Gibapress n. 12

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NUMERO 12 · MAGGIO/GIUGNO 2011 BELINELLI Il basket sbarca su Style Magazine La solidarietà di tutto il mondo del basket schierato contro il razzismo MASTER GIBA Da quest anno una selezione in Summer League Imola CUZZOLIN Il preparatore azzurro spiega il progetto del nuovo database W WABARA PERIODICO BIMESTRALE DI NOTIZIE, INFORMAZIONI E NEWS DEL FONDO DI FINE RAPPORTO PROFESSIONISTI PALLACANESTRO

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Periodico dell'associazione giocatori basket italiani

Transcript of Gibapress n. 12

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Numero 12 · mAGGIo/GIuGNo 2011

BeLINeLLIIl basket sbarca su Style Magazine

La solidarietà di tutto il mondo del basket schierato contro il razzismo

mASTer GIBA Da quest anno una selezione inSummer League Imola

CuZZoLINIl preparatore azzurrospiega il progettodel nuovo database

WWABARA

Periodico bimestrale di notizie, informazioni e news del Fondo di Fine RAPPoRTo PRoFeSSioniSTi PALLACAneSTRo

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LLe cronache delle riunioni federali sono di solito avare di notizie sulle decisioni assunte, anche su quelle che possono avere conseguenze assai rilevanti per il movimento. Provo di seguito ad elencare una se-rie di recenti iniziative federali, almeno quelle che rivestono un certo interesse per i giocatori, di cui poco o nulla è stato detto o scritto.-Dalla prossima stagione i club ed i giocatori che parteciperanno al nuovo campionato di sviluppo (la Serie A/3 o A dilettanti, o come si chiamerà), dovranno utilizzare come modello contrattuale l’accordo predisposto dalla GIBA e dal-la LNP, recentemente approvato e reso obbligatorio dalla FIP. Nell’accordo, di cui si parla diffusa-mente in altra parte della rivista, si è cercato di contemperare le esigen-ze di contenimento dei costi delle società, con l’interesse dei giocatori ad un incremento delle tutele e delle garanzie. L’estensione della garan-zia fideiussoria prestata dalle società anche alla copertura dei debiti verso i giocatori riconosciuti da lodi esecu-tivi, che è una delle novità più dirom-penti, avrà molte conseguenze, tutte estremamente positive: spinge-rà i club ad ingaggiare un giocatore solo previa verifica della copertura fi-nanziaria dell’operazione; spingerà i giocatori a formulare richieste meno esose, ma adeguatamente garantite;

spingerà il movimento dei dilettanti verso l’approdo alla cosiddetta equi-tà competitiva, nel suo significato più pieno e democratico: chi trucca i conti e non rispetta gli impegni non ha diritto alla vittoria. -A proposito di equità, che in ter-mini legali è definita come la “giu-stizia del caso singolo”, è fallito l’assalto della Lega Serie A alla procedura arbitrale del Basket Arbitral Tribunal (BAT) che ha sostituito il Federal Arbitral Tribunal (FAT). Il presidente di un club che firma un contratto con un giocatore, a prescindere dal rispetto della forma legale prevista dalla legge, deve sape-re che il suo gesto ha delle conseguen-ze; deve sapere che se non rispetterà quell’accordo potrà subire una con-danna da un arbitro internazionale, che per l’appunto assume decisioni non secondo diritto (ogni Nazio-ne può avere leggi diverse e spesso incompatibili con quelle di altre Na-zioni), ma secondo equità, o come si dice “pro bono et aequo”: cioè, in pratica, ispirandosi alle regole comuni dell’esperienza e del buon senso. In una recente riunio-ne FIP / FIBA, la funzione e l’utilità del BAT sono stati ribaditi con forza e senza esitazioni. -Il progresso del movimento spor-tivo passa dalla qualificazione di tutte le componenti che ne fanno parte. I procuratori costituiscono

ormai da anni una variabile di peso nel basket, ed avere riconosciuto il fenomeno anche nel settore dilettantistico, con lo scopo di regolamentarlo, è stata una scelta fondamentale della FIP. La prossima iniziativa, che ha già ricevuto appro-vazione di massima dal Consiglio Fe-derale, sarà quella di prevedere dei seminari di aggiornamento e di con-fronto con i rappresentanti delle altre componenti, con cadenza annuale, partecipare ai quali sarà per i pro-curatori condizione necessaria per il mantenimento della licenza.-In occasione delle finali naziona-li Under 17 e under 19, la FIP ha organizzato una serie di incontri con i giovani atleti, alcuni dei qua-li saranno sicuramente protagonisti a breve nei campionati senior di li-vello. L’obiettivo è quello di fornire ai ragazzi indicazioni su aspetti fondamentali della loro carrie-ra sportiva, tra i quali: doping e alimentazione, recupero dagli infor-tuni e mantenimento dello stato di forma nei periodi di riposo, svincolo e parametri, accordo economico e contratto di lavoro, professionismo e non professionismo, assicurazione e previdenza, post carriera e studio. Un giovane più maturo e consapevole è, con ogni probabilità, anche un gioca-tore migliore.

Le iniziative federalidi cui non si parla

L`editoriale

Le iniziative federali di cui non si parla 3

Da Style Magazine: Marco Belinelli - pugni e sogni 4

Siamo tutti Wabara 8

Summer GIBA 10

GIBA risponde 12

Database Italia 14

Accordo quadro GIBA - LNP 16

L’unione fa la forza 18

Unity means strenght 19

Fondo di garanzia e solidarietà

per giocatori professionisti di pallacanestro 20

Rivoluzione in via di sviluppo 22

Sommario

di Giuseppe Cassì

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MB

Belinelli, 25 anni, faccia furba, e lin-gua sciolta è un enfant prodige del basket italiano: esordio in serie A a 16 anni, primo scudetto a 18 con la ma-glia della Fortitudo Bologna, non an-cora 20enne è già la guardia della Na-zionale. Nel 2007 entra nella National Basketball Association dalla porta principale: 18esima scelta assolu-ta; va ai Golden State Warriors di San Francisco, dove si guadagna subito il soprannome “Rocky” per la

somiglianza con Sylvester Stallone. Poi, però... “La prima stagione è stata la più difficile. A Bologna giocavo 35 minuti a partita, ero un leader. Qui in America, invece, nessuno mi cono-sceva: dovevo ripartire daccapo”. Mentre Andrea Bargnani diventava il centro titolare dei Toronto Raptors, mentre Danilo Gallinari si esibiva davanti a Spike Lee sul palcoscenico del Madison Square Garden (da poco è passato dai New York Knicks ai

Denver Nuggets), “Beli” rischiava di vedersi appiccicata addosso l’eti-chetta del “brutto anatroccolo”. Tre anni difficili, passati con la valigia in mano: dalla California al Canada, dalla panchina dei Warriors a quella dei Raptors. Poi, nell’estate 2010, il trasferimento a New Orleans, la città del jazz e degli Hornets: dove final-mente ha trovato fiducia e un posto in quintetto. La sua esperienza americana è

E’ uno dei tre “moschettieri” italiani che giocano nella Nba, la mecca del basket. Dopo tre anni difficili, da una costa all’altra, finalmente ha guadagnato un posto da titolare e sta portando ai play off i New Orleans Hornets. E della pallacanestro USA dice: “E’ una lotta. Come quella volta che ho fatto a botte con Kevin Garnett...”

di Giacomo Fasola, foto di Lee Celano per Style, tratto dal numero di aprile 2011 di Style

Pugni e sogni

Marco Belinelli

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Belinelli alla Jamie Hayes Gallery di New Orleans (wwwjamiehayes.com) è un appassionato di arte contemporanea.

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segnata da alti e bassi. Perchè è così difficile affermarsi negli Stati Uniti?E’ un campionato molto duro, si gioca ogni due-tre giorni, basta un piccolo infortunio e ti trovi in panca. Ma io non mollo.

Cos’è l’Nba per lei?Come la Champions

League per un calciatore: il massimo.Qui c’è un personal trainer quasi per ogni giocatore e le trasferte si fanno su aerei privati: un altro mondo”.

Le dà fastidio che i giornali parlino di Bargnani e Gallinari, piuttosto che di lei?Un po’ sì. Però è normale: io non sono due metri e dieci come Andrea e Danilo. Di guardie con il mio fi-sico e le mie caratteristiche ce ne sono a decine negli Usa, logico che per me sia più complicato.

