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1 IAS 36 - Riduzione durevole delle attività (Impairment of assets)

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IAS 36 - Riduzione durevole delle attività(Impairment of assets)

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INDICE• INTRODUZIONE

• L’EVOLUZIONE DELLO STANDARD

• OGGETTO E FINALITÀ DELLO STANDARD

• AMBITO DI APPLICAZIONE DELLO STANDARD

• IDENTIFICAZIONE DELLE PERDITE DUREVOLI

• RILEVAZIONE DELLE PERDITE DUREVOLI

• INFORMAZIONI INTEGRATIVE

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INTRODUZIONE

Al di fuori dei casi espressamente previsti, ogni l’entità deve valutare a ogni data di riferimento se esiste una indicazione che una attività possa aver subito una riduzione durevole di valore. Se esiste, deve stimare il valore recuperabile dell’attività

Statuizione dei principi di contabilizzazione relativi alla riduzione durevole di valoredelle attività;

Se il valore di una attività è maggiore del suo valore di recupero, si ha un “impairment”Il valore di recupero deve essere determinato (impairment test) e se del caso, l’attività è svalutata (impairment loss)Valore netto di vendita <> Valore d’uso

Trattamento contabile delle perdite di valori relative alle immobilizzazioni materiali di proprietà o in leasing, partecipazioni in imprese controllate, collegate e joint-ventures, attività immateriali e avviamentoacquisito a titolo oneroso.

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Ambito di applicazione

INTRODUZIONE

Attività individualiCGU

AvviamentoAttività centrali

Indizi di perdite durevoli

Trattamento contabile della svalutazione

Indizi del venire meno delle perdite di valore

T0

T1Trattamento contabile del

ripristino del valore

NET SELLING PRICEovvero

VALUE IN USE

Calcolo del valore recuperabile

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L’EVOLUZIONE DELLO STANDARD

Revisione dello IAS 3631 Marzo 2004

Effective Date dello IAS 36 (2004)1 Aprile 2004

Effective Date dello IAS 36 (1998)1 Luglio 1999

IAS 36, Impairment of AssetsGiugno 1998

Exposure Draft E55, Impairment of AssetsMaggio 1997

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Definire i principi che un’impresa deve seguire per assicurarsi che le proprie attività siano iscritte ad un valore non superiore al valore recuperabile ed individuazione delle informazioni integrative da fornire in

merito alle attività che hanno subito una riduzione durevole di valore

• definisce il concetto di valore recuperabile;

• identifica la circostanza di riduzione (perdita) durevole di valore;

• specifica quando un’impresa deve ripristinare una precedente perdita durevole di valore;

• prescrive le informazioni integrative da fornire in merito alle attività che hanno subito una perdita durevole di valore.

Per raggiungere tale obiettivo, lo IAS 36:

OGGETTO E FINALITÀ DELLO STANDARD

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AMBITO DI APPLICAZIONE DELLO STANDARD

Trattamento contabile delle perdite di valori relative ai seguenti beni (IAS 36.2): :

A partire dal 31.03.2004 (o in data precedente in caso di applicazione anticipata in congiunzione con l’IFRS 3 – business combinations)

• immobilizzazioni materiali di proprietà o in leasing

• partecipazioni in imprese controllate, collegate e joint-ventures

• attività immateriali

• avviamento acquisito a titolo oneroso

Lo IAS 36 si applica inoltre alle attività iscritte al fair value secondo le disposizioni previste da altri principi.

Se i costi di dismissione non sono irrilevanti, dopo che sono state applicate le disposizioni relative alla rivalutazione, deve trovare applicazione il presente principio per determinare se l’attività può avere subito

una perdita durevole di valore.

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Lo IAS 36 deve essere applicato alla riduzione durevole di valore di tutte le attività , ad eccezione delle seguenti :

• rimanenze (trattate dallo IAS 2)

• attività derivanti da commesse a lungo termine (trattate dallo IAS 11)

• attività per imposte differite (trattate dallo IAS 12)

• attività relative ai fondi pensione benefici per i dipendenti (trattate dallo IAS 19)

• attività relative a strumenti finanziari (trattate dallo IAS 39)

• investimenti immobiliari valutati al fair value (trattati dallo IAS 40)

• attività biologiche connesse all’attività agricola (trattate dallo IAS 41)

