere ancora limitatamente in uso alla fine del III e l'inizio del IV secolo

Di fatto, sull’arco non sembrano emergere espressioni scultoree che possano far pensare all’impiego di questa corazza da parte

Successivamente Costantino ordinò ai suoi soldati di fanteria di avanzare contro quella di Massenzio per tagliarne ogni tentativo di fuga. La vittoria giunse, di conseguenza, in modo assai facile.

I soldati di Massenzio batterono in ritirata e cercarono rifugio dentro la cittma gli abitanti chiusero loro le porte. Al contrario acclamarono le truppe di Costantino, dopo che queste avevano ucciso i soldati di Massenzio, rimasti schiacciati contro le mura. Dopo la battaglia, Costantino entrò

dai suoi abitanti. Altre città della pianura italiana, riconoscendo il genio militaveva trattato la popolazione civile, gli inviarono ambascerie per congratularsi

L’esercito di Costantino in Marcia

e bruciata ma, per non inimicarsi le popolazioni locali, Costantino ordinò che

e truppe di Costantino si diressero verso i legionari di Costantino si contrapposero alla pesante

squadroni di cavalleria ultra pesante. di cavalleria, soprattutto in campo

aperto, ordinò ad alcuni reparti di fanteria e di cavalleria di dotarsi di pesanti arme ferrate avano con la classica formazione a

cuneo, ordinò al proprio centro di arretrare, allargando il più possibile il fronte del proprio schieramento in una posizione a “tenaglia”, in modo che i fianchi si chiudessero sul nemico, il quale, avendo un

nto pesante, non era in grado di manovrare con rapidità. Al contrario Costantino disponeva di

ebbe esaurita la sua spinta a contatto con le file avversarie, i legionari di Costantino scaricarono con forza le mazze ferrate contro i cavalieri pesanti

di Seán Ó'Brógáin

più sorprendente dettaglio qui presente è l’ipotetico e ancora controverso utilizzo del tipo di armatura modernamente conosciuto

vista la sua estrema adattabilità ed

potesse essere ancora limitatamente in uso alla fine del III e l'inizio del IV secolo, come qualche scoperta

ensare all’impiego di questa corazza da parte

Successivamente Costantino ordinò ai suoi soldati di fanteria di avanzare contro quella di Massenzio assai facile.

I soldati di Massenzio batterono in ritirata e cercarono rifugio dentro la città di Augusta Taurinorum le truppe di Costantino, dopo che queste

contro le mura. Dopo la battaglia, Costantino entrò dai suoi abitanti. Altre città della pianura italiana, riconoscendo il genio militare di

aveva trattato la popolazione civile, gli inviarono ambascerie per congratularsi

Dopo Torino, Costantino (chiamato amichevolmente “Trachala” dai suoi soldati, per via del suo largo collo taurino) si diresse verso la città di Mediolanum (Milano) spostandosi lungo la Transpadania verso est. Anche a Mediolanum, Costantino e i suoi legionari furono accolti in un sincero tripudio di popolo.

Conquistata senza sforzo bellico anche Mediolanum, Costantino decise di muoversi verso la Venetia. La partenza da Milano – Profectio - è raffigurata in un bassorilievo sul lato occidentale dell’Arco

" PROFECTIO" ( partenza da Milano)

sul lato occidentale, al di sotto del tondo con Luna-Diana: Costantino è seduto su un carro con cathedra ed è preceduto dalle truppe a piedi e a cavallo (nelle quali si riconoscono dall'equipaggiamento i legionari regolari e gli auxiliares, con l'elmo cornuto (cornutii) e coi dromedari; alcuni soldati recano in mano statuette di Sol Invictus e di Victoria

Successivamente, nel percorso verso est, Costantino costrinse alla ritirata un esercito massenziano

composto da un forte contingente di cavalleria e accampato nei pressi di Brixia (Brescia). Questo contingente era stato inviato dal miglior generale di Massenzio, il prefetto del pretorio Ruricio Pompeiano il quale – intuito il piano di Costantino – aveva deciso di fermarlo quanto prima. I legionari di Costantino ebbero la meglio anche su questo contingente che, datosi alla fuga, venne inseguito dalle legioni galliche di Costantino fin sotto Verona. Costantino adesso lo aspettava la decisiva battaglia di Verona

ANALISI MILITARE DEL RILIEVO particolare della Profectio: lo scudo tondo In questo bassorilievo il soldato (un ausiliario dei Cornuttii , vedi oltre) imbraccia uno scudo circolare. L’impugnatura è spostata verso l’esterno segno che doveva esserci un passante addizionale per il braccio,

Moderna ricostruzione di scudo visto dal retro (Londra, British Museum)