A New Orleans, però, si è adat-tato alla grande: tante partite da titolare e dieci punti di me-dia. Ma alla fine, più dei miei numeri, conta la squadra: siamo forti, dob-

biamo solamente trovare un po’ di continuità.

La sua ex squadra, i Raptors, invece...Vanno male e mi spiace per Bar-gnani. Anche se, lo confesso, un po’

ci godo. L’anno a Toronto per me è stato molto negativo: a parole mi fa-cevano grandi promesse, ma poi ero sempre in panchina.

Dal Canada alla Lousiana. Come si trova?New Orleans non è una metropoli dove trovi di tutto, come New York e Los Angeles. Però mi piace. L’ura-gano Katrina fa parte del passato e la gente pensa solo a rendere la città più bella.

Quali sono i suoi posti preferi-ti?Quando non mi alleno faccio shop-ping, giro per gallerie d’arte o vado al ristorante: soprattutto da Domeni-co, dove i salumi sono fantastici. Ma mi piace anche stare in casa. Vivo in un loft in centro, con canestro, ta-volo da ping pong, freccette... Tutto quello che serve.

Il migliore amico in città?Il mio compagno australiano David Andersen: ci conosciamo dai tempi

“Per me la Nba è una lotta”. Alla terza volta che lo ripete, Marco Belinelli fa venire in mente Don Chisciotte che combatte contro i mulini a vento; un Davide di un metro e 96 che ha scelto una sfida impossibile: battere i giganti americani nel loro sport, a casa loro. Ma l’impressione è sbagliata. Perchè in quattro anni il ragazzo di San Giovanni in Persiceto (Bo) ha fatto tanta strada. E a New Orleans si sta togliendo soddisfazioni e qualche sassolino dalle scarpe.

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della Virtus e se la cava con l’italiano.E lei, da uno a dieci, che voto dà al suo inglese?Direi un bel sette, anche se lo slang è quasi impossibile da capire...

Si vendichi: gli americani pro-nunciano bene il suo nome?Insomma: dopo quattro anni, c’è an-cora chi mi chiama “Belli” invece che “Beli”.

Quattro anni non sono pochi. In cosa è cambiato?Sono diverso mentalmente, più ma-turo. Rispetto ai miei coetanei mi sento più grande. Ho tanti amici che non si sono mai mossi da Bologna, io a 21 vivevo già da solo a San Fran-cisco.

Nostalgia di casa?Ogni tanto sì, anche se qui mi trovo benissimo e di tempo per annoiar-mi ne ho poco. Per fortuna vengono spesso a trovarmi i miei fratelli e gli amici. Li porto negli spogliatoi, pre-sento loro i compagni di squadra, ci divertiamo.

Quest’anno, dal 31 agosto al 18 settembre, ci saranno gli Euro-pei di pallacanestro in Litua-nia. Com’è il suo rapporto con

la Nazionale?Con Simone (il ct Pianigiani ndr) mi sento spesso via sms. Ci tengo alla maglia azzurra, mi reputo uno dei leader e vorrei riuscire a trasmettere ai più giovani quello che ho imparato in America.

Il girone è tosto: Francia, Ger-mania, Israele, Lettonia e Ser-bia. Sì, non sarà facile passare il turno. Ma con me, Andrea e il “Gallo” ce la possiamo fare.

Chi saranno i prossimi italiani a sbarcare negli Usa?Ogni tanto viene fuori qualche nome: Nicolò Melli, Daniel Hackett, Pietro Aradori... Però al momento non vedo nessuno pronto per la Nba.

Cosa c’è di così diverso fra la Lega americana ed il basket eu-ropeo?Le abitudini sono completamen-te differenti. L’alimentazione, ad esempio: prima delle partite ho visto mangiare hot dog e hamburger. A li-vello di gioco, invece, qui è più veloce e più fisico.

Chi è l’avversario più cattivo che ha incontrato?

Kevin Garnett dei Boston Celtics. Il primo anno, quando stavo con i Warriors, continuò a provocarmi per tutta la partita: “fighetta”, “rookie”... A un certo punto mi fece un blocco durissimo e mi arrabbiai di brutto. Alla fine vincemmo noi.

E il migliore?In assoluto, Kobe Bryant. Fra quelli con cui ho giocato dico Baron Davis,

Stephen Jackson e Chris Paul, il play di New Orleans Hornets.

Pronostico: chi vince quest’an-no?Chiacago Bulls, Miami Heat, Los An-geles Lakers, Boston Celtics. Una di queste quattro squadre.

E gli Hornets andranno ai play off?Spero di sì: poi, una volta che ci sia-mo, può succedere di tutto...

Obiettivo playoffGiocatore Nba dal 2007, Marco Belinelli ha un contratto (in scadenza) da circa un milione di euro a stagione.Dopo due campionati con i Golden State Warriors e uno con i Toronto Raptors, nell’estate 2010 è approdato a New Orleans. Evidente la sua crescita: da 17 a 25 minuti e da sette a oltre dieci punti in media a partita. Le ottime prestazione del “Beli” (il 10 marzo, contro Dallas, 21 punti e una tripla da metà campo che ha fatto impazzire la New Orleans Arena) stanno aiutando gli Hornets a conquistare un posto nei playoff, in programma dal 16 aprile.

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Siamo tutti Wabara di Damiano Montanari

Fronte compatto di solidarietà da parte di tutto il mondo del basket alla giocatrice di colore insultata con cori razzisti da un gruppo di tifosi della Pool Comense

Sconcerto, indignazione, solidarie-tà. Senza differenza di sesso, età, religione. E colore della pelle. Sen-timenti a catena dopo gli episodi di razzismo avvenuti nel corso di gara 2 dei quarti di finale dei play off dello scudetto femminile a Como, quando, un gruppo di “tifo-si” – chiamiamoli così, anche se nul-la hanno a che vedere con chi segue ed ama la pallacanestro – di casa ha insultato con cori razzisti la gio-catrice, allora del Geas Sesto San Giovanni e recentemente passata alla Reyer Venezia, Abiola Waba-ra. Un episodio deprecabile, frutto dell’ignoranza e della meschinità be-cera di un manipolo isolato, subito messo all’angolo e condannato da tutte le parti del mondo del basket, a partire dalla FIP che, con l’iniziativa “Vorrei la pelle nera”, ha voluto manifestare la sua completa solida-rietà ad Abiola Wabara, coinvolgen-do giocatori, società e dirigenti in un gesto semplice ed efficace: un segno nero ben visibile sul volto. Perchè siamo e vogliamo essere tutti uguali, tutti con e come Abiola Wabara.

fuori dal nostro mondo“Stiamo andando verso una socie-tà sempre più multirazziale – commenta il presidente federale Dino Meneghin –. Per anni, nel dopo guerra, il “nero” era considera-to diverso ed inferiore, ma bisogna rendersi conto che, per saper vivere

insieme, è fondamentale guarda-re le idee e non il colore della pelle. E poi nella pallacanestro il giocatore di colore è sempre stato considerato un’eccellenza, contri-buendo a migliorare il movimento. Purtroppo alcuni tifosi non sono consapevoli di come stare al mondo. Gli insulti non devono esistere ed il movimento deve isolare questi fa-cinorosi fuori dal palazzetto, per-chè non devono fare parte del nostro mondo”. In linea con que-sta posizione anche Nicola Tolo-mei, direttore marketing della FIP. “Nel basket la discriminazione razziale non è mai esistita, anzi, il giocatore di colore è sempre stato un elemento migliore degli altri. Oggi il basket è permeato da tanti aspetti della cultura america-na, dalla tecnologia, all’informati-ca, alla musica. Appena ho appreso degli episodi razzisti nei confronti di Wabara, ho subito chiamato i presidenti delle Leghe e della GIBA, trovando una comune risposta di so-lidarietà. E’ così partita l’iniziativa “Vorrei la pelle nera”, che ha avuto grande risonanza anche al di fuori del mondo del basket”.

integrazione di fattoPieno appoggio dal direttore della Lega Basket Femminile, Mario Ghiacci: “La mia solidarietà a Wa-bara è sentita e profonda. Il mondo del basket è stato tra i primi sport a

spalancare le porte della diversità, io stesso ho giocato con ragazzi di colore. L’integrazione nasce con questo sport e penso che forse chi ha insultato Wabara non faces-se parte del nostro mondo. Appog-gio completamente l’iniziativa della FIP e ritengo che il pubblico di una squadra come Como, con una storia incredibile, non debba mescolarsi con personaggi beceri. Mi auguro che il nostro basket resti in tutti i sensi uno sport in cui i valori della persona vengono prima di quel-li dell’atleta. Nella pallacanestro c’è un’integrazione di fatto ogni domenica che si gioca”.

