Il Legionario 91

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Settimanale on line dei tifosi giallorossi

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IL LEGIONARIOReg. N.10 del 11/05/07Tribunale di Torre Annunziata

La collaborazione al settimanaleè libera e gratuita

Direttore Responsabile: Elena Sorrentino

Progetto grafico: Elena Innocenti

Copertina: Andrea Paolini

Sito Internet:www.illegionario.com

Email:[email protected]

Redazione:

Mauro ManniFrancesca CuomoAlfredo GarofaloMarco VenerucciDiego AngelinoAlessandro ProiettiAlfredo CinquinaMaurizio MalvoltaAlessio MiloneNicola CeolinLuana FabiAlessio De Silvestro

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Riprendono le iniziative incollaborazione con ilRomaClub DonBosco el'Associazione "Il cuore diRoma".

Potete assistere alle partitedella Roma nella sede in ViaAmpio Flavio, 5 - CinecittàRoma.

Per info:[email protected]

di Elena Sorrentino

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Siamo entrati nelle vacanze di Natale con il groppone per la partita di Catania. Oltre alla sconfittaciò che si fa fatica a digerire è l’ulteriore conferma che nulla è cambiato dopo i fatti dello scorsoanno. Ancora troppa gente a bordo campo, ancora fatti loschi, intimidazioni. Anche in campo, neigiocatori catanesi c’era molto più di una sana grinta agonistica. E ci si chiede se prima o poi verrannopresi davvero dei seri provvedimenti. Anche se la risposta la sappiamo già, visto che nemmeno lamorte ha potuto molto in questo calcio.Nell’ultima di campionato abbiamo assistito, inoltre, ad un’altra vittoria macchiata dell’Inter. Unfuorigioco clamoroso di tutta la linea offensiva della squadra nerazzurra. Ormai non ci chiediamoneanche più come il guardialinee, in posizione ottimale, e l’arbitro non abbiano notato questairregolarità. Il fatto che la Roma non lotti per lo scudetto è una magra consolazione che solo in parteci salva il fegato. La Juve dal canto suo non può lamentarsi visto che anche la vecchia volpe nonè stata da meno.Dopo quindici giorni ricominciamo così come avevamo concluso, con un’altra sconfitta per il calcio.I protagonisti della barzelletta Calciopoli sono stati quasi tutti assolti ad eccezione di Moggi sr e jr.I due sono stati condannati a un anno e sei mesi il primo e un anno e due mesi il secondo. Dunquela Gea non esiste. Per anni abbiamo parlato di nulla.Buon anno a tutti, nulla è cambiato, ma speriamo lo stesso di lasciare nel 2009 una bella storiagiallorossa.

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Speciale calciopoli pag.11 Arsenal pag. 17

Point of view pag. 6 Sotto a chi Tocca pag. 9

Editoriale . . . . . . . . . . . . . .pag. 3

L'argomento . . . . . . . . . . . pag. 5

Point of view . . . . . . . . . . . pag. 6

Sotto a chi tocca . . . . . . . . pag. 9

Speciale calciopoli . . . . . . pag. 12

Triplice fischio . . . . . . . . pag. 13

Look at forum . . . . . . . . . pag. 15

In & Out . . . . . . . . . . . . . . pag. 16

Quel che resta di... . . . . . . pag. 18

Arsenal . . . . . . . . . . . . . . pag. 20

Chiesa di San Saba . . . . . pag. 22

Lo psicologomacche. . . . pag. 25

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di Diego Angelino

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Cari Amici de Il Legionario, innanzitutto i miglioriauguri per un fantastico 2009! Ritorniamo on-linedopo la sosta natalizia e come sempre il nostro calciomalato ci regala sempre spunti – purtroppo amari –di cui parlare. Non c’è stato modo di commentare acaldo l’ennesima vergogna perpetratasi al Massiminodi Catania, dove è praticamente impossibile riuscirea giocare normalmente una partita di calcio di serieA, ricordiamolo sempre. Speriamo che almeno questavolta le indagini condotte dal Procuratore FederaleStefano Palazzi (finalmente è arrivato il deferimentoper i fatti dello scorso 18 Maggio) portino a qualcosadi più concreto che non una ridicola pena pecuniaria.Ci sono poi le notizie fresche fresche relative alprocesso Gea: Luciano Moggi ha definito la sentenza“una vergogna!” e sinceramente non avrei maicreduto di potermi trovare – per una volta - d’accordocon lui… Per evitare di farmi venire ulteriore sangueamaro ho deciso di accantonare momentaneamentel’approfondimento di questi due temi e di concentrarmisulla fine della mastodontica sosta del nostrocampionato. A parte che quando qualche altodirigente del campionato italiano si lamenta per lascarsa vendibilità della serie A provi a domandarsicome si può essere competivi con chi gioca sempre(Inghilterra) e chi quasi sempre (Spagna). Ora senzavoler seguire gli eccessi britannici e giocare il 26Dicembre, credo però che sia logico avere un turnoalmeno il 4 Gennaio oppure il 6. Cosa che accadrànella prossima stagione, che comincerà con laSupercoppa da disputarsi in Cina (alla faccia deitifosi, qualunque siano le squadre che siaffronteranno) l’8 Agosto e terminerà il 16 Maggiodata ultima imposta dalla Fifa per permettere poialle Nazionali di prepararsi alla Coppa del Mondo inSudafrica. La cosa divertente della serie A 2009/2010è la solita decisione all’italiana: si gioca il 23 Agostola prima giornata in notturna (giusto!) e la seconda

invece si disputerà canonicamente alle ore 15 conanticipi e posticipi. Ma vi risulta che il 30 Agostonevichi sulla nostra penisola? Stranezze nostrane.Ma prima di poiettarci al prossimo campionatoabbiamo cinque mesi da vivere da protagonisti inquesta stagione cullando – speriamo il più a lungopossibile – il Grande Sogno. Si riparte dal Milan –che ormai sembra scenda in campo solo conBeckham –avversario da prendere sempre con lemolle poiché bravissimo a ripartire alla grande dopole soste invernali (basta ricordare – ahinoi – il 6Gennaio del 2004…) come dimostrato anche dallascorsa stagione dove a Gennaio ha ottenuto quattrovittorie (di cui due in trasferta) ed una sola sconfitta.A mio avviso la Roma, non fosse stato per losciagurato inizio di stagione, sarebbe tranquillamentesopra ai rossoneri in classifica nonostante le “sviste”arbitrali che gli hanno permesso già di ottenere piùpunti di quanti non ne meritassero in realtà. La Romadovrà fare particolare attenzione - oltre agli undiciavversari che scenderanno in campo - anche a chipresumibilmente si accomoderà in panchina:Beckham e Shevhcenko. La storia della Roma ècostellata di partite risolte o da sconosciuti chetrovano la Domenica di gloria o da calciatori chesembrano sul viale del tramonto e che – come lafamosa fenice – rinascono contro la Roma. Perciòmassima concentrazione per cercare di guadagnaretre punti di un’importanza capitale anche perchésarebbero ottenuti contro una diretta concorrentenella rincorsa ad un posto per la prossima ChampionsLeague. Provo a sbilanciarmi ed indico in MirkoVucinic un protagonista della gara: speriamo che ilcapitano del Montenegro sia risolutivo come lo èstato in entrambe le sfide della scorsa stagione.Forza Roma!

