GUIDA ALLA APPLICAZIONE DEL PROGETTO CSR CSR · P comunicazione unidirezionale, bidirezionale,...

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BENEFICI PER LA COLLETTIVITÀ RISPETTO PER L’AMBIENTE La Responsabilità Sociale delle Imprese GUIDA ALLA APPLICAZIONE DEL PROGETTO CSR L’INTERESSE COMUNE COME VALORE AGGIUNTO PER LA TUA AZIENDA CSR TUTELA DEL LAVORO

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La Responsabilità Sociale delle Imprese

GUIDA ALLA APPLICAZIONE DEL PROGETTO CSR

NOVEMBRE 2005

Camera di Commercio di ViterboSportello CSR-SC

Via Fratelli Rosselli 401100 Viterbo

Tel.: 0761-292206/07, Fax:0761-290083e-mail: [email protected]

BENEFICI PER LA COLLETTIVITÀ

RISPETTO PER L’AMBIENTE

La Responsabilità Sociale delle Imprese

GUIDA ALLA APPLICAZIONE DEL PROGETTO CSR

L’INTERESSE COMUNE COME VALORE AGGIUNTO PER LA TUA AZIENDA

CSR

TUTELA DEL LAVORO

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La Responsabilità Sociale delle Imprese

GUIDA ALLA APPLICAZIONE DEL PROGETTO CSR

NOVEMBRE 2005

Camera di Commercio di ViterboSportello CSR-SC

Via Fratelli Rosselli 401100 Viterbo

Tel.: 0761-292206/07, Fax:0761-290083e-mail: [email protected]

BENEFICI PER LA COLLETTIVITÀ

RISPETTO PER L’AMBIENTE

La Responsabilità Sociale delle Imprese

GUIDA ALLA APPLICAZIONE DEL PROGETTO CSR

L’INTERESSE COMUNE COME VALORE AGGIUNTO PER LA TUA AZIENDA

CSR

TUTELA DEL LAVORO

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1. Premessa 5

2. Breve introduzione alla csr 7

2.1 Un approccio europeo, una peculiarità italiana 8

3. Il percorso verso la csr 10

4. Il percorso nel dettaglio 13

4.1 Analisi 134.2 Prescrizione interna 204.3 Governance: rendicontazione 24

5. Conclusioni 27

Glossario responsabilità sociale d’impresa 28

Allegati 35

Sommario

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Se la responsabilità sociale per le imprese è “l’integrazione su basevolontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologiche nelle loroapplicazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate”,non stupisce che molta sia la confusione, l’incertezza e la difficoltàdi tradurre in aspetti pratici ed operativi tale definizione. Cosa sonole preoccupazioni? Quali i confini dei termini “sociali ed ecologi-che”? Quali sono le attività d’impresa da considerare, quali i settori,quali le tipologie e le dimensioni di impresa? E infine come trovarele parti interessate, come avviare un dialogo e con quali obiettivi?Ebbene la teoria, la letteratura e alcune applicazioni pilota hannoispirato le risposte alle domande precedenti. Nella consapevolezzache chi voglia applicare la CSR (Responsabilità Sociale delleImprese) al suo caso, non abbia, con buona probabilità e salvo inrari casi, tempo e risorse per approfondite ricerche e analisi teoriche,il Ministero, e con esso l’Unioncamere, ha voluto proporre uno stru-mento agile che aiuti le imprese italiane, soprattutto quelle piccolee medie, a vedere tradotto nella pratica, in misure, strumenti di valu-tazione e comunicazione il loro impegno, la loro assunzione volon-taria di responsabilità sociale e ambientale.

Il responsabile del Progetto CSR-SC del Ministero del Lavoro KatiaMartino ha recentemente raccontato a Sviluppo, la rivistadell’Unione Italiana delle Camere di Commercio, la genesi, la defi-nizione e lo sviluppo dell’idea di responsabilità sociale per le impre-se italiane. Citando dall’articolo (n.14, febbraio-marzo 2005, pag.67 e segg.) si vuole qui riprendere la struttura del progetto che“consta di un set di indicatori e di un’architettura di sistema” agile einnovativa ritenuta da molti di forte impulso alla promozione dellaCSR tra le imprese, in particolare tra quelle di piccole e mediedimensioni. Senza con questo dimenticare la finalità della CSR cheovviamente, non sta meramente nella costruzione di strumenti dimisura e comunicazione, ma nella visione, nell’impegno e nell’otti-ca di sostenibilità che l’impresa dimostra (come si vedrà più avantinel testo). Gli strumenti proposti dal Ministero vanno infatti visti

1Premessa5

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come valido e pronto supporto all’applicazione della visione, del-l’impegno verso la sostenibilità che ogni azienda rende suo, a suomodo.

Il Protocollo di Intesa sottoscritto da Unioncamere e Ministero delLavoro e delle Politiche Sociali fa scaturire numerose attività a soste-gno della CSR. In particolare:P azioni di sostegno alla diffusione di una cultura della

responsabilità sociale in linea con l’impostazione teorica egli obiettivi del Progetto CSR-SC;

P organizzazione di eventi formativi e informativi rivolti alleimprese;

P creazione di un servizio di assistenza attraverso appositisportelli presso le Camere di Commercio;

P attivazione dei tavoli di confronto con le associazioni dicategoria per favorire l’adesione delle imprese al ProgettoCSR-SC.

Un contributo di questo tipo dà luogo a una serie di linee guidadestinate alle imprese associate e agli Sportelli CSR-SC.

2Breve introduzione alla CSR76

Il documento che segue

costituisce parte integrante

e corpo centrale del KIT

informativo della CSR ed

è stato pensato come uno

strumento semplice, versatile

e di facile applicazione.

Il Libro verde della Commissione Europea pubblicato nel 2001,definisce CSR “l’integrazione su base volontaria, da parte delle imprese,delle preoccupazioni sociali ed ecologiche nelle loro operazioni commercia-li e nei loro rapporti con le parti interessate” e a sua volta, il documentodel progetto CSR-SC del Ministero del Welfare, propone un approc-cio volontario alla CSR con “l’obiettivo principale di promuovere una cul-tura della responsabilità all’interno del sistema industriale e di accrescere ilgrado di consapevolezza delle imprese sulle tematiche sociali, ambientali edella sostenibilità”.

L’obiettivo ultimo dell’impresa si sta spostando sempre di più daquello della massimizzazione dei profitti a quello della creazione dimaggior “valore” a favore degli stakeholder (parti interessate, cioéclienti, dipendenti, fornitori, azionisti, comunità locali, etc.).Un’impresa allora può dirsi “socialmente responsabile” quando ilsuo comportamento è teso al soddisfacimento delle legittime atte-se non solo economiche, di tutti questi stakeholder.

In particolare, si sta affermando e diffondendol’approccio Triple Bottom Line secon-do il quale la performance del-l’impresa, non è più solamen-te performance economica ,ma tiene conto anche delcontributo dato alla qualitàdell’ambiente e del sistemasociale, per contribuire acreare benessere nellacomunità in cui si opera.

Sviluppo sostenible

FIGURA 1. LE DIMENSIONI DELLA PERFORMANCE: L’APPROCCIO TRIPLE BOTTOM LINE

RISPETTO PER L’AMBIENTE

SVILUPPO DEL SISTEMA SOCIALE

SVILUPPO ECONOMICO

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come valido e pronto supporto all’applicazione della visione, del-l’impegno verso la sostenibilità che ogni azienda rende suo, a suomodo.

Il Protocollo di Intesa sottoscritto da Unioncamere e Ministero delLavoro e delle Politiche Sociali fa scaturire numerose attività a soste-gno della CSR. In particolare:P azioni di sostegno alla diffusione di una cultura della

responsabilità sociale in linea con l’impostazione teorica egli obiettivi del Progetto CSR-SC;

P organizzazione di eventi formativi e informativi rivolti alleimprese;

P creazione di un servizio di assistenza attraverso appositisportelli presso le Camere di Commercio;

P attivazione dei tavoli di confronto con le associazioni dicategoria per favorire l’adesione delle imprese al ProgettoCSR-SC.

Un contributo di questo tipo dà luogo a una serie di linee guidadestinate alle imprese associate e agli Sportelli CSR-SC.

2Breve introduzione alla CSR76

Il documento che segue

costituisce parte integrante

e corpo centrale del KIT

informativo della CSR ed

è stato pensato come uno

strumento semplice, versatile

e di facile applicazione.

Il Libro verde della Commissione Europea pubblicato nel 2001,definisce CSR “l’integrazione su base volontaria, da parte delle imprese,delle preoccupazioni sociali ed ecologiche nelle loro operazioni commercia-li e nei loro rapporti con le parti interessate” e a sua volta, il documentodel progetto CSR-SC del Ministero del Welfare, propone un approc-cio volontario alla CSR con “l’obiettivo principale di promuovere una cul-tura della responsabilità all’interno del sistema industriale e di accrescere ilgrado di consapevolezza delle imprese sulle tematiche sociali, ambientali edella sostenibilità”.

L’obiettivo ultimo dell’impresa si sta spostando sempre di più daquello della massimizzazione dei profitti a quello della creazione dimaggior “valore” a favore degli stakeholder (parti interessate, cioéclienti, dipendenti, fornitori, azionisti, comunità locali, etc.).Un’impresa allora può dirsi “socialmente responsabile” quando ilsuo comportamento è teso al soddisfacimento delle legittime atte-se non solo economiche, di tutti questi stakeholder.

In particolare, si sta affermando e diffondendol’approccio Triple Bottom Line secon-do il quale la performance del-l’impresa, non è più solamen-te performance economica ,ma tiene conto anche delcontributo dato alla qualitàdell’ambiente e del sistemasociale, per contribuire acreare benessere nellacomunità in cui si opera.

Sviluppo sostenible

FIGURA 1. LE DIMENSIONI DELLA PERFORMANCE: L’APPROCCIO TRIPLE BOTTOM LINE

RISPETTO PER L’AMBIENTE

SVILUPPO DEL SISTEMA SOCIALE

SVILUPPO ECONOMICO

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Il percorso verso la CSR utilizza strumenti diversi in ogni fase.1. Fase di Analisi:P mappatura delle attività dell’impresa e identificazione degli

stakeholder prioritari per ciascuna attività;P misurazione, due diligence di responsabilità e/o di

sostenibilità;P valutazione di scostamento - gap analysis.

2. Fase di Prescrizione interna:P definizione di una Carta dei valori e redazione della politica

di CSR;P elaborazione di carte per la supply chain;P redazione di codici etici e/o di comportamento.

3. Fase di Governance: P Stakeholder Committment, Partecipazione;P rendicontazione, sistemi di gestione/organizzazione/

certificazione.

4. Fase di Comunicazione:P di prodotto/servizio, di processo, di impresa/di brand;P marketing, cause-related marketing, social/green

marketing;P comunicazione unidirezionale, bidirezionale, mediata.

Il Modello del Ministero è uno strumento che permette di imple-mentare le prime tre fasi del processo verso la CSR (Analisi,Prescrizione interna, Governance), come andremo a spiegare, edefinire i contenuti per la fase di comunicazione.In altre parole, dall’applicazione del modello proposto dal progettoCSR otterremo una mappatura dell’impresa in termini di responsa-bilità ambientale e sociale, i cui risultati potranno esser usati perindirizzare gli strumenti interni di gestione, pianificazione, controlloe comunicazione.

98 Essere socialmente responsabili implica andare oltre il semplicerispetto della normativa vigente, “investendo di più nel capitale umano,nell’ambiente e nei rapporti con le parti interessate”.

Diverse ricerche condotte in Europa dimostrano che le imprese cheinvestono in beni immateriali (reputazione, congruenza dei compor-tamenti al codice etico di impresa, disponibilità a contribuire albenessere della comunità), tendono ad acquisire vantaggi competi-tivi. Rispetto alle risorse umane e al clima aziendale, l’adozione diatteggiamenti socialmente responsabili contribuisce a creare unambiente di lavoro più sicuro e motivante. Viceversa, rispetto al mer-cato finale, contribuisce a rafforzare il valore del marchio, attraversolo sviluppo di un rapporto stabile e duraturo con i clienti, basato sullafiducia e la fedeltà alla marca. Infine, rispetto alle istituzioni finanzia-rie, rappresenta un più facile accesso alle fonti di finanziamento poi-ché dà continua prova della reale diminuzione del profilo di rischioattraverso un positivo ritorno di immagine.

22..11 UUnn aapppprroocccciioo eeuurrooppeeoo,, uunnaa ppeeccuulliiaarriittàà iittaalliiaannaaNel dicembre 2002, come contributo italiano al tema, il Ministerodel Lavoro e delle Politiche Sociali ha dato avvio al Progetto CSR-SC,che consiste nello sviluppo di linee guida e criteri condivisi per lavalutazione, la rendicontazione e la verifica delle pratiche di CSR.Nello specifico il Progetto del Ministero mira alla diffusione di com-portamenti etici nelle imprese, ampliandola alla dimensione degliinterventi pro-attivi nel sociale. Comportamenti che implicano l’an-dare oltre il semplice rispetto della normativa vigente, investendomaggiormente e su base volontaria, nel capitale umano, nell’am-biente e nei rapporti con i diversi portatori di interesse (azionisti, isti-tuzioni locali, fornitori e clienti: gli stakeholder).

La CSR si configura perciò non come uno sforzo addizionale, macome un comportamento legato alla normale gestione d’impresa.

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Il percorso verso la CSR utilizza strumenti diversi in ogni fase.1. Fase di Analisi:P mappatura delle attività dell’impresa e identificazione degli

stakeholder prioritari per ciascuna attività;P misurazione, due diligence di responsabilità e/o di

sostenibilità;P valutazione di scostamento - gap analysis.

2. Fase di Prescrizione interna:P definizione di una Carta dei valori e redazione della politica

di CSR;P elaborazione di carte per la supply chain;P redazione di codici etici e/o di comportamento.

3. Fase di Governance: P Stakeholder Committment, Partecipazione;P rendicontazione, sistemi di gestione/organizzazione/

certificazione.

4. Fase di Comunicazione:P di prodotto/servizio, di processo, di impresa/di brand;P marketing, cause-related marketing, social/green

marketing;P comunicazione unidirezionale, bidirezionale, mediata.

Il Modello del Ministero è uno strumento che permette di imple-mentare le prime tre fasi del processo verso la CSR (Analisi,Prescrizione interna, Governance), come andremo a spiegare, edefinire i contenuti per la fase di comunicazione.In altre parole, dall’applicazione del modello proposto dal progettoCSR otterremo una mappatura dell’impresa in termini di responsa-bilità ambientale e sociale, i cui risultati potranno esser usati perindirizzare gli strumenti interni di gestione, pianificazione, controlloe comunicazione.

98 Essere socialmente responsabili implica andare oltre il semplicerispetto della normativa vigente, “investendo di più nel capitale umano,nell’ambiente e nei rapporti con le parti interessate”.

Diverse ricerche condotte in Europa dimostrano che le imprese cheinvestono in beni immateriali (reputazione, congruenza dei compor-tamenti al codice etico di impresa, disponibilità a contribuire albenessere della comunità), tendono ad acquisire vantaggi competi-tivi. Rispetto alle risorse umane e al clima aziendale, l’adozione diatteggiamenti socialmente responsabili contribuisce a creare unambiente di lavoro più sicuro e motivante. Viceversa, rispetto al mer-cato finale, contribuisce a rafforzare il valore del marchio, attraversolo sviluppo di un rapporto stabile e duraturo con i clienti, basato sullafiducia e la fedeltà alla marca. Infine, rispetto alle istituzioni finanzia-rie, rappresenta un più facile accesso alle fonti di finanziamento poi-ché dà continua prova della reale diminuzione del profilo di rischioattraverso un positivo ritorno di immagine.

22..11 UUnn aapppprroocccciioo eeuurrooppeeoo,, uunnaa ppeeccuulliiaarriittàà iittaalliiaannaaNel dicembre 2002, come contributo italiano al tema, il Ministerodel Lavoro e delle Politiche Sociali ha dato avvio al Progetto CSR-SC,che consiste nello sviluppo di linee guida e criteri condivisi per lavalutazione, la rendicontazione e la verifica delle pratiche di CSR.Nello specifico il Progetto del Ministero mira alla diffusione di com-portamenti etici nelle imprese, ampliandola alla dimensione degliinterventi pro-attivi nel sociale. Comportamenti che implicano l’an-dare oltre il semplice rispetto della normativa vigente, investendomaggiormente e su base volontaria, nel capitale umano, nell’am-biente e nei rapporti con i diversi portatori di interesse (azionisti, isti-tuzioni locali, fornitori e clienti: gli stakeholder).

La CSR si configura perciò non come uno sforzo addizionale, macome un comportamento legato alla normale gestione d’impresa.

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P definizione delle tematiche di interesse per l’azienda: analisidegli aspetti e delle aree tematiche relative alla CSR(risorse umane, rapporto con fornitori e clienti, ambiente,rapporti con la comunità locale, ecc.) ritenute di interesseper l’impresa; per ogni aspetto e area tematica ènecessario fornire indicazione degli stakeholder diriferimento. Per esempio: se un’impresa sceglie dimonitorare le proprie prestazioni nell’area tematicadell’inquinamento atmosferico individuerà comestakeholder la comunità locale, le associazioniambientaliste e gli amministratori locali;

P identificazione delle aree tematiche e degli aspetti per singolostakeholder di riferimento: calcolo degli indicatori, che saràeffettuato seguendo la lista proposta dal Progetto CSR,che fornisce un set di indicatori legati alla grandezzadell’azienda (con un numero maggiore di indicatori per leimprese di grandi dimensioni o quotate, e una scelta piùristretta e selezionata per le imprese di piccoledimensioni). Gli indicatori sono sia di tipo quantitativoche qualitativo e contribuiscono a meglio definire lecaratteristiche dei singoli aspetti monitorati dall’azienda;

P la scelta degli indicatori qualitativi e quantitativi da compilare èguidata: il Progetto CSR suddivide gli indicatori in 20indicatori comuni - per tutte le imprese, di ogni settore edimensione - e 80 indicatori addizionali per le impresepiù grandi, quotate, o che vogliono tenere monitorati conmaggiore attenzione alcuni aspetti.

4. Individuazione di obiettivi e target di riferimento per ogni indica-tore (o gruppo di indicatori) calcolato per ogni aspetto o areatematica. Per esempio: per la valutazione delle emissioni, gli indi-catori di emissione di SO2, NOX, polveri ecc., che indicheranno ivalori del momento e gli obiettivi da raggiungere, con esplicitaindicazione dei tempi di realizzazione.

5. Stesura del Social Statement in cui riportare gli indicatori scelti e

3Il percorso verso la CSR11Dal punto di vista metodologico, il progetto CSR del Ministero del

Lavoro e delle Politiche Sociali definisce un modello per l’applicazionedella CSR che:P si basa su un approccio volontario;P ha l’obiettivo principale di promuovere una cultura della

responsabilità all’interno delle organizzazioni e delleimprese, e di accrescere il grado di consapevolezza sulletematiche sociali, ambientali e della sostenibilità;

P si accompagna alla realizzazione del Social Statement, cioè diuno strumento che guidi il management nell’attività direndicontazione delle attività legate alla CSR,standardizzando la modalità di rilevazione e presentazionedelle informazioni, favorendo forme di valutazione deirisultati ottenuti e basato su un set di indicatori (CSRperformance indicator);

P vuole essere uno strumento di supporto decisionale chepossa aiutare le imprese ad implementare pratiche di CSR.