• costi di acquisizione differiti e attività immateriali derivanti dai diritti contrattuali dell’assicuratore – Ifrs 4

FATTISPECIE ESLUSE

AMBITO DI APPLICAZIONE DELLO STANDARD

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unità minima di aggregazione di beni ai fini della determinazione di flussi di cassa largamente indipendenti rispetto a quelli

generati da altri beni o gruppi di beni

Le disposizioni dello IAS 36 per la determinazione del valore recuperabile utilizzano il termine “attività”indifferentemente per:

i “beni facenti parte del patrimonio aziendale”

ATTIVITÀ INDIVIDUALIUNITÀ GENERATRICI DI FLUSSI

DI CASSA (CGU)

Impossibilità di determinazione del valore di recupero relativo al bene da sottoporre a

impairment test (IAS 36.67)

AMBITO DI APPLICAZIONE DELLO STANDARD

conservazione nel tempo della originaria allocazione dei beni alle singole CG Unit salvo necessità di rettifica da

motivare adeguatamente nelle note esplicative al bilancio

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CRITERI PER L’IDENTIFICAZIONE DELLE CGU

• presenza di mercato attivo di sbocco (anche intragruppo) dei prodotti o servizi realizzati attraverso l’utilizzo di un bene o gruppo di beni tale da generare flussi di cassa autonomi rispetto a quelli prodotti da altri gruppi di beni

• suddivisione in base agli strumenti utilizzati per il controllo interno

• per linea di prodotto

• per area geografica continentale, nazionale, regionale o provinciale

• per settore di attività

• per localizzazione dei singoli punti vendita (es. catena di supermarket)

Particolarità relative alle CGU intragruppo (in presenza di transfer prices) rettifica dei flussi di cassa da utilizzare per la determinazione del valore d’uso della CGU al fine di depurare gli effetti del transfer pricing

Esempi di CGU

AMBITO DI APPLICAZIONE DELLO STANDARD

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CRITERI PER LA DETERMINAZIONE DEL VALORE DI BILANCIO DELLA CGU

AMBITO DI APPLICAZIONE DELLO STANDARD

Coerenza rispetto alla determinazione dei flussi di cassa (IAS 36.75)

• Inclusione del valore di bilancio dei beni correlati ai flussi di cassa (pari ai margini operativi lordi) della CGU (IAS 36.76a)

• Esclusione delle passività già rilevate per opportuna coerenza con le modalità di attribuzione dei flussi di cassa alla CGU (IAS 36.76b)

• Inclusione di crediti e debiti (normalmente esclusi) del valore contabile della CGU solo se inclusi nel calcolo del suo valore di recupero (IAS 36.79

evitare disomogeneità fra i valori da confrontare (valore contabile sovra o sottostimato) e conseguenti errori di valutazione nell’impairment test

Eccezione (IAS 36.76a): inclusione nel valore contabile di passività già rilevate al momento della effettuazione dell’impairment test e correlate alla cessione della CGU (perchè parte integrante dei costi di cessione)

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IDENTIFICAZIONE DELLE PERDITE DUREVOLI

Il valore contabile del bene al netto del fondo ammortamento e di eventuali svalutazioni

Valore contabile(carrying value)

Valore potenziale del bene o della CGU in una transazione fra parti indipendenti consapevoli e disponibili

Valore equo(Fair value)

Il valore più alto tra il prezzo netto di vendita (presumibile valore realizzabile dall’alienazione NSP) e il valore d'uso (VIU) di una

attività dall’attività o dalla CGU.

Valore recuperabile(recoverable amount)

Ammontare ottenibile, al netto dei costi di dismissione, dalla vendita di una attività o dalla CGU in una libera transazione fra parti

consapevoli ed disponibili.Prezzo netto di vendita

Il valore attuale dei flussi finanziari futuri attesi suppone deriveranno dall'uso continuativo e dalla dismissione di una attività o dalla CGU

alla fine della sua vita utile.

Valore d'uso(value in use)

Eccedenza del valore contabile di un’attività rispetto al valore recuperabile

Non è sempre necessario determinare sia il prezzo netto di vendita di una attività sia il suo valore d’uso. Se uno dei due dati è superiore al valore contabile, infatti, non occorre stimare l’altro.

