IL CORRIERE DI ROMA - GIOVEDI' 6 MARZO 2014

24
H a tolto il disturbo anche un sottosegretario ap- pena eletto, e i giornali - che si sono coalizzati contro il medesimo - hanno brindato. Ignazio Marino gode incredibilmente di una non belli- geranza della stampa capitolina, mai troppo dura con lui. E' letteralmente incollato alla poltrona di sindaco, vuol giocare fino in fondo. A spese del contribuente. Non rac- coglie i segnali che vengono dall’alto (Leggi Palazzo Chigi) e dal basso (vedi la classifica del gradimento tra i sindaci), tira dritto e basta. Fin che si può. Non si rende conto che siamo al “game over”, ha agitato troppo il flipper romano provocando un tragico tilt. Lo stress del decreto “salva-Roma”, l’umiliazione del piano di rientro imposto dal governo e della pubblica tirata d’orecchi del sindaco-premier; infine il sondaggio che indica chiaramente come i romani di lui non vogliano più saperne. Il partito l’ha im- posto sul campo convinto di fare una intelligente operazione po- litica e ora sconta l’errore e lo fa scontare a tutti. Nessuno pensava che sarebbe stata una passeggiata, a prescindere dalle responsabilità del passato e alle macerie lasciate da Gianni Ale- manno, ma in un anno si sono prodotte solo chiacchiere e effetti annuncio. Meglio lasciare perdere le operazioni di facciata, con- centrarsi su quelle che portano risparmi e profitti immediati. E incrociare le dita. La verità, spiega un acuto analista delle vi- cende politiche e finanziarie della capitale, è che il Campidoglio è un locomotore eterodiretto sui binari del rientro finanziario... Marino può solo decidere (e neanche del tutto) la velocità ma stazione di partenza (debiti) e arrivo (risanamento e tasse) sono prestabilite.Bisogna solo vedere l'entità della tassazione che dovrà imporre. E questa è forse la chiave di lettura più lucida e amara. Perso per perso per il Partito è meglio mettere la faccia del sindaco-chirurgo sul piatto dei sacrifici e del piano lacrime e sangue. Salvo sostituirlo poi, con un salvatore della patria più affidabile. Fondato nel 1948 da Giuseppe Gesualdi Direttore Giovanni Tagliapietra numero 8 anno LXVII GIOVEDI 6 MARZO 2014 I CONTI La sfilata dei colpevoli E ora i romani pagano a pagina 4 Per Roma dismissioni e liberalizzazioni saranno decise in Parlamento a pagina 5 IL PUNTO All’interno l’inserto di Sanità del Lazio Lazio Lazio la del anità S S NUMERO 8 ANNOLXVII GIOVEDI 6 MARZO 2014 D a Rosi Bindi a Beatrice Lorenzin, le case della salute sono e rimangono un bluff istituzionale. Il Presidente Zinga- retti, non avendo altro su cui basarsi, lancia anche nel Lazio le case della sa- lute che dovrebbero essere - ma non sono - il punto di riferimento per una sanità territoriale che a dispetto delle aspettative seguita a fare acqua da tutte le parti. Ci riuscirà? Viste le premesse c’è da dubitarne. Un po’ di storia non guasta. Subito dopo le dimissioni forzate di Piero Marrazzo l’allora vicepresidente della Giunta (di sinistra) Montino, in pieno accordo con il Direttore Generale della Asl RM B Paccapelo, aprì in un municipio politicamente “amico” Montino, una sorta di Casa della salute, che è diventata, con il pas- sare del tempo, una vera e propria dependance del- l’ospedale Sant’Eugenio. Niente di nuovo all’orizzonte anche perché le case della salute possono funzionare sul territorio solo se in stretta sintonia con i medici di fa- miglia, una sintonia che non ci sembra - ancora - essere operativa. C’è poi il pericolo che con la creazione e il potenziamento di queste nuove strutture (già superate in altre regioni italiane) si tenti in qualche modo di ar- rivare alla chiusura di interi reparti ospedalieri che hanno invece una struttura ed una base di alta profes- sionalità che oggi non può essere letteralmente trava- sata in un altro contenitore. Se se bisogna investire nella riorganizzazione del servizio sanitario molto me- glio potenziare e riqualificare strutture ospedaliere che nella città di Roma, e nell’intera regione Lazio, hanno bisogno di investimenti, personale e attrezzature che rispondano alle esigenze delle singole aree di compe- tenza. Un ragionamento fin troppo semplice, evidente- mente, per essere oggetto di attenzione da parte dei so- loni della Cabina di regia. Quando nei prossimi mesi, o nei prossimi giorni, si confronteranno sui temi del- l’organizzazione del sistema sanitario Zingaretti e il ministro Lorenzin non ci sarà certamente chiarezza di idee ma fiumi di dichiarazioni. I due - possiamo scom- metterci -annunceranno che anche la sanità del Lazio cammina a passi veloci verso un nuovo sistema sanita- rio che è stato capace fino ad oggi di procurare solo danni agli operatori sanitari e ai loro assistiti. Aspet- tiamo ancora che il sempre sorridente Zingaretti visiti gli ospedali e le Asl del Lazio. La sanità regionale in- tanto continua a piangere per i continui tagli ai fondi e al personale. Il Corvo Case della salute: il bluff continua INCHIESTA C’è la crisi, rinuncio al dentista. Ma forse una via d’uscita c’è a pagina 12 ASL ROMA H a pagina 14 Fabrizio d’Alba: “Ho le carte in regola per guidare l‘azienda” Il pasticcio dei fondi per l’emergenza Il pasticcio dei fondi per l’emergenza Servizio a pagina 11 Il CORRIERE DI ROMA DEFAULT CAMPIDOGLIO Per Ignazio Marino è praticamente finita, ma lui fa finta di niente. Se si facesse da parte tui tirerebbero un sospiro di sollievo, il Pd e i romani. Ci sarebbe un piccolo terremoto, ma anche la possibilità di meere finalmente ordine.Palazzo Chigi ha imposto un piano di rientro pesantissimo che porterà a decisioni "pesanti". Un sindaco commissariato, imbrigliato riuscirà nell'impresa? La cià soffre, la rivolta serpeggia in tui gli ambienti, le categorie produive sono alle corde. Serve una scossa Servizi a pagina 2-3-4-5 Il Corriere di Roma n.8 del 6 - mar. 2014_Layout 1 05/03/2014 13.38 Pagina 1

description

Settimanale Gratuito www.corrierediroma-news.it www.facebook.com/ilcorrierediroma

Transcript of IL CORRIERE DI ROMA - GIOVEDI' 6 MARZO 2014

Page 1: IL CORRIERE DI ROMA - GIOVEDI' 6 MARZO 2014

Ha tolto il disturbo anche un sottosegretario ap-pena eletto, e i giornali - che si sono coalizzaticontro il medesimo - hanno brindato. IgnazioMarino gode incredibilmente di una non belli-geranza della stampa capitolina, mai troppo

dura con lui. E' letteralmente incollato alla poltrona di sindaco,vuol giocare fino in fondo. A spese del contribuente. Non rac-coglie i segnali che vengono dall’alto (Leggi Palazzo Chigi) e dalbasso (vedi la classifica del gradimento tra i sindaci), tira drittoe basta. Fin che si può. Non si rende conto che siamo al “gameover”, ha agitato troppo il flipper romano provocando un tragico

tilt. Lo stress del decreto “salva-Roma”, l’umiliazione del pianodi rientro imposto dal governo e della pubblica tirata d’orecchidel sindaco-premier; infine il sondaggio che indica chiaramentecome i romani di lui non vogliano più saperne. Il partito l’ha im-posto sul campo convinto di fare una intelligente operazione po-litica e ora sconta l’errore e lo fa scontare a tutti. Nessunopensava che sarebbe stata una passeggiata, a prescindere dalleresponsabilità del passato e alle macerie lasciate da Gianni Ale-manno, ma in un anno si sono prodotte solo chiacchiere e effettiannuncio. Meglio lasciare perdere le operazioni di facciata, con-centrarsi su quelle che portano risparmi e profitti immediati. E

incrociare le dita. La verità, spiega un acuto analista delle vi-cende politiche e finanziarie della capitale, è che il Campidoglioè un locomotore eterodiretto sui binari del rientro finanziario...Marino può solo decidere (e neanche del tutto) la velocità mastazione di partenza (debiti) e arrivo (risanamento e tasse) sonoprestabilite.Bisogna solo vedere l'entità della tassazione chedovrà imporre. E questa è forse la chiave di lettura più lucida eamara. Perso per perso per il Partito è meglio mettere la facciadel sindaco-chirurgo sul piatto dei sacrifici e del piano lacrimee sangue. Salvo sostituirlo poi, con un salvatore della patria piùaffidabile.

Fondato nel 1948 da Giuseppe Gesualdi Direttore Giovanni Tagliapietra numero 8 anno LXVII GIOVEDI 6 MARZO 2014

I CONTILa sfilatadei colpevoliE ora i romanipagano

a pagina 4

Per Roma dismissioni eliberalizzazionisaranno decisein Parlamento

a pagina 5

IL PUNTOAll’interno

l’insertodi Sanitàdel Lazio

LazioLaziola delanitàSS

NUMERO 8 ANNO LXVII GIOVEDI 6 MARZO 2014

Da Rosi Bindi a Beatrice Lorenzin, le

case della salute sono e rimangono un

bluff istituzionale. Il Presidente Zinga-

retti, non avendo altro su cui basarsi,

lancia anche nel Lazio le case della sa-

lute che dovrebbero essere - ma non sono - il punto di

riferimento per una sanità territoriale che a dispetto

delle aspettative seguita a fare acqua da tutte le parti.

Ci riuscirà? Viste le premesse c’è da dubitarne.

Un po’ di storia non guasta. Subito dopo le dimissioni

forzate di Piero Marrazzo l’allora vicepresidente della

Giunta (di sinistra) Montino, in pieno accordo con il

Direttore Generale della Asl RM B Paccapelo, aprì in

un municipio politicamente “amico” Montino, una

sorta di Casa della salute, che è diventata, con il pas-

sare del tempo, una vera e propria dependance del-

l’ospedale Sant’Eugenio. Niente di nuovo all’orizzonte

anche perché le case della salute possono funzionare sul

territorio solo se in stretta sintonia con i medici di fa-

miglia, una sintonia che non ci sembra - ancora - essere

operativa. C’è poi il pericolo che con la creazione e il

potenziamento di queste nuove strutture (già superate

in altre regioni italiane) si tenti in qualche modo di ar-

rivare alla chiusura di interi reparti ospedalieri che

hanno invece una struttura ed una base di alta profes-

sionalità che oggi non può essere letteralmente trava-

sata in un altro contenitore. Se se bisogna investire

nella riorganizzazione del servizio sanitario molto me-

glio potenziare e riqualificare strutture ospedaliere che

nella città di Roma, e nell’intera regione Lazio, hanno

bisogno di investimenti, personale e attrezzature che

rispondano alle esigenze delle singole aree di compe-

tenza. Un ragionamento fin troppo semplice, evidente-

mente, per essere oggetto di attenzione da parte dei so-

loni della Cabina di regia. Quando nei prossimi mesi,

o nei prossimi giorni, si confronteranno sui temi del-

l’organizzazione del sistema sanitario Zingaretti e il

ministro Lorenzin non ci sarà certamente chiarezza di

idee ma fiumi di dichiarazioni. I due - possiamo scom-

metterci -annunceranno che anche la sanità del Lazio

cammina a passi veloci verso un nuovo sistema sanita-

rio che è stato capace fino ad oggi di procurare solo

danni agli operatori sanitari e ai loro assistiti. Aspet-

tiamo ancora che il sempre sorridente Zingaretti visiti

gli ospedali e le Asl del Lazio. La sanità regionale in-

tanto continua a piangere per i continui tagli ai fondi

e al personale.Il Corvo

Case della salute: il bluff continua

INCHIESTAC’è la crisi, rinuncio

al dentista. Ma forse

una via d’uscita c’èa pagina 12

ASL ROMA H

a pagina 14

Fabrizio d’Alba:

“Ho le carte in regola

per guidare l‘azienda”

Il pasticcio dei fondi

per l’emergenzaIl pasticcio dei fondi

per l’emergenzaServizio a pagina 11

Il CORRIERE DIROMA

DEFAULT CAMPIDOGLIOPer Ignazio Marino è praticamente finita, ma lui fa finta di niente. Se si facesse da parte tutti tirerebbero un sospiro di sollievo,

il Pd e i romani. Ci sarebbe un piccolo terremoto, ma anche la possibilità di mettere finalmente ordine.Palazzo Chigi ha imposto un piano di rientro pesantissimo che porterà a decisioni "pesanti". Un sindaco commissariato, imbrigliato riuscirà

nell'impresa? La città soffre, la rivolta serpeggia in tutti gli ambienti, le categorie produttive sono alle corde. Serve una scossa

Servizi a pagina 2-3-4-5

Il Corriere di Roma n.8 del 6 - mar. 2014_Layout 1 05/03/2014 13.38 Pagina 1

Page 2: IL CORRIERE DI ROMA - GIOVEDI' 6 MARZO 2014

giovedì 6 marzo 2014 pagina 2PRIMO PIANOIlCORRIEREDIROMA

Benservito al portavoce di Marino?DIETRO I FATTI MARCO GIRELLA HA ESAGERATO, FORSE VERRÀ SCARICATO

MA L’OBIETTIVO DELL’ATTACCO ERA IL SINDACO

A desso che il presi-dente del consiglioMatteo Renzi, il“rottamatore”, gli haimposto l’alto-là, di

fatto commissariandolo, tutti gli ti-rano le pietre. Qualcuna indiretta-mente, ma non per questo menopesante: è il caso di quella scagliatada Giuseppe Onorato, della ListaMarchini, contro il capo del suo uf-ficio stampa, Marco Girella. Mache aveva come bersaglio princi-pale proprio lui, il sindaco “mar-ziano” della Capitale, IgnazioMarino. Bersaglio, va detto subito,più che scontato: come non esseretentati di rinfacciare - a un sindacoalla guida di una città come Roma,di cui l’Italia ha scoperto grazie al“SalvaRoma” che è un buco nero didebiti e la cui amministrazione fanotizia ogni giorno per corruzionee sprechi di ogni genere - costi nonin linea con i proclami di austeritàe buona gestione fatti e ripetuti peressere eletti? Non stupisce quindi che, il giornoin cui il presidente del consiglio hapregato il sindaco Marino di smet-terla con “i piagnistei” e lo ha invi-

tato in tono perentorio a fare eco-nomie in Campidoglio prima di an-dare a chiedere soldi al governo, chiaveva qualche sassolino nellascarpa abbia deciso di toglierselo.Come ha fatto appunto Onorato.Favorito da un formidabile assist,va detto, di quella che è poi stata lasua vittima. Cioè Marco Girella, 53anni, di Cesena, noto agli appassio-nati anche come scrittore di gialli(sotto lo pseudonimo, se non sba-gliamo, di Mario Bettini). Rien-trando a casa, Onorato ha infattitrovato ad attenderlo una racco-mandata conla quale, comeha poi scrittosu Facebook,Girella lo ha“formalmentediffidato” e“minacciato dicitarlo in giu-dizio” per isuoi ripetutiriferimenti alfatto che per il suo lavoro sarebbe“pagato a peso d’oro”.Onorato, citando una delibera dellaGiunta, ha più volte affermato cheil giornalista “grava sul bilancio

2014” del Comune di Roma peruna somma di “170.787,53euro”. Cifra non contestabile,

che contiene anche i contributiprevidenziali e l’Irap. Ma è evi-dente che a sentire queste cifre, ilcittadino normale può essere por-tato a pensare che tutti quei soldi fi-

niscano nelle tasche di Girella. Ilquale, infatti, ha dichiarato allastampa che il suo stipendio netto èdi 57.000 euro netti l’anno e cheOnorato “fa finta che il costo azien-dale sia il mio imponibile lordo epoi mi attribuisce un premio di13.000 euro lordi che io prenderò

tra due anni se avrò ottenuto unaserie di risultati prefissati”. E’ evi-dente che l’attacco di Onorato è so-prattutto alle spese di Marino, il cuistaff di un’ottantina di persone (perl’esattezza 78, con sedici assunzioniin appena due mesi) incide per il2014 sul bilancio capitolino per 5,4milioni di euro, come documentatonell’autunno scorso dal Fatto Quo-tidiano. E non ha certo torto Renziche, al “marziano”, ha chiesto di co-minciare prima di ogni altra cosa afare economie. Ma Girella comun-que ha esagerato. In Campidoglionon era simpatico prima (uno deitanti “stranieri” imposto da Ma-rino) e lo è tanto meno ora. Qual-cuno dice che il potere, anche seriflesso, dà alla testa. Anche il suopredecessore ( il portavoce e inmolte occasioni la “voce” di Ale-manno) aveva finito per credere diessere lui il sindaco. Girella po-trebbe essere ora la vittima sacrifi-cale. Dicono che abbia già fatto lavaligia e stia per abbandonare l’in-carico. Fuori due, dopo le dimis-sioni del capo di Gabinetto EnzoFoschi un altro pezzo di “cerchiomagico” che se ne va. Anche inquesto caso non piange nessuno.

di Carlo Rebecchi

Sopra Marco Girella e a sinistra Alessandro Onorato

Il Corriere di Roma n.8 del 6 - mar. 2014_Layout 1 05/03/2014 13.39 Pagina 2

Page 3: IL CORRIERE DI ROMA - GIOVEDI' 6 MARZO 2014

CHI SALEdall’alto Daniela Morgante,Lionello Cosentino e Rita Cutini

CHI SCENDEdal basso Marco Girella,Raffaele Clemente e Marta Leonori

ORSINO

P della

Aria di resa dei conti in Campidoglio

il

Le convulse giornate deldecreto Salva-Romahanno messo in luce i

veri rapporti di forza all'in-terno del Campidoglio e nellacapitale che conta. Il sindacoMarino non ha dato certo ilmeglio di sé, i colonnelli delPd hanno faticato a mante-nere il controllo della situa-zione. Poi ne hanno

approfittato. Ha rischiato di affogareil potente Lionello Cosentino, hariacquistato peso l'assessore al Bilan-cio Daniela Morgante, alla quale orain molti guardano sperando nel mira-colo. Si è defilato come spesso gli ac-cade in circostanze di crisi ilvicesindaco Luigi Nieri (Sel se ne staalla finestra). Ad accrescere la confu-sione è arrivato il caso dell'acqua al-l'arsenico ed è tornato alla ribaltaquello dell'ex capo dei vigili AngeloGiuliani. Il nuovo. Raffaele Cle-

mente, ha continuato a pasticciare inmodo inconcludente. Con l'assessoreRita Cutini ha finto di affrontare la vi-cenda delle roulotte parcheggiate edei senzatetto che le abitato. Pervi-cace nel suo atteggiamento di chiu-sura, infine, l'assessore MartaLeonori. Guerra dei tavolini, guerradei camion bar. Niente da fare, intran-sigente nel non prendere una posi-zione decisa. Troppo poco per unassessore. Per ultimo teniamo l'imba-razzante vicenda del fedelissimo diMarino, Marco Girella. Vivere a lungoin determinate posizioni di potere puòdare alla testa. Il capo ufficio stampadovrebbe essere già sulla porta con lavaligia in mano. Hanno osato criticareil suo stipendio e il suo operato, lui haalzato la voce e ha inviato una diffidaad uno dei capi delll'opposizione.Quelli del Pd non aspettavano altro.Fuori, come è accaduto con Enzo Fo-schi. E adesso a chi tocca?

giovedì 6 marzo 2014 pagina 3 PRIMO PIANO IlCORRIEREDIROMA

L’AMARA LEZIONE DEL SALVA-ROMA LA CAPITALE È UN PROBLEMA PER RENZIIN COPERTINA

Ora che il “SalvaRoma” è cosa fatta,e il temuto “default” è per il mo-mento scongiurato, i cittadini ro-mani possono divertirsi a trovareuna soluzione a quello che è sicu-

ramente un “mistero”. Possono cioè cercare di ca-pire se il sindaco di Roma, Ignazio Marino, “è, oci fa”. Se cioè è un esponente della cosiddetta so-cietà civile, cioè non un politico di professione,capitato alla guida del Campidoglio per stranecoincidenze astrali, cioè un “marziano”, e quindinon capace di governare la Capitale; oppure se ilsuo modo (insoddisfacente) di gestire la città(nessun grande progetto realmente innovativo, al-meno finora, né per la gestione cittadina né perfare della città una “capitale europea”) sia dovutoalla assoluta mancanza di idee su come si governauna grande città. La protervia – i suoi fidi in Campidoglio la defi-niscono sicurezza - con cui il Sindaco ha lanciatola sfida al presidente del consiglio Matteo Renzi(“o il SalvaRoma o vengano i forconi”; “io bloccola città”) ha stupito l’Italia intera, e non soltantol’Italia leghista. La stragrande maggioranza dei ro-mani, si può esserne certi, si è sicuramente sentita

a disagio nel sentire il suo sindaco, che in otto mesinon ha fatto alcunché se non altro per ridurre i di-sastri e gli sprechi di un’amministrazione capito-lina da quarto mondo, “intimare” al capo delgoverno nazionale un intervento che, se attuato,dovrebbe essere esteso per coerenza a tante altrecittà con costi insostenibili per lo Stato. Perché unacosa è certa: lo Stato deve tener conto dei maggiorioneri di Roma in quanto Capitale; ma questo nonautorizza la Capitale ad una gestione fatta, come

detto, di spreghi e corruzione.L’invito di Renzi a Marino di smetterla con i “pia-gnistei”, e la conseguente decisione di condizio-nare l’aiuto alla Città ad un piano di risanamentoda sottoporre periodicamente al ministero del-l’economia e delle finanze, sembrerebbe mostrareche, secondo l’ex sindaco “rottamatore”, Marino“è, e nello stesso tempo, ci fa”. E questo significhe-rebbe, per Palazzo Chigi, che il pur bravissimochirurgo con tanto di prestigioso incarico negli

