Health Online - 20

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IL PERIODICO DI INFORMAZIONE SULLA SANITÀ INTEGRATIVA luglio/agosto 2017 - N°20 IN EVIDENZA LE SOCIETÀ DI MUTUO SOCCORSO IN ITALIA E IN EUROPA: UNA RICCHEZZA DA VALORIZZARE E TUTELARE. INTERVISTA ALL’ON. TOIA, EUROPARLAMENTARE WELFARE AZIENDALE MUTUALITÀ Cosa dice la normativa? Welfare aziendale e Pmi: il rapporto “Welfare Index Pmi” Come stanno andando i Flexible Benefit? Il valore delle SMS: in Italia valgono il 20% del mercato L’unione fa la forza? Harmonie Mutuelle e Mutua MBA a confronto SPECIALE WELFARE

Transcript of Health Online - 20

Il perIodIco dI InformazIone sulla sanItà IntegratIva

HEALTHluglio/agosto 2017 - n°20

In evIdenzale socIetà dI mutuo soccorso In ItalIa e In europa: una rIcchezza da valorIzzaree tutelare. IntervIsta all’on. toIa, europarlamentare

welfare azIendale

mutualItà

Cosa dice la normativa?

Welfare aziendale e Pmi: il rapporto

“Welfare Index Pmi”

Come stanno andando i Flexible Benefit?

Il valore delle SMS: in Italia valgono il 20%

del mercato

L’unione fa la forza? Harmonie Mutuelle e

Mutua MBA a confronto

specIale welfare

Nessuna distinzione per numero di componenti della famiglia

Nessuna distinzione di etàSussidi per Single o Nucleo famigliare

Detraibilità fiscale (Art. 15 TUIR)Nessuna disdetta all’associato

Durata del rapporto associativo illimitataSoci e non “numeri”

peRché AbbIAmo ScelTo mbA?

rimborso interventi

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alta diagnostica

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Mutua MBA è da sempre impegnata nell’assistenza sanitaria integrativa e rappresenta l’innovazione, il dinamismo e la qualità nella mutualità italiana ponendosi come “supplemento” alle carenze, ad oggi evidenti, del Servizio Sanitario Nazionale. Vanta un costante incremento del numero di Soci Promotori e propone numerose combinazioni assistenziali che offrono un’ampia gamma di prestazioni sanitarie a costi agevolati per oltre 350.000 assistiti, tra famiglie e nuclei.

Mutua MBA

Via di Santa cornelia, 9 - 00060 - Formello (Rm)Tel. +39 06 90198060 - Fax +39 06 61568364

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health onlIneperIodIco bImestrale dI

InformazIone sulla sanItà IntegratIva

anno 4° luglio/agosto 2017 - n°20

dIrettore responsabIlenicoletta mele

dIrettore edItorIaleIng. roberto anzanello

comItato dI redazIonealessandro brigato

mariachiara manopulogiulia riganelli

dIrezIone e proprIetàhealth Italia

via di santa cornelia, 900060 - formello (rm)

[email protected]

tutti i diritti sono riservati.nessuna parte può essere

riprodotta in alcun modo senza permesso scritto del direttore editoriale. articoli, notizie e recensioni firmati o siglati

esprimono soltanto l’opinione dell’autore e comportano di

conseguenza esclusivamente la sua responsabilità diretta.

IscrItto presso Il regIstro stampa del trIbunale dI tIvolIn. 2/2016 - diffusione telematican.3/2016 - diffusione cartacea

9 maggio 2016

ImpagInazIone e grafIcagiulia riganelli

ImmagInI fotolia

tiratura 102.003 copie

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HEALTH

Gli enti di sanità integrativa hanno ormai una lunga storia alle spalle, ultra centennale nel caso delle Società di Mutuo Soccorso, quasi cinquantennale nel caso delle Casse di Assistenza Sanitaria e oltre che ventennale nel caso dei Fondi Sanitari.

Una storia che è fondata, costruita, organizzata su alcuni concetti fondamentali quali il diritto costituzionale alla salute di ciascun individuo, il bisogno di assistenza sanitaria di tutti i cittadini, il concetto di mutualità ed il valore sociale della sanità integrativa.

Questo ha comportato, non solo a livello del nostro paese ma anche a livello europeo, la predisposizione, l’aggiornamento ed il continuo adeguamento di un quadro giuridico e fiscale che ormai si può ritenere articolato e completo e che differenzia in punto di diritto questi enti dalle aziende che operano nel settore della sanità integrativa, a qualsiasi titolo, come società a capitali privati.

Esiste quindi la cornice di un vero e proprio modello strutturale di sanità integrativa ma il quadro, anche se già oggi abbastanza ben fatto, va sicuramente ammodernato con un maggiore perfezionamento dei modelli di innovazione, dei percorsi di prevenzione e dei sistemi di promozione.

L’evoluzione tecnologica, l’ampliamento della scienza medica e le crescenti necessità sanitarie della popolazione richiedono a questi enti un ampliamento dei servizi offerti ai loro associati, un’intensificazione dei sistemi di prevenzione sanitaria e una maggiore prossimità ai loro aderenti.

Gli enti di sanità integrativa hanno il dovere, a nostro avviso, di implementare la logica di base dei loro servizi ricorrendo all’innovazione, che nel settore della sanità sta conoscendo uno sviluppo considerevole.

E’ sufficiente pensare alla possibile implementazione dei sistemi di medicina a distanza che, se utilizzati per gli oltre 10 milioni di cittadini che aderiscono già oggi a forme di sanità integrativa, consentiranno di fornire servizi medici ancora più efficaci agli aderenti, diminuendo il ricorso alla spesa sanitaria pubblica e l’impatto economico sui costi dello stato rendendo altresì sempre più efficiente il modello.

I Fondi Sanitari, le Casse di Assistenza e le Società Generali di Mutuo Soccorso, che ricordiamo essere gli unici enti legittimati a gestire programmi di sanità integrativa, debbono necessariamente accelerare nell’utilizzo di strumenti sanitari innovativi principalmente di medicina a distanza, che consentano a tutti i loro soci di usufruire della possibilità di ricevere assistenza sanitaria in tempo reali, con costi ridotti e con prestazioni qualitative.

Ma l’innovazione da sola non è sufficiente in quanto sono economicamente misurabili anche i vantaggi che deriverebbero al sistema paese se si agisse in campo sanitario maggiormente in termini di prevenzione piuttosto che dedicarsi quasi esclusivamente alla cura di patologie ormai acclarate.

Prevenire significa realizzare modelli comportamentali adeguati costruiti su stili di vita corretti, alimentazione sana, attività fisica coerente con le necessità di ogni soggetto e controlli periodici, al fine di permettere agli individui di evitare di compromettere la propria efficienza fisica intervenendo prima che il problema sanitario sia evidente e misurabile.

Anche in questo ambito gli enti di sanità integrativa devono implementare ulteriormente il loro operato rafforzando ancora di più i presidi dedicati alla prevenzione, fornendo maggiore consulenza ai loro associati, sviluppando ancora più intensamente i programmi di prevenzione che già oggi effettuano.

Ma innovazione e prevenzione non sono ancora sufficienti a completare il quadro se i cittadini non sono a conoscenza delle possibilità offerte dagli enti di sanità integrativa e dai nuovi modelli di welfare che il legislatore sta costantemente e correttamente incentivando.

Non c’è ancora piena consapevolezza nei cittadini italiani della grande opportunità fornita loro dalla sanità integrativa che, se gestita esclusivamente in una logica mutualistica, consente di integrare i servizi sanitari pubblici con prestazioni di elevata qualità permettendo, nel contempo, allo stato di dedicare le risorse economiche disponibili, e per evidenti ragioni non infinite, per le fasce economicamente più deboli della popolazione in un equilibrio sociale sostenibile.

Lo sviluppo costante e coerente di un secondo pilastro sanitario può proseguire se i Fondi Sanitari, le Società Generali di Mutuo Soccorso e le Casse di Assistenza Sanitaria incrementeranno ancora di più il loro impegno per rendersi ancora più prossime ai loro associati e per comunicare la loro capacità di assistenza sanitaria.

E’ necessario che questi enti intensifichino lo sforzo finalizzato a realizzare strutture sanitarie che operano in assistenza ai soci a livello locale per velocizzare l’accesso ai servizi.

E’ indispensabile che questi enti rafforzino la loro capacità di fornire spiegazioni agli associati dove il socio promotore della salute od il socio promotore mutualistico, che ricordiamo essere una figura professionale che nulla ha a che vedere con le professioni legate all’intermediazione assicurativa, creditizia o finanziaria, ove anzi è con queste giuridicamente compatibile, possa sempre più diffondere, sulla base dello spirito mutualistico, la possibilità di utilizzare prestazioni fornite da enti di sanità integrativa.

E’ opportuno anche che questi enti comunichino sempre di più ai loro soci ed ai cittadini tutti le prestazioni che offrono, i servizi che mettono a disposizione, i presidi che utilizzano affinché ogni azienda, ogni famiglia ed ogni individuo siano informati e consapevoli dell’opportunità di salvaguardia della loro salute fornita dagli enti di sanità integrativa.

Certamente ci sarà sempre chi, per interessi corporativi od economici, cercherà di mischiare le carte avocando pretese e diritti giuridicamente inconsistenti e socialmente inopportuni in un quadro legislativo, giuridico, economico, sociale e politico che è già oggi chiaro e definito, ma proprio per questo è indispensabile che gli enti di sanità integrativa proseguano con forza sulla strada intrapresa per compiere definitivamente un sistema di sanità integrativa moderno, adeguato alle esigenze dei cittadini, efficace, efficiente e socialmente utile, completando il quadro, con capacità di innovazione, attività di prevenzione e modelli di promozione indispensabili a garantire il diritto alla salute di ogni cittadino del nostro paese.

A cura di Roberto AnzanelloedItorIale

Innovare, prevenire e promuovere nella sanità integrativa

SoM

MA

RIo

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08

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Welfare aziendale e piccole imprese: il rapporto “WELFARE INdEx PMI”

MUtUALItà E WELFARE AzIENdALE, un rapporto in evoluzione

Aziende, famiglie, individui: SANItà INtEGRAtIvA E WELFARE sono SoLUzIoNI ottIMALI

Le SMS IN ItALIA E IN EURoPA: una ricchezza dA vALoRIzzARE E tUtELAREIntervista all’onorevole Patrizia toia, europarlamentare

In evIdenza

12Il valore delle SoCIEtà dI MUtUo SoCCoRSo: in Italia valgono il 20% dEL MERCAto

19Un MERCAto IN CRESCItA e soluzioni opportune: UNA SCELtA NECESSARIA

SoM

MA

RIo

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32

WELFARE AzIENdALE: cosa dice LA NoRMAtIvA?