PERDITA DUREVOLE DI VALORE

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IL VALORE D’USO

I seguenti elementi devono essere considerati nella determinazione del valore d’uso:

• stima dei flussi finanziari futuri che l’entità prevede derivino dall’attività o dalla CGU (per utilizzo e/o cessione)

• aspettative in merito alla possibile variazione di tali flussi nel tempo

• valore temporale del denaro

• prezzo di assumersi l’incertezza implicita nell’attività

• altri fattoti (ad esempio la mancanza di liquidità)

IDENTIFICAZIONE DELLE PERDITE DUREVOLI

Valore attuale dei flussi di cassa attesi che si suppone deriverannodall’uso permanente e dalla dismissione di un’attività alla fine della sua vita utile

Se non c’è ragione di credere che il valore d’uso di un’attività sia sensibilmente superiore alsuo valore realizzabile, il valore recuperabile dell’attività può essere considerato pari al

valore realizzabile. Ad esempio: nel caso di attività destinate alla vendita

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Devono basarsi su presupposti ragionevoli e sostenibili “in grado di rappresentare la migliore stima effettuabile da parte della direzione aziendale di una serie di condizioni economiche che esisteranno lungo la

restante vita utile di una attività”

IL VALORE D’USO - LE PROIEZIONI DEI FLUSSI FINANZIARI

IDENTIFICAZIONE DELLE PERDITE DUREVOLI

• nella valuta in cui i flussi verranno generati;• riferimendosi ad un tasso di attualizzazione appropriato alla valuta .

La stima dei flussi finanziari netti in valuta va effettuata:

PROIEZIONI ANALITICHEDI FLUSSI DI CASSA (se si escludono piani di

ristrutturazione o miglioramento delle prestazioni aziendali)

FLUSSI DI CASSA MEDI ATTESInell’ipotesi di crescita stabile o calante nel tempo e comunque non superiore al tasso

di medio lungo-termine di crescita con riferimento a) ai prodotti, ai settori, alle aree geografiche di pertinenza dell’impresa b) al

mercato di utilizzo del bene

I PRIMI 5 ANNI RESIDUO PERIODO DI PREVISIONE

ORIZZONTE TEMPORALE

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IL VALORE D’USO - LE PROIEZIONI DEI FLUSSI FINANZIARI

IDENTIFICAZIONE DELLE PERDITE DUREVOLI

Composizione quantitativa dei flussi di cassa (IAS 36.39):

flussi operativi di cassa (M.O.L.) derivanti da utilizzo bene o gestione CG Unit-deflussi di cassa connessi a utilizzo bene o gestione CG Unit+Flussi di cassa netti (se presenti) derivanti dalla cessione del bene o della CG Unit al termine della vita utile (stima FV bene a quella data, IAS 36.52)

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IL VALORE D’USO - TASSO DI SCONTO DEI FLUSSI DI CASSA

IDENTIFICAZIONE DELLE PERDITE DUREVOLI

TASSO DI MERCATO AL LORDO DELLE

IMPOSTE composto da(IAS 36, §55):

1. Valore finanziario del tempo (per rendimenti risk-free)

2. Elementi di rischio specifici non considerati all’interno delle stime analitiche dei flussi di cassa (altrimenti calcolati 2 volte, IAS 36, §.56)

Modalità di stima del tasso (IAS 36, § 56):

a) tassi impliciti in operazioni di compravendita di beni simili a quello

b) costo medio ponderato del capitale relativo ad un’impresa quotata avente un bene o un gruppo di beni analoghi o simili per potenziale di servizi e profili di rischiosità a quello del bene oggetto di analisi

c) Modalità alternative in caso di indisponibilità di tassi di mercato

Coerenza fra flussi e tassi sia in relazione all’effetto inflattivo ed alla considerazione della dimensione fiscale e finanziaria (esclusione flussi relativi a gestione finanziaria e tributi)

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DETERMINAZIONE DEL PREZZO NETTO DI VENDITA

IDENTIFICAZIONE DELLE PERDITE DUREVOLI

• in presenza di un accordo vincolante di vendita il NSP coincide con il prezzo stabilito in un’operazione tra controparti indipendenti, al netto dei costi marginali direttamente imputabili alla dismissione del bene;

• nel caso di attività commercializzata in un mercato attivo il NSP solitamente coincide con il prezzo corrente d’offerta (bid price) al netto dei costi marginali direttamente imputabili alla vendita del bene. In sua mancanza è lecito fare riferimento, qualora nel frattempo non vi siano stati significativi cambiamenti sul mercato, al prezzo praticato più recentemente;

• in tutti gli altri casi non contemplati nei precedenti due punti é corretto assumere, come NSP, il prezzo che si origina all’interno di una transazione tra controparti consapevoli e disponibili (knowledgeable, willing parties). In tali casi, gli operatori, infatti, prenderanno a riferimento le transazioni che hanno avuto per oggetto assets simili nell’ambito dello stesso settore industriale.

