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GLI ETRUSCHI A PALERMO il museo Casuccini Regione Siciliana Assessorato dei beni culturali e dell’identità siciliana Dipartimento dei beni culturali e dell’identità siciliana Servizio Museografico www.regione.sicilia.it/beniculturali Regione Siciliana Assessorato dei Beni culturali e dell'identità siciliana

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Regione SicilianaAssessorato dei beni culturali e dell’identità sicilianaDipartimento dei beni culturali e dell’identità sicilianaServizio Museograficowww.regione.sicilia.it/beniculturali

GLIETRUSCHIAPALERMO

il m

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Cas

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coordinamento generaleServizio Museografico, Dipartimento Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana

coordinamento scientifico Agata Villa

testi pannelli e didascalieDavide Angileri, Alessandra Barreca, Alessandra Carrubba, Elena Pezzini, Costanza Polizzi, Giuliana Sarà

progettazione e direzioni lavoriServizio Museografico, Dipartimento Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana: Stefano Biondo, Patrizia Amico, Gaetano Grasso

collaborazioniIrene Averna, Francesco Corso, Placido Di Salvo, Rosaria Di Salvo, Mariella Pitingaro, Alessandra Ruvituso, Mimma Termini, Vittoria Schimmenti

ricerche archivio fotografico, acquisizioni, elaborazioni graficheIrene Averna, Francesco Corso, Giuseppina Milazzo, Placido Di Salvo, Patrizia Infantino

restauriAlessandra Carrubba

progetto graficoGuido Mapelli

redazioneDonatella Alosi

comunicazioneUfficio Stampa Fabio GeraciURP Museo Salinas, Giovanna ScardinaServizio Informatizzazione, informazione, comunicazione e sponsorizzazioni - Assessorato Beni culturali e identità siciliana

catalogoSilvana Editoriale, Milano

trasporti e movimentazione opereMontenovi, Roma

assicurazioneLoyd’s

allestimento espositivoELEKTRA srl, PalermoExporre srl, Palermo

impianto elettrico e allarmeSeap, Casteldaccia (Palermo)

Si ringrazia per la collaborazione: Il personale del Real Albergo dei Poveri Gli istruttori direttivi addetti alla custodia e vigilanza del Museo Salinas Il Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri di Palermo

17 ottobre 20126 gennaio 2013PalermoReal Albergo dei Poveri

Corso Calatafimi 217apertura: ore 9-13 / 15-19domenica e festivi chiusoingresso gratuitoinfo: tel. 091 [email protected]

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3 Premessa

4 Planimetria della mostra

5 Il Museo Casuccini a Chiusi

6 Gli Etruschi a Palermo

7 Chiusi. Vicende storiche e testimonianze archeologiche

9 La scultura funeraria

10 La necropoli di Poggio Gaiella

12 Statua-cinerario cosiddetta Plutone

13 La ceramica figurata

14 Il bucchero

15 I bronzi

17 La lingua e la scrittura

18 Due secoli di restauri

19 Tipologia e tecnica degli interventi di restauro

20 Cronologia

Questa mostra costituisce una sorta di“prova generale” della nuovapresentazione al pubblico dellaCollezione etrusca, primadell’esposizione definitiva all’internodel Museo Salinas.Nella sezione introduttiva sonopresentati documenti di archivio ealcuni libri appartenenti alla bibliotecadel Museo Salinas editi tra il XVIII e ilsecolo scorso, che si riferiscono alla“scoperta” dell’arte etrusca. Il percorso espositivo si snoda insequenza cronologica. Esso prende avviodalla testa di canopo, testimonianzadelle prime usanze funerarie dell’Etruriasettentrionale interna. L’itinerarioprosegue con la scultura funerariaarcaica, le ceramiche figurate importatedalla Grecia e altre prodotte in Etruria.Spiccano la kylix bilingue del Pittore diAndokides e l’oinochoe in buccheropesante raffigurante il mito di Perseo eMedusa. La sezione arcaica si chiude coni reperti rinvenuti nel tumulo di PoggioGaiella, che la tradizione associa al rePorsenna: si segnalano l’imponentemonumento circolare a gradini e lastatua-cinerario nota come Plutone.Dopo alcune testimonianze di etàclassica, sono esposti gli specchifinemente incisi e altri oggetti inbronzo e in avorio. Segue un’ampiaselezione di materiali di età ellenistica,con i sarcofagi decorati a rilievo e lenumerose urne in alabastro, travertinoe terracotta.Alla fine del percorso un pannelloillustra gli interventi di restauro piùsignificativi.L’esposizione si chiude con una sezionededicata al Museo Archeologico diPalermo, alla storia della suaformazione, alla figura di AntoninoSalinas e ai lavori di restauro cheinteressano attualmente l’edificio.

La Collezione Casuccini, acquistatanel 1865 dal Regio Museo di Palermo,allora in via di costituzione e alla ricercadi una sede, è senz’altro una delle piùimportanti raccolte di materiali etruschiesistenti in Italia e comprende circa10.000 reperti. Nel XIX secolo essacostituiva a Chiusi un vero e propriomuseo: il “Museo Casuccini”, fondatoda Pietro Bonci Casuccini e aperto alpubblico nel 1829 con i materialirinvenuti nel corso degli scavi condottinelle sue vaste proprietà. Conservatadal 1869 nell’attuale sede del MuseoArcheologico Regionale AntoninoSalinas, la Collezione Casuccinirappresenta una parte importante edestremamente significativa dal punto divista storico-culturale del patrimonioarcheologico della città di Palermo, siaper la qualità di molti dei suoi reperti,sia perché offre una testimonianzacompleta e omogenea della produzioneartistica dell’antica Clusium.

Il Museo ArcheologicoRegionale AntoninoSalinas, il cui nucleooriginario si era formatoa partire dal 1814 come

Museo dell’Università di Palermo,contiene uno straordinario patrimonioculturale che copre un periodocompreso tra il paleolitico e l’etàmoderna.A seguito del restauro dell’edificio,attualmente in corso, è stato progettatoun nuovo ordinamento scientifico delleraccolte archeologiche e artistiche, con l’intento di illustrare con chiarezzail processo di formazione del Museo – nato dall’aggregazione di collezionidiverse per natura e provenienza – e di offrire una panoramica ampia ecronologicamente accurata della storiadella Sicilia occidentale attraverso le sue testimonianze archeologiche piùimportanti.

PremessaAgata Villa

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3 Premessa

4 Planimetria della mostra

5 Il Museo Casuccini a Chiusi

6 Gli Etruschi a Palermo

7 Chiusi. Vicende storiche e testimonianze archeologiche

9 La scultura funeraria

10 La necropoli di Poggio Gaiella

12 Statua-cinerario cosiddetta Plutone

13 La ceramica figurata

14 Il bucchero

15 I bronzi

17 La lingua e la scrittura

18 Due secoli di restauri

19 Tipologia e tecnica degli interventi di restauro

20 Cronologia

TavoliA-C: basi di cippo, teca in calcare, urna in pietra fetidaD: testa di satiro, sfingiE: monumento a gradiniF: teste di statua, frammento di monumentoG-M: urne in alabastro, travertino e calcare, testa maschile

Vetrine1: ceramica greca2: kylix bilingue del Pittore di Andokides3: oinochoe in bucchero con Perseo e Medusa4: bucchero5: ceramica etrusca figurata6: ceramica greca da Poggio Gaiella7: bronzi e avori8: specchi9: urna fittile10: urne e olle fittili11: ceramica ellenistica

BasiI: testa di canopoII-III: cippi in pietra fetidaIV: statua-cinerario, detta Plutone V-VI: leoni in pietra fetidaVII: statua-cinerario, detta PersefoneVIII-XI: sarcofagi in alabastroXII-XIII: urne in pietra fetidaXIV: urna in travertino XV: testa femminile in marmo

