FOGLIE n. 07/2015

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N° 7 • 15 Aprile 2015 R “Oasi” la fiera dell’olivo: a Bari dal 24 al 26 aprile L’Atlante geografico del food made in Italy nel mondo Speciale Melicoltura: La coltura del melo in Trentino Alto Adige AGROALIMENTARE AGRICOLTURA Il vergognoso embargo francese su 102 specie vegetali pugliesi nuova tappa dell’affaire xylella WATERLOO AgRIcOLTuRA • AgROALImENTARE • TuRIsmO RuRALE Xylella fa la sua comparsa in Francia. Su una pianta di caffè arrivata dal Sudamerica attraverso l’Olanda La Xylella ha fatto la sua comparsa in Francia, dove il batterio è stato individuato vicino Parigi, nel mercato all’ingrosso di Rungis, su una pianta di caffè arrivata dal Sudamerica attraverso l’Olanda. A nulla vale, dunque, l’embargo di 102 specie vegetali imposto dai transalpini ai vivaisti del Salento.

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AGRICOLTURA AGROALIMENTARE TURISMO RURALE

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N° 7 • 15 Aprile 2015

R

“Oasi” la fiera dell’olivo: a Bari dal 24 al 26 aprileL’Atlante geografico del food made in Italy nel mondo

Speciale Melicoltura:La coltura del melo in Trentino Alto Adige

agroalimentare

agricoltura

Il vergognoso embargo francese su 102 specie vegetali pugliesi nuova tappa

dell’affaire xylella

WATERLOO

AgRIcOLTuRA • AgROALImENTARE • TuRIsmO RuRALE

Xylella fa la sua comparsa in Francia.Su una pianta di caffè arrivata dal Sudamericaattraverso l’Olanda La Xylella ha fatto la sua comparsa in Francia, dove il batterio è stato individuato vicino Parigi, nel mercato all’ingrosso di Rungis, su una pianta di caffè arrivata dal Sudamerica attraverso l’Olanda.A nulla vale, dunque, l’embargo di 102 specie vegetali imposto dai transalpini ai vivaisti del Salento.

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def: piano di promozione straordinaria per made in Italy agroalimentare

iano per la promozione stra-ordinaria del Made in Italy e attrazione degli investi-

menti in Italia nel Documento di Economia e Finanze entrato in Cdm. Previsto per febbraio 2016 il Piano per la promozione straordinaria del Made in Italy e l’attrazione degli in-vestimenti in Italia30. Per la sua re-alizzazione sono stati stanziati 260 milioni. Il Piano si prefigge i seguen-ti obiettivi:- Incrementare il volume dell’export, espandendo la presenza internazio-nale, in particolare nei Paesi in cui il potenziale è maggiore. Si punta ad incrementare i flussi di export di beni e servizi di circa 50 miliardi en-tro il triennio.- Aumentare il numero complessivo delle imprese esportatrici, trasfor-mando le aziende potenzialmente esportatrici in esportatrici abituali. Negli ultimi anni il numero medio di imprese che operano con l’estero si è aggirato intorno alle 200.000: nell’ambito di tale numero, si ritie-ne che potrebbe crescere di circa 20.000 unità il numero delle im-prese stabilmente esportatrici (tra le 70.000 circa che ne hanno le po-tenzialità). Cogliere le opportunità legate alla crescita della domanda globale e all’incremento della clas-se media nei mercati emergenti, sempre più orientata verso modelli di consumo più vicini al modello di specializzazione produttiva dell’ex-port italiano. Si stima una crescita della classe media mondiale di circa 800 milioni di persone nei prossimi 15 anni.- Accrescere la capacità di intercet-tare investimenti esteri; si punta

ad ottenere 20 miliardi di dollari di flussi aggiuntivi.Iniziative di supporto alle PMI- Potenziamento grandi eventi fieri-stici nazionali, per valorizzarne sia la funzione di vetrina del Made in Italy, sia l’efficacia nella finalizzazione di business. - Piano di promozione in collaborazione con le principali ca-tene distributive mondiali per soste-nere l’ingresso dei prodotti italiani senza brand internazionale - Comu-nicazione: Strategia d’attacco per i mercati prioritari con una campa-gna intensiva di sensibilizzazione e di advertising tramite i media tradi-zionali e quelli più innovativi (social network e blog) - Segno distintivo unico dell’agroalimentare italiano e altri interventi in occasione di Expo 2015 - Piano di valorizzazione delle produzioni di eccellenza- Attività promozionali ad ampio raggio, soprattutto in favore delle produzioni agricole ed agroalimen-tari, anche a tutela dei marchi e delle certificazioni di qualità ed origine.- Piano di comunicazione contro l’Italian Sounding in sinergia con i consorzi di tutela e le associazioni di produttori agroalimentari e vitivini-coli DOP ed IGP.- Roadshow per contribuire – in collaborazione con le associazioni imprenditoriali e le Camere di com-mercio – alla conoscenza degli stru-menti a sostegno dell’internazio-nalizzazione, anche predisponendo specifici percorsi formativi per sti-molare le capacità d’internazionaliz-zazione delle PMI.

P

editoriale

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Sommario

10 8 28

n°12 - 1 LugLIo 2014

19 Focus su pratiche d’assaggio Un corso di conoscenza dell’olio28 Le cantine di pugLia Viaggia in Puglia con #itipicidipuglia

22 Food made in itaLy Una risposta alla domanda mondiale23 Focus export L’atlante geografico del food made in Italy

12 La Francia bLocca Le piante pugLiesi Ue come Ponzio Pilato13 minaccia per L’economia pugLiese Dall’embargo francese14 ciheam: “batterio mai giunto Riceviamo e pubblichiamo15 anve con martina a Lecce Rafforzare la ricerca e l’unità del settore

agroalimentare

eXPo 2015

emergenza Xylella

16 accorpamento deLLa ForestaLe L’Intervento di Fara, Presidente dell’Eurispes La posizione di acLi terra Errore intervenire sul Corpo Forestale26 iL nuovo sito di FogLie Il mondo agricolo e rurale in primo piano

29 cinema, tv e arte arTVision al Festival del Cinema Europeo troFeo bonsai città di matera Festa della Natura

agricoltura

eventi

8 La coLtura deL meLo In Trentino Alto Adige

10 correndo tra i vigneti Sport e Valorizzazione del Territorio

20 discovery Food Valorizzazione prodotti agroalimentari21 sociaL and FrugaL innovation Oreegano

5 made in itaLy agroaLimentare Def: piano di promozione straordinaria

SPeciale melicoltura

SPort

Progetto foodingeditoriale

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i n questi giorni si ripeterà uno spettacolo che da decine di anni affascina migliaia di persone: la

fioritura dei meli in Trentino Alto Adi-ge. Migliaia di ettari si trasformano in un mare di delicati petali bianchi e rosati e nell’aria si spande un delicato profumo di rosa.La melicoltura in queste valli non ha solo aspetti poetici ed i dati produttivi lo confermano: 30.000 ettari coltiva-ti per una produzione che supera 1,5 milioni di tonnellate ogni anno. Circa il 70% della produzione di mele italia-ne e il 15% di quella EU. Un fatturato di oltre 900 milioni di euro.Produzione e turismo sono stretta-mente legati: qui si è veramente riu-sciti a creare una sinergia. Il turismo deve molto alla bellezza del territorio che attira in modo costante turisti da tutta Europa e l’agricoltura si avvan-taggia del flusso turistico perchè molti agricoltori hanno, come seconda fonte di reddito, piccole attività quali agri-turismo, piccoli ristori, vendita di pro-dotti tipici.La coltivazione del melo in Trentino Alto Adige ha tradizioni molto antiche, si è diffusa verso la fine del 1800 ma è solo a partire dal secondo dopoguerra che ha assunto un carattere professionale.Analizziamo più da vicino alcune caratteristiche della melicoltura. In-nanzi tutto la struttura delle aziende: la superficie media è di 2,5 ha (ma il 40% non raggiunge 1 ha). Se a questo aggiungiamo il fatto che il costo me-dio di un ettaro di terreno oscilla tra i 300 e 500.000 euro/ha, si comprende come l’attività non possa essere soste-nibile dal punto di vista economico. Questo ostacolo è stato superato qual-che decennio fa grazie alla creazione di cooperative di raccolta e conser-vazione delle mele che, a loro volta, si sono unite in poche cooperative di secondo grado che si occupano della commercializzazione delle mele e del-la promozione del marchio. In queste zone sono nati marchi conosciuti a livello internazionale quali Melinda,

