Graphic designer Tony Baldini il sindaco ha perso la facciata · Gianni Lettieri, il libro verità...

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SAPER VIVERE LA GRANDE NAPOLI IUPPITER EDIZIONI ALL’INTERNO SPECIALE LIBRI&LIBRERIE www.chiaiamagazine.it il sindaco ha perso la facciata Napoli crolla e miete vittime. De Magistris ignora il decadimento della città e preferisce l’inaugurazione alla manutenzione, i riflettori alla riflessione. distribuzione gratuita Anno IX - numero 5/6 - luglio/agosto 2014 Graphic designer Tony Baldini

Transcript of Graphic designer Tony Baldini il sindaco ha perso la facciata · Gianni Lettieri, il libro verità...

S A P E R V I V E R E L A G R A N D E N A P O L I

IUPPITER EDIZIONI

A L L ’ I N T E R N O S P E C I A L E L I B R I & L I B R E R I E

www.chiaiamagazine.it

il sindacoha perso

la facciataNapoli crolla e miete vittime. De Magistris ignora il decadimento della città e preferisce l’inaugurazione alla manutenzione, i riflettori alla riflessione.

distribuzione gratuitaAnno IX - numero 5/6 - luglio/agosto 2014

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Direttore responsabileMax De Francesco

CaporedattoreLaura Cocozza

RedazioneArmando Yari SiporsoLivia Iannotta

Progetto e realizzazione graficaFly&Fly

Responsabile area webMassimiliano Tomasetta

Pubblicità (Tel. 081.19361500)Michele Tempesta (392.1803608)

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Si ringraziano Tony Baldini per covere fotomontaggi, e l’archivio Ruggieri per le fotografie

Anno IX n. 5/6- Luglio-Agosto 2014

n u m q u a m h o r u m l u x c e d e t

SAPER VIVERE LA GRANDE NAPOLI

OBLÒ

Il verde pubblico ha zero futuroSegnaliamo la lettera di un nostro lettoreche, anche a nome di un gruppo dicittadini e volontari della Caritas, chiedeun intervento delle autorità su alcuneopere che non richiederebberostanziamenti di denaro, ma solo larazionalizzazione delle risorse giàdisponibili. Viene segnalato lo stato delverde pubblico tra via Orazio e viaPetrarca, “infestato” da erbacce e predadelle deiezioni degli animali domestici deiresidenti. Giardinieri e netturbini, oltre ad

un comportamento più civile degliabitanti, potrebbero risolvere il problema.Più complessa, invece, la situazione deitronchi lasciati nel terreno dopo gliabbattimenti degli alberi e lo stato diabbandono delle ringhiere delle scale divia Mariconda e della balaustra di viaPontano. Un appello anche per ilsalvataggio della magnolia di piazzaAmedeo. Qui l’equilibrio naturale è statosconvolto dall’uomo, che ha costruito unarotonda con copertura in sanpietrini,invece di un’aiuola in terreno. (a.y.s.)

L’editoriale

Crolli e speranze calpestate:il sindaco ha perso la facciata

pagina 3

Il paginone

Salviamo il declino della città:«Più librerie e meno pensiero fritto»

pagine 4-5

Il caso

Il caso risolto di Sergio Risorgente:in carcere per non aver commesso il fatto

pagina 7

L’intervista

Gianni Lettieri, il libro veritàdell’«imprenditore scugnizzo»

pagina 9

Sollecitazioni

Napoli e la sporca bellezza:tra cantori e detrattori della città

pagina 10

Quartierissime

Gradoni di Chiaia, il «Mercatino dei pulcini» e l’arte del riuso

pagina 13

Divinazione

Il significato della prima fatica di Ercoleper i nati sotto il segno del leone

pagina 20

Saper Vivere

Estate a Napoli, tutte le mostreda non perdere

pagina 21

L’iden-tikit della borghesia napoletana è da sem-

pre un autentico rompicapo, peraltro ancora irrisolto. In“Un Paradiso abitato dai diavoli”, “popolarissimo” saggio storico di

Benedetto Croce, c’è un capitolo sulle origini dei “lazzari” e del conseguen-te “lazzaronismo”, in cui anche il grande filosofo e critico, partendo da studi sei-

centeschi, lascia intuire che la corretta “qualifica” di questo ceto non è certo cosa faci-le. Che così fosse, ne è riprova anche la remota scelta, in anni molto lontani, mi pare gli ini-

zi del 900, degli imprenditori napoletani, di chiamare l’edificio dell’allora neonata associazione,in Via Santa Brigida: Palazzo della borghesia. Una scelta di nobile auspicio. Purtroppo da qualche

tempo a questa parte, il rompicapo si sta trasformando in una melina farsesca. Più Napoli paga leconseguenze inenarrabili di uno sfascio urbano e amministrativo senza eguali e più si infittisce il di-battito sulla borghesia, lasciando alla fine le cose come stanno, cioè peggio di prima. Pur essendo apprezzabile il motivo in sé di trovare uno sbocco a una situazione insostenibile, a Na-poli va denunciato un cinico e ciclico gioco sporco. Coloro che hanno creato o contributo a crearequesta situazione di sfascio, attraverso sostegni e collateralismi di varia natura a favore, in suc-

cessione, di Bassolino, Iervolino e de Magistris, ancora una volta, inserendosi furbescamentesulla indispensabilità di tale dibattito, puntano a rientrare in gioco. Basta, secondo loro,

dire “abbiamo sbagliato”, per dettare “ipso facto” le condizioni delle future candida-ture nella corsa a Palazzo San Giacomo. E no. Poiché i personaggi sono sempre

gli stessi, i soliti noti, è tempo che ci si guardi bene da questo ciclico e ci-nico gioco, implacabile da un ventennio a questa parte, dietro la

risorgente melina farsesca sulla borghesia.

La cinica farsa della

BORGHESIA

SOS CITYUna città “parcheggiata”Caro Direttore,guardandosi intorno ci si rendeconto che ormai a Napoli, inmolti rioni, vicoli e slarghi sonoinaccessibili: paletti, catene estrutture murarie abusiveimpediscono l’accesso a tutti,anche alle forze dell’ordine.L’ultima moda tuttapartenopea, riguardal’occupazione di numerosepiazzette, trasformate in privatiparcheggi o garage all’aperto.Basta inoltrarsi nei QuartieriSpagnoli per imbattersi nellapiù sfrenata illegalità, come ilcaso di piazzetta Rosario diPalazzo, restaurata di recentema trasformata negli spaziresiduali in parcheggio abusivo.Chi vuole parcheggiare inquest’area, compresi i residenti,è costretta al pagamento di un“obolo”, in caso contrario, rischidi trovare l’auto o la motodanneggiata o di non trovarlaaffatto. Una situazione simile siriscontra poco più avanti, inpiazzetta Concordia, uno slargoadiacente all’omonima chiesa,dove si contano decine di palettiabusivi e transenne cheimpediscono la sosta ai nonautorizzati. Nonostante diversiinterventi di rimozione deipaletti, l’illegalità è stataripristinata in tempo di record.In quest’area sono presentianche numerosi manufattiabusivi, stanze create suimarciapiedi, oltre a qualchefinto segnale di sosta per idisabili. In piazzetta Concordiaè in uso un tariffario perparcheggiare, che vale ancheper i residenti. A nulla sonoservite denunce e proteste, bastipensare che un’ambulanza persoccorrere un anziano haimpiegato oltre trenta minutiper attraversare meno dicinquanta metri. Non mancanoi casi eclatanti, poiché in questovariegato panorama non si puòtacere ciò che accade a piazzaDante: l’area che dovrebbeessere una zona pedonale, lasera si trasforma in unparcheggio all’aperto, tariffestandard che consentono aquesti improvvisatiparcheggiatori di arrotondare afine mese le proprie entrate. Ciòche lascia perplessi è che tuttociò accade a pochi metri dallasede della II° municipalità edella locale Unità Operativadella Polizia Municipale.Oramai la città è sempre piùostaggio della malavita e diquanti approfittano di talesituazione, scandalosa einsopportabile come iparcheggiatori abusivi che nonti chiedono più un’offerta “ apiacere”, ma t’impongono unvero e proprio pizzo se vuoiparcheggiare, anche se sonopresenti le strisce blu.

CARMINE ZAMPROTTA

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SOS CITYLancia il tuo Sos,indica disservizi eproblemi del tuoquartiere e pro-poni soluzioni perrendere più vivibilela città. Contiamosu di te. Le lettere, firmatecon nome e co-gnome, vanno in-viate a «ChiaiaMagazine» - viadei mille, 5980121 Napoli, op-pure alla [email protected]

Molti ricordano uno sketch a Stu-dio Uno, in cui Totò raccontava aMario Castellani di un energumenoche lo aveva schiaffeggiato e insultatoal grido «Pasquale, figlio di un cane,finalmente ti ho trovato... Pasquale,maledetto, te possino ammazzatte».Alla domanda «Ma perché non haireagito», Totò così concludeva: «E cheme frega, e che so’ Pasquale io?». Non si allontana di molto la reazioneagli schiaffi di Napoli dell’ex togato deMagistris che, ora affindadosi allecongelate sentenze del suo ben remu-nerato staff di comunicazione oraavvalendosi delle sue rozze improvvi-sazioni, sembra ribattere al decadi-mento della città con un miserabile “Eche me frega, è che so’ sindaco io?» Gli accadimenti tragici come le mortidi Ciro Esposito e Salvatore Giordano,le speranze disattese di rilancio acausa del vergognoso affaire Bagnoli,del piccino Forum della Culture edella sparizione del grande progetto direcupero del Centro Storico, lo svuota-mento culturale e sociale delle vie conla chiusura di librerie e negozi storici,la diffusione di una gomorra minorile,al di fuori dei clan, molto più pericolo-sa perché spietata e senza codicid’onore, la visibile assenza della curadel corpo di Napoli, hanno trascinatola città in quel cantuccio del disincan-to che, per certi versi, è la sala d’aspet-

to prima della resa. Una diagnosinovecentesca di Scarfoglio sullo statod’animo di Napoli appare oggi d’at-tualità estrema soprattutto quandoparlava di «una città stanca, di quellastanchezza che non precede rabbia evoglia di cambiare le cose. Che èstanca piuttosto di attendere che passila nottata». Una nottata infinita, senzastelle comete né percorsi di luce. Unaspossatezza civica che, in questaennesima estate di ripresa economicainvisibile, di riforme annunciate alivello nazionale e promesse calpesta-te localmente, è divenuta incontenibi-le, qua e là interrotta dagli scatti d’or-goglio di un frammentato movimenti-smo cittadino, dalle sortite isolate dichi, come Gianni Lettieri, è rimastosul “pezzo” de Magistris nonostante sitrovi a predicare nel deserto dellapolitica, e dalle punturine d’adrenali-na del presidente De Laurentiis che halanciato nella mischia la mediaticacarica dei 100 pionieri per rigenerarela città. Ad aggiungere stanchezza allastanchezza, poi, di questi tempi siesibiscono sullo stato di salute dellapolis partenopea editorialisti d’archi-vio e intellettuali navigati, che ripro-pongono la stantìa discussione sul-l’immobilismo della borghesia, sull’ef-fimero agitarsi della cosiddetta societàcivile e “strutturata”, sull’indole servi-le e corruttibile di una parte consi-stente della popolazione, sui maliincurabili di quella che fu la capitale

del Sud, sulla rivoluzione incompiutadel 1799, eccetera eccetera. Un eletto-re, prima di Bassolino e poi di deMagistris, come Gerardo Marotta, inuna recente intervista sul Corriere delMezzogiorno al giornalista GianlucaAbate ha detto: «Se non capisce comequi abbiamo investito sulle feste manon sulla produzione del pensiero,allora non potrà mai capire perché ècrollato un pezzo della Galleria Um-berto. Qui hanno ammazzato gliintellettuali e al loro posto hannomesso al potere luridi capibriganti:loro figliavano, gli intellettuali no. Laclasse che ci governa è la discendenteideale di quei capibriganti...Napolicrolla perché c’è una classe dirigenteche non sa cosa significa mettere unchilo di calce...». Con garbo vorremmo ricordare alpresidente dell’Istituto italiano per glistudi filosofici e promotore di unacittà governata da intellettuali e nonda «soggetti regressivi», che il suoultimo sindaco senza cazzuola si èdedicato con zelo bassoliniano all’in-seguimento del grande evento, allapromozione della festilenza arancio-ne, preferendo il concerto al recuperodel pensiero, i riflettori alla riflessione,l’inagurazione alla manutenzione. Sepoi piovono pietre e sprofondanostrade, un sindaco non può riproporrelo sketch di Totò, perché è «il primocittadino», primo in oneri e onori,votato per guidare una comunità,

darle una visione, una prospettiva, unsenso comune, consegnarla alla nor-malità e non alla fatalità. Se uno muo-re ragazzo per un crollo evitabile in unluogo ad alto passeggio, nella via dellostruscio e non in un vicolo desolato,significa che l’apparato che governaNapoli, dal sindaco agli assessori, aitecnici comunali, non ha svolto fino infondo il suo compito politico-ammi-nistrativo e quella missione di custo-dia della comunità. La triste consuetudine vuole chequando i fatti assumono proporzionidistruttive e, per dirla brutalmente, ci«scappa il morto», si intensificanoazioni di controllo, fino ad allorablande o inesistenti, con una moltipli-cazione di transenne, imbracature dibalconi e palazzi come se a momentidovesse venire giù ogni cosa. Poi il tempo passa, le feste ricomincia-no, le indagini si perdono, la tragediasi dissolve e Salvatore Giordano, ucci-so dall’incuria napoletana, diventeràun ricordo, un volto da commemora-re. De Magistris, per non turbare ildolore dei familiari e «voler prenderele distanze da tutto il veleno immessocontro la nostra città in queste ore»,non è andato ai funerali del ragazzo. Il Comune di Napoli ha inviato ilgonfalone della città e una corona difiori. Per il sindaco non rientrava neiriti funebri consigliabili. Così, oltre allafacciata, Napoli ha perso anche lafaccia.

CHIAIA MAGAZINE • LUGLIO/AGOSTO 2014 (3)

PERDERE LA FACCIATAMax De Francesco

L’EDITORIALE

IL PAGINONE

a chiusura della storica libreria Loffredo,la conseguente reazione dei cittadiniimpegnati a ridare al Vomero, con laformula dell’azionariato popolare, uncentro di smistamento culturale e lagiornata di mobilitazione in difesa deilibrai di Port’Alba dovrebbero aprirecervello e cuore a chi è chiamato a gesti-re fondi pubblici, ad amministrarci, e,quindi, a creare, come si dice in politica,“opportunità di crescita”. Il decadimento di una città si misuradalle sue vie. Prendiamone una a caso e,oltre a soffermarci su buche, sporcizia,assenza di verde, palazzi pericolanti,invasione di abusivi, decoro architetto-nico, guardiamo cosa offre commercial-

mente e socialmente. Se, in un batterd’anni, Napoli ha strade sempre piùoccupate da patatinerie, centri scom-messe, outlet “compri e fuggi”, c’è dadomandarsi se non sia il caso di difen-dere i presìdi culturali e di inaugurarnealtri. Nessuna crociata contro il fritto ela “bolletta”, ma ci chiediamo perchénon puntare, attraverso un patto traistituzioni, editori, librai e associazioniciviche all’apertura di nuove librerie,innovative e a dimensione di lettore,nelle vie “occupate” della città. Da troppo tempo siamo costretti aseguire la bara del libro, a veder sparirepreziosi luoghi d’intrattenimento trascaffali svuotati e gli affranti librai diuna volta che, quando entravi nelle lorofarmacie di romanzi, ti consigliavano lacura letteraria giusta per ritrovare sognie superare malanni di cuore. Ai funerali delle librerie e della culturanapoletana le istituzioni erano assenti.La non presenza, infondo, è giustificabi-le: perché presentarsi al rito funebre senon si è fatto nulla per evitarlo? Perchépartecipare se è totalmente mancata

una strategia in difesa del libro e dellasua sofferente filiera? Nel 2013, dopo un paio d’anni di palleg-giamenti in Consiglio regionale, fuapprovata, con i peana del Corecom, lalegge di sostegno all’editoria. Il fondoprevisto era di 100mila euro per l’anno2012, che, stando alle intenzioni dellaRegione, sarebbe dovuto servire a pro-muovere e sostenere «il libro, l'informa-zione locale in tutte le sue forme e laproduzione della piccola e media im-presa editoriale» e ad assicurare «gliincentivi per lo sviluppo di contenutidigitali, siti web, attività di ristruttura-zione aziendale e ammodernamentotecnologico, la nascita di nuove impresenel comparto, le librerie campane, leemeroteche...». Parole. Con 100mila euro, poi, parlia-moci chiaro, che svolta si può dareall’intero comparto? Siamo alle solite:mancanza di visione, leggina “prendi-tempo” che contempla l’intero mondodell’editoria senza capirne differenze ecriticità; nessuna idea sul piatto, paroleallineate senza un ragionamento pro-

La rivolta dei libri

FERMIAMO IL DECLINO DELLA CITTA`

Parte la campagna “Più librerie e meno pensiero fritto” di Chiaia Magazine in difesa dei presìdi culturali. L’impegno civico e l’assenza delle istituzioni

L’INIZIATIVASi chiama «Più libreriee meno pensiero fritto»la campagna disensibilizzazione allalettura e alla difesadelle librerie cheChiaia Magazinelancerà nei prossimimesi. L’iniziativa,fortemente voluta daglieditori del free presspartenopeo, prevedevideo virali per lapromozione dellalettura, adesivi “dipensiero” distribuitinei centri culturalidella città, convegnisull’evoluzionedell’editoria e uncortometraggio sulla«rivolta dei libri»,girato entro il 2015.

L

(4) CHIAIA MAGAZINE • LUGLIO/AGOSTO 2014

Max De Francesco

fondo sullo stato reale della piccola emedia editoria locale. L’elenco delleintenzioni è la fine delle istituzioni. Inquesti anni abbiamo assistito allosperpero di una montagna di fondipubblici (quasi 30 milioni di euro)utilizzati per la discutibile Coppa Ame-rica o ignobilmente frammentati, persoddisfare la rete delle clientele, per larealizzazione dell’invisibile Forumdelle Culture. Un utilizzo miope dirisorse europee che, finita la festa, nonlascerà benefici né economici né strut-turali alla città. Perché non si è pensato, invece, didestinare una parte dei fondi al rilanciodella cultura partenopea con un piano“rivoluzionario” che rimetta al centrodella cultura il libro e la lettura, misce-lando tradizione e innovazione? «Chitocca un libro, tocca un uomo», scrive-va Henry Miller dopo aver passato inrassegna i libri della sua formazione.Benedetto Croce, in una lettera indiriz-zata ad Alessandro Casati, raccontandodi essere stato colto di sorpresa dalloscoppio improvviso del bombardamen-to del 4 dicembre 1942, costretto così arifugiarsi a Sorrento, confessò il dolorenon solo per l’evento ma anche perchépoteva portare con sé, trasferendosi,solo poche migliaia di volumi, unaminima parte degli oltre 150 mila dellasua biblioteca: «Questa - scrive il filoso-fo - è la trafittura più dolorosa che ioprovo. All’età mia, quando si è esauritoo quasi il compito della propria vita, lamorte non spaventa, ma la perdita diquel patrimonio letterario colpirebbenon la mia persona, ma un interessegenerale». Perdere i libri significa smar-rire coscienza e memoria, rinunciare alpotere della lettura vuol dire ridurrel’energia della fantasia e del linguaggio.Tullio De Mauro, ultimamente interro-gato sull’importanza di leggere, hadetto: «Cinque italiani su cento tra i 14e i 65 anni non sanno distinguere unalettera da un’altra, una cifra dall’altra.Trentotto lo sanno fare, ma riesconosolo a leggere con difficoltà una scrittae a decifrare qualche cifra. Trentatrésuperano questa condizione ma qui sifermano: un testo scritto che riguardifatti collettivi, di rilievo anche nella vitaquotidiana, è oltre la portata delle lorocapacità di lettura e scrittura, un grafi-co con qualche percentuale è un’iconaincomprensibile. Secondo specialisti

internazionali, soltanto il 20% dellapopolazione adulta italiana possiedegli strumenti minimi indispensabili dilettura, scrittura e calcolo necessariper orientarsi in una società contem-poranea». I dati sulla lettura in Italia non confor-tano: un recente report sugli anni2011-2013 del Centro per il Libro e laLettura sostiene che nel Paese v’è statauna forte diminuzione rispetto alpassato della percentuale dei lettori(dal 49% del 2011 al 43% del 2013) edegli acquirenti (dal 44% al 37%), conil Sud che si conferma maglia neranella lettura e nell’acquisto di libri.Senza dubbio la marginalizzazionedell’oggetto-libro è favorita dal domi-nio del web, dal potere magico dismartphone e tablet, dalla persistenzadella connessione, dall’ideologia deinativi digitali, allergici alla cultura dicarta e alla lettura “lunga” e divoratorid’informazioni “social”, immediata-mente condivisibili, fruibili senzaimpegno. Quarant’anni fa Mimì Reascriveva: «È molto difficile che il librosi riprenda. Troppe cose congiuranocontro di esso: l’automobile, la televi-sione, il ludismo imperante, il consen-so dei tiranni». Congiure col tempoaumentate, eppure quella del libro èuna presunta morte: rimane, infatti,una “sacra merce”, per dirla allaBrecht, che ha un mercato e una filieratrafitti dai mutamenti, ma destinati aresistere, e perché no a rinnovarsi, ses’inizia a dargli una visione che non sia“visionaria” ma realistica ed economi-ca. Si cominci allora concretamentecon la valorizzazione delle librerie,sostenendo quelle esistenti e creando-ne di nuove, s’investano soldi perinternazionalizzare la produzionedegli editori locali, dandogli strumentie incentivi per una promozione fun-zionale e a «costi zero», si utilizzinofondi europei non solo per diffondereil valore-libro nelle scuole con unastrategia permanente e non con isolateiniziative, ma anche per “formare”realmente, e non con corsi fantasma ecialtroneschi, una nuova figura dilibraio che non sia solo addetta allavendita ma soprattutto alla valorizza-zione appassionata della merce. Silavori, senza perdere tempo, per unaNapoli che abbia nelle sue vie più isoleletterarie e meno pensiero fritto.

Finalmente una buona notizia. A Napoli la voglia di riscattoc’è e, cosa ancor più sorprendente, il segnale parte dalla cultura.Lunedì 21 luglio centinaia di persone hanno partecipato allafesta di inaugurazione della sede, in via Cimarosa 20, nei pressidi piazzetta Fuga, di “Iocisto” la libreria ad azionariato popolarenata da una provocazione lanciata il 13 maggio scorso sulla suabacheca di Facebook da Ciro Sabatino, giornalista e ora presi-dente dell’omonima associazione. «Chiudono i bookstore diquartiere? Vabbè allora la libreria ce la facciamo noi». Potevarestare uno dei tanti post che spariscono nel giro di un giornoed invece Sabatino, con sua stessa sorpresa, ha scoperto chenon solo c’erano tante persone che la pensavano come lui, mache erano anche disposte a lavorare attivamente alla realizza-zione di quel piccolo sogno. Dopo meno di una settimana sisono ritrovati in 120 all’assemblea convocata presso la salaconsiliare della Municipalità del Vomero, messa a disposizionedal presidente Mario Coppeto. L’assemblea serve a capire chec’erano numeri e le intenzioni per andare avanti. Ricorda Ales-sandro Gargiulo, segretario dell’associazione: «Arrivai in quel-l’aula e sentii da subito che tutte quelle persone erano lì per faresul serio. Il parterre era molto composito: professionisti, exdipendenti delle librerie che avevano chiuso, studenti, com-mercianti, piccoli editori come Alberto della Sala, diventato poisocio fondatore. Tutti misero volontariamente a disposizione leloro competenze. Furono creati dei gruppi di lavoro per studia-re la fattibilità dell’impresa sia dal punto di vista legale cheeconomico. Assieme a me nel gruppo che doveva occuparsidella forma legale da dare al progetto c’erano Enrico Fotini eDiego Romano, un matematico del CNR che, con la sua forma-zione scientifica, ci ha dato una mano a incasellare tutti i tassellial loro posto. Alla fine, dall’iniziale idea di creare una S.p.a.,giungemmo alla decisione di dar vita ad una associazione senzascopo di lucro, perchè non avendo limiti di associati, ci dava lapossibilità di allargare l’azionariato a tutti i cittadini che voles-sero partecipare all’iniziativa». Durante una seconda assem-blea, sono stati poi nominati il presidente e i quattordici mem-bri del Consiglio direttivo che hanno ricevuto il mandato dal-l’assemblea di costituire davanti al notaio Dino Falconio l’Asso-ciazione “Iocisto” che conta 160 soci fondatori ed ha comescopo principale l’apertura di una libreria ad azionariato popo-lare e, tra gli altri, la centralità del libro, l'avvicinamento dellenuove generazioni alla lettura e la libreria come luogo d'aggre-gazione. Nei giorni successivi è partita la campagna di tessera-mento per i soci ordinari e sono raddoppiate le fila degli asso-ciati. “Partecipare” è la parola d’ordine ed è per questo motivoche ogni step dell’iniziativa, è condiviso con tutti. Il prossimoappuntamento è per giovedì 24 per l’asta di opere offerte daartigiani, fotografi e artisti per il crowdfunding. L’obiettivo è diarrivare nel più breve tempo possibile a 1000 associati, in mododa coprire i costi di fitto e di gestione della sede appena inaugu-rata ed avere un fondo da destinare a iniziative culturali coeren-ti con gli scopi dell’associazione. Da lunedì è attivo anche il sitointernet e il conto bancario per versare la quota associativa: 50euro l’anno per dire “Iocisto”, sono presente, sono un cittadinoattivo e un sostenitore della cultura. Per info: 0817649836

LAURA COCOZZA

«IOCISTO», LA CULTURAHA UN ALLEATO IN PIÙ

CHIAIA MAGAZINE • LUGLIO/AGOSTO 2014 (5)

(6) CHIAIA MAGAZINE • LUGLIO/AGOSTO 2014

LA STORIA

Venti giorni di prigione pernon aver commesso il fatto.Quattro anni di attesa perottenere una sentenza di“non luogo a procedere pertutti i capi d’imputazionecontestati”. Questo il calva-rio del napoletano SergioRisorgente, stimato consu-lente del lavoro coinvolto,ingiustamente, dalla confes-sione di un proprio cliente,nell’ambito di alcune indagi-ni su presunte attività illecitenella città di Perugia. Risor-gente, solo in seguito all’ar-resto, apprende che il suoassistito era un pregiudicatodi rilevante spessore crimi-nale. Associazione a delin-quere finalizzata alla bandaarmata, truffa consumata etruffa tentata sono invece ireati ascritti al libero profes-sionista quando, alle 5 delmattino del 29 giugno 2010,in applicazione di un’ordi-nanza di custodia cautelare,viene prelevato dalla propriaabitazione da tre poliziottiper essere condotto in Que-stura prima e presso il carce-re di Poggioreale poi. Lapresunzione d’innocenza,

principio del diritto penalesecondo il quale un imputa-to è considerato non colpe-vole sino a condanna defini-tiva, è una pura utopia perchi sa di essere innocente esi trova, per forza di cose, adover essere costretto tra lesbarre di una prigione. «Pro-prio tra le mura dell’Istitutodi Pena, nelle parole dei mieicompagni di cella - raccontaSergio Risorgente - ho trova-to gli unici momenti dicomprensione durante ilperiodo infernale trascorsodal momento dell’arresto a

quello del ritorno alla libertà,riconquistata per l’interven-to del Tribunale del Riesame,grazie al brillante operato deimiei avvocati difensoriRoberto Del Giudice e Ar-mando Bello. Ricordo lafrustrazione e lo smarrimen-to che ho vissuto quando miaccorgevo che la mia versio-ne dei fatti, in quei momentidi solitudine estrema e diindescrivibile angoscia, nonveniva presa in considerazio-ne da nessuno». La gioia diriabbracciare, dopo ventigiorni di carcere, la figlia di 2

anni e la moglie, all’epocadei fatti all’ottavo mese digravidanza, non ha scrittoperò la parola fine alla vicen-da personale di Risorgente.«Passano, infatti, altri quat-tro anni, fatti di preoccupa-zioni, attese e viaggi sner-vanti - racconta il consulentedel lavoro - vissuti con ilpensiero costantementerivolto alla mia famiglia ealla mia onorabilità calpesta-ta, prima di poter ottenereun verdetto che segni laconclusione definitiva dellavicenda». Solo il 15 maggio2014, tre anni e undici mesidopo l’esperienza traumati-ca della prigione, AlbertoAvenoso, G.u.p. del Tribuna-le di Perugia, dopo averesaminato con dedizione eprecisione gli atti, emette lasentenza di “non luogo aprocedere nei confronti delRisorgente per tutti i reati alui ascritti, per non avercommesso il fatto”, certifi-cando in modo assolutol’innocenza dell’indiziato.«Potrà mai una causa peringiusta detenzione restitui-re, attraverso un indennizzoeconomico, i momenti ditranquillità sottratti in questi

anni, apparentemente inter-minabili, di sofferenza»?Potrà una somma in denarorestituire la dignità minatadal pregiudizio del “non-giu-dizio” e dagli anni di sospet-ti, lentamente trascorsisenza poter affermare lacorrettezza della propriacondotta»?Con questi interrogativi ilprotagonista involontariodella complessa epopeagiudiziaria potrebbe aprire,forse inconsapevolmente, ilsecondo capitolo di questadrammatica vicenda, con-clusasi fortunatamente nelmigliore dei modi.La riparazione pecuniariaper ingiusta detenzione,introdotta con l’emanazionedel nuovo codice di proce-dura penale, richiede infattiuna nuova istanza da pro-porre alla Corte d’Appellocompetente per territorio.Un nuovo procedimentogiudiziario, dunque, nuoviviaggi e, quindi, paradossal-mente, nuove preoccupazio-ni per chi, come l’innocenteSergio Risorgente, è sprofon-dato, suo malgrado, in quelloche lui oggi definisce “unincubo chiamato giustizia”.