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3 Premessa

4 Planimetria della mostra

5 Il Museo Casuccini a Chiusi

6 Gli Etruschi a Palermo

7 Chiusi. Vicende storiche e testimonianze archeologiche

9 La scultura funeraria

10 La necropoli di Poggio Gaiella

12 Statua-cinerario cosiddetta Plutone

13 La ceramica figurata

14 Il bucchero

15 I bronzi

17 La lingua e la scrittura

18 Due secoli di restauri

19 Tipologia e tecnica degli interventi di restauro

20 Cronologia

Il Conte Pietro Bonci Casuccini nacque il12 luglio 1757. La Collezione che porta il suo nome siformò nel corso della prima metà dell’800in seguito al fortuito rinvenimento nel1826, presso il podere del Colle, di duetombe a camera, che spinsero il Conte adintraprendere delle ricerche nei suoi vastipossedimenti nell’agro chiusino, nellelocalità di Pellegrina, Montebello, Colle,Marcianella, Bagnolo e Poggio Gaiella, cheun tempo erano occupati dalle necropolidell’antica Chiusi etrusca.I materiali scoperti nelle due tombe delColle, fra cui tre urne cinerarie in alabastroe una in travertino, tutte con iscrizionietrusche e il bel sarcofago di Hasti Afuneidella fine del III a.C., furono trasportati aChiusi presso un edificio dell’allora via delSeminario ed esposti in una sala adibita amuseo privato. Nel palazzo venne attrezzato un ambientedove restaurare i reperti. Nel 1828 il Casuccini intraprese gli scavinella necropoli della Pellegrina doverinvenne 25 tombe che restituirono unagrande quantità di materiali databili tra iltardo arcaismo e l’ellenismo. Non conosciamo nulla delle caratteristichedelle singole sepolture perché, come erausuale per l’epoca, l’interesse delle ricerchenon era diretto alla ricostruzione delquadro storico ma alla scoperta di tesori.Nello stesso anno furono riprese le ricercheal Colle dove si scoprirono 50 tombe acamera. I rinvenimenti del 1828 devono essere staticospicui perché nel 1829 il Bonci Casuccinifece allestire una nuova sala nel suo museoche, nel giugno dello stesso anno, aprì alpubblico. Vennero così messi in mostra imateriali di altre 75 tombe scoperte alColle, fra cui la bella oinochoe in buccherocon Perseo e Medusa, diverse oreficerie eun grande alabastron etrusco-corinzio delPittore di Casuccini. Negli anni 1830-31 il Conte proseguì gliscavi al Colle e a Marcianella e ampliò ilsuo museo inaugurando una nuova salaespositiva. Il 10 maggio del 1833 rinvenne,al Colle, la celebre tomba a camera dallepareti dipinte con raffigurazioni dibanchettanti, giochi e corse di bighe inonore dei defunti, la cui porta in travertinoera ancora funzionante.

Il Bonci Casuccini fece riprodurre i dipintisu pannelli e li espose nel suo museo. Moltidei monumenti rinvenuti furonopubblicati, a partiredal 1829 nei fascicolidell’Etrusco MuseoChiusino, nelle cuitavole venneroillustrati numerosioggetti dellaCollezione, per lamaggior parteprovenienti dallelocalità di Pellegrina,Montebello e Colle. Alla seconda metàdegli anni trenta risalgono i rinvenimenti,presso la Marcianella, di una statua-cinerarioin pietra fetida, del cratere atticodel Pittore di Talos con la nascita diErittonio, della kylix bilingue di Andokides.Negli stessi anni fu scoperto il grandetumulo in località Poggio Gaiella, il cuiscavo arricchì la Collezione di molti repertidi grande pregio. Il 12 gennaio 1842, all’età di 85 anni,Pietro Bonci Casuccini muore. L’attività di scavo e di raccolta dei relativireperti fu continuata dal figlio Francescofino all’anno della morte di questi, nel 1857.

Chiusi, tomba del Colle, atrio. Restituzione grafica della scena disimposio. Secondo quarto del V sec. a.C. (Tratto da R. BIANCHI BANDINELLI 1939, Clusium. Le pitture delletombe arcaiche, Roma, tav. C).

Oinochoe in bucchero. N.I. 8482. Vetrina 3.

Restituzione grafica della porta intravertino della tomba del Colle. (Tratto da G. DENNIS 1968, The Cities and Cemeteries ofEtruria, II, London, p. 316).

Il Museo Casuccini a ChiusiDavide Angileri

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3 Premessa

4 Planimetria della mostra

5 Il Museo Casuccini a Chiusi

6 Gli Etruschi a Palermo

7 Chiusi. Vicende storiche e testimonianze archeologiche

9 La scultura funeraria

10 La necropoli di Poggio Gaiella

12 Statua-cinerario cosiddetta Plutone

13 La ceramica figurata

14 Il bucchero

15 I bronzi

17 La lingua e la scrittura

18 Due secoli di restauri

19 Tipologia e tecnica degli interventi di restauro

20 Cronologia

Grazie alla segnalazione della Commissionedi Antichità e Belle Arti della Sicilia eall’interessamento del Ministrodell’Istruzione Michele Amari, la CollezioneCasuccini fu salvata dalla dispersione edacquistata dal Museo di Palermo.In questo modo la città di Palermo e il suoMuseo portavano a compimento una feliceoperazione nell’interesse del Regno d’Italiaappena costituito, assicurando all’interanazione questo importante patrimonioculturale.L’atto di vendita, firmato dai nipoti delconte Pietro Bonci Casuccini, Ottavio ePietro, fu registrato il I dicembre 1865 eapprovato dal Ministro della PubblicaIstruzione Giovanni Baldacconi. Il prezzofissato per l’acquisto fu di £. 35.000, comeda verbale della Commissione di Antichitàe Belle Arti del 26 dicembre 1867. L’acquisizione della Collezione si colloca inun momento storico in cui si stavacostruendo una identità nazionale ed essaservì anche da stimolo per la creazione delnuovo Museo di Palermo.Proprio in quell’anno, infatti, al RegioMuseo, da poco distaccatosi dall’Università,viene assegnata la prestigiosa sede dell’exConvento dei Padri Filippini. Ciò costituisceuna tappa fondamentale per il processo diformazione di un rinnovato Museo, che siavvia a diventare Museo Nazionale.

Il Direttore del Museo, Cav. GiovanniD’Ondes Reggio, si recò a Chiusi percurare l’imballaggio dei reperti, dopo averprovveduto a effettuare i necessari restauri.Il trasporto fu molto complesso. Le 184casse viaggiarono su carri dalla proprietàCasuccini fino alla stazione di Chiusi; intreno da qui a Livorno, dove venneroimbarcati sulla tartana (piccolo veliero) “La Venere” di proprietà della FamigliaFlorio, il 14 luglio 1866, per giungere alporto di Palermo il 19 dello stesso mese.Le casse contenenti i buccheri, le ceramichedipinte, i bronzi e altri oggetti di piccoledimensioni furono trasferite presso ilmagazzino del Museo Salnitriano nell’exCollegio dei Gesuiti (attuale BibliotecaCentrale), mentre i colli più grandi nelmagazzino della Villa Filippina.Nel giugno 1869 il Direttore del Museo,Cav. Giovanni Fraccia, fece trasportare laCollezione presso il Real Museo e la collocò

sotto i portici del Chiostro Maggiore. Pocotempo dopo tutti i materiali lapidei e fittilisaranno trasportati ed esposti nelle saleattigue a quella delle metope di Selinunte,dove sono rimaste fino ai nostri giorni.

Al primo piano venne collocata unaselezione di vasi greci e di imitazioneinsieme agli oggetti di piccole dimensioni eai buccheri. Nel 1935 l’allora Direttore del MuseoPaolino Mingazzini porta a compimento lasistemazione parziale della CollezioneCasuccini, rendendola fruibile.Tra il 1940 e il 1943, a causa degliimminenti eventi bellici, la raccolta etrusca,insieme a molti altri reperti, fu trasferitapresso l’Abbazia benedettina di S.Martinodelle Scale, ad opera dell’alloraSoprintendente e Direttore del Museo IoleBovio Marconi.Finita la guerra, tutti i materialiarcheologici vennero riportati presso ilMuseo Nazionale di Palermo e, nel 1952,esso fu riaperto al pubblico.

Gli Etruschi a PalermoAgata Villa

Michele Amari. (Tratto daCentenario della nascita di MicheleAmari, vol. I, Palermo 1910).

a destra:I fratelli Bonci Casuccini: a sinistra Pietro, a destra Ottavio.

La statua-cinerario, cosiddetta Persefone, nell’allestimento difine ‘800 presso il Museo Nazionale di Palermo (oggi MuseoArcheologico Regionale Antonino Salinas).

