GCS News Dicembre 2011

12
1 SOMMARIO: Meditazione: Natale del Signore 2 Attualità: Monti e il governo tecnico 3 Speciale: Natale origini e tradizioni 4 Gesù e il suo tempo: La nascita 6 Impresso nel cuore: La sacca di Davide 8 Notizie dal mondo evangelico 9 Campagna Evangelistica Risveglia Italia 10 Riunione delle donne: I due monti 11 Confetti 11 Libri del mese 12 DICEMBRE 2011 NUMERO 7 ; ANNO 2 Mensile di informazione Notiziario gratuito ad uso interno Isaia 9:5 Poiché un bambino ci è nato, un figlio ci è stato dato. Sulle sue spalle riposerà l'impero, e sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace.

description

GCS News Dicembre 2011

Transcript of GCS News Dicembre 2011

Page 1: GCS News Dicembre 2011

1

SOMMARIO: Meditazione: Natale del Signore 2

Attualità: Monti e il governo tecnico 3

Speciale: Natale origini e tradizioni 4

Gesù e il suo tempo: La nascita 6

Impresso nel cuore: La sacca di Davide 8

Notizie dal mondo evangelico 9

Campagna Evangelistica Risveglia Italia 10

Riunione delle donne: I due monti 11

Confetti 11

Libri del mese 12

D I C E M B R E 2 0 1 1

N U M E R O 7 ; A N N O 2

Mensile di informazione Notiziario gratuito ad uso interno

Isaia 9:5 Poiché un bambino ci è nato, un figlio ci è stato dato. Sulle sue spalle riposerà l'impero, e sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace.

Page 2: GCS News Dicembre 2011

2

Nella raccolta dei sermoni agostiniani, ben 15, tra quelli sicuramente autentici, sono dedicati alla solennità del Natale del Signore (sono i Discorsi 184-196 e 369-370). Riportiamo qui alcuni brani dal discorso che apre la serie. Fu pronunciato un 25 Dicembre tra il 391 e il 396.

DISCORSO 184

Natale del Signore 1.1 È spuntato per noi un giorno di festa, una ricorrenza annuale; oggi è il Natale del Signore e Salvatore nostro Gesù Cristo: la Verità è sorta dalla terra (Sal 85, 12). Esultiamo e rallegriamoci! (Sal 118, 24). Quanto benefi-cio ci abbia apportato l’umiltà di un Dio tan-to sublime lo comprendono bene i fedeli cristiani, mentre non lo possono capire i cuori empi, perché Dio ha nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le ha rivelate ai piccoli (Mt 11, 25). Si aggrappino perciò gli umili all’umiltà di Dio, perché con questo aiuto tanto valido riescano a raggiungere le altezze di Dio; nella stessa maniera in cui, quando non ce la fanno da soli, si fanno aiu-tare dal loro giumento. I sapienti e gli intelli-genti invece, mentre si sforzano di indagare sulla grandezza di Dio, non credono alle co-se umili; e così trascurando queste non arri-vano neanche a quella. Vuoti e frivoli, gonfi d’orgoglio, sono come sospesi tra cielo e terra in mezzo al turbinio del vento. Sono sì

DISCORSO 184 - Natale del Signore

sapienti e intelligenti, ma secondo questo mondo, non secondo colui che ha creato il mondo. Se possedessero la vera sapienza, quella che è da Dio, anzi che è Dio stesso, comprenderebbero che Dio è venuto a noi nella natura di uomo, senza essersi per nulla allontanato dal Padre; che è rimasto ciò che è da sempre e si è presentato a noi nella nostra propria natura; che ha nascosto la sua potenza in un corpo di bambino senza sottrarla al governo dell’universo [...].

2.2 Celebriamo pertanto il Natale del Si-gnore con una numerosa partecipazione e un’adeguata solennità. Esultino gli uomini, esultino le donne: Cristo è nato uomo, è na-to da una donna; ambedue i sessi sono stati da lui onorati. Si trasformi nel secondo uo-mo chi nel primo era stato precedentemen-te condannato (cfr. 1 Cor 15, 49). È nato Cri-sto senza colpa perché in lui possa rinascere chi era nella colpa. Esultate, giovani consa-crati, che avete scelto di seguire Cristo in modo particolare […]. Esultate, giusti: è il Natale di colui che giustifica. Esultate, deboli e malati: è il Natale del Salvatore. Esultate, prigionieri: è il Natale del Redentore. Esulta-te, schiavi: è il Natale del Signore. Esultate, liberi: è il Natale del Liberatore. Esultate, voi tutti cristiani: è il Natale di Cristo.

Agostino di Ippona

MEDITAZIONE DEL MESE

CREAZIONi Di nunzia zappala’

Realizza su richiesta soggetti di ogni tipo in pasta di mais, e in feltro.