In carcere per non aver commesso il fattoIL CASO RISOLTO DI SERGIO RISORGENTE

CHIAIA MAGAZINE • LUGLIO/AGOSTO 2014 (7)

Armando Yari Siporso

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(8) CHIAIA MAGAZINE • LUGLIO/AGOSTO 2014

L’immagine di copertinadella sua autobiografia ritraeuno scugnizzo che mantienein equilibrio nel palmo dellamano uno “strummolo”. Quelragazzino che mostra conespressione seria e compiaciu-ta la sua abilità, rappresentasimbolicamente il modo in cuiGianni Lettieri è riuscito a go-vernare le varie sfide che la vi-ta gli ha riservato. Prima comeimprenditore, poi come mari-to e padre e infine come politi-co. Un vero “self made man”,come scrive Antonio Polito nel-la prefazione, con radici benpiantate nel suolo napoletano.

L’imprenditore scugnizzo na-to alla Duchesca come è riu-scito a mantenersi in equili-brio tra lavoro e famiglia?Ho sempre lavorato tantissimoe non nascondo che qualchevolta ho provato sensi di colpaper il tempo sottratto alla miafamiglia. Negli anni, però, hotrovato un giusto equilibrio, siagrazie all’aiuto di mia moglie,che con grande impegno è riu-scita a sopperire ad alcune miemancanze, sia perché ho riser-vato ai miei cari tutto il tempoche non dedicavo al lavoro.Anche la scelta dello sport èstata fortemente condiziona-ta dal desiderio di trascorrerepiù tempo possibile con loro. In che senso?Ho praticato per anni il tennise poi il calcetto. Poi ho decisoche avrei corso proprio perchéla corsa è uno dei pochissimisport che posso praticareovunque e a qualsiasi ora e chenon necessita di una partico-lare attrezzatura, bastano unpaio di scarpette e un panta-loncino. Approfitto dei giorniin cui sono fuori per lavoro persvegliarmi all’alba e visitare amio modo la città correndo unpo’. Lo stesso faccio quandosono a Napoli: spesso il rientroa casa dall’allenamento coin-cide con l’orario di sveglia del-la mia famiglia, così possiamofare colazione tutti assieme. Inuna sola città non sono riusci-

to a correre, a Teheran. Alle seidel mattino stavo per usciredall’albergo in tenuta sportivaquando fui fermato dal portie-re che mi avvertì che era mol-to pericoloso andare in stradavestito con i pantaloncini cor-ti perchè rischiavo che i pa-sdaran mi arrestassero.Impresa, politica e scrittura,tre campi diversi in cui lei si ècimentato e continua a farlo:quale di questi è stato il piùdifficile da affrontare?Sicuramente la politica. Tra itre è il mondo più lontano dalmio modo di essere. Sono unapersona pratica e concreta,abituata sempre a “fare” e "ri-solvere". Ho riscontrato che,purtroppo, in questo campoc'è poca coerenza. Non im-porta se si fa quello che si dice,importa come si dice e quan-do. Spesso la strada per arriva-re all’obiettivo non è quelladritta, non è quella che appa-re la più immediata. Insommala politica non è il regno del“fare” ma è quello del “dire” eper me ciò è impensabile einaccettabile. Racconto nel li-bro che anche i giochi da bam-bini (come la “guainella”), allaDuchesca, dove vivevo, eranopericolosi ma basati sulla leal-tà. Il mio obiettivo è di adope-rare questo modo di pensare edi agire anche nella politica.

Sono convinto che sia l’unicomodo per portare un verocambiamento e per voltare re-almente pagina.Il suo libro è pieno di ricordi eaneddoti della sua infanzia edella sua vita professionale ingiro per il mondo: a quale diquesti è più legato?Sicuramente al ricordo dell’or-fanotrofio in Etiopia. Quandol’investimento in India prese ildecollo, ed ebbe una eco in di-versi Paesi, fui contattato dal-le autorità di vari governi, tracui il primo ministro etiopeche volle incontrarmi a Romaper propormi di visitare e in-vestire nel suo Stato. Conobbiun uomo minuto ma dal ca-rattere molto forte. In una diqueste visite mi portarono inun orfanotrofio che mi toccò ilcuore e l’anima e il cui ricordoconservo ancor oggi dentro dime. Un mio collaboratoreadottó una di quelle bambine;oggi é diventata una splendidaragazza ventunenne.Un capitolo intero del libro èdedicato al Banco di Napoli,nel quale lei ricostruisce la vi-cenda della cessione dell’isti-tuto bancario, definendola“un furto” e racconta dellescuse che le presentò Federi-co Pepe, ex direttore generale.Cosa ha significato per lei lachiusura dell’istituto?

Per me ha rappresentato unatragedia che ha colpito tutte leimprese del Mezzogiorno. Ab-biamo perso una risorsa im-portante per il Meridione: unabanca a vocazione territoriale,protesa verso le aziende e leproblematiche del territorio.Era una banca con diramazio-ni in tutto il mondo ma con ilcuore e la testa a Napoli. Persalvare un’altro Istituto banca-rio in crisi è stata cancellatacon un colpo di spugna la sto-ria economica del Mezzogior-no d’Italia.Se fosse candidato oggi, siproporrebbe diversamente,rispetto a due anni fa, consi-derando anche in che modode Magistris nel frattempo haamministrato la città?No, mi proporrei allo stessomodo, soprattutto alla luce de-gli accadimenti di questi ultimianni. Ritengo innanzitutto diessermi presentato con since-rità, per quello che sono e conil mio bagaglio personale eprofessionale. Credo che è pro-prio grazie a quest’ultimo cheho pensato di riuscire a risol-vere i problemi della mia città- che amo e che conosco pro-fondamente - con il senso pra-tico e la concretezza che han-no contraddistinto tutte le mieazioni. Inoltre la mia convin-zione è supportata dai fatti, in

quanto molte cose che avevoprevisto, e che erano scritte nelmio programma elettorale, sisono verificate; è sotto gli occhidi tutti che molte mie idee so-no state, nel corso dei mesi, ri-prese e imitate; purtroppo, pe-rò, sbagliando i tempi e i mo-di.Lei si presenta come unamante delle sfide, anche ago-nistiche, come la maratona diNew York, a cui è dedicato l’ul-timo capitolo. Qual è il suoprossimo traguardo?Il mio traguardo è vedere lamia città finalmente europea.Ho fatto impresa in tre conti-nenti, ho viaggiato e investitoin molte parti del mondo e hovisto tante realtà diverse ma ilmio cuore e i miei affetti sonosempre rimasti qui. Ogni qual-volta mi è capitato di vedereun centro di eccellenza o unarealtà che funziona, ho sem-pre pensato a Napoli e a comeesportare quell’esempio vir-tuoso nella mia città, perchéritengo che non c’è nulla chenon si possa replicare qui e chenell’attuazione supererebbel’originale. Anche mentre cor-revo al Central park e attraver-savo il bellissimo polmone ver-de nel cuore di New York, pen-savo a quanto sarebbe bello eutile replicare anche a Napoliuna simile realtà.

L’INTERVISTA

Gianni Lettieri nellibro autobiografico«L’imprenditorescugnizzo» (Iuppiteredizioni), raccontala sua vitaprofessionale eprivata, finoall’esperienzapolitica dellacandidatura asindaco di Napoli.300 paginecorredate da unalbum fotografico acolori.

LETTIERI, IL LIBRO VERITA` DELL IMPRENDITORE SCUGNIZZO

I giochi da bambini? Più leali della politica

IL TOUR Dopo la prima presentazione pressol’Unione Industriali di Napoli,l’autobiografia di Gianni Lettieri è statapresentata a Capri all’Hotel Syrenesabato 19 luglio (nella foto). A settembrepoi comincerà il tour di presentazioniche toccherà prima le dieci municipalitàcittadine e poi proseguirà con Salerno,Avellino, Roma e Milano.

LA BIOGRAFIAGianni Lettieri, classe ‘56, ha fondato e dirige laMeridie Investimenti Spa, una investmentcompany quotata in borsa. Presiede la Atitech,società di servizi di manutenzione aeronautica.È stato presidente dell’Unione industriali dellaProvincia di Avellino e Napoli. Nel 2011 si ècandidato a sindaco della città. Oggi guidal’opposizione in Consiglio comunale epresiede l’associazione “Fare città”.

CHIAIA MAGAZINE • LUGLIO/AGOSTO 2014 (9)

Laura Cocozza

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SOLLECITAZIONI

LA RIFLESSIONE

Con l’occlusione degli acque-dotti, in seguito alla tremenda pe-stilenza causata dalla truppa fran-cese dopo l’assedio del 1527-28, Na-poli era sporca, infetta e puzzolen-te. Continuò ad esserlo allorquan-do gli spagnoli si stabilirono aiQuartieri. Neppure poté riprender-si, per godere pace e tranquillità,dopo la tragica rivolta del 1547. Al-tra triste vicenda fu quando nel1597 il porto subì gravi perdite inuomini e navi. Ma il mare di Napo-li era tutto un tripudio di colori, unoscintillio, uno sfavillio di sfumatu-re di azzurro, di smeraldo, di grigioargenteo. La città stessa ai viaggia-tori stranieri, Cervantes, Milton, DeSaint Gelais, appariva in tutto il suosplendore. “Tu non vedrai al mon-do nulla di più sublime”. L’eruzio-ne del 1631, la rivolta di Masaniel-lo del 1647, la peste del 1656: Napoliera davvero, nel Seicento, sporca epuzzava. Pure Johannes Linger-lbach, vedutista tedesco attratto danitidi, ameni paesaggi, dipinge sce-ne di genere legate alla tradizionedei bamboccianti italiani. Ma altriartisti, poeti, scrittori passano perNapoli nonostante sia sporca e puz-zolente: Sir Richard Torkington, ilpoeta George Sandys e Richard Les-sels, che primo tra i viaggiatori stra-nieri, usò l’espressione “GrandTour”. Arrivarono pure nella Cittàdel Sole, William Thomas e RichardRowlands. Nel 1699 nella Napoli che “s’affac-cia sulla più dolce baia del mondoe su uno dei mari più tranquilli”,mise piede il pittore olandese Ga-spar Van Wittel. “Non v’è niente dipiù bello della posizione di Napolinel golfo: essa è come un immensoanfiteatro sopra il mare” . Così siesprimeva Montesquieu giunto aNapoli nell’aprile del 1729. “Si haun bel dire, raccontare, dipingerele bellezze di Napoli; esse sono al disopra di ogni descrizione. La spiag-gia, il golfo, le insenature del mare,il Vesuvio, la città, i sobborghi, i ca-stelli. Quei sobborghi così sudici,lerci, nauseabondi, fanno esprime-re a Goethe, in giro per Napoli nelfebbraio del 1787, confessioni di talgenere. Ostacoli per il migliora-mento delle condizioni di Napoli edel Mezzogiorno furono la malaria,innanzitutto, per le precarie condi-zioni igieniche, le imposte assai gra-vose che pesavano enormementesulle magre possibilità economichedel popolo minuto, gli assedi di Ca-

pua, di Gaeta e di Castelnuovo. In-tanto opere di notevole ampiezza siebbero con la costruzione dellaReggia di Portici nel 1738, con lafabbrica di ceramiche di Capodi-monte, con il Palazzo Reale di Ca-serta. A Pompei e a Ercolano furo-no iniziati gli scavi archeologici.Con il censimento del 1798 Napolicontava su una popolazione di441.000 abitanti. La capitale, men-tre i quartieri popolari permane-vano in un stato di totale abbando-no, palazzi, chiese, ville, teatri, co-stituivano un massiccio nucleo dimaestose attrattive. La città, tra il1836 e il 1837, è colpita da una vio-lenta epidemia colerica aggravatadall’inquinamento delle conduttu-re dell’acqua. Una seconda epide-mia si abbatte sulla città nell’estatedel 1854. L’eruzione del 1872 piegaulteriormente l’antica capitale. Na-poli, così come nel Cinquecento,nel Seicento, nel Settecento, è lercia,marcia, pestifera. Chateaubriand,Shelley, Twain, Lamartine, a pas-seggio in riva al mare, sulla collinadi Posillipo o in cima al Vesuvio.Cuori di artisti, di poeti, di scrittoriche palpitano per le straordinariebellezze di Napoli. “O straniero, ve-di Napoli e poi muori!”. “Se voi en-trate a Napoli, uno di questi mera-vigliose mattine, voi vedrete davantia voi sorgere il Paradiso”. La Napo-li “USAta” descritta assai bene daCurzio Malaparte fu, senz’altro, ol-tre che sporca, anche prostrata, dis-soluta, corrotta. La guerra e i bom-bardamenti infersero nel corpo vi-vo dell’intera comunità ferite insa-nabili. Pure la scrupolosa cura chel’alto commissario Castelli avevadestinato anche ai rioni più poveri

negli anni del Consenso, avevanorestituito alla Città un volto nuovo,decoroso, imponente. Fu attuatoun vasto piano edilizio che favorì lanascita dei rioni dell’Arenella, Ma-terdei, Luzzatti, Fuorigrotta e delcentro urbano dalla Corsea ai Fio-rentini. Altro periodo felice, con lestrade ripavimentate di fino e i giar-dini acconciati, fu quello laurino.Così si esprime il vicentino GuidoPiovene scrivendo di Napoli nel1956: “Certo a chi l’osserva dal ma-re Napoli appare una città per trequarti moderna. Con i suoi grandilungomari ricostruiti è anche unacittà pulita. Io non direi che Napo-li trasformandosi si sia imbruttita.Napoli è bella come sempre”. Di solito a dir male di Napoli, a in-fierire su Napoli, a infangare Napo-li sono per primi i napoletani stes-si. Nel corso dei secoli la Città dicerto non ha però “assaporato” ilpestifero putridume di capitali eu-ropee come Londra o come Parigiche potevano contare sui ghetti chela tanto vituperata, maltrattata ca-pitale del Mezzogiorno non ha maiavuto, pur superando per numerodi abitanti le diverse città capitali.Moderni scrittori, desiderosi di sca-lare classifiche, improvvisati pen-nivendoli lustrati alla meglio, chese ne vanno in giro alla ricerca af-fannosa di un ingaggio, ma che nonhanno abbastanza lettori, sono imeno affidabili per poterci guidarenel super popolato mondo dei li-bri. Tutti hanno da dire e ciò che di-cono o scrivono non sempre è ilmeglio, anzi è il peggio. Ci sono au-tori che pubblicano di tutto e, allepresentazioni, grazie ad una criticaesercitata allegramente, senzastroncature quando l’opera è dimodestissimo valore letterario, pos-sono contare solo su parenti e vici-ni di casa. Taluni scrittori, non dirado, contano molto su sostegnipropizi, editori compiacenti, criticabenevola, stampa alleata. Grazie aquesti presupposti, spesso, posso-no avere dalla loro parte anche pre-stigiose case editrici, scalare classi-fiche, essere fra i finalisti di un qual-siasi “premiolino”, dire peste e cor-na di Napoli e dei Napoletani. Intanti lo hanno già fatto, anche stan-dosene lontano dalla città che li hagenerati, spesso consegnando loroquei patimenti necessari a creareuno scrittore sanguigno. Dalle sof-ferenze e non dalla cronaca spic-ciola o da una vita di delizie sononati i migliori narratori del Sud. Og-gi ne nascono assai meno.

Napoli e quellasporca bellezza

Caro Direttore, la nomina di un medico, iscritto all’Albodei Consulenti Tecnici presso il Tribunaledi Napoli è effettuata tramite una precisaconvocazione nominale e fiduciaria invia-ta direttamente dal Giudice alcuni mesiprima della data di udienza. Da quel momento, il medico-consulente èufficialmente considerato un Ausiliario delMagistrato. Infatti, il CTU oltre alla com-petenza necessaria per compiere il suodelicato ruolo, necessita anche di spec-chiata condotta morale, non essendosufficiente finanche la mancanza di prece-denti giudiziari. Fatta questa necessariapremessa, ciò che accade nel momento incui il consulente tecnico si reca in Tribu-nale, ha sicuramente aspetti inquietanti.L’accesso nel Tribunale può avvenireattraversando due entrate: la principale,designata con il nome “Cenni”, oppurequella più interna al Centro direzionale,che prende il nome, anch’essa, da un notoGiurista: “Porzio”. Quando si cerca dientrare nel primo ingresso, si è costretti adincolonnarsi in una affollata fila compostadal pubblico di ogni giorno, per poi essereperquisiti da solerti guardie penitenziarieche, con efficienza pari alla polizia aereo-portuale indagano sul contenuto di borsee vestiario con metal-detector. Ma accantoa questa, vi è la fila per il personale delTribunale (Cancellieri, Impiegati, Persona-le delle Pulizie e dei Bar, etc) ove transita-no anche gli Avvocati, mostrando il tesse-rino del loro Ordine Professionale al per-sonale di controllo.Insomma, senza essere perquisiti.Altro discorso è per quanto riguarda ilsecondo varco, denominato “Porzio”:basta mostrare in questo caso un docu-mento d’identità, ma non vi è la perquisi-zione metodica. Quindi, facile sarebbeattuare “l’attentato” dopo aver mostratoun qualunque documento.Sicuramente è giustificabile attuare lamisure di sicurezza per garantire la sorve-glianza in un luogo così a rischio qualequello di un Tribunale, ma quale è il fon-damento di una accurata perquisizione adun medico, Ausiliario del Magistrato che,non solo mostra (come l’avvocato) il pro-prio tesserino d’iscrizione all’albo, maanche la precisa convocazione di nominadel Giudice in quel giorno? È, un medicoconvocato dal Magistrato, un potenzialeattentatore alla sicurezza del Tribunale piùdi un avvocato?L’incongruenza è evidente, la perdita ditempo notevole, inutile l’impegno dellaPolizia Penitenziaria e, aggiungo, offensivala incomprensibile discriminazione traprofessionisti che operano nell’interessedell’Autorità Giudiziaria. Certo di interpre-tare il disagio dei numerosi colleghi chelavorano in questo delicato settore, miauspico un intervento, da parte di chi èpreposto, al fine di garantire l’accessoparitario dei medici in Tribunale comeavviene per le altre figure professionali.

MARIANO MARMO

Direttore Responsabile Linea di Attività in Terapia Iperbarica AORN «A.Cardarelli»

LA PERQUISIZIONEDEI MEDICIIN TRIBUNALE

Umberto Franzese

SOLLECITAZIONI

IL SUDISTA

“Il problema dell’econo-mia è massimizzare il pia-cere”. Lo sosteneva, nellaprima metà dell’800, Wil-liam Stanley Jovens, in-ventore dell’economianeoclassica e della cosid-detta rivoluzione margi-nalista. Assunto, sarebbeanche inutile sottolinear-lo, della cui giustezza so-no personalmente con-vinto. Di conseguenza,volendo rendermi utilealla causa della loro felici-tà e dal momento che mene hanno offerto l’oppor-tunità, vorrei fare unaproposta per provare a“massimizzare il piacere”di alcuni economisti d’al-to conto (in banca, natu-ralmente), la cui ultra-ventennale presenza sulproscenio dell’economiaitaliana, non ha prodottoperò per il Belpaese, trop-pi risultati concreti ed ef-fettivi. Anzi! Tranne chefare del male al Mezzo-giorno, infatti, non sonoriusciti a dare alcun realecontributo allo sviluppodel Paese. Del resto, con-siderate le ultime uscitedi lorsignori, Tito Boeri(Università Bocconi), An-drea Ichino (EuropeanUniversity Institute), En-rico Moretti (Berkeley),Giuseppe Galasso (stori-co, docente universitario,giornalista ed ex parla-mentare), Biagio De Gio-vanni (filosofo ed ex par-lamentare), non c’è mol-to da meravigliarsi. In-dubbiamente avrei potu-to elencarne molti altri,ma ho preferito fermarmia loro, dal momento chesono stati questi che, re-centemente, si sono resiprotagonisti di quelle per-fomance antisud che mihanno spinto a scriverequesta nota. Ma, allora,qual è la mia proposta?Ai primi tre, che qualchesettimana addietro han-no sottoscritto un studiodella Bocconi - “Casa eMercato del lavoro” - se-condo il quale, grazie alcosto della vita decisa-mente più basso, la pagareale è più alta a Ragusache a Milano (addiritturadel 38 per cento per i ban-cari e del 48 per gli inse-gnanti), proporrei di tra-sferirsi nel profondo Sud.

Magari al Capo Passero,dove probabilmente il co-sto della vita potrebbe es-sere ancora più basso e,di conseguenza, la “resa”del loro stipendio potreb-be crescere, senza colpoferire, di almeno – a lorodire - il 48 per cento. Sic-ché potrebbero condurreuna vita da nababbi. Cer-to, magari dovranno ac-conciarsi a sopportare idisagi prodotti dall’asso-luta mancanza di servizi edalla scarsa funzionalitàdi quelli che, quando fun-zionano, sono i peggioridell’universo (e comun-que non certo all’altezzadel loro costo); l’appe-santimento della pressio-ne fiscale nazionale ge-nerata dalle addizionaliregionali e dalle tasse lo-cali più alte d’Europa; ilpagamento di premi as-sicurativi superiori –quando va tutto bene – ditre volte, rispetto al Nord;i notevoli ritardi derivan-ti dall’eccesso della buro-crazia locale. E, senza di-re, inoltre, che nel Sudbancari e docenti sonouna minoranza, magarifortunata – come asseri-scono loro - ma pur sem-pre una minoranza. Lamaggioranza, purtroppo,sono lavoratori costretti avivere con salari e stipen-di da fame e sovente pre-cari. Quelli, naturalmen-te, che una parvenza di la-voro ce l’hanno. Per nonparlare del 25 percentodei disoccupati, quasi il50 a livello giovanile. An-che il (non) stipendio diquesti vale di più? Ai se-condi invece che, insiemeai loro colleghi “meridio-nalisti illuminati”, predi-ligono il Sud mendicanteche chiede l’elemosinacon il cappello in mano elascia siano gli altri a go-dersi anche quello che sa-rebbe dovuto al sud e, alcontempo, aborriscono ilMezzogiorno che chiedeil rispetto dei propri dirit-ti, consiglierei di trasferir-si al Nord. Così che pos-sano respirare un’aria mi-gliore e non essere co-stretti, un giorno si e l’al-tro pure, a confrontarsicon quel meridione cheintende fare da solo e, perriuscirci, pretende di ave-re le stesse opportunitàche vengono offerte alNord a suo danno. Sta-rebbero e staremmo cer-tamente meglio. Tutti.

