gionalino gennaio 2011

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Mensile dell’Oratorio Salesiano di Bova Marina Anno II, numero 8 - Gennaio 2011 I Re Magi dimenticati (Bruno Ferrero) I ragazzi dell'Oratorio di Santa Maria aveva- no preparato una recita sul mistero del Natale. Ave- vano scritto le battute degli angeli, dei pastori, di Ma- ria e di Giuseppe. C'era persino una particina per il bue e l'asino. Ma quando suor Renata vide le prove dello spettacolo sbottò: "Avete dimenticato i Re Magi!". Enzo il regista si mise le mani nei capelli, mancava un solo giorno alla rappresentazione. Dove trovare i tre Re Magi così sui due piedi? Fu Don Pasquale a trovare la soluzione. "Cerchiamo tre persone della par- rocchia! - disse - Spieghiamo loro che devono fare i Re Magi moderni, vengono con i loro abiti di tutti i giorni e portano un dono a Gesù Bambino. Un dono a loro scelta. Tutto quello che devono fare è spiegare con franchezza il motivo che li ha spinti a scegliere proprio quel particolare dono". La squadra dei ragazzi si mise in moto e nel giro di due ore erano stati trovati i Re Magi sostituti. La sera di Natale, il teatrino parrocchiale era affollato. I ragazzi ce la misero tutta e lo spettacolo filò via liscio e applaudito. Senza che nessuno lo potesse prevedere il momento più commovente divenne l'entrata dei Re Magi. Il primo era un uomo di cinquant'anni, padre di cinque figli: portava una stam- pella. La posò accanto alla culla e disse: "Tre anni fa ho avuto un brutto incidente d'auto. Uno scontro frontale. Fui ricoverato all'ospedale con parecchie fratture. I medici erano pessimisti sul mio recupero. Da quel momento cominciai ad essere feli- ce per ogni più piccolo progresso: poter muovere la testa o un dito, alzarmi seduto da solo e così via. Quei mesi in ospedale mi cambiarono. Sono diventato umile scoprito- re di quanto possiedo. Sono riconoscente per le cose piccole e quotidiane. Porto a Gesù Bambino questa stampella in segno di riconoscenza". Il secondo Re era in verità una regina, madre di due figli. Portava un catechi- smo. Lo posò accanto alla culla e disse: "Finché i miei bambini erano piccoli e avevano bisogno di me, mi sentivo realizzata. Poi sono cresciuti e ho cominciato a sentirmi inuti- le. Ma ho capito che era inutile commiserarmi. Ho chiesto al parroco di fare catechi- smo ai bambini. Così ritrovai un senso alla mia vita. Mi sento come un apostolo, un profeta: aprire ai nostri bambini le frontiere dello spirito è un'attività che mi appassio- na. Sento di nuovo di essere importante". Continua a pag. 3 Cari lettori, Non vi nascondo che la stesura di questo editoriale questa volta è stata veramente sofferta… Di cosa avrei potuto parlare per non esse- re banale e ricadere nel facile perbenismo di chi fa mille propositi per l’anno nuovo promettendo più agli altri che a se stesso di far buon uso di questo nuovo tempo che il Signore ha concesso?? Stavo quasi per abbandonare l’idea di scriverlo ed affidare a qualcun altro il compito di farvi gli auguri per questo nuovo anno e di guidarvi tra le iniziative che il mese di gennaio, mese salesiano per eccellenza, ci riserva.. Quando… una mia cara amica mi ha inviato questo racconto… Ed ecco che tutte le volte che le parole sembrano troppe, il silenzio, il foglio lasciato in bianco acquista un senso… Quale? Beh, questa volta tocca a voi sco- prirlo… leggendo il finale del racconto a pag. 3!! Sicuramente ognuno di voi ne troverà uno proprio, ma certamente in linea con le festività appena trascorse... Buon 2011, cari amici!! Una Stella li guida… nella sua luce cercan la vera Luce!

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oratorio salesiano Bova Marina

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Mensile dell’Oratorio Salesiano di

Bova Marina

Anno II, numero 8 - Gennaio 2011

I Re Magi dimenticati

(Bruno Ferrero)

I ragazzi dell'Oratorio di Santa Maria aveva-

no preparato una recita sul mistero del Natale. Ave-

vano scritto le battute degli angeli, dei pastori, di Ma-

ria e di Giuseppe. C'era persino una particina per il

bue e l'asino. Ma quando suor Renata vide le prove dello spettacolo sbottò: "Avete

dimenticato i Re Magi!". Enzo il regista si mise le mani nei capelli, mancava un solo

giorno alla rappresentazione. Dove trovare i tre Re Magi così sui due piedi?

Fu Don Pasquale a trovare la soluzione. "Cerchiamo tre persone della par-

rocchia! - disse - Spieghiamo loro che devono fare i Re Magi moderni, vengono con i

loro abiti di tutti i giorni e portano un dono a Gesù Bambino. Un dono a loro scelta.

Tutto quello che devono fare è spiegare con franchezza il motivo che li ha spinti a

scegliere proprio quel particolare dono". La squadra dei ragazzi si mise in moto e nel

giro di due ore erano stati trovati i Re Magi sostituti. La sera di Natale, il teatrino

parrocchiale era affollato. I ragazzi ce la misero tutta e lo spettacolo filò via liscio e

applaudito. Senza che nessuno lo potesse prevedere il momento più commovente

divenne l'entrata dei Re Magi.

Il primo era un uomo di cinquant'anni, padre di cinque figli: portava una stam-

pella. La posò accanto alla culla e disse: "Tre anni fa ho avuto un brutto incidente

d'auto. Uno scontro frontale. Fui ricoverato all'ospedale con parecchie fratture.

I medici erano pessimisti sul mio recupero. Da quel momento cominciai ad essere feli-

ce per ogni più piccolo progresso: poter muovere la testa o un dito, alzarmi seduto da

solo e così via. Quei mesi in ospedale mi cambiarono. Sono diventato umile scoprito-

re di quanto possiedo. Sono riconoscente per le cose piccole e quotidiane. Porto a

Gesù Bambino questa stampella in segno di riconoscenza".

Il secondo Re era in verità una regina, madre di due figli. Portava un catechi-

smo. Lo posò accanto alla culla e disse: "Finché i miei bambini erano piccoli e avevano

bisogno di me, mi sentivo realizzata. Poi sono cresciuti e ho cominciato a sentirmi inuti-

le. Ma ho capito che era inutile commiserarmi. Ho chiesto al parroco di fare catechi-

smo ai bambini. Così ritrovai un senso alla mia vita. Mi sento come un apostolo, un

profeta: aprire ai nostri bambini le frontiere dello spirito è un'attività che mi appassio-

na. Sento di nuovo di essere importante". Continua a pag. 3

Cari lettori,

Non vi nascondo che la stesura di questo editoriale questa volta è stata veramente sofferta…

Di cosa avrei potuto parlare per non esse-re banale e ricadere nel facile perbenismo di chi fa mille propositi per l’anno nuovo promettendo più agli altri che a se stesso di far buon uso di questo nuovo tempo che il Signore ha concesso??

Stavo quasi per abbandonare l’idea di scriverlo ed affidare a qualcun altro il compito di farvi gli auguri per questo nuovo anno e di guidarvi tra le iniziative che il mese di gennaio, mese salesiano per eccellenza, ci riserva..