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di Francesca Cuomo

Pausa natalizia piuttosto movimentata in casaRoma: interviste, dichiarazioni e reazioni chefanno discutere, hanno caratterizzato i giornisenza calcio giocato. A scatenare la discussione,le parole di Maria Sensi sulla vittoria dello scudettodello scorso campionato: “La Roma avrebbemeritato di vincerlo ma c'era un centenario (quellodell'Inter) da rispettare”. Il finale è cosa nota, comeci si è arrivati anche. Concorda anche FrancescoTotti che non esita a ribadire quello che già DanieleDe Rossi aveva ampiamente descritto a giugno.Le reazioni e i commenti non si sono fatti attendere.“Guardando la classifica finale – sostiene FrancoMelli – e considerando tutti i favori arbitrali di cuil'Inter ha goduto nell'arco della stagione, bastavasolo un favore in meno e la Roma avrebbe vintolo scudetto. Ho parlato tutto l'anno di questa cosae, pensando alla differenza di punti tra le duesquadre a giugno, capisco e approvo le parole diMaria Sensi”. Un parere del tutto opposto quellodi Ivan Zazzaroni: “Se penso che l'Inter a gennaio,nel periodo di massimo distacco, avevapraticamente vinto lo scudetto poi ha rischiato diperderlo facendosi raggiungere e, alla fine, èriuscita comunque a vincerlo, credo che lo abbia

meritato. Stava per perderlo per suoi demeriti maè riuscita comunque a portarlo a casa: questo èil salto di qualità che ha fatto a livello di mentalità.In altri periodi, lo avrebbe perso. Alla Roma bisognaanche ricordare che, nonostante le difficoltà, inerazzurri sono sempre stati primi in classifica”.Meno clemente con i nerazzurri Matteo Marani:“Non si può negare che l'Inter abbia beneficiatodi errori arbitrali per costruire il suo vantaggio.L'infortunio di Ibra l'ha riportata sulla terra e,nell'ultima gara di stagione, è stata palese a tuttila differenza che può fare il giocatore svedese.Non sono d'accordo con chi accusa la Roma diaver perso punti in gare poco importanti: se èvero che la Roma ha sbagliato con il Livorno, èvero anche che l'Inter lo ha fatto con il Siena. Ladifferenza di punti davvero minima, la dice lungasu questo”. Un'analisi estremamente razionalequella di Cristiano Ditta a Radio Radio: “Comunquesia andata, la Roma ha perso una grandeoccasione di vincere i l campionato e,visto come stanno andando quest'anno le cose,forse è anche un'occasione sprecata chedifficilmente si ripeterà a breve”. Nonostantel'enorme differenza di punti tra le due rivali nella

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Maria Sensi: “La Roma avrebbe meritato di vincerlo ma c'era un centenario(quello dell'Inter) da rispettare”.

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stagione in corso, il dualismo Roma-Inter si spostaanche sul tema del calciomercato. Totti lancia laprovocazione: “Fino a che ci sarà chi può spenderesenza limiti, il campionato sarà nelle mani dell'Inter:hanno 30-35 campioni in rosa! Forse si potrebbepensare ad un tetto massimo di spesa”. Unsuggerimento che probabilmente farebbe la gioiadi molti e la rabbia di pochi e che arriva all'indomanidi una news di mercato, che vedrebbe l'arrivoall'Inter di Diego Milito. “L'Inter è un pozzo senzafondo – afferma Melli – non può comprare tutto etutti. Così si decreta la morte del calcio in Italia.Qualcuno metta un freno a Massimo Moratti! Coni campionati combattuti e le sfide alla pari si puòriportare la gente allo stadio, non con una squadra

che in Italia fa sempre la partedell 'asso pigliatutto”. Lepreoccupazioni di StefanoBoldrini riguardano invece laChampions League: “Primadella sosta celebravamol'infermeria romanista che sistava svuotando. Adesso, adispetto delle vacanze, si èriempita di nuovo. Per batterel'Arsenal serve la Romamigliore e, a questo punto, nonso quanti giocatori avrà adisposizione Spalletti. Se poila Roma riesce a battere gliinglesi, bisognerà fare i conticon squadre obbiettivamente

più attrezzate. Arrivare in semi-finale sarebbe giàqualcosa oltre le sue reali potenzialità”. Per GuidoD'Ubaldo: “Il vero insostituibile nella Roma è Totti.Sul mercato mi aspetto che la società intervengaper individuare una credibile alternativa a Doni;Artur non è ancora pronto. Poi in base ai risultati,a giugno forse si penserà anche ad un doppionedi De Rossi, con tutte le difficoltà possibilinell'individuare e nell'acquistare un calciatore diquel valore. Nel frattempo alla Roma farei unaraccomandazione: stia molto attenta al Milan, èuna partita delicata e importante”. Giudizio dasottoscrivere.

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Totti: “Fino a che ci sarà chi può spendere senza limiti, ilcampionato sarà nelle mani dell'Inter"

Guido D'Ubaldo: "La Roma stia molto attenta al Milan, è una partita delicata e importante”

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Il paragone con la “mecca del cinema”, coniatodal direttore generale del Bayern Monaco,Hoeness, alla vigilia del rientro in patria dopo labreve preparazione svolta a Dubai, non è statoper niente digerito dall’ambiente rossonero,infastidito non poco dalle esternazioni dell’exbomber tedesco. Lo sferzante umorismo teutonico,generato dal trattamento riservato ai coniugiBeckham durante il ritiro milanista negli Emirati,è risultato indigesto tanto quanto le scorpacciatenatalizie. Ma quella di Hoeness è soltanto l’etichettapiù recente affibbiata al Milan negli ultimi tempi. Ilrepertorio è piuttosto vasto e l’accostamento conla capitale mondiale del cinema è soltanto l’ultimoin ordine di tempo.

La squadra più titolata al mondo, come amadefinirla il suo proprietario che ha imparato aragionare per slogan anche nel calcio oltre che inpolitica, vorrà smentire questi giudizi affrettati. Finoad ora ci è riuscita solo parzialmente. Senza laChampions League, l’obiettivo dichiarato dairossoneri è il tricolore che manca nella bachecadi via Turati da diversi anni. Ma l’Inter sembraavere ancora qualcosa in più come dimostrano inove punti di vantaggio sui cugini ad una giornatadal giro di boa.

Come per la Roma, così per il Milan la prossimasfida dell’Olimpico dirà molto sul suo futuro. Ledue formazioni giungono all’appuntamento incondizioni simili. Entrambe le infermerie risultanoal momento affollate e le due squadre dovrannofare i conti con gli infortuni. Borriello, Gattuso,Abbiati, Inzaghi, Nesta, Bonera e Senderos da unlato, Totti, Tonetto, Pizarro, Taddei e Baptistadall’altro. Sia Spalletti che Ancelotti si auguranodi assottigliare le rispettive liste di indisponibiliprima della delicata sfida. Il Milan, dal canto suo,potrà contare su una preparazione svolta durantela pausa invernale al caldo di Dubai. Diverso ildiscorso per la Roma che ha continuato ad allenarsisui campi disastrati di Trigoria sotto il clima rigidodi questi giorni.