NORD E SUD IL VERO COSTODELLA VITA

Mimmo Della Corte

CHIAIA MAGAZINE •LUGLIO/AGOSTO 2014 (11)

la vignetta di Malatesta

G. MAROTTAQuel maredel Pallonetto«Siamo scesi, èdomenica, tutti al mare.Lo abbiamo sotto ipiedi, noi delPallonetto, come suaEccellenza ha iltappeto. È di casa:cent’anni fa ci lambiva,poi lo scostarono agomitate per costruirela via litoranea; quandose ne ricorda ulula es’avventa, o, come oggi,impercettibilmentesospira. Dico il mare diCastel dell’Ovo alMolosiglio, la roggia dei«luciani». Dio sa comeabbiamo potutoconvincere donnaGiulia Capezzuto aseguirci e a imbarcarsinel «gozzo» dei Galeota:eccola, muta, pallidacome un’emigranteazzannata alla nucadalla paura e dalrimorso... che faiPallonetto senza di me?

Armanduccio Galeota èai remi. Voga pianopiano, scusatemisignore acque,scusatemi, vi debbo perun attimo separare. I«gozzi» sono piccole masolide barche; se per unerrore degli avari Santi,quintali e quintali dipesce gonfiano la rete, i«gozzi» si rivelanospaziosi cometransatlantici. Dunqueci siamo da re, in sei,per tacere del fiasco dipuro Avellino e dei«taralli» nel fazzolettoneannodato (...). Il«gozzo» scivola sotto ilponticello di ferro, cheè basso e tetro comeuna lunetta dighigliottina, e sbuca nelmare spalancato di viaPartenope. Daibalconcini dell’HotelRoyal qualchesignorone che nonguarda Posillipo, guardail fantasma di Capriall’orizzonte. Anchequesto magnifico golfo,

davanti ai ricchi, stacome una ciotola dimendicante: favoritel’obolo di un’occhiata?Sì? Sì? Sì? Ci dirigiamo asinistra, lambendoCastel dell’Ovo: qua e làcrani di nuotatorigalleggiano: glischiocchi di una velache muta posizionehanno un che dicarnale, di voluttuoso». (Giuseppe Marotta, Glialunni del tempo, 1960)

***

«Spesso a Milano, suc-cede che il mare di Na-poli mi stia davanti, sultavolo, mentre rifletto escrivo, o che addiritturaio me lo accosti al voltocome una tazzina. Per me che ne sonoprivo da tanto tempo è diventato freschezzae luce nel cavo dellamano, un cuore d’acqua».(G. Marotta, SanGennaro non dice maidi no, 1948)

Colmo di fulmine

Mia moglie mi è fedele:

corna facendo.

Paolo fu fulminatosulla via di Damasco.

Era una stradastatale.

Ulisse poteva farebenissimo l’Odissea

rimanendo a casa

con la moglie.

La tristezza è la mozione

di fiducia sulla vita.

Scrivere è parlare senza

ascoltatori.

di RENATO ROCCO

Diario stupendo

QUARTIERISSIME

VIA CARACCIOLO, L EVENTO DELL UNITALSI NEL SEGNO DELL INCLUSIONE

«A caccia di sorrisi» sullungomare di Napoli, pertrovare il tesoro più preziosoche c’è. Perché un giornosenza sorriso è un giornoperso. L’Urban game senzabarriere, organizzatodall’U.N.I.T.A.L.S.I. di Napoliper il prossimo 20 settembre,aspira ad essere, nelle inten-zioni degli ideatori, un “even-to per l’inclusione” e dellarimozione, per contrappunto,di quelle forme di “esclusionesociale” che le persone condisabilità affrontano nel corsodella vita quotidiana. Unevento che l’AssociazioneEcclesiale ha inteso, natural-mente, aprire a tutti, senzadifferenze e distinzioni dialcun tipo: potranno iscriver-si alla caccia al tesoro, contat-tando la sottosezione del-l’U.N.I.T.A.L.S.I. di Napoli, invia Costantinopoli 122, uomi-ni e donne da 0 a 99 anni, chedovranno costituire unasquadra composta da unminimo di 5 ed un massimodi 10 elementi. La quotad’iscrizione, da consegnareentro il 10 settembre a titolodi contributo per le spese, è di30 euro per ciascuna squadra,che potrà essere compostaanche da minorenni (purchépreventivamente autorizzati,

in forma scritta, dai proprigenitori).L’appuntamento è fissato perle ore 10:00 del 20 settembre,quando tutti i partecipanti siriverseranno pacificamentesu via Caracciolo (all’altezzadella rotonda Diaz) per dare ilvia alla manifestazione.Esclusivamente i capitanisaranno convocati conmezz’ora d’anticipo.La gara vera e propria siarticolerà in due blocchi diprove, ciascuna delle quali siarticolerà in differenti tipolo-gie: registrazioni di video ofoto; simulazioni cinemato-

grafiche ed, infine, il vero eproprio reperimento di og-getti. Ciascuna squadra, perquesto, dovrà dotarsi dellaadeguata strumentazioneelettronica: la caccia al tesoroai tempi della tecnologia sigioca con smartphone, tablete videocamere.La consegna della primabusta avverrà alle ore 11:00mentre la seconda sarà affi-data ai capitani di ciascunasquadra alle ore 15. Tutte leprove dovranno essere svolteentro e non oltre le ore 17 perconsentire la conclusionedella manifestazione entro le

ore 18.30. L’U.N.I.T.A.L.S.I.(Unione Nazionale ItalianaTrasporto Ammalati a Lour-des e Santuari Internaziona-li), che dal 1903 opera alfianco dei malati, delle perso-ne diversamente abili e delleloro famiglie, offrendo siaaiuto materiale che supportomorale, ha voluto ottempera-re alla propria missione dicontribuire a costruire unasocietà in cui ci sia spazio perl’incontro con l’altro attraver-so un gioco, che coinvolgerànon soltanto i partecipanti,ma anche tutti coloro chesaranno contagiati dalla

voglia di divertirsi, senzabarriere, di chi sarà “a cacciadi sorrisi”. Non a caso è statoscelto come “campo di gara”il lungomare che, per la suamorfologia, non presentaparticolari ostacoli architetto-nici e può essere facilmentedestinato, per i suoi ampispazi liberi, ad iniziativeaperte a tutti.Il tesoro più prezioso, a di-sposizione di tutti, sarà co-munque il coinvolgimento inun’attività di gruppo chepunti a far sentire ogni parte-cipante la parte di un “insie-me” in cui la crescita di cia-scuno sia possibile solo neldialogo tra le differenze.Perché le barriere da abbatte-re non sono esclusivamentedi natura architettonica ma,soprattutto, di valore cultura-le e civile. Sensibilizzare ilnostro prossimo a questiconcetti, deve essere l’obietti-vo non soltanto di una Asso-ciazione, ma di ciascuno dinoi. Un plauso agli organizza-tori andrebbe rivolto perl’idea di provare a farlo, sem-plicemente, giocando.Tutte le informazioni, il rego-lamento, ed il modulo d’iscri-zione sono reperibili sul sitowww.acacciadisorrisi.it.

ARMANDO YARI SIPORSO

«A caccia di sorrisi» e niente più barriere

(12) CHIAIA MAGAZINE • LUGLIO/AGOSTO 2014

QUARTIERISSIME

Il mercatino dei pulcinitornerà a Chiaia. L’originaleiniziativa ideata dal presidentedell’Associazione “La compa-gnia degli Aquiloni” - AngeloD’Andrea - dedicata ai piùpiccoli abitanti della città,tornerà a diffondere gioia edallegria per le strade del quar-tiere sul finire dell’estate. Dopoil successo della prima edizio-ne, dello scorso 17 maggio, c’ègià un accordo con la I Munici-palità per replicare l’evento inSettembre ed un progetto perrendere la festa del baratto suigradoni di Chiaia un appunta-mento fisso. Lo scambio deigiocattoli tra i bambini, conl’esplicito divieto ai più grandidi intervenire nelle trattative el’implicito invito al concetto diriutilizzo degli oggetti, è solo unsimpatico pretesto per favorirela socializzazione tra i giovanis-

simi della zona e contribuire,contestualmente, al risanamen-to dei vicoli che intersecano lestrade principali della città.«Queste iniziative sono l'unicomodo per conquistare terreno,per invogliare turisti e concitta-dini ad entrare nelle viscere diquesta citta, quella vera». CosìAngelo D’Andrea ha motivatol’entusiasmo che ha profusonell’ideazione e nell’organizza-zione del progetto.Come ha accolto la cittadinan-za la prima edizione del Merca-tino dei pulcini?I giovanissimi che hanno espo-sto, nonostante il maltempo,sono stati 40 e chi è passato pervia Chiaia nel corso della matti-nata non ha fatto mancare unavisita alle bancarelle.Quali sono state le reazioni deibambini e dei loro genitori?Non potevano essere che rea-zioni di felicità. Non capita tuttii giorni a 40 bambini di poter

partecipare attivamente ad unprogetto di riqualificazione diun pezzo della propria città e,soprattutto, condividere delleore insieme alle proprie fami-glie conoscendo nuovi amici ebarattando, insieme ai propriricordi, un po’ del propriotempo libero. Più di qualcunomi ha espresso il suo compiaci-mento per la bellissima matti-nata trascorsa insieme, perl'aria che si è respirata ed unpapà, in particolare, mi haringraziato per essere riuscito afar trascorrere 5 ore di fila,insieme, a tutti e 4 i componen-ti della propria famiglia: questesono vere soddisfazioni.Come hanno aderito le Istitu-zioni e i commercianti dellazona alla vostra proposta?Abbiamo trovato tanta disponi-bilità da parte della I Municipa-lita, in particolare dal consiglie-re Diego D'Alessio che ha valu-tato la proposta e l’ha ritenutavalida. Naturalmente bisognaassumersi le proprie responsa-bilità e provvedere all’autofi-nanziamento. I commerciantihanno contribuito con grandeentusiasmo, insieme ai genitori,e tutti sono già proiettati conentusiasmo alla prossima edi-zione del nostro incontro mat-tutino sui gradoni di Chiaia.Quali sono le prossime inizia-tive che la sua Associazioneintende portare avanti? Si potrebbe pensare di estende-re questa idea ad altre zonedella città. Perchè a Napoli e daNapoli bisogna pretenderetanto. Ma soprattutto da noistessi, senza aspettarsi semprequalcosa dagli altri.

Alberi e piante nelcentro cittadinodovrebbero essere unvalore aggiunto peruna metropoli chepunta ad un buongrado di vivibilità.Purtroppo, invece, aNapoli, il verdepubblico rappresentatroppo spesso unproblema darisolvere, sia per il decoro urbano che per lasicurezza dei cittadini. «Sfortunatamente -esordisce Alberto Boccalatte – responsabile dellamanutenzione della I Municipalità –, nonostante ilServizio Parchi e Giardini esprima notevoliprofessionalità, gli alberi di alto fusto nella nostracittà da “risorsa“ stanno diventando un gravissimoproblema per la pubblica e privata incolumità.Naturalmente, prosegue l’esponente di Chiaia –Posillipo – San Ferdinando, io non mi sognominimamente di speculare su tragedie immanima, a distanza di tanti mesi dal verificarsi di gravifatti di cronaca, verificare che dal Comune non sisia “battuto nessun colpo“ è grave epreoccupante». La voce di Boccalatte fa da eco alleistanze della popolazione che sempre più èallarmata dallo stato del verde pubblico. «Infatti -incalza Boccalatte - a tutt’oggi nulla di quantosollecitato dagli esperti è stato fatto né dal Sindaconé dal suo vice Sodano, tant’è che gli albericontinuano a cadere inesorabilmente el’Amministrazione Comunale, in modo scellerato,si limita a circoscrivere con un po’ di plastica learee adiacenti agli alberi ritenuti a rischio, come sequesto potesse minimamente bastare,dimostrando - accusa ancora il rappresentantedella I Municipalità - o incompetenza oincoscienza, perché tali “delimitazioni” sonospesso distrutte da piccole raffiche di vento e, inogni caso, non possono garantire l’incolumità dellepersone o delle cose in caso di crollo, in quanto,stante l’altezza e la folta chioma degli alberi, lacaduta avverrebbe, in buona parte, ben oltre l’areacosì “banalmente” delimitata». Per questoBoccalatte ha chiesto di adeguare, con la massimaurgenza, le delimitazioni o, comunque, mettere insicurezza, in modo idoneo, gli alberi cittadini e, ovesfortunatamente ciò non fosse possibile, tagliarli,per garantire la sicurezza dei cittadini. (i.s.)

Mercatino dei pulcini, l’arte del riusoGRADONI DI CHIAIA, IL PROGETTO DELLA COMPAGNIA DEGLI AQUILONI

Armando Yari Siporso

Nasce il Consorzio Chiaja.Più di sessanta aziende di abbi-gliamento, gioielleria, ristora-zione, alimentari, parrucchieried oggettistica, operanti nelquartiere chic della città, hannodeciso di fare rete, nella convin-zione che unirsi è la strada permigliorare. Tra gli obiettivi delneo Consorzio, quello di diven-tare Centro Commerciale Natu-rale, in modo da poter accederea finanziamenti pubblici comu-nali e regionali. Per i primi 18 mesi è stato costi-tuito un consiglio direttivo,composto da 13 consiglieri, unpresidente (Carla Della Corte,nella foto), un vicepresidente(Paola Aisler) ed un tesoriere(Marisa Maglietta), che rappre-sentano il quartiere in tutte lesue arterie. Mission del Consor-

zio è quella di migliorare ilquartiere rendendolo un’oasipulita, sicura e di qualità tramiteiniziative commerciali e cultu-rali. Tanti i progetti in campo. Apartire dal miglioramentodell’arredo urbano, dalla costru-

zione di parcheggi innovativi eservizi di videosorveglianza. Perproseguire con l’organizzazionedi sfilate, eventi musicali, cultu-rali e gastronomici mensili, larealizzazione del Portale Chiaia,e con un occhio di riguardo alleluminarie per far “brillare” ilquartiere a Natale, S. Valentino ePasqua, con temi specifici perogni strada. Il Consorzio offreanche servizi di assistenza alloshopping, nonché accordi contour operator, banche ed assicu-razioni per i consorziati e con-venzioni con alberghi. In più,tra le iniziative, il lancio di unaChiaia Card con punti e premiper chi spende nel quartiere. IlConsorzio non ha scopo dilucro e tutti i consiglieri lavora-no gratuitamente. La quotaassociativa è di 50 euro all'anno.

Al via il neo Consorzio Chiaja

Caduta alberi, l’allarmedi Alberto Boccalatte

È nata Aurora GiusepponeFiocco rosa nel teamdi Chiaia Magazine: ènata, infatti, AuroraGiuseppone (nellafoto), primogenita delnostro formidabileAntonio Giuseppone,responsabile delladistribuzione delgiornale. A lui, allabella mamma AdrianaDi Liddo e ai familiari,gli auguri più sinceri ditutta la redazione.

CHIAIA MAGAZINE • LUGLIO/AGOSTO 2014 (13)

(14) CHIAIA MAGAZINE • LUGLIO/AGOSTO 2014

STORIE&IMPRESE

ALESSANDRO PERVITO E IL GLAMOUR CHE VINCE

Il glamour, la moda, lasensualità di Fruscìo sbarca-no a Chiaia. Nel cuore delsalotto buono partenopeo,in via Vittoria Colonna n. 6(tel. 081.0380947), Alessan-dro Pervito, giovane im-prenditore napoletano,trapianta il gusto e la classedi un marchio che nel tem-po è diventato sinonimo diraffinatezza, ma soprattuttodi qualità. Il progetto franchising Fru-scìo nasce, infatti, dallapluriennale esperienza diun’azienda produttrice dibiancheria intima e costumida bagno, fondata nel 1969dalla famiglia Botturi, che inquasi 50 anni si è evoluta,ampliando la propria gam-ma di prodotti e creandonumerosi punti vendita intutta Italia.E così anche a Chiaia apre ibattenti un negozio frizzan-te, in cui ogni donna può“scovare” il look ideale,scegliendo tra capi adatti aqualsiasi fisicità e occasione.Eleganza, fashion e raffine-tazza impreziosiscono colle-zioni che si rivolgono ad untarget medio-alto di cliente-la femminile: donne consa-pevoli del proprio fascino eintenzionate a valorizzarne i

punti di forza. Già titolare diuno store Fruscìo a corsoGaribaldi n. 266, AlessandroPervito si fa ancora unavolta portavoce di un pro-dotto di moda e di tendenza,destinato a tutte coloro che,attente alla cura della pro-pria immagine, hanno vogliadi differenziarsi. Gusto estetico e ricchezza diparticolari sono infatti ipunti di forza di ogni capofirmato Fruscìo, insieme ad

un prezzo altamente com-petitivo sul mercato.Per la nuova stagioneprimavera/estate 2014, ilmarchio propone uno stile ametà tra “party girl” e “fem-me fatale”, puntando sucolori frizzanti, fantasieromantiche, maculati ag-gressivi e applicazioni instrass. Abiti sexy, top mali-ziosi, scollature vertiginose etrasparenze stuzzicanti perle più audaci, ma anche

outfit “intonati” ad ognicontesto: dalla riunione inufficio a una cena romanticadallo shopping con le ami-che a un’occasione speciale.Insomma, ce n'è per tutti igusti. Non solo in città: la modaFruscìo impazza anche inspiaggia. La nuova collezio-ne di costumi da bagnopropone infatti modelliraffinati e ricercati. Bikinidai colori sgargianti, stam-

pe, fantasie e pailettes, perun beach-wear rivolto a chiama essere trendy e giocarecol proprio charme ancheper un tuffo al mare o inspiaggia a prendere il sole. A pubblicizzare la nuovacollezione, poi, una testimo-nial frizzante quanto i capi:la showgirl Raffaella Fico,che dà volto e corpo allacampagna pubblicitariasummer 2014.Il successo del marchio aNapoli e in Campania è giàconsolidato. E infatti dallasua apertura a Chiaia, il 10aprile scorso, in appena tremesi, Fruscìo ha conquista-to le donne della “Napolibene”, coinvolgendole consconti e occasioni da coglie-re al volo. Dal 19 al 21 giu-gno e dal 16 al 19 luglio, adesempio, lo store ha lanciatoil “Bikini Party”, una promo-zione per inaugurare lastagione estiva, con scontodel 30% su tutti i capi beach-wear, unito ad un aperitivoofferto alle clienti. Un modo per coccolarle emostrare l’attenzione allacura del cliente che contrad-distingue il punto vendita.Al via, poi, da inizio luglio, isaldi su tutti i capi d’abbi-gliamento dell’azienda.

Fruscìo, stile raffinato per donne sexy

CHIAIA MAGAZINE • LUGLIO/AGOSTO 2014 (15)

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S A P E R V I V E R E L A C I T TÀil mensile di Chiaia-San Ferdinando-Posillipo

Anno III - n.7/8 luglio-agosto 2008Distribuzione gratuita

Edizioni Iuppiter Group

il divo

CLAUDIOCLAUDIO VELARDI

assessore regionale al Turismo

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S A P E R V I V E R E L A C I T TÀil mensile di Chiaia-San Ferdinando-Posillipo

Anno III - n.9 settembre 2008Distribuzione gratuita IUPPITER EDIZIONI

Cronache dalla città trappola

FuturoBUCATO• Emergenza manutenzione: saltano tutti i controlli.

Dopo il fallimento del Global Service, decollail superassessorato antibuche. Manovra di facciata?

• Sprecopoli a Palazzo San Giacomo: nonostante ilsindaco sventoli conti in rosso, tra luglio e agosto distribuiti 490 mila euro di microfinanziamenti.

• Sicurezza: tornano a Chiaia le invasioni barbariche.Dal turista pestato a via Carducci alle notti bravedei branchi in piazza San Pasquale. Stato d’assedio.

• Riqualificazione: aprono i cantieri in vico Vasto a Chiaia e in via Vetriera. Via Tasso: a novembrefine dei lavori. Piazzetta Cariati pronta a dicembre.

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Anno III - n.10 ottobre 2008Distribuzione gratuita IUPPITER EDIZIONI

Una «casta» apparentemente inossidabile, una classe dirigente che non molla le poltrone:da qualche anno, però, contro la malapoliticaè sceso in campo l’associazionismo civico.Il 10 novembre 2007, la società civile marciò nelcuore di Napoli in nome della legalità. Furono

Scesero in strada per riprendersi la città.Quel giorno è diventato un libro: «I 3000 diChiaia», storia di una clamorosa protesta chestupì l’Italia. Per i protagonisti di allora il lavoronon è ancora finito: tutti in piazza a novembre.Poi avanti tutta con il progetto della lista civica.

i 3000 di Chiaia

4IL CASOI gazebo della discordiaEcco cosa dice la legge

5LA STORIAViale Gramsci, vinceil killer delle palme

6PARADOSSIMunicipalità: arrivanoi giardinieri «fantasma»

9LA DENUNCIAGalleria Umberto,i barboni sui ponteggi

14CULTURAComunità luteranatra musica e letteratura

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Anno III - n.11 novembre 2008Distribuzione gratuita IUPPITER EDIZIONI

ciao, Francociao, Franco

5L’INCHIESTAArte perduta, odisseanello strazio

7IL CASOWarner Village, salviamoil multisala

11LA DENUNCIAScuola De Amicis,la palestradei misteri

16L’APPELLOVilla Pignatelli: riaprite il Museodelle carrozze

«La giungla del viverequotidiano inaridisce edà sempre meno valorea ciò che per me èstato ed è tuttora fontedi benessere: la poesia,la musica, l’arte».

Franco Nico

3PRIMO PIANOSocietà civile, un libroper l’alleanza

pagina 13

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basta palle

Tempesta giudiziariasui palazzi del potere:

cronaca di un’apocalisseannunciata. Stagione finita per un Sistema trasversale ai partiti,

naufragato sullaquestione morale. Dalla città, stanca

di beffe e promesse,parte lo sfratto

alla «casta».

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Anno III - n.12 dicembre 2008Distribuzione gratuita IUPPITER EDIZIONI

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Anno IV - n.1 gennaio 2009Distribuzione gratuita IUPPITER EDIZIONI

GENNAIO 2009: LA NUOVA GIUNTA IERVOLINO

Anno I - N.1 febbraio 2006 Distribuzione gratuita

CHIAIAIL GIORNALE DELLE NUOVE BOTTEGHE DEI MILLE

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Banca Monte dei Paschi di Siena Spa Banca Monte dei Paschi di Siena Spa

IL MENSILEPER CHIAMA CHIAIA

Dopo il numero natalizio che,nonostante la veste sperimenta-

le, ha riscosso apprezzamento daparte dei cittadini di Chiaia, dellastampa, di chi lavora e produce, e,infine, delle istituzioni e delleassociazioni, «Chiaia Magazine» - dicui sono direttore editoriale - prendeora decisamente il largo. E lo fa,fedele alle dichiarazioni di intentiiniziali, utilizzando come baricentrodelle proprie cronache il territoriodi Chiaia. Puntiamo, quindi, sull’at-tualità e i problemi del quartiere,coniugando tuttavia il taglioimpegnato all’interesse per gliaspetti del saper vivere, dell'enoga-stronomia, per i fermenti culturali eimprenditoriali, per il by night e lamoda, per le risorse giovanili e perle potenzialità del quartiere. Una tribuna eterogenea, dunque,che funzionerà con le voci e i contri-buti di tutti. Mi piace ribadire lo slogan dellanostra iniziativa editoriale: «Questogiornale lo scriveremo assieme». Daqui nasce la scelta degli argomentidi questo numero e dei prossimi. Inquesta occasione, raccogliendosegnalazioni e impressioni sulcampo, abbiamo privilegiato treproblematiche di stretta attualità:emergenza parcheggi, riqualificazio-ne urbana e il controverso capitolodella movida. Il primo punto sta molto a cuore aicommercianti, ai residenti e aquanti per lavoro, shopping odivertimento, frequentano il cuoredi Napoli. E il nodo cruciale nonpoteva essere che l'agognato par-cheggio Morelli. Sulla secondaquestione abbiamo, poi, intervistatol'assessore al Turismo e DecoroUrbano Luca Esposito. Come avretemodo di leggere, ci saranno delleimportanti novità. Terzo tema:dossier Movida. La nostra posizioneè chiara: rispetto delle regole maniente bavaglio alla notte. Come avrete capito, la nostra sceltadi campo è netta: scommettiamosulle forze e sulle risorse di Chiaia. E’ qui il fermento.

*presidente Nuove Botteghe dei Mille

Parte con un’inchiesta il primo nume-ro del 2006 di Chiaia Magazine, rac-cogliendo le preoccupazioni del quar-tiere sull’emergenza parcheggi. Per tut-ti, in cima alla lista delle priorità ci so-no le aspettative sul futuro del Par-cheggio Morelli. Tutti lo vogliono, mapochi sanno qual è lo stato dei fatti. Laricostruzione della vicenda e le affer-mazioni dei protagonisti (il Comune ela Napoletana Parcheggi del GruppoMaione, concessionaria dell’opera di

ristrutturazione integrale) sollevanoperplessità e apprensioni sulla data diconclusione dei lavori e sul numero deiposti auto che saranno a disposizionedel pubblico. Emerge, ad esempio, dal-le dichiarazioni raccolte, una disponi-bilità davvero esigua degli spazi sotto-posti a tariffa oraria. Amministrazio-ne e costruttori riferiscono, poi, sca-denze differenti sul compimento fina-le dell’opera. Chiaia, però, esige rispo-ste chiare e concrete. (pagine 3 e 4)

Eventi&CuriositàSaper vivere il quartiere

Dalla mostra di Waschimps al «Pulci-nella» di Giovanni Mauriello.

Parcheggio Morelli, ultime novità sui lavori.Scadenza e numero posti: i conti non tornano

Focus sul by night «Non toccate la Movida»

Sequestri e dissequestri: stop e ripar-tenza per il popolo della notte.

6Speciale San Valentino

«Innamorarsi a Chiaia»

Nel cuore della città come a New York.Arrivano le architetture di luce.