8 www.foglie.tv

Marlene e Val Venosta.Molto del successo di questa struttu-ra organizzativa si deve alla lungimi-ranza dei politici locali che per anni hanno stimolato l’aggregazione delle strutture cooperative allo scopo di ot-timizzari i costi di gestione. A titolo di

esempio, la riduzione del numero del-le sale di lavorazione delle mele: sono state concentrate in alcune strutture che lavorano su più turni. Gli amministratori locali hanno poi creato due strutture di consulenza e ricerca: il Centro di Consulenza per

Specialemelicoltura

Uno sguardo dietro le quinte di una realtà produttiva famosa

La coltura del melo in trentino Alto Adigedi Markus Hahn

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la frutticoltura altoatesina, il Cen-tro di Sperimentazione di Laim-burg e la Fondazione Mach che, con decine di ricercatori e tecnici agrono-mi, effettuano ricerche sulla fisiologia del melo, monitoraggio delle malattie fungine e degli insetti dannosi for-nendo assistenza tecnica alle aziende agricole sia per la difesa che per la ge-stione agronomica.La melicoltura in queste zone ha rag-giunto livelli di specializzazione ele-vatissimi. Il melo è coltivato dai 200 ai 900 m di altitudine. Anche l’inno-vazione varietale è molto intensa. La varietà maggiormente coltivata è Gol-den Delicious, ma l’assetto varietale è abbastanza diversificato (grafico) e comprende anche alcune varietà cosidette “club” ossia varietà con un marchio (e gravate di royalties) per le quali esiste un’organizzazione che si occupa della commercializzazione e, con notevoli investimenti in termini di comunicazione, della promozione.In Trentino Alto Adige i livelli produt-tivi dei meleti hanno raggiunto punte massime di 700 quintali/ha con una media di circa 600 quintali (variabile in funzione della varietà e localizza-zione) e questo non a discapito della qualità: oltre il 90% viene venduto per il consumo fresco e solo il 10% è destinato alla lavorazione industriale per la produzione di succhi e concentrati.Fare il melicoltore in Trentino Alto Adige significa possedere non solo un elevato grado di specializzazione ma anche affrontare notevoli investimen-ti. Un nuovo impianto (tra materia-li, piante e manodopera) costa circa 40.000 euro/ha che possono salire a 60-70.000 euro/ha nel caso si preve-da un impianto antigrandine. Un me-leto ha una vita media di circa 15 anni. La manodopera è una delle voci più importanti: tra potatura, gestione a verde, difesa e raccolta sono necessa-rie almeno 700 ore/ha/anno di lavo-ro. Volendo fare un bilancio completo (considerando dunque tutte le voci, quali la remunerazione dell’agricolto-re, gli ammortamenti delle macchine, benefici fondiari, ecc) produrre un kg di mele costa circa 0,45 euro. La melicoltura non è certo rimasta im-mune dalla crisi economica e dei con-sumi che ha colpito tutta Europa. An-che qui gli effetti si sono fatti sentire.

Fino a qualche hanno fa la PLV copriva abbondantemente i costi di produzio-ne. Negli ultimi due anni il bilancio delle aziende si avvicina al pareggio tra costi e produzione lorda vendibile. Le cooperative e i politici locali sono impegnati per ridurre la frammenta-zione delle aziende (e quindi ridurre costi macchine), incentivare forme di contoterzismo e ottimizzare ulte-riormente i processi di filiera. Anche la collaborazione tra Trentino ed Alto

Adige (impensabile fino a qualche anno fa) sta crescendo, nella consape-volezza che per affrontare un mondo globalizzato solo l’unione fa la forza.Mi piace ricordare una frase pronun-ciata alcuni anni fa dal direttore del Centro di Consulenza per la frutti-coltura altoatesina, il dr.Walther Wal-dner. Quando un giornalista gli chiese quale fosse la ricetta per il successo del-la melicoltura altoatesina, il dr.Waldner rispose: “disciplina e cooperazione”.

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d omenica 19 Luglio 2015, con Partenza alle ore 19:00 da Piazza Roma in Adelfia

(BA), si terrà la 10ª Edizione della Gara Podistica a carattere Nazionale denominata “Correndo tra i Vigneti” , riservata agli Atleti Tesserati FIDAL, in regola con le disposizioni mediche agonistiche.Organizzata dall’Associazione Sporti-va “Atletica Adelfia” coordinata da An-tonio Torres, la manifestazione risulta essere l’unico evento in Italia, in am-bito sportivo, promosso e patrocinato dal Touring Club Italiano. Lo storico e prestigioso Ente Turistico ha ritenuto l’idea che i partecipanti corrano at-traverso i vigneti, come una lodevole occasione per promuovere il turismo nella cittadina barese dalla forte tra-

dizione agricola.Nata ed ideata per unire l’Uva alla Corsa, “Correndo tra i Vigneti” è infat-ti studiata per permettere una visibile ed efficace valorizzazione del territo-rio e soprattutto dell’Uva da Tavola e del suo indotto commerciale.Così da permettere ai tanti parteci-panti, che giungono da ogni angolo d’Italia, ed alle loro famiglie, di cono-scere la storia di Adelfia, unica nel suo genere, con le sue storie, le sue tradi-zioni, i suoi dialetti e far comprendere quanto lavoro c’è dietro ogni grappo-lo di uva, sapientemente curata dalle mani esperte degli agricoltori.Gli atleti partecipanti, lungo i 9,200 km del percorso, disegnato attraverso gli sterminati vigneti che circonda-no Adelfia, hanno modo di correre a

La Decima Edizione

correndo tra i Vigneti: sporte Valorizzazione del territorio

di Antonio Torres

pochi metri dalla lussureggiante Uva Regina e di poter rientrare a casa con il miglior souvenir che Adelfia possa offrire: uva e vino. Particolarmente curato anche il ristoro a base di pro-dotti tipici del territorio, per Atleti ed accompagnatori.Esclusivo il Trofeo per il Vincitore: una Scultura in Ferro Battuto a Mano, raffigurante una Vigna, la stessa ripro-posta sulle t-shirt ufficiali.

Sport

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12 www.foglie.tv

Xylella: Ue come Ponzio Pilato

La Francia blocca le piante pugliesi e la commissione fa spallucce

“i ncredibile che l’UE reagisca come ‘Ponzio Pilato’, facen-do ‘spallucce’ al provvedi-

mento con cui il Ministro dell’Agricol-tura francese ha decretato il divieto di importazione dalla Puglia di 102 varietà di piante, quando non ha an-cora disposto efficaci misure di raffor-zamento dei controlli alle frontiere e l’embargo avverso le aree da cui pro-viene il batterio che sta distruggendo gli ulivi salentini, come ad esempio il sud America e un doveroso periodo di quarantena delle piante provenienti da Paesi extra UE, al fine di bloccare il commercio di materiale vegetale infetto. Pertanto, dall’Olanda possono entrare piante infette, come quelle di caffè che sono state ritrovate nei vivai lombardi. Intanto, ha messo in qua-rantena da mesi vivai e olivicoltori pugliesi. Ora ci aspettiamo che l’Italia reagisca con altrettanto vigore e gran-de senso di responsabilità”. Incredulo il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, alla reazione dell’UE che di fatto ha giustificato la decisione francese di alzare la guardia e chiudere le frontiere. “L’origine e la traiettoria del batterio che sta distruggendo gli ulivi pugliesi – continua il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti - sono scien-

tificamente provati: è stato introdotto nel Salento dal Costa Rica attraverso le rotte commerciali di Rotterdam. Su-biamo un sistema di regole europee che facilita le importazioni di qualsi-asi bene, spesso anche senza le giuste garanzie per i consumatori, mentre

rende difficili, per assurdo, le esporta-zioni. L’aggravante è che i flussi com-merciali continuano e l’Ue ha posto l’embargo ai nostri vivai, ma non ha risolto il problema alla fonte, ovvero realizzando i centri di quarantena fi-tosanitaria all’ingresso dell’Europa”.

