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LA NASCITA DELLECONOMIA PROF. MATTIA LETTIERI

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PROF. MATTIA LETTIERI

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Università Telematica Pegaso La nascita dell’economia

Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente

vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore

(L. 22.04.1941/n. 633)

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Indice

1 CHE COSA È L’ECONOMIA ----------------------------------------------------------------------------------------------- 3

2 LE SCELTE DEGLI AGENTI ---------------------------------------------------------------------------------------------- 5

3 FLUSSO CIRCOLARE DEL REDDITO---------------------------------------------------------------------------------- 8

4 GLI STRUMENTI A DISPOSIZIONE DEGLI ECONOMISTI ---------------------------------------------------- 10

5 LE GRANDEZZE ECONOMICHE --------------------------------------------------------------------------------------- 11

6 ALCUNE NOZIONI ---------------------------------------------------------------------------------------------------------- 13

7 MICROECONOMIA --------------------------------------------------------------------------------------------------------- 16

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1 Che cosa è l’economia

È difficile stabilire i confini dell’economia perché si tratta di una disciplina in continua

evoluzione. Oggi le società sono cambiate, i problemi sono più complessi e di conseguenza è

cambiato anche il modo di studiare l’economia. Sono cambiate anche le relazioni tra l’economia ed

altre discipline scientifiche, come ad es. la matematica, la filosofia e la psicologia.

Alcuni degli argomenti di carattere economico, che verranno discussi in seguito, sono:

In base a quali criteri gli individui scelgono cosa e quando consumare, quanto e come risparmiare,

quanto del tempo a loro disposizione destinare al lavoro;

In base a quali criteri le imprese decidono che cosa, quanto e come produrre, quanti lavoratori

assumere, quali investimenti fare;

Come funziona il mercato del lavoro e perché può esserci disoccupazione;

Come si fissano i prezzi dei singoli beni e dei servizi, come si determina il livello generale dei

prezzi e quali sono le conseguenze legate all’inflazione;

Come si può misurare la ricchezza di un paese e perché è importante la crescita economica;

Qual è il ruolo e il peso dello Stato nell’economia, quali finalità e quali effetti hanno le politiche

economiche;

Come si sviluppano e funzionano gli scambi commerciali e le relazioni economiche tra i diversi

paesi;

Perché il livello di sviluppo dei paesi è molto diverso, perché alcuni di essi sono poveri e cosa è

possibile fare per favorirne lo sviluppo.

L’insieme delle relazioni che intercorrono fra agenti economici prende il nome sistema

economico.

Gli agenti di mercato sono: le famiglie, le imprese, lo Stato, le banche e il sistema

finanziario, il resto del mondo.

Il sistema economico può essere diverso a seconda del tipo di rapporti tra gli agenti stessi. Quindi,

in base agli assetti istituzionali che si danno le società, avremo: economie di mercato, economie

pianificate e economie miste.

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Si parla di economie di mercato quando i prezzi dei beni sono determinati dalle scelte delle imprese

ovvero dalla loro offerta complessiva di beni, e dalle scelte dei consumatori cioè dalla loro domanda

complessiva.

Nelle economie pianificate la proprietà dei mezzi di produzione è statale e non esistono

imprese private, lo Stato rappresenta, quindi, il principale datore di lavoro. In tali economie è lo

Stato che si fa carico di prendere tutte le decisioni relative a cosa, quanto e come produrre.

Nella realtà questi modelli di economie, così come sono stati descritti, non esistono davvero.

Oggi, la maggior parte dei sistemi economici si caratterizza come un’economia mista poiché

accanto all’iniziativa privata è presente lo Stato, il quale svolge un insieme di funzioni economiche.

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2 Le scelte degli agenti

Il contenuto dell’economia politica riguarda le relazioni economiche che esistono tra agenti

economici.

Le relazioni economiche sono numerose e coinvolgono agenti economici diversi, quali:

singoli individui, imprese, organizzazioni e istituzioni.

