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NUMERO 18 FEBBRAIO 2013 BENEDETTO XVI le parole di Mons. Caliandro DEPRESSIONE vittime i calciatori SPETTACOLO Nino Frassica DANZA speciale "Talenti in Palcoscenico" IL DI GRILLO SI E' FATTO SENTIRE

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NUMERO 18 FEBBRAIO 2013

BENEDETTO XVIle parole di Mons. Caliandro

DEPRESSIONEvittime i calciatori

SPETTACOLONino Frassica

DANZAspeciale "Talenti in Palcoscenico"

IL DI GRILLO SI E' FATTO SENTIRE

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FEBBRAIO 2013 • anno VIII • N. 18Periodico in distribuzione gratuitaReg. Trib. di Brindisi n° 14/2005Edito da: Ass. Cult. Deval, via Agrigento 27 • Mesagne (Br)Direttore Responsabile: Anna SaponaroGrafi ca ed Impaginazione: Gruppo ValentiniStampa: Locopress Mesagne

Per la pubblicità su Demo Magazine [email protected] Per informazioni, segnalazioni e [email protected]

PUNTI DI DISTRIBUZIONES. Vito dei Normanni Edicola Lo Re Via Oberdan,3S. Vito dei Normanni Edicola La Civetta Via Mesagne, 30S. Vito dei Normanni Edicola Semeraro Via Mesagne, 84S. Pietro V.co Edicola Caretto c/o OspedaleS. Pietro V.co Edicola Stazione c/o StazioneOria Edicola Il Matitone Via RomaOria Edicola Rosario Via TorreOria Edicola Il Matitone Via Giacinto D’OriaOria Edicola Rosario Via TorreOria Edicola Via LatianoOria Edicola Marini Via LamaOstuni Edicola Francioso Via SansoneOstuni Edicola Via PolaOstuni Edicola Sallustio Via G. Di Vittorio, 49Ostuni Edicola Fusco Piazza Libertà (Zona Palazzetto)Latiano Edicola Piazza Bartolo LongoLatiano Edicola Santoro Via Roma, 17Latiano Edicola Rubino Piazza Umberto ICarovigno Edicola Dealy News Corso Umberto IMesagne Edicola ciribì Via castello 34 Mesagne Edicola Cavaliere Generale Falcone Mesagne Edicola Vitale Via Latiano Mesagne Edit copy Via Marconi Mesagne Edicola Mater Domini Via M.Materdona Mesagne Tecno Copy Via Roma Mesagne La carica dei 101 Via san donaci Mesagne Edicola montanaro Via torre 135 Mesagne Edicola e non solo Via Basilicata Mesagne Pattyidea Via Marconi Mesagne Tabacchi gusmano Via N.Bixio Mesagne Il Quadrifoglio c/o c.c. Auchan Mesagne Box Accoglienza c/o c.c. Auchan

Politica - Risultati elettorali

Attualità - Le dimissioni del Papa

Sport - Spettro depressione

Parole di Donna - Il caso Benetti

Spettacolo - Intervista a Nino Frassica

Rubrica Cine-Script

Sanremo in cifre

Speciale Talenti in Palcoscenico

Libere Rifl essioni

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32

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49

SOMMARIO

Brindisi Edicola chirico Via Sant’ Angelo

Brindisi Edicola Gorgone Viale Aldo moro

Brindisi Edicola Saponaro Corso Roma

Brindisi Salvemini Bastioni Carlo V

Brindisi Edicola Viale del lavoro

Brindisi Mancini Via cappuccini

Brindisi Edicola Scardicchio Piazza sapri

Brindisi Edicola Pinto Via appia

Brindisi Edicola stadio Fanuzzi Zona stadio

Brindisi La tua edicola Via brandi

(zona scuole superiori e università)

Brindisi Libreria Indipendenza Viale Indipendenza

Francavilla Fontana Edicola Della Corte Palazzo Imperiali

Francavilla Fontana Itta Edicola Piazza Umberto I

Francavilla Fontana Edicola Di Maggio Piazza Umberto I

Francavilla Fontana Edicola Carrassi Via Castro

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Ceglie Messapica Editel Via Roma

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Cellino San Marco Edicola Lombardo Via V. Emanuele II, 5

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Anna Saponaro, Antonio Scoditti, Marcella Saponaro, Marco De Vincenti, Ferdinando Sallustio, Valeria Morleo, Manuela D’Amici, Donato Dell’Olio, Antonio Ligorio

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DEMO MAGAZINE | 7

E D I T O R I A L E

Prendiamo spunto dalla televisione per l’editoriale di questo mese. Qualche settimana addietro “Le Iene Show” ha man-dato in onda un drammatico e commovente servizio sul caso

del piccolo Gioele, un bambino affetto dalla SMA1, una malattia neurodegenerativa. Si tratta di atrofi a muscolare spinale che para-lizza tutti i muscoli del corpo. Non si può muovere, non può parlare, non può piangere, non riesce a respirare autonomamente. Non ha mai visto la sua casa. Gioele è in ospedale da quando è nato. Ha compiuto il suo primo anno di vita in ospedale, a Palermo, dove vive perennemente intubato. Immaginate cosa possa signifi care per lui e per la sua famiglia. L’unica speranza per Gioele è legata alle cellule staminali. Argomento particolarmente caro alla nostra reda-zione. La sua famiglia si è rivolta agli Spedali Civili di Brescia dove il dottor Davide Vannoni utilizza la cosiddetta “cura compas-sionevole” legalmente riconosciuta solo nel caso non siano possi-bili altre strade terapeutiche. Una cura che da un lato non è stata suffi cientemente sperimentata, dall’altro nei casi di applicazione ha dato buoni risultati in termini di miglioramento. Nonostante le ripe-tute richieste e un doloroso iter legale, Gioele viene accettato nella struttura di Brescia solo dopo l’intervento de “Le Iene”. Alla base dell’iniziale rifi uto un’inchiesta sulla somministrazione di farmaci pericolosi che porta i Nas a bloccare le cure con le cellule staminali. Ebbene dopo una prima somministrazione i risultati su Gioele sono stati notevoli ed evidenti: è aumentato di peso e riesce a muovere, seppure parzialmente, le braccia e i piedini. Ecco perché ci chie-diamo fi no a che punto la burocrazia può infl uenzare la vita delle persone? Fino a che punto un sistema può decidere per il singolo? La madre di Gioele ha dichiarato “Abbiamo il diritto di decidere della nostra vita”. Un’affermazione rispetto alla quale ognuno di noi ha il dovere di rifl ettere. La speranza di poter dare dignità uma-na a chi soffre, soprattutto nel caso di bambini costretti in un letto di ospedale vale più di qualsiasi protocollo. Ma soprattutto bisogna considerare quanto avviene spesso in ambito sanitario. Si parla in numerose occasioni di malasanità. Ci aspetteremmo che almeno nei casi di buona sanità lo Stato e chi di competenza si impegnasse in un progetto serio e concreto di supporto e sostegno. Nel frattempo il nostro sincero augurio è che Gioele possa stare meglio, che possa andare nella sua casa e vedere il mondo con i suoi colori. Vorremmo che potesse respirare bene da solo e regalare così un sorriso alla sua coraggiosa mamma.

di Anna Saponaro

SS. 7 Appia, Zona P.I.P. • 72023 Mesagne (Br)Telefono 0831.717111

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DEMO MAGAZINE | 9

ELEZIONI 2013

IL BOOM E I RIFLESSIGOVERNATIVI

di Anna Saponaro

Se non fosse che di mezzo c’è il destino dell’Italia, l’i-ronia sarebbe un gustoso approccio interpretativo per le scorse elezioni politiche. Il presidente della Repub-

blica Giorgio Napolitano, in occasione della tornata eletto-rale amministrativa del 2012, aveva dichiarato a proposito dei risultati di Grillo “Boom? Io ricordo solo quello degli anni 60”. Immaginiamo che a questo punto il boom si sia sentito in tutta la sua potenza non solo dalle parti del Quiri-nale ma in tutta Italia. Uno tsunami per davvero, dalle pro-porzioni probabilmente inimmaginabili alla vigilia del voto. Lo aveva detto l’ex comico alle platee riunitesi nelle diver-se piazze italiane riferendosi ai partiti “Arrendetevi, siete circondati dal popolo italiano”. Alla Camera il 25,55%. Al Senato il 23,79 %. Cosa signifi cano queste cifre? Lontani dal voler fare i politologi della situazione una considera-zione è certa: il tanto dibattuto sentimento dell’antipolitica