Per info contattare Nunzia Cantarella 3493456531

Page 3: GCS News Dicembre 2011

3

Monti e il governo tecnico

Ultimamente le notizie riportate dai quoti-diani, radio e mass media non fanno altro che disquisire circa l’imminente piano ope-rativo e organizzativo che vede l’Italia prota-gonista di una grave crisi economica, politica e sociale. Si è instaurato un "governo tecni-co", in alternativa all’attuale governo guidato da Berlusconi con a capo il nuovo presiden-te del Consiglio, Mario Monti, il quale ha illu-strato in questi giorni la ricetta perfetta per fronteggiare la crisi italiana. Ma cosa si inten-de per governo “tecnico” e quali sono le sue funzioni? Di solito vi si fa ricorso in momen-ti di emergenza e ha una funzione transito-ria; è formato da "tecnici", ovvero da esperti e funzionari non eletti in Parlamento co-munque scelti al di fuori della politica attiva. Le principali riforme del nuovo governo in-teressano le pensioni, il fisco e il mercato del lavoro, ma niente di nuovo sotto il sole! Per le prime si richiede l’innalzamento dell’età delle donne nel settore privato, per quanto riguarda il fisco, si prevede un’ au-mento dell’Iva e la rinascita dell’Ici e, dulcis in fundo, una sforbiciata alle pensioni di depu-tati e senatori e al sistema di calcolo degli assegni vitalizi, così chiamate le cosiddette pensioni maturate dai parlamentari al termi-ne del loro mandato. E come se non bastas-se, le banche hanno bloccato finanziamenti e

mutui alle famiglie venendo meno anche il sostegno alle piccole e medie imprese. In-tanto le famiglie, i giovani, gli imprenditori ad un passo dal baratro e indebitati fino al col-lo, si chiedono cosa ne sarà dei loro rispar-mi, dei sacrifici di una vita. La gente comune vive di timore e tremore, disillusa, attonita, muta, svuotata di ogni speranza. E noi Chie-sa come stiamo reagendo di fronte a tutto questo caos? Sta venendo meno forse la no-stra fede? La Bibbia ci dice che negli ultimi tempi ver-ranno tempi duri per i cristiani, la giustizia e la politica saranno sempre più corrotte, il clima impazzito, i valori cristiani saranno soppiantati dai valori umani, ritenuti moder-ni e accettati alla comunità nazionale, l’uo-mo cercherà di soddisfare tutti i piaceri del-la carne, la depravazione e la perversione saranno sotto gli occhi di tutti, gli uomini saranno insensibili, sleali, calunniatori, intem-peranti, spietati, senza amore per il bene, traditori, temerari, orgogliosi, amanti dei pia-ceri invece che amanti di Dio, aventi l'appa-renza della pietà, ma avendone rinnegato la potenza. Ma tutto questo non deve turbarci perché Cristo regna! Egli regna sovrano so-pra ogni ingiustizia, ogni questione politica, sopra ogni immoralità. Non lasciarti vincere dalla paura, dall’incredulità, dalla menzogna che il nemico vuole insinuare nella tua men-te in questi momenti malvagi. Sii solo saldo nella fede, forte e molto coraggioso perché il nemico cercherà in tutti i modi di annac-quare la tua fede, spingendoti a pensare che non c’è speranza, né futuro. Ma alzati e grida alla nazione che Cristo è vita e speranza di Gloria. La mia casa è fondata sulla Roccia che è Cristo Gesù, il Re dei Re, il Signore dei Signori. E la tua?

Sara Torrisi

ATTUALITA’

Page 4: GCS News Dicembre 2011

4

Origine della festa del 25 Dicembre Il Natale è la festività cristiana che celebra la nascita di Gesù. Il termine deriva dal latino “natalis” che significa “relativo alla nascita”. Si ritiene che la cele-brazione cristiana si sia sovrapposta alla precedente festività pagana del “Sol Invictus”, oppure a quella ebraica chiamata “Hannukkah”, tenuta anch’essa il 25 del mese di Kislev, il nostro Dicembre. E’ bene comunque conoscere l’origine e l’evoluzione di questa festa che, come detto sopra, nasce dalla fe-stività pagana del “Sol Invictus”. Questo culto del “Sol Invictus” ha origine in oriente, soprattutto in Egitto e in Siria. Le celebrazioni del rito della “nascita del sole” erano di una grande solennità, e prevedevano che i celebranti, ritiratisi in appositi santuari, ne uscissero a mezzanotte annunciando che la Vergine aveva partorito il Sole, raffigurato come un infante. In altre città d’Arabia e d’Egitto i pagani celebravano una festa dedicata al trionfo del-la luce sulle tenebre. Il culto acquisì importanza a Roma, per la prima volta, con l’imperatore Elioga-balo, che tentò di imporre il culto di “Elagabalus Sol Invictus”, il Dio solare della sua città natia, Emesa che si trovava in Siria. Fece anche costruire un tem-pio dedicato alla nuova divinità; ma con la sua mor-te violenta, questo culto cessò di essere coltivato a Roma. Nel 272 l’imperatore Aureliano sconfisse la sua principale nemica, la regina Zenobia, grazie all’aiuto della città di Emesa. L’imperatore stesso dichiarò di aver avuto la visione del dio Sole di Emesa, che interveniva per rincuorare le truppe in difficoltà, nel corso della battaglia decisiva. Quindi nel 274, Aureliano trasferì a Roma i sacerdoti del dio “Sol Invictus” e ufficializzò il culto solare, edifi-cando un tempio e creando un nuovo corpo di sa-cerdoti. Inoltre consacrò il tempio del “Sol Invic-tus”, il 25 Dicembre 274, in una festa chiamata “Dies Natalis Solis Invicti” (Giorno di nascita del Sole Invitto), dove indossò egli stesso una corona a forma di raggi. Questa solennità era celebrata nel momento dell’anno in cui la durata del giorno ini-ziava ad aumentare, dopo il solstizio d’inverno e cioè come la “rinascita del Sole”. Infatti, durante il solstizio (da sol “sole”, e sistere “stare fermo”) il sole sembrava fermarsi in cielo, fenomeno astrono-mico in cui l’astro raggiunge la massima distanza dalla terra e subito dopo, per un fenomeno di in-versione del proprio moto, la luce del giorno co-

