Il Corriere della Città - Ottobre 2010

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libertà - informazione - cultura - politica - sport - cronaca orriere C ittà C orriere C della ittà C il Anno 2 Numero 10 OTTOBRE 2010 GRATUITO www.ilcorrieredellacitta.it TANGENTOPOLI: TERZA PUNTATA PAG.12 SPECIALE AMBIENTE POMEZIA-ARDEA PAG.14 LA ASL LASCIA I DISABILI A PIEDI PAG.24 BUON COMPLEANNO IL CORRIERE DELLA CITTA’ COMPIE UN ANNO E TIRA LE SOMME: AI LETTORI DIRE SE POSITIVE O NEGATIVE

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Anno 2 Numero 10 OTTOBRE 2010

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Politica Pomezia

Il Corriere della Città libertà - informazione - culturapolitica - sport - cronaca

libertà - informazione - cultura - politica - sport - cronaca

orriereC ittàCorriereCdella ittàC

il

Anno 2Numero 10OTTOBRE 2010

GRATUITO

www.ilcorrieredellacitta.it

TANGENTOPOLI:TERZAPUNTATAPAG.12

SPECIALEAMBIENTEPOMEZIA-ARDEAPAG.14

LA ASL LASCIAI DISABILIA PIEDIPAG.24

BUONCOMPLEANNOIL CORRIERE DELLA CITTA’ COMPIE UN ANNO E TIRA LE SOMME:AI LETTORI DIRE SE POSITIVE O NEGATIVE

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Editoriale

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Questo è un editoriale diverso dagli altri, dove ipersonaggi principali, nel bene e nel male, sonosempre stati i politici. Questa volta c’è un unico

protagonista, Il Corriere della Città, che con questonumero compie un anno. Un traguardo che, ad otto-bre 2009, non sapevamo se saremmo stati in gradodi raggiungere e in che modo. Ci siamo arrivati tra altie bassi, crisi e affanni, ma anche tante soddisfazionie, soprattutto con la stessa passione del primo giorno.Per quanto fatto io vorrei ringraziare tutti coloro chehanno collaborato per la riuscita di questo giornale, apartire da Paolo, molto più di un grafico, visto chesopporta le mie isterie da chiusura numero, per pas-sare a Claudia, Matteo, Luca e Mauro, che sono statisempre disponibili anche alle richieste più assurde.Senza voler essere melensa, ringrazio anche gli spon-sor, in special modo quelli che non si sono fattiinfluenzare dai “consigli disinteressati” di chi preferi-rebbe veder scomparire questo giornale, che forse dàfastidio a più di qualcuno. In questo anno i miei colla-

boratori ed io abbiamo cercato di raccontare la, anzile, città – Pomezia ed Ardea – in maniera obiettiva,senza farci influenzare né strumentalizzare, cercandodi approfondire gli argomenti e soprattutto senza farcispaventare da nessuno. A volte ci siamo riusciti, altreno, ma sempre ci siamo impegnati al massimo, pro-prio grazie alla passione di cui si parlava sopra, checi ha portato a fare anche la versione on line dellatestata, rendendola una sorta di quotidiano locale,con notizie che hanno quella freschezza che un perio-dico non potrà mai avere. Guardando indietro vedoquindi che la strada percorsa a fatica è sufficiente-mente lunga, rispetto a quanto immaginato un annofa. Ma la cosa bella è guardare avanti, dove la stradanon si vede, ma si sogna. Ed il sogno che tutta laredazione coltiva è quello di continuare ad uscire pun-tuali, crescere ancora, cercare di diventare un puntodi riferimento per i cittadini che vogliono informazione.E per questo, come un anno fa, vi chiedo: continuatea leggerci. Maria Corrao

E’ PASSATO UN ANNO DALL’USCITADEL PRIMO NUMERO DEL CORRIEREE SIAMO ANCORA QUI A “DARE FASTIDIO”

Il Corrieredella Città

Numero 10 Anno 2OTTOBRE 2010Distribuzione gratuita

Via Danimarca, 5700040 Pomezia

E-MAIL:[email protected]

EDITORE:La Città

DIRETTORE RESPONSABILE:Maria Corrao

E-MAIL:[email protected]@ilcorrieredellacitta.it

IN REDAZIONE:Alessia Ambra AchilleMauro ValentiniLuca MugnaioliMatteo AcitelliAlfredo CorraoLuigi SimonePietro ContiClaudia Sperduti

PROGETTO GRAFICO E IMPAGINAZIONE:Studio Grafico O.K.

CHIUSURA REDAZIONALE:29/09/2010

STAMPA:Arti Grafiche

Reg. Trib. di Velletri Settembre 2009N. Reg. 19/09 del 24 Settembre 2009

UN LUNGOANNO INSIEME

Copertina numero

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Politica Pomezia

Se a livello amministrativo e pratico a Pomezia inquesti mesi è stato fatto ben poco, tutt’altra fac-cenda è la parte politica. L’avvicinarsi delle ele-

zioni ha dato il via ai “lavori in corso” – palesi o sot-terranei, a seconda dei casi – che porteranno adaccordi, nomine ed accomodamenti. Al momento cisono poche certezze, ma anche quella più accredita-ta – la candidatura De Fusco bis – potrebbe nascon-dere eventuali sorprese, magari dettate da richiami piùpotenti verso altri lidi, forse in Provincia. E’ infatti cosanota come l’attuale Primo Cittadino sia stato più volteindicato come il sostituto di Maria Rita Stella a capodell’Assessorato alle Politiche della Scuola e come DeFusco ami la cultura e l’istruzione. Di ufficiale – la pre-sentazione sarà fatta il 5 ottobre - c’è la candidaturaa sindaco di Alba Rosa con Sinistra Ecologia e Libertà,che dopo la spaccatura avvenuta nel centrosinistra loscorso novembre è andata dritta per la sua strada,magari perdendo qualche pezzo – come Battistelli –ma acquisendone altri. Passando sull’altro fronte lecose si complicano: il PDL è frazionato peggio di una

tavoletta di cioccolato e forse neanche una lentafusione a bagnomaria potrebbe dare l’omogeneitànecessaria per poter aspirare ad una scontata vittoria.Gli esponenti di Forza Italia e Alleanza Nazionalehanno ormai dimostrato con i fatti (ma anche a paro-le) che la possibilità di stare insieme è definitivamen-te tramontata: il Coordinatore Rodolfo Serafini indiceriunioni senza invitare i forzisti, che si sentono preva-ricati da una figura “inesistente”, dal momento chesecondo per gli esponenti di F.I. il partito è stato com-missariato. Gli stessi esponenti – evidentemente nonsicuri del loro futuro – hanno fatto una passeggiatafino a Chianciano in occasione della convention indet-ta dall’UDC di Casini. Come logica vuole a questo con-gresso hanno partecipato il coordinatore locale,Gaetano Penna, e la capogruppo consiliare MariaRotonda Russo, ma anche Ruffini, Schiumarini eCruciani, che con la nascente Costituente di Centronon dovrebbero avere nulla in comune. O sì? Delresto, è nota l’estrazione democristiana di Ruffini,mentre gli altri due potrebbero essere andati a segui-

to. Ma nella cittadina toscana c’era anche VincenzoMauro, il vice coordinatore (nominato da Serafini trale polemiche di Forza Italia) del PDL pometino: anchelui lì per l’aria buona? Data per scontata la divisionetra i due gruppi, resta da capire quale potrebbe esse-re il sindaco per il PDL. A Gennaio Luigi Celori, nelcorso di un’intervista rilasciata al nostro giornale,aveva avanzato la sua candidatura, che potrebbeconcretizzarsi grazie all’appoggio dei vertici regionali:Celori, dopo tutto il lavoro fatto per il partito soprattut-to a livello regionale, non ha avuto l’occasione diricandidarsi per via della Pisana vista l’esclusionedella lista. Il “premio di consolazione” potrebbe esse-re proprio la nomina a candidato ufficiale. Ma andreb-be bene per tutti gli altri, dal momento che già qual-che mese fa i volontari papabili erano almeno 5? E,soprattutto, andrebbe bene agli elettori, visto il calo diconsensi registrati da Celori nell’ultima tornata? La cri-tica che gli viene mossa è quella di aver sempre pen-sato di più alla Regione che al Comune e questo i cit-tadini lo sanno. Lo voterebbero comunque, se fosselui il prescelto? Tra i forzisti Cruciani ha più volte affer-mato di “aver già dato”, autoescludendosi da qualsia-si gioco; non è certo la stessa cosa per Schiumarini,che invece gradirebbe molto un’eventuale nomina.L’UDC non sembra invece avere intenzione, almenoper il momento, di fare nomi, anche perché – comegià accaduto in passato – sente di poter essere l’ele-mento di forza che potrebbe condurre alla vittorial’uno o l’altro schieramento. Attende quindi le varieproposte, sperando che questa volta l’intuito non lotradisca.In mezzo a tutta questa confusione ci sono le varieliste, già formate o nascenti, come il movimento “5Stelle”, dei Grilli Pometini, che hanno invitato tutti i cit-tadini a proporre la loro candidatura. Unico condizio-ne posta è quella di essere “puliti”. Secondo FabioFucci, responsabile del movimento, il candidato nondeve aver riportato sentenze di condanna in sedepenale, anche non definitive, e non può candidarsi incaso di prescrizione una volta accertato il reato.Inoltre, non dovrà avere assolto in precedenza più diun mandato elettorale, a livello centrale o locale, aprescindere dalla circoscrizione nella quale presentala propria candidatura. Dei limiti che escluderebberotutti gli attuali amministratori e molti di quelli che aspi-rano a diventare tali. Il riferimento a tangentopoli èinfatti chiarissimo, anche se non è certo solo quella lavicenda giudiziaria che ha visto coinvolti i nostri poli-tici. Altra lista che avanza è quella guidata dall’ex sin-daco Pietro Angellotto, che sta facendo delle vere eproprie crociate contro il modo di agire di questaamministrazione, puntando il dito soprattutto sui con-corsi appena indetti e su quelli revocati, che lega allepresunte assunzioni clientelari più volte denunciatepubblicamente attraverso manifesti e riunioni. Ci sonopoi altri numerosi simboli, che da soli non riuscirebbe-ro a far eleggere neanche mezzo consigliere, ma chetutti insieme potrebbero proporsi a qualche partito piùgrande per portare altra acqua al mulino. Insomma, lafiera è iniziata, anche se in sordina. Poco alla voltatutti gli strumenti inizieranno a suonare: speriamo neesca fuori una bella musica e non la solita cacofonia.

Maria Corrao

VERSO LEELEZIONI...SE LA STRADA DELL’INFERNOÈ LASTRICATA DI BUONE INTENZIONI, COME SARÀ QUELLA PER LA POLTRONA?

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Un anno fa era il primo dei non eletti nelle liste deiDS e giurava di essere disgustato dalla politica.Poi le ben note vicende che hanno accompa-

gnato questa legislatura lo hanno portato nuovamen-te sugli scranni dell’aula consiliare, facendo il suoingresso - al posto del quasi omonimo Antonio Flore,divenuto Assessore all’urbanistica - in un momentoalquanto burrascoso, che lo ha portato quasi ad avereil record di amministratore con meno giorni (5!) digoverno - ricordiamo che poco dopo la sua nomina ilSindaco diede le dimissioni, poi ritirate - ma AntonioFloris, veterano della politica grazie alle sue quattrolegislature (con questa arriviamo alla quinta) haguardato alle beghe con un distacco esemplare. Delresto, nei suoi trascorsi tra i palazzi pometini, ne haviste di tutti i colori, e non sono certo gli show e lecrisi attuali che lo spaventano. Quello che lo preoccu-pa è piuttosto la “trasformazione” che il centrosinistraha subìto nel periodo in cui è mancato dall’ammini-strazione. Tant’è vero che, solo qualche mese prima diessere nominato consigliere, in un’intervista rilasciataproprio al nostro giornale aveva dichiarato di nonvoler più fare politica, ma solo il nonno e lo sportivo.Cosa le ha fatto cambiare idea? “Non ho cambiato

idea, resto sempre del pensiero che questo tipo di poli-tica non mi piace. Ma le circostanze createsi dopo lamorte del consigliere Gatti hanno portato il centrosini-stra ad un punto impensabile ad inizio legislatura, conun’assenza di numeri davvero preoccupante. Ho quin-di riflettuto e, con coscienza, da “vecchio compagno”,ho deciso di accettare il ruolo che mi era stato offer-to”.E con esso anche tutto quello che aveva disprezzatofino a qualche giorno prima?“Assolutamente no. Infatti, per dare il mio appoggio aquesta maggioranza traballante ho posto delle condi-zioni”.Quali?“Le scelte vanno fatte in maniera collegiale, con il sin-daco, gli assessori ed i consiglieri di maggioranza,con la massima lealtà reciproca. Quando si va in con-siglio bisogna essere compatti nei confronti dell’oppo-sizione, alla quale si deve mostrare coerenza e chia-rezza d’intenti. Se invece si continuerà ad avere atteg-giamenti equivocabili, sarò il primo a lasciare”.Giusto un anno fa lei rimproverava questo governo dinon aver fatto quanto dovuto nei tempi previsti. Vistoche da allora fino ad oggi non è che sia stato fatto

molto, oltre all’approvazione di alcuni piani integratied la sudatissima approvazione del bilancio, credeche adesso, nei pochi mesi che rimangono, si possafare qualcosa di concreto per la città? Se prima, paro-le sue, si sarebbe dovuto mettere il turbo, ora sidovrebbe prendere lo shuttle...“Credo invece che ci siano ancora le possibilità direcuperare, anche se dovremo fare le corse contro iltempo”. Quindi cosa farete? E qual è il suo ruolo?“Ottemperare al programma di fine legislatura firmatoda tutta la maggioranza, che sostanzialmente si sud-divide in tre grossi punti: il risanamento dello statofinanziario del Comune, riorganizzazione degli uffici el’assetto del territorio. Qui mi sento ancora più coinvol-to, visto che sono stato nominato presidente dellacommissione urbanistica”.Partiamo dal risanamento delle casse comunali.“Innanzi tutto è fondamentale votare le variazioni albilancio, in modo che i vari assessorati possano final-mente usufruire delle somme a loro destinate.Dobbiamo certo essere oculati, dandoci delle priorità.Purtroppo neanche quest'anno siamo riusciti a chiede-re mutui, visto che il Consuntivo 2009 non è ancorastato approvato, ma sembra che il Sindaco abbiastretto accordi con alcune banche per dei finanzia-menti – si parla di 8 milioni – agli stessi tassi dellaCassa Depositi e Prestiti”.Passiamo ora all’assetto del territorio e quindi al pianoregolatore...“Nei prossimi giorni il Consiglio Comunale discuterà diedilizia popolare e convenzionata, ovvero dei compar-ti E, F, ed I. Per i primi due non dovrebbero essercigrossi problemi: sto lavorando sulla convenzione daproporre al proprietario dei terreni. Puntiamo moltosulla realizzazione dei servizi, tra i quali sarà indispen-sabile una scuola materna ed una elementare.Appena l’accordo sarà firmato, si potrà partire conl’assegnazione dei terreni rimanenti alle cooperative.Per Santa Palomba c’è invece ancora qualche difficol-tà. Tornando ai servizi, per risolvere i problemi deibimbi delle materne in lista d’attesa, oltre all’asilo cheverrà costruito nel comparto E-F, ne sorgerà un altro alQuerceto, dove il costruttore Mezzaroma ha già garan-tito 6 aule, ma noi stiamo contrattando per averne dipiù. Altra cosa importantissima è che dal 12 Agostonella cassaforte del Comune è stata depositata la pro-posta di variante al piano regolatore, che è fermo al1974. E’ nostra intenzione arrivare presto all’approva-zione, per adeguare Pomezia alla crescita che ha fattoin questi 36 anni, focalizzando l’attenzione sui servizi.Nel piano sarà inclusa la costruzione di un centrosportivo che comprenda anche lo stadio, visto chequello attuale non è conforme alle esigenze dellasquadra, facendo diventare lo spazio che adessooccupa il centro di via Varrone un parco pubblico, iltutto con costi a carico dei privati e non dell’ammini-strazione, che deve trattare il più possibile con gliimprenditori. Ovviamente la variante comprende moltodi più, a partire da una migliore viabilità. Ma per i par-ticolari dobbiamo attendere l’apertura della busta coni piani”. Piani che, se approvati, daranno davvero unnuovo volto a Pomezia. Speriamo che sia un bel volto.

Alessia Ambra Achille

TRE PUNTIPER RIPARTIRERISANAMENTO FINANZIARIO, ORGANIZZAZIONE DEGLI UFFICI E PIANO REGOLATORE:COSÌ SI RILANCIA POMEZIA SECONDO FLORIS

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Politica Pomezia

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Siamo ormai arrivati ad autunno inoltrato ma nessu-na nuova, almeno ufficiale, arriva dal PDL. Dopo leminacce estive di espulsione dei dissidenti da parte

dei vertici provinciali e regionali del Popolo delle Libertà,non è scaturito nessun provvedimento a danno dei quat-tro consiglieri di Forza Italia che, in occasione dell’appro-vazione del bilancio, non hanno votato come indicato daRoma. Ma se, nel numero scorso, abbiamo sentito pro-prio un esponente di F.I., adesso proviamo a sentire laversione di chi viene da Alleanza Nazionale, AntonioManiscalco, al quale ripetiamo la classica domanda “mail PDL, a Pomezia, esiste?”. La risposta è diametralmen-te opposta a quella che ci era stata data da Ruffini.“Certo che sì. Ha numerosi componenti ed un validodirettivo. Ovviamente non può esistere a livello consilia-re, perché lo Statuto non consente la creazione di grup-pi diversi da quelli portati alle elezioni, ma fuori dall’aulail PDL è vivo e vegeto”. Ma sempre diviso, visto che,nonostante i tentativi, non c’è mai stata una vera unitàtra le due parti. “Ci abbiamo provato, nominando dappri-ma un portavoce, Massimiliano Cruciani, e poi un coor-dinatore, Rodolfo Serafini. Entrambi questi nomi sonostati scelti in accordo tra le parti, senza alcuna prevari-cazione, per cercare di formare un gruppo omogeneo,che potesse fare una vera opposizione e si ponessecome alternativa al governo di centrosinistra non soloadesso, ma anche e soprattutto in vista delle prossimeelezioni”. Ma nella realtà non è sembrato che ci fossetanta egemonia, anzi, le spaccature più profonde si sonoriscontrate proprio all’interno di Alleanza Nazionale.“Devo riconoscere che, nel bene e nel male, i componen-ti di F.I. sono sempre stati più compatti di noi, dove trop-po spesso c’era chi ragionava solo in un’ottica individua-lista. L’immagine data ai cittadini non è certo di compat-tezza”. Ma per quale motivo non siete mai riusciti ad

amalgamarvi? “Purtroppo a Pomezia ci sono troppi galli– mi ci metto anch’io – nel pollaio, ed insieme non pos-sono stare”. Per assurdo, la divisione creatasi a luglio hain un certo senso ricompattato voi di A.N., ma come maida Roma non è mai arrivata l’ufficializzazione di eventua-li provvedimenti nei confronti di chi non ha seguito leindicazioni che venivano dall’alto? “La motivazione nonla conosco, ma so per certo che nell’ultima riunione delPDL, che si è svolta a fine settembre, c’erano tutti trannegli esponenti di F.I. Sempre nel bene e nel male, pensoche servirebbe maggiore trasparenza anche da parte deivertici regionali e provinciali, che devono essere chiarinelle loro intenzioni”. Non è che erano assenti perchéavevano preferito andare alla manifestazione organizza-ta a Chianciano dall’UDC? In Toscana era presenteanche il vostro vice coordinatore: come si spiega questepresenze in campo nemico? “Non so perché qualcunoche non è dell’UDC sia andato a questo convegno.Immagino lo abbia fatto per amicizia nei confronti diqualcuno, visto che molti sono di estrazione democristia-na. Non voglio pensare che possa esserci qualcosa didiverso”. Eppure le ipotesi peggiori sono già state fatte.“Non da me, anche perché basta poco per strumentaliz-zare quello che dico: è sufficiente ricordare che qualchemese fa sono stato accusato di aver fatto accordi con lamaggioranza per diventare presidente del consiglio, esolo perché avevo fatto tardi – in maniera assolutamen-te involontaria – per l’appello. Purtroppo troppe volte sifa politica sui pettegolezzi invece che sui fatti, ma questoè un metodo che non mi appartiene”. Ma secondo lei alleprossime elezioni sarà il PDL l’alleato naturale dellanascente Costituente di Centro, soprattutto calcolandoche i voti provenienti da essa potrebbero essere l’ago diuna bilancia che al momento non si sa da quale partepossa pendere? “E’ vero che in politica tutto si basa sui

numeri, ma penso che, a prescindere da quali siano isimboli che compongono le liste, alla fine siano le perso-ne che determinano la vittoria o la sconfitta. Se non haila fiducia della gente puoi andare dove vuoi, ma non ser-virà a nulla. Lo dimostrano coloro che, sperando di sali-re sul carrozzone dei vincitori, nel 2006 facevano partedella lista UDC e, appena un quarto d’ora dopo i risulta-ti, ne sono usciti. Certo non si può pensare che credeva-no nei valori del partito... Quello che serve per avere lafiducia dell’elettore, secondo me, non è andare dove sof-fia il vento, ma presentare un programma valido ed offri-re serietà, correttezza ed affidabilità”. Ma alla fine sonoi numeri che danno la vittoria. “Questo se si passa inprima battuta, quando c’è il traino di tutti i componentidella lista. Ma se si arriva al ballottaggio il discorso èdiverso: l’elettore non è stupido e, se in fase di elezionedel consigliere può aver agevolato l’amico, quando sitrova davanti alla scelta tra due candidati a Sindacodecide sicuramente per il meno peggio, come è succes-so alle scorse elezioni”. Perciò il PDL per avere speranzedi governo più che guardare alle alleanze dovrebbe pen-sare al programma? “Oltre che un ottimo programma,deve presentare liste formate da persone valide ed uncandidato a sindaco serio”. Questo significa che almomento non avete nessuna di queste cose? “Non c’èancora il programma, sul quale stiamo lavorando”.Quindi avete già il candidato sindaco? “Abbiamo lacorsa a Roma, come al solito. Penso che anche questavolta il nome verrà dall’alto”. Perché? “Torniamo aldiscorso iniziale dei troppi galli, che non riescono a met-tersi d’accordo...Alla fine dovrà essere il fattore a decide-re”. Alla luce dei trascorsi politici, è logico pensare cheuno dei più papabili alla candidatura a Primo Cittadinopossa essere Celori: visto che quest’anno, per causealtrui, non ha potuto giocare la carta delle Regionali, ilringraziamento da parte dei vertici per il lavoro svoltofinora potrebbe essere questo? “Bisognerebbe chiederloa loro, non so cosa abbiano in mente al momento”. Mal’eventuale “gratifica” andrebbe ad annullare le possibilialtre carte da giocare, tra le quali c’è anche la sua. Giàda tempo, infatti, circolano una serie di nomi di possibilisindaci, tra i quali anche quello di Maniscalco. Nonsarebbe meglio decidere in loco invece che adeguarsialle scelte romane? “Ancora non si sa se e quali possa-no essere queste scelte”. Basandosi solo sulla credibilitàacquisita in questa ultima legislatura e non sui program-mi o sul candidato a sindaco, se si votasse domani chivincerebbe? “E’ una bella lotta, se la giocano alla pari”.In positivo o in negativo? “Noi non abbiamo certo brilla-to, come opposizione. La forza della maggioranza èstata proporzionale alla nostra incapacità di mandarli acasa. Dall’altra parte c’è invece un’amministrazione falli-mentare, che forse è stata la peggiore degli ultimi decen-ni, o comunque quella che più di ogni altra ha tenuto lon-tano la gente dalla politica e dalla vita amministrativadella città. Soprattutto il Sindaco non è mai stato vicinoai cittadini se non in occasione delle feste. Non mi risul-ta, infatti, che abbia mai dedicato tempo al ricevimentodel pubblico, anzi adesso, spostando l’aula consiliarepresso l’università, dà un chiaro segnale di allontana-mento dalla gente. Sentite le lamentele dei cittadini, teo-ricamente dovremmo essere avvantaggiati noi, maentrambi gli schieramenti, per un motivo o per un altro,non hanno combinato granché di buono”. Quindi insenso negativo... “Purtroppo sì”. E chi vincerà? “Chi riu-scirà ad offrire la proposta più seria ed affidabile rispet-to ai nomi dei consiglieri e del candidato a sindaco, chedeve essere una persona che abbia già dimostrato disaper stare vicino alla gente. E questo non significa dareposti di lavoro solo a chi fa la voce grossa o agli amici,ma andare incontro alle esigenze di tutti, senza faredistinzioni”. Chi - per i due schieramenti - ha questecaratteristiche, secondo lei? “Tutti quelli che hanno pas-sato il loro tempo a disposizione dei cittadini”. E chisiano lo sanno sicuramente meglio a Pomezia invece chea Roma...