Ma alla vigilia del match con i giallorossi Ancelottidovrà sciogliere molti dubbi di formazione A partire

dal portiere. L’infortunio di Abbiati non lasciatranquillo il tecnico di Reggiolo che per l’occasionepotrebbe rispolverare il brasiliano Dida. Davantialla porta, confermata la difesa delle ultimesettimane con l’eterno Maldini e Kaladze al centrosupportati dal rientrante Zambrotta e da Jankulovskisugli esterni. Le maggiori incognite per i rossoneririguarderanno il settore nevralgico del campo. SoloPirlo è certo di un posto mentre per completare ilreparto bisognerà verificare le strategie di Ancelottiche per domenica sera potrebbe meditare unatteggiamento più prudente del solito. In tal caso,quindi, spazio all’ex Arsenal Flamini e ad Ambrosiniper tenere la squadra più corta in campo econcedere meno spazio alle offensive romaniste.Una scelta che implicherebbe la rinuncia a ClarenceSeedorf, almeno all’inizio. In avanti confermato ilKa.Pa.Ro, con Kakà e Dinho alle spalle dell’unicapunta Pato.

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di Alfredo Garofalo

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Domenica Roma e Milan si troveranno di fronteper la settantaseiesima volta. Per quanto riguardai confronti precedenti, i milanesi conducono perventisei a ventidue anche se il pareggio è il risultatopiù ricorrente. Le due squadre infatti si sono spartitela posta in palio per ventisette volte. I rossonerisono in vantaggio anche per quel che riguarda igol fatti, ottantaquattro ad ottantadue, ma la squadradi Ancelotti non espugna la capitale da quattroanni (0-2 a marzo del 2005). L’ultimo pari (1-1)risale a due stagioni fa con la Roma che scese incampo con una maglia particolarissima recante losponsor Pepsi. Lo scorso anno, invece, la sfida siconcluse con un 2-1 in favore dei giallorossi chepermise alla squadra di Spalletti di continuare larincorsa all’Inter. Rimonta che per i giallorossisuona di attualità anche quest’anno se si vuoleproseguire la scalata al quarto posto dopo lasorprendente quanto inattesa falsa partenza.

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Beckham e il Milan in conferenza

Lo scorso anno Spalletti festeggiò conun successo le trecento partite in A

I suoi giocatori non avrebbero potuto fargliregalo migliore. La rocambolesca vittoria sulMilan della passata stagione fu la cilieginasulla torta con cui Luciano Spalletti festeggiòle trecento candeline in serie A. Un beltraguardo per il tecnico di Certaldo che nellasua carriera ha guidato in massima seriel’Empoli, la Sampdoria, l’Ancona, il Veneziae l’Udinese, oltre naturalmente ai giallorossi.La partita contro i rossoneri guidati da CarloAncelotti fu molto sofferta. I lombardi, dopol’iniziale vantaggio di Kaka, sfiorarono piùvolte il colpo del ko fallendo clamorosamentel’occasione per chiudere i conti una voltaper tutte. La svolta intorno alla metà dellaripresa quando il trainer toscano indovinò icambi decisivi inserendo prima Mirko Vucinice poi l’attaccante tascabile Ludovic Giuly.Proprio i nuovi entrati capovolsero le sortidel match in soli tre minuti. Al 78’ il franceseristabilì le distanza beffando Kalac dopoun’azione insistita della formazionegiallorossa. Qualche giro di lancetta più tardil’undici capitolino completò l’opera con ilmontenegrino che eluse da par suo iltentativo di fuorigioco attuato dallaretroguardia ospite e, su perfetto lancio diDaniele De Rossi, mise nuovamente allespalle dell’estremo difensore australianomandando in giubilo i tifosi presentiall’Olimpico.

Attenti al trio brasiliano KaPaRo

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Mercoledì sera all’Olimpico va in scena il secondoatto della sfida fra Roma e Sampdoria sospesadopo 5’36” il 29 ottobre scorso in seguito ad unviolento nubifragio che si abbatté sulla capitale.Era il giorno del ritorno di Cassano di fronte aquello che per anni fu il suo pubblico. Mal’infreddolita platea accolse il talento di Bari vecchiacon grande indifferenza così come il capitanogiallorosso che riservò all’ex compagno solo untiepido abbraccio.Doveva essere anche la gara del rilancio dellaformazione di Luciano Spalletti impelagata tra ibassifondi della classifica. Visti i primi giri dilancetta probabilmente sarebbe stata l’ennesimagiornata amara. La squadra doriana in poco temposi rese pericolosa più volte. Ma gli dei quella seraci misero lo zampino schierandosi al fianco di Totti& Co.. Giove Pluvio, scatenato, costrinse l’arbitroTagliavento a rinviare il match e tutti pensaronoquanto quella pioggia quel giorno fosse benedetta.Nel frattempo molte cose sono cambiate. La Romasi è ritrovata ed è lanciata verso il quarto posto inclassifica nonostante lo stop inatteso a Catania.La Sampdoria invece naviga in un anonimaposizione di classifica che per il momento la tieneal riparo da brutte sorprese.I diciannove punti realizzati costituiscono un bottinopiuttosto scarno viste anche quelle che erano leambizioni di inizio stagione. Il cammino compiutofin qui dai blucerchiati è stato disastroso, soprattuttolontano dal “Ferraris” dove l’undici di Mazzarri haottenuto il suo primo successo solamente il 14dicembre a Reggio contro gli amaranto. Unavittoria che è costata la panchina al tecnico regginosostituito da Pillon. In precedenza la formazioneligure aveva ottenuto in trasferta un solo miseropunto conquistato peraltro sul difficile campo delSiena. A parziale giustificazione, i doriani hannopatito alcuni discutibili arbitraggi ma, da questopunto di vista, anche il suo prossimo avversarioha la bi lancia nettamente in passivo.Per la sfida con la Roma, Mazzarri potrà contareanche sui giocatori non in distinta quella serapurché già tesserati all’epoca con la società delpatron Garrone. Lo stesso varrà per la Roma cheperò non potrà usufruire dell’apporto degli

squalificati Vucinic e Mexes che devono ancorascontare i l loro turno di sospensione.

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di Alfredo Garofalo

Totti e Cassano destinati a nonscontrarsi mai in campo

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di Alessio De Silvestro

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Ennesimo colpo di scena, nel paese dei Santi,Poeti, e Navigatori, nuovo ribaltone. Una sentenzache non ti aspetti, dove il carnefice diventa vittimae non capiamo più che fine abbia fatto la giustiziatanto più quella ordinaria rispetto alla millantatagiustizia calcistica. Ieri il processo Gea, ci halasciato a noi comunicatori e cultori dell’onestà ingenerale, con un palmo di naso. La Gea è stataassolta, e i Moggi hanno pagato in manierainferiore a quanto le premesse avevano fattosperare. Calciopoli si scioglie in una bolla disapone e questa ennesima sentenza shock,alimenta forte nella mente di noi speranzosi dipulizia, che la presa in giro si è di nuovoperpetuata, con tanto di pernacchia finale. Abbiamoparlato per anni a vuoto, sicuri che il giocattolo sifosse rotto e che si potesse cambiare il sistema.La famosa associazione per delinquere che tantoavevamo dimostrato fosse stata smascherata, èprosciolta. Pagano i Moggi ma in maniera ridotta,Big Luciano per 18 mesi di reclusione e Alessandroper 14, per come l’accusa aveva prodotto la penainiziale, e poi con il gioco di prestigio dell’indulto,

sarà una pena fantasma. La nostra Italia, il belPaese, dei buoni propositi che oltre Santi, Poeti,e Navigatori, diviene sempre più spesso laNazionale dei Prestigiatori, e dei ribaltoni, ci lasciadisarmati. La Gea non esiste, è solo nelle nostrefantasie più recondite, la nostra voglia di pulizianel calcio è solo vittimismo e malafede. Letelefonate, le sospensioni dal settore arbitrale dipersonaggi come Massimo De Santis, solo erroridi questo grande carrozzone, che vede il marciodove tutto viene fatto alla luce del sole, anchel’illecito purtroppo. Le testimonianze e leintercettazioni, solo estrapolazioni fatte ad arteper mettere in cattiva luce personaggi senzamacchia e senza paura, che si professano, Santio amici di Santi. Dove il mostro in prima pagina,diviene all’improvviso un martire a cui offrireaddirittura solidarietà e noi i cittadini di unaNazione, che sempre di più è a giusto termine,somiglia al Paese dei Cachi e pure di cattivoodore.