Stati Uniti è probabilmente diventato sindaco diRoma “per caso” (il “marziano”, appunto) e, ancheper questo, non ha alcuna idea su come si governiuna città. Cosa che invece Renzi sa fare. L’inadeguatezza del sindaco-ciclista pone ovvia-mente dei problemi non soltanto ai romani maanche al governo nazionale. Renzi, che è diventatopremier per far uscire l’Italia dalla “palude” nellaquale si dibatte da decenni, non può presentarsi inEuropa, e all’estero in generale, in una città comeè oggi la capitale: una città sporca, con le stradepiene di buche, vie e piazze che dovrebbero esserele più belle del mondo affollate di venditori ambu-lanti che impongono la “legge dei peggiori” allestesse istituzioni, con una rete di trasporti inaccet-tabile persino per paesi in via di sviluppo, conun’amministrazione pletorica che funziona malee riempie le pagine dei giornali di scandali causacorruzione.D’altra parte, il rampante presidente del consigliovenuto da Firenze non poteva neppure permet-tersi di accogliere i suoi interlocutori stranieri inuna città vittima di un default, cioè fallita. Logica,quindi la scelta fatta. A Renzi, però, si deve chie-dere di più: per rispetto ai cittadini romani che pa-gano le tasse, e sono tra i più tartassati del Paese,si deve chiedere a Marino, anzi lo si deve costrin-gere, a un piano di rientro dalla catastrofe finan-ziaria nella quale l’hanno fatta precipitare i sindacidegli ultimi trent’anni (tutti di sinistra, con la solaeccezione di Gianni Alemanno) verificato meseper mese, voce per voce. E in maniera inflessibile.Ora Marino dice di essere “contento” del fatto cheil governo gli chiede una migliore gestione. Ma, èla domanda, perché non ha preso alcuna iniziativain proposito? Perché si è limitato alla peraltro con-testatissima pedonalizzazione dei Fori, invece diaffrontare i problemi della sicurezza, degli abusivi,della corruzione, della cattiva gestione delle mu-nicipalizzate e via di seguito? Se non aveva fattonulla aspettando l’imput di Renzi, ha sbagliatotutto, se non altro perché non avrebbe dovutocreare a Renzi la prima “grana” da capo del go-verno. Quello che chiede Renzi a Marino è in so-stanza quello che molti, e in particolare questogiornale, sostengono da tempo. E che continue-remo a fare.Marino, è il calendario che lo dice, ha tre mesi ditempo – fino alla elezioni europee di fine maggio– per mostrare che ha capito la lezione. Per scen-dere da Marte sulla terra. Le “europee” saranno iltest decisivo. Se i partiti che lo sostengono perde-ranno le elezioni, questo segnerà la sua sorte; e lesue dimissioni, seguite da elezioni nella primaveradel 2015, saranno inevitabili, anche perché Renzi– che è segretario del Pd che è il principale partitoche sostiene Marino – vorrà fare di Roma l’esem-pio del cambiamento virtuoso che chiede all’Italiaintera.In questi giorni, quindi, si stanno definendo inquesta prospettiva i rapporti tra il Sindaco e la suamaggioranza. Con due ipotesi di percorso. Laprima è che Marino si dovrà allineare alle richiestedel Partito democratico nazionale. La seconda èche, nel frattempo, le forze politiche romane simetteranno al lavoro per individuare la maggio-ranza capace di sostenere il sindaco del dopo-Ma-rino. C’è chi parla di una maggioranza “renziana”,tutta di sinistra e riformista ma non massimalista;e chi invece pensa alla replica a Roma del modellodell’attuale governo, dove con la sinistra ci sono icentristi e il Ncd di Angelino Alfano. Nel primocaso il sindaco sarebbe del Pd; nel secondo circolagià il nome di Alfio Marchini.

di Carlo Rebecchi

Quel “marziano” se ne deve andareLa rissa tra premier e sindaco non può non avere strascichi pesanti. La situazione del Campidoglio è imbarazzante,

la città è impresentabile all’estero. Intanto ci sono un commissariamento di fatto e un umiliante piano di rientro

Il Corriere di Roma n.8 del 6 - mar. 2014_Layout 1 05/03/2014 13.39 Pagina 3

Page 4: IL CORRIERE DI ROMA - GIOVEDI' 6 MARZO 2014

giovedì 6 marzo 2014 pagina 4PRIMO PIANOIlCORRIEREDIROMA

A lla fine il Salva Romaè stato partorito. Mala cura è molto piùdolorosa della solaaddizionale Irpef

straordinaria (la più alta d'Italia)),ipotizzata a novembre con la Leggedi stabilità ma sempre sdegnosa-mente respinta al mittente dallagiunta capitolina. Eppure l'immobi-lismo di Ignazio Marino - che ha ag-gravato il buco - è responsabile inminima parte del disavanzo cronicodi un città che oltre alle radici nellastoria antica ha anche i debiti salda-mente incardinati addirittura neglianni Sessanta. Spiega il commissariostraordinario - arrivato in Campido-glio nel 2008 - Massimo Varazzani:"Ci sono ancora da pagare gli espro-pri dei terreni per le Olimpiadi diRoma del 1960". Pochi spiccioli, ri-spetto ai miliardi lasciati dalle piro-tecniche gestioni Veltroni, Rutelli eAlemanno, ma la dicono lunga sullagestione allegra degli ultimi 20 anni.Roma perde 100 milioni al mese, 3,3milioni al giorno. E il debito au-menta mostruosamente anche e so-prattutto stando fermi, visto che gliinteressi corrono e a pagare saremonoi.Oggi per far quadrare i conti annualidi Roma manca quasi un miliardodi euro l'anno (su 5,5) per far qua-drare il bilancio corrente. Con oltre 25 mila dipendenti diRoma Capitale e più di 31 mila nellesocietà municipalizzate, Roma è lapiù grande fabbrica di occupazioned'Italia. Più grande di Fiat. Il Cam-pidoglio controlla 26 municipaliz-zate con almeno 50 controllate, tracui spiccano tre veri big del settore,come Acea (energia e acqua). Ama(rifiuti) e Atac (trasporti). Ma men-tre Acea un po’ di utili li produce,nonostante gli stipendi faraoniciconcessi in allegria, le altre due so-cietà comunali realizzano solo per-dite continue e scandali (ricordateParentopoli e la storia dei bigliettifalsi?).

Marino, medico e chirurgo di livellointernazionale, non è riuscito a farrendere neppure che le 44 farmaciecomunali sono in perdita, e fino adoggi hanno cumulato più di 10 mi-lioni di euro di debiti. Una nota didemerito per un ricercatore che halavorato anche per gli americani. Secondo l'ultima analisi contabiledi Ernst & Young la Capitale ha undisavanzo strutturale pari a 1,2 mi-liardi all’anno. E la responsabilità de-riva proprio dal rosso delle societàcontrollate. Solo l’Atac in un decen-nio ha accumulato perdite per 1,6miliardi. Ed ogni anno costa al Co-mune 400 milioni, i famosi managerdella società di servizio di trasportopubblico invece di far pagare i bi-glietti hanno chiesto al Campidoglioun aumento dei trasferimenti (oltre500 milioni) per far quadrare i conti.

Certo i governi nazionali hanno con-tribuito al dissesto, o meglio hannosmesso di coprire i buchi degli inca-paci amministratori. Mario Montiha cancellato un trasferimento da500 milioni l’anno, Alemanno se neè pubblicamente lamentato ma haallestito il bilancio come se nullafosse cambiato, consapevole che siandava ad allargare il deficit. Poi conEnrico Letta è sparita l’Imu sullaprima casa e, ovviamente dei 700-800 milioni di gettito (su un totaledi 1,52 miliardi), Roma ne ha rice-vuto indietro solo una parte. Interessante controllare l'anno conl'aumento del debito: l’agenzia di ra-ting Fitch ha certificato: dal 2008 aoggi il Comune di Roma ha gene-rato nuovo debito. Per almeno unmiliardo di euro: 137 milioni nel2009, 122 nel 2010, 313 nel 2011,

255 nel 2012, 250 nel 2013. Com-plessivamente il debito di Roma trail 1999 ed il 2005 è salito da 5,7 a 6,9miliardi di euro. Poi con l’arrivo diAlemanno il buco esplode: si parladi 9 miliardi, poi di 10 quindi di 12,5e per la prima volta il termine «ri-schio dissesto» non è più un tabùimpronunciabile. Oltre all’ereditàdelle giunte di sinistra, compresi imaxi-mutui per le nuove metropoli-tane, l’ex primo cittadino Alemannodeve contabilizzare i mancati trasfe-rimenti da parte delle Regione (an-ch'essa in dissesto finanziario per lasanità) e molti debiti fuori bilancio,Ici non riscossa e multe non pagate.Sotto l'ultimo governo Berlusconila Capitale, caso unico in Italia, ot-tiene una legge per sanare tutto ilpregresso: e calcolando anche gli in-teressi il totale arriva a quota 20 mi-

liardi. Per smaltirlo ai romani è im-posta una addizionale Irpef, moltopesante, dello 0,4% che si assommaad una sovrattassa di un euro perogni passeggero che si imbarca aFiumicino. Ma non basta. Ci sono le cause, an-cora pendenti, per gli espropri delvillaggio olimpico di Roma 60, etutta una serie di altrui contenziosiaperti dai proprietari privati nei con-fronti del Comune. Una voce chepesa per 40-50 milioni di euro al-l’anno.Ora il governo Renzi guiderà il risa-namento da Via XX Settembre, doveè appena stato promosso sottosegre-tario Legnini in predicato di assu-mere le leve finanziarie delCampidoglio. Legnini lo farà madalla cabina di Regia del ministerodel Tesoro. Il rischio è che i romaninon solo pagheranno una Irpef co-munale monster ma si vedrannopure scippati di quelle municipaliz-zate che fanno utili, come Acea. Ilvero gioiello del Comune, è infattil’Acea: il Campidoglio controlla an-cora il 51% e nel cui capitale sonopresenti anche Caltagirone e i fran-cesi di Suez. Caltagirone è da anniche chiede, supplica, esige di met-tere le mani sul colosso energetico.Marino ha sempre giurato di volerlasciare l'acqua pubblica. Vedremocome andrà a finire. In un paese nor-male l'azienda verrebbe prima messasotto protezione (golden share),resa più appetibile e poi cedute adaltri soggetti quote non di controllo.In Italia temiamo di sapere comeandrà a finire: svenduta a prezzi disaldo per coprire (nemmeno total-mente) i buchi. Il problema è la responsabilità civilee penale degli amministratori. In unideale tribunale verrebbe trascinatoai ceppi non solo Ignazio Marino,per la disastrosa gestione delle fi-nanze capitoline. Ma almeno 20anni di amministratori e correspon-sabili. Ma sappiamo già che non suc-cederà nulla di tutto questo.

IL CAMPIDOGLIO NON HA PIÙ ALIBI. E FORSE LA CAPITALE SI SALVERÀI CONTI

La sfilata dei colpevoliE ora i romani paganoDebiti complessivi per 20 miliardi, disavanzo strutturale per 1,2 l'anno.Ogni giorno Roma perde 3,5 milioni per la politica disastrosa di Rutelli, Veltroni, Alemanno e anche Marino. Ora c'è il rischio che venga svenduta

Acea (a Caltagirone). Sotto la regia di Legnini al ministero del Tesorodi Leonardo Giocoli

QUI PUOI RITIRARE GRATUITAMENTE OGNI SETTIMANA LA TUA COPIA DE QUI PUOI RITIRARE GRATUITAMENTE OGNI SETTIMANA LA TUA COPIA DE IlCORRIEREDIROMA

Il Corriere di Roma n.8 del 6 - mar. 2014_Layout 1 05/03/2014 13.39 Pagina 4

Page 5: IL CORRIERE DI ROMA - GIOVEDI' 6 MARZO 2014

giovedì 6 marzo 2014 pagina 5 PRIMO PIANO IlCORRIEREDIROMA

DEFAULT CAMPIDOGLIOLe ore contate del piano di rientro

IL PUNTO PER ROMA DISMISSIONI E LIBERALIZZAZIONI SARANNO DECISE IN PARLAMENTO

Per Roma dismissionie liberalizzazioni sa-ranno decise in Parla-mento. E’ già pronto,infatti,un piano trien-

nale per la riduzione del disavanzoe per il riequilibrio strutturale di bi-lancio, strutturato secondo criteriben definiti che comprendono di-smissioni di società partecipate, li-beralizzazioni della gestione deiservizi di trasporto pubblico locale,di raccolta dei rifiuti, di spazza-mento delle strade e riequilibriodelle quote di personale nelle mu-nicipalizzate in perdita. Questi i cri-teri inseriti all'interno dell'ultimabozza del decreto legge Salva Romae sulla base dei quali lil Campido-glio deve provvedere a redigere ilpiano di rientro che viene richiestoa fronte delle anticipazioni di cassa(circa 570 milioni di euro per la ge-stione ordinaria sufficienti a man-tenere, al momento, i bilancicorrenti in pareggio.La bozza del dl, ancora non defini-tiva, ricalca quasi fedelmente il testolicenziato dalle Camere con l'inse-rimento delle norme contenute al-l'interno dell'emendamento diGiorgio Santini (Pd), approvato alarga maggioranza in Senato. In unaprecedente bozza, la parte relativaalle dismissioni e alle liberalizza-zione era stata cancellata lasciandototale autonomia a Roma capitaleper la stesura e il perseguimento delpiano di rientro e dell'equilibrio deiconti. Purtroppo ora la situazione èprecipitata e i margini di manovraper il sindaco Marino e della suagiunta sono davvero pochi. E’ comedire che i romani si trovano com-missariati dal Parlamento. Il sin-daco sembra vivere in un mondo aparte, immerso tra tagli di nastriinaugurali, presentazioni di libri (diamici suoi) nella sala della Proto-moteca e il programma dello stan-ziamento di diversi milioni di europer il Museo della Scienza. Roma habisogno di altro. In primis di averela riparazione delle strade-grovieradopo l’ondata del maltempo inver-nale, poi di bere acqua pulita e nonall’arsenico come sta succedendo aRoma Nord,; ancora, un piano pergli anziani lasciati sempre più soli ein carico alle famiglie, sia in terminidi costi che di cure. Solo per citarealcune questioni aperte. “Lassù”qualcuno deve voler bene ai romanie deve aver pensato di dare una“scossa” a questa vergognosa poli-tica che va avanti da decenni, anchecon l’alternanza politica sinistra- de-stra-sinistra. Una catena che colSalva Roma forse potrebbe final-mente spezzarsi. Quali sono le

di Stefania Pascucci

Maria Grazia Pecchioli -addetta stampa dell’assessore al Commercio Marta Leonori.Mail del17/02/2014 h. 16:31: «Stiamo preparando le risposte, con i dati avuti ora dagli uffici, che lefaremo avere non appena pronte». Ad oggi non le abbiamo ancora ricevute. Pubblichiamo dinuovo le domande all’assessore Leonori su degrado e abusivismo su via Cola di Rienzo.

1. Gli ambulanti sono tutti autorizzati dal Comune di Roma?2. Pagano gli allacci di energia elettrica, Ama, Tares e tutte le varie imposizioni fiscalilocali?3. Pagano il ticket per la sosta dei loro furgoni parcheggiati 24 su 24 sulle strisce blu?4. Le decine di abusivi che giornalmente vendono prodotti contraffatti e sostano coi loro banchetti di cartone, vengono sistem-aticamente sanzionati e allontanati?5. Alla luce di questo panorama degradante è evidente l'immagine di degrado che ne deriva e la pessima pubblicità per migliaia dituristi che si trovano in una di quelle strade conside- rate tra le migliori della capitale. Non pensa che tutto questo non crei un dannoalla città e ai commercianti di quel territorio?6. Ci può dare l'elenco (che è pubblico ma non si vede traccia in nessun sito di Roma Capitale) delle concessioni e dei titolaridelle medesime?7. Come mai ad oggi, dopo ben 4 mesi dalla entrata in vigore della legge quadro sul decoro urbano, come assessore non haancora definito con la Soprintendenza locale un regolamento per il divieto di permanenza degli ambulanti nei luoghi di pregiodella città?

Le domande che avremmo voluto fare all’all'assessore Leonori

colpe del primo cittadino? Sarebbecolpevole di non essere intervenutonei tempi giusti, l’anno scorso, comeaveva promesso durante la sua cam-pagna elettorale, sui conti in rossodel bilancio capitolino, attraverso lariduzione delle partecipate in per-dita, del numero delle poltrone neicda. Il centrosinistra al governodella Capitale era distratto, dovevaoccuparsi di assumere oltre due-cento persone senza avviso pub-blico, in quanto "amici", molti

addirittura senza titoli (ricordate ilcaso del vice sindaco Nieri e del suocapo di gabinetto pagato da diri-gente laureato benchè sprovvistodella laurea?). Peraltro il debito cre-sce, ogni giorno, centinaia di mi-gliaia di euro a causa degli enormiinteressi bancari. Adesso è scoppiatala prima grana seria, di cui però Ma-rino e i suoi addetti stampa hannopudore a parlarne pubblicamente.L’Atac si trova in esubero di perso-nale per 250 amministrativi, ma sa-

rebbero molti di più. Tanto che siparla di un piano di prepensiona-menti oltre alla solidarietà. Lo haconfermato l’amministratore dele-gato Danilo Broggi intervenendoqualche giorno fa in commissioneBilancio. Per evitare i licenziamentila municipalizzata del Trasportopubblico sarà costretta ad attuare unpiano di solidarietà per questi dipen-denti. Il costo annuale sarà ammor-tizzato mettendo per tre venerdì almese con lo stipendio ridott, tutti gli

amministrativi. «Questo – dichiaraAlessandro Onorato, capogruppolista Marchini - accade perché lagiunta Marino non ha avuto il corag-gio di tagliare i super dirigenti, leconsulenze esterne e gli inspiegabilisuperminimi. Marino e la sua giuntapreferiscono colpire in maniera in-discriminata tutti i dipendenti conun atto iniquo e vergognoso. Cosìper le colpe di alcuni pagherannotutti quei dipendenti che già ora ar-rivano a stento a fine mese».