Veduta dell’esposizione della Collezione Bonci Casuccini presso ilMuseo Nazionale di Palermo dopo il 1952.

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3 Premessa

4 Planimetria della mostra

5 Il Museo Casuccini a Chiusi

6 Gli Etruschi a Palermo

7 Chiusi. Vicende storiche e testimonianze archeologiche

9 La scultura funeraria

10 La necropoli di Poggio Gaiella

12 Statua-cinerario cosiddetta Plutone

13 La ceramica figurata

14 Il bucchero

15 I bronzi

17 La lingua e la scrittura

18 Due secoli di restauri

19 Tipologia e tecnica degli interventi di restauro

20 Cronologia

La città di Chiusi (prima Chamars poiClevsin in etrusco, Clusium in latino) sorgein Toscana su un’altura (m 348 s.l.m.)piuttosto ristretta fra la Val di Chiana e illago Trasimeno, nell’odierna provincia diSiena.Nell’antichità è stata dapprima una dellepiù importanti lucumonie (città rette daun governo monarchico) della dodecapolietrusca e successivamente cittadinaromana.Le prime tracce di un nucleo abitativo,oggetto di frequentazione sin dall’età delbronzo, risalgono all’VIII-VII sec. a.C., anchese di vera e propria organizzazione urbanasi può parlare solo a partire dal VI sec.Secondo lo storico Servio, Chiusi fu fondatadall’eroe Cluso, figlio del principe lidioTirreno. Una delle più antiche notizie che le fontiletterarie riportano riguarda il sostegnoche la città offrì ai Latini nella rivoltacontro il re di Roma Tarquinio Prisco.In coincidenza con la decadenza dellemetropoli dell’Etruria costiera (Tarquinia,Vetulonia, Populonia, Caere), che avevanoraggiunto l’apice dello sviluppo nel VII sec.a.C., Chiusi manifesta il massimo splendoretra la fine del VI e il IV sec. a.C.

Non a caso la tradizione pone proprio allafine del VI sec. a.C. la vicenda del rePorsina (il Porsenna dei Romani) ricordatocome il conquistatore di Roma, figura trastoria e leggenda, che testimonial’interesse di Chiusi verso la foce delTevere. A questo stesso periodo si fa risalire lacostruzione della cinta muraria della città,di cui però non rimane nulla. D’altra parte il rinvenimento di unacospicua quantità di decorazioniarchitettoniche in terracotta documental’esistenza di santuari. Nel III sec. a.C. Chiusi entra pacificamentenell’orbita dell’egemonia romana.

Le necropoli e i riti funerariI primi scavi occasionali nelle necropolichiusine, effettuati agli inizidell’Ottocento, sono alla base dellaformazione delle collezioni private locali,tra le quali la Bonci Casuccini. I risultatidelle campagne sistematiche avviate dallaCommissione Archeologica, costituitasi nel1870, hanno dato luogo al primo nucleodel Museo Civico di Chiusi.La necropoli più antica, quella di PoggioRenzo a Nord-Est di Chiusi, risale al periodo

Carta dell’Etruria tirrenica. (Tratto da M. Torelli (a cura di) 2000, GliEtruschi, catalogo della mostra a Palazzo Grassi, Venezia, p. 98).

Quadro di insieme della Carta archeologica del territorio diChiusi. (Tratto da R. BIANCHI BANDINELLI 1925, Clusium. Ricerchearcheologiche e topografiche su Chiusi e il suo territorio in etàetrusca, in MonAnt XXX, tav. II.

Chiusi. Vicende storiche e testimonianze archeologiche Costanza Polizzi

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3 Premessa

4 Planimetria della mostra

5 Il Museo Casuccini a Chiusi

6 Gli Etruschi a Palermo

7 Chiusi. Vicende storiche e testimonianze archeologiche

9 La scultura funeraria

10 La necropoli di Poggio Gaiella

12 Statua-cinerario cosiddetta Plutone

13 La ceramica figurata

14 Il bucchero

15 I bronzi

17 La lingua e la scrittura

18 Due secoli di restauri

19 Tipologia e tecnica degli interventi di restauro

20 Cronologia

villanoviano (IX-VIII sec. a.C.): il rito funebreadottato è quello dell’incinerazione e letombe sono del tipo a pozzetto condeposizioni entro cinerari con pochi oggettidi corredo. Tali cinerari, dapprima biconici,col tempo assumono la tipica forma acanopo. Dalla fine del VI all’inizio del IVsec. a.C. essi vengono sostituiti da statue-cinerario, raffiguranti il defunto sedutoeroizzato secondo un gusto greco omagnogreco. Fanno parte dei ricchi corredioggetti di lusso in avorio, osso, bronzo,gioielli, ceramiche a figure nere e rosse diimportazione greca e buccheri, chiaroindizio dell’elevato grado di benesseredella dominante classe aristocratica.La cremazione non è mai stataabbandonata nel territorio chiusino anchequando, nel IV sec. a.C., si diffuse il ritodell’inumazione che aveva portato aduna ricca produzione di sarcofagi figurati.Nel III secolo per il rito della cremazionevengono utilizzate urne di fabbricazionelocale in pietra, alabastro e terracotta,spesso con la rappresentazione a rilievo delcosiddetto obesus etruscus, ovvero ilcorpulento defunto sdraiato sul lettoconviviale.Le necropoli di Colle Casuccini, FonteRotella, Poggio Renzo, Dolcianopresentano tombe a camera scavate nelbanco tufaceo con elementi di imitazione,sia dipinti sia a rilievo, degli interni dellecase. A guardia delle tombe erano spessoposte delle sculture in pietra a tutto tondoraffiguranti animali reali o fantastici.Il gruppo più notevole di pitture funerarieè riferibile alla prima metà del V sec. a.C. ei soggetti più frequentemente raffiguratisono: giochi, spettacoli di musica e danza,banchetti. Tra gli esempi conservatiricordiamo le Tombe della Scimmia e delColle Casuccini.La necropoli di Poggio Gaiella è quella piùmonumentale della città ed ècaratterizzata dall’unico tumulo rimastoci,uno dei più grandi di tutta l’Etruria. Alle poche famiglie emergenti siriferiscono le tombe monumentali dipintedi età ellenistica (Tombe di Vigna Grande,del Granduca, della Tassinara), con dromoi(corridoi) di accesso e nicchie ai lati ecamere costruite con blocchi squadrati ecoperte a volta, celle con banchinecontenenti sia sarcofagi sia urne.

Chiusi. Vicende storiche e testimonianze archeologiche Costanza Polizzi

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3 Premessa

4 Planimetria della mostra

5 Il Museo Casuccini a Chiusi

6 Gli Etruschi a Palermo

7 Chiusi. Vicende storiche e testimonianze archeologiche

9 La scultura funeraria

10 La necropoli di Poggio Gaiella

12 Statua-cinerario cosiddetta Plutone

13 La ceramica figurata

14 Il bucchero

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17 La lingua e la scrittura

18 Due secoli di restauri

19 Tipologia e tecnica degli interventi di restauro

20 Cronologia

Nelle tombe chiusine di VI e V secolo a.C.sono state rinvenute sia sculture a tuttotondo (statue-cinerario e statue di animalio creature fantastiche) sia cippi condecorazione a bassorilievo. Gli scultori chiusini utilizzavano materialelocale: calcare poroso e, soprattutto,pietra fetida, cioè una pietra calcarealocale, compatta, chiamata così perché, seabrasa, emana un cattivo odore, dovuto adinfiltrazioni solforose. Le sculture e i rilievierano dipinti, come dimostrano le tracce dinero e rosso ancora visibili sulle lorosuperfici.La scultura chiusina di età arcaica dipendestrettamente da quella di Vulci: da questacittà dell’Etruria meridionale si sarebberomosse le maestranze che dettero l’avvioalla produzione di Chiusi.

Statue-cinerario Le statue-cinerario contenevano le ceneridel defunto in una cavità ricavata nelbusto che veniva chiusa incassandovi latesta mobile. Sono state rinvenute esclusivamente neigrandi complessi tombali ed erano destina-te a personaggi di altissimo rango.