SE CANTANOTROPPI GALLI...

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Politica Ardea

Siamo un Paese che non si fa mancare veramen-te nulla e Ardea, ovviamente, non fa eccezione;anzi, in certi momenti precede le “prelibatezze”

nazionali divenendo una fucina, un laboratorio politi-co, sebbene dal pensiero minimale e dal profilo sem-pre più personalistico e mai disgiunto dall’affarismopiù becero, smaccato e misero. Nel numero scorso ci siamo occupati di quello cheabbiamo definito “L’Inciucio in salsa rutula”, per porrein rilievo le ambiguità, i voltafaccia, le deprecabilimanovre sotterranee della politica locale. In molti si sono offesi, lamentati, hanno vilmente invei-to contro l’articolista per interposte persone. Non lohanno fatto i veri protagonisti, ovvero il riconfermatoassessore Bosu o i suoi supporter, ma quelli che sisono sentiti inchiodati alle loro responsabilità. Che sisono sentiti chiamati in causa non dalle dicerie, madai fatti: sono quegli stessi esponenti che, da annimilitanti nel centrosinistra, allo scorso ballottaggiodecisero di far perdere la coalizione Giordani accor-dandosi sottobanco con Eufemi. Poi pretesero per lungo tempo di presentarsi comemembri della minoranza, addirittura dichiarandosiappartenenti al nascente Partito Democratico. Lafarsa fu smascherata da contingenze politiche locali:influenti personaggi della maggioranza di Eufemi pre-

tesero di ritornare a occupare la presidenza del consi-glio, con conseguente assegnazione ai reprobi di unassessorato di prestigio. Ma al peggio, come dice il vecchio adagio, non c’èmai fine, cosicché alle nefandezze nazionali (l’interaestate passata a leggere e subire le carinerie dei gior-nali Berlusconiani sulle presunte “capacità” immobilia-ri dei Fini) si sono aggiunte le stranezze locali. Oggisappiamo che a livello nazionale nella coalizione gui-data dal PDL c’è un altro partito che, probabilmente,non farà sconti sulle questioni della legalità. Mentre alivello locale anche Ardea ha giocato le sue carte: del-l’inciucio abbiamo detto, ma ci sono altre stranezze,incomprensibili alchimie, comportamenti che vannodoverosamente riportati alla luce, per informare chivuole conoscere i fatti ed eventualmente prendere ledistanze da alcuni cittadini incoerenti o falsamentebuontemponi.A cosa ci riferiamo? Al comportamento abnorme,incredibile, di alcuni personaggi dichiaratamente enotoriamente di destra, che in ogni occasione si sonopresentati al pubblico rutulo a braccetto con Eufemi,condividendone il programma, le iniziative di “sgover-no” del territorio e che improvvisamente hanno comin-ciato ad agitarsi adottando iniziative e comunicatinella direzione contraria. Hanno inteso sottolineare la

negatività dell’azione di Eufemi, le incongruenze e lesue inadempienze. Tra i principali protagonisti spiccano gli esponenti api-cali di alcuni comitati di quartiere.Cosa sarà mai successo? Costoro si comportano allastregua di personaggi provenienti da orbite di extrater-resti, atterrati da poco ad Ardea e che si prodigano indenunce e proteste. Purtroppo non è così, questisignori hanno rastrellato voti, hanno fatto proseliti,hanno brigato per far eleggere Eufemi e oggi preten-dono di fare il controcanto con accentuazioni notevo-li. Diceva il politico di lungo corso Andreotti: “… a pen-sare male si fa peccato ma spesso s’indovina!”. Bene,non vorremmo pensare male e neanche peccare, manon sarà, per caso, che Eufemi non abbia mantenutoqualche impegno che nulla ha a che vedere con gliinteressi generali dei cittadini e ora i “nostri eroi” trag-gono improbabili conseguenze?Noi crediamo che gli elettori di Ardea non siano deglisprovveduti e quindi sapranno bene come regolarsi inavvenire.Certo non è la prima volta che la destra “mangia” ladestra, si auto dilania tra i suoi componenti.Basterebbe rammentare che gli ultimi tre sindaci dellostesso schieramento, prima dell’attuale governo, sonoandati a casa con molto anticipo rispetto della sca-denza naturale e proprio per mano di noti esponentidella maggioranza, che votarono con la minoranzaper mandarli a casa, salvo poi rimettersi di nuovo tuttiamorevolmente assieme per il “bene di Ardea”. Non è un mistero che in questo mandato, in cuiEufemi beneficia di una maggioranza “bulgara”(18/19 consiglieri su 20), non regni “buon sangue”tra i soliti componenti, basterebbe rammentare che iquattro consigli comunali andati deserti prima dellevacanze estive, l’azzeramento della giunta ed il suc-cessivo rimpasto, con la grande novità del clamoro-so siluramento del vice sindaco Morini, probabilmenteil candidato a Primo Cittadino più accreditato per suc-cedere a Eufemi. Insomma, anche Ardea di certo non si fa mancarenulla. In ogni caso, per ricevere “apprezzamenti” diret-ti e non per interposta persona ecco il mezzo più faci-le: [email protected] Michele Lotierzo

DALLE “PRELIBATEZZE” NAZIONALI A QUELLE DI ARDEA

LA DESTRACONTROLA DESTRA

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E’ arrivata ad Ardea, unica donna in una Giunta diuomini, in un momento delicato dal punto di vistasia politico che amministrativo. Maria Pia Pagano,

avvocato, è stata nominata assessore in occasione delrimpasto fatto da Eufemi dopo le dimissioni dell’interaGiunta, necessarie per riequilibrare le intese politicheall’interno del Consiglio Comunale. Ma se in quelsenso le acque si sono immediatamente tranquillizza-te, non si può dire lo stesso della parte amministrativa.A lei è infatti stato assegnato un Assessorato moltovasto: Patrimonio, Casa, Lavoro, Formazione profes-sionale, ricettività portuale, rapporti intercomunali ebeni monumentali.Il suo è un assessorato che comprende materie che,almeno a prima vista, sembrano essere alquanto ete-rogenee. Cosa c’entra il patrimonio con il lavoro o laricettività portuale?Credo che proprio l’istituzione del mio Assessoratodeve leggersi quale espressione della volontà dell’am-ministrazione di investire sul Patrimonio Ardeatinoattraverso congiunte azioni di intervento, recupero,tutela e valorizzazione di tre principali forme di risorse:territoriali, quali l’area archeologica, con particolareinteresse per i “beni monumentali”, l’area litorale, conspecifico riferimento allo sviluppo delle attività produt-tive marittime ed il rilancio del territorio sotto il profiloturistico, in particolare mediante la realizzazione diuna serie di “ricettività portuali” lungo il litoraleArdeatino; l’area rurale, quale potenziamento raziona-le delle attività produttive; risorse umane, quali le real-tà lavorative e produttive presenti nel territorio e quin-di del “lavoro” e la realizzazione di nuove competenzemediante la “formazione tecnico-professionale”; risor-se economiche, quali la rivalutazione delle attualicapacità economiche dell’Amministrazione, anche nel-

l’ottica di nuove opportunità per la soluzione della pro-blematica della “casa”; la realizzazione di concreteopportunità economiche ed occupazionali mediantel’attuazione di iniziative pubbliche e private dirette allosviluppo delle risorse territoriali e umane nel sensoappena esposto. La gestione del “Patrimonio” di unComune come Ardea intesa sotto tali molteplici aspet-ti non può, peraltro, prescindere da un’azione integra-ta con quella delle Amministrazioni limitrofe e quindida “rapporti intercomunali”. Così inquadrato, è eviden-te che il mio assessorato presuppone una costante edefficiente cooperazione tra i responsabili dei vari setto-ri ed aree di competenza, ottimale per il funzionamen-to della macchina amministrativa”.Senza neanche avere il tempo di insediarsi, lei si èritrovata immediatamente con numerose questioniscoppiate quest’estate, prima fra tutte quella relativaai confini tra Ardea e Pomezia, ha tenuto banco con lastoria del “terreno conteso” sulla Pontina Vecchia. “A questo proposito, su richiesta del sindaco, dei con-siglieri e mia, il Dirigente dell’area urbanistica, Arch.Antonio Rocca, ha trasmesso a tutti gli interessati larelazione esplicativa che avevamo richiesto in merito,con la quale si afferma l’appartenenza delle predetteporzioni di terreno al Comune di Pomezia e, conse-guentemente, la legittimità della deliberazione delConsiglio Comunale di Ardea del 25.7.2008 e di tutti isuccessivi atti integrativi. Alla luce delle risultanzedella Relazione tecnica ho richiesto ai Dirigenti dellespecifiche aree di competenza di provvedere ad unacompiuta verifica dell’esatta estensione del territoriodel Comune di Ardea e consistenza del suo patrimonio,per verificare eventuali ulteriori difformità, oltreché pro-grammare una serie di incontri sul tema in questionetra gli assessori e dirigenti, per tracciare linee guida

comuni, necessarie anche ai fini del completamentodell’opera di acquisizione, consolidamento e salva-guardia del patrimonio ardeatino”.Le accuse rivolte in questi giorni riguardano anche lavendita all’asta del negozio e del magazzino di Tor SanLorenzo, destinati alla Farmacia Comunale ed inveceiscritti nel patrimonio della società costruttrice.“Per questa vicenda siamo ancora in fase di acquisi-zione di tutta la documentazione per completare ecomprendere gli aspetti sostanziali e processuali diquesta proprietà. E’ un lavoro, che contemplandoaspetti tecnici e legali, richiede del tempo al fine di rag-giungere un risultato certo e definitivo. Lo stesso meto-do deve essere adottato per tutte quelle che sono leproprietà derivanti da pregresse convenzioni sottoscrit-te dal Comune di Ardea con società o privati al fine diverificare l’eventuale mancata trascrizione di atti, lareale consistenza del nostro patrimonio e le azioni cheè possibile intraprendere a tutela dello stesso”.Una vicenda quasi risolta è invece quella dei lavorato-ri del salumificio “Cecconi”, dove ben 35 dei 50 lavo-ratori hanno rischiato il licenziamento. “Congiuntamente il Sindaco, il Capo del Gabinetto edio, , ovviamente da quando ho ricevuto il mandato, cisiamo impegnati affinché quella che è una ricchezzadel territorio non scompaia: si tratta di una ditta chesorge nel nostro Comune, che dà lavoro a nostri con-cittadini. Il 22 settembre, alla Regione Lazio, grazieall’intervento straordinario del Prefetto e del dirigente econsulente dell’Assessorato alle politiche del lavorodella Regione, si è raggiunta un’intesa di massima,consolidata il giorno dopo presso la sede dellaFederlazio. Tutte le parti coinvolte nella crisi hannoinfatti firmato un accordo a seguito del quale la ditta“Cecconi” ha acconsentito al ritiro della procedura dimobilità avviata ad inizio settembre, al posto dellaquale subentra la cassa integrazione. La Regione Lazioha messo a disposizione, per un affiancamento del-l’azienda, proprie strutture di consulenza in questafase di difficoltà, per cercare di individuare possibiliacquirenti, che dovranno garantire il mantenimento deiposti di lavoro per i dipendenti. E’ indubbiamente unimportante risultato e monito per altre controversie nel-l’ambito dei rapporti tra dipendenti ed aziende del ter-ritorio”.Parliamo ora di alloggi popolari: Ardea soffre di unacarenza ormai cronica. Come pensa di risolvere que-sto problema?“A tale proposito al prossimo Consiglio Comunale saràpresentato, per la sua approvazione, il regolamentocomunale avente ad oggetto la disciplina per l’aliena-zione dei beni di proprietà del Comune, atto indispen-sabile perché si offra la possibilità ai soggetti cheattualmente occupano gli immobili di proprietà diComuni di acquistarli a condizione, ovviamente, chegli stessi risultano in regola con i pagamenti dei cano-ni di locazione e che abbiano ancora i requisiti peracquisire il diritto. L’intento è quello di garantire solo acoloro che hanno diritto alla proprietà o al possessodegli immobili ed al contempo investire i proventi nellarealizzazione di nuovi alloggi per le famiglie che versa-no in condizioni disagiate. Inoltre credo che la soluzio-ne dell’emergenza abitativa possa essere risolta ancheattraverso la procedura di urbanistica contrattata, con-siderato che nella seduta del 3 agosto 2010 ilConsiglio Comunale ha già preso atto delle numeroseofferte pervenute all’Amministrazione a seguito degliavvisi per il reperimento di aree da destinare ad operee servizi pubblici. L’avvocato – forse per deformazione professionale –non fornisce maggiori particolari.“E’ mia abitudine prima ottenere il risultato e poi par-larne, non il contrario”Che anche ad Ardea finalmente abbiamo imparato chel’azione vale molto più dellae chiacchiere?

Alessia Ambra Achille

L’AVVOCATODEL PATRIMONIOL’ASSESSORE MARIA PIA PAGANO STUDIAIL RILANCIO ECONOMICO DI ARDEA

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Un rimpasto salutare, che porterà il governoEufemi alla scadenza naturale del mandatosenza problemi né ulteriori crisi. E’ così che il

Primo Cittadino di Ardea giudica i cambiamenti avve-nuti nella Giunta durante l’estate, frutto di nuovi equi-libri all’interno dell’assise consiliare. Tra un’uscita cla-morosa – quella di Renzo Morini – e due new entry –l’assessore al Lavoro ed al Patrimonio Maria PiaPagano e l’assessore alla scuola Paolo Dei Santi –sembra che sia tornata l’armonia necessaria per unastabilità amministrativa a lungo termine. “E’ indubbioche dal punto di vista numerico, così come da quellopolitico, la maggioranza è ampia e salda. Questo cipermette di portare a termine non solo il mandato, maanche il programma grazie al quale siamo stati eletti”.Ma è sicuro che da qui a breve non ci saranno nuovirimpasti o ripensamenti? “La squadra che mi accom-pagnerà è quella che ho a disposizione in questomomento. Non ho intenzione di cambiare nessuno, néadesso né in futuro. Le chiacchiere, con relativi comu-nicati, che sono state fatte su questo argomento sonosolo strumentalizzazioni da parte di qualcuno, che hatrovato cassa di risonanza in qualche giornalista chesi diverte ad inventare le notizie, senza neanche cer-care un riscontro nella realtà”.Dove la porterà questa strada?“Spero nella direzione giusta, che è partita con laricerca della legalità nel senso più ampio del termine”.Questo ci collega alla riqualificazione del lungomare e

all’abbattimento delle costruzioni abusive. Qual è la situazione attuale?“Abbiamo notificato tutte le ordinanze di demolizione– circa 80 – ai proprietari, i quali possono ovviamen-te ricorrere al TAR. Il Tribunale ha scadenziato lerichieste, e, ogni volta che l’istanza viene rigettata, noiprocediamo con l’abbattimento”.Quali potrebbero essere i tempi?“Spero che il tutto possa essere risolto entro l’anno emezzo che ancora mi rimane a capo di questoComune. Dalla nostra abbiamo l’appoggio politicodella Regione, con l’Assessore all’UrbanisticaCiocchetti che si è schierato apertamente a favore del-l’opera che stiamo compiendo”.Non sarebbe stato più utile un appoggio economico?“E’ infatti stata fatta una richiesta di finanziamentoproprio per alleggerire l’onere che sta sopportando ilComune. Anche tenendo conto che quanto fatto è conrivalsa sul privato, che dovrà rimborsare le spesesostenute per gli abbattimenti, la realtà è che i soldivengono anticipati dalle casse comunali ed un aiutoda parte degli Enti superiori è sicuramente gradito”Ma quanto viene a costare ogni demolizione?“Dipende dal fabbricato: ad incidere non è solo la suagrandezza, ma anche il materiale con cui è statocostruito. In molti vecchi manufatti sono stati utilizza-ti materiali nocivi ed in quel caso occorre effettuareanche una bonifica del sito, con conseguente aumen-to dei costi, che si aggirano comunque tra i 15 ed 30

mila euro ad unità”.Riuscirete a riprenderli o peseranno sulla collettività?“Noi stiamo operando a norma di legge, con le esecu-zioni forzose, gli atti ingiuntivi ed gli eventuali seque-stri cautelari per recuperare quanto speso che, ripeto,è a carico di chi ha commesso le irregolarità”.A proposito di recupero di denaro, proprio nei giorniscorsi si è finalmente conclusa, a favore del Comune,la vicenda SPE: come commenta quest’ultima senten-za?“Più che commentare questa sentenza, dico che lavicenda non doveva proprio iniziare, visto che è nataa causa di una colpevole decisione da parte di un giu-dice del Tribunale di Velletri, che inopinatamente haritenuto di emanare un provvedimento esecutivosenza neanche sentire la parte in causa, ossia ilComune, consentendo alla ditta di prendere quasi 11milioni di euro che non le spettavano. I fatti hannodimostrato che ho avuto ragione ad oppormi con tuttele forze a questo provvedimento illegittimo. Ben 4 sen-tenze – emesse sia dal Tribunale di Velletri che daquello di Roma, oltre al lodo arbitrale – hanno ricono-sciuto la validità delle argomentazioni dell’amministra-zione; l’ultima ha confermato quanto già sapevamocondannando la SPE al risarcimento dell’intera cifra,più le spese legali sostenute. Il problema è che, nelfrattempo, per colpa di un Giudice che ha sbagliato, isoldi hanno preso il volo. Per questo mi chiedo cosaverrà fatto contro questa persona. Quando sbaglia laPubblica Amministrazione si procede per verificare leresponsabilità. In questo caso, quali provvedimentiverranno presi? Io ho inoltrato una denuncia nellaquale ho ribadito alla Procura della Repubblica quan-to realmente successo, citando tutti gli attori dellavicenda. Adesso aspetto che venga fatta chiarezza”.Recuperare un importo così elevato non sarà certosemplice...“Sicuramente no. Ci sono buone speranze di riavere intempi relativamente brevi i 2 milioni e mezzo che laSPE aveva versato alla GERIT come tasse sull’importo:se era illegittimo l’atto, anche le operazioni conse-guenti lo erano. Speriamo quindi che lo Stato ci rico-nosca quindi il rimborso. Per quanto riguarda la parterestante abbiamo già fatto partire tutte le azioni direcupero forzoso, che prevedono anche il pignora-mento degli eventuali beni della società”.In questi giorni si è parlato della scadenza dei contrat-ti a tempo determinato degli agenti di PoliziaMunicipale presti per la stagione estiva. Il timore è cheil personale non sia più sufficiente per un Comune cre-sciuto a dismisura negli ultimi anni. Come pensa dirisolvere questo problema?“Stiamo cercando il modo per mantenere il posto aquegli agenti, che per l’amministrazione non rappre-sentano alcun costo, visto che la loro è una spesa“autofinanziata” dall’attività che svolgono e non inci-de né sul patto di stabilità né nel computo delle speseper il personale”.Personale che, sempre valutando il numero attualedegli abitanti, scarseggia alquanto...“Quello è un problema vero: noi possiamo contaresolo su 150 dipendenti, mentre Comuni grandi comeil nostro ne hanno almeno il doppio. Ma la crescitademografica del territorio non viene presa in conside-razione dalle normative, che si basano sulla spesa

IL SINDACO DI ARDEA DICE LA SUA SUI PROBLEMIDELLA CITTÀ, DALLA POLITICA ALL’AMBIENTE

A TUTTOEUFEMI

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storica. Ad Ardea è sempre stata bassa e, per colpadella legge, tale resterà, penalizzandoci non poco. Noicon pochi dipendenti stiamo facendo miracoli, maquello che mi stupisce di più è che Comuni a noi vici-ni, pur stando in grave deficit finanziario indicano con-corsi per così tante persone, rischiando le sanzioniche il Ministero guidato da Tremonti sicuramente emet-terà”.Quindi Ardea non ha intenzione di bandire dei concor-si per avere più personale?“Assolutamente no. A parte quelli previsti dalla pro-grammazione occupazionale – pochissimi posti qua elà – e già andati a concorso un anno fa. Questo arimarcare quella che sta diventando una peculiaritàdella nostra amministrazione: l’economicità e la pru-

denza nella spesa. Non voglio lasciare a chi mi succe-derà un Comune pieno di debiti e di conseguenzaingovernabile. Certo, magari saranno state fatte menoopere di quelle che avremmo voluto, ma almenolasceremo un Comune sano”.Viste le polemiche di questi giorni, lo lascerete sanoanche a livello ambientale?“Come dice lei, sono polemiche, attacchi strumentalifatti ad arte da qualcuno che vuole semplicementescreditare il lavoro dell’Assessore preposto. Come nelcaso del cimitero. Si sta quasi sollevando una rivoltapopolare sul nulla. Certo, nel cimitero ci sono dellearee con l’erba alta ed i calcinacci. Mi sembra più chenormale, visto che si tratta dell’area cantierata. Maesistono cantieri senza calcinacci in giro? Per la sicu-rezza l’area è transennata, come è ovvio che sia.Ricordo inoltre che questi sono i lavori che furonosequestrati a causa di problemi di mancate autorizza-zioni da parte del Genio Civile. Le altre parti sono inve-ce pulite e con l’erba tagliata, al contrario di quelloche vogliono far credere. Chi manda in giro questenotizie in modo parziale e pilotato lo fa sicuramentecon scopi nascosti, che non sono certo quelli dellatutela del cittadino”.Quindi si tratta di attacchi politici?“Evidentemente a qualcuno non piace l’Assessoreall’Ambiente, ma questo è un problema che non ciriguarda. Noi pensiamo a lavorare e a farlo bene”.E a proposito di lavori, quali sono quelli più importan-ti in programma per questa fine legislatura?“Calcolando che abbiamo circa 50 cantieri aperti,Ardea vedrà sicuramente cambiare in meglio il proprioaspetto. Le opere a cui tengo di più sono quelle riguar-dano il museo e l’aula consiliare. Il primo perché con-sentirà l’esposizione dei nostri tesori archeologici, chedopo tanto tempo potranno “tornare a casa”. Almuseo vorremmo inoltre affiancare visite guidate aisiti di Castrum Inui e Casarinaccio. La seconda perchéè impensabile che un Comune come il nostro nonabbia ancora un luogo dove non solo riunirsi per lesedute di Consiglio, ma anche per altri eventi”.L’apertura del museo potrebbe essere occasione pertentare di rilanciare il turismo, ma come attrattiva,

forse è ancora poca cosa. Non sarebbe meglio unirele forze con i Comuni limitrofi, trovando i punti di forzadi ognuno, e cercare di offrire un prodotto completo alturista, dando motivi validi per passare le vacanzealtrove invece che qui?“L’ex Assessore Domenico Ferone iniziò un progettocon i Comuni di Anzio, Nettuno e Pomezia, chiamato“La costa dei Miti”, che mirava appunto ad un’azionesinergica di rivalutazione sia del mare che dell’entro-terra. Per poter procedere, i quattro consigli comunaliavrebbero dovuto approvare lo statuto di questo con-sorzio, ma a farlo siamo stati solo noi. Stiamo ancoraaspettando gli altri tre”. Forse agli altri le cose vanno troppo bene anche così?

