FN Luglio 2014

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Supplemento a amiata StORia E tERRitORiO Periodico del Comune di Cinigiano a cura dell’associazione Pro-Loco Cinigiano (Gr) diffusione gratuita.... ... fatti nostri, in forma SCUSATE IL RITARDO, SIAMO TORNATI Segnali di fumo... e di arrosto Fu la loro scelta L’ultimo lamento 19/07/2014 anno XV - ITALIA - ARABIA SAUDITA - ARGENTINA - BOLIVIA - FRANCIA - GERMANIA - GIORDANIA - GRECIA - INGHILTERRA - KUWAIT - NUOVA ZELANDA - POLONIA - PORTOGALLO - SPAGNA - SVEZIA - SVIZZERA - STATI UNITI - REPUBBLICA CECA

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Scusate il Ritardo

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Supplemento a amiata StORia E tERRitORiO Periodico del Comune di Cinigiano a cura dell’associazione Pro-Loco Cinigiano (Gr) diffusione gratuita....

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SCUSATE IL RITARDO, SIAMO TORNATI

Segnali di fumo... e di arrosto Fu la loro sceltaL’ultimo lamento

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ASSOCIAZIONE PRO - LOCO CINIGIANO TESSERA N° 03207 UNIONE NAZIONALE PRO - LOCO ITALIA

tel.: 338 4724666 - 333 9730271

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Lettera dal presidente ........................pag 1Bacheca .............................................pag 2Numeri utili .........................................pag 3La nostra posta ..................................pag 4Cinigiano in edicola ...........................pag 7Cinigiano in libreria ............................pag 9Profili Cinigianesi................................pag 10Notiziando ..........................................pag 11Gente di classe ..................................pag 13Gioie e sapori .....................................pag 15Fiori d’Arancio ....................................pag 16Gingillando .........................................pag 18Comune Cinigiano informa ................pag 19Gingillando .........................................pag 28Profeta in Patria ..................................pag 29Papaveri e Papere ..............................pag 30Conoscere le nostre opere ................pag 32Dalla storia .........................................pag 34Dalle associazioni ..............................pag 38Girellando intorno casa ......................pag 43

Supplemento a amiata StORia E tERRitORiO Periodico del Comune di Cinigiano a cura dell’associazione Pro-Loco Cinigiano (Gr) diffusione gratuita....

... fatti nostri,informa

SCUSATE IL RITARDO, SIAMO TORNATI

Segnali di fumo... e di arrosto Fu la loro sceltaL’ultimo lamento

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ASSOCIAZIONE PRO - LOCO CINIGIANO TESSERA N° 03207 UNIONE NAZIONALE PRO - LOCO ITALIA

PRO-LOCO CINIGIANORicordati di rinnovare la tessera per il 2015: Socio Ordinario € 5,00. Socio Sostenitore da € 6,00 a € 9,99 Socio Benemerito oltre € 10,00. Le iscrizioni si ricevono presso i punti tessera dislocati negli esercizi di Cinigiano e nella sede o attraverso il c/c postale n. 12127585 intestato a: Ass.ne Pro Loco Cinigiano indicando nella causale rinnovo tessera e/o contributo. Con la tessera di socio benemerito si può far richiesta della Tessera del Socio Pro loco ulteriori informazioni:(www.unplitoscana.it) Il rinnovo e’ annuale. Si ricorda che la tessera è personale. Sono disponibili a € 3,00 gli arretrati di...fatti nostri,: iNFORma, SPECiaLE, RESCUE il pagamento potrà essere effettuato dopo la consegna, tramite bollettino postale.

... fatti nostri, informa supplemento a amiata Storia e territorio registrazione del tribunale di Grosseto n°19/88 V. G. dell’11/1/88. informazioni a cura della Pro -Loco Cinigiano riservate ai soci. Redazione: Pro-Loco Cinigiano -Piazzale Cap. Bruchi, 5 -58044 Cinigiano GR (italy) tel / Fax 0564994187 - e -mail: [email protected] - www. prolococinigiano. org - seguici su: Direttore: massimo Fabiani - Redazione: Giulia Fabiani, Cristina Bartalucci, Federica Biondi - Cartoline d’epoca: massimo Fabiani. Foto massimo Fabiani, Francesca Simonetti, Lorenzo Linicchi Le informazioni custodite nell’archivio dell’editore verranno utilizzate solo a scopo di inviare agli abbonati la testata e gli allegati, anche pubblicitari, di interesse pubblico

CONSIGLIO PRO -LOCO CINIGIANOPresidente: massimo Fabiani; Vicepresidente: Francesco FantacciSegretario: Elisabetta Berti;, Tesoriere: ilaria Ventre, Consiglieri: Giulia Fabiani, Sergio Fabiani, andrea Stivaletti, Riccardo medaglini, Edoardo Galassi, Guido anselmi, maria Grazia Bianchini,Roberto Pallini, Gaetano Schipani, Francesca Bianchi.

Foto copertina di Fiorenzo Linicchi

Sopiti i bol-lori eletto-rali, dove

capita anche di parlare di politi-ca, torno dopo tanto tempo a parlarne io. E so, per vostre confi-denze che il mio lapidario punto sull’argomento

offre spazio di conversazione. Comunque, il pun-to sulla politica nazionale è nato per dare sempli-cemente uno spazio temporale al nostro giornale. Infatti generalmente lo assolvo con due parole, ma questa volta visto l’astinenza da lungo tempo,sarò meno breve. Se per venti anni ci siamo dati da fare cercando di distruggere lo stato sociale e cercando di privatizzare “ l’imprivatizzabile”, ora questo lavo-retto lo stiamo semplicemente rifinendo. L’impegno, quasi globale, è rivolto a distruggere lentamente la rappresentatività democratica, ignorando anche il vangelo che la disciplina, in nome di una falsa revisione della spesa pubblica e di una futura go-vernabilità. A gestire la situazione un governo con alla testa ancora un “personaggio”, come quelli che garbano a noi. Al quale mi permetto di offrire un solo e modesto consiglio quello di twittare di meno e ascoltare di più. Per il resto mi astengo e cito le parole stampate sulla tenda in piazza Marconi a Cinigiano: “Speriamo”!!!

In ultimo, vi invito a fare una riflessione sulle modaio-le “larghe intese” diventate “obbligatorie” e condivi-se da tutti e a tutti i livelli politici, e che pur di portarle a compimento se ne fanno di cotte e di crude, in barba a qualsiasi credo. L’unico frutto accertato del baobab, larghe intese, è la nuova corruzione pro-grammata e rigorosamente bipartisan. Dove anche i vecchi tangentari, con spiccato senso civico, han-no compreso che la percentuale del 5 o del 6 % da chiedere era troppo alta per questi periodi. E allora ? Santi, veramente Santi, oggi si contentano di un 1 o 2 %, richiesta .. decisamente degna di soggetti con forte responsabilità sociale... Novità anche nel modo di pagamento, basta il mazzettone in unica soluzione, ma mazzette a dosi mensili. E allora…mi tasto pe’ sentì se ci so’!!! Grazie per aver ascoltato le mie personalissime riflessioni.Torniamo ai nostri problemi a quello che più ci compete. Parto dalle vostre segnalazioni di disservizio postale, come ri-petuto non sappiamo che fare, rimane solo la rasse-gnazione, continuiamo a segnalare sia la mancata consegna sia la consegna in ritardo. Abbiamo, con la collaborazione di Poste, anche monitorato delle spedizioni. Ma risultati non se ne sono ottenuti. Cre-do che la questione sia irrisolvibile, rimaniamo sem-pre accorti prima che capiti di peggio. Avrete notato che nell’’ultima uscita abbiamo avuto una copertina spettacolare, non solo per aver sfruttato il bel qua-dro di Lucia ma anche per la carta lucida e con una grammatura superiore, confesso, è stato un errore tipografico che non ha inciso sulle nostre spese …non ci rimane che sperare che si ripeta. Purtroppo economicamente navighiamo sempre sul filo di lana, aiutateci a trovare qualche inserzionista, il no-stro ufficio è a completa disposizione per esporre i vari costi degli spazi pubblicitari, ricordando come recita il nostro slogan “siamo gli unici a entrare in tutte le case del comune”. Come al solito il lavoro è stato duro ma crediamoche anche questo numero offra qualcosa di interessante.

il presidente Massimo FabianiPenna ecologica in omaggio

con la tessera Pro loco Cinigiano

Tutte le foto della partita su www.maremmapress.it

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APERTURA BIBLIOTECA:DAL LUNEDI AL VENERDI8,30 - 12,30SABATO 10,00 - 12,30tel. 0564 994187

Meoni Elidocommerciale s.r.l.

EMPORIO DEL TRATTORERICAMBI MACCHINE AGRICOLE

Utensileria

tel. 0564.23369 - tel. e Fax 0564.24932Via Pisa, 46/a - GroSSeto

AGOSTOdal 2 al 17MONTICELLO AMIATA Festone venticinquennale in onore della Madonna di Val di Prata

MARTEDI’ 5 CINIGIANO “Caccia al Tesoro” Cinigiano Terrazza Palazzo Capitano Bruchi, ore 17,00, iscrizione gratuita a squadre per ragazzi fino a 12 anni

DAL 9 AL 17CINIGIANO Sala Expò Palazzo Bruchi Mostra di Pittura “Lucia Simo-nini”

SABATO 10 CINIGIANO “CALICI DI STELLE” dalle ore 19,00Degustazione vini doc Montecucco, concerto itinerante del-la Filarmonica R. Francisci “Aspettando la Festa dell’uva”, cena tradizionale per le vie del paese, su prenotazione. Spettacolo Musicale “Fantomatik Orchestra”

MERCOLEDI 14CINIGIANO“CINIGIANO ROCK” dalle ore 19,00Rassegna musicale e “cena alla bona” ore 22,00 Cover Band Rino Gaetano, Fabrizio De Andrè, Francesco De Gregori.

SABATO 16 MONTICELLO AMIATA ore 21,00 Recital Gaetano Schipani oboe, Marco Inghin-golo piano forte e Missy Soroha mezzo soprano

DOMENICA 17CASTIGLIONCELLO BANDINIVisita alla Riserva Naturale di Poggio all’Olmo – pas-seggiata partenza ore 8:30 Circolo Arci “Il Maggiore” a se-guire pranzo al “Circolino”

VENERDI’ 22POGGI DEL SASSO ore 21:30 Cinema DIVINO “Tutti pazzi per Rose”

SABATO 23CINIGIANO ore 20,00 Al Botroncupo IN PUNTA DI REBBI Cena“Acqua e farina” Pescinaioli in cucina

SETTEMBREDA VENERDI 19 A DOMENICA 21SASSO D’OMBRONE “SAGRA DEL CAPITONE”Cantine aperte, stand, mostre, banchetti di artigianato, serate danzanti

OTTOBREDA VENERDI 3 A DOMENICA 5CINIGIANO “XLV FESTA DELL’UVA”Cantine aperte, stand, musica itinerante, domenica sfilata dei carri allegorici e corteo storico delle contrade Cassero, Molino e Pescina

DA VENERDI’ 10 A DOMENICA 12MONTICELLO AMIATA “FESTA DELLA CASTAGNA” Cantine aperte, stand, mostre, banchetti di artigianato, serate danzanti

Comune di Cinigiano

“una terra tra

il mare e la montagna”

www.prolococinigiano.org

info: tel. 0564.994187

estate/autunno 2014

FESTE • SAGRE • SPETTACOLI

I programmi estivi e autunnali di tutti gli eventi del nostro comune sul depliant FRA BORGHI PIEVI E CASTELLI disponibile anche sul sito www.prolococinigiano.org

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iNumeri di utilità nazionale112 Carabinieri113 Soccorso pubblico115 Vigili del fuoco800 116 Soccorso ACI117 Guardia di finanza118 Emergenza sanitariaFARMACIETasso Dr. Giovanni, Monticello Amiata, Via della Stazione, 13 -Tel. 0564/992961Ugurgieri Dr. Lucia - Cinigiano, Largo Italia -Tel. 0564/993415 SCUOLEmaterne Cinigiano - piazzale Cap. Bruchi - Tel. 0564/994048Monticello Amiata - via Empoli n. 7 - Tel. 0564/992782 Sasso d’Ombrone - via Traversa n. 23 - Tel. 0564/990493 elementari Monticello Amiata -via Empoli n. 7-Tel. 0564/990493 Cinigiano - via Ombrone - Tel. 0564/993297medieCinigiano - piazzale Cap. Bruchi -Tel. 0564/993409 CARABINIERICinigiano - via Roma tel. 0564/993399 ACQUEDOTTO DEL FIORA - NUMERO VERDE 800 887 755da telefono mobile 199 114 407UFFICI POSTALICinigiano - 0564/994134Monticello Amiata - 0564/992781Sasso d’Ombrone - 0564/990705

MISERICORDIA CINIGIANO - 338/4396799FRATRES CINIGIANO 335/481440MEDICI:• Dott. Giovannini A. Cell 338.2480657

orari ambulatori lun 9.00-12.00 Sasso d’Ombrone 0564.990709 15.00-17.00 Poggi del Sassomar 14.30-18.00 Borgo Santa Ritamer 14.30-18.00 Sasso d’Ombronegiov 8.30-12.00 Cinigiano 0564.483043 14.00-17.00 Cure Primarie Castel del Pianoven 14.30-17.30 Poggi del Sasso

• Dott. ssa Naldini L. Cell 339.8013446orari ambulatorilun 9.30-12.00 Cinigiano 0564.483043 17.00-20.00 Cure Primarie Castel del Pianomar 11.00-14.00 Cure Primarie Castel del Piano 16.00-19.00 Monticello Amiata 0564.992752mer 9.30-12.00 Cinigianogiov 9.30-12.30 Monticello Amiataven 10.00-12.00 Castiglioncello Bandini 16.00-19.00 Cinigiano

• Dott.ssa Ceccarini F. Cell 331.4188672 Pediatra di Famigliaorari ambulatori lun 12.00-14.00 Cinigianogiov 15.00-17.00 Cinigiano

CUP (Centro Unico di Prenotazione) Numero Verde da fisso provincia di Grosseto 8000 500 483Numero verde da cellulare 199.100.483numero da fisso fuori provincia di Grosseto 0654 972190

giorni e orari: LUN / VEN 8.00 - 16.00 • SAB 8.00 - 12.00

DENTISTA Dott. Galeotti Alberto 333.2321993

GUARDIA MEDICAEmergenza Sanitaria 118usl 9 zona 3 0564/483040 amministrativo0564/483041 studio medico ginecologico0564/483042 infermieri0564/483043 guardia medica0564/483044 pediatria/psichiatria0564/483045 assistenza sociale0564/483046 veterinarioFax 0564/993311

INFORMAZIONI TURISTICHEPro - loco Cinigiano 0564/994187Pro - loco Monticello Amiata 0564/992777Strada del vino Montecuccoe dei sapori d’Amiata 0564/994630

COMUNE DI CINIGIANO centralino 0564/993407ORARIO APERTURA AL PUBBLICO UFFICI COMUNALIdal lunedì al venerdì 08,30-18,00

NUMERI UTILI

AMBIENTE. ATTENZIONE IMPORTANTE Nuovo gestore al posto di Coseca, per il ritiro de-gli ingombranti a domiciclio, per le segnalazioni e per le informazioni relative ai servizi di igiene ur-bana chiamare il numero verde del nuovo gesto-re: servizi ecologici integrati (s.E.I.) 800 12 74 84

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IL FESTONEÈ arrivato

Ne parlavamo da anni “ chissà se riusciremo ad or-ganizzare il festone 2014? Ora ci siamo c’è un pro-gramma e tanta voglia di fare e di fare bene. Questa

festa dalle origini lontane è attesa con emozione ed anche un pizzico di nostalgia dai vecchi monticellesi, per loro il ricordo dei festoni passati è un modo di scandire il flusso del tempo e della memoria: ricollegano le cose che sono accadute, la vita e la morte di un personaggio particolare, l’abbondanza o la miseria di quel raccolto prima e dopo quel tale festone”, lo considerano un punto di riferimento come può essere il” coc-colo” o il campanile. Tutto ebbe origine in quel lontano 1747 quando, con grande solennità, fu incoronata ad opera del Sacro Capitolo di San Pietro la venerata immagine della Madonna della Consolazio-ne di Val di Prata cara non solo ai monticellesi ma anche a numerosi pellegrini di altre contrade. Il 4 giugno di quel 1747 la Sacra Effige fu traslata dalla sua chiesa alla chiesa parrocchia-le attraverso un percorso adornato da preziosi drappi di seta salutata da suoni di trombe e da salve di artiglieria concessa dalla guardia granducale. Nel 1847 a cento anni dall’incorona-zione il popolo di Monticello sotto la guida del proposto don Pietro Martinelli volle ricordare solennemente quell’evento e la Sacra immagine fu nuovamente traslata nella Chiesa di San Michele dove vi rimase per ben 17 anni, gli anni che servi-rono per restaurare ed ampliare il tempio di Val di Prata, nel settembre 1864 con imponenti festeggiamenti e accompa-gnata dall’amore e dall’emozione del suo popolo l’immagine della Madonna della Consolazione tornò nel suo Santuario. Da quella data ogni 25 anni si ripete il solenne avvenimento deno-minato “Festone”.