Il Corriere di Roma n.8 del 6 - mar. 2014_Layout 1 05/03/2014 13.39 Pagina 5

Page 6: IL CORRIERE DI ROMA - GIOVEDI' 6 MARZO 2014

Li abbiamo raccon-tati la scorsa setti-mana i numeri del“mostro” Ater, unente con 486 di-

pendenti “proprietario” di52.000 alloggi, 2.702fabbricati,3.688 locali non abi-tati, 30.279 cantine, 19.174posti auto e 204 terreni . Un“mostro” che costringe i propriinquilini a vivere in standard daTerzo Mondo. Infiltrazioni d'ac-qua, pareti umide all'internodelle case, mancanza di ascen-sori in palazzi con oltre trepiani, e talvolta invece rotti. Ge-nitori di disabili che sono co-stretti a lasciare la carrozzina alpiano terra e portare di peso ifigli fino al terzo o quarto pianoe anziani reclusi nelle proprieabitazioni perché privi di qual-cuno che li aiuti a scendere o asalire. C’è di tutto, situazioni di-sastrose in contesti degradati,come Via Giovanni Porzio eVia di Monte Cucco , nel quar-tiere Trullo di Roma, dove il di-sagio colpisce i residenti di 20palazzine. Stessa situazioneanche a Garbatella e a MonteSacro. Marino ora troverà lascusa del default, del piano dirientro imposto dal governo perfar finta di non vedere. Che nondipenda direttamente da lui, che tocchi adaltri risolvere i problemi di migliaia di cit-tadini romani la cosa non cambia. Strate-gia dell’attenzione significa una azionedura, decisa. Il fraterno amico Zingarettiva disturbato per questo, al di là dei settori

specifici di competenza. La Nomenklaturanon può solo essere autoreferenziale. E ladifesa dei deboli non può essere lasciata aicani sciolti della politica, ai Robin Hood.«La denuncia che noi abbiamo fatto inquesti giorni all'Ater - ha detto Fabrizio

Santori, consigliere regionale del centrodestra - è di sequestro di persona». Allesegnalazioni, che ormai vanno avanti daanni, l'azienda risponde che mancano isoldi per adeguare le strutture agli stan-dard dell'edilizia, che prevedono l'instal-

lazione di ascensori in palazzinecon oltre tre piani. «Facendoparte della commissione politi-che abitative e lavori pubblici -ha continuato Santori - la solu-zione potrebbe essere di inter-venire con un pianostraordinario di edilizia ed in-tervento per realizzare degliascensori e la riqualificazionedegli immobili. Invece di spen-dere soldi nell'audiovisivo onelle comunità montane, chedovrebbero essere abolite, o inmanutenzioni costosissimenelle aziende ospedaliere senzaun contratto centralizzato chepermetta un risparmio cospicuoed evitando tutti gli sprechi checi sono e che ci sono stati nellasanità, si potrebbe fare cassa.Bisogna fare questi interventi,di edilizia popolare, che sonoprioritari nella città». Intanto,un primo passo è stato fattopubblicamente martedì scorso,con una conferenza stampa or-ganizzata in Via Giovanni Por-zio a cui hanno partecipato iresidenti. Una cosa è certa, que-sto è solo l'inizio, in programmac'è anche l'idea è di richiedereall'Ater una mappatura di pre-senze dei disabili, per poter co-noscere a fondo i numeri e leloro esigenze. Sono battaglie so-

litarie, la stampa - così attenta in altre oc-casioni - non prova nemmeno a misurarsicon realtà scomode da raccontare e da se-guire. Sempre le stesse miserie da raccon-tare ai lettori, non paga mai nessuno.Santori non la pensa così.

giovedì 6 marzo 2014 pagina 6CRONACHEIlCORRIEREDIROMA

Infiltrazioni d'acqua, pareti umide all'interno delle case, mancanza di ascensori al Trullo, alla Garbatella e a Montesacro. Servono un piano straordinario di edilizia e la riqualificazione degli immobili

di Alessandra De Gaetano

E noi denunciamo l’Ater per sequestro di personaLA BATTAGLIA DISPERATA CONTRO IL “MOSTRO” CHE COSTRINGE I SUOI INQUILINI A VIVERE IN UNA SITUAZIONE DI ASSOLUTO DEGRADOSCENARI

“Il reclutamento degli inse-gnanti della scuola pubblicanon può essere quello della

chiamata diretta adottata negli isti-tuti privati: per rimodulare il sistemad’istruzione italiano non servonocolpi di mano, ma basterebbe solorispettare l’imparzialità derivantedall’esito dei pubblici concorsi, chedevono rimanere l’unico ‘filtro’ me-ritocratico per l’accesso nell’istru-zione come già avviene per legge intutti i comparti dell’amministrazionestatale”. È quanto sostiene MarcelloPacifico, presidente Anief e segreta-rio organizzativo Confedir, dopo cheil neo-Ministro dell’Istruzione, Stefa-nia Giannini, ha oggi dichiarato allacarta stampata che “le scuole,come strutture pubbliche devonodare conto delle scelte che fanno,possono operare delle scelte e sulla

base di esse valutate e premiate”.“Forse il Ministro – continua Paci-fico – non ha ben chiaro che creare

un modello di scelta del personaledocente gestito a livello di singolascuola andrebbe a determinare una

parcellizzazione dei criteri e dellemodalità selettive. Con la risultantesicura di incrementare il già alto nu-mero di contenziosi. Viene poi dachiedersi chi avrebbe l’onere di ge-stire la selezione dei docenti e la va-lutazione dei loro curricula di studioe professionali: non è bastata – con-clude il sindacalista Anief-Confedir -l’esperienza dei commissari dell’ul-timo concorsone, malpagati e co-stretti a rinunciare alle ferie perportare a termine le graduatorie deivincitori?”.Il sindacato ritiene che sarebbe de-cisamente più opportuno adottareun modello selettivo e meritocraticonazionale. Anche se da rivedere inalcune parti, concettualmente si po-trebbe utilizzare come rifermentoquanto stabilito di recente dal Miurper l’accesso alle Facoltà universi-

tarie di Medicina: in questo caso,l’individuazione dei vincitori avviene,infatti, per scorrimento dei vincitori,al termine di una prova unica gestitaattraverso un bando nazionale.Anief non comprende, infine, comesi possa pensare di introdurre unmodello organizzativo di recluta-mento che superi le già avvenuteselezioni pubbliche di tante decinedi migliaia di docenti, tra concorsi,Tfa ordinario e Pas. Invece di trovareuna collocazione a questi inse-gnanti, come meritano, all’internodelle GaE, si continua a mettere indiscussione le loro capacità di futuridocenti. Come se non fossero già inpossesso di adeguati titoli di studio,abilitazioni, specializzazioni e ido-neità all’insegnamento.

(www.anief.org)

ISTRUZIONE / ANIEF: IL MINISTRO GIANNINI SCAMBIA LA SCUOLA PUBBLICA PER QUELLA PRIVATA

I prof non si scelgono per chiamata diretta

Il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini

Il Corriere di Roma n.8 del 6 - mar. 2014_Layout 1 05/03/2014 13.39 Pagina 6

Page 7: IL CORRIERE DI ROMA - GIOVEDI' 6 MARZO 2014

giovedì 6 marzo 2014 pagina 7 CRONACHE IlCORRIEREDIROMA

Tutti prima o poi devonofare i conti con la capitale,centro della politica, degliaffari e della burocrazia mi-nisteriale. Anche e soprat-

tutto in tempo di crisi. Certe pratichevanno sbrigate e tenute sotto controllo,costa ma è necessario. Serve una base, maaziende e professionisti di ogni settorepreferiscono affidarsi a soluzioni tempo-ranee, convenienti e funzionali. Ed il fe-nomeno dei business center decolla e siallarga. C’è margine di guadagno per tuttie la possibilità di posti di lavoro, Parliamodi strutture che erogano servizi di affittoflessibile di uffici arredati con segretariaintegrata. Varianti?'ufficio residence', 'uf-ficio arredato a tempo', 'ufficio a noleggio'.Ma il concetto è lo stesso. Come nei resi-dence i clienti utilizzano la struttura perun periodo di tempo variabile (per ore,giorni, mesi o anni), pagando un prezzoin cui sono già inclusi tutti i servizi messia loro disposizione in modo centralizzatoe le spese sostenute dal fornitore: elettri-cità e altre utenze, linee telefoniche, colle-gamento a internet, postazioni di lavorogià arredate, manutenzione ordinaria estraordinaria, sorveglianza, pulizia easporto dei rifiuti. Inoltre la segreteria e lareception operano esattamente come sefossero parte dello staff dell''affittuario',prendendo nota delle telefonate, racco-gliendo la posta e accogliendo i suoiclienti per tutto l'arco della giornata. Unasoluzione quasi perfetta.

In Italia i primi business center sono ap-parsi negli anni '70 a Milano, ma Romaoggi per i motivi già citati fa la parte delleone. Basta una semplice ricerca sul webper verificare, gli operatori nascono e simoltiplicano. La leadership del mercato èovviamente appannaggio di pochi. Comeuna multinazionale straniera e la realtàtutta italiana del Pick Center del dr. Lo-renzo Cea e della dr.ssa Marzia Bucci..'Abbiamo iniziato nel 1988 con la sede divia Regolo 19 - racconta la Bucci - Al-l'epoca la gente non capiva bene cosa fosseun business center. Molti erano ancora le-gati alla mentalità secondo la quale nonavere un ufficio di proprietà con tanto ditarga poteva costituire un danno alla pro-

pria credibilità professionale. Col passaredel tempo quella mentalità è scomparsa el'utilità del nostro servizio è stata recepita'.Oggi Il Pick Center dispone di 4500 mq,per un totale di 450 postazioni di lavorodistribuite su tre sedi: si sono aggiuntequella di via Boezio 6, nel quartiere Prati,e quella dell'Eur in Piazza Marconi 15 -nella bella cornice del Palazzo dell'ArteModerna.”Di questa soluzione attrae laflessibilità, sia da un punto di vista tempo-rale che di spazi- spiega la manager - si puòaffittare un ambiente lavorativo per pocheore o pochi giorni, ma anche per mesi oanni; si può iniziare con una sola posta-zione e arrivare a 100 senza dover mai im-barcarsi in spese strutturali; quando e se

si volesse far uso di una sala riunioni o diun ufficio di rappresentanza particolar-mente lussuoso, si potranno affittare peril tempo necessario; e così via”Anche grazie a questa elasticità, per cosìdire, genetica, dall'inizio della loro storiaa oggi i servizi offerti dai business centersi sono evoluti e diversificati. Si parla, adesempio, di 'virtual office': la domicilia-zione ha sempre fatto parte dell'offerta,ma operatori come il Pick Center dannola possibilità di avere un recapito postalea Roma, così come un numero di tele-fono/fax e un servizio di voice mail sem-pre attivo. Il cliente istruisce la segreteriasulle modalità di gestione dei contatti edè tenuto costantemente informato viaemail. Altra interessante novità è il cosid-detto 'coworking': 'Sono postazioni di la-voro economiche, subito operative, inspazi condivisi con altri professionisti -spiega la Bucci - Da una parte si sfuggealla solitudine del lavoro da casa e sipunta sulla socializzazione, da cui pos-sono nascere collaborazioni e in generaleopportunità lavorative di interscambiocon altri operatori economici. Dall'altrasi ha la possibilità, con un investimentomensile minimo, di usufruire di tutti i ser-vizi che mettiamo a disposizione, adesempio la fibra ottica dedicata. In gene-rale - non solo per il coworking - si trattadi servizi che si pongono ad un livello diqualità che il professionista stenterebbea raggiungere in proprio, non riuscendoa sostenerne i costi.

SI ALLARGA LA RETE DEI “BUSINESS CENTER”NELLA CAPITALE. FUNZIONALI E CONVENIENTIIN CONTROLUCE

di Lorenzo Marziali

Marzia Bucci

Un ufficio “a tempo”? È un affare per tutti

Tutte le strade portano a Roma, anche in tempo di crisi un numero crescente di società e professionisti ha bisogno di una base operativa temporanea per gestire affari e rapporti con clientela e Ministeri. E la città si attrezza con un’offerta sempre

più ampia e articolata. Profitti e nuovi posti di lavoro. La novità del “Coworking”

Il Corriere di Roma n.8 del 6 - mar. 2014_Layout 1 05/03/2014 13.39 Pagina 7

Page 8: IL CORRIERE DI ROMA - GIOVEDI' 6 MARZO 2014

UTREPANUOV

ARUVA

45 €

€Otturazione se

70

395 €

mplice estetica

0 €

Impianto

575

endosseo

5 €la

a tua visitaPrenota

Igiene denta

45 €

lLe NUOV

ale

ltà i DENTAE FRONTIERE

Corona ceramica

395 €

LCOOPE dell'implan

(escluso mImpianto

ntologia

moncone)endosseo

impegnosenza

l'mediantemancantilae'L'implantologia

semplici ai piu' completrapidiconepaziente

tecnicheconoperano

sono real

Nelleorealcunedopo

nedirettamente'inserimentooddell'specialisticabranca

essi con successi a 15 anni dasoluziTaliguarigione.ditempiimpatbassoaovvero"soft"e

ltà in DENTA

possiaDENTALCOOPclinichee

titanioinimpiantidill'ossodioccupasicheontoiatria

all'inserimento del 96-97%. caituttiinapplicabilisonoioni

pocoindolore,biologico,ttoiDENTALCOOP

LCOOP

grazrisolvereeaffrontareamo

sosterranno chedenti isostituire

clinicasiinvalida

specialisti nostri

all'eszie

UNITÁ

DENTALCOOPper noi csoddisfatto,paziente

presenzallaconnessischirurghi,nostridei

Nelleore.alcunedopo

il miglior viatico pubblicitario.

ROMÁ DI

questoasottopostoe'sichemaallaemobiliprotesidiza

compropartenzainsituazionipossiaDENTALCOOPcliniche e

ce

MA

nostrineiinterventoditipoelemenpiu'ounodiancanza

limitecasirisolvereeomessegrazrisolvere,eaffrontareamo

rap

RISERVATOAMPIO PA

entridentnti

proeeall eszie

O AI PAZIENTIARCHEGGIO

Via della Ma06 66510674 tel. 06UNITÁ

aglianella 65/R - 00- 06 66510675 fax

6 665156ROMÁ DI

0182 - Roma06 66514142

626MA

sabaanche

Ape

www.roma1@d

ato ilrti

.dentalcoop.itdentalcoop.it

Il Corriere di Roma n.8 del 6 - mar. 2014_Layout 1 05/03/2014 13.40 Pagina 8

Page 9: IL CORRIERE DI ROMA - GIOVEDI' 6 MARZO 2014

LazioLaziola

del

anitàSSNUMERO 8 ANNO LXVII GIOVEDI 6 MARZO 2014

Da Rosi Bindi a Beatrice Lorenzin, lecase della salute sono e rimangono unbluff istituzionale. Il Presidente Zinga-retti, non avendo altro su cui basarsi,lancia anche nel Lazio le case della sa-

lute che dovrebbero essere - ma non sono - il punto diriferimento per una sanità territoriale che a dispettodelle aspettative seguita a fare acqua da tutte le parti.Ci riuscirà? Viste le premesse c’è da dubitarne.Un po’ di storia non guasta. Subito dopo le dimissioniforzate di Piero Marrazzo l’allora vicepresidente dellaGiunta (di sinistra) Montino, in pieno accordo con ilDirettore Generale della Asl RM B Paccapelo, aprì inun municipio politicamente “amico” Montino, unasorta di Casa della salute, che è diventata, con il pas-sare del tempo, una vera e propria dependance del-

l’ospedale Sant’Eugenio. Niente di nuovo all’orizzonteanche perché le case della salute possono funzionare sulterritorio solo se in stretta sintonia con i medici di fa-miglia, una sintonia che non ci sembra - ancora - essereoperativa. C’è poi il pericolo che con la creazione e ilpotenziamento di queste nuove strutture (già superatein altre regioni italiane) si tenti in qualche modo di ar-rivare alla chiusura di interi reparti ospedalieri chehanno invece una struttura ed una base di alta profes-sionalità che oggi non può essere letteralmente trava-sata in un altro contenitore. Se se bisogna investirenella riorganizzazione del servizio sanitario molto me-glio potenziare e riqualificare strutture ospedaliere chenella città di Roma, e nell’intera regione Lazio, hannobisogno di investimenti, personale e attrezzature cherispondano alle esigenze delle singole aree di compe-

tenza. Un ragionamento fin troppo semplice, evidente-mente, per essere oggetto di attenzione da parte dei so-loni della Cabina di regia. Quando nei prossimi mesi,o nei prossimi giorni, si confronteranno sui temi del-l’organizzazione del sistema sanitario Zingaretti e ilministro Lorenzin non ci sarà certamente chiarezza diidee ma fiumi di dichiarazioni. I due - possiamo scom-metterci -annunceranno che anche la sanità del Laziocammina a passi veloci verso un nuovo sistema sanita-rio che è stato capace fino ad oggi di procurare solodanni agli operatori sanitari e ai loro assistiti. Aspet-tiamo ancora che il sempre sorridente Zingaretti visitigli ospedali e le Asl del Lazio. La sanità regionale in-tanto continua a piangere per i continui tagli ai fondie al personale.

Il Corvo

Case della salute: il bluff continua

INCHIESTAC’è la crisi, rinuncioal dentista. Ma forseuna via d’uscita c’è

a pagina 12

ASL ROMA H

a pagina 14

Fabrizio d’Alba: “Ho le carte in regola per guidare l‘azienda”

Il pasticcio dei fondi per l’emergenza

Il pasticcio dei fondi per l’emergenza

Servizio a pagina 11

Il Corriere di Roma n.8 del 6 - mar. 2014_Layout 1 05/03/2014 13.40 Pagina 9

Page 10: IL CORRIERE DI ROMA - GIOVEDI' 6 MARZO 2014

giovedì 6 marzo 2014 pagina 10Laziola delSSanità Lazio LA MAPPA DEL POTERE

Asl Roma A CENTRO STORICODirettore Generale Camillo RiccioniDirettore sanitario Barbara GiudiceandreaDirettore Amministrativo Alessandro Moretti

Asl Roma B CENTRO STORICODirettore Generale VITALIANO DE SALAZAR

Direttore sanitario Concetto Saffioti ffDirettore Amministrativo S. Cenciarelli

Asl Roma C EUR E DINTORNIDirettore Generale CARLO SAITTO

Direttore sanitario Daniela Ghirelli ffDirettore Amministrativo Giancarlo Gava

Asl Roma D DA TRASTEVERE A OSTIADirettore Generale Vincenzo PanellaDirettore sanitario Vittorio Chinni ff (in scadenza)

Direttore Amministrativo Alessandro Cipolla

Asl Roma E DAL VATICANO A BRACCIANODirettore Generale Angelo TaneseDirettore sanitario Francesco SicilianoDirettore Amministrativo Maria Velardi

Asl Roma F CIVITAVECCHIADirettore Generale Giuseppe QuintavalleDirettore sanitario Antonio Carbone Direttore Amministrativo Duilio Iacobucci

Asl Roma G TIVOLI, GUIDONIA, SUBIACODirettore Generale GIUSEPPE CAROLI

Direttore sanitario Federico Guerriero (in scadenza)

Direttore Amministrativo Daniele Aguzzi (in scadenza)

Asl Roma H CASTELLI, ANZIO, NETTUNODirettore Generale FABRIZIO D’ALBA

Direttore sanitario Antonio Celiberti ffDirettore Amministrativo Giovannino Rossi ff

Asl ViterboDirettore Generale LUIGI MACCHITELLA

Direttore sanitario Patrizia ChierchiniDirettore Amministrativo Daniela Donetti (in scadenza)

Asl FrosinoneDirettore Generale ISABELLA MASTROBUONO

Direttore sanitario Roberto TestaDirettore Amministrativo Luca Di Maio

Asl LatinaDirettore Generale MICHELE CAPOROSSI

Direttore sanitario Ennio Bruno CassettaDirettore Amministrativo Ulderico Rossi

CommissarioFacente funzioneA rischio?VacanteIn uscita a

LEGENDA

Con il fiato sospeso in attesadella seconda raffica di nomine

Z ingaretti traccheggia. Aspetta che scadano i contrattidegli ultimi manager per attuare la seconda raffica dinomine. Ineccepibile formalmente, politicamente sba-

gliato. Quella manciata di poltrone da avvicendare è per primidella classe, meglio decidere in fretta e consentire loro di la-vorare in fretta. S.Camillo, S.Andrea, Ifo, S.Filippo Neri, Spal-lanzani, sono tutte corazzate della sanità abbandonatepraticamente a loro stesse, in questo clima di precarietà e in-certezza. Le conseguenze come al solito le pagano gli utenti.