Alessio De Silvestro

Luciano e Alessandro Moggi

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di Maurizio Malavolta

La Roma si ferma a Catania. La striscia positivache durava ormai da circa due mesi, con cinquevittorie consecutive in campionato, s’interrompebruscamente al Massimino dove i giallorossiperdono per tre a due e, viste le concomitantivittorie delle dirette concorrenti, vedono allontanarsiquel fatidico quarto posto ora distante dieci punti.La Roma perde perché incappa in una delle sue(ormai troppo frequenti) giornate di totale blackout. Partite in cui la squadra non gioca male,semplicemente non gioca affatto, subendopassivamente gli avversari fino a quando, d’incanto,decide di svegliarsi. Il risveglio però arriva tardi,quando la part i ta è ormai ampiamentecompromessa, anche se in una ventina di minutila Roma si porta dallo zero a tre al due a tre infavore degli etnei. Ciò non fa altro che acuire irimpianti per l’ennesima partita regalata agliavversari.Partite del genere rendono difficile il commentotecnico. La squadra, infatti, frana in blocco, la fasedifensiva è pressoché inesistente con il solo Mexesa reggere il reparto, con Juan completamentesvagato, sistematicamente in ritardo negli anticipie nelle chiusure. Gli esterni non fanno neanche ilcompitino e Cicinho, ancora disastroso, appenaentrato al posto di Riise, fa in tempo a tenere ingioco Morimoto per il momentaneo tre a zero.Anche De Rossi, meno brillante del solito, nonassicura l’abituale contributo in copertura. La faseoffensiva è sterile, tanto più che attorno allamezz’ora capitan Totti deve abbandonare il campoper un risentimento muscolare alla coscia destra.Al suo posto il francese Menez, comunqueprotagonista della gara e non solo per il golrealizzato. Il giudizio negativo coinvolge anche ilcentrocampo che non copre adeguatamente e nonaiuta nella fase offensiva.Tutto ciò fino alla mezz’ora del secondo tempo,quando la squadra decide di cominciare a giocaree lo fa a modo suo, cioè bene. In una manciata diminuti realizza due gol grazie a Vucinic alventinovesimo e poi a Menez al trentatreesimofino a sfiorare il pareggio con Okaka che alnovantatreesimo non trova il tempo giusto perinsaccare di testa la rete del tre a tre mandando

fuori di un soffio. Questo è quanto accaduto nelrettangolo di gioco.Capitolo a parte merita quanto successo prima edopo il fischio finale dell’arbitro Rosetti dentro efuori dal terreno di gioco. Si parla di liti a dir pocoaccese tra Spalletti e alcuni dirigenti del Catania,di intimidazioni e addirittura di minacce subite nelprepartita dai calciatori della Roma. Ciò, però, faparte dei bisbigli pronunciati più o meno velatamentedai protagonisti e raccolti da chi li frequenta inmodo diretto e fin quando non siano denunciatiformalmente, non fanno altro che accrescere quelsenso di impotenza, di avvilimento e di frustrazioneavvertito non solo da noi tifosi romanisti, ma datutti gli sportivi che vorrebbero vedere una partitadi calcio e non un’indecente gazzarra indegnaanche del peggior campetto di periferia. Quel cheè certo, perché le immagini televisive lo mostranocon certezza, è che a Catania c’è sempre troppagente a bordo campo pronta a trasformare unapartita di calcio in una corrida. Gli Steward, daparte loro, piuttosto che controllare l’ordine all’internodello stadio sono intenti ad aizzare la folla, se nonaddirittura ad aggredire gli avversari. L’augurio, aquesto punto, è che il Procuratore Palazziapprofondisca le indagini e prenda i dovutiprovvedimenti.

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Il gol di Morimoto

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Doni 5.5 – Non al meglio per colpa di una fastidiosapubalgia e si vede, non garantisce la dovutasicurezza alla difesa. Comunque incolpevole suigol.Cassetti 4.5 – Silvestre, sulla fascia, lo costringesulla difensiva, e molte volte lo manda in crisi. Nonspinge quasi mai. Giornata no.Mexes 5 – Soffre il dinamismo di Mascara, ècostretto spesso a uscire in anticipo, beccaun'ammonizione che avrebbe potuto evitare, percolpa del suo solito nervosismo dei momenti difficili.Juan 4.5 – Roba che se Pradè e Conti l'avesserovisto in questa occasione non l'avrebberoconsigliato neanche a squadre di secondacategoria. Morimoto fa ciò che vuole contro di lui,compreso segnare due dei tre gol che affondanola Roma. Inguardabile.Riise 5.5 – Butta in avanti il pallone perché spessosi trova in difficoltà a causa del forte pressingavversario. Spinge poco, Izco lo contiene bene.Deve fare, e sa farlo, molto di più.De Rossi 5.5 – Appare stanco, non offre la suasolita, tignosa, prestazione e i catanesi neapprofittano prendendo in mano la partita. Mancalui, manca la Roma.Perrotta 5 – Da un suo grossolano errore nascela rete dell'1-0 catanese. Corre spesso a vuoto,troppo lento con il pallone tra i piedi.Brighi 5.5 – Ci mette tanto cuore e poco più. Ècomunque uno dei pochi che lotta con convinzionesu ogni pallone, e questo lo avvicina alla sufficienza.Baptista 4 – Probabilmente il peggiore in campo.Sbaglia il possibile, l'impossibile pure. Tiri sballati,assist imprecisi, controlli difettosi. Cercasicondizione, soprattutto mentale, disperatamente...Vucinic 5.5 – Bel gol che accende le speranzegiallorosse. Prima, però, tanta corsa a vuoto.Totti sv – Che sfiga...Menez 6 – Segna la rete della quasi rimonta, e sirivela, oltre al gol, il migliore in campo. Lampi diqualità mixati a spunti di velocità insidiosi. Devegiocare di più.Cicinho 5 – Fin troppo anonimo il suo ingresso incampo. Entra ma non fa la differenza.Okaka sv

Spalletti 5 – Qualcosa si è inceppato. Lui mette isoliti in campo, che però crollano al cospetto di unCatania arrembante e aggressivo. Va fuori Totti ecrolla la Roma: questo fa pensare che allora nonè proprio tutta merito del tecnico la serie di vittoriecollezionate in precedenza. Fa discutere, poi, la

decisione di lasciare Menez fuori, dato soprattuttol'ottimo stato di forma del francese. Bisogna rifletteree reagire, la pausa natalizia capita a fagiolo.