Assedio di Verona (312)

OBSIDIO (assedio di Verona)

Raffigurazione dell'assedio di Verona da parte delle truppe di Costantino I, dal fregio costantiniano del lato sud dell'Arco di Costantino a Roma

Superata anche Brixia, Costantino e i suoi uomini (Venetia, verso Verona deciso ad impegnare il valoroso generale di Massenzio, Ruricio Pompeiano, e il suo esercito raccoltosi dentro Verona. In questo modo Costantino voleva assicurarsi, con una vittoria, di nonpiù nessun esercito avversario alle spalle e quindi di Quest’ultimo, rinchiuso a Roma con 100.000 uomini, aveva distaccato un forte contingente a nell'Italia nord-orientale, allo scopo di co

ANALISI MILITARE DE LIl particolare sopra illustrato mostra un cavaliere tardo imperiale. La cavalleria svolgeva un importante ruolo anche ambito di ricognizione, andando in avanscoperta e camuffando i movimenti della fanteria. In questi casi, l’equipaggiamento era ridotto al minimo essenziale e questo può spiegare l’assenza di una corazza nel cavaliere raffigurato nel rilievo; ciò si rendeva necessario affinché il sistema uomo

Assedio di Verona (Obsidio)

Pompeiano, ritenendo di non essere in grado di di Verona decise di rinchiudersi in città, subendo

Verona era però accessibile solo da un lato tramite una penisola, mentre era coperta dai tre lati restanti dall'Adige, il quale, scorrendo nella provincia della chiuse nella città di ottenere rinforzi e rifornimenti

Questo aspetto urbanistico comportò per tentando diversi attacchi alla città che si rivelarono infruttuosiil flusso del fiume era più tranquillo,

ANALISI MILITARE DE

AIl particolare (A) mostra legionari con elmi attici e un ausiliario dei Cornutiiche assediano la città mentre dall’alto i soldati di Massenzio lanciano pietre. Un soldato di Costantino si avvicina sotto le mura (B) contrastato dagli assediati. Tra questi ultimiindossare un elmo modello spangenhelm tipo Ridge (2) (“a cresta” o “a costolatura”). come quello riprodotto dal (3) (disegno secolo (disegno di Gerry Embleton)

(1)

Superata anche Brixia, Costantino e i suoi uomini (circa 50.000) si diressedeciso ad impegnare il valoroso generale di Massenzio, Ruricio Pompeiano, e il suo

Verona. In questo modo Costantino voleva assicurarsi, con una vittoria, di nonpiù nessun esercito avversario alle spalle e quindi di scendere direttamente verso Roma, contro Quest’ultimo, rinchiuso a Roma con 100.000 uomini, aveva distaccato un forte contingente a

orientale, allo scopo di contrastare l'invasione dell'altro suo rivale, Licinio.L RILIEVO Obsidio(particolare) Un cavaliere si avvicina a Verona

Il particolare sopra illustrato mostra un cavaliere tardo imperiale. La cavalleria svolgeva un importante ruolo anche ambito di ricognizione, andando in avanscoperta e camuffando i movimenti della fanteria. In questi casi, l’equipaggiamento era ridotto al minimo essenziale e questo può spiegare l’assenza di una corazza nel cavaliere

eva necessario affinché il sistema uomo-cavallo fosse più veloce e meno visibile.

(disegno di Christa Hook)

, ritenendo di non essere in grado di affrontare le forze di Costantino con il contingente decise di rinchiudersi in città, subendo l'assedio del suo avversario.

accessibile solo da un lato tramite una penisola, mentre era coperta dai tre lati , il quale, scorrendo nella provincia della Venetia, permetteva alle truppe di Massenzio

chiuse nella città di ottenere rinforzi e rifornimenti. Questo aspetto urbanistico comportò per Costantino una certa difficoltà ad iniziare l'assedio,diversi attacchi alla città che si rivelarono infruttuosi. Alla fine riuscì a guadare

, stringendo Verona in un assedio molto serrato. MILITARE DE L RILIEVO Particolari (A) e (B) dell’assedio di Verona

Il particolare (A) mostra legionari con elmi attici e un ausiliario dei Cornutii con i tipici scudi tondi del tardo impero che assediano la città mentre dall’alto i soldati di Massenzio lanciano pietre. Un soldato di Costantino si avvicina sotto le mura (B) contrastato dagli assediati. Tra questi ultimi, il soldato a sinistra con il braccio destro alzato sembra indossare un elmo modello spangenhelm (1) mentre quelli sul lato destro delle mura – secondo alcuni Studiosi

“a costolatura”). Ma questi ultimi potrebbero avere anche un particolare tipo di disegno di Christa Hook) o come quello al (4) ripreso da un avorio egiziano del VI

(2) ( 3) (4)

) si diressero nella provincia di deciso ad impegnare il valoroso generale di Massenzio, Ruricio Pompeiano, e il suo

Verona. In questo modo Costantino voleva assicurarsi, con una vittoria, di non aver direttamente verso Roma, contro Massenzio.