Maria Corrao

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Siamo arrivati alla terza ed ultima parte dell’inchiesta sullatangentopoli pometina. Il filone di cui ci occupiamo è quel-lo relativo alla G.F.M., ovvero alla società appaltatrice delservizio di raccolta e trasporto dei rifiuti solidi urbani, non-ché della pulizia delle strade comunali. Un settore redditi-zio ed ambito, intorno al quale hanno sempre girato fior diquattrini. Tant’è vero che, pur di accaparrarsi il lavoro,c’era chi era disposto a dare forti somme di denaro, tro-vando sempre qualcuno disposto a prendersele. Ma entria-mo nel dettaglio della vicenda. Il capo d’imputazionesostiene che Romeo Caronti, titolare della società PontinaEcologica, e Angelo Deodati, titolare della società ImpresePulizie Industriali, entrambe inserite nel Consorzio G.F.M. ,promettevano e versavano periodicamente ed in più ripre-se a diversi amministratori e consiglieri comunali ingentisomme di denaro dopo che al Consorzio G.F.M. era statoassegnato, senza gara pubblica, un appalto di 60 mesi,nonostante il parere negativo del responsabile dell’ufficiotecnico. Quest’ultimo, infatti, contestava gli importi decisiper l’appalto, quasi 9 miliardi di lire, ai quali non era stataapplicata l’usuale procedura del ribasso. Importi troppoalti soprattutto in considerazione che non erano state svol-te le necessarie verifiche sulle capacità gestionali, organiz-zative e d’impresa del Consorzio stesso, prescelto – secon-do l’accusa – solo grazie all’accordo corruttivo esistente,attraverso due specifiche delibere consiliari, la 160 del11/12/2000 (indirizzi programmatici ed amministrativi perl’appalto dei servizi di N.U. Periodo 2001-2005) e la 171del 22/12/2000 (modifiche ed integrazioni della deliberadi indirizzo programmatico sullo svolgimento del serviziodi N.U. Periodo 2001-2005).In questa inchiesta entrano inizialmente numerosi consi-glieri ed assessori, oltre al sindaco. Di questi, ClaudioCaponetti, Gianfranco Carletti, Caterina Iacuaniello, ItaloNobili, Luigi Lupo, Gaetano Penna e Pietro Toce vengonoprosciolti in udienza preliminare, Luca Santini Muratoriviene giudicato separatamente con rito abbreviato (dalquale esce assolto) e Paolo Valentini con patteggiamento.

L’accusa sostiene che vari consiglieri, “in concorso traloro e con Aureli nella qualità di Sindaco, nonché conCervoni nella qualità di Assessore al Bilancio con funzionidi Vice Sindaco, accettavano la promessa e percepivanoda Caronti e Deodati, con cadenza periodica, somme didenaro per aver affidato al Consorzio G.F.M. per mesi 60(poi ridotti a 24)” il servizio di raccolta degli RSU. Prima dell’affidamento alla G.F.M., il servizio era affidatoalla SLIA, che aveva un contratto fino a Giugno 2000, pro-rogato fino a dicembre dello stesso anno. Vittorio Ferrara,divenuto Dirigente della sezione Tutela Ambiente a Marzodel 2000, sin dal suo insediamento iniziò a sollecitarechiare indicazioni sulle modalità di affidamento alla dittache avrebbe preso il posto della Slia, ormai in scadenza dicontratto, dal momento che per predisporre una gara pub-blica occorrono almeno 5 mesi. Addirittura il dirigente, inaccordo con il dott. Gadola, all’epoca Segretario Generaledel Comune, aveva ipotizzato la costituzione di una socie-tà mista pubblico-privata tra l’amministrazione e la dittache si sarebbe aggiudicata la gara, in modo da consentireun notevole risparmio per le casse comunali per i 5 anni diappalto previsti dal decreto legislativo che regolava i termi-ni di assegnazione. Ma, durante il Consiglio Comunaledell’11 Dicembre del 2000, l’orientamento emerso era con-trario all’espletamento di una gara pubblica. Il pretestoufficiale era la stabilizzazione dei 16 lavoratori socialmen-te utili che erano in carico al Comune. Pretesto che nonprendeva affatto in considerazione né i 71 lavoratori pro-venienti dall’appalto Slia né che la percentuale di L.S.U.che per legge potevano essere stabilizzati, ossia il 40% deilavoratori complessivamente addetti al servizio, non veni-va assolutamente rispettata, essendo di gran lunga inferio-re. Ma, nel momento in cui il Dirigente ed il Segretario fece-ro presenti queste opposizioni, sostenendo che non sareb-be stato apposto il visto di legittimità, i due furono invitatiad uscire (“non ci servite più”), per essere liberi di asse-gnare, con l’adozione della delibera n. 160, il servizio alconsorzio G.F.M., che già si occupava dei servizio di

manutenzione delle aree verdi e degli immobili comunali.Ferrara fu comunque chiamato a dare esecuzione alla deli-bera, ma per farlo, come da prassi, prima richiese alConsorzio una serie di documenti per accertare la capaci-tà tecnico-economica dell’impresa e, sulla base del princi-pio dell’economicità dell’azione amministrativa, proposeun ribasso del 15%, pari a quello che il Comune avrebbeottenuto se avesse espletato una gara pubblica. Il ribassoera stato proposto anche perché non solo il Consorzio nonaveva sostenuto alcun onere per la partecipazione ad unagara pubblica (non c’era stata!), ma anche perché il pre-cedente appalto era costato “solo” 5 miliardi per 4 anni.Inoltre, la stabilizzazione degli L.S.U. avrebbe consentitoalla G.F.M. uno sgravio contributivo di 18 milioni per ognilavoratore stabilizzato, che moltiplicato per 16 faceva altri288 milioni risparmiati per la G.F.M., che, di tutto contro,non solo non comunicò nulla sull’accettazione o meno delprezzo proposto, ma non inviò neanche la documentazio-ne richiesta, se non l’iscrizione alla Camera di Commercioe la garanzia della solvibilità fornita dalla banca. Quasi atacitare le perplessità del dirigente, fu indetta una riunione,alla quale Ferrara fu invitato, alla presenza di esponenti siadell’amministrazione che del Consorzio, ai quali Ferrarachiese un’analisi dei costi chiara e documentata. Nelledeposizioni fatte, Ferrara racconta come quell’analisi nonlo convinse della congruità del prezzo pattuito senza ribas-so, facendogli ancora una volta esprimere parere negativoe demandando la decisione finale al Consiglio Comunale,che invece non si fece troppi problemi ed approvò, nelcorso di una seduta straordinaria tenutasi il 22 Dicembre(in pratica a Natale!) la delibera 171, che confermavacome prezzo stabilito quello richiesto dal Consorzio, senzaalcun ribasso. Il servizio ebbe quindi inizio, con un corri-spettivo pagato in rate mensili posticipate e con un affida-mento in deroga alle norme sull’evidenza pubblica, nono-stante non ci fossero i presupposti per una tale deroga,che può essere applicata solo se il servizio non è statodato precedentemente in appalto. Peccato che il servizio diraccolta degli RSU provenisse proprio dalla scadenza dicontratto – in appalto – di un’altra società. Se si calcolaanche il fatto che, invece delle previste assunzioni deiLavoratori Socialmente Utili, erano stati regolarizzatiLavoratori di Pubblica Utilità (LSU), senza peraltro rispet-tare alcuna proporzione di legge, ai Giudici “appare per-tanto evidente che l’affidamento al G.F.M. in deroga allenorme di evidenza pubblica costituisca lo strumento illegit-timamente utilizzato dal Consiglio Comunale per favorire ilConsorzio a seguito di accordi corruttivi con gli imprendi-tori interessati”, visto che ognuno dei rilievi fatti “a tacerd’altro, costituisce autonomo motivo di contrasto tra ledelibere consiliari e le norme di legge richiamate”.Tutto ciò anche considerando che non ci sono mai statecontrattazioni sul prezzo fissato dalla Società, che eracomunque sicura di ricevere l’incarico. Ricordiamo che trala cifra richiesta dal Consorzio e quella ribassata propostada Ferrara c’erano 1 miliardo e 200 milioni di differenza,che il Comune avrebbe tranquillamente potuto risparmiare,

TANGENTOPOLIPOMETINAVICENDA GFM: LA TERZA PUNTATA DELLA NOSTRA INCHIESTA

CI PORTA A "SCAVARE TRA I RIFIUTI"

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soprattutto se si calcola quanto veniva pagato al preceden-te ed al successivo gestore del servizio. A questo proposi-to è stato ascoltato come testimone anche l’ex SindacoZappalà, che nel corso del suo mandato, dal 2002 al2005, quindi in epoca successiva, aveva affidato il servi-zio ad un soggetto scelto con gara pubblica, e quindi conla corretta applicazione delle regole sulla concorrenza, adun costo notevolmente inferiore di quello concordato per laG.F.M.Ma chi era a tenere in mano le redini del gioco? Nel ballet-to delle responsabilità i due imprenditori scaricano la colpauno sull’altro. Angelo Deodati, sotto interrogatorio, assicu-ra che era stato Caronti a tenere “i rapporti con i politici”,comunicandogli che, in relazione all’affidamento di quelservizio, “bisognava dare qualcosa dopo i mandati dipagamento”, ed ovviamente nega di essere stato lui a ver-sare denaro a qualcuno, visto che mai nessuno glieneaveva chiesto. Dall’altra parte, Romeo Caronti, sempresotto interrogatorio, rigetta ogni accusa: neanche a lui èmai stato chiesto del denaro, che naturalmente non è maistato da lui pagato. Dandosi praticamente la classica“zappa sui piedi”, afferma anche che il prezzo proposto dalDirigente Ferrara era troppo basso perché l’impresa dove-va sostenere il costo dei macchinari necessari per l’esple-tamento del servizio: come mai affidare un servizio ad unasocietà che non aveva neppure gli strumenti necessari, nétantomeno l’esperienza, per espletarlo? Questa dichiarazio-ne implica oltretutto che non c’era stata la preventiva veri-fica “delle capacità organizzative, gestionali ed economi-che” del soggetto al quale il servizio era stato affidato...Le affermazioni riguardanti le presunte tangenti – mai esi-stite secondo gli accusati – vengono smentite anche dalleintercettazioni telefoniche, dove i due imputati si raccoman-dano affinché i pagamenti da parte dell’amministrazioneavvengano puntuali, altrimenti “non si può pagà”, riferen-dosi chiaramente al “pagamento del prezzo della corruzio-ne o della tranche stabilita, a seguito della riscossione dellesomme contenute nei mandati, la cui emissione dovevaquindi essere sollecitata”. Anche dalla parte degli ammini-stratori le deposizioni sono scarseggiate: tra l’avvalersidella facoltà di non rispondere e la negazione di aver maipercepito alcunché o di aver fatto parte di accordi corrutti-vi, i Giudici hanno avuto il loro bel daffare per ricostruire lavicenda, che ha iniziato ad avere i contorni più delineaticon le prime “confessioni”. Ad iniziare Enio Di Giulio, cheha ammesso che sia il suo capogruppo politico cheVincenzo Mauro gli dissero che, se avesse sostenuto ladelibera per l’affidamento al Consorzio G.F.M., ci sarebbestato un ritorno economico, che gli sarebbe dovuto esserericonosciuto durante l’incontro avuto con Mauro il 28 feb-braio 2001, anche se poi, dichiara Di Giulio, nessuno gli hamai dato del denaro. Mauro ribatte sostenendo cheD’Alessandri, capogruppo dei D.S., davanti alla Chiesa diPomezia gli propose l’affidamento diretto alla G.F.M. dicen-dogli “Tu, per te, potresti far lavorare Romeo e io, per me,potrei far lavorare Deodati”, aggiungendo che aveva parla-to dell’affidamento con i Sindacati, che erano d’accordo.“Tutti hanno votato la delibera – sostiene Mauro durantel’interrogatorio del 2 Luglio 2001 – e tutti erano d’accordo,perché a tutti è stato detto che ci sarebbe stato poi un rien-tro”. Il suo racconto continua spiegando che lui avrebbegarantito il voto favorevole della maggioranza, visto checon Caronti aveva stabilito una tangente di 150 milioni dilire, ricevendone però solo 110, mentre D’Alessandri avreb-be garantito il voto dell’opposizione, avendo pattuito conDeodati una tangente di pari importo. Mauro raccontaanche di aver ricevuto il denaro nell’ufficio di Caronti daquest’ultimo. D’Alessandri ammette di sapere che ci sareb-be stato un “contributo” per tutti i gruppi e che tutti furonoconcordi nel non tener conto della proposta di ribasso for-mulata dal Dirigente Ferrara. Il denaro della corruzione,secondo quanto affermato anche da D’Alessandri, proveni-

va da Caronti e Deodati. A D’Alessandri era stata versatauna somma delle quale una parte era direttamente per lui,mentre quella restante doveva essere consegnata agli altriconsiglieri non solo del suo gruppo, ma anche di altri, vistoche “...dai discorsi fatti la cosa coinvolgeva tutti noi”. Lecifre concordate, sempre secondo D’Alessandri, erano di20 milioni a testa per i capigruppo e la metà per i “sempli-ci” consiglieri, “... perché il Capogruppo vale di più”. Allaspartizione sembra facessero parte anche gli assessori alBilancio, Cervoni, e all’Ambiente, Savastano Giannelli. Lacosa particolare di questo filone d’inchiesta è la dichiara-zione fatta da un testimone, Vecchiarelli, il quale ha riferitodi aver incontrato D’Alessandri nel giugno 2001 (quindiall’epoca degli arresti) e che questi, alla presenza di altrepersone, aveva affermato che “era stato consigliato dicoinvolgere più persone, anziché solo quelle che eranostate già coinvolte”, e cioè che “gli avevano suggerito dicoinvolgere tutte le persone che facevano parte dell’ammi-nistrazione proprio perché un conto era un discorso limita-to a quattro, cinque persone, un conto le trenta personedell’amministrazione”. Anche un altro testimone, Torreti,conferma quanto detto da Vecchiarelli, aggiungendo cheD’Alessandri aveva ammesso l’addebito per l’evidenzadelle prove a suo carico anche per essere rimesso in liber-tà, aggiungendo che “...poi in un processo con tante per-sone” ed aveva fatto il gesto come per dire “poi è tutta dagiocare”. Alla faccia della correttezza nei confronti di colle-ghi ed amici: mors tua vita mea? Ma D’Alessandri, ascol-tato dai giudici, ha negato l’incontro e, di conseguenza,tutto quanto contenuto in esso, sostenuto anche dal fattoche, in ogni caso, i consiglieri coinvolti non erano mai statisolo 4 o 5, ma almeno 12, lui compreso, che non tutti icomponenti del Consiglio erano stati coinvolti e che luistesso aveva discolpato Ruffini dopo averlo “erroneamenteaccusato nel precedente interrogatorio”, dove aveva riferi-to di avergli consegnato dei soldi. Soldi che invece Valentiafferma di aver preso da Mauro: 5 milioni al momento divotare la delibera, 10 milioni tra febbraio e marzo del 2001e poi un accordo per 50 milioni di tangente ogni tre mesi.Ma anche chi, per l’incarico ricoperto, non aveva potutovotare la delibera, è riuscito a rimediare qualcosa. E’ ilcaso di Cervoni, Assessore al Bilancio, che diede il suocontributo alla causa con un parere di fattibilità sulla stabi-lizzazione dei LSU. Per questo ricevette da Mauro prima 5milioni, poi altri “3 o 5” (non ricorda bene) frutto di “rega-li” di qualche imprenditore. “Simpatiche” le affermazioni del sindaco Aureli, il qualeafferma che lui era contrario all’affidamento al G.F.M., poi-ché avrebbe preferito una società mista con partner priva-to da scegliere con gara pubblica; ammette di aver ricevu-to, nel febbraio del 2001, 10 milioni da Mauro, il quale glidisse che la somma era un “sostegno per la campagnaelettorale da parte di G.F.M.”, ma nega di essere stato aconoscenza dell’accordo corruttivo. Ancora più “assurda”la motivazione fornita da Chiarello per la sua votazione:prima dice di non aver preso parte alle votazioni, poi diessere inesperto e di aver votato la seconda delibera rite-nendo di votare solo per l’eseguibilità della stessa.Siccome il suo gruppo era contrario all’affidamento allaG.F.M., nella data della seconda delibera lui si era allonta-nato, ma poi, ripassando con l’auto sotto il palazzo comu-nale, aveva visto le luci accese e aveva deciso di andare afare gli auguri agli altri consiglieri per le Festività natalizie.Avendo sentito che c’era una votazione, aveva chiesto dicosa si trattasse ed aveva dato il suo contributo ritenendodi votare per l’eseguibilità della delibera. “E’ sufficiente alriguardo – si legge nella sentenza – osservare che taliaffermazioni non hanno senso alcuno, perché se si è con-trari al contenuto di una delibera, a maggior ragione non sivota a favore dell’immediata eseguibilità della stessa”.Molto “istruttive” sono le intercettazioni telefoniche edambientali, dove Deodati veniva indicato come “nano” o

“bassotto”, riferendosi alla sua statura. Il giorno di SanValentino del 2001 Mauro e Manzi si tranquillizzano avicenda, confermando che alla fine di Febbraio sarebberoarrivati “questi qua” e “entro Marzo arriveranno gli altridue... due e due fanno...non gliela fanno quattro adesso.Hanno messo questi qua, accontentiamo i consigliericomunali, la rimanenza la prendiamo noi, tutti quantinostri, capito?”. Sempre lo stesso giorno Mauro parlaanche con Aureli, al quale racconta che il “bassotto” hadetto “vediamo da questo punto di vista quanto riusciamoa guadagnare... eh, ma fatevi questi conti... è da mo’ chesto aspettando a te..”, spiegando che si deve incontrarecon Romeo (nome di battesimo di Caronti) per sapere“quanto è per noi, questa è una cosa che va in portobene...”. Per capire meglio il tutto, va specificato che que-sta conversazione è stata registrata il giorno dopo al primomandato di pagamento per il G.F.M. e, come specifica lasentenza “ha per oggetto la dazione di una somma illeci-ta”. Ma ancora più illuminante è la conversazione avvenu-ta il 22 febbraio tra Mauro e Cervoni, quando Mauro dice“sono tre mandati... ci dà, per esempio, dieci milioni...dico: Deodà, dico io, ti ringrazio, non è che sto qui a pren-dere tre milioni a mandato, con tutte... c’è gente che daottobre, settembre che... non ti offendere, dico non mette-re in difficoltà, perché non è il caso”. Caronti gli risponde“Amici come prima”, ma Mauro vuole precisare. “Tieniglipresente, per esempio, con trenta … (là contano i soldi).Quanto piglia Deodà?...Cinque?” e Caronti precisa“Quattrocentoquaranta a mandato, abbiamo pagato unmiliardo e due”. La conversazione continua su questo tonoancora per un po’ ed è supportata, come le altre intercet-tazioni, dal servizio di o.c.p., che ha consentito di vederetutti i movimenti, le “consegne” e gli scambi avvenuti inqueste ed in altre occasioni, come quella del 28 febbraio,in cui Aureli parla proprio di “mazzette”, o come quella del6 Marzo, dove Vincenzo Mauro si autoproclama “troppoonesto” (ma di aver sbagliato ad esserlo) quando per erro-re il “nano” gli ha dato dei soldi in più e lui li ha restituitiperché gli ha “fatto pena”. Le cifre si susseguono a ritmovorticoso in tutte le conversazioni tra gli imputati, facendoconti e confronti (io ho preso, a lui hanno dato, hai datopiù a lui che a me) soprattutto in quella che si è svolta il25 marzo, tra Mauro e Aureli, che tirano in ballo pesante-mente Celori e Chiarello, al quale, secondo i due, sono statidati troppi soldi rispetto a Calori, che era capogruppo. “Seè vero che terzi parlano della spartizione delle somme cor-ruttive da parte di Celori – si legge nella sentenza – è altre-sì vero però che la conversazione è del tutto spontanea(Mauro scoprirà la microspia solo il 31 Marzo); che uninterlocutore racconta all’altro circostanze e discorsi nonnuovi e noti ad entrambi e che tale conversazione non èisolata poiché delle lamentele del Celori per le somme rice-vute si parla anche nella conversazione precedente”.Insomma, si lamentavano pure si essere pagati poco. Perironizzare, se lo avessimo saputo prima avremmo consi-gliato loro di rivolgersi ai sindacati per una bella vertenza!Di come è finita la vicenda ne abbiamo parlato negli scor-si numeri. Per tutti i capi di imputazione e per tutti e tre ifiloni di inchiesta (G.F.M., Aser e Arcalgas) tutti, tranneCiccolini - riconosciuto innocente perché estraneo ai fatti -sono stati prosciolti per decorrenza dei termini, nonostantenon fossero emersi “elementi per assolvere nel merito gliimputati, ma emergendo anzi elementi di prova per affer-mare la penale responsabilità”. Tutto risolto, quindi, tuttodimenticato. Resta solo il dubbio che di vicende come que-sta possano essercene state altre, mai venute alla luce,che “giustificherebbero” il tenore di vita di persone che, daquando si sono date alla politica, hanno innalzato incredi-bilmente i loro standard. Le torte sono appetibili, si sa, equando si è golosi la tentazione di assaggiarne almeno unpezzo è irresistibile…

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Ambiente Ardea

Ardea ed il suo “stato di salute ambientale”. Qualè il tallone d’Achille e quali, se ci sono, i vantidella città rutula? L’argomento è quanto mai

attuale, viste le numerose polemiche che in questigiorni hanno riempito le pagine dei giornali, dove i“botta e risposta” tra le varie parti potrebbero ancheaver soddisfatto qualcuno a livello politico, ma certonon hanno fatto capire veramente ai cittadini comestanno veramente le cose al di là di quello che potreb-be sembrare. Per saperne di più la nostra prima tappasono stati ovviamente gli uffici dell’Ambiente, dovel’Assessore Nicola Petricca si è detto subito soddisfat-to in materia di manutenzione del manto stradale e, adispetto delle critiche iniziate nei mesi scorsi, anchedella manutenzione del verde pubblico. Alcuni cittadini hanno notato con piacere che, in alcu-ne strade, le buche sono state già ricoperte, mentrenegli anni passati ciò avveniva con molto ritardo, conil risultato che, con l’arrivo della brutta stagione, sicreava il caos. Cosa vi ha fatto decidere per questoanticipo?“Abbiamo stabilito di iniziare a coprire le buche primadell’arrivo delle piogge, prima cioè che le buche diven-

tino più grandi. Va tenuto conto che stiamo interven-do con i soli operai dell’autoparco comunale. Tuttoquello che stiamo facendo, dalla manutenzione dellebuche alla cura del verde, ad esempio, lo stiamofacendo con soli sei operai. Riguardo la manutenzio-ne delle strade, comunque, coprire le buche nonbasterà. Ci sono alcune reti viarie che hanno bisognodi interventi più seri. Tenuto conto che l’assessorato ailavori pubblici sta lavorando bene, auspico che i duesettori possano lavorare insieme, in maniera sinergi-ca”. Quali sono le opere importanti in atto o in programma-zione?“Di opere importanti che sono già partite o che stan-no partendo ce ne sono molte. Ad esempio posso cita-re la terminazione dell’allaccio in fogna su via Iserniae via Frosinone. Sono partiti poi gli stessi lavori nellazona della Castagnola e della Castagnetta. È in fasedi definizione il progetto per la riunificazione di via deiTassi, ovvero l’area del poliambulatorio e dell’eliporto.Siamo in attesa che le relative ditte firmino i contrattiper l’appalto per la raccolta delle acque in via Nuoro,con relativa asfaltatura, e per la riqualificazione della

viabilità sulla Laurentina, davanti alla scuola Virgilio”. Questi sono i vanti. Quali sono invece le note dolenti?Lo stato di salute dei parchi, ad esempio, è stato alcentro di dure critiche...“I parchi del Patio e di via Reno rientrano in un unicoappalto. Abbiamo scelto di partire da quello del Patiosemplicemente perché credevamo di poter vedere ter-minati i lavori entro il periodo estivo. Il parco di viaReno è stato comunque chiuso per lavori, questo nonsolo perché si tratta di un unico appalto, ma ancheperché non era sicuro per chi voleva fruirne. I lavori sisono fermati il 31 luglio, quindi l’interruzione ha riguar-dato solo il mese di agosto, anche e soprattutto acausa del caldo”.Ad agosto anche la politica ed i suoi attori vanno inferie?“Questo è vero in parte. Il campo polivalente e quellodi bocce richiedevano la stesura di una resina che conil caldo estivo non potevamo stendere. Non compren-do, quindi, tutte le polemiche che sono nate nei gior-ni scorsi”. Le accuse riguardavano soprattutto l’incuria del verdepubblico e dello stato delle strutture del parco.“I parchi saranno rimessi a nuovo e non solo: sul pro-getto è prevista la realizzazione di un chiosco per cia-scun parco. Intorno a questa opera sto preparando unprogetto da presentare in Commissione e poi inConsiglio, al fine di delegare la cura del parco ad unprivato. Mi spiego: con un bando di questo tipo, l’am-ministrazione potrebbe affidare la gestione e la manu-tenzione dei parchi pubblici, liberando i suoi operai edestinandoli ad altri interventi, mentre il privato potràsfruttare la gestione del chiosco”.Parlando di ambiente non si può non citare la raccol-ta differenziata. Quali sono i primi dati?“Prima dell’estate, secondo fonti ufficiali, la raccoltadifferenziata si era attesta attorno al 42% - 43%. Undato che ha subito un forte calo, però, con l’iniziodella stagione estiva. Sul lungomare non viene effet-tuata la raccolta differenziata e con l’aumento dellapopolazione nei mesi caldi l’incidenza della differen-ziata è stata appena del 22% - 23%.