Quando… una mia cara amica mi ha inviato questo racconto…

Ed ecco che tutte le volte che le parole sembrano troppe, il silenzio, il foglio lasciato in bianco acquista un senso… Quale? Beh, questa volta tocca a voi sco-prirlo… leggendo il finale del racconto a pag. 3!!

Sicuramente ognuno di voi ne troverà uno proprio, ma certamente in linea con le festività appena trascorse...

Buon 2011, cari amici!!

Una Stella li guida…

nella sua luce cercan la vera Luce!

Pagina 2 Quelli de… l’ Oratorio

(…) Beati i perseguitati per causa della

giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.

Beati voi quando vi insulteranno, vi

perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni

sorta di male contro di voi per causa mia.

Rallegratevi ed esultate, perché grande è la

vostra ricompensa nei cieli. Così infatti

hanno perseguitato i profeti prima di voi.

Matteo (5,10-12)

La chiamarono libertà di religione, la libertà di dire: “Si, io credo che Gesù Cristo è nato, morto e risorto per la

salvezza degli uomini”, chiamarono libertà dire anche “ Si, io credo nella reincarnazione, magari rinascerò in una

formica laboriosa”, dissero che era una libertà anche dire “No, io non credo che Maometto sia l’ultimo profeta di

Allah, io sono cristiano”

Ma non in tutto il mondo si può affermare questa libertà. In Afganistan si rischia la morte se, anche involontaria-

mente, pur non essendo di quella stessa religione, non si rispetta una qualche sua legge.

Può anche succedere di essere uccisi, solo perché si è di una determinata confessione religiosa.

Dopo la messa tenutasi alla mezzanotte del 31, i cristiani copti d’Egitto sogno stati aggrediti da tre mussulmani,

mietendo 21 morti e 8 feriti, tra le vittime anche un poliziotto. Nell'intera zona è stato imposto il coprifuoco per

facilitare le ricerche degli aggressori, ma questo non ha fermato un gruppo nutrito di copti che la mattina si sono

scontrati con le forze dell’ordine davanti all'ospedale dove

erano state portate le salme. Alcuni agenti sono stati feriti

e alcune finestre frantumate.

Il Papa, dopo l’attentato ha ancora tuonato contro "le di-

scriminazioni, i soprusi e le intolleranze religiose, che oggi

colpiscono in modo particolare i cristiani". Ha così ribadito il

suo appello: "Rivolgo un pressante invito a non cedere allo

sconforto e alla rassegnazione, non bastano le parole, oc-

corre l'impegno concreto e costante dei responsabili delle

nazioni. Benedetto XVI ha definito “vile gesto di morte”

l’attentato contro i cristiani copti, che “offende Dio e

l’umanità intera”. Ha anche parlato di “strategia di violenze

che ha di mira i cristiani”, incoraggiando le comunità eccle-

siali “a perseverare nella fede e nella testimonianza di non

violenza che ci viene dal Vangelo”.

Quindi, ringraziando di questa libertà che ci viene concessa,

non dobbiamo avere paura di professare il nostro amore

per Dio e per gli altri, anzi dobbiamo gridarlo a gran voce,

così che tutti possano sentirlo!

Mariagrazia Nucera

Maryam Fekry, su Facebook e per i suoi amici Mariouma, è una dei 21 cri-stiani uccisi nel-la strage operata dai terroristi islamici ad Alessandria d'Egitto. Aveva 22 anni. Poco prima di recarsi alla messa di mezzanotte la notte di capodanno nella chiesa copta dei santi Pietro e Marco, aveva lasciato un messag-gio sulla sua pagina Facebook. Era un saluto all'anno che stava finendo e a quello che stava per cominciare: "2010 is over.....this year has the best memories of my life....really enjoyed living this year......I hope 2011 is much bet-ter.......i hav so many wishes in 2011....hope they come true.....plz god stay beside me & help make it all true. :)". Un messaggio sempli-ce specchio di una fede semplice ma sincera: "Il 2010 è finito. Questo anno finito contiene i migliori ricordi della mia vita, in questo anno sono davvero stata felice. Spero che il 2011 sia ancora meglio. Ho tanti desideri per il 2011, ti prego Dio stammi vicino e aiutami a fare che diventino veri". Poche ore dopo la ragazza e i suoi sogni veniva-no spazzati via da una bomba assassina.

Su Facebook l'ultimo messaggio di Mariouma, uccisa nella strage di Alessandria: "Dio stammi vicino"

Mensile dell’Oratorio Salesiano di Bova Marina Pagina 3

Messaggio di Benedetto XVI per la Giornata mondiale della pace 2011

<< All'inizio di un Nuovo Anno il mio augurio vuole giungere a tutti e a ciascu-

no; è un augurio di serenità e di prosperità, ma è soprattutto un augurio di pace. Anche

l'anno che chiude le porte è stato segnato, purtroppo, dalla persecuzione, dalla discrimi-

nazione, da terribili atti di violenza e di intolleranza religiosa.

Il mio pensiero si rivolge in particolare alla cara terra dell'Iraq. (…) Vengono alla memo-

ria le recenti sofferenze della comunità cristiana, e, in modo speciale, il vile attacco

contro la Cattedrale siro-cattolica "Nostra Signora del Perpetuo Soccorso" a Baghdad,

dove, il 31 ottobre scorso, sono stati uccisi due sacerdoti e più di cinquanta fedeli,

mentre erano riuniti per la celebrazione della Santa Messa. Ad esso hanno fatto segui-

to, nei giorni successivi, altri attacchi, anche a case private, suscitando paura nella co-

munità cristiana ed il desiderio, da parte di molti dei suoi membri, di emigrare alla ricerca di migliori condizio-

ni di vita.

(…) Risulta doloroso constatare che in alcune regioni del mondo non è possibile professare ed espri-

mere liberamente la propria religione, se non a rischio della vita e della libertà personale. I cristiani sono at-

tualmente il gruppo religioso che soffre il maggior numero di persecuzioni a motivo della propria fede. Tanti

subiscono quotidianamente offese e vivono spesso nella paura a causa della loro ricerca della verità, della loro

fede in Gesù Cristo e del loro sincero appello perché sia riconosciuta la libertà religiosa. Tutto ciò non può

essere accettato, perché costituisce un'offesa a Dio e alla dignità umana; inoltre, è una minaccia alla sicurezza

e alla pace e impedisce la realizzazione di un autentico sviluppo umano integrale.

(…) La pace è un dono di Dio e al tempo stesso un progetto da realizzare, mai totalmente compiuto.

Una società riconciliata con Dio è più vicina alla pace, che non è semplice assenza di guerra (…) Invito tutti

coloro che desiderano farsi operatori di pace, e soprattutto i giovani, a mettersi in ascolto della propria voce

interiore, per trovare in Dio il riferimento stabile per la conquista di un'autentica libertà, la forza inesauribile

per orientare il mondo con uno spirito nuovo, capace di non ripetere gli errori del passato. Come insegna il

Servo di Dio Paolo VI, alla cui saggezza e lungimiranza si deve l'istituzione della Giornata Mondiale della Pace:

"Occorre innanzi tutto dare alla Pace altre armi, che non quelle destinate ad uccidere e a sterminare l'umanità.