Il Natale - origini e tradizioni

mincia ad aumentare. Tutto accade tra il 22 e il 24 Dicembre. Nel tempo questa festa acquisì sempre maggiore importanza. Anche l’imperatore Costanti-no era un cultore del Dio Sole, fino a coniare le monete con l’iscrizione “Al compagno Sole Invitto” definendo quindi il dio come un compagno dell’im-peratore. Dopo aver abbracciato la fede cristiana, nel 330 l’imperatore ufficializzò per la prima volta il festeggiamento cristiano della natività di Gesù, che con un decreto fu fatta coincidere con la festività pagana del “Sol Invictus”. Il “Natale Invitto” divenne “Natale Cristiano”. Nel frattempo il culto del “Sol Invictus” rimase in auge fino all’editto di Tessaloni-ca dell’imperatore Teodosio nel 380, in cui si stabi-liva finalmente che l’unica religione di stato era il Cristianesimo.

Origini del presepe Il presepe (o presepio) è una rappresentazione del-la nascita di Gesù, derivata da tradizioni mediaevali. Il termine deriva dal latino praesaepe cioè greppia, mangiatoia, composto da prae (innanzi), e saepe (recinto), ovvero luogo che ha davanti un recinto. La tradizione, prevalentemente italiana, risale all’e-poca di San Francesco d’Assisi, che nel 1223 realiz-zò a Greccio la prima rappresentazione vivente del-la Natività. Il primo presepe scolpito, di cui si ha notizia, è quelli di Arnolfo Di Cambio tra il 1290 e il 1292. Ma l’iconografia del presepio ebbe un im-pulso nel Quattrocento grazie ad alcuni grandi maestri della pittura come il Botticelli che realizzò “L’adorazione dei Magi”. Nello stesso periodo an-che Luca e Andrea della Robbia si cimentarono con le loro terrecotte in scene della Natività. Ben pre-sto questo tipo di simbolismo fu ampiamente rece-pito a tutti i livelli, soprattutto all’interno delle fa-miglie, per le quali la rappresentazione della nascita di Gesù, con le statuine ed elementi tratti dall’am-biente naturale, diventò un rito irrinunciabile. Nel XV secolo si diffuse l’usanza di collocare nelle chie-se grandi statue permanenti. Uno dei più antichi, tuttora esistenti, è il presepe monumentale della Basilica di Santo Stefano a Bologna, che viene alle-stito ogni anno a Natale. Dal XVII secolo il presepe iniziò a diffondersi anche nelle case dei nobili sotto forma di “soprammobili” o di vere e proprie cap-pelle in miniatura anche grazie all’invito del papa durante il Concilio di Trento. Nel XVIII secolo, ad-dirittura, a Napoli si scatenò una vera e propria

SPECIALE

Page 5: GCS News Dicembre 2011

5

Il Natale - origini e tradizioni

competizione fra famiglie su chi possedeva il prese-pe più bello e sfarzoso: i nobili impegnavano per la loro realizzazione intere camere dei loro apparta-menti, ricoprendo le statue di capi finissimi di tes-suti pregiati e scintillanti gioielli autentici. Con i se-coli successivi il presepe occupò anche gli apparta-menti dei borghesi e del popolino, ovviamente in maniera più appariscente, resistendo fino ai giorni nostri.

Origini dell’Albero di Natale L’Albero di Natale, come ben sappiamo, è di solito un abete ( o una conifera sempreverde), addobbato con oggetti colorati, luci, festoni, dolciumi e piccoli regali impacchettati. L’immagine dell’albero, come simbolo del rinnovarsi della vita, è un tradizionale tema pagano e probabilmente in seguito, assimilato dal Cristianesimo. L’abete, essendo conifera sem-preverde, richiama il perpetuarsi della vita anche in inverno. Presso molti popoli, in particolare gli In-doeuropei, l’Albero Cosmico rappresenta la rap-presentazione divina del cosmo. Ne sono esempi “l’Albero cosmico indiano” che raffigura Brahman ( dio indiano ) o lo Yggdrasil germanico un altro tipo di albero che rappresenta un dio germanico. La derivazione dell’uso moderno da queste tradizioni, tuttavia, non è stato provato con certezza anche se sembra sia nata a Tallinn, in Estonia nel 1441, quan-do fu eretto un grande abete nella piazza del muni-cipio, attorno al quale giovani scapoli uomini e don-ne ballavano insieme alla ricerca dell’anima gemella. Ingeborg Weber-Keller, professore di etnologia, ha identificato una cronaca di Brema del 1570, secon-do cui un albero veniva decorato con mele, noci, datteri e fiori di carta. La città di Riga è fra quelle che si proclamano sedi del primo albero di Natale della storia (vi si trova una targa scritta in otto lin-gue, secondo cui il "primo albero di capodanno" fu addobbato nella città nel 1510). Il teologo luterano Oscar Cullmann sostiene che l'albero di Natale ac-coglie, certamente, i miti dell'albero come il rinno-varsi della vita, ma direttamente esso trae la sua origine dagli alberi innalzati, e ornati di frutti e altri simboli cristiani, davanti alle cattedrali: durante queste cerimonie, quasi liturgiche, si metteva in scena episodi biblici, come il Genesiaco, racconto dell'antro della vita. Precedentemente a questa pri-ma apparizione "ufficiale" dell'albero di natale si può però trovare anche un gioco religioso medioevale