emergenzaXylella

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l’ embargo della Francia su 102 specie vegetali a ri-schio Xylella rappresenta

una minaccia reale per l’economia pu-gliese e, più in generale, per l’immagi-ne dell’agricoltura italiana. Lo afferma il presidente della Cia Dino Scanavino. Si tratta di una decisione presa unila-teralmente da uno Stato Membro al li-mite delle regole comunitarie -osser-va Scanavino- che rischia di innescare un pericoloso effetto domino che an-drebbe ad aggravare una situazione già di per sé difficile. Ecco perché -continua il presidente nazionale della Cia- ora più che mai bisogna tenere alta l’attenzione per evitare possibili reazioni a catena e ingiustificati allarmismi nei confronti delle spedizioni pugliesi di altri pro-dotti oltre alle piante già inserite nel provvedimento del ministro Le Foll. Anche perché l’export della Puglia verso la Francia di uva, agrumi, alberi da frutto, pomodori, piante aromati-che, frutta tropicale vale circa 40 mi-lioni di euro e rappresenta il 14% del totale nazionale. Se poi si aggiungono anche le colture agricole non perma-nenti (inclusi i cereali) e le piante vive, il valore supera i 60 milioni di euro. Un patrimonio agricolo strategico che non può essere messo a rischio e che deve essere difeso con forza nelle sedi opportune. È urgente quindi -sottolinea Scana-vino- che le istituzioni ora intrapren-dano tutte le iniziative nei confronti delle autorità francesi e comunitarie, per evitare di aggravare un’emergen-za sanitaria di proporzioni senza pre-cedenti. Inoltre, è altrettanto urgente l’adozione di misure di sostegno, in ambito nazionale ed europeo, per gli agricoltori che con sacrificio stanno rispettando gli impegni del Piano del commissario Silletti per contrastare il dilagare dell’emergenza e non com-promettere la sostenibilità economica delle loro aziende.

Il provvedimento del Ministro Le Foll vero attacco al made in Italy

Xylella: dall’embargo francese unaminaccia reale per l’economia pugliese

A essere in gioco -evidenzia il pre-sidente della Cia- è sia l’economia di un’intera regione che fa dell’agricoltu-ra e dell’olivicoltura la principale leva di sviluppo, sia il valore paesaggistico legato alla presenza di ulivi secolari di inestimabile valore ambientale. Ragionando in prospettiva, infine, deve essere messa in atto una stra-tegia comune che, attraverso un pro-getto di riforma degli strumenti di

prevenzione e gestione delle crisi, possa consentire agli agricoltori di minimizzare l’esposizione al rischio cui sono soggetti. Le crisi nel settore agroalimentare, siano esse sanitarie, climatiche o di natura commerciale -conclude Scanavino- sono diventa-te sempre più frequenti e diffuse e le conseguenze sono spesso drammati-che per l’economia di interi territori.

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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

cIHEAm: “batterio xylella fastidiosa mai giunto allo Iam Bari”

“i l batterio Xylella fastidio-sa subspecie pauca ceppo codiro -che sta infestando

gli ulivi ed altre specie vegetali del Salento- non è mai giunto all’Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari del CIHEAM. Con la presente comunicazione in-tendiamo dare, ai media e a tutti gli interessati, un’informazione chiara, precisa ed esaustiva in risposta alle notizie diffuse, in questi giorni, sulla non accertabilità della subspecie del batterio di Xylella fastidiosa oggetto di studio durante il corso COST 873, ospitato da questo Istituto nell’otto-bre del 2010. Ri-sulta inequivocabile, dai codici identificativi, propri degli isolati delle tre subspecie di Xylella fastidiosa utilizzate durante il corso in

emergenzaXylella

questione, che nessuno di essi appar-teneva alla subspecie pauca.Le tabelle che riportano i codici iden-tificativi degli isolati oggetto del corso sono, tra l’altro, consultabili sul sito del CIHEAM di Bari - www.iamb.it - nella sezione Emer-genza Xylella. A ciò si aggiunga che tali isolati pro-vengono tutti dagli Stati Uniti d’Ameri-ca dove la Xylella fastidiosa subspecie

pauca non è presente (come da lista ufficiale pubblicata sul sito dell’Autori-tà fitosanitaria statunitense: The 2012 Prioritized Offshore Pest List - APHIS).Precisiamo, inoltre, che l’unico ma-teriale biologico infetto utilizzato durante il corso ri-guardava espres-samente due piantine e quattro tralci di vite con il batterio Xylella fastidio-sa subspecie fastidiosa che colpisce la vite e non la subspecie pauca oggi presente in Salento.Le porte del CIHEAM restano sempre aperte per la verifica e l’approfondi-mento di qualsivoglia informazione relativa al caso, così come è già avve-nuto, più volte, sia nei confronti del Corpo Forestale dello Stato, delegato dalla Procura della Repubblica di Lec-ce, sia degli organi di stampa”.

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Rafforzare la ricerca e l’unità del settore di fronte a questa emergenza

Xylella fastidiosa: Anve con ilministro martina a Lecce

l ECCE - L’ANVE, Associa-zione Nazionale Vivaisti Esportatori, ha fatto parte

della delegazione che, insieme al mi-nistro Maurizio Martina, si è riunita l’8 aprile scorso presso l’Ufficio Pro-vinciale dell’Agricoltura di Lecce per affrontare il problema relativo all’e-mergenza Xylella fastidiosa.Il presidente ANVE Marco Cappellini e il vice presidente, Leonardo Capita-nio presente all’incontro con il Mini-stro, condividono le parole di Martina: «L’unico intervento possibile è quello espresso dal piano di emergenza. Io non mi sposterò di un millimetro dal programma del piano perché è la migliore risposta possibile a questa situazione inedita che ci troviamo a dover affrontare». Il Ministro ha fat-to chiarezza anche circa le polemiche sorte intorno all’eradicazione degli ulivi: «Inutile dividersi pretestuosa-mente fra gli amanti degli ulivi e i ne-mici degli ulivi. E’ la prima volta che una situazione simile si presenta non solo in Italia, ma nell’intero continen-te. Per questo, non ci sono risposte facili. Dobbiamo affidarci alla scienza e applicare alla lettera il piano, che è il frutto di un lungo studio da parte di numerosi esperti. A questo punto, possiamo pensarla diversamente ma almeno cerchiamo di remare dalla stessa parte».A rappresentare gli esperti all’incon-tro, la dottoressa Marina Barba, pre-sidente del Comitato tecnico – scien-tifico internazionale per la Xylella fastidiosa e membro del Comitato tecnico – scientifico di ANVE la quale è rimasta fino a tardi a rispondere alle domande e alle preoccupazioni dei presenti. Sia il commissario Giuseppe Silletti, sia il governatore Nichi Vendola, han-no ribadito l’importanza di lavorare uniti e senza creare psicosi, seguendo il piano nei suoi semplici step.Il Ministro Martina ha annunciato di

essere al lavoro per una deroga alla legge che consenta di utilizzare il fon-do di solidarietà nazionale per le ca-lamità naturali che al momento non contempla l’ipotesi dell’emergenza fitosanitaria, quale è l’infezione da Xylella. I tempi di realizzazione non sono chiari, ma Martina assicura una buona riuscita, con la promessa di tor-nare in Puglia il prossimo mese.A seguito di questo primo incontro istituzionale, ANVE ha partecipato ad un successivo incontro congiunto con altre organizzazioni vivaistiche anch’esse in prima linea per affron-

tare e risolvere la questione Xylella, quali: CIVI Italia – Centro interpro-fessionale per le attività vivaistiche, Associazione MIVA – Moltiplicatori Italiani Viticoli Associati, Associazio-ne Vivaisti Viticoli del Friuli Venezia Giulia, UNAPROA – Unione Naziona-le tra le Organizzazioni di Produttori Ortofrutticoli Agrumari e di Frutta da guscio oltre ad altri imprenditori in-teressati più che mai a comprendere le dinamiche previste per debellare il batterio e i danni produttivi e com-merciali che sta causando.