Occorrono sopra tutto le armi morali, che danno forza e prestigio al diritto internazionale; quelle, per prime,

dell'osservanza dei patti". La libertà religiosa è un'autentica arma della pace, con una missione storica e profe-

tica. Essa consente di nutrire la speranza verso un futuro di giustizia e di pace, anche dinanzi alle gravi ingiu-

stizie e alle miserie materiali e morali. Che tutti gli uomini e le società ad ogni livello ed in ogni angolo della

Terra possano presto sperimentare la libertà religiosa, via per la pace! >>

Dal Vaticano, 8 dicembre 2010

BENEDICTUS PP XVI

«Libertà

relig

iosa

, via p

er la

pa

ce»

I Re Magi dimenticati (continua dalla 1a pagina)

Il terzo Re era un giovane. Portava un foglio bianco. Lo pose accanto alla culla del Bambino e disse: "Mi chiedevo

se era il caso di accettare questa parte. Non sapevo proprio cosa dire, né cosa portare. Le mie mani sono vuote. Il mio cuo-

re è colmo di desideri, di felicità e di significato per la vita. Dentro di me si ammucchiano domande, inquietudini, attese, erro-

ri, dubbi. Non ho niente da presentare. Il mio futuro mi sembra così vago. Ti offro questo foglio bian-

co, Bambin Gesù. Io so che sei venuto per portare speranze nuove. Vedi, io sono interiormente vuoto,

ma il mio cuore è aperto e pronto ad accogliere le parole che vuoi scrivere sul foglio bianco della mia

vita. Ora che ci sei Tu tutto cambierà..."

Pagina 4 Quelli de… l’ Oratorio

UN DONO GRADITO: LA STRENNA 2011 UN DONO GRADITO: LA STRENNA 2011

DEL RETTOR MAGGIOREDEL RETTOR MAGGIORE

Il 31 dicembre segna tradizionalmente il giorno della presentazione della

Strenna del Rettor Maggiore. Don Chávez, raccomandando la creazione di

ambienti con testimoni vocazionali significativi e l’accompagnamento delle

persone, indica alle comunità educativo-pastorali alcuni aspetti e temi per

una efficace pastorale vocazionale: l’educazione all’amore, alla castità,

alla preghiera, l’accompagnamento personale, la centralità e ruolo del-

la consacrazione religiosa nella missione della Famiglia Salesiana e, so-

prattutto, fare del Movimento Giovanile Salesiano e del volontariato una

piattaforma esperienziale di animazione vocazionale per i giovani.

Concludendo il commento alla Strenna, Don Chávez esorta: “dobbiamo

dunque essere fieri della nostra vocazione salesiana; conoscere sempre più

Don Bosco e, soprattutto, vivere e comunicare con entusiasmo il suo spirito

e la missione salesiana”.

TRATTO DA ANS - AGENZIA INFO SALESIANA 31 DICEMBRE 2010

Cos'è la Strenna con la S maiuscola?

Sarebbe semplicemente un grido,

un annuncio, ma per la famiglia

salesiana ha un significato

molto chiaro: è la voce del

Rettor Maggiore che consegna il

mandato di anno in anno per sa-

lesiani, figlie di Maria Ausi-

liatrice, Exallievi, salesiani

Cooperatori e per tutti gli al-

tri gruppi legati a don Bosco.

A cura di Angela Zavettieri

Don Bosco continua a parlarci del suo Sistema Preventivo……

II. Applicazione del sistema preventivo

La pratica di questo sistema è tutta appoggiata sopra le parole di S. Paolo che dice:«Caritas benigna est, patiens est;

omnia suffert, omnia sperat, omnia sustinet: La carità è benigna e paziente; soffre tutto, ma spera e sostiene qualun-

que disturbo» (1Cor 13, 1-8).

Perciò soltanto il cristiano può con successo applicare il sistema preventivo. Ragione e Religione sono gli strumenti di

cui deve costantemente far uso l'educatore, insegnarli, egli stesso praticarli se vuol essere ubbidito ed ottenere il suo

fine.

1) Il Direttore pertanto deve essere tutto consacrato a' suoi educandi, né mai assumersi impegni che lo allontanino dal

suo ufficio; anzi trovarsi sempre coi suoi allievi tutte le volte che non sono obbligatamente legati da qualche occupazio-

ne, eccetto che siano da altri debitamente assistiti.

2) I maestri, i capi d'arte, gli assistenti devono essere di moralità conosciuta. Studino di evitare come la peste ogni sor-

ta di affezioni o amicizie particolari con gli allievi, e si ricordino che il traviamento di uno solo può compromettere un

istituto educativo. Si faccia in modo che gli allievi non siano mai soli. Per quanto è possibile gli assistenti li precedano

nel luogo dove si devono raccogliere; si trattengano con loro fino a che siano da

altri assistiti. Non li lascino mai disoccupati.

3) Si dia ampia libertà di saltare, correre, schiamazzare a piacimento. La ginnasti-

ca, la musica, la declamazione, il teatrino, le passeggiate sono mezzi efficacissimi

per ottenere la disciplina, giovare alla moralità ed alla sanità. Si badi soltanto che la

materia del trattenimento, le persone che intervengono, i discorsi che hanno luogo

non siano biasimevoli. «Fate tutto quello che volete - diceva il grande amico della

gioventù S. Filippo Neri, - a me basta che non facciate peccati». Continua...

Mensile dell’Oratorio Salesiano di Bova Marina Pagina 5

Cos'è la Strenna con la S maiuscola?

L’OROLOGIO a cura di Antonella Iaria

TIC, TAC, TIC, TAC, TAC… Non lo saprò mai se ho usato la mia vita per segnare il

tempo con la precisione di un orologio svizzero o se I miei ingranaggi hanno solo

scandito il battito del cuore di questo giovane prete. L’ho conosciuto il giorno della

sua ordinazione. Sono stato il regalo più prezioso. Ero un magnifico orologio da

tasca di quel tempo: buona cassa d’acciaio e robusta catena. Quello stesso giorno,

mi ha messo nella tasca interna della sua tonaca, appena sopra il cuore. Così ho vis-

suto tutte le sue ore e tutta la sua vita.

TIC, TAC, TIC, TAC, TAC… Con lui, ogni istante era considerato un dono di Dio. Il

mio ritmo era regolare, inesorabile. Così lui era sempre di fretta, per inventare mille

cose nuove per quei ragazzi che, nonostante la loro giovane età, già conoscevano il

dolore e l’asprezza della vita

TIC, TAC, TIC, TAC, TAC… Quando lo sentivo parlare con gente seria e grave,

sapevo che presto sarei stato pescato dalla tasca per mormorargli l’ora. Ma quando

era con i giovani si dimenticava di me. Più di una volta, nel bel mezzo del gioco,

si metteva a correre. Approfittavo della foga della corsa per saltellare fuori dalla

tasca, legato alla mia catena, e dare un’occhiata furtiva a quell’arcobaleno di gioia

che era la vita dell’Oratorio.

TIC, TAC, TIC, TAC, TAC… Sono stato il testimone di un giorno terribile della sua

vita. Era estate. Il calore era spostante. Da settimane mi ero accorto che il suo bat-

tito cardiaco era irregolare. Improvvisamente si accasciò sul pavimento. Lo misero

a letto e chiamarono il medico. Il suo battito cardiaco era sempre più irregolare e

flebile.

TIC, TAC, TIC, TAC, TAC… So bene quanto sia importante un ritmo forte e co-

stante per la vita. Quando vidi il dottore scuotere mestamente il capo, i preti con

l’olio santo e le lacrime di sua madre temetti il peggio. L’Oratorio fu avvolto da

una spessa nebbia di angoscia. Le lancette della gioia si erano fermate. I ragazzi co-

minciarono a pregare di giorno e di notte.