Possono riguardare: lo scambio di beni, tra le imprese che li producono e i consumatori che

li acquistano per soddisfare i loro bisogni, oppure tra imprese che assumono lavoratori e individui

che offrono il loro lavoro; può trattarsi di relazioni tra i contribuenti che pagano le imposte e lo

Stato che offre loro in cambio alcuni servizi di carattere generale, come la difesa o la giustizia, gli

ospedali o la scuola; possono essere relazioni economiche che coinvolgono interi paesi od

organizzazioni internazionali.

Un elenco parziale di agenti o di operatori e delle funzioni o scelte economiche da loro

intraprese, potrebbe essere:

Le famiglie;

Le imprese;

Lo Stato;

Le banche e il sistema finanziario;

Il resto del mondo.

Le famiglie rivestono un ruolo principale all’interno del sistema economico poiché la gran

parte delle decisioni economiche ha origine proprio da loro. Le famiglie che alimentano un processo

circolare, poiché sono loro che consumano beni e servizi, risparmiano, mettono a disposizione della

società il loro lavoro e i loro risparmi, ricevendo in cambio remunerazione, la quale permetterà

nuovamente alle famiglie di scegliere tra le proprie esigenze immediate di consumo e decidere sul

risparmio. La teorica economica, al fine di semplificare l’analisi del comportamento delle famiglie,

parte da due ipotesi:

Ciascuna famiglia mira a soddisfare al meglio i propri bisogni, date le risorse economiche a

disposizione, cercando di raggiungere il maggior livello possibile di benessere;

Che sia possibile far riferimento ad una ipotetica famiglia “ideale”, rappresentativa di tutte

le famiglie, trascurando il fatto che nella realtà le famiglie sono molto diverse fra loro per quanto

riguardano le condizioni economiche o la struttura demografica.

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Dal punto di vista generale la teoria economica fa spesso riferimento al singolo individuo,

nonostante la famiglia sia considerata l’unità decisionale fondamentale per la maggior parte delle

scelte economiche.

Le imprese decidono cosa e quanto produrre in base alle loro prospettive di vendita, e come

produrre, ovvero quale tecnica produttiva utilizzare per produrre i beni ed i servizi da vendere in

seguito alle famiglie, per cui svolgono una funzione fondamentale per l’economia. Le imprese

utilizzano i fattori produttivi per la loro produzione, ovvero lavoro, capitali e materie prime. Anche

in questo caso si parlerà di impresa rappresentativa, trascurando, quindi, il fatto che le imprese

possono essere anche molto diverse tra loro.

Con il termine Stato si intende l’insieme di organizzazioni della pubblica amministrazione

che fornisce un certo numero di servizi alla collettività e svolge funzioni di fondamentale

importanza. Le funzioni svolte dallo Stato possono essere più o meno estese a seconda dei sistemi

economici di riferimento: nei Paesi come il nostro, lo Stato svolge funzioni essenziali quali la

difesa, la giustizia e l’ordine pubblico, ma fornisce anche servizi come ospedali, le scuole, il sistema

di trasporti. Il totale dei costi sostenuti dallo Stato per assicurare questi servizi pubblici costituisce

la spesa pubblica di un Paese. Il finanziamento, di tale spesa, avviene principalmente attraverso le

imposte che lo Stato preleva dalle famiglie e dalle imprese. Si parla di disavanzo pubblico quando,

in un dato anno, le entrate non sono state sufficienti a coprire le spese, mentre per debito pubblico si

intende l’ammontare complessivo di debiti che lo Stato contrae nel corso del tempo.