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“P roprio in questi giorni, si sono levate numerose e autorevoli voci contra-

rie all’accorpamento della Forestale alla Polizia: sono scesi in piazza sin-dacati, associazioni ambientaliste, parlamentari e cittadini per dire “no allo smembramento”:è la riprova di quanto la questione sia vicina anche alla sensibilità dell’opinione pubblica”: così il Presidente dell’Eu-rispes, istituto di studi politici, eco-nomici e sociali, Gian Maria Fara in una missiva indirizzata a “Foglie”. “ Ho quindi espresso preoccupazione e allarme circa la possibilità di far confluire il Corpo forestale dello Sta-to all’interno della Polizia di Stato, nella prospettiva di una razionaliz-zazione e riduzione dei costi – conti-nua Fara - ma ho anche indicato una soluzione possibile per ridurre i costi senza perdere competenze, identità ed esperienza. Abbiamo la sensazio-ne che le ipotesi allo studio possano essere il frutto di una visione miope ed esclusivamente contabile. Se prima di diffondere notizie, che hanno come risultato immediato quello di “desta-bilizzare” e di “mortificare” l’impegno degli operatori, si procedesse ad una seria analisi dei costi e dei benefi-ci di simili interventi, il Governo ne guadagnerebbe in autorevolezza e credibilità. Rinunciare all’organizzata presenza sul territorio e alla radicata esperienza del Corpo forestale dello Stato nella difesa dell’ambiente e delle produzioni agroalimentari, soprattut-to in questa fase storica, sarebbe un errore gravissimo che non porterebbe alcun vantaggio a nessuno degli atto-ri in campo e neppure alla collettività – dichiara Fara - Si dirà che l’accor-pamento non metterà in discussione l’attività del Corpo che potrà prose-guire in forme diverse all’interno di un contesto organizzativo più ampio; ma già quest’apparente semplificazio-ne contiene in sé numerosi elementi

di complicazione. Infatti, non è detto che la maggiore dimensione produca anche maggior qualità, così come l’e-sperienza ha mostrato a seguito degli accorpamenti effettuati all’interno del sistema previdenziale. E neppure sono certi i risparmi ove si consideri che la maggior parte della spesa è as-sorbita dai costi del personale che, di certo, non potrà essere dismesso.Infine, ultima ma non ultima, non va tralasciata la questione dell’identità e della cultura: peculiarità costruite at-traverso un percorso centenario che non possono essere svendute per ot-tenere risparmi che, per il momento, appaiono essere solo virtuali.Di contro, in considerazione del fatto che l’Italia esprime un modello di svi-luppo per il quale il comparto agro-alimentare-ambientale rappresenta un sicuro volàno di sviluppo econo-mico, sarebbe molto più proficuo

accorpare tutte le strutture che si occupano di ambiente, agricoltura e alimentazione: il Corpo foresta-le dello Stato, il Dipartimento dell’I-spettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari, i Corpi fore-stali regionali e provinciali delle Re-gioni e Province a statuto autonomo, le Polizie provinciali, le Direzioni dei parchi, insieme in un’unica struttura specializzata e culturalmente attrezzata con competenze specifiche nel settore: azione che consentirebbe di perseguire, nelle li-nee del Governo, notevoli risparmi.Ciò darebbe l’immagine – conclude Fara - di un Governo seriamente im-pegnato in una attività di riqualifica-zione delle politiche del territorio a difesa degli asset che tutti, in Italia e all’estero, considerano strategici per il nostro Paese».

agricoltura

L’Intervento di Fara, Presidente dell’Eurispes

“Accorpamento della Forestale alla Polizia, il governo potrebbe valutare una terza via”

“P er Acli Terra, la ri-forma della Pubblica Amministrazione, che

comporta necessariamente la rior-ganizzazione delle Forze di Polizia, non deve produrre esiti che disperdano l’autonomia operativa del Corpo Fo-restale dello Stato e, con essa, le professionalità e le competenze ecce-zionali maturate in anni di servizio alla tutela dei valori ambientali ed agro-alimentari del nostro Paese. «Al contrario - per Zannini, Presidente nazionale di Acli Terra - la riforma può servire a valorizzare, oltre che a riconoscere, esperienze in grado

di presidiare il patrimonio natura-le e l’intero territorio, sempre più esposti alla incuria dell’uomo e, non di meno, a quella delle Istituzioni.Un paesaggio come il nostro, un ter-

ritorio sempre più a rischio di rovine e smottamen-

ti, ha bisogno di essere custodito in maniera sapiente, riconoscendo che disponiamo di una ricchezza insostituibile,

in particolare per le bio-diversità che essa alimenta,

e che, contestualmente, il Corpo Forestale è impegnato quotidiana-mente nel contrasto delle azioni criminali che ripetutamente ne mi-nacciano l’integrità».

La posizione di Acli Terra

un errore grave interveniresull’autonomia del corpo Forestale

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Regolamento per la pubblicitá elettorale 2015su FogLIE e FogLIE.tV

La Società Editrice G.ED.A. SOC. COOP. comunica che, per le elezioni per il rinnovo del Consiglio Regionale e per le elezioni Comunali 2015, mette a disposizione spazi pubblicitari per la diffusione di messaggi politici elettora-li, in conformità delle norme dell’Agcom.Tali messaggi devono ripor-tare la dicitura “Messaggio Politico” o “Pubblicità/Mes-saggio elettorale” e indicare il soggetto politico commit-tente. Tutto ciò nell’ambito della legge che regolamenta la vendita degli spazi pubblici-tari per propaganda elettora-le e nel rispetto delle Delibere adottate dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni della Repubblica Italiana.In particolare:1) Gli spazi di propaganda sa-ranno offerti a tutti i partiti, a tutte le liste e a tutti i singoli can-didati che ne facciano richiesta;2) In caso di alleanze, ogni partito sarà considerato in modo autonomo;3) Le prenotazioni e la conse-gna del materiale sarà possi-bile in qualunque giorno fino ad una settimana prima della data delle elezioni;

4) Per prendere visione delle ta-riffe degli spazi sul quindicinale cartaceo “Foglie” e sul porta-le web televisivo “Foglie.Tv” e per richieste di informazioni e di pubblicazione di messag-gi di propaganda elettorale a pagamento è necessario con-tattare la redazione via email: [email protected] o via cell: 347.9040264. Per la pubblicità elettorale si applica l’aliquota IVA al 4%. I prezzi saranno fissi e non negoziabili. Non sono previ-sti né sconti, né diritti d’Agenzia.5) Sarà cura del committente fornire a G.ED.A SOC. COOP. materiale informativo attraver-so l’indirizzo email [email protected] o con consegna diretta

in tempo utile per la realiz-zazione e personalizzazione dello spazio acquistato6) Il committente si assume la responsabilità esclusiva (ci-vile e penale) di quanto affer-mato e dichiarato nello spa-zio autogestito sollevando la società editrice G.ED.A. SOC. COOP. da ogni responsabili-tà. Resta comunque la facol-tà discrezionale del responsa-bile di G.ED.A. SOC. COOP. di non pubblicare un messaggio propagandistico chiaramente e palesemente ritenuto diffama-torio e, quindi, contro legge.7) E’ vietata la pubblicazione e la trasmissione di qualsia-si messaggio elettorale nel giorno precedente (un minu-to dopo la mezzanotte) ed in quello stabilito per le votazio-ni. (esempio: se le votazioni sono previste per la domeni-ca, l’ultimo giorno di trasmis-sione sarà fino alla mezzanot-te del venerdì). 8) Il pagamento dovrà essere effettuato alla firma del con-tratto e in unica soluzione, a ricezione fattura. Il mancato adempimento del pagamen-to comporterà automatica-mente la mancata accettazio-ne della pubblicazione.