stella neraCompletamente d’accordo il pre-sidente GIBA, Giuseppe Cas-sì: “Quello accaduto a Wabara è un episodio odioso come tutti quelli di discriminazione razziale. La pallacanestro è uno sport in cui non c’è razzismo. Anche in passato il giocatore di colore è sempre stato considerato la stella della squadra e da decenni giocatori di razze diverse fanno parte delle no-stre squadre, a maggior ragione ne-gli ultimi anni. Per noi è questa la normalità. Nel basket il razzismo non è mai esistito e non esiste”.

in primo piano

A destra Abiola Wabara con la maglia della Nazionale italiana

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Apprezzo la solidarietà, ma il problema resterà“

Contenta, ma con-sapevole di una difficoltà radicata,

Abiola Wabara com-menta l’episodio di razzismo subito nella partita contro Como: “Ovviamente quei cori mi hanno fatto arrabbiare e mi hanno molto infastidito. Sono nata a Parma 29 anni fa da genitori nigeriani e nella vita ho subito più volte episodi

di razzismo. La gente che ha questi pensieri esiste e non penso che sparirà molto presto. L’iniziativa del-la FIP? Ho apprezzato il gesto e la gente che mi ha dimostrato solidarietà”.

Il problema, che rimane, fa parte della cultura ita-

liana. “Ho giocato tre anni in Israele, poi in Ungheria, in Spagna e

negli Stati Uniti e non ho mai avuto problemi. Dal punto di vista della multiculturalità l’Ita-lia è più indietro di altri Paesi”. Si dice che per evitare altri episodi di razzismo abbia dovuto chiudere il profilo facebook. “L’ho fatto per-chè ho avuto 200 richieste di ami-cizia da gente che non conosco e ho deciso di cancellarmi per un po’.

Come carattere non sono abituata ad essere al centro dell’attenzione, se

non per quello che faccio in campo. E poi avevo altro a cui pensare, c’erano i

play off”. Un messaggio a chi l’ha insul-tata. “Non ce l’ho. Il messaggio è stato

avere vinto la partita, essere arrivata in semifinale. Se pensavano di infastidirmi

con quegli insulti, si sbagliavano, perchè ho giocato meglio, segnando il canestro decisi-

vo della partita”. Oltre ad essere italiana, lei è anche una giocatrice della Nazionale. “Vesti-

re la maglia azzurra è l’espressione maggiore di quello che sono come giocatrice. Mi sento italiana,

ma non legata all’Italia, perchè qui non ho lega-mi. I miei sono in Nigeria, mio fratello a

Londra e, quando non gioco, prefe-risco tornare in America”.

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master giba

Summer GibaLa grande novità dell’undicesima edizione del Master organizzato dall’Associazione Giocatori è l’inserimento di una Selezione GIBA nella Summer League Open

Quest’anno Master farà rima con Summer. E, oltre alla formazione fuori e dentro il campo, ci sarà spet-tacolo. Undicesima edizione del consueto appuntamento estivo della GIBA, in programma al PalaRuggi di Imola dall’11 al 18 giugno e realizzato grazie al contributo fon-damentale di Nike, sponsor tecnico, e Mediolanum. Tante le novità in-trodotte, a partire dalla partecipa-zione di una selezione dei 24 ragazzi del Master alla Summer League, ma anche molte le scelte di successo riprese dalle scorse edizioni a testimonianza di una crescita che trae la propria forza dagli ottimi ri-sultati fin qui ottenuti.

ausilio video“Il corso – spiega il responsabile del Master, Pasquale Iracà – non avrà solo una funzione tecnica, volta al miglioramento dei fonda-mentali individuali e di squadra, ma anche educativa, attraverso la convivenza collegiale tra i ragazzi, e culturale, grazie alle tematiche, fondamentali per la loro futura car-riera sportiva, affrontate in incontri con esperti”. Un attacco “a tre pun-te” per la GIBA che, in linea con una filosofia di miglioramento dei servizi da offrire ai giovani, si avvarrà per la prima volta di tecno-logie all’avanguardia. “Faremo una valutazione tecnica oggettiva dei ragazzi – spiega infatti Iracà – grazie all’utilizzo di un ausilio video che ci permetterà di studiare i singoli, capendo meglio come tirano, come passano la palla, e, in genera-le, qual è il loro grado di conoscenza e di applicazione dei fondamentali.

Sicuramente sarà uno strumento di lavoro molto utile”.

insieme all’aPGAi ragazzi e allo staff tecnico che, come nelle passate edizioni, sarà composto da un capo tecnico, da due allenatori e da due assisten-ti. E’ stata infatti rinnovata la col-laborazione con l’APG che, all’in-terno del Master, sarà responsabile della quarta edizione dell’APG Coaching Camp, offrendo a quat-tro giovani allenatori la possibi-lità di essere ospitati gratuitamente per l’intero periodo in qualità di ju-nior assistant. I diretti interessati po-tranno così seguire l’attività diretta-mente sul campo, stando a contatto diretto con i giocatori ed interagendo con lo staff tecnico. Un’esperienza di crescita importante, che rappresenta senza dubbio un valore aggiunto per il Master.

novità summer leagueAnche se, come dicevamo, la no-vità sostanziale di questa edizione del corso di perfezionamento tecni-co della GIBA sarà l’inserimento di una selezione dei ragazzi all’interno della Summer League, di cui faran-no parte anche Virtus Bologna, Ca-serta, Pesaro, Andrea Costa Imola e Reggio Emilia, dando lustro ad un evento, che, proprio come il Master, cresce e migliora anno dopo anno. “Se siamo arrivati alla quinta edi-zione della Summer League – spiega con un sorriso Federico Boschi, uno degli organizzatori della manifesta-zione – vuol dire che qualcosa di buono abbiamo fatto. In passato a

di Damiano Montanari

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master giba

Imola c’era un altro evento analogo, ma si giocava al chiuso. Noi abbia-mo deciso di spostarlo all’aperto, in stile play ground, sebbene il terreno di gioco sia costituito da una gomma particolare che garantisce una buona giocabilità e non dal cemento. Vole-vamo un evento a cui gli spettatori potessero partecipare stando all’aria aperta e credo che ci siamo riusci-ti”. Anche per gli organizzatori della Summer League la presenza di una selezione GIBA sarà motivo di pia-cevole novità. “Avere avuto l’in-teresse di GIBA – afferma infatti Boschi - per noi è importante.

Stiamo parlando di una delle istitu-zioni principali del movimento, che, con la sua presenza, certifica anche la bontà del lavoro che abbiamo fatto e che stiamo facendo. D’altra parte an-che l’Associazione Giocatori da anni lavora per i giovani e credo che, in questa Summer League, i no-stri due modi di intendere il basket si incontreranno”. Insieme ai tanti ad-detti ai lavori che, per una settimana, vedranno nel PalaRuggi di Imola una

vetrina assolutamente interessante per i successivi sviluppi del merca-to. “Ci saranno quattro stranieri per squadra – afferma infatti Boschi – e tanti giocatori giovani e non che avranno l’occasione di mettersi in mostra”. Senza chiamare in causa i minori di diciotto anni. “Quest’anno – spiega Iracà – abbiamo scelto di selezionare solo ragazzi maggio-renni (nati nel 1990, nel 1991 e nel 1992) proprio in funzione della par-tecipazione alla Summer League”.

consigli per il futuro

Una bella possibilità per la selezione dei ragazzi del Master che, al di là dell’aspetto tecnico, approfondiran-no anche tematiche specifiche come il vincolo sportivo – cos’è e quali conseguenze ha il vincolo spor-tivo a 21 anni –, il significato della sottoscrizione di un contratto o di un accordo economico e quali sono i doveri che un giocatore ha verso la società, i compagni, gli avversari, il pubblico, la stam-pa, oltre che i diritti e le garan-zie, le differenze principali tra lo status di professioni-sta e quello di non pro-fessionista ( p e n s i o n e , fondo di fine carriera, assi-curazione ob-bligatoria, ecc.), il significato, i rischi e le conseguenze legali legate all’uso di sostanze dopanti, l’im-portanza di seguire sempre prin-cipi di correttezza, educazione e fair play dentro e fuori dal campo, e di proseguire gli studi fino alla laurea, dal momento che è sem-pre possibile conciliare le proprie aspirazioni e qualità intellettive con ambizioni sportive. Prevista inoltre la presenza di giocatori di riferi-mento del movimento cestistico nazionale e del presidente fe-derale Dino Meneghin che, compatibilmente con i

propri impegni, ha espresso il deside-rio di par-t e c i p a r e al Master

GIBA. Un ulteriore elemento di qua-lità per un evento che sta diventan-do sempre più un punto di rife-rimento per tutto il mondo della pallacanestro giovani-le italiana.