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delle illusioni

NINO DE NICOLA*

IL GARAGE

l’inter istav

Luca Esposito

Così cambieràil quartiere

L’INTERVISTA

IL GARAGE

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Direzione e Centro operativo: 80142 NAPOLI - Via Carlo di Tocco, 82/84Tel. 081 734 04 24 - 081 734 98 22 - Pronto intwervento 081 734 02 88 - Fax 081 734 98 18

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Anno I - N.2 marzo 2006 Distribuzione gratuita

CHIAIAIL GIORNALE DELLE NUOVE BOTTEGHE DEI MILLE

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IL «NUOVO»CHE NON SADECOLLARE

L’avevamo promesso: stiamomantenendo la parola. Il primo

impegno era capire cosa stessesuccedendo al Parcheggio Morelli. Inquesto numero, dunque, insistiamoin questa direzione. Quanto eraemerso nel numero precedente,infatti, autorizzava preoccupazionisulla data d’apertura e sul numerodi posti a disposizione del pubblico.Quanto si è appreso nel prosieguodella nostra inchiesta è persinosconcertante. Due certezze: i postisaranno pochi e i tempi sarannolunghi. Diminuire il danno spettaall’amministrazione, ritoccando conla Napoletana Parcheggi alcuniaspetti del progetto. Le due partisono chiamate ad uno sforzo divolontà per migliorare la disponibili-tà di posti pubblici e accorciare itempi d’esecuzione: questa almeno èla ferma speranza delle NuoveBotteghe dei Mille e della gente diChiaia. Margine per trattare ce n’è:spetta a Palazzo san Giacomosensibilizzare il costruttore sugliinteressi della collettività. Stretta-mente legata al problema dellasosta è la Zona a Traffico Limitato.Continuiamo a crederci, ma la suaattuazione pratica ci delude. Cistiamo accorgendo che non funzionacome dovrebbe per tre motivi: ilprimo è appunto la drammaticacarenza di parcheggi; il secondo èl'assenza di controllo sul territorio; ilterzo è la desertificazione provocatadall’ostilità verso la movida. Risulta-to: un’impennata di attività crimi-nale. Con un’aggravante: un sistemadi viabilità diverso che, durante lasettimana, riduce il flusso dei veicolie svuota ulteriormente le strade.Dopo quattro mesi di rodaggio,quindi, la «novità» va rivista ecorretta. Da parte nostra continuere-mo a denunciare le disfunzioni e afavorire il contatto tra territorio eamministratori. Infine un’anticipa-zione. Sul fronte dell’emergenzarifiuti a Chiaia, si sta profilando untavolo di concertazione per stilareun «Progetto Pilota» tra le NuoveBotteghe dei Mille e l’assessoratocompetente: vi terremo informati.

*presidente Nuove Botteghe dei Mille

Prosegue la nostra inchiesta sul Par-cheggio Morelli (nella foto), da noi de-

finito nello scorso numero Il garage del-le illusioni. Per due buoni motivi: pochii posti pubblici previsti e nessuna cer-tezza sul termine dei lavori. In più unainquietante divergenza di dati e date tral’assessorato ai Parcheggi e l’impresa ese-cutrice dell’opera. La novità è che oral’assessore competente Ferdinando DiMezza fornisce notizie più certe ma piùscoraggianti: i parcheggi a rotazione sa-ranno 135, i box che l’impresa venderàcirca 300. Non era questo che si aspetta-va il quartiere né si aspettava l’altra brut-ta notizia: sulla data di riapertura, at-tualmente, non c’è nessuna certezza. El’assessore conferma: «La concessionariaè in netto ritardo». Conseguenze: unquartiere sul piede di guerra. E quello che è diventato un caso - se n’èaccorta anche Repubblica che il 5 febbraioha ripreso la nostra inchiesta - rischia didiventare un fronte incandescente an-che altrove: ci riferiamo al delicato di-battito che è in corso sulla realizzazio-nedi parcheggi interrati di interscambionel tratto da Piedigrotta a piazza Vitto-ria. Lì Chiaia si gioca il futuro. Chi li fa-rà e quando? La mischia sul business ègià in atto. (pagine 3 e 4)

Focus videosorveglianza:«Chiaia resta fuori»

La circoscrizione protesta. ZTL:forte confusione «tecnologica». 5

Saper Vivere: «Al Primo Piano il lusso è di casa»

A Palazzo Calabritto il nuovoshow room per i «bons vivants». 6

Relax&Movida: «Tutti pazzi per lo Spritz»

Storia dell’aperitivo «rosso». Lericette e i segreti dei barman. 9

Eventi&Curiosità: «Salemme all’Augusteo»

Mostre, musica, teatri: tutti gliappuntamenti da non perdere. 10

NINO DE NICOLA*

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AUTOINGANNO

Ultime notizie sul futuro garage: il quadro peggiora.Un pessimo affare per il Comune. La rivolta di Chiaia

Benedetto GravagnuoloSenza parcheggiil quartiere è al palo

Uberto SiolaLa soluzione? Sosteinterrate sul lungomare

AUTOINGANNO

Parcheggio MORELLI

Anno I - N.3 aprile 2006 Distribuzione gratuita

CHIAIAIL GIORNALE DELLE NUOVE BOTTEGHE DEI MILLE

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ILPAPOCCHIOZona a Traffico Limitato

SERVE UNA SVOLTA

Come avranno forse notato i lettori, Chiaia Magazine adora il colore. Stavolta, però, ha scel-to una prima pagina dove domina il nero. Vi chiederete perché. Noi rispondiamo che non

se ne poteva fare a meno. I motivi? Eccoli. Nero perché siamo arrabbiati neri ( e in questo ri-specchiamo l'umore del quartiere) e lo siamo perché stufi di malamministrazione. Nero perché,con un territorio abbandonato al degrado, il futuro si prospetta davvero oscuro. Nero perchéfrancamente, a questo punto, indecifrabili ci sembrano i progetti dell'Amministrazione Comu-nale per la zona. Non è forse una vicenda oscura quella del parcheggio Morelli? E poi la Ztl: nonè neanche nata e già siamo costretti a intonare il De Profundis. Nero perché Chiaia è ormai de-

sertificata e la notte è sempre più buia. Nero perché le economie dell'intero quartiere soffronopesantemente. Una rotta irreversibile? No! La speranza è che chi si candida ad amministrarela città voglia imprimere da subito una svolta decisiva nel governo del territorio. Le soluzionici sono, ma serve una volontà forte e radicale a risolvere i problemi. Per quanto ci riguarda co-minceremo a dibattere di futuro con una serie di “forum” sulle varie emergenze. Inviteremo icandidati a sindaco perché spieghino le intenzioni e le idee che hanno sullo sviluppo di Chiaia.Non ci limiteremo a sperare che la nottata passi da sola: vigileremo su parole e fatti.

*Presidente delle Nuove Botteghe dei Mille

NINO DE NICOLA*

• Doveva risollevare l’economia e la vivibilità.Sono arrivati desertificazione, notti da paura,e crisi delle attività commerciali.

• Le cause del flop: la farsa del garage Morelli,lo scarso presidio dei varchi, un sistema di videosorveglianza mai realizzato.

• L’intero quartiere invoca parcheggi. Il Comune ignora l’appello. Assessori bocciati:chi tace, chi promette, chi non si fa trovare...

• Per il popolo di Chiaia il danno e la beffa.E intanto incalzano altre emergenze:«spaccate», scippi, strade sporche e dissestate.

Focus: «Una giornatanei parchi del degrado»

Villa Comunale: alberi malati e chalet di-strutti. Molosiglio: tendopoli nei giardini. 5

Saper Vivere: «I divi di ieri?Più “machi” che mici»

Al museo Pignatelli e all’Ambasciatori unarassegna sui miti del cinema italiano. 9

Eventi&Curiosità: «GigiProietti all’Augusteo»

Mostre, concerti e spettacoli teatrali:tutti gli appuntamenti da non perdere. 14

Ormeggio&AssistenzaNautica Noleggio di gommoni e motoscafiTrasferimenti in tutte le isole del Golfo

Nautica Branchizio Mergellina

Telefono 081.667913 Cell. 338.2204628 - 338.2767442

sito: www.branchizio.ite-mail: [email protected]

Anno I - N.4 maggio 2006 Distribuzione gratuita

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SI CAMBIA DAVVERO?

La novità è grossa. In questonumero parliamo del nuovo

istituto della Municipalità, chiavedi volta del decentramento ammi-nistrativo voluto dal Comune.Infatti scompaiono le circoscrizio-ni e nascono appunto 10 Munici-palità, vale a dire 10 microcittàche avranno autonomia finanzia-ria e un proprio bilancio di spesa.Le competenze che il Comunedelegherà, dopo le elezioni, allenuove miniamministrazioniriguardano in sintesi la manuten-zione urbana, la attività socio-assistenziali, le attività scolasti-che/sportive/culturali, infine lagestione dei servizi amministrati-vi(commercio, artigianato, trafficoetc.). Su queste attività (e soprat-tutto sulla manutenzione) laMunicipalità avrà poteri di spesada esercitare con 4 assessori.Sembra una svolta notevole. Ma i dubbi ci sono. Primo: ilRegolamento delle Municipalità,almeno per ora, non chiariscebene la gestione delle risorsefinanziarie che il Comune trasferi-sce alle sedi decentrate: all'internovi spieghiamo perché. Secondo: èstata prevista una figura chegovernerà questo trapasso dalvecchio al nuovo sistema, perevitare il caos? Queste le perplessi-tà, fermo restando che la Munici-palità ha tutte le premesse permigliorarci la vita. A proposito: lavecchia circoscrizione Chiaia-Posillipo-S.Ferdinando si chiameràMunicipalità 1. In questo numero vi parliamoanche del forum da noi organizza-to con successo sul problema-parcheggi. Intanto, nell'imminen-za delle Amministrative, annun-ciamo una serie di incontri coicandidati-sindaci. Vedremo cheintenzioni hanno su Chiaia.

• Addio circoscrizioni: Napoli sarà divisain dieci piccole città. Sulla carta avrannoautonomia finanziaria. Sarà vero?

• Il decentramento non è una novità:Napoli ci arriva adesso. A Milano esistegià dal 1997 e a Roma dal 2001

• Del cambiamento i cittadini sanno pocoo nulla. E soltanto ora, sotto elezioni, il Comune decide di informare la città

Forum: «Parcheggi interrati,tutti li vogliono»

Gli esperti: Comune bocciato e poteri spe-ciali al futuro sindaco per le aree di sosta. 4

Società&Costume: «Arrivail Napoli Film Festival»

La rassegna cinematografica dedica l’an-teprima al film cult «Febbre da cavallo». 10

Eventi&Curiosità: «ManuelaArcuri all’Augusteo»

Mostre, concerti e spettacoli teatrali:tutti gli appuntamenti da non perdere. 14

Ormeggio&AssistenzaNautica Noleggio di gommoni e motoscafiTrasferimenti in tutte le isole del Golfo

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Arrivano le nuove MUNICIPALITÀ

?LA STRANA

RIFORMAS P E C I A L EELEZIONIil 20 maggioesce un numerointeramente dedicato alle amministrativedel 28-29 maggio

CHIAIA

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NINO DE NICOLA

Anno I - N.5 giugno 2006 Distribuzione gratuita

CHIAIAIL GIORNALE DELLE NUOVE BOTTEGHE DEI MILLE

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Direzione e Centro operativo: 80142 NAPOLI - Via Carlo di Tocco, 82/84Tel. 081 734 04 24 - 081 734 98 22 - Pronto intwervento 081 734 02 88 - Fax 081 734 98 18

Internet: http//www.la-vigilante.com - E-mail: [email protected]. IVA 03577570637 - Camera di Commercio n. 155962 - Iscritta al N 381 - R.I. Tribunale di Napoli

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Chiaia Magazine, che in questimesi ha condotto una decisa

battaglia per i posti auto nelquartiere, stavolta si adegua allastagione balneare: ad interessarci èl’emergenza dei posti barca sullungomare. Nella pagine interne,troverete poi la consueta attenzioneper i problemi della manutenzioneurbana: dall’allarme per ParcoMargherita ad un’estate piena dicantieri. C’è poi una finestra sullospettacolo: vi diamo qualcheconsiglio per seguire l’evento delNapoliFilmFestival. Infine un’anti-cipazione: a luglio vi racconteremo,per filo e per segno, i nuovi voltidella Municipalità I. Ovvero quelliche governeranno Chiaia.

TEMPO D’ESTATENINO DE NICOLA

Autorità Portuale, Sovrintendenza ai Beni Paesaggistici, Tri-bunale Amministrativo Regionale: questi i protagonisti di undiabolico gioco delle parti con due uniche vittime. Ormeg-giatori e diportisti. Nella prima categoria c’è chi ha la con-cessione a gestire posti barca e non può lavorare per impedi-menti burocratici, ma c’è anche chi è stato escluso dalla ge-stione del business: per tutti loro malumori e proteste. Dellaseconda categoria fanno parte i proprietari di barche che que-sta estate, come le precedenti, sono destinati a soffrire: i tresiti di Nazario Sauro, Mergellina e Largo Sermoneta, dichia-

rati intoccabili dai vincoli ambientali, sono ormai terra bru-ciata. E loro, i diportisti, respinti dal lungomare, ora possonoscegliere tra il vendersi la barca, andare altrove o piegarsi aprezzi da capogiro. Il contraccolpo peggiore, però, è quello oc-cupazionale: per gli uomini dei consorzi e per le loro famigliesono giorni drammatici. Una soluzione sul piatto d’argento l’a-vevano offerta gli ormeggiatori luciani: boe galleggianti a im-patto ambientale praticamente nullo e con le giuste distanze.Ma è arrivato il no dell’Autorità Portuale. Ora tutto è riman-dato. Bye Bye estate. (a pagina 3)

• Lungomare: no ai posti barca.Sos di ormeggiatori e diportisti

• Burocrazia scatenata: vetie rinvii sulle concessioni

IL MIRAGGIOdegli ORMEGGI

IL MIRAGGIOdegli ORMEGGI

ALL’INTERNO focus CANTIERIACHIAIA - mania BURRACO - evento NAPOLIFILMFESTIVAL

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Anno IV - n.9 settembre 2009Distribuzione gratuita IUPPITER EDIZIONI

RONDASU

RONDAChi ha paura dei vigilantes civici? Perché

«i rondisti» di Chiaia sono diventati un caso?

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Anno IV - n.10 ottobre 2009Distribuzione gratuita IUPPITER EDIZIONI

CUORE MARCIONapoli fuorilegge: viaggio nelle discariche sotterranee. La verità sui rischi

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Anno IV - n.11 novembre 2009Distribuzione gratuita IUPPITER EDIZIONI

STRAORDINARIASTRAORDINARIAEDIZIONEEDIZIONE

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Anno IV - n.2 febbraio 2009Distribuzione gratuita IUPPITER EDIZIONI

Dopo l’insetto che sta distruggendole palme della città, non si fermala mattanza del verde. Dai lecci marcidi Posillipo agli alberi minacciatidai cantieri della Linea 6 del metrò.

fogliemorte

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Anno IV - n.3 marzo 2009Chiaia Magazine + Dvd 3,90 euro IUPPITER EDIZIONI

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CHIAIA

MACCHINA?MACCHINA?di chi è questadi chi è questa

L’uscita del film «Fortapàsc» di Marco Risi rilancia la drammatica vicenda di Giancarlo Siani, il giornalista napoletano ucciso dalla camorra nel 1985, a soli 26 anni, con dieci colpi di pistola, mentre ritornava a casa a bordodella sua fragile Mehari. Oggi, quanti sono i giovani che conoscono vita e passione del cronista de «Il Mattino»?

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Anno IV - n.4 aprile 2009Distribuzione gratuita IUPPITER EDIZIONI

IN BUCAStrade gruviera: fondiscarsi, promesse tradite. A Posillipo un drammaannunciato. E la GiuntaIervolino finisce...

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Anno IV - n.5 maggio 2009Distribuzione gratuita IUPPITER EDIZIONI

Chiamiamoli con il loro nome. Impuniti, scatenati, balordi: i grafomani deturpano monumenti,chiese, palazzi. Infliggono guastigravi al patrimonio, all’immagine,al turismo. Nessuno li ferma. Nemmeno la recente ordinanzasulla sicurezza e il decoro urbano,in pratica inapplicabile per la carenza di uomini e mezzi.

SIETE UNAKIAVIKA

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Anno IV - n.6 giugno 2009Distribuzione gratuita IUPPITER EDIZIONI

TEATRO SUDD

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Anno IV - n.7/8 luglio-agosto 2009Distribuzione gratuita IUPPITER EDIZIONI

RITUFFIAMOCI

NAPOLIROTTA

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IUPPITEREDIZIONI

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anno V n.5maggio 2010

magazineSAPER VIVERE LA CITTÀ

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Città negata tra la "dittatura" delle buche e i cantieri lumaca.Lo scandalo della Casina del Boschetto

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Anno II - N.2 febbraio 2007Distribuzione gratuita

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RIQUALIFICAZIONE

Parte l’annodei cantieri

5 L’INCHIESTAIl mistero dellaCasina del Boschetto

9 QUARTIERISSIMEGrattino a 4 euro,follia ambientalista

11 L’INTERVISTAAntonio Pace: «Cosìcambierò l’Ascom»

13 SOCIETÀ&CULTURAL’agenda del Maggiodei Monumenti

Via Martucci, piazza Amedeo,via Carducci: decolla la riqua-lificazione nel cuore diChiaia. Firma il restyling Eli-sabetta Gambardella, assesso-re comunale al Decoro e Arre-do Urbano. Durata dell’opera-zione: 10/12 mesi. Costi: piùdi due milioni di euro. Nonmancheranno i disagi, ma nevarrà la pena. E sul fronte deilavori pubblici, parte anche ilrecupero monumentale diSanta Caterina da Siena. Du-rata dei lavori: un anno emezzo. Costi: 1.394.000 euro.

(servizi da pagina 6)

pagine 3 e 4

Quotazioni stellari, occasioni con il contagocce, trattative interminabili: a Chiaia comprare casa è un’impresa. Nel quartiere anche il record delle abitazioni vuote: il 9%. Strada per strada, ecco il listino dei prezzi.

Ma se le compravendite languono, il mercato dei fitti è fiorente. E intanto sul panorama immobiliare si abbatte il rincaro degli estimi. Gli esperti concordano: «Conviene presentare ricorso».

1200 euro

1.000...

euro

1400 euro

del mattonedel mattoneIL BALLO

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Anno II - N.3 marzo 2007Distribuzione gratuita

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RIQUALIFICAZIONECantieri aperti,incognita traffico

5 IL CASOAppello alla città: salviamo il Circolo Artistico

Via Martucci, piazza Amedeo,via Carducci: la riqualificazionenel cuore di Chiaia fa i conti coni problemi del traffico. Parte ilnuovo dispositivo della viabili-tà, ma non si escludono corret-tivi. A via Martucci i commer-cianti già temono il crac econo-mico. Tra i problemi da risolve-re lo stazionamento dei taxi.

8 QUARTIERISSIMEArmatori napoletani: alleanza per il futuro

11 DIARIO DELLA MUNICIPALITÀDecentramento, l’Osservatorio non decolla

12 SOCIETÀ&CULTURAGalassia Gutenberg nel segno del mare

Finalmente superwoman?

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POTERI SPECIALI

Finalmentesuperwoman?

Dopo la nomina a commissario per l’emergenzatraffico, si apre una nuova era per Rosa Russo Iervolino. Milioni di euro da spendere e la facoltà di decidere in fretta su parcheggi, appalti, videosorveglianza, assunzioni di vigili:è un supersindaco. E se sbaglia non ha più scuse.

pagina 3

pagina 4

5

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Anno I - N.6/7 luglio/agosto 2006Distribuzione gratuita

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VI TERREMOIl nuovo «Parlamento» di Chiaia

VECCHIE E NUOVE SFIDE

Con questo numero di luglio/agosto Chiaia Magazine trac-cia un consuntivo ideale dei suoi primi 7 mesi di vita, tor-

nando ad occuparsi delle due bandiere che hanno caratte-rizzato l'impegno della rivista: Municipalità e parcheggi. Ri-parliamo dunque delle neonate Municipalità, soffermando-ci ovviamente su quella di Chiaia. E stavolta, dopo un cen-no a luci e ombre della riforma, vi presentiamo, con velociprofili e relative foto, i 30 consiglieri (più il presidente) elettia Chiaia. Obiettivo: indicare al quartiere a chi indirizzare le

critiche se governeranno male e con chi congratularsi se fa-ranno bene. Insomma: per non sentirci comparse, ma citta-dini che vigilano e partecipano. Di più: vi anticipiamo cheogni mese la rivista pubblicherà un diario sull'operato delConsiglio di Chiaia. E vale per la maggioranza come per l'op-posizione. Poi, di nuovo il tormentone del parcheggio Morelliperché anche qui il segreto è non abbassare la guardia: pren-diamo atto della nuova attenzione che il sindaco Iervolino el'assessore Mola preannunciano sul problema, a cominciare

proprio dall'enigma del costruendo parcheggio Morelli. Liprendiamo in parola, ma verificheremo i progressi sui fatti.Infine, inauguriamo una nuova parola d'ordine: «Chiaia alcentro di grandi eventi nazionali e internazionali». Lo spun-to è la 2° edizione della «Notte Bianca» che si terrà in autunno:riteniamo l'iniziativa vincente e fin d'ora remiamo perché ilnostro quartiere abbia un ruolo primario. Non ci resta cheaugurarvi buone vacanze. E arrivederci a settembre.

*Presidente delle Nuove Botteghe dei Mille

Nonostante i suoi 29 anni, si ritrova per la seconda volta al timone

di Chiaia. E’ stato eletto con 23.846 voti e il suo schieramento ha

ottenuto il 51,43 % dei consensi. 18 i consiglieri della sua coalizione. La

sua squadra di governo sarà formata da un vicepresidente (cui toccherà

un assessorato) e 3 assessori. Ha due premure: velocizzare i tempi della

riforma e ottenere subito risorse finanziare per il territorio. Obiettivi:

manutenzione, parcheggi, sicurezza con l’aiuto dei vigili urbani.

Il leader dell’opposizione ha 59 anni ed è stimato primario ortopedi-

co al Centro Traumatologico Ortopedico di Napoli. Ha sempre colti-

vato l’impegno civile fino ad essere consigliere comunale dal 1993 al

2001. Alle ultime amministrative ha riportato 22.517 voti e il suo schie-

ramento ha riscosso il 48,53 % di consensi. La sua compagine nel parla-

mentino è formata da 11 consiglieri. Sicurezza, sociale, parcheggi ed

emergenza rifiuti sono stati i suoi cavalli di battaglia elettorali.

NINO DE NICOLA*

Tra le dieci Municipalità, quella di Chiaiaè davvero speciale visto che è l’unica adessere governata dal centrodestra. Per maggioranza e opposizione doppiaresponsabilità: far funzionare riformae quartiere. All’interno tutti i protagonisti

FABIO CHIOSIPresidente

RENATO ROTONDO Capo dell’opposizione

Speciale Municipalità:«L’assessore itinerante»

Intervista a Bruno Terracciano, assesso-re comunale alle Municipalità. 3

Quartierissime: «GarageMorelli, oscuri presagi»

16 anni d’immobilismo: un’inquietantemiscela di inerzia, sfortuna e silenzi. 6

Saper vivere: «Napoli conle valigie pronte»

Tour tra le agenzie di viaggio alla ricer-ca delle mete e delle offerte migliori. 8

D’OCCHIOD’OCCHIO

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Anno I - N.8 settembre 2006Distribuzione gratuita

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ASPETTANDO I PARCHEGGI

Si riprende e la stagione si presenta densa di eventi e aspet-tative per Chiaia. Molti i fronti da tener d'occhio e Chiaia

Magazine si arma delle migliori intenzioni nell'interesse delquartiere. Innanzitutto: si riparte con il ripristino del vecchiosenso di marcia da via Morelli a via dei Mille, un provvedi-mento che aspettavamo in quanto il dispositivo di marciaprecedente non si è dimostrato funzionale. La decisione è fir-mata dal neoassessore comunale al traffico Gennaro Moladel quale apprezziamo l'attivismo e la concretezza. Anche se

manifestiamo qualche riserva sull'altra decisione dell'am-ministratore, quella di abolire la ZTL sull'asse Morelli-via deiMille. Comprendiamo la sua motivazione (la prossima aper-tura di cantieri alla Riviera esigeva via dei Mille come val-vola di sfogo del traffico), ma ribadiamo che almeno il sa-bato, giorno di punta per lo shopping, l'oasi pedonale sia d'ob-bligo. Tutto il discorso, però, impone un ripensamento glo-bale sul versante dei parcheggi interrati in zona Chiaia e vo-gliamo sperare che i poteri speciali del sindaco saranno ri-

solutivi. Lo ripetiamo: l'asse della Riviera è l'ideale per ospi-tare grandi strutture sotterranee per lo stallo delle auto. Nel-l'interesse di tutti. A proposito di buona amministrazione,sia pure in ritardo, si è messa in riga anche la Municipalità1 che è riuscita a nominare i suoi 4 assessori. Alla squadradi governo del presidente Fabio Chiosi auguri di buon lavo-ro da parte mia, delle Nuove Botteghe dei Mille e di ChiaiaMagazine che sarà cronista attenta dell'operato della giun-ta. A proposito, buona Notte Bianca a tutti.

NINO DE NICOLA

Notte Bianca«La mia Napolilibera e pacifica»

6 QUARTIERISSIMEMunicipalità 1, sceltifinalmente gli assessori

7 CULTURA&SOCIETÀTeatro Delle Palme,ritorno al futuro

8 MOVIDAFesta di Chiaia Magazine,la galleria delle foto

• Partenza sprint del neoassessore comunale altraffico Gennaro Mola: a Chiaia rilancia il vecchiosenso di marcia. Motivo? I cantieri della Riviera.

• E non finisce qui: abolisce la Ztl da via DomenicoMorelli a via dei Mille e rispolvera le ganascecontro la sosta selvaggia.

• Infine, pensa al futuro e aderisce al «partito» deigarage sotterranei: con i nuovi poteri del sindacol’impresa diventa possibile.

