IL CORRIERE DI ROMA - GIOVEDI' 20 NOVEMBRE 2014

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UNA CIÀ IN GINOCCHIO Fondato nel 1948 da Giuseppe Gesualdi Direttore responsabile Filippo Gesualdi Direttore Giovanni Tagliapietra numero 34 anno LXVII GIOVEDÌ 20 NOVEMBRE 2014 PRIMO PIANO Il day after Una città che si ribella a pagina 4 L’INCHIESTA I vigili tirano i remi in barca e mandano a picco Roma a pagina 6 All’interno l’inserto di Sanità del Lazio Lazio Lazio la del anità S S NUMERO 34 ANNOLXVII GIOVEDÌ 20 NOVEMBRE2014 SAN GIOVANNI Due-tre giorni per l’intervento, il “dopo” è tutto ambulatoriale a pagina 13 a pagina 14 «Attenti alla class action: si rschia di mischiare procedimenti diversi» P er la prima volta ben dodici sigle, in rappresentanza delle organizzazioni sindacali della Dirigenza Medica, Sa- nitaria e Amministrativa, si sono alleate superando le loro vecchie contrapposizioni di bottega per fare uni- tariamente un appello - dalle testate dei quotidiani regionali - ai cittadini per av- visarli su come realmente stanno le cose nella Sanità della Regione Lazio. Per spiegare che “le Case della salute”, tanto reclamizzate dal Presidente e Commissa- rio ad acta Nicola Zingaretti, sono un pe- ricolo permanente per chi decidesse un giorno (quando fossero effettivamente realizzate) di ricorrere alle loro cure. In- fatti non si sa chi prenderà in carico l’as- sistito e chi sarà responsabile del percorso diagnostico al quale il malcapi- tato dovrà essere sottoposto. Nell’appello le organizzazioni sindacali prendono atto del malcontento diffuso nei confronti delle strutture ospedaliere e dell’ostilità crescente nei confronti degli operatori sanitari. Lunghe attese nei Pronto Soc- corso e nei DEA di primo e secondo li- vello, a causa della mancanza di posti e anche di personale carente per colpa del blocco del turnover ( la Regione Lazio è commissariata per aver sfondato il tetto della spesa sanitaria.) Ci sono responsa- bilità di gestione dovute alla nomina di vertici aziendali che hanno come unico riferimento il risparmio sui costi del- l’azienda, un risparmio che viene pagato a caro prezzo da chi è in cerca di un posto di ricovero o di assistenza. Zingaretti va in giro per il Lazio ad inaugurare reparti a conduzione infermieristica, come nuovo modello di struttura sanitaria, pensando solo ad uno pseudo risparmio. In questi reparti non ci sarà il medico, quello che ogni giorno vi sottopone a vi- site e a controlli per il vostro stato di sa- lute. La verità è che stiamo assistendo ad uno stravolgimento di fatto di un mo- dello di Sanità che anche nel Lazio fino ad oggi ha garantito la tutela della salute di tutti. La carenza di posti letto, come fu denunciato anni orsono dall’Agenzia di Sanità Pubblica, in seguito soppressa dallo stesso Zingaretti, registra una man- canza di ben oltre 3000 posti letto per RSA, Residenze Sanitarie Assistite per gli anziani (che non devono interferire con la occupazione impropria di posti letto nelle aree di medicina nelle strut- ture ospedaliere). Si parla di malasanità e i cittadini identificano gli operatori sa- nitari come responsabili dello sfascio, di- menticando che le responsabilità di gestione sono solo ed esclusivamente, come ribadito dalla Costituzione, del- l’ente Regione . Il Lazio è nel gruppo delle sei regioni sotto poste a vigilanza speciale, nel corso degli anni hanno evi- dentemente mal gestito la sanità. Il dibat- tito apertosi in questi giorni nel Consiglio Regionale del Lazio, richiesto fortemente da tutte le opposizioni, ha co- stretto uno Zingaretti recalcitrante ad af- frontare i temi che in questi giorni sono all’ordine del giorno delle cronache cit- tadine. Se le cose vanno male non è colpa degli operatori ma delle cabine di regia. Non difenderemo mai i nullafacenti, gli incompetenti o i truffaldini, ma ci batte- remo sempre in difesa degli interessi degli assistiti, categoria che ci com- prende tutti, ribadendo che vogliamo operatori sanitari motivati e professio- nalmente di livello.. Il Corvo La malasanità non dipende dagli operatori sanitari MAXI RICORSO SPECIALIZZAZIONI Il CORRIERE DI ROMA U na città in ginocchio, da qualunque parte la si voglia vedere. Le periferie, il centro storico, la viabilità, il controllo sociale, l'ordine pubblico, il decoro, l'abusivismo in tutte le sue forme, i Rom, i migranti, il popolo degli “invisibili”. La somma di tutte queste que- stioni porta ad una conclusione complessiva, il collasso. Non accidentale, ma provocato: dal non governo, dalla scelta deliberata di lasciare andare a fondo la capitale. E l’efffetto è il caos, nelle sue peggiori espressioni, quello che i turisti vivono con sconcerto scoprendo che nulla funziona come dovrebbe e che i romani sopportano con rabbia cre- scente, con frustrazione. Basta guardarsi intorno, Roma è sgovernata, nel senso che appare senza controllo, co- stretta ad una quotidianità precaria. Ma tutte queste af- fermazioni apocalittiche lasciano il tempo che trovano, ri- petersele fino alla nausea non cambia le cose. Siamo finiti sulle cronache nazionali (finalmente o purtroppo), perché Roma è la vetrina del paese, è il biglietto da visita: i media stranieri hanno ricamato sull’esplosivo caso Tor Sapienza, hanno sorriso imbarazzati sull’ affaire Marino. Ma non c'è salvezza, non si può abbandonare una capitale al suo destino senza nemmeno fare autocritica. Il problema non è se abbia governato male la destra o se governi male ora la sinistra, ma come uscire da una situazione insostenibile. Troppa politica e poca amministrazione fanno male al paese e distruggono Roma. La Giunta Alemanno aveva pensato forse troppo agli affari e troppo poco alla città, la Giunta Marino ha un doppio handicap: quello di avere un sindaco che - come dicono i suoi contestatori - non ha capito nulla di Roma e non la conosce e quello di avere un partito egemone,il Pd che dopo aver mandato al Campi- doglio uno sprovveduto ora non riesce a gestirlo, Pessima performance per un partito che ha la pretesa di governare il Paese. E adesso che si fa? Il buon senso suggerirebbe di varare delle misure eccezionali – subito - per tamponare e gestire le emergenze. Ma alla vecchia maniera, ridando tranquillità alle categorie produttive, agli automobilisti, ai fruitori del servizio pubblico. Perché di questo ha biso- gno Roma. Poi di programmare il futuro economico e am- ministrativo nel medio termine. Non ci sono dei personaggi di gran rilievo, di spessore su piazza ( Alfio Marchini farà sul serio il gran salto, Renzi imporrà uno dei suoi, Berlu- sconi rinuncerà alla piazza princ ipale del Paese?), ma per ripartire qualche buon artigiano si può trovare.

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UNA CITTÀ IN GINOCCHIOFondato nel 1948 da Giuseppe Gesualdi Direttore responsabile Filippo Gesualdi Direttore Giovanni Tagliapietra numero 34 anno LXVII GIOVEDÌ 20 NOVEMBRE 2014

PRIMO PIANOIl day afterUna cittàche si ribella

a pagina 4

L’INCHIESTA

I vigili tirano i remi in barca e mandano a picco Roma

a pagina 6

All’internol’insertodi Sanitàdel Lazio

LazioLaziola delanitàSS

NUMERO 34 ANNO LXVII GIOVEDÌ 20 NOVEMBRE 2014

SAN GIOVANNI

Due-tre giorni per l’intervento,

il “dopo” è tutto

ambulatorialea pagina 13

a pagina 14

«Attenti alla class action:

si rschia di mischiare

procedimenti diversi»

Per la prima volta ben dodici

sigle, in rappresentanza delle

organizzazioni sindacali

della Dirigenza Medica, Sa-

nitaria e Amministrativa, si

sono alleate superando le loro vecchie

contrapposizioni di bottega per fare uni-

tariamente un appello - dalle testate dei

quotidiani regionali - ai cittadini per av-

visarli su come realmente stanno le cose

nella Sanità della Regione Lazio. Per

spiegare che “le Case della salute”, tanto

reclamizzate dal Presidente e Commissa-

rio ad acta Nicola Zingaretti, sono un pe-

ricolo permanente per chi decidesse un

giorno (quando fossero effettivamente

realizzate) di ricorrere alle loro cure. In-

fatti non si sa chi prenderà in carico l’as-

sistito e chi sarà responsabile del

percorso diagnostico al quale il malcapi-

tato dovrà essere sottoposto. Nell’appello

le organizzazioni sindacali prendono atto

del malcontento diffuso nei confronti

delle strutture ospedaliere e dell’ostilità

crescente nei confronti degli operatori

sanitari. Lunghe attese nei Pronto Soc-

corso e nei DEA di primo e secondo li-

vello, a causa della mancanza di posti e

anche di personale carente per colpa del

blocco del turnover ( la Regione Lazio è

commissariata per aver sfondato il tetto

della spesa sanitaria.) Ci sono responsa-

bilità di gestione dovute alla nomina di

vertici aziendali che hanno come unico

riferimento il risparmio sui costi del-

l’azienda, un risparmio che viene pagato

a caro prezzo da chi è in cerca di un posto

di ricovero o di assistenza. Zingaretti va

in giro per il Lazio ad inaugurare reparti

a conduzione infermieristica, come

nuovo modello di struttura sanitaria,

pensando solo ad uno pseudo risparmio.

In questi reparti non ci sarà il medico,

quello che ogni giorno vi sottopone a vi-

site e a controlli per il vostro stato di sa-

lute. La verità è che stiamo assistendo ad

uno stravolgimento di fatto di un mo-

dello di Sanità che anche nel Lazio fino

ad oggi ha garantito la tutela della salute

di tutti. La carenza di posti letto, come fu

denunciato anni orsono dall’Agenzia di

Sanità Pubblica, in seguito soppressa

dallo stesso Zingaretti, registra una man-

canza di ben oltre 3000 posti letto per

RSA, Residenze Sanitarie Assistite per

gli anziani (che non devono interferire

con la occupazione impropria di posti

letto nelle aree di medicina nelle strut-

ture ospedaliere). Si parla di malasanità

e i cittadini identificano gli operatori sa-

nitari come responsabili dello sfascio, di-

menticando che le responsabilità di

gestione sono solo ed esclusivamente,

come ribadito dalla Costituzione, del-

l’ente Regione . Il Lazio è nel gruppo

delle sei regioni sotto poste a vigilanza

speciale, nel corso degli anni hanno evi-

dentemente mal gestito la sanità. Il dibat-

tito apertosi in questi giorni nel

Consiglio Regionale del Lazio, richiesto

fortemente da tutte le opposizioni, ha co-

stretto uno Zingaretti recalcitrante ad af-

frontare i temi che in questi giorni sono

all’ordine del giorno delle cronache cit-

tadine. Se le cose vanno male non è colpa

degli operatori ma delle cabine di regia.

Non difenderemo mai i nullafacenti, gli

incompetenti o i truffaldini, ma ci batte-

remo sempre in difesa degli interessi

degli assistiti, categoria che ci com-

prende tutti, ribadendo che vogliamo

operatori sanitari motivati e professio-

nalmente di livello..

Il Corvo

La malasanità non dipende

dagli operatori sanitari

MAXI RICORSO SPECIALIZZAZIONI

Il CORRIERE DIROMA

U na città in ginocchio, da qualunque partela si voglia vedere. Le periferie, il centrostorico, la viabilità, il controllo sociale,l'ordine pubblico, il decoro, l'abusivismoin tutte le sue forme, i Rom, i migranti, il

popolo degli “invisibili”. La somma di tutte queste que-stioni porta ad una conclusione complessiva, il collasso.Non accidentale, ma provocato: dal non governo, dallascelta deliberata di lasciare andare a fondo la capitale. El’efffetto è il caos, nelle sue peggiori espressioni, quello chei turisti vivono con sconcerto scoprendo che nulla funzionacome dovrebbe e che i romani sopportano con rabbia cre-scente, con frustrazione. Basta guardarsi intorno, Romaè sgovernata, nel senso che appare senza controllo, co-stretta ad una quotidianità precaria. Ma tutte queste af-

fermazioni apocalittiche lasciano il tempo che trovano, ri-petersele fino alla nausea non cambia le cose. Siamo finitisulle cronache nazionali (finalmente o purtroppo), perchéRoma è la vetrina del paese, è il biglietto da visita: i mediastranieri hanno ricamato sull’esplosivo caso Tor Sapienza,hanno sorriso imbarazzati sull’ affaire Marino. Ma nonc'è salvezza, non si può abbandonare una capitale al suodestino senza nemmeno fare autocritica. Il problema nonè se abbia governato male la destra o se governi male orala sinistra, ma come uscire da una situazione insostenibile.Troppa politica e poca amministrazione fanno male alpaese e distruggono Roma. La Giunta Alemanno avevapensato forse troppo agli affari e troppo poco alla città, laGiunta Marino ha un doppio handicap: quello di avereun sindaco che - come dicono i suoi contestatori - non ha

capito nulla di Roma e non la conosce e quello di avere unpartito egemone,il Pd che dopo aver mandato al Campi-doglio uno sprovveduto ora non riesce a gestirlo, Pessimaperformance per un partito che ha la pretesa di governareil Paese. E adesso che si fa? Il buon senso suggerirebbe divarare delle misure eccezionali – subito - per tamponare egestire le emergenze. Ma alla vecchia maniera, ridandotranquillità alle categorie produttive, agli automobilisti,ai fruitori del servizio pubblico. Perché di questo ha biso-gno Roma. Poi di programmare il futuro economico e am-ministrativo nel medio termine. Non ci sono dei personaggidi gran rilievo, di spessore su piazza ( Alfio Marchini faràsul serio il gran salto, Renzi imporrà uno dei suoi, Berlu-sconi rinuncerà alla piazza princ ipale del Paese?), ma perripartire qualche buon artigiano si può trovare.

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I CONTI CON LA CRISISCENARI

Forse è finita la sbronzaemozionale-politica-me-diatica della Panda diIgnazio Marino e dellemulte. Peccato che non

proprio la stessa ribalta mediaticaabbia avuto un'analisi della Bancad'Italia sull'andamento economicodel Lazio (e di Roma), che getta undrappo funereo sull'economia dellaCapitale e dell'hinterland.Nella prima parte del 2014 (e quindinon si tratta di un'indagine "vecchia",ma di dati recenti, recentissimi), lamaggior parte delle aziende della no-stra regione ha registrato un decisocalo di fatturato, investimenti e ex-port.Via Nazionale ha presentato metànovembre l'aggiornamento dellaconsueta indagine sulle economieregionali. Dall'indagine di Bankitaliaquale emerge <una lieve crescitadegli occupati nei primi sei mesi 2014,a fronte però di un numero di lavoratori in Cassaintegrazione guadagni tornati sui livelli massimidegli ultimi 10 anni> (il 3% dell'intera forza la-voro regionale). E ancora: nel comparto indu-striale si sono ridotti fatturato e domanda estera(-3%), mentre gli investimenti restano contenuti.Ma ciò che dovrebbe preoccupare maggiormenteè che nell'ultimo semestre <permangono le dif-ficoltà delle piccole e micro-imprese industrialidel Lazio che operano prevalentemente per ilmercato interno e svolgono spesso il ruolo di sub-fornitrici>. L'unico (modesto) dato positivo non è una cre-scita lieve, ma un contenimento del crollo. I tec-nici del servizio studi della Banca centralesegnalano che appare un po' <attenuata la cadutadell'attività economica nel settore delle costru-zioni, con gli investimenti privati diminuiti più lie-vemente dell'anno precedente, sostenuti dagliincentivi fiscali per le manutenzioni straordina-rie>.Insomma, il comparto sembra reggere solo e sol-tanto perché i privati - invogliati dagli incentivi fi-scali per le ristrutturazioni - si sono messi le maniin tasca. Con la tassazione che aumenta ancheuno sconto del 65% (spalmato su 10 anni), su unaristrutturazione massima di 90mila euro fa gola.E infatti mai come quest'anno sono tornati a la-vorare gli italiani nei piccoli cantieri domestici.I banchieri di via Nazionale sembrano annusareche il termine della caduta verticale dei pressi im-mobiliari. Il numero delle compravendite tornatoa crescere lievemente (+7% rispetto alla primametà del 2013). Quanto ai prezzi, gli operatori se-gnalano un lieve e continuo ribasso, ma non piùun crollo. Per ciò che riguarda i servizi, che pesanoper i 3/4 del Pil regionale, <ha rallentato la cadutadell'attività economica, riflettendo la stabilizza-zione dei consumi delle famiglie>. Ma <permaneun'elevata eterogeneità tra i diversi comparti>.Quello che la ricerca Bankitalia non sottolinea èche nel Lazio - con il crollo del reddito disponibileper le famiglie - c'è chi è tornato ad abbracciare la-vori e incombenze che prima venivano disdegnatee lasciate ad extracomunitari o cittadini dell'EstEuropa. Un bel bagno di umiltà? Anche, forse èpiù forte la necessità di sbarcare il lunario o, me-glio, di portare a casa la pagnotta, magari scari-cando elettrodomestici o incollandosi il badile ela cazzuola.C'è da dire che i Romani in quanto a fantasia permettere insieme il pranzo con la cena non sonosecondi a nessuno. Però questo, alla lunga, com-porta un impoverimento del tessuto economicoe sociale. Se si lavora solo per vivere il quotidiano,senza prospettive di crescita e miglioramento, iltessuto sociale lentamente ma progressivamenteè destinato ad impoverirsi. Anche perché pur in-ventandosi "qualcosa di nuovo", oggi si va comun-que a sbattere contro una burocrazia impossibile

Scelte che nella stragrande maggio-ranza dei casi non porteranno allacrescita di un nuovo e florido sistemaproduttivo e imprenditoriale, ma chetiene a galla la società laziale senza ap-portare (se non in pochi casi) unacrescita per la nostra regione. Voleteconoscere il reddito medio di questepersone? Nel 2013 il 25% circa diquesti "imprenditori della crisi"hanno registrato un reddito mediolordo inferiore ai 9456 euro, sotto lasoglia di povertà fissata annualmentedall'Istat.Insomma, imprenditori per forza(più che per amore), e poveri. Machi riesca a campare con meno di700 euro al mese? Senza l'interventodella rete di protezione familiare(casa o alloggio donato, bonifici espesa mensile garantita da nonni egenitori), questi nuovi poveri senzagaranzie, senza pensione e senza pro-

spettive, che crescita porteranno per lanostra città? Invece di porsi il problema della crescita econo-mica della città, invece di interrogarsi su come ri-lanciare una Regione agganciata alla mammellastatale (evidentemente in crisi visto che da 6 anniil contratto degli statali è congelato), invece di im-maginare uno sviluppo sostenibile e vero, tutti inostri politici (dalla Regione ai municipi), hannodetto la loro su Panda, parcheggi e multe non pa-gate.Machissenefrega della Panda di Marino. Lor si-gnori hanno compreso che Roma e il Laziostanno morendo? Pare di no.

e un fisco oppressivo.Non è questo il Dopoguerra quando fame e vogliadi rinascere fecero grande l'Italia. Se attacchi unchiodo o ti inventi un sistema nuovo per fare duesoldi, magari mettere su un'impresa, arriva primal'Inps, poi l'ispettorato del Lavoro e poi l'Agenziadelle Entrate e ti fanno passare qualsiasi velleitàimprenditoriale.C'è da segnalare un altro dato che dovrebbe sor-prendere e stupire positivamente, ma che invecedesta una certa preoccupazione. Tra il 2008 e ilprimo semestre 2014 il Lazio - stando al monito-raggio realizzato dagli Artigiani di Mestre - il nu-

mero delle partite Iva aperte e funzionanti nellanostra regione ha superato (quasi doppiato) il Ve-neto: 24mila da noi rispetto alle 13mila aperte nelmitico Nord Est.Ma bisogna girarla la medaglia per comprenderebene il fenomeno: certo tra queste 24mila ci sonopiccoli imprenditori che hanno voglia di mettersiin proprio. Però ci sono anche cassintegrati che,licenziati, hanno obbligatoriamente dovutoaprirsi una partita Iva pur di continuare a farequello che facevano prima a tempo indetermi-nato. Magari per un compenso lordo inferiore esenza alcuna garanzia di continuità.