Da un punto di vista pratico, la libera scelta di un’impresa di intra-prendere il percorso proposto dal Progetto CSR dovrà passare peralcune fasi.

Il percorso dell’impresa sarà dunque così caratterizzato:1. Acquisizione delle informazioni e della documentazione di sup-

porto presso lo sportello della Camera di Commercio referente.2. Compilazione della scheda anagrafica fornita dalla stessa Camera

di Commercio.3. Compilazione (anche con l’ausilio dei tecnici ed esperti presenti nei

singoli Sportelli delle Camere di Commercio) del set di indicatori:P scelta degli stakeholder di riferimento: studio dei principali

portatori di interesse per l’azienda, analisi della lorocapacità di pressione e indirizzo sulle attività dell’azienda;valutazione dell’importanza di comunicare, informare ericevere consenso da questi;

10

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P definizione delle tematiche di interesse per l’azienda: analisidegli aspetti e delle aree tematiche relative alla CSR(risorse umane, rapporto con fornitori e clienti, ambiente,rapporti con la comunità locale, ecc.) ritenute di interesseper l’impresa; per ogni aspetto e area tematica ènecessario fornire indicazione degli stakeholder diriferimento. Per esempio: se un’impresa sceglie dimonitorare le proprie prestazioni nell’area tematicadell’inquinamento atmosferico individuerà comestakeholder la comunità locale, le associazioniambientaliste e gli amministratori locali;

P identificazione delle aree tematiche e degli aspetti per singolostakeholder di riferimento: calcolo degli indicatori, che saràeffettuato seguendo la lista proposta dal Progetto CSR,che fornisce un set di indicatori legati alla grandezzadell’azienda (con un numero maggiore di indicatori per leimprese di grandi dimensioni o quotate, e una scelta piùristretta e selezionata per le imprese di piccoledimensioni). Gli indicatori sono sia di tipo quantitativoche qualitativo e contribuiscono a meglio definire lecaratteristiche dei singoli aspetti monitorati dall’azienda;

P la scelta degli indicatori qualitativi e quantitativi da compilare èguidata: il Progetto CSR suddivide gli indicatori in 20indicatori comuni - per tutte le imprese, di ogni settore edimensione - e 80 indicatori addizionali per le impresepiù grandi, quotate, o che vogliono tenere monitorati conmaggiore attenzione alcuni aspetti.

4. Individuazione di obiettivi e target di riferimento per ogni indica-tore (o gruppo di indicatori) calcolato per ogni aspetto o areatematica. Per esempio: per la valutazione delle emissioni, gli indi-catori di emissione di SO2, NOX, polveri ecc., che indicheranno ivalori del momento e gli obiettivi da raggiungere, con esplicitaindicazione dei tempi di realizzazione.

5. Stesura del Social Statement in cui riportare gli indicatori scelti e

3Il percorso verso la CSR11Dal punto di vista metodologico, il progetto CSR del Ministero del

Lavoro e delle Politiche Sociali definisce un modello per l’applicazionedella CSR che:P si basa su un approccio volontario;P ha l’obiettivo principale di promuovere una cultura della

responsabilità all’interno delle organizzazioni e delleimprese, e di accrescere il grado di consapevolezza sulletematiche sociali, ambientali e della sostenibilità;

P si accompagna alla realizzazione del Social Statement, cioè diuno strumento che guidi il management nell’attività direndicontazione delle attività legate alla CSR,standardizzando la modalità di rilevazione e presentazionedelle informazioni, favorendo forme di valutazione deirisultati ottenuti e basato su un set di indicatori (CSRperformance indicator);

P vuole essere uno strumento di supporto decisionale chepossa aiutare le imprese ad implementare pratiche di CSR.

Da un punto di vista pratico, la libera scelta di un’impresa di intra-prendere il percorso proposto dal Progetto CSR dovrà passare peralcune fasi.

Il percorso dell’impresa sarà dunque così caratterizzato:1. Acquisizione delle informazioni e della documentazione di sup-

porto presso lo sportello della Camera di Commercio referente.2. Compilazione della scheda anagrafica fornita dalla stessa Camera

di Commercio.3. Compilazione (anche con l’ausilio dei tecnici ed esperti presenti nei

singoli Sportelli delle Camere di Commercio) del set di indicatori:P scelta degli stakeholder di riferimento: studio dei principali

portatori di interesse per l’azienda, analisi della lorocapacità di pressione e indirizzo sulle attività dell’azienda;valutazione dell’importanza di comunicare, informare ericevere consenso da questi;

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4Il percorso nel dettaglio13calcolati, la griglia degli stakeholder individuati e la matrice che

affianca ogni stakeholder alle aree tematiche e gli aspetti monito-rati. Il Social Statement dovrà includere anche le cosiddette pre-scrizioni interne, impegni, documenti e obiettivi che l’impresa si dànel campo della responsabilità sociale. Le prescrizioni interne chevengono inserite nel Social Statement con gli Indicatori sono:P la Politica di CSR del gruppo, come impegno e missione del

management;P la carta dei valori, come declinazione della morale propria

di ciascuno, in un concetto di etica partecipata econdivisa;

P la carta dei fornitori, per diffondere la cultura dellasostenibilità a tutta la filiera;

P il codice etico, come linea guida che indirizzi alcomportamento etico di ognuno in ogni fase del suolavoro.

6. Consegna del Social Statement alla Camera di Commercio.

12

RICHIESTA INFORMAZIONI PRESSO SPORTELLO CSRDELLA CAMERA DI COMMERCIO

VALUTAZIONE OPPORTUNITÀ DEL PERCORSO CSR

NEGATIVA POSITIVA

VALUTAZIONE E CALCOLO INDICATORI DI RESPONSABILITÀ SOCIALE

CONSEGNA DEL SOCIAL STATEMENTALLA CAMERA DI COMMERCIO

COMUNICAZIONI E INIZIATIVE PER PROMUOVERE LA PROPRIA RESPONSABILITÀ SOCIALE SUL MERCATO

FIGURA 2. IL PERCORSO DELL’IMPRESA

U

U

U

U U

U

Il percorso comincia con:P la visita allo sportello della Camera di Commercio referente

e acquisizione delle informazioni e della documentazione disupporto;

P la compilazione della scheda anagrafica, fornita dalla stessaCamera di Commercio.

Questa prima fase, detta di Analisi, prevede la compilazione dellascheda anagrafica strutturata in 4 fasi.

Fase 1. Individuazione dei comparti operativi di riferimento, ovvero delle atti-vità di un’impresaLa scheda anagrafica ha l’obiettivo di mettere a fuoco le caratteristi-che generali dell’impresa che decide di adottare il Social Statement.

Le principali informazioni richieste sono:P nome;P natura giuridica dell’organizzazione (SRL, SPA,

Cooperativa ecc.);P settore di attività (o settori in cui opera in prevalenza);P fatturato;P sede principale;P sedi secondarie;P principali mercati di riferimento;P numero di dipendenti.

La Figura 3 riporta un esempio di classificazione dei singoli compar-ti operativi all’interno dell’area di competenza. Questa fase è di facile attuazione, e può essere condotta utilizzan-do gli organigrammi funzionali redatti per i sistemi di gestione qua-lità, ambiente ecc., aggregando le singole divisioni per area di com-petenza.

44..11 AAnnaalliissii

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4Il percorso nel dettaglio13calcolati, la griglia degli stakeholder individuati e la matrice che

affianca ogni stakeholder alle aree tematiche e gli aspetti monito-rati. Il Social Statement dovrà includere anche le cosiddette pre-scrizioni interne, impegni, documenti e obiettivi che l’impresa si dànel campo della responsabilità sociale. Le prescrizioni interne chevengono inserite nel Social Statement con gli Indicatori sono:P la Politica di CSR del gruppo, come impegno e missione del

management;P la carta dei valori, come declinazione della morale propria

di ciascuno, in un concetto di etica partecipata econdivisa;

P la carta dei fornitori, per diffondere la cultura dellasostenibilità a tutta la filiera;

P il codice etico, come linea guida che indirizzi alcomportamento etico di ognuno in ogni fase del suolavoro.

6. Consegna del Social Statement alla Camera di Commercio.

12

RICHIESTA INFORMAZIONI PRESSO SPORTELLO CSRDELLA CAMERA DI COMMERCIO

VALUTAZIONE OPPORTUNITÀ DEL PERCORSO CSR

NEGATIVA POSITIVA

VALUTAZIONE E CALCOLO INDICATORI DI RESPONSABILITÀ SOCIALE

CONSEGNA DEL SOCIAL STATEMENTALLA CAMERA DI COMMERCIO

COMUNICAZIONI E INIZIATIVE PER PROMUOVERE LA PROPRIA RESPONSABILITÀ SOCIALE SUL MERCATO

FIGURA 2. IL PERCORSO DELL’IMPRESA

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Il percorso comincia con:P la visita allo sportello della Camera di Commercio referente

e acquisizione delle informazioni e della documentazione disupporto;

P la compilazione della scheda anagrafica, fornita dalla stessaCamera di Commercio.

Questa prima fase, detta di Analisi, prevede la compilazione dellascheda anagrafica strutturata in 4 fasi.

Fase 1. Individuazione dei comparti operativi di riferimento, ovvero delle atti-vità di un’impresaLa scheda anagrafica ha l’obiettivo di mettere a fuoco le caratteristi-che generali dell’impresa che decide di adottare il Social Statement.

Le principali informazioni richieste sono:P nome;P natura giuridica dell’organizzazione (SRL, SPA,

Cooperativa ecc.);P settore di attività (o settori in cui opera in prevalenza);P fatturato;P sede principale;P sedi secondarie;P principali mercati di riferimento;P numero di dipendenti.

La Figura 3 riporta un esempio di classificazione dei singoli compar-ti operativi all’interno dell’area di competenza. Questa fase è di facile attuazione, e può essere condotta utilizzan-do gli organigrammi funzionali redatti per i sistemi di gestione qua-lità, ambiente ecc., aggregando le singole divisioni per area di com-petenza.

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Obiettivo di una impresa socialmente responsabile è istituire un dia-logo costruttivo ed un rapporto di fiducia reciproca con tutte le parti interes-sate: mentre la fase 1 è di facile attuazione, può essere difficile deci-dere chi considerare come stakeholder per i singoli comparti/attivi-tà. Può essere utile, per la definizione della correlazione con le catego-rie proposte dal modello, individuare elementi che interagisconocon i singoli comparti (clienti, azionisti...) o che possono subireeffetti dalle singole attività dell’impresa (risorse umane/dipendenti,ambiente...).

Fase 3. Individuazione degli indicatori opportuni per la valutazione della CSR(Politica, Valori, Codice Etico) per ogni attività e compartoIndividuati gli stakeholder di riferimento, è necessario selezionare gliindicatori applicabili tra quelli proposti dal modello.Data la particolarità dell’attività di ogni impresa e la tipologia della

15

Fase 2. Individuazione degli stakeholder di riferimento per i singoli compar-ti Individuati i comparti operativi, l’analisi è condotta per individuare glistakeholder di riferimento, secondo le otto categorie proposte dalmodello del Ministero: Risorse Umane, Soci/Azionisti e ComunitàFinanziaria, Clienti, Fornitori, Partner finanziari, Stato, Enti locali ePubblica Amministrazione, Comunità, Ambiente.

Come si fa a capire se uno o più soggetti, più o meno organizzaticostituiscono uno stakeholder per l’impresa? Innanzitutto occorrecapire cosa si intende per stakeholder - portatore di interesse.Tralasciando le definizioni accademiche, lo stakeholder deve esse-re visto dall’impresa come la persona, il gruppo di persone, l’istituzionee/o l’organizzazione, la cui parola o azione può influenzare l’attività dell’im-presa. Perciò, nella fase di individuazione degli stakeholder di riferi-mento è necessario interrogarsi su chi nelle otto categorie è presen-te sul territorio, ha effetti sulle attività, ha nel passato portato avantiazioni o pressioni (a favore o contro), ha deciso di assecondare ocontrastare progetti o attività dell’impresa, ecc.

La Figura 4 riporta un esempio di correlazione tra le classi standarded i comparti operativi individuati.

14

Management

Marketing

Comunicazione

GESTIONALI

Management 1 1 1 1 1 1 1

Marketing 1 1 1 1

Progettazione 1 1

Produzione 1 1

Comunicazione 1 1 1 1 1 1 1

Salute 1

Sicurezza 1 1 1 1 1

Rendicontazione 1 1 1 1 1

Ambiente 1 1 1 1 1

Processo 1 1 1 1 1 1 1

Progettazione

Produzione

Processo

Controllo

TECNICI

Rendicontazione

AMMINISTRAZIONE

Risorse umane

Ambiente

Salute&Sicurezza

HSE-HR

FIGURA 3. ESEMPIO DI CLASSIFICAZIONE DEI SINGOLI COMPARTI OPERATIVI

1 2 3 4 5 6 7 8RISORSE SOCI/AZIONISTI CLIENTI FORNITORI PARTNER STATO, ENTI LOCALI COMUNITÀ AMBIENTEUMANE E COMUNITÀ FINANZIARI E PUBBLICA

FINANZIARIA AMMINISTRAZIONE

FIGURA 4. ESEMPI DI CORRELAZIONE TRA CLASSI E COMPARTI

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Obiettivo di una impresa socialmente responsabile è istituire un dia-logo costruttivo ed un rapporto di fiducia reciproca con tutte le parti interes-sate: mentre la fase 1 è di facile attuazione, può essere difficile deci-dere chi considerare come stakeholder per i singoli comparti/attivi-tà. Può essere utile, per la definizione della correlazione con le catego-rie proposte dal modello, individuare elementi che interagisconocon i singoli comparti (clienti, azionisti...) o che possono subireeffetti dalle singole attività dell’impresa (risorse umane/dipendenti,ambiente...).

Fase 3. Individuazione degli indicatori opportuni per la valutazione della CSR(Politica, Valori, Codice Etico) per ogni attività e compartoIndividuati gli stakeholder di riferimento, è necessario selezionare gliindicatori applicabili tra quelli proposti dal modello.Data la particolarità dell’attività di ogni impresa e la tipologia della

15

Fase 2. Individuazione degli stakeholder di riferimento per i singoli compar-ti Individuati i comparti operativi, l’analisi è condotta per individuare glistakeholder di riferimento, secondo le otto categorie proposte dalmodello del Ministero: Risorse Umane, Soci/Azionisti e ComunitàFinanziaria, Clienti, Fornitori, Partner finanziari, Stato, Enti locali ePubblica Amministrazione, Comunità, Ambiente.

Come si fa a capire se uno o più soggetti, più o meno organizzaticostituiscono uno stakeholder per l’impresa? Innanzitutto occorrecapire cosa si intende per stakeholder - portatore di interesse.Tralasciando le definizioni accademiche, lo stakeholder deve esse-re visto dall’impresa come la persona, il gruppo di persone, l’istituzionee/o l’organizzazione, la cui parola o azione può influenzare l’attività dell’im-presa. Perciò, nella fase di individuazione degli stakeholder di riferi-mento è necessario interrogarsi su chi nelle otto categorie è presen-te sul territorio, ha effetti sulle attività, ha nel passato portato avantiazioni o pressioni (a favore o contro), ha deciso di assecondare ocontrastare progetti o attività dell’impresa, ecc.

La Figura 4 riporta un esempio di correlazione tra le classi standarded i comparti operativi individuati.

14

Management

Marketing

Comunicazione

GESTIONALI

Management 1 1 1 1 1 1 1

Marketing 1 1 1 1

Progettazione 1 1

Produzione 1 1

Comunicazione 1 1 1 1 1 1 1

Salute 1

Sicurezza 1 1 1 1 1

Rendicontazione 1 1 1 1 1

Ambiente 1 1 1 1 1

Processo 1 1 1 1 1 1 1

Progettazione

Produzione

Processo

Controllo

TECNICI

Rendicontazione

AMMINISTRAZIONE

Risorse umane

Ambiente

Salute&Sicurezza

HSE-HR

FIGURA 3. ESEMPIO DI CLASSIFICAZIONE DEI SINGOLI COMPARTI OPERATIVI

1 2 3 4 5 6 7 8RISORSE SOCI/AZIONISTI CLIENTI FORNITORI PARTNER STATO, ENTI LOCALI COMUNITÀ AMBIENTEUMANE E COMUNITÀ FINANZIARI E PUBBLICA

FINANZIARIA AMMINISTRAZIONE

FIGURA 4. ESEMPI DI CORRELAZIONE TRA CLASSI E COMPARTI

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l’approccio orientato agli stakeholder.Per quel che attiene agli aspetti o alle aree tematiche che costitui-ranno materia per gli indicatori di performance: per gli aspettiambientali, per esempio nell’area tematica emissioni atmosferi-che, si avrà un indicatore sulle emissioni, per l’area tematica suolosi avrà un indicatore sui rifiuti; per gli aspetti sociali, area tematicarisorse umane, si avrà un indicatore sulla formazione dei dipen-denti, e così via. Gli indicatori possono essere misure qualitative (per esempio, lad-dove si richieda la descrizione di un progetto o di un’iniziativa rea-lizzata dall’azienda) o quantitative (nei casi in cui l’informazionerichiesta debba essere espressa sotto forma numerica, percentuale,quoziente, ecc.).Per quanto concerne l’orizzonte temporale di riferimento, è consi-gliabile raccogliere dati e informazioni e quantificare/costruire i dif-ferenti indicatori su un arco triennale al fine di effettuare analisi piùsignificative sull’evoluzione del comportamento dell’impresa e sulleazioni effettivamente condotte nel campo della CSR, favorendo unamigliore valutazione delle performance ottenute (per esempio,investimenti pluriennali, potrebbero non essere conteggiati corretta-mente da rilevazioni su un unico anno).Il set di indicatori è suddiviso in due tipologie principali:P 20 indicatori comuni (C) che devono essere utilizzati da tutte

le imprese per la realizzazione del Social StatementP 80 indicatori addizionali (A) da applicare alle imprese di grandi

dimensioni (a partire da 50 dipendenti) in base a specificicriteri, per integrare gli indicatori comuni

Se alcuni indicatori non fossero applicabili all’impresa presa inesame a causa di caratteristiche strutturali e/o organizzative, leragioni alla base dell’esclusione dovranno essere chiarite e motiva-te dal management.Per ogni indicatore calcolato occorre fornire un commento esplica-tivo, definire le modalità di misurazione e fornire l’eventuale docu-

17struttura organizzativa, occorre sempre valutare gli indicatori piùopportuni per ogni singolo comparto, individuati a partire dagli sta-keholder di riferimento e adattandoli al caso di interesse.L’analisi fin qui condotta a partire dall’individuazione dei compartioperativi, degli stakeholder di riferimento e degli indicatori applica-bili porta alla costruzione di una matrice a due entrate (attività vs.indicatore = categoria di stakeholder) che costituisce il riferimentoper la fase di governance, cioè per la rendicontazione delle presta-zioni e dell’impegno sociale dell’Azienda.

Il piano dei conti del Social Statement è articolato su tre livelli, e sidivide in:P categorie: 8 gruppi di stakeholder cui sono rivolte specifiche

famiglie (cluster) di indicatori;P aspetti: aree tematiche monitorate da gruppi di performance

indicator, nell’ambito di una determinata categoria distakeholder;

P indicatori: misure quantitative e qualitative che fornisconoinformazioni relative a uno specifico aspetto.