DOPO LE TANTE POLEMICHE ASCOLTIAMOIL PARERE DI ASSESSORE E CITTADINI

PARCHI, CIMITEROE PULIZIA:SI PUO’ FARE?

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Ora contiamo di far risalire queste percentuali. Il mioobiettivo è di arrivare al 50% entro 2012. Questo cipermetterà di avere gli sconti sul conferimento indiscarica”. E i cittadini quando vedranno una riduzione sulla tassaper i rifiuti? “Al momento non è possibile, dobbiamo prima rag-giungere la percentuale che consenta all’amministra-zione di avere gli sconti in discarica. Questo, però, nonvuol dire che i cittadini più virtuosi non debbano esse-re gratificati. Stiamo valutando diverse strade e speria-mo entro il prossimo anno di poter fare qualcosa inmerito. Intanto, a breve partirà la campagna di sensi-bilizzazione nelle scuole e sul territorio. Purtroppo, non

tutti i cittadini hanno compreso l’importanza di divide-re i rifiuti in frazioni. Alcune zone sono più sotto con-trollo, come la Rocca, ma in altre il lavoro non è faci-le, ed anche la Municipale, che deve effettuare i con-trolli, ha le sue difficoltà”.Alcuni cittadini hanno lamentato l’assenza delle cam-pane per la raccolta della carta. Cosa ci può dire?“È vero. Siamo stati costretti a togliere alcune campa-ne, perché all’interno trovavamo tutt’altro, ovvero,immondizia di ogni genere. Questo per noi vuol dire unaumento dei costi, che vanifica gli sforzi della differen-ziata. Stesso problema con le discariche abusive. Serisparmiamo dei soldi grazie alla raccolta in frazioni epoi dobbiamo pagare la bonifica delle discariche abu-

sive, non ha senso. Ecco perché torniamo a sensibiliz-zare i cittadini”.Perché non raccogliere tutte le frazioni porta a porta,eliminando così i cassonetti?“L’orientamento è questo. Meno contenitori ci sono ingiro e meno immondizia c’è sul territorio. Raccoglierele cinque frazioni porta a porta non comporterà grossiproblemi, l’abbiamo già valutato. Inoltre, in questomodo, i nostri operatori potranno raccogliere solo ilmateriale effettivamente differenziato, costringendo ipiù restii a cambiare atteggiamento”.

Claudia Sperduti

Ma, specifiche pervenute dall’Assessore a parte,cosa pensano i cittadini sullo stato di salutedella loro città? Quali sono secondo loro i pro-

blemi più urgenti? Abbiamo sentito alcuni pareri. Palasubito di raccolta differenziata Sabrina, casalinga resi-dente alla Rocca, che afferma “Non si può dire che lacittà sia molto pulita, ma almeno nella nostra zonanon c’è immondizia in giro, anche se in altre parti lasituazione è un po’ diversa”. “Era ora che l‘amministra-zione scegliesse la raccolta differenziata - afferma poiuna studentessa rutula - però dovrebbero raccoglieretutti i tipi di rifiuti porta a porta e togliere i cassonetti.Tanto attorno alle campane gli incivili continuano alasciarci l‘immondizia. Perché nessuno li controlla?”.Cambiamo zona e cambiano i problemi. “Se le buchevenissero coperte il Comune ci farebbe un piacere - cri-tica Simone, giovane residente nel quartiere Nuova

Florida - siamo stanchi di spendere soldi dal meccani-co per ammortizzatori, ruote bucate, ecc…”. “Sullamia via qualche buca è già stata ricoperta - affermainvece un’anziana residente in via Strampelli - speria-mo che non sia stato solo un episodio perché da noil’inverno si formano delle vere e proprie voragini”.Sempre a via Strampelli sorge un altro problema, spes-so alla ribalta nella cronaca cittadina, lo stato del-l’area cimiteriale. “L’assessore dovrebbe ricordarsianche dei suoi morti - spiega infatti una coppia, in visi-ta ai propri cari - Da ogni parte ci sono transenne,arnesi lasciati in giro e non si può dire che il verde siamolto curato. Alcune tombe emanano cattivo odore,questa è una cosa molto seria, che andrebbe risoltaquanto prima”. “Sarebbe bello poter avere a disposi-zione dei parchi puliti dove poter far giocare i nostribambini – dichiara Valeria, mamma di due bimbi – ma

qui a Tor San Lorenzo questo sembra essere un mirag-gio. L’unico posto pulito e sicuro che i piccoli hannoper stare all’aria aperta è il giardino di casa! A noi noninteressano tanto i motivi per cui i lavori non sono statiancora fatti, quello che vediamo è che, appunto, nonsono stati fatti, mentre le promesse erano ben altre.Spero solo che adesso si sbrighino, prima che i bimbidi oggi diventino adulti”. Insomma, i problemi – che iresidenti segnalano perché li vivono ogni giorno – cisono, anche se per determinate cose non così gravicome sarebbe potuto sembrare prima che ascoltassi-mo entrambi le parti in causa, amministrazioni e citta-dini. Quello che è chiaro è che serve una maggiore col-laborazione tra le due parti: sicuramente ne giovereb-bero tutti.

L’argomento più spinoso è quello riguardante ilcimitero di via Strampelli, che abbiamo volutotrattare a parte con l’assessore Nicola Petricca,

ritenuto da molti l’unico responsabile dello stato didegrado e della mancata pulizia. Accuse di inadem-pienza e latitanza da parte della classe politica esoprattutto dell’assessore del settore, sono infatti arri-vate nei giorni scorsi, oltre che da alcuni cittadini, dadue esponenti locali de “La Destra”, Walter Giustini eWilliam Spina, a cui si sono poi aggiunti i rappresen-tanti dell’IDV, Alberto Delli Colli e Waltere Roviglioni.Critiche anche in seno alla maggioranza: il consigliereRiccardo Iotti ha promesso di segnalare pubblicamen-te lo stato di abbandono del luogo sacro in consiglio.Solidali con il consigliere il capogruppo MassimilianoGiordani e Fabrizio Acquarelli. Dopo tante polemichec’è da chiedersi, quindi, in quale situazione versaattualmente l’area cimiteriale di via Strampelli. Noiabbiamo effettuato un sopralluogo a fine settembre,prima di parlare con l’assessore. Entrando nel cimiterobalzano subito agli occhi diverse aree transennate,operai a lavoro, e un po’ di incuria. Una situazione,forse non così apocalittica come descritta nei giorniscorsi, ma che certamente pone diversi interrogativi sucome e quanto l’amministrazione ha cura dei suoidefunti. Cosa può dirci?“Lo stato attuale del cimitero, purtroppo, è quello di uncantiere ancora aperto, a causa del sequestro dei

loculi, che il Comune stava realizzando, e per i lavoridi impermeabilizzazione in atto, fermatisi nel periodoestivo per il troppo caldo. Sui loculi la Regione, nonpiù tardi di circa due mesi fa, aveva dato il via liberaal dissequestro, ma il PM che si occupa del caso anco-ra non ha preso una decisione”. Quando la situazione potrà tornare alla normalità? “Riguardo al sequestro, abbiamo presentato al geniocivile tutti i calcoli che non erano stati presentati sulcemento armato. Adesso non ci resta che aspettareuna risposta. Forse, se il sequestro non avesse interes-sato tutta l’area, ma solo la zona dove si trovano iloculi, i cittadini avrebbero subito meno disagi; pur-troppo così non è stato”. Alcune tombe che prima erano all’interno dell’areasequestrata, ora sono raggiungibili.“Sì, ma questo piccola passo avanti non risolve il pro-blema. Se l’area fosse stata ristretta fin dall’inizio,infatti, forse tutto questo problema non ci sarebbestato”.Tornando all’impermeabilizzazione dei loculi, abbiamovisto gli operai a lavoro: quando finiranno?“Non so dare delle scadenze. Si tratta di un’opera cherichiede tempi lunghi, in quanto bisogna lavorare sututti i loculi”.Nell’attesa, cosa sta facendo l’amministrazione, inparticolare il suo assessorato, per migliorare l’areacimiteriale di via Strampelli?

“Sono riuscito a trovare delle risorse economiche, cheperò sono sufficienti soltanto per avviare alcuni lavoridi rifacimento di tutta l’area antistante il cimitero. Stopoi facendo preparare un progetto preliminare da por-tare in giunta per realizzare nuovi parcheggi e miglio-rare la viabilità. Saranno interessati anche i chioschidei fiorai. I fondi per il rifacimento dei viali interni, inve-ce, speriamo di reperirli con la variazione di bilancio”. Come risponde ai cittadini che si preoccupano e silamentano per la mancanza di loculi?“La poca cura con cui è stato realizzato il progetto deiloculi sequestrati ha creato seri problemi. Non avendomolte risorse, contavamo di vendere i nuovi ottantaloculi. Con il ricavato avremmo potuto costruire unaltro lotto. Sarebbe stato un nuovo cantiere aperto, èvero, ma Ardea demograficamente cresce di mille -millecinquecento unità l’anno, bisogna non tenerlo pre-sente”. State valutando l’ampliamento anche del vec-chio cimitero? “In realtà, vista la crescita demografica, vogliamo par-tire con un project per la realizzazione di un nuovocimitero. Dobbiamo attuare ancora tutte le verifiche,ma l’area cui stiamo pensando è quella adiacente aquello vecchio. In merito a quest’ultimo, devo dire cheabbiamo presentato un progetto per il rifacimento del-l’area interna, ma l’ambientale ha messo alcuni veti equindi dobbiamo rivedere il piano”.

Claudia Sperduti

I CITTADINI

IL CIMITERO

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Ambiente Pomezia

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Come nella vicina Ardea, il settore Ambiente è inquesto periodo nel mirino di cittadini ed associa-zioni, che qui puntano il dito sul degrado e sulla

mancata conservazione del territorio, in particolarmodo della costa, che a Torvaianica ha subìto ingentidanni a causa delle frequenti mareggiate estive che sisono succedute a quelle che, nello scorso inverno,avevano già ridotto di molto il tratto di arenile.L’erosione delle coste pometine è un fenomeno ormaiallarmante: ci sono punti in cui le onde lambiscono lestrutture in cemento degli stabilimenti balneari ed arri-vano a pochi metri dalle abitazioni. Decine di metri disabbia sono letteralmente sparite, ingoiate dalle ondeviolente che si abbattono sulla costa priva di protezio-ne, creando degli scalini che arrivano anche a tremetri, rendendo pericolosa la fruibilità della spiaggia,con la conseguenza che l’amministrazione ha più voltedovuto chiudere dei tratti, vietandone l’accesso aibagnanti. E se c’è chi chiede lo stato di calamità natu-rale, come il Consigliere Comunale OmeroSchiumarini, c’è chi accusa la scelleratezza umana:anni ed anni di disastri che ora presentano il conto.“Non era mai capitato che si rendesse necessario tran-sennare interi tratti di spiaggia in estate – ha dichiara-to Schiumarini – Di solito questi fenomeni erano unacaratteristica invernale, ma adesso la situazione è pre-cipitata: non si può più ricorrere a provvedimenti tam-pone, che non risolvono certo il problema”. Problemale cui cause vanno ricercate nella natura stessa, che èstata violata troppe volte: la costruzione dei porti diAnzio, Nettuno e Ostia, il prelevamento della sabbia diTorvaianica con destinazione Anzio negli anni scorsi,l’edificazione abusiva sul demanio e quella non abusi-va ma sicuramente criminale sugli altri tratti costa

hanno creato un danno che sarà difficile da riparare.E che sicuramente non potrà esserlo in tempi brevi. Perpoter trovare delle soluzioni definitive, infatti, servireb-be un accurato studio delle correnti, per poter valuta-re con esattezza dove e che tipo di protezioni mettere.Ma uno studio così necessita di almeno un anno, perpoter valutare i cambiamenti nel corso delle stagioni.E nel frattempo? Cosa si potrebbe fare per evitare ditrovare l’acqua sulla strada? “L’unico intervento imme-diato è quello della protezione con i massi, così comeè stato fatto questo inverno all’altezza di del km 11della litoranea, dove sorge lo stabilimento “La barca”.Altri tipi di soluzioni richiedono sicuramente tempi piùlunghi”, dichiara l’Assessore all’Ambiente e DemanioDaniele Martinelli. La difesa delle coste non è di stret-ta competenza del Comune, ma dipende dallaRegione, che attraverso l’ARDIS - Agenzia Regionaleper la Difesa del Suolo – effettua gli interventi coordi-nati con la Capitaneria di Porto, a cui si aggiungespesso l’aiuto della Protezione Civile e delle ammini-strazioni comunali. Ma per i cittadini è più facile inter-facciarsi con il Comune. “E’ nostra intenzione – hadichiarato Martinelli, al quale si è subito associatal’Assessore alle Attività Produttive Elisabetta Massone- trovare la soluzione anche a questi problemi. Nelcaso specifico, ciascuno per le sue competenze, l’am-ministrazione comunale si è già attivata ed ha provve-duto a stimolare nuovamente tutti gli organi più tecni-camente competenti al fine di trovare una soluzioneche non si limiti solamente agli stati di emergenze chedi volta in volta si sono e si possono ancora determi-nare sulla nostra costa, ma che sia definitiva per lasalvaguardia del nostro territorio. Prima dell’estate, aseguito dell’erosione avvenuta durante il periodo inver-

nale, il Comune e la Capitaneria di Porto si sono fattiportavoce presso la Regione Lazio, ottenendo un inter-vento da parte della Agenzia Regionale per la Difesadel Suolo che si è concretizzato nella realizzazione diopere di sbarramento e di contenimento per eventualifuture mareggiate. Il problema purtroppo è ancora evi-dente, ne è stata la prova la tromba d’aria che ad ini-zio settembre ha nuovamente e prepotentemente ria-perto la problematica che preoccupa operatori e citta-dini. L’intervento dell’ARDIS però è stato necessarioper avviare una seria valutazione degli interventinecessari a contenere, speriamo in maniera definitiva,i fenomeni erosivi. Quello che adesso ricerchiamo è unintervento che miri non solo a proteggere l’arenile e laduna per una salvaguardia naturale della nostra costa,ma che sappia anche infondere in tutti, operatori e cit-tadini, una concreta tranquillità, condizione necessariaper stimolare nuovi investimenti che possono realmen-te dare un futuro incremento occupazionale, un’imma-gine turistica più appetibile, che faccia migliorare ecrescere tutta l’economia pometina”. Gli interventisarebbero dovuti partire molto prima, proteggendo ledune ed impedendo la loro distruzione in favore dellecostruzioni a due passi dalla battigia. AdessoTorvaianica si trova a piangere per una situazioneannunciata da anni, alla quale si può tentare di porrerimedio per arginare almeno gli ulteriori danni chesicuramente verranno nel corso dell’ormai imminentebrutta stagione. Gli interventi dovrebbero essere decisie risolutivi, senza ulteriori perdite di tempo, ma a quan-to pare quello che si può fare subito è solo mettere altrimassi a protezione di quel poco di spiaggia che èrimasta. Ovvio che i due assessori, da troppo pocotempo in questo loro ruolo, non possono essere ilcapro espiatorio di un qualcosa che ha del vergogno-so, ma agendo in modo serio in sinergia con tutti gliEnti preposti, forse si potrebbe riscattare un passatoche sarebbe meglio seppellire sotto quei metri di spiag-gia che il mare ha portato via.Alfredo Corrao

NIENTE PIU’SPIAGGELE CONTINUE MAREGGIATE HANNO DISTRUTTOLA COSTA DI TORVAIANICA

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La città è sporca. Quante volte abbiamo detto lastessa cosa? E quante volte ci siamo arrabbiatinel vedere sul ciglio delle strade meno centrali

televisori, divani, materassi, addirittura mobili, buttaticome se si trattasse di una discarica? O quando cisiamo imbattuti nella montagne di sacchetti di immon-dizia intorno ai cassonetti magari vuoti? Sicuramentetante, troppe volte. E abbiamo dato la colpa agliamministratori. Giustissimo, perché è compito lorotenere pulite le strade e l’ambiente, visto che paghia-mo le tasse. E’ loro dovere fornire un servizio puntua-le ed efficace, che preveda la pulizia delle strade e deicassonetti, la bonifica dei siti inquinati ed il decorourbano. Ma forse sarebbe anche compito nostro – ditutti i cittadini – osservare delle semplici regole che avolte, forse per pigrizia, dimentichiamo. Come dimen-tichiamo che esiste un numero verde per il ritiro gratui-to dei rifiuti ingombranti, che ci vengono prelevati finoin casa su appuntamento concordato, o come scordia-mo che – più o meno funzionanti – esistono le isole

ecologiche, dove conferire quasi tutti i tipi di rifiuti. Aricordarcelo è la stessa amministrazione, che nei pros-simi giorni invierà a tutti i cittadini degli opuscoli infor-mativi. “Non è possibile che ci sia ancora qualcunoche non sappia ancora che esistono questi servizi –afferma Martinelli – Noi ci impegniamo, oltre a dare iservizi, ad informare tutti della loro esistenza, ma chie-diamo in cambio ai cittadini un aiuto per mantenerepulita la nostra città. E’ inconcepibile vedere personeche lanciano la spazzatura dai finestrini delle auto cer-cando di fare centro nel cassonetto e non riuscendocipraticamente mai. Non voglio certo fare educazionecivica, ma forse sarebbe il caso che tutti insieme met-tessimo in pratica dei semplici accorgimenti che, neltempo, diventerebbero abitudini naturali. Quello che sipotrebbe risparmiare con la raccolta differenziataviene vanificato dai costi in più che l’amministrazionedeve sostenere per la pulizia straordinaria dovutaall’incuria di qualcuno”. Lei ultimamente è stato dura-mente attaccato da alcuni comitati di quartiere, che

hanno messo in evidenza delle situazioni di degrado incui versa il territorio. Come ha risposto? “Con i fatti.Ogniqualvolta ci viene segnalato qualcosa che non vacerchiamo di intervenire”. Non sembra essere semprecosì, a dire la verità... “Bisogna saper distinguere: cisono interventi che possono essere effettuati subito,altri che richiedono più tempo. Ma le segnalazioni ven-gono tutte lavorate e, nei limiti del possibile, si rispon-de sempre al cittadino, sia che si presenti come priva-to che come associazione. Con i comitati di quartiere,poi, sto cercando di attivare una collaborazione fattivaper rendere più pulito l’intero territorio comunale.Spero che il discorso iniziato riesca a proseguire ecoinvolga sempre più persone”. E per quanto riguardala tanto proclamata raccolta differenziata, che a set-tembre sarebbe dovuta partire a Torvaianica e CampoAscolano? “Effettivamente siamo in ritardo con itempi, ma di sicuro riusciremo a far iniziare il servizioentro la fine dell’anno”.Mauro Valentini

SERVIZI AMBIENTALIISTRUZIONI PER L’USORIFIUTI: L’AMMINISTRAZIONE LANCIA UNA PICCOLA GUIDAPER L’ISOLA ECOLOGICA E LA RACCOLTA INGOMBRANTI

FINALMENTE I GIARDINIA BREVE PARTIRANNO I LAVORI DI RIQUALIFICAZIONE DEI GIARDINI DI VIA FILIPPO RE

Partiranno a breve i tanto attesi (anche da noi)lavori di ristrutturazione dei giardini pubblici divia Filippo Re (meglio conosciuti come i Giardini

di Padre PIo). Il progetto era partita da tempo, daquando l’allora Assessore all’Ambiente Garzoli avevaottenuto dei fondi necessari per far partire l'opera. Ilsuo successore Stefano Arciero aveva poi seguito l’iterburocratico prendendo a cuore l’idea e arrivando allastretta finale. Tocca oggi all’Assessore Martinelli darefinalmente il via ai tanto agognati lavori che porteran-no i giardini di via Filippo Re ad essere tra i più belli efunzionali di tutta Pomezia. Contenti anche i cittadiniche, saputa la notizia, hanno unanimemente commen-tato protetti da atti vandalici e giovani teppisti”

PAVIMENTAZIONE VIALETTI PEDONALILa Pavimentazione sarà in conglomerato bituminoso colorato, costituito con inerti di origine calcarea econfezionato con bitume e pigmento colorato.

PAVIMENTAZIONE AREA GIOCHILa pavimentazione dell’area Giochi, forse la parte piùimportante di tutti i giardini, sarà realizzata in materia-le antitrauma in gomma colorata. Questo materiale,che offre una sicurezza maggiore rispetto agli altri abi-tualmente utilizzati, ha delle peculiarità che si adatta-no perfettamente all'uso a cui è destinato, visto che èdrenante, antiscivolo e resistente al fuoco. Nella faseprogettuale si è tenuto conto non solo dell’importanzache ha il gioco per un bambino, ma anche di quellafondamentale dello sviluppo sociale, ossia del “convi-vere”. La tipologia dei giochi scelti pertanto deve rap-presentare un punto d’incontro sociale e d’intratteni-

mento ideale per bambini di età compresa tra i 2 e 12anni. In questa fase di vita giocare significa incontrar-si, avvicinarsi, scoprire e toccare con mano. L’ideache si vuole realizzare è un parco in cui si impara dae con gli altri e pertanto esso deve offrire svariate pos-sibilità d’azione che consentano e favoriscano i contat-ti sociali. Per queste motivazioni sono stati favoriti gio-chi adatti anche a bambini diversamente abili.

ARREDO URBANOA completare i giardini ci saranno sedute in muraturacircolare in granito che circonderanno i viali principalie il centro del parco giochi a delimitare l’area pedona-le. Oscar Perrotta

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Il mese scorso abbiamo sentito le amministrazionicomunali di Pomezia ed Ardea per sapere se l’annoscolastico sarebbe partito senza intoppi: le rassicu-

razioni ricevute avevano tranquillizzato studenti egenitori, che si sono recati davanti ai cancelli dellescuole fiduciosi che tutto sarebbe andato bene. Ma èstato davvero così? Nei primi giorni di scuola abbia-mo fatto un giro tra i vari plessi, ascoltando commen-ti, giudizi e critiche sia da parte degli alunni che deiloro accompagnatori. Il risultato? A Pomezia la situa-zione è tutto sommato buona, ma ad Ardea i proble-mi non mancano. Entrando nel dettaglio, vediamoqual è la reale situazione sul nostro territorio.