(al quale abbiamo fatto riferimento nello scorso numero di Demo Magazine, prima delle elezioni) ha prodotto i suoi effetti. Che alla base del successo del Movimento 5 Stelle ci sia una proposta politica immediatamente spendibile o meno, la verità è che il dissenso si è manifestato in tutta la sua drammaticità. I partiti tradizionali, il classico modo di fare politica ed evidentemente di governare, hanno almeno in parte fallito. La fi ducia in un sistema che si è consolidato (o sgretolato) negli anni è inesorabilmente venuta meno. Gli italiani (una parte consistente degli italiani) hanno sonora-mente snobbato i due poli ed hanno preferito unirsi al coro dei grillini. Il risultato è un triste leccarsi le ferite da parte dei cosiddetti “big”. Perché se di vittoria si può parlare, non si tratta certamente di una vittoria piena. Tanto che all’in-domani del voto i giornali italiani e quelli stranieri hanno utilizzato in maniera trasversale la parola “ingovernabilità”.

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Una bella grana adesso per Pierluigi Bersani che dovrà far quadrare conti che proprio non tornano. Ferrea la sua volon-tà di proseguire. “Chiamatelo come volete: governo di mi-noranza, governo di scopo, non mi interessa. Lo proporrò in direzione e poi al capo dello stato. Io lo chiamo un governo del cambiamento, che mi assumo la responsabilità di guida-re, che propone sette o otto punti qualifi canti e che chiede in Parlamento la fi ducia a chi ci sta.” Ha inoltre dichiarato il secco no al “governissimo” con Berlusconi ed ha aperto alle ipotesi di offrire le alte cariche dello stato a Movimento 5 Stelle e PDL. Fin qui il piano nazionale che ovviamente apre scenari di diffi cile gestione. Perché se in molti davano per spacciato anche lo stesso Berlusconi la verità delle urne ha restituito un responso completamente diverso. Una rimonta che dimostra quanto il Cavaliere non sia un personaggio da sottovalutare. E gli effetti di questa “eroica cavalcata” si sono fatti sentire a livello locale. Eccome! Tanto che addirittura i rappresentanti politici del brindisino non credevano alle pro-prie orecchie nel seguire lo scrutinio. La provincia di Brindisi, come è noto, stacca il biglietto per Roma a sei parlamentari: Nicola Latorre, Salvatore Tomaselli, Elisa Mariano per il PD, Tony Matarrelli per SEL, Vittorio Zizza e Pietro Iurlaro per il PDL. Nessuno originario della città capoluogo. E anche su quest’ultimo punto a suo tempo si aprì un acceso dibattito. Il dato mesagnese è particolarmente signifi cativo. L’analisi relativa ai singoli partiti sorprende (o forse no): il PDL ha ot-tenuto per la Camera 3871 voti, per il Senato 3684 voti. Il PD per la Camera si è attestato sui 2963 voti, per il Senato sui

3177 voti. Sel alla Camera ottiene 3411 preferenze e al Sena-to 2576. Il Movimento 5 Stelle ottiene 3028 voti e al Senato 2678. Nessuno dei candidati mesagnesi era in posizione utile in lista fatta eccezione per Tony Matarrelli. Il bottino di voti di SEL a Mesagne è tutto suo. Non c’è molto da dire rispetto a questo dato. L’aspetto interessante riguarda il piazzamento del PD che, sul piano amministrativo, esprime il Sindaco, due assessori e il Presidente del Consiglio Comunale. E nonostan-te i due anni di governo la forza del Partito Democratico si è assolutamente affi evolita. Conseguenza? Una guerra aperta in partito tra diverse posizioni, le dimissioni dell’assessore Vincenzo Montanaro (per la verità presentate al protocollo riservato del Comune ben prima delle elezioni), le dimissioni di un consigliere comunale del PD. Insomma una debacle che fa parlare a giorni alterni di dimissioni del sindaco, di verifi ca, di analisi condivisa del futuro. Al contrario i sostenitori del PDL hanno esultato di una gioia inaspettata. Ma a ben guar-dare il risultato porta unicamente il viso di Silvio Berlusconi. Il Movimento 5 Stelle a Mesagne non fa niente di meno e niente di più di quanto fatto nel resto di Italia: il boom! Chi sono i rappresentanti di questo partito a livello locale, a livello regionale, a livello nazionale? Siamo certi che si faranno sen-tire nelle prossime ore. Nel frattempo in TV continuiamo a vedere solo il volto di Beppe Grillo. Continua intanto il pelle-grinaggio al cimitero (metaforico s’intende!) degli esclusi, dei nomi eccellenti che non compaiono più da nessuna parte. Su tutti Gianfranco Fini. Un fi ore sulla sua “tomba politica” non guasta. Hai visto mai che riesca a risorgere al prossimo giro?

CAMERA DEI DEPUTATI SENATO DELLA REPUBBLICA

340113

116

5418

124

10845

Grillo Grillo

Monti Monti

Altri Altri

Berlusconi Berlusconi

Bersani Bersani

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La contemporaneità sta mettendo gli italiani e il mondo intero di fronte a situazioni diffi cili e per

certi versi impegnative sul piano umano e personale. Dalla crisi economica alle scelte di carattere politico, dal susse-guirsi di gravissimi fatti di cronaca alla mancanza di riferimenti. L’ultima no-tizia con la quale il mondo si è dovuto confrontare con sofferenza ha riguarda-to la rinuncia al ministero di Vescovo di Roma da parte di Benedetto XVI. In pochi secondi il lancio delle agenzie di stampa ha monopolizzato l’attenzione internazionale. In poche ore speciali televisivi e ipotesi sulle motivazio-ni profonde della decisione del Santo Padre. Mentre andiamo in stampa si consumano gli ultimi giorni di Ratzin-ger da Pontefi ce. Nella nostra mente le immagini della visita a Brindisi, sulla quale siamo tornati proprio nello scorso numero con l’intervista a Mons. Rocco Talucci. Nella nostra mente anche il pri-mo tweet del Papa il 12 dicembre 2012. Nella nostra mente le immagini dell’an-nuncio delle dimissioni. Sconcertante quanto profondamente umano. Ebbene di fronte a questo accadimento ci sem-bra opportuno riportare integralmente le parole del nuovo Arcivescovo della Diocesi di Brindisi-Ostuni Sua Eccel-lenza Mons. Domenico Caliandro. Un modo per Demo Magazine di testimo-niare l’attenzione ai contenuti di carat-tere religioso ma anche l’occasione per

ospitare Mons. Caliandro sulle nostre pagine, in una sorta di ideale passaggio di consegne.