Realtà e CoNFUSIoNE

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26

LE RICEttEdELLA SALUtE

L’unione fa la forza? Riflessioni sul FUtURo dELLE SoCIEtà dI MUtUo SoCCoRSo

23WELFARE AzIENdALE: come stanno andando I FLExIbLE bENEFIt?

SANITà

HEALtH tIpsSapevi che...

per mantenersi in forma è sufficiente dimenticarsi

dell’ascensore e fare una corsetta ogni volta che ci si trova di fronte a

una rampa di scale: bastano piccoli sprint di pochi secondi, ripetuti per un totale di mezz’ora alla settimana, per allenare

cuore e polmoni.

dopo l’estate è facile contare più capelli sulla spazzola o sul cuscino.

per un paio di mesi, può essere utile ricorrere a integratori che

contengono vitamine, oligoelementi e amminoacidi che rafforzano la struttura

del capello. Ma i capelli a fine estate tendono anche a spezzarsi: per rigenerarli

bisogna utilizzare prodotti specifici, come maschere e sieri, che contengono

aminoacidi della cheratina.

lo yoga combatte il mal di schiena, migliora la postura e aiuta a tenere a bada ansia e stress. pare che abbia anche benefici direttamente sull’umore: alcune ricerche negli anni ne hanno sottolineato infatti il potenziale come antidepressivo.

bere regolarmente acqua tiepida e limone alla mattina aiuta a ridurre

l’acidità del corpo, uno stato responsabile delle infiammazioni. Il limone aiuta ad eliminare l’acido urico nelle articolazioni, che è una delle principali

cause di infiammazioni dell’organismo.

È buona regola misurare la pressione due o tre volte al giorno: la rilevazione più importante è quella del primo mattino e di norma viene considerata come valore di riferimento. La fine della giornata, meglio prima di cena, è invece il momento più adatto per la seconda misurazione.

oltre a eliminare i liquidi in eccesso, i cetrioli sono “spazzini” dei dannosi radicali liberi poiché contengono sostanze antiossidanti, in particolare cucurbitina e pinoresinolo. sono anche ricchi di mucillagini, che hanno un effetto benefico sulla funzionalità intestinale e sul microbiota, facilitando l’eliminazione delle scorie.

lo zafferano contiene vitamina a, vitamine del gruppo b e vitamina e, minerali e due carotenoidi, la crocina e la crocetina. un mix di sostanze dall’effetto sedativo in grado di agire sul sistema nervoso centrale, attivando la sintesi di serotonina, il neurotrasmettitore del

buonumore che regola anche

qualità e durata del sonno.

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Aziende, famiglie, individui: sanità integrativa e welfare sono soluzioni ottimali

a cura diroberto anzanello

Articolo pubblicato suHealth Online n.17

Potremmo dire che ormai il puzzle si è completato: leggi,

norme, disposizioni, in alcuni casi ultracentenarie, in altri

ventennali ed in altri ancora emanate negli ultimissimi

anni, che regolano la sanità integrativa ed i sistemi di

welfare aziendale sono state composte in un quadro

di insieme che possiamo sicuramente definire più che

soddisfacente.

Ricordiamoci sempre che il modello sanitario italiano

è stato per decenni un sistema di riferimento mondiale

ed è opportuno constatare che l’evoluzione degli ultimi

dieci anni, peraltro elaborata nella stessa direzione da

governi bi, o meglio dire

tri partisan ha creato un

quadro d’insieme che

potrà anch’esso essere un

riferimento mondiale.

da un lato abbiamo

la sanità pubblica, il

primo pilastro, che si sta

riorganizzando e dove ci

si può oggi concentrare,

con il supporto di tutti, sul

recupero degli sprechi,

che pur ancora ci sono,

e sull’efficientamento del

sistema organizzativo, che

sta procedendo in maniera

spedita.

dall’altro lato abbiamo la sanità integrativa e sostitutiva,

il secondo pilastro, che può essere gestita esclusivamente

da Fondi Sanitari, Società Generali di Mutuo Soccorso e

Casse di Assistenza Sanitaria che, proprio per questo gode

di interessanti vantaggi fiscali e consente di sollevare

la sanità pubblica da oneri che non sarebbe in grado

altrimenti di sostenere.

Infine abbiamo la sanità privata, il terzo pilastro, erogata

tramite servizi sanitari a pagamento diretto o polizze

assicurative che è un ulteriore opportunità per chi può

permettersi di spendere senza badare ai costi.

Se il primo pilastro della sanità pubblica ha l’obiettivo di

garantire le fasce più deboli della popolazione e il terzo

della sanità privata ha lo scopo di offrire a pagamento

servizi sanitari per le fasce meno deboli risulta evidente

che l’adeguatezza del nuovo sistema sanitario italiano

passa per i Fondi Sanitari, le Società Generali di Mutuo

Soccorso e le Casse di Assistenza Sanitaria.

E qui è necessario sottolineare che, affinché sia adeguato,

il secondo pilastro, realizzato con il modello mutualistico

quindi senza scopo di lucro, presupponga un approccio

che permetta solo agli enti che lo seguono in termini di

principio assoluto di offrire ai propri associati una garanzia

di equità sociale ed economica.

è stato quindi indispensabile che questi enti si

organizzassero secondo

principi di efficienza

gestionale, con strutture

reali ed effettive e costituite

da specialisti, con processi

operativi informatizzati, con

personale professionalizzato,

con sistemi all’avanguardia

per offrire servizi di sanità

integrativa e sostitutiva

innovativi, interiorizzando e

facendo proprie le logiche

di servizio all’associato.

Perché l’associato non è un

cliente che ha comprato un

prodotto ma è parte stessa

integrante del sistema

sanitario integrativo, è un

individuo che si avvale di

servizi sanitari ed assistenziali che gli vengono erogati

dall’ente a cui ha aderito.

Molti Fondi Sanitari e molte Società di Mutuo Soccorso si

sono attrezzate per questo ed oggi il modello italiano di

sanità integrativa in molti casi funziona in modo adeguato,

è operativo nella sua completezza e ben regolamentato.

In questo contesto si inseriscono le norme per il welfare

aziendale, che ripensate in questi ultimi anni, danno

ulteriore forza alla sanità integrativa e sostitutiva di secondo

pilastro consentendo alle imprese ed ai dipendenti di

canalizzare risorse verso le coperture sanitarie di matrice

mutualistica con ulteriori vantaggi fiscali, economici ed

organizzativi.

sicuramente si tratta di un vantaggio di valore assoluto

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per le aziende in termini di gestione delle risorse umane,

fidelizzazione dei dipendenti e defiscalizzazione, di un

vantaggio significativo per i dipendenti e le loro famiglie

in termini di protezione sanitaria, risparmio fiscale e

economia famigliare e di un vantaggio importante per lo

stato in termini di welfare sociale, bilancio e organizzazione

sanitaria.

A questo punto è

solo necessario che

tutti i cittadini siano

o p p o r t u n a m e n t e

informati e

a d e g u a t a m e n t e

resi consapevoli

per consentire che

il modello si sviluppi

compiutamente con

grande soddisfazione

di tutti gli attori

coinvolti in termini di

diritto alla salute, diritto che, come ricordiamo sempre, è

costituzionalmente stabilito.

Anche in questo ambito qualcosa sta cambiando perché

le testate giornalistiche stanno affrontando il tema sempre

più spesso ed in modo sempre più preciso, il web consente

di veicolare sempre più le esperienze di successo, Health

online continua con impegno a diffondere informazioni,

il passa parola si sta rapidamente incrementando

con il supporto degli enti di sanità integrativa che

opportunamente, in alcuni casi, si sono organizzati

con figure professionali

a d e g u a t a m e n t e

formate, correttamente

regolamentate e

giuridicamente coerenti

che promuovono i loro

servizi mutualistici.

è quindi indispensabile

che ogni cittadino, ogni

famiglia, ogni dipendente,

ogni manager, ogni

imprenditore comprenda

appieno il valore sociale,

strategico, economico,

m o t i v a z i o n a l e ,

economico e fiscale dei sistemi di sanità integrativa e

sostitutiva e di quelli di welfare aziendale perché il puzzle

è chiaro, legiferato, organizzato, usufruibile e completo e

quindi è sufficiente, oltre che opportuno, aderire a questi

programmi per la salvaguardia della salute di tutti noi.

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ITALIA

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mutualità e welfare aziendale, un rapporto in evoluzione

a cura dimariachiara manopulo

Articolo pubblicato sul blog “La Voce di MBA”, marzo 2017

Lo scorso 14 febbraio, alla Camera dei deputati, è

stato presentato il libro di Elio bava e vito Caldarazzo

intitolato “La mutualità integrativa e assicurativa nell’area

odontoiatrica”; l’evento

ha rappresentato

un’occasione per

fare il punto sul ruolo

dell’assistenza sanitaria

integrativa così per come

si è andato delineando

negli ultimi anni e

analizzare le prospettive

per il futuro.

Il Servizio Sanitario

Nazionale non ha

più risorse sufficienti

per garantire a tutta

la popolazione adeguati servizi, in termini di cure e

assistenza. I profondi cambiamenti economici e sociali

degli ultimi anni hanno imposto una riflessione e un

ripensamento del sistema di welfare: sempre più occorre

pensare a modelli che possano sostenere l’arretramento

e il ridimensionamento del settore pubblico. tra il 2009

e il 2016 la spesa sanitaria del nostro Paese è rimasta

sostanzialmente invariata; a variare sono state però tante

altre cose: l’età media della popolazione si è alzata, si

calcola che nel 2050 più del 33% della popolazione sarà

over 65, e dobbiamo fare i conti anche con un grandissimo

numero di migranti. Insomma,

siamo di più e siamo più vecchi,

ma i soldi che lo stato mette per

la nostra salute e assistenza sono

sempre gli stessi. e chiaramente, il

sistema non è più sostenibile.

Parallelamente, è aumentata

la spesa privata – passata dai

31 miliardi del 2009 ai 36 del

2015 -, e molti cittadini hanno

deciso di rinunciare alle cure,

prevalentemente per motivi economici, ma anche per le

lunghe liste di attesa. è in questo contesto che la sanità

integrativa si sta facendo strada. è compito di quello

che viene comunemente chiamato “secondo pilastro”

contribuire a ridisegnare un sistema di welfare, efficiente,

di qualità e organizzato, che affianchi il Servizio Sanitario

Nazionale e che, oltre a garantire l’accesso alle cure,

permetta anche una corretta prevenzione. Attualmente,

solo una minima percentuale della spesa privata, out

of pocket, è intermediata da fondi o assicurazioni; da

questo punto di vista, l’Italia è indietro rispetto agli altri

Paesi europei. Una maggiore diffusione della mutualità

integrativa potrebbe quindi cambiare profondamente il

sistema e migliorare l’accesso alle cure.