celebrato proprio in Germania il 24 dicembre, il "gioco di Adamo e di Eva, in cui venivano riempite le piazze e le chiese di alberi di frutta e simboli dell'abbondanza per ricreare l'immagine del Paradi-so. Successivamente gli alberi da frutto vennero sostituiti da abeti poiché questi ultimi avevano una profonda valenza "magica" per il popolo. Avevano specialmente il dono di essere sempreverdi, dono che secondo la tradizione gli venne dato proprio dallo stesso Gesù come ringraziamento per averlo protetto mentre era inseguito da nemici. L'usanza entrò nelle case nel XVII secolo ed agli inizi del se-colo successivo era già pratica comune in tutte le città della Renania. L'uso di candele per addobbare i rami dell'albero è attestato già nel XVIII secolo. La tradizione dell'albero di Natale, così come molte altre tradizioni natalizie correlate, è sentita in mo-do particolare nell'Europa di lingua tedesca (si veda per esempio l'usanza dei mercatini di Natale), seb-bene sia ormai universalmente accettata anche nel mondo cattolico (che spesso lo affianca al tradizio-nale presepe). A riprova di questo sta anche la tra-dizione, introdotta durante il pontificato di Giovan-ni Paolo II, di allestire un grande albero di Natale nel luogo cuore del cattolicesimo mondiale, piazza San Pietro a Roma. D'altronde un'interpretazione allegorica fornita dai cattolici spiega l'uso di addob-bare l'albero come una celebrazione del legno in ricordo della Croce che ha redento il mondo cri-stiano. La similitudine tra albero sacro e Croce fu usata anche dai missionari cristiani tra l'VIII e X se-colo per convertire i popoli germanici in Europa centro-settentrionale. Nei primi anni del novecento gli alberi di Natale hanno conosciuto un momento di grande diffusione, diventando gradualmente quasi immancabili nelle case dei cittadini sia europei che nordamericani, e venendo a rappresentare il simbo-lo del Natale probabilmente più comune a livello planetario. Nel dopoguerra il fenomeno ha acquisi-to una dimensione commerciale e consumistica senza precedenti, che ha fatto dell'albero di Natale un potenziale status symbol e ha dato luogo, insieme alle tradizioni correlate, alla nascita di una vera e propria industria dell'addobbo natalizio.

Alessia Lavore

SPECIALE

Page 6: GCS News Dicembre 2011

6

La nascita del Salvatore: la natività secondo i Vangeli di Matteo e Luca

Il nostro calendario ha le sue date fisse a cui tutti siamo abituati perché sono ormai familiari, segnano momenti di vacanza e di riposo oppure sono legate a delle piccole tradizioni. La familiarità con queste ricorrenze rischia però di farci dimenticare che la nostra vita non avrebbe alcun senso se venisse pri-vata della sua dimensione spirituale, se non si apris-se alla luce ed alle iniziative di Dio, se non ci ricor-dassimo di fondare la nostra speranza in una pie-nezza di vita che Dio solo può concederci. Il Natale ci ricorda l'iniziativa più importante che Dio ha in-trapreso in nostro favore: farsi uomo e così dimo-strarci il suo amore.

Concordanze e differenze Dei quattro Vangeli canonici solo quello di Matteo e quello di Luca narrano la storia della nascita di Gesù nei capitoli iniziali. Nonostante i due testi sembrano riferire gli stessi eventi, in effetti conten-gono particolari molto diversi che a volte sembra-no contraddirsi. Il loro scopo però è palese ed è il medesimo: dimostrare che Gesù fu davvero il Mes-sia annunciato nelle profezie. Ad esempio entrambi gli scrittori affermano che Gesù nacque a Betlem-me ma lo fanno da due punti di vista diversi. Matteo puntualizza la nascita a Betlemme per sottolineare l'adempimento della profezia contenuta nel libro di Michea 5,2. Luca invece racconta di un censimento

che costrinse Giuseppe e Maria a recarsi a Betlem-me e mostra dunque che Dio si servì dei massimi poteri terreni per far sì che Gesù nascesse a Bet-lemme, in adempimento delle profezie contenute nelle Sacre Scritture. Entrambi i Vangeli ci raccon-tano il vero significato del Natale. Il centro della storia non è un bambino che ci commuove perchè nato al freddo di una stalla. Il vero significato del Natale è la rivelazione di Dio, che fattosi uomo, diventa fratello dell'umanità.