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u n corso per approcciare i consumatori all’analisi sensoriale dell’olio extra-

vergine d’oliva con relative pratiche d’assaggio. Si è tenuto lo scorso 28 marzo presso l’ACAAM a Monopoli, nell’ambito del concorso “Olio di fa-miglia” dedicato a olivicoltori dilet-tanti e hobbisti. L’iniziativa promossa da Mimmo Lavacca dell’associazione TerraSud e da CHEMISERVISE, si è rivelata un valido contributo all’ac-quisto sempre più consapevole del prodotto “olio”, il primo alimento per cui è stato fissato anche un metodo di valutazione e classificazione or-ganolettica: il panel test appunto. In premessa la relatrice dott.ssa Anna Neglia, ha spiegato che è impossibile ottenere un buon olio se la materia prima è scadente, quindi olive sur-mature e raccolte da terra, o peggio attaccate da patogeni come la mosca, “ogni difetto del frutto si trasmetterà inevitabilmente nell’olio”. Tra i fattori elencati che condizionano il prodotto finale ci sono l’area geografica, le con-dizioni climatiche, il grado di matura-zione, le teconologie di raccolta, tempi e luoghi di conservazione, tecniche di estrazione (continuo, semicontinuo, a presse), igiene e pulizia generale. Nel focalizzare l’attenzione sull’analisi sensoriale si è ribadito il necessario coinvolgimento di 3 sensi: l’olfatto, la vista e il gusto. “Si inizia con l’anali-si olfattiva ispirando profondamen-te con le due narici . Si percepiranno sentori più o meno intensi di erbaceo, aromatico e fruttato. Segue l’analisi visiva basata sulla valutazione della limpidezza, densità e colore. Un olio verde è indice di olive raccolte a inizio campagna”, ha ricordato Neglia. Fon-damentalmente un olio d’oliva di qua-lità, come l’extravergine, ha un pro-fumo gradevole e piacevole. “Quanto all’analisi sensoriale – ha aggiunto la relatrice – è un’arte piuttosto com-plessa che richiede conoscenze speci-fiche e tanto allenamento”. Si procede

Focus su pratiche d’assaggio

“dall’olivo alla tavola”: a monopoli un corsodi conoscenza dell’olio extravergine d’oliva

di Paola Dileo

assumendo una piccola quantità di olio in bocca, in genere un cucchiai-no. Lo concentriamo sulla lingua e in-spiriamo l’aria attraverso i denti per riscaldarlo, farlo roteare sull’intero palato per avvertire i retrogusti. Le prime percezioni saranno a seconda dei casi di amaro, dolce e piccante. Oc-corre definirne anche l’intensità. Con-temporaneamente si completa l’anali-si con altri sentori, taluni qualificabili come pregi altri come difetti. Tra i pri-mi troviamo: l’AMARO- caratteristico degli oli ottenuti da olive verdi (può essere più o meno gradevole in base all’intensità), il DOLCE – sapore gra-devole dell’olio , senza essere zucche-rino , in cui non dominano l’amaro, l’astringente o il piccante, ERBA – fla-vor caratteristico di alcuni oli che ri-cordano l’erba appena tagliata, FRUT-TATO – flavor che evoca il gusto della frutta sana , fresca e matura al punto giusto, FRUTTATO MATURO - di oli dal sapore dolciastro, MANDORLA-TO – di oli in cui domina il sapore tipo della mandorla fresca o della mandor-la secca e sana, MELA – flavor che ri-corda questo frutto, PICCANTE -sen-sazione pungente caratteristica degli oli ottenuti da olive verdi, CARCIOFO - di oli in cui prevale il carciofo verde e fresco, EQUILIBRATO E ARMONI-CO – quando le sensazioni gustative sono della stessa intensità (per es. tra

amaro e piccante). Tra i difetti invece ci sono: MUFFA – sentore tipico di oli-ve non sane per eccesiva permanenza nei depositi, RANCIDO – sapore di-sgustoso dovuto all’ossidazione , per calore o esposizione all’aria, MOSCA OLEARIA – olio che sa di marcio e pu-trido, TERRA – olio ottenuto da olive raccolte in terra, AVVINATO – oli che evocano il sapore del vino o dell’a-ceto dovuta alla fermentazione degli zuccheri, AGGRESSIVO - olio disar-monico con uno o più sentori ecces-sivamente dominati tali da coprire gli altri. Oggetto delle prove d’assaggio sono stati campioni di olio di origini diverse : il primo da mono cultivar co-ratina dell’aerea di Fasano che è risul-tato di un fruttato verde sebbene non molto intenso per l’annata particolar-mente piovosa, ma ugualmente armo-nico e gradevole; il secondo dell’area di Monopoli da cultivar Cima di Mola e Ogliarola che ha confermato quelle caratteristiche dolciastre sul fruttato maturo con sentori di mandorla e or-taggi, sempre equilibrato. Lo si è clas-sificato come un olio “pronto” perché particolarmente gradevole.. Si è infine aggiunto che un olio più è dolce più è avviato alla fine della sua vita biolo-gica, mentre il piccante è indice di un prodotto fresco, recente , ottenuto da olive verdi.

agroalimentare

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Da questo numero “Foglie” comincia a comunicare i progetti innovativi di impresa per la valo-rizzazione dei prodotti agro-alimentari nati all’interno del progetto Fooding (cofinanziato dal Programma Interreg Grecia-Italia 2007-2013) sicuri di dare giusta visibilità a queste nuove idee imprenditoriali.

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l a conferma di Europa e Stati Uniti, primo mercato extra-europeo. Il dinamismo del

Sudest asiatico che “traina” anche la Cina. Il mercato russo da recuperare, dopo la flessione (-6%) per l’embargo degli ultimi mesi. E la lotta a barrie-re non tariffarie e contraffazione, che ostacolano l’affermazione globale del nostro food and drink. L’importanza strategica dei 6 mesi di Expo è stata messa a fuoco nel corso della confe-renza stampa di presentazione del padiglione “CIBUSèITALIA”, tenutasi a Milano, in cui Federalimentare ha pre-sentato l’“Atlante geografico del food made in Italy nel mondo”.La fotografia degli ultimi 12 mesi dell’export agroalimentare italiano delinea le sfide più importanti per un settore che ha condiviso con il Gover-no un piano strategico per portare en-tro il 2020 il valore delle esportazioni a quota 50 miliardi. Expo 2015 rap-presenta un’occasione unica per pre-sentare i nostri prodotti e il modello alimentare italiano a milioni di visi-tatori e a migliaia di operatori com-merciali. Il padiglione di Federalimen-tare “Cibus è Italia” mette in mostra la rassegna più completa delle filiere alimentari italiane ad Expo, grazie a 500 aziende che racconteranno la tradizione del saper fare, le innova-zioni tecnologiche, la sostenibilità ed il futuro della produzione alimentare italiana.Oggi 1 miliardo e 200 mila persone nel mondo consumano prodotti agro-alimentari italiani, soprattutto vino, dolci, formaggi, pasta e ortaggi tra-sformati. Sono consumatori europei e nord-americani in primis, ma anche giapponesi, canadesi, russi, australia-ni, cinesi, coreani, turchi e via dicen-do. E se è vero che viene esportato solamente il 20,5% della produzione globale alimentare italiana (una per-centuale inferiore a quella di altri Paesi europei), va anche sottolineato che l’export italiano è mediamente

expo 2015

Una risposta alla domanda mondiale di food made in Italy

Expo: 1mld e 200 mila persone nel mondoconsumano prodotti agroalimentari Italiani