In tutte le tre situazioni sopra esposte occorre assumereun valore al netto dei costi di dismissione.

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DETERMINAZIONE DEL FAIR VALUE

IDENTIFICAZIONE DELLE PERDITE DUREVOLI

Se l’attività non è commercializzata in un mercato attivo, può non essere possibile determinare il suo valore ottenibile dalla vendita tra parti indipendenti, consapevoli e disponibili

(knowledgeable, willing parties). Quando ciò non risulta possibile, per valore recuperabile di un’attività può essere assunto solo il suo

valore d’uso.

GERARCHIA

1. Prezzo di offerta vincolante (binding sale agreement) al netto dei costi di cessione direttamente imputabili (IAS 36.25)

2. in subordine (assenza di 1): prezzo su un mercato attivo al netto dei costi di cessione (IAS 36.26)

3. in ulteriore subordine (assenza di 1 o di 2): valore basato sulle migliori informazioniin merito al FV netto disponibili per l’impresa alla data di riferimento del bilancio (es. transazioni per beni analoghi nel medesimo settore di appartenenza)

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Ad ogni data di riferimento del bilancio per individuare i beni o le CG Unit per cui procedere all’esecuzione dell’impairment test di verifica delle perdite di valore

Peculiarità relative ai beni intangibili (IA) e all’avviamento

FREQUENZA E FINALITÀ DELLA VALUTAZIONE

IDENTIFICAZIONE DELLE PERDITE DUREVOLI

• IA a vita indefinita e IA in corso di realizzazione (IAS 36.10a) annuale riferito sempre alla stessa data a causa della elevata incertezza dei flussi di cassa ottenibili dal bene

• Avviamento acquisito tramite Business Combination (IAS 36.10b) annuale

• CGU senza allocazione di avviamento (IAS 36.88): all’atto della verifica delle situazioni di possibile perdita (triggering events)

• CGU con allocazione di avviamento (IAS 36.90): annuale

• CGU con allocazione di beni intangibili a vita indefinita (IAS 36.89): annuale

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TRIGGERING EVENTS

IDENTIFICAZIONE DELLE PERDITE DUREVOLI

Lo IAS 36 individua alcuni indizi che devono comunque essere presi in considerazione dall’impresa.

Se non esiste alcun indizio tra quelli elencati e tra quelli ulteriori individuati dall’impresa - l’impresa non ètenuta ad effettuare alcuna stima del valore recuperabile ….

…… l’elenco fornito dallo IAS 36 non è esaustivo ma integrabile attraverso altri elementi di fatto (IAS 36.13)

INDICATORI DI FONTE INFORMATIVA ESTERNA

INDICATORI DI FONTE INFORMATIVA INTERNA

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INDIZI (INDICATORI) DI FONTE INFORMATIVA ESTERNA

IDENTIFICAZIONE DELLE PERDITE DUREVOLI

• durante l’esercizio: diminuzione significativa del valore di mercato dell’attività, in misura maggiore rispetto alle previsioni connesse al passare del tempo ed all’uso normale;

• durante l’esercizio o nel prossimo futuro: variazioni significative con effetto negativonell’ambiente tecnologico, di mercato, economico nel quadro normativo

nel quale l’impresa opera o nel mercato al quale è rivolta l’attività;

• durante l’esercizio: aumento dei tassi di interesse di mercato o di altri indicatori rilevanti per la valorizzazione degli investimenti (ad es. premio per il rischio), in quanto tali aumenti:

• possono condizionare il tasso di attualizzazione utilizzato nel calcolo del valore d’uso; • e, conseguentemente, ridurre in maniera rilevante il valore recuperabile dell’attività;

• il valore contabile dell’attivo netto dell’impresa che redige il bilancio è superiore alla capitalizzazione del mercato.