Gli indicatori sono articolati secondo le otto categorie introdotte,cioè ai diversi gruppi di stakeholder di riferimento:1. Risorse Umane;2. Soci/Azionisti e Comunità Finanziaria;3. Clienti;4. Fornitori;5. Partner finanziari;6. Stato, Enti locali e Pubblica Amministrazione;7. Comunità;8. Ambiente.

Ciò significa che per ogni categoria di stakeholder andranno defini-ti degli indicatori specifici, che saranno organizzati in un frameworkarticolato sui tre livelli già esaminati, in cui si è voluto privilegiare

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l’approccio orientato agli stakeholder.Per quel che attiene agli aspetti o alle aree tematiche che costitui-ranno materia per gli indicatori di performance: per gli aspettiambientali, per esempio nell’area tematica emissioni atmosferi-che, si avrà un indicatore sulle emissioni, per l’area tematica suolosi avrà un indicatore sui rifiuti; per gli aspetti sociali, area tematicarisorse umane, si avrà un indicatore sulla formazione dei dipen-denti, e così via. Gli indicatori possono essere misure qualitative (per esempio, lad-dove si richieda la descrizione di un progetto o di un’iniziativa rea-lizzata dall’azienda) o quantitative (nei casi in cui l’informazionerichiesta debba essere espressa sotto forma numerica, percentuale,quoziente, ecc.).Per quanto concerne l’orizzonte temporale di riferimento, è consi-gliabile raccogliere dati e informazioni e quantificare/costruire i dif-ferenti indicatori su un arco triennale al fine di effettuare analisi piùsignificative sull’evoluzione del comportamento dell’impresa e sulleazioni effettivamente condotte nel campo della CSR, favorendo unamigliore valutazione delle performance ottenute (per esempio,investimenti pluriennali, potrebbero non essere conteggiati corretta-mente da rilevazioni su un unico anno).Il set di indicatori è suddiviso in due tipologie principali:P 20 indicatori comuni (C) che devono essere utilizzati da tutte

le imprese per la realizzazione del Social StatementP 80 indicatori addizionali (A) da applicare alle imprese di grandi

dimensioni (a partire da 50 dipendenti) in base a specificicriteri, per integrare gli indicatori comuni

Se alcuni indicatori non fossero applicabili all’impresa presa inesame a causa di caratteristiche strutturali e/o organizzative, leragioni alla base dell’esclusione dovranno essere chiarite e motiva-te dal management.Per ogni indicatore calcolato occorre fornire un commento esplica-tivo, definire le modalità di misurazione e fornire l’eventuale docu-

17struttura organizzativa, occorre sempre valutare gli indicatori piùopportuni per ogni singolo comparto, individuati a partire dagli sta-keholder di riferimento e adattandoli al caso di interesse.L’analisi fin qui condotta a partire dall’individuazione dei compartioperativi, degli stakeholder di riferimento e degli indicatori applica-bili porta alla costruzione di una matrice a due entrate (attività vs.indicatore = categoria di stakeholder) che costituisce il riferimentoper la fase di governance, cioè per la rendicontazione delle presta-zioni e dell’impegno sociale dell’Azienda.

Il piano dei conti del Social Statement è articolato su tre livelli, e sidivide in:P categorie: 8 gruppi di stakeholder cui sono rivolte specifiche

famiglie (cluster) di indicatori;P aspetti: aree tematiche monitorate da gruppi di performance

indicator, nell’ambito di una determinata categoria distakeholder;

P indicatori: misure quantitative e qualitative che fornisconoinformazioni relative a uno specifico aspetto.

Gli indicatori sono articolati secondo le otto categorie introdotte,cioè ai diversi gruppi di stakeholder di riferimento:1. Risorse Umane;2. Soci/Azionisti e Comunità Finanziaria;3. Clienti;4. Fornitori;5. Partner finanziari;6. Stato, Enti locali e Pubblica Amministrazione;7. Comunità;8. Ambiente.

Ciò significa che per ogni categoria di stakeholder andranno defini-ti degli indicatori specifici, che saranno organizzati in un frameworkarticolato sui tre livelli già esaminati, in cui si è voluto privilegiare

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Fase 4. Individuazione degli obiettivi associati per ogni attività ecompartoInfine, per ogni comparto operativo è necessario definire gli obietti-vi quantitativi associati agli indicatori per ogni singolo comparto, inattuazione della Politca di CSR del gruppo. Per una corretta valutazione delle performance aziendali, si consi-glia di monitorare gli indicatori adottati per almeno tre anni, al finedi evidenziarne i trend durante un arco di tempo sufficiente per lavalutazione dell’efficacia delle politiche aziendali.

19mentazione di supporto. La tabella 1 (Allegato 4) riporta un esempio di matrice a due entra-te, rimandando al testo ministeriale per l’elenco completo degli indi-catori e la specificazione di ogni singolo indicatore applicabile alcaso trattato.Si ricorda che, nel modello di riferimento, per ciascun indicatore èstata predisposta una scheda descrittiva che definisce:P codice progressivo e nome dell’indicatore;P indicazione sulla rilevanza per le imprese (indicatore

comune o indicatore addizionale);P natura qualitativa o quantitativa delle informazioni richieste;P commento esplicativo, per chiarire quale sia lo scopo del

calcolo di tale indicatore e le motivazioni che hanno portatoalla scelta: per esempio rilevanza, facilità di misurazione,confrontabilità con altri anni, altre imprese o altri settori, ecc.;

P modalità di misurazione suggerite: valori assoluti, algoritmi dicalcolo, se necessario misurazioni e monitoraggi eseguiti:per esempio le emissioni calcolate al camino o attraversoalgoritmi di calcolo, come la CO2, e confrontate conl’andamento della produzione annuale;

P documentazione di supporto richiesta o suggerita.

A titolo esemplificativo si riporta il primo degli indicatori proposti, incui è evidenziata la struttura su tre livelli in cui si è privilegiato unapproccio orientato agli stakeholder.

18 CATEGORIE 1. RISORSE UMANE

ASPETTI 1.1. COMPOSIZIONEDEL PERSONALE

INDICATORI 1.1.1. CATEGORIE

1.1.2. ETÀ

1.1.3. ANZIANITÀ

1.1.4. PROVENIENZA TERRITORIALE

1.1.5. NAZIONALITÀ

1.1.6. TIPOLOGIA CONTRATTUALE

1.1.7. TITOLO DI STUDIO

Commento esplicativo

Modalità di misurazione dell’indicatore

Documentazione di supporto

RILEVANZA QUALITATIVI QUANTITATIVIA SÌ

L’indicatore mira a ottenere un quadro numerico che descrivala realtà aziendale e permetta di inquadrarla nella situazionelocale.

Percentuale di dipendenti (sul totale) per categoria, provenienza territoriale (regione o comune a seconda delle dimensioniaziendali e del contesto sociale), nazionalità, titolo di studio.Età e anzianità aziendale media dei dipendenti (ove possibiledivisi per categoria).Indicazione del/dei CCNL applicato/i al personale (nel caso dipiù contratti collettivi nazionali di lavoro applicati indicare laripartizione del personale tra gli stessi e le motivazioni di talescelta).

Tabelle e grafici.Copia del/dei CCNL applicato/i, copia degli eventuali documentidi contrattazione integrativa.

FIGURA 5 ESEMPIO DI RAPPRESENTAZIONE DI UN INDICATORE. Fonte: Ministero del Welfare, Progetto CSR, Appendice.

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Fase 4. Individuazione degli obiettivi associati per ogni attività ecompartoInfine, per ogni comparto operativo è necessario definire gli obietti-vi quantitativi associati agli indicatori per ogni singolo comparto, inattuazione della Politca di CSR del gruppo. Per una corretta valutazione delle performance aziendali, si consi-glia di monitorare gli indicatori adottati per almeno tre anni, al finedi evidenziarne i trend durante un arco di tempo sufficiente per lavalutazione dell’efficacia delle politiche aziendali.

19mentazione di supporto. La tabella 1 (Allegato 4) riporta un esempio di matrice a due entra-te, rimandando al testo ministeriale per l’elenco completo degli indi-catori e la specificazione di ogni singolo indicatore applicabile alcaso trattato.Si ricorda che, nel modello di riferimento, per ciascun indicatore èstata predisposta una scheda descrittiva che definisce:P codice progressivo e nome dell’indicatore;P indicazione sulla rilevanza per le imprese (indicatore

comune o indicatore addizionale);P natura qualitativa o quantitativa delle informazioni richieste;P commento esplicativo, per chiarire quale sia lo scopo del

calcolo di tale indicatore e le motivazioni che hanno portatoalla scelta: per esempio rilevanza, facilità di misurazione,confrontabilità con altri anni, altre imprese o altri settori, ecc.;

P modalità di misurazione suggerite: valori assoluti, algoritmi dicalcolo, se necessario misurazioni e monitoraggi eseguiti:per esempio le emissioni calcolate al camino o attraversoalgoritmi di calcolo, come la CO2, e confrontate conl’andamento della produzione annuale;

P documentazione di supporto richiesta o suggerita.

A titolo esemplificativo si riporta il primo degli indicatori proposti, incui è evidenziata la struttura su tre livelli in cui si è privilegiato unapproccio orientato agli stakeholder.

18 CATEGORIE 1. RISORSE UMANE

ASPETTI 1.1. COMPOSIZIONEDEL PERSONALE

INDICATORI 1.1.1. CATEGORIE

1.1.2. ETÀ

1.1.3. ANZIANITÀ

1.1.4. PROVENIENZA TERRITORIALE

1.1.5. NAZIONALITÀ

1.1.6. TIPOLOGIA CONTRATTUALE

1.1.7. TITOLO DI STUDIO

Commento esplicativo

Modalità di misurazione dell’indicatore

Documentazione di supporto

RILEVANZA QUALITATIVI QUANTITATIVIA SÌ

L’indicatore mira a ottenere un quadro numerico che descrivala realtà aziendale e permetta di inquadrarla nella situazionelocale.

Percentuale di dipendenti (sul totale) per categoria, provenienza territoriale (regione o comune a seconda delle dimensioniaziendali e del contesto sociale), nazionalità, titolo di studio.Età e anzianità aziendale media dei dipendenti (ove possibiledivisi per categoria).Indicazione del/dei CCNL applicato/i al personale (nel caso dipiù contratti collettivi nazionali di lavoro applicati indicare laripartizione del personale tra gli stessi e le motivazioni di talescelta).

Tabelle e grafici.Copia del/dei CCNL applicato/i, copia degli eventuali documentidi contrattazione integrativa.

FIGURA 5 ESEMPIO DI RAPPRESENTAZIONE DI UN INDICATORE. Fonte: Ministero del Welfare, Progetto CSR, Appendice.

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sostenibile, in ogni attività organizzativa, progettuale,produttiva e commerciale, adottando le migliori pratichedisponibili e stimolando al miglioramento continuo tutti icollaboratori e gli stakeholder;

P ottimizzare i costi attraverso la concreta applicazione dellepolitiche di responsabilità sociale;

P assicurare correttezza e trasparenza di ogni attività, ponendoattenzione alle aspettative di tutti gli interlocutori,comunicando in modo chiaro e comprensibile le propriestrategie, i propri obiettivi, le attività e i risultati a tutti coloroche in modo diretto o indiretto sono destinatari di questedecisioni.

Successivamente si definisce la Carta dei Valori, come strumento perrendere trasparenti, condivisi ed attuati alcuni principi-guida chescaturiscono dall’esperienza e dalla storia dell’azienda, di chi lagestisce e di chi in essa opera.A titolo esemplificativo:P l’impegno a perseguire il miglioramento continuo nelle

proprie attività organizzative, produttive e commerciali, e acontribuire alla diffusione di una cultura etica, solidale eresponsabile a tutti gli stakeholder;

P la sostenibilità sociale e ambientale, perseguita svolgendo leproprie attività senza compromettere la capacità delle futuregenerazioni di soddisfare i propri bisogni;

P la trasparenza, la legalità, e la correttezza in ogni attività,impegnandosi a rendere conto delle proprie politiche, dellestrategie, degli obiettivi e dell’impegno etico, ancheattraverso la coerenza tra valori, strategie e comportamenti;

P la responsabilità e il rispetto delle leggi e delle norme inogni attività.

Possono essere redatte anche specifiche carte per i singoli compar-ti operativi per esporre linee guida specifiche per ciascuna attività:

21La sistematicità nel tempo e/o nello spazio di tale attività si configu-ra come rendicontazione (Fase di Governance) dell’impegno socia-le dell’impresa.

Punto di partenza è la definizione europea della CSR, cioè la consa-pevolezza della convergenza tra lungimiranza economica e respon-sabilità sociale.Da tale definizione deriva un insieme univoco di documenti interniil cui valore è insito nella struttura di sistema che definiscono: la poli-tica di CSR non avrebbe fondamento senza la declinazione nellaCarta dei valori o senza il codice etico.In particolare si definiscono:P la politica di CSR del gruppo, come impegno e missione del

managementP la Carta dei Valori, come declinazione della morale individuale

in un concetto di etica partecipata e condivisaP la Carta dei Fornitori, per diffondere la cultura della

sostenibilità a tutta la filiera produttiva P il Codice Etico, come linea guida che indirizzi al

comportamento etico in ogni fase del suo lavoro

La Politica di responsabilità sociale, è dettagliata nelle operazioniorganizzative, progettuali, produttive e commerciali.Per fare qualche esempio:P definire in modo chiaro ed esplicito cosa vuol dire essere

socialmente responsabili attraverso l’elaborazione ecomunicazione della carta dei valori, della politica di CSR,del codice di comportamento e delle carte degli sponsor edei finanziatori;

P adottare i riferimenti etici, sociali e ambientali definiti dalMinistero del Lavoro e delle Politiche Sociali nel progettoCSR-SC, applicandoli a tutti i comparti;

P rispettare e tutelare l’ambiente, contribuendo allo sviluppo

20

44..22 PPrreessccrriizziioonnee iinntteerrnnaa

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sostenibile, in ogni attività organizzativa, progettuale,produttiva e commerciale, adottando le migliori pratichedisponibili e stimolando al miglioramento continuo tutti icollaboratori e gli stakeholder;

P ottimizzare i costi attraverso la concreta applicazione dellepolitiche di responsabilità sociale;

P assicurare correttezza e trasparenza di ogni attività, ponendoattenzione alle aspettative di tutti gli interlocutori,comunicando in modo chiaro e comprensibile le propriestrategie, i propri obiettivi, le attività e i risultati a tutti coloroche in modo diretto o indiretto sono destinatari di questedecisioni.

Successivamente si definisce la Carta dei Valori, come strumento perrendere trasparenti, condivisi ed attuati alcuni principi-guida chescaturiscono dall’esperienza e dalla storia dell’azienda, di chi lagestisce e di chi in essa opera.A titolo esemplificativo:P l’impegno a perseguire il miglioramento continuo nelle

proprie attività organizzative, produttive e commerciali, e acontribuire alla diffusione di una cultura etica, solidale eresponsabile a tutti gli stakeholder;

P la sostenibilità sociale e ambientale, perseguita svolgendo leproprie attività senza compromettere la capacità delle futuregenerazioni di soddisfare i propri bisogni;

P la trasparenza, la legalità, e la correttezza in ogni attività,impegnandosi a rendere conto delle proprie politiche, dellestrategie, degli obiettivi e dell’impegno etico, ancheattraverso la coerenza tra valori, strategie e comportamenti;

P la responsabilità e il rispetto delle leggi e delle norme inogni attività.

Possono essere redatte anche specifiche carte per i singoli compar-ti operativi per esporre linee guida specifiche per ciascuna attività:

21La sistematicità nel tempo e/o nello spazio di tale attività si configu-ra come rendicontazione (Fase di Governance) dell’impegno socia-le dell’impresa.

Punto di partenza è la definizione europea della CSR, cioè la consa-pevolezza della convergenza tra lungimiranza economica e respon-sabilità sociale.Da tale definizione deriva un insieme univoco di documenti interniil cui valore è insito nella struttura di sistema che definiscono: la poli-tica di CSR non avrebbe fondamento senza la declinazione nellaCarta dei valori o senza il codice etico.In particolare si definiscono:P la politica di CSR del gruppo, come impegno e missione del

managementP la Carta dei Valori, come declinazione della morale individuale

in un concetto di etica partecipata e condivisaP la Carta dei Fornitori, per diffondere la cultura della

sostenibilità a tutta la filiera produttiva P il Codice Etico, come linea guida che indirizzi al

comportamento etico in ogni fase del suo lavoro

La Politica di responsabilità sociale, è dettagliata nelle operazioniorganizzative, progettuali, produttive e commerciali.Per fare qualche esempio:P definire in modo chiaro ed esplicito cosa vuol dire essere

socialmente responsabili attraverso l’elaborazione ecomunicazione della carta dei valori, della politica di CSR,del codice di comportamento e delle carte degli sponsor edei finanziatori;

P adottare i riferimenti etici, sociali e ambientali definiti dalMinistero del Lavoro e delle Politiche Sociali nel progettoCSR-SC, applicandoli a tutti i comparti;

P rispettare e tutelare l’ambiente, contribuendo allo sviluppo

20

44..22 PPrreessccrriizziioonnee iinntteerrnnaa

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Esso rappresenta una carta dei diritti e doveri morali che definisce laresponsabilità etico-sociale di ogni membro dell’organizzazioneimprenditoriale, e introduce una definizione chiara ed esplicita delleresponsabilità sociali.

La struttura del Codice Etico può variare da impresa a impresa, mageneralmente viene sviluppato su quattro livelli: 1. i principi etici generali che raccolgono la missione

imprenditoriale e i sistemi per realizzarla;2. le norme etiche per le relazioni dell’impresa con i vari

stakeholder;3. gli standard etici di comportamento come:P pari opportunità P tutela della persona P diligenza P trasparenza P onestà P riservatezza P tutela ambientale P protezione della salute

4. Le sanzioni interne per la violazione delle norme del Codice.

L’Allegato 3 riporta a titolo esemplificativo il Codice Etico diConfindustria.

L’attuazione dei principi contenuti nel Codice Etico può essere affi-data a un Comitato Etico con il compito di diffonderne la conoscen-za e la comprensione, monitorarne l’effettiva attuazione, compiereindagini ecc.

La stesura del Codice Etico può essere realizzata parallelamente allafase di Analisi, a partire da uno studio della struttura aziendale perl’individuazione dei gruppi di stakeholder di riferimento (coinciden-ti con le fasi 1 e 2 dell’Analisi)

23P per il Dipartimento Finanziario, dove sono definite le regoledi base e i modi di funzionamento comuni a tutte leposizioni finanziarie;

P per il Commerciale, dove sono definiti gli aspetti etici edeontologici quali il rispetto delle regole della concorrenza,la prevenzione del rischio di corruzione o i conflitti diinteresse;

P per il dipartimento HSE, dove vengono indicate le lineedirettive rivolte al miglioramento continuo dellaperformance ambientale.

La Fase di Prescrizione non si limita alla declinazione dei principinelle sole attività interne, ma prende forma e assume un significa-to più profondo attraverso il coinvolgimento di tutti gli interlocutori. A tale scopo dovrebbe essere redatta e condivisa la Carta deiFornitori, con l’obiettivo di diffondere la cultura della sostenibilitàall’intera filiera. Per esempio, i fornitori che sottoscrivono la Carta si impegnano a:P condividere i valori dell’Azienda (condivisione);P rispettare le normative locali di tutela ambientale, sicurezza

e salute dei lavoratori (impegno);P garantire la qualità e l’affidabilità delle forniture e dei servizi

concordati con l’Azienda (qualità);P operare secondo principi etici e morali, garantendo il non

utilizzo di minori e il lavoro nero nelle proprie strutture, e adiffondere la cultura e la pratica della responsabilità sociale(responsabilità).