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??Giba riSponde

Lo scorso marzo sono entrate in vigore importanti novità nella procedura arbitrale dei dilettanti. La nostra rubrica di questo numero è dedicata alle domande più frequenti dei giocatori nel caso in cui le società non rispettino gli impegni contrattuali

infoGIBA

Che aCCade Se la SoCietà riConoSCiuta

debitriCe Chiude o viene

radiata ?

??

I giocatori e le giocatrici di squadre non pro-fessionistiche dallo scorso marzo possono beneficiare di una procedura arbi-

trale di recupero credito nettamente più semplice e rapida che in pas-sato. Se si tratta di credito nascente da accordo economico sottoscritto dalle parti, i giocatori possono infatti ottenere una ingiun-zione di pagamento in danno della società debitrice. L’art. 116 del nuovo Regolamento di Giustizia prevede che, a seguito di deposito di ricor-so presso la Commissione Vertenze Arbitrali della FIP, questa nomina un arbitro unico il quale in pochi giorni emette un ordine di pagamento che il club deve eseguire entro i successivi 15 giorni. Rispetto al passato, dunque, non occorre costituire un col-legio di 3 arbitri e non è prevista una udienza arbitrale. Il risparmio di tempo si può stimare in non meno di 3 mesi, anche perché non sono previste particolari for-malità: il deposito del ricorso e le successive comunicazioni sono validamente effettuate anche a mezzo fax o e-mail. Nello stesso termine di 15 giorni il club può proporre opposizione: in tal caso si instaura un procedimento or-

dinario e la controversia sarà decisa da un col-legio arbitrale sulla base delle regole vigenti. Il deposito del ricorso per ingiunzione deve es-sere accompagnato dalla prova del pagamen-

to di una tassa federale che è di 120,00 euro per i crediti di denaro non supe-

riori a 10.000,00 euro, e di 300,00 euro per i crediti che superano invece detta soglia. Al club viene ingiunto anche di rimborsare tale tassa all’atleta ricorrente. La procedura arbitrale accelera-ta adottata dalla Federazione pone i giocatori dilettanti sul-lo stesso piano di quelli professionisti, per i quali il ricorso per ingiunzione è già previsto nell’Accordo Collettivo. È au-spicabile che il rito abbreviato serva a combattere il triste fenomeno che si è sviluppato negli ultimi anni, di squadre che hanno regolarmente partecipato ai campionati pur sen-za avere definito le pendenze verso i giocatori accumulate nella(e) stagione(i) precedente(i). Tra le società deve essere garantita l’equità competitiva, anche in relazione alla gestione economica. Non è corretto che un club che non ri-spetta le scadenze contrattuali possa prevalere su un altro che, per garantire la copertura finanziaria dei costi stimati, rinunzi ad ingaggiare i giocatori migliori.

Quali Sono i rimedi leGali per

reCuperare un Credito verSo

una SoCietà dilettantiStiCa?

È evidente che il lodo arbitrale federale può essere eseguito applicando le regole della Federazione solo fin tanto che la

società inadempiente risulti affiliata alla FIP. Se dunque una società cessa l’at-tività ed esce dalla organizzazio-ne sportiva, o per scelta, o a seguito di morosità persistente secondo le regole sopra menzionate, l’atleta creditore deve fare ricorso alla Giustizia Ordinaria dei Tribu-nali. In tal caso, il lodo può essere utilizzato quale prova della esistenza del credito nei confronti dei soci (che rispondono personalmente ed illimitatamente con il loro pa-

trimonio), ma solo se si tratta di associazioni dilettantistiche. In caso di società di capitali (s.r.l. o s.p.a.), le possibili-tà di effettivo recupero si riduco-no, anche se è sempre possibile, in presenza dei requisiti di legge, promuovere istanza di fallimento,

con conseguente eventuale accertamento di re-sponsabilità legali in capo agli amministratori. È op-

portuno ricordare che il ricorso alla Autorità Giudiziaria Ordinaria è escluso dal cosiddetto vincolo di giustizia e dalla clausola compromissoria, fin tanto che l’atleta e la società ri-sultino rispettivamente tesserato ed affiliata alla FIP.

Speciale Procedura Arbitrale per dilettanti e professionisti

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Quali Sono i rimedi leGali per

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una SoCietà profeSSioniStiCa?

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In base alle regole federali un club che non ottempera ad una decisione ar-bitrale subisce una serie di san-

zioni di gravità crescente, se la morosità persiste, che vanno dal bloc-co dei nuovi tesseramenti in entrata e dei trasferimenti in uscita, alla dichiarazione dello stato di morosità con penalizzazione in classifica nel campionato in corso (più sono i lodi ineseguiti più sono i punti decurtati dalla classifica), fino alla revoca della affiliazione ed alla esclusione da tutti i campionati fede-rali, con decorrenza dalla stagione successiva a quella in corso. Una volta che il lodo è ratificato dalla commis-sione vertenze arbitrali (in caso di procedura ordinaria), o decorsi i 15 giorni dalla decisione dell’arbitro

unico (in caso di procedura abbreviata), il lodo diviene esecutivo. Una impor-

tante novità in caso di lodo esecutivo, introdotta solo per il primo campiona-to dilettantistico maschile (di cui si da conto in altra parte della rivista), è rap-

presentata dalla facoltà per il gio-catore riconosciuto creditore di chie-

dere l’escussione della fideiussione che ogni club deve prestare ad inizio stagione. I

club del nuovo campionato devono prestare una ga-ranzia bancaria di 70.000 euro da reintegrare in caso di utilizzo, parziale o totale. La estensione della ga-ranzia fideiussoria alla tutela dei crediti dei giocatori rap-presenta altro importante strumento di dissuasione delle società dal realizzare operazioni di mercato per le quali non vi è certezza della copertura finanziaria.

Per i giocatori di Serie A e di Le-gadue non ci sono modifiche ri-spetto a quanto già da anni previ-

sto dall’Accordo Collettivo dei Giocatori Professionisti, alla

cui sezione a ciò dedicata (ar-ticoli 29 e seguenti) si

rinvia. Esiste da sempre per i professionisti la procedura per ingiunzione

ora introdotta anche per i dilet-tanti, ma la competenza è in capo al Presidente del Collegio Perma-nente di Conciliazione ed Arbi-trato (CPCA), che ha sede in Bolo-gna presso gli uffici di lega Serie A e di Legadue, ed i cui componenti sono scelti da GIBA e Leghe. I crediti degli atleti accertati dal CPCA sono garantiti da fideiussione ban-caria. Il ricorso deve essere accompa-gnato dalla prova del pagamento di una tassa di euro 500 per i giocatori di Serie A e di euro 400 per quelli di Legadue. Tali importi

vengono recuperati all’esito del-la procedura. Il CPCA è competente a decidere esclusivamente su controversie che hanno ad oggetto la interpretazione e la applicazione del con-tratto di lavoro (cosiddetto contratto di Lega), che per legge deve essere depositato presso gli uffici del-la Federazione (per convenzione si è previsto il deposito

anche presso Lega e GIBA). Eventuali con-tratti diversi, i cosiddetti contratti di immagine, non ricevono tutela dal CPCA, e nemmeno dai Tribunali Or-dinari, secondo Giurisprudenza di Le-gittimità ormai consolidata. Laddove in detti contratti sia inserita speci-

fica clausola compromissoria, si può fare ricorso al Basketball Ar-

bitral Tribunal (BAT), che ha recente-mente sostituito il Fiba Arbitral Tribunal (FAT).

Tale Organo di Giustizia Sportiva istituito dalla FIBA in-terviene non secondo diritto, ma secondo equità (“Arbitrator decides ex-aequo et bono, i.e. on the basis of general considerations of ju-stice and fairness without reference to any particular national or international law”), per cui può riconoscere tutela anche ad accordi invalidi sulla base delle leggi locali. Le decisioni del BAT sono vincolanti per le società riconosciute soc-combenti, e lo strumento di coercizione che consente l’esecuzione è rappresentato dal blocco dei transfert internazionali e dalla esclusione dal diritto di partecipare alle competizioni europee per club (per tale ragione il ricorso al BAT è inutile nei con-fronti delle società dilettantistiche). Il ricorso al BAT deve essere accompagnato dalla prova del pagamento di una tassa di arbitrato che ammonta a euro 1.500 in caso in cui il valore della controversia non superi i 30.000 euro, ad euro 2.000 per le controversie di valore compreso tra 30.000 e 100.000 euro, di 3.000 per le controversie di valore compreso tra 100.000 e 200.000 euro e così via.