Quest’ultimo, rinchiuso a Roma con 100.000 uomini, aveva distaccato un forte contingente a Verona, ntrastare l'invasione dell'altro suo rivale, Licinio.

n cavaliere si avvicina a Verona Il particolare sopra illustrato mostra un cavaliere tardo imperiale. La cavalleria svolgeva un importante ruolo anche in ambito di ricognizione, andando in avanscoperta e camuffando i movimenti della fanteria. In questi casi, l’equipaggiamento era ridotto al minimo essenziale e questo può spiegare l’assenza di una corazza nel cavaliere

cavallo fosse più veloce e meno visibile.

Christa Hook)

affrontare le forze di Costantino con il contingente

accessibile solo da un lato tramite una penisola, mentre era coperta dai tre lati , permetteva alle truppe di Massenzio

difficoltà ad iniziare l'assedio, a guadare l'Adige a nord, dove

dell’assedio di Verona

B con i tipici scudi tondi del tardo impero

che assediano la città mentre dall’alto i soldati di Massenzio lanciano pietre. Un soldato di Costantino si avvicina sotto braccio destro alzato sembra

secondo alcuni Studiosi - elmi questi ultimi potrebbero avere anche un particolare tipo di elmo attico

ripreso da un avorio egiziano del VI

(4)

Pompeiano cercò di spezzare l’assedio con alcune sortite, che però furono respinte dalle forze di Costantino. Senza altre speranze di superare quella situazione, durante la notte il generale di Massenzio lasciò la città per raggiungere la provincia, Qui mise insieme un esercito in grado di affrontare Costantino e quindi mosse verso Verona per attaccare comunque Costantino, alle spalle o in campo aperto.

ANALISI MILITARE DEL RILIEVO Particolari dell’assedio di Verona: ausiliario dei Cornutii

Una interpretazione grafica di un elmo dei cornutii I Cornuti erano una unità di auxilia palatina del tardo Impero Romano, di origine germanica. Questi soldati sono presenti in vari punti dell’arco, segno di una loro notevole presenza tra le file dell’esercito di Costantino.

Battaglia Costantino venne a conoscenza dell'arrivo dell'esercito di Pompeiano e pertanto, decise di lasciare

alcune reparti a stringere d'assedio Verona e di avanzare con quelle più affidabili ed esperte e contro Pompeiano, il quale ingaggiò la battaglia verso la fine del giorno. La milizia gallica di Costantino fu disposta su due linee ma l’esercito di Pompeiano era più numeroso ed era, quindi, schierato su un fronte più ampio, Costantino allora decise di far avanzare delle truppe dalla seconda alla prima linea, in modo da pareggiarne la lunghezza, pur assottigliandone la profondità, ma contando sulla resistenza dei sui legionari

La battaglia durò per tutta la notte: all'alba, Costantino aveva vinto mentre l'esercito massenziano aveva subito grandissime perdite, e lo stesso Pompeiano era caduto in battaglia. Conseguenze

La città di Verona aprì le porte al vincitore e la restante guarnigione di Massenzio fu catturata facilmente. Successivamente fu la volta di Aquileia che, attraverso dei messi, annunciava la sua sottomissione a Costantino. Anche la ricca e potente Mutina (Modena) al primo accenno di assedio si arrese ben volentieri . Ora la strada verso Roma era ancora più spianata

La Battaglia di Ponte Milvio (312)

"PROELIUM " (Battaglia di Ponte Milvio),

all'estrema sinistra si vede Ponte Milvio con una personificazione del Tevere che si affaccia mentre passano i soldati di Costantino tra la Virtus e la Vittoria; segue il massacro e annegamento dei catafratti di Massenzio da parte della cavalleria costantiniana; all'estrema destra i trombettieri dell'esercito vincitore richiamano le truppe

La battaglia di Ponte Milvio ebbe luogo il 28 ottobre 312 e la vittoria di Costantino concluse la campagna d’Italia e segnò l'inizio di una nuova era per tutto l'impero.

Dopo aver conquistato Verona, Modena e altre città, Costantino di diresse verso Roma, tramite la Via Flaminia accampandosi in località Malborghetto (vicino all’odierna area Labaro-Prima Porta) sovrastante la riva destra del Tevere. Questo punto non era molto distante dalla zona chiamata ‘Saxa Rubra’ sulla direttrice di Ponte Milvio. Sul probabile luogo dell’accampamento fu edificato successivamente un imponente monumento in ricordo degli eventi, un arco quadrifronte, l’ Arco di Malborghetto del quale era stata persa traccia, nel corso dei secoli, anche per mancanza di fonti storiche coeve.