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di Mauro Manni

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L’allarme rosso continua. A Trigoria, i campi diallenamento continuano ad essere inadeguati. Lasocietà romanista infatti, non ha usufruito dellapausa invernale per andare incontro alle esigenzedella squadra.Eppure la richiesta di Luciano Spalletti era chiara:“Non mi aspetto acquisti, ma vorrei che si sistemassela situazione dei contratti dei giocatori per noiimportanti. Vorrei inoltre che fossero sistemati icampi del centro sportivo dove attualmente facciamomolta fatica ad allenarci”.E’ vergognoso che una squadra del calibro dellaRoma non abbia dei campi d’allenamentoall’avanguardia.L’argomento ha destato molto scalpore tra la tifoseriaromanista. E’ a tutti gli effetti l’argomento più discussodi questi giorni e le parole rilasciate nel forum dipopologiallorosso.com da ADOROLAROMA:«Premesso che ci sono delle spese inutili e tagliabilinella Roma, una migliore gestione dei ricaviallargando gli investimenti anche a progetti extratecnici può garantire, anche nel breve, dei ritornieconomici e tecnici che giustifichino l’investimento.Il sito internet è l’esempio più lampante. La Juve èuna società che non spende molto sul mercato,perché i proprietari di soldi ne cacciano pochi.Quando si sono accorti che Moggi non era più l’unicarisorsa, hanno migliorato i l loro sistemacomunicazionale, che abbraccia tutti i risvolti dimerchandising, sito, canale, gestione biglietti, stadio...Lo hanno fatto 5 anni fa, non 5 mesi fa. Non è unproblema di liquidità, è un problema di competenzamanageriale, o di voglia, a seconda di quante colpevogliamo dare alla dirigenza (un incompetente è

meno grave di un competente che nonsi applica)», Frederick: «Prima di pranzoho visto 5 minuti di Roma - Lanciano diieri su Roma Channel. Il campo era unacosa raccapricciante, molto peggio diquello che pensavo», Ancosen: «Quanon si tratta di fare il giardiniere. Qua sista parlando di campi d’allenamento diserie A, che somigliano vagamente aquelli del Colli Aniene. E questo non èpossibile. Non si può non dire che è unasituazione penosa. Io se fossi ungiocatore della Roma, qualche domandame la farei», victorino: «Siamo come

200 anni fa. Anche i raccolti sono andati perduti…Dopotutto è anche romantica questa situazione diritorno al passato e di farsi condizionare dai capriccitempo nel 2009, da parte di una societàprofessionistica della città di Roma, con proprietarilautamente stipendiati per garantire almeno lapubblica amministrazione, svolgimento degliallenamenti etc... Peccato che questa situazionecrei disagi alla squadra alla quale teniamo tanto,mentre le grandi squadre hanno campi coperti enon sono soggette alla benevolenza del tempo, ilnostro potrebbe essere anche interpretato anchecome un inno salutare contro la modernità», e daTorcida_90: «Oggi ho visto per la prima volta inquesto inverno i campi su cui si allenano i nostriragazzi... quando avevo 8 anni giocavo in un campodi terra con alcuni sassi grossi… era comunquemigliore di questo qui. Non vedevo il verde!!! Nonsi vedeva!! Inoltre quando giocavano rasoterra, lapalla saltellava più delle “palle matte” che si prendonoal parco giochi...», ne sono l’emblematicatestimonianza.E’ giusto che la dirigenza si dia da fare per risolverequesta situazione. Ed è bene che lo faccia il piùpresto possibile. Del resto, con quali basi possiamoconvincere un grande giocatore a vestire giallorossose ci presentiamo in questo stato?L’ A.S. Roma oltre ad essere una squadra di primolivello, rappresenta la città di Roma, ovvero la capitaled’Italia. Avere a disposizione dei campi d’allenamentoall’avanguardia non deve essere un obiettivo daraggiungere ma un punto di partenza imprescindibile.

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di Marco Venerucci

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Il Natale e la pausa di campionatopermettono ai più ed ai meno espertidi calcio di tracciare i primi giudizirelativi alle squadre, ai calciatori edagli allenatori che hanno riempito lenostre domeniche. Un eserciziosempre molto interessante, è quellodell’osservazione di quei neo-acquistiche si sono rilevanti fruttuosi per leproprie compagini di appartenenza.Non sempre, infatti, i tanti soldi spesisono ben investiti: basti pensare aBorriello, lungo degente del Milan, oalla coppia Mancini-Quaresma, chehanno sicuramente deluso i tifosi

nerazzurri. Al contrario, chi ha davvero fatto felici i propri sostenitori è stato Amauri, l’attaccantejuventino. All’inizio di settembre, alcuni opinionisti avevano giudicato “avventato” l’acquisto bianconero,che certo non godeva di una fama di primo livello. Nel Palermo era stato autore di numerosi gol eprodezze, ma passare dalla realtà siciliana alla ben diversa dimensione torinese ed al palcoscenicodel la Champions League, poteva davvero far t remare le gambe a chiunque.Il problema che più turbava Amauri, probabilmente riguardava lo “spazio” in attacco. Di fronte a lui,l’ex rosanero si trovava di fronte dei calibri da novanta: Del Piero, capitano celebrato della VecchiaSignora; Trezeguet, il formidabile cecchino francese e Iaquinta, uno dei campioni del mondo del 2006.A questa già nutrita schiera si è anche aggiunto il giovane Giovinco, uno dei più interessanti under21 del nostro campionato. Considerando ciò, Amauri non partiva certo favorito per un posto in attacco,anzi pareva destinato, almeno all’inizio, alla gavetta. Ma si sa, la fortuna aiuta gli audaci: l’infortuniodi Trezeguet, che lo ha tenuto fuori per parecchi mesi, e i guai fisici di Iaquinta, convincono Ranieria lanciarlo come titolare a fianco di Del Piero. E subito il tecnico romano viene ripagato dalla sceltaeffettuata: non solo il bianconero ha realizzato ben 11 gol, classificandosi subito dietro al trittico Milito-Di Vaio-Gilardino, ma grazie alle sue giocate, alle spizzate di testa, al suo possesso di palla, è risultatodeterminante nel reparto offensivo della squadra torinese. Se la Juventus, con una rosa e soprattuttouna difesa, non ai livelli dell’Inter, è riuscita a rimanere agganciata ai nerazzurri, lo si deve anche alui. Pure nell’ultima partita di campionato, a Bergamo, una sua rete, probabilmente in fuorigioco (ciòè normale in certe latitudini!), ha chiuso la gara e ha permesso ai suoi compagni di festeggiare allagrande il primo scorcio di stagione.E adesso di fronte a lui c’è la questione Nazionale. Il brasiliano, naturalizzato italiano, potrebbe esserechiamato da Lippi nell’Italia. Tralasciando la “moralità” di una chiamata in azzurro di Amauri (chi viscrive è sempre contrario a chiamare in Nazionale questi “oriundi” come Camoranesi, nonostantesiano grandi giocatori), è indubbio che la possibilità di giocare magari in un Mondiale, deve stuzzicarlomolto. Ma dopo le prime professioni d’amore verso l’Italia, l’interessamento del ct brasiliano Dungaverso lo juventino ha complicato la questione. É vero che anche il Brasile possiede un parco attaccantinotevole, ma l’ascesa di Amauri pare inarrestabile. Che cosa farà allora? Sappiamo che la madre lospinge verso l’Italia, il Paese che ha avuto fiducia in lui. Si sa che la mamma è sempre la mamma,ma in fondo anche il Brasile è sempre il Brasile…Se son rose fioriranno!