Adesso i tempi sono cambiati, il modo di esprimere la propria fede è cambiato, gli abitanti di questo paese sono cambiati: diversi per cultura, tradizioni, credo religioso. Ciò che continua è la devozione verso questa Sacra Icona e come un tempo non solo da parte degli abitanti di Monticello ma anche da pel-legrini che giungono a lei dai paesi vicini e da molto lontano. Famiglie, gruppi, singole persone percorrono il sentiero scen-dendo verso quella sorgente che sgorga a valle del Santuario con in animo i loro pensieri, le loro pene, le loro gioie, non sta a noi comprendere questo fenomeno noi possiamo tranquilla-mente costatarne gli effetti : come un tempo Val di Prata è un luogo di raccoglimento e di preghiera. Ed è con l’entusiasmo di un tempo, rifacendosi a quella spiri-tualità che da oltre 1000 anni è documentata in questo sug-gestivo angolo dell’Amiata, che il comitato organizzatore delle feste venticinquennali in onore di Maria Santissima di Val di Prata si accinge a celebrare questo evento, due settimane ricche di iniziative religiose, laiche e conviviali che hanno lo scopo di riscoprire le nostre tradizioni e la nostra storia coin-volgendo tutti coloro che vogliono vivere insieme a noi questo evento: siano essi i nuovi monticellesi o i forestieri che si avvi-cinano a questo luogo per fede o per vivere laicamente que-ste giornate partecipando così ad una festa che, grazie alla generosità di molti, sta per realizzarsi e che non vuol essere la festa di pochi ma di tutti .

Franco Cherubini

La processione del Festone del 1964 di ritorno a Val di Prata

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LA RIMPATRIATA11 Maggio 2014

Anche quest’anno all’insegna del ricordo, delle radi-ci, che abbiamo consegnato come segno, abbia-mo fatto l’incontro con i Cinigianesi che vivono fuori

dal nostro paese. E’ sempre bello rivedersi, sempre bello rac-contarsi e rivivere ricordi e gioiosi e no. Una bella rappresen-tanza - a tavola tra tutti eravamo in 150 - che ci ha fatto sentire ancora ricchi di un passato vivo e vero.

Don Antonio

“CAMPIONI INTERNAZIONALI”Leonardo Gabriele e i loro cani

Cinigiano entra nella storia tingendosi d’Europa. Sono loro, Dettori Gabriele e Angelini Leonardo ad aggiudicarsi la gara più importante diventando

Campioni Internazionali di caccia per cani da seguita su cinghiale. I due ragazzi nati e cresciuti nel nostro paese, da anni coltivano la passione per la caccia e per la cinofilia. Dopo tanti sacrifici riescono ad aggiudicarsi questo importante trofeo al quale hanno partecipato concorrenti provenienti da mezza

Europa. Ogni squadra composta da 9 cani, ha gareggiato in vari campi di gara, tra Arezzo, Siena, Grosseto, Perugia e Fabro. Le due squadre con i migliori punteggi a livello italiano, hanno avuto la possibilità di scontrarsi con le migliori squadre Europee,ed è qui chi i loro fedeli segugi maremmani con doti veramente eccezionali hanno fatto la differenza, sbaragliando gli avversari e aggiudicandosi il titolo più prestigioso quello di Campioni Internazionali. Questa vittoria, maturata grazie anche all’esperienza che si sono fatti ne gli anni nei vari campi di gara con il loro segugi, aggiudicandosi individualmente vari titoli e trofei prestigiosi nelle diverse categorie: singolo coppie e trio, come : Campioni italiani, Campioni regionali, Campioni provinciali e altre importanti competizioni. Leonardo e Gabriele colgono l’occasione per ringraziare tutti coloro gli hanno dato una mano, in particolare ai veterinari Andrea e Luca. Ma la storia non finirà certo qui, auguri da parte tutto il mondo cinofilo per i prossimi successi.

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UN COORDINAMENTO PER I CONSIGLIERI DI MINORANZA dell’Unione dei Comuni dell’Amiata Grossetana per rafforzare l’opposizione nei comuni e nell’Unione

In attesa che si completi l’assetto dei neo consigli comunali e quindi della formale adesione di consiglieri dei Comuni di Roccalbegna,S. Fiora, Catsell’Azzara e Semproniano, i rappresentanti delle minoranze dei comuni di Cinigiano, Ca-steldelpiano, Seggiano ed Arcidosso ( questi ultimi con una passaggio all’interno del gruppo) decidono di dar vita al

coordinamento dei consiglieri di opposizione. L’obiettivo di questa decisione che rappresenta una novità per la nostra zona, è quello di affrontare in modo organizzato modalità e contenuti che si ritengono di interesse comune,lasciando ovviamente a tutti i gruppi la massima autonomia di azione. Già si sono individuati terreni comuni di lavoro: la questione della geotermia, quella ambientale, questioni di interesse dell’Unione dei Comuni e soprattutto le funzioni fondamentali che sono state già trasferite all’Unione dei Comuni dai singoli comuni associati, quelle che entro il 30/6 u.s. dovevano transitare, e quelle definitive che transiteranno dal 1 gennaio 2015. Siamo dell’avviso infatti che rafforzare gli organismi consiliari sia dei comuni che dell’Unione dei Comuni si possa rafforzare ilo dibattito democratico, le garanzie dei cittadini e soprattutto le tre prerogative che le leggi regionali e nazioni affidano sia ai consiglio comunali che agli organismi associativi: il controllo, gli indirizzi programmatici e la promozione della partecipazione dei cittadini e tutto ciò contrapponendosi alla cultura degli esecutivi (Giunta e Conferenza dei sindaci) che stanno esautorando le prerogative ed il ruolo dei consiglieri. Rafforzando con questo strumento di coordina-mento le opposizioni si potrà consentire ad ogni consigliere di essere messo in grado di esprimere il proprio contributo evitan-do così quel senso di inefficacia che viene alimentato dai metodi sbrigativi dei sindaci, degli assessori e della conferenza dei sindaci. Si chiederà quindi una relazione sul percorso fatto negli anni che hanno preceduto questa nuova legislatura,verificare le risorse assegnate ed utilizzate, richiedere in che modo la nostra Unione comunale ha risposto agli indirizzi della Regione Toscana sulla qualità delle politiche messe in atto.Di fronte alla perplessità che molti cittadini hanno rispetto a questo organismo associativo dei comuni, ci è sembrato come consiglieri di minoranza che dobbiamo mettere un impegno sempre più alto ed efficace nel fare la politica che ci chiedono i cittadini. Se i sindaci avevano già pensato di confermare il detto “non disturbare il manovratore” ebbene sappiano che d’ora in poi faremo loro sentire “il fiato sul collo” su quello che faranno nei comuni e nell’Unione dei Comuni.

I consiglieri di opposizione dei Comuni di Cinigiano, Arcidosso, Casteldelpiano e Seggiano Presenti alla seduta del 1 luglio 2014: Giovanni Barbagli e Alice Bianchini per il Comune di Cinigiano, Corrado Lazzeroni per il Comune di Arcidosso, Sandro Ginanneschi e Alessandra Vegni per il comune di Casteldelpiano, Marcello Bianchini per il Comune di Seggiano.

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Leonardo Salustri è un assaggiatore d’uva di quel-li che se ne trovano pochi. Quando arriva il culmine dell’estate, lo prende la smania. O meglio quell’irre-

quietezza prodotta da un tarlo interiore che, citando a spropo-sito Oscar Wilde nel Ritratto di Dorian Grey, potrebbe essere riassunta dal celeberrimo aforisma: l’unico modo per resistere alle tentazioni è cedervi. Così capita che nel mezzo di una tavo-lata, quando ormai l’imbrunire si è lasciato il giorno alle spalle, lui si alzi e abbandoni la compagnia per assaggiare un chicco nel filare di cui si era dimenticato. Una tentazione radicata nel suo carattere, tendente alla perfezione quando si parla di viti e olivi: «Eravamo a cena e mi ricordai della vigna di Pecora Vecchia - racconta -. Tutti i giorni, quando arriva la vendemmia, vado nei filari ad assaggiare. Passo per tutti, uno per uno. Ma quel giorno mi dimenticai di Pecora Vecchia. Presi la torcia e ci andai. Fu un pensiero provvidenziale: colsi un chicco e dalla polpa e dal vinacciolo capii che l’uva andava raccolta subito, la mattina dopo. Non alle 10, ma alle 7». Leonardo, 67 anni, è tirato come sa esserlo solo chi lavora la terra tutto l’anno. Non si ferma mai, quasi fosse animato da un moto perpetuo che lo porta ogni giorno - non c’è differenza se festivo o feriale, se

caldo o freddo - tra le viti o tra gli ulivi.Assieme a Pierangelo

Napoli fu tra i fondatori della doc di Montecucco, l’area vinicola grossetana alle falde del Monte Amiata tra le più vocate in To-scana per il sangiovese. E diversamente non potrebbe essere, visto che da lassù, al di là del fiume Orcia, s’intravedono le mura di Montalcino, di cui pure a distanza di immaginano le sommità ricamate. I due territori hanno caratteristiche similari, a partire dall’altitudine e dal clima. La differenza la fa il terreno, nei possedimenti Salustri e in genere a Sasso d’Ombrone, fra-zione di Cinigiano, costituito in prevalenza da pietra arenaria: «È un tufo peperino, ad alta percentuale ferrosa, che noi chia-miamo sasso morto perché si sbriciola», spiega Salustri. Sta il fatto che la combinazione tra terreno e clima, con l’aggiun-ta dell’escursione termica favorita dalla vicinanza dell’Amiata, conferisce ai vini un’acidità che nulla ha da invidiare ai grandi cru francesi, qualità organolettica che di per sé è garanzia di bevibilità e durata nel tempo. Per cui a “La Cava”, il borgo ri-messo a nuovo da Leonardo, capita di stappare un vermentino di 6-7 anni e trovarlo ancora fresco come una rosa.Il patron tiene a precisare che in azienda fanno tutto da sé: «Non abbiamo enologi né agronomi. E quando arriva il tempo giusto per vendemmiare, sono io ad accorgermene». Scusi, ma non fate le analisi per verificare il grado di maturazione fe-nolica? «Macché, io assaggio. Guai ad anticipare i tempi senza rendersi conto che i tannini sono ancora verdi, e guai ad aspet-

tare che l’uva maturi troppo: in entrambi i casi il risultato finale è sgrade-

vole».

AL MAGO DELLA VIGNABASTA ASSAGGIARE UN ChICCO Dalla polpa capisce subito i tempi della vendemmia. A Sasso d’Ombrone il tufo ferroso garantisce l’acidità giusta.di Antonio Valentini

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cola Il segreto sta

nel dosare bene la dote innata della misura e di tenere i sensi

ben allenati, poiché sono solo quelli a comunicare a Salustri che è arrivato il momento giusto della raccolta. Due, in parti-colare: il gusto, consistente nel sapore assunto dalla polpa e dal vinacciolo, che sotto ai denti deve ricordare la mandorla. E l’olfatto.L’unico tecnico che ficca il naso in azienda - 110 ettari, 25 dei quali a vigneto e oliveto - è il professor Giancarlo Scalabrelli, ordinario di arboricoltura e coltivazioni arboree all’Università di Pisa. Solo a lui è permesso, vista la presenza di un vigneto sperimentale e la costante, quasi assillante ricerca della mi-gliore qualità: «Abbiamo fatto micro-prove e prove, cercando di abbinare il sangiovese ad altre varietà. Ma siamo giunti alla conclusione che da solo si esprime al meglio, a patto che si azzecchi il clone giusto da vigneti vecchi. Io, ad esempio, ho rifatto il fusto a viti di 60 anni, con il risultato di un vino dai tannini fini, profondi e setosi». Montalcino, beninteso, resta Montalcino. Però a Sasso d’Ombrone i rossi vengono su che è una meraviglia, bevibili e longevi come in poche altre zone.I Salustri fanno affidamento al palato dei due uomini di casa, Marco e il padre Leonardo. Una coppia affiatata. Al punto che un acronimo ricavato dai loro nomi battezza il vino base di fa-miglia: “Marleo”, sangiovese con una piccola aggiunta di ci-liegiolo. «Se è per questo - aggiunge il patron - il nome di mia moglie, Nara, è stato ritoccato per il vermentino, che infatti si chiama Narà». Il Santa Marta - sangiovese clone Salustri al 100% - prende il nome dagli impianti situati vicino all’omonimo sito archeologico, dove lavorano gli studenti dell’Università di Siena. E poi c’è il vino più conosciuto, il “Grotte Rosse”, il cui appellativo è tratto direttamente dal toponimo del vigneto, a 380 metri di altitudine, dove il sangiovese (ancora clone Salu-stri, s’intende) è coltivato a metodo guyot.

Il “Terre d’Alviero”, grand cru dell’ormai pluri-premiata casa vi-nicola, merita un discorso a parte. Alviero Ronzini possedeva un gran bel vigneto in Poggi del Sasso, sempre nel comune di Cinigiano. Le radici delle viti - un clone di sangiovese fino a ora non identificato - affondano in un terreno di origine vulcanica, sicuramente apparentato con il vicino Monte Amiata, regalan-do grandi vini, dai sentori fruttati e floreali. Ebbene l’ormai an-ziano Alviero Ronzini aveva un’idea fissa da mettere in pratica subito dopo il suo ritiro dal lavoro: vendere quell’impianto di un ettaro a Leonardo Salustri, che assieme a Pierangelo Napoli coltivava la terra e i sogni, pensando al Montecucco come fos-se l’anima del sangiovese in Toscana, che del sangiovese è di per sé già patria. L’affare, come stava nelle cose, fu concluso e il monumentale rosso che i Salustri ne hanno ricavato porta proprio il nome di “Terre di Alviero”, tangibile omaggio alla co-erenza umana. Coerenza trasferita a quel vino proveniente da vitigni vecchi almeno cinquant’anni, imbottigliato solo quando l’annata è superlativa: il 2007, con la vendemmia di esordio, il 2012 e il 2013. «Avrei potuto destinare le uve di Alviero al Grotte Rosse - racconta Leonardo Salustri -. Ma dissi a Marco che quel vino doveva marciare da solo». Ha avuto ragione. E allora dai con le bottiglie, se va bene 3-4mila ad annata, che in enoteca si acquistano a 90 euro.Finisce qui? Macché. I Salustri, oltre che grandi assaggiatori, sono assetati di primati. E di perfezione. Oltre al vino, vanno orgogliosi del loro olio, ancor più ora che la rivista tedesca “Der Feinschmecker” l’ha inserito tra i migliori cinquanta eu-ropei e i riconoscimenti di qualità (chiocciole e foglie) si spre-cano sulle guide Slow Food e Gambero Rosso. Quanto alla ricerca della perfezione basta pensare ai calici appositi fatti in Slovenia, con un’isola vetrosa in mezzo a indicare il limite ottimale per la degustazione. Calici grandi e solenni, perché qui a “La Cava”, uno dei luoghi più belli di Maremma, si può scherzare su tutto. Non sull’assaggio.

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“PER NOI IL TEMPO SI E’ FERMATO ALL’ALBA”Documenti inediti e nuove verità nel lavoro di Marco Grilli

Nel 70° anniversario della Liberazione, un libro appena pub-blicato dall’Isgrec ricostruisce la storia dei martiri d’Istia, 11 giovani, prevalentemente renitenti alla leva, catturati durante

un rastrellamento organizzato dalle massime autorità fasciste locali e fucilati dopo un processo sommario all’ “Appalto” di Maiano Lavacchio, il 22 marzo 1944. “Per noi il tempo s’è fermato all’alba. Storia dei mar-tiri d’Istia” (Isgrec-Effigi, marzo 2014) è il titolo di questo volume curato dal ricercatore dell’Isgrec Marco Grilli, ricco di documenti inediti. Dopo aver ricostruito il contesto storico a partire dai tre aspetti principali che sconvolsero la vita della nostra provincia (l’occupazione tedesca dopo l’8 settembre; il fascismo della R.S.I. con la ricostituzione dell’esercito ed il conseguente fenomeno della renitenza alla leva; l’attività partigiana e i suoi legami coi renitenti, dalla formazione del primo CLN alla Liberazione di Grosseto nel giugno del 1944), il libro sottolinea la specificità e rilevanza della strage, letta nell’ottica della “guerra civile” del periodo, per poi analiz-zare il “processone” ai fascisti repubblicani della provincia, ricostruendo le vicende giudiziarie dei principali responsabili, nel clima di generale impu-nità, scarsa epurazione e spiccata violenza del secondo dopoguerra. La seconda parte del libro (“Dopo la strage”), dove è stata riprodotta in parte la sentenza della Sezione speciale della Corte d’Assise del 18 dicembre 1946, presenta anche altri documenti ispirati a questo episodio, quali due inedite canzoni in ottava rima, la riedizione del racconto di Guido Gianni “Nell’ombra delle stelle”, un repertorio di immagini fotografiche e l’articolo “Campospillo” di Antonio Meocci. La storia dei martiri d’Istia, che ha la-sciato tracce indelebili nella memoria della collettività maremmana come poche altre vicende del passato recente, rientra tra gli episodi di Resi-stenza civile, passiva e pacifica, ossia in quegli atti di disobbedienza che contribuirono a minare il prestigio e il consenso del fascismo repubblica-no in provincia. Il rastrellamento nelle macchie di Monte Bottigli - dove i giovani si erano nascosti - organizzato dal capo della Provincia Ercolani e seguito ad una delazione, colpì con inaudita ferocia dei semplici imbo-scati di idealità antifasciste e non dei partigiani combattenti, allo scopo di reprimere ogni forma di dissenso alla RSI e rompere quel vincolo di soli-darietà creatosi tra la popolazione rurale e i “ribelli” di ogni sorta. La logica del terrore, che generando un clima di paura e sospetto doveva prevenire qualsiasi disobbedienza, sortì in realtà effetti opposti a quelli sperati dalle