Un ulteriore documento di declinazione interna della CSR è il CodiceEtico, che definisce una serie di linee guida per il comportamento diognuno in ogni fase del suo lavoro. Dovrebbe essere condiviso conil personale cui è destinato, può avere carattere prescrittivo e la suanon osservanza, se sottoscritto, può portare a procedimenti discipli-nari.

22

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Esso rappresenta una carta dei diritti e doveri morali che definisce laresponsabilità etico-sociale di ogni membro dell’organizzazioneimprenditoriale, e introduce una definizione chiara ed esplicita delleresponsabilità sociali.

La struttura del Codice Etico può variare da impresa a impresa, mageneralmente viene sviluppato su quattro livelli: 1. i principi etici generali che raccolgono la missione

imprenditoriale e i sistemi per realizzarla;2. le norme etiche per le relazioni dell’impresa con i vari

stakeholder;3. gli standard etici di comportamento come:P pari opportunità P tutela della persona P diligenza P trasparenza P onestà P riservatezza P tutela ambientale P protezione della salute

4. Le sanzioni interne per la violazione delle norme del Codice.

L’Allegato 3 riporta a titolo esemplificativo il Codice Etico diConfindustria.

L’attuazione dei principi contenuti nel Codice Etico può essere affi-data a un Comitato Etico con il compito di diffonderne la conoscen-za e la comprensione, monitorarne l’effettiva attuazione, compiereindagini ecc.

La stesura del Codice Etico può essere realizzata parallelamente allafase di Analisi, a partire da uno studio della struttura aziendale perl’individuazione dei gruppi di stakeholder di riferimento (coinciden-ti con le fasi 1 e 2 dell’Analisi)

23P per il Dipartimento Finanziario, dove sono definite le regoledi base e i modi di funzionamento comuni a tutte leposizioni finanziarie;

P per il Commerciale, dove sono definiti gli aspetti etici edeontologici quali il rispetto delle regole della concorrenza,la prevenzione del rischio di corruzione o i conflitti diinteresse;

P per il dipartimento HSE, dove vengono indicate le lineedirettive rivolte al miglioramento continuo dellaperformance ambientale.

La Fase di Prescrizione non si limita alla declinazione dei principinelle sole attività interne, ma prende forma e assume un significa-to più profondo attraverso il coinvolgimento di tutti gli interlocutori. A tale scopo dovrebbe essere redatta e condivisa la Carta deiFornitori, con l’obiettivo di diffondere la cultura della sostenibilitàall’intera filiera. Per esempio, i fornitori che sottoscrivono la Carta si impegnano a:P condividere i valori dell’Azienda (condivisione);P rispettare le normative locali di tutela ambientale, sicurezza

e salute dei lavoratori (impegno);P garantire la qualità e l’affidabilità delle forniture e dei servizi

concordati con l’Azienda (qualità);P operare secondo principi etici e morali, garantendo il non

utilizzo di minori e il lavoro nero nelle proprie strutture, e adiffondere la cultura e la pratica della responsabilità sociale(responsabilità).

Un ulteriore documento di declinazione interna della CSR è il CodiceEtico, che definisce una serie di linee guida per il comportamento diognuno in ogni fase del suo lavoro. Dovrebbe essere condiviso conil personale cui è destinato, può avere carattere prescrittivo e la suanon osservanza, se sottoscritto, può portare a procedimenti discipli-nari.

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P definizione di un responsabile per il raggiungimento degliobiettivi;

P applicazione dell’indicatore opportuno tra quelli presentati dalMinistero;

P definizione delle modalità di raccolta, rendicontazione,sistematizzazione e registrazione dei dati quantitativi relativiall’indicatore;

P analisi dei dati rispetto agli obiettivi prefissati.

Per attività o dati di nuova implementazione, nel caso di assenza didati storici di riferimento, i dati raccolti nel primo anno saranno uti-lizzati come baseline per le analisi successive e per gli obiettivi dimiglioramento.Nel Progetto CSR, infatti, il set di indicatori ha la specifica finalità dimonitorare l’impegno e le attività realizzate dall’impresa in tema diCSR, supportando i processi decisionali e attuativi.La matrice a doppia entrata costruita nelle tre fasi precedentementedescritte (Analisi), diviene lo strumento operativo dove raccogliere,sistematizzare, elaborare, archiviare e monitorare gli indicatori di per-formance applicabili. Oltre alle valutazioni quantitative, per ogni com-parto operativo possono essere definiti obiettivi qualitativi in attuazio-ne della CSR. Infatti, “Il sistema di valutazione e rendicontazione rap-presentato dagli indicatori del Social Statement non si vuole sostitui-re ad iniziative pubbliche e/o private “riconosciute” sul tema dellaresponsabilità sociale delle imprese, ma deve essere consideratoun complemento a questi progetti. L’approccio indicato dalMinistero del Lavoro e delle Politiche Sociali si propone, semmai, divalorizzare tali esperienze, con l’obiettivo finale di favorire maggio-re trasparenza e chiarezza nell’informativa verso gli stakeholder”.

Se l’approccio realizzato attraverso i performance indicator si ponecome obiettivo la consapevolezza del potenziale di attività nell’am-bito della responsabilità sociale, l’approccio qualitativo, ha l’obietti-vo di valorizzare le attività di responsabilità sociale già attuate.

25Successivamente è necessario individuare i principi e le norme eti-che generali per le relazioni tra l’impresa e i vari stakeholder e defi-nire gli standard etici di comportamento. Questa fase dovrebbe essere seguita dalla consultazione degli sta-keholder per la condivisione dei principi etici generali e di quelli par-ticolari per ogni gruppo. La credibilità dell’intero processo verso la CSR dipende in gran partedalla condivisione e dalla trasparenza delle informazioni verso tuttele parti interessate.La condivisione presuppone la definizione di canali di comunicazio-ne a due vie attraverso cui ricevere un feedback sugli effetti dell’at-tività aziendale. La comprensione delle aspettative degli stakeholdere il loro recepimento nelle carte aziendali è una dimostrazione diconsapevolezza e maturità del management aziendale verso laresponsabilità sociale, e si traduce nell’adeguamento dell’organizza-zione aziendale, delle procedure e delle politiche ai principi espres-si nel Codice Etico e nelle altre carte. Particolare importanza deve essere inoltre data all’attività formativafinalizzata a diffondere all’interno dell’impresa l’esistenza del Codicee delle altre carte e la loro applicazione.

Nella fase di Analisi si sono definiti, per ogni comparto operativo, gliobiettivi quantitativi associati agli indicatori pertinenti, in attuazionedella CSR del Gruppo. Si è anche anticipato che la sistematicità di tale attività si configuracome rendicontazione (Fase di Governance) dell’impegno socialedell’impresa.Gli indicatori sono uno strumento di sintesi per la valutazione del-l’applicazione della CSR, cioè della Politica e dei Valori del Grupporedatti nella fase di Prescrizione Interna.Per ogni comparto, si deve perciò procedere alla:P definizione degli obiettivi declinati dalla Politica e dai Valori nei

confronti degli stakeholder di riferimento;

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44..33 GGoovveerrnnaannccee:: rreennddiiccoonnttaazziioonnee

Page 24: GUIDA ALLA APPLICAZIONE DEL PROGETTO CSR CSR · P comunicazione unidirezionale, bidirezionale, mediata. Il Modello del Ministero è uno strumento che permette di imple-mentare le

P definizione di un responsabile per il raggiungimento degliobiettivi;

P applicazione dell’indicatore opportuno tra quelli presentati dalMinistero;

P definizione delle modalità di raccolta, rendicontazione,sistematizzazione e registrazione dei dati quantitativi relativiall’indicatore;

P analisi dei dati rispetto agli obiettivi prefissati.

Per attività o dati di nuova implementazione, nel caso di assenza didati storici di riferimento, i dati raccolti nel primo anno saranno uti-lizzati come baseline per le analisi successive e per gli obiettivi dimiglioramento.Nel Progetto CSR, infatti, il set di indicatori ha la specifica finalità dimonitorare l’impegno e le attività realizzate dall’impresa in tema diCSR, supportando i processi decisionali e attuativi.La matrice a doppia entrata costruita nelle tre fasi precedentementedescritte (Analisi), diviene lo strumento operativo dove raccogliere,sistematizzare, elaborare, archiviare e monitorare gli indicatori di per-formance applicabili. Oltre alle valutazioni quantitative, per ogni com-parto operativo possono essere definiti obiettivi qualitativi in attuazio-ne della CSR. Infatti, “Il sistema di valutazione e rendicontazione rap-presentato dagli indicatori del Social Statement non si vuole sostitui-re ad iniziative pubbliche e/o private “riconosciute” sul tema dellaresponsabilità sociale delle imprese, ma deve essere consideratoun complemento a questi progetti. L’approccio indicato dalMinistero del Lavoro e delle Politiche Sociali si propone, semmai, divalorizzare tali esperienze, con l’obiettivo finale di favorire maggio-re trasparenza e chiarezza nell’informativa verso gli stakeholder”.

Se l’approccio realizzato attraverso i performance indicator si ponecome obiettivo la consapevolezza del potenziale di attività nell’am-bito della responsabilità sociale, l’approccio qualitativo, ha l’obietti-vo di valorizzare le attività di responsabilità sociale già attuate.

25Successivamente è necessario individuare i principi e le norme eti-che generali per le relazioni tra l’impresa e i vari stakeholder e defi-nire gli standard etici di comportamento. Questa fase dovrebbe essere seguita dalla consultazione degli sta-keholder per la condivisione dei principi etici generali e di quelli par-ticolari per ogni gruppo. La credibilità dell’intero processo verso la CSR dipende in gran partedalla condivisione e dalla trasparenza delle informazioni verso tuttele parti interessate.La condivisione presuppone la definizione di canali di comunicazio-ne a due vie attraverso cui ricevere un feedback sugli effetti dell’at-tività aziendale. La comprensione delle aspettative degli stakeholdere il loro recepimento nelle carte aziendali è una dimostrazione diconsapevolezza e maturità del management aziendale verso laresponsabilità sociale, e si traduce nell’adeguamento dell’organizza-zione aziendale, delle procedure e delle politiche ai principi espres-si nel Codice Etico e nelle altre carte. Particolare importanza deve essere inoltre data all’attività formativafinalizzata a diffondere all’interno dell’impresa l’esistenza del Codicee delle altre carte e la loro applicazione.

Nella fase di Analisi si sono definiti, per ogni comparto operativo, gliobiettivi quantitativi associati agli indicatori pertinenti, in attuazionedella CSR del Gruppo. Si è anche anticipato che la sistematicità di tale attività si configuracome rendicontazione (Fase di Governance) dell’impegno socialedell’impresa.Gli indicatori sono uno strumento di sintesi per la valutazione del-l’applicazione della CSR, cioè della Politica e dei Valori del Grupporedatti nella fase di Prescrizione Interna.Per ogni comparto, si deve perciò procedere alla:P definizione degli obiettivi declinati dalla Politica e dai Valori nei

confronti degli stakeholder di riferimento;

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44..33 GGoovveerrnnaannccee:: rreennddiiccoonnttaazziioonnee

Page 25: GUIDA ALLA APPLICAZIONE DEL PROGETTO CSR CSR · P comunicazione unidirezionale, bidirezionale, mediata. Il Modello del Ministero è uno strumento che permette di imple-mentare le

Il Ministero vede il progetto CSR come “un’opportunità per guidare leimprese verso obiettivi di eccellenza nelle modalità di rendicontazione nel-l’ambito della responsabilità sociale delle imprese, favorendo il miglioramen-to continuo delle prestazioni aziendali in questo campo” (da Sviluppo, giàcitato) e in questo modo è stato interpretato dalle Camere diCommercio che hanno voluto fornire un proprio strumento di sup-porto alle imprese.

Per una presentazione esaustiva, dettagliata e approfondita dei con-tenuti operativi del Progetto CSR del Ministero del Lavoro e dellePolitiche Sociali doverosamente si rimanda al documento prepara-to quale appendice alla presentazione del Progetto dai tecnici delMinistero.La completezza di tale documento si potrebbe però scontrare conesigenze di sintesi, di facilitazione e chiarezza che hanno resonecessaria la compilazione di questa guida, volta a facilitare il pro-cesso di adesione al Progetto CSR, selezionando i punti di maggio-re interesse e focalizzando lo sforzo delle PMI su questi. Questa guida non intende sostituirsi a quanto già predisposto dalMinistero, ma affiancarlo con uno sforzo esplicativo aggiuntivo indi-rizzato esclusivamente alle aziende di piccole dimensioni associatealle Camere di Commercio.

5Conclusioni27Si consideri a titolo esemplificativo e non esaustivo:

A. Management & Marketing1. Assicurare le risorse necessarie alla realizzazione dei Progetti

filantropici e assicurarsi dello stato di avanzamento degli stessi, alfine di garantire la piena realizzazione di quanto pianificato.

2. Assicurare la diffusione e la conoscenza all’interno del Gruppodella Politica di CSR e l’applicazione dei Valori, ovvero garantireche ogni membro del Gruppo abbia comportamenti coerenti conil progetto di CSR.

3. Definire un responsabile per ogni comparto per la raccolta dati eil monitoraggio dei parametri secondo il modello del Ministero.

4. Valutare periodicamente i dati raccolti e lo stato di avanzamentodi tutte le attività correlate al progetto di CSR.

B. Progettazione, Produzione, ecc.1. Garantire la massima protezione dell’Ambiente per tutte le attivi-

tà.2. Selezionare e gestire i fornitori secondo quanto definito nella

Carta dei Fornitori e nei documenti correlati.3. Raccogliere e monitorare i dati previsti dal modello del Ministero

e riferire periodicamente al management sul loro andamento.4. Mantenere in ogni occasione un comportamento coerente con la

Politica dell’Impresa ed i Valori definiti e declinati nel Codice Etico.

Dalla Fase di Rendicontazione si giunge a una mappatura dell’attivi-tà e della performance aziendale nel campo della responsabilitàambientale e sociale, che costituisce un elemento centrale dellaComunicazione d’Impresa.

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Il Ministero vede il progetto CSR come “un’opportunità per guidare leimprese verso obiettivi di eccellenza nelle modalità di rendicontazione nel-l’ambito della responsabilità sociale delle imprese, favorendo il miglioramen-to continuo delle prestazioni aziendali in questo campo” (da Sviluppo, giàcitato) e in questo modo è stato interpretato dalle Camere diCommercio che hanno voluto fornire un proprio strumento di sup-porto alle imprese.

Per una presentazione esaustiva, dettagliata e approfondita dei con-tenuti operativi del Progetto CSR del Ministero del Lavoro e dellePolitiche Sociali doverosamente si rimanda al documento prepara-to quale appendice alla presentazione del Progetto dai tecnici delMinistero.La completezza di tale documento si potrebbe però scontrare conesigenze di sintesi, di facilitazione e chiarezza che hanno resonecessaria la compilazione di questa guida, volta a facilitare il pro-cesso di adesione al Progetto CSR, selezionando i punti di maggio-re interesse e focalizzando lo sforzo delle PMI su questi. Questa guida non intende sostituirsi a quanto già predisposto dalMinistero, ma affiancarlo con uno sforzo esplicativo aggiuntivo indi-rizzato esclusivamente alle aziende di piccole dimensioni associatealle Camere di Commercio.

5Conclusioni27Si consideri a titolo esemplificativo e non esaustivo:

A. Management & Marketing1. Assicurare le risorse necessarie alla realizzazione dei Progetti

filantropici e assicurarsi dello stato di avanzamento degli stessi, alfine di garantire la piena realizzazione di quanto pianificato.

2. Assicurare la diffusione e la conoscenza all’interno del Gruppodella Politica di CSR e l’applicazione dei Valori, ovvero garantireche ogni membro del Gruppo abbia comportamenti coerenti conil progetto di CSR.

3. Definire un responsabile per ogni comparto per la raccolta dati eil monitoraggio dei parametri secondo il modello del Ministero.

4. Valutare periodicamente i dati raccolti e lo stato di avanzamentodi tutte le attività correlate al progetto di CSR.

B. Progettazione, Produzione, ecc.1. Garantire la massima protezione dell’Ambiente per tutte le attivi-

tà.2. Selezionare e gestire i fornitori secondo quanto definito nella

Carta dei Fornitori e nei documenti correlati.3. Raccogliere e monitorare i dati previsti dal modello del Ministero

e riferire periodicamente al management sul loro andamento.4. Mantenere in ogni occasione un comportamento coerente con la

Politica dell’Impresa ed i Valori definiti e declinati nel Codice Etico.

Dalla Fase di Rendicontazione si giunge a una mappatura dell’attivi-tà e della performance aziendale nel campo della responsabilitàambientale e sociale, che costituisce un elemento centrale dellaComunicazione d’Impresa.

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Page 27: GUIDA ALLA APPLICAZIONE DEL PROGETTO CSR CSR · P comunicazione unidirezionale, bidirezionale, mediata. Il Modello del Ministero è uno strumento che permette di imple-mentare le

Capitale umano Definisce lo stato di salute, il benessere e le potenzialità dei singoli individui.Comprende variabili quali la salute mentale e fisica delle persone, il grado di istruzio-ne, le motivazioni e le capacità lavorative.

Cause Related Marketing Processo di marketing in cui le imprese, organizzazioni no profit o di utilità sociale for-mano una partnership strategica al fine di promuovere un prodotto o un servizio tra-endone reciprocamente un beneficio. È un investimento di risorse ed energie per ilraggiungimento di due scopi paralleli e cooperanti: il sostegno ad una causa socialeed il perseguimento degli scopi commerciali delle aziende.

Cittadinanza d’impresa L’impegno permanente da parte delle aziende private a introdurre al centro delle pro-prie strategie l’integrazione tra esigenze di mercato e nuove responsabilità sociali. taleimpegno si traduce spesso in esperienze innovative di alleanza e collaborazione conorganizzazioni del terzo settore nella promozione di iniziative ad alto contenutosociale.

Codice etico Insieme di principi etici, valori fondamentali e regole generali di condotta (diritti edoveri), attraverso i quali l’impresa garantisce il rispetto delle proprie responsabilitàetiche e sociali verso i vari stakeholder.

Coinvolgimento Attività di consultazione degli stakeholder (attraverso indagini conoscitive, interviste,degli Stakeholder ecc.) intraprese in modo sistematico su singole questioni per approfondire la com-

prensione degli interessi, aspettative e bisogni degli stakeholder al fine di formulareo rivedere le politiche aziendali.

Comitato etico Organismo aziendale composto da rappresentanti delle diverse funzioni aziendali eda membri esterni, che ha il compito di esprimere pareri vincolanti su questioni eti-che in azienda, risolvere casi portati alla sua attenzione, definire il piano di comuni-cazione e di formazione etica in attuazione del codice.

Community Investment Forme di investimento su progetti e attività che portano un beneficio diretto alla col-lettività, erogate specialmente a quelle categorie di persone o imprese che più diffi-cilmente riescono ad avere accesso al credito tramite i circuiti tradizionali. I beneficia-ri ricevono il finanziamento sulla base del progetto presentato piuttosto che sullegaranzie patrimoniali fornite.