Sveglia: Roma sta morendoPiù facile parlare della PandaI dati della Banca d'Italia sull'economia regionale nel primo semestre di quest'annosono devastanti. Eppure amministratori e politici vari si rincorrono per discettare per oltre una settimana della macchina in divieto del sindaco. Mentre aumentano

i disoccupati, i cassintegrati e chi è disperato apre la partita Iva (abbiamo superato pure il mitico Nord Est: 24mila a 13mila), pur di racimolare qualcosa e combinare

il pranzo con la cena. Peccato che si tratti di salari da indigenti (sotto i 700 euro al mese). Ma nessuno (in Regione o Campidoglio) che perda tempo a spremersi

le meningi per ipotizzare un ritorno alla crescita. Più facile parlare di multe e Ztl, che di come creare ricchezza per i romani e per il territorio

di Leonardo Giocoli

CHI SALEdall’alto Niccolo D'Angelo, Carlo Fuortese Alfio Marchini

CHI SCENDEdal basso Raffaele Clemente, Fabrizio Panecaldo,e Goffredo Bettini

ORSINO

P della

Il vertice del Pd? Un vero disastro Meno male che rinasce l’opposizione

il

T empi duri, durissimi. Tro-vare qualcuno che sielevi dalla mediocrità,

che possa figurare sulla lava-gna nella lista dei buoni è ve-ramente difficile. Con tutto

quello che è successo, a partiredalle multe a Ignazio Marinoper finire con Tor Sapienza. Sela cava bene il nuovo questoreNiccolo D'Angelo, pugno diferro e mano di velluto; tutt'al-tra cosa è il prefetto GiuseppePecoraro: ha avuto ordine dalministro di staccare la spinaalle case occupate (vedi ancheTor Sapienza) , non ha avuto ilcoraggio. Bene Alfio Marchini,finalmente, accordo a destra o

a sinistra si è svegliato e lottainsieme a noi. Bene anche il so-vrintendente del Teatro del-l'Opera Carlo Fuortes, ha fattoil miracolo rimettendo insiemei cocci di una situazione com-promessa... Giriamo pagina? Che dire dellefiguracce di Fabrizio Pane-caldo, Lionello Cosentino,Luigi Nieri? E di quelle del co-mandante dei vigili RaffaeleClemente? E dell'onnipresentee potente (quando non ci sonoguai) Goffredo Bettini? I pa-sticci li hanno creati loro inCampidoglio. A proposito, com-plimenti a Marcello De Vito. Igrillini si sono svegliati. Era ora.

PRIMO PIANOIlCORRIEREDIROMA giovedì 20 novembre 2014 pagina 2

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PRIMO PIANO IlCORRIEREDIROMAgiovedì 20 novembre 2014 pagina 3

L’AMERIKANO MARINO HA FATTO IL SUO TEMPO, C’È BISOGNO DI RICOSTRUIRE IN FRETTA. E CHI MEGLIO DI MARCHINI….?

Tanto tuonò chepiovve, dice unvecchio adagioche, per quanto ri-guarda Ignazio

Marino, è quanto mai azzeccato.Della tempesta che si è abbattutasu di lui, l’ormai leggendariaPanda rossa è soltanto l’ele-mento scatenante, di certo il piùfolkloristico ma in fondo nep-pure il più importante. E’ evi-dente infatti che Marino non èsotto accusa per la scombicche-rate spiegazioni che ha dato dellemulte della Panda, ma per altro.E questo altro, la sua colpa, èquel suo essere una specie di Mi-ster Bean tra lo svampito e il pa-tetico, e comunque semprealtrove, proprio come il citatis-simo marziano di Flaiano, inca-pace di immedesimarsi nel mododi pensare, e di essere, dei “ro-mani de Roma”, e quindi inca-pace di farsi interprete dei loroproblemi e, è sotto gli occhi ditutti, di risolverli. Problemi chesicuramente non è stato Marinoa provocare. I responsabili sonocoloro che hanno governatoRoma almeno negli ultimitrent’anni e tutti – con la sola ec-cezione di Gianni Alemanno, pe-raltro un fallimento pure lui –espressi dalla sinistra e principal-mente del partito democratico. Aver scovato il grande chirurgoespressione della “società civile”,per di più di ritorno da una gra-tificante esperienza professio-nale negli Stati Uniti, era parso alPd una autentica “genialata”:l’Amerikano doveva convinceregli elettori, cioè i romani, delfatto che gli ex comunisti, che dadecenni gestiscono da dietro lequinte la politica economica esociale della città – e della re-gione –, non sono più i trinari-ciuti dei tempi della GuerraFredda, ma sono cambiati. Eforse lo stesso Marino, sapendoda dove e da chi venivano i votiper il Campidoglio, aveva so-gnato di essere l’uomo che liavrebbe trasformati da ex comu-nisti in democratici riformisti.Ma così non è stato, così non è.Marino non ha fatto niente di ciòche i romani si aspettavano da luiperché i progetti e gli interessipolitici ed economici del Pd ro-mano, dei D’Alema e dei Cu-perlo, erano altri. Il sindaco-ciclista venuto dall’America sarebbe dovuto essere ilvestito dentro il quale dovevacontinuare a comandare l’alle-anza Pd-Sel (con il Sel al postodella defunta Rifondazione Co-munista). Per incapacità o nondisponibilità di Marino, il pro-

getto è fallito. E Roma affondasempre più.Chi, a questo punto, ha le carteper fare il sindaco di Roma e ri-portare la Capitale nella mediaeuropea per quanto riguarda iservizi destinati ai cittadini?Nelle file del Pd, spicca tra i no-tabili cittadini il presidente dellaRegione Zingaretti, che però sa-rebbe una continuazione dellalinea che ha voluto, e ora sta ab-bandonando, l’attuale sindaco.Marino. Di nomi di prestigio cuipossa essere appiccicata l’eti-chetta di “innovatori” non se nevedono: e i renziani della capi-tale, boicottati finora dal ‘sistemaromano’ del Pd, non sembranoancora pronti per “rottamare”chi oggi comanda nel Pd capito-lino. Persino il premier-segreta-rio, Matteo Renzi, per quel cheriguarda Roma muove le sue pe-dine con estrema attenzione. Invista probabilmente, pensanomolti, di un blitz che gli con-senta al momento opportuno diconquistare la Capitale. Una“marcia su Roma” che sicura-mente dovrà avvenire, perchénon si può pensare alla CittàEterna, sede di un governo,quello di Renzi, che si definisceproiettato verso il futuro, gestitacon logica, criteri e risultati distile sovietico.E allora: visto che nemmeno adestra candidabili non se ne ve-dono, dato che uno dei principaliluogotenenti di Silvio Berlusconinella Capitale, Tajani, preferiscerimanere a Bruxelles e non sonocerto riproponibili personaggi

come Alemanno o la Polverini –e Giorgia Meloni è probabil-mente ancora un po’ troppo “te-nerella” –, perché non cercarefuori dai partiti? A questo punto,la politica capitolina il fondo loha già toccato da tempo, e c’è sol-tanto da sperare che si trovi qual-cuno in grado di farla ripartire.Non con promesse e parole de-stinate a essere portate via dalvento, fine che hanno fatto finoraquelle dei partiti. Un progettodel genere è quanto dice di volerfare Renzi a livello nazionale, egli si deve augurare di riuscire nelsuo progetto globale. In caso diinsuccesso, sappiamo infatti cosaci aspetta: la Grecia, da cinqueanni nelle mani della troika, cioècon l’economia guidata da Bru-xelles, si ritrova ad essere del30% più povera. Unica consola-zione: il suo Pil, da noi sotto lozero, sta ricominciando a muo-versi in terreno positivo.Chi può essere il “Renzi deRoma”? Chi scrive un’idea cel’ha, e sta per esprimerla anchese sa in partenza che non tutti sa-ranno d’accordo: Alfio Marchini.Primo: perché è già ultra-ricco enon ha bisogno di rubare, e se di-venta sindaco si può pensare chelo faccia per una legittima ambi-zione personale. E poi perché èromano, ed ha dimostrato nellacampagna elettorale che ha por-tato Marino in Campidoglio diavere carisma (il 10% dei voti intre mesi non è poco) di capire iproblemi dei romani. Certo: dasinistra si dirà che a inviarlo allaguida del Campidoglio vorrebbe

dire consegnare la città ai “poteriforti” (fuori i nomi, please). E siripeteranno le obiezioni che fu-rono opposte all’ex Cavaliere Sil-vio Berlusconi quando fece la sua“discesa in campo”. Non si vuolequi aprire al riguardo nessun di-battito: ma se l’imprenditoreBerlusconi ad un certo punto hadimenticato di governare, vuolforse dire che tutti gli altri im-prenditori faranno la stessa cosa?Marchini si è mosso finora, se-condo gli osservatori, da politicoconsapevole degli interessi dellasua città. Forte dei mezzi che ilsuo patrimonio gli garantisce,siamo certi che, visto il non-go-verno di Marino, avrebbe potutomettere in moto già da tempocontro il sindaco una campagnadi dimensioni mai viste. Non loha fatto, limitando le sue criticheesclusivamente ai dati politici; ese l’attuale sindaco cadrà, ciò av-verrà esclusivamente per voleredel partito democratico. E poi –i nostri conti in banca possonodimostrare che non lo diciamoperché pagati da qualcuno – èl’ora di finirla con la politica se-condo la quale i ricchi – e Mar-chini lo è – sono nemici deipoveri. Di chi ha meno di loro iricchi hanno bisogno, magari perdiventare per diventare ancorapiù ricchi, obiettivo questo chepossono raggiungere se la tantocitata “classe operaia” migliora leproprie condizioni, sta sempremeglio e dà il massimo quandova a lavorare. E’ un po’ la stessacosa dell’antiberlusconismo cheper due decenni è stato l’argo-

EDITORIALE

Forse è proprio il momentodi Alfio, il “renziano de Roma”

mento della sinistra, che ha sa-puto soltanto incolpare Berlu-sconi di tutti i mali – anche se neaveva davvero parecchi… - e nonha mai pensato a elaborare unapolitica alternativa.Marchini, stando a quel che pos-siamo vedere, è un imprenditore,riformista moderato, apparente-mente superpartes, gradito osgradito - decida il lettore –tanto alla destra quanto alla sini-stra. La sua proposta, molto ren-ziana, è di guardare ai problemida risolvere e di cercarne le solu-zioni fuori da ogni ideologia, par-tendo dagli interessi degliindividui e della città. Siccome lesue aziende operano in decine dipaesi del mondo, conosce i mo-delli da imitare e quelli da evitarepr tentare di uscire dalla crisi at-tuale. Ha anche una rete perso-nale di conoscenze che puòcontribuire ad un’azione cheabbia come obiettivo il rilanciodella crescita di Roma a partireda interventi nei settori che oggisono da terzo mondo, dalla ri-qualificazione dell’edilizia nelleperiferie oggi in ebollizione allavalorizzazione di un capitale ar-tistico che è unico, dalla sempli-ficazione della macchinaburocratica del Campidoglio allarealizzazione di un sistema di tra-sporti o di pulizia alla città chenon faccia più vergognare. E lalista potrebbe continuare per pa-gine e pagine.Per concludere. Perché si do-vrebbe aver paura di affidare adun imprenditore nato ed attivonella Capitale la disastrata Romadi questo momento, dopo cheper decenni l’abbiamo conse-gnata a partiti che, contraddi-cendo le loro promesse, l’hannoimpoverita, deturpata, resasporca ed insicura? Un anno emezzo fa, anche a Roma, l’unicanovità sono stati i grillini del Mo-vimento 5 Stelle. Un successo, illoro, che ha alimentato la spe-ranza che si potesse uscire dallamorsa dei partiti tradizionali,ormai più interessati alla loro so-pravvivenza che ad una correttaed equa gestione della città. Almomento però il bilancio è delu-dente, la presenza dei grillini nelconsiglio capitolino non ha cam-biato granché. E allora, in unmondo sempre più conta il cari-sma personale – Silvio Berlu-sconi e Matteo Renzi ne sono laprova – basta per carità conl’ostracismo ai ricchi, ovvia-mente se sono capaci; del resto,a fine mandato – o anche prima– anche loro possono essere ri-mandati a casa, come tutti glieletti.

di Carlo Rebecchi

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PERCHÉ LA MANIFESTAZIONE DI SABATO SCORSO (LETTURE IDEOLOGICHE APARTE) RAPPRESENTA UNA SVOLTA FONDAMENTALE NELLA VITA DELLA CAPITALEIL DAY AFTER

UNA CITTÀ CHE SI RIBELLA

U na città in ginoc-chio. Interi quar-tieri della Capitalesi ribellano e di-cono no «al de-

grado insopportabile»,all’abbrutimento, alla illegalità,agli abusi, ai campi nomadi daiquali si alzano fumi di diossina,alla prostituzione, alla mancanzadei servizi sociali, dai trasporti aglianziani e ai disabili. Un no urlatoin pieno centro nella memorabilemanifestazione dello scorso 15 no-vembre contro il sindaco IgnazioMarino, detto “Il marziano” per ilfatto di non aver un vissuto da ro-mano e di stare fuori dalle dinami-che della metropoli. La miccia si èaccesa con gli scontri tra i residentidel quartiere Tor Sapienza e gli im-migrati ospitati e pagati dal co-mune di Roma, gestiti dallacooperativa Il Sorriso, nel centrodi accoglienza di via Giorgio Mo-randi a Est di Roma. Una guerri-glia in piena regola scaturita daparte dei residenti dalla rabbia del-l’abbandono dello stato, di doversolo pagare bollette, tasse, fisco enon ricevere nulla in cambio.Qualche migliaia di cittadinihanno partecipato al corteo di sa-

bato scorso che si è svolto pacifica-mente e senza bandiere di partito,ma solo con il Tricolore in mano econ i cartelli con su scritto: “Ma-rino, vattene, rivoglio la mia città”.Nessun saluto fascista è apparsodurante la sfilata, lo testimonianole migliaia di foto scattate dai gior-nalisti presenti, comprese le ri-prese video, al contrario di quantoaffermato dalla presidente del Imunicipio, Sabrina Alfonsi, che siè affrettata ad affibbiare alla rivoltapopolare una patente ideologicatout court. Una dimostrazione diquanto la politica sia ottusa, cieca

e sorda: l’unico pensiero è la ma-nomissione della informazione,non è rivolto ai problemi reali. Sicontano invece le storture dellepolitiche passate e presenti. I cit-tadini, in una parola, sono stufi divivere nella cloaca creata ad hocdai furbetti della politica. I rappre-sentanti dei residenti del quartiereTor Sapienza si sono incontraticon il sindaco Marino lo scorso 18novembre e insieme hanno fir-mato un documento «condiviso».Per il campo rom di via Salviati«sarà disposto un presidio» daparte dei vigili che dovrà contra-

di Stefania Pascucci

Roma in ginocchio. Interi quartieri dicono no «al degrado insopportabile», all’abbruttimento, alla illegalità, agli abusi, ai campi nomadi dai quali si alzano fumi di diossina, alla prostituzione, alla mancanza dei servizi sociali, dai trasporti agli anziani e ai disabili. A questo doveva pensare l'Amministrazione, a questo il Pd non ha saputo dare risposte. E i giornali non hanno sottolineato

come gli esponenti politici di destra si siano aggregati solo "a posteriori"al corteo delle periferie. Non era cosa loro, erano solo "ospiti". Marino non si dimette, avanza proposte fragili e generiche, ma il Partito impone una drastica exit strategy: il sindaco deve cambiare diversi pezzi di giunta e,

azzerare gli "stagisti"della politica. Anche Sel è in discussione, se non è d'accordo che si tolga di mezzo: il vecchio Tocci al posto di Nieri? Ultima chanche, elezioni a primavera

ATor Sapienza il Pd ha raccoltoalle ultime europee il 60% deivoti. Oggi rischierebbe un disa-

stroso tracollo. Multe e panda rossa aparte, la pochezza, l'incapacità del sin-daco e di chi lo circonda emerge prepo-tente. E' nelle risposte già abbozzatedavanti ai portavoce del quartiere. Ri-sposte generiche, di maniera, impegninel medio termine. Da uomo senzapolso, capace di incantare a chiacchiereuno sceicco e due stranieri ma non disalvare una città che affonda. L'emer-

genza Tor Sapienza,(e di tante altrearee) non nasce certo la scorsa setti-mana. Per mesi e mesi si è consentitoche tutto degradasse, nessuno ha saputoleggere la situazione, ha saputo valutareil peso di determinate scelte (e nonscelte). Lasciare i bambini e le donne nelcentro di accoglienza è una risposta? Al-lestire in tutta fretta un punto di poliziarisolve il problema? Quel quartiere,come altri, va ridipinto a nuovo, va ripu-lito negli angoli, va depurato di ogni ac-cenno di illegalità: tutte le case occupate

vanno sgomberare e ripulite, l'ordine varistabilito subito, in 24 ore, con una pre-senza massiccia di forze dell'ordine, ildecoro urbano va ripristinato, la prosti-tuzione va allontanata, i campi nomadivanno ripuliti, controllati, i fumi tossicivanno banditi irrevocabilmente. Il sin-daco, così bravo a trovare sponsor tra gliimprenditori e gli sceicchi per restaurareColosseo e Fontana di Trevi potrebbechiedere a Della Valle, Fendi, archistare generosi magnai arabi di rimettere inoprdine le cose nelle periferie della ca-

pitale, a cominciare da Tor Sapienza. laadottino loro, ci mandino operai, mac-chine, vigilanza. Le cose cambierebberoin pochissimo tempo. E se per fare que-sto si dovesse rinunciare a mostre e ma-nifestazioni, a restauri importanti, sequesto dovesse significare che una voltaalla settimana giunta e consiglio comu-nale si riunissero in piazza a Tor Sa-pienza tutto questo sarebbe un sacrificioimportante, un segnale per tutta la città.Così si governa.