Il concetto di mutualità, che trova la sua concreta

espressione nelle società di mutuo soccorso e nei fondi

sanitari, rappresenta una soluzione innovativa per la

popolazione italiana, e può trovare terra fertile anche

nelle politiche di welfare aziendale che sempre più

aziende hanno deciso di perseguire.

Anche nel nostro Paese è infatti in crescita l’uso del

welfare come strumento per migliorare il benessere e

la produttività dei dipendenti, attraverso benefit mirati

alla conciliazione vita-lavoro che hanno l’obiettivo di

accrescere il potere d’acquisto.

Che il tema sa sempre più importante è dimostrato anche

da una ricerca condotta da doxa – Edenred, secondo

cui l’89% delle aziende e il 62% dei dipendenti dà un

giudizio positivo sull’adozione di politiche di welfare.

Nelle grandi aziende la quota sale al 93%; tra le Pmi, il

78% considera il welfare un’opportunità e solo il 7% non lo

reputa utile. Il welfare aziendale rappresenta quindi una

grande opportunità, anche per permettere ai lavoratori,

attraverso forme di assistenza integrative, di coprire i costi

delle prestazioni sanitarie. La sanità integrativa è uno dei

benefit più apprezzati dai lavoratori: ad oggi quasi in 7

milioni beneficiano di assistenza,

ricorrendo il più delle volte ai

Fondi Sanitari Integrativi.

La mutualità dei lavoratori è un

elemento nuovo e innovativo

nella contrattazione, che nel

welfare può trovare quindi nuovi

sbocchi: è svincolato dalle rigide

logiche salariali, e considerati

anche gli aspetti contributivi e

fiscali, consente di assicurare ai

lavoratori sempre più servizi, senza differenze. di questo

ha parlato nel corso della presentazione Carlo de Masi,

segretario generale della Flaei Cisl: la mutualità integrativa

deve sopperire alle carenze del pubblico, anche grazie

a benefit finanziabili con la contrattazione. L’obiettivo

finale deve essere disegnare un nuovo sistema di welfare,

che venga incontro alle esigenze delle persone e che

garantisca a tutti cure, assistenza e salute.

L’allestimento museale è stato progettato per offrire al visitatore un quadro completo ed esaustivo sulla storia delle società di mutuo soccorso. Il percorso si apre con dei pannelli informativi che raccontano, in una sequenza cronologica, il fenomeno del mutualismo e continua con delle grandi teche espositive in cui è racchiusa una notevole varietà di materiale documentario, nonché un ragguardevole insieme di medaglie, spille, distintivi ed alcuni cimeli di notevole rarità, riconducibilli ad oltre duecentro tra enti e società di mutuo soccorso, con sedi in Italia e all’estero.

All’interno del museo è presente uno spazio multifunzionale nel

quale coesistono un archivio storico, una biblioteca e un centro

studi. Inoltre, è stato riservato uno spazio per ospitare ogni forma

d’arte: mostre, concerti di musica e rappresentazioni teatrali.

Previa prenotazione, ogni artista potrà esporre o esibirsi

gratuitamente all’interno dello spazio dedicato.

Il Museo del Mutuo Soccorso, nato dalla volontà di valorizzare la storia delle società di mutuo soccorso, si prefigge di salvaguardare e rendere fruibile al pubblico i beni attualmente in dotazione e di promuovere la conoscenza e la ricerca sul tema della mutualità. visitando il museo si ha la possibilità di conoscere da vicino le società di mutuo soccorso, le loro tradizioni e l’importanza sociale che hanno ricoperto nelle varie vicende storiche del nostro Paese.

La struttura accoglie i visitatori anche con visite guidate e per le scuole sono pensati percorsi e laboratori didattici tematici. Sono, inoltre, previste aperture straordinarie nelle quali sarà possibile visitare le mostre in corso, assistere agli spettacoli e partecipare ad eventi e attività didattiche

Apertura:dal lunedì al venerdì previa prenotazione

11.00 - 13.00 | 15.00 - 18.00 Ultimo ingresso 17.30 (ingresso libero)

Info e prenotazioni:+39 337 1590905

[email protected]

Indirizzo:Palasalute

via di Santa Cornelia, 900060 - Formello (RM)

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Il valore delle società di mutuo soccorso: in Italia valgono il 20% del mercatoIntervista a dragonetti, consigliere di amministrazione di MUtUA MbA

a cura dinicoletta mele

Articolo pubblicato suwww.healthonline.it, agosto 2017

Nel settore del welfare un ruolo importante oggi è

rappresentato dalle società di Mutuo Soccorso, una realtà

storica che offre un sostegno considerevole al cittadino in

termini di facilità di accesso alle prestazioni e ai servizi.

Negli anni, con il Servizio Sanitario Nazionale non più in

grado di garantire i servizi alla collettività e dove spesso alla

parola sanità si associa la parola costi, le società di Mutuo

Soccorso sono considerate un pilastro determinante per il

futuro della sanità italiana.

Qual è la loro diffusione in Europa?

dipende molto da come è organizzato lo Stato sociale

delle nazioni, ad esempio in Germania, Austria, Svezia,

belgio e Paesi bassi l’adesione alle mutue è obbligatoria

ed è attraverso di loro che viene gestito il sistema sanitario

nazionale. In Francia, Lussemburgo e danimarca invece

le mutue hanno il compito di integrare la copertura

garantita dallo Stato. In Irlanda e nel Regno Unito

rappresentano delle alternative al regime tradizionale. la

quota di mercato del settore mutualistico varia di stato in

Stato ed è l’Austria in cima alla classifica con oltre il 60%,

l’Italia si colloca poco sopra il 20%. Secondo la ricerca

realizzata dall’osservatorio sull’impresa sociale Isnet, nel

nostro Paese ci sono 1.114 società di Mutuo Soccorso

(Soms), di cui solo 509 sono attive e il 9% di queste si dedica

esclusivamente ad attività socio-sanitarie. In quanto a

dimensioni, il 55% delle società sono piccole, con meno

di 200 soci, mentre quelle con oltre 5.000 soci sono il 3,5%.

tra le grandi si colloca Mutua Mba, con oltre 350.000

assistiti. I piani assistenziali di Mutua Mba rappresentano

12

13

un vero e proprio servizio di Sanità integrativa

e sono destinati a migliorare la qualità di

vita degli associati. Mutua Mba garantisce

la crescita della corretta informazione, della

cultura della mutualità e della prevenzione.

Una delle caratteristiche della mutua è

quella di essere sempre in prima linea sul

campo dell’innovazione dei servizi e attenta

alla prevenzione. “La capacità di innovare

i servizi e di comunicarli è una nostra

grande caratteristica”. Le parole di luciano

dragonetti, consigliere di amministrazione di mutua mba.

tutto questo è reso possibile grazie anche alla presenza

continua e costante su tutto il territorio nazionale dei

soci Promotori mutualistici. Il promotore mutualistico è

una figura importante e nuova: oltre ad essere socio e

avere diritto ai sussidi assistenziali della mutua, promuove

i contatti con potenziali nuovi soci, al fine di aumentare la

crescita della mutua.

Grazie alla collaborazione con Health Italia S.p.A., c’è una

formazione di alto livello dei soci promotori che permette

una continua e aggiornata informazione sui servizi

sanitari erogati dal pubblico e le diverse combinazioni

assistenziali alle quali è possibile accedere per la tutela

della salute. E non solo.

Mutua Mba si avvale anche

della collaborazione di

CoopSalute, l’unica centrale

salute cooperativa in Italia

con oltre 2000 strutture

sanitarie convenzionate ed

oltre 15.000 professionisti

associati.

“Il nostro obiettivo - ha detto

dragonetti - è quello di

costruire una nuova forma

di Welfare non sostitutivo

ma integrativo al Sistema

Nazionale, con servizi più

vicini ai bisogni dei cittadini,

risposte veloci e chiare e costi sostenibili”. Insomma, una

sorta di welfare evoluto fatto da privati per privati con

logiche di maggiore efficienza. Mutua Mba pone sempre

al centro della sua attività la salute e il benessere delle

persone ed è infatti molto importante il coinvolgimento

dei soci nella mutua. “Per noi - ha continuato - è essenziale

la partecipazione delle persone, ogni socio è per mutua

mba una reale risorsa”.

è con la tessera associativa di Mutua MbA, una vera

e propria carta d’identità del socio, inviata ad ogni

associato che ne fa domanda, che si può aderire non solo

ai sussidi base ma anche ai molteplici piani assistenziali.

La card è quindi uno strumento, che richiama

valori come appartenenza e utilità al tempo

stesso.

“tra i numerosi vantaggi di associarsi - ha

spiegato dragonetti - c’è quello che non si

hanno costi associativi per età o per numero

di componenti di un nucleo familiare. Inoltre,

non vi sono discriminazioni per stato sociale,

lavorativo o per sesso, c’è il riconoscimento

della coppia di fatto e anche l’inclusione

nella copertura dei figli oltre 26 anni affetti da gravi

disabilità. tutti possono diventare soci di Mutua Mba,

senza alcun limite di età e nel rispetto del principio della

porta aperta”.

Mba si è sempre distinta nel panorama delle società

di Mutuo Soccorso, per l’innovazione dei sussidi,

creati appositamente per rispondere alle esigenze

dell’associato, e per l’attenzione alla prevenzione,

con il check-up personalizzato, l’home test (è un kit di

prevenzione semplice, efficace e certificato, inviato

agli associati al momento della adesione alla copertura

sanitaria) e l’innovativo servizio di accesso agevolato alla

conservazione delle cellule

staminali, importante per

comprendere il modello

etico e sociale che guida le

azioni della società di Mutuo

Soccorso.

Fanno parte dell’offerta

mutualistica prestazioni

come: grandi interventi

chirurgici, alta diagnostica,

visite specialistiche, esami

strumentali, rimborso ticket,

prestazioni odontoiatriche e

oculistiche. Inoltre è previsto

un contributo per i casi di

non autosufficienza.

Un altro fattore molto importante da non sottovalutare

è che Mutua Mba beneficia dei vantaggi fiscali, “un

risparmio del 19% - ha concluso dragonetti - quindi un

bel po’ per le tasche delle famiglie. Inoltre, Mutua Mba

non applica la disdetta al singolo associato, caratteristica

invece diffusa tra le compagnie di assicurazione che

operano ai fini lucrativi”.

Mutua Mba ha un’attività dinamica che gli permette di

essere presente su tutto il territorio nazionale e attenta alle

più importanti esigenze dell’associato.

E come ha affermato dragonetti, “fare mutualità è anche

vivere la comunità”.

Presentano

Diventa un associato e cambia adesso il tuo futuro,

richiedi la consulenza di un promotore!

www.garanziasalute.it [email protected]

Il Fondo Garanzia Salute nasce nell’ottica di offrire un servizio in linea con i principi cardine cui si ispira una Società di Mutuo Soccorso, la solidarietà e la cooperazione, che riconoscono

nella sanità integrativa l’unica forma di assistenza concreta e sostenibile che opera senza scopo di lucro.