TIC, TAC, TIC, TAC, TAC… Ma alcune settimane

dopo il cuore di don Bosco riprese il ritmo giusto.

E io con lui. Guarì e tornò in mezzo ai suoi ragaz-

zi. Fu allora, che fece una promessa solen-

ne:<<Ogni minuto della mia vita sarà per i giova-

ni>>. Io sono un testimone silenzioso della pro-

messa mantenuta. Ho avuto l’onore di segnare

ogni minuto di una vita dedicata ai giovani.

Gennaio è il mese salesiano

per eccellenza…

E naturalmente…

Lo abbiamo voluto ricordare

“rubando” un articolo pubblicato

nel Bollettino Salesiano di questo

mese…

“ Luglio 1846, don Bosco cade a

t e r r a e s a u s t o , p r o s t r a t o

dall’enorme cumulo di lavoro. Una

violenta malattia lo riduce in fin di

vita. I suoi ragazzi dell’Oratorio

pregano e digiunano , a turno, 24

ore su 24. Quando don Bosco

guarisce lo portano in trionfo

immensamente felici…”

31 Gennaio

San Giovanni Bosco

15 Gennaio

beato Don Luigi Variara ,

missionario tra i lebbrosi in Colombia

e fondatore delle Figlie del sacro Cuore

22 Gennaio beata Laura Vicuna,

frutto dell’educazione salesiana

24 Gennaio

San Francesco di Sales,

patrono della famiglia salesiana, da cui la

stessa prende nome il nome.

Pagina 6 Quelli de… l’ Oratorio

“Il Presepe nelle Scuole”“Il Presepe nelle Scuole”

L’Istituto Comprensivo “Monsignor Dalmazio D’Andrea” di Bova Marina,

con il patrocinio della Direzione Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale

per la Calabria, ha organizzato la 1a edizione del concorso “Il Presepe

nelle scuole”, al fine di promuovere la tradizione del presepe partendo

dalle scuole. Rivolto agli alunni delle scuole dell'infanzia, primaria e secon-

daria di primo grado della Calabria, ha visto la partecipazione di ottanta

istituti scolastici che hanno realizzato dei veri e propri piccoli capolavori;

da composizioni più semplici a presepi originali, sofisticati, costruiti con

materiali diversi. E’ infatti possibile ammirare fino al 15 Gennaio presso la

hall dell’Istituto Secondario di 1° Grado di Bova Marina allestito per l’occasione il

miracolo della natività all’interno di una cornucopia, dentro un piccolo panettone

o addirittura all’interno di un enorme pane casereccio… e per i più golosi ci sono

anche i presepi realizzati con il cioccolato o con la “buccia” della provola. Diver-

si nella struttura e nella composizione ma unitari nello spirito con cui sono stati

pensati, voluti, costruiti: esaltare e rinforzare lo anima natalizia che giace dentro

ognuno di noi!! La mostra vuole essere solo il preludio a quella che si preannun-

cia come una rassegna permanente di presepi che ben presto farà invidia anche a quelle più consolidate di Calta-

girone e Napoli. Infatti l’intento del dirigente scolastico, prof. Pietro Natoli, è quello di continuare con questa mani-

festazione anche nel corso degli anni per ampliare sempre di più questa vetrina di piccoli capolavori, ma soprattut-

to per rafforzare il legame verso le tradizioni natalizie in ogni bambino, ragazzo e giovane. Le iniziative programma-

te dalla scuola bovese per queste festività natalizie si sono concluse con il “Concerto di Natale” tenutosi presso

la Chiesa di San Giovanni Bosco, con il quale i ragazzi hanno voluto porgere gli auguri del Santo Natale a genitori,

insegnanti e propri concittadini.

Alessandra Branca

Un folto pubblico di grandi e piccini ha fatto da cornice alla rappresentazione del Presepe

Vivente ideato e realizzato dal Gruppo Folk “Irizema” e patrocinata dall’Amministrazione

Comunale di Bova Marina nel giardino antistante la Biblioteca Comunale.

Magistrale è stata la cura della scenografia mediante la quale, ogni spettatore ha potuto

fare un salto nel tempo, rievocando, come, in una notte fredda di dicembre, un Bambino di

nome Gesù veniva alla luce per salvare gli uomini di tutto il mondo.

Magistrali, ancora, le coreografie e le sceneggiature che ogni singolo personaggio

è stato chiamato a rappresentare. Lo spettatore è stato guidato in questo viaggio

nel tempo dai suonatori che hanno intonato le nenie addolcendo il percorso ver-

so la grotta di Betlemme. Lungo il tragitto, la scena dell’Annunciazione ha lasciato

il posto alle lavandaie del fiume, ai fabbri e ai ciabattini dentro le loro botteghe,

ai pastori e agli animali dentro i loro recinti, alle massaie e alle venditrici di pesce

dietro le loro bancarelle. E non sono mancate le osterie con i loro profumi e i loro

sapori. Tutto ad un tratto si è arrivati davanti alla grotta custodita dal bue e

dall’asino: qui la magia della Natività ha trovato epilogo negli occhi lucidi e com-

mossi della Madonna, nelle cure di San Giuseppe e nella luce e gioia del Bambi-

nello. Daniela Clemenzi

1° Presepe Vivente “Irizema”1° Presepe Vivente “Irizema”

Mensile dell’Oratorio Salesiano di Bova Marina Pagina 7

60… Tombola!!60… Tombola!! Come è tradizione il 26 dicembre l‟Oratorio Salesiano di Bova Marina invita tutti quanti a vivere insieme un‟occasione per stare in allegria con il gioco della tombola. In questo giorno il cine- teatro Don Bosco assume le sembianze di un salotto in cui tutti i membri della stessa famiglia si riuniscono attorno ad un tavolo per assaporare il gusto della tradizione.

Quest‟anno i premi erano circa 400, grazie alla generosità dei commercianti di Bova Mari-na e dei paesi limitrofi;altrimenti che tombolata sarebbe stata senza i premi?! Alla guida di questa manifestazione Alma e Valeria che, aiutate dei bambini sul palco, han-no “dato i numeri” per tutta la durata della serata. Come sempre a consegnare i doni ai giocatori c‟era una Babba Natale che dopo aver ritira-to la scheda vincente ed essersi recata dalla giuria per accettarsi della validità dell‟ambo o terno o quaterna o cinquina o tombola fatta, ritornava carica di premi da consegnare al fortunato giocatore. Naturalmente non tutti riescono a vincere qualche ricco premio, ma ad ogni spettatore è data la possibilità di rivevere qualcosa che porterà nel cuore: la gioia di aver vissuto un momento allegro della propria vita;… e sì,miei cari, i beni materiali si sgualciscono prima o poi, ma i ricordi possono solo offuscarsi un po‟ con il tempo e ad un certo punto ritornare sempre vivi alla mente, passando attraverso il cuore e facendolo batte-re un po‟ di più! Francesca Autelitano

È passato un po’ di tempo dall’8 dicembre, la festa dell’Immacolata

Concezione, ma non dobbiamo dimenticarlo solo perché ormai è volato

via, perchè è proprio da qui che parte tutto il periodo di festa appena

trascorso. Ma ditemi un po’, Don Bosco avrebbe mai potuto tralasciare

una festa così importante?! Ma certo che no, don Bosco ha pensato

pure a questo, ovvero all’ Accademia all’Immacolata, durante la quale

festeggiare e dedicare i propri pensieri a Colei che con il suo “Sì” a

Dio ha cambiato il corso della storia: Maria di Nazareth.