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INDIZI (INDICATORI) DI FONTE INFORMATIVA INTERNA

IDENTIFICAZIONE DELLE PERDITE DUREVOLI

• risulta evidente l’obsolescenza o il deterioramento materiale di un’attività;

• durante l’esercizio si sono verificati – o si prevede si verifichino nel prossimo futuro – significativi cambiamenti, con effetto negativo sull’impresa, della misura o del modo in cui un’attività viene o verràutilizzata. Tali cambiamenti includono:

programmi di cessazione o ristrutturazione di un settore operativo;

programmi di dismissione di un’attività prima della data prevista;

• risulta evidente dall’informativa interna che l’andamento economico di un’attività è – o sarà – peggiore di quanto previsto.

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ULTERIORI INDIZI INDIVIDUABILI DALL’IMPRESA

IDENTIFICAZIONE DELLE PERDITE DUREVOLI

• flussi di cassa connessi all’acquisto di un’attività, o disponibilità liquide necessarie per rendere operativa o conservare un’attività, significativamente superiori a quelli

• preventivati;

• flussi di cassa netti, o risultati operativi derivanti dall’attività, che si rivelano significativamente inferiori a quelli preventivati;

• un significativo peggioramento della previsione dei flussi di cassa netti o del reddito operativo;

• la manifestazione di perdite operative o flussi di cassa negativi quando gli importi dell’esercizio sono aggregati a quelli degli esercizi successivi.

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RILEVAZIONE DELLE PERDITE DUREVOLI

Se in sede di calcolo del valore di recupero (maggiore fra value in use e FV netto)

Valore di iscrizione (1) > valore di recupero (2)

Determinazione di una perdita di valore (impairment loss) per la differenza (1) – (2)

DETERMINAZIONE DELLA PERDITA

PROBLEMATICHE DELL’IMPAIRMENT TEST RIFERITO ALLE CGU

Ripartizione del valore di bilancio dell’avviamento acquisito tramite Business combination fra le singole CG units (o fra i diversi gruppi di CG Units) beneficiarie delle sinergie derivanti dalla

operazione di concentrazione (IAS 36.80)

Modifica allocazione Goodwill a seguito di cessione parziale o a riassetto

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RILEVAZIONE DELLE PERDITE DUREVOLI

Imputazione a CE ad eccezione del caso (se esplicitamente richiesto da un principio IAS) di rilevazione di una passività pari alla differenza fra perdita di valore e valore di originaria iscrizione

PERDITA SUPERIORE AL VALORE DI ISCRIZIONE IN BILANCIO

• Imputazione a CE dell’ammontare della perdita

• Aggiustamento delle successive quote di ammortamento del bene per poter ripartire il nuovo valore contabile lungo la vita utile del cespite

TRATTAMENTO CONTABILE DELLA PERDITA

Perdita relativa a beni valutati con il REVALUATION MODEL

• Imputazione a decremento della riserva di rivalutazione fino a concorrenza della stessa

• Imputazione a CE dell’ammontare eccedente precedenti rivalutazioni

Perdita relativa a beni valutati al COSTO STORICO

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RILEVAZIONE DELLE PERDITE DUREVOLI

TRATTAMENTO CONTABILE DELLA PERDITA SU CGU

decremento valore di iscrizione del Goodwill eventualmente allocato alla

CGU

decremento proporzionale del valore di iscrizione degli altri beni relativi alla CG

Unit, per la parte residua

L’imputazione della perdita può avvenire secondo le seguenti modalità

Particolarità (IAS 36.105):

1. Limite massimo della ripartizione proporzionale perdita: tale da non determinare la riduzione del valore dei beni allocati alla CG Unit al di sotto del maggiore fra Fair value netto e value in usedei singoli beni (se determinabili)

2. Ripartizione perdita eccedente il limite sub -1: proporzionalmente sugli altri beni

3. Rilevazione di una passività per la perdita residua post-ripartizione sub-1 e 2 solo se richiesto da altri principi IAS (IAS 36.108)

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RIPRISTINI DELLE PERDITE DUREVOLI

REGOLA GENERALE (IAS 36.110 e 114)

Possibili solo per i beni tangibili ed intangibili soggetti a precedente impairment loss (diversidall’avviamento) in presenza di un Recoverable Amount derivante dalla stima superiore a quello

determinato in sede di impairment test

1. Variazione valore di recupero per effetto del passaggio dal FV netto al Value in use (e viceversa) quale base di misurazione dello stesso