La volontà di diffondere il più possibile il principio di prevenzione ha spinto Mutua MBA ad affidarsi a Radio Radio, emittente radiofonica romana che sin dalla sua nascita si è caratterizzata come talk radio, ed elaborare per gli ascoltatori un’offerta di 9 sussidi:

Pop, Rock, Techno e Dance dedicati agli under 65, Jazz, Classica, Blues, Country e Folk per gli over 65.

La sanità d’eccellenza per le

famiglie di Radio Radio!

15

Il welfare trova spazi sempre più ristretti nel bilancio dello

Stato. Ed ecco che si sta facendo largo il welfare aziendale,

sempre più diffuso non solo nelle grandi realtà ma anche tra

le piccole e medie imprese.

A dirlo sono i dati del Rapporto 2017 “Welfare Index

Pmi”, promosso da Generali e presentato a Roma, con

la partecipazione di rappresentanti di Confindustria,

Confartigianato e Confagricoltura, oltre che del ministro del

Lavoro, Giuliano Poletti.

La ricerca è stata condotta su un

campione di 3.422 piccole e medie

imprese, rappresentative di cinque

settori produttivi (industria, commercio

e servizi, agricoltura, artigianato,

studi e servizi professionali, più il terzo

settore.) con almeno 6 dipendenti,

con l’obiettivo di monitorare la

crescita del welfare aziendale nel

2016 nei principali settori produttivi.

Sono state considerate dodici aree di

azione: previdenza integrativa, sanità

integrativa, servizi di assistenza, polizze

assicurative, conciliazione vita-lavoro, sostegno economico,

formazione, cultura e tempo libero, sostegno ai soggetti

deboli, sicurezza e prevenzione, welfare allargato al territorio

e alle comunità.

tra le iniziative preferite troviamo la sanità integrativa – il 47%

delle imprese quest’anno ha realizzato almeno una iniziativa,

nel 2016 solo il 39% – seguita da azioni per migliorare la

conciliazione vita privata/lavoro (con orari flessibili, ed una

estensione ai congedi di maternità e paternità), e incentivi

e iniziative per il tempo libero.

è importante considerare che quando lo studio è stato

realizzato, alla fine dello scorso anno, non erano ancora

in vigore i nuovi incentivi previsti dalla Legge di Stabilità

2016 sui premi di produttività pagati sotto forma di welfare.

Nonostante questo, le

piccole e medie imprese

quindi si stanno dimostrando

– gradualmente – sempre

più attente al benessere dei

dipendenti.

non ci sono grandi differenze

tra nord e sud, ma resta

un divario tra le realtà più

piccole e le grandi imprese:

per quanto riguarda la sanità

integrativa, ad esempio, si passa dal 23,7% delle imprese

con meno di 10 dipendenti, fino al 72,4% in quelle dai 100 ai

250 dipendenti. Questo è probabilmente dovuto sia ad una

mancanza di risorse che di competenze interne, è difficile

strutturare iniziative di welfare su una popolazione minima di

lavoratori. Ma la strada per una diffusione sempre maggiore

di questa realtà sembra ormai tracciata e in discesa.

Le protagoniste della crescita sono state le imprese già

attive, che avevano avviato piani di welfare aziendale già

negli anni precedenti. Le imprese

molto attive, che attuano iniziative

in almeno sei aree, sono quasi

raddoppiate: 18,3% del totale rispetto

al 9,8% dello scorso anno.

Il 40% delle pmi è attivo in almeno

quattro aree di welfare aziendale; il 58%

in tre. “Fondamentale importanza” è

rivestita dalla previdenza integrativa:

quattro imprese su dieci hanno

previsto misure volte ad integrare la

pensione del personale.

Il rispetto e la conciliazione delle esigenze di imprese,

lavoratori e territori, nella speranza di continuare ad avere

il sostegno del governo, come del resto è stato promesso

dal ministro Poletti: “abbiamo intenzione di continuare a

sostenere lo sviluppo e la crescita del welfare aziendale”, ha

ribadito. Manca però forse un po’ di informazione: solo due

aziende su dieci infatti conoscono precisamente le regole e

gli incentivi del welfare aziendale.

I fattori chiave per la futura crescita del welfare nelle

piccole e medie imprese italiane sono quindi la conoscenza

delle norme, degli incentivi e degli strumenti del welfare

aziendale, come i flexible benefit, insieme alla possibilità di

aggregarsi in rete di impresa.

Il 50,7% delle aziende coinvolte nello studio ha dichiarato

di avere adottato misure di welfare per migliorare il clima

aziendale e il benessere del

personale, mentre per il 16%

l’obiettivo era la fidelizzazione

all’azienda e il miglioramento

della produttività. Il 71%

delle realtà ha dichiarato

di avere già ottenuto buoni

risultati e di attendersi ulteriori

miglioramenti nel lungo

periodo.

a cura dimariachiara manopuloArticolo pubblicato suwww.healthonline.it, marzo 2017

Welfare aziendale e piccole imprese: il rapporto “welfare

Index pmi”

16

Le sms in Italia e in europa: una ricchezza da valorizzaree tutelareIntervista all’onorevole Patrizia toia, europarlamentare

a cura dinicoletta mele

Articolo pubblicato suwww.healthonline.it, luglio 2017

Crescita e innovazione, con queste due parole l’onorevole

Patrizia Toia, eurodeputata eletta tra le file Pd dal 2004,

descrive il settore del mutualismo e del welfare in un

articolo apparso sulla rivista valori.

In un’epoca in cui il sistema di welfare pubblico non è più

in grado di andare incontro alle necessità delle persone, le

società di mutuo soccorso, la più antica forma di assistenza

e di tutela di lavoratori e cittadini, in Italia e in Europa

rappresentano una ricchezza da tutelare e valorizzare.

Una risorsa su cui però, c’è poca consapevolezza, e che

ancora non è pienamente riconosciuta a livello normativo.

Nell’Unione Europea le mutue offrono servizi sociali e

sanitari a 230 milioni di cittadini, con 180 miliardi di euro di

quote associative.

Cosa si fa in Europa per tutelare le

società di Mutuo Soccorso?

Health online l’ha chiesto all’onorevole

Patrizia toia, da anni al Parlamento

europeo che, con altri parlamentari

di tutti i Paesi e di diversi orientamenti

politici, lavora nell’Intergruppo per

l’Economia Sociale.

“A bruxelles - ha detto - si stanno studiando varie ipotesi

normative per valorizzare le diverse esperienze europee e

per andare verso una armonizzazione dei sistemi mutualistici

pubblici e privati”.

La crisi economica e finanziaria dal 2008 ha imposto un

ripensamento dei sistemi di welfare. Secondo lei, in questo

contesto, in che modo le mutue possono giocare un ruolo

di primo piano nella costruzione del nuovo welfare?

“La crisi finanziaria ha imposto un ripensamento di tutto

il rapporto tra capitale pubblico e capitale privato, tra

cui i sistemi di welfare occupano un posto di centrale

importanza. I vincoli imposti dalle esigenze di risanamento

dei conti pubblici, e allo stesso tempo le enormi masse

valutarie a disposizioni sui mercati privati, hanno convinto

i vertici europei a sperimentare nuove forme di iniziative

pubblico-private, come ad esempio il piano Juncker per

gli investimenti, in cui le risorse pubbliche sono utilizzate

solo come garanzie per permettere di mobilitare i capitali

privati sui vari progetti. Analogamente sono state rivalutate

tutte quelle esperienze di investimenti a impatto sociale e

di tradizioni privatistiche che svolgono un importante ruolo

pubblico come la società di mutuo soccorso italiane”.

In Italia le Società di Mutuo Soccorso rappresentano una

realtà in crescita ed un’alternativa al Sistema Sanitario

Nazionale, si caratterizzano anche per lo svolgimento di

attività sanitarie integrative del SSN, garantendo forme di

tutela importanti e risposte personalizzate ai bisogni dei

cittadini.

Gli altri Paesi dell’Unione come si pongono nei confronti

delle società di Mutuo Soccorso? è un tema particolarmente

importante e sentito come in Italia?

“ogni Paese europeo ha tradizioni e

normative differenti, quindi è difficile

fare paralleli. In europa è sicuramente

la gran bretagna il paese che è più

all’avanguardia nella sperimentazione

di capitali privati per integrare il welfare

pubblico, mentre i paesi nordici sono

quelli con i sistemi di welfare più

avanzati, anche se prevalentemente

a capitale pubblico, da cui possiamo

imparare tanto”.

Ha curato il rapporto di Iniziativa sull’Economia sociale

di mercato per un maggiore riconoscimento culturale e

giuridico di tutte le realtà del mondo associativo. Cosa

prevede il rapporto? Quali sono i punti principali e gli

obiettivi?

“In quella relazione abbiamo posto per la prima volta

l’esigenza di un riconoscimento formale del concetto di

economia sociale, che è la premessa di qualsiasi percorso

legislativo, così come quella del riconoscimento giuridico

delle associazioni, delle mutue e delle fondazioni. Inoltre

nel testo si avanzano una serie di proposte per proteggere

e valorizzare il lavoro di tutto quel vasto mondo che

rientra nella definizione di ‘economia sociale’. Da allora

molti di quei concetti hanno fatto molta strada e alcuni

oramai fanno parte delle politiche e delle proposte della

Commissione europea, che lo scorso aprile ha presentato il

‘pilastro europeo dei diritti sociali’”.

Insieme ad altri europarlamentari fa parte delI’Intergruppo

per L’Economia Sociale. In cosa consiste il vostro lavoro e

quali sono gli argomenti sui quali vi confrontate?

17

“Con i colleghi portiamo avanti un lavoro che è molto simile

a quello delle diverse commissioni parlamentari con cui

viene suddiviso e organizzato il lavoro dell’Europarlamento.

Il problema è che esiste ad esempio la commissione

Libertà civili, quella Occupazione ma niente di specifico

sull’economia sociale. Per questo con i colleghi degli

altri Paesi e degli altri gruppi politici abbiamo deciso di

riprendere i lavori di questo Intergruppo, organizzando

eventi e invitando a bruxelles e a

Strasburgo i protagonisti in grado

di illustrarci le migliori pratiche

nel settore e mettiamo a punto

proposte incontrando i commissari e

gli esperti nazionali”.

Negli anni, grazie al vostro lavoro

e impegno sono stati raggiunti dei

risultati: nel 2013 avete approvato

una risoluzione per chiedere

alla Commissione Europea di

presentare delle proposte legislative

per permettere alle mutue di

operare su scala continentale e

transfrontaliera…

“Il mercato unico dell’Unione Europea è oramai una realtà

consolidata. I cittadini europei sono liberi di spostarsi, di

lavorare e di vivere in qualsiasi paese ue, quindi in questi

anni si sta facendo un grande lavoro per aggiornare

migliaia di normative nazionali e adeguarle a questa nuova

realtà, così come è stato fatto per la tessera sanitaria e per

la possibilità di avvalersi dei sistemi sanitari di tutti i Paesi

Ue”.