Cornelius

Un paio di consigli a sindaco e GiuntaAULA GIULIO CESARE

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Sabato scorso, come giàannunciato con manife-sti in tutte le periferie ro-

mane, migliaia di personehanno manifestato al di fuoridei partiti contro il sindacoMarino. Non c’erano simboli dipartito ma gli striscioni deivari comitati di quartiere. La prote-sta, come ormai è universalmentenoto, è nata dopo i gravi incidenti ve-rificatisi a Tor Sapienza che hannodato vita ad una vera e propria guer-riglia urbana, conseguenza delle pro-vocazioni nate dalla presenza di uncentro di accoglienza che ha notevol-mente appesantito il clima in unquartiere della periferia già sottoschiaffo per la presenza di occupantiabusivi di abitazioni e di campi no-madi. Tutte le periferie romane per laprima volta in piazza senza destra esinistra, solo rabbia per l’assenzadelle istituzioni. Un grande stri-

scione, tra gli altri, recitava : “Un sin-daco pidocchio più bugiardo di pinoc-chio” accompagnato da una grossaeffige di cartone del sindaco marinovestito appunto come la marionettadi Collodi. Tutta la città di Roma èstata rappresentata grazie alla pre-senza di comitati e associazionispontanee che hanno voluto espri-mere unitariamente il malumore ge-nerale nei confronti di un sindacosempre più lontano dagli interessidella gente. In un anno Roma a cuispettavano nella divisione organiz-zata dal ministero degli interni solo250 profughi, è arrivata addirittura

ad ospitarne 2500 con la richiestaesplicita, in tal senso, fatta propriodal Campidoglio. Nelle carceri dellaCapitale sono ospitati 2000 extraco-munitari, fra questi il maggior nu-mero è rappresentato da marocchinie romeni. Ogni giorno si perde tran-quillità e la città è sempre più in baliadella piccola malavita organizzatache ha nella sua manodopera abasso costo marocchini e romeni.Ora sindaco Marino dichiara che nonsi possono accogliere tanti immigra,ti mentre fu proprio lui ( per potersipoi pavoneggiare…?) a chiedereespressamente altre assegnazioni. E

infatti a Roma si trova il 90%dei rifugiati della RegioneLazio: 49 sono i centri gestitidal comune e dislocati nellaperiferia abbandonata dellacittà. Sono state create inquelle zone ulteriori contrap-posizioni tra gruppi a rischio,

alimentando una guerra tra poveri. Intutto ciò il sindaco ha affidato le po-litiche sociali a Rita Cutini, ma que-sto assessore poco o anzi per nulla siè fatto vedere nei pressi dei 49 centridi accoglienza. Si è creato così unfronte eterogeneo, periferie e quar-tieri, un fronte di sofferenza e insof-ferenza. E questa unità, nata daibisogni della gente, sta incutendopaura alle forze politiche che for-mano la maggioranza in Campidoglioe che sostengono la giunta di IgnazioMaria Marino. E qualcosa deve pursuccedere.

La lupa

Sofferenza e insofferenza fanno fronte comune contro Marino.

Come se la caverà?

IL SENSO DI UNA PROTESTA

«ARoma si spenderannosolo nel 2014 35mln e732mila euro per i centri

profughi e per l’assistenza dei richie-denti protezione internazionale, chein tutto ad oggi risulterebbero 2581unità. Si tratta di un costo unitario,riconosciuto come prezzo alle coope-rative che si occupano della gestionedi questi fondi, di quasi 14mila euroall’anno per immigrato, nello speci-fico a quasi 38 euro al giorno Iva in-clusa per ogni adulto assistito.Siamo riusciti nell’intento di intro-durre il salario di inserimento so-ciale, solo per gli immigrati, o sitratta di uno sgradevole businessdella solidarietà protetto da buonisti,associazioni e sinistre?». FabrizioSantori ed Emiliano Corsi del comi-tato DifendiAMO ROMA hanno ana-lizzato quanto previsto dallagraduatoria di circa 20.000 posti diaccoglienza in Italia per richiedentio titolari di protezione internazionalemessi a disposizione dagli Enti localinell’ambito dello SPRAR - Sistema diprotezione per i richiedenti asilo e ri-fugiati - in seguito al bando pubbli-cato dal Ministero dell’Interno.«Occorre poi andare ancora più nellospecifico», spiegano, « non soltantodenunciando che identici stanzia-menti sono previsti per gli anni 2015e 2016, ma che Roma Capitale con-tribuisce con più di 7 milioni ognianno alla copertura dei 35milioni dieuro stanziati. Il tutto mentre si ridu-cono le spese per l’assistenza ai ro-mani disabili, anziani e menoindigenti, e che di certo è uno deimotivi che ha causato la rivolta di Tor

Sapienza». A dire il vero, oltre ai2581 profughi, Roma avrebbe messoa disposizione l'ospitalità di ulteriori516 immigrati, «con un costo unita-rio che quindi scenderebbe a quasi32 euro al giorno. A queste sommeci sono poi da aggiungere anche i831mila euro che Roma spende ognianno per i minori immigrati, che però“formalmente” sono solo 25. Perogni minore spendiamo più di 91euro al giorno, costo unitario che siabbatte a poco più di 65 euro solo sesi considerano gli ulteriori dieci postiaggiuntivi messi a disposizione. Ma non è finita qui. Spendiamo274mila euro l’anno per l’assistenzadi disabili immigrati: spesa sacro-santa, ma non sono un po’ troppi persoli sei disabili? Ognuno costa allacollettività più di 125 euro al dì», pro-seguono nell’analisi i due promotoridel comitato DifendiAMO ROMA. «Sitratta di dati – spiegano Santori eCorsi - che riguardano solo Roma,ma che aprirebbero un vaso di pan-dora su tutta Italia, dove a quantopare le tariffe unitarie sono le stesse.Allora ci chiediamo, proprio per nonalimentare la xenofobia, per ridare fi-ducia alle Istituzioni e alla politica,non è quanto mai urgente e indispen-sabile provvedere a una SpendingReview e a un efficientamento dellespese per profughi e immigrati? O aqualcuno conviene», si chiedono in-fine i promotori del comitato, «che ifondi stanziati siano questi, in-somma che il business possa conti-nuare ad essere alimentato inquesta maniera vergognosa?».

Ste.Pas.

Quanto costano a Roma rifugiati,

migranti minori e adultiDai 38 euro al giorno per adulto, ai 91 per minore, fino ai 125 per un disabile

VERITÀ SCOMODE

stare l’accensione dei roghi tossici;per il centro di accoglienza di viaMorandi si valuterà la possibilitàdi accogliere solo «donne e mi-nori di anni 12 o nuclei familiaricon bambini piccoli»; sarannocensiti gli occupanti abusivi dell’excentro commerciale sito sempre invia Morandi, mentre per il feno-meno della prostituzione si cer-cherà aiuto nel Prefetto per unaattività di pattugliamento delleforze di Polizia. Anche per lachiesa di san Cirillo Alessandrinoin via Carlo Ralestrini verrà valu-tata l’attuale situazione di abusivi-smo e, infine l’Ater dovrà attivarsiper la riqualificazione degli stabilidi sua competenza. Soluzioni tro-vate a trentasei ore dalla rivolta

popolare. Tutto a posto, quindi.Marino non si dimette e trova l’ac-cordo giusto per migliorare Roma.Ma i romani stentano a credergli.Anche il Pd, il partito di IgnazioMarino, non gli crede, e lo hamesso più volte alle strette, ma ilmedico genovese resiste, per lui è«una sfida cambiare Roma». Al-lora i Dem passano al piano B:vanno cambiati pezzi della suagiunta, anzi la deve azzerare,quella composta dagli “stagisti”della politica, così definita dallostesso Panecaldo. Quasi di sicuro usciranno l’asses-sore allo Sport, Luca Pancalli e lacontestatissima Rita Cutini, asses-sore alle politiche Sociali la cui de-lega andrebbe a Daniele Ozzimo,

che attualmente si occupa dellaCasa. In bilico la fedelissima diMarino, Alessandra Cattoi, per so-stituirla sarebbe già pronto PaoloMasini, attuale assessore ai lavoriPubblici, mentre Maurizio Pucci,uomo dell’amministrazione Ru-telli, potrebbe prendere il posto diMasini. Il Pd nazionale (e nonsolo) vuole anche la testa del vice-sindaco Nieri, esponente di Sini-stra e Libertà, difeso finoall’ultimo sangue da Marino per-ché Walter Tocci potrebbe esserein pole per sostituire il vicesindacoora al Sel. Brutalmente Tocci rap-presenterebbe una sorta di com-missariamento dell’attuale giuntaMarino. Ultima chance: le elezioniin primavera.

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CRONACHEIlCORRIEREDIROMAgiovedì 20 novembre 2014 pagina 6

UN CORPO ALLO SBANDO. PER COLPA DI CHI?L’INCHIESTA

I vigili tirano i remi in barcae mandano a picco la città

Un corpo allosbando. Tracorruzione, ro-tazioni chesanno di ‘de-

portazione’, un comandante so-cial più attento al popolo dellarete che ai suoi uomini, minaccedi sciopero e tagliandi assicura-tivi scaduti. Benvenuti nel co-mando della polizia locale diRoma Capitale, quella che do-vrebbe riportare decoro e lega-lità per le strade della CittàEterna e che, invece, quelle vieè pronta a bloccarle. “Per difen-dere i nostri diritti”, dicono i vi-gili; “per mantenere lo statusquo”, pensa la maggior parte deicittadini. E così la decisione dispostare i caschi bianchi nei di-versi gruppi, presa da RaffaeleClemente – che guida i pizzar-doni romani –, per combattereil fenomeno dei corrotti ac-cende gli animi e potrebbe por-tare a incrociare le braccia. Perdifendere il buon nome dellacategoria.Le divise della municipale, inrealtà, prima che dal numerouno che le definisce corrotte,sono state macchiate da queipochi che hanno sfruttato ilruolo ricoperto per ottenerevantaggi personali. L’ultimocaso agli onori della cronaca èquello di un agente che prestavaservizio a Monteverde dal 1996,beccato con 15mila euro ap-pena riscossi. La classica gocciache fa traboccare un vaso giàstracolmo. Che almeno dal2011 mostrava i segni di debo-lezza di un corpo capitanato daun comandante, Angelo Giu-liani, finito prima ai domiciliarie poi a processo (ma reinte-grato) per una tangente da30mila euro per far ottenere allaSocietà sicurezza e ambiente unappalto. Con lui indagati anchela vice dell’epoca, Donatella

Scafati, il dirigente MaurizioSozi, le segretarie Gloria Contee Alessandra Scione.Tra vigili che prendono maz-zette per chiudere un occhiosugli abusi edilizi e quelli cheintascano bustarelle per avvi-sare i commercianti di un blitzcontro i tavolini selvaggi biso-gnava intervenire. Lo chiede-vano gli stessi lavoratori perevitare che una mela marcia,anche se più d’una come risultadagli atti della magistratura, di-struggesse l’intero settore.Una decisione che fa esploderela bomba. Perché la norma anti-corruzione promossa da Cle-mente ha una specificità tutta

romana: quella di prevedere larotazione all’interno delgruppo, ma non per funzionipiuttosto per sedi di apparte-nenza. Tradotto: il trasferi-mento sarà territoriale e nonper competenza. Funzionari edirigenti, secondo la circolaredi settembre, da dicembre do-vranno dire addio all’ufficio as-segnato e traslocare da un’altraparte. Anche in un altro qua-drante della città. Anche se diquel territorio non conosconola storia, le dinamiche, le per-sone e i fenomeni da contra-stare.La necessità è quella di “atte-nuare il radicamento, rispetto

allo svolgimento delle mede-sime mansioni in altro gruppo”.Significa, ad esempio, che unagente del III, quello di Monte-sacro, possa essere ricollocato alV (Casilino). Toccherà prima aipiù anziani, con la possibilità diindicare tre preferenze, adesclusione di chi usufruiscedella legge ex 104. Così il ri-schio è quello di affidare a chinon ha la minima idea delle pro-blematiche il controllo delquartiere stesso. “Chi è ba-stardo lo è al centro, in perife-ria, sulla Cassia e sull’Appia”,sottolineano tanti uomini in di-visa. Difficile dar loro torto. Ilmotivo? “Un corrotto – si sfoga

un lavoratore – gira e si presentacon una verginità rifatta”.Facendo ruotare persone sututta la città, infatti, non èescluso che si possa continuarea delinquere. Perché chi prendele mazzette dai ristoratori dipiazza Navona per evitare i con-trolli sull’occupazione di suolopubblico, potrebbe continuarea farlo anche in un’altra zona.Per questo la stessa mansione ingruppi diversi non convince. Nél’opinione pubblica né i dipen-denti della polizia locale. Per-ché, al di là delle questionipersonali come relazioni socialie radicamento, la questione ètutta professionale: un vigile

di Giovanni Santoro

Tra corruzione, rotazioni che sanno di ‘deportazione’, un comandante-social più attento al popolo della rete che ai suoi uomini, minacce di sciopero e tagliandi assicurativi scaduti la Muncipale romana

è scesa al livello più basso della sua storia. Quali che siano i motivi della demotivazione la Capitale non si può permettere di vivere in un simile stato di precarietà. Ordine pubblico e decoro sono parole

vuote, nessuno vigila e controlla. Troppo complicato multare le auto in doppia fila, allontanare gli abusivi, lavavetri e mendicanti, controllare i rom. C’è sempre qualcos’altro da fare. Il problema come

sempre è a monte, nella stanza dei bottoni. Il comandante dovrebbe avere il buon gusto di lasciar perdere

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CRONACHE IlCORRIEREDIROMAgiovedì 20 novembre 2014 pagina 7

che cambia competenze acqui-sta una maggiore professiona-lità e non avrebbe neppure iltempo di stringere rapporti conchi potrebbe tentarlo con soldifacili.Non solo. Perché la circolare diClemente non tiene in conside-razione proprio questo aspettosottolineato dalla legge 190 del2012, in tema di corruzione, eche riguarda oltre 3 milioni didipendenti pubblici. La turna-zione, infatti, va applicata all’in-terno dell’ufficio non perquanto riguarda il territorio dacoprire. Cosa di cui non si pre-occupa il comandante. Se-gnando così il punto di distanzapiù ampio mai registrato tra ilnumero uno e il corpo cheguida. Lo dimostrano i datidelle assemblee pubbliche con-vocate per ribadire professiona-lità e innocenza: “Abbiamo lemani pulite”, rivendica il 95%delle persone che hanno parte-cipato agli incontri per deciderecome reagire.La strada minacciata è quelladello sciopero generale. Ma iltwittomane capo dei vigili ètranquillo. Con in mano il suocellulare continua a mostrare almondo l’attività svolta. Quasi4mila cinguettii in meno di 5anni, sul social network di twit-ter, lo dimostrano. Così come loconferma la sua indifferenza neiconfronti degli ultimatum lan-ciati dagli agenti. Lui, che haesperienze alla digos di Milanoe all’ucigos di Roma, mostra di-stacco. Un caso su tutti è quelloin cui nel corso del comitato perl’ordine pubblico e la sicurezzasi discuteva di decoro e legalitànelle nuove fermate della MetroC. Nessuna parola da Clemente

durante la riunione, nessunosguardo ai presenti, occhi fissisul cellulare e niente da dire aprefetto, comandante provin-ciale dei carabinieri, polizia eguardia di finanza. L’unicosenza uniforme a un incontroistituzionale. I pizzardoni lo sanno e provanoad alzare il tiro. Consapevoli,però, che già sono sulla grati-cola per la gestione del trafficoe del decoro urbano. I vigili, di-cono in coro, non si aspettano lasolidarietà dei cittadini quandomultano un automobilista indi-sciplinato, ma non tollerano chea gettare fango sulla categoria,definendola corrotta sulle pa-gine di un noto quotidiano, siail proprio capo. “L’insulto ol’epiteto fa parte del pacchettoquando abbiamo firmato il con-tratto”, ammettono.