I custodi dell’oltretombaDavanti alle camere funerarie o neicorridoi delle tombe sono state trovatestatue a tutto tondo: figure virili cherappresentavano gli antenati dei defunti odonne piangenti ma anche leoni o animalifantastici (sfingi, centauri) con funzioneapotropaica (che tiene lontano il male). Ileoni fungevano da guardiani del sepolcro,sfingi e centauri, con la loro natura ibrida,avevano una doppia funzione: eranocustodi delle sepolture ed al contempoevocavano l’orrore del mondodell’oltretomba.

I cippi Sono monumenti funerari che compaionoa Chiusi a partire dalla prima metà del VIsecolo; hanno particolare diffusione tra lafine del VI e la prima metà del V secoloa.C. (nell’età di Porsenna e dimassimo sviluppo della città) escompaiono del tutto nella seconda metàdel V secolo a.C. Sono composti solitamente da tre parti:base, coronamento e bulbo. L’originariafunzione e il loro significato non sonochiari, probabilmente sono unarappresentazione simbolica del defunto. Nelle basi sono raffigurate a bassorilievo,a volte in sequenza, scene strettamentelegate al rito funebre: ekphorà (trasportofunebre), prothesis (esposizione deldefunto), danze, banchetti e giochifunebri. Altre scene, legate allo stile di vitaaristocratico, alludono allo status socialedel defunto: la partenza del guerriero, loscontro di armati, il ritorno dallaspedizione militare, l’assemblea maschile,la caccia, le scene di gineceo.

I coronamenti sono decorati con figure dileoni o arieti che simboleggiano la potenzao la forza vitale. Vengono rappresentati questi animali o perché si attribuivaloro il ruolo di protettori o perché si ritenevano dotati di virtù utili al defunto.I bulbi sono la parte terminale dei cippi epossono essere a “cuscino”, a “cupola” o a“cipolla”.

Statua-cinerario, dettaPersefone. N.I. 8440. Base VII. (Foto della Soprintendenzaper i Beni Archeologicidella Toscana).

Leone in pietra fetida. N.I. 8413. Base VI. (Foto dellaSoprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana).

Base in pietra fetida. N.I. 8376. Tavolo B. (Foto della Soprintendenzaper i Beni Archeologici della Toscana).

Coronamento in pietra fetida. N.I. 8380. Tavolo B. (Foto della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana).

La scultura funerariaElena Pezzini

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3 Premessa

4 Planimetria della mostra

5 Il Museo Casuccini a Chiusi

6 Gli Etruschi a Palermo

7 Chiusi. Vicende storiche e testimonianze archeologiche

9 La scultura funeraria

10 La necropoli di Poggio Gaiella

12 Statua-cinerario cosiddetta Plutone

13 La ceramica figurata

14 Il bucchero

15 I bronzi

17 La lingua e la scrittura

18 Due secoli di restauri

19 Tipologia e tecnica degli interventi di restauro

20 Cronologia

La necropoli di Poggio Gaiella, situata acirca 3 km a nord-ovest di Chiusi, ècostituita da un grande tumulo, di m 15 dialtezza per un diametro di m 90, e da unaserie di tombe a loculi esterne ad esso. Il tumulo è stato costruito riadattando unrilievo naturale: le tombe sono statescavate nell’arenaria e poi coperte daterreno di riporto disposto a calotta. Iltamburo, su cui si impostava la coperturadi terra e che circondava il tumulo, erarealizzato con conci in travertino di diversemisure murati a secco. Le tombe sonoscavate su più livelli, probabilmentesecondo una precisa gerarchia. La tomba più antica, la n. 3, che si dataall’ultimo trentennio del VII secolo a.C., ècostituita da un dromos (corridoio) diaccesso orientato a sud, da una camera apianta circolare e da un tetto a pseudocupola con pilastro centrale ricavato nelterreno naturale. Delle pitture parietali si conservano solotracce della scialbatura, realizzata conargilla mista a carbonato di calcio, su cuirimangono resti di ocra. Singolare, rispetto a quanto conosciamodell’architettura funeraria chiusina, è lapresenza di tombe ai lati del dromos elungo il dromos stesso.

Dalle pareti della tomba 3, a diversi livellidi quota, si aprono una serie di cunicoliscavati in antico secondo un precisoprogetto, presumibilmente di naturacultuale.L’eccezionalità delle strutturearchitettoniche con camere sepolcrali supiù livelli, a pianta circolare oquadrangolare collegate da un “labirinto”di cunicoli e la magnificenza deirinvenimenti spinsero il Braun adidentificare il tumulo di Poggio Gaiella conil monumentale sepolcro di Porsenna, re diChiusi, che secondo Varrone era racchiusoin un inestricabile labirinto su cui siergevano 5 piramidi.

La necropoli di Poggio GaiellaDavide Angileri

Disegno di Poggio Gaiella realizzato nell’800 per il volume di A.Durand, A. De Saison, La Toscane. Album pittorique etarcheologique, 1862-1863, Paris. (Tratto da A. RASTRELLI 1998, Lanecropoli di Poggio Gaiella, in AION(archeol) N.S. 5, fig. 12).

Planimetria del tumulo di Poggio Gaiella realizzata da Luigi Deinell’800 per l’Istituto Germanico di Roma. (Foto dellaSoprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana).

Pianta e sezione del tumulo di Poggio Gaiella realizzate nel 1994 da S. Guidotti e G. Masci. (Tratto da A. RASTRELLI 1998, La necro-poli di Poggio Gaiella, in AION(archeol) N.S. 5, fig. 6).

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3 Premessa

4 Planimetria della mostra

5 Il Museo Casuccini a Chiusi

6 Gli Etruschi a Palermo

7 Chiusi. Vicende storiche e testimonianze archeologiche

9 La scultura funeraria

10 La necropoli di Poggio Gaiella

12 Statua-cinerario cosiddetta Plutone

13 La ceramica figurata

14 Il bucchero

15 I bronzi

17 La lingua e la scrittura

18 Due secoli di restauri

19 Tipologia e tecnica degli interventi di restauro

20 Cronologia

Il monumento semicircolare a gradinidecorato a bassorilievo, i cui frammentisono conservati in parte nel Museo diPalermo e in parte in quello di Chiusi,databile nei decenni iniziali del VI secoloa.C., era probabilmente collocato sullasommità del tumulo con funzione dialtare. Lo scavo del tumulo ha restituito reperti digrande pregio: cippi decorati con fregi a rilievo (base III, N.I. 8382; tavolo C, N.I. 8385e probabilmente anche NN.II. 8384/8387), sculture, fra cui spiccano il bel monumentoin pietra fetida (tavolo F, N.I. 8433),la testa di fanciullo (tavolo F,N.I. 8438), la sfinge (tavolo D, N.I. 8436) eprobabilmente i leoni e le altre due sfingi(basi V-VI, NN.II. 8412-8413;tavolo D, NN.II. 8406/8443),numerosi vasi greci (vetrina 6)e, secondo il Dennis, anche lamonumentale statua-cinerario raffiguranteun personaggio maschile seduto su trono,il cosiddetto Plutone. Non conosciamo il nome della gens titolaredel tumulo.

La necropoli di Poggio GaiellaDavide Angileri

Ricostruzione grafica, su ipotesi di E. Braun, del sepolcro diPorsenna in base al testo di Varrone in Plinio (Naturalis Historia,XXXVI, 91-93). (Tratto da E. BRAUN 1840, Il laberinto di Porsennacomparato coi sepolcri di Poggio Gaiella, Roma).

Ricostruzione grafica, su ipotesi di C. Laviosa, del monumento agradini con indicazione dei frammenti conservati a Palermo e diquelli conservati a Chiusi. (Tratto da A. RASTRELLI 1998, La necropoli di Poggio Gaiella, inAION(archeol) N.S. 5, fig. 17).