POMEZIAIniziamo con Pomezia, dove, nonostante gli istitutisiano davvero molti e gli studenti arrivino a 6500unità solo nelle materne, elementari e medie, più circa2500 delle superiori, sia i trasporti scolastici che ilservizio mensa sembrano essere partiti senza proble-mi. La mensa, in particolare, è addirittura iniziataprima rispetto agli anni precedenti: il 20 settembre,cioè appena una settimana dopo l’inizio della scuola,i bambini ed i ragazzi del tempo pieno hanno potutousufruire del servizio. Per fare l’abbonamento al pulmi-no i genitori non hanno trovato grossi problemi: gliuffici preposti sono stati efficienti e non si sono regi-strate code esagerate. Le uniche lamentele sui tra-sporti sono state esposte dai genitori dei ragazzi delle

scuole medie di Torvaianica che, a causa degli oraridel pulmino, arrivano a scuola troppo presto, restan-do così da soli fino all’apertura dei cancelli. Il proble-ma è legato anche all’autonomia dei vari plessi, chedecidono gli orari di entrata senza interferenze daparte dell’amministrazione. Proprio in questi giorni sista comunque cercando una soluzione che soddisfisia gli alunni che le scuole. Gli edifici scolastici sonostati trovati nelle condizioni illustrate lo scorso mesedall’Assessore Caporaletti; rimostranze in questosenso sono arrivate solo da Torvaianica Alta, dove icittadini richiedono maggiori parcheggi e marciapiediche consentano di arrivare in sicurezza sino alla scuo-la materna ed elementare. Buone notizie arrivanoinvece per il Liceo Scientifico e Classico Blaise Pascal,per il quale la Provincia di Roma ha previsto e appro-vato un investimento di oltre 400mila euro per la siste-mazione della succursale di via Lamarmora, che,negli anni scorsi, era stata prima oggetto di continuecontestazioni da parte degli studenti – appoggiatianche dagli insegnanti – per le pessime condizioni incui versava, poi abbandonata in attesa dei lavori.L’edificio era nato con uso abitazione ed era stato tra-sformato in un istituto di istruzione solo in un secondotempo, senza però adottare tutti gli accorgimentinecessari per renderlo adeguato alla presenza deglistudenti e senza fornirlo di laboratori o palestra. “E’ incorso – ha detto l’assessore provinciale alle Politichedella Scuola, Paola Rita Stella – la realizzazione dialcune aule del piano terra per un importo di oltre cen-

tomila euro”. Le squadre di operai saranno impegnateper circa 120 giorni e le aule saranno a disposizionedegli studenti entro la fine di novembre. Più lunga l’at-tesa per consentire l’isolamento termico dell’edificio,che consentirebbe finalmente di avere aule calde ininverno. “La delibera – ha aggiunto Stella – già appro-vata prevede una spesa di oltre 300mila euro. Questilavori avranno inizio dopo l’approvazione definitivadel progetto da parte della Regione”. Novità importantissima è quella che riguarda un pro-getto pilota: in due scuole di Pomezia, a SantaProcula e a Santa Palomba, grazie all’impegno civicodi insegnanti, alunni, cittadini ed amministrazionesono apparsi, nelle aule, i misuratori del RADON, ungas naturale che può essere molto pericoloso per lasalute se si ignora la sua esistenza. L’iniziativa, unicasul territorio, consentirà di valutare lo stato di salutedell’aria che si respira nelle scuole.Sentiamo ora come hanno vissuto questi primi giornidi lezione i diretti interessati. Partiamo dalla scuolaelementare Trilussa. Qui sia alunni che genitori sonocomplessivamente soddisfatti di come è iniziato l’an-no, anche se, come spiega la signora Emanuela,mamma di una piccola alunna, qualche carenza c’èstata. La donna si lamenta infatti per “la mancanza didocenti, veramente troppo pochi in confronto al nume-ro degli alunni, che peraltro quest’anno sono addirittu-ra aumentati. Non so di chi sia la responsabilità, macerto è che le maestre – competenti, non c’è che dire- non possono gestire da sole tutto il lavoro”. Parole dielogio nei confronti delle maestre arrivano anche daMaltilda, che frequenta la 5ª elementare nella stessascuola, la quale giudica “molto brave le insegnanti”ed è particolarmente contenta del fatto che “finalmen-te hanno sostituito i pannelli rotti da cui lo scorsoanno entrava la pioggia”.Arianna, che frequenta la II media alla Pestalozzi,reputa che non ci siano grossi problemi: gli insegnan-ti ci sono tutti, anche se con qualche sostituzionerispetto all’anno precedente, la scuola è pulita e benorganizzata. Passando alle superiori, anche l’IPSIACavazza supera l’esame: l’unico problema, spiegascherzosamente Roberto, iscritto al primo anno, è che“bisogna studiare di più rispetto alle scuole medie: già

MA NON ERATUTTO A POSTO?DOPO LO SPECIALE SULL’INIZIO DEL NUOVO ANNO SCOLASTICO, ECCO LE VOSTRE OPINIONI

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ci caricano di compiti!”. Per il resto, l’inserimento inun nuovo ambiente è stato piuttosto positivo.Promosso quindi, anche se con riserva (dobbiamoverificare come andrà nel corso dell’anno), lo statodelle scuole di Pomezia.

ARDEAPassando ad Ardea, invece, la musica cambia. Qui lecritiche sono sicuramente maggiori rispetto agli elogi.Una delle prime segnalazioni è quella riguardante iltrasporto scolastico. “Da quando l’attuale ditta appal-tatrice gestisce il trasporto scuolabus dei nostri stu-denti – spiega Nicola Pisani - puntualmente ad ogniinizio di anno scolastico i genitori che intendono usu-fruire del servizio devono vivere una serie di disagisenza pari: interminabili code lungo via Caratelli,causa un ufficio gestito da due sole impiegate chedevono servire centinaia di utenti. Nell’intento di age-volare, è stato consentito l’uso dei bus dal primo gior-no di scuola senza i tesserini con foto identificative,consentendo la regolarizzazione della posizione entroil 10 ottobre, creando gravissimi disguidi tra insegnan-ti e incolpevoli assistenti, sino al punto che si sonoverificati scambi di bambini (alla materna è stato cari-cato un bimbo al posto di un altro) e casi di bimbilasciati a terra”. A queste accuse il Comune ha rispo-sto aprendo un nuovo ufficio a Tor San Lorenzo.L’Assessorato ai Servizi Educativi del Comune diArdea, in accordo con il personale della ditta appalta-trice, ha infatti predisposto un servizio aggiuntivo, cheresterà aperto fino al 10 ottobre, per far fronte allagrande quantità di richieste pervenute per le iscrizionial trasporto scolastico presso l’ufficio di via Caratelli.“Uno dei motivi per il quale nelle scorse giornate ci si

è trovati in presenza di file e di attese particolarmentelunghe –spiegano al Comune - è il fatto che molti deirichiedenti di nazionalità straniera, non parlando la lin-gua italiana, hanno avuto bisogno di un maggioreassistenza che gli operatori dello sportello hanno for-nito loro sia nell’illustrare la normativa, sia nella com-pilazione dei moduli. Inoltre le domande dei richieden-ti, pur essendo l’ufficio di via Caratelli aperto dal 1°settembre, si sono concentrate tutte negli ultimi giorni,a ridosso dell’apertura delle scuole causando atteseche hanno suscitato l’ira dei cittadini, ma con questaalternativa dovremmo aver risolto”. Sembra invece irrisolvibile il problema del traffico chesi crea attorno al plesso di S.Antonio: le lunghe codeche partono dalla scuola paralizzano letteralmentel’intera zona, causando disagi anche ai pendolari chedebbono recarsi al lavoro. Ma, analizzando i variCircoli, ci accorgiamo che le carenze sono ancora dipiù. Partendo dal Circolo Didattico Ardea 1, nellascuola di Pian di Frasso, i genitori dei bambini delleprime classi il 13 settembre hanno trovato la scuolachiusa per lavori, con l’avviso – attraverso ordinanzasindacale - che la riapertura sarebbe avvenuta il 16.“Questo – spiegano alcune mamme - ha lasciato nellosgomento tutti i genitori, soprattutto quelli che, pernon perdersi il primo giorno di scuola, così importan-te per tutti i bambini provenienti dalla materna, si sonopresi un giorno di ferie”. Ma la scuola è rimasta chiu-sa anche il 16 settembre: l’apertura è infatti slittata al20, sempre causa lavori. “Ci chiediamo - continuano igenitori – se questa settimana di ritardo, oltre ai disa-gi causati alle famiglie, andrà ad incidere in manieranegativa sull’obbligo che hanno le scuole di garantirealmeno 210 giorni per la formazione educativa. I bam-bini dovranno recuperare i giorni persi o il fatto che ci

sia stata un’ordinanza da parte del Sindaco Eufemi liesime da tale obbligo? Perché non sono stati presiprovvedimenti affinché questi bambini non perdesserogiorni di scuola importanti?”. Le paure dei genitorisono poi anche quelle che riguardano i buoni pastodei ragazzi residenti ad Ardea che frequentano lescuole di Pomezia. “Lo scorso anno la polemica è arri-vata al culmine, con Pomezia che, giustamente, recla-mava il pagamento dei pasti, ed Ardea che nicchiava.Il risultato è che noi dobbiamo pagare molto di più,visto che sembra che anche quest’anno non ci sianofondi, nonostante lo stanziamento inserito in bilancio”. Altri disservizi riguardano le scuole medie: gli studentisono costretti a fare orario ridotto per mancanza diinsegnanti ed alle finestre ci sono ancora i lucchetti“di sicurezza”, che impediscono l’apertura anche incaso di emergenza. Pure dall’asilo di via Campo Selvaarrivano lamentele: la rampa di accesso per disabilipresenta, nei pressi del cancello di entrata, erba alta,mentre l’interno del giardino, dove i bambini del ples-so scolastico escono a giocare, è invaso da erbacce.Giochi ormai obsoleti sono accatastati al centro del-l’area, rendendo difficoltoso l’utilizzo della stessa. “Aridosso del cancello che affaccia su Via Campo Selvasono inoltre accatastati numerosi sacchi di calcinacci– lamenta Walter Giustini - che sicuramente nondanno un aspetto decoroso ad uno stabile comunaledove si dovrebbero insegnare ai bambini le regole delbuon vivere”.Insomma, Ardea bocciata, ma sempre con riserva.Coltiviamo infatti la speranza che i problemi venganorisolti e per questo faremo come gli insegnanti: cicli-camente effettueremo delle verifiche per valutare l’an-damento delle cose, dando un voto a quanto verràfatto. Luca Magnaioli

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Diecimila speranze per 148 realtà. Una propor-zione media di 68 ad 1, il che significa che, sta-tisticamente, ogni partecipante ha l’1,48% delle

possibilità di ottenere l’agognato posto fisso.Le domande di partecipazione ai concorsi pubbliciper la copertura di 148 posti a tempo indeterminatohanno invaso il Comune di Pomezia, costringendo aglistraordinari gli impiegati addetti al vaglio delle stesse.Domande arrivate prevalentemente per posta, maanche consegnate a mano. Nei giorni precedenti alladata di scadenza delle domande piazza Indipendenzapupullava di persone in fila sotto il sole per poter pro-tocollare in tempo utile la propria documentazione.Ben 3200 gli aspiranti lavoratori che hanno sceltoquesta modalità di consegna. I disagi maggiori sisono registrati il 17 settembre, termine ultimo di sca-

denza, con ore di attesa fuori dalla casa comunale perpoter arrivare fino all’ufficio del protocollo. E qui sononate, dopo le critiche e le accuse fatte al momentodella pubblicazione dei bandi, altre polemiche, espo-ste soprattutto dall’ex Presidente del ConsiglioComunale Marco Mesturini. “Sono rimasto sconcerta-to -ha dichiarato Mesturini - quando, arrivato alla sededel Comune di buon mattino, ho trovato già una codadi cittadini che arrivava quasi alla fontana di PiazzaIndipendenza: ho visto decine di persone stipate all’in-terno della sala antistante il protocollo, in attesa dipoter depositare la domanda di partecipazione aibandi di concorso pubblicati dall’amministrazione, inuna situazione credo inaccettabile per chiunque.All’interno della sala, per rendere bene lo stato dellasituazione, mancava l’aria per respirare; addirittura

una persona costretta sulla sedia a rotelle era som-mersa dalla gente ed a stento si riusciva a muoversi.Trovo assurdo che, vista la situazione, non si sia prov-veduto ad organizzare un servizio di registrazione del-l’arrivo presso il protocollo, con dei numeretti o con unelenco nominativo tenuto da agenti della polizia muni-cipale, invece di far ammassare i cittadini in una salae farli rimanere ore in attesa senza potersi allontanareper paura di perdere il posto in fila”. In un modo o nel-l’altro, a tutti è stata data la possibilità di consegnarela domanda, che è andata a sommarsi a quelle con-tenute nelle 22 casse piene di raccomandate arrivatedalle Poste in soli due giorni. Le domande sono stateinserite nei computer dell’amministrazione insiemealla copia dei documenti presentati, per poter verifica-re quanti, tra gli aspiranti candidati, sono in ordinecon i requisito per poter effettivamente parteciparealla preselezione che, se superata, porteranno allosvolgimento della prima prova scritta. Le cifre esattesui concorrenti che potranno accedere alle prove pre-selettive si sapranno tra qualche giorno, così come sidovrebbero sapere quanti sono realmente i posti adisposizione, visto che, prima di espletare il concorso,si deve dare l’opportunità di occupare le posizionivacanti attraverso la procedura di mobilità interna.Teoricamente, dopo l’espletamento della mobilitàpotrebbero non esserci più disponibilità, ma, come

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TRA SPERANZE E POLEMICHE LE PROCEDUREDEI BANDI INDETTI A POMEZIA VANNO AVANTI

CONCORSI:LA CARICADEI 10.000

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spiega Antonio Floris, “in questo caso dovrebberoessere state depositate una ventina di domande dimobilità, che oltretutto vanno ancora verificate in ter-mini di requisiti”. Ma se da un lato ci sono le speranze di chi vorrebbetrovare un lavoro sicuro, dall’altro non si placano lepolemiche sull’opportunità di bandire il concorso. Amostrare palese perplessità la rappresentanza sinda-cale unitaria dell’ente locale, che, pur non contraria al

concorso in sé, critica aspramente le modalità con lequali è stato bandito ed i costi che saranno generaticon l’assunzione di nuovo personale. Il malumore è daricercare nel fatto che il regolamento concorsuale èstato modificato senza la contrattazione con i sinda-cati, i quali avanzano l’ipotesi che sia “stato cucitoaddosso a tutti quei colleghi assunti da questa ammi-nistrazione a tempo determinato che ora, ovviamente,si vuole assumere definitivamente, anche in vista della

ormai prossima campagna elettorale”. Un’accusapesante, che il centrosinistra rigetta completamente,definendola un attacco strumentale e senza fonda-mento. “Non si possono fare i processi alle intenzioni– rispondono gli esponenti della maggioranza – i con-corsi sono stati banditi nel pieno rispetto delle regole,senza alcun favoritismo. Crediamo piuttosto che con-sentire a 148 persone di avere un lavoro sia un’ottimaopportunità per i nostri concittadini”.

L’EX SINDACO PIETRO ANGELLOTTO HA PRESENTATO NEI GIORNI SCORSI UNA DENUNCIAALL’ISPETTORATO DELLA FUNZIONE PUBBLICA PER “VIOLAZIONE D’IMPARZIALITÀ E BUONANDAMENTO E LA NON CONFORMITÀ DELL’AZIONE AMMINISTRATIVA”

Ad affiancare – ed in modo molto più pesante –le accuse delle rappresentanze sindacali è l’exsindaco Pietro Angellotto, che ha presentato nei

giorni scorsi una denuncia all’Ispettorato dellaFunzione Pubblica avente come oggetto la presunta“violazione d’imparzialità e buon andamento e la nonconformità dell’azione amministrativa”. Premesso che– si legge nella denuncia - il Comune ha pubblicatosimultaneamente i bandi per i concorsi pubblici, l’av-viso di mobilità esterna volontaria e l’avviso di revocadei bandi di concorso indetti nel 2008 e che nelbando sono state individuate alcune anomalie ed ille-gittimità, con la presente invito codesto Ispettorato aporre in essere tutte le misure atte all’eliminazionedelle illegalità riscontrate”.Ma quali sarebbero queste anomalie ed irregolarità?“Nelle premesse del bando si dà atto che sono incorso le procedure obbligatorie previste dalla legge –spiega Angellotto – poi, però, si fanno delle stranespecifiche. Prendendo ad esempio il bando per i 50posti nel profilo professionale di EspertoAmministrativo cat. C, se le domande dovessero esse-re più di 300 si dovrebbe procedere alle preselezioniper ridurre i candidati alla prova scritta ad un numeronon superiore a 130. Già qui c’è una violazione dilegge in merito all’esiguo numero di persone ammes-se alla prova scritta rispetto al numero di posti messia concorso. Però non effettuano tale prova e sonoammessi direttamente all’esame i candidati che pre-stano o hanno prestato servizio a tempo determinatonel Comune di Pomezia nella categoria del postomesso a concorso o in quella immediatamente inferio-

re, con uno o più rapporti di lavoro per un periodocomplessivamente non inferiore a 24 mesi e/o coloroche prestano servizio presso il Comune di Pomezianello stesso profilo professionale assunti in seguito aprove preselettive e/o concorsuali. Questo significache se, per assurdo, nessuno o comunque pochi can-didati esterni superano la prova preselettiva, a parte-cipare alla prova scritta resterebbero solo o quasi tutti

i candidati interni e precari”. Altra “scorrettezza” rile-vata è quella riguardante la contestualità dei bandicon le mobilità. “Si crea così un’incertezza assolutasulla conclusione della procedura, visto che l’ammini-strazione ha la facoltà di annullare il bando di concor-so in caso di fruttuoso esito delle due procedure dimobilità attivate. Questa incertezza denota la respon-sabilità precontrattuale del Comune di Pomezia, chearrecherebbe – in caso di annullamento dei concorsi– un danno economico ai candidati esterni (tassa diconcorso, spese per raccomandate, per i libri di studiononché per il tempo dedicato ad esso), cosa chesarebbe stata evitabile qualora il bando di concorsofosse stato emesso a conclusione delle procedure dimobilità. Adesso spero che chi di dovere intervengaper le opportune verifiche. Non mi sembra giusto cheparenti ed affiliati (cognati, nipoti e chi più ne più nemetta) di chi governa abbiano più opportunità rispet-to a chi non ha alcun Santo in Paradiso”.“La mobilità ed i concorsi sono stati pubblicati con-temporaneamente per ottimizzare i tempi – ribatte ilDirigente al Personale Carla Mariani – visto che leassunzioni possono essere fatte solo entro il 31dicembre 2010. Ovviamente le procedure andrannosecondo la legge: prima si espleteranno quelle relati-ve alla mobilità, poi quelle concorsuali. In tutti i bandi,poi, è scritto chiaramente che ci saranno preventiva-mente delle mobilità che potrebbero ridurre i postidisponibili. E’ tutto regolare, questi concorsi sonoun’occasione che andrebbe apprezzata invece che cri-ticata”. Mauro Valentini

MA NEL FRATTEMPO VANNOAVANTI ANCHE LE DENUNCE

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Ragazzi disabili a piedi a partire dal 1° ottobre.E’ questa la brutta sorpresa che hanno ricevutooggi le decine di famiglie con a carico una per-

sona diversamente abile che, per raggiungere i centridove ricevono cure ed assistenza giornaliera, si servo-no del servizio di trasporto gestito dal C.T.P., ilConsorzio Trasporto Persone. La società ha infattirecapitato alle famiglie una lettera con la quale sicomunica che, causa mancati pagamenti da partedella ASL, il servizio verrà cessato.“Gentili signori – si legge nella comunicazione – ilC.T.P. svolge ormai dal 2004 il servizio di trasportodisabili nell’ambito del territorio di competenza dellaASL RM H. A fronte del Ns. impegno la ASL RM H sem-pre più frequentemente accumulato ritardi nel paga-mento del servizio effettuato, tanto che già in passatosiamo stati costretti a comunicarvi la sospensionedello stesso. Ora però la situazione è arrivata ad unpunto di non ritorno, infatti la ASL non pagato il servi-zio svolto nel 2009 per un importo di ? 712.948,18con la conseguenza che il consorzio CTP non può piùpagare gli stipendi ai dipendenti ed i contributi, né hapiù disponibilità per far marciare i veicoli. Prima diarrivare al punto di far fallire le imprese aderenti alconsorzio e mettere sul lastrico centinaia di famiglie ènostro dovere sospendere il servizio. Detta sospensio-ne avverrà dal 1° Ottobre 2010, salvo che la ASL RMH nel frattempo non provveda al pagamento del saldodovuto. Quanto sopra non dipende dalla volontà delCTP, ma dalla ASL, la quale, nonostante il tempo tra-scorso (9 mesi) e le nostre ripetute richieste e diffide,ad oggi non ha provveduto al pagamento né ha fattoproposte serie per risolvere la questione. Alla luce deifatti sopra specificati, ci dispiace comunicarVi che a

partire dal 1° Ottobre il servizio di trasporto disabili èsospeso”. Alla lettera il consorzio aggiunge la copiadella missiva inviata dai propri avvocati allaPrefettura, alla Presidente della Regione Lazio RenataPolverini ed al Direttore della ASL RM H, attraverso laquale si comunica la mancanza di fondi per il prose-guimento del servizio, mettendosi a disposizione perqualsiasi iniziativa atta alla risoluzione del problema.Ma nessuna risposta è arrivata da Albano o dagli altriorgani ufficiali. Questa mattina i genitori, quandohanno ricevuto la lettera, si sono riuniti per cercare dicapire come risolvere il problema del trasporto deiragazzi, che necessitano assolutamente di assistenzaspecialistica continuata e di terapie riabilitative. Senzanessuno che li accompagni e li vada a riprendere nonhanno la possibilità di curarsi. “Noi genitori abbiamotutti un lavoro che non ci consente di essere liberinegli orari di entrata e di uscita dai centri. Il ServizioSanitario, nei casi come i nostri, riconosce infatti ildiritto al trasporto. Peccato che poi non paghi i conti– spiega Anna Giacomoni, mamma di una giovanedisabile – solo ad Ardea e Pomezia il servizio vieneusufruito da 16 persone, a cui si devono sommarequelle provenienti da Albano. I ragazzi vengono porta-ti nei vari centri – VOJTA, COES e ANFAS – a Roma edOstia per le cure quotidiane a cui si devono sottopor-re. Le mancate terapie causano un aggravamentodelle loro patologie, ma a quanto pare questo noninteressa a nessuno”. I genitori stanno cercandoanche delle strade alternative, proponendo alla ASL digestire un maniera autonoma un mezzo di trasporto,pagando di tasca propria le spese relative alla benzi-na ed alla manutenzione, ma tale ipotesi si è rivelatainsostenibile anche per motivi assicurativi e burocrati-

ci. “Siamo disperati, perché, se è vero che non è laprima volta che la società minaccia di sospendere ilservizio, questa è l’unica in cui si parla chiaro dellecifre che la ASL deve e del rischio di fallimento delCTP, dove i dipendenti non ricevono lo stipendio dalmese di Giugno”. Il rischio che i disabili corrono èanche quello di essere dimessi dalle strutture che licurano, perché dopo alcune assenze il posto vienepreso da chi è in lista d’attesa. “Quindi al danno siaggiunge la beffa – commenta amaramente la signo-ra Giacomoni – visto che c’è la possibilità che la que-stione, qualora venisse risolta, potrebbe trovare solu-zione quando ormai i nostri figli hanno perso il dirittoalla cura e devono nuovamente mettersi in lista.Questo significa che potrebbero passare anche mesiprima che un terapista possa dare loro l’assistenzamedica necessaria”. Insomma, con i mancati paga-menti la ASL sta mettendo a rischio non solo la salutedi tutte quelle persone che quotidianamente si devonorecare nei centri di riabilitazione, ma anche centinaiadi famiglie che, da un momento all’altro, rischiano ditrovarsi senza lavoro. Già il mancato pagamento deglistipendi crea notevoli difficoltà agli interessati, ma lapaura di perdere il posto è ancora peggiore. “Cercaredi risolvere il problema è quindi indispensabile nonsolo per noi – conclude Anna Giacomoni – ma ancheper tutto l’indotto che gira intorno al Consorzio. Speroche qualcuno prenda coscienza di quella che è lareale situazione e cerchi di risolverla in tempi rapidi.Se così non fosse, siamo pronti ad andare sotto lasede della ASL ad Albano ad esternare la nostra pro-testa, anche in maniera plateale, perché tutti debbonosapere quello che sta succedendo”.