MOLAMOLA I numeri della primaedizione furono un suc-cesso: 2 milioni di perso-ne in strada e un volu-me d’affari di 50 milionidi euro. «Difficile mi-gliorare le cifre di unanno fa», dice l’assessoreregionale Andrea Cozzo-lino, ideatore e promo-tore dell’evento. Mastavolta il bis si prean-nucia davvero ambizio-so. Il tema di quest’an-no: «Mediterraneo, unmare di cultura».

intervista a pagina 5

OPERAZIONEOPERAZIONE

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L’INIZIATIVAIl Movimentodei Parcheggi

7 QUARTIERISSIMEMergellina, la stazionedel disonore

8 MUNICIPALITÀMiniassessorati, ma contano davvero?

10 SOCIETÀ&COSTUMEFendi alla conquistadi via Filangieri

16 EVENTI&CURIOSITÀTeatro Sancarluccio,a cena con il vampiro

5 milioni di euro all’anno peruna media di 15 visitatori algiorno, consulenze stellari,un esercito di dipendenti ecasse a secco: questo è il cracdi Palazzo Roccella, esempiodesolante di spreco di risorseumane ed economiche.

Con lo slogan «Noparking, noChiaia», nasce ilMovimento Par-cheggi a Chiaia,che raccoglie loscontento e larivolta del cuoredi Napoli nei con-fronti dell’immobilismo delle istitu-zioni sul problema delle grandiaree di sosta da realizzare nel quar-tiere. Per Nino De Nicola (nella foto),presidente delle Nuove Botteghe deiMille e promotore dell’iniziativa«sarà una lotta a colpi di forum eproteste di piazza». (pagina 3)

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QUELL’OSCURO OGGETTO DEL

PANPANinchiesta a pagina 5

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Anno I - N. 10 novembre 2006Distribuzione gratuita

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5 L’INCHIESTAPan, desolazione«contemporanea»

8 MUNICIPALITÀRiforma sbagliata: assessori declassati

9 SOCIETÀ&COSTUMESaper bere a Chiaia:itinerari di...vini

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NONOPARKING NO CHIAIADebutta il Movimento Parcheggi a Chiaia per interpretare il disagio di un interoquartiere ormai in ginocchio per la carenza di posti-auto. Economia e vivibilitàsono allo stremo. Le promesse elettorali non sono state mantenute. Patto diferro tra cittadini: già pronto un piano d’azione che prevede proteste di piazza,dibattiti e petizioni. E Chiaia «indossa» la maglietta simbolo del Movimento.

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Amm’ truvat ‘o Bambeniello...ma nun truvamm’‘o parcheggio!

ALL’INTERNO IPARCHEGGIDELFUTURO - SHOPPINGGRANDIFIRME - LEFESTEDICHIAIA

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Anno II - N.1 gennaio 2007Distribuzione gratuita

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PRIMO PIANO

Sicurezza,è l’ora di reagire

5 IL REPORTAGEStrade gruviera:la mappa delle buche

6 QUARTIERISSIMEParco Margherita, l’ascensore dei sogni

11 SOCIETÀ&COSTUMEViaggio tra i caffèletterari alla moda

12 ARTE&AFFARILezioni di tendenzaal club dei galleristi

La scelta è stata facile e amara:l’apertura di questo numero è dedi-cata all’emergenza criminalità. Lodicemmo a maggio sullo SpecialeElezioni, indicando al futuro sinda-co sette priorità: tra esse spiccava iltema sicurezza. Otto mesi doposiamo all’allarme rosso. Chiaia, dasempre reputata zona franca, siriscopre teatro di un’escalation chefa paura. Gli appelli sono rimbalza-ti sui palazzi del potere come suun muro di gomma. Straripa l’ille-galità, rozza, aggressiva e impuni-ta. E si rischia la vita. Che fare? Il quartiere è compatto: il tempo èscaduto, servono leggi speciali.

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Direzione e Centro operativo: 80142 NAPOLI - Via Carlo di Tocco, 82/84Tel. 081 734 04 24 - 081 734 98 22 - Pronto intwervento 081 734 02 88 - Fax 081 734 98 18

Internet: http//www.la-vigilante.com - E-mail: [email protected]. IVA 03577570637 - Camera di Commercio n. 155962 - Iscritta al N 381 - R.I. Tribunale di Napoli

COPRI

PANFUOCO

pagina 3

Mille agenti contro la Malanapoli: la città ci credeva. Sono arrivati?Se ci sono, non se n’è accorto nessuno. Aggressioni in pieno centro,auto incendiate, turisti in fuga: a Chiaia teppisti da tutti i quartieri.

Lamberti e Malvano: «Troppi gli sconti di pena. Rivedere le leggi».Videosorveglianza: il Comune la promette da tre anni e il ministrodegli Interni da tre mesi. Ma di «occhi elettronici» nemmeno l’ombra.

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Anno II - N.4 aprile 2007Distribuzione gratuita

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MANUTENZIONESul pianeta delle bucheatterra Global Service

5 IL CASOVasari ignorato e spese pazze per il Pan

Sarà un privato a gestire, con ilsistema del Servizio Globale, lamanutenzione delle principalistrade della città. A Chiaia le vieinteressate sono 62. Problema ri-solto? Non del tutto. Resta in-fatti aperto il problema dellestrade secondarie che nella pri-ma Municipalità sono il 60% del-l’intera rete viaria.

8 QUARTIERISSIMEPoteri speciali, i torpori della Iervolino

10 DIARIO DELLA MUNICIPALITÀBrancaccio: «Siamo i segretari del Comune»

11 SOCIETÀ&COSTUMECerchi uno stile? Datti al Vintage

Metti una sera a cenaMetti una sera a cenacon le ganascecon le ganasce

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ATTACCO ALLA MOVIDAMulte e bloccaruote assedianoil popolo del by night. L’auto in divieto di sosta puòcostare fino a 119 euro.La repressione, però, servesolo a mascherare il problema:la mancanza drammaticadi parcheggi. E così siamoal paradosso: si aprono nuovilocali di intrattenimento,ma si ghettizza il quartiere.

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Anno II - N.5 maggio 2007Distribuzione gratuita

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PRIMO PIANOIervolino un anno dopoLe cose non fatte

5 IL CASODon Giuseppe in campo per il Pallonetto

A maggio 2006, vigilia delle Co-munali, Chiaia Magazine pub-blicò un elenco di sette prioritàper il futuro sindaco. Titolam-mo: «Le cose da fare». Il tempo èvolato, la seconda sindacaturaIervolino festeggia il suo primocompleanno. Perciò è tempo diun consuntivo su quei prome-moria che ci segnalò la gente diChiaia. Facciamo il punto suquelle sette emergenze.

6 QUARTIERISSIMEFunivia di Posillipo, la stazione rinnegata

8 STORIEOrdine di Malta, il codice della modernità

10 SOCIETÀ&COSTUMELa Notte Vintage di Chiaia Magazine

Palazzo Realeridotto ad unaautorimessa:beffati i vincolie la civiltà.Uno scandaloche fa il giro del mondonelle fotografiedei turisti.Viaggio neicortili-vergogna.

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Garage realepagina 3

Garage reale

w w w . c h i a i a m a g a z i n e . i t

IUPPITEREDIZIONI

anno VI n. 9/10/11settembre-novembre 2011

magazineSAPER VIVERE LA CITTÀ

dis

trib

uzi

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gra

tuita

VENTIMILABEGHE SOTTO I MARI

Coppa America a Bagnoliesplode la polemica sull’area contaminata

S A P E R V I V E R E L A G R A N D E N A P O L IAnno VII - numero 1/2 - Febbraio 2012 distribuzione gratuita

nel forumLa carta quando cade non fa rumore. È come lefoglie: stessa fragilità, stessa poesia. Chi vuoi chesi accorga più, in giornate in cui la persistenzadella “connessione” è il morbo senza cura e l’in-formazione è stregata dai new media, di un gior-nale che chiude. Del suo cuore accartocciato, deisuoi giornalisti, dei suoi battiti d’inchiostro. Affascinati dalle nuove frontiere della comuni-cazione, conserviamo, per questioni di cuore e la-voro, un fervido occhio di carta, un’abitudine ro-mantica a ritrovarsi nel fruscio cartaceo tra tito-li, occhielli e corsivi. È per questo che, nonostanteil cimitero della carta stampata si riempia di te-state, proseguiamo la magia del giornale tradi-zionale. Chiaia Magazine, al suo settimo anno divita, si rinnova nella grafica e nei contenuti. Do-po gli ultimi due anni “patinati” - esperienza sug-

gestiva ma economicamente insostenibile - ri-torniamo al nostro formato d’origine, quello checi ha fatto conoscere al pubblico negli anni del-le magagne bassoliniane e dei letarghi della Ier-volino. Serviva un restyling anche alla testata, incui ora è ben visibile il logo della società editricefondata, insieme a me, da un’eroica cordata diprofessionisti. Chiaia Magazine, dal prossimonumero, arriverà anche nelle edicole della pro-vincia di Napoli. L’obiettivo è quello di divenire unperiodico sempre più metropolitano, battaglie-ro, intrigante e portatore di virus satirico. Non re-sta che affidarsi al sorriso, ad esempio, quando sientra “nel forum” delle Culture e si assiste al “ci-neforum” del sindaco. Cari lettori, si riparte. C’ètanto da capire e scrivere. Non vedevamo l’ora.Una nuova sfida per vederci chiaro.MAX DE FRANCESCO

UNA NUOVA SFIDA PER

VEDERCI CHIARO

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S A P E R V I V E R E L A G R A N D E N A P O L IAnno VII - numero 3 - Marzo 2012 distribuzione gratuita

L’inchiesta 4Il degrado delle fontane storiche

Primo piano 8Gioco d’azzardo, business e mania

Il caso 11Avron, la truffa sbarca a Napoli

Itinerari 34Ottaviano, patria dell’arte bianca

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Freddorosommario

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S A P E R V I V E R E L A C I T TÀIn collaborazione con Nuove Botteghe dei Mille

Anno II - N.6 giugno 2007Distribuzione gratuita

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C’era una volta il salottodi Napoli: topi a Montedi Dio, bidoni stracolminelle vie dello shopping,spazzamento allo sbando.Raccolta differenziatasnobbata dai residenti.

La mmontagnache ssale

pagine 3/4

5 IL PERSONAGGIOFioriolli, il questore sulla polveriera

12 SOCIETÀ&CULTURALa bella estate e la notte dei prodigi

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Anno II - N.7/8 luglio-agosto 2007Distribuzione gratuita

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5 IL CASOMergellina, stazionevietata ai disabili

7 POTERI SPECIALIParcheggi, la Iervolinoesclude Chiaia

9 MUNICIPALITÀ 1Commissione AmbienteSi punta al fotovoltaico

10 LETTURE ESTIVEPremio Napoli: eccoi 12 libri finalisti

Buone vacanzeBuone vacanze

Scandalo PausiliponDura da marzo lo stopai ricoveri dei bambiniammalati di cancro,costretti a partireverso gli ospedali delNord. Colpa del deficitdella Sanità campanache risparmia su medicie infermieri. Un esododrammatico e inutile:alla fine la Regionepagherà il doppio.

PRIMO PIANOPolitica in tournèe:il conto al cittadinoEnti locali: casse all’asciutto. E lacittà va in pezzi. Nei Palazzi delpotere esplode la rincorsa al ri-gore e alla sobrietà. Intanto, pe-rò, spulciando tra i provvedi-menti del Comune, si scopreche la manìa dei viaggi di rap-presentanza non è mai tra-montata. Un esempio? In pochimesi la giunta Iervolino ha de-liberato tre missioni all’esteroper l’assessore Nicola Oddati: Ci-na, Messico e Spagna.

pagina 4

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Anno II - N.9 settembre 2007Distribuzione gratuita

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7MOBILITÀMola: ganasceavanti tutta,parcheggi al palo

8IL CASOIl Pan insiste: spese pazzee gestione allegra11TENNISLIFE CUPAl Green Parkarriva la caricadei campioni

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Dalla catena umana a Palazzo

Santa Luciaal popolo di Grillo:parte dalle piazze

la protesta contro la politica

degli sprechie dei privilegi.

La gente bocciala strategia

delle kermessee chiede una città

più vivibile.Chiaia epicentro

della riscossamorale.

La società civileprepara l’agenda

di lotta Gli indignatiGli indignati

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Anno II - N.10 ottobre 2007Distribuzione gratuita

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La rivolta di Chiaia

Non c’è piùRISPETTORISPETTO• Mergellina: dopo l’inaugurazione della stazione

con la partecipazione del presidente Napolitanoaffiorano gravi insufficienze. Pagano i disabili.

• Il quartiere assediato dalla microcriminalità.I reati più frequenti: rapine, scippi e furti. Il flopdel piano sicurezza. San Pasquale come il Bronx.

• Cantieri aperti, vigili assenti, parcheggi fantasma:il traffico va in tilt. Festival delle buche nelle stradee nei marciapiedi: una trappola per auto e pedoni.

• Il 10 novembre Chiaia scende in piazza in difesa del territorio e per il ritorno della legalità. Cittadinicontro il Palazzo: mai più inganni e prese in giro.

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Anno II - N.11 novembre 2007Distribuzione gratuita

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finalmente!finalmente!

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Anno II - N.12 dicembre 2007Distribuzione gratuita

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fate luce

Natale senza luminarie:è la forma estrema

di protestadei commercianti di Napoli. Invece

delle stradeva illuminato il buio

del malgoverno in cui brancola l’intera città.

Intanto la società civile è pronta a tornare

in piazza.

Anno III - N. 1 gennaio 2008Distribuzione gratuita

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Antonio Bassolino

LO SGOVERNATORE

L’uomo dell’annoL’uomo dell’anno

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la classe

DIGERENTE

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Anno III - N. 2 febbraio 2008Distribuzione gratuita

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«La classe dirigente diventa digerente.Assimila e manda giù tutto, dalle in-chieste della magistratura alle critiche,alle contestazioni, alle accuse. Impavi-da e in sella. Con mille cavilli non scen-de da cavallo. Protesta labili innocenze,trasparenze offuscate, diritture moralifrantumate. Fa autocritica retorica. Siautoassolve. Si riposiziona. Si risistema.Si rimpasta. Condivide la misura è col-ma, voltare pagina, chiudere il libro,aprire al futuro, cambiare passo, mo-ralizzare. E resta al suo posto per rim-boccarsi le maniche e annodarsi la cra-vatta pronunciando la parola decisiva:discontinuità».

(Mimmo Carratelli, La Repubblica)

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Anno III - N. 3 marzo 2008Distribuzione gratuita

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VECCHINon è un paese perNon è un paese per

Catastrofe ambientale e politica a Napoli e in Campania. Due emergenzetengono banco: i rifiuti e Bassolino. Mentre Veltroni e Berlusconi tentanodi rinnovare i rispettivi schieramenti, il governatore, invece, si barricanel Palazzo. Con la credibilità sotto le scarpe e l’impossibilità di camminaretra la gente, più che alle dimissioni pensa a come organizzare al megliola «resistenza» della sua poltrona. La regione è alla frutta. Il re alla muffa.

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Anno III - n.4 aprile 2008Distribuzione gratuita

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CHIAIA

The endThe end

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Anno III - n.5 maggio 2008Distribuzione gratuita

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CHIAIA

Una piazza perde i suoi alberi senza che nessuno ne sappia niente.L’assessore all’Arredo e Decoro urbano «tagliato» malgrado stesselavorando sodo per Chiaia.Le sorprese del Comune non finiscono mai

Piazza Santa Maria degli Angeli Elisabetta Gambardella, ex assessore

DOPPIO TTAGLIO

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Anno III - n.6 giugno 2008Distribuzione gratuita

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CHIAIA

SODOMADALLA CITTÀ DI NAPOLI

FESTIVAL DELLO SPRECO

febbraio 2006 marzo 2006 aprile 2006 maggio 2006 maggio 2006 speciale giugno 2006 luglio/agosto 2008 settembre 2008 ottobre 2008 novembre 2008 dicembre 2008 gennaio 2009

febbraio 2009 marzo 2009 aprile 2009 maggio 2009 giugno 2009 luglio/agosto 2009

settembre 2009 ottobre 2009 novembre 2009 dicembre 2009 gennaio/febbraio 2010 marzo/aprile 2010

maggio 2010 giugno/luglio 2010 settembre/ottobre 2010 novembre/dicembre 2010 gennaio/febbraio 2011 marzo/aprile 2011

maggio 2011 giugno/agosto 2011 settembre/novembre 2011 dicembre 2011 febbraio 2012 marzo 2012giugno 2007 luglio/agosto 2007 settembre 2007 ottobre 2007 novembre 2007 dicembre 2007

gennaio 2008 febbraio 2008 marzo 2008 aprile 2008 maggio 2008 giugno 2008

luglio/agosto 2006 settembre 2006 ottobre 2006 novembre 2006 dicembre 2006 gennaio 2007

febbraio 2007 marzo 2007

aprile 2007 maggio 2007

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L’inchiesta 4Ztl, la grande trappola

Primo piano 9Confessioni di un ex scommettitore

Il caso 11Così muoiono le librerie

Società&Costume 33Caizzi e quel sogno di via Margutta

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Al Pancionesommario

FUORI SALONE DI VITIGNO ITALIA

wineandthecity.it

NAPOLIDAL 16AL 19 MAGGIO2012

S A P E R V I V E R E L A G R A N D E N A P O L IAnno VII - numero 5 - Maggio 2012 distribuzione gratuita

L’inchiesta 4Le vittime del Lungomare liberato

Primo piano 9Rifiuti, la legge che ci avrebbe salvato

Il caso 11Formula Indi, svolta nel cinema

Itinerari 35Summonte, a cavallo tra i sapori

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MeglioGrillo che il grilletto

sommario

S A P E R V I V E R E L A G R A N D E N A P O L IAnno VII - numero 6 - Giugno 2012 distribuzione gratuita

L’inchiesta 4Centro storico, l’ira dell’Unesco

Primo piano 8Sos animali, stop agli abbandoni

Il caso 11Ztl, la rivolta degli scontenti

Saper Vivere 27Quei miracoli di Re Ragù

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Non basta piùspezzare

le catene,bisogna anche

tirare lecatenelle

sommario

S A P E R V I V E R E L A G R A N D E N A P O L IAnno VII - numero 7/8 - Luglio-Agosto 2012 distribuzione gratuita

L’esclusiva 4/5Viaggio a Blatt City

Primo piano 7Quando la propaganda va in bici

Storie&Territori 16Pozzuoli, ingorgo pendolari

Saper Vivere 27Guida alla scelta dei vini d’estate

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il sindacoblattera

sommario

S A P E R V I V E R E L A G R A N D E N A P O L IAnno VII - numero 9/10 - Settembre/Ottobre 2012 distribuzione gratuita

L’inchiesta 4Lungomare e mobilità indecente

Primo piano 9Premio Siani, un furbetto sul podio

Il caso 11Comune, indagine sul buco nero

Saper Vivere 27Savignano, attrazione per il futuro

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Sindaco,ma che bici!

sommario

aprile 2012 maggio 2012 giugno 2012 luglio/agosto 2012 settembre/ottobre 2012

S A P E R V I V E R E L A G R A N D E N A P O L IAnno VII - numero 11 - Novembre 2012 distribuzione gratuita

L’inchiesta 9Grande Napoli, parte la rivoluzione

Storie&Territori 17Valogno, il paese dipinto

Libri&Librerie 30«Padre Bacco», saggio dionisiaco

Personaggi 35Federico Salvatore: la mia Apocalisse

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SENZA LUCEsommario

ALL’INTERNO IL SUPPLEMENTO "TUGHEDER” DEDICATO AL LIFE STYLE

novembre 2012

Anno I Speciale maggio 2006 Distribuzione gratuitaCHIAIA

magazine

I SETTE IMPEGNI

Come promesso, Chiaia Magazi-ne esce con questo Speciale

Elezioni non solo per riassumere loscenario elettorale, ma soprattuttoper ribadire le sette prioritànecessarie al rilancio di Chiaia:un'agenda di cose da fare, da noicompilata grazie alle segnalazionidi chi vive, lavora nel quartiere. Eovviamente ci siamo rivolti aicandidati a sindaco per raccoglie-re le loro intenzioni in proposito.Ma andiamo al concreto. Senzaparcheggi Chiaia non decolla: è ilcavallo di battaglia della nostrarivista e abbiamo notato che iltema è stato sposato da tutti icontendenti alla poltrona disindaco. Senza sicurezza, poi,mancano le condizioni elementariad un serio rilancio economico eculturale dell'intera area: è uningrediente indispensabile allaqualità della vita nell'intera città.Senza una seria manutenzioneurbana, non quella che finora si èispirata alla logica del «rattoppo»,l'immagine e la funzionalità dellestrade sono gravemente pregiudi-cate: all'interno troverete uninventario delle vie in lista d'atte-sa per adeguati interventi direcupero. Senza una viabilitàrazionale, l'intera mobilità delquartiere va in tilt: come purtrop-po è accaduto con una ZTL malformulata e direzioni di marciaveicolare da rivedere. Senza unidoneo sistema di raccolta espazzamento dei rifiuti, sono arischio igiene, dignità e immaginedel salotto di Napoli. Senzaturismo, inoltre, Chiaia rinuncia agiocarsi un asso nella manicasontuoso: occorre invertire latendenza con grandi eventi,promozione adeguata e garanzieprecise da offrire ai visitatori.Senza il rilancio di una «movida»rispettosa delle regole, restano alpalo una buona fetta di occupazio-ne qualificata e gli stimoli cosmo-politi di un quartiere che havocazione internazionale. Sono questi i promemoria cheChiaia consegna al futuro sindaco.

Iervolino, Malvano, RossiDoria: una poltrona per tre.

4 Le nuove Municipalità: tuttoquello che c’è da sapere.

8 Chiosi contro Rotondo: la grande sfida di Chiaia.

9

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S P E C I A L E E L E Z I O N I

AL FUTURO SINDACO

le cose da fareLi abbiamo «attaccati» in primapagina perché non ci fossero alibiper nessuno. Vanno risolti uno aduno: a qualsiasi costo. I promemoriariguardano i punti chiave per la verariscossa di Chiaia. Con questi farà i conti il prossimo governo della città

NINO DE NICOLA

Nove anni di storie, inchieste, verità e cultura, nel segno dell’indipendenza,senza aver mai ricevuto un solo centesimo di finanziamento pubblico.Chiaia Magazine è una libera tribuna che resta aperta graziealla passione estrema e alla tenacia di un gruppo di giornalisti.

Per la tua pubblicità chiamaal numero 081.19361500

STORIE&IMPRESE

LORENZO DE CARO, IL SOCIAL INFLUENCER CONQUISTA MILANO

Un personaggio eclettico:un po’ blogger, un po’ mo-dello, un po’ social influen-cer. Mettete insieme tuttoquesto, conditelo con unabuona dose di solarità espigliatezza, e avrete Loren-zo de Caro. La nuova rivela-zione della fashion arenanapoletana non si ferma,accelera il passo e guardalontano: «Napoli comincia astarmi stretta, punto semprepiù in alto». E di assaggi dialtre “fashion cities”, negliultimi mesi, ne ha avuti tanti.Appena poche settimane fa,infatti, il ventitreenne èvolato a Milano, agghindata acapitale della moda per settegiorni (in occasione dellaMilan Fashion Week), dovetra party e qualche scatto, hapartecipato alle sfilate più invoga della stagione: Armani,Diesel, Cavalli, Ferragamo,D&G, Costume National.Anche in terra lombarda illook per cui ha optato ilgiovane blogger non è passa-to inosservato. Tanto chepantaloni a quadri e coveresuberante dello smartpho-ne sono finiti in bella vistanel video riassuntivo, giratodalla rivista Elle, sull’appun-tamento che ha chiamato araduno i migliori “modaioli”

italiani e non. Altro eventoche uno “shopaholic” che sirispetti non può perdere è“Firenze4Ever”, organizzatodalla boutique fiorentinaLuisa Via Roma. Anche inquesta occasione de Caro hasaputo trapiantare il gusto el’eleganza della moda napo-letana in Toscana.Ma è quando ci si affaccia alsuccesso che arriva il mo-mento di rinnovarsi. Lorenzode Caro lo fa cucendo unnuovo abito al suo blog, ilsuo spazio personale ritaglia-

to sulla rete (www.lorenzode-caro.com). Un nuovo con-cept grafico, più snello eaccattivante. Format ineditoe tinte cromatiche d’impatto.La “confezione” appenasfornata, anticipata dal videodi lancio montato da DavideMicciulla, video editor diElle.it., avvolge i post del blogda metà luglio. Ma l’inversio-ne di tendenza è anche neicontenuti. E così più spazioai progetti in cantiere, aglishooting con outfits a tema,con la possibilità di dare una

sbirciata alla quotidianità delblogger. «Dagli ottimi risulta-ti ottenuti in appena sei mesidal lancio del blog e le colla-borazioni con le più impor-tanti realtà napoletane e nonsolo, ho voglia di un cambia-mento - ha commentato -.Sono in continua evoluzionee scoperta. E con questanuova grafica ho voluto dareun’impostazione ancora piùprofessionale e moderna almio business». Sul frontelavoro, intanto, de Carorisponde sempre più alla

voce di “social influencer”,vale a dire un personaggioconosciuto capace di darevisibilità a un prodotto o unprogetto. Per essere chiari,un plus-valore per il mar-chio. Non a caso Disaronno,il famoso liquore made inItaly, lo ha scelto come testi-monial per la tappa napole-tana del Disaronno Terrace,l’evento che per quattrosettimane, a partire dal 10giugno, ha animato la cittàogni martedì sera, a sorsi delnuovo cocktail dell’estate: ilDisaronno Sour. Si rinsalda anche il legametra moda e cucina. Dopo lacampagna Marinella forVoiello, Lorenzo de Caro hainfatti continuato a calpesta-re questa strada, aprendouna rubrica personale, “Fa-shion food”, sulla rivistaPocket Italia, in cui pasticciain cucina fianco a fianco coni proprietari delle locationgastronomiche più “in” delgolfo di Napoli. Tra unaricetta e l’altra, il blogger,seguendo l’impostazionebase del suo blog, ci svelacon una piccola intervista iretroscena del lavoro dei suoi“partners” culinari. Un pic-colo masterchef ai fornelli,ma con stile.