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A Milano nevica. La città del nord è in questi giorni imbiancatadalla neve che scende a profusione dal cielo, rendendoproblematica la viabilità quotidiana. Una chiusura davverospeciale per le vacanze natalizie, che per quanto riguarda ilcalcio ha portato ai giocatori ben tre settimane di riposo.All’inizio del nuovo anno, si fanno i buoni propositi: chi promettedi vincere lo scudetto, chi di farsi onore in Champions, chimagari in poche settimane (vedi Beckham) ha voglia di stupiree farsi amare dai suoi tifosi “temporanei”. C’è gente che invecenon cambia mai, che preferisce iniziare l’anno così comel’aveva terminato. Il riferimento è ad Adriano, ormai exImperatore dell’Inter, che continua ancora a far parlare disé, non per i gol, ma per le sue stravaganze quotidiane.Breve resoconto degli ultimi fatti: mentre il Milan di CarloAncelotti e dello Space Boy vola a Dubai, il 2 gennaio Mourinhoe i nerazzurri si riuniscono alla Pinetina. Tutti i calciatorivarcano più o meno in orario i cancelli del campo diallenamento tranne uno: Adriano. Il brasiliano atteso daltecnico portoghese al raduno mattiniero, arriverà a Malpensasolo alle 20.13. La spiegazione ufficiale della società, chetramite il sito internet affermava che l’attaccante si erasottoposto a “visite di controllo da parte dello staff medico,in seguito all'infortunio riportato a Brema lo scorso 9 dicembre”,non riesce a convincere gli interessati. Voci dicono che cisia stato un disguido tra Adriano e gli uomini di Moratti sullaprenotazione del volo dal Brasile, che lo ha “costretto” aprendere un successivo aereo a tarda ora. Tralasciando

questa indiscrezione, che se fosse vera sarebbe davvero molto bizzarra, sembra più probabile il fattoche forse il brasiliano volesse rimanere in Brasile, magari forzando la mano all’Inter lasciandolo, comefece esattamente un anno fa, quando l’allenatore era Mancini, al Flamengo, con l’obiettivo di “rigenerarsi”o addirittura per abbandonare definitivamente la squadra italiana per ritornare a giocare in madrepatria.Vero o falso, alla fine Adriano è tornato alla Pinetina e ha dovuto affrontare un breve colloquio conMourinho. In ben 4 minuti e mezzo, i due si sono confrontati a quattrocchi, prima che l’attaccantecominciasse l’allenamento “differenziato”. Cosa si sono detti non è dato saperlo e anche se Mourinhoha abbassato i toni della vicenda, allontanando l’ipotesi Flamengo (“Quando sarà pronto? Nelle prossimepartite sicuramente. Flamengo? E cosa va a fare al Flamengo? In Brasile si va per fare le vacanze”),il gruppo e ormai anche l’allenatore sembrano aver mollato Adriano al suo destino, che pare lontanoda Milano.Così anche le ultime parole di Moratti, che aveva assicurato la sua permanenza all’Inter, dove l’attaccantepoteva ancora avere ottime chance, sembrano cadute nel vuoto. Come nel vuoto è caduto Adriano,un giocatore dalle potenzialità di base notevoli e dalla grande forza fisica che poteva imbarazzarequalsiasi difensore avversario, e che le notti milanesi, le serate in discoteca, le belle donne e l’alcool,hanno lentamente reso solo un ex calciatore, capace di fare uno o due partite consecutive all’anno epochi gol a stagione. In periodi di crisi economica, ogni lavoratore dovrebbe cercare di tenere il propriomestiere stretto a sé. Si spera che Adriano si dia una mossa e che torni a giocare come un tempo,altrimenti entrerà nella storia calcistica dei grandi talenti sprecati.

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Dopo le frequenti e abituali “scorpacciate” dellefeste eccomi a voi per l’analisi della diciassettesimagiornata di Campionato.Iniziamo con i risultati: Anticipi Sabato 20 Dicembre2008 ore 18,00 LAZIO-PALERMO 1-0 ( RocchiL); ore 20,30 SIENA-INTER 1-2 ( Maicon I KharjaS Maicon I).Domenica ore 15,00: ATALANTA-JUVENTUS 1-3 (Del Piero J Legrottaglie J Vieri A Amauri J);CAGLIARI-REGGINA 1-1 ( Acquafresca C Brienzarigore R); CATANIA-ROMA 3-2 (Baiocco CMorimoto C Morimoto C Vucinic R Menez R);CHIEVO-GENOA 0-1 (Olivera G); LECCE-BOLOGNA 0-0; SAMPDORIA-FIORENTINA 0-1(Montolivo F); TORINO-NAPOLI 1-0 ( Bianchi T).Posticipo ore 20,30: MILAN-UDINESE 5-1 (PatoM Kakà M Di Natale U Pato M Seedorf M KakàM).

Per quanto riguarda i due Anticipi del Sabato nelpomeriggio la Lazio di Delio Rossi non senzasofferenza (specie nella prima parte di gara) regolacon uno striminzito 1 a 0 un pericoloso Palermoguidato dal suo condottiero Davide Ballardini. Ilgoal della vittoria biancoceleste lo segna TommasoRocchi e regala i tre punti al suo allenatore.Nella gara che si è disputata a Siena alle 20 e 30l’Inter ha faticato più del dovuto per riuscire abattere i tosti bianconeri toscani allenati da

Giampaolo. La compagine senese ha moltepossibilità di andare in vantaggio con Frick, Kharjae Galloppa ma la mira è sballata. Nella primaparte di gara i bianconeri mettono sotto i nerazzurridi Mourinho sul piano del gioco e della tenutaatletica. Ma il primo goal realizzato da Maicon suclamoroso “buco” di Brandao sblocca il risultatoe mette in discesa la partita del Biscione. Ma ilSiena non ci sta a perdere così e pareggia conun bel colpo di testa in tuffo di Kharja a unamanciata di minuti dalla fine del primo tempo. Laripresa inizia come si era conclusa la prima frazionedi gara con i bianconeri che cercano il goal dellavittoria che però tarda ad arrivare. Quando mancasolo un quarto d’ora al termine l’Inter sigla, innetto fuorigioco, la rete del 2 a 1 con la doppiettadel brasiliano Maicon.

Una ottima Juventus potente e muscolare battecon un rotondo 3 a 1 una Atalanta abulica e stanca.La squadra allenata da Gigi Del Neri forse harisentito della fatica delle ultime settimane. Floccarie Doni non pervenuti e per la “Vecchia Signora”è vita facile. Del Piero, Legrottaglie e Amauri imarcatori juventini.Cagliari e Reggina non si vogliono fare del malee la gara termina con un pareggio. La squadradello Stretto è in lotta per non retrocedere e nonpuò assolutamente perdere la partita. Ancheperché al timone degli amaranto c’è Pillon che ha