Alfredo Corrao

LA ASL RM H4LASCIA A PIEDI I DISABILILA SOCIETÀ CHE EFFETTUA IL SERVIZIO NON RICEVE I PAGAMENTIDA UN ANNO E SOSPENDE IL TRASPORTO DEI RAGAZZI

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Stava rientrando a casa come sempre, nel tristementenoto complesso residenziale de “Le Salzare”, a TorSan Lorenzo, quando, da un sottoscala, sono sbucatidue uomini che l’hanno prima aggredita e malmenatae poi tentato di violentarla. Ma la giovane marocchinaprotagonista di questa brutta storia, nonostante lapaura, ha avuto la prontezza di riflessi necessaria perprendere il suo cellulare e chiamare il 112, che hafatto immediatamente intervenire una pattuglia delnucleo radiomobile, grazie alla quale la venticinquen-ne è riuscita a salvarsi. La notte tra il 23 ed il 24 set-tembre due giovani marocchini, B.G., 21enne, eE.L.Y., 26enne, entrambi clandestini nullafacenti giànoti alle forze dell’ordine, avevano deciso di divertirsiin maniera alternativa. Approfittando del buio, si sononascosti sotto la rampe delle scale del complesso edhanno atteso che la donna che avevano adocchiatorincasasse da sola a piedi. Ormai conoscevano le sueabitudini, visto che, pur essendo senza fissa dimora, idue spesso dormivano all’interno del complesso, doveavevano occupato abusivamente un appartamentovuoto. Appena la giovane è entrata nel palazzo glistranieri hanno deciso di aggredirla e, dopo averla

percossa, hanno tentato di abusare di lei, strappando-le gli abiti che indossava ed iniziando a palpeggiarla.Ma la ragazza non si è persa d’animo, e, nonostantefosse dolorante, è riuscita a divincolarsi e a chiamarei soccorsi, sia telefonicamente che gridando per attira-re l’attenzione dei vicini. Vista la reazione, i due uomi-ni hanno preso la fuga a piedi, riuscendo in un primotempo a far perdere le loro tracce. Ma il rapidissimointervento dei Carabinieri della Compagnia di Anzionon ha consentito agli aggressori di allontanarsi trop-po. Dopo un breve inseguimento sono infatti stati cat-turati ed arrestati con l’accusa di violenza sessuale.La vittima, medicata all’Ospedale di Anzio, ne avrà

per una settimana, mentre i due pregiudicati sono statiportati nel Carcere di Velletri a disposizionedell’Autorità Giudiziaria. Ancora una volta il comples-so de “Le Salzare” di via Ancona, noto come il “ser-pentone” per la sua forma, torna alla ribalta per episo-di di violenza: nonostante gli sforzi delle forze dell’or-dine lo spaccio di sostanze stupefacenti, i furti, gli epi-sodi violenti, le risse e le occupazioni abusive diimmobili sono la regola. “Rispetto ad un anno fa lasituazione è leggermente migliorata – affermano iCarabinieri di Anzio – ma l’illegalità è ancora forte-mente presente soprattutto a causa dei numerosiappartamenti ancora liberi, che vengono continua-mente utilizzati da immigrati clandestini e da pregiudi-cati di varia nazionalità, compresa quella italiana”.Ricordiamo che lo scorso anno, a luglio, è stato ucci-so un marocchino di 32 anni e un altro è stato feritogravemente nel corso di una sparatoria con due italia-ni. L’omicidio aveva come movente proprio l’occupa-zione abusiva degli appartamenti del complesso che,già da alcuni anni, dovrebbe essere oggetto di demo-lizione, visto che è stato costruito su un terreno sulquale grava il vincolo archeologico. Alfredo Corrao

VIOLENZA SESSUALEA TOR SAN LORENZOTENTANO DI VIOLENTARE UNA CONNAZIONALE, ARRESTATI DUE GIOVANI MAROCCHINI

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Ambiente Pomezia

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Finalmente il canile. E’ di questi giorni la notizia cheil canile delle “Tre Querce” di via delle Monachellesarà di nuovo il canile “ufficiale” di Pomezia, dopo

che per quasi tre anni l’utilizzo è stato impedito dalmancato adeguamento della struttura ai parametriimposti dalla ASL. Ora i lavori di messa a norma, alme-no per gran parte dell’impianto, sono terminati ed i ran-dagi pometini possono trovare ricovero all’interno delterritorio comunale. Fino a pochi giorni fa, infatti, l’am-ministrazione era costretta a portare i cani presso strut-ture private non convenzionate, spesso molto distanti –addirittura fuori Provincia e Regione – con un innalza-mento notevole dei costi non solo di soggiorno, maanche di trasporto. “Il canile è stato ricondotto a normaattraverso un percorso effettuato con la ASL – spieganoall’assessorato all’Ambiente, responsabile dei cani chesi trovano sul territorio comunale – con la quale abbia-mo instaurato un ottimo rapporto di collaborazione, cheha espresso la massima espressione nel lavoro dei vete-rinari dell’Azienda Sanitaria. Questa collaborazione ciha condotto all’individuazione degli interventi necessariper consentire la riapertura. Il canile ha ottenuto nelfrattempo l’autorizzazione provinciale per il depuratorefatto installare dai titolari e necessario per gli scarichidegli animali, ed è stata verificata la conformità ediliziaed urbanistica di tutto il corpo centrale, che era quellopiù vecchio”. La parte centrale può ospitare circa 300animali, mentre l’intero canile ha una capienza di 470posti, anche se, come spiega il proprietario, “non si saancora per quanti cani ci verrà data l’autorizzazione,probabilmente qualcuno in meno”. Nelle gabbie ristrut-turate sono state introdotte delle migliorie per renderepiù confortevole la vita dei cani: adesso garantisconopiù spazio, diviso tra coperto e scoperto. Le gabbiesono divise in settori, che garantiscono una precisa divi-sione tra gli animali sani e quelli malati (zona feritariae zona rifugio), oltre che quelli tranquilli dagli esempla-

ri più “turbolenti”, che altrimenti potrebbero attaccare iloro simili. E’ stata inoltre ingrandita l’area di sgamba-mento, dove le bestiole possono correre e giocaresoprattutto grazie all’intervento dei volontari dell’asso-ciazione cinofila “Marilù”, che donano ai cani abbando-nati l’affetto di cui necessitano. La struttura ha anchepotenziato l’ambulatorio e la camera operatoria, rifor-nendosi di nuove attrezzature come la maschera perl’anestesia, che consente di addormentare l’animalesenza ricorrere alle endovena, con il vantaggio di poterrisvegliare il cane in caso di problemi durante l’interven-to. Anche il depuratore è stato fatto all’avanguardia,visto che è stato autorizzato per gli scarichi di 700 ani-mali, anche se la capienza massima attuale è di moltoinferiore. “Una volta che tutti i lavori sono terminati ed ipermessi esterni arrivati, la ASL ha dato parere positivoed il canile ha potuto ricominciare, a fine settembre, aricoverare i cani grazie all’ordinanza sindacale emessaper sopperire al lasso di tempo necessario per comple-tare il percorso autorizzativo della ASL stessa”, spiega-no all’Assessorato. “Oggi disponiamo quindi di unazona sanitaria a norma, con un Direttore Sanitario nomi-nato dalla proprietà della struttura con il controllo dellaASL, secondo quanto richiede la delibera regionale delfebbraio 2010, che stabilisce che ogni Comune devedotarsi di un proprio canile situato all’interno del territo-rio comunale o perlomeno entro i confini della ASL diappartenenza, perché i servizi sanitari vengono garanti-ti solo se la struttura si trova all’interno del proprio terri-torio di competenza”. L’apertura delle “Tre Querce” arri-va proprio nel momento in cui il canile a cui si appog-giava più di frequente l’amministrazione aveva comuni-cato di non avere più la disponibilità di ricevere altri ani-mali. Alle “Tre Querce”, erano già presenti 280 cani,quindi il posto per eventuali ricoveri è garantito.“Abbiamo fatto un lavoro importante, per il quale dob-biamo ringraziare, oltre alla ASL, l’Associazione Marilù,

i cui volontari sono sempre attenti e puntuali: è graziealla loro collaborazione che gli animali sono maggior-mente controllati, seguiti ed amati. La loro approvazio-ne è stata per noi fondamentale”. Ma il canile non è l’unica novità per i “nostri” animali:l’amministrazione comunale ha infatti attivato un nume-ro verde, in funzione dai prossimi giorni dal lunedì alvenerdì negli orari di ufficio, a cui risponderà del perso-nale qualificato per la tutela degli animali, che racco-glierà segnalazioni, denunce, richieste di informazioni.“Si tratta di una sorta di SOS animali, nato per contra-stare i fenomeni di maltrattamento e di abbandono –illustrano i responsabili del progetto – in questo modovogliamo dare un segnale tangibile che dimostri comequesta amministrazione sia vicina agli animali e comelo voglia fare nel modo giusto. Le sorprese, infatti, nonsono solo queste: sia Pomezia che Torvaianica sono inprocinto di avere delle aree di sgambamento attrezzate,dove i proprietari potranno portare i loro animali nonsolo a fare i bisogni, ma anche e soprattutto a divertir-si. La prima area che verrà aperta sarà quella diTorvaianica, nella zona di Martin Pescatore, tra via delMare e via Certaldo. L’area sarà dotata di tutta l’attrez-zatura necessaria per il percorso completo di agility,quindi i cani – e i loro proprietari - potranno allenarsi intutta tranquillità, visto che la zona sarà protetta da unarecinzione in pali e reti metalliche”. Il parco sarà dota-to, oltre che dei giochi, anche di una parte con pavi-mentazione erbosa, dove saranno posizionate dellepanchine, intorno alle quali verranno piantati degli albe-ri decorativi. L’intera zona sarà ovviamente fornita deisacchetti igienici per la raccolta dei bisogni degli anima-li. Un’iniziativa che, anche se non in tempi brevissimi,verrà replicata a Pomezia, dove l’area è già stata iden-tificata.

Alessia Ambra Achille

POMEZIA AMAGLI ANIMALIRIAPERTO IL CANILE “LE TRE QUERCE”, MENTRE A TORVAIANICA SI INAUGURERÀ A BREVE L’AREA DI SGAMBAMENTO CON PERCORSO DI AGILITY

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Cultura Ardea

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Ha avuto luogo dal 19 al 26 settembre il ciclodelle “Giornate Europee per la conoscenza delpatrimonio Naturale e Culturale”, una manife-

stazione organizzata dall’ormai noto storico di ArdeaGiosuè Auletta, con la collaborazione di MicheleZuccarello. Auletta - alla presenza di molti cittadini diArdea curiosi ed attenti, che hanno partecipato all’ini-ziativa con entusiasmo – nel corso del primo incontroha illustrato le varie fasi delle manifestazioni, mostran-do attraverso le foto della mostra allestita sulla Rocca,in Via Furio Camillo, le innumerevoli prove dell’antichi-tà e della storia, del territorio di Ardea, ormai cono-sciuta, anche grazie all’impegno dello storico, nonsolo in Italia ed Europa, ma anche in America. Lo stu-dioso si è poi dilungato sulle varie opere di scavo incorso nel territorio, dal Casarinaccio alla Focedell’Incastro, che stanno riportando alla luce templi,antichi agglomerati di case ed il vecchio porto sulnostro mare; ha mostrato, davanti ad un plasticomolto ben fatto, l’antico territorio e come sia statospezzettato e diviso sia dai corsi d’acqua che dai varifrazionamenti, dove in seguito si sono creati nuovinuclei abitativi come quello della Nuova Florida.

Giosuè Auletta ha continuato invitando i presenti aportare i bambini al Museo Manzù dove potranno sbiz-zarrirsi a copiare, colorare, disegnare quello che vedo-no davanti, ossia le opere del grande Maestro, cono-sciuto ed apprezzato in tutto il mondo.Tra i presenti alla giornata di apertura anche l’avv.Pagano, assessore del Comune ai Beni Culturali, cheha apprezzato il lavoro svolto e si è impegnato per

cercare di mantenere alta questa “finestra” europeanei confronti di Ardea, perché occorre valorizzare tuttele risorse archeologiche – storico - culturali che sonopatrimonio di ogni cittadino che vive ed abita nel ter-ritorio.Nella stessa giornata tutti i presenti, guidati dallo stes-so Auletta, si sono recati presso la Caserma deiCarabinieri, dove ad attenderli c’era il ComandanteLandi che, da perfetto padrone di casa, ha accompa-gnato i visitatori davanti le varie bacheche allestitecon i reperti archeologici ritrovati durante le operazio-ni dei Militari dell’Arma, che indagano da tempo sulcontrabbando dei beni storici ed archeologici. IlComandante ha manifestato una profonda conoscen-za dei bellissimi reperti esposti ed ha fatto “da cicero-ne”, spiegando nei minimi particolari la funzione, laprovenienza, l’uso e l’epoca dei diversi oggetti ritrova-ti. Per chi non avesse avuto modo di partecipare allavisita del 19 Settembre, come confermato dalComandante, c’è l’opportunità di vedere i reperti pres-so i locali della Caserma ogni giorno, fino a quandogli stessi non verranno trasferiti nel nuovo Museo diArdea.

ARDEA SCOPRE IL SUO PATRIMONIO NATURALE E CULTURALEDURANTE LE GIORNATE EUROPEE DELLA CULTURA

TUTTI AL MUSEO MANZU’

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Quartieri Via NaroPomezia

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Adistanza di otto mesi, siamo tornati a trovareAntonio Flore, il Presidente del Comitato diQuartiere di Via Naro – via Dei Castelli Romani. In

questo periodo Flore ha lasciato il suo incarico di con-sigliere comunale per ricoprire quello più prestigioso,ma anche più oneroso, di Assessore, quindi è nella suadoppia veste di cittadino e di amministratore che lointerpelliamo sulle “condizioni di salute” della sua zona.Rispetto a quasi un anno fa, cos’è cambiato nel suoquartiere?“Purtroppo è aumentato il traffico, vera croce dell’interazona. Il problema nasce soprattutto dalla promiscuitàdel territorio, nato come industriale”. Gli insediamentiabitativi, dapprima abusivi, poi regolarizzati a partiredal 1994 grazie alla perimetrazione, sono cresciuti inmaniera non del tutto equilibrata rispetto alla forte pre-senza di fabbriche ed industrie, e le due realtà si scon-trano proprio sul problema della viabilità: i mezzi pesan-ti che quotidianamente percorrono le strade del quartie-re, unite alle automobili, creano in determinati orari –che coincidono con l’entrata e l’uscita dal lavoro – gros-si disagi per la popolazione. Il continuo passaggio deicamion provoca poi un deterioramento maggiore delmanto stradale, con conseguenti aperture di di buchepericolose. “Per fortuna – commenta il Presidente delCdQ – via Naro, la strada principale, è stata completa-mente asfaltata e dotata di un marciapiede, che ha resola vita letteralmente più sicura agli abitanti del quartie-re; prima non si poteva neanche camminare senza cor-rere il rischio di essere investiti. Pochi giorni fa sonostate ricoperte anche le buche che devastavano il trattofinale di via Spoleto, dove era quasi impossibile passa-re indenni”. Effettuare i lavori su questo tratto di stradanon è stato semplicissimo, perché non appartiene alComune. “Qui le strade di proprietà dei privati sono mol-tissime. Credo che sarebbe invece utile per tutti cederleall’amministrazione, in modo che la sistemazione rica-da sul Comune”. Quale potrebbe essere la soluzione al

problema del traffico? “Noi abbiamo presentato un pro-getto anche alla Provincia, oltre che al Comune, chie-dendo che venga realizzata una “bretella” che passiintorno a tutta la zona Nord di Pomezia, partendo dallaPontina per arrivare fino a Vicerè passando dalla riser-va al confine con Roma, sorpassando Campobello ericollegandosi al ponte della Lavin, per poi allacciarsi alcollegamento, già previsto, della nuova stradaTorvaianica Alta – Largo Brodolin, che consentirà unnuovo innesto alla Pontina nella zona sud di Pomezia”.In pratica, una sorta di raccordo che permetterebbe dievitare completamente la città. Ma non è un po’ utopi-stico, come progetto, soprattutto calcolando le condi-zioni delle casse comunali? “Sicuramente si tratta di unqualcosa di grande, che non si potrebbe mai realizzareda un giorno all’altro. Ma il tratto da Vicerè alla Pontinaè ormai approvato, quindi non disperiamo che un gior-no si possa completare l’opera anche seguendo lanostra idea, che verrebbe in aiuto non solo a noi, maall’intera città, visto che eviterebbe almeno un quartodel traffico attuale”.A Luglio l’Assessore ai Lavori Pubblici EdgardoCenacchi ha annunciato i lavori che consentirannoanche ai vostri rubinetti di avere l’acqua potabile. Lavoriche dovevano partire due mesi fa, ma che sono iniziatisolo a metà settembre. “E cosa vuole che sia un mesee mezzo di ritardo rispetto ai 40 anni che abbiamo pas-sato ad aspettare? La notizia che finalmente anche noiavremmo avuto l’acqua ha entusiasmato il quartiere”.Ma il vostro si può chiamare quartiere, o è solo l’insie-me di qualche casa tra le varie fabbriche? “Noi abitan-ti della zona sentiamo il senso di appartenenza alnostro territorio, che per noi è un quartiere. E’ vero,mancano le caratteristiche peculiari come una piazza,un centro di aggregazione, una chieda, una scuola, manonostante tutte le mancanze, noi cerchiamo di soppe-rire con l’iniziativa privata, che va dall’organizzazione dipiccole feste – alle quali partecipano tutti gli abitanti –

o di funzioni religiose all’aperto, fino alla cura, puliziacompresa, della strada in cui si vive. Ultimamente sonostate installate due fontanelle, su insistente richiestadegli abitanti. Dopo che il Comune le ha messe, gliuomini della zona hanno provveduto a circondarle condei muretti che le donne hanno abbellito con vasi pienidi fiori, che curano amorevolmente, come se si trovas-sero nelle loro case. Ecco, il quartiere è la nostra casa,e noi siamo come gli abitanti di un solo condominio checerchiamo di rendere il più accogliente e funzionalepossibile”. A voi si sono aggiunti anche i residenti di viadei Castelli Romani. “Si, le due zone si sono unite per-ché hanno le stesse caratteristiche e problematiche.Insieme possiamo fare di più che divisi. E’ bello vederequanta gente partecipa alle nostre riunioni, dando sug-gerimenti ed aiuti concreti”. E la novità di via dei CastelliRomani è l’approvazione del progetto di realizzazione diun marciapiede che parte dal ponte sulla Pontina perarrivare fino a via Spoleto. “Si tratta di un’opera finan-ziata dalla Regione, per un costo di circa 200 milaeuro, che agevolerà quanti devono andare alla Posta apiedi. Adesso farlo è rischiosissimo, vista la densità ditraffico di quella strada. Il marciapiedi sarà fatto inmodo da rispettare l’abbattimento delle barrire architet-toniche, per consentire anche ai diversamente abili iltransito per l’intero tratto. La realizzazione di questoprogetto è una nostra vittoria, che ci rende orgogliosi,anche perché siamo riusciti a far inserire nel bilancio del2010 il congiungimento del marciapiede di via Naro conquello di via Spoleto e, di conseguenza, con quello cheverrà fatto in via dei Castelli Romani”. Altra soddisfazio-ne del CdQ è l’aver fatto realizzare l’allaccio alla retefognante anche di quelle abitazioni, magari isolate,lasciate fuori dal progetto iniziale. “Non ci sembravagiusto che qualcuno non potesse usufruire di un serviziodi così primaria importanza, quindi il Comitato si è inte-ressato ed ha insistito finché ogni singola abitazione haavuto il suo allaccio”. Quale sarà la vostra prossimaproposta? “Quella di avere un plesso scolastico checomprenda asilo e scuola elementare”. Ma non è esa-gerato che una zona di soli 1600 abitanti abbia una suascuola quando molte altre ne sono sprovviste? “Nonpretendiamo affatto una scuola solo per noi. Quello chevorremmo è avere un plesso utile per l’intera PomeziaNord, facilmente raggiungibile da coloro che abitano aCampobello, in via Naro, in via di Vaccareccia ed intutte le zone limitrofe, per evitare di raggiungere il cen-tro cittadino. Dove verrà ubicata non avrà importanza,purché sia comoda per tutti. La scuola potrebbe poiessere utilizzata anche come centro polivalente, conuna palestra che consenta attività sportive extrascola-stiche e magari con una sala che permetta ai cittadinidi riunirsi. Insomma, un vero e proprio centro di aggre-gazione, soprattutto per i giovani e per gli anziani”. E,se davvero quelli che al momento sono sogni si trasfor-massero in realtà, anche via Naro e Via dei CastelliRomani potrebbero essere finalmente dei veri quartieri.

Alessia Ambra Achille

RITORNO INVIA NAROA COLLOQUIO CON IL COMITATO DI QUARTIEREPER SCOPRIRE SE DOPO UN ANNO E’ CAMBIATO DAVVERO QUALCOSA

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Quartieri Monti S.LuciaArdea

Un anno fa li avevamo lasciati con la seguentedichiarazione: “ Il CdQ è nato per confrontarcicordialmente con l’amministrazione, sempre

propositivi e mai distruttivi, ma se non veniamo ascol-tati torniamo alla carica”, ed alla carica sono tornati,visto che in tutto questo tempo i problemi del quartie-re di Monti di Santa Lucia non solo non sono stati risol-ti, ma sono addirittura peggiorati. “Il degrado è ormaiuna peculiarità del nostro quartiere – spiega il presi-dente del Comitato di Quartiere, Claudio Del Pidio – edavanza senza sosta, così come aumentano le monta-gne di rifiuti che costeggiano la “strada principale”, viadei Monti di Santa Lucia. Ogni notte è un via vai dicamion che vengono qui per scaricare rifiuti e materia-li di ogni genere: da arredamenti completi – camereda letto, divani, pezzi di cucine, frigoriferi e lavatricisono i più frequenti – a centinaia, forse migliaia dipneumatici. Non sappiamo se da qualche parte esistaun cartello che indichi la nostra zona come discaricacomunale, fatto sta che sembra che tutta Ardea vengaa depositare qui quello che non può buttare altrove”.Lo sfogo del Presidente è davvero amaro, perché lalotta che quotidianamente lui e tutti gli iscritti alComitato cercano di sostenere sembra essere contro imulini a vento. “Sempre restando sul tema rifiuti, i sec-chioni sono tutti fatiscenti e semidistrutti: che fine hafatto la sostituzione e l’implemento con un maggiornumero di nuovi contenitori che ci era stata promessadall’Amministrazione comunale? Si è trattato delle soli-te parole al vento, di promesse da marinaio che maiverranno mantenute? Eppure anche noi paghiamo letasse, anche se in cambio abbiamo solo l’abbandonototale”.Il Comitato chiede quindi maggiori controlli nella zona.