Per lo scontro finale, i dati sono divergenti: si va, secondo Zosimo, dai circa 100.000 legionari (di cui 8. 000 cavalieri circa) a 40. 000 armati (Panegyrici latini) per l’esercito di Costantino e da quasi 200. 000 soldati (di cui circa 18. 000 cavalieri, sempre secondo Zosimo) a 100.000 uomini (Panegyrici latini) per le truppe di Massenzio. Ad ogni modo, anche se le cifre più contenute sono più credibili, sembrerebbe che gli effettivi di Costantino fossero, comunque, circa la metà di quelli del suo avversario Dopo un’iniziale scaramuccia proprio nei pressi di Saxa Rubra, dove le truppe di Costantino ebbero qualche difficoltà, lo scontro si spostò verso Roma, dalle parti di un ponte di barche che Massenzio e i suoi ingegneri militari avevano fatto costruire (e sabotare) a fianco del Ponte Milvio.

Costantino spinse il suo esercito contro le truppe di Massenzio, che aveva erroneamente posizionato

i propri armati con alle spalle il fiume. Costantino, dopo aver condotto un lungo combattimento contro le ali dell'esercito di Massenzio, che furono travolte, constatò che la fanteria nemica era scoperta sui fianchi e la caricò. La fanteria si ritirò, mentre i pretoriani, spalle al fiume, avevano deciso di resistere fino all'ultimo. Ma anche loro – alla fine – non ressero allo scontro dei veterani di Costantino e ruppero il fronte Il tentativo di fuga dei pretoriani e degli altri soldati di Massenzio si risolse sul ponte di barche che cedette sotto il peso degli uomini in disordinata ritirata schiantandosi e facendo cadere nelle torbide acque del fiume anche Massenzio (il quale aveva tentato di mettere il Tevere tra sé ed i nemici) che morì annegato. Il corpo di Massenzio fu poi ritrovato e la sua testa fu portata in parata dalle truppe vittoriose di Costantino

ANALISI MILITARE DEL RILIEVO

Particolare della Battaglia di Ponte Milvio (parte sinistra del bassorilievo). Anche qui compare un soldato dei “cornuti”(la cui ricostruzione, con lorica muscolata, è proposta dal modellino a fianco). II soldato al centro dell’immagine non pare ben identificabile. A destra il Fiume Tevere personificato

PROELIUM (particolare). A sinistra si notano i Legionari di Costantino che caricano

ANALISI MILITARE DESi notano, tra le truppe di Massenzio, cavalieri catafratti, squamata.

I Catafratti (termine analogo a clibanari) erano un’unita di cavalleria pesante tipica nel tardo impero. I cavalieri erano protetti quasi completamente da una struttura di armatura protezioni per braccia e gambe. Anche il cavallo aveva una protezione rappresentata da una gualdrappa squamata e una schermatura per il muso (testiera). I cavalieri di Costantino sono invece rappresentati

Gli ultimi fregi celebrano la vittoria di Costantino ed esaltano la sua liberalità. I ri• Ingressus • Oratio • Congiarum o Liberalitas

PROELIUM (particolare). A sinistra si notano i Legionari di Costantino che caricano Massenzio (alcuni già caduti nel fiume)

ANALISI MILITARE DE L RILIEVO: I catafratti Si notano, tra le truppe di Massenzio, cavalieri catafratti, riconoscibili soprattutto per la presenza di una lorica

I Catafratti (termine analogo a clibanari) erano un’unita di cavalleria pesante tipica nel tardo impero. I cavalieri erano protetti quasi completamente da una struttura di armatura composta da una corazza a squame, elmo avvolgentprotezioni per braccia e gambe. Anche il cavallo aveva una protezione rappresentata da una gualdrappa squamata e una

I cavalieri di Costantino sono invece rappresentati con un elmo

una ricostruzione di catafratto

Gli ultimi fregi celebrano la vittoria di Costantino ed esaltano la sua liberalità. I rilievi sono

PROELIUM (particolare). A sinistra si notano i Legionari di Costantino che caricano catafratti e pretoriani di

riconoscibili soprattutto per la presenza di una lorica

I Catafratti (termine analogo a clibanari) erano un’unita di cavalleria pesante tipica nel tardo impero. I cavalieri erano

composta da una corazza a squame, elmo avvolgente e protezioni per braccia e gambe. Anche il cavallo aveva una protezione rappresentata da una gualdrappa squamata e una

con un elmo di tipo attico,

una ricostruzione di catafratto

vi sono:

INGRESSUS - Entrata Trionfale (29 ottobre 312) Con la vittoria di Ponte Milvio, Costantino fu accolto trionfalmente a Roma e proclamato imperatore

unico d'Occidente.