di qualità superiore e, conseguente-mente, ha valore e prezzo maggiore. Per esempio, la percentuale di export della Germania è del 33% sul totale prodotto, ma il valore aggiunto delle loro merci raggiunge appena gli 11 miliardi di euro di valore contro i 24 miliardi dell’export italiano.Per aumentare l’export italiano è ne-cessario fare sistema, imprese e Go-verno, ridurre la polverizzazione ed il nanismo delle imprese, sviluppare piattaforme distributive all’estero e contrastare barriere non tariffarie pretestuose e la contraffazione, come ha spiegato Luigi Scordamaglia, Pre-sidente di Federalimentare: “L’in-dustria alimentare italiana è la più grande creatrice al mondo di valore aggiunto nella trasformazione dei pro-dotti alimentari. Le enormi potenzia-lità per l’export stanno tutte in questo semplice principio, sta a noi saperle cogliere. Non possiamo accontentar-ci del +3,5% dell’export registrato nel 2014 e neanche del +5/6% previsto per l’anno in corso. Dobbiamo essere più ambiziosi sfruttando il fatto che per la prima volta l’intero sistema Paese (reti diplomatiche, organizzazioni di sup-porto all’export, ministeri competenti

etc) ha deciso di considerare l’aumento dell’export agroalimentare un obietti-vo strategico da perseguire”.La definizione di una alleanza vir-tuosa tra imprenditori, istituzioni e realtà fieristiche è stata sottolineata anche da Carlo Calenda, vice Mini-stro dello Sviluppo Economico che ha dichiarato: “Sono convinto che la creazione del padiglione Cibus è Ita-lia a EXPO2015 sia molto importante: l’Esposizione Universale di Milano è infatti un evento che non solo sarà il foro di discussione delle strategie ali-mentari globali, ma che dovrà anche dare un ulteriore slancio all’export del nostro settore agri- food, il miglio-re del mondo per qualità e varietà dei prodotti. Questa grande area esposi-tiva, predisposta da Federalimentare, darà ai visitatori la giusta prospettiva dell’industria alimentare italiana, del suo valore complessivo e delle sue spe-cificità, così come dell’unicità del ter-ritorio nazionale e dell’enorme assor-timento di eccellenze che viene dalla nostra tradizione.Cibus è Italia ben si affianca alle iniziative del governo nel quadro del nuovo Piano straordinario ‘Made in Italy’”.

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n el mondo c’è voglia di Made in Italy. Ogni anno 1,2 mi-liardi di persone compra-

no un prodotto agroalimentare italia-no e di questi ben 750 milioni sono consumatori fidelizzati. Nel 2014 la soglia dell’export agroalimentare italiano ha raggiunto i 34,3 miliardi di euro, con un tasso espansivo del +2,7% rispetto all’anno precedente. Ma quali sono i principali paesi di de-stinazione dei prodotti agroalimen-tari italiani? E quali sono i mercati in cui la domanda di Made in Italy si dimostra più dinamica? Quali sono i prodotti italiani più conosciuti ed esportati e quali gli ostacoli che frena-no un’ulteriore diffusione del food & beverage italiani nel mondo?L’Atlante Geografico del Food Made in Italy a cura di Federalimentare fotografa la diffusione dell’export agroalimentare nel mondo, i mercati più importanti e quelli che nell’ulti-mo anno hanno regiistrato le perfor-mance più rilevanti. E illustra le sfide strategiche che attendono le imprese italiane per raggiungere l’ambiziosa soglia di 50 miliardi di export entro la fine del decennio.

Focus Export

L’atlante geografico del food made in Italy nel mondo

2004-2014, DIECI ANNI DI EXPORT ALIMENTARE ITALIANO L’export alimentare viaggia a velocità doppia rispetto al Paese. Nel periodo compreso tra il 2004 e il 2014, l’indu-stria alimentare ha visto aumentare il valore del suo export del 83,8%. pra-ticamente il doppio rispetto al totale dell’export italiano, che nello stesso periodo è aumentato del 46,1%.Il peso delle esportazioni sul fattura-to dell’industria alimentare italiana è passato negli ultimi dieci anni dal 14% al 20,5%, e se nel 2004 esporta-vano all’estero 2 industrie su 10, oggi un’industria su due delle 54 mila produce anche per i mercati esteri. Ma se la fotografia degli ultimi dieci anni certifica una tendenza positiva e una maggiore capacità di penetra-zione dell’industria agroalimentare italiana nei principali mercati esteri, il nostro paese risulta ancora indie-tro rispetto ai principali competitors europei. Se, infatti, in Germania il peso dell’export agroalimentare ha raggiunto un terzo del totale (33%), l’Italia è ferma al 20%, preceduta anche da Francia (26%) e Spagna (22%). Tuttavia, malgrado la pro-

pensione all’export dell’industria ita-liana sia inferiore a quella tedesca, l’Italia, anche grazie ad un più alto posizionamento di prezzo dei nostri prodotti, produce più valore aggiun-to: 24 miliardi contro gli 11 della Germania. Tale indice, che include la somma delle remunerazioni che van-no ai lavoratori (salari e stipendi), agli imprenditori (utili), ai prestatori di capitale (interessi bancari e finanzia-ri), nonché allo Stato (imposte diret-te), fa capire quanto un settore sia im-portante e strategico per l’economia del Paese.DOVE ESPORTIAMO: GERMANIA E FRANCIA IN TESTA. MA GLI USA PREPARANO IL SORPASSOAnche nel 2014 il primo paese desti-natario dell’export agroalimentare italiano si è confermato la Germania malgrado una sostanziale stabilità ri-spetto all’anno precedente (+0,1%). Da sola essa assorbe il 16,1% del to-tale dell’export italiano. Seguono la Francia (11,6% e +2,9% rispetto al 2013) e gli Stati Uniti, primo merca-to extraeuropeo dove le esportazioni sono cresciute nell’ultimo anno del +6,4%, raggiungendo una quota del

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10,9% sul totale. Balzo in avanti an-che del Regno Unito, dove grazie al +7,6% dell’ultimo anno raggiunge il 9,5% sul totale. Cresce del +3,1% an-che l’export in Svizzera, che si ritaglia una quota del 3,9%. In totale questi cinque paesi assorbono una fetta pari al 52,0% dell’export alimentare italiano, mentre i paesi dell’Ue insie-me valgono il 62,2%. È fondamentale, inoltre, recuperare il mercato russo che, a causa delle sanzioni e degli em-barghi sui cibi europei, ha registrato nell’ultimo anno una flessione del -6%, arretrando il valore dell’export italiano, che nel 2013 aveva raggiunto i 527,8 milioni di euro, con un bril-lante +24,2% sull’anno precedente.

PAESI EMERGENTI: LA TOP 10 DEI NUOVI MERCATI PER IL MADE IN ITALY. BENE LA CINA (+9,9%)Rispetto al 2013 sono i paesi emer-genti e con le economie più dina-miche, soprattutto quelli orientali e dell’Est Europa, a produrre tassi di crescita maggiori delle esportazioni di prodotti Made in Italy. A guidare la top ten dei paesi che nell’ultimo anno hanno dimostrato maggior di-namismo c’è Taiwan, che registra un +25,0% di prodotti alimentari italiani in entrata. Seguono la Corea del Sud (+20,2%), Israele (+15,0%), Croazia (+14,6%), Singapore (+14,6%), Polo-nia (+13,3%) e Slovacchia (+13,0%). Tassi di diffusione a doppia cifra an-che in Brasile (+12,8%) e Olanda (+10,3%). Ma il dato più significati-vo degli ultimi 12 mesi riguarda la Cina, il cui gradimento del made in Italy alimentare ritorna a sfiorare la doppia cifra (+9,9%).