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3 Premessa

4 Planimetria della mostra

5 Il Museo Casuccini a Chiusi

6 Gli Etruschi a Palermo

7 Chiusi. Vicende storiche e testimonianze archeologiche

9 La scultura funeraria

10 La necropoli di Poggio Gaiella

12 Statua-cinerario cosiddetta Plutone

13 La ceramica figurata

14 Il bucchero

15 I bronzi

17 La lingua e la scrittura

18 Due secoli di restauri

19 Tipologia e tecnica degli interventi di restauro

20 Cronologia

Rinvenuta secondo il Dennis, durante gliscavi eseguiti negli anni 1839-1840 aPoggio Gaiella, la statua, scolpita in pietracalcarea, è composta da due grandiporzioni (la base fino ai ginocchi e il bustocon la spalliera del trono), più una piccolafra le gambe e il busto. Essa è internamente cava per accogliere ilcontenitore con le ceneri del defunto e sipuò datare al terzo quarto del VI sec. a.C.La testa è mobile e, insieme agliavambracci, fu eseguita a parte in pietrafetida. La scultura raffigura un personaggiomaschile, maestosamente seduto in trono,nell’atto di reggere con i pugni chiusi suiginocchi un bastone, probabilmente unattributo di comando, forse uno scettro ouna doppia ascia.Il volto e gli avambracci sono dipinti inrosso, mentre la capigliatura e la barbasono ricoperti da colore nero. Alcune tracce di colore rosso sono tuttoravisibili su base, piedi, veste e petto. Il nasoè abraso e sulla superficie della barba sonoevidenti profondi tagli eseguiti con unalama metallica. Orecchini di forma circolaredecorano i lobi degli orecchi.Stilisticamente affine a modelli elaboratinella Grecia ionica, la statua si ricollegacomunque alla tradizione dei canopi che sipalesa nella forma del trono a spallieraricurva, nella testa massiccia, nellacapigliatura a calotta liscia e squadrataposteriormente.

La scultura fu sottoposta nell’Ottocento aconsistenti operazioni di restauro.Vennero integrate alcune porzioni deltrono e della coscia destra e fu steso unprodotto consolidante per proteggere ilcolore che, nel tempo, ha favoritoun’alterazione della pellicola pittoricarendendola più scura.In occasione della mostra Gli Etruschi aSiena e Chiusi nel 2007, è stato possibileeseguire alcune indagini radiografiche eun completo intervento di restauro presso il laboratorio del Museo Archeologico diChiusi. Le radiografie hanno messo inevidenza la presenza di tre perni in ottonein ciascuno degli avambracci. Le porzioni dei perni che fuoriesconofurono rivestite da un inerte misto acollante prima di essere inserite nel busto.

Durante il recente intervento di restauro, siè proceduto a rimuovere lo strato cerosoche ricopriva interamente la testa, fino ariportare alla luce la superficie originaledella pellicola pittorica.Per quanto riguarda gli avambracci, unavolta asportato lo stucco, sono stateripulite le fessure, eseguendo leintegrazioni con gesso dentistico colorato. Si è deciso poi di non asportare i perni, inquanto,in questo caso, non dannosi per laconservazione della pietra. Per bloccare gliarti nelle cavità corrispondenti si sonosfruttati i fori già presenti, modellando unanello in gesso all’interno della cavitàdotata di fori per l’inserimento dei perni.In origine gli avambracci dovevano esserecollocati per mezzo di due piccoli coniscolpiti all’estremità che si inserivano nellecavità create nel busto. Nel corso delrestauro ottocentesco le sedi dialloggiamento dei due avambracci furonointegrate e riempite con materiali vari(gesso, cemento, laterizi) e poi forate conpunta di trapano per inserire i perni. Alfine di facilitare l’assemblaggio dei diversiframmenti relativi agli avambracci e allemani vennero eseguiti dei tagli che hannoprodotto una diminuzione degli arti dicirca 2-3 cm.

Statua-cinerario cosiddetta PlutoneAgata Villa

La statua nell’allestimento di fine ‘800.

La metà sinistra del volto dopo la rimozione dello stato ceroso.

Radiografie degli avambracci: in evidenza i perni di ottone.

La cavità all’interno della parte superiore.

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3 Premessa

4 Planimetria della mostra

5 Il Museo Casuccini a Chiusi

6 Gli Etruschi a Palermo

7 Chiusi. Vicende storiche e testimonianze archeologiche

9 La scultura funeraria

10 La necropoli di Poggio Gaiella

12 Statua-cinerario cosiddetta Plutone

13 La ceramica figurata

14 Il bucchero

15 I bronzi

17 La lingua e la scrittura

18 Due secoli di restauri

19 Tipologia e tecnica degli interventi di restauro

20 Cronologia

A fronte della quasi inesistente ceramica diproduzione corinzia (in mostra è presentesolo una oinochoe frammentaria della finedel VII secolo a.C.), all’interno dellaCollezione Casuccini è documentata unanotevole quantità di vasi provenientidall’Attica che si datano a partire dalsecondo venticinquennio del VI secolo a.C. Con questa regione della Grecia è evidenteche Chiusi intratteneva stretti rapporticommerciali, per via diretta o mediatatramite le principali città etrusche dellacosta quali Cerveteri o Vulci. I vasi importati erano considerati una sortadi status symbol dalle famiglie più facoltosedi Chiusi, che ambivano ad arricchire i lorocorredi funerari con prodotti di pregio,connessi per lo più al tema del simposio equindi del banchetto funebre (anfore,crateri, coppe ecc.). Gli esemplari più antichisono decorati con la tecnica a figure neree fra essi segnaliamo una lekanis con ilgiudizio di Paride e una pisside con lariconquista di Elena da parte di Menelao.

In posizione di rilievo è esposta unagrande kylix (coppa), definita bilinguepoiché in essa coesistono le due tecniche“a figure nere” e “a figure rosse”. Essadunque è una testimonianza rara epreziosa del passaggio tra i due differentitipi di decorazione fra il 530 e il 520 a.C.

Numerosi sono i vasi a figure rosse, alcunidei quali risultano firmati o attribuiti aimportanti ceramografi attici (Epiktetos,Makron, Douris ecc.). Le forme più diffusesono le kylikes e gli stamnoi, come quellidel Pittore di Berlino e del Pittore di Syleus.Già a partire dalla prima metà del VI secoloa.C. si diffusero in Etruria alcune bottegheartigiane, all’interno delle quali venneroimitati i vasi importati da Corinto (ceramicaetrusco-corinzia). Successivamente, versola metà del secolo, si sviluppò unaproduzione locale di vasi a figure nere(si vedano in particolare quelli attribuiti alPittore di Micali), decisamente influenzatada esperienze artistiche maturate inGrecia, sia in area greco-orientale, cheattica.Nel V e IV secolo la tecnica a figure rossedomina il panorama vascolare anche aChiusi. In esposizione spicca il maestosocratere a volute del cosiddetto Pittore diVanth.

La ceramica figurataAgata Villa

Lekanis, coperchio. Nel fregio interno giudiziodi Paride. N.I. 1844. Vetrina 6. (Foto della Soprintendenzaper i Beni Archeologicidella Toscana).

Kylix bilingue. Particolare del punto diincontro delle due tecniche decorative. N.I.2051. Vetrina 2. (Foto della Soprintendenzaper i Beni Archeologici della Toscana).

Kylix. Particolare. Opera di Epiktetos. N.I. 5511. Vetrina 6.(Foto della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana).

Cratere a volute. Pittore di Vanth. N.I. 5530. Vetrina 5.(Foto della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana).

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3 Premessa

4 Planimetria della mostra

5 Il Museo Casuccini a Chiusi

6 Gli Etruschi a Palermo

7 Chiusi. Vicende storiche e testimonianze archeologiche

9 La scultura funeraria

10 La necropoli di Poggio Gaiella

12 Statua-cinerario cosiddetta Plutone

13 La ceramica figurata

14 Il bucchero

15 I bronzi

17 La lingua e la scrittura

18 Due secoli di restauri

19 Tipologia e tecnica degli interventi di restauro

20 Cronologia

Il bucchero è un tipo di vasellame in argilladepurata, modellata al tornio, di colorenero o grigio cenere, finemente lucidato,non verniciato né dipinto. Il colore nerolucente della superficie è dovuto ad unacottura di tipo riducente, che determina laformazione dell’ossido ferrico di colorenero.II nome è l’adattamento italiano dellospagnolo bucaro, termine riferito a unaterra dall’odore intenso e colorata con cuinell’America meridionale venivanofabbricati vasi divenuti di moda in Italia,alla fine del XIX secolo, in concomitanzacon gli scavi e le scoperte delle necropolietrusche. La produzione inizia nel 675 a.C. a Cerveteri con lieve anteriorità rispetto aVeio e Tarquinia.