A tutto fashion tra eventi e nuovo blog

(18) CHIAIA MAGAZINE • LUGLIO/AGOSTO 2014

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CHIAIA MAGAZINE • LUGLIO/AGOSTO 2014 (19)

DIVINAZIONE

IL MITO E I GIORNI

La storia assegna alla primafatica di Eracle l’uccisione delleone di Nemea, l’astrologia po-ne quest’impresa nel quinto Se-gno dello Zodiaco, il Leone ap-punto, in una corrispondenzaperfetta rispetto al suo signifi-cato simbolico. Questo è, in sin-tesi, il racconto dell’impresa.In una grotta a due uscite vive-va un mostruoso leone che de-vastava le terre della regione diNemea e divorava i suoi abitan-ti. Eracle ha l’incarico di ucci-derlo. Dapprima tenta di farlocolpendolo con le frecce ma illeone è invulnerabile. AlloraEracle lo spinge all’interno del-la caverna, chiude con un mas-so un’uscita ed entra, riuscendopoi a soffocarlo stringendolo asè. Dopodiché lo scuoia, si rive-ste della sua pelle e si pone sulcapo la testa del leone. Poi simette in viaggio per portare lacarogna ad Euristeo. È interes-sante sottolineare due partico-lari del mito: Eracle riesce ad uc-cidere il leone solo dopo essereentrato nella caverna insieme alui e senza l’ausilio di alcunostrumento estraneo alla sua per-sona perché è proprio così, dasoli e in solitudine, che possia-mo eliminare qualsiasi cosa cheimpedisca la nostra elevazionespirituale; l’altro particolare ri-guarda la testa del leone che Er-cole indossa al pari di un elmo eil gesto fa pensare ad un’inte-riorizzazione della potenza leo-

nina, liberata dalla precedentecomponente animalesca. Il ri-schio dei nativi del Segno è pro-prio quello di fossilizzarsi sul-l’esaltazione di se stessi, sul-l’egopatia, sull’autoglorificazio-ne. Perciò la maestosità leoninava privata di queste componen-ti esteriori per diventare la forzainteriore che sostenga nel cam-mino della vita. È certo che laprima fatica che deve compiereEracle è utilizzabile per com-prendere meglio sia l’identifica-zione uomo - leone, sia il lavoroche deve compiere il nativo delSegno per arrivare all’integra-zione con il più morigerato esaggio uomo dell’Acquario eraggiungere quell’individuo chelo Zodiaco esorta ad essere. Aquesto punto è però necessarioconoscere dapprima il motivoper il quale Eracle deve compie-re le sue fatiche.Figlio di Zeus ed Alcmena, Era-cle è perseguitato da Era che,tramite lui, vuole vendicarsi deltradimento subìto, perciò gli in-via la Follia che lo induce a uc-cidere i figli. Rinsavito, si reca aDelfi a interrogare Apollo il qua-le gli dice che l’unico mezzo perriscattarsi dalla colpa, e conse-guire l’immortalità, è di metter-si al servizio del cugino Euristeoe adempiere alla sua volontà. Ledodici fatiche rispondono, ap-punto, alle richieste di Euristeoal quale Eracle deve portare,ogni volta, la prova di averadempiuto alla missione asse-gnatagli. Sono molti, nel mondo

greco e non solo in quello, glieroi figli di un Dio e di un indi-viduo mortale (in questo casoAlcmena) che vengono perse-guitati da un’altra divinità. Inchiave metaforica ciò vuole si-gnificare che la natura divina,con la quale nasciamo, deve es-sere conquistata a scapito di unanatura materiale - simboleggia-ta dalla divinità ostile - presen-te in noi e che dobbiamo scon-figgere attraverso innumerevolie difficili prove. All’epoca dellefatiche Eracle era un eroe noto intutta la Grecia, mentre la storiatramanda Euristeo, re di Micene,come un individuo presuntuo-so e mediocre, ed è di questo in-dividuo che Eracle deve diven-tare l’esecutore degli ordini al fi-ne di porre termine al suo pe-riodo di servaggio e diventare unuomo libero. È, dunque, facileindividuare in Euristeo il sim-bolo di ciò che deve sacrificareEracle per liberarsi della sua na-tura materiale, accedere a quel-la divina, con la quale consegui-re l’immortalità. A propositodell’elemento Fuoco al qualel’eroe appartiene, già in epocaantica Eracle era considerato ilsimbolo di un lavoro iniziaticoche richiedeva molto sforzo, ri-nuncia e sacrificio anche fisico,e l’immortalità che i Greci gli at-tribuivano era data non in nomedella grandiosità e del successodelle imprese compiute, ma de-gli sforzi e dei sacrifici che era-no stati necessari per sanare lasua colpa. In quest’accezionel’uccisione dei figli assume il si-gnificato simbolico di romperequalsiasi vincolo con la terra.Non va, poi, dimenticato che ilnome Eracle ha il significato di“gloria di Era”. A tal propositova chiarito che la religione gre-ca, nel suo antropomorfismo,equipara le vicende degli dei aquelle umane, ma il loro signifi-cato è ben altro da quello appa-rente. Così Eracle, come figlio diZeus ha in sé la scintilla divina,ma come “gloria di Era” erededella Madre Terra, ha il signifi-cato di quell’uomo che può na-scere dalla terra e innalzarsi daessa per raggiungere quella na-tura divina che gli ha dato Zeus.

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La grottadello spiritoIl significato della prima fatica di Ercole per gli «egocentrici» nati sotto il segno del leone

Rosamaria Lentini

LE CARTE DEL DESTINOIl Bagatto

Arcano numero tre, l’Impe-ratrice è la prima carta incui lo sguardo è rivolto adestra, ossia al futuro. È lamente creativa che tuttopredispone affinché sipossa realizzare compiuta-mente il proprio desiderio.Dopo esser morti a se stessi(Le Mat), aver iniziato ilviaggio (il Bagatto) organiz-zando gli elementi a dispo-sizione, aver approfonditola conoscenza necessaria alproprio cammino (la Pa-pessa) – tutte attività chehanno la necessità di guar-dare al passato, ossia a ciòche abbiamo e dobbiamorecuperare – arriva il mo-mento della rielaborazionepersonale. L’Imperatricerappresenta le idee perso-nali, i progetti da realizzaree questo significato è raf-forzato da due temi simbo-lici: l’aquila e lo scettro.L’aquila è raffigurata suuno scudo ed è a sinistra.Simbolo di regalità, è unuccello solare, l’unico ingrado di guardare dritto ilsole senza accecarsi. Inquesto senso rappresenta ilsimbolo della percezionediretta della luce dell’intel-letto. Con una particolarità:poggiata sulla sinistra,simboleggia l’attività crea-tiva ma astratta perchél’uccello non è a terra maancora in grembo. Inoltreuna mano, che non si sa seappartiene o meno allaregale Signora, la tocca,come a significare il risve-glio della propria energiacreativa. Anche lo scettro,sebbene a destra, è ingrembo. Esso termina conuna sfera sormontata dauna croce, proprio a richia-mare la materia che perònon è ancora indice diconcretizzazione. Essagenera, con la mente –aquila, e attraverso il pro-prio ventre su cui si erge loscettro, le proprie idee sulmondo. I propri personaliprogetti. Con la Papessaforma il paio del femmini-

le, ossia questo principio,che era in embrione nel-l’arcano numero due, qui sicompleta: la Papessa rap-presenta l’anima e dunquegli aspetti più nascosti esotterranei; l’Imperatrice lapersonalità, ovvero incarnagli aspetti più manifesti eterreni. D’altronde i confinitra le due Signore sonomolto labili. La Papessa –Iside è madre di Horus, ecome si è detto la sua ico-nografia rimanda sempre auna figura di donna conbambino; l’Imperatrice –Hathor è invece sua moglie.Ciò nonostante, letteral-mente Hathor significa«palazzo di Horus» perchéin effetti la moglie, Hathor,è anche la sua nutrice e inquesta veste si confondecon Iside. Un’altra variantedel mito vuole che il dioHorus, nella sua forma didio-sole, torni ogni notte anascondersi e rigenerarsinella bocca di sua moglieHathor, che era anche lapatrona della gioia, delladanza, della musica edell’amore. Come nonpensare ad Afrodite e allasua purezza. Tutto ciòrimanda ad un ultimo eimportante tema di questoarcano. Nei tarocchi diMarsiglia, in particolarenell’edizione restauratadall’Accademia dei Taroc-chi, l’Imperatrice ha dietrodi sè, sul trono, un’acqua-santiera, simbolo dellapurificazione, a voler rap-presentare che le proprierielaborazioni vanno pas-sate al vaglio della mentesuperiore e che la forzacreativa di questo arcano,non rimanda alla tumul-tuosa quanto indisciplinataricerca del piacere, ma aduna raffinata capacitàestetica e sensoriale, ingrado di separare i desideriche tendono alla realizza-zione del nostro benessere,da quelli che hanno comeconseguenza una soddisfa-zione effimera quantoimproduttiva di un realeappagamento.

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L’IMPERATRICEE L’INTELLETTO

(20) CHIAIA MAGAZINE • LUGLIO/AGOSTO 2014

Napoli, sollecitazioni artistiche ac-compagneranno i visitatori anche neimesi estivi più caldi di luglio ed agostocon mostre eterogenee, per incontrarei gusti di un pubblico altrettantovariegato, che potrebbero tradursinella possibilità di scoprire, e tantevolte riscoprire, i luoghi espositivi dellacittà. Fittissimo e stimolante il pro-gramma estivo del Madre che al terzopiano presenta (dal 13 aprile al 18agosto) “Un giorno così bianco, cosìbianco” dell’artista abruzzese EttoreSpalletti. La mostra, capitolo napoleta-no della triplice retrospettiva che havisto esposizioni dedicate all’aristaanche a Roma (Maxxi) e a Torino(Gam), offre allo spettatore non solo lapossibilità di conoscere la poeticadell’artista, attraverso opere prodottein vari periodi della sua attività creati-va, ma anche di cogliere questa parti-colare rassegna come percorso diriflessione che si traduce in un’espe-rienza nuova. Invece di seguire uncriterio cronologico, Spalletti è attentoal dialogo, costante e sempre bencalibrato, delle opere con le sale delPalazzo ottocentesco Donnaregina. Idiversi lavori esposti sono in perfettoequilibrio tra loro, creando una chiaraarmonia visiva che pacifica la perce-zione sensoriale. Un esempio puòessere la stanza che l’artista ha com-pletamente immerso nel bianco,ponendovi solo opere realizzate conquesto colore. Anche la pluralità dei

materiali con cui sono plasmate levarie sculture ed istallazioni (come losmeraldo per Pietra di smeraldo ol’alabastro per Base di colore, vertica-le) non interrompe la consonanza delpercorso, anzi, insieme con la molte-plicità delle forme, la esprime conmaggiore forza, rivelando quasi un’in-trinseca concordanza.Sempre al Madre, si incontra Reel-Un-reel (Afghan Projects, 2010-2014),dell’artista belga Francis Alÿs, che(visitabile dal 13 giugno fino al 22settembre) si sviluppa al pianoterra edal secondo piano del museo e dàl’opportunità di fruire, per la primavolta in Italia, di una personale cosìampia a lui dedicata. Perno attorno cuiruota l’intera serie di lavori sono leesperienze formative e ispiratrici chel’artista ha raccolto in Afghanistan,paese del quale è offerta un’immaginenon sempre conforme alle nostreattese. Mentre, infatti, nel videoDoing-Undoing (AK47-sa80) un uomosmonta e rimonta un fucile, Papalote(Children’s Game #10) regala immagi-ni di un bambino che gioca con l’aqui-lone. Per la personale dedicata a Luca Pi-gnatelli (dal 10 maggio al 15 luglio),invece, è necessario spostarsi al Museodi Capodimonte, che in questo modocontinua ad aprire le sue porte ancheall’arte contemporanea. Curata dalcritico d’arte Achille Bonito Oliva, lamostra dell’artista milanese raccoglie

alcune delle sue opere più recenti (perun lasso di tempo che va dal 2012 al2014, concentrandosi maggiormentesulla produzione dell’ultimo anno).Ad accogliere il visitatore è la grandeistallazione centrale che assembla 64immagini realizzate con tecnica mistasu carta, di cm 112x83 ciascuna. Prota-goniste sono foto di teste in marmo diepoca classica, frammenti di antichestatue che rivelano il filo poetico chescandisce la mostra, ovvero la memo-ria, il passato storico-artistico, fra lequali appare, quasi dissimulato, causainferiorità numerica, un teschio, chesembra farsi monito di come il passatonon sia solo ricordo, ma anche perditae dissoluzione. Molte opere riprendo-no statue antiche, come sculture in cuisi riconosce l’imperatore Augusto. Fra ivari supporti per la sua tecnica mista,colpisce in modo particolare il teloneferroviario, utilizzato per l’immensa(cm 400x670) Pompei, preparataappositamente per il museo, nellaquale l’artista ha posto sulla base variesagome ritagliate, tra cui si distinguo-no, anche in questo caso, diversefigure celebri. Un appuntamento artistico da nonsottovalutare è anche quello ospitatopresso la Fondazione Morra Greco perProgetto XXI, la collaborazione con ilmuseo Madre che prevede di darespazio alla produzione artistica piùrecente. Dal 12 giugno al 13 settembre,sarà possibile visitare la duplice mo-

stra dedicata a due artisti dell’avan-guardia Est Europea: il ceco Jiří Kovan-da e lo slovacco Stano Filko. Above ourheads è l’istallazione site-specific chesi trova nel seminterrato dell’edificio eche è stata pensata da Kovanda pro-prio per integrarsi in modo naturalecol luogo predisposto. Una volta scesele scale, il visitatore si trova di frontealla luce tenue di 6 lampade, dallefattezze più diverse e che conservanoquel sentore del passato da cui sonostate rinvenute in quanto non sottopo-ste ad alcuna modifica da parte dell’ar-tista, poste su altrettanti sostegnibianchi. Rappresentazione dellacostellazione del Corvo, l’opera ripro-pone, dunque, solo una parte dellestelle che la formano, ovvero quellepiù luminose. Interessante è la presen-za chiaramente esibita, visto il colorerosso e l’evidente figura regolaredisegnata, dei cavi elettrici che servo-no a collegare le lampade alla lorofonte d’energia. Molto diversa, invece, la prospettivaartistica dei lavori di Filko che con lasua Postbigbangsf – Antebigbangsf siappropria in maniera decisa dellospazio a lui dedicato. L’esposizioneparte in una stanza al primo pianodove l’opera video realizzata dall’arti-sta è accompagnata da un’altra proie-zione che documenta, attraversodiverse fotografie, il percorso creativodi Filko, anticipando molte dellerealizzazioni che si incontreranno alsecondo piano. Qui si sviluppa un veroe proprio viaggio nell’immaginariodell’artista slovacco, che coinvolge estimola il visitatore. Nelle sue opere siriconoscono non poche costanti, cheriflettono il suo sistema psicofilosofico,come le numerose abbreviazioni, ledate che indicano particolari momentidelle sua vita, ed i colori, a loro voltaparte di un sistema cromatico.

saper vivereCULTURA • COSTUME • RELAX • MOVIDA • EVENTI • CURIOSITÀ

Estate a Napoli, tour d’arteDalle visioni di Spalletti all’Afghanistan di Alÿs:

tutte le mostre da non perdere in città e dintorniA

Sara Giuseppina D’Ambrosio

CHIAIA MAGAZINE • LUGLIO/AGOSTO 2014 (21)

(22) CHIAIA MAGAZINE • LUGLIO/AGOSTO 2014

È fissata per il 26 novembre 2014, presso laChiesa Luterana di Napoli, in via Carlo Poerio 5,la premiazione della sedicesima edizione delconcorso letterario “Una piazza un racconto”.Grazie al grande sforzo organizzativo diLuciana Renzetti - coordinatrice delle attivitàculturali della Comunità Evangelica Luterana diNapoli - saranno presenti i finalisti del premioche giungeranno da tutta Italia. Nel rispetto della tradizione, che prevede uncambio della giuria allo scadere di ognitriennio, in questa edizione 2014 due nuovigiurati si affiancano al gruppo storico dellagiuria formato dal giornalista ed editore MaxDe Francesco, dalla presidente della ComunitàEvangelica Luterana di Napoli RiccardoBacharach e da Christiane Groeben, presidentedel Sinodo Luterano: Maurizio Fiume, regista e

produttore ed Enza Silvestrini, scrittrice edocente. Il tema di quest’anno è stato: «La crisieconomica genera rivolte. Nel lavoro,nell’amore, nelle amicizie. C'è chi preferiscereagire alla precarietà economica e socialestando con gli altri e chi, invece, scegliel'isolamento per ricaricarsi o spegnersi deltutto. Solitudini “gremite” e isolamentirigeneranti».Ai partecipanti è stato chiesto di raccontare lavita di personaggi che cercano di nonsoccombere ai colpi della crisi e riescono adinventarsi un'altra vita o un'altra illusione.Come da consuetudine la società editriceIuppiter Edizioni pubblicherà un libro con imigliori racconti scelti dalla giuria, tra i quali,naturalmente, i tre finalisti del concorso.

ARMANDO YARI SIPORSO

È stato presentato giovedì 3 luglio, pressoil Conservatorio di San Pietro a Majella diNapoli, il libro di Mauro Castaldo (nella foto)“Il Giardino dei Silenziosi” (Iuppiter Edizioni),inchiesta tra storia e provocazione sugli organidelle chiese napoletane. Insieme all’autore -titolare della Cattedra di Organo eComposizione Organistica al Conservatorio diMusica Nicola Sala di Benevento, che hadedicato la maggior parte della propria attivitàconcertistica a valorizzare il patrimonioorganario e la letteratura organistica dell’Italiameridionale -, sono intervenuti Toni Florio,musicista e ricercatore; Anna Maria Robilotta,già titolare della Cattedra di Organo alConservatorio; Giulia Veneziano, responsabiledelle comunicazioni del Conservatorio diNapoli. L'incontro, aperto dall'introduzionedel Commissario del Conservatorio - AchilleMottola - è stato guidato dal musicologoCesare Corsi e poi concluso, in rappresentanzadel Conservatorio, da Dinko Fabris. (a.y.s.)

«Una piazza,un racconto»:

narrare la crisi

IL 26 NOVEMBRE VERRANNO PROCLAMATI I VINCITORI

DELLA XVI EDIZIONE DEL PREMIO DELLA COMUNITÀ LUTERANA

premio

Torna Billy Sacramento. Il personaggio uscitodalla penna dell’attore Yari Gugliucci (nella foto),sarà protagonista di “Secondo Billy Sacramento”,romanzo breve per la collana “Storie” della casaeditrice Iuppiter Edizioni, incentrato sullevicissitudini che può incontrare un attoreitaliano che lavora a Los Angeles. Questa voltaBilly si troverà alle prese con il proprio funerale.Ma non si tratterà del rito funebre di un comunemortale: a presenziare si troverà la folla di amicie curiosi riservata solitamente ai divi. In unlungo memento, apprenderemo l'avventurosastoria di Billy Sacramento e tutti i suoi tentatividi trovare un posto nel caotico mondo di oggi.Quando sembrerà che l’attore abbia raggiunto ilproprio equilibrio, il fato deciderà di travolgere lasua vita, trasformandola in un'icona assoluta.Yari Gugliucci, attore salernitano alla suaseconda opera letteraria, porterà il suoincredibile personaggio in un tour promozionaleche toccherà le principali città italiane dalprossimo settembre. (a.y.s.)

LIBRIDINE

Una tantum desideropartire dal volto del-l’autore e non dallasua pregevole opera:“La mia Napoli”.Partiamo, dunque, daicandidi capelli chescoprono una frontealta e dagli occhiazzurri che non guar-dano ma contempla-no, occhi timidi. Masolo i timidi, qualitàsublime di questitempi, riescono ascomparire per darespazio agli altri; dietrola contemplazione c’èun “oltre” ed è questo“oltre” che pone alcentro l’umanizzazio-ne di una cultura.Le sue splendide foto -settantaquattro im-magini - che la prefa-trice, Renata de Lo-renzo, definisce “unsenso di racconto ericerca di linguaggio”,sono prive di presenzeumane, ma saturedella capacità diresistere allo scorreredel tempo e sonol’omaggio più bello,più sincero alla suaNapoli ed alla suaclassicità. Sì, perchéGiacomo Garzya hafocalizzato nellaclassicità la civiltàdell’uomo, non solo diieri ma di sempre. LaNapoli da lui ritratta èuna splendida donnain attesa del nostrosguardo, è una cittàperfetta: si parte dallafontana dell’Immaco-latella, equilibrata,olimpica, per prose-guire con via Carac-ciolo, porto, piazza delPlebiscito, zona cherichiama la cittàangioina ed aragone-se. Napoli si mostrasenza veli, non ci sonoelementi di disturbo.Lo sguardo di Garzyasi sofferma su Casteldell’Ovo che è oggettodi inquadrature che“ne ripercorrono lestratificazioni archi-tettoniche e politi-che”. Una città fuoridal tempo, dove glispazi delimitati dal-l’architettura sonoreinventati dagli scattidello scrittore fotogra-fo e vivono di vitaparallela. Sono luoghiassoluti, modelli diimmagine: il Vesuvio,sterminatore di unaterra inquieta, i tra-monti ripresi dal corso

Vittorio Emanuele, losplendido velieroAmerigo Vespucci,sembra collegare ilpresente ad un passa-to antico. Garzya con isuoi scatti racconta ilsilenzio e la distanza esembra invitarci adimpegnare la nostracapacità di osserva-zione spaziale, quindidi vita, trasformandole immagini in oggettisu cui meditare. Illavoro si chiude conl’immagine in biancoe nero del “Dio Nilogiacente”, ancora unavolta il riferimento alMediterraneo, l’iden-tità della memoria e lacapacità di penetrarel’anima delle civiltà.

***L’ultimo lavoro diGiacomo Garzya,“Campania Felix”,conferma la finissimaqualità stilistica epsicologica della suascrittura. Al centrodella sua indagine èsempre il paesaggio:mare, porti, città,colline, monti, maquesta volta la meta-fora del viaggio appa-re storica e metafisicainsieme, la tematicatalvolta elegiaca, ipersonaggi scolpiti neltempo. Il poeta, inquesta raccolta, abitaquella sottile frontieratra esperienza vissutadell’io che si fa perso-naggio e la percezionedel mondo con tutto ilsuo malessere ed ilviaggio nella memoriaricostruisce il filomisterioso che legal’amore al dolore. Peril poeta, forse, lamorte è la tarma sullatrama non tessutadalla spola ed alloraquando la memoriaevoca un’immagine,una voce, un sorriso, illamento della cetraavvolge le pieghe delsuo cuore non seppel-lendo il ricordo di unavita persa anzitempo.Chiudo con unacitazione che il profes-sore Eugenio Mazza-rella ha ricordatoessere in quarta dicopertina di Solariadel 1998, il primovolume di versi del-l’autore: “Coloro iquali trovano nellecose belle significatibelli, sono personecolte. Per questi c’èsperanza”, da OscarWilde.

GARZYA, VERSIE VISIONI

Aurora Cacopardo

Occhio di riguardo

LIBRI&LIBRERIE

CASTALDO E «IL GIARDINO DEI SILENZIOSI»

YARI GUGLIUCCI, IL RITORNODI BILLY SACRAMENTO

Anni fa, in uno di quei viaggi di grandearricchimento culturale, che una volta capitava difare dentro questa nostra adorabile città, in unaNapoli non ancora preda di una “muta” diemergenze e di diffusi arrivismi,ebbi la fortuna di conoscere unvivace gruppo di narratrici. Il loromentore era Michele Prisco,l’indimenticato romanziere, ilquale, unendosi a PasqualeNonno - che aveva da pocolasciato la direzione del “Mattino”e si accingeva a fondare ilquotidiano tabloid “La Città”-caratterizzò il suo decisivosostegno alla nuova sfidagiornalistica, con l’apporto diagguerrite “amazzoni”,liberamente scorazzanti, comepoche, nel campo dell’impegnocivile, culturale e narrativo. Allorami toccò curare le pagine di“Società e Costume” che ognisettimana si fregiavano non solodi un magistrale racconto diPrisco, ma anche dei suoiilluminati suggerimenti,soprattutto nell’accompagnarecon impagabile affetto i debutti, gli scritti, iracconti, le note di quel giovanissimo vivaio dinarratrici, unico per passione ed entusiasmo. Inquesto gentile e fecondo vivaio vi era ancheGiuseppina De Rienzo, il cui primo approccio nonfu dei più cordiali per un mio pregiudizio, anzi unmio sospetto. Preceduta da credenziali di oggettivoe straordinario estro, cui si accompagnava unatravolgente e simpatica fisicità di mediterraneabellezza - insomma un accrocco di qualità, troppe,per non vederla circondata da lodi e encomi -pensai di mettere subito in chiaro che sbagliava, sepensava di attendersi una corsia preferenziale.Bastarono però due, tre racconti e il gradimento deilettori de “la Città” fu tale che, in pochi giorni,

Giuseppina saltò ogni “scaletta”, da farla svettare,come meritava, quale indiscussa e seguitissimanarratrice. Mi pare fosse il febbraio del 1996 e quelgradimento trovò ulteriore conferma dalla

concomitante uscita di uno deisuoi primi romanzi: “La pianuradel Circo” (De Agostini Editore),accolto da subito con favore einteresse. Invogliato a leggerlodalla invitante immagine dicopertina della “cavallerizza” diChagall, verificai che tutto quelloche di lusinghiero ci si aspettavada lei, trovava puntuale conferma. Da allora ho seguito da lontano lacavalcata della “cavallerizza”,totalmente spesa a esplorare ilmondo problematico della donnae il rapporto di coppia con uominiamabili spesso però cialtroneschi,insinceri e sleali, un itinerario chenon solo non ha avuto tregua masi è via via misurato e intensificatocon tutti i conflitti, le sofferenze, lesconfitte della modernità. Lascioimmaginarvi il piacere che provonel vedere “Giusy” giunta, pergradi, a meritarsi un posto di

definitivo rilievo nella narrativa italiana, dove ha giàraccolto premi prestigiosi e soprattutto conquistatotanti lettori. E che oggi nell’opera più recente “Ilmare non ha mai viaggiato” (Manni Editore)presenta ispirati racconti dove ogni personaggio,dalla capobarca Concetta al nappista Nicola, parladi una dura esistenzialità circolare, oseremmo direkirkgardiana, di struggente solitudine in questomare immobile ma turbinoso della vita. Questaestate tuffatevi nel suo mare: vi accorgerete dellaprodigiosa valenza del “racconto breve”, capace didire meglio è più di un romanzo, tradito daeccessive tracimazioni.