"INGRESSUS" (arrivo a Roma)

sul lato orientale: la scena, che fa pendant con la partenza sul lato opposto dell'arco, mostra il rientro dell'imperatore nell'Urbe avvenuto il 29 ottobre 312; l'imperatore sul carro si trova a sinistra e incede verso la porta della città preceduto dai cavalieri con berretto pannonico, fanti con le armi o con le insegne e dai cornicines, ovvero le truppe palatine, legionarie, cornuti e Mauri.

INGRESSUS -Arco di Costantino. IV fregio costantiniano: Costantino entra in Roma (particolare).

ANALISI MILITARE DEL RILIEVO: il draco

(repe reperto (Koblenz, Staatliches Amt für Vorund Frühgesichte Ben visibile nel particolare del rilievo “ingressus” è il ‘Draco’ Già a partire dal II secolo, le legioni romane

aggiunsero tra i loro simboli da portare come “signa” una testa di drago. Derivata dalle popolazioni dell’Europa Orientale (Sarmati e Alani), il draco venne adottato poi anche dalle coorti e dalle ali di cavalleria durante il basso impero e portato dal draconarius: L’insegna consisteva in una testa di drago a cui veniva applicata una "manica a vento" multicolore che sventolava in base alla direzione del vento e produceva un sibilo. Oltre all’aspetto scenografico, il draco dovrebbe aver avuto anche una funzione di strumento di comunicazione visiva e di effetto sonoro.

ANALISI MILITARE DEL RILIEVO: il berretto pannonico

In questo particolare i cavalieri indossano un berretto fatto di pelle o cuoio oppure di pelo. Era tipico del tardo impero e portato dai militari di vario ordine e grado

ORATIO – Discorso dai Rostra del Foro Romanola scena ha luogo nel Foro Romano mentre l'imperatore (mutile della parte superiore) si trova assiso al centro, in posizione rigidamente frontale

Discorso dai "rostra" nel Foro Romano sul lato settentrionale: la scena ha luogo nel Foro Romano e sullo sfondo sono probabilmente riconoscibili la basilica Iulia, l'arco di TiberioSettimio Severo; l'imperatore (mutile della parte superiore) si trova assiso al centro, in posizione rigidamente gerarchicamente; la folla e i lati del foro sono composti in prospettiva ribaltata; ai lati del palco si trovano le statue di destra, e Marco Aurelio, a sinistra.

CONGIARUM o LIBERALITAS

CONGIARIUMsul lato settentrionale l'imperatore è seduto al centro sul trono, in rigida posizione frontale, e sovrasta i personaggi del stessa loggia, a loro volta più grandi dei funzionari nella loggia, dei personaggi in (supplici o che prendono con le mani velate il donativo dalle mani dell'imperatore)beneficianti; questi ultimi si trovano nella fascia inferiore, con la mano alzata per ricevere. Nelle logge sopraelevate con la porticus Minucia o il Foro di Cesare) si vedono i ALTRI PARTICOLARI

A

I due particolari mostrano cavalieri e legionari Va rilevato il corto giavellotto portapossibilità che sia una rappresentazione stilizzata del cui erano dotati sia la cavalleria sia la fanteria

Discorso dai Rostra del Foro Romano la scena ha luogo nel Foro Romano mentre l'imperatore (mutile della parte superiore) si trova assiso al

frontale e ingrandito gerarchicamente

"ORATIO" (discorso) sul lato settentrionale: la scena ha luogo nel Foro Romano e sullo sfondo sono probabilmente

arco di Tiberio, i Rostri col palco imperiale, il monumento del decennale dei Tetrarchil'imperatore (mutile della parte superiore) si trova assiso al centro, in posizione rigidamente

i lati del foro sono composti in prospettiva ribaltata; ai lati del palco si trovano le statue di

CONGIARUM o LIBERALITAS – Distribuzione di grano al popolo (1º gennaio

CONGIARIUM O LIBERALITAS ( Distribuzione di denaro al popolo) sul lato settentrionale l'imperatore è seduto al centro sul trono, in rigida posizione frontale, e sovrasta i personaggi del stessa loggia, a loro volta più grandi dei funzionari nella loggia, dei personaggi in toga contabulata in basso vicino all'imperatore (supplici o che prendono con le mani velate il donativo dalle mani dell'imperatore) e del modulo minore della massa anonima dei beneficianti; questi ultimi si trovano nella fascia inferiore, con la mano alzata per ricevere. Nelle logge sopraelevate con

) si vedono i funzionari che registrano le elargizioni e che traggono il denaro dai forzi

B

I due particolari mostrano cavalieri e legionari (A) e solo cavalieri (B) in marcia durante l’ingresso a Roma. Va rilevato il corto giavellotto portato da tutti. Probabilmente un’altra convenzione artistica ma anche la possibilità che sia una rappresentazione stilizzata del veretus, oppure dello spiculum

la fanteria.