Conflitti ambientali Sono conflitti di interesse relativi all’uso, il possesso o la proprietà di risorse ambien-tali scarse.

Consumatore-cittadino critico Il consumatore critico è il cittadino che vuole sapere come un bene è stato prodottoed essere rassicurato sul fatto che l’impresa non abbia violato i diritti fondamentalidei lavoratori.

Corporate Governance Governo dell’impresa. Si usa questa espressione in riferimento alle grandi imprese-che hanno meccanismi di governo complessi. È un sistema di regole interne che defi-nisce la distribuzione dei diritti e delle responsabilità tra i partecipanti (dirigenti,amministratori, azionisti, altre parti interessate) alla vita di una società. Esistono duemodelli principali di corporate governance: il modello anglosassone in base al qualel’interesse del consiglio di amministrazione è rivolto principalmente alla creazione di

29

Accountability Positiva proprietà che posseggono le aziende e le organizzazioni che sono in gradodi giustificare pubblicamente i propri comportamenti. Un’organizzazione o un’impre-sa è accountable se rende conto periodicamente e comunica in modo trasparentealle parti interessate quanto è stato fatto nel corso delle proprie attività.

Advisor etico Società di consulenza che opera nel campo degli investimenti socialmente respon-sabili.

Audit etico interno Attività che nasce come estensione delle tradizionali forme di audit di tipo finanziarioe di gestione, e ha come obiettivo la verifica dell’eticità di comportamenti e procedu-re aziendali.

Azionariato dipendenti È la partecipazione dei dipendenti all’impresa con l’acquisizione di azioni.

Bilancio ambientale Il bilancio ambientale, o eco-bilancio, è uno strumento contabile in grado di fornireun quadro organico delle interrelazioni dirette tra l’impresa e l’ambiente naturale,capace dunque di fornire un quadro di valutazioni sull’impatto ambientale delle atti-vità produttive, e dello sforzo economico e finanziario sostenuto dall’impresa per laprotezione dell’ambiente. Esso costituisce la base per l’elaborazione di un rapporto ambientale, che è uno stru-mento di comunicazione esterno dell’impresa.

Bilancio d’esercizio Documento tecnico-contabile la cui principale finalità è quella di rappresentare lasituazione economica e finanziaria delle società in un determinato momento.

Bilancio sociale Il Bilancio sociale misura il comportamento sociale delle imprese. Deve essere undocumento informativo neutrale, imparziale, oggettivo e trasparente, capace di esse-re un efficace strumento di dialogo con gli stakeholder e uno strumento di gestioneatto a favorire la costruzione di un’identità e cultura aziendale basata sulla condivisio-ne di valori sociali.

Bilancio di sostenibilità Forma di comunicazione più completa che comprende tutte le dimensioni del concetto(Sustainability Report) di sostenibilità: sostenibilità ambientale come capacità di mantenere la qualità e ripro-

ducibilità delle risorse naturali; sostenibilità sociale come capacità di garantire condi-zioni di benessere e opportunità di crescita nel rispetto dei diritti umani e del lavoro;sostenibilità economica come capacità di generare reddito, profitti e lavoro. È un bilancio che si basa su un triplice approccio (Triple Bottom Line o Triple PApproach) con cui analizza le “3P”, ovvero la persona (People), l’ambiente (Planet)e il profitto (Profit).

Capacità di carico Quantità di inquinamento e rifiuti che il pianeta è in grado di sopportare.

Capitale naturale critico Il livello minimo necessario alla riproducibilità biologica dell’ecosistema. Nel capitalenaturale rientrano beni non facilmente monetizzabili come la biodiversità, la specie arischio estinzione e gli ecosistemi.

Capitale sociale La ricchezza sociale rappresentata dal grado di coesione e di fiducia esistente tra gliindividui di una determinata comunità. Le organizzazioni necessitano di una struttu-ra di relazioni fiduciarie, durevole nel tempo, tra i soggetti coinvolti.

Glossario Responsabilità sociale d’impresa

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Capitale umano Definisce lo stato di salute, il benessere e le potenzialità dei singoli individui.Comprende variabili quali la salute mentale e fisica delle persone, il grado di istruzio-ne, le motivazioni e le capacità lavorative.

Cause Related Marketing Processo di marketing in cui le imprese, organizzazioni no profit o di utilità sociale for-mano una partnership strategica al fine di promuovere un prodotto o un servizio tra-endone reciprocamente un beneficio. È un investimento di risorse ed energie per ilraggiungimento di due scopi paralleli e cooperanti: il sostegno ad una causa socialeed il perseguimento degli scopi commerciali delle aziende.

Cittadinanza d’impresa L’impegno permanente da parte delle aziende private a introdurre al centro delle pro-prie strategie l’integrazione tra esigenze di mercato e nuove responsabilità sociali. taleimpegno si traduce spesso in esperienze innovative di alleanza e collaborazione conorganizzazioni del terzo settore nella promozione di iniziative ad alto contenutosociale.

Codice etico Insieme di principi etici, valori fondamentali e regole generali di condotta (diritti edoveri), attraverso i quali l’impresa garantisce il rispetto delle proprie responsabilitàetiche e sociali verso i vari stakeholder.

Coinvolgimento Attività di consultazione degli stakeholder (attraverso indagini conoscitive, interviste,degli Stakeholder ecc.) intraprese in modo sistematico su singole questioni per approfondire la com-

prensione degli interessi, aspettative e bisogni degli stakeholder al fine di formulareo rivedere le politiche aziendali.

Comitato etico Organismo aziendale composto da rappresentanti delle diverse funzioni aziendali eda membri esterni, che ha il compito di esprimere pareri vincolanti su questioni eti-che in azienda, risolvere casi portati alla sua attenzione, definire il piano di comuni-cazione e di formazione etica in attuazione del codice.

Community Investment Forme di investimento su progetti e attività che portano un beneficio diretto alla col-lettività, erogate specialmente a quelle categorie di persone o imprese che più diffi-cilmente riescono ad avere accesso al credito tramite i circuiti tradizionali. I beneficia-ri ricevono il finanziamento sulla base del progetto presentato piuttosto che sullegaranzie patrimoniali fornite.

Conflitti ambientali Sono conflitti di interesse relativi all’uso, il possesso o la proprietà di risorse ambien-tali scarse.

Consumatore-cittadino critico Il consumatore critico è il cittadino che vuole sapere come un bene è stato prodottoed essere rassicurato sul fatto che l’impresa non abbia violato i diritti fondamentalidei lavoratori.

Corporate Governance Governo dell’impresa. Si usa questa espressione in riferimento alle grandi imprese-che hanno meccanismi di governo complessi. È un sistema di regole interne che defi-nisce la distribuzione dei diritti e delle responsabilità tra i partecipanti (dirigenti,amministratori, azionisti, altre parti interessate) alla vita di una società. Esistono duemodelli principali di corporate governance: il modello anglosassone in base al qualel’interesse del consiglio di amministrazione è rivolto principalmente alla creazione di

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Accountability Positiva proprietà che posseggono le aziende e le organizzazioni che sono in gradodi giustificare pubblicamente i propri comportamenti. Un’organizzazione o un’impre-sa è accountable se rende conto periodicamente e comunica in modo trasparentealle parti interessate quanto è stato fatto nel corso delle proprie attività.

Advisor etico Società di consulenza che opera nel campo degli investimenti socialmente respon-sabili.

Audit etico interno Attività che nasce come estensione delle tradizionali forme di audit di tipo finanziarioe di gestione, e ha come obiettivo la verifica dell’eticità di comportamenti e procedu-re aziendali.

Azionariato dipendenti È la partecipazione dei dipendenti all’impresa con l’acquisizione di azioni.

Bilancio ambientale Il bilancio ambientale, o eco-bilancio, è uno strumento contabile in grado di fornireun quadro organico delle interrelazioni dirette tra l’impresa e l’ambiente naturale,capace dunque di fornire un quadro di valutazioni sull’impatto ambientale delle atti-vità produttive, e dello sforzo economico e finanziario sostenuto dall’impresa per laprotezione dell’ambiente. Esso costituisce la base per l’elaborazione di un rapporto ambientale, che è uno stru-mento di comunicazione esterno dell’impresa.

Bilancio d’esercizio Documento tecnico-contabile la cui principale finalità è quella di rappresentare lasituazione economica e finanziaria delle società in un determinato momento.

Bilancio sociale Il Bilancio sociale misura il comportamento sociale delle imprese. Deve essere undocumento informativo neutrale, imparziale, oggettivo e trasparente, capace di esse-re un efficace strumento di dialogo con gli stakeholder e uno strumento di gestioneatto a favorire la costruzione di un’identità e cultura aziendale basata sulla condivisio-ne di valori sociali.

Bilancio di sostenibilità Forma di comunicazione più completa che comprende tutte le dimensioni del concetto(Sustainability Report) di sostenibilità: sostenibilità ambientale come capacità di mantenere la qualità e ripro-

ducibilità delle risorse naturali; sostenibilità sociale come capacità di garantire condi-zioni di benessere e opportunità di crescita nel rispetto dei diritti umani e del lavoro;sostenibilità economica come capacità di generare reddito, profitti e lavoro. È un bilancio che si basa su un triplice approccio (Triple Bottom Line o Triple PApproach) con cui analizza le “3P”, ovvero la persona (People), l’ambiente (Planet)e il profitto (Profit).

Capacità di carico Quantità di inquinamento e rifiuti che il pianeta è in grado di sopportare.

Capitale naturale critico Il livello minimo necessario alla riproducibilità biologica dell’ecosistema. Nel capitalenaturale rientrano beni non facilmente monetizzabili come la biodiversità, la specie arischio estinzione e gli ecosistemi.

Capitale sociale La ricchezza sociale rappresentata dal grado di coesione e di fiducia esistente tra gliindividui di una determinata comunità. Le organizzazioni necessitano di una struttu-ra di relazioni fiduciarie, durevole nel tempo, tra i soggetti coinvolti.

Glossario Responsabilità sociale d’impresa

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tori per comunicare e creare condivisione attorno ai valori e ai principi del codiceetico aziendale.

Fund Raising La capacità di raccogliere donazioni, cioè risorse che sono destinate alle attività di uti-lità sociale delle organizzazioni no profit. Tali attività vanno dai servizi alla persona allatutela del patrimonio artistico ed ambientale, dalla diffusione della pratica sportiva alsostegno lavorativo dei soggetti più deboli, dall’assistenza sanitaria alla gestione deltempo libero. Il fund raiser è l’esperto in raccolta fondi.

Impresa sociale Organizzazione che si occupa della produzione di beni e servizi di utilità sociale. Lalegge prevede che questa attività possa essere esercitata solo nella forma della socie-tà cooperativa con lo scopo di “perseguire l’interesse generale della comunità allapromozione umana ed alla integrazione sociale dei cittadini”. Ci sono imprese (coo-perative) sociali di tipo A relative ai servizi socio-sanitari ed educativi; e di tipo B cheriguardano l’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate. L’impresa sociale rien-tra nella categoria del terzo settore, nella quale fanno parte anche il volontariato, l’as-sociazionismo sociale, le fondazioni, le organizzazioni non lucrative di utilità sociale(ONLUS).

Impronta ecologica Si tratta di un indicatore di sostenibilità ambientale, introdotto nel 1996 daWackernagel e Rees dell’Università della British Columbia, in grado di stimare l’impat-to che una produzione ha sull’ambiente. L’impronta ecologica di una persona misura il consumo alimentare, materiale edenergetico basandosi sulla superficie terrestre o marina necessaria a produrre adassorbire tali risorse.

Missione La missione è ciò che un’organizzazione cerca di realizzare. La missione di un’impre-sa deve coinvolgere le persone e stimolare il senso di appartenenza.

Microcredito È uno strumento di sviluppo locale che prevede la concessione di prestiti a quei sog-getti che hanno difficoltà ad accedere al finanziamento tradizionale delle banche.

Partnership Il termine indica un rapporto di stretta collaborazione tra due o più organizzazioni chesi trovano a condividere determinati scopi e mettono a disposizione le proprie risor-se operative per il raggiungimento di tali obiettivi. La partnership favorisce il dialogoe lo scambio di idee, elemento determinante per una corretta valutazione e gestionedei rischi di tipo ambientale e sociale.

Private Equity Investimento nel capitale di rischio di imprese non quotate, tipicamente di medieimprese, con un ottica di medio periodo e con obiettivi di alte plusvalenze. Viene rea-lizzato in settori con forti prospettive di crescita e si può rivolgere anche alle impresesociali. Attività di private equity sono: il Venture capital applicato ad imprese in faseiniziale o ad idee innovative di impresa; e il Social Venture capital che ricorre quan-do i capitali sono rivolti ad imprese con forte impatto positivo ambientale e sociale.

Rendicontazione etico-sociale Attività di public reporting (bilancio sociale, ambientale, di sostenibilità) con la qualel’impresa comunica periodicamente all’esterno una misurazione dell’impatto sociale,ambientale ed economico delle proprie attività, una valutazione dei risultati ottenutiin relazione agli impegni assunti e agli effetti prodotti sui diversi stakeholder.

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valore per gli azionisti; e il modello dell’Europa continentale che prevede un attentobilanciamento tra gli interessi dei vari stakeholder.

Credito etico Riguarda gli strumenti di investimento o prestiti vincolati a criteri etici di raccolta edimpiego di capitali. Il credito etico presuppone trasparenza e partecipazione nelledecisioni.

Democrazia economica Processi di organizzazione del lavoro a livello aziendale per la partecipazione dei e partecipazione lavoratori ai meccanismi decisionali interni all’impresa. Si ritiene che il coinvolgimen-

to dei lavoratori, faciliti il processo di adeguamento continuo alle sfide competitive.L’art. 46 della Costituzione stabilisce che “Ai fini della elevazione economica e socia-le del lavoro e in armonia con le esigenze della produzione, la Repubblica riconosceil diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestio-ne delle aziende”.

Disclosure La prassi societaria di divulgare, con frequenza e tempestività, tutte le informazionirilevanti che riguardano l’attività di un’impresa: la situazione finanziaria, la performan-ce, l’assetto proprietario e la corporate governance. È condizione necessaria perattuare una reale accountability dell’impresa.

Eco-Banking Attività finanziaria che implica la destinazione del risparmio a iniziative di carattereambientale. Alcuni esempi di eco-banking riguardano il finanziamento di impreseche intendono effettuare investimenti ambientali su impianti per il contenimentodelle emissioni e per forme di ri-progettazione aziendale. Altro esempio sono i mutuiverdi con forme di impiego a sostegno di investimenti volti al risparmio energetico eriduzione degli impatti per quelle imprese che propongono tecnologie antinquina-mento, prodotti verdi e business innovativi.

Etichetta sociale Indicazioni apposte su un prodotto al fine di influire sulla decisione di acquisto deiconsumatori fornendo garanzie sul valore sociale ed etico di un processo commer-ciale.

Ethics Officer Responsabile delle questioni etiche all’interno dell’impresa (attuazione del codiceetico, auditing etico, formazione etica, ecc...).

Finanza etica La finanza etica non ha come obiettivo il profitto e si fonda su un modello operativodiverso o alternativo a quello capitalistico tradizionale. L’obiettivo è la ricerca di unosbocco sociale all’attività finanziaria. In Italia si fanno promotori della finanza etica ilterzo settore, il volontariato, l’associazionismo.

Fondazione bancaria Le fondazioni di origine bancaria sono il risultato del processo di trasformazione e pri-vatizzazione di molte banche pubbliche messo in moto dalla legge 218/1990, notaanche come Legge Amato. Le fondazioni possono svolgere la funzione di merchantbanker del settore no profit, finanziando la produzione di beni pubblici o collettivi, osostenendo iniziative a bassa redditività ma a elevata utilità sociale.

Formazione etica Insieme delle attività che sviluppano e adeguano nel tempo la capacità di riconosce-re, analizzare e risolvere i dilemmi etici a livello organizzativo attraverso strumenticoncettuali filosofici, economici, giuridici ed organizzativi. Si rivolge a tutti i collabora-

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tori per comunicare e creare condivisione attorno ai valori e ai principi del codiceetico aziendale.

Fund Raising La capacità di raccogliere donazioni, cioè risorse che sono destinate alle attività di uti-lità sociale delle organizzazioni no profit. Tali attività vanno dai servizi alla persona allatutela del patrimonio artistico ed ambientale, dalla diffusione della pratica sportiva alsostegno lavorativo dei soggetti più deboli, dall’assistenza sanitaria alla gestione deltempo libero. Il fund raiser è l’esperto in raccolta fondi.

Impresa sociale Organizzazione che si occupa della produzione di beni e servizi di utilità sociale. Lalegge prevede che questa attività possa essere esercitata solo nella forma della socie-tà cooperativa con lo scopo di “perseguire l’interesse generale della comunità allapromozione umana ed alla integrazione sociale dei cittadini”. Ci sono imprese (coo-perative) sociali di tipo A relative ai servizi socio-sanitari ed educativi; e di tipo B cheriguardano l’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate. L’impresa sociale rien-tra nella categoria del terzo settore, nella quale fanno parte anche il volontariato, l’as-sociazionismo sociale, le fondazioni, le organizzazioni non lucrative di utilità sociale(ONLUS).

Impronta ecologica Si tratta di un indicatore di sostenibilità ambientale, introdotto nel 1996 daWackernagel e Rees dell’Università della British Columbia, in grado di stimare l’impat-to che una produzione ha sull’ambiente. L’impronta ecologica di una persona misura il consumo alimentare, materiale edenergetico basandosi sulla superficie terrestre o marina necessaria a produrre adassorbire tali risorse.

Missione La missione è ciò che un’organizzazione cerca di realizzare. La missione di un’impre-sa deve coinvolgere le persone e stimolare il senso di appartenenza.

Microcredito È uno strumento di sviluppo locale che prevede la concessione di prestiti a quei sog-getti che hanno difficoltà ad accedere al finanziamento tradizionale delle banche.

Partnership Il termine indica un rapporto di stretta collaborazione tra due o più organizzazioni chesi trovano a condividere determinati scopi e mettono a disposizione le proprie risor-se operative per il raggiungimento di tali obiettivi. La partnership favorisce il dialogoe lo scambio di idee, elemento determinante per una corretta valutazione e gestionedei rischi di tipo ambientale e sociale.

Private Equity Investimento nel capitale di rischio di imprese non quotate, tipicamente di medieimprese, con un ottica di medio periodo e con obiettivi di alte plusvalenze. Viene rea-lizzato in settori con forti prospettive di crescita e si può rivolgere anche alle impresesociali. Attività di private equity sono: il Venture capital applicato ad imprese in faseiniziale o ad idee innovative di impresa; e il Social Venture capital che ricorre quan-do i capitali sono rivolti ad imprese con forte impatto positivo ambientale e sociale.

Rendicontazione etico-sociale Attività di public reporting (bilancio sociale, ambientale, di sostenibilità) con la qualel’impresa comunica periodicamente all’esterno una misurazione dell’impatto sociale,ambientale ed economico delle proprie attività, una valutazione dei risultati ottenutiin relazione agli impegni assunti e agli effetti prodotti sui diversi stakeholder.

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valore per gli azionisti; e il modello dell’Europa continentale che prevede un attentobilanciamento tra gli interessi dei vari stakeholder.