autorità fasciste repubblicane, perché tale vicenda suscitò una vasta in-dignazione popolare e una maggior consapevolezza tra i giovani richia-mati alla leva, così che dopo la strage e in concomitanza con la dura repressione scatenata dai fascisti a partire dalla primavera del 1944, le fonti concordano nel rilevare il sempre maggior insuccesso delle continue chiamate alle armi ed il rafforzamento numerico delle bande partigiane. Un episodio eccezionale che lasciò pesanti strascichi perfino all’interno delle file fasciste, come dimostra la spaccatura sorta all’interno del fascio repubblicano di Grosseto, quando alcuni tesserati rilevarono il grave er-rore politico compiuto a Maiano Lavacchio. Durante il processo, la Corte trattò il rastrellamento di Monte Bottigli come forma di collaborazionismo sia politico che militare, accertando la piena ed esclusiva responsabili-tà delle autorità fasciste locali: si trattò quindi di una strage compiuta da italiani nel duro periodo di “guerra civile”, che ci deve invitare a rileggere criticamente il falso stereotipo dell’ “italiano brava gente”. Se la frazione di Istia d’Ombrone ha un ruolo centrale in questa vicenda, visto che cin-que delle vittime erano lì residenti, altrettanto rilevante è il peso avuto dal Comune di Cinigiano. Qui era sfollato da Grosseto Mario Becucci, un 38enne antifascista di fede repubblicana, che dopo l’armistizio condusse una fervida attività per convincere i giovani di leva a non rispondere alla chiamata alle armi in favore dell’esercito fascista, asservito all’occupante tedesco. L’8 marzo 1944 i carabinieri di Cinigiano lo denunciarono per i reati di disfattismo politico, propaganda antinazionale e offesa all’onore del capo del governo, in seguito ai fatti commessi il 27 febbraio, quando in compagnia di altri cinigianesi aveva pesantemente contestato la confe-renza tenuta in paese dalla propagandista fascista Grazia Licheri. Dopo la messa a soqquadro della sua abitazione e la denuncia alla procura generale del Tribunale speciale per la difesa dello Stato, Becucci - l’unico perseguitato politico tra le vittime -, fu costretto a lasciare il paese e si trasferì a Istia da un cugino, prima di unirsi ai ragazzi alla macchia. Di Cinigiano era Alfiero Grazi, classe 1925, renitente alla leva, già deferito al Tribunale militare di Firenze, località dalla quale riuscì a fuggire prima di riparare a Istia presso il podere della famiglia Guidoni e poi nelle mac-chie di Monte Bottigli. Dopo la liberazione della provincia, la salma ebbe solenni funerali a Cinigiano, dove fu sepolta nella cappella di famiglia af-frescata dall’unico superstite di questa vicenda, il pittore e disertore della Wehrmacht Günther Frichugsdorff, che riuscì fortunosamente a sfuggire alla cattura durante il rastrellamento. Dai documenti risulta che Günther si unì alla banda partigiana di Monte Bottigli e, dopo la Liberazione, risiedet-te per un periodo a Cinigiano, dove fu ospitato dalla famiglia Grazi, che lo trattò come un figlio. Una storia di solidarietà e affetto, che merita di essere ricordata in quegli anni di lutti e miseria.

Presentato a Cinigiano il 10 maggio 2014 disponibile presso la sede Pro Loco al prezzo “fatti nostri”, di € 10,00 copie limitate.

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IL MENU’ DI ROMILDEMolto Bene!di Giulia e Massimo Fabiani

Questo numero vuole essere al passo con i tempi, ma a Cinigiano lo siamo sempre stati! Romilde Rosati, una semplice signora di “casa nostra” che già dal 1953

diede inizio agli “Chef a domicilio” ora tanto di moda. E alla no-stra domanda su quando ha iniziato, risponde semplicemente: “quanti ne avrò fatti!!”..altro che chef stellati, queste sono le no-stre tradizioni. Nessuna scuola, alcun maestro, solo l’esperien-za e la volontà, gli eventi principali erano la trebbiatura, matrimo-ni, rinfreschi, sagre e feste dell’Unità. La “Benedettina Parodi” di

altri tempi si rimboc-cava le maniche e stilava piat-ti dall’an-tipasti al dolce e per tutti i gusti. Ci confida Romilde di aver fatto delle gras-se risate alla stesura

della lista della spe-sa, avendo

fatto solo fino alla terza elementare e qualcuno neanche quella il problema era..chi scrive??!! e soprattutto per tante cose..come si scrivono?! Naturalmente i tempi erano ben diversi da oggi e i piatti più o meno sempre ricorrenti, ma oltre che un lavoro era anche un momento di gioia e soddisfazione. Per i matrimoni si partiva dall’antipasto con crostino di salsa verde, prezzemolo al-bume di uova sode e aceto, di primo brodo di papero con taglio-lini, tagliatelle con sugo di carne di agnello e pollo, per secondo agnello arrosto e papero in umido, che a volte venivano fatti

fritti, contorno di insalata o fagiolini, a secondo della stagione, e per finire il dolce, generalmente Pan Ducale. Una curiosità, ma assolutamente da sfruttare, era tradizione preparare il famoso “biscotto salato” e darlo alle famiglie casa per casa al posto dei dolcissimi e rinomati confetti di oggi. Il menù della trebbiatura era molto più semplice, ma andava a coprire tutte le ore della gior-nata e richiedeva oltre ad una cuoca anche una serie di donne e uomini addetti alla varie funzioni, dal lavoro della trebbiatura vero e proprio, a chi lavava i piatti, a chi portava l’acqua..ognuno aveva un ruolo e tutti stavano insieme allegramente. La giornata anche allora iniziava presto già alle 3.00 si cuoceva il pane, poi i dolci e alle 5.00 si iniziava con la prima colazione, una pentola di caffè d’orzo e dolci appena sfornati, a Poggio Mancino addi-rittura si mangiava il pesce fritto del Ribusieri che la notte gli uo-mini provvedevano a pescare. Alle 12.00 pranzo, i macchinisti mangiavano separati degli operai e godevano di una maggiore considerazione e abbondanza, in particolare avevano il fiasco del vino in tavola non “la parte” che consisteva in un bicchiere e mezzo, come per gli operai. Alle 17.00 veniva servito un buon tè come da tradizione anglosassone e evidentemente non solo! Il fatto è, come arrivare a domicilio? semplice, in motorino! Con annessi strumenti del mestiere, padelle e pentole di smalto e negli anni anche il frullatore, che mica tutti ce l’avevano! La cosa bella è che tutto prima o poi ritorna e il passato ci insegna sem-pre qualcosa e abbiamo sempre qualcosa da imparare, e oggi Romilde, con noi, è ritornata ai fornelli, ma questa volta non nelle “retrovie” della cucina ma da protagonista a “condurre una rubrica” come un grande Chef!

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FU LA LORO SCELTA: LA MEMORIA IN UN DOCUMENTARIONuove forme di comunicazione della storia di Elena Vellati

Per celebrare il 25 aprile la festa della Liberazione a Cinigiano, si è voluto ricordare il contributo che gli abi-tanti di questo territorio hanno dato alla nascita della

democrazia, partecipando alle più drammatiche vicende dell’ul-tima guerra, ma eticamente più alte e vibranti, con la proiezione documentario “Fu la loro scelta” prodotto dall’ISGREC “. È un lavoro importante, frutto di una ricerca iniziata alcuni anni fa e portata a compimento grazie alla disponibilità dell’Amministra-zione comunale di Cinigiano, un lavoro iniziato da tempo, che è cresciuto e si è sviluppato grazie alla creatività di Luigi Zannetti, al supporto scientifico di Luciana Rocchi e alla passione e la serietà di tutto l’Istituto storico grossetano della Resistenza. Ma il più grande motivo di orgoglio per noi dell’Istituto è rappresen-tato dall’opportunità di crescita personale nata dall’incontro con cinque persone speciali, dotate di grande umanità, di grande calore, ricche di esperienza e di saggezza, che hanno genero-samente collaborato rispondendo alle nostre domande. Tutto il lavoro, infatti, ruota attorno alle interviste rilasciate da al-cuni testimoni e reduci della seconda guerra mondiale presenti sul territorio di Cinigiano che hanno deciso di rispondere all’ap-pello rivolto loro dalla Storia, affidandoci le memorie del loro vis-suto, anche le più personali, intime e nascoste, legate all’espe-rienza drammatica della più importante della loro giovinezza.Soprattutto risulta evidente la dimensione etica che accomuna tutte quante le esperienze di vita, la dimensione della scelta, di pavoniana memoria, che quella generazione fu chiamata ad assumere, senza per altro avere avuto la possibilità di possede-re un’adeguata formazione. Cinque ragazzi nati tra Cinigiano, Monticello e Poggio del Sasso, nella dimensione periferica, pro-vinciale, di un mondo contadino e in parte minerario, cresciuti sotto un regime che certo non favoriva lo sviluppo della capa-cità analitica e critica di ciò che li circondava, ma che tentava di educare al cieco consenso, trovarono in se stessi, o in alcuni casi, nella sofferta esperienza esistenziale di un pensiero diver-so all’interno delle propria famiglia, il coraggio e la forza di un rifiuto. Un rifiuto che si carica di un significato moralmente forte, proprio perché maturato in un contesto in cui ogni guida etico-religiosa era assente, ogni valore era stato negato.Così si dipanano sotto i nostri occhi le vicende di Pasquale Cherubini, Zeno Aluigi, Aladino Dari, Leonida Antonelli e Aroldo Colombini, si intrecciano e si distinguono ognuna nella propria insopprimibile peculiarità, come le voci di un canto polifonico, a descrivere la complessità di una vicenda che vide il nostro Paese sconvolto dalla guerra civile e tutta l’Europa divampare

sotto il fuoco incrociato del Nazismo e del Fascismo.Infatti, mentre Pasquale, Zeno e Aladino indossando una di-visa, immediatamente dopo l’8 settembre del ‘43, venivano fatti prigionieri e, per il loro rifiuto di arruolarsi nell’esercito della Repubblica di Salò, diventavano schiavi di Hitler e ve-nivano impiegati nelle industrie belliche germaniche “a costo zero”, Leonida e Aroldo sceglievano la lotta, aderendo alla Re-sistenza qui in Maremma. Gli uni e gli altri pagarono di persona un incredibile tributo di sofferenza per il coraggio della loro scelta: le loro voci ci rac-contano di una vita segregata, sofferta, ci raccontano la fame, le angherie subite come internati militari, ci raccontano gli ar-resti, la paura, le persecuzioni, le fughe e i rastrellamenti come resistenti: per tutti, ci raccontano il tempo della gioventù negata.Aroldo e Leonida ci aiutano, poi, a far luce su alcuni aspet-ti delle morti del Capitano Roderik e del Tenente Gino, dei quali restituiscono il vivido ricordo, coinvolti com’erano, nella lotta di liberazione nelle campagne di Cinigiano, Sasso, Montecucco, Murci e Cana.Ecco che il documento filmico si fa straordinario, unico e uni-sce alla dimensione umana e civile delle diverse esperienze di vita, la dimensione di incredibile testimonianza storica inserita in un adeguato contesto di più ampio respiro. Con l’ausilio di documenti dell’epoca di foto e di spezzoni di filmati storici, la tragedia dei singoli assume le forme di ciò che veramente è sta-ta: una tragedia di popoli, nel più grande scenario della guerra italiana, europea e mondiale.Per ricostruire la dimensione corale dell’esperienza bellica cer-cando di dare corrette chiavi interpretative agli eventi storici sono state accolte le più recenti letture fornite dagli studiosi, nell’intento di fornire un importante mezzo didattico, che grazie al linguaggio delle immagini, alla magia della musica, ai toni schietti ed emotivamente coinvolgenti del parlato e del raccon-to, possa essere utilizzato nel dialogo educativo con le nuove generazioni. La fruibilità didattica è forse l’obiettivo più importante di questo modo di comunicare la scienza storica, lontano dalla retorica, dai formalismi e dalle accademie, attraverso i linguaggi più vici-ni alla sensibilità comune ed adatto ad una più ampia diffusio-ne, come sinceramente ci auguriamo.

Aladino mentre racconta dal filmato

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SEGNALI DI FUMO...e d’arrostodi Massimo Fabiani

Nel periodo Amministrativo appena trascorso in qua-lità di Assessore mi sono occupato di alcune mie vecchie fisse legate alla segnaletica. E visto la ne-

cessità è sta realizzata la nuova segnaletica d’ingresso al territorio Comunale e quella alle porte dei centri urbani. I no-stri cartelli erano decisamente datati, alcuni in pessimo stato di conservazione, altri superati anche dalle norme del codice della strada. Ricontrollati, con la collaborazione dell’ufficio tec-nico, i confini, sia del territorio, sia dei perimetri urbani, siamo passati alla realizzazione dei cartelli. In realtà il codice della strada non lascerebbe molto alla fantasia e si limiterebbe a ri-chiedere un cartello per ambo gli ingressi citati della massima semplicità, la sola scritta del nome del Comune o del paese per quelli d’ingresso nello spazio urbano. Se per gli ingressi ai paesi siamo stati decisamente ligi, piccola eccezione l’ag-giunta di Castel su quello di Porrona invece della semplice e più regolare, ma sicuramente meno turistica e meno prestigio-sa scritta Porrona. Per quei cartelli d’ingresso al territorio co-munale siamo un tantino usciti dal ligio codice, aggiungendo separatamente al nome del comune la parte che indica l’ap-partenenza al territorio alle associazioni di rilevanza nazionale come Città del Castagno, Città dell’Olio e Città del Vino e il nome del paese Francese con noi gemellato Montcuq anche se scritto con una c e una q posposte. Non per dimenticanza ma perché non ancora definiti certi atti, non si è potuto indicare la regione del Chiopos della Repubblica Ceka anch’essa con noi gemellata. Come senza dubbio avrete notato anche co-muni confinati non sono stati proprio ligi al codice anzi c’è chi ha fatto dei veri cartelli promozionali o chi delle “giunte” con cartelli di dimensione anche diverse. Diciamo che questa è una di quelle ciambelle venute quasi bene e chi arriva nel no-stro territorio può avere immediatamente una buona immagine e sapere per il quale esso è vocato. Battaglia più dura se non ardua è stata quella di avere cartelli indicativi il nostro territorio sia per chi proviene da Roma sia per chi arriva dal Nord. Per le indicazioni che da Grosseto Sud indicano Scansano e poi Cinigiano e ancora Cinigiano è sta-to abbastanza facile, ne mancava solo uno. Per la Grosseto Siena è sta una battaglia di competenze fra Anas e Provincia con smarrimenti di cartelli inviati in un cantiere del Nord e mai ritrovati. Per la rotatoria all’uscita dalla Senese nei pressi del Centro Commerciale “Il Gretano” si racconta che il cartello sia stato rubato appena installato. Conservo gelosamente la cartellina con tutte le date e le promesse di come e con chi avevo preso contatti; alla fine dopo aver preso per sfinimento il dirigente Anas regionale mi ha detto …”dimmi come faresti” e allora con la stretta collaborazione di Fabrizio in particolare e degli altri suoi colleghi Vigili Urbani, armati di macchina fo-tografica prima e di computer poi abbiamo inviato l’elaborato, che incredibilmente, rispettando i tempi tecnici promessi, ha trovato la sua realizzazione, così sia per i turisti sia per chi deve raggiungerci per motivi di lavoro il loro compito sarà facilitato. Rimanendo sempre nella segnaletica avevo ancora una fissa da soddisfare e appena si è presentata l’occasione mi sono impegnato, con la piena condivisione dell’Amministrazione,

alla realizzazione di un paio di cartelli urbani che indicano una via e una piazza. Non so se ci fate mai caso ma in giro si vedo-no, anche nel nostro territorio, cartelli di vie o piazze con nomi di luoghi o nomi propri scritti tutti in minuscolo e nomi di per-sonaggi che è piuttosto arduo comprendere chi fossero per meritare una intitolazione di una via. A tal proposito significati-vo l’episodio di cui è stato protagonista un ragazzino Emilia-no che ha scritto al sindaco rimproverandolo per avergli fatto prendere un brutto voto a scuola, perché la maestra gli aveva corretto alcuni nomi propri come “giovanni pascoli “ scritto senza le iniziali maiuscole e che il ragazzino, abitando nella via intitolata al poeta, tutti i giorni vede il cartello e allora la facile conclusione “… anche il sindaco sbaglia se scrive le iniziali “piccine”. In effetti sulla Circolare del Ministero dei Lavori Pub-blici datata 1974 relativa alla Segnaletica Urbana, c’ha messo del suo con qualche dicitura forviante, ma con un po’ di sem-plice logica ci si doveva arrivare, senza impestare tutta Italia di cartelli che non rispettano le più elementari regole della nostra lingua. Credo che occorra rispetto quando vie luoghi o piaz-ze sono intitolate a personaggi o avvenimenti. E così penso non costi molto seguire le regole del corretto Italiano evitando scritte come: via “a. fanfani” oppure quelle come “mario rossi”, classico esempio di nome proprio, ma decisamente comune come diffusione, che se non integrato con altri dati tipo le date di nascita e morte e la professione o ruolo sociale non solo non si rende merito al soggetto e non si rispetta la volontà di una comunità che ha voluto ricordare un personaggio o un evento ma nel caso specifico non si capisce neppure quale Mario Rossi sia: lo storico calciatore, il musicista, il vescovo, il fumettista o il meno adatto per avere una via a suo nome il terrorista ?. Credo che anche una semplice intitolazione di una via o di una piazza possa essere sempre buon viatico culturale e un immediato motivo per accrescere o conoscere la storia di un luogo. Allora per intendersi: nome e cognome rispettando le regole della lingua e descrizione del ruolo o della profes-sione e data di morte e nascita se si tratta di personaggi. E con altrettanta attenzione se si tratta di luoghi o periodi sto-rici, esempio la piazza di Santa Rita, appena definitivamente trasferita al patrimonio Comunale. Come deciso da tempo si dovrebbe chiamare Piazza Ente Maremma e a integrazione “riforma fondiaria 1953”. Con la speranza che questa piccola attenzione possa essere condivisa vi preannuncio che stiamo preparando una ricerca molto interessante e particolarmente curiosa sulla storia delle intitolazioni delle nostre vie e piazze, se avete qualche notizia in merito da darci fatecelo sapere.