Per questo bisognerebbe ricor-dare loro che sì, l’accordo sultipo di lavoro è firmato, ma chenon può essere usato come mic-cia per ogni tentativo di cambia-mento. Perché minacciare losciopero generale e intanto atte-nersi alla lettera per quanto ri-guarda le competenze attribuitenon fa del male a Clemente, maalla città. Un esempio: quello difar finta di non vedere le auto indoppia fila. Le multe mancatesono incassi in meno per lecasse del Campidoglio, che nonpotrà spenderle per rimettere insesto le disastrate arterie capi-toline. E si tratta di migliaia dieuro al giorno. Stesso discorsoper i commercianti abusivi, chetrasformano il centro in suk. El’elenco potrebbe essere moltopiù lungo. Gli agenti lo sanno egiocano al braccio di ferro. Sulla

pelle dei cittadini.Il sistematico ricorso alla dici-tura “non mi compete” scava unbaratro con la cittadinanza. Unsolco che rischia di diventareincolmabile e insanabile. Lo di-mostra una sdegnata cittadinache, in una lettera, denuncia ivigili chiusi in un pullmino apiazza della Rovere nel giornodell’udienza papale, completa-mente disinteressati alle viola-zioni del codice della strada.Neanche i colpi di clacson ba-stano a fargli cambiare idea. Laprotesta è protesta. Che però ri-schia di sfociare nel nulla se nonsi trasforma in proposta.Come accaduto sulla difesa delsalario accessorio. Incompren-sibile per i romani capire l’in-dennità per il servizio prestatoin strada o quella per le divise,quando molti lavoratori hanno

uno stipendio composto daun’unica voce. Le ragioni del sa-lario da fame in questo modo ri-schiano di trasformarsi in difesadello status quo, per mantenerele rendite di posizione. Per di-mostrare di avere i guanti bian-chi basterebbe ridiscutere quelcontratto e occuparsi della cittàpiù che delle postille firmate.Per ricucire lo strappo con chiquelle questioni non le com-prende, ma chiede solo presidie controlli.Un lavoro non facile per uncorpo sottodimensionato e conle auto ferme in garage per i ta-gliandi assicurativi scaduti: leauto della polizia locale, nontutte ovviamente, non sono inregola. Potrebbe trattarsi di unadimenticanza nel sostituire ilcontrassegno (multa da 25euro) o può essere il sintomo diuna situazione difficile da ge-stire e che porta a non rinno-vare le polizze per mancanza disoldi (oltre 800 euro di san-zione e sequestro del mezzo peruna persona normale). Un di-sguido tecnico di cui i cittadininon si sarebbero neanche ac-corti.Invece la guerra di posizione, invista del giorno in cui incrociarele braccia, impone l’obbligo di‘far uscire la notizia’. Per spo-stare l’attenzione e per cercare icolpevoli. Che la città farebbevolentieri a meno di indivi-duare se il controllo del territo-rio fosse attivo e visibile. Unosciopero porterebbe, ancorauna volta, Roma nel caos. E aquel punto i romani, sul bancodegli imputati, vorrebbero ve-dere i vigili stessi, non il coman-dante che sbaglia ad applicareuna norma dello Stato.

Molto di personalecontro i vigili urbanidella Capitale, con i

quali mi confronto da oltre40 anni e che non mi hannomai difeso, tutelato, pro-tetto, non sono mai stati unpunto di riferimento. Da loro,giorno dopo giorno, sullestrade di Roma e nei loro uf-fici, solo problemi, sgarbi,leggerezze, superficialità,sciatterie. Tante contravven-zioni, giuste e sbagliate,tante sopraffazioni, tanteumiliazioni. Mai un aiuto. Ilpotere fra brutti scherzi, lacertezza dell’impunità, ilpeso di una divisa che in unconfronto fa la differenza.Mi è mancata, in tutti questianni la protezione che la Mu-nicipale avrebbe potuto edovuto darmi, quel senso disicurezza, quella certezzadel diritto e del rispetto delleregole. Niente da fare. Que-ste righe non suonino come

un atto d’accusa ma comeun atto d’amore non corri-sposto, come un appello di-satteso. Una speranzadelusa, l’amaro di una di-screzionalità nella valuta-zione che mai si è risolta amio favore. Vorrei che i vigilisi spogliassero della arro-ganza, della indifferenza emultassero quei maledettifurgoni di Cola di Rienzo,quelle macchine in seconda(e in piazza in terza) filalungo la strada, che sbarac-cassero quelle bancarelle,che togliessero i parcheggia-tori abusivi e i lavavetri ag-gressivi. Vorrei cherendessero le strade sicure eche scioperassero per questimotivi e non per altri, di bot-tega. Nessuno li ha obbligatia mettersi al servizio dellacollettività. Se hanno decisoin tal senso, ebbene che sidiano da fare.

Cornelius

Se chi deve difendermifinisce per essere

il mio peggior nemico

PERSONALE

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A lle 3 del mat-tino del 13 no-vembre l’aula divia della Pisanaha approvato

all’unanimitá un subemenda-mento per la rimodulazionedei vitalizi per gli ex consi-glieri. Il testo presentato dalPD e firmato da tutti i capi-gruppo, meno Movimento 5Stelle e Fratelli d’Italia, è arri-vato a sorpresa in una sedutache serviva per approvare leleggi sull’elisoccorso e in ma-teria di spese per i dipendentiregionali. In quest’ultimotesto, trasformato in un veroomnibus, è stata inclusa lanorma che stabilisce le nuoveregole per gli assegni vitalizi,che riprendono in partequanto proposto nei mesi pas-sati dal M5S e da altre forzepolitiche. Soddisfazione bi-partisan per aver innalzatol’età a 65 anni, che diventano60 se si accetta una decurta-zione del 25% e per aver stabi-lito un contributo disolidarietá con vari scaglionidi aliquota che arriva al 23%per chi cumula piú vitalizi. Ilpassaggio al regime contribu-tivo e il divieto di cumulo, au-spicato da piú forze politiche eda alcuni esponenti della so-cietà civile, rimane letteramorta, quindi continueremoad avere ex politici con un as-segno mensile di circa 10.000euro.I maligni affermano che la‘conversione’ di Zingaretti,che in più occasioni avevaespresso la volontà di non toc-care i vitalizi per i consiglieridelle passate legislature, sia

avvenuta a causa della pres-sione dell’opinione pubblica eper le recenti dichiarazioni diRenzi in merito agli sprechinelle istituzioni regionali.Il presidente Leodori ha defi-nito la riforma come “indi-spensabile” e Storace ha datoatto del buon lavoro d’aula,evidenziando che molti bene-ficiari del vitalizio hanno vo-tato “contro” se stessi ma nonha rinunciato alla polemicaverso la “propaganda” zinga-rettiana. Sensazione agrodolceper i grillini che, se da un latosi rallegrano per il risultato diuna battaglia politica che li ve-deva soli contro tutti ma, perbocca del capogruppo Perilli,sottolineano la necessità divietare il cumulo e polemiz-zano per la “data di scadenza”imposta sulla nuova norma.Dal fronte degli ex consiglierisi è alzata la voce del solitoDonato Robilotta che ha pun-tato l’indice contro quello cheha definito un “escamotageconsistito nella presentazionedi un sub emendamento aduna legge che non c'entravaniente invece di discutere lanorma alla luce del sole e conun normale iter legislativo”, la-mentando la mancanza di con-fronto con “l'associazioneregionale degli ex consiglieriregionali che più volte ha chie-sto ufficialmente di aprire untavolo di confronto anche perpoter arrivare ad un testo con-diviso anche dagli ex consi-glieri cui è rivolto ilprovvedimento.”Si congela quindi una delle pa-gine più nere della storia delconsiglio regionale, il tempo ci

dirá se è stata mera propa-ganda o volontá di normaliz-zare una classe politica ormai

distante anni luce dalla cittadi-nanza, nell’attesa che i primiricorsi siano depositati da chi

non vuole rinunciare ai propriprivilegi.

A.F.

CRONACHEIlCORRIEREDIROMAgiovedì 20 novembre 2014 pagina 8

DIETRO LE QUINTE DI UNA SVOLTA CHE HA STUPITO TUTTIQUIPISANA

La strana conversione di Zingaretti sui vitalizi

Il passaggio al regime contributivo e il divieto di cumulo, auspicato da piú forze politiche e da alcuni esponentidella società civile, rimane lettera morta, quindi continueremo ad avere ex politici con un assegno mensile

di circa 10.000 euro. Una mossa per accontentare Renzi e togliere la Giunta da un terreno pericoloso?

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Page 9: IL CORRIERE DI ROMA - GIOVEDI' 20 NOVEMBRE 2014

LazioLaziola

del

anitàSSNUMERO 34 ANNO LXVII GIOVEDÌ 20 NOVEMBRE 2014

SAN GIOVANNIDue-tre giorni per l’intervento, il “dopo” è tuttoambulatoriale

a pagina 13 a pagina 14

«Attenti alla class action: si rschia di mischiare procedimenti diversi»

Per la prima volta ben dodicisigle, in rappresentanza delleorganizzazioni sindacalidella Dirigenza Medica, Sa-nitaria e Amministrativa, si

sono alleate superando le loro vecchiecontrapposizioni di bottega per fare uni-tariamente un appello - dalle testate deiquotidiani regionali - ai cittadini per av-visarli su come realmente stanno le cosenella Sanità della Regione Lazio. Perspiegare che “le Case della salute”, tantoreclamizzate dal Presidente e Commissa-rio ad acta Nicola Zingaretti, sono un pe-ricolo permanente per chi decidesse ungiorno (quando fossero effettivamenterealizzate) di ricorrere alle loro cure. In-fatti non si sa chi prenderà in carico l’as-sistito e chi sarà responsabile delpercorso diagnostico al quale il malcapi-tato dovrà essere sottoposto. Nell’appello

le organizzazioni sindacali prendono attodel malcontento diffuso nei confrontidelle strutture ospedaliere e dell’ostilitàcrescente nei confronti degli operatorisanitari. Lunghe attese nei Pronto Soc-corso e nei DEA di primo e secondo li-vello, a causa della mancanza di posti eanche di personale carente per colpa delblocco del turnover ( la Regione Lazio ècommissariata per aver sfondato il tettodella spesa sanitaria.) Ci sono responsa-bilità di gestione dovute alla nomina divertici aziendali che hanno come unicoriferimento il risparmio sui costi del-l’azienda, un risparmio che viene pagatoa caro prezzo da chi è in cerca di un postodi ricovero o di assistenza. Zingaretti vain giro per il Lazio ad inaugurare repartia conduzione infermieristica, comenuovo modello di struttura sanitaria,pensando solo ad uno pseudo risparmio.

In questi reparti non ci sarà il medico,quello che ogni giorno vi sottopone a vi-site e a controlli per il vostro stato di sa-lute. La verità è che stiamo assistendo aduno stravolgimento di fatto di un mo-dello di Sanità che anche nel Lazio finoad oggi ha garantito la tutela della salutedi tutti. La carenza di posti letto, come fudenunciato anni orsono dall’Agenzia diSanità Pubblica, in seguito soppressadallo stesso Zingaretti, registra una man-canza di ben oltre 3000 posti letto perRSA, Residenze Sanitarie Assistite pergli anziani (che non devono interferirecon la occupazione impropria di postiletto nelle aree di medicina nelle strut-ture ospedaliere). Si parla di malasanitàe i cittadini identificano gli operatori sa-nitari come responsabili dello sfascio, di-menticando che le responsabilità digestione sono solo ed esclusivamente,

come ribadito dalla Costituzione, del-l’ente Regione . Il Lazio è nel gruppodelle sei regioni sotto poste a vigilanzaspeciale, nel corso degli anni hanno evi-dentemente mal gestito la sanità. Il dibat-tito apertosi in questi giorni nelConsiglio Regionale del Lazio, richiestofortemente da tutte le opposizioni, ha co-stretto uno Zingaretti recalcitrante ad af-frontare i temi che in questi giorni sonoall’ordine del giorno delle cronache cit-tadine. Se le cose vanno male non è colpadegli operatori ma delle cabine di regia.Non difenderemo mai i nullafacenti, gliincompetenti o i truffaldini, ma ci batte-remo sempre in difesa degli interessidegli assistiti, categoria che ci com-prende tutti, ribadendo che vogliamooperatori sanitari motivati e professio-nalmente di livello..

Il Corvo

La malasanità non dipende dagli operatori sanitari

MAXI RICORSO SPECIALIZZAZIONI

Page 10: IL CORRIERE DI ROMA - GIOVEDI' 20 NOVEMBRE 2014

Laziola delSSanità Lazio LA MAPPA DEL POTERE giovedì 20 novembre 2014 pagina 10

Asl Roma A CENTRO STORICODirettore Generale Camillo RiccioniDirettore sanitario Barbara GiudiceandreaDirettore Amministrativo Alessandro Moretti

Asl Roma B CENTRO STORICODirettore Generale VITALIANO DE SALAZAR

Direttore sanitario Maria Cedrola Direttore Amministrativo Sabrina Cenciarelli

Asl Roma C EUR E DINTORNIDirettore Generale CARLO SAITTO

Direttore sanitario Marina CapassoDirettore Amministrativo Silvia Cavalli

Asl Roma D DA TRASTEVERE A OSTIADirettore Generale Vincenzo PanellaDirettore sanitario Flavia Simonetta PirolaDirettore Amministrativo Filippo Coiro ff

Asl Roma E DAL VATICANO A BRACCIANODirettore Generale Angelo TaneseDirettore sanitario Mauro Goletti Direttore Amministrativo Maria Velardi

Asl Roma F CIVITAVECCHIADirettore Generale Giuseppe QuintavalleDirettore sanitario Francesca Milito Direttore Amministrativo Lauro Sciannamea

Asl Roma G TIVOLI, GUIDONIA, SUBIACODirettore Generale GIUSEPPE CAROLI

Direttore sanitario Federico GuerrieroDirettore Amministrativo Daniele Aguzzi

Asl Roma H CASTELLI, ANZIO, NETTUNODirettore Generale FABRIZIO D’ALBA

Direttore sanitario Narciso MostardaDirettore Amministrativo Francesca Merli

Asl ViterboDirettore Generale LUIGI MACCHITELLA

Direttore sanitario Patrizia ChierchiniDirettore Amministrativo Daniela Donetti

Asl FrosinoneDirettore Generale ISABELLA MASTROBUONO

Direttore sanitario Roberto TestaDirettore Amministrativo Mario Piccoli Mazzini

Asl LatinaDirettore Generale MICHELE CAPOROSSI

Direttore sanitario Alfredo CordoniDirettore Amministrativo Vania Rado

CommissarioFacente funzioneA rischio?VacanteIn uscita a

LEGENDA

San Giovanni AddolorataDirettore Generale ILDE COIRO

Direttore sanitario Stefano Pompili Direttore Amministrativo Massimiliano Gerli

Sant’AndreaDirettore Generale Egisto Bianconi Direttore sanitario Lorenzo SommellaDirettore Amministrativo Angelo Scozzafava

San Filippo NeriCommissario Angelo Tanese Direttore sanitario Patrizia Magrini ffDirettore Amministrativo Crocifissa Gagliano ff

San Camillo ForlaniniDirettore Generale Antonio D’UrsoDirettore sanitario Francesco CorteseDirettore Amministrativo Alessandro Cipolla

Policlinico Universitario Umberto IDirettore Generale Domenico AlessioDirettore sanitario Amalia AlloccaDirettore Amministrativo Cristina Boccio ff

IfoCommissario straordinario Valerio Fabio AlbertiDirettore sanitario Marina CerimeleDirettore Amministrativo Giorgio Marianetti

AZIENDE OSPEDALIERE

Asl RietiDirettore Generale Laura FigorilliDirettore sanitario Marilina ColomboDirettore Amministrativo Maurizio Greco

SpallanzaniCommissario straordinario Valerio Fabio AlbertiDirettore sanitario Andrea Antinori ffDirettore Amministrativo Lorella Mengarelli

Ares 118Direttore Generale MARIA PAOLA CORRADI

Direttore sanitario Domenico Antonio IentileDirettore Amministrativo Francesco Malatesta

Sorpresa, qualcosa si muoveE se scatta l’effetto-domino...

Siamo rassegnati, nel palazzo del potere di viale Cristo-foro Colombo nulla è mai detto o scritto con chiarezza.Bisogna andare a tentoni, rubare chiacchiere, fidarsi

dei rumors più accreditati. Ma una telefonata autorevole diun personaggio qualificato fa scattare l'allarme, almenouna testa coronata sta per cadere (leggi un direttore gene-rale di serie A) e almeno un grosso dirigente sta per entrarein campo con la fascia di capitano. Ci stanno lavorando,nella cabina di regia. Il che significa che qualcuno ha decisodi dare una scossa. Vero, falso? Assolutamente verosimile.

Page 11: IL CORRIERE DI ROMA - GIOVEDI' 20 NOVEMBRE 2014

Laziola delSSanità LazioPRIMO PIANOgiovedì 20 novembre 2014 pagina 11

Qualcuno spieghi a Zingarettil’equivoco delle case della salute

EDITORIALE

ORSINO

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CHI SALEdall’alto Davide Barillari,Luca Gramazioe Fabrizio Santori

CHI SCENDEdal basso Flori De GrassiLuigi Macchitellae Michele Caporossi

Il presidente non sbaglia mai, la colpa è tutta dei manager

Ètempo di Atti aziendali,i manager di Asl eospedali presentano il

compitino al Governatore chedi nascosto, sotto il banco,ha passato una brutta copia,

la velina: così loro i direttori gene-rali eseguono e si prendono tuttele critiche e le violente reazionidel territorio, dei sindaci, degliamministratori locali. Basta leg-gerle, le reazioni alle decisioniprese in alto loco e girare ai pro-consoli. Basta chiederlo a LuigiMacchitella, a Michele Capo-rossi, rispettivamente manager diViterbo e Latina. Meglio è andataa Luigi D'Alba, RmH (quella deiCastelli), ma forse è un caso.Sempre parlando di direttori ge-nerali resta nel mirino Antonio

D'Urso, San Camillo Forlanini,ogni volta ce n'è una, ora anche ilcadavere davanti all'obitorio. LaZarina Flori De Grassi continua afare il bello e il cattivo tempo,gioca pesante con i nemici esegue delle direttive "politiche"spesso non chiare. Pareva con lavaligia in mano... partenza ritar-data?. Sul fronte dei buoni è tornato afarsi sentire prepotentemente ilgrillino Davide Barillari. Come luisi batte Fabrizio Santori, consi-gliere indomito del centro destra.Luca Gramazio, Fi, ha costrettoZingaretti a presentarsi in Consi-glio, un successone. Infine Ro-berto Lala, nuovo leader deimedici romani. Sta alzando lavoce. Lo sentiranno?