Che SuCCede Se una SoCietà

dilettantiStiCa non riSpetta

una deCiSione arbitrale?

13

Page 14: Gibapress n. 12

databaSe italiaDall’idea del preparatore atletico azzurro Cuzzolin, un’iniziativa senza precedenti destinata a cambiare il futuro del nostro basket

P e r farsi un’idea generale del proget-

to, basta immaginarsi un immenso archivio. Un archivio senza l’in-gombro della carta. Senza volumi, malloppi, senza scaffali, ma con den-tro tutto il parco giocatori della na-zionale catalogato puntigliosamente, catalogato sotto forma di valori. I più importanti. Da quelli antropometrici come il peso, l’altezza, la massa grassa, a quelli di natura atletica come lo sprint, l’agilità o quelli le-gati allo stato di salute come l’inci-denza e la tipologia degli infor-tuni. E poi i nomi e i metodi di lavoro dei preparatori fisici che hanno gestito questo o quell‘atleta nel tempo, le potenzialità del singolo evidenziate in numeri e tutto ciò che può aver a che fare con la fisicità di un giocatore. E allora ecco l’informa-tica venire incontro alle esigenze del basket. Perché l’idea è creare un im-menso, gigantesco e tutelato databa-se da consultare, da cui estrapolare

informazioni utili alla cresci-ta come alla gestio-ne di un giocatore.

Più collaborazioneE’ già tutto deline-ato nella testa di Francesco Cuz-zolin, preparatore fisico della Nazionale azzurra. La sinossi di quello che potrebbe rivoluzionare da qui a qualche anno (quattro, su per giù) i metodi di lavoro nonché le di-sposizioni gestionali dei cestisti che gravitano (e graviteranno) nell’or-bita della nazionale è già una realtà. “Per ora - spiega lo stesso Cuzzolin - vogliamo raccogliere le informa-zioni di base sullo stato di salute e le efficienze dell‘atleta che arriva in azzurro partendo da un progetto mi-nimo, con pochi e precisi valori, fino ad allargarci ad informazioni sempre più dettagliate e precise”. Non è solo

un progetto titanico, quel-lo di Cuzzolin. E’ una sorta di

memorandum del giocatore di basket, utile a chi, come lui, deve lavorare a stretto giro sulla prepa-

razione, magari in vista di eventi come un Europeo. Ma se ora la comunicazione tra l’universo

azzurro e le galassie dei club è da migliorare, con la realizzazio-ne di questo archivio virtuale le cose potrebbero fare il salto di qualità. “E‘ inutile prendere la tra le mani un giocatore per appena due mesi, come se il resto dell‘anno fosse un periodo a sé, staccato, diverso. La figura del preparatore lavora sempre, do-dici mesi all‘anno. Nella gestione di un giocatore è fondamentale capire l‘evoluzione di un‘annata e non solo. E‘ importante andare a leggerne lo storico per capire punti di forza e an-che punti deboli, su cui intervenire. E‘ importante conoscerne fragilità e pregi”. Ed è qui che il database salta fuori: attraverso lo storico il pre-paratore fisico potrà sapere nel

la novita,

di Giorgio Burreddu

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dettaglio potenzialità e talloni d’Achille per poi andare a stilare un programma di lavoro sensato ed effi-cace. Un programma di lavoro reale. La complessità vien da sé: un lavo-ro di questo genere necessita l’aiuto dei club di appartenenza del giocatore stesso. Senza un col-legamento tra le varie stanze il tutto assumerebbe un significato molto di-verso. “La Nazionale deve instaurare rapporti forti con le squadre di club. È un servizio che noi, come Federa-zione, dobbiamo provare a dare. Ma serve l’aiuto di tutti. Speriamo che i club capiscano l’importanza di questo progetto. Non è una cosa che si può chiudere in poco tempo, i dettagli del progetto vanno discussi tutti insie-me“.

Partire dal bassoE’ dunque importante la collabora-zione tra preparatori, tra le figure che compongono gli staff. Ma è impor-tante soprattutto “partite dal bas-so, dagli under. La crescita di un atleta parte prima da lì, dall‘età in cui un giocatore non è ancora comple-tamente formato, ma si sta forman-do”. Cuzzolin non è nuovo a queste cose. “Magari prima lo facevo con un semplice foglio excel. Per me o per il club per cui lavoravo”. Ora è diverso. Il grande database, a cui fanno capo sei persone, darà modo di accedere a informazioni vitali nella gestione psico-fisica di un atleta. “Non mi considero fanatico della tecnologia fine a se stessa - va avanti Cuzzolin -, prendo quella che mi semplifica il lavoro. La tecnolo-gia può essere complessa. Io penso che questo progetto possa facilitare le cose. Siamo ancora alla parte com-plessa, certo. Scegliere cosa andremo a fare, cosa mettere dentro. Stiamo disegnando l’intelaiatura. La sem-plificazione è la parte finale”. Già la scorsa estate, però, i tentativi di raccolta dati hanno garantito una buona riuscita del lavoro. “Abbia-mo provato a lavorare sui programmi off-season di tutti i giocatori nazio-nali, provando ad applicare questa logica operativa lo scorso anno. Ma se operiamo solo sulla Nazionale A non va bene, non può andare. E’ ultimo stadio. Penso che il basket italiano possa tornare grande, ma dobbiamo partire dal basso, dall’Under 16, o sot-to. Se noi costruiamo un metodo, lo motiviamo, forse, allora, la Nazionale A, tra otto anni ne trarrà dei benefici”.

Progetto completoE lo sa bene lui, Cuzzolin, esperienza ventennale nel campo della prepara-zione. In Italia, certo. Ma anche nel mondo. “La Federazione Italia-na ha un potenziale incredibi-le. Non lo dico perché sono italiano, ma perché c’è tanta qualità. Ci sono le persone, ci sono le risorse. L’espe-rienza alla Benetton, alla Virtus, la collaborazione in Russia, ed ora a Toronto in NBA, mi hanno fatto capire che questo è un lavoro dietro le quinte, tra staff tecnico e staff medico sanitario vero e proprio. E’ lavoro di raccordo, non sono solo di alle-namenti. Qui ruota tutto intorno alla condizione psicofisica dell’atleta. Non è solo quello che facciamo in palestra. Se hai uno screening, la program-mazione della correzione dei macro punti deboli di un giocatore diventa molto più efficace“. Insomma, la crea-zione di un archivio, un database, una grande banca dati consentirà di avere sotto controllo la situazione degli at-leti azzurri, del loro stato di forma e dello storico. Un progetto che, così completo, “probabilmente non esi-ste da nessuna altra parte. Vo-gliamo provare a ragionare e lavorare come chi vuole migliorarsi sempre“.

consigli ai giocatoriUn obiettivo che coinvolge in prima persona gli stessi giocatori. “E’ im-portante – sottolinea infatti Cuzzolin – che gli atleti capiscano di essere giocatori non per otto mesi, ma per tutto l’anno, e che si comporti-no di conseguenza. Quando finisce la stagione, non si va semplicemente in vacanza, ma è necessario curare al meglio i propri eventuali in-fortuni, con uno specifico lavo-ro fisico ed atletico. E poi c’è l’at-tività della Nazionale da considerare, un’attività internazionale importante che mette i giocatori nelle condizioni di avere un paloscenico che con i club non potrebbero avere”. La crescita passa attraverso la cura dei dettagli. “Chi lavora con i giocatori è a loro di-sposizione per puntare ad un costan-te miglioramento. Si opera sui detta-gli in collaborazione con i club, ma è chiaro che i giocatori sono i primi destinatari ed i primi protagonisti di questo nuovo progetto”.