Vengono realizzati manufatti dalle formevarie destinati allo svolgimento delbanchetto: vasi per contenere, perversare, per bere, scodelle, piatti, cucchiai,bracieri. La decorazione è costituita damotivi geometrici graffiti, ventagliettipunteggiati, spirali e, a partire dallaseconda metà del VII sec. a.C., da fregicontinui con immagini graffite di animalireali e fantastici, cavalieri, pugili, aurighi sucarro, guerrieri.

Alla fine del VII secolo a.C. le pareti deivasi cominciano a divenire più spesse, ladecorazione si semplifica e a Tarquinia,Volsinii e Chiusi si afferma l’impiego dicilindretti ruotanti sulla argilla ancorafresca del vaso, in particolare sui calici. Con questa tecnica si realizzano fregi abassissimo rilievo, nei quali si susseguonosemplici ornati lineari oppure teorieanimali o antropomorfe con carri in corsa,guerrieri, danzatori ecc.

Dall'ultimo trentennio del VII sino allametà circa del VI sec. a.C. i vasi inbucchero, e in particolare i kantharoi,conoscono una vastissima circolazione intutto il bacino del Mediterraneo, dallaGrecia alla Spagna, dall’Africasettentrionale alla Francia meridionale,legata, probabilmente, al commercio delvino.

A partire dalla metà del VI secolo Chiusidiviene uno dei maggiori centri diproduzione del cosiddetto buccheropesante, cioè dalle pareti più spesse,frequentemente decorato con motivi astampo.All’interno della Collezione Casuccini sonodocumentati servizi da tavola funzionali albanchetto, mentre alcune tavolette incisesono da mettere in relazione, con tuttaprobabilità, alla pratica della scrittura.

Il buccheroDavide Angileri

Anfora in bucchero. N.I. 8551. Vetrina 4.

Kyathos decorato sulla spalla da ventaglietti punteggiati. N.I. 8545. Vetrina 4.

Kantharos.N.I. 8535. Vetrina 4.

Tavoletta rettangolare con prese sagomate a palmetta.N.I. 8540. Vetrina 4.

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3 Premessa

4 Planimetria della mostra

5 Il Museo Casuccini a Chiusi

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7 Chiusi. Vicende storiche e testimonianze archeologiche

9 La scultura funeraria

10 La necropoli di Poggio Gaiella

12 Statua-cinerario cosiddetta Plutone

13 La ceramica figurata

14 Il bucchero

15 I bronzi

17 La lingua e la scrittura

18 Due secoli di restauri

19 Tipologia e tecnica degli interventi di restauro

20 Cronologia

L’instrumentum domestico: vasi eutensiliLa metallurgia ha un ruolo di spicco fra leattività artigianali specializzate, inparticolare per ciò che riguarda ilvasellame, gli oggetti di parure, quelli ditoilette e l’armamento.Un ruolo importante per lo sviluppo diquesta tecnologia proviene dal contattocon l’Egeo e il Vicino Oriente in quella faseche, alla fine dell’VIII secolo a.C., ècaratterizzata da un nuovo gustodecorativo, denominato orientalizzante,che si diffonde nelle regioni delMediterraneo occidentale. In Etruria i protagonisti di questorinnovamento culturale, noto soprattuttoattraverso la documentazione funeraria,sono i “principi-guerrieri”, rappresentantidell’aristocrazia etrusca, detentori deimezzi di produzione dallo sfruttamentodelle risorse naturali alle varie fasi dellalavorazione del metallo. Essi ci hannolasciato tombe ricchissime, i cui corredi,costituiti da oggetti lussuosi, venivanoutilizzati per il simposio, durante il qualeinsieme al cibo, si consumava vinocontenuto in preziosi vasi di bronzo.Nel corso del VI secolo a.C. la bronzisticaetrusca assume le caratteristiche di unaproduzione su vasta scala, alimentata dagrande disponibilità di materie prime chesi manifesta nella realizzazione di oggettiin forma seriale e ripetitiva. I reperti quipresentati, illustrano alcune forme dellasuppellettile bronzea relativa al servizio datavola, agli arredi domestici e agli utensiliadoperati per il cerimoniale del simposio.

Al servizio da mensa si riferiscono i vasipotori quali le anforette, le oinochoai, lephialai, utilizzati per attingere e versareliquidi, che generalmente sono in laminabattuta e spesso hanno i manici configuraticon delle realizzazioni elaborate,terminanti in placchette con semplicimotivi ornamentali. Nei corredi tombali sono pure presenti icandelabri o altri oggetti legati all’illumi-nazione. Strettamente connessi con ladecorazione plastica degli utensili sono ipiccoli bronzi a fusione piena raffigurantiguerrieri, atleti e divinità. [>] segue a pag. 16

I bronziGiuliana Sarà

Tavola-tripode. N.I. 7077. Vetrina 7. (Foto della Soprintendenza per i BeniArcheologici della Toscana).

Anfora. N.I. 7047. Vetrina 7. (Foto della Soprintendenza per iBeni Archeologici della Toscana).

Discobolo. N.I. 12525. Vetrina 7. (Foto della Soprintendenza per iBeni Archeologici della Toscana).

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20 Cronologia

Gli specchiUna classe particolarmente rappresentativadell’artigianato etrusco è costituita daglispecchi in bronzo. Essi si distribuiscono trail VI e il III sec. a.C., ma è nel corso del IVsec. a.C. che si assiste ad una vastaproduzione artigianale di tipostandardizzato. Tali oggetti non possedevano la superficieriflettente che ci è familiare, ma eranointeramente di metallo, avevano unaforma più o meno rotonda ed eranomuniti di un pratico manico.La parte posteriore era decorata dafinissime incisioni mentre la parteanteriore, tirata perfettamente a lucido,serviva a riflettere il viso. La zona decorataera circondata quasi sempre da eleganticornici di vario tipo: lisce, a onda, a tralciod’edera o di vite, o a corona d’alloro.I soggetti rappresentati sono legati per lopiù al mito, all’epopea omerica, ma anchealla vita quotidiana delle donne etrusche.Fra le divinità più frequentementeraffigurate vi sono Menrva (Atena), Turan(Afrodite) e i Dioscuri il cui culto era moltodiffuso in Etruria.Inoltre sono spesso rappresentati il“giudizio di Paride” e un essere alato,denominato Lasa, talvolta ornato di gioiellie che tiene in mano qualche attributoquale ad esempio l’alabastron (piccolo vasoadatto a contenere olii da massaggio eprofumi).La Lasa compare sugli specchi come figuraisolata, o a volte come “spettatrice” dialcune scene a sfondo amoroso incompagnia di altri soggetti e risulta spessoassociata al corteggio di Turan-Afrodite.

Gli avoriAlla fine del VII secolo a.C. si possonoascrivere le prime produzioni di manufattiin avorio connessi alla sfera dell’ornamento personale: cofanetti e armille.L’impiego dell’avorio si diffonde su piùlarga scala per oggetti di pregio, mentre quelli di minore importanza vengonorealizzati in osso. Nel necessaire da toilette femminile sonopresenti diversi oggetti in avorio o in osso:pettini e piccole pissidi, che contenevanoprodotti cosmetici preparati ed applicatimediante spatole o cucchiaini. Altri oggetti di uso comune, quali specchi ecoltellini, presentano, a volte, il manico inavorio lavorato. Tra i reperti esposti sonopresenti anche delle tessere, cioè delletarghette rettangolari con un numero inciso,usate probabilmente come pedine da gioco.

I bronziGiuliana Sarà

Dioscuri, disegno di M. Barretta. N.I. 5642. Vetrina 8.

Lasa, disegno di M. Barretta. N.I. 5647. Vetrina 8.