E poi come non ricordare che proprio l’ 8 Dicembre di molti anni fa

con una semplice Ave Maria recitata con un povero orfanello don Bosco

dava vita al “suo” Oratorio? Ma questa volta a far coincidere queste due date è stata la casualità… o forse no?!!

E un oratorio salesiano degno di portare a testa alta questo nome non poteva non rievocare questi momenti… e quin-

di martedì 7 Dicembre ragazzi, bambini, cooperatori, adma ed ex-allievi si sono ritrovati tutti riuniti tra i banchi della

Chiesa di San Giovanni Bosco per dire GRAZIE alla nostra MADRE DI SPERANZA… Per l’occasione è anche in-

tervenuta una “speciale” Mariangela De Filippi con il suo “C’è posta per te” !!

Mentre mercoledì 8 Dicembre, dopo un oretta abbondante di giochi a stand per i più piccoli ( anche se a cimentarsi,

pur se con non troppo successo, c’era anche qualche veterano — a buon intenditor poche parole!!-), l’appuntamento è

stato, come ogni anno, attorno alla maestosa statua della Madonna che domina incontrastata la Villa Comunale per

rivivere prima il dialogo tra don Bosco e Bartolomeo Garellli che ha portato alla nascita dell’Oratorio e poi per recita-

re all’unisono, tenendoci per mano, un’ Ave Maria.

L’appuntamento è per il prossimo anno... Francesca Autelitano

In festa per l’ Immacolata ConcezioneIn festa per l’ Immacolata Concezione

Pagina 8 Quelli de… l’ Oratorio

Clive Staples Lewis, irlandese d'origine calvinista con-

vertitosi alla fede anglicana durante la Grande Guerra,

affronta ancora nel terzo episodio della sua saga il

conflitto universale tra il Bene e il Male. Il cambio di

regia da Andrew Adamson a Michael Apted segna una

svolta meno criptica e più palesemente spirituale. Di

una spiritualità intesa come messa in discussione di se

stessi, ricerca del valore per cui valga la pena vivere.

“Se volete sconfiggere le tenebre dovete sconfig-

gere le tenebre dentro di voi” viene suggerito ai

protagonisti. Proprio perché nemo dat quod non ha-

bet, per riportare la pace e condurre il mondo alla sal-

vezza la vera guerra da combattere deve essere quella

interiore. Il male non si può eludere, anzi diventa oc-

casione per sperimentare se stessi, conoscersi, temprarsi

ed edificare certezze più grandi. Anche per Eustace

non è più tempo per i capricci e la sua maturità verrà

segnata da una inaspettata metamorfosi. Il mondo rea-

le e il mondo di Narnia, così apparentemente distanti,

entrano in osmosi come il mondo della coscienza e

quello dell'inconscio dove i grandi temi prendono una

forma archetipica attraverso la simbologia dei perso-

naggi. Per quanto riguarda la discussione su Aslan, in-

terpretato da molti come figura Christi, sono innegabili

certi richiami evangelici; l'attesa messianica della sal-

vezza, il sacrificio, la resurrezione, la tentazione. E an-

cora: Aslan giunge solo se invocato, aiuta a riconosce-

re e a sconfiggere la tentazione, pronunciato il suo no-

me le tenebre si squarciano di luce facendo fuoriuscire

una colomba, e nelle dichiarazioni finali sembra allu-

dere a un noto versetto del Vangelo di Giovanni.

LE CRONACHE DI NARNIA:

IL VIAGGIO DEL VELIERO

GENNAIO 2011

LA BANDA DEI

BABBI NATALE

E’' la notte della vigilia di Natale: cosa

ci fanno Aldo Giovanni e Giacomo in

questura? Tre amici, uniti dalla passio-

ne delle bocce, sono finiti nei guai:

quali storie racconteranno per scagio-

narsi dalla terribile accusa di essere una

banda di ladri? L'interrogatorio con

una severa e materna ispettore di poli-

zia, interpretata da Angela Finocchia-

ro, diventa lo spunto per raccontare le

loro vite complicate e il modo in cui

vorrebbero cambiarle, o almeno ren-

derle un po' più semplici.

Ass. Culturale

G.C.S. ELPIDA

Appuntamenti al Cineteatro Don BoscoAppuntamenti al Cineteatro Don Bosco

Mensile dell’Oratorio Salesiano di Bova Marina Pagina 9

THE TURIST

Ven 21 - Sab 22 - Dom 23

Per gli spettatori cinematografici del XXI seco-

lo, lui è il bizzarro Jack Sparrow, protagonista

della serie disneyana Pirati dei Caraibi. Lei bel-

la e sensuale è entrata nell’immaginario collet-

tivo grazie al dittico Lara Croft: Tomb Raider.

Sono Johnny Depp e Angelina Jolie, i quali

sotto la regia del tedesco Florian Henckel von

Donnersmarck, - vincitore del Premio oscar

per il drammatico “Le vite degli altri” (2006) -

si dividono per la prima volta il set in un gial-

lo rosa ambientato a Venezia, con tanto di

apparizioni di attori nostrani.

RAPUNZEL

Ven 21 - Sab 22 - Dom 23

La sorte ha attribuito a Rapunzel un'importante

funzione celebrativa: si tratta infatti del 50° film

animato della Walt Disney, almeno attenendosi

al canone tradizionale che vede in Biancaneve e

i sette nani del 1937 la sua trionfale inaugura-

zione. Lontana dalla storia originale dei Fratelli

Grimm e molto vicino alla tradizione favolistica

moderna inaugurata da Disney stesso. Rapunzel,

infatti, attende l’uomo, ma non perché la salvi, le

serve solo qualcuno che la scorti in un mondo

che non conosce e che, per certi versi, le fa pau-

ra. A tenerla intrappolata nella

torre, infatti, non è un vincolo fisico, potrebbe

uscire quando vorrebbe, ma…

Il film emoziona e anche tanto. Ridere di gusto

ed incupirsi nelle parti più tristi della narrazione,

per poi commuoversi su quelle più belle come

quella del lancio delle lanterne.

La Disney non si smentisce mai!

Fiore,

dammi ascolto,

se risplenderai

con i tuoi poteri

Tu mi proteggerai,

con la tua magia

tu mi aiuterai.