la novita,

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infoGIBA

l’aCCordo QuadroGiba-lnp peril Campionato di Sviluppodi Damiano Montanari

Stabilita la nuova regola-mentazione dei rappor-

ti tra i giocatori e le società della

terza com-petizio-

ne na-zionale Il Consiglio fe-derale del 29-30 aprile 2011 ha approvato l’accordo quadro stipulato tra la GIBA e la Lega Naziona-le Pallacanestro che regolamen-ta i rapporti tra le società che partecipano al cosiddetto cam-pionato di sviluppo ed i propri giocatori. Atleti e club sono tenuti a sottoscrivere un accordo indi-viduale tipo, anch’esso approvato dalla FIP, che richiama le clausole

dell’accordo quadro. L’accordo quadro è quindi vinco-lante per tutti i giocatori e le società, e la sottoscrizione della scrittura individuale è condi-zione necessaria per il tessera-mento e la iscrizione a referto, a prescindere dalla previsione della

corresponsione di una erogazione economica. Se il club inten-

de schierare un atleta in favore del quale non

è previsto il paga-mento di una

erogazione econo-

mi-ca, deve c o m u n q u e sottoscrivere, in-sieme all’atleta stesso, l’accordo individuale, specificando che il suo contenuto economico è

pari a zero. Per gli atleti under 21 è previsto un limite alla erogazio-ne economica pari a 25.000 euro lorde a stagione, a meno che non si tratti di atleti già in passato professionisti, per i quali il supe-riore limite non opera. Gli accordi individuali devono essere depositati presso la LNP, che su mandato della FIP esercita i controlli di cui si dirà appresso.L’eventuale erogazione econo-mica pattuita deve essere indicata nell’accordo al lordo della tassa-zione prevista dal Testo Unico delle Imposte sui Redditi per i compensi degli atleti dilettanti. È noto che i

redditi da prestazione sportiva dilettantistica sono esen-

tasse fino a 7.500 euro, scon-t a -

n o una tas-

s a z i o n e alla fonte a carico delle società del 23% (oltre addizionali regionali)

16

Page 17: Gibapress n. 12

infoGIBA

fino a 28.000 euro, mentre per le somme eccedenti, il 23% è ver-sato dal club a titolo di acconto, e la differenza, in relazione allo sca-glione di reddito raggiunto, è a ca-rico dell’atleta. Una tabella lordo / netto per la corretta ripartizione tra club ed atleta del peso fiscale è scari-cabile dal sito della GIBA.La fideiussione bancaria che le società sono tenute a depositare in favore di LNP quale condizione di ammissione al campionato, che per la stagione 2011/2012 è fissata in 70.000 euro, serve a garantire anche i crediti dei giocatori ri-conosciuti da lodi arbitrali ese-cutivi. Se il valore complessivo delle erogazioni economiche in favo-re di atleti superi i 500.000 euro lordi, il club è tenuto a garantire l’intera eccedenza rispetto a tale importo con ulteriore fideiussione bancaria. L’obbligo di deposito degli accordi consente a LNP, che per tale incombente ha ricevuto delega dalla FIP, di controllare che la superiore disciplina trovi applicazione.Le società sono tenute a fornire ai giocatori che schiera a referto una copertura assicurativa per il caso di infortunio con massi-male di euro 200.000 per il caso di morte e di inva-lidità permanente, con franchigia al 5%. I club potranno

utiliz-zare la

polizza alle mi-

gliori condi-zioni che LNP

e GIBA provvede-ranno a reperire nel

mercato nazionale.L’azione disciplinare della socie-tà è regolamentata da apposito co-dice di comportamento che GIBA e LNP provvederanno a predisporre. L’eventuale sanzione disciplina-re deve essere proporzionata alla violazione contestata e deve essere comunicata al giocatore entro 7 giorni dal fatto che ne è all’origine, a pena di inefficacia.In caso di infortunio, ogni terapia e cura sarà decisa con il consenso dell’atleta, il quale potrà avvalersi di medici specialistici di propria fidu-cia. In tal caso, la società concorrerà al pagamento dei costi nella misu-ra massima concordata ed indicata nell’accordo individuale nello spazio a ciò riservato.L’obiettivo dell’accordo GIBA / LNP è quello di razionalizzare ed uniformare il trattamento dei giocatori che parte-cipano al nuovo cam-pionato voluto dal Presidente Me-neghin. Il messag-gio

p re c iso per i club è

che gli impegni economici assun-

ti vanno rispettati entro le scadenze previste. Oltre alla garanzia della fideiussione da utilizzare a co-pertura dei debiti verso gli atle-ti, che è un inedito per i campio-nati dilettantistici, contribuisce in questo senso anche il nuovo rito arbitrale, più snello e rapido del

precedente. Il messaggio per i gioca-tori è altrettanto chiaro: in tempi di crisi, è preferibile moderare le prete-se economiche in cambio di maggiori tutele e garanzie. L’auspicio è ora che analoga disciplina possa essere intro-dotta anche nella pallacanestro fem-minile di livello.Soddisfatto il direttore generale della LNP, Pino Gonella, che af-ferma: “L’accordo quadro in esame ha avuto un iter formativo molto lun-go e faticoso. Dopo essere stato ap-provato il 29 aprile, ora dovrà subire un ulteriore passag-gio di regolamenta-zione generale. La chiave sarà cre-are le

c o n -dizioni af-

finchè tutte le società lo osservino

per rendelo efficace. Per questo c’è e ci sarà bisogno

di collaborazione da parte della FIP, che dovrà uniformare le sue re-gole a quanto è stato stabilito da LNP e GIBA. Se tutto andrà a buon fine, si chiarificheranno i rapporti, che di-venteranno certi, e tutti ne trarran-no beneficio. Al contrario, se non si creeranno le condizioni necessarie, ci sarà un appesantimento burocrati-co a cui tutti fin da ora cerchiamo di sfuggire. Stiamo lavorando affinchè si possa dare corpo a questo accordo attraverso una corretta applicazione normativa”.

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Page 18: Gibapress n. 12

L’Unione fa la forza

Cornice d’eccezione – le Final Four di Euroleague disputatesi a Bar-cellona il 6 ed il 7 maggio – per la recente Assemblea Generale dell’UBE (Union Basketteu-rs d’Europe), l’Unione Europea di Pallacanestro, presieduta da Giuseppe Cassì. Alla presenza dei rappresentanti delle maggiori associazioni di giocatori d’Europa - quella spagnola (ABP), quel-la italiana (GIBA), quella greca (PSAK), quella francese (SNB), quella israeliana (IBPA) e quella tedesca (SPIN) – si è tracciato un bilancio molto positivo dell’ope-rato dell’UBE che sta facendo prose-liti grazie anche al buon lavoro svolto per promuovere la costituzione di nuove associazioni di giocatori in di-versi Paesi. Ribadita l’importanza dell’apporto dell’Unione Europea (UE), il cui obiettivo nello sport è quello di promuovere il Dialogo Sociale inteso come rapporto tra le parti (Lavoratori e Datori di Lavori), favorendo gli scambi di idee e la de-terminazione di condizioni minime di lavoro condivise da tutti gli attori di questo progetto in divenire, allo scopo di creare leggi volte a regolare il lavoro degli sportivi professionisti nell’Unione Europea.

l’esempio belgaPositivo il ritorno in grande stile dell’associazione belga (BBA), già membro attivo dell’UBE dal 1996, ma un po’ inattiva negli ulti-mi anni. A Barcellona il neo presi-

dente Tomas Van der Spiegel, coadiuvato da Dimitri Laywers (Avellino) ed Axel Hervelle (Bil-bao-Spagna) ha comunicato i suc-cessi recentemente ottenuti, a partire dal riconoscimento della BBA come partner sociale della Lega Belga, mentre la neonata associa-zione giocatori della Lituania, in qualità di osservatrice, si è presen-tata all’assemblea per la prima volta, godendo già della stima e dell’inco-raggiamento dei colleghi europei. In altri Paesi (Finlandia, Cipro, Olanda, Russia, Svizzera) sono stati avviati contatti per favorire la nascita di nuove associazioni di gio-catori.

i temi principaliMolti i temi di cui si è dibattuto in Assemblea, a partire dall’appello dell’UBE al mondo del basket inter-nazionale perché unisca gli sforzi per il bene comune del movimento, alla conferma del sostegno del model-lo europeo di sport riportato nel “Libro bianco dell’Unione Eu-ropea” con particolare attenzione al mantenimento della sua strut-tura piramidale, alla protezione degli Home Grown Players, al rafforzamento delle competi-zioni per club nazionali, ricordan-do che senza squadre nazionali forti non esiste promozione e futuro per il basket, alla scarsa rappresentan-za dei giocatori nei processi di decisione del basket internazio-nale, con la conseguente necessità di

un ruolo isti-

t u z i o n a l e commisurato al proprio peso. È

stato ancora una volta evidenziata l’anoma-lia della richiesta avanzata dall’Eurolega a club e giocato-

ri che partecipano alla massima competizione europea per club, di sottoscrivere moduli contrattua-li standard in aggiunta a quelli già esistenti e predisposti senza il coin-volgimento della componente degli atleti. Il ricorso all’istituto europeo del Dialogo Sociale tra le parti rap-presentative di lavoratori e datori di lavoro nel basket professionistico po-trebbe rappresentare una soluzione corretta e coerente con la legislazione europea in tema di rapporti di lavoro.L’UBE si riunirà ancora con ogni probabilità in Lituania, in concomi-tanza con i Campionati Europei per Nazionali nel prossimo settembre.