“Non vediamo mai una pattuglia di agenti pronti a san-zionare chi compie questi scempi. Come mai, vistoche esiste un’ordinanza proprio a difesa del decoro? Oforse, visto che si parla di “decoro urbano” noi siamoesclusi, visto che la nostra sembra essere terra di nes-suno?”. Ma i problemi non riguardano solo le discari-che a cielo aperto. “Stiamo ancora aspettando i servi-zi primari, come ad esempio l’acqua potabile. Quelloche per tanti è qualcosa di scontato, per noi diventaeccezionale. L’handicap di trovarci in una zona grava-ta dagli usi civici – problema mai risolto nonostante lepromesse, le chiacchiere ed i proclami – ci pone inuna condizione insostenibile, visto che le speranze cisono state stroncate direttamente dalla società chegestisce il servizio, l’Idrica, che ci ha comunicato chele pompe non sono in grado di portare l’acqua all’inte-ra strada, per la quale servirebbe un serbatoio.Peccato che, anche si volesse costruirne uno, ilComune, a causa dell’uso civico, non darebbe il per-messo. Sembra quindi un tunnel senza uscita”.Le problematiche della zona hanno comunque avutoun risvolto positivo. Le più di 200 famiglie che vivononel quartiere si sono unite e cercano di difendere i lorodiritti in maniera compatta. Ad essere iscritto, infatti,quasi un componente per ogni nucleo familiare.Persone che speravano che, insieme a loro, crescesseanche il quartiere, ma così non è stato. “Sembra divivere nel Terzo Mondo, invece siamo a venticinquechilometri dalla Capitale D’Italia”, commentano. Certoil gravame degli usi civici rende sicuramente più diffi-cile l’ottenimento di qualsiasi cosa, ma qui qualsiasicosa manca: dall’asfalto sulle strade all’illuminazione– per non parlare dei marciapiedi – da una piazzettaad un parco giochi, da una chiesa ad una scuola.

“Non chiediamo tutto questo, ci basterebbe averealmeno i servizi primari e maggiore sicurezza. Invecepare che tutti si dimentichino di noi, salvo quando c’èda chiedere voti per le elezioni. Lì torniamo ad esserecittadini di serie A, visto che la nostra “crocetta sulnome” vale come quella data dagli abitanti degli altriquartieri, quelli che stanno meglio di noi”. “Il nostro –continua Del Pidio – è nato come un comitato apoliti-co e apartitico, e così vuole rimanere. Nasce, comescritto sul nostro sito, “sulla base dell’espressione deicittadini abitanti nel rione che intendono impegnarsiper risolvere le problematiche provocate dal degradoche volge la zona, e soprattutto dalla storia infinita chevede il territorio protagonista per quanto riguarda ladefinizione dell’uso civico”, visto che la nostra zona faparte di quei 706 ettari di terreno sui quali tutto ciòche si costruisce è abusivo, una piaga che non per-mette di effettuare nessun cambiamento, tantomenoapportare migliorie, e che da anni non vede soluzione,nonostante più volte se ne sia parlato. E quindi siamoancora senza impianti fognari e manca il gas, oltre anon sapere nemmeno cosa siano i mezzi pubblici, cheinvece sarebbero utilissimi per tutti coloro che nonhanno un mezzo di trasporto proprio. Questo è un pro-blema che ricade soprattutto sui bambini che tornanoda scuola: il pulmino li lascia a metà strada, poi sidevono arrangiare...”. Insomma, sentire tutto questosembra riascoltare il nastro di quanto detto un annofa, con l’unica differenza che, nel frattempo, le monta-gne di rifiuti sono cresciute, mentre il fondo delle stra-de è peggiorato. E l’inverno deve ancora arrivare...

Mauro Valentini

UN ANNO TRASCORSOINUTILMENTEMONTI DI S. LUCIA: IL DEGRADO CONTINUA

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L’UNIVERSITA’CRESCE

Ci sono voluti vari incontri e molta capacità dimediazione, ma alla fine il Primo Cittadino diPomezia l’ha spuntata: le facoltà dell’università

“La Sapienza” presenti al Campus Selva dei Pini reste-ranno almeno fino alla loro naturale conclusione e glistudenti potranno seguire le lezioni e sostenere gliesami senza il timore di doversi recare a Roma.Timore nato anche a causa delle tante, troppe vociche da tempo giravano intorno alle sorti del Campus,che veniva dato di volta in volta prossimo alla chiusu-ra o in fase di espansione. La verità è nell’ultima affer-mazione, visto che proprio nei giorni scorsi il SindacoEnrico De Fusco è riuscito a far siglare alle parti inte-ressate – Regine Lazio, Provincia di Roma, Comune diPomezia ed Università La Sapienza - un nuovo proto-collo di intesa che stabilisce nei dettagli i percorsi distudio da affrontare insieme.“Il 22 ed il 23 settembre ho incontrato i Presidi delleFacoltà di Economia prof. Celant, di Politiche Socialiprof. Rossi e di Scienze della Comunicazione prof.Norcellini, oltre che il Rettore Luigi Frati per ScienzeInfermieristiche. Il risultato di questi incontri è statoconcretizzato dal protocollo firmato la settimana suc-cessiva, che stabilisce – nero su bianco – che laSapienza non andrà via da Pomezia. Spero che ades-so le chiacchiere possano lasciare il posto al lavoroserio e che studenti e famiglie si tranquillizzino.L’accordo iniziale è quello di portare a conclusione icorsi già iniziati, ma anche di ampliare l’offerta forma-tiva con nuove facoltà, come quella di Farmacia. Si

tratta quindi di una vittoria clamorosa, soprattutto sesi pensa che lo scorso Aprile La Sapienza voleva farchiudere la sede di Pomezia. Questo risultato, invece,getta le basi anche per discorsi futuri più ampi”. Insieme alla conferma della presenza dell’Universitàromana, arriva anche quella dell’arrivo della LUM –Libera Università del Mediterraneo, con sede principa-le a Bari - con le facoltà di Giurisprudenza edEconomia e Commercio. Si tratta di corsi quinquenna-li prestigiosi, ma a costi accessibili, con docenti insede.“Quello che ci offre la LUM è un’offerta didattica diver-sa da quella, improntata sulle materie scientifiche, for-nita dalla Sapienza - spiega Piergiorgio Crosti,Presidente del Consorzio Universitario - L’accordo tro-vato è davvero vantaggioso, visto che consente aglistudenti di frequentare un’eccellente Università privataagli stessi costi – al massimo 1500 euro annui – diquella pubblica. Ricordiamo che la LUM ha insegnan-ti di prestigio ed ha formato personaggi illustri, quindinon stiamo parlando degli ultimi arrivati”. Ma l’aspet-to più importante è che, se Pomezia riuscisse adessere un “distaccamento” della LUM, dopo tre annipotrebbe diventare un’Università autonoma e quindi ilquarto polo universitario del Lazio dopo La Sapienza,Tor Vergata e Roma 3. Un’ambizione che sembra tro-vare riscontri nelle strategie adottate finora dalConsorzio, che sta lavorando insiemeall’Amministrazione Comunale proprio per rendere ilCampus “distaccamento”, passaggio indispensabile

per raggiungere il traguardo dell’Università Pometina.“La nostra scelta è ricaduta sulla LUM perché è unpolo di eccellenza, che si affianca benissimo all’altaqualità della Sapienza. La credibilità di questaUniversità privata ci ha consentito di siglare un’intesatra noi, la LUM stessa e la CONFAPI – Confederazionedelle piccole e medie Imprese – che consentirà di farsvolgere ai nostri iscritti, durante il loro percorso distudi, degli stage retribuiti presso aziende qualificateiscritte alla Confederazione. Ciò significa che i ragaz-zi avranno una preparazione non solo teorica, maanche pratica, con la possibilità reale di immissionenel mondo del lavoro grazie all’esperienza acquisita.Questo perché oltre a fornire la formazione didattica,è importante aiutare i giovani a concretizzare il loropercorso di studi attraverso un lavoro conforme allecaratteristiche ed alle competenze acquisite. Il proget-to mira quindi ad innalzare il livello qualitativo dellanostra Università, che offrirà una marcia in più rispet-to agli Atenei presenti attualmente”. “Stiamo facendouno sforzo non indifferente – conclude De Fusco –che ci impegna tantissimo anche nell’aspetto econo-mico, cosa non certo facile con tutti i problemi dicassa che la nostra città purtroppo ha. Ma si tratta diun investimento: creare un polo universitario di quali-tà, formando persone competenti e qualificate porte-rebbe, oltre ad un innalzamento culturale, anche lapossibilità di una crescita economica che si ripercuo-terebbe sull’intero territorio. Avere una sede proprioqui significa inoltre che i nostri figli non sono costrettia fare i pendolari o a trasferirsi altrove per poter stu-diare, due elementi che innalzano il tasso di abbando-no degli studi. Per invogliare i ragazzi ad iscriversi allanostra Università la mia idea è quella di ospitare nelCampus classi di scuole di ogni ordine e grado,soprattutto a quelli delle scuole medie superiori,dando modo ai ragazzi di inserirsi in una realtà piùampia, che consenta il passaggio da un ciclo di studiad un altro in modo naturale. Io e la mia amministra-zione crediamo fermamente in questo progetto e fare-mo di tutto affinché, dopo i traguardi già raggiunti, siarrivi ad una felice conclusione anche per quantoriguarda la realizzazione dell’università pometina.Ricordiamo che Pomezia è conosciuta nel mondo inmodo positivo anche grazie alle iniziative ospitate nelnostro Campus: un motivo di orgoglio che sarà anco-ra maggiore quando accanto al nome “Selva dei Pini”riusciremo ad affiancare quello di “Campus degli studie delle Università di Pomezia”.

Alessia Ambra Achille

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Università

ARRIVA IL CAMPUS DEGLI STUDI E DELLE UNIVERSITA’ DI POMEZIA

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Università

Un successo annunciato, anche se partito sotto lapioggia battente, quello ottenuto dal I° Festivaldei Diritti Umani, organizzato al Campus Selva

dei Pini dal professor Alessandro Ceci, Presidente delComitato Scientifico, che per una settimana ha occu-pato le sale ed il piazzale dell’Università pometina.L’importanza dell’iniziativa è stata rimarcata durantela cerimonia inaugurale dai relatori, a partire dalPresidente del Ce.AS – Centro Alti Studi per la lotta alterrorismo ed alla violenza politica – sen. MaurizioCalvi, così come dal Presidente Santacroce. Entrambisono stati concordi nell’affermare l’importanza dellasensibilizzazione dell’opinione pubblica sui diritti cal-pestati, riconoscendo al Festival, che ha ottenuto ilpatrocinio del Parlamento Europeo, il merito di averposto sotto i riflettori le numerose ingiustizie perpetra-te nei confronti di molte, troppe persone. L’iniziativa è piaciuta molto anche alle alte cariche isti-tuzionali, a partire dal Presidente della RepubblicaGiorgio Napolitano, che ha voluto partecipare virtual-mente all’evento inviando un messaggio al Sindaco diPomezia, che ha aperto il Festival con parole di elogionei confronti degli organizzatori e di ringraziamentoper tutti gli intervenuti. “L’iniziativa, a cui va il mio vivoapprezzamento, potrà contribuire ad accrescere laconsapevolezza del contenuto della DichiarazioneUniversale dei Diritti dell’uomo, che ha affermato ivalori essenziali della dignità umana senza distinzionidi sesso, razza, lingua, colore, religione, lingua o cit-tadinanza”, ha scritto Giorgio Napolitano ad Enrico DeFusco. Anche la Presidenza del Consiglio ha volutoesprimere, attraverso il Ministro Giorgia Meloni, lastima verso l’iniziativa. “Sono fermamente convintache la difesa dei diritti dell’uomo sia un obiettivo fon-damentale ed iniziative come questa servono prendereconsapevolezza che ci sono Nazioni dove spadroneg-giano persone che hanno totale indifferenza disprezzoper la vita umana. Questi sono temi delicati, che devo-no essere affrontati con molta delicatezza, ma anchecon fermezza e determinazione anche dalla politica.Mi congratulo con gli organizzatori per come sonostati posti gli argomenti”. Il Presidente del SenatoRenato Schifani ha voluto aggiungere di “essere feliceche venga trattato un tema tanto cruciale quantoattuale. La tutela della dignità della persona all’internodella società è un imperativo categorico ed assoluto,garanzia e fondamento di ogni società libera. Il vostro

convegno costituisce una preziosa occasione per dif-fondere alle nuove generazioni la consapevolezza delrispetto dei diritti umani, essenziale per l’effettiva cre-scita dell’intero pianeta”. All’evento hanno avuto parteattiva il noto criminologo Francesco Bruno, professoredell’Università della Calabria, Simone Ovart,Presidente UNIFEM Italia – Fondo delle Nazioni Uniteper lo sviluppo delle donne, Franco Grillini, Presidenteonorario dell’Arcigay, Francesca Rocchi, Presidentedello Slow Food Lazio, Aldo Morrone, DirettoreGenerale dell’Istituto Nazionale per la promozionedella salute delle popolazioni migranti, Beatrice Costa,della Women’s Right Programme ActionAid Italia,Fabio Massimo Abenavoli, Presidente della Smile TrainItalia Onlus, Pietro Mercenaro, Presidente dellaCommissione Straordinaria del Senato per la Tutela ela Promozione dei Diritti Umani, e Vittorio CogliatiDezza, Presidente di Legambiente. Ognuno ha presen-tato situazioni, soluzioni ed idee per sconfiggere lamancanza del rispetto dei diritti dell’uomo e delladonna, accostando il tutto ai sette vizi capitali: super-

bia, avarizia, lussuria, invidia, gola, ira e accidia. Unmodo inedito e coinvolgente per porre sotto i riflettoriproblemi reali, che ancora oggi – nel XXI secolo –affliggono il mondo, come la lapidazione di Shakinè,la donna iraniana condannata alla lapidazione dallascellerata brutalità medioevale degli hayatollah diTheheran, per la quale anche il Comune di Pomezia siè voluto mobilitare attraverso manifesti pubblici. Uncontributo, sotto forma di esperienze viste e vissute,l’hanno portato anche il Generale Pollari, la dott.ssaArianna Ballotta, Presidente della Coalizione Italianacontro la pena di morte, l’on. Jean Leonard Touadì e ilprof, Gilberto Corbellini, Coopresidentedell’Associazione Luca Coscioni. Ma, oltre agli “spe-cialisti”, importante è stata la partecipazione delleassociazioni, dei cittadini e dei giovani, che si sonoavvicinati a temi “scomodi” in maniera diversa: ognisera, infatti, uno spettacolo ha trattato l’argomento delgiorno, mescolando temi pesanti a momenti più legge-ri. La manifestazione si è conclusa con l’intenzione didiventare un appuntamento fisso, che possa ottenererisultati in larga scala, coinvolgendo sempre più perso-ne anche a livello internazionale, per poter dare voceanche a chi non ce l’ha. “Un’iniziativa di tale spesso-re, in Italia, non si era mai svolta – ha dichiarato ilSindaco di Pomezia – qualcosa di simile, ma in scalamolto ridotta, era stato fatto a Genova. La nostraUniversità è riuscita ad ospitare l’ennesimo eventoimportante, dimostrando di poter essere una strutturaricettiva ad altissimo livello. Il caso ha voluto che pro-prio pochi giorni prima dell’inizio del Festival anche nel“palazzo di vetro” delle Nazioni Unite si parlasse diDiritti Umani. A distanza di migliaia di chilometri ed inaltre lingue sono state dette le stesse cose che sonoemerse in questo convegno, da cui è emerso che almondo ci sono almeno 10 milioni di persone che ver-sano in condizioni disperate a causa della soppressio-ne dei diritti umani. Un mondo in cui si decide di ucci-dere una donna a sassate, in cui ci sono bambini cheinvece di giocattoli hanno tra le mani armi, in cui siuccidono persone torturandole solo perché hanno ideediverse dalle nostre e importantissimo, ognuno nel pro-prio piccolo, cercare di fare qualcosa, di reagire. Noistiamo cercando di farlo e ci aspettiamo che il nostroesempio venga seguito da molti”.

Luca Mugnaioli

IL FESTIVAL DEIDIRITTI UMANISUCCESSO PER L’INIZIATIVA, CHE HA RICEVUTOIL PLAUSO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

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AIRONE ARDEA:LA NUOVA STAGIONE

Airone Ardea: presentata la nuova stagioneCi siamo. Pochi giorni e scatterà il via anche per lecategorie cosiddette “minori” ma che ogni anno rega-lano agli appassionati domeniche infuocate piene dispettacolo, tifo e quant’altro; è il calcio locale, il piùvicino a noi e decisamente uno dei più belli. Il nostroviaggio nel calcio locale continua, dopo aver trattatonello scorso numero l’inizio stagione di una delle for-mazioni di punta della realtà pometina, il RealPomezia, un po’ più a sud, per conoscere meglioArdea e la sua squadra più rappresentativa, l’Airone.Il 3 Ottobre partirà il campionato anche per la primasquadra, impegnata nel torneo di 1° Categoria, senzadubbio uno dei più insidiosi per svariati motivi: primofra tutti sicuramente l’eccessivo agonismo mostratonegli anni da alcune squadre, che purtroppo non sem-pre permette di terminare gli incontri nel pieno rispet-to delle regole; in seconda battuta, parlando di calciogiocato, il sostanziale equilibrio fra le partecipanti,almeno nella prima parte di stagione, per poi far emer-gere quelle 3-4 squadre che si contenderanno il titolo.Per capire meglio come si affrontano difficoltà di que-sto genere e per saperne di più su questa societàsiamo andati a trovare la squadra nella loro sede tem-poranea di Via Varrone, lo stadio comunale diPomezia; ad accoglierci il presidente, sig. Sergio

Boeri, a cui abbiamo rivolto alcune domande.Presidente, presentiamo questa nuova stagione: cosavi proponete di realizzare come società e quali obietti-vi vi siete posti per questo nuovo anno?Il nostro obiettivo sarà quello di dare una nuovaimpronta al progetto che portiamo avantai da anni,soprattutto per quanto riguarda il settore giovanile;proprio per questo abbiamo realizzato diversi lavori dimiglioria al nostro impianto sportivo, come ad esem-pio il campo di calcetto in erba sintetica o i lavoriall’interno degli spogliatoi. L’obiettivo calcistico è inve-ce quello di lottare per vincere il campionato con laprima squadra: faremo tutto il possibile per realizzarlosin dalle prime giornate, intervenendo se e dove ce nesarà bisogno.Ci sono novità all’interno dello staff dirigenziale?Sì, abbiamo un nuovo organigramma societario cheprevede, fra le altre cose, l’inserimento di nuove figu-re professionali quali un nuovo direttore tecnico ed unresponsabile per la scuola calcio.Parlando proprio di scuola calcio e di settore giovanile,quali saranno le altre squadre iscritte ai campionati?La squadra dei “più grandi” tra i ragazzi dovrebbeessere quella dei ’96 sulla quale stiamo lavorandoproprio in queste giornate; purtroppo ci sono stati deiproblemi che hanno complicato un po’ le cose e la

situazione resta incerta. Ritroviamo certezze con i natinel ’97, gruppo già consolidato negli anni passati, enel ’98. C’è poi un salto fino al 2000, ma di successi-vamente si prosegue con tutta la scuola calcio. Per quanto riguarda la prima squadra, proviene da unpre-campionato contraddistinto da 4 amichevolidisputate fra alti e bassi. Come ha trovato i calciatoridurante queste prime uscite? Diciamo che ci sono luci e ombre. Per quanto riguar-da l’amichevole contro l’eccellenza del Cecchina,squadra dunque competitiva, direi che abbiamo dispu-tato un’ottima gara, di carattere, con la squadra benmessa in campo, riuscendo ad ottenere un risultatopositivo. Totalmente da cancellare invece la partita del19 settembre, contro la seconda categoria del Città diPomezia: durante la partita abbiamo fatto una pessi-ma figura nono solo a livello agonistico, visto chesono emersi alcuni problemi di comportamento cheandranno risolti il prima possibile; forse l’impegno èstato preso troppo sotto gamba, forse l’orario era unpo’ inusuale, certo è che si doveva far meglio. Peròsono convinto che la vera squadra sia quella diCecchina e non quella scesa in campo in nella suc-cessiva uscita. La fase di preparazione è terminatanegli ultimi giorni di Settembre con altre amichevoli,terminate le quali si è passato al tradizionale sistemadi allenamenti settimanali nel campo di Ardea, campoche, fra l’altro, ospiterà anche il primo appuntamentoufficiale contro il San Michele, antipasto della gran-de novità di stagione: il raggruppamento di Latinaanziché quello tradizionale di Roma. Dunque forma-zioni come il Montello Calcio, l’R11 Latina o AtleticoBainsizza affiancheranno i derby caldi contro il TorSan Lorenzo, il Lido dei pini e la pometina VirtusPomezia in quello che si profila un anno carico diemozioni. Luca Mugnaioli

A POCHI GIORNI DALL’INIZIO DEL CAMPIONATO INCONTRIAMO LA DIRIGENZA

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Sport TennisPomezia

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Un successo straordinario. Non si potrebbe definirealtrimenti lo strepitoso risultato ottenuto dalla compa-gine guidata da Rodolfo Bovecchi in uno degli eventipiù importanti dell’anno a marchio AICS (Ass. Italianacultura e sport). Ben 21 trofei conquistati e tre titolinazionali portati a casa: questi i sorprendenti numeridella spedizione tennistica pometina, andata al di là diogni più rosea aspettativa. La manifestazione, tenuta-si dal 9 al 12 settembre scorsi, ha avuto come sedeLignano Sabbiadoro ed è stata frutto della collabora-zione fra il Settore Sport della Direzione NazionaleAICS ed il comitato regionale Friuli-Venezia-Giulia, chene hanno coordinato l’organizzazione. Calcio,Pallavolo, Tennis, questi i principali sport che hannocolorato la tre giorni con forti emozioni a tutti i livelli.Per quanto riguarda la suddivisione tecnica dei parte-cipanti alla sezione tennistica, si sono disputatimatch di singolo maschile nelle categorie “LovingPlayer”, “Free Time”, “Over 60”, “Master” e “Canguri”,mentre di singolo femminile nelle categorie “LovingPlayer” e “Free Time”, per concludere poi con i matchdi doppio anche nelle versione mista. Ed in tutte que-ste categorie, o almeno nella gran parte, c’è stata labandiera pometina a sventolare tra i vincitori; faredistinzioni sarebbe ingiusto poiché tutti gli atleti hannodimostrato grande valore ma soprattutto una fortecompetitività in una manifestazione di livello naziona-le e questo non può essere certamente ignorato. Pertale motivo riportiamo tutti i nomi dei nostri concittadi-ni iscritti nell’albo d’oro della manifestazione, ricono-scendo loro il merito di aver esportato nel migliore dei

modi il nome di Pomezia oltre i confini regionali:Lombardi Renato, 2°class. Lov.Play., Erdi Gianluca,1° class. Lov. Play. Tabellone B (vincitori insiemeanche del titolo Open di Doppio); Viola Simone e DiPilato Fabrizio, 1° Class. Free Time maschile, AureliMarco 2° Class nella medesima categoria; CominFederica 2°Class. E Viola Rosa 3° Class. Nella cate-goria Lov. Play. Femminile; Viola Rosa 2° Class. ,Matarrese Antonella e Piglialarmi Paola 3° Class. FreeTime; Lo Feudo Maria vincitrice nella Categoria FreeTime Tab. B e Menon Rosaria 2° Class.; Aureli Marcoe Di Pilato Fabrizio 2°Class. E Natale Giuseppe,Tedesco Philippe nella Cat. Doppio Open maschile;Felice Federico e Lo Feudo Maria 2° Class. Cat.

Doppio Misto e Viola Simone, Comin Federica,Casseriani Carlo, Viola Rosa 3° Class. Nella medesi-ma categoria; Matarrese Antonella e Piglilarmi Paola2° Class. Doppio Open femminile. Il presidente del cir-colo, Angelo Comin, nonché tutto lo staff della dirigen-za, non possono che essere orgogliosi del lavoro svol-to fino a questo momento; orgoglio mostrato anche inalcune dichiarazioni rilasciate al termine della compe-tizione, dove è emerso un grande senso di riconoscen-za verso gli atleti nonché la volontà di crescere ulte-riormente come circolo. Ora, dopo il grande successo,nasce la responsabilità di mantenere quanto duramen-te conquistato e, se possibile, di miglioralo.