N on è del tutto chiaro, sulpiano strettamente strate-gico della politica sanita-ria, perché Zingaretti(meglio sarebbe dire gli

uomini che gli stanno intorno) si intestar-disca con la storia delle Case della salute,panacea di tutti i mali, asso nella manicarisolutivo. Le suggerisce dappertutto, lepropone a chiunque. Nessuno gli ha spie-gato che in altre regioni l'esperimento ètramontato, in alcuni casi addiritturaabortito. In parole povere, non è ciò cheserve. Possibile che si insista su una strut-tura dalla filosofia e dal ruolo incerti, si-curamente costosa e non risolutiva delleemergenze sanitarie del Lazio. E' un po'come gli ambulatori dei medici di famigliainventati per sgonfiare i Pronto Soccorso.La logica sopraffina è di concentrare tuttii problemi grossi, le super-emergenze, inpochi centri ospedalieri in grado di averetutto ciò che serve, tecnologie stellari euomini a disposizione. Il cittadino finirà

per scansare le case della salute così comescanserà gli ambulatori. Se sto male vado alPronto Soccorso, è più sicuro. Detto questo,sfumato per carità cristiana il discorso deicosti e della disponibilità del personale ( me-dici di base soprattutto) al nuovo inquadra-mento e ai nuovi impegnativi orari è troppoforte il sospetto che si cerchi di piazzare (me-glio, promettere) la presenza di presidi (lacasa della salute non è ospedale e nemmenopunto di primo soccorso) dove la necessitàdi tagliare, ridimensionare, chiudere si scon-tra con il sentire popolare. La rivolta di Ac-quapendente ha garantito per ora l'ospedaleal posto della ventilata casa della salute, nelPontino Cori-Sezze non hanno la pare lastessa fortuna. Insomma, il premio di con-solazione non vale dovunque e comunque.Nella testa di Zingaretti c'è una rete socio-sanitaria territoriale potenziata, a partiredalle Case della Salute, aperte dodici ore algiorno dal lunedì al venerdì, in cui lavoranomedici, specialisti, infermieri e altre figureprofessionali qualificate. Il suo piano pre-vede una Casa della Salute in ogni distrettosociosanitario, con un'attenzione particolareai quadranti più periferici come nel casodella struttura prevista in via della Tenuta diTorrenova. L'altro giorno, alla Pisana, il go-vernatore si è sbilanciato recitando un cro-noprogramma stringente. Lunedì 1dicembre apertura della prima Casa della Sa-lute a Roma, in piazzale degli Eroi. Il 9 di-cembre sarà la volta di Magliano Sabina, inprovincia di Rieti. Di questi tempi lo scorsoanno - qualcuno dovrà pur ricordarlo - Zin-garetti aveva annunciato l'apertura di 48 casedella salute nel 2014, Roma ne avrebbe avutauna anche prima di quel Natale, in una strut-tura già pronta dalle parti dell'Appia. Sparitotutto nel nulla, ora si annuncia un'altra"prima", mentre nella regione, a memoria,di centri simili ne hanno aperti forse un paioe non in modo brillantissimo. E' dunque cre-dibile l'annuncio?. Ci sono poi i famosi e di-scussi nuovi reparti a degenzainfermieristica, "dedicati ai pazienti chehanno superato la fase acuta della malattia ealle persone affette da patologie cronico-de-generative. In questi reparti i pazienti ven-gono seguiti fino alle dimissioni con unprogramma personalizzato di recupero - hadetto Zingaretti - In questo modo offriamocure migliori ad un costo minore. Partonopoi nuovi servizi: dai percorsi di cura per ipazienti cronici a una gestione delle listed'attesa che tenga conto delle priorità e delleemergenze fino agli studi medici apertianche il sabato e la domenica. È un altropasso avanti per essere più vicini ai pazientia partire dai problemi e dai disagi che incon-trano ogni giorno anche per prenotare unesame o un controllo». Gli vogliamo cre-dere? L'operazione sta già slittando. I citta-dini del Lazio hanno bisogno evidentementedi altro. Di quegli ottomila posti di Rsa chevengono promessi ad ogni cambio di giuntada quindici anni a questa parte, ad esempio.Quelli sì che sarebbero utili e che alla finefarebbero risparmiare. Ma Zinga se n'è di-menticato.

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Laziola delSSanità LazioCRONACHEgiovedì 20 novembre 2014 pagina 13

LA RAZIONALIZZAZIONE DEI SERVIZI NELL'AZIENDA OSPEDALIERA S.GIOVANNI ADDOLORATASCENARI

W eekly Sur-gery, una for-mula magicaper raziona-lizzare il ser-

vizio ospedaliero, un modelloassistenziale e organizzativoadottato da un numero crescentedi strutture con ottimi risultatisotto ogni punto di vista. Presspl'Azienda Ospedaliera S.Gio-vanni Addolorata funziona e rap-presenta anzi un fioreall'occhiello. Ne parliamo conSalvatore Passafaro Direttore Sa-nitario dei Presidi ospedalieri.

In cosa consiste il weeklysurgery e perché questomodello si rivela così ef-ficace?

La chirurgia “settimanale” oweek surgery consente di ope-rare pazienti che devono affron-tare interventi per i quali si èstabilita una degenza postopera-toria non superiore a due- tre oquattro giorni. Questa forma diricovero consente di risponderealle richieste dei pazienti, aquelle della Regione e al conti-nuo bisogno di affrontare l’assi-stenza mediante larazionalizzazione delle risorseumane. In particolare si rispondeall’esigenza dei pazienti offrendoun servizio che contempla: lapreparazione in pre-ospedalizza-zione per l’idoneità all’anestesia;il ricovero nello stesso giorno in

cui verrà effettuato l’intervento;la dimissione nei tempi più brevie comunque in sicurezza . Tuttociò è oggi possibile poiché le tec-niche chirurgiche si sono affi-nate e sono anche meno invasive(chirurgia laparoscopica o robo-tica). In ogni caso l’osservanzadelle linee guida garantiscono ilpaziente per alcune delle patolo-gie chirurgiche più frequenti edanche per patologie oncologicheminori ( es: patologie mamma-rie). Anche l’anestesiologia haraggiunto traguardi elevati con

l’impiego di farmaci che consen-tono una valida ripresa in tempipiù brevi.

Che tipo di prestazionivengono effettuate e inche modalità?

Tutta la chirurgia generale e lachirurgia oncologica menograve: colecistectomie – tiroidec-tomie – adenomi prostatici – pa-tologia della mammella – erniebilaterali – varicocele recidivantebilaterale – ecc. In ortopedia:chirurgia protesica del ginocchio– chirurgia della spalla – ecc.

In base a quale criterioviene scelto un inter-vento in weekly surgery?

Il criterio di base è dato dallecondizioni generali del paziente.Queste devono essere stabili e ri-comprese in categorie anestesio-logiche indicate dagli anestesisticon le classificazioni dell’Ameri-can Society of Anesthesiologist ,ASA e che individuano i pazientiin tre categorie: ASA I –ASA II –ASA III; Le patologie chirurgi-che devono essere tali da nonrichiedere un tempo post-opera-

torio di lunga durata.Chi si può operare ecome avviene la dimis-sione e cosa succede seun paziente ha un even-tuale problema post in-tervento?

I pazienti che rispondono a que-sti requisiti vengono “arruolati”,sottoposti ad intervento e succes-sivamente, dopo la dimissione,saranno seguiti in regime ambu-latoriale sia per la rimozione deipunti di sutura che per le even-tuali visite di controllo.

Due-tre giorni per l’intervento,il “dopo” è tutto ambulatorialedi Francesco Vitale

Weekly Surgery, un modello assistenziale e organizzativo che funziona: risponde alle esigenze dei pazienti e a quelle dell'ospedale. Dimissioni in tempi brevi ma in assoluta sicurezza

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Il CORRIEREDIROMA

Page 14: IL CORRIERE DI ROMA - GIOVEDI' 20 NOVEMBRE 2014

Laziola delSSanità Lazio CRONACHE giovedì 20 novembre 2014 pagina 14

PARLA L'AVVOCATO PELLEGRINI QUARANTOTTI: ECCO CHI PUÒ RIVOLGERSI AL TARMAXI RICORSO

SPECIALIZZAZIONI

«Attenti alla class action: si rischiadi mischiare procedimenti diversi»

«M eglio piccoli ri-corsi "omogenei"che mischiare pro-

cedimenti diversi e rischiare di incor-rere nell'improcedibilità dell'impugna-zione», spiega l'avvocato CristianoPellegrini Quarantotti, esperto di ri-corsi alla giustizia amministrativa perle impugnazioni di concorsi pubblici eche, ormai da diversi anni, si occupadella questione della limitazione degliaccessi alle facoltà universitarie a nu-mero chiuso. Il legale spiega il caos deitest di ammissione alle scuole di spe-cializzazione e chiarisce chi può (ecome) fare ricorso alla giustizia ammi-nistrativa (Tar).

Avvocato, ci spieghi bene,perché tanto clamore perquesto concorso?

Si trattava del primo concorso nazio-nale di accesso alle scuole di specializ-zazioni mediche.Era stato pensato dalministero dell'Università (Miur), pergarantire la massima trasparenza di unsistema in precedenza gestito a carat-tere locale dai singoli atenei, permeatoda (più o meno fondati) dubbi circal’effettiva meritocrazia della selezione.

Invece, la prova concorsualenazionale di fine ottobrescorso, è stata caratterizzatada gravissime irregolarità.Quali sono le ragioni per farericorso?

Innanzitutto, è clamoroso l'annunciatoannullamento – diffuso dal Miur concomunicato del 1 novembre scorso –delle prove sostenute tra il 29 e il 31 ot-tobre, a seguito di una “grave anoma-lia” rilevata dal ministero e confermatadal Cineca (il centro di valutazione deldicastero), riguardo la somministra-zione dei quesiti. Ma è ancora piùgrave la successiva marcia indietrodello stesso ministero (con comuni-cato del 3 novembre scorso), il qualeha ritenuto di considerare valide leprove in precedenza dichiarate annul-late, nonostante la grave irregolarità ve-rificatasi nello svolgimento delconcorso.

Ma perché questi pasticci?Il ministero ha deciso che sarebberostati vagliati i quesiti proposti ai candi-dati per l’Area Medica (29 ottobre) equella dei Servizi Clinici (31 ottobre),stabilendo che, sia per l’una che perl’altra Area, 28 domande su 30 sareb-bero comunque valide ai fini della se-lezione. Il tutto senza un atto ufficiale,

senza un'istruttoria chiara e traspa-rente. Fa sorridere l’assurda giustifica-zione del ministero sui quesiti. Insostanza per viale Trastevere i settoriscientifico-disciplinari di ciascuna Areasarebbero in larga parte comuni.

Insomma, hanno mischiatocapre e cavoli...

Più o meno. Ma così facendo hannocostituito un macroscopico vizio dellaprocedura concorsuale, in quanto èstata dichiarata valida una prova con-corsuale espletata in difformità aquanto previsto dal bando (le provedovevano seguire l’ordine temporaleindicato nel bando; i quesiti dovevanoessere 30 e non 28), con violazioneprincipio dell’affidamento in tema diconcorsi pubblici;inoltre sono statiravvisati ulteriori profili di illegittimitàdurante lo svolgimento delle proveconcorsuali: inidoneità delle aule edelle postazioni dove si è espletato ilconcorso; alcune postazioni risulta-vano collegate alla rete; black out deicomputer presso alcune sedi e/o aule;presenza di tablet o cellulari; quesiti er-rati e/o mal formulati.

Si aspettava un "pasticcio delgenere". Il suo studio da anni

si occupa di ricorsi per le fa-coltà a numero chiuso. Masono così tanti gli aspirantispecializzandi che voglionoricorrere al Tar. In quanti sisono rivolti al suo studio?

Da anni ormai il mio studio si occupadella limitazione degli accessi alle fa-coltà universitarie a numero chiuso. Ei ricorsi che abbiamo presentato l’annoscorso e quest’anno sono stati tutti ac-

colti. Forse è per questo che sono statocontattato da moltissimi candidati, chevogliono agire soprattutto individual-mente, o comunque a piccoli gruppi.

Perché? La class action è sba-gliata? Si corrono dei rischi?

La strategia processuale del mio studionon è assolutamente quella di pro-muovere ricorsi di natura collettiva,con un numero molto elevato di ricor-renti. Si rischia di mischiare in ununico ricorso situazioni diverse e, diconseguenza, l’improcedibilità del-l’impugnazione stessa.

Dica la verità: tutti questi ri-corsi verranno accolti?

Difficilmente si possono contare tanteirregolarità in un solo concorso pub-blico...

Si ma, essendoci in ballo mi-gliaia di borse di studio (da27mila euro l'anno per 4anni), questo clamoroso er-rore del ministero avrebbe unimpatto importante sui contipubblici. È così?

E’ vero. Sono circa 6.000 gli aspirantispecializzandi rimasti fuori e che po-tenzialmente possono fare ricorso.Però occorre considerare che si po-

trebbe ovviare al pasticcio del Miur,bandendo meno posti al prossimoconcorso (proprio come è stato fattol’anno scorso per l'accesso a medicinaa seguito dei moltissimi ricorsi accoltiper la questione “bonus maturità”).Senza considerare che, da uno studioeffettuato nei mesi scorsi, nei prossimi10 anni mancheranno all’appello oltre15mila medici specialisti che operanonel Servizio sanitario nazionale. Afronte del pensionamento di più di58mila tra medici dipendenti del Ssn,universitari e specialisti ambulatoriali.Infatti, il numero dei contratti di for-mazione specialistica previsti dall’at-tuale programmazione ministerialesarà di 42 mila unità, ben al di sottodella soglia necessaria. E su questo de-ficit di camici bianchi concordano tuttisindacati, enti di categoria e pure loStato. Fnomceo, Enpam, Miur e Ra-gioneria generale dello Stato hannoanalizzato le proiezioni sulle curve dipensionamento. Andranno in pen-sione tantissimi medici e bisognerebbeconsiderarlo quando si fanno i conticon i fabbisogni specialistici a numerochiuso per l’accesso alle Scuole di me-dicina e chirurgia.

di Leonardo Giocoli

«Meglio tanti piccoli ricorsi per non incorrere nell'improcedibilità dell'impugnazione». Paradossi del pasticcio del ministero dell'Università: l'errore sui test medici salva in parte le necessità di personale della sanità pubblica.

Se anche tutti i partecipanti al concorso dovessero entrare, il Ssn avrebbe comunque un deficit di 15mila camici bianchi.Nei prossimi 10 anni 58mila medici andranno in pensione, ma quelli "programmati" dal governo sono soltanto 42mila

Cristiano Pellegrini Quarantotti

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Laziola delSSanità LazioSANITÀ&RICERCAgiovedì 20 novembre 2014 pagina 15

Se tutti i centauri lo indossassero vi sarebbe una riduzione delle lesioni gravi alla colonna vertebrale del 60% circa, con una conseguente importante diminuzione degli invalidi gravi

I DATI DI UNA INDAGINE ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ-FONDAZIONE S.LUCIA IRCCSLO STUDIO

LazioLazioladelSSanità

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Quotidianodi informazioneindipendente

Iscritto al Tribunale di Roma n.437/2009

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direttore responsabileGiovanni Tagliapietra

stampaArti grafiche Boccia spa

via Tiberio Claudio Felice, 784131 Salerno

Motociclista avvisato mezzo salvatoIl paraschiena ti può salvare il futuro

Se tutti i motociclisti in-dossassero il para-schiena, vi sarebbe unariduzione delle lesionigravi alla colonna verte-

brale del 60% circa, con una conse-guente importante diminuzionedegli invalidi gravi. E’ questa lastima dell’Istituto Superiore di Sa-nità (ISS) che, per la prima volta alivello mondiale, ha dimostrato, nel-l’ambito del progetto ST.E.P. (STu-dio Efficacia Paraschiena),l’efficacia del paraschiena per gliutenti dei mezzi a due ruote moto-rizzate nel ridurre in maniera stati-sticamente significativa sia ilnumero delle lesioni alla colonnache la loro gravità. La ricerca è statadi recente pubblicata su una delleprincipali riviste internazionali diepidemiologia: l’International Jour-nal of Epidemiology (Oxford Uni-versity Press).“Dal 2011 il Servizio Polizia Stra-dale del Dipartimento della Pub-blica Sicurezza e il RepartoAmbiente e Traumi dell’Istituto Su-periore di Sanità - spiega SabinaCedri, ricercatrice dell’ISS e re-

sponsabile scientifico del progetto -stanno collaborando per valutarel’utilizzo e l’efficacia del dispositivoparaschiena tra ciclisti e motocicli-sti. Il progetto, che rappresenta unimportante passo avanti verso la si-curezza degli utenti delle due ruotemotorizzate, coinvolge circa 30 se-zioni della Polizia Stradale in altret-tante province del territorionazionale e prevede un’indagine at-tuata dagli agenti di polizia stradaleal momento degli incidenti che

coinvolgono gli utenti su due ruote.I dati sono poi stati analizzati dagliesperti in epidemiologia e biostati-stica del trauma dell’Istituto Supe-riore di Sanità, con lacollaborazione, riguardo alla valuta-zione di gravità del trauma, degliesperti di riabilitazione dell'I.R.C.C.S. S. Lucia, in particolaredella Dott.ssa Rita Formisano, co-autrice dell’articolo e primario dell’Unità Post-Coma della FondazioneSanta Lucia. Con questa Unità l’ISS

e in particolare il Prof. Franco Taggi,il Dr. Alessio Pitidis e il Dr. MarcoGiustini, hanno già collaborato conuno specifico accordo quadro sullasicurezza stradale e la prevenzionesecondaria, con analisi mirata sul ri-torno alla guida dei pazienti post-comatosi, pubblicata su importantiriviste internazionali del settore.I dati raccolti dal 1° dicembre 2011riguardano un campione di 2.650incidenti, di cui 2.080 a danno dimotociclisti (78,5%) e 570 di ciclo-motoristi (21,5%), relativi ad uncomplesso di 2.910 soggetti infortu-nati, tra conducenti e passeggeri.Sono stati identificati due livelli diprotezione: dispositivi a bassa effi-cacia costituiti da indumenti conrinforzi protettivi e dispositivi adelevata efficacia consistenti in para-schiena a guscio rigido e/o dallagiacca-giubbotto dotato di airbag.L’uso dei dispositivi di sicurezza apiù elevato livello di efficacia haavuto un trend in aumento, pas-sando dal 10,3% nel 2011 al 17,9%nel 2014 (+7.6%). Globalmente ilparaschiena ad elevata efficacia èusato molto di più dai motociclisti17,2% rispetto ai ciclomotoristi

(1,6%). Peraltro, i ciclomotoristiusano di meno anche il casco ri-spetto ai motociclisti, seppur en-trambi con proporzioni elevate(94,2% contro 98,4%). Il profilo dicolui che utilizza il paraschiena apiù elevata efficacia che viene fuoridalla ricerca è il seguente: maschiodi 40 anni, predilige l’uso di moto-ciclette, specie di alta cilindrata eviaggia spesso su strade a scorri-mento veloce (autostrade nel 34%dei casi). Complessivamente, su2.910 soggetti infortunati, 138hanno riportato lesioni alla co-lonna, pari al 4,7% del totale. Il di-stretto della colonna più interessatoè stato quello toracico con la metàdei casi (58%), seguito da quellocervicale (21%). Nel 28% dei casi ilconducente ha riportato conse-guenze serie che hanno avuto comeesito un ricovero ospedaliero o undecesso. Negli incidenti con le con-seguenze più gravi (ricoverati o de-ceduti), la percentuale di lesioni allacolonna è più bassa in coloro cheutilizzano un dispositivo di prote-zione per la schiena ad elevata effi-cacia (13,8% contro 18,1%,differenza: -4.3%).