CHE COSA ESPORTIAMO: VINO, DOLCI, FORMAGGI, PASTA E ORTAG-GI TRASFORMATI SONO LE “STAR”L’80% dell’export italiano è rappre-sentato da marchi industriali di pre-stigio e da prodotti a denominazione protetta (DOP, IGP, ecc.). Tra le eccel-lenze del Made in Italy il comparto enologico, che rispetto al 2013 ha vi-sto un incremento delle esportazioni pari al +1,1%, si conferma al primo posto per volumi, con una fetta pari al 20,3% del totale e un valore di 5.523 miliardi di euro. Al secondo posto il dolciario, che, anche a fronte del

+5,7% registrato nell’ultimo anno, raggiunge un valore di 3.345 milioni di euro, pari al 12,3%. Trend positivo anche per latte e formaggi (+4,4% rispetto al 2013), che insieme rap-presentano il 9,2% di tutti i prodotti esportati, con una quota pari a 2.488 miliardi di euro. Segno più anche per la pasta, altra grande star del Made in Italy sempre più richiesta all’estero (+4,2% rispetto al 2013), che rappre-senta l’8,3% dell’export alimentare, per un valore pari a 2.261 miliardi di euro. Di poco inferiore (2.088 mi-liardi di euro) la quota riservata agli ortaggi trasformati, passata di po-modoro in testa, che pesa il 7,7% del totale export, registrando un incre-mento del +3,7% nell’ultimo anno.Tra gli altri prodotti, l’aumento più consistente in termini di valori espor-tati registrati nell’ultimo anno spetta ai mangimi (+23,0%) e alla bir-ra (+15,8%). Bene anche il pesce (+8,7%), il riso (+8,1%), il caffè (+7,6%), prosciutto, salumi e carni trasformate (+3,5%).

CONTRAFFAZIONE, BARRIERE NON TARIFFARIE, CANALI DISTRIBUTI-VI: ECCO LE SFIDE DA VINCERE L’impatto della contraffazione e dell’Italian Sounding, cioè l’imita-zione di un prodotto, di una denomi-nazione o di un marchio attraverso il richiamo alla sua presunta italianità che non trova fondamento nel pro-dotto stesso, è pari a 60 miliardi di euro, circa la metà del fatturato totale del prodotto dall’industria alimen-tare italiana (132 miliardi di euro)

e praticamente il doppio rispetto ai 34,3 miliardi di export. Il fenomeno dell’Italian Sounding è cresciuto del +180% negli ultimi dieci anni. Contraffazione e Italian Sounding sono diffusi ovunque nel mondo, a co-minciare dall’Europa, ma il picco è nel Nord America, dove il fenomeno ha un impatto per 27 miliardi di euro. In Usa, dove si registrano percentuali sconcertanti (sono imitazioni il 97% dei sughi per pasta, il 94% delle con-serve sott’olio e sotto aceto, il 76% dei pomodori in scatola, il 15% dei for-maggi), solo 1 prodotto alimentare su 8 di quelli venduti come Made in italy è realmente italiano. Ma non sono da sottovalutare anche le conse-guenze nella UE, dove contraffazione e imitazioni registrano un giro d’affari pari a 22 miliardi di euro. Sono molti i fattori che contribuisco-no a frenare il Made in Italy nel mon-do. Tra quelli esogeni, il più rilevante dopo l’italian sounding consiste nella presenza di barriere non tariffarie “pretestuose” in tanti mercati di sboc-co che ci ostacolano, rispetto ai no-stri competitor, nei nuovi mercati di più alto valore strategico. Ma pesano anche alcuni aspetti strutturali: dalla dimensione di molte imprese (troppo piccole per potersi permettere sforzi e investimenti per raggiungere mercati più lontani) all’assenza di piattaforme distributive italiane all’estero. Solo re-centemente il sistema Paese ha inten-sificato un’azione di sostegno e difesa dell’agroalimentare, potenziando le sue reti diplomatiche e centralizzando la regia di organismi e risorse.

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Il mondo agricolo e rurale sempre in primo piano

Al via il nuovo sito di Fogliedi Loredana Grassi

i l sito di Foglie cambia faccia, tan-te le conferme e tante le novità, ma sempre con lo sguardo teso

al mondo agricolo e rurale. Il restyling ha puntato sulla realizzazione di quat-tro nuove rubriche: Garden, C’era una volta, You camp e Pagine Verdi. Nell’area del Garden saranno inclu-se tutte le informazioni, le curiosi-tà, le novità, gli aneddoti e i consigli sul giardinaggio. Su come coltivare a casa, sul proprio balcone, terrazzo o giardino, frutta, verdura, fiori, piante aromatiche e tanto altro. Diventan-do, quindi, dei provetti coltivatori at home. Divertente sarà la sezione dedi-cata ai fiori, senza dimenticare i loro significati, per essere sempre sicuri di regalare il fiore giusto per la giusta occasione. Area che non dimenticherà la stagionalità, per avere piante, fiori e prodotti sempre in linea con lo scorre-re del tempo. La rubrica C’era una volta guarderà al passato, per non dimenticare la tra-dizione e tenere viva la memoria. Sarà corredata da materiali e foto d’archi-vio storico con lo sguardo volto ai co-muni agricoli e alle loro storie. Saran-no ricordati i vecchi attrezzi agricoli, i loro usi, i tempi e i modi di lavoro di una volta. Perché volgere lo sguardo al passato serve ad affrontare meglio il nostro futuro. La rubrica You Camp sarà invece, un filo diretto con le nostre campagne e le vostre attività. È il caso di dire: dal campo alla tv! È nata con l’intento di mostrare aneddoti, prodotti e raccon-tare le gioie, i dolori e le sfide che quo-tidianamente gli agricoltori affronta-no nelle loro aziende. Basterà inviare i propri video tramite Whatsapp e i più interessanti saranno pubblicati sul sito di foglie www.foglie.tv. La sezione Pagine Verdi raccoglie-rà le scheda aziendali e in alcuni casi anche un video company profile delle aziende partner di Foglie con l’obietti-vo di dare visibilità anche alle piccole e medie imprese che aderiranno all’i-niziativa. La gran parte delle aziende,

infatti, possiede oggi un sito web, ma veicolare la visualizzazione della pro-pria sul sito di Foglie, che ha 15.000 visualizzazioni mensili, significherà avere un’importante vetrina nel pa-norama agricolo e rurale.

Una nuova primavera quindi per il sito di Foglie che si prepara a vivere anco-ra tante stagioni con i suoi lettori ed i suoi internauti che saranno sempre aggiornati su tutte le notizie e gli even-ti legati al mondo agricolo e rurale.

agricoltura

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Più di una storia lega la pianta d’olivo alla nostra regione, alle campagne pugliesi, al paesaggio, alla nostra gente. L’ulivo è il nostro “focolare” collettivo, intorno a

cui si ritrovano intere comunità a scandire il tempo dell’esistenza, nel rispetto della natura e dell’alternanza delle stagioni.

L’ulivo, nel passaggio di testimone fra generazioni, è anche forziere di tradizioni che si sono fatte valori, ben oltre l’economia agricola.

Al nostro “albero della vita” Regione Puglia e Camera di Commercio di Bari con il contributo di Unioncamere Puglia, Fiera del Levante e CI.BI. consorzio Italiano per il biologico dedicano OASI - Salone dell’Olivo dell’Ambiente, della Salute e

dell’Innovazione, che si svolgerà alla Fiera del Levante dal 24 al 26 aprile.L’evento declinerà tutti i significati dell’ulivo, prodotto simbolo della nostra Terra.

Verranno promossi i suoi molteplici impieghi, dalla cucina alla cosmesi, dai più innovativi processi di produzione ai manufatti realizzati con la stessa pianta. E poi

laboratori, degustazioni in una grande manifestazione che intende coinvolgere tutti: produttori, consumatori, tecnici, opinion makers, bambini.

OASI, alla luce di quanto sta accadendo nella campagne di Puglia, con il dramma della Xylella, assume un significato speciale.

OASI si propone di diventare riferimento nazionale ed internazionale per giornalisti, opinion makers e operatori commerciali per conoscere l’olivo, l’olio

extravergine di oliva di qualità e tutto il suo grande mondo.