Luca Mugnaiol

LIGNANO SABBIADOROSI TINGE DI VERDEIL C.T. CAMPOBELLO SI RENDE PROTAGONISTA CONQUISTANDO NUMEROSI TROFEI

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Sociale

Un’azienda agricola situata presso il complessocarcerario di Velletri. Un progetto, portato avan-ti da diversi anni dal penitenziario, che sta

riscuotendo un notevole successo. A lavorare nonsono cittadini qualunque, bensì gli stessi detenuti, fat-tori in quelle che stanno diventando sempre più le loroterre, e rappresentanti dell’altra faccia della prigionia,sicuramente quella migliore. Soprattutto vino, maanche frutta e olio, i prodotti principali ricavati e poivenduti nei vari mercati d’Italia ma anche Esteri, atestimonianza del grande lavoro svolto. Il carcerato-agricoltore ha così l’opportunità di ricostruirsi unavita, non lasciandosi andare alla disperazione (chesolo chi ha provato direttamente quest’esperienza puòspiegare) e guardare con più ottimismo al propriofuturo. Da “estranei” a questo mondo possiamo timi-damente affermare che per sopravvivere all’interno diquei luoghi serve una speranza, un qualcosa che ti diala forza per rialzare la testa, un qualcosa che ti aiuti anon considerarti lo scarto peggiore della società. Sì,perché prima o poi la persona sconterà la sua pena,e cosa troverà all’esterno? Un mondo fatto di pregiu-dizi. Per questo nasce il progetto, per dare la speran-za di non aver distrutto completamente la propria vitae allo stesso tempo per avere la possibilità di ricomin-ciare. Un carcere, oltre che rappresentare un validodeterrente e ancor più la giusta punizione, deve sapereducare o meglio rieducare persone che per un moti-vo o l’altro hanno scelto strade completamente sba-gliate. Per scoprire di più su questa particolare realtàlaziale, siamo andati a trovare il direttore della coope-rativa, sig. Stefano Lenci.Direttore, da dove nasce questa idea?

“Per essere sinceri, non nasce da me. Risale al 1999ed è un’idea di un agronomo che stava qui da noi,Rodolfo Craia, fermamente convinto che il lavoroall’interno del carcere fosse cosa fondamentale per undetenuto. Inoltre, vista la grande dimensione delleterre limitrofe (12 ettari) di proprietà del carcere, deci-se di realizzare questo progetto con lo scopo di risol-levare il vigneto preesistente; così, tramite finanzia-menti, autorizzazioni ed altro, nel 2002 riuscì a realiz-zare la prima vinificazione con poche centinaia di bot-tiglie. Ma appena due mesi dopo iniziarono a sorgereproblemi, primo fra tutti l’impossibilità di fatturazionee dunque di avere rapporti con l’esterno; lo stessoCraia mi confessò addirittura di voler chiudere la can-tina, e qui entrai in gioco io. Preciso che mi occupodi bio-tecnologie nel campo enologo, tuttavia di comu-ne accordo con l’agronomo presi l’iniziativa e dunquela responsabilità, chiedendo al Ministero l’autorizza-zione a creare questa cooperativa. Così è iniziata que-sta bellissima avventura”.Ad oggi, secondo lei, qual è il vero obiettivo di questaattività?“L’obiettivo principale è quello di insegnare al detenu-to un mestiere, in modo tale che, se si dovessero pre-sentare le giuste circostanze e al momento opportu-no, possa trovare lavoro all’esterno e ricominciare unanuova vita. E devo dire che in questi anni ci siamo riu-sciti”.Entrando in un ambito più tecnico, quali mansioni puòsvolgere il detenuto all’interno della cooperativa? “Per quello che riguarda la cantina tutte, dalla vinifica-zione all’imbottigliamento, senza nessun problema”.In futuro, quando il carcerato-agricoltore riacquisterà

la libertà, potrà continuare a lavorare per questaazienda? “No, il detenuto non potrà continuare a lavorare quiuna volta scontata la pena, altrimenti nel giro di pochianni avremmo solo lavoratori “esterni” e il progettostesso andrebbe a morire. Ma il lavoro presso questacooperativa si è dimostrato un’ottima credenziale pertrovare un posto altrove; precisiamo però che il dete-nuto non diventa enologo ma impara un mestiere,quello del cantiniere, decisamente più ricercato”:Una curiosità: qual è il prodotto più rinomato del-l’azienda?“Quello che tutti si ricordano, mio malgrado, è “IlFuggiasco”, ma sicuramente ve ne sono altri come adesempio “Il Recluso”(nella foto ndr), ed il “Jail”, veroe proprio vino di punta”.La cooperativa Lazzaria ha raggiunto e tagliato in que-sti anni prestigiosi traguardi soprattutto a livello uma-nitario; infatti l’azienda ha scelto la denominazioneONLUS proprio per rendere ancora più chiaro l’intentodi quest’iniziativa. I risultati di questo enorme lavorosono sotto gli occhi di tutti e la speranza comune èche questo progetto, insieme a tanti altri, possa dav-vero regalare un futuro migliore a queste persone.

Luca Mugnaioli

IL RUOLO DEL DETENUTONELLA SOCIETA’PARLA IL DIRETTORE DELLA “COOPERATIVA LAZZARIA”

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Cinema

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Carlo Mazzacurati, da sempre, ha raccontatol’animo genuino della Provincia Italiana, quellaparte del nostro Paese che non ha lo sguardo

perso negli Skyline delle nostre grandi metropoli.Questo film, che seppur non premiato dalla giuria hariscosso un ottimo successo a Venezia, è ambientatonella campagna chiantigiana, tra Siena e Firenze, chegià il regista Padovano aveva cavalcato nell’esordiocon Domani accadrà del 1987.La storia ha per protagonista Dubois, un regista famo-so in crisi di identità e con il sorriso malinconico diSilvio Orlando, che e’ proprietario di una casa, in unborgo cinquecentesco della stupenda campagnatoscana. Tutto nasce e finisce qui, in questo Borgo incui il nostro protagonista involontariamente causa un

danno ad un affresco adiacente al suo appartamento.Ed è qui che, per rimediare a questo guaio, vieneobbligato dagli eventi e dalle autorità locali a prender-si cura della rappresentazione pasquale dellaPassione di Cristo che si svolge nel paese.Tra le “fauci” del Sindaco (un Marco Messeri in gran-de forma) Dubois ritroverà l’ispirazione per la sua artee la profondità tutta laica del testo religioso del miste-ro della Pasqua. Ed è proprio nella simbologia della“passione” del protagonista, che cade e risorge(senza poter dire di più per non rivelare la trama delFilm), che si concentra la storia, anche se come sem-pre Mazzacurati ci dipinge tanti volti, tante storie nellastoria così da rendere sempre corale il racconto.Ecco allora il personaggio di Ramiro, l’aiutante occa-

sionale ex carcerato che nel teatro cerca il suo riscat-to sociale, interpretato dal bravissimo Battiston; quel-lo della barista Kasia Smutniak, la nota più delicata evera del film, così come si prendono la scena manmano che il film scorre la “Sindachessa” StefaniaSandrelli, il già citato Messeri e la fastidiosissimaFlaminia, diva capricciosa, a cui Cristiana Capotondisa dare con bravura il giusto ruolo nella storia.Moltissime sono le trovate, le risate e gli ammicca-menti delicati al paesaggio e al romanticismo, tuttiingredienti che hanno fatto della nostra commedia lamigliore del mondo, e che Mazzacurati sa dosaresenza mai sfociare nel film “di genere”.L’unica nota stonata è data dall’attesissimo CorradoGuzzanti, che ci dispiace dover additare come ele-mento di disturbo della storia, nel ruolo poco felice diAbbruscati, bullo di provincia, guascone e sciocco inogni cosa che fa, e a cui viene affidata la parte delCristo, personaggio che poteva esser pensato e scrit-to meglio, e che invece qui si percepisce - per ironiadella sorte dato il titolo - come elemento quasi fuoritema della storia. Stupendo ci è sembrato il Battiston,che deve dettare ai bambini della scuola il copione,perché la fotocopiatrice è fuori uso, un po’ “Maestro diVigevano “di Alberto Sordi, un po’ il Paolo Villaggio di“Io speriamo che me la cavo”. Mazzacurati mantienequindi le promesse e le attese, e la giusta distanza dalsacro preso solo come pretesto rende il tutto pocolezioso e molto divertente, oltre che molto laico.Mauro Valentini

LA PASSIONE SECONDOMAZZACURATIARRIVA SULLO SCHERMO, DOPO LA BELLA ACCOGLIENZA A VENEZIA,LA COMMEDIA ITALIANA DI CLASSE

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Viaggi

Se l’abbassamento delle temperature di questigiorni fa venire voglia di riacciuffare la bella sta-gione, si può tentare di inseguire l’estate facendo

un viaggio in Sicilia, dove il clima consente anche adottobre di andare in spiaggia. Ma la Sicilia non è solomare: è panorami mozzafiato, storia ed archeologia.In una settimana si può fare una full immersion in unanatura a tratti ancora incontaminata. Per questo sce-gliamo come base Trapani, che vanta il primato diessere la provincia con il mare più pulito dell’interaisola. Partiamo proprio dalla città, le cui origini sonoavvolte nella leggenda. Si narra che l’anticaDrepanum sia sorta sulla falce caduta a Cerere men-tre, disperata, vagava per il mondo alla ricerca dellafiglia Proserpina, rapita da Fiutone; sarebbe quindiuna creatura di Saturno, appositamente scesodall’Olimpo per fondarla. Certo è che a Trapani si avvi-cendarono numerose popolazioni, più o meno fanta-stiche, come i Ciclopi, gli Elimi, i Giganti, i Troiani, iFenici e numerosi altri. Ma Trapani acquistò importan-za solo nel 260 a.C., quando Amilcare fece trasporta-re qui gli abitanti di Erice, città della quale era stataper lungo tempo l’Emporio, ossia il porto. La cittàdiventò un’importantissima base navale durante leGuerre Puniche, ma nel 241 cadde sotto il dominio diRoma perdendo molto del suo antico prestigio. Lanostra seconda tappa è proprio ad Erice: tutta raccol-ta in un perimetro triangolare, è una delle cittadine piùsingolari della Sicilia. Le stradine acciottolate e stret-te, le piccole piazzette, i cortili fioriti, un ricco artigia-nato che comprende ceramica, dolci e tappeti, la ren-dono una meta irrinunciabile. Sorge su un monte soli-tario che domina su Trapani, la vallata ed il mare. Lesue origini sono antichissime e misteriose, anche que-ste avvolte nella leggenda. A fondarla sarebbe statoErice, re degli Elimi, mitico figlio di Venere. All’inizioc’era soltanto un Tempio dedicato a una divinità fem-minile della natura feconda, identificata dai Romanicon Venere Ericina, adorata da tutte le popolazioni delMediterraneo, soprattutto dai naviganti.Successivamente vi fu edificata una fortezza contesada Fenici, Greci, Cartaginesi e Romani. Fu poi distrut-ta dai Cartaginesi nel 260 a.C., quando gli abitantifurono trasportati a Trapani. In epoca romana ilTempio di Venere fu messo a capo di una confedera-zione religiosa di 17 città siciliane, permanentementedifeso da una guarnigione. La cittadina si perde poinelle nebbie del tempo fino all’epoca araba, quandoriapparve con il nome di Gebel-Hamed. Nel corso deisecoli successivi si sviluppò e compose il volto urba-nistico che ha ancora oggi. La voglia di scoprire lastoria di questi luoghi ci porta a Selinunte, vicinoCastelvetrano: fondata nel VII sec. a.C. dai coloni diMegara Hiblea, costituiva la punta più avanzata versooccidente dei territori greci in Sicilia. Selinunte si erasviluppata nei secoli sino a diventare la più grandiosa

tra le città della Sicilia ellenistica, specie per i suoicolossali Templi, gli unici fra quelli siciliani ad esseredecorati con sculture. Dopo la distruzione del 409a.C. da parte di Cartagine, la città non si riprese più ese ne perse anche il nome. Solo nel ‘500 lo storicoTommaso Fazello la localizzò, mentre nell’800 iniziòuna campagna di scavi che ha portato alla luce variTempli, catalogati con lettere dell’alfabeto perché nonsi sa con certezza a chi fossero dedicati. Sicuramenteda osservare con attenzione, sulla collina orientale, èil Tempio “G”, uno dei più grandi dell’antichità, forsededicato ad Apollo: quando nel 409 a.C. Erice fudistrutta, il Tempio non era ancora finito, come dimo-strerebbe la mancanza di scanalature in molte colon-ne. Molto bello anche il Tempio “E”, in perfetto stiledorico, che sarebbe stato dedicato ad Mera: da essoprovengono 4 metope oggi esposte al MuseoRegionale Archeologico di Palermo. Lasciando i tem-pli, ci rechiamo a Marsala, l’antica Lilibeo, villaggiofenicio che nel tempo divenne la più importante basepunica in Sicilia, tanto da rimanere l’ultimo baluardodella loro potenza nell’isola. Fu fondata nel 397 a.C.dagli abitanti di Motya scampati alla distruzione dellaloro città per mano dì Dionisio I. Della città punica nonresta praticamente nulla; tra le poche cose, però, c’èun reperto di grandissimo valore, una nave. Ritrovatanello Stagnane di Marsala, fu recuperata nel 1969 edoggi è esposta nel Museo del Baglio Anselmi. Si trattadi un’agile e lunga nave da guerra vecchia di oltre 20secoli, affondata, probabilmente, nel 241 nel corsodella battaglia delle Egadi tra Cartaginesi e Romani.Lilibeo divenne una città romana affermandosi comeprincipale porto di collegamento con l’Africa. Gli arabine cambiarono il nome in Marsala da Mars-Alì (portodi Alì). Garibaldi la scelse per sbarcarvi con i suoi1000 soldati ed intraprendere la conquista dellaSicilia, che avrebbe condotto all’Unità d’Italia. Dopotanta storia, il meritato riposo si può trovare sullespiagge dell’incantevole isola di Pantelleria, notaanche per i suoi capperi e per il vino “Passito”. L’isola,

il cui nome per alcuni risale all’arabo Bent el Rhia(figlia del vento), mentre per altri deriva dalla parolagreca pan-pantòs con el Rhia, si trova nel Canale diSicilia, al centro del Mediterraneo. Il colore nero dellerocce che la costituiscono dimostra che l’isola è unvulcano, che si erge dalla profondità di oltre 1400metri sotto il livello del mare della Fossa di Pantelleriaagli 836 metri della cima della Montagna Grande.Dalla Grotta del Bagno Asciutto e dalle favare neipressi di Rekale fuoriescono vapori sfruttabili comesauna. Il relax assoluto si ottiene con i bagni nelle sor-genti, che possono essere fatti sia nella grotta diSalaria che in quella di Cala di Gadir. Altre sorgenticalde si trovano presso il laghetto vulcanico delBagno dell’Acqua, conosciuto come “Specchio diVenere”. Le rocce vulcaniche che caratterizzano l’iso-la sono state utilizzare per costruire le tipiche abitazio-ni dell’isola, i dammusi, case cubiche con piccoleaperture per difendersi dal caldo e tetti a volta fatti dipomice. Ogni dammuso aveva una sua cisterna sotter-ranea per la raccolta delle acque piovane. Il mare cri-stallino, dove si può osservare il fondale già a pelod’acqua, completa la sensazione di benessere che siprova in questo luogo al centro del Mediterraneo.Tornando indietro, ci si può fermare a Mazara delVallo, dove si osserva uno straordinario mix tra archi-tettura araba, normanna e barocca. Prima di ripartiredall’aeroporto di Trapani, destinazione Roma, vale lapena fare un salto anche ad Alcamo, nel cuore diun’ampia valle rigogliosa, dove si produce il rinomatovino secco Bianco d’Alcamo. Il nome deriva dall’ara-bo Manzi Alkamah, stazione dei frutti di loto. Nelle suetante chiese si possono ammirare sculture e dipintiche rappresentano il meglio di quanto artisticamenteabbia prodotto la Sicilia: basta citare Pietro Novelli,Giacomo Serpotta, i Gagini, Giuseppe Renda nonchéle opere del belga Borremans. Il nostro viaggio finiscequi, con la consapevolezza di aver visto poco rispettoa quanto la Sicilia ha ancora da mostrarci e da inse-gnarci e con la voglia di tornare. Luca Mugnaioli

SICILIA: L’ESTATEAD OTTOBRELA VACANZE IDEALE PER RIACCIUFFARE LE TEMPERATUREESTIVE CHE STANNO SCOMPARENDO

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Bon Ton

Continuiamo il nostro viaggio nell’affascinante mondodella comunicazione non verbale, quello che un esper-to come Paolo Abbotti definisce “linguaggio sotterra-neo”, trattando quello che normalmente si trasmettemediante la posizione del corpo.Un apporto molto importante di informazioni riguar-danti la persona che abbiamo di fronte ci viene, peresempio, dalla posizione delle gambe, sia quando l’in-dividuo è in piedi che quando è seduto.Immaginate la scena di un vostro superiore che vi rice-va nel suo ufficio. Se vi accoglie con le braccia con-serte e le gambe accavallate in modo stretto, in moltipercepiranno un atteggiamento ostile, poco propenso

alla comunicazione, chiuso. Mentre se, nella stessasituazione, venite accolti con una posizione diversa,magari in piedi e con le braccia aperte, questo susci-terà in voi emozioni diverse. Al contrario del primoesempio, nel secondo atteggiamento il nostro superio-re risulterà essere disponibile, comprensivo, simpati-co.Le informazioni non verbali delle braccia, apertura echiusura, vengono rafforzate di molto dall’apertura ochiusura delle gambe.Quando la persona assume questa posizione significache dobbiamo stare attenti a quello che stiamodicendo! Probabilmente non condivide completamen-te le nostre idee e si sta chiudendo, sia mentalmenteche fisicamente, utilizzando il suo corpo.E’ divertente osservare queste dinamiche durante gliincontri, le conferenze o anche in televisione, nelcorso di qualche talk show. In particolare, notereteche le persone che sostengono la medesima tesi suuno stesso argomento assumono involontariamente lastessa posizione del corpo; questa“solidarietà” non avviene solo verbalmente, masoprattutto con il linguaggio del corpo, con la comuni-cazione non verbale.Nel corso di un dibattito, se per esempio un interlocu-tore mantiene una posizione aperta, la maggiorparte di quelli che lo sostengono assume la stessaposizione aperta, mentre gli altri si chiudono, magariaccavallando le gambe o incrociando le braccia!

Quando dialogate con una persona che, stando sedu-ta, ha le gambe incrociate e le bracciaconserte, vi suggeriamo di non proporre qualchenuovo progetto, non è il momento di fare richieste poi-ché il vostro interlocutore è poco propenso ad ascol-tarvi.Uno stratagemma è quello di porgere alla persona unoggetto da tenere in mano: va bene una penna, unacartella, un depliant o anche da bere… Costringere,sempre non verbalmente, la persona ad aprire le brac-cia. La “regola” per ben disporre è quindi quella di cer-care di “aprire un varco” prima di iniziare la vostracomunicazione non verbale: sembra impossibile, maquesta sorta di “allentamento” funziona e farà aprirescenari inaspettati.Ma non dimenticate che è molto importante ancheosservare come reagisce il corpo delle persone quan-do parlano: le parole sono potere! Potete impararemolto dalle risposte che le persone danno alle vostredomande, sia che le consideriate dal punto di vista delcontenuto che da quello del linguaggio del corpo.Provate a osservare cosa dicono, come lo dicono ecome reagisce il corpo delle persone con cui vi rela-zionate. Questo spirito di osservazione vi sarà moltoutile perché riuscirete a sviluppare una notevole capa-cità di interpretare sia lo stato d’animo delle personeche i segnali dei rapporti interpersonali.

Antonio GuidoEsperto di Galateo ed Immagine Relazionale

LA MENTE “MENTE”MA IL CORPO NOCOME SCOPRIRE COSA NASCONDONO I GESTI E COME INTERPRETARNE IL SIGNIFICATO

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Giochi

Dopo il grande successo del primo Mafia, uscitosu PC e poi su console nel lontano 2002, oragli intenti di 2K Czech sono quelli di espandere

le potenzialità del capostipite e dar vita ad un seguitoall’insegna del folklore italo-americano, che registicome Scorsese e Coppola erano riusciti a conferire aipropri capolavori. Se pensate sia giunto il momento didiventare un “Bravo Ragazzo” e arruolarvi nella“Famiglia”, beh… Signore e Signori, benvenuti aEmpire Bay!Nel gioco vestiremo i panni di Vito Scaletta, figlio diimmigrati siciliani, che, fin da adolescente, decide diintraprendere insieme al migliore amico Joe la carrie-ra da gangster. Dopo due anni vissuti in guerra, Vitoviene congedato dall’esercito a causa di una ferita. Edè da questo momento in poi che l’avventura ha inizio:ad accoglierlo al suo ritorno ad Empire Bay ci pensaJoe, il quale nel frattempo aveva ingaggiato una seriedi affari con alcuni pezzi grossi, tra cui un certo Luca,boss di una delle famiglie più rispettate della città. Al primo impatto, il gameplay offre meccaniche tipi-che di un action, caratterizzate da coperture dinami-che, ormai divenute uno standard per il genere, e daritmi di gioco serrati, nel caso di intense sparatorie ofughe, o più lenti e ragionati nel caso di missioni ste-alth. In particolare, il team si è concentrato parecchiosulla fisica di gioco, basata tra l’altro sul motoreNVidia Physx, garantendo un’interazione con l’am-biente davvero realistica. Ma analizzando più a fondoil titolo 2K, ci rendiamo conto che Mafia II fonde piùgeneri complementari tra loro. A bordo di un veicolo,

la sensazione è davvero quella di guidare un mezzodell’epoca: ogni vettura è caratterizzata da una cilin-drata, un peso ed una tipologia specifica. Una stradabagnata o innevata ostacola più o meno pesantemen-te il controllo delle vetture, così come una ruota fora-ta o un motore leggermente danneggiato possonocompromettere un’eventuale fuga dalla polizia. Pensare a Mafia II, in realtà, equivale a pensare a treblocchi distinti tra loro: la guerra, il dopoguerra e ilsuccessivo boom economico degli Anni Cinquanta,notando pian piano come il cambio generazionaleabbia influenzato, per esempio, la moda, il mondodella musica e l’industria automobilistica. Dal punto di vista tecnico, il lavoro svolto da 2KCzech raggiunge vette qualitative impeccabili. Ottimasoprattutto la realizzazione del sistema di illuminazio-ne dinamica, complice di uno spessore visivo e dieffetti di rifrazione della luce tra i più riusciti di questagenerazione, in particolare su console. Ma cosa rendeunico Mafia II? Giocandolo, si capisce subito: il dop-piaggio. I toni spiccatamente siciliani che dominano idialoghi non solo divertono, ma funzionano in ognifrangente; la giusta cadenza delle parole, l’uso corret-to dell’accento e la continua variazione dei toni, deno-tano un lavoro certosino atto a valicare lo spessonetto divario qualitativo, in termini di localizzazioneitaliana, tra cinema e videogioco. Tirando le somme, Mafia II è un gioco senza uguali nelsuo genere, che riesce a fondere con una certa sem-plicità più elementi contemporaneamente. Se nonfosse stato per alcune imprecisioni narrative, comun-

que trascurabili, ed una purtroppo scarsa longevità, iltitolo 2K Czech avrebbe avuto un’occasione in più peraggiudicarsi la nomina di “Game of the Year”. Dettoquesto, siete avvisati: Mafia II rappresenta ad oggiun’occasione imperdibile, un assoluto omaggio aigrandi maestri del cinema italo-americano. Azioneesaltante, citazioni sopraffine, gameplay immediatoed impianto tecnico pressoché perfetto, bastano percominciare ad apprezzare il gioco. Il resto, natural-mente, sarete voi a scoprirlo.

Matteo Acitelliwww.cyberludus.com

VOTO: 9PRO:- DOPPIAGGIO- COLONNA SONORA - GRAFICACONTRO:

- LONGEVITÀ- LINEARITÀ

MAFIA IIARRIVA IL SEGUITO DEL GIOCO BOOMDEL LONTANO 1992

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