San Giovanni AddolorataDirettore Generale ILDE COIRO

Direttore sanitario Gerardo A. Corea (scaduto)

Direttore Amministrativo Massimiliano Gerli

Sant’AndreaDirettore Generale Egisto Bianconi ffDirettore sanitario Francesco Stella ffDirettore Amministrativo Egisto Bianconi

San Filippo NeriCommissario Filippo Sommella Direttore sanitario Patrizia Magrini ffDirettore Amministrativo Manuel Festuccia ff

SpallanzaniDirettore Generale Lorella Mengarelli ffDirettore sanitario Andrea Antinori ffDirettore Amministrativo Lorella Mengarelli

San Camillo ForlaniniDirettore Generale Aldo Morrone (in scadenza)

Direttore sanitario Caterina Elisabetta Amoddeo ffDirettore Amministrativo Francesca Milito ff

Policlinico Universitario Umberto IDirettore Generale Domenico AlessioDirettore sanitario Amalia AlloccaDirettore Amministrativo Marta Branca

IfoDirettore Generale Lucio CapursoDirettore sanitario Marina CerimeleDirettore Amministrativo Giorgio Marianetti

Ares 118Direttore Generale MARIA PAOLA CORRADI

Direttore sanitario Domenico Antonio IentileDirettore Amministrativo Giosuè Calabrese (in scadenza)

AZIENDE OSPEDALIERE

Asl RietiDirettore Generale Laura FigorilliDirettore sanitario Pietro Scanzano (in scadenza)

Direttore Amministrativo Adalberto Festuccia(in scadenza)

È la prima realtà della Filiera Agricola Italiana. Produttori agricoli e consumatori condividono gli stessi valori attraverso partnership con il commercio qualificato con l’obiettivo di garantire sul mercato un prodotto italiano sicuro e rispettoso dell’ambiente. Il legame tra olio e territorio, delle filiere tracciate Unaprol, rappresenta un binomio indissolubile. L’origine certa italiana, proposta come offerta di qualità unica e irripetibile perché non è clonabile, conferisce all’olio extra vergine di oliva di alta qualità un carattere distintivo che è l’anima della Filiera Olivicola Italiana.È un progetto innovativo, esclusivamente italiano, aperto a tutte le imprese che condividono questi valori e che ha come compagni di viaggio la distribuzione moderna e l’industria alimentare.

abbiamo creato un ponte con i consumatori

Oli extra vergine di oliva della filiera agricola italiana

www.filiereunaprol.it www.unaprol.it

legIlmerccon

coe alÈ

ba

territorioeoliotragameitaliano prodotto un cato

qualificatocommercio il glcondividono nsumatori AareiliFalledàtlaeramirp

ocinocercomaibb

tracciatefilieredelleodell’arispettoso e sicuro garadi l’obiettivo con o

paattraverso valori stessi i ottudorP.anailatIalocirgA

irotamusnoopnuotae

Unaprolambiente.

sul antire artnership

i locirgairo

e tno

.wwue

vdi

imprunÈ

cun cloè

proprapp

legIl

mdistribuzione la iaggio

quecondividono che rese escluinnovativo, progetto

l’aè che distintivo carattere all’olio conferisce onabile,

quadi offerta come posta indbinomio un presenta

territorioe olio tra game

alil’industria e moderna

ccome ha che e valori esti apertoitaliano, usivamente

OlivicolaFiliera della anima aldi oliva di vergine extra

peirripetibile e unica alità certa’origineLL’issolubile.

tracciate filiere delle o,

imentare.

compagni le tutte a o

Italiana.a qualità lta

non rché italiana, a

Unaprol,

fialledeilO

anailatialocirgaareilfi

a viloidenigrevartxe

Il Corriere di Roma n.8 del 6 - mar. 2014_Layout 1 05/03/2014 13.41 Pagina 10

Page 11: IL CORRIERE DI ROMA - GIOVEDI' 6 MARZO 2014

giovedì 6 marzo 2014 pagina 11 Laziola delSSanità LazioPRIMO PIANO

Il pasticcio dei fondi per i Pronto Soccorso,erano parcheggiati dallo scorso giugno

L’EDITORIALE

ORSINO

S dellail

CHI SALEdall’alto Devid Porrello, Luca Gramazio, e Fabrizio Santori

CHI SCENDEdal basso Flori De Grassi, Michele Caporossie Angelo Tanese

I nuovi manager girano a vuoto. Ma non c’è tempo da perdere

Il direttore generaledella Asl di Latina, Mi-chele Caporossi, si è

trovato nel bel mezzo diuna bufera. L’emergenzaPronto Soccorso al Go-retti, con corollario di in-fermieri picchiati e ditensione latente. Certonon ha avuto un buon ap-

proccio con l’ambiente. Chissà cosa sipensava di trovare nel Pontino. Giraancora a vuoto, nel senso che è an-cora un fantasma, il nuovo managerdella Asl RmD, Vincenzo Panella.Della serie “Chi l’ha visto?”. Altrogrosso punto interrogativo è il respon-sabile della Asl RmE Angelo Taneseche continua a giocare a rimpiattinosulla vicenda Rafhael: se sa cose chenon sappiamo le dica. Del nuovo Dgdella Asl dei Castelli Fabrizio d’Albascopriamo ora il tratto e il sentire,

prima era un fantasma. Adesso le cosecominceranno finalmente a marciare?Bravo Devid Porrello, consigliere re-gionale M5S, a svelare gli altarinidella Giunta, e bravi gli instancabiliLuca Gramazio e Fabrizio Santori atenere sotto pressione Zingaretti conle loro denunce. Se non ci fossero lorola Giunta la passerebbe sempre lisciae il mondo sarebbe ammirato per legesta del governatore. Lui sbaglia manon lo sa, le sue anime nere, dal capodi gabinetto Maurizio Venafro, allaDg Flori De Grassi,al responsabiledella cabina di regia AlessioD’Amato, alla ineffabile Maria TeresaPetrangolini sono direttamente re-sponsabili della fase di stallo in cuiversa la sanità laziale. E il sub-com-missario Renato Botti? Pare che par-tecipi alle riunioni e prenda appunti.Mai una dichiarazione, mai un inter-vento. Altro che sottoMarino…

Era ora, Zingaretti apre i cor-doni della borsa, trentacin-que milioni di euro perinterventi per i Pronto Soc-corso e le aree di emergenza

da spendere in fretta. Non c’è solo da cri-ticare, quando qualcosa funziona bisognadirlo. Anche perché, paradossalmente,questa notizia è circolata poco. Eppure èimportante, visto che ciascuna azienda ri-ceverà la stessa cifra, un milione e675mila euro per tamponare le sue di-verse emergenze. Troppo bello per esserevero, dov’è il trucco? Lo svela Devid Por-rello, consigliere di M5S: “il tesoretto”era già stato stanziato a giugno con la dgr136/2013 ma i lavori non erano mai ini-ziati. Siamo cosi arrivati a febbraio 2014dove, vista la "somma urgenza", la giuntaautorizza ad effettuare le opere con unaprocedura semplificata che non fa preve-dere nulla di buono. “La Giunta regio-nale ha deliberato di fornire alle Asl e alleaziende ospedaliere pubbliche un ‘teso-retto’ di 35 milioni di euro destinato a fi-nanziare interventi di manutenzionestraordinaria di ambulatori, reparti, uffici

e aree di accesso, ma soprat-tutto i pronto soccorso el’area dell’emergenza. - silegge nella nota della Re-gione Lazio - Il fondo èstato ripartito in modouguale tra le 21 aziende ope-rative del sistema regionale.Ogni azienda riceverà lastessa cifra, pari ad un mi-lione e 675mila euro. Unicaeccezione è la Asl C che in-vece riceverà un supple-mento di 900mila euro,portando il finanziamentocomplessivo a circa 2 mi-lioni 600mila euro, dovendofar fronte a lavori indifferi-bili prescritti dai Vigli delFuoco con un verbale delloscorso 9 gennaio”. E ve-niamo alla modalità di ur-genza dell’affidamento delleopere da realizzare . “ Sitratta di una indicazioneoperativa utile ad evitarelungaggini burocratiche nel-l’affidamento dei lavori

stessi, ma indispensabile per realizzarlein breve tempo, si tratta infatti di lavorinecessari a garantire l’erogazione di unaqualità assistenziale accettabile in tutte leaziende e tutti gli ospedali del Lazio e ri-solvere le situazioni che presentano mag-giori criticità strutturali come nel casodei pronto soccorso. Spetta ai nuovi di-rettori generali – conclude la nota dellaRegione - definire un piano di utilizzo diqueste risorse. Ogni Azienda, Ospedale oIrccs della rete regionale deve concluderei cantieri, compreso il collaudo, entro enon oltre il 31 ottobre di quest’anno, se ifinanziamenti non saranno utilizzatientro la data prevista le somme residuetorneranno alla Regione”. A pensare malenon si fa peccato. I ritardi rischiano disprecare quelle risorse. Con questa pro-cedura verranno scavalcati lacci e lac-ciuoli e ogni responsabilità tocca ai nuovimanager. Dieci mesi per spendere quel fi-nanziamento e ottenere un risultato. Unabella sfida visto lo stato dell’arte e lo sfa-scio del sistema complessivo.Zinga intanto ha finalmente inauguratouna casa della salute. Con grande enfasi ediscorsi trionfalistici. Era ora, è indietrosul programma. La struttura di Sezze eraun ospedale praticamente dismesso,svuotato, un’ottantina di posti letto persi,un futuro incerto per i dipendenti rima-sti. Al di là delle cose dette e ripetute nons’è mica capito bene a cosa servirà la casadella salute di Sezze, la amministrazionenon ha fatto i salti di gioia e la popola-zione è rimasta abbastanza fredda. Iltempo sarà buon giudice. Il Lazio aspettaintanto con trepidazione che il governa-tore e i suoi uomini guardino ad unaemergenza reale, quella di posti in Rsache mancano all’appello. Sono anni chetutti i presidenti li promettono, almenoottomila. Ma non succede mai nulla. Ep-pure sono molto più necessari delle casedella salute.

Il Corriere di Roma n.8 del 6 - mar. 2014_Layout 1 05/03/2014 13.41 Pagina 11

Page 12: IL CORRIERE DI ROMA - GIOVEDI' 6 MARZO 2014

giovedì 6 marzo 2014 pagina 12Laziola delSSanità Lazio PRIMO PIANO

Mi tengo il mal di denti o vado all’estero. Ma il “turismo odontoiatrico” a fronte dei risparmi non offregaranzie e presenta anzi rischi non indifferenti. La risposta pubblica non c’è, i privati si arroccano in difesa

o si consorziano. E c’è chi riesce a offrire cure low cost, professionalità e attrezzature avveniristiche

C’è la crisi, le famiglie ri-sparmiano dove possono,le spese sanitarie non diassoluta necessità e ur-genza sono le prime ad es-

sere tagliate. Si soffre, ma non ci si cura, comeemerge in modo inquietante, ad esempio, daidati relativi al quadrante odontoiatrico. Lasindrome della “poltrona vuota” ha conta-giato una buona fetta dei 58.242 dentisti ita-liani (uno ogni mille abitanti contro unamedia Ue di 1 ogni 2000; prima di noi ci sa-rebbero solo Grecia e Irlanda.) Il calo dei pa-zienti ha toccato il 30/35% soprattutto nelcentro nord con punte elevate a Milano e nel-l'hinterland. A Roma la situazione è piuttostocritica, poco poco più di mille dentisti nellacapitale (tremila nel Lazio) a fare i conti conla volatilizzazione della clientela. E pensareche dove il Servizio Sanitario Nazionalecopre solo il 5% delle prestazioni ovvero in-terventi di base, carie, estrazione, pulizia, conliste di attesa che arrivano anche a sei mesi.Tutto il resto è in regime di intramoenia e icosti sono piuttosto alti, soprattutto per im-pianti e protesi. Proprio in questi giorni Zin-garetti ha inaugurato al PoliclinicoUniversitario Umberto primo quello che hadefinito “il più grande centro di odontoiatriasociale d’Italia”. Puro marketing, un centronon fa la differenza in una città come Roma.L’alternativa a tenersi il dolore spendendo lospendibile in analgesici fin che è possibile? Ilfenomeno del “turismo odontoiatrico” -qualcuno li chiama”viaggi della speranza “ -verso paesi e prestazioni che possano coniu-gare qualità a un prezzo più contenuto, i qualiperò impiegano tecnologie e metodologiechirurgiche non consone agli standard dellenazioni più progredite. Si stima che nel 2011circa 100.000 pazienti italiani si siano rivoltiper cure dentarie all’estero [Croazia-Slove-nia-Ungheria-Romania-Bulgaria-Albania-Tunisia] incentivati, appunto, da costi moltopiù convenienti di quelli praticati in Italia. Laspesa complessivamente sostenuta è stimata

equivalente a c.a. € 450.000.000,00. I denti-sti, quelli bravi soprattutto, si difendonocome possono, si consorziano, tentano di rea-gire. Il presente e il futuro sono rappresentatida poliambulatori e cliniche private e specia-lizzate nella cura e nella salute dentale. Lepubblicità ammiccano sornione dai cartel-loni pubblicitari che promettono cure sicuree garantite, prezzi modici e tempi rapidi. Cisono delle organizzazioni importanti, concentri sparsi lungo tutto il territorio, chestanno colonizzando Roma. Vitaldent, adesempio, sbarcata da un decennio ormai nellacapitale. Impenetrabile, i laboratori sono apiano terra, sembrano negozi, difficile parlarecon i responsabili, difficile avere informa-zioni che non siano quelle basiche. Inutili perun’inchiesta. Prezzi non banali, anzi, si pagatutto cash o facendosi finanziare l’intero im-porto. Ci sono i centri clinici Bludental. Pun-tano molto sul web, il loro sito offre servizimirabolanti (i prezzi sono di mercato) e mas-simo confort alberghiero, oltre alla sicurezzagarantita dagli impianti avveniristici. Ma ci sipuò fidare di quel che si legge? E si può pro-vare, verificare rischiando di sacrificare lapropria dentatura? E ancora Ars Dental, pa-gamenti e finanziamenti fino a 5 anni, le Cli-niche dentali Bona, aperte anche ladomenica, le Cliniche LCO (sedi all’Eur e aPrati), tutte debitamente monitorabili viaweb. Ultima arrivata in ordine di tempo la ca-tena “Dentalcoop”, una organizzazione pio-niera nello sviluppo di clinicheodontoiatriche di nuova generazione, chevantano rigorosi protocolli e standard opera-tivi. L’azienda è nata circa dieci anni fa a SanDona’ di Piave (Ve) con l’obiettivo dichiaratodi fermare il turismo odontoiatrico nei paesidell’est, facilmente raggiungibili dal territorioveneto. Oggi è una piccola corazzata del set-tore, con 47 sedi, 450 medici e oltre 400 traassistenti, infermieri e addetti all’accoglienza.La sfida per la conquista del mercato è ap-pena cominciato, ma la new entry ha buonepossibilità di affermarsi.

(1- continua)

di Francesco Vitale

C’è la crisi, rinuncio al dentistaVIAGGIO IN UNA DELLE PIÙ INFERNALI EMERGENZE SANITARIE ITALIANEL’INCHIESTA/1

Roma Dentalcoop ha aperto da pochissimi giorni. Si trova in zona strategica in Viadella Maglianella 65/r , a ridosso del GRA e dalla SS1 Aurelia. Ampio parcheggio adisposizione dei clienti. E non è cosa da poco. Il centro è aperto anche il sabato ed

ha allo studio un servizio di pronto soccorso telefonico per far fronte alle emergenze diagosto, Natale e Capodanno. “Ci stiamo pensando – dichiara il prof.Sergio Corbi, respon-sabile del centro - e vorremmo attivarlo il prima possibile per rispondere alle esigenze deinostri pazienti, prima della visita vera e propria”. Dentalcoop è raggiungibile anche in au-tobus(028 - 906 - 985), ma i responsabili stanno pensando ad un servizio bus navetta ri-servato con partenze dalla metro Cornelia. Perché guardare a questa struttura con uncerto interesse? La garanzia del made in Italy, la totale rintracciabilità dei materiali e l’ap-porto delle più recenti tecnologie offrono la massima sicurezza sui prodotti applicati sulpaziente. Ma questo lo dicono e lo scrivono tutti. La sinergia fra specialisti, l’applicazionedi elevate tecnologie dentali quali Cad-Cam, Laser sinterizzazione, ceramica integrale(solo per citarne alcune) sono un marchio di garanzia, il know how in comune e una mag-giore forza di acquisto riescono a garantire un notevole contenimento dei costi, in parti-colare agli iscritti delle categorie convenzionate. Trenta, quaranta per cento di risparmio.Oggi fanno riferimento a Dentalcoop, spiega Corbi, 250mila pazienti, attratti dal modelloe dalle prestazioni offerte e rese. Il paziente può fare una Tac tridimensionale e andaread affrontare un intervento di chirurgia guidata con sedazione cosciente; non tutti lofanno, bisogna ammetterlo. “Per non spendere la maggior parte dei pazienti arriva all’ul-timo momento quando la situazione è già grave - conferma il dr.Corbi. - molti vanno al-l'estero, ma in caso di problemi chi interviene? Quale odontoiatra italiano si assumerebbel'onere di metter mano a manufatti implantari e pretesici con tutti i risvolti medico legalidel caso?

E a Roma sbarca Dentalcoop, 47 sedi in ItaliaAlta tecnologia e costi contenuti

Il Corriere di Roma n.8 del 6 - mar. 2014_Layout 1 05/03/2014 13.41 Pagina 12

Page 13: IL CORRIERE DI ROMA - GIOVEDI' 6 MARZO 2014

Costruiremo unanuova sanita' su unterritorio che, daquesto punto divista, e' fermo da

quaranta anni". Cosi' il nuovo di-rettore generale della Asl di La-tina, Michele Caporossi si erapresentato alla stampa poco menodi un mese fa. Dichiarazione im-pegnativa, giudizio pesante sulpassato che non è passato inosser-vato. Poi il manager ha cominciatoa sondare il territorio. Caporossinon è di primo pelo, ha maturatola sua esperienza su tre regioni econ incarichi diversi ha gestitocinque aziende sanita-rie. Ma il Pontino èparticolarmente com-plesso "L'ospedale Go-retti di Latina hacarenze strutturali masi puo' intervenire perrazionalizzare le spesee per riorganizzare,questo va fatto subito,il pronto soccorso at-tualmente inadeguato.I tempi di attesa vanno rivisti e ipazienti devono avere risposte su

casi che, molto spesso,attualmente finisconoper essere gestiti in

qualche ospedale romano- dice -"Gli sprechi vanno limitati e noi

faremo la nostra parte. Certamente serve tempo maquello che e' certo e' che non sipuo' pensare ad un nuovo modellodi sanita' senza tenere in conside-

razione il ruolo dei medici di fa-miglia anche attraverso le Casedella Salute". Il manager fa ancheriferimento al rapporto tral'azienda e l'Universita' La Sa-

pienza che a Latina ha una facolta'di medicina con laboratori e pra-ticanti che sono ospitati, per laquasi totalita', nella struttura pri-vata dell'Icot del gruppo Giomi."Questi doppioni - afferma Capo-rossi - devono finire. Per questodobbiamo ritrovare una giustaconvivenza tra l'Universita' e i sa-nitari del Goretti, convivenza che,a mio modo di vedere, e' certa-mente un valore aggiunto". Manuel Miraglia, patron della Icot,avrà tremato e Luigi Frati, rettorein uscita della Sapienza che consi-dera il Pontino, tra Latina e Sabau-dia, cosa sua si sarà certamenteirritato per l’ingerenza. Ma Capo-rossi al di là della fedeltà alla lineadi condotta richiesta da Zingarettirischia di essere un osso duro.Sezze è perduta e si è trasformatain una fragile Casa della Salute, maFondi -Gaeta - Formia - Minturno-Terracina? Il ridimensionamentodi questa pletora di strutture sani-tarie è nei fatti, le questioni dicampanile trasformano la provin-cia in un terreno minato, la riorga-nizzazione armonica delquadrante sud pontino rischia dicostare lacrime e sangue.

giovedì 6 marzo 2014 pagina 13 Laziola delSSanità LazioCRONACHE

COSA STA ACCADENDO NELLA PROVINCIA PONTINADIETRO I FATTI

E se Caporossi pesta i piedi a qualcuno?di Giulio Terzi

A sinistra il Direttore generale della Asl di Latina, Michele Caporossi e sopra l’ospedale Goretti

L’omeopatia ha sempre mostrato, fin dai tempi in cuiera in vita il suo fondatore, C. F. S. Hahnemann, unanotevole vivacità dialettica relativamente alla sua me-

todologia applicativa che, lo ricordiamo, si basa su quellalegge di similitudine già intuita, agli albori della medicina,da Ippocrate. Questa vivacità, tuttavia, è frutto della pigriziaintellettuale di molti medici, abituati, fin dai loro studi uni-versitari, a considerare la malattia localizzata unicamentead un determinato organo o funzione, e così incapaci di am-pliare il loro punto di vista, come invece sperimentalmentededotto da Hahnemann attraverso la semplice compara-zione di quadri naturali di malattia con quadri artificiali, in-dotti, cioè, dalla ripetuta somministrazione di sostanze dellanatura aventi un potere farmacologico, ossia la capacità, adifferenti dosaggi, di incidere in senso patologico, o cura-tivo, sulla fisiologia dell’ organismo umano.Da questa difficoltà del medico a superare i propri limitidiagnostici, è nato in primo luogo quel ramo dell’omeopa-tia che va sotto il nome di pluralismo prescrittivo, in cui cioèad un organismo malato vengono contemporaneamentesomministrati diversi rimedi omeopatici, aventi azioni dif-ferenti e singolarmente dirette a specifici organi o funzioni.Ulteriore allontanamento dalla dottrina hahnemanniana èquello del complessismo omeopatico, in cui più rimedi,dalla supposta azione similare, vengono miscelati tra loroa formare una nuova sostanza, somministrata ancora, comenella più tradizionale medicina allopatica, sul nome dellamalattia piuttosto che sulle caratteristiche distintive dellapersona malata. Infine è proprio dei nostri tempi, l’intro-duzione di quel filone terapeutico, che chiamiamo medi-cina integrata, in cui rimedi omeopatici e allopatici disintesi vengono prescritti simultaneamente.In questa maniera del tutto individuale, dunque, di fareomeopatia, il paziente, che spesso ha scarsa conoscenzadella materia, si trova a dover decidere a chi affidare le suecure, e spesso, nel dubbio, preferisce seguire i consigli te-

rapeutici del farmacista, scoraggiato proprio dalla pluralitàdi offerte, tanto differenti, che vanno tuttavia sotto lostesso nome di omeopatia. Una risposta superficiale, chespesso si trova tra gli operatori del settore, è che i diversiapprocci mostrano comunque tutti, a gradi differenti, unacerta efficacia e un diverso gradimento dei pazienti, e que-sto ne giustificherebbe la loro persistenza sotto un'unicanomenclatura, sia pur in barba a quella purezza metodo-logica che è assicurata dal solo unicismo prescrittivo.Entrando, a questo punto, nello specifico, è bene osservareche l’unicismo in omeopatia – termine con cui si vuole in-dicare la somministrazione, nel corso di qualsiasi stato pa-tologico, di un solo rimedio omeopatico alla volta - è primadi tutto funzionale al rispetto della naturale complessitàpsicofisica della persona, che risponde a stimoli potenzial-mente nocivi sempre e solo come fosse una cosa sola, e in-divisibile, di mente e corpo.Questo non è il frutto di astratte teorizzazioni ma, come giàdetto, la verifica sperimentale della risposta dell’organismoa sostanze della natura in grado di farlo ammalare, sostanze

che, quando somministrate ripetu-tamente, e a dosaggi ridotti, pro-vocano nell’uomo un quadrotossicologico che, come osservava

lo stesso Hahnemann, accanto a perturbazioni organiche, siaccompagna anche a modificazioni della persona nel mododi agire e di sentire. La malattia, in altre parole, non è mailocalizzata solo ad una funzione o ad un apparato, ma col-pisce l’organismo sempre nella sua interezza. L’approccio unicista alle patologie, dunque, possiede duepregi che la distinguono nettamente da quello allopatico:da un lato permette di rispettare pienamente l’essere e lasua naturale interezza, dall’altro ha modo di indirizzare laterapia in modo mirato, e al tempo stesso causale, potendocosì ricondurre l’organismo ad una guarigione del tutto na-turale, che sia espressione, cioè, di un migliorato stato esi-stenziale di tutta la persona.La complessità dell’atto medico, pertanto, è tale che, inogni stato patologico, esso deve essere il frutto della ca-pacità di saper utilizzare distintamente, e al meglio, i dueprincipali sistemi di cura, per intenderci quello allopatico,diretto a bloccare, o limitare, una determinata sintomato-logia quando eccessiva o soverchiante le difese organiche,e quello omeopatico e, in particolare, unicista, volto a rin-forzare individualmente le difese di un organismo già pro-teso, nel suo complesso, alla guarigione. Questacomplessità dell’atto terapeutico, dunque, fa sì che non siapossibile demandare ad altra figura, che non sia il medico,l’approccio diagnostico, e soprattutto curativo, di unaqualsiasi affezione, non già perché consapevole delle ca-ratteristiche peculiari della sostanza o delle sostanze som-ministrate - al pari di qualsivoglia buon farmacista - ma inquanto unico conosci-tore della realtà umanae dello scopo precipuoper il quale le sostanzestesse vengono sommi-nistrate in rapporto allafinalità terapeutica daperseguire.

