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Il culto di San Sebastiano in Volturara Irpina

2012

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Statua di San Sebastiano prima del restauro e prima del furto del bambino inizio secondo millennio

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San Sebastiano martire , protettore contro la peste . Protettore della Polizia municipale , delle Confraternite della Misericordia e degli arcieri " Considerato terzo fra i sette difensori della Chiesa nella catalogazione di Gregorio Magno, compatrono di Roma dopo Pietro e Paolo, Sebastiano, soldato e martire di Cristo, figura affascinante nella storia e nella leggenda, ritorna nell’arte con incredibile frequenza. La copiosità delle immagini è alimentata dal terrore per la peste, contro cui viene invocato quale protettore. Il timore del male contagioso, flagello che in antico ricorre con incredibile periodicità, determina la scelta di un intercessore che quale avvocato implori l’immunità o la cessazione del male, ritenuto dalla credenza popolare un segno della collera celeste oppure un castigo imposto al mondo per le sue colpe. Il culto di Sebastiano protettore dalla peste, si evidenzia nella iconografia, che si presenta di così impressionante vastità da potersi affermare, pur nei limiti della generalizzazione, che la maggior parte degli artisti, specie nel Rinascimento, almeno una volta esalta il Santo. La diversità di ideali e di pensieri informatori genera ovviamente nelle raffigurazioni la diversità del carattere e dei tratti fisionomici attribuiti al martire, inoltre contrasti si verificano nella rappresentazione delle scene della vita in relazione alla diversità della "passio" e delle leggende seguite nell’evocazione. Sebastiano pertanto viene rappresentato giovane o vecchio, imberbe o barbuto, gracile od atletico; le sue vesti sono quelle di un gentile cavaliere o di un rude soldato, di un garbato paggio o di un aristocratico ufficiale; nella persecuzione si rivela come un martire paziente o sconvolto dal dolore, astratto o terribile, suadente o minaccioso"

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San Sebastiano nella storia di Volturara Il 16 settembre 1577 davanti al notaio Salvatore de Pertio nella Chiesa di San Sebastiano sita nel luogo detto il Campanaro confinante per tre parti con la Chiesa stessa e per la quarta parte con la proprietà di Pietro Paolo de Feo , alla presenza dell’Arciprete di Volturara don Pompeo de Leonardis e al sacerdote Don Giovanni Donato de Meo delegati da vescovo di Montemarano Marco Antonio Alferio compaiono Giovanni Antonio Raimo e Don Sebastiano de Meo economi del venerabile ospedale di San Sebastiano e della Cappella del Santo Corpo di Cristo posta nella medesima Chiesa per farne l’inventario di tutti i beni con una multa di 25 once per chi vende ad altri beni della Chiesa , previ bandi pubblici fatti dal banditore dell’Università su tutto il territorio . Nell’atto notarile si traccia la storia della Chiesa che era stata fondata nel 1534 con bolla del Papa Paolo III , mentre lo ius patronati era stato formalizzato nel 1515 dal notaio di Montemarano Matteo Selletta alla presenza del vescovo . I confratelli iscritti hanno diritto alla sepoltura nella Chiesa e alle candele accese per il funerale .

I suddetti economi dichiarano che detta Chiesa sotto il capitolo di San Sebastiano illis quasdam bullas fundata et expeditas per Sancti Papi seu pontefice Paulus tertium sub anno 1534 ipsam ecclesia dictam bullam …… item dixerunt et declaverunt dicti economi dictam ecclesiam habere et ispos instrumentum confirmatum novae concessione iuris patronato dicta ecclesia fieri rogatum per manu quondam donni Matthei Sellecta de civitate Montemarani a plenis notis sub anno 1519 per Reverendum donnum Giovanbattista epnn Montemarani diocesis donnum serenum de petrutiis de Neapolis

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Il culto di San Sebastiano a Volturara è antico di secoli e secoli , e tanti e tanti volturaresi portavano e portano il suo nome. Bisogna risalire agli atti notarili del 1500 per trovare che la Chiesa di San Sebastiano fu costruita nel 1534 su bolla di Paolo III nella piazza del paese , dove attualmente è collocato il Municipio . San Sebastiano , protettore contro la peste , è stato un Santo molto amato e nel corso dei secoli ha influito in modo determinante sullo sviluppo economico e sociale dell’intera collettività . Con le tante donazioni testamentarie , in suo onore fu costruito un ospedale per i poveri che durò per tre secoli fino a quando venne chiuso nel