L'annunciazione L'Annunciazione è narrata con modalità differenti nel Vangelo di Matteo e nel Vangelo di Luca. In Matteo, Maria resta incinta per opera dello Spirito Santo, e un angelo appare in sogno a Giuseppe, per comunicargli di tenere con sé la moglie: "Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Ma-ria, tua sposa, perché quel che è generato in lei vie-ne dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati". Nel vangelo di Luca invece la pro-tagonista è Maria, alla quale un angelo annuncia che concepirà il Figlio di Dio: "Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine".

La nascita di Gesù

Luca inizia il racconto della nascita di Gesù con il censimento e il viaggio da Nazaret a Betlemme, senza però fornire i particolari del tragitto. Possia-mo immaginare però, che gli sposi viaggiassero di giorno e che durante la notte cercassero riparo nei villaggi che incontravano lungo la via. Arrivati a Bet-lemme Maria e Giuseppe non riuscirono a trovare alloggio nella locanda e quindi furono costretti a cercare un rifugio presso qualche casa privata, ma quella notte nessuno li ospitò. Per questo motivo dovettero cercare un rifugio di fortuna, un luogo riparato in cui poter trascorrere la notte al riparo dal freddo. Di questo riparo, una grotta o una stal-la, sappiamo solo che c'era una mangiatoia per il bestiame. Quella notte fu la straordinaria notte del-la nascita di Gesù. Maria lo partorì e poi lo avvolse in fasce e lo depose nella mangiatoia. Gesù nasce di notte in una stalla abbandonata. Traducendo in ter-mini spirituali potremmo dire che Gesù viene e

La nascita del Salvatore

GESU’ E IL SUO TEMPO

Page 7: GCS News Dicembre 2011

7

trova il buio nei nostri cuori, Gesù viene e trova in essi il gelo, Gesù viene e li trova vuoti, abbandonati e desolati. La situazione non troppo piacevole nella quale ci troviamo, diventa tuttavia l'occasione che permette a Dio di manifestarci quanto è disposto a fare per noi.

L'annuncio ai pastori

Mentre Gesù giaceva addormentato nella mangia-toia, nei dintorni di Betlemme alcuni pastori tra-scorrevano la notte badando ai loro greggi di peco-re. I pastori hanno un significato importante nella vita di Gesù. Ci ricordano che Gesù è discendente di Davide, il pastorello di Betlemme, ma sono an-che il simbolo dell'amore che Gesù ha mostrato nei confronti degli uomini, tanto che lui stesso si sareb-be poi definito "il Buon Pastore", per ricordare il legame di affetto e di fiducia reciproca che inter-corre tra il pastore e le sue pecorelle. Luca ci rife-risce che la notte della nascita di Gesù un angelo apparve a un gruppo di pastori di Betlemme annun-ciando loro la nascita di "un salvatore che è Cristo Signore". Subito dopo una miriade di Angeli appare nel cielo cantando i famosi versi del Gloria: "Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomi-ni che Egli ama". I pastori non ebbero dubbi sul messaggio che avevano ricevuto e credettero senza esitazione, dirigendosi verso il bambino per renger-gli omaggio. Durante la strada sparsero la voce del-lo straordinario avvenimento suscitando meraviglia in coloro che li ascoltavano, ma nulla più. Non era ancora venuto il momento per Gesù di rivelarsi al mondo.

La stella d'Oriente e l'adorazione dei Magi

Dal Vangelo di Matteo apprendiamo che al momen-to della nascita di Gesù <<alcuni magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: "Dov'è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella e siamo venuti per adorarlo">>. Non sap-piamo bene quale sia la stella che i magi seguirono ma certamente doveva trattarsi di un fenomeno portentoso, perchè la stella precedette i saggi e li condusse proprio al luogo dove Gesù si trovava. Le ipotesi sulla natura scientifica del fenomeno della stella sono molte. Qualcuno ha creduto che potes-se trattarsi della cometa di Halley, che però sareb-be stata visibile verso il 12 a.C. Un altro fenomeno possibile è l'aumento temporaneo della luminosità

La nascita del Salvatore

delle stelle in seguito ad esplosioni, ma il verificarsi di questi avvenimenti in genere lascia tracce consi-stenti nella storia, mentre invece non c'è alcun rife-rimento storico che parli di un evento simile. Una terza ipotesi, forse la più probabile, è quella relativa al fenomeno della congiunzione di due pianeti, Gio-ve e Saturno, che proprio negli anni intorno al 7 a.C avevano descritto orbite molto ravvicinate. Questa congiunzione, anche se non è propriamente una stella, crea un forte effetto di luminosità che Matteo non essendo un esperto di astronomia avrebbe descritto con il termine "stella".

I Magi furono condotti dalla stella a Betlemme. Era-no uomini saggi, probabilmente studiosi di astrolo-gia e di magia ed è certo che furono impressionati a tal punto dal fenomeno celeste che videro, da in-traprendere un lungo viaggio per andare ad incon-trare Gesù ed omaggiarlo. Dal vangelo di Matteo apprendiamo che arrivati da Gesù, si inginocchiaro-no e adorarono il bambino, offrendo dei doni che vale la pena analizzare. I Magi portarono oro, sim-bolo della sovranità terrena di Gesù e delle sue vir-tù. Portarono incenso, che simboleggia la sua natu-ra divina e rappresenta la preghiera, e mirra, un estratto da un cespuglio di Commiphora che veniva utilizzato per ungere i cadaveri, ed è il simbolo e il presagio della Passione di Cristo. Oro per il Re dei re, incenso per il Sacerdote dei sacerdoti, Mirra in onore del Suo sacrificio.