Tra le novità dell’Assemblea Generale dell’UBE emerge la consapevolezza dei giocatori europei di essere rappresentati nei rispettivi Paesi

infoube

di Anne Marie Litt

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Page 19: Gibapress n. 12

The framework of an exception con-sists of the Euroleague’s Final Four which was contested in Barcel-lona between the 6th and 7th May, for the recent General Meeting of the UBE (Union Basketteurs d’Europe), the Union of European Basketball, chaired by Giuseppe Cassì. In the presence of the repre-sentatives of the major associations of European players – those coming from Spain (ABP), Italy (GIBA), Greece (PSAK), France (SNB), Israel (IBPA) and Germany (SPIN) – a very positive balance of UBE’s work of proselytising even owing to the good work performed to promote the setting up of new players’ associations in several Countries. Stress was made on the importance of the contribution made by the Eu-ropean Union (EU), whose aim in sports is to promote a Social Dialogue intended as a relationship among par-ties (Workers and Employers), encou-raging an exchange of ideas and the determination of minimum working conditions shared by all players of this developing project, for the purpose of creating laws intended to regulate the work of sports professionals within the European Union.

the belgian exampleIt is positive to look at the return in grand style of the Belgian asso-ciation (BBA), which had already been an active member of the UBE since 1996, but has been somewhat inactive in past years. At Barcellona

the new chairman Tomas Van der Spiegel, aided by Dimitri Lay-wers (Avellino) and Axel Hervel-le (Bilbao-Spain) has relayed all recently obtained successes, starting from the BBA’s recognition as a social partner of the Belgian Le-ague, while the newly born players’ association of Lithuania has pre-sented itself, as an observer, to the assembly for the first time, already enjoying the esteem and encourage-ment of its European colleagues. In other Countries (Finland, Cyprus, the Netherlands, Russia, Swit-zerland) contacts have been made in support of the birth of new players’ associations.

the main themesThe Assembly has discussed many themes, starting the UBE’s appeal to the international world of basketball that it might join its efforts for the common good of the movement, to a confirmation of support for the Eu-ropean sports model carried in the “European Union’s White Book” with particular attention to keeping its pyramidal structure, to the safeguarding of Home Grown Players, to the reinforcement of competitions for national clubs, recalling that without strong national teams there does not exist any promo-tion and future for basketball, to the meagre representation of pla-yers in the decision making pro-cesses of international basket-ball, with the consequential need for

a n institutional

role commen-surate with its weight. The ano-

maly has yet been witnessed for another time in the request made by the Euroleague to clubs and players participating

in the greatest European com-petitions for clubs, to sign standard contract forms in addition to already existing ones prepared without the in-volvement of the athletes’ component. Recourse to the European institute of Social Dialogue among the parties representing workers and employers in professional basketball could re-present a correct and coherent solu-tion with European legislation on the subject of work relations.The UBE will meet again most proba-bly in Lithuania, at the same time as the European Championships for Na-tional Teams next September.

Unity means strength Among the novelties of the UBE General Meeting there emerges the European players’ awareness of being represented in their Countries

infoube

by Anne Marie Litt

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Page 20: Gibapress n. 12

The “Fund for Guarantee and Solidarity for professional basketball players” was established in order to give the professional basketball players that are already enrolled members of teams in Series A and Legadue the terms foreseen in Article 7 of the Collec-tive Agreement. The Fund for Guarantee is fed from the Fund of Finished Relations and from the Professional Leagues by means of annual payments. The sum of payment to the Fund for Series A is euro 192.000 and that for Legadue is euro 120.000. The subsidy to which the donation is finalized is the Fund for Guarantee, and is available to the professional athletes to which regular cor-

responding contractual payments were not made, under contract with professional teams in Series A and Legadue that have been de-clared defaulting according to the federal laws in force, or to whom was revoked affiliation to the Italian Basketball Federation, or to who-ever was excluded from league play in Series A or Legadue, or has been declared bankrupt. The subsidy due to each athlete amounts to a monthly payment of the fixed contractual maximum of 3.000 euro a month for Series A players and for 2.400 euro for players in Legadue and can be paid for a period of three consecutive months. The amount of the expected subsidy is estab-lished by the administration of the Fund for

Guarantee:- in the case of a team excluded from the league, or declared defaulting, or declared bankrupt: on the basis of the compensa-tion resulting from the workers sport contract regularly deposited in accordance with the n.91 law of 1981.

- in other cases: on the basis of unresolved credit determined by the College of Perma-nent Conciliation and Arbitration. For further details and information, you are invited to consult the GIBA website.

Il “Fondo di Garanzia e Solida-rietà per giocatori professio-nisti di pallacanestro” è istituito con lo scopo di erogare ai giocatori professionisti di pallacanestro già tesserati per società di Serie A e Le-gadue maschile le prestazioni previ-ste nell’articolo 7 dell’Accordo Collet-tivo.

Il Fondo di Garanzia è alimentato dal Fondo di Fine Rapporto e dalle Leghe Professionistiche mediante versamenti annui. La do-tazione del Fondo per la Serie A è di €. 192.000, quella del Fondo di Lega-due è di €. 120.000.

Il sussidio, alla cui erogazione è fina-lizzato il Fondo di Garanzia, spetta

agli atleti professionisti ai quali non sia stato corrisposto regolarmente il compenso contrattuale fisso, ingag-giati da società professionistiche di Serie A e di Legadue che siano state dichiarate morose a norma delle vi-genti disposizioni federali, od a cui sia stata revocata l’affiliazione alla Federazione Italiana Pallacanestro, o che siano state escluse dal cam-pionato di Serie A o di Legadue, o che siano state dichiarate fallite.

Il sussidio spettante a ciascun atle-ta ammonta ad una mensilità del compenso fisso contrattuale con un massimale di euro 3.000 mensili per i giocatori di Serie A e di euro 2.400 mensili per i giocatori di Legadue, e può essere

erogato per un periodo massimo di tre mesi consecutivi.L’importo del sussidio spettante è accertato dagli organi amministrativi del Fondo di garanzia:- nel caso di società esclusa dal campionato, o dichiarata mo-rosa, o dichiarata fallita: sulla base del compenso risultante dal contratto di lavoro sportivo regolarmente depositato ai sensi della legge n. 91 del 1981;- negli altri casi: sulla base del credito, rimasto insoluto, accer-tato dal Collegio Permanente di Con-ciliazione e Arbitrato.

Fondo di garanzia e solidarietàper giocatori professionisti di pallacanestro (art. 7 dell’accordo collettivo)

Fund for guarantee and solidarity for professional basketball players(art. 7 of the collective agreement)

Translation by John Fultz

Infoube

giba.it

Tutti i dettagli su

l sito

For further details

20

Page 21: Gibapress n. 12

info FONDO

End CAREER PEnSIOn FOund FOR ALL BASkETBALL PROFESSIOnAL PLAyERS In ITALy

TO REMEMBER IF yOu WAnT TO GET yOuR MOnEy !

1. Keep your Codice Fiscale VAT Card (without you will not get your Money)2. Remember you have ONLY 5 (Five) YEARS to request your Money from the last italian Pro Championship.Later you loose the right to ask your Money.

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LE COSE dA RICORdARE PER ESSERE CERTIdI RITIRARE LA LIQuIdAZIOnE!

1. Tenere il tesserino del Codice Fiscale

2. Non fate passare 5 (cinque) anni da quando avete smesso di essere Professionisti in Italia. dopo il vostro Fondo cade in prescrizione.