1806 con la venuta dei francesi . I terreni e le selve venivano affittati al popolo che traeva sostentamento quotidiano . Anche chi si sposava poteva chiedere un prestito di sei ducati che poteva restituire nel tempo . Il Pio Ospedale di San Sebastiano ha camminato di pari passo con i volturaresi per secoli e in suo onore si organizzavano due feste l’anno , a Gennaio ed in Agosto , con sfilata della statua per le strade del paese . La Congrega di San Sebastiano per secoli raccoglieva centinaia di fratelli che anelavano ad essere seppelliti nella sue fondamenta . Nel 1857 fu chiusa al culto la Chiesa Madre di San Nicola di Bari posta di fronte , e la Chiesa di San Sebastiano divenne la più importante del paese per 50 anni, fino agli inizi del Novecento , quando fu chiusa per sempre e la Statua del Santo relegata e dimenticata nella navata laterale dx della Chiesa Madre in una nicchia buia e senza ricordo , chiusa da una vetrata intorno che non permetteva di metterci nemmeno una candela da accendere . San Sebastiano , che aveva sfamato per secoli la popolazione , nel volgere di alcuni decenni fu dimenticato da tutti , ma proprio tutti , in un divenire egoistico e senza fede , dove la riconoscenza trabocca nel fiele della dimenticanza e l’oblio crea idoli da ossequiare , sostituendo la Grazia dei Santi con l’ossequio del potere contingente e materialistico . Le terre affittate furono usurpate in modo più o meno indegno dai soliti faccendieri , economicamente forti , con la scusa della gestione della cosa pubblica in prima persona , mentre il popolo bisognoso e povero assisteva impotente e si preparava a servire un nuovo padrone , fino alle grandi ondate di emigrazione che svuotavano il paese delle braccia più forti . Nel 1960 Casieri,al secolo Alessandro Di Meo, per poter partire per il Canada e raggiungere la moglie decise di organizzare una festa religiosa,a dimostrazione della sua conversione da un comunismo esasperato che gli aveva procurato due

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condanne penali e da una condotta di vita non proprio irreprensibile che gli impedivano di avere il visto di partenza dalla autorità preposte. L’intercessione di un noto politico provinciale e del Vescovo di Nusco gli offrivano l’unica possibilità di porre rimedio alle sue marachelle precedenti a condizione di un avvicinamento alla vita religiosa per avere il perdono ed il visto per emigrare in cerca di migliore fortuna. Entra in Chiesa e passeggiando nervosamente su e giù per la navata laterale scorge la statua di San Sebastiano ,abbandonata in un angolo. Il pensiero è improvviso e geniale: “ tu ,che sei stato abbandonato e derelitto come me, e che nessuno mai ti ha portato fuori in processione ,dovrai essere l’eroe della mia festa”. Detto fatto , organizza un comitato festa nuovo con giovani che come lui vogliono partire a lavorare lontano dalla miseria di quel tempo ed il 30 Giugno 1960 organizza quella che sarà la prima ed ultima Festa e Processione in onore di San Sebastiano del XX secolo . Una questua capillare in paese ed in campagna raccogliendo “gregne di grano”,fagioli,patate ed altro riuscirono a coprire le spese di una grande festa bellissima con fuochi d’artificio ,banda musicale e cantanti in piazza , la sera. Indimenticabile uno striscione che dal Mortariello a San Michele portava scritto “ Viva Volturara” lungo trenta metri. Casieri ebbe il visto e raggiunse la moglie in America, gli altri che erano con lui lo seguirono nelle tante nazioni del mondo. Di tanti di loro si persi il nome ed il ricordo nelle generazioni che seguirono,solo nella mente dei vecchi e nei discorsi di piazza ogni tanto si parlava di quell’anno in cui Santosavastiano era uscito in processione per il paese per l’unica volta. Era divenuto senza volerlo il simbolo dei poveri e dei dimenticati! alla fine fu anche lui dimenticato per l’ennesima volta nel tunnel del dopoterremoto. Nel 1999 all’improvviso Casieri,dopo un’assenza di 40 anni,durante i quali si era completamente estraniato dal mondo dei volturaresi all’estero ,torna al paese,anziano,ma pimpante. Riparlare di quel periodo e di quella festa del Giugno 1960 è stato una conseguenza inevitabile,ma bella. L’ estate del 1999 lo ha visto ripercorrere strade mai dimenticate e lo ha reso protagonista delle chiacchierate serali in piazza,davanti al Bar di Beniamino. Dimenticato da tutti,straniero in Patria,ma mai demoralizzato dalla cosa,mantiene brio e freschezza mostrando un personaggio al passo coi tempi. Il bello è dopo il terremoto che la Statua di San Sebastiano fu trasportata e lasciata per tanti anni in uno stanzino dimenticata e impolverata e che proprio nell’estate del 1999 il nuovo Parroco Frà Diodato Fasano l’aveva fatta ripulire e rimettere nella Chiesa Madre riaperta al culto ed al pubblico 20 anni dopo il terremoto . Non so se si sono visti e guardati in faccia,ma sono sicuro che tutti e due sono rimasti soddisfatti l’uno dell’altro! Da allora sono passati altri anni ed altre vicende hanno interessato la Statua . Agli inizi del 3 millennio un furto sacrilego nella Chiesa Madre , la privò del bambinello che aveva sulla testa e nel 2008 fu restaurata a cura di Domenico Feo e portata in processione insieme con San Michele Arcangelo il giorno dopo , 29 settembre . Un ottimo restauro che ne ha messo in luce le grandi qualità artistiche e