Il significato cristiano del Natale

Ecco ciò che la festa del Natale tenta di anno in anno di farci comprendere: la misericordia di un Dio che sa quante e quali tenebre oscurano le no-stre menti, e proprio per questo viene, per portar-ci la sua luce. Natale ci manifesta l'amore di un Dio che sa quanto i nostri cuori sono freddi e induriti dal gelo, ed allora viene a scaldarli con il fuoco del suo amore. Dio sa quanta solitudine, quanto abban-dono, quanta tristezza e desolazione pesano sui nostri cuori, e Lui viene ad offrirci la sua amicizia, il suo perdono, la sua gioia. Natale ci manifesta anco-ra la pazienza di un Dio che sa la nostra difficoltà a comprendere il suo amore, la nostra difficoltà a rispondergli di sì senza tentennamenti e senza ri-serve, ed allora viene, bambino, per crescere a po-co a poco insieme a noi.

Anna Maria Cantarella

GESU’ E IL SUO TEMPO

Page 8: GCS News Dicembre 2011

8

IMPRESSO NEL CUORE

La sacca di Davide. Predicazione di Massimo Ciancio.

Molti di noi conoscono molto bene, se non a memoria la storia di Davide e Golia e le simbologie che ruotano intorno a questi due personaggi della Bibbia. Ma c’è qual-cos’altro, qualcosa di infinitamente più pro-fondo che fa da cornice al racconto e che accompagna il coraggio e la fede di Davide. In 1 Samuele 17:40 si legge che Davide scen-de in un torrente e sceglie cinque pietre li-sce, le ripone in una sacca che aveva portato con sé e in seguito, con la sua fionda in ma-no, affronta il Filisteo. Davide non prende delle pietre a caso, o addirittura chiede a qualcuno di prenderle al posto suo. Ne sce-glie 5, né una in più, né una in meno! Sa inol-tre che per vincere il gigante, deve attingere al torrente, figura della presenza di Dio. Troppo spesso noi siamo così presi dai no-stri problemi, dai nostri giganti da dimentica-re che l’unico modo per affrontarli è sempli-cemente stare alla presenza di Dio. Quella semplice sacca, figura del nostro cuore, ap-parentemente così insignificante, quel giorno assicurò una grande vittoria a Davide e la sconfitta al suo avversario. Essa si conservò integra fino alla fine della sua missione, sen-za sgualcirsi. Così come Davide aveva una buona sacca, anche noi dobbiamo avere un

buon cuore, un cuore forte, capace di vince-re tutte le battaglie di ogni giorno, che non si stanca di lottare. Nel Vangelo di Marco al capitolo 4, Gesù racconta di un seminatore che durante il giorno semina il suo raccolto e poi di notte va a riposare. Il terreno su cui cade il seme è figura del nostro cuore, il se-me è la Parola. Qualche volta il cuore è co-me una strada asfaltata: duro, cupo, nero perché vi è amarezza, invidia, gelosia. Questo seme non porterà mai frutto! Altre volte il cuore è come un terreno roccioso, che non permette a Dio di essere lavorato e model-lato. Un cuore che benedice solo quando tutto va bene ma che di fronte alle prove e le difficoltà fugge. Questo seme non porterà mai frutto! Oppure come un terreno di spi-ne. Un terreno trascurato che viene lasciato incustodito, che vive dei piaceri della giorna-ta, che non si preoccupa minimamente di cambiare il suo modo di vedere e di agire alle circostanze, ai problemi, alle difficoltà. I cuori così spesso si chiedono perché le cose non cambino, o perché Dio tarda nelle ri-sposte. Spesso è proprio l’attitudine del no-stro cuore che non permette a Dio di lavo-rarci. Neanche questo seme porterà mai frutto! Ma il buon cuore è quello onesto! Il seme piantato qui porterà frutto! Gesù vuo-le seminare in terreni onesti. Esaminiamo dunque il nostro cuore e, come Davide scel-se di avvicinarsi al torrente così anche noi scegliamo oggi di stare con Dio. La crescita del seme in un cuore non è determinata da una bella predica, ma dalla qualità del terre-no che la riceve.

Federica Torrisi

Page 9: GCS News Dicembre 2011

9

NOTIZIE DAL MONDO EVANGELICO

Si è concluso sabato 26 novembre 2011 il Sabaoth Music Festival, arrivato ormai alla sua sesta edizione. Il Festival musicale orga-nizzato dal Ministero Sabaoth di Milano è ormai famoso in tutta Italia e ogni anno ve-de la partecipazione di tanti talentuosi ra-gazzi che amano la musica e soprattutto la lode e l'adorazione. L’obiettivo del Sabaoth Music Festival non è alimentare la competizione ma semplice-mente incoraggiare i musicisti e i cantanti a

dare il loro meglio offrendogli la possibilità di ricevere un premio che possa aiutarli nel loro ministero. I vincitori della sesta edizio-ne del Sabaoth Music Festival sono stati: Da-niel Wilson, al terzo posto con “Pensaci un po' su”, al secondo posto Matisse Cimini con “Ora sono qui”, al primo posto Nia (Paola Fumagalli) con “Tutto il tuo cuore”. I nostri complimenti vanno a Daniel, che con questo successo ha dimostrato ancora una volta di essere un ragazzo talentuoso, che sicuramente avrà modo di affermarsi nel pa-norama italiano della musica cristiana.