Di seguito il messaggio che Mons. Ca-liandro ha affi dato alla stampa per rifl et-tere sulla decisione di Benedetto XVI. «La notizia della rinuncia al ministero petrino da parte di Papa Benedetto XVI suscita in me sentimenti che, immagino siano gli stessi di tanti cristiani sparsi nel mondo. Se da un lato ci sentiamo quasi smarriti di fronte ad una decisio-ne tanto importante quanto inaspettata, dall’altro non possiamo far altro che esprimere la nostra gratitudine al Si-gnore per averci donato un Pontefi ce che con docile fermezza e con grande competenza, instancabilmente, ha an-nunciato il Vangelo di Gesù in un mo-mento storico diffi cile e, per certi versi ostile. Benedetto XVI, pur con i limiti,

mai sottaciuti dallo stesso, legati all’età e alla salute malferma, è stato un servi-tore della Chiesa, fedele, coraggioso e intransigente. Desidero sottolineare la grande umiltà e dignità del gesto e an-che delle parole pronunciate dal Papa. Pur comprendendo lo smarrimento di tanti fedeli, invito ciascuno a considera-re con il massimo rispetto la volontà di Benedetto XVI, segno del grande amo-re di quest’uomo per la sua Chiesa. In questo momento mi piace ricordare uno dei miei ultimi incontri personali con Benedetto XVI, legati, particolarmente, alla visita ad limina compiuta nel 2007 quando ero Vescovo di Nardò-Gallipoli. Di quell’incontro riservato tra me e il Papa, conservo il ricordo di un uomo attento e partecipe delle situazioni che gli prospettavo, ma soprattutto l’inco-raggiamento a proseguire sulla strada intrapresa, in particolar modo circa la formazione dei giovani sacerdoti e i percorsi vocazionali. Desidero ricorda-re, inoltre, che la mia recente nomina ad Arcivescovo di Brindisi-Ostuni, Chiesa che il Pontefi ce ha visitato il 14 e 15 giugno 2008, è stata voluta proprio da Benedetto XVI a cui rinnovo il rispetto fi liale e la mia sincera gratitudine. Infi -ne, invito i singoli e l’intera comunità diocesana a pregare per la Chiesa e per il Papa Benedetto XVI e ad invocare il dono dello Spirito Santo affi nché doni sempre servitori fedeli e annunciatori appassionati del Vangelo».

MONS. DOMENICO CALIANDRO SULLE DIMISSIONI DEL PAPA

di Manuela D'Amici

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Negli ultimi tempi, vista anche la situazione generale in cui versa l’Italia, le società partecipate rappresen-tano una preoccupazione non indifferente. Molte di

queste sono controllate da Enti Pubblici e stanno vivendo una profonda crisi economica, arrivando anche a epiloghi fallimentari. Tra le più note società partecipate c’è la Santa Teresa S.p.A., realtà multi servizi di proprietà 100% della Provincia di Brindisi. Gestisce in house alcune attività stru-mentali dell’Ente. Recentemente il direttore della Santa Te-resa, dottor Riccardo Montingelli, si è espresso sulla situa-zione economica della società dichiarando che “a partire dal 2006, primo anno di attività della società, sono stati ottenuti brillanti risultati economici così come si evince dai bilan-ci societari. Ho gestito la società con criteri imprenditoriali frutto di oltre 45 anni di esperienza maturata nelle attività di servizi, sia nel settore privato che in quello pubblico. Ri-guardo la Santa Teresa un oculato controllo di gestione e i criteri di trasparenza adottati hanno prodotto i risultati da tutti riconosciuti.” Montingelli ha fatto riferimento alla ri-gida applicazione delle procedure che la legge impone per la gestione delle società a capitale pubblico. “Alla base “ ha dichiarato “è fondamentale la totale trasparenza dei contratti di affi damento da parte dell’Ente ed il rispetto integrale dei piani economico-fi nanziari allegati ai contratti stessi. Infi ne, di particolare rilevanza, è l’adozione di un modello organiz-zativo così come previsto dal D.Lgs. 231/2001”. Si tratta di un strumento organizzativo e gestionale fi nalizzato alla costruzione di un sistema organico di procedure e attività

di controllo, per verifi care la piena osservanza dei contratti di affi damento e con l’obiettivo di regolarizzare le attività a rischio di reato, quali ad esempio: procedura acquisti e forni-ture, assunzione personale, affi damento incarichi professio-nali, sicurezza sul lavoro, ecc. Montigelli ha parlato anche e soprattutto delle assunzioni di personale e alla domanda sui vincoli e sui regolamenti che una società a capitale pub-blico deve rispettare, ha risposto “Riguardo alle assunzioni bisogna obbligatoriamente attenersi alle disposizioni che la norma impone circa la trasparenza, la pubblicità e l’impar-zialità. In sostanza dopo aver verifi cato la reale necessità di personale per gestire i servizi affi dati dall’Ente, predisposto e approvato un dettagliato piano economico-fi nanziario per la copertura dei costi, bisogna bandire un concorso ad evidenza pubblica che garantisca pari opportunità a tutti i partecipanti. Procedura altrettanto infl essibile è quella per la fornitura di beni e servizi conforme al dettato del codice degli appalti. Naturalmente il modello organizzativo prevede un control-lo esercitato da un preposto Organismo di vigilanza. Inoltre esiste, per legge, un controllo da parte dell’Ente proprietario che sulle società partecipate esercita il cosiddetto “controllo analogo”, ovverosia un controllo simile a quello che ogni amministrazione locale esercita sui propri servizi.” Insomma una gestione oculata, che se applicata seguendo scrupolosa-mente le procedure di legge, può evitare situazioni di criti-cità economica e fi nanziaria. Situazioni che purtroppo però sembrano essere dietro l’angolo nel brindisino, con evidenti e drammatiche ricadute sul piano occupazionale.

IL DESTINO DELLE SOCIETÀPARTECIPATE

PARLA RICCARDO MONTINGELLIdi Valeria Morleo

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Era fi no a poco tempo fa un male oscuro, considerato da tempo una condizione dege-

nerativa del sistema nervoso. Adesso ha un nome: depressione. E' un male democratico, può colpire tutti: dai più poveri ai più ricchi, da chi ha tutto a chi non ha nulla. Tra le sue vittime preferite ci sono fi gure dello star sy-stem come ad esempio i calciatori. Sì i calciatori, visti quasi come uomini instancabili ma con equilibri di vita facilmente intaccabili. Ricchi, viziati, fragili e facili prede della depressione possono passare dalla fama mondiale alla normalità in poco tempo. Il calcio è un " micromondo " dove il caso è l'incognita x che regna incontrastata: puoi essere fortunato e fare un' ottima carriera oppure le cattive abitudini, le amicizie sbagliate, qualche grave in-fortunio possono far sprofondare an-che un calciatore modello nel buio più totale. La depressione è diventata un fenomeno piuttosto diffuso e il mondo del calcio ha cominciato a farci i conti, tra suicidi, alcolismo e uso di droghe. In un ambiente "maschio" però si fa fa-tica ancora a parlare di situazioni deli-cate come la depressione o addirittura

è considerato un tabu fare coming out. Il calcio è maggiormente minacciato rispetto ad altre discipline perché la vi-sibilità aumenta il fattore di rischio. C'è da distinguere però due categorie ben diverse di calciatori: il campione cioè il fenomeno costruito con l'applicazio-ne e con duri allenamenti, che porta avanti la sua carriera con uno stile di vita quasi perfetto è meno a rischio della seconda fi gura, quella del calcia-tore "fuoriclasse" che senza dubbio è la più fragile. Il fuoriclasse primeggia col talento e magari oltre al calcio non ha nulla con cui confrontarsi. Proprio per questo tende a identifi carsi totalmente con la sua fi gura pubblica dimentican-do che esiste anche una dimensione al di fuori del calcio, perdendo contatto con la realtà. La depressione può col-pire calciatori ancora con una lunga carriera davanti a loro o, come nella maggior parte dei casi, calciatori post carriera. Prendiamo il caso del portiere dell' Hannover e della nazionale tede-sca Robert Enke che ha conosciuto il problema proprio quando era all'apice della carriera. Domenica 8 Novembre 2009 va in campo contro l'Amburgo e il lunedì con la squadra corre e svolge

normalmente l'allenamento defatican-te; martedì però decide di correre con-tro un treno in corsa. Nessuno sapeva che era depresso dal 2003 e che aveva paura di perdere la fi glia adottiva se si fosse saputo della sua malattia. C’è chi, tolti gli scarpini, una mattina si alza e non sa più cosa fare e come riempiere le proprie giornate. "Ti senti svuotato, guardi il tuo viso allo specchio e i tuoi occhi non trasmettono nulla". Sono le parole di Matias Almeyda ex centro-campista di Lazio, Parma e Inter che iniziò a prendere ansiolitici e anti de-pressivi perché ritratto dalla fi glia di 5 anni come un leone stanco. Il primo approccio nella cura della depressione è l'ammissione del problema, il secon-do di sicuro è quello di accettare ogni tipo di aiuto e aprirsi alla gente. Voglia-mo lasciarvi alle vostre rifl essioni con l'immagine più bella di chi ha superato il problema: è proprio il caso di Matias Almeyda che rifi utò ogni tipo di aiuto di psicologi e si "affi dò alle cure" di sua fi glia, una bambina che lo pre-se per mano portandolo via da quella stanza nera e buia. Riportò suo padre in campo a combattere con i suoi com-pagni.