Credito etico Riguarda gli strumenti di investimento o prestiti vincolati a criteri etici di raccolta edimpiego di capitali. Il credito etico presuppone trasparenza e partecipazione nelledecisioni.

Democrazia economica Processi di organizzazione del lavoro a livello aziendale per la partecipazione dei e partecipazione lavoratori ai meccanismi decisionali interni all’impresa. Si ritiene che il coinvolgimen-

to dei lavoratori, faciliti il processo di adeguamento continuo alle sfide competitive.L’art. 46 della Costituzione stabilisce che “Ai fini della elevazione economica e socia-le del lavoro e in armonia con le esigenze della produzione, la Repubblica riconosceil diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestio-ne delle aziende”.

Disclosure La prassi societaria di divulgare, con frequenza e tempestività, tutte le informazionirilevanti che riguardano l’attività di un’impresa: la situazione finanziaria, la performan-ce, l’assetto proprietario e la corporate governance. È condizione necessaria perattuare una reale accountability dell’impresa.

Eco-Banking Attività finanziaria che implica la destinazione del risparmio a iniziative di carattereambientale. Alcuni esempi di eco-banking riguardano il finanziamento di impreseche intendono effettuare investimenti ambientali su impianti per il contenimentodelle emissioni e per forme di ri-progettazione aziendale. Altro esempio sono i mutuiverdi con forme di impiego a sostegno di investimenti volti al risparmio energetico eriduzione degli impatti per quelle imprese che propongono tecnologie antinquina-mento, prodotti verdi e business innovativi.

Etichetta sociale Indicazioni apposte su un prodotto al fine di influire sulla decisione di acquisto deiconsumatori fornendo garanzie sul valore sociale ed etico di un processo commer-ciale.

Ethics Officer Responsabile delle questioni etiche all’interno dell’impresa (attuazione del codiceetico, auditing etico, formazione etica, ecc...).

Finanza etica La finanza etica non ha come obiettivo il profitto e si fonda su un modello operativodiverso o alternativo a quello capitalistico tradizionale. L’obiettivo è la ricerca di unosbocco sociale all’attività finanziaria. In Italia si fanno promotori della finanza etica ilterzo settore, il volontariato, l’associazionismo.

Fondazione bancaria Le fondazioni di origine bancaria sono il risultato del processo di trasformazione e pri-vatizzazione di molte banche pubbliche messo in moto dalla legge 218/1990, notaanche come Legge Amato. Le fondazioni possono svolgere la funzione di merchantbanker del settore no profit, finanziando la produzione di beni pubblici o collettivi, osostenendo iniziative a bassa redditività ma a elevata utilità sociale.

Formazione etica Insieme delle attività che sviluppano e adeguano nel tempo la capacità di riconosce-re, analizzare e risolvere i dilemmi etici a livello organizzativo attraverso strumenticoncettuali filosofici, economici, giuridici ed organizzativi. Si rivolge a tutti i collabora-

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Page 31: GUIDA ALLA APPLICAZIONE DEL PROGETTO CSR CSR · P comunicazione unidirezionale, bidirezionale, mediata. Il Modello del Ministero è uno strumento che permette di imple-mentare le

tuare o sostenere qualsiasi tipo di discriminazione. Granarolo, Coop e Piacenza 74sono organizzazioni che hanno adottato SA8000.

Social Banking Iniziative in capo alle istituzioni finanziarie per promuovere una più ampia inclusionefinanziaria che soddisfi le esigenze della clientela marginale. Offrire servizi o prodot-ti di base ai soggetti non bancabili, vale a dire non inclusi nel sistema bancario e cre-ditizio tradizionale.

Socially Responsible Consiste nella selezione e nella gestione degli investimenti azionari e obbligazionariInvesting (SRI). sulla base di determinati parametri etici, comunemente definiti come criteri negativiInvestimento Socialmente o di esclusione e come criteri positivi o di inclusione. Con i criteri negativi si escludonoResponsabile (ISR) i titoli emessi da soggetti che non rispettano tali parametri: aziende che inquinano, che

operano nella produzione e nel commercio di armi, nella produzione e distribuzionedel tabacco, nelle biotecnologie per uso alimentare, nei pesticidi, ecc. Inoltre si evita-no investimenti nei paesi in cui non sono rispettati i diritti civili. I criteri positivi servo-no a selezionare i titoli di aziende che applicano codici etici di comportamento e dicorporate governance, agiscono per la valorizzazione del capitale intellettuale (forma-zione continua, opportunità di carriera per i dipendenti, salute, sicurezza e dignità dellavoratore), promuovono la partecipazione dei dipendenti alle decisioni e ai risultatifinanziari, si adoperano per protezione dell’ambiente e il riciclaggio dei rifiuti, curanol’assistenza sanitaria, promuovono la cooperazione e lo sviluppo internazionale. In piùsi privilegiano i soggetti operanti in quei paesi che hanno adottato le convenzioniinternazionali sui diritti umani, nei quali vigono sistemi democratici, dove è vietato epunito lo sfruttamento del lavoro minorile. Il primo fondo SRI è del 1928. “The PioneerFund” che escludeva dal suo portafoglio le società che producevano alcolici e tabac-co. Nel 1997 nasce il primo fondo ISR italiano.

Soggetti Unbanked Persona fisica o giuridica che non accesso a un servizio bancario e finanziario di base.

Sistemi di Gestione Strumenti volontari ai quali le imprese fanno ricorso con l’obiettivo di potenziare laAmbientale (SGA) competitività e l’immagine pubblica, e ridurre i rischi derivanti da obblighi imposti da

una normativa in continuo divenire. Le organizzazioni che vogliono implementare unSGA possono optare tra diversi sistemi: ISO 14001 elaborato dall’Organizzazioneinternazionale per la standardizzazione; EMAS, un sistema di ecogestione e ecoaudit,presentato nel 1993 sotto forma di Regolamento (761/2001) delle Comunità Europee.Entrambi i sistemi consentono all’azienda di richiedere la certificazione da parte diorganismi accreditati, ovvero il Comitato Ecolabel ed Ecoaudit (organo pubblico) perEMAS e dal SINCERT per ISO 14001.

Stakeholder Portatore di interesse. Sono attori (persone od organizzazioni) che possono influen-zare i processi di business o ne sono influenzati. Possono essere soggetti interni all’or-ganizzazione aziendale come il management, i lavoratori, gli azionisti; oppure ester-ni, come i clienti, i fornitori, le autorità pubbliche, la comunità locale. Sono coloro chesopportano una porzione di rischio poiché hanno investito del capitale (umano ofinanziario), o qualche tipo di valore in un’organizzazione, oppure subiscono l’outputdell’attività di impresa (Clarkson, 1994).

Sviluppo sostenibile Questo termine compare per la prima volta nel 1980 e diventa di uso corrente nel1987 con la pubblicazione del “Rapporto Bruntland” della Commissione Mondiale su

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Reputazione La reputazione è una fra le risorse più importanti per il successo duraturo di un’im-presa perché consente agli stakeholder di fidarsi e di cooperare con l’azienda. Lemotivazioni che spingono un’impresa ad applicare criteri di responsabilità socialenelle scelte di business fanno leva sugli effetti di reputazione.

Responsabilità sociale Il Libro Verde della Commissione Europea, definisce la Responsabilità sociale delledelle imprese (Corporate imprese come “l’integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologiche delleSocial Responsibility - CSR) imprese nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessa-

te. Essere socialmente responsabili significa non solo soddisfare pienamente gli obbli-ghi giuridici applicabili, ma anche andare al di là, investendo nel capitale umano, nel-l’ambiente e nei rapporti con le altre parti interessate”. La CSR è un modello di gover-nance allargata con una gestione aziendale responsabile non solo nei confronti dellaproprietà (azionisti), ma anche verso quei portatori di interesse (stakeholder) cheinfluenzano o sono influenzati dall’attività d’impresa. L’idea della responsabilità socia-le è un’impresa che presta attenzione al mondo intorno a lei, nella convinzione cheil benessere generale l’aiuti nel suo cammino verso il profitto.

Riciclaggio rifiuti Riciclare significa rimettere in circolazione come “materie prime”, materiali e sostan-ze ricavati da un adeguato trattamento dei rifiuti. In questo modo, gli scarti di un pro-cesso produttivo o di un consumo diventano input di un altro processo, diverso oanalogo al precedente. C’è una valorizzazione del rifiuto che si trasforma in risorsa.

Risparmio responsabile Attraverso il risparmio responsabile il cliente bancario si impegna a destinare partedegli interessi ad organizzazioni che operano nel settore della tutela ambientale odella solidarietà sociale. In questo modo investe in imprese che promuovono lo svi-luppo sostenibile.

Screening (selezione) Lo screening è la pratica di inclusione (on) o esclusione (off) di titoli dai portafoglie Rating (valutazione) Etico finanziari o dai fondi pensione sulla base di criteri ambientali e sociali. Generalmente

si distingue tra lo screening negativo che esclude le imprese, e quello positivo chepremia le imprese. Da qui la necessità di valutare la correttezza dei comportamentiaziendali: sono stati elaborati al riguardo indici di performance di imprese considera-te socialmente responsabili. Apposite agenzie di rating socio-ambientale stilano dellevere e proprie classifiche sulla base di criteri determinati Dal 1999 la Dow Jones haintrodotto l’indice DJSGI (Sustainability Group Index) che rileva le performance red-dituali di 200 aziende internazionali, definite sostenibili in base ai prodotti e serviziofferti, alla gestione delle risorse umane e all’impatto ambientale.

Social Accountability SA 8000 è uno standard internazionale di certificazione volontario del rispetto dei di-SA 8000 ritti dei lavoratori ispirato alle convenzioni dell’Organizzazione Internazionale del

Lavoro (OIL), alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e alla Convenzione delleNazioni Unite sui Diritti del Bambino. È stato promosso alla fine del 1997 sull’ondadelle campagne delle Associazioni di tutela dei diritti civili dei lavoratori. L’obiettivodello standard è quello di migliorare globalmente le condizioni di lavoro, fornire unanorma universale per tutti i mercati e le nazioni, lavorare in parallelo con le organiz-zazioni del lavoro e per i diritti umani a livello mondiale, fornire beneficio al mercatoe ai consumatori. Le disposizioni principali riguardano il divieto di lavoro infantile e obbligatorio, lagaranzia di un luogo di lavoro sicuro, il rispetto dei diritti sindacali, e il divieto di effet-

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tuare o sostenere qualsiasi tipo di discriminazione. Granarolo, Coop e Piacenza 74sono organizzazioni che hanno adottato SA8000.

Social Banking Iniziative in capo alle istituzioni finanziarie per promuovere una più ampia inclusionefinanziaria che soddisfi le esigenze della clientela marginale. Offrire servizi o prodot-ti di base ai soggetti non bancabili, vale a dire non inclusi nel sistema bancario e cre-ditizio tradizionale.

Socially Responsible Consiste nella selezione e nella gestione degli investimenti azionari e obbligazionariInvesting (SRI). sulla base di determinati parametri etici, comunemente definiti come criteri negativiInvestimento Socialmente o di esclusione e come criteri positivi o di inclusione. Con i criteri negativi si escludonoResponsabile (ISR) i titoli emessi da soggetti che non rispettano tali parametri: aziende che inquinano, che

operano nella produzione e nel commercio di armi, nella produzione e distribuzionedel tabacco, nelle biotecnologie per uso alimentare, nei pesticidi, ecc. Inoltre si evita-no investimenti nei paesi in cui non sono rispettati i diritti civili. I criteri positivi servo-no a selezionare i titoli di aziende che applicano codici etici di comportamento e dicorporate governance, agiscono per la valorizzazione del capitale intellettuale (forma-zione continua, opportunità di carriera per i dipendenti, salute, sicurezza e dignità dellavoratore), promuovono la partecipazione dei dipendenti alle decisioni e ai risultatifinanziari, si adoperano per protezione dell’ambiente e il riciclaggio dei rifiuti, curanol’assistenza sanitaria, promuovono la cooperazione e lo sviluppo internazionale. In piùsi privilegiano i soggetti operanti in quei paesi che hanno adottato le convenzioniinternazionali sui diritti umani, nei quali vigono sistemi democratici, dove è vietato epunito lo sfruttamento del lavoro minorile. Il primo fondo SRI è del 1928. “The PioneerFund” che escludeva dal suo portafoglio le società che producevano alcolici e tabac-co. Nel 1997 nasce il primo fondo ISR italiano.

Soggetti Unbanked Persona fisica o giuridica che non accesso a un servizio bancario e finanziario di base.

Sistemi di Gestione Strumenti volontari ai quali le imprese fanno ricorso con l’obiettivo di potenziare laAmbientale (SGA) competitività e l’immagine pubblica, e ridurre i rischi derivanti da obblighi imposti da

una normativa in continuo divenire. Le organizzazioni che vogliono implementare unSGA possono optare tra diversi sistemi: ISO 14001 elaborato dall’Organizzazioneinternazionale per la standardizzazione; EMAS, un sistema di ecogestione e ecoaudit,presentato nel 1993 sotto forma di Regolamento (761/2001) delle Comunità Europee.Entrambi i sistemi consentono all’azienda di richiedere la certificazione da parte diorganismi accreditati, ovvero il Comitato Ecolabel ed Ecoaudit (organo pubblico) perEMAS e dal SINCERT per ISO 14001.

Stakeholder Portatore di interesse. Sono attori (persone od organizzazioni) che possono influen-zare i processi di business o ne sono influenzati. Possono essere soggetti interni all’or-ganizzazione aziendale come il management, i lavoratori, gli azionisti; oppure ester-ni, come i clienti, i fornitori, le autorità pubbliche, la comunità locale. Sono coloro chesopportano una porzione di rischio poiché hanno investito del capitale (umano ofinanziario), o qualche tipo di valore in un’organizzazione, oppure subiscono l’outputdell’attività di impresa (Clarkson, 1994).

Sviluppo sostenibile Questo termine compare per la prima volta nel 1980 e diventa di uso corrente nel1987 con la pubblicazione del “Rapporto Bruntland” della Commissione Mondiale su

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Reputazione La reputazione è una fra le risorse più importanti per il successo duraturo di un’im-presa perché consente agli stakeholder di fidarsi e di cooperare con l’azienda. Lemotivazioni che spingono un’impresa ad applicare criteri di responsabilità socialenelle scelte di business fanno leva sugli effetti di reputazione.

Responsabilità sociale Il Libro Verde della Commissione Europea, definisce la Responsabilità sociale delledelle imprese (Corporate imprese come “l’integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologiche delleSocial Responsibility - CSR) imprese nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessa-

te. Essere socialmente responsabili significa non solo soddisfare pienamente gli obbli-ghi giuridici applicabili, ma anche andare al di là, investendo nel capitale umano, nel-l’ambiente e nei rapporti con le altre parti interessate”. La CSR è un modello di gover-nance allargata con una gestione aziendale responsabile non solo nei confronti dellaproprietà (azionisti), ma anche verso quei portatori di interesse (stakeholder) cheinfluenzano o sono influenzati dall’attività d’impresa. L’idea della responsabilità socia-le è un’impresa che presta attenzione al mondo intorno a lei, nella convinzione cheil benessere generale l’aiuti nel suo cammino verso il profitto.

Riciclaggio rifiuti Riciclare significa rimettere in circolazione come “materie prime”, materiali e sostan-ze ricavati da un adeguato trattamento dei rifiuti. In questo modo, gli scarti di un pro-cesso produttivo o di un consumo diventano input di un altro processo, diverso oanalogo al precedente. C’è una valorizzazione del rifiuto che si trasforma in risorsa.

Risparmio responsabile Attraverso il risparmio responsabile il cliente bancario si impegna a destinare partedegli interessi ad organizzazioni che operano nel settore della tutela ambientale odella solidarietà sociale. In questo modo investe in imprese che promuovono lo svi-luppo sostenibile.

Screening (selezione) Lo screening è la pratica di inclusione (on) o esclusione (off) di titoli dai portafoglie Rating (valutazione) Etico finanziari o dai fondi pensione sulla base di criteri ambientali e sociali. Generalmente

si distingue tra lo screening negativo che esclude le imprese, e quello positivo chepremia le imprese. Da qui la necessità di valutare la correttezza dei comportamentiaziendali: sono stati elaborati al riguardo indici di performance di imprese considera-te socialmente responsabili. Apposite agenzie di rating socio-ambientale stilano dellevere e proprie classifiche sulla base di criteri determinati Dal 1999 la Dow Jones haintrodotto l’indice DJSGI (Sustainability Group Index) che rileva le performance red-dituali di 200 aziende internazionali, definite sostenibili in base ai prodotti e serviziofferti, alla gestione delle risorse umane e all’impatto ambientale.

Social Accountability SA 8000 è uno standard internazionale di certificazione volontario del rispetto dei di-SA 8000 ritti dei lavoratori ispirato alle convenzioni dell’Organizzazione Internazionale del

Lavoro (OIL), alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e alla Convenzione delleNazioni Unite sui Diritti del Bambino. È stato promosso alla fine del 1997 sull’ondadelle campagne delle Associazioni di tutela dei diritti civili dei lavoratori. L’obiettivodello standard è quello di migliorare globalmente le condizioni di lavoro, fornire unanorma universale per tutti i mercati e le nazioni, lavorare in parallelo con le organiz-zazioni del lavoro e per i diritti umani a livello mondiale, fornire beneficio al mercatoe ai consumatori. Le disposizioni principali riguardano il divieto di lavoro infantile e obbligatorio, lagaranzia di un luogo di lavoro sicuro, il rispetto dei diritti sindacali, e il divieto di effet-

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ImpresaReferente

Data

1. Analisi

1. Indicare i comparti operativi, come da organigramma funzionale:

2. Per ogni comparto operativo individuato, in forma matriciale, riportare gli stakeholder di riferimento secondo leotto categorie del modello CSR

3. L’impresa ha definito delle procedure e/o prassi che definiscano modalità e responsabilità per l’identificazione erilevazione di dati quantitativi associabili alle otto categorie di stakeholders?

Procedura: documento formalizzato che definisce in modo puntuale la gestione di aspetti specifici sia in termini diresponsabilità che di modalità di attuazione.

Prassi: gestione di aspetti specifici sia in termini di responsabilità che di modalità di attuazione che è presente in azien-da in maniera reale e concreta nonostante non sia stata formalizzata attraverso documenti dedicati o altri canali dicomunicazione.

Ambiente e Sviluppo. Lo sviluppo sostenibile viene definito come “uno sviluppo chesoddisfi i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazio-ni future di soddisfare i propri bisogni”. Più tecnica la definizione adottata nel 1991da World Conservation Union, United Nation Environment Programma e WWF:“miglioramento della qualità della vita, senza eccedere le capacità di carico degliecosistemi di supporto, dai quali essa dipende”. Lo sviluppo sostenibile è dunqueper il nostro pianeta la sfida principale del prossimo millennio in campo economico,sociale e ambientale.

Valore aggiunto Misura la ricchezza prodotta nell’esercizio d’impresa e distribuita tra soggetti azienda-li ritenuti interni: azionisti, dipendenti, finanziatori, pubblica autorità.

Valutazione impatto Analisi dell’impatto di un’operazione o di un progetto di un’impresa sull’ambiente.ambientale

Visione etica La Visione Etica d’impresa identifica il criterio etico di bilanciamento dei moltepliciinteressi degli stakeholder, ricostruendo in un quadro unitario Missione, ovvero lefinalità che l’impresa intende perseguire e le conseguenze che intende generare, eValori dell’organizzazione.