Appuntamenti al Cineteatro Don BoscoAppuntamenti al Cineteatro Don Bosco

Pagina 10 Quelli de… l’ Oratorio

-

Da Il Mattino 6 gennaio 2011,pag 34

“Leggendo il commento di Massimiliano Virgilio - ieri sulla prima pagina di cronaca del Mattino -

sul rapinatore minorenne ferito da un colpo alla nuca esploso da un poliziotto, mentre interveniva

durante una rapina all'ennesima tabaccheria a Napoli, noto nella sua riflessione una certa distanza

dalla vera realtà napoletana. Dissento totalmente nella predestinazione di alcuni minori nati in certi

quartieri. Per esperienza posso affermare nei miei quattordici anni da prete, prima a Marano di Na-

poli, poi a Forcella ed oggi a Gianturco, che nessuno nasce delinquente. Lo si diventa se non si na-

sce in una certa famiglia, se si viene buttati fuori dalla scuola, se si incontrano maestri di scaltrezza,

cani sciolti o camorristi, se la camorra ti offre mille opportunità di fare soldi perché come mi disse

un ragazzino di otto anni a Forcella «nessun altro ti offre niente». Proprio l'inaugurazione dell'anno

giudiziario che avverrà anche questo fine mese, sottolineerà una grave crisi di valori dovuta alle

rapine, ai furti, a quella che è denominata delinquenza comune. Tutti noi siamo responsabili di

questo degrado, tutti noi siamo responsabili di quello che è stato il destino di Antony, minorenne

ferito gravemente. Più aumentano questi episodi, più questa città ha bisogno di giustizia. Più si

chiede giustizia più vengono sottolineate le mancanze individuali e collettive: arrivare tardi al lavo-

ro, a scuola, parcheggiare la macchina in doppia fila o lasciarla nelle mani del parcheggiatore abusi-

vo. Evadere le tasse, chiedere cose che non ci spettano, fare certificazioni false, fare di tutto per

prendere in giro gli altri, truccare gli appalti, farsi corrompere, uccidere senza pietà come fanno i

clan, fare politica per affermarsi e non per servire: sono i reati e i soprusi che quotidianamente fac-

ciamo. Reati che nessuno più confessa. Si, a volte ho l'impressione che a noi preti nessuno più ci

ascolta, che non bastano le veglie di preghiere per scuotere le coscienze. A Napoli bisogna ritorna-

re ad evangelizzare: porta a porta. A dire: tu che fai per la tua famiglia e per questa città? Proprio

questa città sembra una città senza più il Padre. Abbiamo bisogno del «Mahatma», termine indiano

che significa «grande anima». Fra qualche settimana, la comunità indiana, molto presente anche a

Napoli, celebrerà i 63 anni dalla uccisione di Gandhi. Veniva chiamato semplicemente «Bapu», il

padre. Padre di un grande paese dell'Asia che oggi conta oltre un miliardo di abitanti. Napoli ha

bisogno di un padre che liberi questa città dalle tante schiavitù. Ci vorrebbe una figura carismatica

che trascini, che ci faccia innamorare della vita e della nostra città, ormai, in affanno. Mentre stavo

venerdì a Nocera Inferiore, nell'aula consiliare, con tutte le scuole dell'agro-nocerino-sarnese, per

una giornata sulla legalità, un bambino si è alzato facendomi una domanda che mi ha lasciato di

stucco: «Don Luigi come facciamo a crescere bene quando dagli adulti non riceviamo buon esem-

pio?». Terribile. A me e a voi spetta dare una risposta a questo bambino.”

A cura del gruppo Missionario Salesiano.

Mensile dell’Oratorio Salesiano di Bova Marina Pagina 11

Don Luigi Merola sceglie la vita sacerdotale nel 1997.

Il 1 ottobre 2000 diventa parroco di San Giorgio, par-

rocchia del quartiere napoletano di Forcella, dove vi

resta per sette anni, fino al 24 giugno del 2007 , gior-

no in cui celebra la sua ultima messa. In questi anni si

è impegnato per sottrarre il quartiere al degrado. Nel-

la città, in via Piazzolla al Trivio, quartiere Arenaccia,

ha sede tuttora la fondazione «’A voce d’e creature»,

voluta da don Merola per i ragazzi a rischio e in parti-

colare per quelli che si sono allontanati dalla scuola.

La frequentano in ottanta, tra i sei e i quindici anni,

altri quaranta sono nella sezione distaccata tra Pom-

pei e Castellammare; fanno lezioni di recupero, parte-

cipano ai laboratori musicali e teatrali, seguono corsi

di formazione e lavoro. Nel 2003, inoltre, don Luigi

ha fatto smantellare tutte le telecamere nel paese che

erano state messe dai clan della camorra e ha conse-

gnato al questore una videocassetta per documentare

lo spaccio di droga nel quartiere. Questi sono solo

alcuni degli atti che hanno dato inizio al calvario di

don Luigi. Infatti, sempre nello stesso anno, viene in-

tercettata la frase di un camorrista: «Lo ammazzerò

sull’altare». E' proprio tale frase che segna l’inizio della

vita blindata del parroco. Nel 2004 infatti gli viene

assegnata la scorta che don Luigi Merola ama definire

«i miei angeli terreni». Ha descritto la situazione in un

libro, Forcella tra inclusione ed esclusione sociale. Il

suo periodo di permanenza a Forcella è stato segnato

dal tragico evento dell’uccisione, avvenuta il 27 mar-

zo 2004, di una ragazza di 14 anni, Annalisa Durante,

trovatasi per caso a passare nel luogo dove era in atto

un agguato camorristico e raggiunta dai colpi. Igno-

rando gli inviti a mantenere un profilo basso, don

Merola nell'omelia del funerale ha attaccato dura-

mente la camorra. Successivamente è stata aperta una

scuola che tuttora porta il nome di questa ragaz-

za.Inoltre don Luigi ha promosso una ludoteca

"Ferrara-Cannavaro" e con Fabrizio Frizzi ed Elsa Di

Gati ha inaugurato un teatro col nome "I fratelli Ta-

ranto". Pur se fatto oggetto di minacce e costretto a

vivere sotto scorta, don Merola ha proseguito il suo

impegno per sensibilizzare i suoi parrocchiani contro

la criminalità organizzata. Il 24 giugno 2007 lascia il

posto «in trincea» per trasferire il suo impegno a Ro-

ma come dirigente dell'Ufficio III della Direzione per

lo studente presso il MIUR.

Col nuovo ministro Gelmini diventa pro-

motore di legalità presso la sua Segreteria

fino al 31 dicembre 2008

Dal 1 gennaio 2009 al 26 maggio 2010

ricopre l'incarico di studio sul fenomeno

dell'abbandono scolastico e del nuovo

insegnamento "Cittadinanza e Costituzio-

ne". La soddisfazione più grande arriva il

23 marzo 2010, la nomina a consulente

per la commissione parlamentare antima-

fia.

Per questo è stato definito "parroco anti-

camorra", definizione che però egli non è

solito attribuirsi. La "missione" in 956 isti-

tuzioni scolastiche è terminata il 26 mag-

gio 2010. Tuttavia don Luigi continuerà a

promuovere la legalità come Presidente

della Fondazione e come consulente della

Commissione Antimafia.

Dal 1 settembre 2010 don Luigi Merola è

parroco della chiesa di San Borromeo al-

lle Brecce e cappellano della stazione fer-

roviaria di Napoli Centrale.

I veri Eroi...