LA DEPRESSIONELa malattia del secolo nel calcio

di Antonio Scoditti

Robert Enke

24 agosto 1977 - 10 novembre 2009

è stato un calciatore tedesco,

di ruolo portiere.

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Dott.ssa Marcella SaponaroGINECOLOGA, MEDICO PSICOSOMATICO, FLORITERAPEUTA ED AGOPUNTORE

La strada racconta di noi e di in-fi nite piccole opportunità. Un sogno? Forse, o forse no. Ma fa

bene al cuore. Si cammina anche per in-contrarsi, per andare verso l’altro da sé, accettando così il rischio. Quale? Beh, quello di perdersi. Di perdere sicurezza e riferimenti, di dover comunque andare avanti. Ma del resto, se non ci fossimo persi almeno una volta, non ci saremmo mai ritrovati… Camminare è davvero un’arte e non fa bene solo allo spirito. Il sistema cardiocircolatorio e quello metabolico si attivano enormemente ma senza sforzi, migliorano il funzio-namento dell’insulina e il controllo gli-cemico, il peso si normalizza, i muscoli si tonifi cano e il sistema respiratorio si rafforza. E’ incredibile quanti vantaggi e quanto benessere possano nascere da questa semplice attività! Gli scienziati dicono che camminare (con tono soste-nuto ma senza correre) almeno un’ora

al giorno è un ottimo preventivo per l’i-pertensione, il diabete, la depressione, le malattie metaboliche, le iperlipidemie, l’obesità. Anche i neuro ormoni ne ri-sentono benefi camente, con una norma-lizzazione della serotonina e della nora-drenalina. E che dire dei disturbi venosi e linfatici degli arti inferiori, che affl ig-gono una grande quantità di donne? Il movimento continuo dei passi produce un pompaggio benefi co sul refl usso ve-noso, combattendo edemi e gonfi ori alle caviglie. Anche il “contatto con la terra” (o grounding) migliora, favorendo quel radicamento che è così importante per le donne. Per favorire un buon cammino è fondamentale l’orientamento spaziale con cui lo si fa: per questo consiglio a tutte le donne i rimedi nutri: Lifase, Profase, 33, 34, 28. Una compressina di ciascuno da masticare in successione mattina e sera. In questo modo i passi verranno fatti nel modo migliore, inne-

scando una catena positiva di eventi ed effetti benefi ci. Tutti i massaggi che pre-diligono i piedi sono una sinergia fanta-stica per l’arte del camminare: mi riferi-sco alla Rifl essologia plantare ma anche al Rolfi ng che, oltre a trattare la postura nella sua totalità, dà una grandissima importanza all’appoggio del piede. Lo stesso vale per l’osteopatia, che armo-nizzando la colonna, predispone a una camminata non condizionata da dolori e contratture. Noto da tempo un numero sempre maggiore di camminatori, in cit-tà, nei parchi… un’attività che prima era di pertinenza quasi solo maschile, si sta diffondendo molto nel mondo femmi-nile. A gruppi, camminando all’alba o nel tardo pomeriggio… E’ meraviglioso vedere come con un semplice atto ci si appropri del proprio benessere facendo prevenzione attiva! Una prevenzione fatta non solo di esami e test ma di un semplice gesto d’ amore per sé…

CAMMINAREL'arte del

Basta“Non è solo la piacevolezza di certi luoghi, la curiosità del nuovo. Non è solo il sapere di avere una meta e volerla rag-giungere ma è la saggezza risanatrice dei passi, la cura della strada. Un’alba dopo l’altra che ha l’unica veste dell’andare. Solitario di pensieri o condiviso di parole, nell’azzurro delle ortensie come nel grigio cemento. Nei paesaggi mesti e dimessi, senza l’impertinente pretesa della bellezza dovuta a chi passa.” (camminatori di Walden)

La dottoressa Saponaro è a vostra disposizione per rispondere a domande specifi che che riguardano la sua rubrica. È possibile contattarla all’indirizzo:[email protected]

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DEMO MAGAZINE | 23

La scoperta di Roberta Benetti

Il suo merito è quello di essere riuscita a individuare le mo-lecole capaci di bloccare la riproduzione di cellule tumorali, aggredendo solo le cellule malate. E così in futuro si potrebbe curare il tumore senza ricorrere a cure come la chemioterapia o la radioterapia. Lo studio è stato condotto, nel corso degli ultimi anni, presso l’Università di Udine con un’equipe spe-cializzata composta da Michele Scarola, Stefan Schoeftner e Claudio Schneider ed è stato possibile anche grazie al con-tributo dell’AIRC, Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro. Nello specifi co si è scoperto che le molecole miR-335, prodotte dal nostro stesso organismo, aggrediscono esclusivamente le cellule malate senza danni o effetti colla-terali per le cellule sane. Pensate che questa scoperta è stata fatta nel 2010 ma in effetti se n’è sentito parlare pochissimo. Su questa “mancanza di comunicazione” si è espresso, con toni particolarmente duri, il dottor Giulio Bernardoni, der-matologo di Mantova. Ha attaccato la stampa e la televisione colpevoli di non aver parlato di questa scoperta che defi nisce da Premio Nobel. Ma ci va pesante anche con le case farma-ceutiche che nel giro di due anni avrebbero dovuto, afferma, mettere a punto il relativo farmaco con brevetto. Cosa che però non sarebbe accaduta nel silenzio generale. Punta il dito sulle lobby che farebbero guadagni incredibili attraverso la chemioterapia. Infi ne la preghiera nei confronti dei giorna-li: “Pubblicate in prima pagina articoli che parlino di questo studio”. Ebbene Demo Magazine ha scelto di pubblicare que-sta notizia su una delle nostre rubriche più seguite. “Parole

di donna” si confi gura come piacevole spazio di lettura ma anche e soprattutto come luogo cartaceo titolato a sensibi-lizzare su temi che riguardano l’universo femminile. Parlare della dottoressa Benetti signifi ca, a questo punto, parlare di una scoperta scientifi ca sensazionale che nel tempo potrebbe cambiare la vita di tutti. Signifi ca mostrare il meglio dell’Ita-lia. Signifi ca mostrare il meglio delle donne. Le sue “Parole di donna” sono quelle della ricerca scientifi ca, sono le parole dello studio, delle competenze acquisite negli anni, quelle del sacrifi cio di ore trascorse probabilmente sui libri e in labora-torio. Una speranza ma anche un esempio per giovani studen-tesse. Questa donna ha dimostrato che ciò che sembrava im-possibile, domani potrebbe diventare realtà. Perdonateci ma “gongoliamo” davvero all’idea che questa scoperta sia stata fatta da una donna. Così come ci prendiamo una sacrosanta rivincita di fronte a chi immagina che il “mondo in rosa” sia solo quello di improbabili attricette senza arte né parte. L’Ita-lia, attraverso la Benetti, ha ottenuto gli onori della cronaca internazionale attraverso i social network che hanno fatto gi-rare la notizia, condividendo il meglio. E pensate che l’umiltà sembra essere una caratteristica della dottoressa italiana che su un sito di comunicazione ha dichiarato “Vogliamo dare speranza alla gente e per questo le forze di tutti noi ricercatori, di cui la mia è parte milionesima, sono sempre unite e stimo-late, ma vogliamo evitare false illusioni”. Continua dunque il suo percorso di ricerca e approfondimento della scoperta. Buon lavoro Dottoressa Benetti. Buon lavoro davvero.