ALDO DE FRANCESCO

(In alto: G. De Rienzo in un ritratto di Aldo De Francesco)

Avete mai provato quellasensazione di cui parlava Pascoli?Quella in cui il proprio corpoadulto è in realtà prigione di un“fanciullino”, che vede e sente ciòche sfugge agli occhi, riconoscendol’autenticità di ciò che vienetralasciato dalla ratio. Da questasensazione nasce il racconto diSimona Sanseverino “Vedimipiccola - che fine ha fattol’amore”(Iuppiter Edizioni), che sinda bambina osserva con passione ilmondo e le relazioni umane, ma èsempre più convinta di non volereomologarsi agli altri e sostiene con fermezza il suoideale di non vivere a mezz’aria. E, proprio con lasemplicità di una “bambina”, narra quello stessomondo, dominato da una generazione che non

riesce ad adattarsi al cambiamentoe dal virtuale che rende indifferenti ikilometri ma raffredda ognisentimento. La storia di Chiara, laprotagonista, è presentata in ognidettaglio, quasi a voler rendere lesue esperienze esemplari. L’autriceha un occhio rivolto verso il passato,quasi nostalgico, e l’altro indirizzatoverso il presente e il futuro, quasirassegnato, è una critica romanzataverso la crisi dei valori che stiamovivendo. Ciò che Chiara e laSanseverino vogliono dire è chespesso la mondanità, le maschere

pirandelliane, sembrano essere l’unica realtà,eppure entrambe sono convinte che “nella vitaesistano diverse sfumature di grigio”.

MARIANGELA RANIERI

Il marenon ha maiviaggiato

LA SCRITTRICE GIUSEPPINA DE RIENZOHA PUBBLICATO CON MANNI EDITOREUNA CONVINCENTE E APPASSIONATARACCOLTA DI RACCONTI

LIBRI&LIBRERIE

«VEDIMI PICCOLA» E LA VOGLIA DI VOLARE

Franchini, mito e amorenel romanzo «Korallion»

Un pomeriggioafoso e un’agoràdeserta. Un vec-chio citaredopizzica le cordedel suo strumento.Qualcuno lo pregadi prestare ancorauna volta la vocestanca al canto diuna storia sepoltasolo nella suamemoria. Sottol’afa, un raccontodi spade e diamori, di tradimenti e di sospiri, riempie gliangoli vuoti della piazza. È una scena quasicinematografica ad aprire “Korallion”, roman-zo di Fiorella Franchini, napoletana, giornali-sta e scrittrice, pubblicato da Kairòs Edizioni.Basta poco a catapultare il lettore nel passato,precisamente nel VI secolo a.C., tra la vivacitàdelle poleis greche e i sussurri del mito, tra gliechi di battaglie lontane e gli aruspici, le predi-zioni e gli inganni. A cominciare da titolo ecopertina, da quella fanciulla in tunica biancae capelli raccolti che guarda il mare malinconi-ca. Il racconto del vecchio citaredo piazza illettore nel bel mezzo di una tempesta. Duenavi, sbattute dal mare gonfio, e i capricci delleonde. Dalla prima, un salvataggio: l’equipaggiopesca dall’acqua Leucosia, fanciulla greca dalcanto divino, che viene scambiata per unaninfa. Sulla seconda nave Rasna, principeetrusco, “capelli albini e gli occhi come il cielo”che ha abbandonato gli intrighi di palazzo peril mare e la battaglia, guarda la sua nave di-strutta e i compagni di viaggio feriti. L’approdoè comune: Parthenope, città di pescatori,donne prosperose e piccole abitazioni, messesu con pietre e fango. Città dal “clima dolce egente generosa”, in cui “il fetore degli animalisi mischiava al profumo delle spezie, all’aromadell’incenso, agli odori delle cucine”. Da lì, daquell’episodio burrascoso, l’autrice racconta,in 135 pagine, la storia carica di pathos di unpopolo che non ha avuto paura di sfidare glidei e del furto sacrilego di un tesoro. Ma so-prattutto di come la città vecchia viene rim-piazzata da quella nuova. In “Korallion” èprotagonista anche Parthenope, il nucleoprimitivo della città di Napoli. Lo è Parthènos,la sirena che tentò di ammaliare Ulisse e che acausa del suo rifiuto si lasciò morire sullesponde dell’isola Megaride, proprio di frontealla città. Lo sono i Campi Ardenti, meglio notiCampi Flegrei, minaccia a orologeria chescuote la terra con fenomeni vulcanici, ancoraoggi in atto. Gli uomini del romanzo ne hannoun assaggio già dai capitoli iniziali. “Avvertiro-no un tremore sotto i piedi, esalazioni puzzo-lenti impregnarono l’aria immobile, scossa daboati lontani”. È l’ira degli dei, dirà un’indovi-na a Leucosia. Ma la città, pensano tutti, è alsicuro, niente è una minaccia finché “le spogliedi Parthènos riposeranno tranquille”. Letteratura e sonorità greche trasudano daogni pagina del romanzo. L’omaggio a quellacultura, Fiorella Franchini lo spalma anchenell’apertura dei capitoli, impreziosita da versidi poeti come Saffo, Alceo, Eraclito, Parmenide,Pindaro, che così bene hanno dipinto i sussultidel cuore, del mare, del tempo. Gli amorisfortunati, ostacolati dal fato e dagli uomini,puntellano, dai loro secoli, la letteratura di ognitempo. Korallion è anche questo. Una storiad’amore. E il finale, denso come le temperaturedella mitologia, graffia in parte il cuore di chi,come sempre accade, vi aveva visto specchiatose stesso, e sospirato dello stesso dolore.

LIVIA IANNOTTA

CHIAIA MAGAZINE • LUGLIO/AGOSTO 2014 (23)

IL MARENON HA MAI VIAGGIATO

Giuseppina De RienzoManni Editore

150 pagine

LIBRI&LIBRERIE

Da quando esiste l’Uomo le cala-mità naturali non solo ne hanno deter-minato e influenzato comportamenti ecredenze - dettati da un senso diimpotenza verso fenomeni spessoinspiegabili, e quindiaffrontabili se nonattraverso la suppli-cante speranza ditrascendente interces-sione - ma ne hannoquasi sempre segnatoil destino. Se questoperò è stato il limitemaggiore delle societàprimitive, poi evolute-si grazie a conquiste escoperte scientifichedi vario segno, capacidi renderlo menodrammatico neibilanci, bisogna direche il limite maggioreodierno - perché no,chiamiamolo com’èpiù giusto e onestofarlo - la calamità

permanente è ormai rappresentata daun potere economico mondiale. Sel-vaggio e ingordo, globale, invisibile neisuoi infidi meccanismi ma visibile, etanto, nei suoi esiti nefasti. Vedi le

traversie europee delquotidano “spread”.Se è vero però che datempo è scattatal’allerta, stavolta,bisogna anche dire chel’offensiva controquesto potere predato-rio comincia ad esserepiù articolata e concre-ta, lo dimostra, tra glialtri, anche il decisivocontributo di studi, diesperienza e di origi-nali apporti intuitiviraccolti da EmiddioNovi (nella foto in alto)nel saggio: “La dittatu-ra dei banchieri .L’economia usuraia,l’eclissi della demo-crazia, la ribellione

populista (Controcorrente). Un titolomolto significativo e mirato sui bersa-gli da colpire e della sfida epocale daaffrontare. Che deve misurarsi con unarete di potere spregiudicata, la“turbofinanza”, avanzante su tutti i fronti,molto attenta a spremere le nazionipiù indifese e vulnerabili, a maggiorragione quando sono attaccate dainsidiose, speculative trappole finan-ziarie. A differenza di chi, pur dicendoverità coraggiose, spesso è portato astemperarne gli impatti reali, in questosaggio non ci sono né indulgenze néammiccamenti: il nemico che usa armicon il silenziatore, metafora di metodisubdoli e difficili per ottenere ad ognicosto il controllo dell’ economia, vatrattato per quello che è: una banda. Diqui la implacabile denuncia della retecapillare e diffusa, che lo sostiene eagisce a vari livelli e in contesti, unavolta intoccabili ma ora denunciabili:dall’Onu alle Ong , dalle burocraziedella Comunità Europea a quelle delfondo Monetario Internazionale. Novi,giornalista refrattario alle mordacchie

di ipocrisia e di grande impegno civile,praticato nella militanza professionalee da parlamentare nel corso di operoselegislature, oltre a elencare i metodi, lespregiudicatezze di questi sistemi, fanomi e cognomi di personaggi, dipolitici, di sigle internazionali che,dietro lo scudo di un terzomondismolegalitario, sono chiaramente al servi-zio di questo contagioso e appestantesistema, esteso a tutto il pianeta. Qualeil valore originale di quest’opera? È chementre molti altri saggi studiano ilfenomeno della “turbo finanza”, paghisoltanto della denuncia, e fatalistica-mente proni nell’accettarlo, Novi fa delsuo contributo saggistico una sorta ditesto didattico, in cui si indica comearginare e debellare questa peste:respingere cioè la contagiosa aggres-sione alla coesione interna degli statinazione e quella esterna dell’eurozo-na. E come diffidare dei vecchi e nuovi“danaos” da Monti a Merkel, cherestano tali, anche quando “portanodoni”.

ALDO DE FRANCESCO

Emiddio Novicontro la

turbo finanza

IL GIORNALISTA E POLITICO NAPOLETANO CON “LA DITTATURA

DEI BANCHIERI” INCHIODA I NEMICI DELL’ITALIA

LA DITTATURADEI BANCHIERIdi Emiddio Novi

Controcorrente Editore240 pagine

(24) CHIAIA MAGAZINE • LUGLIO/AGOSTO 2014

CHIAIA MAGAZINE •LUGLIO/AGOSTO 2014 (25)

LIBRI&LIBRERIE

Ripercorrendo dettagliatamentela storia dell’Unità d’Italia e difen-dendo le ragioni storiche di unMeridione fiero e consapevole, ilsaggio storico Supersud - Quandoeravamo primi (Iuppiter Edizioni,2011) del giornalista e scrittoreMimmo Della Corte, dopo il succes-so editoriale diventa ora opera lirica:una cantata.Mercoledì 2 Luglio a Napoli, pressoil Circolo Ufficiali di Piazza delPlebiscito (nella foto in alto), si ètenuta infatti la prima de “La Canta-ta di Supersud”, l’opera musicalecomposta dal maestro GiancarloAmorelli ed eseguita dal tenoreSaverio Stornaiuolo, duo di afferma-ti artisti ed esperti del Settecentomusicale napoletano, entrambi conuna lunga esperienza presso il Tea-

tro San Carlo. Tra gli invitatiall’evento, oltre all’autore, il consi-gliere regionale Luciano Schifone e igiornalisti Claudio Tedeschi e Mari-licia Salvia, mentre a fare gli onori dicasa e ad introdurre la serata ci hapensato il Ten. Col. Saverio Grassodel Circolo Ufficiali, cedendo poi lascena alla potente voce dello Storna-iuolo e allo stile barocco della canta-ta. L’originalità della messa in musi-ca e dell’interpretazione del testo diDella Corte, i giochi di tonalità,l’alternanza d’intervalli e motivi concui il maestro Amorelli fa incontraredifferenti generi e strumenti del-l’epoca, hanno la capacità di risvela-re la nostra storia, quella ricchissimae costellata di primati del Regno diNapoli, attraverso le tante culture emusiche assimilate nei secoli, in un

intreccio storico-musicale frutto diciaccone e passacaglie spagnole,dies irae e canto gregoriano, facendorivivere al pubblico sensazioni epassioni del popolo del Sud, domi-nato prima di tutti dal proprio orgo-glio.Lo stesso che permette finalmentedi far riemergere le altre verità su diuna terra e un popolo ormai prontialla riabilitazione, il bisogno diraccontare e ragionare sulla verastoria del processo unitario, elimi-nando ogni forma di retorica, rico-noscendo tutte le forze che hannoconcorso alla crescita dell’Italiaintera: “Non si illuda il Nord chesarebbe diventato quello che è oggi.Anche il Sud ha dato, e non poco”,mette in chiaro l’autore nella pre-messa al testo.

La seconda parte del saggio di DellaCorte è invece incentrata sulla storiadella stampa meridionale, dal 1631ad oggi, vicende per lo più scono-sciute sul vivo panorama editorialepartenopeo, a testimoniare la pre-senza di un ceto borghese all’epocamarginale ma tutt’altro che passivo.Con l’orgoglio e la dignità di recupe-rare un passato di gloria, senzarimpianti e lontano da nostalgie efacili revanscismi, l’autore, espertodi questioni meridionali, ha dunquedescritto i primati di un Sud che siriscopre primo e non può più crede-re alla menzogna storica, un Sud checonta le opportunità negate e ledisparità di trattamento subite inuna perenne assenza di progettuali-tà. Cos’è il Mezzogiorno? Cosa vo-gliamo che sia?

Musicarela storiadel Sud

PRESENTATA AL CIRCOLO UFFICIALIL’OPERA LIRICA COMPOSTA DAL

MAESTRO AMORELLI ISPIRATAAL SAGGIO STORICO «SUPERSUD»

evento

Un libro che parla dilibri. Di scrittura. Diparole e di pagine inmovimento. Di duedonne che hannotanto da dirsi e daraccontare. Si intitola“Come se non fossesuccesso niente”l’ultimo romanzo diDiego Nuzzo, pubbli-cato da Rogiosi edito-re. Architetto, musici-sta, scrittore, anima-tore della culturanapoletana, DiegoNuzzo, classe 1966,

dopo aver esordito inletteratura con “I silen-zi abitati delle case”,torna in libreria con undelicato affresco narra-tivo, in cui protagonisti,più che i personaggistessi, diventano i librie la scrittura, le edizionidi pregio e i volumiaffidati al mondo sulleali metropolitane delbookcrossing. Terminecol quale si indica lapratica di disseminarecopie di libri in unambiente urbano o

naturale. Che sia la panchina di unparco o il posto libero in metropolita-na, l’intento è quello di far “viaggiare”la scrittura, affinché possa essere lettada altri occhi, “toccata” da altre mani,rendendo il mondo una immensabiblioteca a cielo aperto. “Come senon fosse successo niente” è un librosui libri, ambientato in una preziosalibreria gestita da due donne. Una piccola fortezza da custodire,proteggere. Come quel Penguin Cafè,eclettico ritrovo per appassionati divini di pregio, libri, musica e teatro,che l’autore gestisce, a Napoli, daoltre sei anni.

LIVIA IANNOTTA

La voceinfinitadei libri

SUCCESSO DEL ROMANZO DI DIEGO NUZZO «COME SE NON

FOSSE SUCCESSO NIENTE»PUBBLICATO DA ROGIOSI

Novità

RENATO ROCCOCentododici pagine dicalembour e altri giochi diparole. L’ultimo libro diRenato Rocco (nella foto)“Comme facettemammeta” (HomoScrivens) è un viaggioironico tra canzoni eproverbi napoletani. Unacarrellata di “appuntisemiseri di antropologiaculturale”, come recita ilsottotitolo, che portano illettore nelle controverse, espesso fraintese, millesfaccettature della realtànapoletana. Le canzonitradizionali, i testi deigrandi poeti partenopeidell’Ottocento, i proverbi

della cultura popolare,sono liberati dai luoghicomuni e dalla retorica,per regalare uno spaccatonon solo esilarante, maanche pieno di arguzia eprofondità. Renato Rocco,docente di PsicologiaSociale presso l’Istitutosuperiore di Sociologia diNapoli, già autore di “Ildoppio giogo”(Savarese,

2002), “Colmo di fulmine”(Edizioni del Delfino, 2003)e del recente “Il motto cheparla” (Savarese, 2012),dissacra, senza irridere, unpezzo della storia letterariapopolare della propriacittà, per portare il lettoread osservare questomondo da una prospettivainsolita e differente.L’arma usata è la parodia,lo scopo da raggiungere è ilsorriso, il fine ultimo:“smascherare” la Napoliirreale(e forse inesistente)che si cela dietro quellaradicalmente impressanell’immaginariocollettivo.

IGNAZIO SORIANO

FEDERICO TOMEOGenere letterario tra i piùapprezzati e diffusi,l’aforisma è un eserciziodi stile caro a molti autori.Dai nostri Flaiano eLonganesi, ad Oscar Wilde(nella foto), senza contarei grandi autori latini, inmolti hanno praticatol’arte della locuzionebreve. Riportiamo, diseguito, alcuni aforismidel professore FedericoTomeo. Semplici pillole disaggezza cherappresentano un aiutoprezioso per affrontare ipensieri della complessaed articolata quotidianità.«Enti inutili: il problema è

che sono utili a tanti». «Ladonna: non è creativa, èprocreativa...e, a volte,ricreativa». «CNEL:Organo consultivo, maiconsultato da nessuno».«Draghi: I conti sirisanano con i tagli allespese...degli altri».«Tangentopoli Expo: comeprima, più di prima».

AURORA CACOPARDO

Ignazio Soriano

SOCIETÀ&COSTUME

Napoli capitale del ritmoe delle sonorità latino-ame-ricane per un giorno. Grandesuccesso per la terza edizio-ne del “Napoli Salsa Festi-val”, l’evento che ha permes-so alle migliori scuole diballo della Campania diesibirsi in una serata all’in-segna del divertimento ericca di iniziative, che Cittàdella Scienza ha ospitato il27 giugno scorso. L’eventonasce da un’idea del mae-stro Ciro Ammendola e diGiorgio Longobardo, acco-munati dal desiderio diassociare al territorio cam-pano il mondo caraibico.«Napoli Salsa Festival -spiegano gli organizzatori - ènato tre anni fa dalla nostrapassione per la salsa e ledanze latino-americane.Abbiamo pensato ad unaserata coinvolgente, perlegare Napoli a queste sono-rità. Quest’anno hannopartecipato venti tra lemigliori scuole di ballo delterritorio. Senza dubbio inCampania il nostro è l’even-to più importante per chiama l’arte della salsa».Dopo l’incendio di un annofa il polo scientifico d’eccel-lenza, grazie al patrociniodella X Municipalità delComune di Napoli, si è

aperta così al ballo e allamusica, in un’atmosferatrascinante e coinvolgente.«Abbiamo pensato ad unalocation che possa gridareforte il messaggio di lotta, aritmo di musica, contro chivuole distruggere la culturadi Napoli e della Campania -hanno aggiunto Ammendolae Longobardo - È passatopiù di un anno dall’incendioche l’ha in parte distrutta, eoggi Città della Scienza sianima grazie al ballo, allamusica e alle prestigiosescuole che si mettono allaprova in pista». Nel “NapoliSalsa Festival”, le danzecaraibiche diventano, infatti,anche motore di rivalutazio-ne e riqualificazione delterritorio, lanciando unmessaggio di rinascita trami-te un’arte gioiosa e passio-nale come la danza. Ripulirel’immagine troppo spessocompromessa del territorio,è dunque il messaggio che, aritmo di salsa, i ballerinihanno voluto lanciare. Giànel 2012, infatti, la manife-stazione è stata ospitata daun luogo simbolo dellaricostruzione della zonaflegrea: l’auditorium di Portadel Parco a Bagnoli. Dueuniversi culturali apparente-mente lontani, quello parte-nopeo e quello delle danzecaraibiche, che in questa

occasione, si intreccianorendendo il Sud d’Italia unnuovo centro di divulgazio-ne del ballo e del folklorelatino-americani. Tanto cheil “Napoli Salsa Festival”, inappena due anni dalla suacreazione, è già diventatouna realtà radicata sul terri-torio, capace di attrarreballerini (professionisti enon), uniti da passione e edimpegno, intenzionati amostrare quanto il ballo e lasalsa possano contribuire albenessere personale. Lakermesse ha visto i tantipartecipanti chiamati araduno, mettersi alla provanello stage tenuto da dueballerini del calibro di JuanMatos e Barbara Jimenez.La serata è proseguita poi, inuna Sala Newton gremita,con una carrellata di esibi-zioni che ha visto protagoni-se tutte le scuole accorse. Aseguire, la Galleria Centraleha ospitato l’attesissimo“Gran Galà della Salsa espettacoli”. L’evento, patro-cinato dal Comune, dallaProvincia, dal Coni e dalCsen Danze Campania, hapuntato soprattutto a ricor-dare che nel ballo, così comenella vita di tutti i giorni, aldi là dei movimenti predefi-niti, sono la fantasia delsingolo e l’improvvisazionele armi del successo.

Successo della terzaedizione del «NapoliSalsa Festival» inuna Città dellaScienza danzante egremita. Pubblicoconquistato daiballeriniinternazionali JuanMatos e BarbaraJimenez

Napoli SalsaFestival, il

ritmo è qui

Livia Iannotta

Dopo i grandi successi diquesti anni, da Porto Cervo a“Moda Mare Firenze”, fino allesfilate sulle spiagge dell’Adria-tico, ritorna sulle passerelle diPosillipo la moda mare delbrand “Winna Beachwear”dello stilista napoletanoMaurizio Esposito. In un’at-mosfera da mille e una notte,al Virgilio Sporting Club, lapresentazione della nuovacollezione è stata un vero eproprio “Fashion SummerShow”, all’insegna di moda,musica, ballo e intrattenimen-

to. Tanti i presenti: modelle,noti artisti, giornalisti e im-prenditori. «La nuova collezio-ne - afferma Esposito - è unalinea creata per una donnaelegante e femminile. I nostricapi sono unici per qualità epregiatezza dei tessuti, concuciture sartoriali e ricamifatti a mano, secondo l’anticatradizione artigianale napole-tana». Fascino, glamour, colorivivaci. Modelli sempre più ditendenza, per uno stile sem-plice, ma ricercato.

FABIO TEMPESTA

Stile e show con Winna Beachwear

Enzo Decaro nel cortoprodotto da Iuppiter Film

Al via la produzione targataIuppiter Film dell’opera delregista e sceneggiatore saler-nitano Andrea D’Ambrosio,già autore di documentari didenuncia tra cui BiùtifulCauntri, che stavolta con ilcortometraggio “I frutti dellavoro” vuole raccontare lastoria di Carlo, che tornato inpaese per insegnare in unascuola elementare, si affezio-nerà al piccolo Dario, vivacee sensibile bambino al cuipadre accade un grave inci-dente sul lavoro. Nel ruolodel protagonista ci sarà EnzoDecaro (nella foto), il famosoattore porticese con unacarriera spesa tra cinema,teatro e televisione, mentre lavera novità sarà l’esordiocinematografico nel ruolo diDario del napoletano Ga-briele D’Aquino, che a noveanni può vantarne già quat-tro di esperienza in teatrooltre ad una partecipazioneal Napoli Teatro Festival. Uncast di qualità dal qualecitiamo ancora gli attoriAlberto Franco, UmbertoIervolino ed Eva Immediato.Prodotta dalla società Iuppi-ter Group, che dopo il campodell’editoria e della comuni-cazione con questo cortoesordisce in quello cinema-tografico con il marchioIuppiter Film, l’opera si poneun doppio fine, quello disensibilizzare istituzioni e

opinione pubblica sul delica-to tema delle morti bianche edella sicurezza sul lavoro maanche di mostrare le bellezzee i tesori del Golfo di Polica-stro. Avvalendosi del deter-minante sostegno dell’INAILe dell’Università di Salerno,dei contributi del ParcoNazionale del Cilento, Vallodi Diano e Alburni, dellaBanca di Credito Cooperati-vo del Cilento e Lucania Sud,della Consac Gestioni Idri-che, e del patrocinio delComune di Vibonati, laproduzione, che ha già incantiere un docufilm sui beniconfiscati, e il regista D’Am-brosio, che tornerà presto sulset con il film “2 euro l’ora”,hanno scelto come location ilborgo salernitano di Vibonatisia per l’innato “talento”paesaggistico, sia per il pre-zioso intervento del consi-gliere comunale ManuelBorrelli, che è riuscito, conpassione e professionalità, arenderne possibile la realiz-zazione. E grazie all’interes-samento di enti pubblici e agià avviate sinergie conassociazioni e centri di ag-gregazione, l’opera avrà unrespiro nazionale con lapartecipazione a festival edeventi dedicati a tematichesociali, con l’obiettivo dipromuovere il lavoro sicuro,per goderne i frutti.