Le banche costituiscono un particolare tipo di impresa che prende denaro in prestito dalle

famiglie, sotto forma di risparmio, riconoscendo loro un rendimento o interesse. Il denaro raccolto

attraverso il risparmio viene a sua volta concesso in prestito dalle banche ad altri operatori

economici, imprese e Stato, ma anche ad altre famiglie, ricevendo in cambio una remunerazione o

interesse superiore. La differenza tra gli interessi a debito e quelli a credito costituisce il profitto

delle banche stesse. In ogni Paese, accanto alle banche e al sistema finanziario generale, opera una

banca centrale, in Italia, la Banca d’Italia.

Con il termine resto del mondo si intende l’insieme di tutti gli altri paesi con i quali un dato

sistema economico intrattiene relazioni economiche e commercial, che vengono dette economie

aperte.

L’insieme delle relazioni che intercorrono fra agenti economici prende il nome di sistema

economico, che può essere diverso dal tipo di rapporti esistenti tra gli agenti stessi. In base agli

assetti istituzionali che si danno le società, è possibile distinguere:

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Economie di mercato;

Economie pianificate;

Economie miste.

Si parla di economie di mercato quando le relazioni economiche tra agenti economici

avvengono attraverso il meccanismo impersonale del mercato. Questo vuol dire che non esiste un

solo individuo, impresa o organizzazione che decide cosa, quanto e come produrre , o a quale

prezzo, ma ciascun agente decide per sé. I prezzi, ad esempio, sono determinati dalle scelte delle

imprese, cioè dalla loro offerta complessiva di beni, e dalle scelte dei consumatori, ovvero dalla loro

domanda complessiva di beni.

La teoria economica considera il mercato come un luogo astratto che avendo come punto di

riferimento un meccanismo che permette agli agenti di effettuare liberamente degli scambi.

Nelle economie pianificate è lo Stato che si fa carico di prendere tutte le decisioni relative a

cosa, quanto e come produrre. In un’economia pianificata la proprietà dei mezzi di produzione è

statale e non esistono imprese private, anche i salari dei lavoratori sono decisi dallo Stato in quanto

è il principale datore di lavoro. I prezzi non vengono fissati dal meccanismo di domanda e offerta,

ma dalle autorità centrali.

I sistemi socialisti che si fondavano sull’economia pianificata hanno rinunciato a questo

sistema di organizzazione e stanno attraversando una fase di passaggio verso l’economia di

mercato. Neanche le economie completamente regolate dal mercato esistono realmente. La maggior

parte dei sistemi economici, oggi, si caratterizza come un’economia mista, poiché accanto

all’iniziativa privata è presente lo Stato il quale svolge un insieme più o meno ampio di funzioni

economiche.

Il principio che guida le scelte degli agenti che operano all’interno del sistema economico è

quello della scarsità.

Le alternative fra cui scegliere sono numerose mentre le risorse da destinare a queste scelte

alternative sono limitate.

Ad ogni scelta economica, gli economisti sostengono, che debba corrispondere un confronto

tra i benefici della scelta e i costi. Gli agenti economici che dispongono di risorse scarse scelgono la

migliore alternativa tra quelle possibili, si fanno guidare dal principio di razionalità.

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3 Flusso circolare del reddito

Il flusso circolare del reddito descrive le relazioni che esistono all’interno del sistema

economico.

Le transazione economiche tra famigli e imprese sono:

Lo scambio che si svolge sul mercato dei beni e dei servizi. Le famiglie per soddisfare i loro

bisogni necessitano di beni e servizi prodotti e offerti dalle imprese;

La transazione sul mercato dei fattori produttivi, ovvero sul mercato del lavoro, dei capitali e

delle materie prime.

Queste transazioni determinano uno scambio reciproco fra i due agenti, ovvero fra imprese e

famiglie. Da un lato abbiamo dei flussi monetari, come nel caso della spesa per consumi delle

famiglie e delle remunerazioni dei fattori produttivi da parte delle imprese, dall’altro un flusso reale

quando lo scambio fa riferimento ai beni e servizi offerti dalle imprese.