Cavalieri di

Costantino

la scena ha luogo nel Foro Romano mentre l'imperatore (mutile della parte superiore) si trova assiso al

sul lato settentrionale: la scena ha luogo nel Foro Romano e sullo sfondo sono probabilmente monumento del decennale dei Tetrarchi e l'Arco di

l'imperatore (mutile della parte superiore) si trova assiso al centro, in posizione rigidamente frontale e ingrandito i lati del foro sono composti in prospettiva ribaltata; ai lati del palco si trovano le statue di Adriano, a

1º gennaio 313)

sul lato settentrionale l'imperatore è seduto al centro sul trono, in rigida posizione frontale, e sovrasta i personaggi del seguito sulla in basso vicino all'imperatore

e del modulo minore della massa anonima dei beneficianti; questi ultimi si trovano nella fascia inferiore, con la mano alzata per ricevere. Nelle logge sopraelevate con aulea (forse

funzionari che registrano le elargizioni e che traggono il denaro dai forzi

C C

in marcia durante l’ingresso a Roma. o da tutti. Probabilmente un’altra convenzione artistica ma anche la

spiculum, (C) armi da lancio di

I Legionari in marcia non sembrano indossare alcun tipo di corazza, ma soltanto tuniche, alcune a manica corta, altre a manica lunga. Questo aspetto è stato sottolineato da alcuni studiosi che avanzano l’ipotesi che durante il tardo impero molti soldati (in particolare qdestra interpretano configurazioni di legionari in equipaggiamenti “leggeri”.

Ingressus (Alfieri con insegne)

I soldati sono in alta uniforme (una convenzione apteruges e la tunica è a manica lunga. Il mantello (tardo-imperiale. In questo caso probabilmente non portano

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE • B.Carboniero – F.Falconi – In Hoc Signo• C. Di Giuseppe – L’arco di Costantino• Y. Le Bohec, Armi e guerrieri di Roma antica. Da Diocleziano alla caduta dell'impero• S. MacDowall – Gli ultimi soldati imperiali• S. MacDowall – Gli ultimi cavalieri d Roma• A.M. Romanini, - Storia dell’Arte classica e italiana• D. Volpi ( a cura di) – La battaglia di Ponte Milvio

Fonti primarie • Lattanzio, de mortibus persecutorum• Eusebio di Cesarea, Storia ecclesiastica• Zosimo II, 15-16; • Panegyrici latini del 313 (anonimo) e 321 (di

non sembrano indossare alcun tipo di corazza, ma soltanto tuniche, alcune a manica corta, altre a manica lunga. Questo aspetto è stato sottolineato da alcuni studiosi che avanzano l’ipotesi che durante il tardo impero molti soldati (in particolare quelli delle retrovie non avessero loriche)destra interpretano configurazioni di legionari in equipaggiamenti “leggeri”.

Ingressus (Alfieri con insegne) Una reinterpretazione (ROMARS

n alta uniforme (una convenzione artistica?). Indossano una lorica muscolata con e la tunica è a manica lunga. Il mantello (sagum) è allacciato sulla destra, secondo la moda

imperiale. In questo caso probabilmente non portano bracae.

In Hoc Signo – Edizioni Mediterranea - 2014 L’arco di Costantino – Editore Cosmosavona, 2000

Armi e guerrieri di Roma antica. Da Diocleziano alla caduta dell'impero, Roma 200Gli ultimi soldati imperiali – Osprey 2010 Gli ultimi cavalieri d Roma –LEG2015

dell’Arte classica e italiana Il Medioevo Sansoni1988 La battaglia di Ponte Milvio – Giunti Bemporad Marzocco 1970

persecutorum 44; Storia ecclesiastica ix, 9 e Vita di Costantino i, 28-31 (la visione) e i, 38 (la battaglia);

del 313 (anonimo) e 321 (di Nazario).

non sembrano indossare alcun tipo di corazza, ma soltanto tuniche, alcune a manica

corta, altre a manica lunga. Questo aspetto è stato sottolineato da alcuni studiosi che avanzano l’ipotesi che uelli delle retrovie non avessero loriche). I modellini a

Una reinterpretazione (ROMARS – Legio II Britannica)

rtistica?). Indossano una lorica muscolata con ) è allacciato sulla destra, secondo la moda

, Roma 2008.