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TEMPO DI GITE E PEREGRINAGGIAl Santuario della Madonna di Montenero e al “Crocione”di Danilo Tassi

1973 La leva del 1923 si riunì per festeg-giare i loro primi cinquant’anni.

prima fila dall’alto: Cherubini Pasquale, Tiberi Parisio, Ceni Alfonso, Galloni Zelin-do, Bramerini Anelito, Angelini Ilio, Tassi Nello, Pasolini Carlo, Ceccantini Walter.seconda fila: Bisconti Lido, Pieri Egi-dio, Giannetti Giuseppa, Boscagli Ver-miglia, Turbanti Zita, Ferrini Zoe, Galassi Amabile,Loli Prisca, Lozzi Vittorina, Sani Gina, Corridori Assunta, …, Dominici Fi-dalma.

La foto non siamo riusciti a datarla, sicuramente potrebbe essere stata scattata negli anni a seguire la sua seconda inaugurazione avvenuta nel 1946, intorno agli anni 50. In quegli anni e anche nei seguenti il crocio-ne simbolo della Cristianità amiatina fu meta ambita. L’allegra compa-gnia sembra abbia affrontato il viaggio con uno o due camion per raggiungere il “Crocione”meglio conosciuto come Monte Amiata.

In prima fila da sinistra: Pio Canuti, Andrea Jaquier, Anselmo Vagaggini,

Vincenzo Bovini detto Cenciacchia, Severino Tenerini, Sunta Lanzini, Giovanni Carlo Pastorelli detto Lelle, Profilio Lorenzini, Osaldo Galassi,

Armida Tenerini, Beppino Baccani, Mario Carlo Lorenzini. Dietro, in alto da sinistra: Bisio Ceroni, Bruno Ricci, Mario Galassi detto

Carnevale, Ettore Spampani detto Baracca, Sandro Pieri, Carlo Pasolini, … … .

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IL LOCIOC’era una voltadi Giulia e Massimo Fabiani

L’idea di parlare del locio o papero, come dir si voglia, era da tempo segnata sui nostri appunti, poi dopo la visita a Romilde, protagonista in questo numero

della rubrica Profili, l’argomento ha suscitato in noi ulteriori interessi. Il locio, come l’agnello, erano fra quegli animali sacrificali al rito della “Tribbiatura” o alla “Macchina”, come si diceva. Tanto che la loro vita era ben programmata dalla fecondazione alla padella e così i nostri amici dopo essere stati ben accuditi per tutto l’anno “a macchina piazzata” andavano al loro destino. Del papero, come del resto si dice comunemente anche del maiale, non si butta niente e così si usa ogni sua parte: per farne carne da brodo, per l’arrosto, per il sugo, un tempo particolarmente ricco dei suoi “dentrami”, e anche il collo che si può far ripieno. Nelle province a noi vicine, Siena, e in particolare Arezzo, il locio ricopre all’interno della gastronomia un ruolo importante; è ancora presente nei piatti quotidiani, o in occasioni delle così dette “feste raccomandate”, e nei menù di molti ristoranti, specialmente con il “sugo” per condimento di pici o pappardelle, per non citare le molte feste e sagre a lui dedicate. Cosa decisamente diversa nel nostro territorio, dove è quasi scomparso dalle nostre tavole e anche nei menù dei ristoranti non trova molto spazio, se non in occasioni particolari. Cercando di recuperare qualcosa della nostra tradizione gastronomica, legata al papero veniamo a proporvi il più classico fra i sughi di locio.

Ingredienti per condire un chilo di pici, gnocchi, tagliatelle, pappardelle o di nostri maccheroni.4 cucchiai di olio extravergine di oliva, 1 carota tritata, 1 costa di sedano tritata, 1 cipolla tritata,un mazzetto con salvia, alloro e rosmarino legati insieme, 1 papero di circa tre kg, 1 bicchiere di vino rosso, sale, 1 kg di pomodori pelati e passati, 2 cucchiai di concentrato di pomodoro, 2 cucchiai di prezzemolo e basilico tritati.

Preparazione Pulite il papero, spellatelo e toglietegli tutto il grasso, metten-dolo da parte. Dopo averlo disossato tagliate il papero a pez-zetti (c’è chi usa solo petto e cosce) e passatene la metà nel tritacarne oppure utilizzate la vecchia mezza luna per far pezzetti più piccoli possibile.

In un tegame capiente fate rosolare il trito di carota, sedano, cipolla e un mazzetto con salvia e rosmarino. Quando le ver-dure sono ben rosolate, aggiungete il grasso, messo da par-te, del papero in molti al posto del suo grasso usano anche il classico “gotino” di maiale e continuate a rosolare.

A questo punto unite nel tegame ai pezzi di papero la carne macinata e fate rosolare anche questa a fuoco vivo finché ri-sulti ben colorita. Sfumate, quindi con il vino rosso e regolate di sale.

Aggiungete al sugo i pomodori pelati e passati, il concentrato di pomodoro, sciolto in due cucchiai di acqua calda, e amal-gamate il tutto. Portate a cottura il sugo, per almeno tre ore a tegame coperto. A cottura ultimata cuocete la vostra pasta e condite.

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Fadda Sofia di Francesco e Enza Pazzaglianata a Grosseto il 15. 5. 2014Pod. San Raffaele Porrona

Cesarini Niccolòdi Paolo Cesarini e Francesca Gennarellinato a Grosseto l’8. 5. 2014Piazzale Don Luigi Sturzo, 18 Cinigiano

Kamberoglu Muhammet Mustafadi Adem k Kamberoglu e Hanimnato a Grosseto l’11. 5. 2014Via Botroncupo, 20 Cinigiano

Suke Adeladi Suke Semaudin e Eldinanata a Grosseto il 16. 6. 2014Largo Tre Case, 1 Poggi del Sasso

Ligas Lauradi Alessandro e Letizia Simoninata a Grosseto il 4. 3. 2014 Belfast - Irlanda

DIAMANTE AI POGGIVilmaro e Nada un amore che dura da 60 anni!di Giulia Fabiani

In questo numero i fiori d’arancio si spostano ai Poggi del Sasso, e ci viene inviata da una nostra lettrice nonché nipote dei due “Sposini”. Noi contri-buiamo al confezionamento della “torta”. Vilmaro Rossi e Nada Niccoli,

giovani fidanzatini, dopo circa un anno e mezzo di fidanzamento giunsero a nozze il 20 febbraio del 1954. Fu una giornata fredda, tanto che si mise anche a nevicare e ironia della sorte, per colpa della neve il fotografo non si presentò all’evento, lasciando gli sposini senza un ricordo di uno dei giorni più importanti della loro vita. Un giorno memorabile e una sposa deliziosa, con i suoi sedici anni, indossava un tailleur grigio, che per l’occasione venne confezionato dalla sorella Niccola e un bel cappotto nero; lo sposo in classico completo nero come da tradizione. Il pranzo, come di usanza, venne fatto a casa della posa, anche perché la mamma era una cuoca provetta! Glia anni sono passati, la famiglia si è allargata sono nati due figli e da loro tre nipoti e due bisnipoti, con i quali hanno festeggiato le loro Nozze di Diamante, ma questa volta niente neve ma soprattutto..tante foto! Congratulazioni da tutta la redazione di fatti nostri!!!

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Page 19: FN Luglio 2014

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PASSATODa nascondere o da ricordare

di Massimo Fabiani

L’ultimo quesito, suggerito da Ila-ria, davo per scontato che alme-no a Cinigiano fosse facilmente

svelato, non è andata proprio così … anzi, anche chi vi abita proprio davanti, am-mette di averlo notato, ma non aver ben compreso cosa fosse.. diamo colpa agli occhiali, oppure al lavoro di chi era inter-venuto per toglierne ogni traccia. Stiamo

parlando di una sorta di quadro raffigurante uno stemma, rea-lizzato su sasso “Peperino”, sicuramente proveniente dalla vici-na Amiata. E’ una pietra scolpita in unico pezzo, cornice e figura centrale apposto sul “Muraglione” di via Roma. Per essere più precisi possiamo dire che la nostra scultura è in pratica davanti alla Farmacia, anche se occorre alzare un tantino il naso, “tanto gli occhi ti vengono dietro”, per vederla meglio. Il Muraglione è sicuramente una delle opere più imponenti lasciate dal Ven-tennio Fascista sul nostro territorio, costruito principalmente per sostenere le abitazioni sovrastanti. In effetti il suo lavoro lo ha fatto e lo sta facendo, ha resistito ai bombardamenti della guer-ra e ne porta tuttora qualche segno, è scampato alla Frana del 1961 e ora da tempo sta “sudando” per svolgere il proprio rigo-roso dovere. Credo che una ricerca più precisa potrebbe esse-

re ottimo pane per i “nostri denti”. Il singo-lare e sicura-mente pesante quadro, indica chi ha per-messo di rea-lizzare l’opera architettonica, come usava nel periodo, eccovi allora raffigurato il fascio littorio, simbolo dello Stato Fascista e quel numero romano il XV, è l’anno di co-struzione il quindicesimo anno della nascita dello Stato di Mus-solini, che prendeva come data di inizio la sua salita al potere, il giorno successivo a quello della Marcia su Roma avvenuta il 28 ottobre del 1922. Dunque il primo anno terminava il 29 ottobre del 1923 e conti alla mano possiamo dire che la realizzazione del Muraglione è avvenuta nel 1937. Purtroppo, e non per la caduta del regime. Ma perché è sempre discutibile se sia giu-sto o meno cancellare le tracce del passato, come in questo caso, dove uno scalpello ha provveduto a asportare parte del-la figura interna della quale se ne intravedono appena i tratti. Avanti un’altra immagine e un altro quesito e vediamo se siete preparati.

Ging

illan

do

DDTIl rischio di

essere una moscadi Massimo Fabiani

Che ..fatti nostri nasca e viva sulla strada potrebbe non essere particolarmente edificante, comunque: di verità trattasi, così davanti a un gelato e a un

aperitivo alla gelateria del Tognotti … lo so che il nome ce l’ha: Gelateria Il Cigno; Gino raccontava ai presenti, solle-citato da Giulia, delle simpatiche battute di Delvino. Perso-naggio con una simpatia spiccata e ereditaria più volte musa ispiratrice di questa rubrica. L’episodio racconta che, in quel periodo il nostro Delvino appena ‘ngollato l’ultimo boccone della cena sia alzava e usciva quasi tutte le sere per andare a caccia di avventure con gli amici o al bar a “spaccare” carte o a farsi qualche “pretto”. Magari usciva un po’ in punta di piedi ma la santa moglie, che fra i tanti pregi vantava anche quello del buon udito, lo richiamava sempre, un po’ per aver le “scarpe strette”, un po’ per la paura del bicchiere di trop-po: “Esci? anche ‘sta sera? Vorrei esse una mosca pe’ sa pe’ dove vai?“ Pronta la risposta di Delvino: “E io vorrei esse DDT per rispondeti”.

Semplicemente per i più giovani: Il DDT è un’insetticida molto usato negli anni cinquanta e sessanta, conosciuto per la sua particolare confezione a pompetta. Nome scientifico para-di-clorodifeniltricloroetano, il potente insetticida dal 1978 in Italia ne è proibito l’uso ma fino a pochi anni fa eravamo rimasti fra i produttori per i paesi africani “dove c’è da scegliere se morire prima di malaria o di tumore poi”. Era conosciuto anche con altri nomi commerciali, il più famoso era FLIT anche per la sua canzoncina tradotta dalla sua stessa pubblicità radiofoni-ca Americana che recitava: “Ammazza la vecchia col FLIT ... zum zum“ decisamente poco carina.

Indovinala grillo

E come disse

La prima volta non si dimentica mai, ed io non dimenti-cherò questo Consiglio Comunale di insediamento. Sono certa di ricordare e voglio ricordare perchè da oggi comin-cia una nuova fase per Cinigiano e per tutti noi. Questi cinque anni desidero siano dedicati a cambiare, non avrà senso dire “si è sempre fatto così”. Modificheremo il nostro modo di essere pubblica amministrazione, il sistema di prelievo fiscale, il nostro modo di essere istituzione tra le istituzioni e le relazioni con i cittadini saranno più intense con verifiche con-tinue del nostro operato. Per questo chiedo a tutti i consiglieri eletti di metterci la faccia. Non siete dei numeri, siete persone capaci e qualificate, vi chiedo di portare il meglio di voi stessi, di offrire intelligenza e capacità. Il Comune valorizzerà l’operato di tutti. Io desidero un consiglio comunale visibile e vivo. E’ sacrosanto ricordare che FuturoCinigiano ha vinto le elezioni e ha il mandato dai cittadini per governare 5 anni. Non è un mandato “neutro”, lo abbiamo avuto su un program-ma. Vogliamo fin dai primi passi di questa consiliatura, iniziare ad introdurre dei cambiamenti. Intanto il programma di governo dovrà essere approvato, nel rispetto dello Statuto, attraverso un processo che vorremmo partecipato attivamente dalla cit-tadinanza, oltre che come doveroso da tutti i Consiglieri co-munali. Non si tratta di trasporre semplicemente il programma di mandato della lista, ma nel rispetto dei relativi contenuti e linee essenziali, arricchirlo del contributo costruttivo dei con-siglieri comunali e della cittadinanza per la definizione di azioni e progetti il più possibile vicini alle esigenze reali del territorio e strutturato in maniera appropriata alle risorse disponibili. Un tale modo di procedere comporta un più forte impegno da par-te nostra e soprattutto il reciproco riconoscimento delle forze consiliari, nei diversi ruoli di maggioranza e opposizione, ambe-due coessenziali per il conseguimento del bene comune. Ho chiesto a voi tutti consiglieri di essere protagonisti: Barbagli Giovanni, Bianchini Alice, Ciacci Sara e Balocchi Marco, Bianchi

Francesca, Draghi Alessandra, Garosi Simona, Mazzi Andrea, Sani Sebastiano e Tassi Daniela. I cittadini dovranno riconoscervi perché sarete il tramite più importante e autorevole con questa amministrazione. Sappiate che dovrete correre con continuità e capacità, perché io correrò. Io che sono una dilettante e non una professionista della politi-ca, assolvo all’incarico di sindaco per una forte passione civile, correrò perché ritengo di avere qualcosa in più dei cosiddetti professionisti: il senso della provvisorietà, della temporaneità del ruolo, lo spirito disinteressato di servizio. I cittadini hanno scelto uno stile di comportamento e di relazione, noi governe-remo a modo nostro, nel rispetto delle norme e in un rapporto costante continuo con la popolazione. Confido che il futuro sia libero da schermaglie polemiche. La nostra comunità ha bisogno di tutti noi, di un confronto di merito sulle scelte, di progetti che siano capaci di futuro. Fornire una risposta credibile alla domanda di cambiamento è il compito che ci è stato affidato. Non possiamo perdere tempo! Non dobbiamo perdere tempo! Grata per l’attenzio-ne. Vi rinnovo i miei più sinceri auguri di buon lavoro.

Il sindaco

Intervento del sindaco Romina Sani nel Consiglio d’insediamento del 12 giugno 2014

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La prima volta non si dimentica mai, ed io non dimenti-cherò questo Consiglio Comunale di insediamento. Sono certa di ricordare e voglio ricordare perchè da oggi comin-cia una nuova fase per Cinigiano e per tutti noi. Questi cinque anni desidero siano dedicati a cambiare, non avrà senso dire “si è sempre fatto così”. Modificheremo il nostro modo di essere pubblica amministrazione, il sistema di prelievo fiscale, il nostro modo di essere istituzione tra le istituzioni e le relazioni con i cittadini saranno più intense con verifiche con-tinue del nostro operato. Per questo chiedo a tutti i consiglieri eletti di metterci la faccia. Non siete dei numeri, siete persone capaci e qualificate, vi chiedo di portare il meglio di voi stessi, di offrire intelligenza e capacità. Il Comune valorizzerà l’operato di tutti. Io desidero un consiglio comunale visibile e vivo. E’ sacrosanto ricordare che FuturoCinigiano ha vinto le elezioni e ha il mandato dai cittadini per governare 5 anni. Non è un mandato “neutro”, lo abbiamo avuto su un program-ma. Vogliamo fin dai primi passi di questa consiliatura, iniziare ad introdurre dei cambiamenti. Intanto il programma di governo dovrà essere approvato, nel rispetto dello Statuto, attraverso un processo che vorremmo partecipato attivamente dalla cit-tadinanza, oltre che come doveroso da tutti i Consiglieri co-munali. Non si tratta di trasporre semplicemente il programma di mandato della lista, ma nel rispetto dei relativi contenuti e linee essenziali, arricchirlo del contributo costruttivo dei con-siglieri comunali e della cittadinanza per la definizione di azioni e progetti il più possibile vicini alle esigenze reali del territorio e strutturato in maniera appropriata alle risorse disponibili. Un tale modo di procedere comporta un più forte impegno da par-te nostra e soprattutto il reciproco riconoscimento delle forze consiliari, nei diversi ruoli di maggioranza e opposizione, ambe-due coessenziali per il conseguimento del bene comune. Ho chiesto a voi tutti consiglieri di essere protagonisti: Barbagli Giovanni, Bianchini Alice, Ciacci Sara e Balocchi Marco, Bianchi

Francesca, Draghi Alessandra, Garosi Simona, Mazzi Andrea, Sani Sebastiano e Tassi Daniela. I cittadini dovranno riconoscervi perché sarete il tramite più importante e autorevole con questa amministrazione. Sappiate che dovrete correre con continuità e capacità, perché io correrò. Io che sono una dilettante e non una professionista della politi-ca, assolvo all’incarico di sindaco per una forte passione civile, correrò perché ritengo di avere qualcosa in più dei cosiddetti professionisti: il senso della provvisorietà, della temporaneità del ruolo, lo spirito disinteressato di servizio. I cittadini hanno scelto uno stile di comportamento e di relazione, noi governe-remo a modo nostro, nel rispetto delle norme e in un rapporto costante continuo con la popolazione. Confido che il futuro sia libero da schermaglie polemiche. La nostra comunità ha bisogno di tutti noi, di un confronto di merito sulle scelte, di progetti che siano capaci di futuro. Fornire una risposta credibile alla domanda di cambiamento è il compito che ci è stato affidato. Non possiamo perdere tempo! Non dobbiamo perdere tempo! Grata per l’attenzio-ne. Vi rinnovo i miei più sinceri auguri di buon lavoro.