Si parla anche di promuovere uno statuto della mutua

europea. Cosa è stato fatto in concreto su questo? Se ne

discute, sono state presentate già delle proposte?

“La proposta di uno statuto della

mutua europea è in discussione da

un po’ di tempo ed è stata pure fatta

una valutazione. Gli esperti hanno

confermato che uno statuto di questo

genere darebbe visibilità al mutualismo

e ne diffonderebbe il concetto in tutta

l’Unione europea, migliorando così il

benessere economico attraverso un

modello societario più democratico e

flessibile, consentirebbe economie di

scala e favorirebbe l’attuazione efficace

del mercato unico, migliorando i servizi

transfrontalieri e fornendo un regime per il

raggruppamento delle mutue, offrirebbe

una maggiore certezza giuridica alle mutue, ai cittadini

e agli operatori economici, i quali beneficerebbero di un

insieme di norme omogeneo e uniforme, abbattendo

i costi e, infine, contribuirebbe a promuovere una sana

economia sociale”.

In Italia, negli anni, la crisi dello stato sociale e i tagli alla

spesa pubblica, ai livelli più bassi di altri Paesi Europei,

hanno provocato una diminuzione

degli investimenti destinati alla

sanità pubblica, generando così

un’insufficienza di erogazione di

servizi e prestazioni per i cittadini.

In questo contesto, si colloca

la Sanità Integrativa realtà ben

radicata nel nostro Paese. Secondo

i dati dell’oCPS, osservatorio

Consumi Privati in Sanità di SdA

bocconi School of Management, la

spesa sanitaria intermediata dalle

varie forme di sanità integrativa

ammonterebbe in Italia a circa 4,4

miliardi di euro, su circa 33 miliardi di

spesa sanitaria privata e circa 112 miliardi di spesa sanitaria

pubblica. Un fenomeno in espansione, che interessa già

oggi più di 10 milioni di persone.

stando agli ultimi dati, il 57,1% degli italiani è a favore del

cosiddetto “secondo pilastro” e in 26,5 milioni si dicono

pronti a sottoscrivere una polizza sanitaria o ad aderire a

un fondo sanitario integrativo.

Cosa potrebbe significare per i Paesi come l’Italia lo statuto

della mutua europea?

“Per l’Italia significherebbe dare certezze giuridiche e una

prospettiva futura alle società di mutuo soccorso. Per gli

italiani significherebbe poter contare su un’offerta migliore

e più ampia”.

In evIdenza

1818

dalle colonne del nostro periodico affrontiamo, con la

massima chiarezza da sempre i temi inerenti la sanità

con la ferma convinzione che la salute sia il primo dovere

di ciascuno di noi e verso i nostri cari e un diritto sancito

costituzionalmente e ci sembra opportuno quindi fare

il punto della situazione per comprendere bene cosa

dobbiamo fare tutti insieme.

Nel 2016 la spesa complessiva che in Italia è stata utilizzata

per la sanità ha raggiunto, secondo le più recenti stime,

149 miliardi di euro, dei quali 113 circa di spesa pubblica

e poco più di 36 di spesa out of pocket.

La spesa pubblica ha raggiunto un livello che, se correlato

alla situazione economica generale e del paese,

difficilmente potrà essere incrementato di molto e che,

comunque, a fronte di qualsiasi incremento difficilmente

potrà soddisfare le necessità sanitarie di ogni cittadino,

fermi restando gli attuali indici di invecchiamento della

popolazione, di ampliamento della scienza medica e di

sviluppo delle tecnologie sanitarie.

da una recente analisi risulterebbe che, se fossero

efficientata la gestione, reso più efficace il modello,

razionalizzate le procedure, governate meglio le forniture

ed evitati gli sprechi, degli attuali 113 miliardi di euro spesi

per la sanità pubblica ben 22 miliardi potrebbero essere

meglio finalizzati alle cure ed alla prevenzione.

a cura diroberto anzanelloArticolo pubblicato suHealth Online n.19

Un mercato in crescita e soluzioni opportune: una

scelta necessaria

19

20

Al di là di comprendere la validità economica dei

parametri stimati quello che ci preme sottolineare è che

la spesa sanitaria pubblica richiede oggi indispensabili

ed opportuni interventi mirati a garantire una maggiore

efficienza, rimanendo però fermo il concetto che la

valutazione degli indici sulla vita media e sulla crescita

della scienza medica impongono la scelta obbligata di

indirizzare questo denaro verso le fasce più deboli della

popolazione, essendo impossibile incrementare in modo

sensibile l’esborso dello stato

ed essendo impossibile che tale

esborso sia sufficiente a consentire

cure complete a tutti.

di controverso la spesa privata

cresce in maniera sostenuta e

la tendenza statistica ci indica

che crescerà necessariamente in

questo modo per oltre 10 ulteriori

anni, ma i dati ci dicono che viene

utilizzata non in maniera corretta.

Infatti degli oltre 36 miliardi di euro

che gli italiani spendono per la

propria salute solo 4,5 miliardi sono intermediati e di questi

solo 2,5 miliardi sono intermediati da forme di sanità

integrativa mentre altri 2 miliardi sono intermediati dalla

sanità privata.

Si può quindi ragionevolmente sostenere che il mercato

della sanità integrativa sarà un mercato in forte crescita

per almeno i prossimi 10 anni con evoluzioni sempre

più marcate mano a mano che sempre più aziende e

cittadini comprenderanno che la soluzione per la salute

di dipendenti ed individui sta nella sanità integrativa.

La sanita integrativa, che viene gestita dagli enti a questo

dedicati quali Fondi Sanitari, Società di Mutuo Soccorso

e Casse di Assistenza Sanitaria, che ricordiamo essere

enti senza scopo di lucro governati dalle complete ed

articolate legge vigenti, si sta intensamente rinnovando

in termini sia di qualità dei servizi offerti che di modalità di

erogazione delle prestazioni e sarà in grado di soddisfare

le necessità sanitarie di sempre più ampie fasce della

popolazione, oltre i circa 9 milioni di associati che oggi già

ne usufruiscono, mano a mano che sempre più cittadini

vorranno usufruire di questa soluzione, che essendo

basata sul concetto di mutualità consente di massimizzare

l’efficienza maggiore è il numero degli aderenti.

diventa quindi sempre più vero il fatto che la sanità

integrativa, gestita dagli enti che la legge disciplina

essere dedicati a questo, non è una forzatura del sistema

ma una scelta opportuna che consente di ottenere un

corretto equilibrio tra spesa pubblica, diritti dei cittadini

ed equità sociale.

Con questi dati che confermano quello che sosteniamo

da tempo la strada è già tracciata e dobbiamo tutti essere

consapevoli che non si tratta di valutare delle possibili

opzioni ma di seguire con determinazione una scelta

strategica che appare ogni giorno sempre più necessaria:

l’efficientamento della sanità pubblica e l’ampliamento

della sanità integrativa dovrebbero

diventare uno modus operandi che

ciascun governante, ogni politico,

tutti i cittadini e qualsiasi azienda

dovrebbe fare proprio.

Solo in questo modo daremo corpo

al nostro dovere verso la salute

di ciascuno di noi ed al diritto

costituzionale ad una buona salute

per ognuno, creando un mercato

della sanità sano ed in crescita

con soluzioni opportune di sanità

pubblica e di sanità integrativa.

Una scelta opportuna per operare la quale è sufficiente

che ognuno faccia la propria parte con buona pace

di coloro che per interessi economici, corporativi o di

settore tentano di confondere le acque a dispetto di una

chiarezza che è espressa dai numeri, dalla logica, dalle

leggi e dai diritti sociali.

21

Caritas della ParroCChia di san lorenzo Martire

la Fondazione ha elaborato un sussidio sanitario che consente la copertura di spese per medicinali e spese mediche che il servizio sanitario nazionale non copre

adeguatamente. in questo modo i costi medici sostenuti dalle

famiglie sono alleggeriti e le stesse famiglie sono stimolate a curare e

preservare la loro salute!

Museo del Mutuo soCCorso

la Fondazione ha ereditato da MBa la collezione del Museo del Mutuo

soccorso; il museo, nato con la volontà di raccogliere significative testimonianze sulla storia del movimento mutualistico dal 1886 ad oggi, si prefigge da un lato

di salvaguardare e rendere fruibile al pubblico i beni attualmente in dotazione e dall’altro di promuovere la conoscenza e

la ricerca sul tema della Mutualità.

la Fondazione Basis, costituita per iniziativa congiunta di Mutua MBa, health italia e Coopsalute, insieme di realtà impegnate nel sociale e operanti primariamente nel settore della sanità integrativa, si propone di svolgere le proprie attività nei settori dell’assistenza socio-sanitaria, nella promozione e nella gestione di servizi educativi, culturali, sportivi e ricreativi, nella istituzione di borse di studio ed iniziative volte a migliorare e gratificare l’esperienza didattica, avvalendosi di strutture ricettive e servizi di accoglienza per giovani e per studenti.

Fondazione Basis | Via di santa Cornelia, 9 | 00060 | Formello (rM) | www.fondazionebasis.org | [email protected]

supportarefavorire

promuovereUn servizio dedicato alle realtà che costituiscono espressione della Società Civile!

tra le varie attività, la Fondazione Basis si è dedicata a:

22

Siamo una delle più grandi realtà nel panorama della Sanità Integrativa e lo dobbiamo al lavoro, alla passione e alla professionalità che mettiamo in ogni sfida che dobbiamo affrontare.Siamo impegnati nella ricerca costante di nuovi traguardi da raggiungere, forti di un credo che vede la Salute e il Benessere della persona al centro di ogni nostra attività, diritti fondamentali da tutelare e promuovere.In questi anni abbiamo formato professionisti della Salute, sposando i principi di una Società moderna e collaborativa in cui tutti possano contribuire alla costruzione di un sistema socio-assistenziale solido, orientato sulla Cura Totale della persona.Insieme abbiamo creato una rete efficiente e ben organizzata sul territorio credendo nei nostri progetti, ma soprattutto nelle persone che ci hanno dimostrato, nel tempo, dedizione e disponibilità a formarsi. Persone che, ogni giorno, ci consentono di scrutare l’orizzonte con serenità e voglia di fare e alle quali vorremmo dire il nostro grazie.

ITALIA

“La salute è la più grande forza di un popolo civile”

23

a cura dimariachiara manopuloArticolo pubblicato suwww.healthonline.it, febbraio 2017

welfare aziendale: come stanno andando

i Flexible Benefit?

I piani di Flexible Benefit sono una soluzione innovativa

sempre più utilizzata dalle aziende come strumento di

incentivazione del personale: sono beni e servizi messi a

disposizione dei dipendenti per motivarli positivamente,

coinvolgerli e valorizzarli ed attrarre nuovi talenti.