di Giulio Terzi

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“Bentornato acasa ….”unostriscione steso tra il

primo ed il secondo piano dell’edifi-cio che ospita il Commissariato diOstia ha accolto il questore NicolòD’Angelo nel corso della sua prima vi-sita ufficiale ai Commissariati perife-rici. D’Angelo ha scelto Ostia per unaquestione di cuore, è un ufficio di po-lizia che ha diretto dal ’94 al ’98, ini-ziando proprio dal litorale la suabrillante carriera, prima come Capodella Squadra mobile romana ed oggicome Questore, dopo aver ricopertolo stesso incarico ad Ascoli, Latina ePerugia. Era una visita “informale”come ha tenuto a sottolineare l’attualeprimo dirigente Antonio Franco, eproprio per questo, forse, è stata unafesta spontanea, celebrata assieme aquegli uomini e quelle donne dellapolizia con i quali aveva diviso ansie etimori, pericoli e successi, soddisfa-zioni ed delusioni, frutto di tre anni di

grande impegno, nel quale la poliziaha svolto un ruolo di primo pianonella lotta alla criminalità urbana. AD’Angelo non è sfuggita qualche la-crima quando sulle scale per raggiun-gere il suo vecchio ufficio è statoabbracciato dai suoi collaboratori, ac-corsi per tributargli il benvenuto e larisposta non è mancata: “Vi trovotutti più invecchiati – ha detto D’An-gelo – e con qualche capello bianco inpiù, ma sempre in splendida forma.Sto condividendo con tutti voi unmomento di grande emozione ed af-fetto nei confronti degli uomini e diuna struttura dove sono stato in unperiodo storico delicato e crucialeper la polizia sul litorale, come il tra-sloco dal vecchio commissariato aquello attuale ed il potenziamentodegli organici”. Affrontando questotema ha poi aggiunto: “Per tutta lacittà di Roma c’è in progetto un piano

generale di ridisegnare i presidi di po-lizia e rivedere le vecchie strutture inbase alle nuove esigenze . In questocontesto, ritengo che il ruolo delCommissariato di Ostia sarà rivalu-tato: per esempio, potenzieremo icontrolli e la nostra presenza su tuttal’area dell’Infernetto e Casalpalocco.In particolare, stiamo rivedendo so-pratutto la dislocazione dei presidinell’intera area a cavallo della Cristo-foro Colombo. L’obiettivo è che ilcommissariato di Ostia, grazie ad unamaggiore operatività, vada a svolgerefunzioni da “capomaglia” sul con-trollo del territorio”. Intanto sono ar-rivati i primi arresti per corruzione ela presenza della malavita organizzatanegli appalti pubblici. “Niente dinuovo – ha chiarito D’Angelo – sitratta della conclusione di una serie diinvestigazioni che sono in corso datempo. E’ una zona che, com’è noto,

risulta esposta alle infiltra-zioni della criminalità or-

ganizzata. Non siamo preoccupatirispetto a quanto accade in altre zonedi Roma perché sul litorale le rispostedella polizia sono tangibili quotidia-namente, il lavoro che viene svolto daquesto Commissariato in sinergia conla Squadra Mobile è di grande valenzae sotto gli occhi di tutti”.

En. Bia

Ostia reclama il pieno de-centramento dei mer-cati, di poter decidere la

composizione e procedere a san-zionare eventuali banchi inadempienti. In partico-lare:“Il Consiglio del X Municipio – annuncia AlfredoBianco, presidente della Commissione attività pro-duttive - ha votato all’unanimità la proposta di deli-berazione, presentata dalla commissione attivitàproduttive, per la modifica della deliberazione nu-mero 18 del 2011 dell’Assemblea capitolina, relativaal regolamento speciale del decentramento ammini-strativo. Nello specifico, il Consiglio municipale hadato il via libera alla richiesta di modifica dell’articolo10 comma 1 della delibera 18/2011, chiedendo chevenga aggiunto alla competenza municipale, sul temadella complicata “gestione dei mercati rionali e sal-tuari” anche la gestione dei mercati coperti, compresolo spostamento e i criteri per l’assegnazione e la con-cessione dei posteggi presenti negli stessi, con la rela-tiva corresponsione dei canoni, assegnando alMunicipio, per questa finalità, adeguate risorseumane, finanziarie e strumentali. Se la richiesta di mo-

difica all’articolo 10 della delibera18/2011 verrà ac-cettata e definita, le competenze sui mercati passe-ranno completamente al nostro Municipio per potermettere in atto, finalmente, un vero decentramentoamministrativo sulla materia”. Sul tappeto troviamo,irrisolta da decenni, la situazione delle soste a rota-zione e della loro concentrazione nelle cosìdette areedi pregio del municipio e della tendenza ad allargarel’area di vendita, allungando di 3 o 4 metri l’autoriz-zazione ad un tradizionale banco di 4x3. “Il pro-gramma è quello di mettere finalmente ordine nelquadrante commerciale del X Municipio – afferma lostesso Bianco – Non sarà un’impresa facile ma senzauna gestione diretta non si riuscirà mai a trovare so-luzioni adeguate e condivise. Le competenze divise ametà con il Campidoglio non ci permettono, ad oggi,di sanzionare o addirittura revocare eventuali inadem-pienze al regolamento, possiamo comunicare a Romale nostre eventuali osservazioni ma poi sono gli uffici

a decidere e spesso la decisionenon fa rima con le necessità con-crete del territorio. La questionedelle rotazioni è di vecchia data, ci

sono settori del nostro quartiere, sprovvisti di esercizicommerciali dove gli ambulanti andrebbero ad ero-gare un servizio richiesto e necessario, solo che si trattadi aree e postazioni poco gradite perché non assicu-rano un analogo rientro commerciale rispetto al cen-tro”. Si tratta di una battaglia epocale, destinata acambiare l’assetto commerciale del litorale romano masul cui esito, allo stato attuale permangono forti dubbi.L’Ascom ha accolto tiepidamente, infatti, l’iniziativadel Municipio. “L’idea è buona – ammette Luca Ca-pobianco, presidente dell’associazione commercianti,- ma esprimiamo forti dubbi che il Campidoglio li-cenzi davvero in tempi brevi una simile modifica, spo-gliandosi di poteri e di personale. Apprezziamo la“volontà politica” di voler risolvere la questione mer-cati che, con un solo referente, avrebbe più facile ecompleta soluzione, ma per are valutazioni bisogneràattendere il via libera dall’assemblea capitolina”.

En.Bia.

La Casa della Salute di Ostiail medico curante in stretta collabora-zione con gli ambulatori della Casadella Salute. La rimodulazione, inol-tre, degli spazi occupati dai nuovi ser-vizi, non provocherà una riduzione diprestazioni relative al Consultorio edal TSRMEE.Accelerazione per la creazione di unarete cardiologia in tutta Roma e damarzo, infatti, anche emodinamica delGrassi assicurerà il servizio H24. Per ilpronto soccorso cardiologico, infatti,su tutto il territorio di Roma sarà pos-sibile trasmettere il tracciato elettro-cardiografico tra i mezzi di soccorso ele emodinamiche di riferimento. Inquesto modo si andrà a garantire sial’ospedalizzazione del paziente nellastruttura più appropriata e sia la rapi-dità del soccorso. Potenziato anche ilpronto soccorso del Grassi che sarà

dotato di un sistema di teletrasmis-sione di immagini e di teleconsulenzeche comprenda anche la teletrasmis-sione ECG e il teleconsulto dalle di-verse strutture. Altro interventoprevisto per il litorale riguarda l’au-mento dei posti per la lungodegenza alCpo di Ostia. “L’ex ospedale Sant’Ago-stino, sul lungomare Paolo Toscanelli

a Ostia – ha detto l’as-sessore al welfare e allasalute del X Municipiodi Roma Capitale Ema-nuela Droghei. - saràun punto di riferi-mento per il nostro ter-ritorio, nella dupliceveste di presidio attivograzie ai medici di me-dicina generale, dovegli utenti potranno ri-

volgersi anche nel week end e la Casadella Salute, una delle cinque che aRoma saranno attive dal mese di di-cembre”. Critici invece i sindacati chehanno indetto un’assemblea cittadina:“Verrebbe, di fatto, annullato – si leggesu una nota dei Cobas - un progetto,quello della “Casa della Salute dellaDonna e del Bambino”, approvato e fi-

nanziato dalla Regione Lazio, e avviatoun nuovo “Progetto di Casa della Sa-lute” che, peraltro, solo una un anno fa(novembre 2013) era stato previsto eannunciato, si dovesse realizzarepresso il presidio ristrutturato di ViaPaolini. Di tale progetto, visto anchela ristrettezza dei tempi (appena duemesi per la sua realizzazione) non ap-paiono ancora chiari i servizi, le atti-vità e le risorse umane e professionalicon i quali, questo, dovrebbe essererealizzato. Nel frattempo, però , si staprocedendo a lavori di “ristruttura-zione” ridicoli, inutili e costosi, unvero e proprio maquillage, quando sa-rebbero, invece, necessari ben altri in-terventi di manutenzione, visto che lastruttura presenta visibili problemi diusura e infiltrazioni di acqua al suo in-terno”.

LITORALE IlCORRIEREDIROMAgiovedì 20 novembre 2014 pagina 17

I l Sant’Agostino diviene il se-condo polo sanitario di Ostia.Dal primo dicembre l’edificiosul lungomare ospiterà la“Casa della Salute”, la novità

voluta dalla regione Lazio e che per illitorale significa, soprattutto, unosnellimento delle lunghe attese per ac-cedere ai servizi ospedalieri. L’obiet-tivo dichiarato da Zingaretti èsoprattutto quello di assicurare a tuttiuna sanità che funzioni, anche la do-menica e nei festivi. I cittadini, infatti,potranno contare su un’alternativa alpronto soccorso e all'obbligo di do-versi rivolgere all'ospedale, che sarà,invece, finalizzato sempre di più allecure degli acuti In queste strutture(saranno cinque in tutta Roma), in-fatti, saranno a disposizione ambula-tori per i prelievi, diagnostica di basee reparti infermieristici. Saranno presiin carico anche pazienti cronici diabe-tici, ipertesi, cardiologici e quelli af-fetti da insufficienza respiratoria.L’ambulatorio sarà aperto nei giornifestivi e prefestivi, quando gli studidei medici di famiglia sono chiusi. Lastruttura, che si integrerà con tutte lealtre presenti sul territorio munici-pale, sarà attiva dalle 10 alle 19 e sicompleterà con il servizio di conti-nuità assistenziale (guardia medica).Ad essa potranno rivolgersi i cittadiniresidenti nel Municipio o tempora-neamente presenti sul territorio diOstia e del suo entroterra. Nell’ambu-latorio, i medici saranno coadiuvati dapersonale infermieristico fornitodall’azienda Asl Roma D. Il funziona-mento della nuova struttura è stato il-lustrato dall’azienda sanitariaall’osservatorio socio-sanitario del XMunicipio. In particolare, è stato presentato il progetto del per-corso diagnostico terapeutico dedi-cato al paziente affetto da patologiecroniche (diabete, bronchite cronica,scompenso cardiaco), che coinvolgerà

DAL GRASSI AL SANT’AGOSTINO, LA NUOVA ORGANIZZAZIONEDELLA SANITÀ SUL LITORALE

CHIESTA LA MODIFICA DEL DECENTRAMENTO AMMINISTRATIVO PER LA GESTIONE DEI MERCATI RIONALI

NICOLÒ D’ANGELO IN VISITA AL COMMISSARIATO DI OSTIA

La Trentesima edizione de “Il Litorale incontra lasua Storia” è dedicato quest’anno ai “Tesori na-scosti” che verranno svelati nel corso dei numerosiappuntamenti della manifestazione, in programmaad Ostia e Fiumicino dal 14 al 30 novembre, a par-tire dal porto scomparso di Ostia,dalle storie deiprotagonisti della lotta alla malaria sino alle testi-monianze inedite di quanti hanno assistito all’uc-cisione di Salvo D’Acquisto a Palidoro. In tutto sonodieci appuntamenti culturali, didattici, di condivi-sione della memoria e dei risultati storico scientificidelle ricerche della CRT Cooperativa Ricerca sulTerritorio, organizzatrice dell’evento. “Comunità”è la parola chiave dell’intera manifestazione, cheinfatti si pone come congiungimento tra Ravenna,Ostia, Fiumicino e Roma, riannodando ogni announ legame culturale, storico e di amicizia, simbo-leggiato al meglio dal dodicesimo anno di gemel-laggio tra le scuole di Ravenna e del X Municipiodel Comune di Roma. Sono previste: rassegne ci-nematografiche legate alla storia del territorio ededicate sia ai più grandi (Sala Visioni dell’Ecomu-seo del Litorale Romano e Centro Anziani Lo Sca-riolante di Ostia Antica) che ai più piccoli(Multisala Cineland di Ostia Lido); inaugurazioni diluoghi storici riconsegnati ai cittadini (gli ex Lavatoidi Ostia Antica), presentazioni di libri (RomagnoliRomagnolacci di Vittorio Emiliani) e i due appun-tamenti celebrativi, il 22 novembre a Maccarese eil 23 novembre a Ostia Antica, che vedranno l’in-contro tra i primi cittadini di Roma, Ravenna, Fiu-micino e il minisindaco del X Municipio, ma anchetra i cittadini dei diversi territori. Per il trentesimoanno infatti, Ostia accoglierà centinaia di ravennatie romagnoli che giungono nella capitale per ricon-giungersi con la loro storia.

DAL 14 AL 30 NOVEMBRE EVENTIIN RICORDO DELLA BONIFICA

Il litorale incontra

la sua storia

L’ALLARME

di Enzo Bianciardi

Bentornato a casa, signor Questore

Su ambulanti e soste a rotazione…deve decidere il Municipio

Page 18: IL CORRIERE DI ROMA - GIOVEDI' 20 NOVEMBRE 2014

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Page 19: IL CORRIERE DI ROMA - GIOVEDI' 20 NOVEMBRE 2014

I l 21 dicembre entreremo uffi-cialmente nella stagione inver-nale ma già da oggi moltiautomobilisti sono alle presecon l’acquisto delle cosiddette

gomme termiche, ossia quei pneumaticiche consentono di affrontare in tutta si-curezza anche strade innevate o ghiac-ciate. E fanno bene. E’ infatti opportunocominciare ad attrezzarsi per tempo,non fosse altro per una motivazioneeconomica: più le temperature si abbas-seranno, più i prezzi delle gomme inver-nali tenderanno ovviamente a lievitare.Vediamo allora di capire bene comefunzionano questi pneumatici, quantocostano e quali alternative proponeoggi il mercato. Innanzitutto le gomme termichesono equiparate per legge alle cateneda neve. Questo significa che in casodi strade in cui sia presente l’obbligodi portare a bordo o montare cateneda neve, le auto dotate di pneumaticiinvernali potranno circolare libera-mente. Per accertarsene, basta veri-ficare che sul fianco del pneumaticoci sia stampata la dicitura “M+S”,ossia “mud & snow” (fango e neve).Un aspetto da non sottovalutare af-fatto. Ogni anno sono sempre piùnumerose le strade (statali, super-strade o provinciali chesiano) in cui è presente l’ob-bligo di circolare con cateneo pneumatici da neve pertutto il periodo invernale.Nel vicino Abruzzo soprat-tutto ma anche nel Lazio.Anche in giorni, quindi, incui non è presente neve sullastrada e si è quindi passibilidi multa se, nel corso di uncontrollo, l’auto fosse sprov-vista di tali ausili. Altro di-scorso riguarda la sicurezzastradale. Ad oggi questo tipodi pneumatico è la migliorescelta possibile per affron-tare strade coperte da neve oghiaccio. Ma non solo. Unaltro aspetto che spesso viene sottovalutato nelperiodo invernale è la temperatura. Un pneuma-tico estivo ha una resistenza molto limitata allebasse temperature e questo comporta inevitabil-mente un rapido decadimento delle prestazioni(e quindi della sicurezza) già al di sotto dei 7° C.Viceversa, le gomme termiche sono costruite conuna mescola che permette di mantenere inalteratele prestazioni anche a bassissime temperature. Ladifferenza sulla neve la fa poi il disegno del batti-strada. Sui pneumatici invernali sono presenti deimicro intagli che permettono di “aggrapparsi”con molta più facilità alla neve presente sul-l’asfalto rispetto a qualsiasi altro pneumatico“convenzionale”. Chi ha provato almeno una voltaa guidare su neve con entrambi i pneumatici puòcapire la differenza. Non è solo una questione ditenuta di strada. In caso di frenata su ghiaccio oneve, magari in discesa (situazione tutt’altro cherara in montagna), anche a bassa velocità l’autodotata di gomme estive rischia di scivolare a ruotebloccate per decine di metri e senza controllo. Etutti i dispositivi elettronici di bordo non po-tranno fare nulla per arrestarla. Veniamo ora al-l’aspetto economico. Molti sono ancora convintiche montare due treni di gomme nel corso del-l’anno sia più oneroso che averne uno soltanto (il

costo mediodelle gomme

termiche è più elevato di circa il 10/20%). In re-altà non è proprio così. Un recente ed accuratostudio del Politecnico di Torino ha dimostratoaddirittura che alternare pneumaticiinvernali/estivi nel corso dell’anno consente, nelcomplesso, di risparmiare mediamente 40 eurorispetto all’utilizzo di soli pneumatici estivi piùcatene. Al di là di quanto emerso da questa cu-riosa ricerca, va da sé che avere due treni digomme permette a queste di usurarsi inmaniera minore e più graduale proprio per-ché verranno utilizzate molto di meno ri-spetto ad un solo treno. Una sorta diinvestimento a lungo termine. Quindi,considerando pure la necessaria sosta dalgommista per il cambio pneumatici adogni stagione (circa 40/50 euro), anche seil vantaggio economico si dovesse ridurrea zero non ci sarebbero dubbi sulla sceltadi montare gomme termiche d’inverno invirtù dell’impareggiabile guadagno in ter-mini di sicurezza. Chi non fosse ancora convinto, o sempli-cemente frequenta solo sporadicamentezone a rischio neve, può comunque sempreripiegare sulle solite catene. Il mercato neoffre di tutti i tipi e prezzi: si può spaziare