Il sindaco

Intervento del sindaco Romina Sani nel Consiglio d’insediamento del 12 giugno 2014

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www.comune.cinigiano.gr.it

Il sindaco Romina Sani dal giorno successivo la proclamazione ha compiuto un gesto semplice: LA PORTA COMUNALE SPALANCATA.

DALLE 8.30 ALLE 13.30 TUTTI I GIORNI, IL MARTEDÌ E GIOVEDÌ ANCHE IL POMERIGGIO DALLE 15 ALLE 18,

il Comune di Cinigiano è aperto ai cittadini, non ci sono limiti di accesso al pubblico.

Una prima scelta, concretamente possibile in una comunità piccola, che apre ad un diverso rapporto tra la burocrazia e i rappresentanti dei cittadini.

Le nuove regole della vita municipale prevedono, inol-tre, ogni giovedì mattina la riunione della giunta comu-nale e ogni martedì dalle 9 alle 12 e giovedì dalle 15 alle 18 la possibilità per i cittadini di incontrarsi con sindaco e assessori.

IL COMUNE, POI, SI SPOSTA NELLE FRAZIONI. Dal mese di luglio uno sportello comunale mobile

per i cittadini sarà aperto:OGNI PRIMO LUNEDÌ DEL MESE

- dalle 16.30 alle 18.30 nelle frazioni di Poggi del Sasso, Sasso d’Ombrone, Monticello Amiata, Santa Rita

-dalle 17.30 alle 19.30 a Porrona

OGNI PRIMO SABATO DEL MESE-dalle 16.30 alle 18.30 Castiglioncello Bandini e Piantaverna

Nei “gesti” di riordino e semplificazione è stato avviato uno studio per la creazione di una piattaforma condivisa sul web georeferen-ziale per avere tutte le informazioni, dati più affidabili e aggiornati e immediatamente consultabili tra gli uffici che intreccino i dati del settore urbanistica edilizia, tributi e anagrafe. Contempora-neamente è in programma la rinumerazione civica per costruire banche dati complete ed aggiornate. Tutte azioni per riuscire a dare risposte celeri alle istanze dei cittadini.

Porte aperte AL COMUNE DI CINIGIANO!

2

NEL CONSIGLIO COMUNALE DEL 26 GIUGNO: i gruppi di maggioranza e opposizione hanno nominato i capigruppo: Alessandra Draghi e Giovanni Barbargli

abbiamo nominato i due consiglieri che, insieme al sindaco, rappresenteranno il nostro comune nel Consiglio dell’Unione dei Comuni, sono: Sebastiano Sani per la maggioranza e Giovanni Barbagli per la minoranza

raccolta differenziata: si è avviato un progetto territoriale che include il porta a porta e la differenziata spinta. La giunta dell’unione dei Comuni sta facendo una valutazione dei costi

abbiamo approvato all’unanimità le tre rate per il versamento della TARI (tassa sui rifiuti) nel 2014: 1° rata, di acconto, con scadenza il 31 agosto; 2° rata, di acconto, con scadenza il 31 ottobre; 3° rata, a saldo, con scadenza il 31 dicembre

abbiamo approvato all’unanimità la convenzione con i Comuni di Castel del Piano e Seggiano per la gestione associata del servizio di segreteria comunale

pillole DAL CONSIGLIO

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Il sindaco Romina Sani dal giorno successivo la proclamazione ha compiuto un gesto semplice: LA PORTA COMUNALE SPALANCATA.

DALLE 8.30 ALLE 13.30 TUTTI I GIORNI, IL MARTEDÌ E GIOVEDÌ ANCHE IL POMERIGGIO DALLE 15 ALLE 18,

il Comune di Cinigiano è aperto ai cittadini, non ci sono limiti di accesso al pubblico.

Una prima scelta, concretamente possibile in una comunità piccola, che apre ad un diverso rapporto tra la burocrazia e i rappresentanti dei cittadini.

Le nuove regole della vita municipale prevedono, inol-tre, ogni giovedì mattina la riunione della giunta comu-nale e ogni martedì dalle 9 alle 12 e giovedì dalle 15 alle 18 la possibilità per i cittadini di incontrarsi con sindaco e assessori.

IL COMUNE, POI, SI SPOSTA NELLE FRAZIONI. Dal mese di luglio uno sportello comunale mobile

per i cittadini sarà aperto:OGNI PRIMO LUNEDÌ DEL MESE

- dalle 16.30 alle 18.30 nelle frazioni di Poggi del Sasso, Sasso d’Ombrone, Monticello Amiata, Santa Rita

-dalle 17.30 alle 19.30 a Porrona

OGNI PRIMO SABATO DEL MESE-dalle 16.30 alle 18.30 Castiglioncello Bandini e Piantaverna

Nei “gesti” di riordino e semplificazione è stato avviato uno studio per la creazione di una piattaforma condivisa sul web georeferen-ziale per avere tutte le informazioni, dati più affidabili e aggiornati e immediatamente consultabili tra gli uffici che intreccino i dati del settore urbanistica edilizia, tributi e anagrafe. Contempora-neamente è in programma la rinumerazione civica per costruire banche dati complete ed aggiornate. Tutte azioni per riuscire a dare risposte celeri alle istanze dei cittadini.

Porte aperte AL COMUNE DI CINIGIANO!

2

NEL CONSIGLIO COMUNALE DEL 26 GIUGNO: i gruppi di maggioranza e opposizione hanno nominato i capigruppo: Alessandra Draghi e Giovanni Barbargli

abbiamo nominato i due consiglieri che, insieme al sindaco, rappresenteranno il nostro comune nel Consiglio dell’Unione dei Comuni, sono: Sebastiano Sani per la maggioranza e Giovanni Barbagli per la minoranza

raccolta differenziata: si è avviato un progetto territoriale che include il porta a porta e la differenziata spinta. La giunta dell’unione dei Comuni sta facendo una valutazione dei costi

abbiamo approvato all’unanimità le tre rate per il versamento della TARI (tassa sui rifiuti) nel 2014: 1° rata, di acconto, con scadenza il 31 agosto; 2° rata, di acconto, con scadenza il 31 ottobre; 3° rata, a saldo, con scadenza il 31 dicembre

abbiamo approvato all’unanimità la convenzione con i Comuni di Castel del Piano e Seggiano per la gestione associata del servizio di segreteria comunale

pillole DAL CONSIGLIO

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scuolaSono già stati avviati i lavori di manutenzione straordinaria

per lo spostamento della mensa della scuola primaria nei locali dell’ex centro giovani.

sanità

Conclusi i lavori di manutenzione straordinaria all’ambulatorio di Monticello Amiata

opere pubbliche e viabilità

abbiamo presentato il progetto “rotonde Cinigiano” alla Centrale Unica di Committenza per l’avvio della gara mentre è pronta la gara per la pavimentazione PUM – piano urbano di mobilità – di Sasso d’Ombrone

Informazioni di servizioNUOVO ORARIO DEL CUP

Dal 1 luglio è entrato in vigore il nuovo orario del CUPCentro Unico di Prenotazione - del presidio socio sanitario di Cinigiano

che sarà aperto ogni martedì, giovedì e venerdì dalle 8 alle 12.30

LAVORI IN CORSO

4

Il sindaco conferma la posizione“L’avvio della Valutazione di impatto ambientale (VIA) per un impianto geotermico da collocare nei pressi di Montenero, in Comune di Castel del Piano ci preoccupa. Esprimo con forza la mia contrarietà alla realizzazio-ne di un qualsiasi intervento di sfruttamento geotermico nell’area e il mio appoggio a tutte le azioni politiche che il sindaco di Castel del Piano vorrà promuovere.Impianti di questo tipo contrastano fortemente con la tipologia dell’area e creerebbero un danno alle comunità, alla conservazione del modello di sviluppo fondato sull’agricoltura e il turismo di qualità. La Val d’Orcia e tutte le campagne limitrofe che riguardano anche il territorio di Cinigiano hanno caratteristiche agronomiche e paesaggisti-che speciali, uniche per pregio, che devono essere difese strenuamente a nome di tutta l’umanità.Cinigiano sarà insieme a tutti i Comuni interessati per contrastare qualsiasi opera che preveda lo sfrutta-mento geotermico in questa area. Giovedì 26 giugno ho informato il consiglio comunale su ciò che prevede il programma di VIA e valuterò con i consiglieri tutte le azioni da programmare. I Comuni interessati hanno incaricato un team di esperti per acquisire rapporti specialistici di professionalità non presenti nelle strut-ture dell’Unione dei comuni. Si è avviato un processo partecipativo delle comunità coinvolte attraverso la sollecitazione dei contributi di privati, associazioni e l’attivazione di una campagna informativa ad hoc, oltre l’apertura di un tavolo con Regione Toscana.”

Romina Sani

IMPIANTO GEOTERMICO A MONTENERO�

NOI SIAMO CONTRARI

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scuolaSono già stati avviati i lavori di manutenzione straordinaria

per lo spostamento della mensa della scuola primaria nei locali dell’ex centro giovani.

sanità

Conclusi i lavori di manutenzione straordinaria all’ambulatorio di Monticello Amiata

opere pubbliche e viabilità

abbiamo presentato il progetto “rotonde Cinigiano” alla Centrale Unica di Committenza per l’avvio della gara mentre è pronta la gara per la pavimentazione PUM – piano urbano di mobilità – di Sasso d’Ombrone

Informazioni di servizioNUOVO ORARIO DEL CUP

Dal 1 luglio è entrato in vigore il nuovo orario del CUPCentro Unico di Prenotazione - del presidio socio sanitario di Cinigiano

che sarà aperto ogni martedì, giovedì e venerdì dalle 8 alle 12.30

LAVORI IN CORSO

4

Il sindaco conferma la posizione“L’avvio della Valutazione di impatto ambientale (VIA) per un impianto geotermico da collocare nei pressi di Montenero, in Comune di Castel del Piano ci preoccupa. Esprimo con forza la mia contrarietà alla realizzazio-ne di un qualsiasi intervento di sfruttamento geotermico nell’area e il mio appoggio a tutte le azioni politiche che il sindaco di Castel del Piano vorrà promuovere.Impianti di questo tipo contrastano fortemente con la tipologia dell’area e creerebbero un danno alle comunità, alla conservazione del modello di sviluppo fondato sull’agricoltura e il turismo di qualità. La Val d’Orcia e tutte le campagne limitrofe che riguardano anche il territorio di Cinigiano hanno caratteristiche agronomiche e paesaggisti-che speciali, uniche per pregio, che devono essere difese strenuamente a nome di tutta l’umanità.Cinigiano sarà insieme a tutti i Comuni interessati per contrastare qualsiasi opera che preveda lo sfrutta-mento geotermico in questa area. Giovedì 26 giugno ho informato il consiglio comunale su ciò che prevede il programma di VIA e valuterò con i consiglieri tutte le azioni da programmare. I Comuni interessati hanno incaricato un team di esperti per acquisire rapporti specialistici di professionalità non presenti nelle strut-ture dell’Unione dei comuni. Si è avviato un processo partecipativo delle comunità coinvolte attraverso la sollecitazione dei contributi di privati, associazioni e l’attivazione di una campagna informativa ad hoc, oltre l’apertura di un tavolo con Regione Toscana.”

Romina Sani

IMPIANTO GEOTERMICO A MONTENERO�

NOI SIAMO CONTRARI

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C o n i l p r i m o C o n s i g l i o C o m u n a l e p r e v i s t o p e r g i o v e d ì 1 2 g i u g n o , i n i z i a l a g e s t i o n e d e l S i n d a c o R o m i -n a S a n i . C o m e a b b i a m o d e t t o a n c h e d u r a n t e l a c a m p a g n a e l e t t o r a l e , q u e s t a g e s t i o n e s i c o l l o c a n e l l a c o n t i n u i t à r i s p e t t o a l l e p r e c e d e n t i g e s t i o n i d u r a t e o l t r e 3 5 a n n i . C i a s p e t t a v a m o u n c a m b i a m e n t o e d u n p r o f o n d o r i n n o v a m e n t o e c i d o b b i a m o a c c o n t e n t a r e d e l l ’ e t à a n a g r a f i c a d e l n u o v o s i n d a c o m a n o n c e r t o d e l l a d i s c o n t i n u i t à r i s p e t t o a l p a s s a t o . M a m e n t r e r i s p e t t i a m o i l r i s u l t a t o d e l v o t o e l a m a g -

g i o r a n z a d e i c i t t a d i n i c h e h a n n o p r e m i a t o c o n i l l o r o v o t o q u e s t a p o l i t i c a , c o m e l i s t a c h e s i e d e a l l ’ o p-p o s i z i o n e c o n t r e c o n s i g l i e r i , n o n c i r a s s e g n e r e m o a f a r e l e c o m p a r s e . P e r i l r i s p e t t o d e i t a n t i c i t t a d i n i

c h e c i h a n n o d a t o l a l o r o f i d u c i a , a s s o l v e r e m o n e l m i g l i o r e d e i m o d i i l r u o l o d i o p p o s i z i o n e c o n i m p e g n o e d e t e r m i n a z i o n e c o n t r a r i a m e n t e a q u a n t o è a v v e n u t o f i n o a d o g g i a l C o m u n e d i C i n i g i a n o , a l r i g u a r d o l ’ e s p e r i e n z a e l e c a p a c i t à d e i n o s t r i c o n s i g l i e r i s a r a n n o m e s s e a l s e r v i z i o d e g l i i m p e g n i c h e c i p r e n d e r e m o . P a r t i a m o a l l o r a d a g l i o b i e t t i v i c h e c i s i a m o d a t i n e l n o s t r o p r o g r a m m a e l e t t o r a l e e d i n c a l z e r e m o l a G i u n t a e l a m a g g i o -r a n z a s u t e m i q u a l i : l a t r a s p a r e n z a , l ’ a s c o l t o , l a p a r t e c i p a z i o n e , i l s o s t e g n o a i s e t t o r i q u a l i f i c a n t i d e l n o s t r o t e r r i t o r i o e c c .P e r n o n f a r c i m a n c a r n i e n t e e p e r e s s e r e c o e r e n t i c o n n o i s t e s s i e g l i s t e s s i n o s t r i e l e t t o r i , a b b i a m o g i à d e p o s i t a t o a g l i a t t i d e l C o m u n e p e r s o t t o p o r l i a l l a d i s c u s s i o n e d e l C o n s i g l i o C o m u n a l e d u e o r d i n i d e l G i o r n o , u n a i n t e r r o g a z i o n e e u n a m o z i o n e s u a r g o m e n t i c h e s o n o s t a t i o g g e t t o d e l l a c a m p a g n a e l e t t o r a l e . ( R i c h i e s t a d i t r a s p a r e n z a s u g l i a t t i c h e h a n n o i n t e r e s s a t o l a q u e s t i o n e g e o t e r m i a , e l e m e n t i c o n o s c i t i v i s u l l a v i c e n d a d e l “ c a p a n n o n e d i S a n t a R i t a , i s t i t u z i o n e d e l G a r a n t e d e i d i r i t t i d e i c i t t a d i n i , q u e s t i o n e m o r a l e ) .P r e l i m i n a r m e n t e a d o g n i d i s c u s s i o n e c h e f a r e m o i n c o n s i g l i o c o m u n a l e c h i e d i a m o c h e l a G i u n t a e I L C o n s i g l i o s i e s p r i -m a n o s u l l a q u e s t i o n e m o r a l e i n t e n d e n d o d i r a f f o r z a r e l a c r e d i b i l i t à d e l l ’ a z i o n e c h e s i a m o c h i a m a t i a s v o l g e r e c o m e m a g -g i o r a n z a e o p p o s i z i o n e s u l l a v e r i f i c a d i l e g i t t i m i t à e d i c o r r e t t e z z a d e g l i a t t i a s s u n t i n e g l i u l t i m i 1 5 a n n i d e l l a g e s t i o n e d e l n o s t r o c o m u n e . D a q u e s t a v e r i f i c a n o i c r e d i a m o c h e e s c a r a f f o r z a t a a n c h e l ’ a z i o n e d e i p r o s s i m i c i n q u e a n n i , n o n s o t t r a e n d o c i a r i c o r r e r e a l l a a u t o r i t à c o m p e t e n t e i n c a s o d i n o n a c c o g l i m e n t o d e l ’ o r d i n e d e l g i o r n o . M o l t e i n f a t t i s o n o s t a t e l e c r i t i c h e d e i c i t t a d i n i c h e a b b i a m o i n c o n t r a t o n e l l a c a m p a g n a e l e t t o r a l i s u d e c i s i o n i u r b a n i s t i c h e , c o n c e s s i o n i , a u t o r i z z a z i o n i d a t e e n e g a t e e c c . Q u e s t o l o a b b i a m o d e f i n i t o u n i m p e r a t i v o m o r a l e d a l q u a l e n o n p o s s i a m o c o m e m a g-g i o r a n z a e d o p p o s i z i o n e s o t t r a r c i .C o m e L i s t a C i v i c a A / g e n t e c o m u n e r i t e n i a m o c h e q u e s t o s i a i l m o d o m i g l i o r e p e r r i n g r a z i a r e i t a n t i c i t t a d i n i c h e c i h a n n o d a t o l a l o r o f i d u c i a !