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Allegato 1Check list CSR

Management

Marketing

Progettazione

Produzione

Comunicazione

Salute

Sicurezza

Rendicontazione

Ambiente

Processo

1 2 3 4 5 6 7 8RISORSE SOCI/AZIONISTI CLIENTI FORNITORI PARTNER STATO, ENTI LOCALI COMUNITÀ AMBIENTEUMANE E COMUNITÀ FINANZIARI E PUBBLICA

FINANZIARIA AMMINISTRAZIONE

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ImpresaReferente

Data

1. Analisi

1. Indicare i comparti operativi, come da organigramma funzionale:

2. Per ogni comparto operativo individuato, in forma matriciale, riportare gli stakeholder di riferimento secondo leotto categorie del modello CSR

3. L’impresa ha definito delle procedure e/o prassi che definiscano modalità e responsabilità per l’identificazione erilevazione di dati quantitativi associabili alle otto categorie di stakeholders?

Procedura: documento formalizzato che definisce in modo puntuale la gestione di aspetti specifici sia in termini diresponsabilità che di modalità di attuazione.

Prassi: gestione di aspetti specifici sia in termini di responsabilità che di modalità di attuazione che è presente in azien-da in maniera reale e concreta nonostante non sia stata formalizzata attraverso documenti dedicati o altri canali dicomunicazione.

Ambiente e Sviluppo. Lo sviluppo sostenibile viene definito come “uno sviluppo chesoddisfi i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazio-ni future di soddisfare i propri bisogni”. Più tecnica la definizione adottata nel 1991da World Conservation Union, United Nation Environment Programma e WWF:“miglioramento della qualità della vita, senza eccedere le capacità di carico degliecosistemi di supporto, dai quali essa dipende”. Lo sviluppo sostenibile è dunqueper il nostro pianeta la sfida principale del prossimo millennio in campo economico,sociale e ambientale.

Valore aggiunto Misura la ricchezza prodotta nell’esercizio d’impresa e distribuita tra soggetti azienda-li ritenuti interni: azionisti, dipendenti, finanziatori, pubblica autorità.

Valutazione impatto Analisi dell’impatto di un’operazione o di un progetto di un’impresa sull’ambiente.ambientale

Visione etica La Visione Etica d’impresa identifica il criterio etico di bilanciamento dei moltepliciinteressi degli stakeholder, ricostruendo in un quadro unitario Missione, ovvero lefinalità che l’impresa intende perseguire e le conseguenze che intende generare, eValori dell’organizzazione.

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Allegato 1Check list CSR

Management

Marketing

Progettazione

Produzione

Comunicazione

Salute

Sicurezza

Rendicontazione

Ambiente

Processo

1 2 3 4 5 6 7 8RISORSE SOCI/AZIONISTI CLIENTI FORNITORI PARTNER STATO, ENTI LOCALI COMUNITÀ AMBIENTEUMANE E COMUNITÀ FINANZIARI E PUBBLICA

FINANZIARIA AMMINISTRAZIONE

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In caso di diversa suddivisione organizzativa, spiegare

6. Descrivete a grandi linee il flusso informativo dei dati quantitativi come sopra descritti (da unità operative ad unitàcentrali).

Utilizzare più di una riga di descrizio del flusso in caso esistano differenze rilevanti impianto e/o stabilimento e/o mediaambientale monitorato.

Unità operative:Dalla funzione , alla funzioneDalla funzione , alla funzioneDalla funzione , alla funzioneDall’unità operativa a

Sede Centrale:Dalla funzione , alla funzioneDalla funzione , alla funzioneDalla funzione , alla funzioneDalla sede centrale a

Altre metodiche:

7. Sono già in uso/applicati/calcolati indicatori differenti per le categorie di stakeholders definite dal modello e diver-si rispetto a quelli dello stesso?

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4. L’impresa utilizza dei metodi consolidati per la rilevazione delle informazioni quantitative, come sopra definite? (èammessa risposta multipla)

P No

P utilizza delle schede su supporto cartaceospecificare

P utilizza delle schede su supporto informativospecificare

P utilizza delle schede su supporto informativo in rete, accessibili a specificare

P utilizza un sistema informativo/software ad hocspecificare

P altro, specificare

5. Indicare per le otto categorie di stakeholders la funzione di appartenenza del responsabile dell’informazione stessa:

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FINANZIARIA AMMINISTRAZIONE

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In caso di diversa suddivisione organizzativa, spiegare

6. Descrivete a grandi linee il flusso informativo dei dati quantitativi come sopra descritti (da unità operative ad unitàcentrali).

Utilizzare più di una riga di descrizio del flusso in caso esistano differenze rilevanti impianto e/o stabilimento e/o mediaambientale monitorato.

Unità operative:Dalla funzione , alla funzioneDalla funzione , alla funzioneDalla funzione , alla funzioneDall’unità operativa a

Sede Centrale:Dalla funzione , alla funzioneDalla funzione , alla funzioneDalla funzione , alla funzioneDalla sede centrale a

Altre metodiche:

7. Sono già in uso/applicati/calcolati indicatori differenti per le categorie di stakeholders definite dal modello e diver-si rispetto a quelli dello stesso?

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4. L’impresa utilizza dei metodi consolidati per la rilevazione delle informazioni quantitative, come sopra definite? (èammessa risposta multipla)

P No

P utilizza delle schede su supporto cartaceospecificare

P utilizza delle schede su supporto informativospecificare

P utilizza delle schede su supporto informativo in rete, accessibili a specificare

P utilizza un sistema informativo/software ad hocspecificare

P altro, specificare

5. Indicare per le otto categorie di stakeholders la funzione di appartenenza del responsabile dell’informazione stessa:

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FINANZIARIA AMMINISTRAZIONE

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12. Vengono svolte azioni nelle aree delle attività di CSR? (esempio finanziamenti ad organizzazioni no profit locali, atti-vità sportive / progetti educativi per i giovani, etc.)

13. Quali? Si indichi la categoria applicabile

14. È stata attuata un’azione di Monitoraggio, Valutazione, Misurazione?

15. Chi ne è responsabile?

16. Modalità di comunicazione dell’attività

17. Benefici riscontrati e se possibile, quantificazione economica (¤)_____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

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8. Se si, quali?

9. Come e con che frequenza vengono elaborati/monitorati?

10. A chi vengono inoltrati i risultati del monitoraggio

Responsabile ambienteDirettori di unità operativeRisorse umaneManagement/alta direzioneAltri, specificare

11. Come vengono utilizzati gli indicatori calcolati?

Altre informazione sugli indicatori

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FINANZIARIA AMMINISTRAZIONE

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FINANZIARIA AMMINISTRAZIONE

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12. Vengono svolte azioni nelle aree delle attività di CSR? (esempio finanziamenti ad organizzazioni no profit locali, atti-vità sportive / progetti educativi per i giovani, etc.)

13. Quali? Si indichi la categoria applicabile

14. È stata attuata un’azione di Monitoraggio, Valutazione, Misurazione?

15. Chi ne è responsabile?

16. Modalità di comunicazione dell’attività

17. Benefici riscontrati e se possibile, quantificazione economica (¤)_____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

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8. Se si, quali?

9. Come e con che frequenza vengono elaborati/monitorati?

10. A chi vengono inoltrati i risultati del monitoraggio

Responsabile ambienteDirettori di unità operativeRisorse umaneManagement/alta direzioneAltri, specificare

11. Come vengono utilizzati gli indicatori calcolati?

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1 2 3 4 5 6 7 8RISORSE SOCI/AZIONISTI CLIENTI FORNITORI PARTNER STATO, ENTI LOCALI COMUNITÀ AMBIENTEUMANE E COMUNITÀ FINANZIARI E PUBBLICA

FINANZIARIA AMMINISTRAZIONE

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Categorie, aspetti e indicatori

1. Risorse Umane1.1. Composizione del personale

1.1.1 Categorie A1.1.2 Età A1.1.3 Anzianità A1.1.4 Provenienza territoriale A1.1.5 Nazionalità A1.1.6 Tipologia contrattuale A1.1.7 Titolo di studio A

1.2. Turnover1.2.1 Politiche occupazionali A1.2.2 Dipendenti e non dipendenti A1.2.3 Cessazioni (per tipologia) A

1.3. Pari opportunità1.3.1 Personale maschile e femminile (a livello di quadri e dirigenti) A1.3.2 Relazione tra salario maschile e femminile (per categoria e anzianità) A1.3.3 Politica verso le persone con disabilità e le minoranze in genere C

1.4. Formazione1.4.1 Progetti di formazione (tipologia) A1.4.2 Ore di formazione per categoria (al netto della formazione obbligatoria per legge o per contratto) C1.4.3 Stage A

1.5. Orari di lavoro per categoria A1.6. Modalità retributive

1.6.1 Retribuzioni medie lorde A1.6.2 Percorsi di carriera A1.6.3 Sistemi di incentivazione A

1.7. Assenze1.7.1 Giornate di assenza A1.7.2 Causale

1.8. Agevolazioni per i dipendenti C1.9. Relazioni industriali

1.9.1 Rispetto dei diritti di associazione e contrattazione collettiva A1.9.2 Percentuale di dipendenti iscritti al sindacato A1.9.3 Altro (ore di sciopero, partecipazione dei lavoratori al governo aziendale, ecc.) A

1.10. Comunicazione interna A1.11. Sicurezza e Salute sul luogo di lavoro

1.11.1 Infortuni e malattie C1.11.2 Progetti A

1.12. Soddisfazione del personale1.12.1 Ricerche di customer satisfaction rivolte all’interno A1.12.2 Progetti A

1.13. Tutela dei diritti dei lavoratori C1.13.1 Lavoro minorile A1.13.2 Lavoro forzato A

1.14. Provvedimenti disciplinari e contenziosi A

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2. Prescrizione interna

18. La società ha una Politica di responsabilità sociale Sì No

19. La società ha definito:La carta dei valori Sì No In via di definizione Sì NoLa carta dei fornitori Sì No In via di definizione Sì NoIl codice etico Sì No In via di definizione Sì NoAltro Sì No In via di definizione Sì No

3. Rendicontazione

20. La società è dotata di sistemi di:Gestione qualità Sì No Certificato Sì No Gestione ambientale Sì No Certificato Sì No Gestione della sicurezza Sì No Certificato Sì No Gestione sociale Sì No Certificato Sì No Protezione delle informazioni Sì No Certificato Sì No

21. Esiste una serie storica di dati per:Risorse Umane Sì No Da anni Resp.Soci/Azionisti e Comunità Finanziaria Sì No Da anni Resp.Clienti Sì No Da anni Resp.Fornitori Sì No Da anni Resp.Partner finanziari Sì No Da anni Resp.Stato, Enti locali e Pubblica Amministrazione Sì No Da anni Resp.Comunità Sì No Da anni Resp.Ambiente Sì No Da anni Resp.

22. Viene valutato il trend delle serie storiche?

23. La valutazione ha portato alla ridefinizione di prassi, procedure, modalità organizzative all’interno dell’Impresa?

24. La Politica e le carte correlate sono già state oggetto di revisione?

25. Se si, a seguito di cosa?

Allegato 2Elenco completo degli indicatori

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Categorie, aspetti e indicatori

1. Risorse Umane1.1. Composizione del personale

1.1.1 Categorie A1.1.2 Età A1.1.3 Anzianità A1.1.4 Provenienza territoriale A1.1.5 Nazionalità A1.1.6 Tipologia contrattuale A1.1.7 Titolo di studio A

1.2. Turnover1.2.1 Politiche occupazionali A1.2.2 Dipendenti e non dipendenti A1.2.3 Cessazioni (per tipologia) A

1.3. Pari opportunità1.3.1 Personale maschile e femminile (a livello di quadri e dirigenti) A1.3.2 Relazione tra salario maschile e femminile (per categoria e anzianità) A1.3.3 Politica verso le persone con disabilità e le minoranze in genere C

1.4. Formazione1.4.1 Progetti di formazione (tipologia) A1.4.2 Ore di formazione per categoria (al netto della formazione obbligatoria per legge o per contratto) C1.4.3 Stage A

1.5. Orari di lavoro per categoria A1.6. Modalità retributive

1.6.1 Retribuzioni medie lorde A1.6.2 Percorsi di carriera A1.6.3 Sistemi di incentivazione A

1.7. Assenze1.7.1 Giornate di assenza A1.7.2 Causale

1.8. Agevolazioni per i dipendenti C1.9. Relazioni industriali

1.9.1 Rispetto dei diritti di associazione e contrattazione collettiva A1.9.2 Percentuale di dipendenti iscritti al sindacato A1.9.3 Altro (ore di sciopero, partecipazione dei lavoratori al governo aziendale, ecc.) A

1.10. Comunicazione interna A1.11. Sicurezza e Salute sul luogo di lavoro

1.11.1 Infortuni e malattie C1.11.2 Progetti A

1.12. Soddisfazione del personale1.12.1 Ricerche di customer satisfaction rivolte all’interno A1.12.2 Progetti A

1.13. Tutela dei diritti dei lavoratori C1.13.1 Lavoro minorile A1.13.2 Lavoro forzato A

1.14. Provvedimenti disciplinari e contenziosi A

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2. Prescrizione interna

18. La società ha una Politica di responsabilità sociale Sì No

19. La società ha definito:La carta dei valori Sì No In via di definizione Sì NoLa carta dei fornitori Sì No In via di definizione Sì NoIl codice etico Sì No In via di definizione Sì NoAltro Sì No In via di definizione Sì No

3. Rendicontazione

20. La società è dotata di sistemi di:Gestione qualità Sì No Certificato Sì No Gestione ambientale Sì No Certificato Sì No Gestione della sicurezza Sì No Certificato Sì No Gestione sociale Sì No Certificato Sì No Protezione delle informazioni Sì No Certificato Sì No

21. Esiste una serie storica di dati per:Risorse Umane Sì No Da anni Resp.Soci/Azionisti e Comunità Finanziaria Sì No Da anni Resp.Clienti Sì No Da anni Resp.Fornitori Sì No Da anni Resp.Partner finanziari Sì No Da anni Resp.Stato, Enti locali e Pubblica Amministrazione Sì No Da anni Resp.Comunità Sì No Da anni Resp.Ambiente Sì No Da anni Resp.

22. Viene valutato il trend delle serie storiche?

23. La valutazione ha portato alla ridefinizione di prassi, procedure, modalità organizzative all’interno dell’Impresa?

24. La Politica e le carte correlate sono già state oggetto di revisione?

25. Se si, a seguito di cosa?

Allegato 2Elenco completo degli indicatori

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5. Partner finanziari5.1. Rapporti con le banche A5.2. Rapporti con le compagnie assicurative A5.3. Rapporti con società di servizi finanziari (ad esempio società di leasing) A

6. Stato, Enti locali e Pubblica Amministrazione6.1. Imposte, tributi e tasse A6.2. Rapporti con gli enti locali A6.3. Norme e codici etici per il rispetto della legge

6.3.1. Norme e codici per il rispetto della legge e sistemi di auditing interno C6.3.2. Verifiche di conformità e controlli ispettivi A

6.4. Contributi, agevolazioni o finanziamenti agevolati A

7. Comunità7.1. Corporate giving C7.2. Apporti diretti nei diversi ambiti di intervento

7.2.1. Istruzione e formazione C7.2.2. Cultura C7.2.3. Sport C7.2.4. Ricerca e innovazione C7.2.5. Solidarietà sociale (anche internazionale) C7.2.6. Altro (ad esempio, volontariato, posti asilo per la comunità) C

7.3. Comunicazione e coinvolgimento della comunità (stakeholder engagement) C7.4. Relazioni con i mezzi di comunicazione A7.5. Comunità virtuale

7.5.1. Contatti (caratteristiche ed analisi) A7.5.2. Security A7.5.3. Strumenti di gestione delle relazioni A

7.6. Prevenzione della corruzione C

8. Ambiente8.1. Consumi di energia, materiali ed emissioni C

8.1.1. Energia A8.1.2. Acqua A8.1.3. Materie prime, materiali ausiliari e imballaggi A8.1.4. Emissioni in atmosfera A8.1.5. Scarichi idrici A8.1.6. Rifiuti A

8.2. Strategia ambientale e relazioni con la comunità

Legenda: C = indicatori comuni; A = indicatori addizionali

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2. Soci/Azionisti e Comunità finanziaria2.1. Composizione del capitale sociale

2.1.1. Numero azionisti per tipologia di azioni A2.1.2. Segmentazione soci per categoria A

2.2. Remunerazione degli azionisti/soci (rapporti e indicatori azionari)2.2.1. Utile per azione A2.2.2. Dividendi A2.2.3. Prezzo/utile per azione A2.2.4. Altro (ad esempio, ristorno, contributi obbligatori per fondi mutualistici) A

2.3. Andamento quotazioni A2.4. Rating A2.5. Partecipazione dei soci al governo e tutela delle minoranze A

2.5.1. Presenza di consiglieri indipendenti nel CdA A2.5.2. Presenza di soci di minoranza nel CdA A2.5.3. Frequenza riunioni CdA A2.5.4. Altro (ad esempio, adesione codici di autoregolamentazione) A

2.6. Agevolazioni e servizi per i soci A2.7. Investor relation

2.7.1. Attività di comunicazione e rendicontazione C2.7.2. Presentazioni e documenti istituzionali A2.7.3. Roadshow A2.7.4. Incontri one to one A2.7.5. Sviluppo comunicazione via Internet A2.7.6. Altro (ad esempio, giornate aperte) A

3. Clienti3.1. Caratteristiche della clientela

3.1.1. Ripartizione dei clienti per categorie A3.1.2. Ripartizioni dei clienti per tipologia di offerta A

3.2. Sviluppo del mercato3.2.1. Nuovi clienti A3.2.2. Nuovi prodotti/servizi A

3.3. Customer satisfaction e customer loyalty3.3.1. Iniziative di customer satisfaction (ricerche, iniziative di misura e utilizzo, call center e gestione dei reclami) A3.3.2. Iniziative di customer loyalty A

3.4. Informazioni ed etichettature di prodotto/servizio (sicurezza, LCA, iniziative volontarie) C3.5. Prodotti/servizi a connotazione etico-ambientale (ad esempio ad alta utilità sociale) A3.6. Politiche promozionali (rispetto codici di autodisciplina) A3.7. Tutela della Privacy A

4. Fornitori4.1. Politica di gestione dei fornitori C

4.1.1. Ripartizione dei fornitori per categoria A4.1.2. Selezione dei fornitori A4.1.3. Comunicazione, sensibilizzazione e informazione A

4.2. Condizioni negoziali C

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5. Partner finanziari5.1. Rapporti con le banche A5.2. Rapporti con le compagnie assicurative A5.3. Rapporti con società di servizi finanziari (ad esempio società di leasing) A

6. Stato, Enti locali e Pubblica Amministrazione6.1. Imposte, tributi e tasse A6.2. Rapporti con gli enti locali A6.3. Norme e codici etici per il rispetto della legge

6.3.1. Norme e codici per il rispetto della legge e sistemi di auditing interno C6.3.2. Verifiche di conformità e controlli ispettivi A

6.4. Contributi, agevolazioni o finanziamenti agevolati A

7. Comunità7.1. Corporate giving C7.2. Apporti diretti nei diversi ambiti di intervento

7.2.1. Istruzione e formazione C7.2.2. Cultura C7.2.3. Sport C7.2.4. Ricerca e innovazione C7.2.5. Solidarietà sociale (anche internazionale) C7.2.6. Altro (ad esempio, volontariato, posti asilo per la comunità) C