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5 Il Museo Casuccini a Chiusi

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9 La scultura funeraria

10 La necropoli di Poggio Gaiella

12 Statua-cinerario cosiddetta Plutone

13 La ceramica figurata

14 Il bucchero

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17 La lingua e la scrittura

18 Due secoli di restauri

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20 Cronologia

Gli Etruschi per esprimere graficamente laloro lingua utilizzarono un sistemaalfabetico derivato da quello greco,appreso, probabilmente alla fine dell’VIIIsecolo a.C., attraverso il contatto con icoloni calcidesi che si insediarono aPithecusa (Ischia) e a Cuma. Poichél’alfabeto greco aveva lettere in eccessorispetto al sistema fonetico etrusco, maallo stesso tempo al greco mancavanoalcuni suoni della lingua etrusca, alcunigrafemi rimasero inutilizzati, come peresempio la vocale o; altri venneroimpiegati per esprimere suoni diversi (ilgamma greco per il suono k), altri ancoravennero creati ex novo (il segno grafico aforma di 8 per esprimere il suono f).

La tavoletta eburnea da Marsilianad’Albegna, del secondo quarto del VIIsecolo a.C., ci testimonia la trasmissione el’apprendimento dell’alfabeto, cheavveniva attraverso esercitazioni grafiche,con l’ausilio di appositi abecedari. La direzione della scrittura è di normasinistrorsa (da destra verso sinistra),caratteristica che deriva dalla scritturagreca alfabetica più antica. A partiredall’inizio del VI secolo si diffonde l’uso disegni divisori (punti e trattini) che,indicando le pause della lingua parlata,avevano lo scopo di facilitare la lettura.

Possediamo circa 13.000 iscrizioni, per lamaggior parte, incise su supporti ceramici,lapidei o bronzei. Si tratta, per lo più, diepitaffi contenenti il nome del defunto equalche indicazione sulla sua vita, oppuredi ex voto recanti il nome del dedicante edella divinità a cui è destinata l’offerta.Dagli autori classici, greci e latini, sappiamoche è esistita una vera e proprialetteratura etrusca che aveva uncarattere eminentemente religioso: i libriharuspicini e i libri fulgurales concernentila divinazione, rispettivamente, attraversol’esame delle viscere delle vittime sacrificalie l’interpretazione dei fulmini, o ancora ilibri rituales che insegnavano comecompiere correttamente numerosi atticerimoniali e come fondare nuove città;per esempio la fondazione di Roma sembrasia avvenuta in conformità a precetti religiosi etruschi. All’interno della Collezione Casuccini sicontano circa 200 iscrizioni funerarie che ci svelano i nomi delle famiglie più illustridell’antica Clusium.

La lingua e la scritturaDavide Angileri

Greco Etrusco

Alfabeti: greco ed etruschi. (Tratto da M.PALLOTTINO 1975, Etruscologia, Milano, p.389).

Urna di alabastro, particolare. Iscrizione, incisa sul bordo del coperchio, con il nome del defunto: Arnth: Namultl. Da Chiusi. N.I. 8462. Tavolo I. (Foto della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana).

Coperchio di urna di travertino. Sul bordo anteriore si legge: ar: herine vi{:}pinal: fup(le), ovvero “Arnth Herine Fuple, figlio di una donna della famiglia Vipi”. Da Chiusi. N.I. 12313. Tavolo M. (Foto della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana).

Tavoletta in avorio con abecedario inciso sul margine superiore. Da Marsiliana d’Albegna. Secondo quarto del VII sec. a.C.Firenze, Museo Archeologico Nazionale. (Tratto da M. TORELLI (a cura di) 2000, Gli Etruschi, Catalogo dellaMostra a Palazzo Grassi, Venezia, p. 480).

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5 Il Museo Casuccini a Chiusi

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7 Chiusi. Vicende storiche e testimonianze archeologiche

9 La scultura funeraria

10 La necropoli di Poggio Gaiella

12 Statua-cinerario cosiddetta Plutone

13 La ceramica figurata

14 Il bucchero

15 I bronzi

17 La lingua e la scrittura

18 Due secoli di restauri

19 Tipologia e tecnica degli interventi di restauro

20 Cronologia

Gli artisti-restauratori a cui venneroaffidate nell’Ottocento, dai BonciCasuccini, le opere lapidee, le ceramiche e ibronzi della collezione eseguironorestauri ampiamente integrativi che,seguendo il gusto dell’epoca, prevedevanola ricreazione di tutti i particolari plasticimancanti.

Per tutte le classi di materiali la praticaintegrativa si riassumeva in due principalimetodi di intervento. Nel caso di opereintegre ma con volumi molto degradati, siprocedeva alla levigatura fino araggiungere gli strati di materia ancorasolidi; nel caso di opere mutile, invece, sirealizzava il completamento della formaintera. Particolare abilità ed esperienzaerano richieste nelle rifiniture, soprattuttonella correzione di colore genericamentedefinita patina, usata per ricoprire sia leparti originali, che quelle integrate:fumigazioni di paglia bagnata, stallaticoed orina strofinati sulla superficie, zolfo inpolvere, olii, bitume e cera, ma anchedecotti di erbe ed essenze vegetalivenivano di norma utilizzati per uniformaree rinnovare l’aspetto del reperto restaurato.

Giovanni D’Ondes Reggio, direttore delMuseo Nazionale, incaricato di prendere inconsegna a Chiusi il Museo EtruscoCasuccini e curarne l’imballaggio e l’invio aPalermo, riferisce di urgenti e affrettatirestauri, portati a termine con orari dilavoro massacranti, che si resero necessariper alcune classi di materiali (in modoparticolare i buccheri) in pessimo stato diconservazione, e quindi affidati agli abilirestauratori chiusini per potere affrontareil trasferimento in Sicilia.

La storia dei restauri Casuccini conoscerànel secondo dopoguerra un’altrafondamentale fase: gran parte dei repertipresentava la necessità di nuovi interventi,indirizzati a risarcire un vasto quadro difessurazioni diffuse. Nel 1950 si dà cosìinizio ad una nuova campagna di restauriche andrà avanti per poco più di un anno,affidata al restauratore-capo RosarioForzisi e ad una squadra di collaboratori.Vincenzo Tusa, dal 1963 Soprintendentealle Antichità e Belle Arti della SiciliaOccidentale, ci ha lasciato testimonianzadegli interventi di restauro più significativi:le scelte operative dimostrano sensibilitàper il contemporaneo dibattito sullascientificità del restauro, che in quegli anniandava maturando in Italia grazie allateoria di Cesare Brandi.

Due secoli di restauriAlessandra Carrubba

Sarcofago di alabastro, cosiddetto di Hasti Afunei. N.I. 8464.Base XI. (Foto della Sopr. per i Beni Archeologici della Toscana)

Vetrina con reperti in bucchero nell’allestimento museale dopo il 1952.

Lebete. Restaurati coperchio e base del piede, N.I. 8521. Vetrina 4.

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Page 19: GLIETRUSCHI PALERMO 2EGIONE3ICILIANA ... etruschi... · 3 3 Premessa 4 Planimetria della mostra 5 Il Museo Casuccini a Chiusi 6 Gli Etruschi a Palermo 7 Chiusi. Vicende storiche e

19

3 Premessa

4 Planimetria della mostra

5 Il Museo Casuccini a Chiusi

6 Gli Etruschi a Palermo

7 Chiusi. Vicende storiche e testimonianze archeologiche

9 La scultura funeraria

10 La necropoli di Poggio Gaiella

12 Statua-cinerario cosiddetta Plutone

13 La ceramica figurata

14 Il bucchero

15 I bronzi

17 La lingua e la scrittura

18 Due secoli di restauri

19 Tipologia e tecnica degli interventi di restauro

20 Cronologia

Preservare un’opera di valenza artistico-storica, in vista della sua trasmissione alfuturo, è il principio ispiratore della teoriadel restauro del Brandi, che consente edalla quale discendono interventi mirati aduna corretta conservazione. Dalritrovamento ad oggi, i reperti, che fannoparte della collezione Casuccini, hannosubito parecchi restauri: si riscontranooggetti ricomposti da frammenti eintegrati con malte livellate insottosquadro, o ricostituiti lasciando visibiliestese lacune, o parzialmente ripristinati eintegrati. Alcuni reperti in bucchero sipresentano estremamente fragili etecnicamente elaborati; ricomposti inpassato, ultimamente sono stati revisionatiper migliorare l’adesione di varie porzioni. Recentemente è stata eseguita laricomposizione di un cratere a volute(vetrina 5, N.I. 5530) e l’integrazione di unalabastron (vetrina 5, N.I. 2377), lacunoso elesionato.