Recentemente, la società valore Welfare ha condotto

un’analisi tra i suoi principali clienti, con l’obiettivo di

analizzare il trend e fornire alcune indicazioni sui Piani di

Flexible Benefit (PFB) realizzati nell’ultimo anno.

Come si legge nella nota diramata dalla società, c’è una

differenza sostanziale tra i Piani di Flexible Benefit e i Piani

di Welfare Aziendale (PWA): i pfb “sono sostanzialmente

meccanismi di remunerazione delle performance

raggiunte ovvero – come nel caso di Premi di Risultato

detassati (PdR) – sostitutivi della remunerazione monetaria,

mentre i pwa coniugano politiche di responsabilità

sociale d’Impresa – attraverso servizi in grado di innalzare

il benessere e la sicurezza sociale del lavoratore e della

sua famiglia – con iniziative e meccanismi d’incentivazione

dei dipendenti verso il raggiungimento di più elevate e

durature performance, facendo leva sulla motivazione,

sul commitment e sulla loro identificazione con gli obiettivi

ed i valori dell’azienda (con positivi effetti anche sulla

brand reputation)”.

Nell’analisi sono state considerate anche le modalità

di gestione da parte delle aziende (in house o tramite

outsourcing con provider specializzati); sono state

coinvolte aziende manifatturiere, del terziario, e pubbliche

amministrazioni.

Dallo studio è emerso che i Flexible Benefit sono diffusi

soprattutto nelle imprese manifatturiere (70% del

campione), seguite (26%) dalle realtà del terziario (in

particolare banche). Il restante 4% si riferisce a P.A.

(Autority ed Enti Pubblici non economici), a dimostrazione

23

24

del possibile sviluppo del welfare aziendale anche nel

pubblico impiego.

Per quanto riguarda la fonte istitutiva, nella maggior

parte dei casi (oltre il 50%) prevale l’unilateralità anche

se la sottoscrizione di contratti integrativi è sempre più

frequente: nel 70% dei casi, sono stati depositati al fine di

poter fruire della defiscalizzazione prevista per i Premi di

Risultato (PdR), modalità che consente la welfarizzazione

degli importi premiali dovuti ai dipendenti, a fronte del

conseguimento di prefissati incrementi di produttività.

I Piani di Flexible Benefit sono diffusi anche nelle PMI. Il 43%

delle aziende analizzate hanno infatti un massimo di 500

dipendenti. Tra i beneficiari, c’è una netta prevalenza

di over 35 (il 60% circa), ma in molte realtà dominano

gli over 50. Il valore medio annuo del “welfare wallet”

(ossia l’entità economica del budget di cui può disporre

il singolo beneficiario) è di

circa 650 euro, poi ripartito

dai lavoratori in due o tre

macro-aree di servizi. tra le

priorità indicate come più

rilevanti dai dipendenti ci

sono l’assistenza sanitaria

integrativa e la previdenza

complementare, ma in

concreto le scelte operate

nell’ambito dei PFb sono

diverse e più vicine a misure

di sostegno al reddito.

Nel 36% dei casi, i lavoratori

scelgono il rimborso spese

per l’acquisto libri di testo,

pagamento delle rette

di asili e scuole e più in

generale di servizi scolastici

(e l’incidenza di tali scelte

sale al 47% dei dipendenti nella fascia fra 40-50 anni).

Seguono cultura, sport, viaggi (34% tra i dipendenti under

35) e buoni Acquisto (11%). La destinazione del welfare

wallet all’assistenza sanitaria integrativa e alla previdenza

complementare sembra essere marginale. Un dato

significativo riguarda la percentuale del welfare wallet

residuo: alla fine del periodo di validità dei PFB è circa il

20% del wallet medio a disposizione.

dall’analisi è emerso che senza un adeguato piano

di comunicazione e d’indirizzo, il lavoratore si trova in

difficoltà sia a scegliere sia nel destinare integralmente

il suo welfare wallet nei tempi programmati e definiti dal

pfb; inoltre, con una fruizione “a richiesta”, in cui ogni

lavoratore può scegliere i beni o servizi che preferisce,

la scelta cade di solito su servizi immediatamente fruibili,

mentre vengono trascurate le iniziative di tutela sociale

ed economica di lungo periodo (welfare life cycle).

Le grandi imprese per gestione dei PFb tendono a

scegliere l’outsourcing, affidandosi ad un provider che,

servendosi di un’apposita piattaforma web, riesce ad

assicurare la completa gestione delle transazioni ed il

controllo di regolarità nella fruizione dei servizi (Health

Italia, ad esempio, eroga il servizio tramite la piattaforma

Benefit Online).

Le PMI gestiscono il più delle volte l’operatività in house, ma

il 75% delle aziende coinvolte nel survey sta considerando

l’esternalizzazione.

In alcuni casi, soprattutto nelle grandi aziende, è presente

la figura di un Welfare Manager; le PMI si avvalgono

nell’80% dei casi di una consulenza specialistica esterna.

Non è ancora molto diffusa e soprattutto non

scientificamente organizzata l’attività di monitoraggio dei

risultati e di fine tuning sia dei PWA che dei PFB sulla base

dell’andamento di specifici

KPI (viene attivata solo nel

35% dei casi, soprattutto da

grandi imprese e con l’ausilio

di consulenza specializzata).

Sta invece aumentando la

richiesta di servizi di scouting

(anche da parte delle grandi

imprese) per la selezione dei

provider dei servizi di supporto

al welfare aziendale (sswa).

Questa attività consulenziale

è ritenuta utile dal 75%

delle imprese intervistate:

si tratta di un mercato

“nuovo”, per cui anche le

aziende dotate di apposite

strutture di procurement

possono avere bisogno di

assistenza per acquisire le

giuste competenze. L’offerta di questi servizi è incentrata

per lo più sulla disponibilità di portali web, ma questo

strumento operativo e gestionale non è più l’unico: la

voucherizzazione dei servizi resa ora possibile dall’Art. 51,

c. 3-bis è sempre più diffusa. Si tratta anche in questo

caso di una novità, e l’offerta di servizi di scouting risulta

interessante per quasi tutte le aziende intervistate.

La Selvotta Suite è un’elegante Guest House nel cuore del Parco di Vejo, a pochi chilometri dallo storico comune di Formello ed a soli 17 Km a nord della città di Roma.

La bellezza del bosco di querce e la vicinanza al Parco della Selvotta rendono questa location unica nel suo genere, offrendo un’oasi di pace per varie specie di animali la cui compagnia sorprenderà piacevolmente i propri ospiti.

La camere, curate nei dettagli in forme e colori, dispongono tutte di servizi privati con doccia, asciugacapelli, TV, riscaldamento autonomo, aria condizionata, frigobar, cassaforte e Wi-Fi free. Su richiesta inoltre, è possibile usufruire del servizio lavanderia.

www.laselvottasuite.it | [email protected] della Selvotta, 23 | 00060 | Formello (RM)

L’unione fa la forza? Riflessioni sul futuro delle società di mutuo soccorso

a cura diredazione ansI

associazione nazionale sanità Integrativa e welfare

Articolo pubblicato suwww.sanitaintegrativa.org, aprile 2017

Il mondo delle società di Mutuo Soccorso offre, a livello

europeo, servizi sociali e sanitari a 230 milioni di cittadini,

con 180 miliardi di euro di quote associative. Ma non

esiste una normativa unica, e in alcuni Paesi il concetto di

mutualità è più radicato che in altri. Con la crisi economica

che ha coinvolto il vecchio continente negli ultimi anni, e il

conseguente ripensamento del welfare, la sanità integrativa,

e quindi anche le società di Mutuo Soccorso, si sta ritagliando

un ruolo sempre più rilevante. da anni al Parlamento

europeo parlamentari di tutti i Paesi e di diversi orientamenti

politici stanno lavorando insieme nell’Intergruppo per

l’Economia sociale; tra i più importanti contributi prodotti, si

può ricordare il rapporto di Iniziativa sull’Economia sociale

di mercato per un maggiore riconoscimento culturale e

giuridico di tutte le realtà del mondo associativo. A marzo

del 2013 è stata anche approvata una risoluzione per

chiedere alla Commissione europea di presentare delle

proposte legislative per permettere alle mutue di operare su

scala continentale e transfrontaliera. sono tante le proposte

a cui si lavora, tra cui la promozione di uno statuto della

mutua europea, che rimuova gli ostacoli normativi che

frammentano i mercati, ostacolando l’innovazione e le

economie di scala.

L’obiettivo è garantire il diritto alla salute di tutti i cittadini.

Integrando il sistema pubblico, intermediando la spesa

sanitaria privata, le società di Mutuo Soccorso devono

diventare un punto di riferimento importante nel campo

della sanità.

Mutua MbA è la più grande mutua italiana per numero

di soci e vanta una presenza su tutto il territorio nazionale

equiparabile solo ad alcune delle più significative realtà

presenti in Europa, ad esempio in Francia, dove l’importanza

dello sviluppo dell’economia sociale e solidale può

considerarsi ormai consolidata. Si fa riferimento in particolare

ad Harmonie Mutuelle, che raggruppa le più grandi mutue

francesi, con oltre 300 agenzie. In Francia Harmonie Mutuelle

è un leader. Nata dalla fusione di cinque mutue, protegge la

salute di quasi cinque milioni di persone. Anche Mutua MbA

sta seguendo questa strada. dopo la fusione con Mutua

Evò, l’incorporazione di Mutua 1886 e Mutua Sarda, nel 2015

ha incorporato anche il Fondo FASv e nel 2017 si appresta

inoltre ad integrare Cassa Mutua Cardea. forse è questa la

strada giusta da seguire: unire le società di mutuo soccorso,

unire i punti di forza di ciascuna mutua, con l’unico obiettivo

di riportare la salute al centro. L’adesione di Mutua MbA a

Confcooperative va esattamente in questa direzione: fare

sintesi, e lavorare per la realizzazione delle migliori sinergie

nel mondo mutualistico.

I numeri di Harmonie Mutuelle

• 4,5 milioni di persone protette

• 541.000 aventi diritto al Sistema Sociale degli

Indipendenti (RSI)

• 124.000 beneficiari della Copertura Malattia Universale

Integrativa (CMUC)

26

27

• Più di 200.000 persone protette

• 283 dipendenti e collaboratori

• 14 agenzie sul territorio

• 135 milioni di premi malattia

• 25 milioni di premi infortuni

Agrume Groupe Harmonie: nella sua Assemblea Generale

del 30 gennaio 2013, il gruppo mutualistico AGRUME ha

deciso e approvato la sua adesione all’Union Harmonie

Mutuelles. Essendo aderente all’Union Harmonie Mutuelles,

Agrume Groupe Harmonie si dota di mezzi per poter

garantire, ai soci, i suoi impegni e i suoi servizi.