Gli schemi di ragionamento e di rappresentazione dei problemi economici usati dagli

economisti offrono una visione molto semplificata di ciò che avviene nella realtà. Ad esempio,

considerando il modello del reddito, non è del tutto reale, perché:

Considera le imprese come un insieme omogeneo, mentre nella realtà, a seconda di ciò che

le imprese producono, possiamo distinguere diversi settori produttivi. Tale distinzione ci aiuta a

comprendere il livello di sviluppo delle economie;

Non tiene conto delle relazioni che esistono all’interno delle famiglie e delle imprese, infatti

non sempre le imprese producono beni che vendono alle famiglie, ma possono essere venduti ad

altre imprese, allo stesso modo le famiglie non si limitano a consumare.

Considerare le famiglie soltanto come unità di consumo può essere considerato una visione parziale

della realtà. La famiglie infatti, oltre a consumare, forniscono servizi domestici, assistono bambini e

anziani, combinando lavoro, tempo, si comportano come delle vere imprese.

La rete delle relazioni economiche è resa più fitta da altri agenti come: le banche, il cui

ruolo di intermediazione è tra imprese e famiglie; tra famiglie, imprese e Stato.

Queste relazioni si complicano ulteriormente quando ciascun paese intrattiene scambi commerciali

con altri paesi, cioè importazione ed esportazioni.

Compito dell’economia è quello di determinare le leggi economiche, cioè i comportamenti che si

ripetono ogni volta che si presentano alcune circostanze.

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Gli economisti, quindi, formulano delle teorie economiche e utilizzano modelli economici. Possono

esistere tante teorie per spiegare uno stesso fenomeno.

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4 Gli strumenti a disposizione degli economisti

Gli economisti per studiare i fenomeni economici si affidano a modelli semplificati della

realtà.

La semplificazione non è solo necessaria ma è anche utile, infatti sarebbe inutile un modello

economico che cercasse di riprodurre ogni minimo particolare e ogni singolo fatto che si presenta.

Un modello economico è efficace quando riesce ad esprimere una relazione economica

individuando correttamente gli elementi essenziali di questa relazione e trascurando tutti i dettagli

non rilevanti.

Quando i fattori che influenzano una certa grandezza possono essere più di uno, ad esempio

la vendita di automobili, è opportuno limitarsi a studiare di volta in volta la relazione tra due sole

grandezze. Per definire questa condizione gli economisti utilizzano un’espressione latina, ceteris

paribus, “a parità delle altre condizioni”. Tale condizione vuol dire che una certa relazione studiata

o prevista è valida solo se tutte le altre grandezze considerate nel modello restano invariate.

Le analisi economiche, facendo una prima distinzione, possono essere effettuate attraverso:

un modello di analisi positiva, in questo caso l’economista si limita a descrivere la realtà così come

è; attraverso un modello di analisi normativa, in tal caso esprime giudizi su ciò che dovrebbe o

potrebbe avvenire per poter permettere alla collettività di raggiungere determinati fini.

Una seconda distinzione: analisi teorica che ha validità generale e vengono espresse

attraverso funzioni matematiche; le analisi empiriche derivano dall’osservazione della realtà

relativa ad un dato contesto.

Oppure dalla distinzione: tra l’analisi statica che mette in relazione ad un dato istante le

grandezze economiche, nell’ipotesi che non subiscano cambiamenti nel corso del tempo; l’analisi

dinamica, invece, studia come un certo fenomeno si evolve nel tempo.

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5 Le grandezze economiche

Le variabili sono le grandezze considerate nei modelli economici del modello stesso.

Qualunque grandezza che può essere misurata e che varia nel tempo o a seconda delle

circostanze rappresenta una variabile.

Quindi, ad es. il reddito, il prezzo, il numero di disoccupati, il tasso di inflazione sono tutte

variabili e i modelli economici vengono formulati per studiare le relazioni che esistono tra le

variabili stesse.