S i n t e s i d e l l a v o r o f a t t o a l C o n s i g l i o C o m u n a l e d a l g r u p p o A / g e n t e c o m u n e

I l g r u p p o A / g e n t e c o m u n e h a p r e s e n t a t o i s e g u e n t i a t t i a l C o n s i g l i o C o m u n a l e d e l 6 g i u g n o 2 0 1 4

A r g o m e n t o e s i t o

O r d i n e d e l g i o r n o s u l l e q u e s t i o n e m o r a l e n e l c o m u n e d i C i n i g i a n o r e s p i n t oO r d i n e d e l G i o r n o s u l l a c o s t i t u z i o n e d e l G a r a n t e d e i c i t t a d i n i r e s p i n t oO r d i n e d e l g i o r n o : a t t i v a z i o n e c o n s u l t e o b b l i g a t o r i e r e s p i n t oM o z i o n e : a t t i v a z i o n e f o n t a n e l l i a c q u a r e f r i g e r a t a n a t u r a l e e g a s s a t a r e s p i n t aM o z i o n e : a v v i o d e l l a r a c c o l t a d i f f e r e n z i a t a r e s p i n t aM o z i o n e : m a n u t e n z i o n e o r d i n a r i a e s t r a o r d i n a r i a s t r a d e c o m u n a l i r e s p i n t aI n t e r r o g a z i o n e s u l l e v i c e n d e d e l c a p a n n o n e d i S . R i t a r e s p i n t a

I l C a p o G r u p p o d e l l a L i s t a C i v i c a A / g e n t e c o m u n e a l C o n s i g l i o C o m u n a l e d i C i n i g i a n o D r . G i o v a n n i B a r b a g l i

CON LA GESTIONE DEL SINDACO

Romina Sani inizia anche l’attività di opposizione da parte della Lista Civica A/gentecomune

Page 27: FN Luglio 2014

6

7

1 2 3 4Cinigiano Monticello Amiata Sasso d'Ombrone Porrona

684 434 487 376 1.981                              543 321 370 311 1.545                              

79,39% 73,96% 75,98% 82,71% 77,99%

voti 2 2 4 0 8

% 0,41% 0,68% 1,15% 0,00% 0,56%

voti 95 43 74 36 248

% 19,31% 14,63% 21,20% 12,04% 17,29%

voti 52 12 16 15 95

% 10,57% 4,08% 4,58% 5,02% 6,62%

voti 2 0 0 0 2

% 0,41% 0,00% 0,00% 0,00% 0,14%

voti 15 18 17 10 60

% 3,05% 6,12% 4,87% 3,34% 4,18%

voti 16 9 12 7 44

% 3,25% 3,06% 3,44% 2,34% 3,07%

voti 19 19 10 8 56

% 3,86% 6,46% 2,87% 2,68% 3,91%

voti 0 3 0 0 3

% 0,00% 1,02% 0,00% 0,00% 0,21%

voti 59 31 40 41 171

% 11,99% 10,54% 11,46% 13,71% 11,92%

voti 1 1 0 0 2

% 0,20% 0,34% 0,00% 0,00% 0,14%

voti 231 156 176 182 745

% 46,95% 53,06% 50,43% 60,87% 51,95%

voti 25 14 12 6 57% 4,60% 4,36% 3,24% 1,93% 3,69%voti 26 13 9 6 54% 4,79% 4,05% 2,43% 1,93% 3,50%

Fonte: Servizio Elettorale Comune di Cinigiano

Schede Bianche

Schede Nulle

COMUNE DI CINIGIANO (Provincia di Grosseto)

ELEZIONI EUROPEE 25 MAGGIO 2014Sezione

Ubicazione seggioNumero iscritti nelle liste elettorali

Votanti alla chiusura definitiva dei seggi% votanti

Voti di lista in tutte le sezioni compresi

quelli contestati e provvisoriamente 

assegnati

TOTALE

1.434                              votiTotale dei voti di lista attribuiti, compresi i contestati e provvisoriamente assegnati 492 294 349 299

ELEZIONI Europee

Page 28: FN Luglio 2014

8

ELEZIONI Amministrative

1 2 3 4Cinigiano Monticello Amiata Sasso d'Ombrone Porrona

696 445 500 380 2.021 551 323 378 313 1.565

79,17% 72,58% 75,60% 82,37% 77,44%

voti 318 107 225 156 806

% 60,80% 34,41% 62,85% 50,49% 53,70%

Preferenze 84 3 4 21 112

Preferenze 11 2 6 9 28

Preferenze 7 0 37 5 49

Preferenze 21 26 1 0 48

Preferenze 6 0 13 7 26

Preferenze 1 0 7 2 10

Preferenze 2 0 45 2 49

Preferenze 13 0 6 0 19

Preferenze 17 38 3 20 78

Preferenze 16 3 0 19 38

voti 205 204 133 153 695

% 39,20% 65,59% 37,15% 49,51% 46,30%

Preferenze 26 0 0 0 26

Preferenze 8 18 6 52 84

Preferenze 20 6 33 40 99

Preferenze 0 24 0 0 24

Preferenze 0 5 21 0 26

Preferenze 8 8 0 0 16

Preferenze 9 16 19 3 47

Preferenze 10 1 1 9 21

voti 11 5 5 1 22% 2,00% 1,55% 1,32% 0,32% 1,41%

voti 17 7 15 3 42% 3,09% 2,17% 3,97% 0,96% 2,68%

Sani Sebastiano

AGENTE COMUNE Candidato Sindaco

BARBAGLI GIOVANNI

Anselmi Antonio

Totale dei voti di lista attribuiti, compresi i contestati e provvisoriamente assegnati 523 311 358 309

Balocchi Marco

Bianchi Francesca

Draghi Alessandra

Garosi Simona

Donati Guido

% votanti

Voti di lista in tutte le sezioni compresi

quelli contestati e provvisoriamente

assegnati

TOTALE

Lorenzetti Marco

Tassi Daniela

Pieraccini Luisella

Torresi Rebecca

Tucci Serena

#FUTURO CINIGIANO Candidato Sindaco

ROMINA SANI

Micheloni Rossella

Martorelli Stefania

Mazzi Andrea

Vaccaro Fabio

Fonte: Servizio Elettorale Comune di Castel del Piano

Schede Bianche

Schede Nulle

Bianchini Alice

Ciacci Sara

1.501 voti

COMUNE DI CINIGIANO (Provincia di Grosseto)

ELEZIONI COMUNALI 25 MAGGIO 2014

SezioneUbicazione seggio

Numero iscritti nelle liste elettoraliVotanti alla chiusura definitiva dei seggi

Per informazioni, nuovi allacciamenti, contratti e altri servizi commerciali: da telefono fisso NUMERO VERDE 800 887 755 da telefono mobile 199 114 407

8

Page 29: FN Luglio 2014

8

Bar SportVia Circonvallazione 4/6 - CINIGIANO - tel. 0564 993588

Pizzeria da asporto • Gelateria • Paninoteca Buffet freddo • Primi piatti caldi

Area fumatori

8

Page 30: FN Luglio 2014

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di Carlo e BeppinoPistolesi

Ging

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ORIZZONTALI:1.La professione della mamma di Letizia simonini e mo-glie di Renato, detto alla cinigianese; 9.Tipo di pettinatura che negli anni settanta avevano Bilio e il Filoni; 13.Nome del babbo di Carlo e Claudio, marito di Alba, che fu fabbro di Porrona; 14.Nome della zia del “Pec-cianti” che gestiva il bar della Locanda “La Posta”; 16.Una delle squadre di Madrid; 18.Diminuitivo del nome della moglie del “Bersaglierotto”; 19.La professione della Dottoressa Zingoni; 21.Le hanno in comune ... la nutella e la frolla; 22.Uno lo ha “sfornato” recentemente Gina Cero-ni; 23.storico autista della RAMA, figlio di Maggiore; 24.Rime ... pari; 25.Il poema epico di Virgilio; 27.Nota Bene; 28.La marca del distributore del Piazzale negli anni 60/70 che lo gestiva il marito del 18 orizzontale; 29.Nome di “Piombo” o del babbo di Massimo della Crocina; 30.Tribu-nale Amministrativo Regionale; 31.Il tipico sketch cinigianese, che ebbe il più divertente interprete in Giovannino Dari; 33.Nome della nonna di “spillo”; 35.Quella della Pro Loco è al Piazzale; 36.Iniziali dell’attrice Gwendoline Yeo; 37.Nella frase ...e nella base; 39.Iniziali del citto del “Pulo”; 40.Imparala... e poi mettila da parte; 43.Nome del glorioso capi-tano del Monticello Calcio; 46.Vi si producono il “Lombrone” ed il “Rigo-leto”; 50.soprannome di Novissima, Moglie del “Papi”; 51.Cognome del nuovo sindaco di Cinigiano.

VERTICALI:1.Altro nome dell’ “Imbocchino”, colui che infilava le spi-ghe del grano nella trebbiatura a fermo; 2.Nome del Marito di Giannina; 3.Nome della moglie di Reale Tassi, o fede nuziale; 4.si trovano nel cen-tro ... della scarica; 5.sigla della Provincia dell’indimenticato Licurgo; 6.Nome di una delle citte di “Paolaccio”; 7.sfilano per la festa dell’uva; 8.Nome del figlio maggiore di Pastorelli Agide; 10.Nome della primoge-nita di savina del forno; 11.Non sempre lo è il maltolto; 12.sono pari ... nel Cobalto; 15.Iniziali dell’ultimo “sor Gino” e di sua figlia; 17.Motoretta che faceva concorrenza alla Vespa, o soprannome del terzino fluidifi-cante degli amatori anni ’80; 19.A Cinigiano si dice quando ci si è andati vicino e gli si è fatta ...; 20.Le prime lettere del soprannome del fratello di “Calore”; 22.Il Philippe reso famoso dal personaggio di Yanez nello sceneggiato televisivo “sandokan”; 26.Nome della Figlia di serenella di Monticello; 27.Nome della moglie di Benito “Fontaniere”; 28.Nome del marito di Assuntina del sauli; 30.Pronome personale alla 2^ persona singolare con funzione di complemento (sembra chissachè ma poi ... è ’na bischerata); 32.Nome del figlio della “Gazzetta”; 34.Il vero nome del babbo di Enrico Brogi; 38.Ci lavoravano gli stradini; 41.stola ... senza capo ne coda; 42.Diminuitivo del figlio più grande del Lucattini Alessan-dro; 43.Al centro ... della cresta; 44.Era funesta quella del Pelide Achille, quello dell’Iliade, no quello delle “Baracche”; 45.si trovano ... sia nelle moine che in collina; 47.Iniziali del mitico difensore del Cinigiano anni ’70, al secolo “il Bati”; 48.In mezzo ... al Tamigi; 49.Iniziali di “Manicco”.

CRUCINIGIANO

ORIZZONTALI:1.La professione della mamma di Letizia Simonini e moglie di Renato, detto alla cinigianese; 9.Tipo di pettinatura che negli anni settanta avevano Bilio e il Filoni; 13.Nome del babbo di Carlo e Claudio, marito di Alba, che fu fabbro di Porrona; 14.Nome della zia del “Peccianti” che gestiva il bar della Locanda “La Posta”; 16.Una delle squadre di Madrid; 18.Diminuitivo del nome della moglie del “Bersaglierotto”; 19.La professione della Dottoressa Zingoni; 21.Le hanno in comune ... la nutella e la frolla; 22.Uno lo ha “sfornato” recentemente Gina Ceroni; 23.Storico autista della RAMA, figlio di Maggiore; 24.Rime ... pari; 25.Il poema epico di Virgilio; 27.Nota Bene; 28.La marca del distributore del Piazzale negli anni 60/70 che lo gestiva il marito del 18 orizzontale; 29.Nome di “Piombo” o del babbo di Massimo della Crocina; 30.Tribunale Amministrativo Regionale; 31.Il tipico sketch cinigianese, che ebbe il più divertente interprete in Giovannino Dari; 33.Nome della nonna di “Spillo”; 35.Quella della Pro Loco è al Piazzale; 36.Iniziali dell’attrice Gwendoline Yeo; 37.Nella frase ...e nella base; 39.Iniziali del citto del “Pulo”; 40.Imparala... e poi mettila da parte; 43.Nome del glorioso capitano del Monticello Calcio; 46.Vi si producono il “Lombrone” ed il “Rigoleto”; 50.Soprannome di Novissima, Moglie del “Papi”; 51.Cognome del nuovo Sindaco di Cinigiano. VERTICALI:1. Altro nome dell’ “Imbocchino”, colui che infilava le spighe del grano nella trebbiatura a fermo; 2.Nome del Marito di Giannina; 3.Nome della moglie di Reale Tassi, o fede nuziale; 4.Si trovano nel centro ... della scarica; 5.Sigla della Provincia dell’indimenticato Licurgo; 6.Nome di una delle citte di “Paolaccio”; 7.Sfilano per la festa dell’uva; 8.Nome del figlio maggiore di Pastorelli Agide; 10.Nome della primogenita di Savina del forno; 11.Non sempre lo è il maltolto; 12.Sono pari ... nel Cobalto; 15.Iniziali dell’ultimo “Sor Gino” e di sua figlia; 17.Motoretta che faceva concorrenza alla Vespa, o soprannome del terzino fluidificante degli amatori anni ’80; 19.A Cinigiano si dice quando ci si è andati vicino e gli si è fatta ...; 20.Le prime lettere del soprannome del fratello di “Calore”; 22.Il Philippe reso famoso dal personaggio di Yanez nello sceneggiato televisivo “Sandokan”; 26.Nome della Figlia di Serenella di Monticello; 27.Nome della moglie di Benito “Fontaniere”; 28.Nome del marito di Assuntina del Sauli; 30.Pronome personale alla 2^ persona singolare con funzione di complemento (sembra chissachè ma poi ... è ’na bischerata); 32.Nome del figlio della “Gazzetta”; 34.Il vero nome del babbo di Enrico Brogi; 38.Ci lavoravano gli stradini; 41.Stola ... senza capo ne coda; 42.Diminuitivo del figlio più grande del Lucattini Alessandro; 43.Al centro ... della cresta; 44.Era funesta quella del Pelide Achille, quello dell’Iliade, no quello delle “Baracche”; 45.Si trovano ... sia nelle moine che in collina; 47.Iniziali del mitico difensore del Cinigiano anni ’70, al secolo “il Bati”; 48.In mezzo ... al Tamigi; 49.Iniziali di “Manicco”.

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AZIENDA AGRICOLA DORINI MAURO

PRODUZIONE EVENDITA PATATE

Via Otranto 11sasso D’ombroneTel. 333 5270878 - 340.7202413

Page 31: FN Luglio 2014

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ALIMENTARILE COMARIDalla “botteghina” a oggi, una passione che dura.di Annalisa Machetti

Dal primo giorno di apertura dell’Alimen-tari è passato un bel

po’ di tempo…era infatti il 1966 quando Ivana, in attesa della terza figlia (Laura), insieme alla cognata Agostina e la nipote Annamaria, dette avvio all’attivi-tà di generi alimentari vari. Per la serie “casa e bottega”, la sede era una stanza della casa di famiglia situata in Piazzale Don

Luigi Sturzo, la quale fu prontamente arredata con scaffali, af-fettatrice, macina caffè, bilancia e le classiche “pastiere”, i con-tenitori per la pasta che veniva venduta sfusa. “La botteghina”, come veniva chiamata per i soli 16 mq di superficie, era spes-so meta degli studenti delle scuole medie. Per la loro felicità e per quella delle tre figlie ben presto arrivò una novità assoluta: i gelati confezionati “Pessina”! Nel 1975 l’esercizio commerciale prese il nome di Alimentari Tassi Ivana, che ne divenne l’unica proprietaria e nel 1988 decise di trasferirsi al di là della strada, in via D. Alighieri, dove si trova anche adesso. Finalmente non si

trattava più di una botteghina e anche i gelati tirarono un sospiro di sollievo con l’arrivo del congelatore più grande. Oltre ai generi alimentari, inoltre, fu concesso di vendere articoli di profumeria e cancelleria. Oggi l’attività è portata avanti dalle figlie Gisella e Mara, che dopo aver trascorso l’infanzia nel magazzino a far fin-ta di vendere hanno deciso di far diventare quel gioco realtà. Accanto a loro, l’instancabile Ivana, che da quasi cinquant’anni non può fare a meno della “sua bottega”, tanto che ogni giorno litiga con figlie e marito che la vorrebbero far stare un po’ di più a casa. A proposito di marito, non dimentichiamo Guerrino, al quale è affidato il compito di supervisione e organizzazione del retro bottega, anche se lui dice che “con tutte queste donne in-torno non comanda più niente”. Nel 1999, con il passaggio di proprietà da Ivana alle figlie, l’alimentari ha cambiato nome in Le Comari e se Fabrizio De André, in una sua celebre canzone, re-cita “le comari di un paesino non brillano certo d’iniziativa”, le no-stre, invece, ne hanno davvero tante. Molte infatti le azioni volte a garantire prodotti a prezzi convenienti e nuovi servizi. Dal 2011 hanno stipulato un contratto con la Simply (Sma) che consen-te di avere nuove offerte tutte le settimane e numerosi prodotti a prezzi vantaggiosi. Nello stesso anno è iniziata la vendita di carne fresca confezionata e nel 2012 l’alimentari si è trasformato anche in rosticceria: il giovedì e il sabato vengono sfornati polli, patate e piatti pronti.Ultima novità, fresca di qualche giorno, il distributore di saponi sfusi ecologici Solbat: detersivi per la casa e per il bucato che riportano, vista la modalità sfusa, alla bottega di una volta.Le Comari hanno anche recentemente dato una rinfrescata alla loro immagine, dotandosi di un logo, di un profilo facebook e di una tenda ben visibile. Insomma, da quella “botteghina” piccola e poco fornita le cose sono un po’ cambiate…una però è rimasta uguale: la passione di Ivana e delle figlie per questo lavoro.