Omeopatia o omeopatie?

Studio di Medicina Omeopatica dottor Francesco Candeloro

Via di Sacco Pastore, 37 Roma (Montesacro)Tel./Fax: 0686210943www.omeopata.org

Il dottor Francesco Candeloro, medico omeopata in Roma

REDAZIONALE

Il Corriere di Roma n.8 del 6 - mar. 2014_Layout 1 05/03/2014 13.41 Pagina 13

Page 14: IL CORRIERE DI ROMA - GIOVEDI' 6 MARZO 2014

“N on ho mai re-plicato alleaccuse chemi vengonorivolte. Per

me parlano i fatti”. Esordisce così il Di-rettore generale della Asl RomaH Fabri-zio d’Alba, quando gli riportiamo idubbi sollevati dal consigliere regionaleFabrizio Santori e dai suoi colleghi delMovimento 5Stelle. Sarà pure il più gio-vane tra i nominati da Zingaretti a metàgennaio, ma d’Alba ha il piglio e le ideechiare di un manager navigato.

Direttore, quindi, lei non è statoaiutato dai suoi genitori?

Lo lascio giudicare ai lettori. Mio padreè stato Direttore generale del ministerodella Sanità, ma purtroppo è morto nel1998. In quell’anno mi laureavo. Miamadre è stata Dirigente generale del Di-partimento Sanità della Regione Laziofino al 2005. La mia carriera iniziava al-lora. Ci tengo, però, a precisare che il vis-suto familiare ha reso facile la mia sceltadi vita, dandomi i consigli giusti. Il restol’ho fatto io: il mio curriculum parla e hosuperato le selezioni.

L’altra accusa che le viene mossa èquella che lei non avrebbe i requi-sti previsti dalla legge per ricoprire

la carica di Direttore generale.Parlavo appunto del mio curriculum.Sono stato nominato direttore di strut-tura complessa, requisito previsto dallanormativa nel 2005. Tanto è vero che giànel 2010 sono stato inserito nella listadei Direttori generali e nel 2013 sonostato nominato direttore amministra-tivo. È legittimo che i politici faccianoil loro ruolo di controllo, ma penso chenel mio caso i fatti pongano fine a qual-siasi sospetto.

Chiarito questo aspetto passiamoalla Asl RomaH: una poltona chescotta?

Direi scomoda. La nostra mission èquella di cambiare presupposto rispettoal passato, garantendo continuità al ser-vizio sanitario, senza avere un atteggia-mento conservatore. Occorre lavorareper rientrare dal debito, rendendo la sa-nità compatibile con la funzione pub-blica, puntando alla revisione della spesae non ai tagli. Sono queste le indicazioniche abbiamo avuto dal subcommssarioRenato Botti. Volendo mutuare un ter-mine clinico parlerei di appropiatezzadelle misure.

In che senso?L’appropiatezza clinica è la capacità divalutare il da farsi e di adottare le sceltepiù appropriate in termini di efficacia te-rapeutica ed efficienza economica.

La Asl RomaH è una delle più in-debitate?

È in linea con le altre. Ha il bilancio piùalto legato al numero dei cittadini resi-denti. E quindi le cifre salgono...

È appropriato aver pensato allarealizzazione del Policlinico deiCastelli?

Diventerà il polo ospedaliera più impor-tante dell’area e quando entrerà in fun-zione sarà la punta di diamante della retesanitaria della nostra Asl.

Quando?In tre anni si dovrebbe ultimare la strut-tura, poi bisognerà provvedere ai succes-sivi interventi legati alla realedistribuzione dei servizi al suo interno,

integrandoli e coordinandoli con le altrestrutture esistenti.

Lei riuscirà a inaugurarlo?Il mio contratto dura proprio tre anni,con una prima verifica gestionale dopo18 mesi. Non mettiamo, però limiti...

Inaugurerà, invece, la Casa dellaSalute?

Questo è certo. La Casa della Salute diRocca Priora è in fase avanzata, ci sonogià i medici di famiglia e il poliambula-torio. Si tratta di una nuova filosofia delServizio sanitario che prende in caricoil paziente, valuta il bisogno socio-assi-stenziale, fa una diagnosi, prescrive unaterapia e lo guida all’interno delle strut-ture del sistema. Quella di Rocca Prioradovrebbe partire entro aprile.

In piena campagna elettorale perle elezioni amministrative in molticomuni della Asl. È una coinci-denza?

Mi occupo di sanità e della gestione deiquesta azienda. Mi risulta che è statainaugurata quella di Sezze, poi sarà lavolta di Rocca Priora, Pontecorvo eLargo Preneste a Roma.

Policlinico, Case della Salute, ma icittadini fanno i conti tutti i giornicon la realtà delle liste d’attesa edei pronto soccorso.

Lo so e l’impegno è proprio quello dimigliorare questa situazione. Attual-

mente funzionano quattro pronto soc-corso (Albano, Anzio, Frascati e Velle-tri) e le liste d’attesa sono lunghe, manelle altre Asl non va meglio.

Un sistema che non collassa ancheper le strutture private.

Parliamo di soggetti accreditati che si in-tegrano nel sistema pubblico, condivi-dendone le regole. Non posso daregiudizi su quelle che operano in questaAsl, perché le non conosco ancora.

Può esprimere, invece, un’opi-nione su S.Camillo e Tor Vergata?

Per un anno e mezzo sono stato diret-tore amministrativo dell’ospedale Forla-nini -San Camillo e prima dirigentedella struttura di programmazione econtrollo dell’università di Tor Vergata.Due strutture opedaliere con problemidiversi. Il S. Camillo è l’ospedale diRoma con tantissimi problemi, ma conprofessionalità di altissimo livello e unaabnegazione assoluta del personale, gra-zie al quale si è riusciti a garantire i ser-vizi nonostante i tagli dei dipendenti.Tor Vergata, invece, non ha problemi distruttura perché è nuova e moderna, madi sviluppo. Due momenti fondamentaliper la mia carriera.

Oggi dirige la Asl RomaH, quantoguadagna un Direttore generale?

Ripeto: abbiamo un contratto triennaleda 150mila euro lordi all’anno.

giovedì 6 marzo 2014 pagina 14Laziola delSSanità Lazio CRONACHE

PARLA IL DIRETTORE GENERALE DELL’ASL ROMA H, FABRIZO D’ALBAINTERVISTA

“Ho le carte in regola per guidare l’azienda” di Franco Insardà

Fabrizio d’Alba, Direttore generaledell’Asl RomaH

Il Corriere di Roma n.8 del 6 - mar. 2014_Layout 1 05/03/2014 13.41 Pagina 14

Page 15: IL CORRIERE DI ROMA - GIOVEDI' 6 MARZO 2014

L e barriere che spesso lasocietà pone davanti airagazzi con disabilitànon sono solo quellearchitettoniche, che li

limitano da un punto di vista moto-rio, ma sono anche quelle che ne li-mitano la partecipazione alla vitasociale. Sebbene la neuroriabilita-zione spesso riesca a migliorare sia gliaspetti motori che intellettivi, da solanon basta a facilitare tale partecipa-zione. Partendo da questa osserva-zione, Marco Iosa e Augusto Fusco,ricercatori dell’I.R.C.C.S. Fonda-zione Santa Lucia tre anni fa hannolanciato un progetto chiamato CA-RESS, carezza (e acronimo per “fromChildhood to Adulthood: Rehabili-tation and Enabling Sport for Sociability”).Lo scopo del progetto era duplice: lanciareun ponte tra l’ospedale di neuroriabilitazionee la società civile per l’integrazione di ragazzicon disabilità motorie e intellettive basatosullo sport, e monitorare la loro attività fisicain modo scientifico. Il progetto, sostenutodall’allora assessore allo sport, della Provinciadi Roma, Patrizia Prestipino, che lo finanziòassieme all’assessore Antonio Rosati, trovòsubito l’appoggio anche della Totti SoccerSchool, la scuola calcio fondata dalla famigliadel capitano della A.S. Roma, e diretta daCarlo Sorbara, che da anni aveva istituito deicorsi di calcio integrato sotto la guida delladott.ssa Nisi, permettendo ai ricercatori delLaboratorio Clinico di NeuroriabilitazioneSperimentale diretto dal Dott. Paolucci distudiare direttamente sul campo le abilità

motorie di questi ragazziutilizzando sensori minia-turizzati posizionati me-diante una cintura elasticasul tronco di questi ragazzi,al fine di valutarne le pre-stazioni direttamente du-rante gli allenamenti.Questa collaborazione haportato a dei risultati dal-l’alto valore scientifico chepossono aver un’impor-tante ricaduta sociale. Giànel 2013 sulla rivista scien-tifica internazionale Neu-ropediatrics, Iosa, Fusco ecolleghi avevano pubbli-cato dei risultati sorpren-denti ottenuti nell’ambito

di questo progetto su alcunibambini con paralisi cere-brale in trattamento pressoil Dipartimento di Neuro-riabilitazione Infantile delS.Lucia diretto dalladott.ssa Morelli. Si eravisto che questi bambini simuovono in modo più ar-monioso quando corronoche quando camminano. Iricercatori avevano con-cluso ipotizzando che lacorsa possa essere un pat-tern locomotorio ance-strale e per questo forse ilpiù naturale per i bambinicon paralisi cerebrale cosìcome per tutti i bambini,

che si divertono molto più a correreche a camminare.Ora è stato pubblicato su HumanMovement Science” un altro studiofrutto di questo progetto, in cui sianalizzavano i movimenti di ragazzicon sindrome di Down, autismo oaltri disturbi pervasivi dello sviluppo,durante un allenamento svolto diret-tamente sul campo, mentre cammi-navano, correvano e correvano con ilpallone tra i piedi verso la porta. Pro-prio durante quest’ultimo compitoemergevano le maggiori differenze ri-spetto ai ragazzi sani, in termini di al-terazioni nelle strategie motoriespecifiche a seconda della patologia.I ragazzi affetti da sindrome di Downad esempio mostravano maggiori ac-celerazioni nell’asse verticale, ovvero

una corsa fatta a gambe più rigide. I ragazzicon autismo invece mostravano maggiori in-stabilità sul piano orizzontale, dovute alle dif-ficoltà nel correre in linea dovendo al tempostesso mantenere l’attenzione verso l’obiet-tivo, cioè la porta dove fare goal. Il fatto cheemergessero queste differenze durante l’alle-namento con la palla, faceva sì che fosseanche possibile correggerle da parte dellostaff tecnico. Nei ragazzi con autismo adesempio, sviluppare la capacità di correre e altempo stesso mantenere l’attenzione sul-l’obiettivo, potrebbe aiutare poi in tuttequelle situazioni chiamate dual tasking, ov-vero in cui devono compiere due compiti incontemporanea: come ad esempio scriverementre si ascolta un professore parlare, o at-traversare la strada mentre si guarda se arri-vano macchine.

LazioLazioladelSSanità

Supplementodi ONLINE-NEWS

Quotidianodi informazioneindipendente

Iscritto al Tribunale di Roma n.437/2009

dall 18/09/2009

P. Iva 11173611002

direttore responsabileGiovanni Tagliapietra

stampaArti grafiche Boccia spa

via Tiberio Claudio Felice, 784131 Salerno

giovedì 6 marzo 2014 pagina 15 Laziola delSSanità LazioSANITÀ&RICERCA

LA COLLABORAZIONE TRA FONDAZIONE S.LUCIA E LA TOTTI SOCCER CLUBLO STUDIO Come analizzare e correggere su un campo da calcio i movimenti di un soggetto con disabilità intellettive

di Giulio Terzi

S abato 8 marzo alla 13.45 al-l’interno di Gr Parlamento(Radio Rai) si parlerà di “La

sfida del federalismo solidale”. Nelcorso della trasmissione si parleràdella attuale situazione della Fonda-zione S.Lucia Irccs e degli scenari che- stante la posizione di chiusura dellaRegione Lazio - si profilano all’oriz-zonte. Ospiti il direttore generale del-l’Istituto, Luigi Amadio, il presidentedell’Anglat Roberto Romano e un fun-zionario della Regione in rappresen-tanza del governatore Zingaretti.

Si parla del S.Lucia a Gr Parlamento

Il Corriere di Roma n.8 del 6 - mar. 2014_Layout 1 05/03/2014 13.41 Pagina 15

Page 16: IL CORRIERE DI ROMA - GIOVEDI' 6 MARZO 2014

Il Corriere di Roma n.8 del 6 - mar. 2014_Layout 1 05/03/2014 13.41 Pagina 16

Page 17: IL CORRIERE DI ROMA - GIOVEDI' 6 MARZO 2014

giovedì 6 marzo pagina 17 COMMENTI IlCORRIEREDIROMA

IlCORRIEREDIROMAFondato nel 1948

da Giuseppe Gesualdi

direttore Giovanni Tagliapietra

direttore responsabileFilippo Gesualdi

redazionevia Boezio, 6 00193 ROMA

tel. 06/32803407 [email protected]

Marketing & Pubblicità[email protected]

stampaArti grafiche Boccia spa

via Tiberio Claudio Felice, 784131 Salerno

P. Iva e Codice Fiscale 9713300584registrazione

Tribunale di Roma n.379 del 17/08/1948

SIAMO ANCHE SUVISITA LA NOSTRA FAN PAGE

www.facebook.com/ilcorrierediromaPER RIMANERE AGGIORNATO

IN TEMPO REALE

U n amico giornalista, corrispondente di unquotidiano estero, mi diceva che la quan-tità di informazioni, di gossip e di scontripolitici sui giornali e nei talk show delle te-levisioni italiane è cinque-dieci volte mag-

giore di quella che appare sui media stranieri.Un altro giornalista che stimo molto, Ruggero Po del GiornaleRadio Rai, conduttore della rubrica del mattino 'Radio an-ch’io', fondata decenni fa da Gianni Bisiach ed oggi definita'Il porta a porta della Radio' mi intervistò prima delle elezionisul tema degli ascolti radiofonici. E poi mi disse: “per un po’non ci sentiremo più perché incalzano le scadenze politiche...”.Ovviamente non ci siamo più sentiti. Ma quello che colpisce èche probabilmente non ci sentiremo per un tempo indefinitoperché ormai l’emergenza politica e la comunicazione poli-tica sono diventante assolutamente dilaganti. L’espressione“siamo in una permanente campagna elettorale” indica proprioquesto tsunami di dibattiti su temi politici, resi più incande-scenti dalla crisi economica che richiede di discutere intorno aprovvedimenti che hanno su di noi una ricaduta diretta con-cernente il nostro tenore di vita, per non parlare dei drammi e

delle tragedie che investono imprenditori, lavoratori, giovani.Di tutto questo si è parlato in un interessante dibattito pressola Rome Business School. Occasione dell’incontro il librodi Luigi Gentili “Homo media-ticus”, edito da Armando. L’homo mediaticus è l’uomo con-dizionato dal marketing, marketing economico ma ancorpiù marketing politico organizzato dagli 'spin doctors', queiconsulenti per l’informazione che orientano le parole e i gestidei personaggi che si affidano alle loro cure. La conseguenza,come dice Gentili, è che rischiamo di vivere in un’esaspera-zione del presente, interagendo con gli altri individui solo tra-mite la mediazione di schermi elettronici. Stiamo perdendo ilsenso del passato e del futuro, abbandonati come siamo alflusso di eventi che ci proiettano verso una dimensione dell’esi-stenza del tutto effimera.Una voce altrettanto significativa è stata quella di RaffaellaPetrilli, docente di semiotica dei media presso l’Università dellaTuscia. Il suo ragionamento è stato intorno alla retorica dellapersuasione politica. A suo avviso questa retorica ha un’ipotecamorale di tipo negativo perché quello politico viene percepitocome un linguaggio che serve a mentire. E ha accompagnato

questa affermazione con una citazione veramente suggestiva,quella del gesuita padre Geremia Dressellio, che già nel ‘600scriveva che la «lingua politica è anguilla in un drappo diseta...pratichissima in machinare inganni». Tema poi ripresoanche da Pier Paolo Pasolini, che nelle 'Lettere luterane' nel1975, poco prima di essere ucciso, affermò dei politici che «laloro lingua è la lingua della menzogna».Bisogna risalire addirittura ad Aristotele per ascoltare una vocemeno negativa, secondo la quale «il linguaggio della politicapermette la discussione razionale finalizzata a scegliere la mi-gliore soluzione dei problemi dei cittadini».Un’impostazione più rassicurante è venuta anche dal direttoredella Rome Business School, Antonio Ragusa. A suo avviso«è essenziale sapersi 'connettere' al proprio elettorato non solocon una comunicazione unilaterale (dal candidato agli elettori)ma in modalità interattiva: tutti devono parlare con tutti sfrut-tando tutti i canali a disposizione come ha fatto ad esempioObama nella sua campagna per le primarie del suo primomandato». La qual cosa, purtroppo, da noi non sta certamenteriuscendo a Beppe Grillo, che alla fine usa il web come la clas-sica ghigliottina della Rivoluzione Francese.

di Gianpiero GamaleriOrdinario di Sociologia

dei processi culturali e comunicativi –

Preside della Facoltà di Scienze

della Comunicazione, Università Telematica

Uninettuno di Roma

SOS inquinamento a Roma, una cittàche non finisce mai di sorprendere,troppo spesso in senso negativo. IlCampidoglio, ha vietato l'utilizzodell'acqua per uso alimentare e

igiene personale, in alcune popolose zone nellaparte nord ovest della città, gettando nel panicomigliaia di residenti. Dalle prime analisi si evi-denzia come l'acqua abbia caratteristiche chi-miche e batteriologiche, non adatte al consumoumano, causa il superamento dei valori di para-metro prescritti, nel decreto legislati-von.31/201. Una situazione grave e di allarmeche è stata ulteriormente e colpevolmente ag-gravata dallo sconcertante ritardo con cui èstata resa nota alla cittadinanza. Sembra infattifatto accertato, che l'ordinanza sul sito del Co-mune di Roma, sia arrivata con otto giorni di

r i tardorispettoa l l ap r i m ao r d i -nanza del 21 febbraio firmatadal sindaco Marino, che vietaval'uso dell'acqua, sia per uso alimen-tare, sia per uso di igiene personale.Una comunicazione, però, proto-collata soltanto il 27 febbraio ecomparsa sul sito del Campidogliosoltanto il 28 febbraio. Un colpe-vole e grave ritardo, che ha gettatonel panico gli abitanti delle zone in-teressate, venuti a conoscenza conuna settimana di ritardo del grande pericolo inessere. Dopo la grande pioggia e l'inondazione

che hacolpitosemprela zonan o r d

della Capitale, che ha eviden-ziato l'impreparazione e la scarsacompetenza tecnica esistente oggiin Campidoglio, un altra ondata divergogna si abbatte sul sindaco Ma-rino che sembra sempre più un pu-gile alle corde in attesa del gongliberatorio. Anziche'allertare subitoi municipi, battere strada per stradatutte le zone a rischio, con una ca-pillare campagna informativa, tap-

pezzando i quartieri di avvisi, diffondendo lanotizia tramite televisioni e radio locali, con as-

semblee pubbliche. Invece nulla di tutto questo,solite incertezze, e colpevoli ritardi, ed è già laseconda volta in questo 2014 appena iniziato. Èincredibile, quasi surreale, quello che succedenella nostra città, amministrata senza alcunaprogrammazione, senza fondi certi, ma soprat-tutto senza coscienza e competenza, da personeincapaci. È da troppi anni che Roma non ha allasua guida, personaggi capaci e motivati, forsedalla prima Giunta Veltroni, ed il risultato, sottogli occhi di tutti e'di un lento ma inesorabile de-grado, che drammaticamente abbraccia molte-plici aspetti della nostra meravigliosa città.Stanno avvelenando l'acqua, l'aria, la nostravita, le nostre speranze, èarrivato il momento difare quacosa di invertire la tendenza, per noistessi,per la nostra città eterna, per la nostravita, per il futuro dei nostri figli.