Le variabili endogene dipendono da altre grandezze e si cerca di spiegarle all’interno dello

stesso modello.

Le variabili esogene sono autonome e vengono prese come un dato esterno al modello.

La variabile endogena rappresenta l’incognita del modello.

La variabile esogena costituisce la variabile esplicativa, cioè date, del modello stesso.

Si distingue, in modo abbastanza simile, le variabili dipendenti dalle variabili indipendenti.

Ad es. la vendita di un auto dipende dal reddito della popolazione, quindi la variabile dipendente è

il numero delle auto vendute. Il reddito rappresenta la variabile indipendente.

Un ulteriore distinzione, fatta in base alle unità di misura utilizzate, è tra: variabili discrete e

variabili continue.

Le variabili discrete possono assumere solo calori finiti o interi. Ad es. il numero dei disoccupati, 1,

2, 3, …..

Le variabili continue assumono valori infiniti. Prendendo come es. il numero dei disoccupati, non

avrebbe senso parlare di 1,88 disoccupati.

Il tempo, la produzione industriale e ogni grandezza espressa in termini monetari sono

variabili continue poiché è sempre possibile considerare valore infinitamente piccoli.

Possiamo, ancora, distinguere le variabili di stock, ossia grandezze economiche che sono riferite ad

un preciso istante temporale. Ad es.: il capitale di un’impresa, la popolazione di un paese,

l’ammontare del debito pubblico.

Le variabili di flusso si riferiscono a quelle variabili che hanno una dimensione

quantità/tempo o valore/tempo e che per tanto vanno misurate con riferimento ad un certo arco di

tempo. Ad esempio: il reddito o il volume di affari i quali sono misurati in relazione ad un certo

lasso di tempo, un mese, un anno ecc ..

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La variazione dello stock di debito pubblico o dello stock di capitale nell’arco di un anno

rappresenta un flusso.

Un’ultima distinzione è fra grandezze nominali (o monetarie) e grandezze reali.

Quando si studia come una certa grandezza economica si è modificata nel corso del tempo, occorre

tenere presente che essa è espressa in termini monetari, dollari, euro, o in qualunque altra moneta, e

che una parte della variazione è legata al fatto che con il passare del tempo anche il valore della

moneta è variato poiché sono cambiati i prezzi.

Quindi, quando si esaminano le variazione delle grandezze economiche nel corso del

tempo, si cerca di isolare l’effetto dovuto alla variazione dei prezzi considerando, quindi, le

grandezze reali anziché quelle monetarie. Questo vuol dire che per ogni grandezza considerata si

calcola quanto sarebbe variata nell’ipotesi in cui i prezzi non fossero cresciuti ma fossero rimasti

costanti allo stesso livello di un determinato anno assunto come base di riferimento.

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6 Alcune nozioni

Il ricorso alla rappresentazione grafica è utile per avere un’immagine immediata della

relazione tra due grandezze.

I grafici utilizzati in economia possono essere di tipo diverso: possono mettere a confronto

dei fatti, ad esempio confrontare il reddito nazionale di diversi Paesi; evidenziare come una certa

grandezza sia variata nel corso degli anni; rappresentare la relazione che esiste tra due grandezze o

variabili economiche.

Un grafico esprime una relazione tra due o più variabili o grandezze.

Si può trattare di una relazione empirica in quanto deriva dall’osservazione della realtà, oppure di

una relazione teorica o funzionale nel caso in cui è espressa da una relazione matematica.

Disponendo di dati empirici è sempre possibile fornire una rappresentazione grafica

semplicemente riportando, su di un sistema di assi cartesiani, le coppie di valori delle variabili

considerate.

Figura n. 1

y

x

1

1

A

Asse verticale o asse

delle ordinate

Asse orizzontale o

asse delle ascisse Origine degli

assi

B 2

3 0

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In economia, normalmente si considerano solo grandezze positive, viene pertanto preso in

considerazione soltanto il primo quadrante del sistema degli assi cartesiani in cui, appunto,

entrambe le variabili assumono valori positivi.