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IL COLOMBACCIOUn ottimo driblatore di Giulia Fabiani

Questo nostro inte-resse per il Colom-baccio nasce, come

quasi sempre, per soddisfare la richiesta di alcuni di voi. In questo caso sentendo parlare gli amanti della “penna”, alcu-ni cacciatori rispondendo alla domanda “di che specie fos-

sero quei bei piccioni che da qualche anno si vedono sempre più frequentemente svolazzare sui nostri territori”, la risposta è stata la più ovvia “sono: Colombacci”. Dopo decenni nei quali preferivano non passare o svernare dalle nostre parti, oggi, meglio dire da qualche anno, sono ritornati a ripopolare questo lembo di terra “tra il mare e la montagna”. Non so se l’impressione avuta da diversi compaesani e anche dal sotto-scritto, sulla maggiore presenza, corrisponda alla realtà statisti-ca, comunque come al solito affidiamoci a Giulia che ci aiuterà a conoscere meglio il principe dei Piccioni. mfEd ecco che in questo numero mi trovo a parlare del Colom-baccio, appartenente all’Ordine dei Columbiformi e alla Fami-glia dei Columbidi. Si distingue dalle specie congeneri per le sue dimensioni, lunghezza corporea tra i 38 e i 43 cm (68-77 cm di apertura alare) e un peso che oscilla tra i 400 e i 580 grammi. Nonostante la corporatura robusta, il volo è veloce e diretto, ed è capace di cambiare direzione senza esitazione e di “scartare” repentinamente un “ostacolo” in caso di neces-sità. Quando spicca il volo, produce un rumore inconfondibi-le. Il colore del piumaggio è simile in entrambi i sessi: grigio-bluastro con le parti inferiori sfumate di color vinaccia. Ai lati del collo spiccano due piccole, ma evidenti, macchie bianche (assenti nei giovani), confinanti con delle piume dai riflessi verdi metallici e purpurei. Sulle ali, di colore grigio, si evidenziano, soprattutto in volo, due bande bianche caratteristiche, men-tre una spessa banda scura è visibile all’apice della coda. Il

becco, con un rigonfiamento membranoso denominato“cera”, è rosato alla base e giallognolo sulla punta. Il Colombaccio, come tutti gli altri Columbidi, beve in modo insolito, immerge il becco in acqua ed aspira senza dover alzare la testa per de-glutire, come invece fanno tutti gli altri uccelli. Questo uccello è rigorosamente monogamo e, all’inizio della stagione primave-rile, il maschio inizia i rituali legati alla riproduzione. Lo spazio vitale dei colombacci sono le foreste di tutti i tipi, soprattutto i boschi marginali, ma anche giardini e parchi cittadini. La spe-cie si nutre di semi, bacche, radici e talvolta piccoli invertebrati. In Italia ha ovunque distribuzione frammentaria. Il nido è com-posto soltanto da paglia e rami e viene costruito perlopiù in alto tra gli alberi. Le coppie depongono una o due uova, per un massimo di due covate l’anno tra marzo e novembre, con notevoli variazioni da regione a regione. I pulcini bucano il gu-scio dopo 17 giorni e vengono nutriti in prevalenza con il “latte di piccione”, una poltiglia secreta dalla mucosa del gozzo. Ab-bandonano il nido dopo circa 3-5 settimane. La mortalità dei Colombacci è massima durante la stagione fredda (soprattutto in gennaio), dovuta alla ridotta disponibilità di cibo. Sembra che lo status favorevole delle popolazioni sia generalmente im-putabile all’aumento delle temperature medie annuali, che ne incrementano la diffusione. Pur essendo molto più schivo del Piccione domestico, anche il Colombaccio nell’ultima decade si è ben adattato alle città. Si ciba a terra, e una certa quantità del cibo assunto viene immagazzinato nel gozzo e utilizzato durante la notte. Non è molto amato dagli agricoltori in quanto grossi stormi talvolta si abbattono sulle coltivazioni cerealico-le, di leguminose o di trifoglio, provocando danni significativi. Una curiosità che può essere associata agli stormi di colombi è che durante il passo hanno un preciso ordine gerarchico che si manifesta soprattutto durante il pascolo dove i più giovani vengono fatti stare all’esterno e fanno da sentinella. Fenomeno sicuramente rilevante è la famosa caccia al colombaccio, da sempre considerata dai cacciatori una fra le più affascinanti, una vera e propria arte in cui occorre una buona conoscenza delle abitudini, del rapporto con vento e pioggia dell’animale, oltre al mondo particolarmente interessante legato ai richiami sia “vivi” sia artificiali, legati alle ultime sofisticate tecnologie. La dimostrazione di tale interesse e di tali particolarità è facilmente verificabile sui molti siti presenti sulla rete, dove si possono ve-dere video e leggere forum di cacciatori a partire dal più noto quello del Club Italiano del Colombaccio dal quale abbiamo preso in prestito delle splendide foto.

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E FU L’ACQUA NELLE CASE DI CAMPAGNA …Senza scoperchiare i tettidi Massimo Fabiani

Pur essendo un attento osservatore, diversi anni fa, a una delle mie prime riunioni di lavoro, parlando con un collega, fui sorpreso quando alla mia risposta di

dove abitavo mi disse: “Si si ho capito…ci sono stato anni fa, dove ci sono tutte quelle pompe a vento!!!” A dire il vero in questi casi ci si aspettano altre considerazioni dalla più classica…vicino Montalcino oppure sotto l’Amiata e meno frequente ma di maggiore soddisfazione dove fanno la Festa dell’Uva. In effetti ben ricordo quando, oramai una quaran-tina di anni fa, il nostro territorio era costellato dalle mitiche pompe eoliche “Vivarelli” che riuscendo a sfruttare l’energia del vento portavano in superficie l’acqua dal sottosuolo. Se molto spesso la nostra maremma viene associata al mitico “Far west” per i suoi butteri, che storia di queste parti rac-conta, che piegarono in una gara di abilità a cavallo anche il leggendario Pecos Bill, non sempre si ricorda che anche nel mitico Texas, le pompe a vento per estrarre l’acqua era-no di casa come da noi. Le famose pompe texane Wester-mill videro la luce nel 1854. In giro si trovano notizie che le prime pompe Vivarelli furono prodotte nel 1872 in Grosseto, per l’esattezza i via Mazzini, dove Raimondo Vivarelli aveva aperto la sua prima fabbrica. In seguito con l’aumentare del

lavoro si costruì anche un punto produzione in via Senese e in seguito anche uno stabilimento in quel di Pomezia. Nel massimo del suo splendore la fabbrica Grossetana conta-va oltre 150 operai fissi che producevano pompe, oltre che per le nostre campagne in pieno sviluppo, per America latina e anche per l’Africa, famosa la fornitura per l’acquedotto di Mogadiscio. Raimondo Vivarelli era sceso in Maremma, pro-veniente da Montalcino, con il padre impegnato nella costru-zione del ponte di Istia, quello sull’Ombrone, che la piena del 1966 si portò dietro. Dopo di lui si sono succeduti alla guida dell’azienda i figli Luigi Giovanni e Raffaello poi il nipote, che porta il suo stesso nome, l’ingegner Raimondo juinior che ha da poco compiuto novant’anni al quale non possiamo che formulare i nostri migliori auguri di buon compleanno a chi ha portato il nome della Maremma in ogni parte del Mondo. Da lui la proprietà, della ditta, con la produzione di pompe, pas-sò alla Benelli e in seguito ai due tecnici della Vivarelli, Tozzi & Bardi. L’azienda ha cessato di vivere recentemente, nel 2007, e come leggo in un articolo di quel momento “muore di vecchiaia, non avendo continuato per la strada percorsa nella sua storia, quella dell’innovazione.”. Il successo delle Pompe Vivarelli nasce dall’idea primaria di creare “una pala che cercasse il vento”, contrariamente alle molte pale dei mulini che anche dalle nostre parti, specialmente sulla costa, erano presenti e disponevano di pale fisse. Invece le pale per le pompe giravano e potevano utilizzare il vento proveniente da ogni parte. Alte dai dodici ai sedici metri con pale dai tre ai sette metri fino a raggiungere in casi particolari anche i dieci metri. Sicuramente l’utilizzo delle pompe Vivarelli portò len-tamente a una svolta epocale, con l’estrazione in superficie dell’acqua si poteva prima di tutto dissetarsi e lavarsi con mi-gliore comodità, poi si poteva irrigare e addirittura sostene-re alcune produzioni industriali. Non occorrevano più grandi

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peripezie o lunghi viaggi per approvvigionarsi di acqua, il loro utilizzo trasformò notevolmente la qualità della vita delle cam-pagne di quel periodo iniziato intorno alla seconda metà degli anni ‘50. Anche se non mancarono le problematiche quoti-diane essendo spesso bisognose di manutenzione, dall’in-granaggio principale che girava a “bagno d’olio”, alle pale che a volte cadevano, oppure durante le tempeste dovevano in qualche modo essere protette. Parlando con coloro che hanno vissuto il periodo mi sono state raccontate simpatiche storie legate alla potabilità dell’acqua “o potabile o annesta-bile quella c’era” “ma in diversi posti era anche proprio bona” “una volta, durante un’acqua come le funi e un vento di quelli forti, un si riusciva a blocca la pala…una tribolazione e una zuppa che un ti dico”. Verso la fine degli anni sessanta la Vivarelli fabbricava anche una piccola turbina bipala, in legno, con un generatore per il carico di batterie per le case lontane dalla rete elettrica. Ne esisteva una versione per essere instal-lata sul tetto, su un piccolo traliccio piramidale. Ovviamente il nostro territorio, come detto in apertura sposò a pieno la tecnologia industriale della Vivarelli sia per le pompe e solo in modo marginale anche per le turbine. Via via che l’acque-dotto raggiungeva i vari poderi le nostre pompe andavano a

perdere la loro funzione e con il passar del tempo una dopo l’altra sono quasi scomparse tutte, o cadute sotto il vento per essere state aggredite dalla ruggine, in particolare nella parte più vicina al suolo, oppure tolte perché oramai inutili o peri-colose. Ne rimangono in giro qualcheduna che non sarebbe male conservarla nel miglior modo possibile a testimoniare un importante periodo storico del nostro territorio. Per corre-lare il nostro ricordo sono andato alla ricerca di una pompa da fotografare e da tempo avevo individuato le mia preda e così in uno dei quei giorni dell’appena trascorso giugno, dove si sono alternati pioggia e sole nel breve spazio di poche ore, con una atmosfera ovattata e una luce surreale ho raggiun-to sulla strada di Santa Rita, nell’Azienda Ricci, un casolare dove ho parcheggiato e mi sono avvicinato alla pompa. Mi ha accolto con un lamento quasi umano, usciva da una modesta oscillazione di una pala semidistrutta, mi è saputo tanto di una voce che chiedesse aiuto.

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CINIGIANO MAGGIO 1787Visita di Pietro Leopoldo d’Asburgo-Lorena di Diego Alessandri

Pietro Leopoldo è passato alla Storia come l’emblema del Principe illuminato, un Sarastro provvido e sa-piente tutto dedito alla cura ed alla promozione della

pubblica felicità. Il secondo Granduca di Asburgo-Lorena (1)ha regnato in Toscana dal 1765 al 1790, venticinque anni nei quali la nostra Terra ha avuto l’opportunità di essere guidata da un uomo che, dopo anni di oblio, ne aveva di nuovo a cuore il destino.Gli storici molto dibattono su quali fossero i reali intenti del sovrano. Era veramente intenzionato a fondare un ordine so-cio-istituzionale nuovo o piuttosto egli mirava ad accrescere e consolidare il potere del trono? Questa non è certo la sede per affrontare un così vasto ed articolato tema, ciò che qui si può comunque rilevare è che Pietro Leopoldo è stato un grande protagonista del suo tempo: le riforme adottate in To-scana - a cominciare dal celebre codice criminale - travalica-rono ben presto i nostri confini facendo del Granducato un la-boratorio sperimentale dell’assolutismo illuminato elogiato e ammirato dalle corti di mezza Europa. Leopoldo insomma più che un ‘filosofo’ era un uomo estremamente pratico e dotato di una spiccata vis politica. In tal senso egli è stato forse tra i primi ’uomini di Stato’ in senso moderno, in quanto comple-tamente dedito ai compiti ed alle responsabilità di quell’ufficio che era stato chiamato a servire (2). Questa sua peculiare caratteristica ci è testimoniata oggi da un vastissimo patri-monio di carte, molte redatte dallo stesso granduca di suo

pugno. Come ha lucidamente osservato Indro Montanelli, infatti, l’erede Asburgo era un sovrano che “aveva bisogno di fare. E, dopo aver fatto, aveva bisogno di scrivere ciò che aveva fatto”(3). I documenti così pervenutici si sono rivelati un vero ‘Vaso di Pandora’ per i ricercatori di varie e diversifica-te discipline scientifiche, in quanto suscettibili di interessare molteplici ambiti di indagine: antropologica, giuridica, socio-economica e territoriale, per ricordarne solo alcuni.

Estremamente interessanti, in particolare, sono da subito ap-parse le Relazioni sulGoverno della Toscana(4), un documento rinvenuto dallo storico Arnaldo Salvestrini (5) nella prima metà degli anni Sessanta a Praga (6), presso l’Archivio Centrale di Stato(7)7 - all’interno della Prima Sezione dell’Archivio di famiglia de-gli Asburgo di Toscana (RAT - Rodinný Archiv Toskánských Habsburků) (8) - e poi pubblicato (9), tra il 1969 e il 1974 (10) - suddiviso in tre volumi - dalla Casa Editrice Leo S. Olschki.

Senza dilungarci troppo in merito, basti qui ricordare che le Relazioni erano una sorta di guida politica indirizzata al suc-cessore dinastico (il secondogenito Ferdinando) affinché questi potesse essere orientato sulla strada delle avviate riforme. Quello che ci è pervenuto è quindi un documento riservato, non destinato al pubblico ed in quanto tale, redatto con un tecnica di scrittura priva degli ampollosi e apologetici giri di parole degli atti ufficiali. All’opposto, qui ritmo è ben scandito da un linguaggio icastico e da una “prosa asciutta e impietosa” (11) che - talvolta con quella severità eccessi-va, tipica delle ‘cure paterne’ del Principe illuminato - oltre ad indicazioni politiche, amministrative ed istituzionali, ci riporta anche ampie descrizioni di carattere antropico e fisico-geo-grafico.In particolare, molto ricche di tali ultimi contenuti, sono le re-lazioni dei viaggi (12), scritte durante le visite effettuate dal-lo stesso granduca, a più riprese, all’interno delle comunità componenti ‘l’universale’ del Granducato.

Qui faremo riferimento proprio a una di queste relazioni, ossia alla Relazione di S.A.R. del suo viaggio fatto nella Provincia inferiore di Siena, nel maggio 1787 (13). In essa infatti sono riportate anche alcuni dati socio-ambientali, che Leopoldo ha ritenuto opportuno appuntarsi durante un suo passaggio in Cinigiano.Ecco come il granduca inizia la sua esposizione: “Cinigiano è situato sopra di un poggio coltivato, erbato, con pascoli, semente, vigne, ben situato, senza macchie, intorno però cir-condato da alti monti con macchie, ma in lontananza. Si vede di lì il mare, Porrona, Civitella, Montenero, Monte Labrone e Monticello”. Il paese dunque è tratteggiato come un luogo piuttosto ameno tant’è che poche righe dopo il granduca continua la sua dissertazione dicendo che “Cinigiano è luogo di aria buona e sana, ben esposto e ventilato, ove nessuno va a statare e tutti stanno sani ed è coltivato e smacchiato intorno con prati e ottime pasture. I terreni sono sani, ma magri e cre-tosi, ottimi però per le pasture”.

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Vengono ovviamente riportati anche quei dati che oggi po-tremmo chiamare ‘amministrativi‘, si rileva cioè che Cinigiano “è nel vicariato e cancelleria di Arcidosso” e nella “diocesi di Montalcino”, e, infine, che la comunità nel suo complesso ri-sulta formata “dalle comunità di Cinigiano, Cana, Monticello, Sasso di Maremma, Colle Massari, i due Porrona Bandini e Castiglioncello Bandini, i quali tutti uniti hanno Cinigiano in mezzo”.

Molto interessanti sono alcune note di carattere socio-eco-nomico della popolazione e del territorio cinigianese. In par-ticolare Leopoldo ci informa che Cinigiano “fa 380 anime”, che “ci ha sole tre case fuori dal paese“ e che “gli abitanti (…) hanno le loro semente intorno al paese nelle vallette e nel piano lungo i fiumi “, per concludere infine con un elogio della tradizione olearia del nostro territorio, infatti il granduca affer-ma che “Cinigiano fa ottimo olio e molto, che è una ripresa per il paese” (14) e forse è questo uno dei motivi per i quali “la gente vi ha ottima cera e è viva”.Come dicevamo, la concezione eminentemente paternalisti-ca del ruolo sovrano, propria del ‘Principe-Padre‘, non esi-me Leopoldo dall’astenersi nel mettere in evidenza i difetti dei propri sudditi, ed anzi, spesso queste sono le parti dove Leopoldo si è dilungato di più, parlando dei suoi soggiorni nelle varie comunità granducali. Ovviamente la morale gian-senista nella quale si era formato, lo porta a ’bacchettare’ anche i cinigianesi di fine Settecento, sui quali, ad esempio, non manca di rilevare che “gli abitanti sono moltissimo portati all‘osteria e a abusarne e spendervi tutti i loro danari”. Tutta-via nel complesso la popolazione è descritta come laboriosa benché piuttosto povera: “la miglior casa del paese e la più comoda (…) è la casa Baccani (…). Gli altri tutti son povera gente che lavorano colle loro braccia e campano su quello ed il bestiame loro”.