La politica deve sempre mentire? Aristotele ci dà una speranza

NEL PANICO MIGLIAIA DI RESIDENTI DI ROMA NORD

Acqua Marcia

INTERESSANTE CONVEGNO ALLA ROME BUSINESS SCHOOL

di Filippo Gesualdi

A forza di speculare, complice l'informazione dro-gata dei media, sulle incerte prospettive politichedel Sindaco Marino, si è perso di vista il vero si-gnificato delle recenti misure che il governo ha per-fezionato e irrigidito con il varo dell'ennesimo

decreto per la Capitale. Il "Salva Roma", in effetti, apre un varcoall'intervento dello Stato sul delicato versante della ristruttura-zione del sistema delle aziende locali. A ben vedere, le norme con-fezionate per l'emergenza di Atac e Ama valgono in terminiparadigmatici anche per le migliaia di piccole e medie società exmunicipalizzate, sparse ovunque e perlopiù afflitte da strutturalidifficoltà di bilancio. D'altronde, il nuovo meccanismo di gestionedel debito di Roma, voluto a suo tempo da Alemanno e avallatoda Tremonti, aveva rappresentato una modifica sostanziale dellalegislazione sul dissesto finanziario degli enti locali. Ora le due in-novazioni prodotte a distanza di pochi anni, quella della gestionecommissariale del debito e questa ultima del monitoraggio stataledelle aziende capitoline, sono destinate a incidere sulla ristruttu-razione del quadro organizzativo e gestionale dei Comuni italiani. Come si è giunti a questo stadio? Secondo l'opinione corrente ècolpa dei Sindaci l'aver favorito la proliferazione sul territoriodi tante piccole aziende pubbliche, fatalmente impossibilitate amantenere il necessario equilibrio finanziario. Tuttavia si di-mentica che tale proliferazione trovava giustificazione e con-ferma in una concezione dell'efficienza imperniata sullaestensione alle autonomie locali delle tecniche operanti in ambitoindustriale. Per anni e anni, grazie anche al nuovo culto del fe-deralismo, si è proclamata la virtuosità dei cosiddetti processidi esternalizzazione: ogni servizio pubblico locale, non di tipoistituzionale, meritava di essere organizzato sotto forma di so-cietà a prevalente controllo pubblico, ma con norme di funzio-namento e procedure di regolazione afferenti al codice civile. A

una disinvolta ricerca d'imprenditorialità nei servizi locali hacorrisposto la progressiva perdita di coerenza e compattezzadella pubblica amministrazione locale. Chi ha imposto nel dibattito culturale e politico, senza per altroun limite di prudenza, questa linea di modernizzazione oggidovrebbe fare autocritica; invece, dimentico delle sue responsa-bilità, si accanisce nella sdegnata polemica verso l'irrazionalecondotta di tanti amministratori locali. Chissà quante volte glistessi opinionisti della carta stampata o della televisione, cheoggi censurano la mala politica dei Comuni, in passato nonhanno recriminato per gli ostacoli frapposti alla privatizzazioneed esternalizzazione dei servizi. In realtà siamo tutti incatenati,purtroppo, alle colonne di questo tempio della Dea confusione:dunque prevale la fugacità di considerazioni in apparenza bril-lanti, ma spesso inattendibili. E così, ad esempio, mentre si ra-giona sulle implicazioni del decreto "Salva Roma" e quindi sullepossibili riduzioni di organico delle società capitoline, l'AssessoreDaniela Morgante si avventura con ineffabile leggerezza sul-l'ipotesi di nuove assunzioni e costi aggiuntivi per lanciare l'im-probabile "Aequa Roma" nel campo minato della riscossione deitributi locali. In Campidoglio non si hanno idee chiare, bensì intenzioni e pre-tese di dubbia fattura. Pasticciare con i numeri di bilancio, ma-scherando a fatica la voglia di battere cassa presso il Tesoro, vuoldire gettare nel discredito la classe dirigente della città. C'è un'im-magine deteriorata, che unisce spocchia e impotenza, speciequando si alzano i toni con fare demagogico e populista a detri-mento della serietà della funzione pubblica ricoperta. Per questoè necessario, adesso più che mai, unire le componenti responsabilidella politica e della società civile per avviare un ragionamentosul futuro di Roma. Il tempo a disposizione è sempre meno e lerisposte, per contro, non possono essere rinviate all'infinito.

di Lucio D'Ubaldoex Senatore,

Consigliere Municipio I - Roma Centro

(Lista Marchini)

Spocchia e impotenza non salvano Roma

Il Corriere di Roma n.8 del 6 - mar. 2014_Layout 1 05/03/2014 13.42 Pagina 17

Page 18: IL CORRIERE DI ROMA - GIOVEDI' 6 MARZO 2014

giovedì 6 marzo 2014 pagina 18ECONOMIAIlCORRIEREDIROMA

I diciotto mercati romani diCampagna Amica - la Fonda-zione di Coldiretti che racco-glie in rete le eccellenzedell’agroalimentare made in

Italy e che promuove l’agricoltura e ilconsumo sostenibile - sono ormai di-ventati un punto di riferimento peroperatori e consumatori. La formuladella vendita diretta 'a chilometri zero'soddisfa infatti le esigenze dei clienti,che acquistano prodotti genuini aprezzi equi e che trovano particolaritàe delicatezze sconosciute impossiili datrovare nei canali tradizionali 8comela grande distribuzione) - e soddisfaanche quelle delle imprese agricole , acui è messo a disposizione uno sboccosulla Capitale, per farsi conoscere efare reddito. Tutto ciò nasce da unaprecisa volontà della Coldiretti, che at-traverso Campagna Amica promuovela filiera corta al fine aumentare il va-lore aggiunto delle produzioni agricolee nel contempo, di assicurare ai con-sumatori freschezza e qualità a prezzigiusti, valorizzando la grande ric-chezza agricola del Lazio, regione co-stellata di piccole realtà di eccellenzaalimentare che rischierebbero di rima-nere confinate in provincia e scono-sciute alla maggior parte dei cittadiniromani. Abbiamo parlato con Mauri-zio Ortolani, Coordinatore regionaledi Campagna Amica, per capire cosaaccade dietro le quinte.

Come nasce la volontà, o la neces-sità, di aprire un nuovo mercato?

Riceviamo numerose richieste da partedei consumatori che avendo incontratoe apprezzato i prodotti agricoli di Cam-pagna Amica, ci richiedono la possibi-lità di trovare sotto casa o nel proprioquartiere un luogio dove potere fareuna spesa sana e a chilometro zero. Noiabbiamo raccolto nel tempo le nume-rose richieste e settimanalmente in-viamo tramite il web e i social network,le notizie e date dei mercati sia fissi cheitineranti: ad oggi abbiamo raggiunto

di Lorenzo Marziali

“Come ti organizzo il farmer’s market”

INTERVISTA CON MAURIZIO ORTOLANI, RESPONSABILE DELLA FONDAZIONE CAMPAGNA AMICA (COLDIRETTI) PER IL LAZIOFOCUS

circa 10.000 consumatori, un numeroche è in costante crescita. Dall’altraparte siamo noi ovviamente a contattarei vari produttori di Campagna Amica perorganizzare un’ offerta significativa e diqualità all’interno dei mercati stessi cherealizziamo nei vari municipi d Roma. .

Qual è il primo passo?Come prima cosa inoltriamo la richiestaal Municipio competente per l’occupa-

zione di suolo pubblico:l’iter burocratico non èsemplice e spesso riscontriamo difficoltàad organizzare dei mercati con appun-tamenti fissi e non occasionali. Sarebbeper noi importante stipulare delle con-venzioni con i municipi per ovviare aqueste problematiche e per stabiliredelle sinergie ancora più proficue. Soli-tamente i mercati itineranti hanno un

cadenza mensile o bimestrale ma questafrequenza così dilatata può disorientareil cittadino e non gli garantisce il servizioche si aspetterebbe e che ci richiede. Avolte sono gli stessi cittadini a scriveredirettamente al loro municipio per ri-chiedere la presenza del farmer market.

Ci sono delle eccezioni, anche alcoperto.

Sì, in alcunicasi siamoriusciti ad ot-tenere piùcont inui tàcome nelcaso del mer-cato al co-perto di viaSan Teodoro- Circo Mas-simo e il mer-cato di viaTi b u r t i n a695. In questi

casi i mercati sono settimanali e i risultatisi vedono, sia da un punto di vista orga-nizzativo che di fidelizzazione del con-sumatore. Sono diventati punti diriferimento della cultura agroalimentaree centri di aggregazione sociale. Sonoluoghi che hanno un valore altissimo siadal punto di vista alimentare ma anche

culturale, sociale, educativo (molte sonole inziative rivolte ai giovanissimi stu-denti delle scuole come scuole di cucina,orti urbani, laboratori didattici) .

Come scegliete i produttori dacoinvolgere?

Sono tutti produttori agricoli di Coldi-retti che aderiscono alla rete di campa-gna amica e che si associanoall’agrimercato e che si impegnano avendere direttamente solo i loro pro-dotti agricoli e italiani. Quando richie-dono di iscriversi procediamo a unaserie di controlli per valutare il loro po-tenziale di produzione, effettuati diret-tamente dalla Coldiretti ma anche dasoggetti esterni indipendenti che effet-tuano verifiche di qualità e di origine.Sono tutti controlli tecnici a tutela delmarchio Campagna Amica, che è ormaiè divenuto un valore nazionale. Chi par-tecipa è costantemente controllato : ciaccertiamo che abbiano sposato la no-stra filosofia e che la trasmetta con uncomportamento rispettoso delle regoleche ci siamo dati e che hanno sotto-scritto. Con otto o nove partecipanti siconfigura già un piccolo mercato. Cer-chiamo di diversificare l'offerta all'in-terno dei singoli market, soprattutto perquanto riguarda frutta e verdura e di aiu-tare i produttori a organizzarsi al meglio.

Il Corriere di Roma n.8 del 6 - mar. 2014_Layout 1 05/03/2014 13.42 Pagina 18

Page 19: IL CORRIERE DI ROMA - GIOVEDI' 6 MARZO 2014

U n treno ogni sette mi-nuti. La “promessa” èfirmata Guido Im-prota, assessore capito-lino alla Mobilità, ha

una scadenza fissata nel prossimo au-tunno, intanto, in estate, i treni aumen-teranno la frequenza e sarà migliorata lafunzionalità dell’intera linea, partendoda una corsa ogni dieci minuti. Si ri-parte, in sostanza, dall’idea di Veltroni,annunciata dall’allora presidente delmunicipio Paolo Orneli, poi naufragatanell’attuale caos. Una promessa che nonconvince, soprattutto per i tempi indicatie le tipologia di intervento necessaria.Per intervenire sulla Roma-Lido servonoinvestimenti cospicui e tempi lunghi,nuovo materiale rotabile e ristruttura-zione della linea. Necessità che ha indi-viduato anche l’Atac ed il Campidoglio:“Attualmente sono in corso ed in fase dicompletamento investimenti tecnologicidi potenziamento della linea. – ha dettoImprota - sul piano delle infrastrutturesono iniziati i lavori per la nuova fermatadi Acilia Sud, abbiamo in programma ilrifacimento del fabbricato della fermatadi Tor di Valle ed interventi di riqualifi-cazione per altre sei stazioni della linea. Dalpunto di vista, invece, del consolidamento dellerisorse umane dedicate al servizio è in corso laselezione interna e formazione per 20 capitrenodestinati al servizio, che saranno disponibilientro il prossimo mese di maggio, ed infine, sotto

il profilo della dispo-nibilità di materialerotabile aggiuntivo de-dicato alla linea è incorso di completa-mento il programmasui convogli MA200,che sarà completatoentro il prossimo au-tunno”.Ai “sette minuti” intempi record noncrede nemmeno Ales-sandro Onorato, capo-gruppo Lista Marchinie presidente della

Commissione speciale per l'Analisi dello statodell'economia romana e la Tutela dei consuma-tori, che aveva convocato, appunto, Atac ed as-sessorato per discutere del potenziamento dellaferrovia. “Attualmente è una sorta di via crucis.– afferma Onorato, già v.presidente del Munici-

pio all’epoca Veltroni – Si tratta di unservizio in peggioramento costante e didifficile soluzione, sopratutto perché sitratta di una ferrovia regionale in con-cessione, per cui, gli investimenti ilCampidoglio li ha fatti con il contagocceed i livelli d’esercizio non possono cherimanere quelli di un “trenino” regio-nale. Il vero nodo, la sfida è quella di tra-sferire la proprietà della ferrovia dallaregione Lazio al Campidoglio, solo inquel caso, la Roma-Lido potrà essereequiparata, in qualità di servizio, aquello offerto sulla Linea A e B”. Il piano

studiato dall’assessorato ha, comunque, una suafattibilità e coerenza. “Non credo che i tempivengano rispettati. – conferma Onorato – Gli in-terventi previsti, però, sono quelli necessari.L’importante sarà seguire da vicino l’evoluzione,mai abbassare la guardia. Secondo me, la que-stione della proprietà della ferrovia resta fonda-mentale, non è da escludere che sulla Roma-Lidosi possa arrivare ad una sorta di privatizzazionedel servizio”. Intanto l’assessore Improta annun-cia: “In settimana incontreremo i sindacati per ilreimpiego del numeroso personale amministra-tivo Atac nell'ambito della controllerai. Inoltreabbiamo chiesto al Governo un disegno di leggeche oltre a introdurre la riduzione degli abbona-menti annuali fino a 250 euro tramite Isee, inse-risca anche una norma per migliorare glistandard della sicurezza consentendo, ad esem-pio, l'utilizzo per funzioni di vigilanza anche diguardie giurate e società private. Questa cosa fi-nora non era permessa, ma con la nuova legge sultpl questo dovrebbe essere finalmente possibile”.

giovedì 6 marzo 2014 pagina 19 LITORALE IlCORRIEREDIROMA

La Roma-Lido verso la privatizzazione?ONORATO: “PER LA FUNZIONALITÀ DEL SERVIZIO LA PROPRIETÀ DELLA FERROVIA DEVE PASSARE AL COMUNE”

I consiglieri municipali devono rappresentare i cittadini enello stesso tempo dare il buon esempio. Come si può, in-fatti, chiedere il rispetto di un regolamento quando si è….tra i primi ad approfittare della situazione, magari accon-tentandosi anche del magro compenso di un gettone di pre-senza per la partecipazione alle Commissioni od al Consigliomunicipale. Antonella Moroso, consigliera NCD, ha scopertol’inganno e nel corso della Commissione Attuazione RomaCapitale ha introdotto il discorso riguardante la Regolamen-tazione delle presenze dei consiglieri all’interno delle Com-missioni Permanenti e Speciali. “Sono convinta – ha dettola Moroso - che i consiglieri, i quali hanno il compito di rap-presentare i cittadini nel migliore dei modi, devono dare ilbuon esempio in materia di onestà, trasparenza e rispettodelle regole per il compito che sono chiamati a svolgere. Pur-troppo alcuni consiglieri durante le Commissioni, appostala propria firma per accertare la presenza, subito dopo, la-sciano i lavori delle stesse, senza seguirne il regolare svolgi-mento. Ad oggi, la disciplina in uso per regolamentare lapresenza dei consiglieri nelle varie Commissioni è quelladella firma in entrata, oltre alla permanenza di almeno 30minuti durante i lavori delle stesse. .Purtroppo questo nonbasta. Sono necessari dei correttivi per sensibilizzare la re-sponsabilità dei consiglieri. Infatti, per tale motivo ho pro-posto di aumentare a 45 minuti la permanenza minimaall’interno delle Commissioni oltre alla possibilità non solodi apporre la firma all’entrata, ma anche la firma all’uscitaprevia verifica regolamentare”. Ora la parola spetta al Con-siglio per l’approvazione definitiva.

En.Bia.

NUOVE REGOLE PROPOSTE DALLA MOROSO IN COMMISSIONE

Gettoni presenza, si firma pure all’uscita

IL CASO

di Enzo Bianciardi

Le periferia urbana ètradizionalmente“teatro” ed insieme

“vittima” dei graffiti,un’arte che spesso finisceper sfociare nel vandalismoe che sul litorale romanorappresenta una vera mi-naccia per gli arredi citta-dini. Nel mirino di unvandalismo solo fine ad imbrattare oggetti ed ar-redi civici, anche i treni della Roma-Lido ed ibus, le stazioni, gli uffici pubblici, le scuole, lechiese e decine di palazzi e condomini. I citta-dini chiedono da tempo un intervento dell’am-ministrazione e soprattutto, l’avvio di una vastaopera di decoro urbano del quartiere. A Romail comune ha deciso i primi interventi (Traste-vere, San Lorenzo e Cinecittà) rimandando adata da destinarsi il litorale. “Il silenzio su que-sto argomento di Andrea Tassone, Presidentedel Municipio è disarmante. – scrive Di Tomassidell'Associazione Pedagogisti Educatori Italiani– Avevamo chiesto, infatti, di sollecitare l'Ufficiodel Sindaco per attivare una vasta operazione diDecoro Urbano e contrastare una sorta di esca-lation di “writing vandalico”. Per smuovere leacque stiamo completando la raccolta di un dos-sier di denuncia da inviare all'Unicef e all'Asso-ciazione Nazionale di contrasto al WritingVandalico. Tra un mese saremo inoltre in gradodi allertare le massime autorità di garanzia perrendere nota a tutti un'emergenza non più so-stenibile e poco considerata anche dal Campi-doglio”. L’esempio da seguire è quello di Milano,dove il sindaco Pisapia ha consentito all’Unicef

e all’Associazione nazio-nale antigraffiti di svolgerelezioni nelle scuole elemen-tari e medie contro il wri-ting vandalico ed incontrarestudenti, nella fascia d’etàfra i 10 ed i 13 anni per illu-strare il significato di con-cetti, come: vandalismo,sfida alla legalità e graffiti-

smo vandalico. Gli incontri, oltre che alla pre-venzione del fenomeno, hanno dato vita adinterventi di pulizia straordinaria delle muraesterne della scuola da parte degli stessi stu-denti, motivati dalla presa di coscienza degli ef-fetti negativi del writing vandalico.“Fa male -conclude Di Tomassi - vedere il nostro territoriocoperto di messaggi violenti, di scritte offensive,di disegni volgari che offendono le religioni e,recentemente anche le donne. Temiamo che at-traverso queste scritte minacciose venga messain atto un'azione di vero e proprio terrorismopsicologico. Questo municipio non può conti-nuare a vivere questa assurda scissione bipolare:da un lato operano organizzazioni che, anche alivello nazionale, che si battono a sostegno dellecategorie più fragili. Sono professionisti e vo-lontari, educatori e pedagogisti, animatori e ca-techisti che quotidianamente operano per lacrescita civile e pacifica di famiglie e bambininelle scuole, nelle associazioni, nelle parrocchie.Dall’altro lato, invece, arrivano messaggi stri-scianti in ogni angolo, del quartiere di intolle-ranza, di rabbia, di frustrazione, una vera eproprio scuola dell'odio”.

E.B.