31 (la visione) e i, 38 (la battaglia);

EVENTI E MANIFESTAZIONIL’ evento già riportato nel precedente numero e 28/29 giugno è stato sospeso per difficoltà legate a10/11 ottobre 2013. Rimangono in attuazione gli eventi relativi a

• COMMEMORAZIONE ARCO DI COSTANTINOinaugurazione (25/26 luglio)

• IDI ADRIANENSI previsti per il 13 settembreconfermata)

NOTIZIE DAGLI SCAVI

EVENTI E MANIFESTAZIONI L’ evento già riportato nel precedente numero e che avrebbe dovuto svolgersi in data compresa tra

per difficoltà legate a motivi burocratici e rinviato con riferimento al

gli eventi relativi a

COMMEMORAZIONE ARCO DI COSTANTINO nel 1700° anno della sua inaugurazione (25/26 luglio)

previsti per il 13 settembre (partecipazione della Legio II Britannica già

NOTIZIE DAGLI SCAVI

che avrebbe dovuto svolgersi in data compresa tra motivi burocratici e rinviato con riferimento al

nel 1700° anno della sua

partecipazione della Legio II Britannica già

Il Foro di Costantino era un foro edificato dall'imperatore Costantino I nella nuova capitale di Costantinopoli e venne edificato al momento della fondazione della nuova capitale nei pressi delle mura della città antica. Di forma ovale con portici, era decorato da numerose statue provenienti da tutte le città dell'Impero, a nord ospitava l'aula del Senato bizantino e al centro si trovava la monumentale Colonna di Costantino in porfido, sormontata da un'enorme statua di Costantino oggi perduta. Il foro rimase intatto fino all'assedio del 1204, quando venne saccheggiato dai crociati che fecero fondere le antiche statue in bronzo che decoravano la piazza per ricavarne monete. Oggi, la colonna di Costantino rimane l'unico elemento del foro ancora in loco. Nell'illustrazione la Legio Secunda Britannica sta presidiando la piazza del foro in attesa dell'arrivo dell'imperatore Costantino; Costantinopoli, IV sec d.C.

In “La storia attraverso le illustrazioni di Raffaele Caruso”

la Legio II Britannica di ROMARS ringrazia Raffaele Caruso per la bella immagine

IN LIBRERIA

AN ILLUSTRATED ENCYCLOPEDIA OF THE UNIFORMS OF THE ROMAN WORLD

di Kevin F. Kiley, - LORENZ BOOK ott.2012 Un’enciclopedia illustrata che tratta la storia delle “uniformi” di Roma dalla sua fondazione (753 a.C.) sino alla caduta dell’Impero Romano d’Oriente (1453). Disponibile solo in lingua inglese e reperibile nelle librerie specializzate (militari, archeologiche, ecc.), pur con qualche pecca, consente una panoramica dell’equipaggiamento del soldato romano (e dei suoi principali nemici) in oltre ventuno secoli di storia. Il prezzo è sui 35 € (T.M.)

ARCHEOGEOGRAFIA TOWNS IN TRANSITIONS

Tra tarda antichità e alto MedioevoTra tarda antichità e alto MedioevoTra tarda antichità e alto MedioevoTra tarda antichità e alto Medioevo[Massimo Dadà in: Carolina Megale

La città nel Medioevo è uno dei temi che ha maggiormente interessato gli storici europei. La città è un organismo che, se ancora vivo, si modifica costantemente, ma il passaggio tra la città classica e quella dei secoli centrali del medioevoparticolarmente significativo: infatti le città vedono diminuire gli abitanti, crollare gli edifici; i commerci si ridimensionano per quantità e qualità, scorrerie e saccheggi interessano i centri urbani a più riprese. Ma nonostante tutto le città continuano a rivestire un ruolo sia religioso che amministrativo di riferimento per il territorio circostante e vengono abbandonate.

È questo un momento nel quale si verifica undi qui l’appellativo di towns in transitions

(attribuito a questa fase storica dagli archeologi britannici Neil Christie e Simon T. Loseby nel 1996accenti catastrofici sono stati spesso troppo marcati, tanto da arrivare a mettere in discussione la possibilità stessa di poter definire “città” i centri dell’Europa tra tarda antichità ed alto Medioevo.