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di Nicola Ceolin

L'incredibile fuorigioco non fischiatoall'Inter sul secondo gol di Maicon

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sostituito Orlandi. Invece la compagine isolana èattestata a 21 punti e può permettersi qualcherischio in più. Alla fine un punto per uno nonscontenta nessuno. Le reti di Acquafresca eBrienza su calcio di rigore.La Roma perde ancora una volta a Catania unapartita maschia (anche troppo) e giocata sul filodei nervi da entrambe le compagini. I giocatoridella squadra siciliana hanno provocato dall’inizioalla fine i calciatori romanisti. Ma per quantoriguarda il campo in senso stretto il Catania diZenga ha meritato la vittoria. Nonostante i duegoal che hanno reso più accettabile il verdettodel campo la Roma è sembrata stanca, affaticata,svagata e priva di gioco.Nella gara tra Chievo e Genoa la fa da padronala noia. Le due squadre si studiano a centrocampoper tutta la prima frazione di gioco e lo spettacolone risente ampiamente. Anche troppo. Poi Oliverariesce a trovare il pertugio giusto all’internodell’area clivense e con una “rasoiata” mancinasigla la rete della vittoria del Grifone.La partita tra Lecce e Bologna, nonostante laclassifica pericolante di entrambe le compagini,fa rivestire Mihajlovic con il costume di “MisterX”. Lo 0 a 0 non serve a nessuno ma è il risultatofinale. Molto simile alla gara tra Chievo e Genoa.Senza il goal però. Si prevede pane duro perMihajlovic e Beretta in futuro.La Fiorentina ed il Torino riescono ad avere lameglio su Sampdoria e Napoli e continuano acompetere per i diversi obiettivi di inizio stagione:la zona Champion’s League per i viola; unatranquilla salvezza per i granata. Prandelli eNovellino stanno facendo un ottimo lavoro. Imatch-winner sono Montolivo per la Fiorentina eRolando Bianchi per il Torino.Il Milan di Ancelotti col famoso schema ad “alberodi Natale” da spettacolo dall’inizio alla fine erealizza cinque splendidi goal contro unairriconoscibile Udinese guidata da Marino.E ora analizziamo la classifica tramite una critica:l’Atalanta non trova continuità di risultati; la Laziotorna alla vittoria dopo tanto tempo; l’Inter continuala sua fuga solitaria al comando della graduatoriadella Serie A; la Juventus insegue a meno sei;l’Udinese è molto incostante; il Toro torna a vincereuna gara e comincia ad intravedere un po’ diossigeno.

INTER 42; JUVENTUS 36; MILAN 33;FIORENTINA 32; NAPOLI 30; GENOA 29; LAZIO27; CATANIA 25; ATALANTA 24; ROMA ePALERMO 23; UDINESE 22; CAGLIARI 21;SAMPDORIA e SIENA 19; BOLOGNA e TORINO15; LECCE 14; REGGINA 13; CHIEVO 9.

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* una partita in meno

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La sfida control'Arsenal negliottavi di finale diChampions èper la Romau n a pa r t i t at a n t oaf fasc inantequanto difficile.La posta in palioè a l t a e i

londinesi giocanoun calcio che forse

tra tutte le altresquadre europee si

avvicina di più a quello deigiallorossi.

L'Arsenal Football Club è una delle 13 squadre dicalcio con sede a Londra, uno dei più importanticlub dell'Inghilterra, una formazione dal fascino edalla storia davvero particolari. Fondato nel 1886da un gruppo di operai, prende il nome da un exfabbrica di armamenti, dove appunto essilavoravano, il Royal Arsenal, situata nel quartieredi Woolwich. Le prime partite vennero disputate alManor Ground che in realtà era solo un camposenza tribune, con delle impalcature provvisorieper accogliere gli spettatori. Dopo venti anni, nel1913 l'Arsenal ha iniziato a disputare le sue partitecasalinghe all'Arsenal Stadium situato nel quartieredi Highbury, nome con il quale l'impianto venivacomunemente chiamato. Nel 2006, però, questosalotto del calcio inglese, nonostante la sua grandestoria e tra i musi lunghi dei tifosi, è statoabbandonato dal club che si è trasferito nelmodernissimo impianto dell'Emirates Stadium. Ilvecchio Highbury forse ha pagato nel calciomoderno la sua capienza ridotta di 38 mila posti,divenuta troppo contenuta per le esigenze del club.Inizialmente poteva contenere fino a 60 mila posti,ma i regolamenti della Premier, che vogliono tuttigli impianti con posti unicamente a sedere, nedimezzarono o quasi la capienza originaria, ridottaulteriormente nelle partite di Champions per farposto agli sponsor. Proprio dallo sponsor attualeprende il nome il nuovo stadio, almeno così saràfino alla fine del contratto che lega il club allacompagnia aerea araba. Lo stemma, più voltemodificato, ha sempre visto ritratto uno o piùcannoni e per questo giocatori e tifosi sono chiamati

"Gunners" in tutto il mondo. L'arsenal nutre unavasta schiera di tifosi sparsi in tutte le latitudini enel 2005 furono stimati in 27 milioni di unità, il terzoclub più seguito dell'intero globo. Negli anni 40apparve nello stemma anche una pergamena consu scritto "la vittoria proviene dall'armonia", che inseguito scomparve del tutto dopo varie revisioni.I colori sociali inizialmente adottati furono il ribese il bianco, fino a quando l'allenatore Chapmansuggerì di modificare la sfumatura del rosso,inserendo sulla maglia anche le maniche bianche.Tra le tante squadre di Londra i Gunners hannouna storica e accesissima rivalità con il Tottenham,con il quale danno vita al North London derbie,una vera classica del calcio inglese. La rivalità conil Manchester United, invece, è legata agli ultimianni, visto che entrambe le formazioni sono semprein lizza per la vittoria della Premier e non haparticolari riferimenti storici o sociali. Proprio dalpunto di vista sociale l'Arsenal occupa un posto diprimo ordine nella cultura popolare. Questo grazieai molti riferimenti letterari e cinematografici chesi rifanno al club. Da non dimenticare che unincontro tra i Gunners e le sue riserve fu la prima

di Alfredo Cinquina

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Thierry Henry

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partita in assoluto ad essere trasmessa in direttadalla radio inglese. Da ben 12 anni alla guida deiGunners c'è un allenatore francese, ArsèneWenger, un vero maestro di calcio, unico tecniconon britannico che è riuscito a vincere il double,campionato e coppa d'Inghilterra nello stesso anno,impresa riuscita per ben 2 volte nel 1998 e nel2002. Altro record dell'allenatore alsaziano è statoquello del 2004 quando oltre a conquistare loscudetto concluse la stagione senza conosceresconfitte, eguagliando l'exploit del Preston NorthEnd del lontano 1888. Importantissimo per questisuccessi è stato di sicuro un altro francese, ThierryHenry, il miglior marcatore di sempre dei Gunnerscon 226 reti messe a segno tra il 1999 e il 2007,una media impressionante con quasi 30 golall'anno, un portento dalla classe sopraffina. LaBacheca dei londinesi è ricca di trofei prestigiosi;13 titoli nazionali, 10 coppe d'Inghilterra, 2 coppedi lega, 13 Community Shield, 1 Coppa delleCoppe, 1 Coppa delle Fiere.La Roma va ad incontrare uno dei club piùimportanti e ricchi del mondo, una squadra chegioca al calcio, che punta sui giovani e sfornatalenti su talenti. La nota positiva è che l'Arsenallascia anche giocare le squadre avversarie. Unasfida affascinante, un ottavo di Champions Leagueda cardiopalma, il 24 febbraio non è poi cosi lontanoe Londra è a poco più di un ora di aereo. Andiamoa gustarci lo spettacolo.