Anna Maria Cantarella

Spesso pensiamo alla lode e all'adorazione come qualcosa di bel-lo, ma non troppo im-portante; piacevole, ma non centrale nella vita cristiana e a volte

succede che consideriamo la lode e l'adorazione semplicemente come quei pochi momenti in cui possiamo cantare a Dio durante il culto della do-menica. Invece la lode a Dio, quando la compren-diamo bene, è uno degli elementi più importanti della vita cristiana, perché ci mette in comunicazio-ne diretta con il nostro Padre celeste, ci rende più attenti all'ascolto della Sua voce e ci dà l'opportuni-tà di sperimentare sempre di più la Sua presenza. La lode ci porta alla presenza di Dio e noi ne siamo consapevoli, per questo la serata di lode e adora-zione che si è tenuta mercoledì 7 dicembre è stata così edificante per tutti. Nel Salmo 22:3 è scrit-to:“Tu sei il Santo, che siedi circondato dalle lodi di Israele”. La lode è l'ambiente naturale di Dio, e quando Lo lodiamo, la Sua presenza è manifestata

tra di noi. Durante la serata di lode e adorazione “Alla Sua presenza”, abbiamo avuto anche il tempo per la meditazione. Insieme ad Emanuele Mazzarà, Peter Booy e Samuele Rapisarda, abbiamo potuto riflettere sull'importanza di cercare Dio, in ogni tempo e con tutte le nostre forze, sicuri che Lui si farà trovare da noi; sulla Sua benignità e sulla Sua bontà verso di noi, perché non c'è bisogno materia-le o spirituale al quale il nostro Dio non possa fare fronte; e infine sulla fedeltà di Dio, che con il suo amore ci protegge da ogni male e adempie fedel-mente le sue promesse. Possiamo stare saldi e sicu-ri, perché siamo circondati dal Suo amore e con questa consapevolezza possiamo affrontare senza timore tutte le sfide che la vita ci pone davanti. Ri-cerchiamo sempre di più la presenza di Dio e lodia-molo: “Quelli che cercano l'Eterno lo loderanno; il loro cuore vivrà in eterno”(Salmo 22:26).

Anna Maria Cantarella

Serata di lode e adorazione “Alla Sua presenza”

Page 10: GCS News Dicembre 2011

10

EVENTI DEL MESE

Campagna Evangelistica Risveglia Italia

Chi entrava al Palacannizzaro, nelle sere del 17-18 e 19 Novembre, si trovava davanti la scena di un palco allestito di tutto punto, stand di libri cristiani, servizio d’ordine im-peccabile e, come in un momento di deja-vu, si pensava alle precedenti campagne evange-listiche, che si sono succedute nella nostra città. Il nutrito gruppo musicale si preparava per l’inizio della lode e dell’adorazione. Aspettavamo con curiosità l’oratore della serata, di cui si era tanto parlato attraverso i media e la pubblicità, anche preceduto da una notevole fama. Nell’immaginario collet-tivo, forse, pensavamo di trovare davanti una persona con una certa immagine, e invece ci troviamo di fronte un uomo di Dio, di una certa età, umile, e con una potenza nel tra-smettere il messaggio, che ci ha lasciato im-pressionati. Ogni sera ha portato dei sermo-ni semplici, ma soprattutto efficaci perché ha predicato il vero Vangelo. Tutti i suoi messag-gi vertevano esclusivamente sulla figura di Cristo, sul perdono, sulla sofferenza umana, sui miracoli ottenuti attraverso momenti difficili. Non abbiamo ascoltato il vangelo del successo, del “vangelo a buon mercato”. Troppo spesso si sente dire che abbiamo la vittoria su tutto, e Carlos Annacondia ha in-vece sovvertito questa corrente ottimistica e durante il messaggio predicato il 18 sera

ha posto l’attenzione su una lettura della Parola, sul figlio della vedova di Nain. Qui viene descritta la scena di una donna che ha perso tutto, il marito e ora anche il figlio. Non gli restava nulla. E lei usciva dalla città accompagnata da un corteo di morte, per incontrare il corteo della vita guidato da Gesù. L’evangelista ha parlato a lungo della sofferenza, delle lacrime, dei momenti dolo-rosi che possono essere alleviati solo grazie a Gesù che “vide le lacrime di quella donna” e provò amore tanto da risuscitarle il figlio. E Lui non è indifferente alle sofferenze dell’uomo ed è l’unico che può darti quell’a-more e quel conforto che umanamente è difficile da trovare. Le altre due sere ha por-tato dei messaggi sulla parabola del figliol prodigo e sulla storia di Zaccheo sempre con un fine evangelistico; e le persone a fiu-mi si facevano avanti all’appello della salvez-za e dopo per i miracoli. La partecipazione all’evento è stata straordinaria, il Palacanniz-zaro, soprattutto l’ultima sera si è riempito a tal punto che le persone rimanevano in piedi. Anche le mattine, durante le sessioni che si tenevano nella nostra chiesa, ci sono state tante benedizioni; da sottolineare il se-minario portato dall’apostolo Filippo Wiles che ha lasciato a tutte le chiese un vero e proprio testamento spirituale. Cettina Lavore