IGNAZIO SORIANO

(26) CHIAIA MAGAZINE • LUGLIO/AGOSTO 2014

SANCARLUCCIO, NUOVA STAGIONE

TEATRO

uando chiude un teatro, unpo’ come una libreria o unvecchio cinema, non è maibuon segno. Sarà per questoche quando invece un teatro,una libreria o un vecchiocinema riaprono, la gioia èmoltiplicata per dieci. Il teatroSancarluccio di via San Pa-squale a Chiaia era morto.Chiusi i battenti. Fine, laparola che non doveva esseremai scritta sul copione. Poi,inaspettatamente, il 25 di-cembre scorso, Napoli hascartato il regalo più bello: ilSancarluccio ha spalancato dinuovo le porte alla città. La storia del piccolo palcosce-nico inizia nel 1972, quandoFranco Nico e Pina Cipriani,volti di punta del settoreartistico napoletano, piantanonel cuore del quartiere chicun teatro di nicchia, unapostazione da cui punzec-

chiare la società, lanciareinput corrosivi mascherati diironia. Fare sperimentazioneartistica anche all’ombra delVesuvio. Ci sono riusciti. E,ancora oggi, oltrepassandol’ingresso al piano terra delprimo palazzo liberty diNapoli, dove da uno spazioespositivo di mobili antichi èstato ricavato un teatro, sem-bra di sentirle le voci di chi suquel palcoscenico si è fatto leossa. Roberto Benigni (primoeccellente scritturato), ToniServillo, il trio La Smorfia, conquel Massimo Troisi, timido eun po’ impacciato, che muovei primi passi accanto ai duecompagni Lello Arena e EnzoDecaro. E poi Leopoldo Ma-stelloni, Renato Carpentieri,Silvio Orlando, Enzo Moscato,Annibale Roncello. Senzadimenticare i Cabarinieri,popolare gruppo di cabaretdegli anni ’70 che del Sancar-luccio fece il proprio nido.Fino a quando, vent’annidopo, nella storica sala aridosso di via dei Mille hannomesso radici la crisi e i contihanno cominciato a boccheg-giare. Non si riuscì ad impedi-re la chiusura. La polemicatenne banco, per poi infiam-marsi quando si pensò di

sostituire le stanze vuote delSancarluccio con un un par-cheggio o, peggio, centrocommerciale. In quel periodo,era facile scovare gli oggettid’arredamento del teatro invendita su internet. Pezzi dicultura messi all’asta, il teatroche si sgretolava sotto gliocchi, spesso noncuranti,della città. Ma il Sancarluccioce l’ha fatta. È rinato dalleceneri. E, grazie alla neogestione di Bruno Tabacchini,noto produttore e autore,insieme alla società di produ-zione spettacolare “Suoni escene”, ha trovato nuova linfa,rinsaldando la vocazioneoriginaria. Quella che gliimpressero quarant’anni faFranco Nico e Pina Cipriani.Oggi il Nuovo Sancarlucciopropone al pubblico una lineaartistica focalizzata sullascrittura comica d’autore,dando spazio ai più significa-tivi interpreti della scenateatrale napoletana, emergen-ti e non. Lo si intuisce dalcartellone degli spettacolidella nuova stagione 2014-2015, che prende il via il 9ottobre. Sedici pièces, cheabbracceranno il teatro fino al26 aprile 2015. A debuttare,Peppe Miale con “Juve-Napoli

1-3”, scritto da Maurizio deGiovanni e diretto da Massi-mo De Matteo, che racconta ildestino di quattro tifosi napo-letani in trasferta nella cittàdella Fiat. Si prosegue con“Chiedetelo a Pappagone”,con Stefano Sarcinelli e Nan-do Paone e “Ti amo, sei perfet-to, ora cambia”, musical dacamera per un’ironica analisidei rapporti di coppia di Joe diPietro e Jimmy Roberts, adat-tato da Pietro Di Blasio. Aseguire, ritratti femminili evoci di donne con NunziaSchiano in scena con “Fem-mene”, di Myriam Lattanzio,per la regia di Niko Micci. Eancora: Antonella Stefanucciin “Cavalla pazza...ormai altrotto”; Massimo Andrei in“Un pop antico”; Yulia Mayar-chuk in “Stressati”; MassimoMasiello in “Gli amici se nevanno - Le note ineguali diUmberto Bindi”; Gea Martirein “Vulio”; Agostino Chium-mariello in “Tonino Napoli:zero a zero”; Rimbamband,gruppo di cinque musicisti in“Il sol ci ha dato alla testa”;Rosa De Cicco in “Almostfamous”; Rosalia Porcaro in“Donne”; Patrizia Spinosi in“Passioni in cantate”. Torna,poi, dal 25 dicembre al 6

gennaio, la comicità urticantede I Virtuosi di San Martino,che trapiantano al Sancarluc-cio il loro repertorio tra caba-ret d’autore e teatro canzone.Mentre dal 26 febbraio al 1marzo, il piccolo teatro omag-gia Troisi con Anna Pavignanoin “Da domani mi alzo tardi”. Tante anche le attività fuoricartellone: il teatro sarà vivosette giorni su sette. Tra que-ste, “Silvia e i suoi colori”,nell’ambito del Teatro dellalegalità: spettacolo in ricordodi Silvia Ruotolo, vittimainnocente della criminalità;“Teatro e psicoanalisi”, pro-getto di approfondimentopsicologico dei personaggi acura della dottoressa AlessiaPagliaro e la seconda edizionedi “Tutto il mondo è palcosce-nico”, rassegna sul teatroshakespeariano. Spazio anchealla didattica con il laborato-rio “Le pecore nere” a cura diSergio Marra e la scuola diteatro di Massimiliano Cata-liotti e Gianmarco Cesario, cuiè affidata anche la direzioneartistica di “Sancarluccio Off -Teatro senza sipario”, serie dirappresentazioni off chesaranno votate da una giuriadi critici e “61RL5”, rassegnadi teatro al femminile.

Passionecoerente

Dopo un momento dicrisi, maun’incoraggiante2014, il teatroSancarluccioriprende in toto lasua attività nellapromozione dell’artee della cultura aNapoli. Ricco ilcartellone deglispettacoli per lanuova stagione.Atteso il ritorno de IVirtuosi di SanMartino che, dopo “Capitonicoraggiosi”,porteranno ancora inscena la lorourticante comicità.

Q

SGUARDI LONTANI

Alla parete del glorioso circolonautico Rari Nantes fa bella mo-stra di sé una targa che ricorda ungrandissimo campione: «Allamemoria dell’indimenticabileinventore della “beduina” chediede all’Italia tutta il 1° oro olim-pico del 1948. Grazie, Gildo Arenae scusaci il ritardo. Piano di Sor-rento. Il Presidente della U.N.V.S.(Unione Nazionale Veterani delloSport), 26 febbraio 2005». Gildo(Ermenegildo) Arena è ricordatoper essere stato uno dei più fortigiocatori nella pallanuoto ed a luiè accreditata l'invenzione del tirodetto "beduina" - l’equivalentedella rovesciata nel calcio - gestotecnico che si effettua spalle allaporta scagliando la palla dal bassoin alto verso la rete avversaria. Pereseguire questo tiro, bisognaafferrare la palla bloccandola tra ilpalmo e il polso e compiere unmovimento di novanta gradi versodestra durante il quale si lascia lapalla. Con la nazionale italiana dipallanuoto maschile vinse i primititoli internazionali dello sportacquatico italiano e divenne cam-pione europeo nel 1947 a Monte-carlo e campione olimpico aiGiochi di Londra 1948. La squadradella Rari, assunti i colori bianco-celesti, fu subito una squadra diassi che vinse cinque scudetti:1939, 1941, 1942, 1949, 1950. Unasquadra di matti e di virtuosid'acqua che vantava tre impareg-giabili campioni: Pasquale Buono-core, portiere e uomo di mondo;

Emilio Bulgarelli, difensore insu-perabile e, appunto, Gildo Arena, illuciano (alloggiava infatti nell’al-bergo Teresita in via Santa Lucia,di proprietà della famiglia Sorren-tino). Erano tempi di sport puro egrandi passioni, il danaro nonancora aveva invaso la vita deicelebrati campioni di oggi. Infiniti sono gli aneddoti sul fanta-stico team: una volta che la Rariandò in tournée a Tunisi, su unanave della Flotta Grimaldi, con laquale Mimì Grimaldi (uno deigiocatori) non aveva niente a chefare, la squadra fu invitata a unricevimento dal console francese.Questi, credendo che Mimì fosse ilproprietario della flotta omonima,gli chiese: "Vous étes l'armateurGrimaldì?". E Mimì rispose: "No. Jene suis pas l'armateur. Je suisl'amateur". Fu lo stesso Mimì adinventare la definizione di "sette-bello”: fece inserire al posto degli"ori" del sette di denari le facce deisette giocatori della Rari Nantes.Agli inizi degli anni CinquantaGildo Arena compì il tradimentodi passare alla Canottieri Napoli incambio di una "Fiat 500”. Il trasfe-rimento gli assegnò il titolo di"core 'ngrato" dello sport napole-tano. Dopo altre esperienze sporti-ve, cessata l'attività agonistica, siritrovò in condizioni economicheprecarie e visse grazie agli aiuti dibenefattori. Il leggendario cam-pione finì vicino al mare, in unavilletta di Castelvolturno, solo e inmiseria, basco scozzese e pigiamaverde, i ricordi logorati dall’Alzhei-mer. Un merlo, due pettirossi,quattro criceti e una cagnolinacome compagni di viaggio.

GILDO ARENA, ILCAMPIONE SOLO

Francesco Iodice

Livia Iannotta

CHIAIA MAGAZINE • LUGLIO/AGOSTO 2014 (27)

LAPILLI

La passione per lamusica scoppiata, quasiper caso, ad un concertodegli Stadio e poi noveanni di studio del propriostrumento insieme almaestro Gianluca Bru-gnano. Questo il back-ground di LudovicaMuratgia, batteristanapoletana emergenteche coltiva l’ambizionedi suonare insieme aigruppi più importanti delpanorama musicalenazionale. Già compo-nente del trio blues/jazz“Ammuìne”, attualmente

batterista del gruppo“Vittoria e le malelin-gue”, con il quale staregistrando il primodisco di inediti in uscita asettembre, LudovicaMuratgia racconta l’en-tusiasmo e le difficoltàdel suo percorso artisti-co. «Non potrò mai di-menticare l’emozione delprimo concerto a cui hoassistito con mio padre:la cassa della batteria, ilrullante, i piatti, un groo-ve pazzesco…che mispinse, immediatamente,a chiedere di penderelezioni di batteria».Come è nata poi l’espe-

rienza dell’ “Ammuìnetrio” con il quale hainiziato a girare i localidella Campania?«Tutto è iniziato perchého una mia sala prove edun mio studio di registra-zione, il “MonkeySound”.Il chitarrista MarianoLieto venne in sala con larichiesta di un batterista,io mi proposi e tuttoiniziò quando trovammoGiulia Mazzeo, la nostrabassista. Dopo un annodi prove esordimmo conla nostra prima tournè».Terminata l’esperienzacon il trio ha iniziato unnuovo percorso con ilgruppo “Vittoria e lemalelingue”. Con qualidifficoltà?«Purtroppo la situazione

musicale a Napoli non èdelle migliori. Molti localinon valutano la musicache proponi, ma soloquanta gente porti alleserate e questo influisceanche sulla paga delgruppo: "non hai portatogente, quindi ti pago dimeno". Così funziona.Questo condiziona lapossibilità di vivereliberamente la propriacittà a livello musicale edè triste per chi, come me,fa musica per passioneaccorgersi che spesso lamusica non venga capita,ma solo utilizzata. Nono-stante questo andiamoavanti e a settembreuscirà il nostro primovideo che pubblichere-mo sul portale Youtube».

«Se crei con il cuore quasi tuttofunziona, se crei con la mente quasiniente”. In questo aforisma Paola DelPrete, trentenne disegnatrice napole-tana, racchiude il suo mondo. E, dalsuo universo di china ed acquerelli,racconta come una passione perl’arte si sia potuta trasformare in unlavoro. “Per me disegnare non è maistato un semplice desiderio, quantopiuttosto una necessità. Ho semprepensato che fosse la mia strada ed èsempre stato un gesto naturale comerespirare. A scuola, per imparare lepoesie, le disegnavo e, per memoriz-zare i termini tecnici al liceo, compo-nevo dei piccoli rebus, che poi com-prendevo solo io». Così Paola DelPrete introduce la sua professione.Lei si è laureata in Conservazionedei Beni Culturali al Suor OrsolaBenincasa ed ha poi approfondito isuoi studi sulla grafica e sul fumet-to. Quanto di questa forma d’arte ètalento e quanto invece è frutto distudio e perfezionamento?«Il talento è quella marcia in più cheti deve spingere a intraprendere unpercorso tanto impervio, ma ritengoche lo studio “matto e disperatissi-

mo” sia alla base di qualsiasi profes-sione. Ho dedicato ogni mia sceltaintellettuale al perfezionamentodelle mie capacità, di giorno studia-vo e nelle pause disegnavo, facevoritratti e caricature ai professori».Perché allora non ha scelto l’Acca-

demia?«Semplicemente, al tempo, credevofosse fondamentale forgiare la miaforma mentis piuttosto che la capa-

cità manuale che, solo più tardi, horealizzato essere un supporto impor-tantissimo. Trovandomi davanti a unbivio ho deciso che sarebbe stato piùefficace imparare ad analizzare edecodificare lo schema dietro unacomposizione, riconoscere un tipo dichiaroscuro o un autore a colpod’occhio. Poi ho compreso quantofosse importante conoscere concre-tamente anche le tecniche artistiche

in senso più materiale e vi ho postorimedio».Molte ragazze e ragazzi sognano diintraprendere questa carriera. Checonsigli si sente di dare loro? «Spiegherei semplicemente che nonè un gioco. Per fare fumetto bisognaconoscere l’anatomia, la prospettiva,bisogna saper disegnare di tutto,bisogna conoscere la chimica deimateriali, saper osservare, saperdisegnare in modo realistico, per poiimparare a sintetizzare le forme inmodo che appaiano concrete. E tuttoquesto in funzione della narrazione:credere di poter fare fumetto senzaaver studiato tutto questo e senzauna formazione artistica di base ècome voler diventare campione delmondo di pugilato senza aver maidato un pugno al sacco. Per impararetutto questo ed allenare la mente adelaborare e concretizzare tutto ciò adalti livelli ci vuole tanto tempo equesto solo per la formazione. Poidevi convincere qualche editore apubblicarti. E non esistono libri chespieghino come costruire un portfo-lio».

ARMANDO YARI SIPORSO

Paola Del Prete, un sogno chiamato manga

TALENTI. L’AMORE PER LA MUSICA, LA VOGLIADI SUONARE, L’EMOZIONE DEL PRIMO CONCERTO

Muratgia, una vita da batterista

Terni&Favole. Fa un caldo maledetto e allatabaccheria Postiglione, a Largo Ferrandina aChiaia, c’è un via vai di gente. Due gli argomentiche tengono banco: la vacanza e la crisi economica.Stando ai rumors, quest’anno la tendenza è vacanzesì, ma a prezzi contenuti. Intanto la fila per unagiocatina al lotto o per acquistare un “Turista persempre” è rumorosa e accaldata. AlbertoPostiglione, dalla sua postazione della fortunalancia un treno di combinazioni estive: «Consiglio atutti di puntare, almeno per 10 estrazioni sul ternodell’estate che fa 1 (il mare), 15 (ferragosto) e 90 (ilpopolo), da inseguire sulle ruote di Napoli, Roma e

Milano. Per chi, invece, preferisce la montagna,caldeggio il terno delle “baita” che fa 1 (il sole), 17(gli alberi), 54 (le montagne), da giocare per 10estrazioni sulle ruote di Bari, Roma e Napoli».Intanto, le pale del ventilatore continuano a girareinsieme ai sogni di un gratta&vinci da “svolta” o diun terno da favola. Postiglione, prima di proseguirela giornata tra bollette, numeri, consigli e sorrisi,snocciola la super combinazione per “invitare acena” la Dea Bendata: «Chi gioca poco ma vuolevincere molto può puntare su questi numeri: 77 -78 - 80. Da giocare sulla di Napoli per tutta l’estate.Senza tentennamenti e con grande fiducia».

(28) CHIAIA MAGAZINE • LUGLIO/AGOSTO 2014

LUDOVICA MURATGIADal primo concerto degli Stadio, alla scelta di unavita da musicista. Anni di studio della batteria per

vivere la propria passione tra i locali campani, «doveperò la qualità musicale conta meno delle amicizie».

Fino al progetto del video di una cover di Sting. Daaffidare, per forza di cose, ad un canale Youtube.

Armando Yari Siporso

LAPILLI

Non solo il motore trai-nante dell’agricoltura localeda almeno tre secoli, maanche un elemento tipicodel paesaggio: il verde el'oro dei limoni sono i colorisovrani della Costiera amal-fitana. Ed è dalla passioneper questa terra, che duegiovani, legati sin dall’infan-zia, hanno dato vita al-l’azienda agricola «Villa21» eai prodotti a marchio «Furo-re21» (www.furore21.it):liquori tipici della costieraamalfitana e conserve, tuttiprodotti artigianalmente.L’azienda nasce a Furore,nel cuore della Costieraamalfitana, dove il limonesfusato Igp (IndicazioneGeografica Protetta), così

definito per la sua formaallungata, è il re incontrasta-to dei terrazzamenti. La suabuccia chiara, unita all’aro-ma intenso e alla polpasuccosa, caratterizza molte

ricette tipiche del territorio.Prima tra tutte quella delliquore di limoni. Propriodai colori della Costiera edalla tradizione del territo-rio, nasce la collezione “de

luxe”. Cinque liquori e unsotto spirito: Yellow, White,Green, Orange, Brown,Beige (limoncello, crema dilimoncello, liquore di aran-ce, liquore di carrube, liquo-re al finocchietto selvatico,babà al limoncello), tuttipresentati in eleganti confe-zioni che riescono a rac-chiudere in ogni sorso laricchezza dei sapori dellaCostiera. L’azienda, ricavatada un’antica colombaia delXVIII secolo, è circondatadai limoneti, da un piccoloaranceto e da un rigogliosoe raro cedrangolo. Spazioanche per fichi di diversaqualità, corbezzoli, ulivi epiante aromatiche.

IGNAZIO SORIANO

Un estateda bere con«Furore21»

Nella splendida cornicedel borgo di Marechiaro,a Posillipo, è stato presen-tato un delizioso lavoroletterario intitolato “Caro-lina s’è scetata!”. Il rac-conto (pubblicato dallacasa editrice Idelson –Gnocchi di Napoli), scrit-to da Peppe Manetti,ruota intorno alla miste-riosa nascita della canzo-ne “Merechiaro”, scrittadal giornalista e poetaSalvatore Di Giacomo emusicata dal MaestroTosti. La storia raccontatanel libro dal Manetti,svela il “giallo” dellafigura di Carolina, musaispiratrice delle parole diSalvatore Di Giacomo che

hanno poi amplificato ilmito del borgo posillipinodei pescatori. Carolina èesistita veramente o fusolo la brillante invenzio-ne del proprietario dellafamosa osteria, dellaquale Di Giacomo eraassiduo frequentatore?Peppe Manetti ricostrui-sce la storia, svelandofinalmente il mistero chealeggia sulla canzone. E lofa con un occhio privile-giato poiché CarmineCotugno, l’oste dellatrattoria di Marechiaro,era suo nonno. PeppeManetti aveva sempresaputo che il nonno,Carmine, era stato pro-prietario di un’osteria e la

sua prima moglie, Caroli-na, era morta all’età di 38anni. Quando lei morì,nonno Carmine si sposòcon Luisa Anastasio dacui nacquero gli zii e lamadre Giuseppina. Ma lenotizie spesso fuorviantio poco attendibili chehanno messo in dubbiol’esistenza di Carolina,hanno spinto Manetti afare una ricerca all’inter-no della sua famiglia, perfare chiarezza sulla vicen-da, per amore - come dicenel libro - del suo amatoborgo di pescatori. Non acaso scrive: “dedicoquesto breve racconto achi ama Marechiaro”.

ROSARIO SCAVETTA

A Posillipo«Carolina

s’è scetata»

L’AZIENDA AGRICOLA «VILLA21»LANCIA LA COLLEZIONE DELUXE

DEI LIQUORI IN UN TRIONFO DI PROFUMI E LIMONI

L’ORA LEGALE

Alzi la mano chi di noi “ama” i propri vicini:tutti ma proprio tutti? o c’è qualcuno inparticolare che non gode della nostraamicizia o, quanto meno, della nostratolleranza? Credo che a domande di questogenere siano in pochi a rispondere “tutti” esiano ancora di meno quelli chetranquillamente sopportano gli abitanti delvicinato. Sono sempre più numerose, infatti,

le beghe condominiali: quella sulla quale èdi recente intervenuta la Consulta (lasentenza n. 21753/2014) ha, tuttavia,qualcosa di veramente buffo.Un signore siciliano, accortosi della presenzanell’androne del palazzo di un suo vicino,verso il quale, molto probabilmente, nondoveva nutrire particolare simpatia, hapensato bene di bagnarlo, simulando distare innaffiando le piante del propriobalcone (che poi si è dimostrato, in sede digiudizio, non essere presenti).Peccato che, querelato dal malcapitatonemico, l’uomo non sia riuscito aconvincere il collegio giudicante – secondo ilquale anche le sole dichiarazioni rese dalquerelante (nel caso di specie, invero, avevaportato in giudizio delle foto chedimostravano la volontarietà del gesto)potevano dirsi sufficienti a «provare lacolpevolezza dell’imputato» – e sia stato,perciò, condannato ex art. 674 c.p. per “gettopericoloso di cose”.La pena prevista per questo tipo di reato èl’arresto fino ad un mese o l’ammenda fino a206 euro: per sua fortuna, però, la pena èstata sospesa. Ciò non lo ha liberato dalritrovarsi con la fedina penale sporca.E allora: meglio non innaffiare il vicino senon vogliamo sporcarci la fedina penale.

Adelaide Caravaglios

INNAFFIA IL VICINO,LA CONSULTA LO CONDANNA

Vado a mangiare da «Re Alfonso»A Napoli, in via Santa Brigida 49/50, di fronte al MaschioAngioino e vicino alla Galleria Umberto ha aperto ilristorante-pizzeria «Re Alfonso». Il locale del gusto èdedicato allo chef Alfonso e al famoso omonimo re diNapoli Alfonso I d'Aragona, fondatore della strutturarivisitata che, ancora oggi, presenta il Maschio Angioino,simbolo della città di Napoli e dello stesso ristorante incui è possibile iniziare un viaggio intenso nella cucinatipica partenopea. Aperti a pranzo e cena. Menùdegustazione a base di pesce o carne, pizza specialegourmet con prodotti di alta qualità campani. Per saperne di più: www.realfonso.it. tel. 081/19018035

CHIAIA MAGAZINE • LUGLIO/AGOSTO 2014 (29)

AL BORGO DI MARECHIAROÈ STATO PRESENTATO

IL RACCONTO DI PEPPE MANETTI NEL SEGNO

DI SALVATORE DI GIACOMO

ShagdarGià l’anno scorso si fecenotare in alcune sfilateinternazionali e fu elettamiss «Chiaia nelmondo». Quest’estate,invece, è pronta adebuttare come modellaa Montecarlo: lei èShagdar (nella foto adestra insieme alla nipoteArukè), 21 primavere,nata in Kirghizistan, giàmiss Biškek, che haconquistato i lettori diChiaia Magazine con ilsuo sorriso sincero e isuoi occhi da gatta.Studia legge, ama Napolie Parigi, adora glispaghetti e la pizza.

L’EVENTO

Grande successo perl’edizione 2014 del premioFacenight, ideato dal gior-nalista Tommy Totaro perpremiare, con gli oscar delby-night napoletano, i pro-tagonisti della movida madein Naples. Lo scorso venerdì18 luglio, nella splendidalocation del Neo Voga, sonostati incoronati i migliori epiù seguiti animatori dellenotti partenopee, seleziona-ti attraverso la formula della“democrazia web”. A com-porre la giuria, infatti, tutti i“nightclubbers” napoletani,veri consocitori delle seratee nottate cittadine, chehanno potuto esprimere ilproprio voto “cliccando” sulsito della manifestazione,www.facenight.it.Conduttrice della serata LiaRollo. Ventotto le categoriein gara ed altrettanti vinci-tori che hanno sfilato tra leluci psichedeliche e le stelledi polistirolo della suggesti-va scenografia. Si sonoaggiudicati i riconoscimen-ti: Miglior Dj Happy MusicBruno Barra; Dj Hip Hop-Reggaeton, Zando; Dj OldSchool, Tony Maione; DjDeep House, “Give us thetools”; Dj Producer, SaraCarassi; Security, Massimi-liano Nisticò; Barlady, Tizia-na Brembo; Barman, Danie-le Pons; Bar manager, LucaFanti; Lounge bar/Wine bar,Archivio storico; Light Joc-key, Daniele De Luca; Mc &vocalist, Goldie Voice; Ani-mation, Jolanda Manfredi-

no; Fotografo, Tony Baldini;Programma radiofonico,Club designer (Radio Ibiza);Speaker radiofonico, Giulia-na Galasso; Club, Joia; Sum-mer club, Neo Voga; Pr/Ad,Gianluca Cesario; Party,Woo. Ad aggiudicarsi gli 8 premispeciali sono stati invece:miglior Mc internazionale,Luca G; Miglior giornalistadi costume e società, VanniFondi; miglior musicista,Lino Pariota; Miglior proget-to discografico, LunareProject; Top Italian Dj, Jo-seph Capriati; World Dj,Richie Hawtin; Dj Techno,Uto Karem; Personaggiodella notte, Letto KittyPadiglione.Il Progetto Facenight, chevanta il patrocinio moraledell’Associazione ItalianaImprese di Intrattenimentoda Ballo e di Spettacolo,dell’Assessorato allo spetta-colo della Regione Campa-

nia e dall’Assessorato delTurismo del Comune diNapoli, «è nato soprattutto -ha spiegato Totaro - per farconoscere meglio creatività,arte e bellezza del mondodell’intrattenimento napo-letano, in cui lavoranopersone straordinarie ecapaci, con il loro talento, didar vita a un divertimentosano, tra sperimentazionisonore e modi innovativi dicomunicazione». La festadella movida ha rappresen-tato un momento di incon-tro per le realtà delle notti edelle note della città che,sera dopo sera, intrattengo-no migliaia di giovani. Pre-miare i suoi protagonistisignifica riconoscere lacapacità di rendere specialeogni evento e unica ognifesta. Anche l’industria deldivertimento ha dunque isuoi “awards” che a Napoli,da tre anni, si chiamanofacenight. (a.y.s.)

GLI OSCAR DELLA MOVIDA 2014

Tra i premiati il dj Barrae il fotografo Baldini

Tutte le stelledi Facenight

• Antonello Iannuzzi

• Jolanda Manfredino

• Daniele Pons

• Tiziana Bembo

• Massimiliano Nisticò

• Lello Kitty Padiglione

(30) CHIAIA MAGAZINE • LUGLIO/AGOSTO 2014

• Tony Baldini (foto in alto) e Bruno Barra (foto in basso)

CHIAIA MAGAZINE • LUGLIO/AGOSTO 2014 (31)

EXIT

Diamo i numeri

980le imprese di

costruzioni entrate inprocedura fallimentare

negli ultimi 5 anni inCampania secondo il

Centro Studi AnceSalerno. Tra il 2009

e il 2013 aumento del 56,9%.

Crisi edilizia

7,7la percentuale di

riduzione dei furtid’auto in Campania.Dopo l'aumento del2012, trend positivoin tutta Italia: i furti

di vetturediminuiscono del

3,5% nel 2013.

Furti d’auto

144i milioni di euro di

investimenti dalFondo di sviluppo

regionale per laCampania stanziatidalla Commissione

europea, di cui 53 perla modernizzazione

del Porto di Salerno.

Fondi europei

500euro il massimo perle sanzioni previste

nell’ordinanza“anticafoni”

emessa dal sindacodi Meta di Sorrento.

Stop a pallone,cibo, rifiuti e bikini

in strada.

Multe «anticafoni»

72i giorni di spettacoli,

musica, letture emostre che

attendono napoletanie turisti in città nel

perioso estivonell’ambito

dell’iniziativa “Estatea Napoli 2014”.

Estate a Napoli

BUONE VACANZE, CI VEDIAMO AD OTTOBRE

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