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Arsène Wenger

Highbury

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La Chiesa di S. Saba è il nucleo religioso dimaggior spicco della zona, a cui lo stesso rionedeve il toponimo. Detto popolarmente il piccoloAventino, in origine fu un antichissimo monastero,risalente all’inizio del secolo VIII, che si insediò inuna casa appartenuta alla famiglia materna dipapa Gregorio Magno. Il convento fu istituto damonaci greci brasiliani che al loro cenobioassegnarono il nome di Cella Nova, a ricordo dellarum novum, un monastero di Gerusalemmeanch’esso dedicato a S. Saba, abate di Palestina,morto nel 532. Nel X secolo il monasteroprobabilmente fu abitato da monaci benedettini,i quali avrebbero costruito la prima chiesa al disopra dell’oratorio, luogo scelto per la sepolturadei religiosi. Nel 1145 si ebbero una ristrutturazioneed una ricostruzione romanica con il monasteroche fu concesso ai monaci di Cluny da papa LucioII. La nuova chiesa, somigliante alle grandibasiliche paleocristiane con tre navate, fu dotatadi un campanile, un esempio tipico di torremedioevale. La chiesa fu ulteriormente rinnovatanel 1205 durante il pontificato di Innocenzo III nelXIII secolo: fu realizzato, infatti, il pavimentocosmatesco con cinque grandi dischi di marmidiversi ed il portale d’ingresso, a firma di Jacopo

che dette la firma alla celebre stirpe dei marmorari.La nuova dedica ai Ss. Saba e Ansano si ebbenella metà del secolo XV, quando il monastero fusotto la guida del cardinale Piccolomini, al qualesi deve la facciata odierna, la decorazione deltetto e l’arco trionfale. Agli inizi del secolosuccessivo il complesso fu affidato ai Cistercensi,quindi ai Canonici Regolari ed infine al CollegioGermanico Ungarico retto dai Gesuiti, ai qualituttora è affidata la parrocchia.L’accesso avviene attraverso un piccolo portico,posto in cima ad una gradinata, attraverso il qualesi entra in un cortile. Al di sopra del porticato vi èuna compatta struttura in laterizio scandita dacinque finestre, contornate da fasce in travertino.La facciata si chiude con un loggiato ad archi atutto sesto sostenuti da colonne con capitelli afoglie lisce. Sotto il portico vi sono situati molti

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di Alessandro Proietti

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reperti, inerenti sia all’antico complesso di S. Sabasia alla circostante zona archeologica: capitelli,iscrizioni, altari e frammenti di sarcofagi. L’internodella chiesa è a tre navate, divise da 24 colonneappartenenti ad edifici pagani e concluse da treabside. La navata centrale, che risulta essere ildoppio di quelle laterali, è illuminata da una serie

di otto finestre che siaprono su entrambii lati. Nell’abside visono, oltre alla sediaepiscopale, ornatada un grande discoc o n m o s a i c icosmateschi, ancheil ciborio, sorretto daquattro colonne inmarmo nero, e glisplendidi affreschidel 1575. Nel 1943fu sistemata parted e l l a s c h o l ac a n t o r u m , c h evenne ricompostaut i l i zzando var i

frammenti che erano stati a loro volta reimpiegatinella parte centrale. Esiste, inoltre, una sorta diquarta navata sul lato sinistro (forse un originarioportico) sulle cui pareti sono ancora visibili gliaffreschi del XIII secolo. Un’iscrizione, posta sulportale esterno, recita: “ex qua domo cotidie piamater mittebat ad clivum Scauri scutellamleguminum”, ovvero “da questa casa ogni giornola pia madre portava una scodella di legumi alClivo di Scauro”. Il significato di questa scritta stanel fatto che la madre di S. Gregorio Magno, S.Silvia, portava il cibo al figlio, che abitava nelmonastero di S. Andrea, in una tazza d’argento.

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Lui, 36 anni, è seduto di fronte a lei, 34, su unpiccolo tavolo a lume di candela; sono al loroprimo incontro: lui ha impiegato tutta la giornataper organizzare la serata e lei ha impiegato lostesso tempo per trovare un vestito adatto. Lacena è stata di qualità, l’atmosfera rilassata, glisguardi d’intesa complici e romantici. Lei staraccontando di come sia indipendenteeconomicamente e totalmente svincolata dallasua famiglia, lui la guarda soddisfatto annuendocon la testa. In quel momento squilla una rumorosasuoneria è il cellulare di lei:“…mami? si, tutto a posto, …ora non posso… poiti racconto, …si, ho messo le calze pesanti… no, non ti preoccupare, ho ancora 200 euro chemi avanzano dalla paghetta che mi ha dato papi…”.Una buona percentuale di uomini non noterebbel’incoerenza tra le parole di lei e quella telefonata;un'altra percentuale l’avrebbe notata ma sarebberimasto in silenzio forse avvertendo un po’imbarazzo, qualcuno questo imbarazzo lo avrebberisolto con un sorriso o cercando in fretta un nuovoargomento di cui discutere; qualcuno avrebberischiato di deluderla dicendole sinceramentecome la pensava rispetto all’invadenza di certigenitori, vantandosi di aver iniziato a lavoraredall’età di 17 anni. Il nostro lui però ha una chancein più: è simpatico e non reagirà in nessuno diquesti modi.La rivista Evolutionary Psycology riporta i risultatidi una ricerca effettuata da un gruppo di ricercatoriin una università del Colorado: l’estroversione el’umorismo sono un sintomo di intelligenza.La capacità di produrre, comprendere, apprezzare varie forme di umorismo è una caratteristicaparticolare della cognizione umana. Una serie diteorie sono state proposte per chiarire le originievolutive dell’umorismo. In particolare alcuni studidi Miller ipotizzano che l'umorismo si sia evolutoa seguito di una selezione naturale: gli individuidella specie umana che sapevano ridere e farridere risultavano più accettati nella società in cuivivevano, avevano più possibilità di essere inseritie mantenuti all’interno del gruppo, risultavano

avvantaggiati nella scelta di un potenzialecompagno e avendo maggior possibilità di sceltapotevano selezionare partner migliori e riprodursi,facendo sì che le loro capacità umoristichevenissero tramandate in misura maggiore rispettoad altri individui.La ricerca della Colorado University annoveral’umorismo tra gli indicatori più attendibilidell’intelligenza.Dunque tornando al nostro amico, nel rito dicorteggiamento ha fin’ ora messo in pratica unaserie di strategie, alcune hanno avuto più successodi altre; ora però c’è un dilemma da risolvere:vorrebbe essere sincero manifestando di nonessere d’accordo con certe questioni ma ha pauradella reazione di lei. La paura probabilmenteriguarda il fatto di definirsi rispetto a una posizione:sono d’accordo con te o non sono d’accordo conte; se lui si definisce quella posizione potrebbenon essere compatibile con quella di lei. Lei infattipotrebbe desiderare un uomo che la pensa comelei riguardo alla necessità di essere indipendentidalla propria famiglia così come suggerirebbequello che aveva appena detto; ma potrebbeanche desiderare un uomo che le garantisca diperpetuare il forte legame con i suoi, comesuggerirebbe la telefonata.Lui non sa come comportarsi. In quel momentola sua mente elabora soluzioni.La sua capacità umoristica lo aiuta ad usciredall’empasse perché dichiara la sua posizionerispetto all’argomento: io non sono d’accordocon te; ma lo dice utilizzando una battuta. Labattuta in questo caso ha la funzione di dichiarareall’altro anche questo: ho capito che tu hai delledifficoltà a svincolarti dalla tua famiglia e stocercando di fare attenzione a quello che dico, perquesto è meglio che ci scherzo su.Lui apre il suo cellulare (spento): ”mamma misono dimenticato di dare l’antibiotico acicciobello ci pensi tu?”.

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di Luana Fabi

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Maria Sensi ha detto: "Lo scudetto dello scorso anno lo

ha vinto l'Inter, perche' c'era un centenario da

rispettare": "Ha detto tutto lei - osserva Totti -. Penso le

stesse cose". francesco totti