LE ASSOCIAZIONI CHIEDONO DI RIPULIRE I MURI DI STRADE E PIAZZE

Il writing vandalico deturpa Ostia

Alessandro Onorato

IL TUO UFFICIO A ROMA: COME E QUANDO VUOI

www.pickcenter.it - 800 189 099 - [email protected]

A Roma Centro e all'Eur, Pick Center ha la soluzione per te!

Ecco i vantaggi offerti da Pick Center:

1. impegno limitato nel tempo e senza investimenti iniziali

2.

3.

Pick Center inoltre ti propone:

• : un recapito telefonico con risposta personalizzata, postale e fax in una location

prestigiosa

• Salette colloqui per i tuoi incontri One to One

• Sale riunioni

• in open space

IL TUO U

UFFICIO A R

OMA:R

IL TUO UCOME E

UFFICIO A RANDOE QU

OMA: RI VUO

A Roma Cent

Ecco i vantaggi o

1. impegno limit

,ro e all'Eurr, Pick Cen

offerti da Pick Center:

tato nel tempo e senza in

nter ha la soluzione p

estimenti iniziali vn

per te!

2.

3.

Pick Center in

noltre ti propone:

Pick Center in

prestigiosa

• Salette colloq

• Sale riunioni

noltre ti propone:

: un recapito telefonic

qui per i tuoi incontri On

i

co con risposta personal

e to One

izzata, postale e fax in un

na location

.centerr..pickwww

in open space

.it - 800 189 099 - info@

.itcenter@pick

Il Corriere di Roma n.8 del 6 - mar. 2014_Layout 1 05/03/2014 13.42 Pagina 19

Page 20: IL CORRIERE DI ROMA - GIOVEDI' 6 MARZO 2014

Senato, il forzista Claudio Fazzone è allasua terza legislatura, ed ha al suo attivo16 disegni di legge che non riguardanoil territorio pontino. Dopo essere diven-tato famoso come negazionista delle in-filtrazioni criminali al suo comune diprovenienza - Fondi - Fazzone è oggi di-ventato membro della commissione an-

timafia. Sul versante opposto il collegadel Pd Claudio Moscardelli ha firmatouna proposta di legge e 16 tra interpel-lanze e interrogazioni, di cui sei dedicatea Latina. Sempre in Senato troviamo lagrillina Ivana Simeoni - ex infermiera -che ha all'attivo due proposte di legge eotto tra interpellanze e interrogazioni.

Molte sono dedicate alla tema della sa-nità, in particolare quella pontina. Conil partito di Grillo anche Giuseppe Vac-ciano, che ha all'attivo due disegni dilegge come primo firmatario ed unasfilza come cofirmatario. Tredici le inter-rogazioni presentate con un vero recorddi quelle ancorate al territorio: dieci.

M ai cosi tanti i parla-mentari pontini.Peccato che per ladisastrata provinciadi Latina non stia

combinando molto. Ad un anno dall'ini-zio del mandato quanto hanno prodottogli otto (solo tre governativi) parlamen-tari? Chi li avesse dimenticati può rin-frescarsi la memoria: in senato troviamoil ras Claudio Fazzone di Forza Italia, poii grillini Giuseppe Vacciano e Ivana Si-meone. Infine Claudio Moscardelli delPd. Alla camera il grillino Christian Ian-nuzzi ( figlio di Ivana Simeone) poi SesaAmici del Pd e Federico Fauttilli dellaLista Monti ( Scelta Civica). Infine il de-putato di Fratelli d'Italia Pasquale Ma-ietta. Tutti nuovi, tranne Amici eFazzone. Ma vediamone i profili nel dettaglio: allasua quinta legislatura, la setina SesaAmici è stata confermata sottosegretarioalle riforme istituzionali anche nel go-verno Renzi. Di rito bersaniano, la Amicisi è molto battuta per le pari opportu-nità. La sua azione politica si caratterizzaper l'alto profilo istituzionale e per lascarsa aderenza al territorio: molto criti-cata per questo, in realtà presidia la pro-vincia grazie alla sua famiglia. La sorellaCarla, infatti, è sindaco del paesino diRoccagorga. La Amici vanta appena dueproposte di legge come primo firmatarioe tre come cofirmatario. Appena due leinterrogazioni, di cui solo una incentratasul territorio pontino cui non è stata datarisposta. Alla Camera troviamo una

delle piùclamorosenew entry,ChristianIannuzzi, daprecario adeputato.Cofirmata-rio di 40proposte dilegge e fir-matario didue, ha al-l ' a t t i v oanche 12interroga-zioni, di cuisolo tre atema locale.

Per l'esponente della Lista Monti nes-suna proposta di legge. Delle sette inter-rogazioni, invece, quattro riguardano ilterritorio pontino. Maietta, molto più in-teressato allo sport - è ai vertici del La-tina Calcio - che alla politica, vengonouna quindicina di proposte di leggecome cofirmatario, e quattro tra interro-gazioni e risoluzioni in commissione, enessuna riguarda Latina.

giovedì 6 marzo 2014 pagina 20REGIONE & POLITICAIlCORRIEREDIROMA

ARNAUDI ANTONIOVia Merulana, 139 ARPINI BRUNAPiazza del ParlamentoBALZOTTI LUCIANOVia del Tritone, 152BONELLI ALFREDOVia Roma Libera, 22BRESSI VITTORIAVia Ripetta/Via TomacelliBUFFONI NADIAVia XX Settembre, 96/97CAIAFFA BRUNOLargo del TritoneCAMPONESCHI RITAGalleria Colonna (Alberto Sordi)Largo ChigiCANU ANNASalita de Crescenzi/PantheonCASUCCI SILVANAPiazza SonninoCECCHINI BEATRICEPiazza FarneseCIARDULLI FRANCESCAViale Carlo Felice/San GiovanniCOLASANTI ELENA

Piazza Pasquale Paoli DE CAROLIS ALDOPiazza San Silvestro, 13DE SERIO EDOARDO GALLONI MASSIMOPiazza IndipendenzaDE SILVESTRI WANDALargo TassoniCorso VittorioDI STEFANO FIORELLA Piazza Cinquecento, 64Via d’AzeglioDURANTINI MARCOVicolo Sciarra/Via del CorsoFARINA ROSSANAPiazza Campo de’ Fiori, 2FERDINANDI MARILISAPiazza della Minerva, 37FERRI SERGIOPiazzale Albania FIORETTI ANDREAViale Trastevere ang. Via MorosiniFURINI ENRICOPiazza del Gesù, 48GIORGETTI MARIA GRAZIA

Piazza CapranicaGIUSTI ROBERTAPiazza del ViminaleGRECO MARCOPiazza di Spagna, 57GREGORI BRUNO EREDIVia Zanardelli altezza civ. 16/1LORIA AURORAVia E. Filiberto Altezza civ. 144MANCINI ALBERTOVia della Dogana vecchiaMASINI ANTONIOPiazza Fontanella BorgheseMASSARONI ELISALargo ArenulaMATTEUCCI MARISAPiazza santa Maria LiberatriceMILLO SERGIOVia dei SabiniVia del CorsoNOTARPIETRO ELENAVia Boncompagni, 12/14PERUGINI CINZIAViale Manzoni/Via MerulanaRO.MA SRLVia Sora/

Corso Vittorio EmanueleROMANO FRANCESCOVia Marmorata/LargoGelsominiSIRAMA SNCPiazza Benedetto CairoliSTAIANO MARINAVia Merulana, 204TERASCHI PRISCILLAVia della Scrofa, 101VENDITTI STELLAVia Celimontana, 5VERDONE MARIA ANTONIETTAVia Mario de’ fiori/ via della CroceVITELLI MAURIZIOVia Flavia, 52EDICOLA CENTRALEPiazza TuscoloEDICOLAvia Satrico angolo via AcaiaEDICOLAPiazzale Roberto Ardigò EDICOLAPiazza MorelliEDICOLAVia Rosa Raimondi Garibaldi

SI RINGRAZIANO I SEGUENTI ESERCENTI CHE CI OSPITANO E DISTRIBUISCONO OGNI SETTIMANA

SUPERMERCATO PIM CORTINA D’AMPEZZO VIA TRIONFALE, 8044 00135 ROMASUPERMERCATO PIM TORREVECCHIA VIA DI TORREVECCHIA 313 00168 ROMASUPERMERCATO PIM MAFFI VIA PIETRO MAFFI, 114 00168 ROMA SUPERMERCATO PIM FONTANILE VIA DI TORREVECCHIA, 590 00168 ROMASUPERMERCATO PIM ODERISI VIA ODERISI DA GUBBIO, 133 00146 ROMASUPERMERCATO IPERFAMILY VIA DI TORREVECCHIA, 1050 00168 ROMASUPERMERCATO PIM NEWTON VIA FELICE BELLOTTI, 2 00151 ROMASUPERMERCATO PIM CASALOTTI VIA PIEDICAVALLO, 39 00166 ROMASUPERMERCATO PIM IGEA VIA IGEA, 42/44 00135 ROMASUPERMERCATO PIM BIOLCHINI VIA LUIGI BIOLCHINI, 15 00146 ROMASUPERMERCATO PIM BRAVETTA VIA DI BRAVETTA, 403 00164 ROMASUPERMERCATO PIM VIA TERESA DE GUBERNATIS SNCSUPERMERCATO PIM VIA VIARA DE RICCI, 51

edicoleedicolesupermercatisupermercatiECCO DOVE TROVARCIECCO DOVE TROVARCI

Otto pontini in Parlamento, zero risultati sul territorio

MAI COSI FOLTA LA RAPPRESENTANZA, MAI COSÌ DRAMMATICA LA SITUAZIONE DELLA PROVINCIASCENARI

U na vicenda che meriterebbe l'atten-zione dei media nazionali resta re-legata ai margini del dibattito,

come qualsiasi banale lite di vicinato. Par-liamo della delocalizzazione del pontile pe-troli di Gaeta, una vicenda che preoccupamolto la città confinante di Formia, chenon essendo inserita nell'autorità portualefatica a capire cosa realmente accadrà. Lapaura è che un progetto inadeguato ed an-tico possa mettere a repentaglio il turismoe l'ambiente: una petroliera che attracca a Vindicio non è cer-tamente un bel vedere. Pontile al largo della costa come ac-cade in tutto il mondo? Nemmeno per sogno. E così, dipolemica in polemica, con l'autorità portuale che certa di na-scondere le carte, solo il sindaco di Formia Bartolomeo con-tinua a chiedere lumi cercando di arginare la rabbia degli

operatori balneari, mentre Gaeta - chefa parte del comitato portuale - pareavere tutti gli interessi nel proseguire agestire in maniere privilegiata il rap-porto con l'Autorità di Civitavecchia. In-somma, una mancanza dicoordinamento in cui emerge però l'as-senza di una voce: quella degli ambien-talisti.Il progetto che si prospetta non è forseabbastanza devastante e preoccupante

per la collettività? Il silenzio sulla vicenda è semplicementeimbarazzante per chi ha portato avanti - e continua a farlo -battaglie su legalità e trasparenza, contro gli abusi di ogni ge-nere, contro gli scempi ambientali di ogni ordine e grado. Nonsi comprende il reale motivo di tale disinteresse. Paura forsedi una ritorsione da parte dell'Eni? Può darsi.

GAETA/ Pontile petroli, perché tacciono gli ambientalisti

Claudio Fazzone

Federico Fauttilli

Pasquale Maietta

Claudio Moscardelli Giuseppe Vacciano Ivana Simeoni Cristian Iannuzzi Sesa Amici

Il Corriere di Roma n.8 del 6 - mar. 2014_Layout 1 05/03/2014 13.42 Pagina 20

Page 21: IL CORRIERE DI ROMA - GIOVEDI' 6 MARZO 2014

È il tema caldo della campa-gna elettorale di Marino eoggetto già di alcuni ri-corsi al Tar da parte deicomitati cittadini: la ce-

mentificazione delle campagne del Di-vino Amore, una dellemaxi-concessioni edilizie volute dal-l'amministrazione guidata dall'attualeconsigliere regionale Adriano Palozzi. Iltema spinoso arriva nelle aule parla-mentari in un'interrogazione presentatada alcuni deputati del Partito Democra-tico su richiesta del circolo del PartitoDemocratico della frazione di Boville diMarino. L'interrogazione rivolta ai mi-nistri del Lavoro e dei Beni culturalivuole capire se ci sono i margini perpoter estendere l'efficacia del decretoministeriale del 25 gennaio del 2010che poneva vincoli ambientali perl'Agro Romano anche ai comuni diCiampino e Marino per creare un'unicagrande area protetta storica, archeolo-gica, ambientale e naturalistica, capacedi divenire un volano per la crescita eco-nomica sociale ed occupazionale deiterritori interessati e di rappresentareuna candidatura autorevole, in ambitonazionale ed internazionale, per il rico-noscimento di "sito Unesco patrimoniodell'Umanità".Dura la nota delle associazioni e dellesinistre contro l'immobilismo istituzio-nale sul contestatissimo tema: MaurizioAversa (PdCI), Alessandro Corbelli(USP - Unire la società alla politica),Mirko Laurenti (Sel e firmatario ricorsoal Tar del Comitato Ada, Argine DivinoAmore) Flaviano Marrucci (Prc e fir-matario ricorso al Tardel ComitatoSTOP Cemento) Giulio Santarelli (Ri-formisti Avanti) e Adolfo TammaroAdolfo (Movimento per il Cambia-

giovedì 6 marzo 2014 pagina 21 REGIONE & POLITICA IlCORRIEREDIROMA

GELATERIA PARADISO VIALE I. MONTANELLI 130MONTANI ICE VIA DI CASALOTTI, 59/A GELATERIA RETRÒVIA BALDO DEGLI UBALDI, 118LA CAFFETTERIA MASSÌ DI SCARDELLA MASSIMILIANOVIA G. ALLIEVO 41 ROMABAR TABACCHI LEANDRIVIA PAOLA FALCONIERI 81 ROMABAR A QUATTRO SRL DI MONTECCHIARI PATRIZIO VIA P. VENTURI 73 ROMABAR DI LA MARCA LUCIANO VIA TOR DE SCHIAVI 153/A ROMAKRISTAL BAR SNC CIRC.NE NOMENTANA, 568-570 ROMABAR GELATERIA TERRA ANNAMARIA, VIA LIVORNO 13 ROMAPASTICCERIA SALENTINAVIA LAGO TANA 51 ROMA(METRO B1 LIBIABAR CIRCO MASSIMO VIALE AVENTINO, 14 ROMAGA MA DA SNCVIALE AVENTINO 28 ROMA

LIBRIZZI GIORDANAVIALE AVENTINO 101 ROMASTINZIANI ANGELOVIALE AVENTINO 78 ROMAGELATERIA PUDDINUVIALE AVENTINO 59 ROMABAR AUGUSTO MASSIMOVIA DEL CIRCO MASSIMO, 5 ROMABAR CIAMPINIVIALE DELLE TRINITÀ DEI MONTI ROMACAFFÈ VAN GOGHVIA DELLA PINETA SACCHETTI ROMABAR GIOVENALEPIAZZA GIOVENALE 6 ROMAVALORANI’S FORUMLARGO CORRADO RICCI, 30 ROMABAR DI AFFATATI PIER MATTEOVIA CLAUDIA 14 ROMABOATTINI BARVIA MASTROGIORGIO 58 ROMABAR DI CAPALDO SIMONEVIA DELLA LUNGARA 39 ROMAALOISE DOMENICOVIALE TRASTEVERE 36 ROMABRONTOLO, ABBIGLIAMENTO BAMBINI, DI SILVI SIMONAVIA STELVIO 12 ROMA

GELATERIA FIOR DI LUNAVIA DELLA LUNGARETTA 96 ROMAGELATERIA MIANI MARIA GIOVANNAVIA DELLA SEGGIOLA 12 ROMABAR ICAVIA GASPARE GOZZI, 61 ROMABAR VIVONAPIAZZA VIVONA 20 ROMABENEVENTO BARVIA ACHILLE FUNI, 32 ACILIAMALI SRL BAR MARTINICAVIA DELLA MARTINICA 151 ROMAZAMA CAFFÈPIAZZA ZAMA 5 ROMAOLD SHAMROCKVIA CAPO D’AFRICA V26/D ROMACAFFÈ MARTINI DI ROSSI STEFANOPIAZZALE DEL COLOSSEO 3 A/B ROMARISTORANTE ALFONSO COUS COUSVIA BRESCIA, 23 ROMAANTICA DOMUSVIA S.GIOVANNI IN LATERANO, 6 ROMAALIVERNINI ROBERTOVIA CASTELFORTE 27 ROMAROCCI DANILOVIA TOR DE SCHIAVI 340 ROMADI MUZIO DOMENICOVIA FEDERICO DEL PINO 62 ROMABAR GASTRONOMIA SGANGA ANTONIOPIAZZA NOSTRA SIGNORA DI GUADALUPE 11 ROMA

BAR NATI STANCHIVIA TOR DE SCHIAVI 306BAR MARIOVIA BRA 15/19 ROMACAFFÈ SCHETTINOVIA SAN MELCHIADE PAPA ROMABAR PASTICCERIA DI COLA FILIPPOVIA RUGGERO ORLANDO 68 ROMALOVE 4 PIZZAVIA PEVERAGNO 52 ROMABAR MEDIANOVIA TRIONFALE 11454 ROMABAR TABACCHI DELLA SALA ANNAVIA PASQUALE II 109,111 ROMAANTICO CAFFÈ DI ROMAVIA GIANNINA MILLI 52 ROMABAR DI MANUEL ARIS VILLANIP.ZA MARESCIALLO GIARDINO ROMABAR BARCOLLANDOVIALE ADRIATICO 139 ROMATRATTORIA DA PAOLO, VIA SAN FRANCESCO A RIPA, 92 ROMAESTETICA-SOLARIUM ESSENZAVIA STELVIO 15/17 ROMAILIOS CUCINA GRECAVIA GASPARE GOZZI, 119 ROMALE PETIT CAFE'VIALE VEGA N.6 ARTE BIANCA PANE, PIZZA, DOLCI E...SFIZIVIALE ADRIATICO, 97

PRESTIGE BARVIA DELLE GONDOLE ANG.PIAZZA SANTA MONICA

BETTER CAFFE'VIALE PAOLO ORLANDO 3

BAR DUCACORSO DUCA DI GENOVA 124

BAR GELATERIA SISTOPIAZZA ANCO MARZIO 7

PASTICCERIA BAR KRAPFEN PAGLIA PIAZZA ANCO MARZIO 18/19

BAR STABILIMENTO BALNEARE VENEZIALUNGOMARE AMERIGO VESPUCCI N.8

CENTRO SPORTIVO RESORT "LE DUNE"LUNGOMARE DUILIO N.22

BAR GELATERIA "NABIL"PORTO TURISTICO DI ROMA

BAR MILELLISVIA CAPITAN CONSALVO N.13

SUPERMERCATO TODISVIA CASTELPORZIANO N.294 (INFERNETTO)

esercizi commercialiesercizi commerciali OSTIA

LA MAXI CONCESSIONE EDILIZIA APPROVATE DAL COMUNE DI MARINO È ARRIVATA AL TAR , ALLA REGIONE E IN PARLAMENTOLA DENUNCIA

Cemento al Divino Amore, Zingaretti tace

mento e firmatario ricorso al Tar del Co-mitato Ada, Argine Divino Amore) di-chiarano: "Nuova puntata con un nulladi fatto al Consiglio Regionale del Lazio.

Nel calcio si dice nulla difatto per dire 0-0. In questocaso - come al solito - con unnulla di fatto i cittadini per-dono e la speculazionevince. Si attendeva la vota-zione di una mozione del Pdche - se approvata – avrebbechiesto di impegnare il Pre-sidente Zingaretti a bloccarela cementificazione del Di-vino Amore. Tecnicamentela mozione - dopo aver illu-strato numerose motivazionilegali e tecniche - chiede alPresidente della Giunta Re-gionale di "valutare la revocadel Protocollo d'Intesa" con

cui Polverini e Palozzi hanno deciso dicementificare tutta l'area del DivinoAmore davanti e dietro il Gotto d'Orocon la previsione di 1.300.000 mc di ce-

mento e circa 12.500 abitanti. Non sonobastate le assicurazioni del pd DanieleLeodori, Presidente del Consiglio regio-nale. Si era impegnato a riportare inConsiglio Regionale questa mozionedopo la mancata votazione del 12 Feb-braio. Quel giorno, misteriosamente, almomento del voto Storace (dopo aver alungo parlottato con l'ex sindaco Pa-lozzi) chiedeva una verifica del numerolegale e (purtroppo senza nostra sor-presa) la seduta è stata sospesa senza ar-rivare al voto. Leodori si era subitoimpegnato a ripresentare la mozione maevidentemente la forza delle ricchelobby è riuscita a bloccare tutto. Restaquindi ancora senza risposta la lettera in-viata a Zingaretti dai capigruppo dellamaggioranza in Regione che hannochiesto esplicitamente a nome dellamaggioranza di procedere a questo an-nullamento sul Divino Amore. Molte

forze politiche del centrosinistra mari-nese hanno da tempo identificato laquestione “Stop cemento al DivinoAmore” come argomento di base per lacreazione di una coalizione politica cre-dibile e totalmente alternativa al centro-destra che ha devastato il territorio diMarino negli ultimi 8 anni di governo.Questo nuovo passaggio a vuoto dellaRegione oltre ad essere subito come unulteriore "sgarbo" a danno dei cittadiniche si battono per salvaguardare il terri-torio è anche un "regalo" a questo cen-trodestra marinese che sul programma"cementiamo tutto" fonda gran parte delsuo consenso. Come cittadini dobbiamoanche constatare come Zingaretti dopoaver promesso "consumo zero di territo-rio" in campagna elettorale una volta ar-rivato al governo poi non agisce diconseguenza".