Page 11: GCS News Dicembre 2011

11

Oratore: Anna Raciti

In questo ultimo periodo riceviamo con una certa costanza pessime notizie riguardanti le condizioni politiche, economiche e climati-che del nostro pianeta. Questo susseguirsi di eventi porta ad un senso di paura, insicu-rezza del futuro, dubbi e instabilità presenti. Purtroppo è proprio in questi casi che il non credente si ricorda dell’esistenza di Dio incolpandolo di gravi distrazioni e mancati interventi, non sapendo invece che abbiamo un Dio che ci ama e ci vorrebbe custodire se noi solo glielo permettessimo. Da cre-denti dovremmo proteggere i nostri pen-sieri da questi input negativi lasciandoci in-coraggiare dal versetto che troviamo in Gio-vanni cap. 1:12 : “A tutti coloro che l’hanno ricevuto Egli ha dato l’autorità di diventare figli di Dio”, figli che devono portare luce, amore, verità perché appartengono ad un regno diverso da questo mondo, affinché possano essere una testimonianza. Dobbia-mo vivere nel timore di Dio e sotto la guida del suo Santo Spirito stando continuamente attenti come delle sentinelle, pronte al com-battimento, sentendoci responsabili nei con-fronti degli altri. Non dobbiamo sottovaluta-re il nemico, ma allo stesso tempo non dob-biamo avere paura perché abbiamo ricevuto

da Dio l’ autorità per dominarlo. Nella vita di un credente ci sono due” monti” da con-siderare: il “monte” può rappresentare l’in-sieme dei problemi materiali e spirituali che come è scritto in Matteo 17:20 sarà solo la nostra fede a poterli spostare e niente ci sarà impossibile, ma può anche raffigurare il luogo dove appartarsi con Dio e godere del-la sua presenza in un rapporto sempre più intimo. In Mattero 5 Gesù ammaestrava i suoi discepoli sul monte insegnando loro quanto fosse importante umiliarsi davanti a Dio, svuotando se stessi, ammettendo di avere un profondo bisogno di Lui. Insegnò quanto fosse importante essere misericor-diosi, mansueti, affamati della sua parola, sin-ceri e onesti verso il prossimo. Su questa base riceveremo da Lui la forze di affrontare la persecuzione, la difficoltà e la distretta. Per questo abbiamo bisogno di salire su quel monte, dove troveremo la possibilità di es-sere ascoltati, trasformati e riempiti…diventando capaci di aiutarci gli uni e gli al-tri e annunciatori del Dio vivente, di Colui che può operare grandemente nella vita del-le persone.

Annarita Manzari Booy

Confetti

Annunciamo con gioia la nascita di Samuele Lavore, un bellissimo bambino di 3,020 chili nato nella serata del 21-11-2001. La chiesa "Gesù Cristo è il Signore" si congratula con i neo genitori Enrico e Valentina Lavore e gli augura tanti anni di felicità insieme al loro piccolino. E noi, come una vera famiglia, lo coccoleremo insieme a loro. Il Signore vi benedica.

Riunione delle Donne: I due monti

EVENTI DEL MESE

Page 12: GCS News Dicembre 2011

12

Programma mensile Impegni straordinari

Martedì Riunione di preghiera Ore 20:00

Giovedì 22 dicembre ore 19:00

Recital scuola domenicale

Sabato Riunione adolescenti (sospesa riprende il 14 gennaio) Riunione pre-teens (11-13 anni) Riunione giovani (18-30 anni)

Ore 18:00 Ore 19:00 Ore 20:00

Venerdì 6 gennaio ore 09:30

Full immersion per pastori e collaboratori

Domenica Culto Mattina Culto sera

Ore 10:00 Ore 18:00

Lunedì Scuola Biblica Corsi Biblici

Ore 19:30 Ore 20:00

Giovedì 22 dicembre ore 17:30

Festa degli anziani

Libreria

Grande Fede

Hickey Marilyn

Prezzo: €11,00 Prezzo speciale chiesa €5,00

Il risveglio della Bibbia Bowling Sarah

Prezzo: €11,00 Prezzo speciale chiesa €5,00

QUESTI E ALTRI TITOLI DISPONIBILI PRESSO LA LIBRERIA DELLA NOSTRA CHIESA A SOLI €5,00 Ritira la tua copia alla fine del culto domenicale

Il Gruppo della Gioia è lieto di invitare tutti i bambini all’evento “Natale è… “ che si terrà nei giorni 18/12/2011 alle ore 10.00 24/12/2011 alle ore 10.00 presso la Villa Bellini a Catania piazzale centrale 05/01/2012 alle ore 17.00 Presso la chiesa “Gesù Cristo è il Signore” Viale G. Lainò,2/A Vi aspettiamo Non mancare ti aspettiamo Siete invitati tutti… per informazioni contattare il 3474497773 o 3472192592