7.3. Comunicazione e coinvolgimento della comunità (stakeholder engagement) C7.4. Relazioni con i mezzi di comunicazione A7.5. Comunità virtuale

7.5.1. Contatti (caratteristiche ed analisi) A7.5.2. Security A7.5.3. Strumenti di gestione delle relazioni A

7.6. Prevenzione della corruzione C

8. Ambiente8.1. Consumi di energia, materiali ed emissioni C

8.1.1. Energia A8.1.2. Acqua A8.1.3. Materie prime, materiali ausiliari e imballaggi A8.1.4. Emissioni in atmosfera A8.1.5. Scarichi idrici A8.1.6. Rifiuti A

8.2. Strategia ambientale e relazioni con la comunità

Legenda: C = indicatori comuni; A = indicatori addizionali

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2. Soci/Azionisti e Comunità finanziaria2.1. Composizione del capitale sociale

2.1.1. Numero azionisti per tipologia di azioni A2.1.2. Segmentazione soci per categoria A

2.2. Remunerazione degli azionisti/soci (rapporti e indicatori azionari)2.2.1. Utile per azione A2.2.2. Dividendi A2.2.3. Prezzo/utile per azione A2.2.4. Altro (ad esempio, ristorno, contributi obbligatori per fondi mutualistici) A

2.3. Andamento quotazioni A2.4. Rating A2.5. Partecipazione dei soci al governo e tutela delle minoranze A

2.5.1. Presenza di consiglieri indipendenti nel CdA A2.5.2. Presenza di soci di minoranza nel CdA A2.5.3. Frequenza riunioni CdA A2.5.4. Altro (ad esempio, adesione codici di autoregolamentazione) A

2.6. Agevolazioni e servizi per i soci A2.7. Investor relation

2.7.1. Attività di comunicazione e rendicontazione C2.7.2. Presentazioni e documenti istituzionali A2.7.3. Roadshow A2.7.4. Incontri one to one A2.7.5. Sviluppo comunicazione via Internet A2.7.6. Altro (ad esempio, giornate aperte) A

3. Clienti3.1. Caratteristiche della clientela

3.1.1. Ripartizione dei clienti per categorie A3.1.2. Ripartizioni dei clienti per tipologia di offerta A

3.2. Sviluppo del mercato3.2.1. Nuovi clienti A3.2.2. Nuovi prodotti/servizi A

3.3. Customer satisfaction e customer loyalty3.3.1. Iniziative di customer satisfaction (ricerche, iniziative di misura e utilizzo, call center e gestione dei reclami) A3.3.2. Iniziative di customer loyalty A

3.4. Informazioni ed etichettature di prodotto/servizio (sicurezza, LCA, iniziative volontarie) C3.5. Prodotti/servizi a connotazione etico-ambientale (ad esempio ad alta utilità sociale) A3.6. Politiche promozionali (rispetto codici di autodisciplina) A3.7. Tutela della Privacy A

4. Fornitori4.1. Politica di gestione dei fornitori C

4.1.1. Ripartizione dei fornitori per categoria A4.1.2. Selezione dei fornitori A4.1.3. Comunicazione, sensibilizzazione e informazione A

4.2. Condizioni negoziali C

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Paragrafo 2 - Vertici associativiL’elezione è subordinata alla verifica della piena rispondenza dei candidati ad una rigorosa e sostanziale aderenza adineccepibili comportamenti personali, professionali ed associativi.I candidati si impegnano a fornire alle istanze competenti tutte le informazioni necessarie e richieste.

I nominati si impegnano a:• assumere gli incarichi per spirito di servizio verso gli associati, il Sistema confederale ed il mondo esterno, senza avva-

lersene per vantaggi diretti o indiretti. Tutte le cariche associative sono gratuite;• mantenere un comportamento ispirato ad autonomia, integrità, lealtà e senso di responsabilità nei confronti degli

associati e delle istituzioni, azzerando le personali opzioni politiche nel corso dell’incarico;• seguire le direttive confederali, contribuendo al dibattito nelle sedi proprie, ma mantenendo l’unità del Sistema verso

il mondo esterno;• fare un uso riservato delle informazioni di cui vengono a conoscenza in virtù delle proprie cariche;• trattare gli associati con uguale dignità a prescindere dalle loro dimensioni e settori di appartenenza;• mantenere con le forze politiche un comportamento ispirato ad autonomia ed indipendenza, fornendo informazio-

ni corrette per la definizione dell’attività legislativa ed amministrativa;• coinvolgere effettivamente gli organi decisori dell’Associazione per una gestione partecipata ed aperta alle diverse

istanze;• rimettere il proprio mandato qualora per motivi personali, professionali o oggettivi la loro permanenza possa esse-

re dannosa all’immagine dell’imprenditoria e dell’Associazione.

Paragrafo 3 - Rappresentanti esterniVengono scelti tra gli associati, secondo criteri di competenza ed indipendenza, su delibera degli organi competen-ti, secondo gli statuti. Le Associazioni si impegnano ad informare la Confindustria sulle loro rappresentanze in entiesterni.

I rappresentanti si impegnano:• a svolgere il loro mandato nell’interesse dell’ente designato e degli imprenditori associati nel rispetto delle linee di

indirizzo che le Associazioni sono tenute a fornire;• alla informativa costante sullo svolgimento del loro mandato;• ad assumere gli incarichi non con intenti remunerativi;• a rimettere il loro mandato ogni qualvolta si presentino cause di incompatibilità od impossibilità di una partecipazio-

ne continuativa o comunque su richiesta delle Associazioni;• ad informare e concordare con l’Associazione ogni ulteriore incarico derivante dall’ente in cui si è stati designati.

Paragrafo 4 - Organi di tutelaPer la verifica e l'applicazione delle norme comportamentali sopra indicate è demandato ai Collegi dei Probiviri - chesaranno costituiti oltre che da Confindustria anche da tutte le Associazioni aderenti - il compito di fornire un parere,obbligatorio ma non vincolante, sul profilo personale e professionale degli imprenditori che: chiedano di aderireall'Associazione; siano candidati agli incarichi associativi; o vengano proposti per gli incarichi esterni.Il Collegio dei Probiviri sarà eletto con voto segreto dall'Assemblea e non cooptato, in un momento diverso dalla ele-zione del Presidente (un anno prima). A livello centrale, tale organismo può essere adito in seconda istanza da tutti isoggetti interessati a livello locale o categoriale, o agire di proprio impulso.

Approvato dall'Assemblea straordinaria dei Delegati il 19 Giugno 1991.

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Premessa generaleDinanzi alla sempre più ampia affermazione nella società dei valori della libera iniziativa ed alla riconosciuta funzionesociale del libero mercato e della proprietà privata, il sistema confederale si pone con senso di responsabilità e conintegrità morale l’obiettivo di continuare a contribuire al processo di sviluppo dell’economia italiana ed alla crescita civi-le del paese. In questo quadro, la Confindustria ritiene elemento sostanziale di tutto il sistema il dovere di: preservareed accrescere la reputazione della classe imprenditoriale quale forza sociale autonoma, responsabile ed eticamentecorretta; contribuire concretamente, in primo luogo attraverso i suoi stessi comportamenti, al miglioramento del siste-ma-Paese.

La Confindustria si impegna e per suo tramite si impegnano tutte le sue componenti:• le Associazioni;• gli imprenditori associati;• gli imprenditori che rivestono incarichi associativi;• gli imprenditori che rappresentano il sistema in organismi esterni;• ad attuare con trasparenza e rispettare modelli di comportamento ispirati all’autonomia, integrità, eticità ed a svilup-

pare le azioni coerenti.

Tutto il Sistema, dal singolo imprenditore associato ai massimi vertici confederali, dovrà essere compartecipe e coin-volto nel perseguimento degli obiettivi e nel rispetto delle relative modalità, in quanto ogni singolo comportamentonon eticamente corretto non solo provoca negative conseguenze in ambito associativo, ma danneggia l’immagine del-l’intera categoria e del Sistema, presso la pubblica opinione, presso il legislatore e la Pubblica amministrazione. La eti-cità dei comportamenti non è valutabile solo nei termini di stretta osservanza delle norme di legge e dello statuto. Essasi fonda sulla convinta adesione a porsi, nelle diverse situazioni, ai più elevati standard di comportamento. Il processocon cui tali obiettivi possono essere raggiunti è necessariamente bidirezionale. Il sistema rappresentativo fornisce lelinee di indirizzo, gli strumenti ed i supporti concreti che rendano possibili gli alti standard di comportamento richiestie le Associazioni si impegnano a recepirle nei propri statuti e ad adottare comportamenti conseguenti.

Paragrafo 1 - AssociatiNel far parte del Sistema confederale, gli imprenditori si impegnano a tener conto, in ogni loro comportamento pro-fessionale ed associativo, delle ricadute sull’intera imprenditoria e sul Sistema confederale.Essi pertanto si impegnano, come imprenditori:• ad applicare compiutamente leggi e contratti di lavoro;• a comportarsi con giustizia nei confronti dei propri collaboratori, favorendone la crescita professionale e salvaguar-

dando la sicurezza sul lavoro;• ad assumere un atteggiamento equo e corretto nei confronti di clienti, fornitori e concorrenti;• a mantenere rapporti ispirati a correttezza ed integrità con la Pubblica amministrazione e con i partiti politici;• a considerare la tutela dell’ambiente e la prevenzione di ogni forma di inquinamento un impegno costante; come

associati;• a partecipare alla vita associativa;• a contribuire alle scelte associative in piena integrità ed autonomia da pressioni interne ed esterne, avendo come

obiettivo prioritario l’interesse dell’intera categoria e dell’Associazione;• ad instaurare e mantenere un rapporto associativo pieno, ed escludere la possibilità di rapporti associativi con orga-

nizzazioni concorrenti o conflittuali; a comunicare preventivamente alle Associazioni del Sistema altre diverse ade-sioni;

• a rispettare le direttive che l’Associazione deve fornire nelle diverse materie e ad esprimere le personali posizioni pre-ventivamente nelle sedi proprie di dibattito interno;

• ad informare tempestivamente l’Associazione di ogni situazione suscettibile di modificare il suo rapporto con gli altriimprenditori e/o con l’Associazione, chiedendone il necessario ed adeguato supporto.

Allegato 3Codice Etico di Confindustria

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Paragrafo 2 - Vertici associativiL’elezione è subordinata alla verifica della piena rispondenza dei candidati ad una rigorosa e sostanziale aderenza adineccepibili comportamenti personali, professionali ed associativi.I candidati si impegnano a fornire alle istanze competenti tutte le informazioni necessarie e richieste.

I nominati si impegnano a:• assumere gli incarichi per spirito di servizio verso gli associati, il Sistema confederale ed il mondo esterno, senza avva-

lersene per vantaggi diretti o indiretti. Tutte le cariche associative sono gratuite;• mantenere un comportamento ispirato ad autonomia, integrità, lealtà e senso di responsabilità nei confronti degli

associati e delle istituzioni, azzerando le personali opzioni politiche nel corso dell’incarico;• seguire le direttive confederali, contribuendo al dibattito nelle sedi proprie, ma mantenendo l’unità del Sistema verso

il mondo esterno;• fare un uso riservato delle informazioni di cui vengono a conoscenza in virtù delle proprie cariche;• trattare gli associati con uguale dignità a prescindere dalle loro dimensioni e settori di appartenenza;• mantenere con le forze politiche un comportamento ispirato ad autonomia ed indipendenza, fornendo informazio-

ni corrette per la definizione dell’attività legislativa ed amministrativa;• coinvolgere effettivamente gli organi decisori dell’Associazione per una gestione partecipata ed aperta alle diverse

istanze;• rimettere il proprio mandato qualora per motivi personali, professionali o oggettivi la loro permanenza possa esse-

re dannosa all’immagine dell’imprenditoria e dell’Associazione.

Paragrafo 3 - Rappresentanti esterniVengono scelti tra gli associati, secondo criteri di competenza ed indipendenza, su delibera degli organi competen-ti, secondo gli statuti. Le Associazioni si impegnano ad informare la Confindustria sulle loro rappresentanze in entiesterni.

I rappresentanti si impegnano:• a svolgere il loro mandato nell’interesse dell’ente designato e degli imprenditori associati nel rispetto delle linee di

indirizzo che le Associazioni sono tenute a fornire;• alla informativa costante sullo svolgimento del loro mandato;• ad assumere gli incarichi non con intenti remunerativi;• a rimettere il loro mandato ogni qualvolta si presentino cause di incompatibilità od impossibilità di una partecipazio-

ne continuativa o comunque su richiesta delle Associazioni;• ad informare e concordare con l’Associazione ogni ulteriore incarico derivante dall’ente in cui si è stati designati.

Paragrafo 4 - Organi di tutelaPer la verifica e l'applicazione delle norme comportamentali sopra indicate è demandato ai Collegi dei Probiviri - chesaranno costituiti oltre che da Confindustria anche da tutte le Associazioni aderenti - il compito di fornire un parere,obbligatorio ma non vincolante, sul profilo personale e professionale degli imprenditori che: chiedano di aderireall'Associazione; siano candidati agli incarichi associativi; o vengano proposti per gli incarichi esterni.Il Collegio dei Probiviri sarà eletto con voto segreto dall'Assemblea e non cooptato, in un momento diverso dalla ele-zione del Presidente (un anno prima). A livello centrale, tale organismo può essere adito in seconda istanza da tutti isoggetti interessati a livello locale o categoriale, o agire di proprio impulso.

Approvato dall'Assemblea straordinaria dei Delegati il 19 Giugno 1991.

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Premessa generaleDinanzi alla sempre più ampia affermazione nella società dei valori della libera iniziativa ed alla riconosciuta funzionesociale del libero mercato e della proprietà privata, il sistema confederale si pone con senso di responsabilità e conintegrità morale l’obiettivo di continuare a contribuire al processo di sviluppo dell’economia italiana ed alla crescita civi-le del paese. In questo quadro, la Confindustria ritiene elemento sostanziale di tutto il sistema il dovere di: preservareed accrescere la reputazione della classe imprenditoriale quale forza sociale autonoma, responsabile ed eticamentecorretta; contribuire concretamente, in primo luogo attraverso i suoi stessi comportamenti, al miglioramento del siste-ma-Paese.

La Confindustria si impegna e per suo tramite si impegnano tutte le sue componenti:• le Associazioni;• gli imprenditori associati;• gli imprenditori che rivestono incarichi associativi;• gli imprenditori che rappresentano il sistema in organismi esterni;• ad attuare con trasparenza e rispettare modelli di comportamento ispirati all’autonomia, integrità, eticità ed a svilup-

pare le azioni coerenti.

Tutto il Sistema, dal singolo imprenditore associato ai massimi vertici confederali, dovrà essere compartecipe e coin-volto nel perseguimento degli obiettivi e nel rispetto delle relative modalità, in quanto ogni singolo comportamentonon eticamente corretto non solo provoca negative conseguenze in ambito associativo, ma danneggia l’immagine del-l’intera categoria e del Sistema, presso la pubblica opinione, presso il legislatore e la Pubblica amministrazione. La eti-cità dei comportamenti non è valutabile solo nei termini di stretta osservanza delle norme di legge e dello statuto. Essasi fonda sulla convinta adesione a porsi, nelle diverse situazioni, ai più elevati standard di comportamento. Il processocon cui tali obiettivi possono essere raggiunti è necessariamente bidirezionale. Il sistema rappresentativo fornisce lelinee di indirizzo, gli strumenti ed i supporti concreti che rendano possibili gli alti standard di comportamento richiestie le Associazioni si impegnano a recepirle nei propri statuti e ad adottare comportamenti conseguenti.

Paragrafo 1 - AssociatiNel far parte del Sistema confederale, gli imprenditori si impegnano a tener conto, in ogni loro comportamento pro-fessionale ed associativo, delle ricadute sull’intera imprenditoria e sul Sistema confederale.Essi pertanto si impegnano, come imprenditori:• ad applicare compiutamente leggi e contratti di lavoro;• a comportarsi con giustizia nei confronti dei propri collaboratori, favorendone la crescita professionale e salvaguar-

dando la sicurezza sul lavoro;• ad assumere un atteggiamento equo e corretto nei confronti di clienti, fornitori e concorrenti;• a mantenere rapporti ispirati a correttezza ed integrità con la Pubblica amministrazione e con i partiti politici;• a considerare la tutela dell’ambiente e la prevenzione di ogni forma di inquinamento un impegno costante; come

associati;• a partecipare alla vita associativa;• a contribuire alle scelte associative in piena integrità ed autonomia da pressioni interne ed esterne, avendo come

obiettivo prioritario l’interesse dell’intera categoria e dell’Associazione;• ad instaurare e mantenere un rapporto associativo pieno, ed escludere la possibilità di rapporti associativi con orga-

nizzazioni concorrenti o conflittuali; a comunicare preventivamente alle Associazioni del Sistema altre diverse ade-sioni;

• a rispettare le direttive che l’Associazione deve fornire nelle diverse materie e ad esprimere le personali posizioni pre-ventivamente nelle sedi proprie di dibattito interno;

• ad informare tempestivamente l’Associazione di ogni situazione suscettibile di modificare il suo rapporto con gli altriimprenditori e/o con l’Associazione, chiedendone il necessario ed adeguato supporto.

Allegato 3Codice Etico di Confindustria

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Allegato 4Tabella 1

12

34

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7.1 C

orpo

rate

givi

ngco

n gl

i ent

i loc

ali

Indi

cato

re1.2

.3 C

essa

zione

4.1.2

Sel

ezio

ne d

ei fo

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ri5.1

Rap

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e

Indi

cato

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.3 C

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ione

Indi

cato

re

Indi

cato

re

Indi

cato

re

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cato

re

Aspe

tti1.4

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maz

ione

2.7

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stor R

elat

ion

5.2

Rapp

orti

con

le

6.3

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e e

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orti

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gnie

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Indi

cato

re1.4

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re d

i for

maz

ione

2.

7.2 P

rese

ntaz

ioni

e d

ocum

enti

5.2

Rapp

orti

con

le

6.3.1

Nor

me

e co

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7.2.1

Istru

zione

e fo

rmaz

ione

prog

etto

CSR

per

com

parto

istitu

ziona

li co

mpa

gnie

ass

icura

tive

per i

l risp

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la le

gge

e au

ditin

g in

tern

o

Indi

cato

re6.

3.2

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iche

di co

nfor

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7.2.3

Spo

rte

cont

rolli

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tivi

Indi

cato

re7.2

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inno

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ne

Aspe

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3 Ra

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73

Com

unica

zione

e

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ento

(es.

socie

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cato

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n so

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ri(e

s. so

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di l

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g)

Aspe

tti1.1

1 Si

cure

zza

e sa

lute

7.4

Rel

azio

ne co

n i m

ezzi

sul l

uogo

di l

avor

odi

com

unica

zione

Indi

cato

re1.1

1.1 In

fortu

ni e

mala

ttie

Indi

cato

re1.1

1.2 P

roge

tti

Indi

cato

re1.1

2 So

ddisf

azio

ne

del p

erso

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Indi

cato

re1.1

2.1 R

icerc

he d

i cus

tom

ersa

tisfa

ction

rivo

lte a

ll’int

erno

Indi

cato

re1.1

2.2P

roge

tti