Il restauro del frammento di cippo (tavoloC, N.I. 8385) ha restituito la pienaleggibilità della scena figurata. L’opera,con visibili tracce di policromia, è rinataattraverso la pulitura del modellato,l'integrazione e il ritocco delle stuccature,la stesura del consolidante in profondità edel protettivo in superficie. I recenti interventi su urne, sarcofagi,statue e teste hanno migliorato lapercezione dei colori e rivelato quantofossero ampiamente colorate lerappresentazioni figurate, sia sul materialelapideo che sulla terracotta.

Tipologia e tecnica degli interventi di restauroAlessandra Barreca

Base di cippo. N.I. 8385. Tavolo C (Foto della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana).

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20

3 Premessa

4 Planimetria della mostra

5 Il Museo Casuccini a Chiusi

6 Gli Etruschi a Palermo

7 Chiusi. Vicende storiche e testimonianze archeologiche

9 La scultura funeraria

10 La necropoli di Poggio Gaiella

12 Statua-cinerario cosiddetta Plutone

13 La ceramica figurata

14 Il bucchero

15 I bronzi

17 La lingua e la scrittura

18 Due secoli di restauri

19 Tipologia e tecnica degli interventi di restauro

20 Cronologia

Età Villanoviana (900-720 a. C.)

> Formazione delle città.

> Prime produzioni ceramiche su modello greco.

> Sviluppo dell’agricoltura e della metallurgia.

> Stratificazioni sociali: ruolo preminente delle aristocrazie.

> Colonizzazione in Campania e Emilia Romagna.

Età Orientalizzante (720-580 a. C.)

> Affermazione del commercio emporico.

> Costruzione di edifici palaziali e diffusione delle tombe a tumulo.

> Coltivazione della vite e dell’ulivo.

> Adozione dell’alfabeto greco.

> Da Corinto si trasferisce a Tarquinia, con al seguito artigiani e tecnici, Demarato, della famiglia dei Bacchiadi. Il figlio Tarquinio Prisco diverrà re di Roma.

> Introduzione del mito greco.

> Acquisizione delle forme del simposio greco.

Età arcaica (580-480 a. C.)

> Massima espansione territoriale in Campania.

> Imprese di Mastarna (Servio Tullio?) e dei fratelli Vibenna.

> Strutturazione urbana delle città e costruzione di edifici templari.

> La grande pittura funeraria di Tarquinia (la tomba dei Tori).

> 524 Prima battaglia di Cuma tra Etruschi e Greci.

> Imprese militari di Porsenna, re di Chiusi, contro Roma.

Età classica (480-320 a. C.)

> 474 Il tiranno Ierone di Siracusa vince gli Etruschi a Cuma.

> 424 I Sanniti occupano Capua e mettono fine al dominio etrusco in Campania.

> 396 I Romani conquistano Veio.

> 384 Il tiranno Dionisio il Vecchio di Siracusa saccheggia il santuario di Leucotea a Pyrgi.

> 358-351 Guerra Roma-Tarquinia.

> Trasformazioni sociali e riassetto del territorio delle città dell’Etruria meridionale.

Età ellenistica (320-27 a. C.)

> 302 Guerra civile ad Arezzo: Roma aiuta gli aristocratici a riprendere il potere.

> 295 A Sentino Roma vince una coalizione di Etruschi (Volterra, Perugia, Chiusi), Galli, Umbri e Sanniti.

> 273 Fondazione in territorio etrusco della colonia latina di Cosa.

> 264 Conquista romana di Volsini.

> 205 Gli Etruschi riforniscono di cibo ed equipaggiamenti l’esercito di Scipione diretto a Cartagine.

> 83-82 Silla punisce le città dell’Etruria settentrionale (Chiusi, Volterra, Populonia ecc.) che si erano schierate con Mario.

> 27 Nella divisione augustea dell’Italia, l’Etruria viene inserita nella Regio VII.

Età Geometrica (900-725 a. C.)

> Nascita della polis.

> Acquisizione dell’alfabeto fenicio.

> 776 Prima Olimpiade.

> Fondazione dell’emporio di Pitecussa (Ischia).

> Inizio della colonizzazione in Magna Grecia (Cuma) e Sicilia (Naxos, Siracusa).

> Costruzione dei primi templi (Thermos).

Età Orientalizzante (725-610 a. C.)

> Si intensifica la colonizzazione in Occidente.

> Poemi epici: Iliade, Odissea.

> Canonizzazione degli ordini architettonici: il tempio dorico e il tempio ionico.

> 657-583 Tirannide dei Cipselidi a Corinto.

> Scultura di stile dedalico.

> 624 Legislazione di Draconte ad Atene.

Età arcaica (610-450 a. C.)

> 600 Primo tempio in pietra di Sicilia: Apollonion di Siracusa.

> 594 Riforme di Solone ad Atene.

> Tirannide di Pisistrato ad Atene.

> 508 Riforma democratica di Clistene ad Atene.

> 490 Battaglia di Maratona.

> La storiografia: Erodoto.

> 461 Riforme costituzionali di Efialte ad Atene.

Età classica (450-323)

> 444-429 La prima grande democrazia: l’Atene di Pericle.

> 447-438 Fidia e Ictino: il Partenone.

> 431-404 La Guerra del Peloponneso.

> La storiografia: Tucidide.

> 405-367 Dionisio il Vecchio diventa tiranno di Siracusa.

> 337 Filippo II di Macedonia è eletto dai Greci generale con pieni poteri nella guerra contro la Persia.

> 336-323 Alessandro Magno conquista la Persia e l’Egitto.

Età ellenistica (320-31 a. C.)

> 323-280 Lotte tra i Diadochi eredi di Alessandro Magno.

> 316-289 Agatocle, tiranno di Siracusa, muove guerra a Cartagine per impadronirsi di tutta la Sicilia.

> 275-215 Regno di Ierone II a Siracusa.

> 146 Roma distrugge Corinto.

> 146 Tutta la Grecia diviene una provincia romana.

> 133 Attalo III lascia in eredità a Roma il regno di Pergamo.

> 31 Battaglia di Azio: l’Egitto diviene provincia imperiale.

Periodo Laziale II-III (900-725 a. C.)

> Fase protourbana.

> 754 Fondazione di Roma.

> 753-716 Regno di Romolo.

> Prime testimonianze di culti e cerimonie rituali.

> Costruzione cerchia di mura sul Palatino.

> Prime produzioni ceramiche su modello greco.

Periodo Laziale IV (725-580 a. C.)

> Il Foro Romano diviene il nuovo centro politico e religioso.

> 715-672 Regno di Numa Pompilio.

> Processo di stratificazione sociale.

> Riforme religiose del re Numa Pompilio e istituzione del calendario.

> Regni di 672-640 Tullo Ostilio, 640-616 Anco Marcio, 615-578 Tarquinio Prisco.

> Introduzione del mito greco e della pratica del simposio.

Età regia (580-509 a. C.)

> 578-534 Regno di Servio Tullio: riforme del corpo civico.

> Emergere di gruppi sociali legati al commercio e all’artigianato.

> 534-509 Regno di Tarquinio il Superbo.

Età alto-repubblicana (509-366 a. C.)

> 509 Cacciata del re etrusco, Tarquinio il Superbo, e istituzione della repubblica.

> 504 Il tiranno Aristodemo di Cuma salva Roma, vincendo Etruschi, Umbri e Dauni.

> 509 Primo trattato tra Roma e Cartagine.

> 493 Secessione della plebe sull’Aventino.

> 450 Leggi delle XII tavole.

> 390 I Galli saccheggiano Roma.

Età medio/tardo-repubblicana (366-31 a. C.)

> 338 Roma scioglie la Lega Latina.

> 282-272 Guerra contro Taranto.

> 264-241; 218-201 Guerre puniche.

> 215-205; 200-196; 172-167 Guerre macedoniche.

> 146 Distruzione di Cartagine.

> 133-122 Riforme agrarie di Tiberio e Gaio Gracco.

> 91-89 La guerra sociale.

> 87-82 La guerra civile: Mario e Silla.

> 63 La congiura di Catilina.

> 60 Primo triunvirato di Cesare, Pompeo e Crasso.

> 49-44 Cesare conquista il potere.

> 31 Battaglia di Azio.

ETRUSCHI ROMANIGRECI

CronologiaDavide Angileri

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