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la sua vetustà . Ma il dato strabiliante è che dalla pulizia totale , nel basamento , è uscita un’ampolla contenente le sacre reliquie di San Sebastiano . Un dato di grande valenza storica e di fede per un Santo venerato in tutta la Nazione . Volturara Irpina ne possiede delle reliquie a testimonianza di una fede dei nostri antenati incrollabile e sincera che rendevano il Martire un compagno fedele delle lunghe giornate di lavoro e delle preghiere costanti per avvicinarsi al Signore. La sua presenza negli ultimi 500 anni ha guidato il popolo volturarese lungo il cammino del progresso , tra gioie e dolori , tra generazioni di uomini e donne che hanno creato il nostro presente , in un contesto di povertà assoluta , ma fatto di semplicità , buoni sentimenti e valori supremi di solidarietà senza interessi . Oggi , in un mondo in cui la razionalità ed il materialismo hanno il sopravvento sulla meditazione e sulla preghiera il monito è di non dimenticare la storia dei nostri padri . Hanno creduto con fede e abnegazione , forse qualche volta con un poco di superstizione , ma sempre in modo istintivo ed intuitivo per arrivare alla ricerca dell’essenza dell’anima , entità da cui parte l’uomo , ed in cui l’uomo ritorna , per consegnarsi poi alla fine dei suoi giorni in modo definitivo al Signore . La storia volturarese del Martire Sebastiano sia da suggerimento per chi dimentica il bene ricevuto negli anni e non comprende che un paese cresce quando i valori del rispetto e della riconoscenza sono alla base della crescita civile e del progresso . San Sebastiano nello splendore della statua e nella luminosità del volto veglierà sul nostro futuro e sulle generazioni a venire anche con le nostre dimenticanze , e forse ci perdonerà ancora del nostro gretto egoismo , sicuro che nei decenni a venire la sua Figura troverà altri figli volturaresi che lo venereranno più di noi .

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1960 processione di San Sebastiano al Freddano , Casieri , promotore della festa , è il secondo da destra in prima fila

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1960 processione di San Sebastiano . L’Arciprete Don Alessio Lepore , Don Guido e Don Tullio

1960 processione di San Sebastiano al Carmine

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2008 La statua restaurata viene portata nella Chiesa Madre in processione .

2008 la Statua preceduta dal sacerdote Padre Emmanuel e dal Sindaco .

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2008 , 28 Settembre , la banda musicale accompagna l’arrivo di San Sebastiano nella Chiesa Madre

2008 , 29 settembre , San Miche e San Sebastiano portati

in processione per le vie del paese

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Portone d’ingresso della Chiesa di San Sebastiano creato nel 1719 , oggi entrata del Comune . Ai lati lo stemma del Municipio a sn , e lo stemma del Santo a dx .