Per gli archeologi però il problema si pone in modsottesa a quei centri che le fonti scritte continuano a definire dell’archeologo», afferma l’archeologo e storico Bryan Ward«senz’altro il peggior nemico dell’alto Medioevo

Studiare la città dei secoli VII e fragili, spesso molto frammentarie e disomogenee, tanto che per lunghi anni i contesti altomedievali nelle città sono stati ignorati. Si data a partire dagli anni Settanta, in Italia, una particolare attenzione a questo periodo della storia della città, che ha dato vita ad un acceso dibattito tra chi sosteneva una sostanziale continuitàdecadono) e chi una netta crisi (le città diventano qualcos’altro, con ampie zone abbandonate o messe a coltura, per poi risollevarsi a partire dal X secolo

Numeri pubblicati 1. Soldati di Roma

2. V secolo: il proto medioevo

3. Orazio Coclite

4. Il dominio di Soissons

5. Le coorti urbane

6. La lancia del destino

7. Burgh Castle

8. Il periodo romuleo

9. L’arco racconta … la campagna d’Italia di Costantino

Prossimo numero:

TOWNS IN TRANSITIONS

Tra tarda antichità e alto MedioevoTra tarda antichità e alto MedioevoTra tarda antichità e alto MedioevoTra tarda antichità e alto Medioevo Carolina Megale (a cura di) - Fare l’Archeologo - Books & Company 2009

La città nel Medioevo è uno dei temi che ha maggiormente interessato gli storici europei. La città è un organismo che, se ancora vivo, si modifica costantemente, ma il passaggio tra la città classica e quella dei secoli centrali del medioevo presenta peculiarità che ne fanno un momento

: infatti le città vedono diminuire gli abitanti, crollare gli edifici; i commerci si ridimensionano per quantità e qualità, scorrerie e saccheggi interessano i centri urbani

riprese. Ma nonostante tutto le città continuano a rivestire un ruolo sia religioso che amministrativo di riferimento per il territorio circostante e – soprattutto in Italia

È questo un momento nel quale si verifica un cambiamento profondo e spesso traumatico: towns in transitions, riguardo alla transizione tra classicità e Medioevo

(attribuito a questa fase storica dagli archeologi britannici Neil Christie e Simon T. Loseby nel 1996accenti catastrofici sono stati spesso troppo marcati, tanto da arrivare a mettere in discussione la possibilità stessa di poter definire “città” i centri dell’Europa tra tarda antichità ed alto Medioevo.

Per gli archeologi però il problema si pone in modo diverso: qual è la realtà materiale sottesa a quei centri che le fonti scritte continuano a definire urbs o civitas

», afferma l’archeologo e storico Bryan Ward-Perkins agli inizi degli anni Ottanta è peggior nemico dell’alto Medioevo».

Studiare la città dei secoli VII – X vuol dire, infatti, riconoscere tracce materiali evanescenti e fragili, spesso molto frammentarie e disomogenee, tanto che per lunghi anni i contesti

tati ignorati. Si data a partire dagli anni Settanta, in Italia, una particolare attenzione a questo periodo della storia della città, che ha dato vita ad un acceso dibattito tra chi sosteneva una sostanziale continuità (le città nell’alto medioevo si tras

le città diventano qualcos’altro, con ampie zone abbandonate o messe a coltura, per poi risollevarsi a partire dal X secolo)

la campagna d’Italia di Costantino

Prossimo numero: Zenobia, regina di Palmira

Company 2009]

La città nel Medioevo è uno dei temi che ha maggiormente interessato gli storici europei. La città è un organismo che, se ancora vivo, si modifica costantemente, ma il passaggio tra la città

presenta peculiarità che ne fanno un momento : infatti le città vedono diminuire gli abitanti, crollare gli edifici; i

commerci si ridimensionano per quantità e qualità, scorrerie e saccheggi interessano i centri urbani riprese. Ma nonostante tutto le città continuano a rivestire un ruolo sia religioso che

soprattutto in Italia – solo raramente

cambiamento profondo e spesso traumatico: tra classicità e Medioevo

(attribuito a questa fase storica dagli archeologi britannici Neil Christie e Simon T. Loseby nel 1996). Gli accenti catastrofici sono stati spesso troppo marcati, tanto da arrivare a mettere in discussione la possibilità stessa di poter definire “città” i centri dell’Europa tra tarda antichità ed alto Medioevo.

o diverso: qual è la realtà materiale civitas? «L’incapacità tecnica

Perkins agli inizi degli anni Ottanta è

X vuol dire, infatti, riconoscere tracce materiali evanescenti e fragili, spesso molto frammentarie e disomogenee, tanto che per lunghi anni i contesti

tati ignorati. Si data a partire dagli anni Settanta, in Italia, una particolare attenzione a questo periodo della storia della città, che ha dato vita ad un acceso

le città nell’alto medioevo si trasformano, non le città diventano qualcos’altro, con ampie zone abbandonate o messe a