Lei si chiama Roberta Benetti. Un nome che a primo impatto non dice niente ma che potrebbe cambiare le sorti del mondo

sul piano della salute. Si tratta della ricercatrice italiana, trentasettenne originaria di Monfalcone, che ha portato a termine una scoperta scientifi ca legata al blocco della proliferazione delle cellule tumorali. Lo studio realizzato è stato pubblicato su una delle riviste internazionali più importanti e prestigiose al mondo: Cancer Research dell’A-merican Association for Cancer Research.

Ricercatrice italiana trovaun’alternativa alla chemioterapia

di Anna Saponaro

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DEMO MAGAZINE | 27

NINO FRASSICA E IL SUO “TAGLIO NETTO”

L’associazione “Cabiria” di Mesagne mette a segno un al-tro colpo e porta nella provin-

cia di Brindisi l’attore siciliano Nino Frassica per l’incontro con i “Cine-cronici”. Abituati a vederlo sempre scherzare, questa volta interpreta un ruolo molto particolare. Frassica ha alle spalle una lunghissima car-riera iniziata grazie all’incontro con Renzo Arbore. In molti ricorderan-no le trasmissioni “Indietro tutta!” e “Quelli della notte”: esilaranti pagi-ne della televisione italiana. Con lui abbiamo parlato proprio della TV di oggi a confronto con il passato, del territorio brindisino e di questo suo ultimo fi lm. “Taglio netto”: un fi lm interamen-te girato in provincia di Brindisi. Una pellicola che la vede nei panni di un commissario che indaga su una storia molto particolare con ri-fl essi di carattere psicologico. Sì, questo è un ruolo che apparente-mente potrebbe sembrare simile ad altri che ho già interpretato ma in realtà è totalmente diverso perché il Commissario ha il suo bel tempera-mento, è duro, è uno pratico, concre-to. Un’interpretazione drammatica con un fi lo di ironia ma senza follia. Non arriva alla commedia. Mi man-tengo sul dramma perché il fi lm è horror.

Lei è nato in Sicilia. Un uomo del Sud! Il suo rapporto con la terra brindisina. C’è un bel clima. Tutti vogliamo la stessa cosa, vogliamo fare bene la stessa cosa. Quindi siamo avvantag-giati. Tutti quelli che ho conosciuto, che hanno lavorato con noi durante le riprese sono davvero in gamba. Sul set c’era una bella atmosfera. Magari si potesse ripetere.Cinema, teatro, televisione. Qual è il contesto che preferisce?Tutto, tutto. Come quando vado al ri-storante e mi chiedono cosa voglio: primo, secondo, frutta. Mi faccio portare tutto e mangio tutto. E così ognuno dei tre generi artistici ha il suo fascino. Nel teatro c’è il piace-re di mettere a fuoco sera dopo sera, di limare un personaggio. Al cine-ma invece c’è la concentrazione, l’adrenalina di quella mattina in cui giri: consegni per sempre una scena perché non puoi rifarla. La macchi-na da presa riprende quello che stai pensando a differenza del teatro che ti permette di cambiare laddove non sei soddisfatto. È un quadro che non consegni mai. Una volta ho fatto una rappresentazione teatrale con 208 re-pliche durante le quali lo spettacolo è diventato 45 minuti più lungo perché ogni giorno aggiungevo qualcosa.

Facciamo un passo indietro per collegarci al presente. Lei ha scrit-to dei libri. Tra questi “Il manova-le del bravo presentatore”. Qual’è oggi lo stato di salute dei presenta-tori televisivi italiani?È cambiato! È cambiato il varietà. Ormai oggi varietà è anche rappre-sentato da programmi come “Le Iene”, “Striscia la notizia” . Non è più come una volta: lo spettacolo con il sipario che si apriva ed uscivano la ballerina, il comico, il cantante, il presentatore. Oggi lo spettacolo è di-ventato un momento di attualità con il talkshow. Il contesto si è allargato e quindi il presentatore non può es-sere più quello che diceva “Signori e signori buonasera”. Adesso è un protagonista dello spettacolo stesso. È più diffi cile farlo ora, nonostante sembri che quelli di una volta fossero più bravi. Non è sempre detto. E non è sempre detto che anche la televisio-ne di una volta fosse la migliore. Non lo so.

di Manuela D’Amici

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Il tempo a volte è tiranno. Altre volte, invece, rappresenta la testi-monianza di quanto un progetto

possa essere stato solido e di qualità. È il caso del percorso della Compagnia Stabile “Amici del teatro” di Brindisi guidata dalla direttrice artistica Jenny Ribezzo e che quest’anno festeggia i venti anni di attività. Un traguardo storico alla faccia della crisi che atta-naglia anche il mondo della cultura. Una realtà nata nel 1992 e che oggi conta una serie di incredibili successi teatrali e, soprattutto, un’esperienza invidia-bile. Nei primi anni le produzioni della Compagnia hanno riguardato esclusi-vamente il teatro vernacolare. Nel 1995 arriva la svolta con il passaggio ad un teatro più impegnato attraverso il dramma di Verga “Cavalleria Rusticana” e “Cose turche” di Fayad. La chicca è stata rappresentata anche dal fatto che il gruppo si è voluto cimentare con le opere musicali. Avventura non semplice visto che si tratta di opere per le quali c’è bisogno di capacità artistiche molto più complesse. Poi è stata la volta del teatro napoletano. “Filumena Martu-rano” è stato uno degli ultimi grandi successi, assolutamente meritato visto lo studio (non semplice) della lingua partenopea. Insomma una strada per-corsa con passione, costanza, coraggio ma anche preparazione, competenza e adesione al bisogno teatrale del territorio. Perché questa compagnia ha fatto dell’attività amatoriale un motivo di crescita. Il gruppo ha puntato, da sempre, alla professionalizzazione. Quindici produzioni in repertorio e circa 250 rap-presentazioni in provincia di Brindisi come nel resto d’Italia. “Li niputi ti lu sinducu”, “Li femmini ‘cce schattacori”, “Un trapezio per Lisistrata”, “Giove in doppio petto”, “Aggiungi un posto a tavola”, “A cosa servono gli uomini”: sono solo alcune delle opere portate sul palcoscenico in questi venti anni. Il 9 marzo festeggiamenti in grande stile nel Nuovo Teatro “Giuseppe Verdi” di Brindisi. Una festa del teatro con istituzioni, gruppi teatrali, pubblico. Una sor-ta di premio per la tenacia che ha contraddistinto l’attività della Compagnia. Sempre il 9 marzo la rappresentazione della commedia musicale “A cosa ser-vono gli uomini”. Auguri dunque a tutto il gruppo che ha saputo interpretare diverse opere restando sempre fedele alla umile passione per il Teatro.