Stemma di San Sebastiano del 1719 sul portone della Chiesa , oggi sede del Comune

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1845 manifesto di consegna lavori per il restauro della Chiesa di San Sebastiano

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1847 pianta della Chiesa di San Sebastiano in piazza

La Chiesa di San Sebastiano , posta accanto al palazzo Masucci , aveva l’entrata sulla piazza e due stanze laterali che si trovavano su via Gennaro Vecchi, che era talmente stretta “ che non vi passavano due traini “ . Dopo la chiusura avvenuta nel 1913 , divenne sede dell’Asilo Infantile , intitolato a Padre Alessandro Di Meo . Nel 1928 il podestà Attilio Cappiello tolse le stanze laterali e allargò la strada che porta al Carmine portandola alle dimensioni attuali . L’edificio ospitò in seguito le monache , che gestivano l’asilo , fino agli anni sessanta . Negli anni settanta fu abitazione dei parroci Padre Paolo e Padre Emilio , fino al terremoto del 1980 , quando , gravemente lesionato fu demolito . Ricostruito dal Comune divenne nel 1990 sede del Municipio . Nel 2004 il Sindaco provvide al suo definitivo restauro .

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Asilo infantile dopo terremoto 1980 2004 Comune dopo il restauro fatto dall’Amministrazione comunale

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1 fontana

Piazza nel 1860 1 fontana con acqua d’Ammonte , oggi vicino al vallone , costruita nel 1850 . 2 tiglio piantato nel 1789 , anno della Rivoluzione francese 3 Campanile , costruito nel 1500 e rifatto nel 1754 e 1860 4 Chiesa Madre , arrivava all’angolo anteriore del Campanile . Ricostruita dopo l’Unità d’Italia nella posizione attuale . E’ la più grande d’Irpinia . 5 Oratorio ( retorio ) . Demolito dopo il 1860 venne ricostruito al Carmine nel 1880 . Distrutto dal terremoto del 1980 . 6 Farmacia della famiglia Pasquale del Freddano , demolita dopo il 1860 7 ex ospedale fino al 1806 , fu ruota dei proietti fino a dopo l’Unità d’Italia ( vi mettevano i figli illegittimi che venivano allevati poi dal Comune . 8 Carcere 9 due tigli davanti al vecchio Municipio grandi a tale punto da ospitare chi voleva dormirci dentro , e capitava spesso .

Chiesa di

San Sebastiano

2 tiglio

Campanile

3 Chiesa Madre 4

Oratorio 5

Farmacia Pasquale 6

Carcere 8

Ruota 7

Vallone

Freddano pozzella

Comune

Campan aro

1 fontana

casa De Feo

Via Gennaro Vecchi

Palazzo Masucci

9

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Un esaustivo articolo apparso stamattina sul Corriere , come solo Fiorenzo Iannino lo sa scrivere , mette un evidenza l’esistenza di un Ospedale a Volturara perlomeno dal 600 fino al 1806 , quando con la venuta dei Francesi nel Regno di Napoli , viene abolito come tanti , per far posto a strutture centralizzate e più efficienti . L’edificio fece posto negli anni successivi fino al 1870 - 1880 alla Ruota dei proietti ( un istituto con una ruota che arrivava all’esterno dove si lasciavano i neonati abbandonati da madri o povere o non sposate ) . Fu definitivamente abbattuto insieme all’Oratorio ed alle carceri per ricostruire la Chiesa Madre di San Nicola , che fu inaugurata la notte del passaggio di secolo tra l’800 ed il 900 ed è ancora la più grande d’Irpinia . Si trovava dove oggi c’è la fontana in piazza . L’Ospedale era gestito della Cappella di San Sebastiano ( dove sorge l’attuale Comune ) ed il cui economo era nominato dal Sindaco e dagli eletti . I Pii Stabilimenti di San Sebastiano , uno dei Santi più antichi e più amati di Volturara , possedevano anche molte terre che davano in fitto ai contadini . Il bilancio del 1742 della Chiesa di San Sebastiano recita più o meno così : Le risorse economiche a disposizione devono essere impiegate in varie attività , a cominciare dall’obbligo di mantenimento de’ poveri infermi tanto cittadini quanto forestieri , ai quali bisogna garantire anche la somministrazione degli alimenti necessari e medicamenti e tutto e quanto viene ordinato da signori medici per l’effetti suddetti .Inoltre

- 25 ducati per tanta cera che si consuma in tempo che si porta il Santissimo Viatico nelle case degli infermi ed in tutte le processioni del Venerabile

- 10 ducati per l’acquisto e la manutenzione delle suppellettili necessarie al funzionamento della struttura.