Il punto in cui i due assi si intersecano rappresenta l’origine degli assi ed è il punto nel quale

entrambe le variabili assumono un valore nullo (vedi figura n. 1).

Il punto A (vedi figura n. 1) ha coordinate 1,1 nel senso che sia la variabile X riportata sull’asse

orizzontale (asse delle ascisse) sia la variabile Y riportata sull’asse verticale (asse delle ordinate)

assumono uno stesso valore che, nel caso del nostro esempio, è pari a 1; allo stesso modo il punto B

ha come coordinate (3,2).

Generalmente la variabile dipendente è riportata sull’asse delle ordinate mentre la variabile

indipendente è riportata sull’asse delle ascisse.

Congiungendo i diversi punti possiamo ottenere una linea spezzata o una curva che permette una

visione immediata della relazione esistente tra le due variabili considerate.

La rappresentazione grafica e il significato di un qualunque punto sul diagramma cartesiano

non variano se, anziché considerare relazioni empiriche ricavate dall’osservazione della realtà,

esprimiamo le relazioni tra grandezze economiche in modo teorico ricorrendo a funzioni

matematiche.

Tra due fenomeni esiste un legame funzionale se ad ogni valore assunto dal fenomeno X

corrisponde un unico valore di Y:

Y = f (X)

La X rappresenta la variabile indipendente (o argomento) della funzione.

La Y rappresenta la variabile dipendente (o valore) della funzione.

Il significato di costante è, considerando ad esempio reddito e famiglie, che anche nel caso in cui il

reddito fosse pari a zero, le famiglie comunque non potrebbero fare a meno di consumare lo stretto

necessario e possiamo pensare che, per farlo, si indebiterebbero oppure utilizzeranno i loro risparmi

passati.

Questa costante viene chiamata intercetta o termine noto della funzione ed individua il punto

in cui la retta interseca l’asse delle ordinate.

Il coefficiente angolare esprime la pendenza della retta poiché indica quanto varia Y al variare di X.

Le funzioni lineari possono assumere posizioni o pendenze diverse.

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Nel caso in cui il segno della funzione Y = f(X) è negativo anziché essere positivo, le due

grandezze si muovono in direzione opposta, ovvero quando una grandezza aumenta, l’altra

diminuisce e viceversa.

Poiché le relazioni tra grandezze economiche sono a volte un po’ troppo complesse per

essere rappresentante mediante delle semplici rette, è molto frequente in economia l’impiego di

funzioni non lineari.

Si può trattare di funzioni quadratiche, cubiche, di funzioni iperboliche o esponenziali.

In questo caso, la pendenza di una curva può essere misurata attraverso il calcolo della derivata.

Il concetto di derivata è alla base del calcolo differenziale, le cui applicazioni si trovano in tutte le

discipline scientifiche. L’applicazione di tale concetto allo studio dei fenomeni economici fu opera

della scuola marginalista.

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7 Microeconomia

La microeconomia studia:

Che cosa, come e quanto consumano le famiglie;

Che cosa, come e quanto producono le imprese;

Qual è il risultato complessivo di queste decisioni individuali;

Come si formano i prezzi dei beni sui diversi mercati.

Inerente al comportamento del singolo consumatore si cercherà di capire:

Come si formano le scelte di consumo;

Come si determina la curva di domanda individuale:

Come reagisce il consumatore quando cambiano i prezzi dei beni oppure quando cambia il

suo reddito o quando cambia qualche altra variabile ancora.

Per quanto riguarda il comportamento delle imprese, invece:

Come e cosa sceglie di produrre l’impresa;

Quanto produce;

Come si determina la curva d’offerta dei beni da parte di ogni singola impresa;

Come modifica il proprio comportamento l’impresa quando cambiano le circostanze.