da un minimo di 20 eurofino anche a 300 euro eoltre. Ovvio che le ca-tene comportano il disa-gio di dover esseremontate e smontate incaso di bisogno. Un’ope-razione non sempre allaportata di tutti, soprat-tutto considerando lacondizione precaria incui ci si troverà a doveroperare (neve, vento,freddo, scarsa visibilità,mancanza di spazi sicuridove fermarsi, ecc.). Da

molti anni esistono anche i cosiddetti “ragni”. Sitratta di un surrogato delle catene in materialeplastico che vengono montati sulle ruote in casodi necessità con semplice incastro. Basta solomontare ad inizio stagione sui bulloni delle ruoteuna piccola borchia di plastica che fungerà da at-tacco per il ragno stesso. Molto pratici ma anchemolto costosi (oltre 250/300 euro). Negli ultimianni hanno fatto la loro comparsa anche la “calze”da neve. Un accessorio invernale molto praticosoprattutto in caso di emergenza. Si tratta di una

vera e propria calza che, in caso di neve, si montafacilmente sulle ruote che hanno la trazione. Es-sendo fatti di un materiale elastico ma anche an-tiattrito, consentono di cavarsela in presenza diuna leggera nevicata. Sono poco resistenti ma incompenso sono pratiche ed hanno un prezzo diacquisto abbordabile (da 40 euro in su). Da anni,però, esiste una disputa legale tra il principale pro-duttore di calze da neve (la norvegese Autosock)e il Ministero dei Trasporti che continua ancoraoggi a suon di ricorsi al Tar. Le calze sono consi-derate “legali” ma non equiparate alla catene. Mo-rale: su strade dove vige l’obbligo di catene abordo si è passibili di multa. Un’alternativa similesono anche le cosiddette “fascette” o “cinture” daneve: cinque piccole cinture di materiale plastico

che si allacciano singolarmente ad ognicerchione e che permettono di cavarselasu neve e ghiaccio grazie a delle puntemetalliche che toccano terra. Sonomolto facili da montare e abbastanzaeconomiche ma, al pari delle calze, nonsono equiparate per legge alle catene. Inconclusione, la scelta delle gomme ter-miche risulta quella più opportuna se sivuole affrontare in tutta sicurezza stradeinnevate per tutto il periodo invernale enel contempo essere in regola con il Co-dice della Strada. Ma se l’idea di dovercambiare pneumatici ad ogni stagionenon vi convince ancora….sappiate cheesiste un’ultima possibilità: le gomme “4season” (quattro stagioni). Come dice il

nome stesso, sono adatte ad ogni stagione: la me-scola con cui sono costruite ed il particolare di-segno del battistrada consentono a questipneumatici di cavarsela anche alle basse tempe-rature e sotto la neve. E, cosa fondamentale, sonoanch’esse omologate M+S. Le “vere” gomme ter-miche saranno sicuramente più performanti sullaneve, ma è indubbio che, soprattutto per chi af-fronta strade di montagna solo poche volte l’anno,le 4 season possono rappresentare un validissimocompromesso. A voi la scelta.

MINICONCORSO DE

CRONACHE IlCORRIEREDIROMAgiovedì 20 novembre 2014 pagina 19

di Davide Bianchino

L’inverno è alle porte: gomme termiche, catene o “calze” da neve?

La gelateria del cuoreIl Corriere di Roma organizza un concorso legato alle gelaterie della ca-

pitale. Invitiamo i lettori a segnalarci i locali preferiti, indicando tipo-logia, caratteristiche, gusti preferiti. Invitiamo altresì le gelaterie che

intendano partecipare a manifestarsi indicando la disponibilità a corri-spondere uno sconto del 10 per cento sul prodotto a chi si presenti con ilnostro giornale. Il concorso partirà il primo dicembre e ne daremo contosettimana dopo settimana.Per informazioni, segnalazioni e adesioni potete inviare una mail a [email protected] oppure telefonare al 06.3280.3407

IlCORRIEREDIROMA

Page 20: IL CORRIERE DI ROMA - GIOVEDI' 20 NOVEMBRE 2014

RUBRICHEIlCORRIEREDIROMAgiovedì 20 novembre 2014 pagina 20

PAROLA DI CHEF

Oggi parliamo del ruolodei sessi in cucina.Ma secondo voi loChef, quello con la Cmaiuscola, è uomo o

donna? Una questione molto di-scussa, perché in effetti le rappresen-tanti del gentil sesso sonodecisamente in minoranza. E sapeteper quale motivo? In realtà c’è una ra-gione storica, che mi piace sempre ri-cordare e raccontare ai miei allievi o atutti coloro che spesso mi pongonoquesta domanda durante le manifesta-zioni cui partecipo. Torniamo indietronel tempo alla Francia del Roi Soleil,il Re Sole Luigi XIV che, come sap-piamo tutti, regnò per oltre 70 anninell’assolutismo. Furono anni digrandi libagioni, di banchetti gran-diosi. Sino ad allora la cucina era statadominio incontrastato delle discen-denti di Eva ed era identificata propriocome Cuisine des Femmes; quando sirese necessario preparare enormiquantità di cibo con conseguentesforzo fisico, entrò in campo Adamo,l’altro sesso cioè. Non perché partico-larmente talentuoso, dato che sino adallora aveva ricoperto un sempliceruolo di assistente, ma perché dotatodi braccia. Amici miei, quando simontano a mano una quarantina di al-

bumi, non serve il cervello, bastano imuscoli. Quando si devono fare lavoridi fatica, ci vuole un fisico bestiale –come dice il nostro Luca Carboni – civogliono potenza, resistenza, eserciziofisico. Una specie di palestra. Ledonne non potevano farcela a soppor-tare tutto ciò e dunque, da che inizial-mente coadiuvate dagli uomini,furono ben presto da essi soppiantatenella direzione di quello che era dasempre stato il loro regno. Ecco, tuttoqui. La Cuisine des Hommes, la cu-cina degli uomini, nasce in soldoni daun colpo di mano. Poi, con il tempo econ la pratica, i muscolosi e prestanticuochi sono diventati Chef, hannosempre più acquisito potere, arrivandoaddirittura per molti anni ad allonta-nare completamente dalle loro cucine

le figure femminili opeggio mi sento a rele-garle a ruoli di bassis-sima manovalanza.La situazione è rimastain questo limbo permolti anni poi… final-mente qualcosa è cam-biato. Le donne, con illoro immancabile savoirfaire, i sorrisi, la compe-tenza e tanta forza di vo-lontà, sono riuscite arientrare in possesso del

loro ruolo originario. Certo, non è chein giro di signore Chef ce ne siano tan-tissime, eh? Anche perché – diciamolo– con la loro professionalità fannopaura e in questo settore, come in tuttidel resto, le donne devono sgomitareil doppio per avere gli spazi che si me-ritano. Ma di signore talentuose ingiro ce ne sono eccome in tutto il pa-norama gastronomico nazionale e in-ternazionale. Non farò nomi perchénon è mio costume, ma sono orgo-gliosa di godere dell’amicizia di moltedi esse; questo non significa che ionon stimi allo stesso modo i colleghisignori Chef, ma – vi prego – lasciateche la vostra LovelyCheffa oggiesterni con orgoglio tutta la sua stimaper la categoria femminile. Un po’ disano femminismo ogni tanto ci vuole!

♈ Ariete (21 Marzo-20 Aprile)Sorretti, come sempre, da Urano nel vostrosegno e con una dolce Venere amica, potretenon solo tentare la fortuna nel lavoro ma anchecogliere la palla al balzo per dichiarare il vostroamore a una persona che vi è amica. Ma lei è li-bera o no? Perchè è importante non nuocere anessuno.

♉ Toro (21 Aprile-21 Maggio) Mercurio, in opposizione, vi invita alla prudenzanon solo con gli euro, ma anche con la lingua;evitate perciò di parlare a sproposito e siate piùdiplomatici: ciò gioverà non solo al vostro am-biente lavorativo, ma anche a quello sentimen-tale, dato che Venere ora vi è tornata amica.

♊ Gemelli (22 Maggio-21 Giugno)Venere, in opposizione, vi fa sentire poco amati;può sorgere qualche contrasto con il partner,però con la vostra abituale socievolezza e sim-patia potrete sistemare tutto… Siete o no i sim-paticoni dello Zodiaco?

♋ Cancro (22 Giugno-22 Luglio)Un Mercurio gentile vi porta novità piacevoli nellavoro e soddisfazioni dai figli. Marte negativo,però, vi rende poco inclini al perdono, facili al-l’ira e alimenta i contrasti. Cercate di essere piùcalmi; se ne avvantaggeranno anche il vostrofisico e la vostra salute.

♌ Leone (23 Luglio-22 Agosto)Con la vostra lealtà e l’aiuto di Giove nel segnoe di una bella Venere, potete ottenere tanto; al-lora perché quei musi lunghi? Solo perché unMercurio dispettoso si diverte a farvi perdere lapazienza e a farvi bisticciare in famiglia?

♍ Vergine (23 Agosto-22 Settembre)Marte vi è d’aiuto e vi riempie di energia; potetetentare strade nuove, Mercurio vi rende più au-tonomi e meno soggetti alle persone da cui di-pendete; solo Venere, in quadratura, vi rendeinsicuri in campo affettivo, però siate astuti e la-sciate prendere le decisioni al partner, assecon-dandolo.

♎ Bilancia (23 Settembre-22Ottobre)Se Marte negativo vi innervosisce, Venere po-sitiva invece vi rende sentimentali e apre lastrada a incontri romantici; soddisfazioni in fa-miglia e nella carriera, recate da una bella Luna;posta in arrivo, con notizie da una personaamica che non vi ha mai dimenticato.

♏ Scorpione (23 Ottobre-22 Novembre)Siete più concentrati sulle questioni econo-miche e sui vostri affari che sul lato affettivo,ma questo non è giusto perché in famigliahanno bisogno di voi; perciò dedicatevi di piùai figli, come esige Mercurio nel vostrosegno, ed anche agli anziani, come vuoleSaturno, anche lui in Scorpione.

♐ Sagittario (23 Novembre-21 Dicembre)Una bella Venere in Sagittario, in buon aspettocon Giove e Urano, vi fa sentire amati: questovi occorreva proprio perché era un po’ che nonvi sentivate benvoluti e circondati d’affetto comeavreste voluto; ora, invece, potrebbe anche ar-rivare una lieta novità (una nascita? una ricon-ciliazione?).

♑ Capricorno (22 Dicembre-20 Gennaio)Marte nel segno, unendosi a Plutone, vi caricadi forza per cui potrete raggiungere quel suc-cesso nel lavoro che speravate di avere, ma chefinora sembrava irraggiungibile; invece ora è ilmomento di agire ed ottenerlo; il Cielo è con voie vi aiuterà, anche perché siete buoni e ve lameritate.

♒ Acquario (21 Gennaio-18 Febbraio)Mercurio vi rende perplessi e titubanti in amorema una dolce Venere amica vi prospetta ununione felice; Giove, in opposizione, tende afarvi inquietare, siate sereni perché tutto si ag-giusterà se avrete pazienza.

♓ Pesci (20 Febbraio-20 Marzo)Anche se Venere non è più vostra amica, nonavete perso il fascino del vostro segno e Mer-curio e Saturno continuano a proteggervi, a ren-dervi romantici e a proporvi incontri fortunati ebuone occasioni di lavoro… Però non rendetegeloso il vostro partner!

LE MANIE ASTROLOGICHEdi Patrizia Tamiozzo Villa

con leggerezza e ironia, alcune caratteristiche ricorrenti, quelle un po'maniacali, dei segni zodiacali. L'astrologia semplice e divertente

(giovedì, 20 novembre 2014)La cucina non è postoper soli uomini, anzi...

LA LEZIONE DELLA STORIA

di Rita Monastero

Il ristorante si trova vicino aiMusei Vaticani e a pochi passodal mercato Trionfale. Le mate-rie prime quindi sono semprefreschissime e per questo mo-tivo il menu cambia quotidiana-mente. Tra le varie portate,molto buoni gli gnocchi, fatti incasa, se ne possono scegliere 6tipi. Ambiente molto familiare einformale, massima cura per icommensali, a disposizione 45coperti.

IL MENU D’AUTUNNO

Trittico di bruschette***

Crepes fatte in casa con ricotta e funghi porciniOppure

Crepes fatte in casa al pomodoro e basilico***

Straccetti di chianina alla pizzaiolaOppure

Straccetti di chianina al gorgonzola***

Contorno di verdure di stagione***

Assaggi di dolci fatti in casa***

Acqua minerale, 1 calice di vino e caffèEuro 25,00 a persona

SISTORANTEVia Tolemaide 17 - Roma

Tel. 0664521715

SISTORANTE

Per 4 persone. Cinquecento grammi di spaghetti, un kg di broccoletti, uno di cozze,200 grammi di pecorino.

Preparazione: sfogliare i broccoletti e farli bollire, pulire le cozze, mettere in padellauno spicchio d’aglio e due cucchiai di olio e farlo rosolare; scolare i broccoletti e met-terli in padella, aggiungere le cozze con mezzo mestolo dell’acqua di cottura dei broc-coletti, una spolverata di pecorino, coprire la padella. Alzare la fiamma per far aprirele cozze, far cuocere gli spaghetti, versarli nella padella, amalgamare il tutto e unavolta messo tutto su piatto dare una spolverata finale di pecorino.

La ricetta di Sisto

Spaghetti cozze broccoletti e pecorino

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Page 21: IL CORRIERE DI ROMA - GIOVEDI' 20 NOVEMBRE 2014

Da sette generazioni e da più di 200 anni Cham-pagne Henriot si serve del proprio savoir-faireper produrre cuvé eleganti e ricercate. Le sceltesenza compromessi della Maison ChampagneHenriot hanno sempre riguardato la lavora-

zione dei propri vini.La famiglia Henriot ha conservato la gestione diretta di circa35 ettari. Le parcelle sono ripartite tra la Vallée della Marne:Mareuil e Aÿ , la Montagne di Reims: Avenay e la Côte desBlancs: Epernay (Clos l’Abbé, e Chouilly). Questi vigneti co-prono dal 15 al 20% del fabbisogno. Per il suo approvvigiona-mento la Maison si appoggia anche su vignerons checondividono le sue esigenze. Questa parzialità che gli permettedi disporre di una gamma molto ampia di crus per l'assemblag-gio è uno dei segreti del suo savoir-faire.I vigneti sono raccolti in tutto il territorio della denomina-zione. La Maison favorisce i Grands Crus e Premiers Crus, inparticolare nella Côte des Blancs, roccaforte del vitigno Char-donnay che domina negli assemblaggi (Avize, Oger, Cramant,Vertus ...). Per il Pinot Nero, la scelta è soprattuttosu dei Crus del versante Nord della Montagne deReims, come Verzy, Verzenay, Val d'OrFondata nel 1808, la Maison Henriot , tuttora fa-miliare ed indipendente, persegue il suo lavorod’eccellenza.Selezionare i migliori crus, magnificare la purezzadello chardonnay e offrire a ciascuna cuvée iltempo di svilupparsi: i principali impegni assuntida ciascuna delle sette generazioni che si sonosucceduti alla testa della MaisonUn'eleganza unica, uno stile cesellato. Dopo leprime peculiarità di Apolline Henriot, che fondòla Maison nel 1808, gli Champagne Henriot si di-stinguono per la loro finezza, la loro eccezionaleeleganza, la loro complessità, la loro ricchezzaeclatanteE’ con le scelte d’assemblaggio che si perpetua lo"stile della Maison": il vitigno Chardonnay regnasovrano (dal 50% al 60% a seconda delle annate).Egli apporta finezza, eleganza, leggerezza, fre-schezza. Il Pinot Noir fornisce la struttura indi-spensabile. Il Pinot Meunier, in quantità

piccolissime, può costituire un interessante contributo fruttatonel Brut Souverain.I vini senza annata possono contenere fino a cinquanta crusdiversi, in un equilibrio sapientemente orchestrato, con circail 20% di vini riserva. Questo è ancora una peculiarità diChampagne Henriot per dare ai suoi vini una forte personalità.Questi vini, che possono avere dieci anni d’età, degustati al-meno ogni tre mesi garantiscono la continuità di stileLe bottiglie soggiornano per un lungo periodo di maturazionenella calma e nell’oscurità delle cantine della Maison a Reims.In queste cantine scavate nel gesso a 18 metri di profondità, latemperatura (11°) e il livello di umidità (98%) sono costanti.Alla Champagne Henriot per consentire ai vitigni di espri-mersi al meglio i periodi di maturazione sono normalmente ildoppio rispetto a quelli previsti dalla legge. La Maison lasciail tempo necessario a ogni cuvée per raggiungere la propria pie-nezzaIl dosaggio è minimo (circa 8 g/l) alfine di ottenere un equi-librio ed una maturità dei vini

giovedì 20 novembre 2014 pagina 21 RUBRICHE IlCORRIEREDIROMA

ELEGANZA UNICA, STILE CESELLATO, FRUTTO DI DUECENTO ANNI DI ESPERIENZASCELTI PER VOI

IlCORRIEREDIROMAFondato nel 1948

da Giuseppe Gesualdi

direttore Giovanni Tagliapietra

direttore responsabileFilippo Gesualdi

redazionevia Boezio, 6 00193 ROMA

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IN TEMPO REALE

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Tra le pagine del Birrafondaio ci sono rubriche, in-terviste e approfondimenti sul mondo della birra ar-tigianale. In questo numero, in particolare, troveraianche due infografiche: una dedicata al settoredella birra nel nostro Paese (con una sintesi dei datidel report di AssoBirra) e l'altra al fenomeno dellebeer firm italiane (con qualche anticipazione deidati di un'indagine commissionata da Unionbirrai).Le rubriche, gli approfondimenti e le news del Bir-rafondaio le potete ascoltare anche alla radio. Ènata infatti la rubrica “BirrafondRadio”, che verràtrasmessa ogni settimana da una serie di radio ita-liane ed estere e che cercherà di tenervi sempre ag-giornati su tutte le novità nel mondo della birraartigianale.