Don Luigi Merola: Uomo tra la gente. FONTE: www.avocedecreature.it

Pagina 12 Quelli de… l’ Oratorio

“A oltre 40 anni dalla pubblicazione dell‟ enciclica Populorum

Progressio intendo rendere omaggio e tributare onore alla me-

moria del grande Pontefice Paolo VI collocandomi nel percor-

so da essi tracciato.” Così si esprime Benedetto XVI nell‟ enci-

clica “Caritas in Veritate”nei riguardi del papa bresciano e del-

la sua enciclica a cui dedica un „intero capitolo e che definisce

“la Rerum Novarum dell‟epoca contemporanea.” Dopo tale

commento, è fortemente arduo e sfrontato aggiungere al-

tro,però, continuo ugualmente in questo cammino di cono-

scenza della Dottrina Sociale della Chiesa, ed in particolare

delle encicliche sociali promulgate dai vari papi, sottolineando

qualche passaggio della P.P. scritta da Paolo VI il 26 marzo

1967. Dopo il Concilio Vaticano II° Papa Montini, venuto a

contatto con le realtà tragiche raccontate dalle tante Chiese

locali convenute a Roma, matura la convinzione che “la que-

stione sociale ha acquistato dimensione mondiale ed i popoli

della fame interpellano in maniera drammatica i popoli

dell‟opulenza.” L‟ enciclica si sviluppa in due grandi parti:una

relativa allo sviluppo integrale dell‟uomo, una seconda parte

che si sofferma sullo sviluppo solidale dell‟umanità. Ma è una

ormai famosa frase, scritta alla fine dell‟enciclica che fa il giro

del mondo e ne riassume magistralmente la vera sintesi etica

dell‟enciclica ed il messaggio attualissimo e profondo :”Lo

sviluppo è il vero nome della pace.” Erano gli anni ‟60 ed era

imperante l‟idea e la convinzione che, attraverso la tecnologia e

la modernizzazione, ben presto il divario Nord-Sud del mondo

sarebbe stato superato agevolmente. La Chiesa si mostra scetti

ca verso questo pensiero e Paolo VI così

si esprime:”lo sviluppo dei popoli, in

modo particolare di quelli che lottano

per liberarsi dal giogo della fame, della

miseria, dell‟ignoranza, è oggetto di at-

tenta osservazione da parte della Chiesa.

Lo sviluppo non si riduce alla semplice

crescita economica. Per essere autentico

sviluppo, deve essere integrale, il che vuol dire volto alla pro-

mozione di ogni uomo e di tutto l‟uomo. Noi non accettiamo

di separare l‟economico dall‟umano, lo sviluppo dalla civiltà

dove si inserisce.Ciò che conta, per noi, è l‟uomo, ogni uomo,

ogni gruppo di uomini, fino a comprendere l‟umanità tutta

intera.” Papa Montini partendo da questo presupposto fa un

richiamo forte ai valori fondamentali della dignità dell‟uomo,

della giustizia sociale nell‟uso dei beni, della solidarietà e della

fraternità universale.Auspica e sollecita una crescita personale e

comunitaria elaborando un concetto fondamentale: “la crescita

umana costituisce una sintesi dei nostri doveri;mediante

l‟inserzione nel Cristo vivificatore, l‟uomo accede ad una di-

mensione nuova, ad un umanesimo trascendente.” Paolo VI

conclude la prima parte dell‟enciclica così: “occorre promuove-

re un umanesimo planetario e che l‟uomo, senza dubbio, può

organizzare la Terra senza Dio, ma alla fine senza Dio egli non

può che organizzarla contro l‟uomo.” 7^….Continua…….

Sergio Malara

Ogni piccola risposta è un miracolo…Ogni piccola risposta è un miracolo… Ti prego aiutami…. Quante volte abbiamo invocato nostro Signore con queste parole… io lo faccio spesso e lui mi risponde sem-

pre… A volte mi sento egoista ma so che non posso farne a meno…

Vi racconto la mia esperienza, sperando che ognuno di voi si rispecchi in me almeno un po‟… molti anni fa mi ero allontanata dal

Signore e dalla Fede fragile che mi legava a Lui, mi era crollato il mondo addosso e non riuscivo a vedere la sua Luce, sentivo che mi

aveva abbandonato, mi aveva punito, si era dimenticato di me… Qualche anno più tardi caduta nello sconforto più totale, grazie ad

una persona molto vicina a me, iniziai a cercarlo, a pregarlo ogni giorno perché potesse guarire il mio cuore, e sollevarmi dalla paura

di rimanere sola e soprattutto nella mia solitudine, misi nelle sue mani l‟affetto a me più caro perché lo custodisse e lo sollevasse da

qualsiasi dolore, piano piano il buio che mi circondava iniziò a sparire, non mi svegliavo più di notte tormentata dai brutti pensieri,

e iniziavo ad essere ottimista e fiduciosa, perché lo sentivo accanto a me, in ogni mio passo, tutto si stava risolvendo, e continua a

risolversi ogni giorno nella mia vita, non mi sento più sola, ho fiducia in lui, affido a lui non solo le persone che mi stanno attorno

ma chiunque io sappia stia soffrendo, anche persone che non conosco, e lui mi ascolta, mi ascolta anche nelle piccole richieste di

ogni giorno, quando smarrisco qualcosa, quando affronto un pericolo, Lui è lì accanto a me… Alcuni pensano che i miracoli siano

solo invenzioni della Chiesa, che siano delle manifestazioni inverosimili, io invece vedo i miracoli ogni giorno, ogni piccola richiesta

che io faccio al signore mi viene accettata, perché lui è accanto a me e sa che ne ho bisogno. Affidiamoci a Lui e non ci sentiremo

più soli, ma sereni e pieni di amore. Buon anno! Dolce Luna

Mensile dell’Oratorio Salesiano di Bova Marina Pagina 13

Per questo nuovo anno il mio augurio è:che l'odio lasci

posto al perdono, che il bene sconfigga il male, che la

disperazione diventi felicità, che l'egoismo sia più

altruismo, che il rispetto per la vita di qualsiasi essere

vivente prenda il sopravvento su questo mondo,fino

ad oggi, così violento, che la pace trionfi sulla guerra.

E' questo il mio augurio per il nuovo anno…

FELICE ANNO A TUTTI! Raffaella

1 gennaio: Sr. Caterina Crocitta, Gruppo Missionario Salesiano

2 gennaio: Annalisa Vadalà

4 gennaio: Caterina D’Auguì

7 gennaio: Paolo Nucera

8 gennaio: Mariangela Romeo

12 gennaio: Aurora Iaria

14 gennaio: Caterina Talia (18 anni)

16 gennaio: Salvatore Franzè

18 gennaio: Kiara Carpentieri, Sr. Marisa Gemanò

23 gennaio: Roberta D'Aguì (18 anni)

28 gennaio: Marinella Iiriti

Ti auguro 2011 momenti felici,

2011 nuovi amici, 2011 posti

incantati e 2011 dolci attimi ruba-

ti, 2011 grandi soddisfazioni e

2011 splendide emozioni!

Daniela

Mille auguri x mille nuove

emozioni… ke quest’anno

nuovo regali tanti momenti

pieni di felicità e serenità…

Sonia

Auguri per ogni sorriso che ti farà

stare bene, per ogni sogno che vor-

rai realizzare, per ogni bacio che ti

scalderà il cuore… buon 2011…

Beatrice

Siamo gocce in mezzo al mare, ma bisogna continuare a credere, spe-rare e lottare perché tutti insieme

possiamo costruire un mondo in cui i sogni possano diventare realtà…

Auguri per uno spumeggiante 2011 Lorenzo

Che i botti di mezzanotte portino

via ogni male e lascino tanta salute

e felicità…Felice anno!!

Leo, Carmela e Franci…

E quando essere fedele sembrerà

difficile, quando tutto sembrerà

sbiadito, quando avanzare sarà solo

affanno, fermati, chiudi gli occhi,

bocca e orecchie. Sentirai Dio che

danza intorno a te… il nostro corag-

gio renderà migliore l’anno che sta

per iniziare… Auguri di cuore!

Claudia

L’anno vecchio sta trascinando il suo pesante sacco pieno di gg

trascorsi, di avvenimenti ke hanno

reso qst anno a volte difficile.