I VENTI ANNI DELLA COMPAGNIA “AMICI DEL TEATRO”

di Redazione

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SANREMO 2013CO

MPENSO PER 5 GIORNI600

MILAEURO

310MILAEURO

220MILAEURO

CO

MPENSO PER 5 GIORNI350

MILAEURO

COMPENSO ANNUOCOMPENSO ANNUO

Siamo alle solite. La consueta pubblicità insipida, tra l’altro di produzione estera e pagata fi or di quattrini ci ha annunciato per mesi che, come ogni anno era in

scadenza il pagamento del Canone RAI, l’abbonamento al “servizio pubblico radiotelevisivo”. In altre parole il servizio di cui la RAI è concessionaria esclusiva in Italia. Ma per cosa paghiamo noi cittadini questa tassa, defi nita tra le più odiate dal popolo italiano? Innanzitutto partiamo da una semplice domanda: che cosa si intende nello specifi co per Servizio Pubblico? Per Servizio Pubblico Radiotelevisivo si intende un servizio di trasmissioni televisive che garantisce impar-zialità, approfondimenti culturali e sempre “formalmente” gli organi preposti a vigilare hanno a disposizione poteri e stru-menti sanzionatori adeguati. Solo formalmente, perché in ve-rità la qualità del servizio offerto è unanimemente considerata discutibile. Inoltre la Rai, contro ogni tipo di accordo naziona-le, continua a tenere all’oscuro i cittadini non pubblicando le cifre uffi ciali dei cachet milionari di chi dovrebbe garantire il “servizio pubblico”. La Rai, intendiamoci, considera servizio pubblico programmi come “Il Commissario Montalbano”, “Un Medico in Famiglia”, “Ho sposato uno sbirro 2”, “Una voce per padre Pio”, “Il Commissario Rex” e “Un posto al Sole”. Una lista di programmi televisivi che potremmo con-siderare tutto tranne che di servizio pubblico. Consegniamo, infi ne, alle vostre opinioni (per ultimo perché ha bisogno di considerazioni più ampie) il “servizio pubblico” del Festival di Sanremo. Al di là del fatto che possa piacere o meno, pun-tualmente ogni anno, ma in particolar modo nel 2013 con una crisi economica di dimensioni preoccupanti, continuiamo a chiederci perché si debbano spendere in così malo modo sol-di pubblici che potrebbero essere utilizzati per fi ni ben più importanti. L’obiettivo per Sanremo era quello di fare i conti con l’implacabile “spending review“, con un budget inferiore rispetto a quello degli anni precedenti.

Qualche taglio, dunque, ma i compensi dei principali prota-gonisti dello show sono stati comunque da capogiro in rap-porto ai tempi duri di oggi. Il conduttore del Festival, Fabio Fazio, ha percepito un cachet di circa 600mila euro ai quali si aggiungono gli introiti degli sponsor. Luciana Littizzetto, avrebbe invece guadagnato una cifra attorno ai 350mila euro più gli introiti degli sponsor. Non ci sembra possibile che per soli 5 giorni di apparizioni televisive, con un audience attesta-ta sui 10 milioni di spettatori, gente come la Littizzetto deb-ba guadagnare addirittura più del presidente degli Stati Uniti d’America, che per un intero anno di lavoro guadagna invece circa 310mila euro dovendo però gestire una popolazione di 300milioni di abitanti.Possibile che Angela Merkel guadagni 220mila euro annui, cioè quello che guadagna in soli 2 mesi in RAI Bruno Vespa?Un miliardo e 700milioni annui di canone e 943milioni di in-troiti pubblicitari a cosa servono quindi? Servono a continua-re a pagare quello che non vorremo vedere, a pagare chi si fa tatuare proprio una farfalla prima di apparire in tv, ovvero il simbolo della Rai. Mettiamoci una scatola nera al posto della TV così almeno potremmo vedere senza pagare il Canone, quello che continuiamo a vedere oggi: cioè nulla!

RAI (DIS)SERVIZIO PUBBLICO

di Antonio Scoditti

220MILAEURO

COMPENSO 2 MESI

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X Edizione

SSi è conclusa la decima edizione dello Stage e Concor-so Internazionale di Danza Classica e Moderna Talen-ti in Palcoscenico, svoltosi dal 9 al 13 Febbraio 2013

presso la Tenuta Moreno di Mesagne (Br) e il Nuovo Teatro Verdi di Brindisi: un traguardo eccezionale che rende merito al territorio più laborioso, culturalmente vivace e pronto a dare il suo contributo di crescita economica attraverso una decisa politica di incoming che questo evento garantisce. Nel corso delle prime nove edizioni è stato un crescendo di con-sensi, talmente importanti da rendere Talenti in Palcoscenico uno degli eventi di Danza più rilevanti in Italia.

Questo risultato non è il frutto del caso ma di

una programmazione at-tenta e lungimirante che ha consentito di ospitare alcuni tra i più importanti Direttori di Scuole e Com-pagnie del mondo: per la Danza Classica anzitutto Presidente di Giuria del Concorso è il Maestro Fre-deric OLIVIERI (Direttore Scuola di Ballo Teatro alla Scala di Milano), Victor ULLATE (Direttore Corpo di Ballo Teatro di Madrid), Jan BROECKX (Direttore Accademia Monaco di Ba-viera), Alan DANIELSON (Direttore Limon Dance School of New York).

di Valeria Morleo

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L’evento non rappresenta solo un imperdibile momento di spettacolo e cultura ma è anche una concreta opportunità di sbocco artistico per tantissimi giovani talenti. Infatti nel cor-so degli anni sono state messe in palio, oltre che un corposo montepremi in denaro, alcune Borse di Studio e veri e propri contratti di lavoro presso varie realtà: Corpo di Ballo Teatro alla Scala di Milano, Semper Oper Ballet di Dresda, Victor Ullate Escuela di Madrid, Limon Dance Company di New York, Alvin Alley School di New York, Evolution Dance Theatre, ecc. Talenti in Palcoscenico non è solo Arte, Cultura e Spettacolo ma è anche Economia e Turismo: infatti men-tre tutti parlano di come destagionalizzare, questo specifi co evento lo fa in maniera concreta. I circa 500 partecipanti del-lo Stage e Concorso provengono, oltre che da tutta la Puglia, anche da Milano, Trieste, Castelfranco Veneto, Bologna, Val di Susa, Catanzaro Lido, Palermo, Napoli e quest’anno an-che da Belgrado. Attraverso questo considerevole fl usso di-verse strutture recettive del nostro territorio (Tenuta Moreno, Palazzo Virgilio, molti B&B, ecc.) registrano, in un periodo di quasi totale assenza di lavoro, entrate che garantiscono occupazione e ricchezza. Grazie alla sensibilità e all’inte-ressamento del Sindaco di Brindisi Mimmo Consales e in particolare del Presidente del Consiglio Comunale Luciano Loiacono, fi nalmente Talenti in Palcoscenico è approdato in una location degna dello spessore culturale e artistico dell’e-vento: lo splendido Nuovo Teatro Verdi di Brindisi. Dopo 9 anni in cui è stato relegato in Cine Teatri vecchi e obsoleti si è riusciti ad attrarre l’attenzione di alcuni Amministratori locali della Città di Brindisi che hanno posto fi ne ad una ver-gogna per tutto il nostro territorio. Durante le due serate fi -nali il Nuovo Teatro Verdi ha fatto registrare il tutto esaurito e il pubblico presente ha apprezzato l’altissimo livello della Danza proposta. Inoltre, durante la serata fi nale il Presiden-te Luciano Loiacono ha voluto premiare il Maestro Frederic Olivieri con una targa ricordo e con due bottiglie del vino 72100: Loiacono ha ringraziato il Maestro Olivieri per la sua presenza, per il suo prezioso contributo al nostro territorio in questi 10 anni scusandosi a nome delle vecchie amministra-zioni della loro poca sensibilità e attenzione. L’augurio è che nei prossimi anni, a prescindere dal colore politico delle Am-ministrazioni brindisine, non venga meno l’attenzione verso questo magnifi co contenitore di cultura, arte, spettacolo ed economia.