!SeveranCe paY Settlement appliCation

liQuidaZioni fondo di fine rapporto

This SETTLEMENT APPLICATION should be sent before the end of February (following the last “Serie A” or “Legadue” championship played) to the FoNDo DI FINe rAPPorTo (eND oF SerVICe FuND) by reGISTereD mAIL WITH ADVICe oF DeLIVerY. The net sum due will be paid before the following 31st march. Please fill in the form below clearly, especially the part regarding bank details. The fund will accept no responsibility for mistakes made in the bank codes supplied by the player.IMPORTANT: This settlement application must be made within 5 years of the player terminating employment relations as otherwise the right to settlement will lapse (Art. 2948 Civil Code and Art. 22 end of Service Fund Statute)

LA DOMANDA DI LIQUIDAZIONE va inviata entro il mese di febbraio (successivo all’ultimo campionato disputato da professionista in serie A o Legadue) al FoNDo DI FINe rAPPorTo con rACComANDATA A/r. La somma netta spettante viene liquidata entro il 31 marzo successivo. Si richiede la massima chiarezza nella compilazione del modulo, soprattutto per la parte concernente i dati bancari. In caso di errori nei codici bancari forniti dal giocatore, il Fondo è esonerato da ogni responsabilità.ATTENZIONE: La richiesta di liquidazione deve pervenire entro 5 anni dalla cessazione del rapporto di lavoro professionistico a pena di prescrizione (Art. 2948 C. C. e Art. 22 Statuto Fondo di Fine rapporto)

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Page 22: Gibapress n. 12

dilettanti

Anno nuovo, campionato nuovo. Ci siamo. Non sappiamo se il successo sarà assicurato, ma il cambiamento tanto cercato e voluto dal movimento della pallacanestro conoscerà la sua prima fase operativa. Dalla stagione 2011-12 entrerà infatti in vigore il nuovo campionato di sviluppo, sulla cui denominazione ancora non ci sono opinioni concordanti, ma sulla cui efficacia in termini di mi-glioramento della situazione attuale il presidente federale Dino Meneghin non ha alcun dub-bio.

Grandi città e giovani“Come movimento – afferma infatti il numero uno del-la FIP – sono anni che ci mancano grandi città che godono dell’inte-resse dei media e che meritano una realtà cestistica di alto livello. Penso a Torino, Genova, Firenze, Bari e Cagliari, ma potrei citarne altre. Per diverse ragioni hanno fatica-to a portare avanti la pallacanestro di alto livello. Con l’introduzione di questo nuovo campionato, puntia-mo non solo a recuperare alcune di queste piazze più importanti, ma anche a dare la possibilità ai giovani più talentuosi di gioca-re e maturare in un contesto competitivo”. Una missio-ne condivisibile, specie se letta alla luce di un fenomeno che, pur-troppo, si è verificato spesso negli ultimi anni. “Aumentan-do il numero degli stranieri – com-

menta infatti Meneghin – molti gio-catori dei due campionati principali hanno preferito andare a giocare in A Dilettanti. Penso ad elementi di una certa età, che, con le loro scelte, han-no tolto spazio ai giovani emergenti.

E poi non dimentichiamo che per anni molte società hanno smesso di lavorare sui settori giovanili, inne-scando un meccanismo dalle conse-guenze negative che stiamo pagando oggi. Questo è il momento di in-vestire sui vivai, a partire dal mi-nibasket, facendo propaganda nelle scuole e cercando di ampliare il più

possibile il numero dei praticanti, affidandoci a tecnici di livello. Adesso è più importante co-struire un giovane giocatore

di qualità che ottenere una vittoria in una partita”.

composizione e parametriAnalizzate le motivazioni che hanno

portato alla realizzazione del pro-getto, vediamo ora come si artico-lerà il nuovo campionato di svi-luppo. Vi prenderanno parte 24 squadre, di cui 2 retrocesse dalla Legadue, 14 che erano inserite nella A Dilettanti, 4 promosse dalla B Dilet-tanti e 4 ammesse dal Con-siglio Federale attraverso

una wild card. Tutte le squadre par-tecipanti avranno l’obbligo di avere 3 giocatori Under 23 e 2 giocato-ri Under 21 nella prima stagione, passando a 3 Under 23 e 3 Under

21 dalla stagione successiva, con la possibilità di conteggiare nella

lista l’atleta fidelizzato, ov-vero quello che, in segui-

to ad un tesseramento Under o Senior della

durata di tre anni presso la stessa

società, rientre-rà comunque nella categoria Under, per-

rivoluZionein via di SviluppoDalla prossima stagione partirà il campionato che sostituiràla A Dilettanti e che avrà il compito di promuoveree far maturare i giovani

di Damiano Montanari

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Page 23: Gibapress n. 12

Organo Uff iciale delFondo di Fine Rapporto Professionisti PallacanestroVIA MEZZOFANTI N. 79 40137 BOLOGNA Tel. 051/623.80.82 Fax. 051/623.75.42Cell. [email protected]

Registrazione del Tribunale di Bologna n. 5323 in data 2/1/1986Distribuzione gratuita

Numero 12maggio/ giugno 2011

Direttore ResponsabileMaurizio Ragazzi

Direttore EditorialeDamiano Montanari

CollaboratoriGiorgio Burreddu , Anne Marie Litt

Progetto grafico e impaginazione Zonamista.it · Modena

Fotografie Ciamillo&Castoria

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Periodico bimestrale di notizie, informazioni e news dell’ASSoCiAzione GioCAToRi BASkeT e del Fondo di Fine CARRieRA

Periodico bimestrale di notizie, informazioni e news del Fondo di Fine Rapporto Professionisti Pallacanestro

dilettanti

mettendo, di fatto, alla società in que-stione di avere nel proprio roster un minimo di soli 5 Under. Altro requisi-to che dovranno avere le società sarà quello di assumere lo stato giuridico di società di capitale, di presen-tare una fideiussione di 70.000 euro e di rispettare l’accordo economico stabilito dalla Lega Nazionale Pallacanestro e dal-la GIBA. In più le società dovranno partecipare a 4 campionati giova-nili diversi di cui 2 di Eccellenza, la cui formula di svolgimento si dovrà stabilire insieme alla Lega Nazionale Pallacanestro.

Progettare con coscienzaCambiamenti sostanziali che chia-ramente non sono stati accolti con piena soddisfazione da tutte le parti. “Quando ci sono delle novità – com-menta Meneghin – non vanno mai bene a tutti. Credo che, in partico-lare nell’attuale contingenza econo-mica, sia necessario controllare sempre bene i conti, pensando di arrivare il più in alto possibile sen-za fare il passo più lungo della gamba. E’ meglio costruire i gio-

catori in casa, più che ingaggiarli da fuori, ma per fare questo, occorrono tempo e la collaborazione di tutte le parti, dai protagonisti in campo ai ti-fosi. Oggi è difficile reperire sponsor sul mercato e, allo stesso tempo, è difficile invogliare i tifosi ad andare al palazzo dello sport, se la squadra non vince, ma sono convinto che il nuovo campionato di sviluppo sarà un in-centivo per le società a fare meglio i propri conti, costruendosi piano pia-no il loro futuro. Ogni anno c’è uno yo yo di club che spariscono, perchè, dopo essere passati ad una lega supe-riore senza averne le possibilità eco-nomiche, poi non riescono a portare avanti l’attività. Da questo punto di vista dobbiamo darci una calmata”.

investire con lungimiranzaPer il bene di tutta la pallacanestro italiana, come sottolinea Pino Go-nella, direttore generale della LNP. “C’è un atteggiamento di gran-de responsabilità in merito al nuo-vo campionato di sviluppo – afferma – che non avrà conseguenze solo sulla Lega Nazionale Pallacanestro, ma su tutto il movimento, perchè un tor-

neo volto alla promozione e alla ma-turazione dei giovani, favorirà ogni componente del sistema dalla Nazionale a tutti i campionati. Sicuramente questo avverrà in segui-to ad un grosso sacrificio fatto per il bene di tutti e con la collaborazione di tutti. Il settore professionistico dovrà infatti mettere a disposizione i suoi giovani senza volerli commercia-lizzare, perchè altrimenti parleremo di onere e non di sviluppo. E’ diffici-le che ogni società abbia 5 Under di alto livello per cui è probabile che si possa creare un mercato che non an-drà a favorire la riduzione delle spe-se. Per questo dico che c’è bisogno di lungimiranza e che le socie-tà professionistiche mettano i loro giovani a disposizione dei club del campionato di svilup-po, considerando quelle operazioni come un investimento. Ne stiamo parlando con la Lega di Serie A ed ab-biamo avuto un confronto sull’atleta non eleggibile. Confidiamo nel dialo-go ed in una soluzione positiva della questione”.

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