L’ augurio è ke il nuovo porti pace e salute… Veronica

“Nessuno è l’amore più grande di chi

ha dato la vita per noi” dovremmo

sempre seguire con tenacia la strada

che porta a lui… con tanta gioia,

salute e fortuna vi auguriamo un

felice 2011… Federica e Francesca

L’anno che sta arrivando è come un

libro di 365 pagine bianche… spetta

a te scrivere la storia e colorarla di

emozioni… Buon anno… Paolo

Che la gioia e la felicità di questi

attimi ti possa accompagnare nel

difficile cammino della vita, rendendo

dolci anke i momenti più difficili…

tanti auguri di buon anno…

Carmen

Congratulazioni

alla neo– dottoressa

CARMEN FIORENZA

che giorno 13 Dicembre 2010

Ha conseguito la laurea in

Conservazione dei Beni

Architettonici ed Ambientali

.

Tutta la redazione le augura un futuro

pieno di soddisfazioni!!

AUGURI DOTTORESSA!!

Pagina 14 Quelli de… l’ Oratorio

Tu quanto tempo hai? Roberto Vecchioni

Ci sono foglie

che si aggrappano ai rami,

perché non vogliono cadere mai.

Ci sono stelle

che si aggrappano al cielo,

perché si accorgono di finire, sai…

Ci sono ubriachi

che stringono il bicchiere

perché è sempre l’ultimo che fa paura.

Ci sono uccelli

che sentono lo sparo

e contano quanto gli resta ancora.

Ed è soltanto questione di tempo:

quello che serve a salvare un uomo,

il cielo quando è in attesa di un lampo,

una chitarra che aspetta un suono,

una ragazza col cuore in gola,

perché il suo amore non può finire…

O il tempo prima di una parola

che non avresti mai voluto dire…

E tu, quanto tempo hai?

Tu, quanto amore hai?

Io non ti perdo mai,

ti aspetto al fondo di questa strada, sai…

Ci sono ragazzi che non chiudono gli occhi

e si distruggono in un altro tempo,

ma d’altra parte ci sono vecchi

che darebbero tutto per un momento.

Ci sono lettere che non arrivano,

baci che restano immaginari,

ci sono treni che si stanno chiedendo

quando finiscono i binari.

E ci sono poeti che chiedono a Dio

un altro giorno per dire qualcosa

e i giardinieri sdraiati di notte

col naso sul gambo di una rosa.

Ci sono bambini che aspettano quan-

do verranno per accendere la luce

E uomini che hanno sfidato il tempo

Perché qualcuno sia felice.

E tu, quanto tempo hai?

Tu, quanto amore hai?

Basta solo sapere questo, sai…?

Basta solo questo…

A cura del Coro dei Giovani dell’Oratorio

SPAZIO MUSICALE

Mensile dell’Oratorio Salesiano di Bova Marina Pagina 15

IL DON RISPONDEIL DON RISPONDE

I RAPPORTI PREMATRIMONIALI SONO PECCATO? Sandy (fb)

Dal Catechismo della Chiesa Cattolica stralcio una parte che può essere indicata come principio portante.

“Si ha una libera unione quando l'uomo e la donna rifiutano di dare una forma giuridica e pubblica a un

legame che implica l'intimità sessuale. L'espressione è fallace: che senso può avere una unione in cui le

persone non si impegnano l'una nei confronti dell'altra, e manifestano in tal modo una mancanza di fiducia

nell'altro, in se stessi o nell'avvenire?

L'atto sessuale deve avere posto esclusivamente nel matrimonio; al di fuori di esso costituisce sempre un

peccato grave ed esclude dalla comunione sacramentale” (CCC.2390).

“Molti attualmente reclamano una specie di «diritto alla prova» quando c'è inten-

zione di sposarsi. Qualunque sia la fermezza del proposito di coloro che si impe-

gnano in rapporti sessuali prematuri, tali rapporti «non consentono di assicurare,

nella sua sincerità e fedeltà, la relazione interpersonale di un uomo e di una don-

na, e specialmente di proteggerla dalle fantasie e dai capricci». L'unione carnale

è moralmente legittima solo quando tra l'uomo e la donna si sia instaurata una

comunità di vita definitiva. L'amore umano non ammette la «prova». Esige un

dono totale e definitivo delle persone tra loro” (CCC.2391).

Offro la possibilità di ricavare un riscontro citando anche una lettera con relativa risposta, che trovo in un

mio contenitore.

Caro Padre, ho un problema che mi affligge. Non prendo la Comunione da molti anni e questo mi pesa

molto, perché ne sento quasi il bisogno. Il motivo è dato dal fatto che non sono disposto a rinunciare ai

piaceri della carne con la mia ragazza alla quale voglio un gran bene e con essa sto già da molti.

Il fatto è che non mi pento di tutto ciò e non mi riprometto di astenermmi dal sesso. Come faccio allora a

confessarmi e a prendere la Comunione?

Non si tratta di “rinunciare ai piaceri della carne”, ma di vedere il rapporto dei corpi dell’uomo e della don-

na nel suo significato più pieno che è: ti amo per sempre. E se tu questo per sempre non l’hai detto, c’é

una contraddizione della verità.

Tu mi dirai: ma io voglio bene infinitamente alla mia ragazza, praticamente è come se l’abbia detto, questo

per sempre. Siccome siamo volubili, noi esseri umani, questo per sempre va detto davanti a Dio, che vi

sosterrà nel vostro amore. Ecco perché la pienezza del rapporto sessuale è nel matrimonio.

Capisco che magari per voi non è così immediato pensare di sposarvi. Purtroppo oggi per due giovani ce

ne sono di ostacoli prima di arrivare al matrimonio. Però, per lo meno, visto che vi volete tanto bene da

tanto tempo, perché non sposarvi? Perché c’é differenza tra “prima” e “dopo” il sacramento del matrimo-

nio!

Se crediamo che un pezzetto di pane è il Corpo di Gesù, la comunione con Lui, dona la vita e la salvezza,

perché non credere che quel “prometto di esserti fedele per sempre” vi fa, grazie all’azione dello Spiri-

to, diversi e capaci di vivere finalmente la pienezza del vostro essere una sola carne?

Anche se oggi non è di moda, si può decidere di rimanere casti, di conservarsi integri per colui/colei che si

accoglierà un giorno come sposo/a. La castità è lo slancio di un amore che vuole donarsi totalmente, nel

rispetto profondo dell'altro/a. La castità é un cammino di libertà.

Posso comprendere che il vostro amore è bello e grande, e pentirsi è difficile; invito però a pensare al si-

gnificato dell’amore, del matrimonio come sacramento, segno sensibile della grazia di Dio.

A presto… il Don!!

ORATORIO SALESIANO

BOVA MARINA -R.C.-

E’ possibile partecipare come singolo o come gruppo

(classe, gruppo parrocchiale,amici)

Quota di partecipazione 1 € a persona

I lavori dovranno essere consegnati entro il 26/01 presso l’Oratorio Salesiano,

completi di nome, cognome e recapito telefonico

La premiazione avverrà durante l’Accademia per Don Bosco,

giorno 29/01/2011

Verranno premiati per ogni categoria:

- Miglior opera LETTERARIA - Miglior opera ARTISTICO/MUSICALE

- Miglior opera FOTOGRAFICA/VIDEO

Racconta il tuo sogno….