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Alla Corvino Soccer Academy è già tempo di pensare al futuro, mentre continuano a ritmo in-cessante le attività quotidiane tra allenamenti e amichevoli (in attesa che ripartano i campionati federali che vedranno la Corvino Soccer Academy impegnata nelle categorie Piccoli Amici,

Pulcini 2004, Pulcini 2002, Pulcini 2003 ed Esordienti). Come già programmato, nella prossima sta-gione oltre alle fasce Scuola Calcio (dai Piccoli Amici agli Esordienti) la Società sarà impegnata nella Categoria Giovanissimi, per i nati nel 1999 e nel 2000. Una evoluzione normale che dalla stagione 2014 – 2015 porterà la compagine salentina a coprire anche la categoria Allievi: in questo modo sarà completo il percorso tecnico – tattico, fi sico – atletico, etico – morale. Nei giorni scorsi si sono svolte alcune riunioni programmatiche tra i dirigenti e lo Staff Tecnico, che per il prossimo anno sarà ulte-riormente arricchito e potenziato, tese a mettere a punto le strategie e i programmi da seguire. Capacità gestionali, organizzazione, professionalità, serietà: caratteristiche che rappresentano il modus operandi della Società, grazie ai quali i consensi e gli attestati di stima delle famiglie del Grande Salento cre-scono sempre più. Infatti ai 90 iscritti di Settembre, in questi giorni si sono aggiunti diversi ragazzi da Sandonaci (tra gli iscritti della prima ora ci sono ragazzi provenienti da Avetrana, Cellino San Marco, San Vito, Ostuni, ecc.) e sono incessanti le telefonate di tante famiglie che chiedono informazioni per poter inserire i propri fi gli. Si tratta di segnali importanti non solo per la Società ma anche e soprattutto per il territorio. Quando è iniziata l’avventura della Corvino Soccer Academy c’era già il sentore che la realtà salentina avesse bisogno di un vero e proprio sistema all’interno del quale sviluppare il talento calcistico. Ma il numero di adesioni registrate in questi mesi conferma pienamente l’intuizione origi-naria. C’era e c’è anche ancora sete di sport. C’era e c’è ancora bisogno di professionalità, di serietà, di progetti che vadano oltre i semplici allenamenti ma che abbraccino una serie di elementi cruciali nella crescita dell’uomo-atleta. C’era e c’è bisogno di creare una continuità e di garantire ai giovani uno spazio dove la qualità è la chiave di lettura. L’ambizione di questo progetto è alta ma il tempo sta dando ragione degli sforzi fatti. L’iniziativa privata continua a rappresentare un valido punto di riferimento e soprattutto una risposta concreta ai bisogni delle famiglie. Corvino Soccer Academy è in fondo una risposta ai sogni di tanti ragazzi.

“Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore, non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore. Un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia.” De Gregori

SI PROGRAMMA GIÀLA STAGIONE SPORTIVA

SI PARTE CON I GIOVANISSIMI2013 – 2014

di Antonio Scoditti

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Ci siamo quasi! Una nuova stagione è alle porte, la stagione del Sole. “La bella stagione”, la prima-vera che dà inizio alle danze dell’organizzare, del

pianifi care i propri e sempre “pochi” giorni di vacanza, e poi l’estate … la nostra estate, così tanto desiderata ed attesa! Il Tuo Viaggio è pronto ... e tu ?Avremo la possibilità di navigare serviti e riveriti sulle nuove navi da crociera MSC, COSTA o ROYAL CA-RIBBEAN. Avremo la possibilità di organizzare sempre in modo più “curato” il soggiorno in una delle splendide località d’Italia, magari in una delle tante meravigliose strutture che Calabria, Puglia, Sicilia, Toscana e Sardegna offrono. Soprattutto potremo sfruttare insieme, i nostri

nuovi contratti e le nuove nostre partner-ship con i miglio-ri Tour Operator italiani ed esteri. Il Tuo Viaggio anche nel 2013 è l’unica agenzia viaggi VERASTORE. Questo ci permette di offrire ai clienti che scelgono VERATOUR per le proprie vacanze, soluzioni privilegiate e prezzi dedicati. Importante è anche essere riusciti a raggiungere l’obiettivo di divenire Agenzia Partner di CLUB MED. Il Tour Ope-rator francese pertanto ci regala la possibilità di proporre alla clientela “Il Tuo Viaggio” prezzi che vanno ben al di sotto di quelli da catalogo per tutte le strutture Club Me-diterranée sparse sull’intero globo. Insomma, in agenzia potremo “scovare” la soluzione ideale per poter viaggiare felici e sereni… Anche quest’anno.

di Marco De VincentiConsulente de “Il Tuo Viaggio”

IN ARRIVO…LA

STAGIONE PER

VIAGGIARE

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BASKET

ENEL BRINDISI L’AMMAZZAGRANDI!di Donato Dell’Olio

Decisamente si, non fu mai ti-tolo più azzeccato per l’Enel Basket Brindisi che di questi

tempi sta affrontando le grandi del campionato di serie A senza paura e timore reverenziale. Fuori Siena, fuo-ri anche Cantù ma soprattutto un gran fi gurone alle ultime Final Eight tenu-tesi a Milano presso il Mediolanum Forum di Assago. La kermesse mi-lanese, alla quale hanno preso parte oltre a Brindisi anche Varese, Sassari, Siena, Cantù, Roma, Reggio Emilia e Milano, ha lasciato senza dubbio un segno indelebile nella storia del basket brindisino. La compagine di Piero Bucchi ha affrontato il Banco Sardegna Sassari, seconda forza del campionato, ad armi pari e soltanto dopo un supplementare gli uomini di Meo Sacchetti sono riusciti ad avere la meglio su una Enel già priva del suo capitano, Klaudio Ndoja, rimasto a Brindisi a causa di un infortunio, e degli acciaccati Formenti e Robin-son. Nonostante la breve apparizione in Coppa, Brindisi ha avuto modo di ricevere i giusti riconoscimenti da

tutto l’ambiente cestistico nazionale. Grande soddisfazione è stata espres-sa da parte del presidente dell’Enel, Nando Marino, il quale ha tirato le prime somme dopo l’immediato ri-torno nell’olimpo del basket. “Non potevo chiedere di più a questa squa-dra – ha dichiarato il numero uno di Contrada Masseriola – essere a Mila-no tra le prime otto per me è motivo di grande soddisfazione. Abbiamo il dovere di proseguire su questa stra-da per cercare di raggiungere prima di ogni cosa la salvezza nel massimo campionato, poi, magari, possiamo toglierci anche qualche altra soddi-sfazione. Complimenti a tutti”. Nel frattempo l’Enel Brindisi è ritornata a masticare l’aria del campionato, fa-cendolo davvero alla grande battendo al Pala Pentassuglia la Foxtown Can-tù, ma soprattutto confermando l’ot-timo stato di salute dei vari Gibson, Reynolds e Simmons, un trio che sta trascinando la squadra di Bucchi ver-so obiettivi che alla vigilia della sta-gione nessuno mai si sarebbe aspetta-to di intravedere.

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Il “Fanuzzi” doveva essere luogo di sport e di calcio giocato. Ma il vecchio stadio assiste, immobile e si-lenzioso, agli eventi di carattere societario che minano

il futuro della maglia a “V”. Lo sciopero dei calciatori del Brindisi la dice davvero lunga sull’atmosfera tesa degli ultimi tempi. Hanno, infatti, saltato un allenamento nel-la volontà di manifestare dissenso e contrarietà. A mezzo stampa i giocatori hanno dichiarato “di voler esprimere preoccupazione e incertezza per il futuro.” La decisione di non allenarsi è giunta per la “continua mancanza di chia-rezza da parte della società”. Sarebbe stato l’incontro con i tifosi a convincere gli atleti biancazzurri a riprendere il la-voro quotidiano di preparazione. “Per il grande rispetto nei loro confronti e per la passione che continuano a metterci sempre, abbiamo deciso di riprendere normalmente il la-voro. La squadra però pretende chiarezza e sincerità sulla situazione.” Queste le parole affi date ad un sintetico quan-to chiaro comunicato stampa che concludeva con l’annun-cio di provvedimenti immediati laddove la situazione non dovesse cambiare nel giro di poco tempo. E mentre al “Fa-nuzzi” si consumava questa decisione il primo cittadino Mimmo Consales era alle prese con incontri con il CDA della società. L’obiettivo del sindaco è valutare attenta-mente le carte, avere il quadro completo della situazione