- 6 ducati di stipendio all’ospedaliere per li suoi incomodi. - 15 ducati agli economi e governatori , incaricati di curare l’amministrazione

del patrimonio. - 20 carlini al Vescovo di Montemarano per la visita di detto ospedale

Le altre risorse devono essere destinate all’acquisto e la distribuzione di tante vesti a povere e poveri cittadini ed il Vescovo determina una somma , su proposta del Sindaco e degli eletti , che viene destinata alle dette povere cittadine ed orfane in tempo si mariteranno ,in titolo di maritaggio . Il 21 Gennaio di ogni anno , in occasione della Festa del Glorioso Martire , adempiti i suddetti obblighi, si distribuisce pane e vino ai cittadini e forestieri , come si ha per antica tradizione essere stata così la volontà de’ fondatori e de’ benefattori .

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Economi e procuratori della Chiesa e del venerabile Ospedale di San Sebastiano . 1576 Febbraio Salvatore Marro e Mario de Rinaldo 1577 Giovanni Antonio Raimo e Don Sebastiano de Meo con proprietà 1581 Gennaio , Crescenzio de Marino 1581 Novembre Vincenzo de Amato e Iacobo de Meo 1582 Febbraio , Marc’Antonio Pennetta e Giovanni de Galterio 1583 Mastro Sibio Marro e Vito Salerno 1585 Giovanni Donato de Rinaldo e Francesco Raimo 1586 Giovanni Santo Sullo 1587 Mastro Sibio Marro 1588 Giovanni Donato de Rinaldo 1591 Angelo Antonio de Amato 1592 Crescenzio e Federico de Marino 1592 Vincenzo e Giovanni Pietro Pennetta 1593 Giovanbattista Savina e Giovanni Domenico de Marino 1594 Iacobo de Pertio e Giovanni Domenico de Meo 1595 Giovanni Pietro Pendetta 1597 Giovanni Donato Maurello e Altobello Savina 1598 Vito Salerno e Francesco de Meo 1599 Iacobo Pennetta 1607 Iacobo Pennetta 1607 Pirro Antonio de Luciano e Francesco Marra 1611 Ercole Marra e Camillo Savina 1612 Pietro Petito 1614 Camillo Maurello e Santo de Descepola 1615 Pompeo de Feo e Cesare de Cristofano 1629 Nicola Rinaldo e Giuseppe Savina 1634 Federico Reppuccio e Ferdinando de Marino 1643 Ferdinando e Marco de Marino 1644 Giovanni Raimo 1645 Giovanni Raimo e Fabio Marra 1647 Federico de Feo 1647 Domenico de Marino e Cesare Raimo 1649 Vincenzo Masuccio e Carmine Savina 1649 Camillo Pennetta e Giovanni Pennetta 1651 Angelo Raimo e Fabrizio de Marino 1719 Domenico Benevento e Notaio Carlo Pennetti 1775 Economo Domenico Rinaldo 1819 cassiere Nicola di Marino di Sebastiano 1840 Ciriaco Del Percio ex cassiere 1844 Michele Di Feo 1845 il cassiere era Michele Di Feo 1850 cassiere Nicola Benevento

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La Cappella sotto il titolo di san Sebastiano nel 700 comprendeva anche il Pio Ospedale ed il SS. Corpo di Cristo. Aveva l’obbligo di celebrare sei feste all’anno: 1) 20 Gennaio in onore del glorioso protomartire San Sebastiano 2) patrocinio di san Giuseppe 3) festa dell’ottava del Corpus Domini 4) Festa delle Reliquie 5) Traslazione di San Sebastiano nella prima Domenica di agosto 6) Festa di S. Anna Le feste prevedevano spari , musica( 4 o 5 persone,fino a 10 nella festa di Agosto) , orazione panegirica,cera, tammorra ( 2 o 3 persone) e pifferi ( 1 o 2 ) Era di proprietà della Congrega di Carita’ Viene chiusa nel 1913 . 1742 Due festività: una alli venti del mese di Gennaro ed un’altra nella seconda Domenica del mese di Agosto

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