Agrume Groupe Harmonie in numeri

• 50 mutue aderenti

• 1.300.000 persone protette

• 150 delegati

Mutuelle “Mare Gaillard”: questa mutua specializzata

nella malattia, infortunio e vita fa parte dell’Union dal 2011

e copre i 3 dipartimenti d’oltremare francesi: Guadalupa,

Martinica e Guyana francese.

La mutua Mare-Gaillard in numeri

• oltre 96 000 persone protette

• 163 aziende aderenti

• 44 collaboratori

• 15 agenzie

I numeri di Mutua MbA

• oltre 2.000 promotori Mutualistici

• 1 centrale salute

• oltre 40 operatrici di Call center

• oltre 350.000 assistiti

• 70 milioni di contributi

• Network convenzionato di oltre 3.000 strutture sanitarie

e oltre 300 Cooperative Sociali

• oltre 180.000 richieste di rimborso lavorate ogni anno.

La storia di Mutua MbA

2007: a dicembre nasce Mutua MbA

2011: ad agosto, MbA incorpora Mutua Evò. A ottobre

2011, MbA insieme alla più grande Cassa di Assistenza

Sanitaria CASPIE (nota come la cassa dei dipendenti

Pubblici dal 1979) è tra i fondatori di ANSI (Associazione

Nazionale Sanità Integrativa).

2012: a settembre, la “Mutua 1886” viene incorporata in

MbA. A dicembre, tocca alla Mutua Sarda entrare a fare

parte di MbA.

2015: a novembre, MbA incorpora FASv di Assolombarda.

2017: viene approvato il progetto di fusione per

incorporazione della Società di Mutuo Soccorso Cassa

Mutua Cardea.

• 44.000 aziende aderenti

• 2.000 delegati eletti dai membri

• 4.600 dipendenti e collaboratori

• 2,5 miliardi di raccolta premi malattia

• Più di 300 agenzie sul territorio

• Una rete di oltre 6.000 operatori sanitari con Harmonie

Services Mutualistes.

Harmonie Mutuelle è nata dalla fusione delle mutue

Harmonie Mutualité, Prévadiès, Mutuelle Existence,

Santévie e SPHÉRIA Val de France, con l’obiettivo di

rispondere efficacemente ai bisogni degli aderenti, in un

contesto economico difficile.

Insieme ad altre mutue (Agrume, Mare-Gaillard, Harmonie

Fonction Publique e la France Mutualiste), fa parte

dell’Union Harmonie Mutuelles.

La storia di Harmonie Mutuelle

2004: Prévadiès e Harmonie Mutualité creano L’Union

Harmonie Mutuelles, che si propone di dare una risposta

comune alle sfide dell’ambiente e ai bisogni degli associati.

2005: Releya aderisce all’Union

Harmonie Mutuelles.

2007: La MNAM (Mutuelle Nationale

Aviation Marine) si unisce all’Union

Harmonie Mutuelles.

2008: Altéis Mutuelles aderisce

all’Union Harmonie Mutuelles.

2009: Mutuelle Existence aderisce

all’Union Harmonie Mutuelles.

2011: Le mutue SMAR (Mutuelle du

ministère de l’Agriculture), Santévie

(Midi-Pyrénées), SPHERIA Val de

France (Centre-bourgogne & IdF)

e Mare-Gaillard (Antilles françaises) si uniscono all’Union

Harmonie Mutuelles.

2012: Le Assemblee di Harmonie Mutualité, Mutuelle

Existence, Prévadiès, Santévie e SPHERIA Val de France

approvano a giugno la fusione che dà vita ad Harmonie

Mutuelle. La Mutuelle Mare-Gaillard, la MNAM, la SMAR,

mutue membre dell’Union Harmonie Mutuelles, non hanno

partecipato alla fusione ma hanno conservato il loro posto

in seno all’unione.

Le altre mutue dell’Union Harmonie Mutuelles

Harmonie Fonction Publique: è nata dell’avvicinamento

delle 2 mutue di funzionari pubblici, la MNAM e la SMAR.

Harmonie Fonction Publique è anche una mutua dedicata

con “MNAM oM” (opere Mutualistiche), che gestisce 6

centri odontoiatrici, 7 centri ottici, 4 centri di apparecchi

acustici e 2 laboratori odontotecnici. è operativa dal 1°

gennaio 2014.

Harmonie Fonction Publique in numeri

28

Coopsaluteil primo network italiano in forma cooperativa

al servizio della salute e del benessere

Punto di incontro tra la Domanda e l’Offerta di prestazioni nei settori dell’Assistenza Sanitaria Integrativa, dei servizi Socio Assistenziali e Socio Sanitari, grazie a Familydea

si rivolge anche al comparto del Welfare e dei servizi ai privati!

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29

a cura dilivia foglia

Il “welfare aziendale” consiste in un insieme di interventi

coordinati in un piano ed attuati dalle imprese, con

l’obiettivo di valorizzare le risorse umane, aumentarne

la produttività riducendo l’assenteismo, e raggiungere

una condizione di benessere all’interno dell’azienda,

migliorando il clima aziendale.

Il datore di lavoro può infatti mettere a disposizione dei

benefit, beni e/o servizi, per andare incontro alle esigenze

e alle necessità dei propri dipendenti, favorendo la

conciliazione tra la vita familiare e quella lavorativa.

Al fine di massimizzare la possibilità di fruizione dei benefit

da parte di tutti, ad ogni dipendente può anche essere

offerta la possibilità di scegliere ciò che più gradisce,

all’interno di un piano composto da differenti beni e servizi

(i cosiddetti piani di flexible benefit).

I vantaggi fiscali per l’azienda sono molto importanti:

sulle somme destinate ai benefit è prevista l’esenzione

contributiva totale; solamente per gli importi destinati a

previdenza e assistenza sanitaria, è previsto un contributo

di solidarietà pari al 10%. Inoltre, tutte le somme destinate a

benefit sono deducibili dal reddito d’impresa.

Ma ci sono benefici anche per il lavoratore: le somme

destinate ai benefit non concorrono infatti a formare la

base imponibile (ci sono alcuni limiti, per la previdenza,

l’assistenza sanitaria e altri beni e servizi).

Le politiche di welfare all’interno delle aziende sono

sempre più diffuse, anche grazie alla spinta giunta dal

mondo politico.

Già con la Legge di Stabilità 2016, infatti, il Governo ha

scelto di incentivare il welfare aziendale, prevalentemente

con due strumenti: il premio di produttività, prevedendo

la possibilità di convertirlo in beni e servizi previsti dal tUIR,

beneficiando così di maggiori agevolazioni fiscali (senza

che tali servizi concorressero alla formazione del reddito

da lavoro dipendente) e l’ampliamento del paniere dei

benefit mediante l’aggiornamento dell’art.51 del TUIR.

La tendenza è stata confermata dalla Legge di Stabilità

2017, che ha ampliato l’utilizzo del premio di produttività

dando allo stesso tempo sempre più rilevanza alla

contrattazione aziendale, territoriale e nazionale.

Entrando nel dettaglio: il tetto massimo di reddito di lavoro

dipendente che permette l’accesso alla tassazione

agevolata è stato alzato da 50.000 a 80.000 euro; gli

importi dei premi erogabili sono aumentati da 2.000 a 3.000

welfare aziendale: cosa dice la normativa?

29

30

euro, e da 2.500 a 4.000 per le aziende che coinvolgono

pariteticamente i lavoratori nell’organizzazione del lavoro.

La normativa di riferimento

Quando si parla di leggi, nell’ambito del welfare aziendale,

si fa riferimento al tUIR – testo Unico delle Imposte sui

Redditi, in particolare all’art. 51 e all’art. 100.

Il combinato disposto di questi due articoli prevede un

regime fiscale agevolato per le somme che l’azienda

mette a disposizione dei dipendenti, destinandole a

particolari categorie di benefit.

Sono previsti dall’art. 51 co.2:

• Contributi previdenziali

• Contributi per assistenza sanitaria

• Servizi di educazione, istruzione, borse di studio, campus

• Servizi di assistenza a familiari anziani o non autosufficienti

Sono previsti dall’art. 51 co.2 lett. f) - art. 100 co.1

• Servizi per finalità di educazione, istruzione, ricreazione,

assistenza sociale e sanitaria o culto

vediamo nel dettaglio l’art. 51,

co. 2. Non concorrono a formare il

reddito:

• Lettera A: i contributi previdenziali

e assistenziali versati dal datore

di lavoro o dal lavoratore in

ottemperanza a disposizioni di

legge; i contributi di assistenza

sanitaria versati dal datore di lavoro

o dal lavoratore ad enti o casse

aventi esclusivamente fine assistenziale in conformità a

disposizioni di contratto o di accordo o di regolamento

aziendale, che operino negli ambiti di intervento stabiliti

con il decreto del Ministro della salute di cui all’articolo

10, comma 1, lettera e-ter), per un importo non superiore

complessivamente ad euro 3.615,20.

• Lettera F: l’utilizzazione delle opere e dei servizi riconosciuti

dal datore di lavoro volontariamente o in conformità a

disposizioni di contratto o di accordo o di regolamento

aziendale, offerti alla generalità dei dipendenti o a

categorie di dipendenti e ai familiari indicati nell’articolo

12 per le finalità di cui al comma 1 dell’articolo 100

(educazione, istruzione, ricreazione, assistenza sociale e

sanitaria o culto).

• Lettera F bis: le somme, i servizi e le prestazioni erogati dal

datore di lavoro alla generalità dei dipendenti o a categorie

di dipendenti per la fruizione, da parte dei familiari indicati

nell’articolo 12, dei servizi di educazione e istruzione anche

in età prescolare, compresi i servizi integrativi e di mensa

ad essi connessi, nonché per la frequenza di ludoteche e

di centri estivi e invernali e per borse di studio a favore dei

familiari.

• Lettera F ter: le somme e le prestazioni erogate dal datore

di lavoro alla generalità dei dipendenti o a categorie di

dipendenti per la fruizione dei servizi di assistenza ai familiari

anziani o non autosufficienti indicati nell’articolo 12.

• Lettera F quater: i contributi e i premi versati dal datore

di lavoro a favore della generalità dei dipendenti o

di categorie di dipendenti per prestazioni, anche in

forma assicurativa, aventi per oggetto il rischio di non

autosufficienza nel compimento degli atti della vita

quotidiana o aventi per oggetto il rischio di gravi patologie.

Secondo l’art. 51 co.3, non concorre a formare il reddito:

• Il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati se

complessivamente di importo non superiore nel periodo

d’imposta ad €258,23.

Per quanto riguarda il premio di risultato, la legge di

Stabilità 2016 aveva, come già detto, istituito il principio

della sostituibilità tra retribuzione cash e beni/servizi welfare

di cui ai commi 2 e 3 dell’art. 51. L’anno successivo,

la manovra dell’esecutivo ha ampliato la possibilità di

sostituzione tra premi di produttività

e benefit, estendendola all’art.