debitoria del sodalizio biancazzurro. Solo così è possibile parlare di avvicendamento con altri imprenditori. Tra que-sti il nome più accreditato è quello dell’avvocato Antonio Flora che avrebbe dichiarato apertamente la sua volontà di rilevare il Brindisi. Un interesse forte supportato dal fat-to di essere stato accostato a diverse piazze calcistiche di fronte alle quali però non avrebbe mai manifestato atten-zione. Flora punta a riaccendere l’antico entusiasmo per il calcio in riva all’adriatico. Ma prima di qualsiasi accordo l’avvocato mette in chiaro che è necessario conoscere nel dettaglio la situazione debitoria e quella legata alle ver-tenze in atto. Solo dopo aver dissolto questi dubbi si potrà parlare di fattibilità dell’operazione vista anche la fi ducia che Flora riporrebbe sul sindaco Consales. Insomma una situazione che si evolve giorno dopo giorno. Diffi cile ri-uscire a dire se la svolta possa essere davvero concreta. Diffi cile ipotizzare un ritorno di entusiasmo dei tempi d’oro. La certezza è legata al bisogno di sport, e di calcio nello specifi co, in città. Una lunga tradizione che non può essere sottovalutata. Un “bacino d’utenza” (chiamiamolo così) che copre una fascia importante della popolazione in termini quantitativi. In fondo è vero che il calcio rappre-senta, in molti casi, l’elemento di aggregazione più forte di qualsiasi altro motivo di appartenenza comunitaria.

TRA SCIOPERI DEI CALCIATORIE NUOVI SCENARI SOCIETARI

di Valeria Morleo

CALCIO BRINDISI

Un campionato incerto quello che ha visto scendere in campo, fi no a questo momento, l’Assi Basket Ostuni. Incerto sul piano delle prestazioni. L’an-

damento sembra essere altalenante. Gare piuttosto con-vincenti si alternano a sonore sconfi tte lontano dalle mura amiche. Cosa succede? Come interpretare questa annata che per la verità si porta dietro una buona dose di sfortu-na? Le sconfi tte hanno l’amaro sapore della beffa: arrivano sempre per un solo punto di differenza. Tra tutte ricordiamo quella patita in trasferta con la capolista del campionato, la Basket Nord Barese: un solo punto di distacco al termi-ne del match, a causa dei tiri liberi dell’ex di turno Mauro Stella, peraltro nei secondi fi nali della gara. Di fronte alla squadra della città bianca alcune gare che rappresentano lo sforzo fi nale. Le partite che affronterà nelle prossime

settimane hanno il vantaggio di disputarsi in casa. Il sup-porto dei tifosi sarà fondamentale e potrebbe, in effetti, fare la differenza per le sorti giallo-blu in chiave campionato. Le squadre che l’Ostuni deve affrontare lottano tutte per le posizioni play-off. Ostuni continua inesorabilmente ad essere sulla linea di galleggiamento. Per questo le prossime prestazioni vanno interpretate necessariamente tutte come vere e proprie fi nali. Vietato sbagliare. Vietato arrendersi. L’obiettivo è evitare l’ottavo posto nella griglia play-off. Scampato questo pericolo non ci sarebbe il preoccupante incontro con la capolista, defi nito quasi impossibile da vin-cere. Insomma per la squadra è il momento della concen-trazione: raggiungere gli obiettivi puntando sul vantaggio delle ultime gare casalinghe. Sfruttare il fattore campo per evitare di doversela giocare con la corazzata barese.

VERSO LO SPRINT FINALEASSI BASKET OSTUNI

di Antonio Scoditti

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Nel fi lm “Ricomincio da tre” Lello Arena diceva all’irrequieto Massimo Troisi: “Chi parte sa da che cosa fugge, ma non sa che cosa cerca”, contrabbandando per farina del suo sacco una massima di Montaigne. Quando l’indimen-ticabile Massimo la ripeteva ad una ragazza per far colpo su di lei, quella le rispondeva: “Ma che fai, parli con

le frasi degli altri?” e Troisi: “Ma come fai a conoscere Lello?” Così, questo mese, ho pensato di lasciare scrivere questo articolo a tanti altri personaggi attraverso le loro citazioni. Non ci sono Oscar Wilde o Woody Allen, le cui citazioni vere o false riempirebbero due numeri del giornale, ma c’è comunque una buona scelta: vi assicuro che vale la pena di leggere e meditare, prima di citare nelle conversazioni fra amici.

LE FRASI DEGLI ALTRI

di Ferdinando Sallustio

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AMORENon parlate d'amore al vostro fratello: amatelo (Sant'A-gostino); La vita ha un limite, l’amore no (ihara Saikaku); L’amore è la potenza più delicata del mondo (Gandhi); Quanto a me, preferisco essere calorifero che frigorifero (Giovanni XXIII); Quando si ama non ci si domanda se l’amore abbia senso: il senso è l’amore (Luise Rainer; Esi-ste un unico eroismo: vedere il mondo così com’è e amarlo (Romain Rolland); Studiate, studiate, studiate: sarete me-diocri; amate, amate, amate: sarete grandi (Niccolò Tom-maseo).

NASCITA Quando si nasce si piange, perché ci si ritrova in questo palcoscenico di matti (W. Shakespeare); Nascere è rice-vere un intero universo in dono (J.Gaardner); Se tu scegli la vita, la vita sceglierà te (Confucio); Il mondo sarebbe diverso se i bambini nascessero ridendo (Soriano); E’ per nascere che siamo nati (P. Neruda).

PREGHIERA E’ cosa buona pregare al mattino presto, prima che il mon-do si riempia di sciocchezze (Pinchas de Korec); Chi pre-ga è santo, ma chi fa è più santo (G.Pascoli); Il frutto del silenzio è la preghiera. Il frutto della preghiera è la fede. Il frutto della fede è l’amore, il frutto dell’amore è il servizio, il frutto del servizio è la pace (Madre Teresa di Calcutta).

LAVOROFa’ non quello che ti piace, ma quello che ti piacerà aver fatto (J.Deval); Ciò che rende lieta la vita non è fare le cose che piacciono, ma trovare piacere nelle cose che dobbiamo fare (Goethe); Il tempo galoppa, la vita sfugge tra le mani, ma può sfuggire come sabbia, oppure come una semente (Thomas Merton); E’ impossibile godere a fondo dell’ozio

se non si ha una grande quantità di lavoro da fare (Jerome K. Jerome); Il lavoro mi affascina: starei ore a guardare la gente lavorare (Jerome k. Jerome).

AMICIZIA Amico è con chi puoi stare in silenzio (Camillo Sbarba-ro); Chi ha un vero amico può dire di avere due anime (Arturo Graf); I veri amici sono rari perché la domanda è minima. (Marie von Ebner-Eschenbach); Il falso amico è come l'ombra che ci segue fi nché dura il sole (Carlo Dos-si); La vera amicizia è una pianta che cresce lentamente e deve passare attraverso i traumi delle avversità perché la si possa chiamare tale. (George Washington); L'amicizia è una forma di amore impregnata, intessuta di eticità (Fran-cesco Alberoni); L'amicizia è una relazione disinteressata tra eguali; l'amore, una relazione abietta tra schiavi e tiran-ni (Oliver Goldsmith); L'amicizia mi è molto cara. Nella vera amicizia si coglie un barlume dell'Amico Supremo (Paramahansa Yogananda); L'amicizia raddoppia le gioie e divide le angosce. (Francesco Bacone); L'unica ricom-pensa della virtù è la virtù, l'unico modo di avere un amico è esserlo (Ralph Waldo Emerson); Non bisogna giudicare gli uomini dalle loro amicizie: Giuda frequentava persone irreprensibili! (Ernest Hemingway); Per trovare un ami-co, bisogna chiudere un occhio; e, per non perderlo, tutti e due. (Norman Douglas); Quel che rende indissolubile le amicizie e ne raddoppia l'incanto è un sentimento che manca all'amore: la sicurezza (Honoré de Balzac); Trova il tempo di essere amico: è la strada della felicità (Madre Te-resa di Calcutta); Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi. (Gesù)

Giovanni XXIII W. Shakespeare Maria Teresa di Calcutta Goethe George Washington

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