Il “Birrafondaio” arriva anche in radio

di Francesco Vitale

È nel 1808, con Apolline Henriot, che viene ufficialmente fondata la Maison Henriot.È la nipote dell’illustre Abbé Godinot che, grazie alla sua erudizione, contribuì a miglio-rare la conduzione della vigna e la composizione dei vini della Champagne. Imprendi-trice e donna dalla forte personalità, Apolline mette in commercio i suoi vini sia inFrancia sia all’estero.Lo Champagne conosce un notevole successo presso le teste coronate ed è quasi na-turalmente che lo Champagne Henriot si afferma prima alla Corte d’Olanda quindi aquelle d’Austria e d’Ungheria presso gli Asburgo.Apolline trasmette il suo savoir-faire al nipote Ernest: così nasce la tradizione di famiglia.Nel 1875, Ernest accresce il patrimonio fondiario dell’azienda e dà sviluppo alla Mai-son. Alla fine del XIX° secolo la fillossera colpisce i vigneti della Champagne ma EmileMarguet, suocero di Paul Henriot, è uno dei primi a ricostituire i vigneti con piante in-nestate. Da allora, di generazione in generazione, la Maison Henriot mette a profittotutta la sua esperienza per esaltare le caratteristiche delle uve che ha selezionato conrigore nei migliori terreni della Montagne di Reims e della Côte des Blancs.

Tramandare un’eredità

Champagne Henriot e i segreti del savoir-faire

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Quintessenza dello stile Henriot questa cuvée è dominata dallo chardonnay che con-ferisce dell’eleganza alla sua struttura complessa. Elaborata nel rispetto della tradi-zione familiare, questa cuvée, proveniente dai migliori terroirs della Champagne, èunicamente realizzata nelle annate eccezionaliIl nome di Enchanteleur, portato da questo vino raro, si ispira agli operai cantinieridei tempi in cui la vinificazione avveniva unicamente in barrique. Il loro lavoro con-sisteva in particolare nell’impilare le botti su delle travi in legno. Si diceva che met-tevano i « fûts sur chantiers » (le botti sulle calastre), e che quindi “enchantelaient”.Essi disponevano tradizionalmente del privilegio di comporre per essi stessi una

piccola cuvée di champagne elaborata a partire dai vini più fini.ASSEMBLAGGIOPer magnificare il carattere straordinario del millesimo 1998, Champagne

Henriot combina la potenza del pinot nero con l'eleganza dello chardonnay.Le nostre scelte sono per lo più tra 6 dei più prestigiosi Grands Crus dellaChampagne :MaillyChampagne, Verzy, Verzenay sulla Montagne deReims,Mesnil-sur-Oger, Avize,Chouilly nella Côte des Blancs. 50% char-donnay - 50% pinot noirESAME VISIVOColore dorato pallido con una effervescenza fine e un grazioso cordonedi schiuma.ESAME OLFATTIVONote discrete di agrumi canditi, nocciola e dolci magnificano un bou-quet dominato dal miele. Un naso maturo, tutto in finezza, segno di unabella evoluzione aromatica.ESAME GUSTATIVO Questo vino maturo, equilibrato ed elegante, offre un attacco vivace efresco, proprio delle grandi annate. Aromi di torrefazione con note to-state, briosciate, burrose, s’associano ai profumi di agrumi e pescheper creare una ricca complessità aromatica. Il vino evolve in seguito sudei sapori mielati e di delicate punte esotiche.Una lunghezza superba,aromi di pasticceria e fini tocchi di nocciola e miele completano questamagnifica cuvée.ABBINAMENTO CIBO-VINO

Branzino dell’Atlantico ed emulsione di burro mezzo salato.Suprema di pollame agricolo, purè della nonna.

Il Brut Millesimato 2005 di Champagne Henriot è un matrimonio armonicotra lo chardonnay e il pinot noir. Questa cuvée combina note fresche e aromi

più evoluti dando vita a un vino ricco ed equilibrato. Un millesimato nel puro stile Hen-riot.L’anno inizia con un inverno rigido e deboli precipitazioni, condizioni favorevoli al ri-

poso e alla rigenerazione della vite. La primavera è mite, condizione che permette lagermogliazione e il buono sviluppo delle gemme con conseguente normale fioritura a

inizio giugno. All’inizio dell’estate le piogge si concentrano e determinano la comparsanella vigna di botrytis e peronospora che disturberà leggermente lo sviluppo della

vite. Ma questo non impedisce lo sviluppo dei grappoli che maturano gradualmentefino alla fine di agosto. All’inizio di settembre, nonostante le forti piogge, gli indici

sono soddisfacenti e confermano una vendemmia futura di qualità e abbondanteASSEMBLAGGIO

Per la realizzazione del Brut Millesimato 2005 sono stati assemblati più di 15cru diversi provenienti principalmente dalla Côte des Blancs e dalla Montagne

de Reims: Mesnil sur Oger, Avize, Chouilly, Mareuil sur Aÿ, Avenay, Verzy, Verze-nay. 50% chardonnay - 50% pinot noir

INVECCHIAMENTOLe bottiglie del Brut Millesimato 2005 soggiornano per sei anni nella tran-

quillità e oscurità delle cantine della Maison a ReimsESAME VISIVO

Colore giallo chiaro con riflessi dorati. Perlage fine che forma un delicatocollare.

ESAME OLFATTIVOAl naso la predominanza di sentori di pasticceria lascia trasparire note

agrumate e una punta di mineralità. Una leggera nota di nocciola com-pleta questo bouquet ricco e armonioso.

ESAME GUSTATIVOUn attacco vivo e fresco svela un vino ricco ed equilibrato dove gli aromidi agrumi canditi si combinano con una leggera nota esotica. Una stra-

ordinaria persistenza finemente tostata esalta il finale di questo vino sudelicate note di miele e spezie: pepe, noce moscat

ABBINAMENTO CIBO-VINOFiletto di sogliola con mandorle tostate.

Carpaccio di tonno rosso al limone e zenzero.Carré di vitello grigliato con verdure.

Invecchiamento : Pronto da bere - durata: 4/6 anniTemperatura di degustazione consigliata : 10°C

Da consumarsi come aperitivo, durante i pasti

Brut Millésimé 2005

Cuvéè des enchanteleurs 1998

Page 22: IL CORRIERE DI ROMA - GIOVEDI' 20 NOVEMBRE 2014

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Page 23: IL CORRIERE DI ROMA - GIOVEDI' 20 NOVEMBRE 2014

Dopo la stagione estiva del teatroGlobe, interamente dedicata aShakespeare, Gigi Proietti

torna alla regia in un teatro stabile, ilTeatro Sistina, dirigendo uno spettacoloquanto mai singolare, che parla di arteed è rivolto all’arte. E che appare forte-mente caratterizzato dall’ironia, a trattibonaria e a tratti sferzante, e dal sorrisosornione tipici della più grande tradi-zione teatrale romana. Ed ecco “La Mo-stra”, in scena dal 19 al 30 novembre,interpretata da Simona Marchini, chetorna su quel palcoscenico dove avevainterpretato “Rugantino” con ValerioMastandrea.Collocandosi nel solco della commediamusicala italiana, che da sempre al Si-stina trova casa, Proietti ripercorre inchiave rigorosamente ironica la vita diSimona Marchini: attrice, conduttricee regista, soprattutto appassionatad’arte. Ed ecco aneddoti che rincor-rono altri aneddoti, dando vita ad unracconto che si snoda attraverso le ma-schere e i personaggi che la Marchini,non senza spirito pungente e riflessivo,negli anni ha creato, da Iside Martufonialla “velona” toscana perdutamente in-namorata di Silvio Berlusconi. Ma ne“La Mostra” si parla anche d’arte, ilgrande amore, la passione di una vitaper l’attrice romana: una passione rac-

contata attraverso i ricordi legati allagalleria d’arte Nuova Pesa, fondata dalpadre nel 1959 e da lei trasformata, afine anni Ottanta, in un centro cultu-rale d’arte contemporanea che ha ospi-tato artisti come Carla Accardi, FabioMauri, Jannis Kounellis, Alighiero Bo-etti. Tutti scolpiti nella memoria di Si-mona Marchini, insieme agli altrigrandi artisti che conobbe, fin da ragaz-zina, grazie all’attività della NuovaPesa.I monologhi della Marchini sul palco-scenico sono intervallati da immagini diquadri e dagli immancabili momentimusicali con canzoni eseguite dal vivo

al pianoforte da Andrea Bianchi. Il risul-tato è uno show leggero e divertente,che fa sorridere, ma anche riflettere. Ilpalcoscenico diventa galleria d’arte, inuna contaminazione di generi e stili pit-torici (molti quadri sono esposti al Si-stina in occasione dello spettacolo) chebene si sposta, sotto la regia attenta ep-pure non invasiva di Gigi Proietti, con lavulcanica comicità della Marchini, abi-lissima nel passare da un personaggioall’altro, da un registro all’altro.

M.P.M.La Mostra

Dal 19 al 30 novembre 2014Teatro Sistina

U na giornata a Roma, con le venti-quattro ore che la compongono,sarà raccontata sul palcoscenico delTeatro Argentina nella lunga ma-ratona teatrale “Ritratto di una Ca-

pitale. Ventiquattro scene di una giornata a Roma”,in programma dal 18 al 22 novembre. Si tratta delcuore del progetto “Prospettiva Roma”, che l’Argen-tina ha voluto dedicare a Roma e che attraversa l’in-tera stagione del teatro. A rendere possibile questalunga maratona nella città eterna, vista e raccontatacon occhi e sensibilità diverse, contribuiscono ben26 autori, mentre sono 44 gli attori che si alterne-ranno sul palco per raccontare Roma.“Ritratto di una Capitale” si ispira ad un format tea-trale curato da Antonio Calbi – che del Teatro diRoma di cui fa parte l’Argentina è direttore artistico- e Oliviero Ponte di Pino, già sperimentato nel2000 a Milano: alcuni dei 24 frammenti che lo com-ponevano sono poi diventati spettacoli autonomi ecompleti, che continuano ad essere rappresentati consuccesso anche in luoghi lontani dalla città lombarda.Stessa sorte si propongono gli ideatori della mara-tona romana, che attraverso il teatro vuole raccon-tare, descrivere e indagare la città e il suo temporaccontando ventiquattro luoghi, ventiquattro ore,ventiquattro storie diverse di una giornata qualsiasinella Roma di oggi.Davvero composito l’insieme degli autori, tra i qualispiccano i nomi di Ricci/Forte, Ascanio Celestini,Eleonora Danco, Giancarlo De Cataldo, Anna Foa,Lidia Ravera, Claudio Strinati, Elena Stancanelli: cia-scuno con una sua sensibilità, una sua storia perso-

nale, le sue predilezioni culturali e artistiche, la pro-pria cifra stilistica. Ugualmente variegato appare ilcast dei quarantaquattro attori che si alterneranno inscena: Daniele Amendola e Claudio Angelini, AnnaBonaiuto e Maddalena Crippa, ancora EleonoraDanco e Lorenzo Lavia, Andrea Rivera e Paolo Zuc-cari (davvero ardua l’impresa di citarli tutti), con lapartecipazione straordinaria di Leo Gullotta e MilenaVukotic e con la grande Franca Valeri, impegnata nelprologo.Il risultato è un racconto a più voci e trans-genera-zionale, che descrive la città nei suoi vari aspetti, frainvettive di rabbia e dichiarazioni d’amore, realizzatoda scrittori e persone di teatro che vivono da tempoin città. Il filo conduttore di tante diverse esperienzeè il desiderio di tracciare un ritratto di Roma attra-

verso ventiquattro tasselli corrispon-denti, come le tessere di un puzzle, alleventiquattro ore della giornata. Il mo-saico verrà rappresentato nell’arco diuna settimana attraverso la messa inscena dei testi con la regia di FabrizioArcuri. La colonna sonora della mara-tona teatrale è stata composta e saràeseguita dal vico dal gruppo romanoMokadelic. Il set virtuale di un progettovideo curato da Luca Brinchi, RobertaZanardo/Santasangre e Daniele Spanòfarà da cornice scenografica all’affrescodi Roma.Se questa “visione” avrà esito felice, saràripetuta nella prima parte di ciascunastagione del quadriennio della dire-zione di Antonio Calbi, e dunque avrà

quattro edizioni, sul palcoscenico del Teatro Argen-tina o in altri siti emblematici della Capitale, con ilcoinvolgimento di un'altra squadra di autori per ogniedizione, in modo da arrivare a un totale di 96 autoricoinvolti.

Ritratto di una CapitaleDal 18 al 22 novembre 2014

Teatro ArgentinaLargo di Torre Argentina 52, Roma

Orari: martedì 18 e giovedì 20 novembre, parte prima h18-24: mercoledì 19 e venerdì 21 novembre, parte se-

conda h 18-24 alle ore 24; sabato 22 novembre, maratonaparte prima e parte seconda h 15-03 (del 23 novembre)

Biglietti: parte prima e parte seconda da € 15 a € 20; ma-ratona da € 20 a € 30

Info: 06 684 00 03 11 / 14

26 AUTORI, 44 ATTORI IN SCENA. DAL 18 AL 22 NOVEMBRE AL TEATRO ARGENTINASCELTI PER VOI

Ritratto di una Capitale, 24 scene di una giornata a Roma

La “Mostra” di Simona MarchiniGIGI PROIETTI REGISTA AL SISTINA, DAL 19 AL 30 NOVEMBRE

PARCO DELLA MUSICAFlautissimo a teatroIl 26 e il 27 novembre e l’11 dicembresi volgerà, al Parco della Musica diRoma, Flautissimo a Teatro, tre giorni diproposte teatrali innovative con produ-zioni in prima assoluta, che vedrannoin scena Massimo Popolizio, ValerioAprea e Galatea Renzi, accompagnatida musiche originali eseguite dal vivo,protagonista delle quali è il flauto. I treappuntamenti teatrali sono inseriti inFlautissimo 2014, sedicesima edizonedel Festival Italiano del Flauto.Auditorium Parco della Musica Viale Pietro De Coubertin; biglietti da € 15 a € 18; orari: h 21;info: 06 4470329

STAGIONE DI SANTA CECILIALang Lang tra Mozart e Chopin

Appuntamento da non perdere, venerdì21 novembre alle 20,30 nella SalaSanta Cecilia dell’Auditorium Parcodella Musica. Infatti, per la stagionedell’Accademia di Santa Cecilia è in

programma il recital del pianista cineseLang Lang, tra i più apprezzati ed osan-

nati interpreti mondiali. In grado diriempire uno stadio meglio di quanto

farebbe una rock star, Lang Lang è riu-scito a coniugare l‘amore per la musicaclassica alla modernità, senza nulla to-gliere alle sue grandi doti tecniche e in-

terpretative che ne fanno uno deipianisti più apprezzati al mondo.

Viale Pietro De Coubertin; biglietti da€ 18 a € 42; info: 06 8082058

TEATRO BRANCACCIOLa bella addormentata nel boscoIl Balletto del Sud mette in scena alTeatro Brancaccio, il 22 novembre alle21 e il 23 novembre alle 17, “La bellaaddormentata nel bosco”. Il balletto,che si ispira alla fiaba di Perrault, èstato musicato da Caikovskij e per que-sta messa in scena si avvale delle co-reografie di Eddy Franzutti.Via Merulana 44; biglietti da € 20 a € 32; info: 06 80687231

TEATRO VITTORIAIn scena la vita di Falcone

Continuano fino al 23 novembre, alTeatro Vittoria, le repliche di “Per que-sto mi chiamo Giovanni”, liberamenteispirato al romanzo di Luigi Garlando

dedicato al magistrato ucciso dallamafia. Autore del testo teatrale è Gianni

Clementi; gli interpreti sono Stefano ePietro Messina.

Piazza Santa Maria Liberatrice 10;

IN PRIMA FILA

di Maria Pia Miscio

T orna a vibrare di note l’Oratorio del Gonfalone, gioiello dell’architettura del secondo Cinquecento che da decenniospita un bel programma di musica da camera. Per questa sessantaquattresima stagione sono 21 gli appuntamentiin programma, dopo il concerto inaugurale del 14 novembre scorso, affidato all’ensemble Concerto Romano diretto

da Alessandro Quarta. Tra i nomi di spicco di questa stagione sono da ricordare senz’altro quelli di Paolo Pandolfo (27 no-vembre), virtuoso della viola da gamba di fama internazionale alle prese con De Machy e Bach; o del tenore Luciano Ganciche, per il centenario della dichiarazione di guerra italiana all’Austria e all’Ungheria, il 22 gennaio 1915 si esibirà in recitaldi canzoni d’amore scritte tra il 1915 e il 1918. Appuntamento d’eccezione sarà quello del 19 marzo, con il recital di Bob vanAsperen, uno dei più grandi clavicembalisti viventi. Il 26 marzo poi Stefano Bagliano, virtuoso di flauto diritto, eseguirà conil Gonfalone Ensemble i più noti Concerti di Vivaldi.Largo spazio alla musica da camera del Novecento, in questa stagione del Gonfalone: sono da segnalare il concerto dell’11dicembre con il duo Luca Sanzò (viola e viola d’amore) e Maurizio Paciariello (pianoforte), e quello di Natale tenuto il 18 di-cembre dall’ensemble di fiati I Cameristi di Roma. Mentre il 14 maggio la voce di Laura Polimeno e la chitarra di StefanoCardi interpreteranno musiche di Britten, Satie, Weill, Gershwin, Lennon/McCartney, Modugno, Nardella e Balisteri.Il Seicento barocco, colto e popolare, è protagonista di molti appuntamenti, come quello del 29 gennaio con l’ensemble IBassifondi, o quello del 5 febbraio con il Romabarocca Ensemble, diretto da Lorenzo Tozzi. Il 26 febbraio sarà di scena inveceil settecentesco organo Tronci dell’Oratorio, in un concerto interamente dedicato a Bach: protagonisti di un insolito duettol’organista Concezio Panone e il contrabbassista Luca Cola. Il programma dettagliato è sul ww.oratoriogonfalone.com.

M.P.M.I concerti del Gonfalone

Dal 27 novembre 2014 al 21 maggio 2015, h 21 Oratorio del Gonfalone, Via del Gonfalone 32/A, Roma Biglietti dei singoli concerti da € 15 a € 20 - Info:

06.6875952/06.68805637 (lun-ven h 9,30-17)

Torna a vibrar di note l’Oratorio del GonfaloneSESSANTAQUATTRESIMA STAGIONE, 21 APPUNTAMENTI

Via Sistina 129, RomaOrari: da martedi a sabato h 21; do-

menica h 17; martedì 25 e mercoledì26 h 17

Biglietti da € 34 a € 44Info: 06 420 0711

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