51, co. 4. Il legislatore ha inoltre

eliminato i limiti sui contributi per

previdenza complementare ed

assistenza sanitaria, solo qualora tali

contributi siano versati quale forma

di conversione totale o parziale del

premio di risultato.

La norma garantisce al lavoratore

la possibilità di scelta in relazione ai premi di risultato:

in alternativa alla facoltà di avvalersi della tassazione

sostitutiva, gli riconosce la facoltà di ottenere il premio in

beni e servizi, prevedendo che, comunque, i benefit di

cui ai commi 2, 3 e 4 dell’articolo 51 del tUIR non scontino

alcuna tassazione, nei limiti previsti dai commi medesimi,

e quindi con maggiori agevolazioni per datore di lavoro

e dipendente. L’applicazione di questo regime di favore,

è subordinato alla condizione che la contrattazione

collettiva di secondo livello attribuisca al dipendente la

facoltà di convertire i premi in benefit.

In conclusione: un piano di welfare può esser introdotto

su iniziativa volontaria del datore di lavoro o tramite la

conversione del Premio di Risultato. Se viene promosso da un

investimento dell’azienda, può essere finanziato, oltre che

con investimento diretto, anche attraverso la rivisitazione

di istituti esistenti, riallocazione di budget, etc… Nel caso di

conversione del premio di risultato, devono essere seguiti e

rispettati i limiti e i vincoli sopracitati, introdotti dalle leggi di

Stabilità del 2016 e 2017.

31

tutta la tua salute, ora, in un’app!

nasce MyMBa, l’app dedicata ai soci di Mutua MBa, attraverso cui è possibile accedere a tutti

i servizi legati alla tua posizione o sussidio direttamente dal tuo smartphone o tablet.

32

Sempre più spesso si sente e si legge di confronti sul tema

della sanità integrativa e degli enti abilitati a gestirla e

poiché informare i nostri lettori con precisione e riferimenti

corretti rimane uno dei nostri obiettivi prioritari ecco che

diviene opportuno sgombrare il campo da illazioni, ipotesi,

supposizioni, interpretazioni fornendo un’informativa

chiara e circostanziata sulle soluzioni di sanità integrativa

praticabili e delle regole che le determinano al fine di

evitare la diffusione di considerazioni errate.

Innanzitutto è opportuno stabilire con chiarezza che gli

unici enti abilitati a gestire la sanità integrativa sono:

• i fondi sanitari (disciplinati dall’art. 9 del d. Lgs. 30

dicembre 1992, n. 502, come modificato dall’art.9 del

d. Lgs. 19 giugno 1999, n. 229 e dal d.M. 31 marzo 2008,

reso operativo con successivo d.M. 27 ottobre 2009);

• le società generali di mutuo soccorso (normate dalla

Legge n. 3818 del 15 aprile 1886 e dalla successiva

modifica rappresentata dall’art. 23 del Decreto

Crescita bIS, d.L. 18 ottobre 2012, n.179);

• le casse di assistenza sanitaria (disposte secondo

l’art.1 del d.M. 31 marzo 2008).

Questi enti, in virtù della loro natura di enti senza scopo

di lucro sono gli unici che consentono ai loro associati di

usufruire delle agevolazioni fiscali disposte dagli articoli

10, 15 e 51 del testo unico delle Imposte sui redditi (dpr

917/1986).

In base alle norme contenute nei decreti che li riguardano

gli enti di sanità integrativa sono sottoposti al controllo

del Ministero dello Sviluppo Economico, del Ministero

della Salute e dell’Agenzia delle Entrate, sono iscrivibili

all’anagrafe dei Fondi, hanno diritto ad avere personalità

giuridica, sono iscrivibili in Camera di Commercio ed hanno

bilanci pubblici ed, in molti casi, anche revisionati.

Realtà e confusione

a cura diroberto anzanello

Articolo pubblicato suHealth Online n.18

33

L’obiettivo di queste norme, che nel loro insieme,

costituiscono un sistema articolato ed integrato, è quello

di garantire che a fianco del Sistema Sanitario Nazionale,

che come abbiamo più volte spiegato e ribadito dovrà

necessariamente per ragioni statistico matematiche

dedicarsi sempre più alle fasce economicamente più

deboli della popolazione, il cittadino possa avvalersi di

copertura sanitarie integrative gestite da enti senza scopo

di lucro basati sul concetto della mutualità.

Le leggi che regolano la nostra Repubblica inoltre

consentono a questi enti di promuovere le loro attività di

prevenzione sanitaria e diffusione dei valori mutualistici

(Art. 45 della Costituzione e articolo 23 del d.L. 18 ottobre

2012 n. 179, convertito in lg. 221 del 17 dicembre 2012) per

mezzo dell’attività dei loro soci.

Le norme vigenti consentono inoltre al cittadino, a

compimento del sistema di assistenza sanitaria a tre pilastri,

di valutare anche l’opportunità di usufruire di coperture

sanitarie private prestate da società che rispondono a

logiche completamente differenti, quali le compagnie

assicurative, che essendo società per azioni aventi come

scopo la remunerazioni dei propri azionisti non consentono

ai loro clienti però le agevolazioni fiscali previste per gli enti

di sanità integrativa.

Molto importante rappresentare quindi che il sistema a tre

pilastri, ben regolamentato e normato, prevede già da

tempo nel nostro paese:

• un sistema sanitario nazionale (primo pilastro) diretto a

garantire l’assistenza sanitaria di base a tutti i cittadini

e, principalmente, prestazioni sanitarie adeguate alle

fasce economicamente più deboli della popolazione,

gestito dallo Stato e

dalle Regioni tramite le

strutture organizzative

a questo preposte

(ASL) e normate dalle

leggi vigenti in tema di

sanità;

• un sistema di sanità

integrativa (secondo

pilastro) gestito dagli

enti di sanità integrativa

(fondi sanitari, società

generali di mutuo

soccorso e casse di

assistenza sanitaria)

finalizzato a garantire il

diritto alla salute di tutti

i cittadini e promosso

tramite l’opera dei

soci di questi enti

come regolamentato dalle leggi vigenti in tema di

Fondi Sanitari, Società di Mutuo Soccorso e Casse di

Assistenza Sanitaria;

• un sistema di sanità privata (terzo pilastro) gestito

dalle compagnie assicurative e finalizzato a prestare

coperture sanitarie costruite in funzione di elementi

attuariali e proposte dagli intermediari assicurativi

come codificato dalle norme riportate nel Testo Unico

sulle Assicurazioni Private e di Interesse Collettivo.

Il sistema così ideato, progettato, realizzato e compiuto

dallo stato e dal legislatore prevede con estrema chiarezza

ruoli, funzioni ed attività e, soprattutto, non contempla la

possibilità di fare confusione tra i tre diversi modelli che

rappresentano, separatamente da un punto di vista sia

giuridico che normativo, i tre pilastri.

I tre sistemi che regolano i tre pilastri non sono tra loro

opportunamente né sovrapponibili né mischiabili: il

paragone più semplice può essere assunto dal mondo dello

sport ove negli sport di squadra abbiamo, per esempio, il

calcio, il rugby ed il basket, che sono tutti e tre sport, tutti

e tre di squadra ma ognuno con le proprie regole non

sovrapponibili a quelle dell’altro.

Cercare di confondere le idee ai cittadini, mischiare le

carte, diffondere il concetto che le regole non esistano,

non è quindi che un tentativo di disinformazione sul quale

è stato ed è necessario fare chiarezza rappresentando

la realtà dei fatti per evitare confusione, affinché ognuno

possa garantirsi il diritto costituzionale alla salute con

un modello, come quello italiano, che è sempre stato

riconosciuto all’avanguardia nel mondo e che lo è tutt’ora.

34

LE RICEttE dELLA SALUtE

Come di consueto abbiamo il piacere di presentare ricette sane e gustose per promuovere uno stile di vita corretto ed equilibrato, che parta proprio dalle nostre tavole.Non sempre “piatto saporito” equivale a dire “sano” per questo è importante incentivare, per noi che abbiamo a cuore la salute dei nostri lettori, la riscoperta di gusti e ingredienti genuini e proporre soluzioni che preservino da patologie più o meno rischiose.In questo numero Health online ha il piacere di presentare una ricetta elaborata con Lenticchia rossa Fitowell, l’innovativa linea di prodotti vegetali ad alto contenuto proteico pensata per apportare all’organismo più proteine salubri possibili, senza ricorrere ad un uso smodato della carne e dei suoi derivati.

per scoprire le altre ricette Fitowell visita il sito www.fitowell.com

Zuppa della salute con Lenticchia rossa

Ingredienti

2lt di acqua3 patate pelate e tagliate

150g di cavolini di Bruxelles2 carote

2 zucchine400g di zucca hokkaido200g di lenticchie rosse

200g di farro1 porro

1 cucchiaino e mezzo di dado vegetale fatto in casa(oppure biologico)Pepe

Olio extravergine di olivaQualche foglia di salvia

Erba cipollina

Procedimento

Sciacquate il farro e le lenticchie sotto l’acqua corrente. Lavate e tagliate con cura tutte le verdure. In un tegame antiaderente aggiungete le verdure, il farro, l’acqua, un cucchiaio generoso di olio e lasciate cuocere dolcemente per 20 minuti. Aggiungete il dado vegetale, due pizzichi di pepe, le foglie

di salvia, un cucchiaio di erba cipollina, le lenticchie rosse e lasciate cuocere ancora per 20 minuti.

Servite e gustate il tutto caldo.Buon appetito!

di “Riganelli Alessandro Azienda Agraria”

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Spesso l’importanza e i benefici che contraddistinguono i prodotti ricchi di proteine di origine vegetale vengono sottovalutati e l’apporto giornaliero della componente

proteica avviene per lo più tramite il consumo di carne e suoi derivati.

Vi è ampio accordo nel mondo scientifico, nel consigliare una dieta basata sul minor utilizzo di carne, di buona qualità, alternata a fonti proteiche di origine vegetale.Seguire una dieta il più possibile varia, infatti, assicura all’organismo tutti i nutrienti

necessari a vivere in salute e favorisce un migliore benessere psico-fisico.

DonA il meglio Al tuo benesseRe e vARiA lA tuA AlimentAzione con Fitowell, lA lineA Di pRoDotti

vegetAli AD Alto contenuto pRoteico!

Speltaperlato

Migliodecorticato

Grano saraceno

FagioliMung

FagioliAdzuki

Fienogreco

Lenticchiarossa

Riganelli Alessandro Azienda AgrariaVia Matteotti, 5 - 06055 - Compignano (PG) - Italia

Segui Fitowellanche su facebook!

+39 340 3566581www.fitowell.com - [email protected]

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