2. Variazione valore di recupero basato sul value in use a causa di modifiche nell’am-montare e nella manifestazione dei flussi di cassa prospettici o nella determinazione del tasso di sconto

3. Variazione valore di recupero basato sul FV netto derivante da modifiche negli elementi alla base della stima del FV netto medesimo (es. incremento valore di mercato)

Cause del ripristino incremento effettivo dell’utilità o del FV netto del bene

Pari alla differenza fra il nuovo valore di recupero e il precedentEAmmontare del ripristino di valore

Fonti esterne ed interne di informazione simmetriche a quelle indicate per procedere all’esecuzione di un impairment test (IAS 36.12 e 36.14)

Informazioni rilevanti per procedere al ripristino (IAS 36.111)

Annuale, alla data di riferimento del bilanciPeriodicità della verifica (IAS 36.111)

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RIPRISTINI DELLE PERDITE DUREVOLI

TRATTAMENTO CONTABILE DEI RIPRISTINI DI VALORE

SU BENI DIVERSI DALL’AVVIAMENTO (IAS 36.117):

• Incremento del valore del bene per l’ammontare del ripristino

• Limite superiore della rettifica pari al valore di originaria iscrizione o al costo rivalutato precedentemente iscritto

• Imputazione della contropartita del ripristino (IAS 36.119):

3. Rettifica conseguente del piano di ammortamento

1. beni valutati al costo: a conto economico per l’ammontare totale2. beni valutati al costo rivalutato

• a conto economico per la quota della precedente svalutazione eccedente la riserva di rivalutazione

• a ricostituzione parziale o totale della riserva di rivalutazione per la parte del ripristino eccedente quella imputata a conto economico

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RIPRISTINI DELLE PERDITE DUREVOLI

TRATTAMENTO CONTABILE DEI RIPRISTINI DI VALORE

AVVIAMENTO (IAS 36.124)

Divieto assoluto di ripristino in successivi esercizi relativi all’avviamento

CG UNITS (IAS 36.122):

Allocazione proporzionale del ripristino ai beni CG Unit diversi dal Goodwill:

• ripristino pari alla differenza fra nuovo valore di recupero della CG Unit e precedente valore di iscrizione della CG Unit (escluso il valore dell’avviamento allocato)

• Limite superiore all’allocazione proporzionale sui singoli beni del ripristino di valore pari al minore fra il valore di recupero del bene e il valore di iscrizione determinato in assenza di svalutazione

• Ripartizione proporzionale dell’eccedenza di ripristino risultante dal punto 3.b sugli altri beni della CG Unit

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INFORMAZIONI INTEGRATIVE• Illustrazione analitica e giustificazione delle principali perdite e ripristini di valore rilevati nell’esercizio

con riferimento a beni singoli, avviamento e CG Units e giustificazione della modalità prescelta per la determinazione del recoverable amount (IAS 36.126 e 130)

• Descrizione dei criteri di identificazione delle CG Units (IAS 36.130d.i)

• Illustrazione e motivazione dei cambiamenti rilevanti nella composizione dei beni delle singole CG Units e degli effetti di ciò sulla determinazione del Recoverable amount (IAS 36.130d.iii)

• Trattamento contabile delle perdite e dei ripristini di valore rilevati nell’esercizio con riferimento alle quote imputate a conto economico - anche per settore di attività (IAS 14 – segment reporting) - e in stato patrimoniale (IAS 36. 129 e 130)

• Informazioni per classi di beni o di CG Unit interessate da rettifiche di valore conseguenti a perdite e ripristini non analiticamente illustrati (IAS 36.131)

• Motivazione della impossibilità di procedere all’allocazione entro i termini stabiliti dallo IAS 36.84 cioèentro la fine esercizio di effettuazione dell’acquisto (IAS 36. 1)

• Illustrazione delle quote di avviamento e di beni intangibili a vita indefinita ripartite sulle singole CG units o loro raggruppamenti (se rilevanti rispetto al valore totale dell’avviamento IAS 36. 134)

• Modalità di determinazione del valore di recupero con riferimento alle CG Units di cui al punto precedente e motivazione delle ipotesi principali alla base recoverable amount prescelto e analisi di sensitività di tale valore alla modifica delle ipotesi stesse (IAS 36. 134d-e-f)