L’ulivo, il nostro albero della vitaOASI - Salone dell’Olivo, dell’Ambiente,

della Salute e dell’Innovazione

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i n contemporanea con lo scorso Vinitaly, I Tipici di Puglia (www.itipicidipuglia.it) hanno pubbli-

cato un elenco di cantine da scoprire con gusto. La Puglia presenta vini di qualità che rispettano i differenti ter-roir e valorizzano i numerosi vitigni autoctoni di una terra assai variegata da nord a sud.L’alto promontorio roccioso e verdeg-giante del Gargano ed i colli preap-penninici della Daunia rinfrescano l’estesa pianura del Tavoliere delle Puglie che nasce in Capitanata – Fog-gia – e termina con le alture di Castel del Monte e la Terra di Bari, partico-larmente importante è la mitigazione dovuta al mare Adriatico; in questo macroterritorio a farla da padrone sono il Bombino Bianco – per fini bollicine – il Bombino Nero – ottimi i rosati – ed il Nero di Troia – corposi ed eleganti rossi.Un importante promontorio su cui si alleva la vite è l’Altopiano delle Murge, collocato al confine con la Basilicata e su cui sorge anche Matera, roccia car-sica e macchia mediterranea si alter-nano a pascoli in altura, boschi e valla-te fertili; questa è terra di vini bianchi minerali e complessi e di rossi dav-vero eleganti, il Primitivo su tutti.La Valle d’Itria è il cuore di Puglia, congiunge le province di Bari, Brindi-si e Taranto e presenta un microclima davvero particolare dovuto alla conti-nua presenza di venti provenienti dai due mari Jonio e Adriatico, è terra vo-

cata ai bianchi –Verdeca, Bianco d’A-lessano e Fiano Minutolo.Le terre tarantine che dalla Murgia e dalla Valle d’Itria scendono fino al gol-fo di Taranto, sono rinomate per esse-re la Terra del Vino Primitivo, rosso corposo e di altissimo pregio.Il Salento è un triangolo che com-prende le province di Brindisi, Lecce e parte di quella di Taranto, è una peni-sola fertile in cui ha trovato massima espressione il Negroamaro, vitigno a bacca rossa da cui viene prodotto anche vino rosato – tra i migliori al mondo si dice – molto presenti anche

la Malvasia Nera e tra i vitigni a bacca bianca il Fiano e laVerdeca.Differenti Terroir si esaltano nel ca-lice. Cantine e Produttori raccon-tano la loro passione attraverso la degustazione. Sono questi i valori aggiunti dei vini Pugliesi, unici, da degustare e da scoprire anche attraverso il Viaggio. I Tipi-ci di Puglia (www.itipicidipuglia.it) promuove l’enogastronomia e l’artigianato della Puglia autentica e genuina, e consiglia esperienze per vivere la Puglia, a contatto con natura, cultura, enogastronomia..

Viaggia in Puglia e non solo con #itipicidipuglia

Le cantine di Puglia

agroalimentare

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c inema, TV e arte, mondi che si intrecciano, si guar-dano, si raccontano e si

reinterpretano in un infinito gioco di rimandi e scambi, spesso ambigui o confusi, che induce a riflettere su forme espressive difficili da definire. Le relazioni più o meno “pericolose” tra cinema e arti visive, tra arti con-temporanee e TV sono state al centro della giornata-evento “CINEMA, TV E ARTE: CONNESSIONI, NARRAZIO-NI, CROSSOVER – Linguaggi e nuo-vi format al servizio dell’arte con-temporanea” - organizzata al Cine-ma Multisala Massimo di Lecce dalla Regione Puglia – Area Politiche per la promozione del Territorio, dei Saperi e dei Talenti, con il supporto della Fondazione Apulia Film Com-mission, nell’ambito del Progetto di cooperazione europea “Artvision. A live art channel”. La cornice è stata quella del 16° Festival del Cinema Eu-ropeo che ben si addice all’idea guida di arTVision, comunicare l’arte attra-verso l’arte. Cuore dell’evento è stata la presentazione degli short movies,

realizzati nell’ambito del progetto da registi italiani, albanesi, croati, vene-ti, testimonianza del multiforme ap-proccio all’arte contemporanea che il cinema riesce a produrre attraverso le cifre personali ed originali dei suoi migliori protagonisti. In mattinata c’è stata la Tavola Rotonda “Cinema, tv e arte: connessioni, narrazioni, cros-sover”, moderata da Bruno Zambar-dino, docente di Economia dei media all’Università Sapienza di Roma. Sono intervenuti: Maurizio Sciarra, Presi-dente della Fondazione Apulia Film Commission; Rosalba Branà, Diret-trice della Fondazione Pino Pascali di Polignano a Mare; Silvano Manga-naro, Segretario generale e curatore della Fondazione VOLUME! di Roma; Massimo Torrigiani, coordinatore del comitato scientifico PAC di Mila-no, oltre che direttore del Polo delle arti contemporanee di Bari e direttore artistico di Capo d’Arte Gagliano del Capo; Guido Casali, Programming Manager Sky Arte HD; Iole Maria Giannattasio, MiBACT – Coordinato-re del Centro Studi –DG Cinema; Fa-

bio De Chirico, MiBACT, Dirigente Servizio 1 Arte e Architettura contem-poranee; Maria Teresa De Gregorio, Direttore del Dipartimento Cultura – Regione del Veneto; Felice Blasi, Pre-sidente Corecom Puglia; Francesco Palumbo, Direttore Aree Politiche e Promozione del territorio, dei Sape-ri e dei Talenti della Regione Puglia. Dalle 16 alle 18 sono stati proiettati i corti realizzati dai partner arTVision in Albania, Croazia e Veneto: “Dimen-sion”, di Mirela Oktrova e Edmond Topi; “Delta. An Affluence of Art”, di Marin Lukanović; “La parola, lo sguardo, il gesto. Ritratto di tre giova-ni artiste venete” di Chiara Andrich. In serata proiettati gli short movies gi-rati in Puglia, alla presenza dei registi Giuseppe Tandoi (“Odissea Dandy”), Alessandro Piva (“Contro natura”), Vito Palmieri (“Le pareti di vetro”), introdotti da Maurizio Sciarra, pre-sidente della Fondazione Apulia Film Commission. Prossimo step del pro-getto, che si chiuderà il 31 agosto, l’e-vento finale in Montenegro, previsto alla fine di maggio.

arTVision al 16° Festival del Cinema Europeo

cinema, tv e arte: un dialogo che si reinventa

Gli scorsi 11-12 aprile

Festa della natura col 4° trofeo Bonsai città di matera

n ei giorni 11 e 12 aprile, presso il Dichio garden center di Matera si è

svolta una mostra dedicata ai bon-sai. L’evento chiamato “4° Trofeo Bonsai Città di Matera” risulta es-sere tra i più interessanti del Sud Italia tanto da essere stato patro-cinato dalla rivista specializzata “Bonsai & Suiseki Magazine”, che si occupa in modo altamente qua-lificato della diffusione di queste antiche arti orientali e che gode di rinomata competenza per gli ap-passionati del bonsai.Il termine bonsai deriva dal giap-ponese BON (contenitore) e SAI (educare) che significa pianta educata in vaso, ma non solo la pianta è educata da esperti ed ap-

eventi

passionati, ma essa stessa educa all’osservazione, alla pazienza e alla propensione al bello.Tra i fautori dell’iniziativa che por-ta Matera alla ribalta nazionale, ol-tre al Gruppo Dichio, c’è il dr. Luca Bragazzi, agronomo e istruttore bonsai, membro IBS, vincitore di numerosi premi nazionali ed in-ternazionali con i suoi bonsai. Tra i massimi esperti italiani dei bon-sai, soprattutto sulla loro fisiologia e patologia, inoltre, è autore di nu-merose pubblicazioni scientifiche. A coadiuvarlo nell’iniziativa, un gruppo di appassionati che hanno portato dei meravigliosi esempla-ri da loro realizzati, con tecnica e pazienza.

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