Alessandro Pallocca

Niente cronaca, niente politica, argomenti in rete già ampiamente coperti.Ciò che facciamo noi da due anni è raccontare con entusiasmo e allegriale nostre città e le nostre province, amplificando le iniziative positive e leidee nuove.Diamo e riserviamo attenzione spazio e visibilità alle aziende e professio-nisti.Siamo semplici, veloci, tematici. Per questo realizziamo per ogni città co-perta un portale tutto dedicato, per allacciare con gli utenti della rete undialogo diretto e vicino.Una vasta platea legge le nostre news. Niente copia e incolla.

Produciamo ogni giorno contenuti inediti originali.Siamo interattivi e molto social.Dal 20 marzo ogni settimana ci troverete su Il Corriere di Roma per condi-videre offerte informazioni e news degli inserzionisti del circuito pubblici-tario LifeUp.A presto!!

Cultura, eventi, curiosità, concerti e shopping

Il Corriere di Roma n.8 del 6 - mar. 2014_Layout 1 05/03/2014 13.42 Pagina 21

Page 22: IL CORRIERE DI ROMA - GIOVEDI' 6 MARZO 2014

Quante volte vi è stato offerto - inwine bar, enoteche o a casad'amici - l'ormai classico abbina-mento tra vino e formaggi? L'ac-

coppiata è diventata unmust degli aperitivi madein Italy, ma la sua appa-

rente semplicità nasconde, o almenodovrebbe nascondere, l'accurata se-lezione del giusto succo d'uva per le

caratteristiche organolettiche dellatticino scelto (e

viceversa): taleselezione ri-chiede cono-scenze che

spesso nonsono alla

portata dit u t t i .P r i m a

di pas-

sare agli abbina-menti suggeriti dagli esperti dell'Arte deiVinattieri, ecco riassunte alcune regole generali perevitare brutte figure con gli ospiti:- I vini bianchi sono accostabili soloa formaggi freschi a pasta cruda,come mozzarella, stracchino, ro-biola, caprini a latte crudo. Più ilformaggio fresco è salato, più saràconsigliabile optare per un rosso(pur sempre) giovane, debole, pocoimpegnativo;- A formaggi poco stagionati, anche se apasta cruda, vanno abbinati rossi giovani ma di

buon corpo;- I vini rossiscelti saranno

sempre piùstruttu-rati suformaggia pastac o t t a ,

m a nmano che ne

aumenta la stagio-natura, fino ad arrivare ai grandi rossi in-vecchiati per formaggi molto forti (comei pecorini stagionati);- È felice l'accostamento tra formaggipiccanti o erborinati (gorgonzola, ro-

quefort ecc.) e vini dolci o passiti. Nel caso del gor-gonzola, quello piccante gradisce i passiti maanche vini rossi invecchiati ben strutturati. Quellodolce vini, rossi o bianchi, caratterizzati da unacerta morbidezza e sapidità (tra i bianchi ad esem-pio il Pinot Bianco o il Frascati Superiore; tra irossi Merlot del Triveneto, Barberaleggermente frizzanti oChianti Classico).È chiaro che, per un abbina-mento davvero azzeccato, èmeglio affidarsi ai consiglidegli esperti, capaci diandare oltre le regole

generali e trovare ilvino perfetto perogni particolare latti-cino, o anche diignorare le regoleladdove l'eccezioneconvinca naso e palato. Eccodi seguito le proposte di Claudio Arcioni, Presi-dente dell'Arte dei Vinattieri di Roma, accompa-gnate da brevi particolarità dei vini elencati:- Parmigiano con:• 'Barolo' Castello di Verduno |Al naso mi-scela di frutta e spezie: pepe, ciliegia, timo,violetta• 'Amarone' Valpantena |Profumo di prugnamatura con sentori di cioccolato• 'Tignanello' Marchesi Antinori |Equilibratoal palato, finale lungo e persistente- Asiago con:• 'Chiaretto del Garda' Ca Majol |Delicato inogni aspetto, sapore morbido• 'Dolcetto di Dogliani' Francesco Boschis |Pro-fumo fruttato, sapore corposo con vena amara

• 'Barbera Vivace' Volpi | Sapore secco,fresco e vivace, perfetto per gli anti-pasti- Gorgonzola piccante ed erbori-nati in generale con:

• 'Barolo' Gianni Gagliardo|Equilibrato al palato, persistenza eccezionale,grande carattere• 'Nebbiolo' Castello di Verduno |Pro-

fumo floreale intenso, tra viola e rosa• 'Dolce' Livio Felluga | Al palato notebalsamiche e agrumate e sensazioni di cilie-gia e vaniglia • Passito 'Le Conche' Terre dei Sesi | Ri-cordi di albicocca e retrogusto di frutta secca- Gorgonzola dolce con:• 'Lagrein' Ritterhof |Corposo e vellutato,con aromi di frutti di bosco rossi• 'Pinot Bianco' Cantina di Caldaro | Noteolfattive di mela, noce e burro • 'Pinot Bianco' Orvieto Barberani

|Aromi di frutta secca, biancospino, pesca.Lorenzo Marziali

giovedì 6 marzo 2014 pagina 22GUSTOIlCORRIEREDIROMA

Dalla California l’elettrica che fa dimenticare le auto tradizionali

di Davide Bianchino

Chi lo dice che Roma non potrà convertirsi pre-sto alla mobilità elettrica? Le offerte del mer-cato automobilistico cominciano a farsiinteressanti, soprattutto quelle che arrivano daoltreoceano. Tesla è una Casa automobilisticaamericana divenuta famosa alcuni anni fa peraver messo in produzione una spider elettrica (la“Roadster”) dalle prestazioni molto elevate. Giàquesto era bastato per conquistarsi le attenzionidi molti addetti ai lavori. Oggi però la Casa cali-forniana potrebbe sbaragliare il mercato con lasua nuova creatura: la “Model S”. Si tratta di unagrande ed elegante berlina elettrica a quattroporte con prestazioni da supercar. Ma le suequalità più interessanti non vanno ricercate

nelle sole doti velocisti-che, seppur elevatissime,quanto piuttosto nell’au-tonomia da record: laTesla dichiara circa 500km con un pieno di ener-gia. Mai nessuna vetturaelettrica aveva raggiuntotali livelli. Ma la cosa piùsbalorditiva è che il tuttoè stato possibile con il

semplice utilizzo di comunissime batterie al litio(le stesse utilizzate per i pc portatili). Ottomilaminuscole pile appositamente costruite dallaPanasonic sono nascoste sotto il pianale dellavettura. L’autonomia limitata è il principale di-fetto imputato alle vetture elettriche fin’ora pro-dotte. Purtroppo le colonnine di ricarica sonoancora scarsamente diffuse nelle nostre città equesto costringe i proprietari di queste vetturead escursioni giornaliere a corto o cortissimoraggio. L’autonomia garantita dalla nuova Teslaconsente invece di utilizzarla come qualsiasialtra auto convenzionale. Con i dovuti confronti,sia chiaro. La Model S è una berlina di classe ele-vata con prestazioni da supercar, di conse-guenza stiamo parlando di auto del calibro diPorsche Panamera, Maserati Quattroporte oBmw M5. Insomma, auto che superano agevol-mente i 100 mila euro. Detto ciò, la Model S ri-mane comunque un caso eccezionale nelpanorama automobilistico. Il prezzo della Teslarimane in linea a quello delle sue principali con-correnti, ma quello che offre è sicuramente fuoridal comune. Le prestazioni garantite sono lestesse, quindi elevatissime, ed il telaio assicurauna tenuta di strada da vera sportiva. Nessun’al-

tra concorrente, però, potrà mai regalare il pia-cere di guidare (anche molto velocemente) nelpiù assoluto silenzio. E con zero emissioni alloscarico. Niente pistoni nè cilindri. Eppure un mo-tore c’è ed è anche molto potente, tanto da in-collare la schiena ai sedili quando si schiacciaforte l’acceleratore: ben 422cv. All’accensionenon succede nulla: il quadro strumenti si illu-mina ma di vibrazioni neanche a parlarne. L’abi-tacolo è abbastanza convenzionale, moltocomodo e rifinito con una certa cura anche seancora non al livello delle migliori concorrenti te-desche. L’unica concessione alla modernità è af-fidata al pannello dei comandi al centro delcruscotto: un tablet luminoso ed enorme, da ben17 pollici, che racchiude pagine e pagine dimenù. La Model S unisce l’esclusività di guidareuna vettura elettrica senza più l’handicap del-l’autonomia limitata. L’unica differenza rispettoalle auto convenzionali si svelerà al momentodel rifornimento: anziché fermarsi al classico di-stributore, la sera basterà attaccare la spina allapresa di corrente di casa. Proprio come fac-ciamo abitualmente con il nostro cellulare. La ri-voluzione automobilistica potrebbe essere giàcominciata. Forse anche a Roma.

BUONE MANIERE I GIUSTI ABBINAMENTI SUGGERITI DALL’ARTE DEI VINATTIERI

“Vuoi tu sposare il formaggio?” “Sì - rispose il vino - ma con criterio”

Nel “non luogo” di EuRoma2, all’Eur, c’è una sezione del secondo piano dedicata alla ristorazione. Niente male, nel suo complesso,per un mega centro commerciale di formazione francese. Hai diverse scelte, dal McDonald’s alla bisteccheria, ai primi di GiovanniRana, alle pizzerie di sapore napoletano, alla piadineria. Ma devi fare code, consumare scomodo, in mezzo alla confusione. Mac’è il Panino Giusto, una piccola oasi di relativa tranquillità. Va provato. Intanto ti siedi e sei servito al tavolo, senza stress. E poimangi rapido, sano, genuino. Il nome non inganni, non è solo panini. Un menù buono anche per le diete, vivace e interessante. In-salate, affettati di ogni tipo, fesa di pollo e tacchino, e salmone. E ancora carpaccio di Pesce Spada, di tonno, hamburger, bacone patatine fritte. E soprattutto con un marchio di fabbrica che certifica il prodotto e il servizio. Il Panino giusto nasce a Milanonel 1979, e oggi ha spazi ad Honk Kong, in Gran Bretagna, in Giappone. Oltre naturalmente, alle basi italiane. E’ artigianatodella cucina,che loro, dietro il banco, riassumono con “la regola de 7”: 70 gr di affettato fresco, 70 gr di formaggio, verdure,salse e oli prelibati, racchiusi in 70 gr di pane francesino prodotto in esclusiva per Panino Giusto. Perfetto nelle proporzioni, ogniPanino è un equilibrio di sapori, di profumi e di colori, un vero capolavoro artigianale,un’esperienza da vivere e da gustare con tutti i cinque sensi. Si mangia in fretta masenza fretta, si esce soddisfatti, si paga poco. Provare per credere.

ABBIAMO ASSAGGIATO PER VOI

Il panino giusto, ma non solo

Il Panino Giusto, Euroma2 Viale dell'Oceano Pacifico 83

Il Corriere di Roma n.8 del 6 - mar. 2014_Layout 1 05/03/2014 13.43 Pagina 22

Page 23: IL CORRIERE DI ROMA - GIOVEDI' 6 MARZO 2014

Dal 27 febbraio al 23marzo, al Teatro Pa-rioli Peppino De Fi-lippo di Roma, laCompagnia di Teatro

Luigi De Filippo presenta, “Il berrettoa sonagli” commedia in due parti diLuigi Pirandello, versione di EduardoDe Filippo, regia Luigi De Filippo. In quel tragico e irrisolvibile giocodelle parti che è il teatro pirandelliano,un ruolo non trascurabile tocca al pro-tagonista del “Il berretto a sonagli” cheEduardo De Filippo, con l’intelligenteardire che animava ogni sua impresa,ha tradotto in lingua napoletana. Beatrice, donna gelosissima, sospettache il marito sia l’amante della bellamoglie di Ciampa, commesso del loronegozio. La donna fa denuncia alcommissariato. Il marito viene ef-fettivamente trovato in compa-gnia della donna, ma il verbalenon lo definisce delitto flagrantee il delegato è pronto a rilasciare idue. Ma per Ciampa la giustifica-zione legale non basta. Davanti atutto il paese passa per essere un“cornuto”. Non gli resta che am-mazzare i due o chiedere a Bea-trice di dichiararsi pazza. Lapazzia della donna infatti aggiu-sterebbe tutto, poiché, secondoCiampa “è facile simulare la paz-zia, basta gridare in faccia a tutti la ve-rità”. E Beatrice, costretta anche daipropri parenti, si fa passare per pazza,convincendo tutti dell’innocenza diCiampa e di sua moglie. Un presti-gioso traguardo. Una grande provad’attore per Luigi De Filippo che diquesta edizione della commedia è re-gista e protagonista.Quella del Berretto a sonagli e della fa-miglia De Filippo è una storia da rac-contare. Lo fa con arguzia Luigi, chein un divertito resoconto ricorda l’in-contro di Luigi Pirandello conEduardo e Peppino e la collaborazioneche ne è seguita. “Pirandello (siamonel 1934) era curioso di conoscere

quei famosi fratelli De Filippo deiquali il pubblico italiano parlava congrande ammirazione. Dotati di ungrande talento scenico, di una grandeforza comunicativa e di un linguaggiofatto apposta per il Teatro, qual è la lin-gua napoletana, i fratelli De Filippo inpochi anni erano diventati i beniaminidel pubblico - scrive Luigi Pirandello- si recò ad applaudirli al Teatro San-nazaro di Napoli e ne restò entusiasta.Trovò in essi una recitazione mo-derna, appassionata, di un umorismoche divertiva certamente ma, che fa-ceva anche riflettere, una comicità chelasciava l’amaro in bocca. Eduardo ePeppino ammiravano il Maestro,

erano in soggezione davanti a lui ma,fu proprio Pirandello a proporre lorodi interpretare “Liolà” in versione na-poletana, aggiungendo che poteva es-sere fatta da Peppino comeprotagonista della commedia assiemeal fratello Eduardo. Così fecero e fu untrionfo. La commedia andò in scena il21 maggio 1935 a Milano al TeatroOdeon. Peppino ed Eduardo furonoapplauditissimi. Alcuni spettatori rico-nobbero Pirandello che era in sala e losollevarono di peso con entusiasmo eportarono in palcoscenico a divideregli applausi con i due De Filippo.Dopo tanto successo, ricorda ancoraLuigi, la collaborazione dei De Filippocon il Maestro Pirandello, continuò fe-licemente. Sempre su suggerimento diPirandello misero in scena “Il berrettoa sonagli” e fu un altro grande trionfo.La “prima” ci fu al Teatro Fiorentini diNapoli il 14 Febbraio del 1936.Eduardo, Peppino e Titina furono tra-volti dagli applausi di un pubblico en-tusiasta. Pirandello si felicitò coi trefratelli e commentò: “Con gli attoriitaliani che interpretano le mie opere,ho sempre tanta difficoltà a far inten-dere il valore delle “pause” che iosegno nel testo. Loro, in genere, si ri-fiutano di tenerne conto. Voi, invece,

le avete fatte queste bene-dette “pause”, come la cosapiù naturale di questomondo. Questo mi con-ferma che sono davvero ne-cessarie e che io non sonoun rompiscatole quandopretendo che vengano ri-spettate”.“Il berretto a sonagli” inter-pretato da Eduardo e daPeppino De Filippo, fuanche motivo e pretesto dimanifesta ostilità da partedel pubblico verso l’occupa-zione nazi-fascista di Romanel 1943. I fratelli De Fi-lippo recitavano questa

commedia al Teatro Eliseo, appunto inquel tragico periodo nel quale la po-polazione romana mal sopportaval’oppressione nazista. E quandoEduardo recitava in scena, nel finaledella commedia, la battuta “Voi nonsapete cosa vuol dire non poter par-lare, non poter sputare in faccia a tuttila verità. Voi signora, potete farlo, to-glietevi questo peso dalla coscienza.Gridate in faccia a tutto il Paese quelloche avete nel cuore! Sfogatevi!”, ilpubblico in platea scattava in un ap-plauso liberatorio, chiaramente rivoltoagli odiati nazisti che occupavanoRoma con spietata crudeltà.Teatro Parioli Peppino De FilippoVia Giosuè Borsi 20, 00197 – Roma

giovedì 6 marzo 2014 pagina 23 CULTURA IlCORRIEREDIROMA

AL TEATRO PARIOLI VA IN SCENA “IL BERRETTO A SONAGLI”CON LA REGIA DI LUIGI DE FILIPPO

QUI GATTO CI COVA All’Auditorium l’empatia dei “Soupstar”

di Gerlando Gatto

Come già detto, la situazione del jazz nella Capi-tale è tutt’altro che rosea: la Casa del Jazz è an-cora senza guida mentre in giro non ci sono molticoncerti degni d’attenzione.In questo quadro c’è tuttavia un evento che valela pena seguire: venerdì 7 marzo, all’AuditoriumParco della Musica sarà di scena il Duo "Soup-star" ovvero Gianluca Petrella trombone e Gio-vanni Guidi pianoforte. Si tratta di due giovanijazzisti che nell’arco di pochi anni sono riuscitiad imporsi alla generale attenzione tanto da es-sere, oramai considerati, tra i migliori solistidell’intero Vecchio Continente. In particolare Gianluca Petrella nasce a Bari nelmarzo del '75 e si diploma al Conservatorio dellasua città con il massimo dei voti nel '94. Nel '93inizia una lunga collaborazione con il sassofoni-sta Roberto Ottaviano che lo inserisce in un suoprogetto discografico. Da questo momento ètutta un’escalation di successi segnata da mo-menti particolari tra cui ricordiamo la collabora-zione con Carla Bley nel ’95, e poi con altri calibri

assoluti quali Steve Swallow, Jimmy Owens, GregOsby, Steve Coleman, Roswell Rudd, Ray Ander-son, Pat Metheny, Oregon, John Abercrombie,Aldo Romano… Nel 2001, vince il referendum“Top Jazz” indetto dalla rivista Musica Jazz qualemiglior “nuovo talento nazionale” e raccoglie unprestigioso “award” per l’importantissimo“Django d’Or” internazionale, sempre in qualitàdi “miglior talento” europeo. Nel 2004 la svoltacome leader e l’importante contratto discogra-fico che lo lega con Emi/Blue Note. E’ artista del-l’anno, nel “Top Jazz” della rivista “Musica Jazz”per il 2005 e 2007, e vincitore del “Down Beat Cri-tics Pool”, quale miglior trombonista nella cate-goria “Rising Star” nel 2006 e nel 2007.Nato a Foligno nel 1985, Giovanni Guidi studiainizialmente con Ramberto Ciammarughi; fre-quentando i seminari estivi di Siena, viene no-tato da Enrico Rava, che lo inserisce nel gruppoRava Under 21, trasformatosi in seguito in RavaNew Generation con cui incide un album nel2006. In questo stesso periodo l’incontro con Pe-

trella: i due collaborano nella Cosmic Band e for-mano il duo in programma all’Auditorium. Nel“Top Jazz” viene votato come miglior nuovo ta-lento del 2007. Intanto incide per la CAM Jazz fin-ché nel 2011 registra per la ECM “City of BrokenDreams”.Come si accennava, suonando assieme oramaida tanti anni, i due hanno sviluppato un’empatiache li porta a stare sul palco con grandissima di-sinvoltura affrontando partiture anche assaicomplesse con grande facilità e soprattutto svi-luppando una capacità improvvisativa davverostraordinaria. Insomma un concerto che vale lapena seguire.

SCELTI PER VOI

I De Filippo e Pirandello: un feeling storico

In alto la compagnia di Teatro Luigi De Filippo ne “Il berretto a sonagli”;

sopra Titina, Peppino ed Eduardo De Filippo con Luigi Pirandello

Il Corriere di Roma n.8 del 6 - mar. 2014_Layout 1 05/03/2014 13.44 Pagina 23

Page 24: IL CORRIERE DI ROMA - GIOVEDI' 6 MARZO 2014

Il Corriere di Roma n.8 del 6 - mar. 2014_Layout 1 05/03/2014 13.44 Pagina 24