Vediamo ora come sono descritti i due edifici principali, l’uno sede del potere temporale l’altro di quello spirituale: il palazzo pretorio e la chiesa prepositurale.Sul primo scrive che “vi è a Cinigiano un palazzo pretorio ove risiede il podestà, buono, grande e sufficiente, uno dei migliori della Maremma ma tenuto molto male e sudiciamente”. An-che in questo caso la severità non deve stupire. Leopoldo ha sempre riposto estrema attenzione sullo stato di conservazio-ne dei palazzi pubblici, individuando nella loro buona tenuta tanto un essenziale dato di decoro del governo centrale (che deve ‘dare l‘esempio‘), quanto un carattere indispensabile al ‘buon andamento’ dell’amministrazione pubblica; insomma egli aveva ben compreso che in un ambiente sano e como-do i funzionari granducali avrebbero potuto meglio servire il pubblico (15). È interessante a questo proposito notare come nel periodo leopoldino il c.d. ornato dell’architettura pubblica sia stato ridotto al minimo essenziale per privilegiare, invece, l’investimento di denaro pubblico nei miglioramenti strutturali degli edifici civici.

Della chiesa, poi, il granduca ci offre una descrizione piutto-sto particolareggiata, benché ancora tendente ad una certa rigidità di giudizio: “la sola chiesa che vi è, è la prepositura in cima al paese, grande, vasta, sufficiente e comoda, con un bell’altare, ma al solito tenuta sudiciamente, con troppi altari ed impicci inutili ed umida. Il coro è buono, la sagrestia è pic-cola ed è poco provvista di arredi sacri, nonostante le richieste fattene. È di data di libera collazione (…)”.Nel proseguire, poi, aggiunge altri interessati particolari: “alla chiesa curata vi è la canonica, ma al solito in pessimo sta-to perché disabitata essendo il curato paesano e stando alla casa sua, l‘abbandona o appigiona a povera gente e cadono in rovina e quando viene poi un prete non paesano non sa e

non trova dove alloggiare”.Infine si viene a trattare del problema del cimitero, questione dalla quale possiamo ricavare altri interessanti dettagli :“col pretesto di non trovarsi terreno adatto si seguita a tumulare in chiesa, quando accanto vi sarebbe una piazzetta con ottimo terreno per il camposanto e inoltre vi è una chiesa soppressa fuori del paese che rovina affatto e sarebbe al caso, ma col presto dell’umido non si fa perché al solito non si vuol fare”.

Come abbiamo detto Leopoldo era un attento osservatore, tanto dei luoghi quanto del carattere delle persone (16). Ov-viamente anche nella visita a Cinigiano non si è mancato di riportare una veloce descrizione delle principali autorità pae-sane: “Il podestà è un certo Alberti senese, (…) pare giovine di talento ma di poco sapere e capacità con molta presun-zione e aria. Ha (come subordinato) un messo (…) che non sa né leggere né scrivere. (…). (ed) ha sotto di sé i seguenti tribunali e paesi: Cana (…), Monticello (…), Sasso (…), Mon-tenero (…), ove è obbligato a fare le residenze ogni mese. (Ma) non vi può supplire attese le distanze (…). (Distanze che costituiscono) troppa fatica per un uomo e non vi può resistere

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e non serve il pubblico, in specie l’inverno che le strade sono impraticabili ed i fiumi non si possono passare. Vi va rimedia-to con mettere un giusdicente a Monticello per badare lì e a Montenero, e il Sasso si può di nuovo annettere alla podeste-ria di Campagnatico da ristabilirsi come prima”.Anche questo passo è emblematico del metodo di governo leopoldino: il funzionario che per ‘cause logistiche’ non serve il pubblico in modo adeguato, era infatti una realtà inconce-pibile per un sovrano illuminato, a maggior ragione quando, come in questo caso, gli impedimenti trovavano origine nella ‘Natura’ avversa.

Il granduca passa poi alla descrizione dei clericali, una de-scrizione che, come al solito quando si tratta dei discepoli della ‘corte di Roma‘, è piuttosto severa: “vi è un proposto (della casa Baccani) che è il curato. Il proposto Baccani cerca in tutte le maniere pretesti per questuare, non vuol confessare il sabato santo se non gli danno le uova, fa fare delle questue per l’altare, chiesa e compagnia di carità che ha montato ma di cui non dà discarico, non sapendosi dove eroga le elemosi-ne. Vi è anche un cappellano curato (che è provvisto) con soli scudi 30, che è troppo poco e gli va cresciuto, non potendoci vivere e pare un ladro strappato: va aumentato fino in scudi 80 (in modo) che faccia anche da maestro di scuola”.Stiamo toccando un altro punto molto caro alla politica leo-poldina, ossia quello dell’educazione del popolo come fon-damentale strumento di emancipazione sociale e culturale. In particolare, in questo caso, visto che in Cinigiano “vi è un cerusico ma non il maestro di scuola”, Leopoldo dispone che tale funzione debba essere svolta dal cappellano. Tuttavia il quadro complessivo che in proposito viene tratteggiato non è dei più fiduciosi: “il proposto ed cappellano disinuti fra di loro non istruiscono il popolo, non fanno dottrina cristiana né assistono il popolo, uno contro l’altro e litigano anche in chie-sa, essendo ignoranti e cattivi tutti e due e fanno poco”. Si noti qui semplicemente che questo tema dei chierici, i quali non si adoperano adeguatamente per redimere dalle tenebre dell’ignoranza morale e civile, è un leitmotiv molto ricorrente nelle Relazioni e negli scritti leopoldini in generale.

Ma la mancanza di istruzione morale non sembra essere l’unica problematica che ha colto l’attenzione di Leopoldo. Al-cune righe addietro abbiamo visto come sostanzialmente la realtà cinigianese venga tratteggiata come piuttosto felice in merito alla salubrità dell’aria, tuttavia anche per la nostra co-munità il Principe non può far a meno di rilevare una situazio-

ne difficile piuttosto comune per la Toscana e soprattutto per la Provincia inferiore, ossia “il male della popolazione è che la gente va a lavorare nella Grossetana e li prende le malattie”. Iniziamo così ad avere il quadro delle principali criticità che tormentavano Cinigiano sul finire del secolo XVIII: assenza di istruzione della popolazione, rischi malarici dovuti ai lavori nella Maremma grossetana e, infine, il problema dell’approv-vigionamento idrico. A quest’ultimo proposito Leopoldo ci informa che il paese a quel tempo poteva attingere acqua da tre fonti e da una cisterna. In particolare sappiamo che “due fonti (…) lontane dal paese sono di acque cattive” e che “vi è sotto il paese un‘altra fonte nuova che è buona ma ha poca acqua”. Fondamentale quindi si rivela la conservazione delle acque della “cisterna nel mezzo al paese che è stata rifatta da pochi anni nuova con tutti i canali ed è di acqua ottima ma non si conserva bastantemente” in quanto “spesso l‘estate (…) se ne servono per troppi usi e bucati etc.”. Per rimediare a tale inconveniente il Granduca rammenta così al successore che “per la conservazione delle cisterne andrebbe fissato che dove sono messi si invigilino collo stipendio di 3 paoli il mese perché nessuno si serva dell‘acqua delle cisterne altro che per bere”.

Così si conclude questa breve ma interessante descrizione del paese e della popolazione di Cinigiano sul finire degli anni Ottanta del Settecento. Pietro Leopoldo morirà da imperatore nel 1792, poche set-timane prima che i Giacobini prendessero il potere nella Francia della sorella Maria Antonietta. La Storia aveva evi-dentemente voltato pagina, ma forse a Cinigiano, ancora per un po’, si sarebbe continuato a pensare a quel Principe sinceramente interessato a “dare maggiore utilità e forza alle comunità” (17).

NOTE:

1- Il nuovo casato, nato dalla unione di Francesco Stefano di Lorena e Maria Teresa

d‘Asburgo, aveva ottenuto il diritto di regnare sulla Toscana in seguito agli accordi

preliminari (1735) del Trattato di Vienna (1738), con il quale si pose fine alla Guerra

di Successione Polacca. Ovviamente l’Impero (ancora Sacro e Romano) era uni-

camente interessato a fare del vecchio dominio mediceo una propria provincia (si

consideri in proposito che Francesco Stefano, di fatto, non sedette mai sul trono di

Palazzo Pitti, preferendo delegare le mansioni di governo ad un Consiglio di Reggen-

za.Emblematico di questo distacco nei confronti della Toscana è il fatto che egli non

volle neanche adottarne l‘ordine dinastico: si sarebbe dovuto chiamare Francesco

II, ma preferì restare Francesco III, come sarebbe stato nel Ducato della Lorena)

pertanto fu solo grazie alle pressioni dei Borbone che il Granducato riuscì a rimanere

uno Stato indipendente, seppur sempre legato alla corte di Vienna per mezzo di un

obbediente rapporto di sudditanza. Una soggezione, questa, durata quasi trenta

anni, ossia fino all’agosto del 1765, quando Francesco Stefano spirò improvvisamen-

te, pochi giorni dopo la celebrazione delle nozze tra Leopoldo e l’infanta di Spagna,

Maria Luisa, quinta figlia di Carlo III. La morte dell’Imperatore comportò l’immediata

applicazione dell’istituto della secondogenitura (che, vista la prematura scomparsa

del fratello Carlo Giuseppe, veniva direttamente ad interessare Leopoldo, il quale

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altrimenti sarebbe stato il terzo della linea di successione) e così la mattina del 13 set-

tembre 1765 il Nono Granduca di Toscana e la consorte poterono fare il loro ingresso

in Firenze, festosamente acclamati nel generale entusiasmo di una città che, grazie a

loro, si sentì finalmente riappropriata del proprio rango di capitale.

2 - Sotto l’aspetto istituzionale il periodo leopoldino si è caratterizzato per numerosi

ed interessanti ‘spunti costituzionali’ volti chiaramente verso l’epoca contemporanea.

Si pensi alla separazione tra Conto Regio e Conto della Corona con al quale si pose

di fatto fine allo Stato patrimoniale mediceo ed alla conseguente pubblicazione del

bilancio dello Stato.

3 - I. Montanelli, R. Gervaso, L’Italia del Settecento, Rizzoli, Milano, 1971, p. 320.

4 - Per tutto questo breve scritto mi riferirò a Leopoldo come l’autore anche materiale,

oltre che ideale delle Relazioni. Tuttavia quelle pervenute a noi (in specie le relazioni

dei viaggi) non sono le carte che quotidianamente egli, con tutta probabilità, era solito

appuntarsi, in quanto si tratta delle compie di queste ultime, redatte (non si esclude

sotto dettatura) dai suoi segretari particolari Humbourg, de Rasse e Wasseige. In par-

ticolare, sino alla metà degli anni ’70 si distingue la grafia di Jean Évangeliste Hum-

bourg e, dopo la morte di questi, quella di Alessandro Pontenani. Per approfondire

v. O. Gori, L’archivio di Pietro Leopoldo a Praga, Fra Toscana e Boemia. L’archivio di

Pietro Leopoldo di Asburgo Lorena nell’Archivio nazionale di Praga. Inventario., a cura

di O. Gori, D. Toccafondi, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo -

Direzione Generale per gli Archivi, Roma, 2013, pp. XXXII-XXXIV.

5 - L’Archivio della Casa di Lorena presso l’Archivio di Stato di Praga, in Rassegna

storica toscana, IX, (1963), pp. 197-202.

6 - Città nella quale si trova dal 1859 in seguito all’abdicazione di Leopoldo II, ultimo

granduca regnante de facto. Per un dettagliato resoconto delle vicissitudini storiogra-

fiche che hanno portato tale Archivio ad entrare a far parte del patrimonio nazionale

ceco e per molti dettagli sulle tappe del trasferimento da Firenze a Praga delle carte

qui in esame, si rimanda a Fra Toscana e Boemia. L’archivio di Pietro Leopoldo di

Asburgo Lorena nell’Archivio nazionale di Praga. Inventario., a cura di O. Gori, D. Toc-

cafondi, cit.

7 - A questo proposito, bisogna subito puntualizzare che non tutte le carte facenti

parte della Segreteria particolare di Leopoldo oggi si trovano a Praga. Infatti, tale fondo

deve essere completato ed integrato con la documentazione conservata all’Archivio

di Stato di Firenze (In particolare gli inventari n. 69 e n. 79 del fondo Segreteria di

Gabinetto) e con quella presente a Vienna (Haus-, Hof- und Staatsarchiv, soprattutto i

fondi Sammelbände e Familienakten dell’Habsburgisch-Lothringische Hausarchive).

8 - Tale sezione oltre alle Relazioni sul Governo della Toscana, contiene anche: map-

pe e piante, spesso a colori di luoghi, borghi e città visitati da Leopoldo nelle sue pe-

regrinazioni di governo per il Granducato; altri disegni, alcuni a sanguigna, rappresen-

tanti vedute o particolari (ad esempio dettagli botanici); vari documenti allegati, come

relazioni di funzionari, note, suppliche, tabelle statistiche di varia natura (economica,

giuridica, demografica etc.); un esemplare del Progetto di costituzione per la Tosca-

na; una relazione sull’origine di Casa Medici ed una intitolata Notizie sul governo de’

Principi della Casa Medici redatta dallo stesso Leopoldo; un album delle Piante dei

condotti delle ville e dei giardini granducali; la Pregevolissima relazione istorica, fisica

e politica della Toscana di Raimondo Cocchi del 1766; la Relazione della visita all’Uf-

fizio de’Fossi di Pisa di Pompeo Neri del 1743; chiudono infine questo ampio nucleo

archivistico due esemplari a stampa dell’opera Governo della Toscana sotto il regno

di S.M. il re Leopoldo II, un vero e proprio rendiconto del venticinquennio leopoldino

fatto stampare per il pubblico nel 1790 all’atto di passare sul trono imperiale. O. Gori,

L’archivio di Pietro Leopoldo a Praga, cit., pp. XXXIII-XLIII.

9 - Lo stesso Salvestrini ha selezionato le carte da destinare alla stampa, nello spe-

cifico sono state pubblicate 39 filze. Per avere un’idea della ‘mole fisica’ delle carte

granducali di cui stiamo parlando, si consideri che i tomi costituenti la Segreteria par-

ticolare di Pietro Leopoldo erano conservati in armadi che occupavano addirittura

sei stanze nei mezzanini superiori di Palazzo Pitti, stanze collegate direttamente agli

appartamenti del granduca (O. Gori, L’archivio di Pietro Leopoldo a Praga, cit., p.

XXVI) e che seguivano questi a Pisa nei mesi invernali e nella Villa di Poggio Imperiale

durante la stagione estiva (O. Gori, Progettualità politica e apparati amministrativi nelle

Relazioni di Pietro Leopoldo del 1773, in: Relazione dei dipartimenti e degli impiegati

(1773), a cura di O. Gori, Leo S. Olschki Editore, Firenze, 2011, pp. 22-23).

10 - Doveroso, a questo proposito, ricordare che stralci delle Relazioni sul Governo

della Toscana, erano già stati pubblicati nel 1968, all’interno della celebre opera di A.

Wandruszka, Pietro Leopoldo, un grande riformatore, Vallecchi Editore, Firenze, 1968.

11 - Bella ed efficace espressione utilizzata da Orsola Gori a proposito di un altro

scritto del granduca, la Relazione dei dipartimenti e degli impiegati (1773). O. Gori,

Progettualità politica e apparati amministrativi nelle Relazioni di Pietro Leopoldo del

1773, cit., p. 312.

12 - Il viaggio di ricognizione e controllo nelle varie provincie granducali era una carat-

tere indispensabile della sensibilità che stava alla base del ‘buon governo‘ leopoldino,

il quale non poteva prescindere da un’attiva presenza del Principe sul territorio.

13 - Salvo le eccezioni specificatamente indicate, tutte le citazioni che seguono sono

riprese da Relazioni sul Governo della Toscana, a cura di A. Salvestrini, Leo S. Olschki

Editore, Firenze, 1974, vol. III, pp. 587-590.

14 - A mio modo di vedere, tuttavia, qui il termine ‘olio’ potrebbe essere inteso in sen-

so lato, quantomeno ricomprendente anche il vino, visto che la frase appena citata

è riportata all’interno di un discorso che ha come oggetto gli ‘abusi di osteria’ della

popolazione.

15 - Si consideri, in merito, come, ancora negli anni leopoldini, si sia tentato di supera-

re la divisione cetuale, tipica dell’Ancien régime, per avviare la fondazione di una ‘ben

composta società’ che avrebbe dovuto interloquire direttamente con il granduca. A

questo proposito sembra lecito individuare nella politica di Pietro Leopoldo il primo

germe di quella opinione pubblica che durante la Restaurazione andrà a prendere

definitivo corpo nei circoli e nei club intellettuali e culturali.

16 - E’ questo un aspetto centrale per Pietro Leopoldo. In tutte le sue carte, infatti, è

possibile trovare dei veri e propri profili psicologici e caratteriali di numerose perso-

nalità con le quali aveva avuto modo di entrare in contatto: da ragguardevoli ospiti di

passaggio in Toscana, ai familiari, ai funzionari amministrativi, i quali avrebbero dovuto

informare le proprie mansioni a quel dovere di onestà che trovava nel Principe la sua

massima manifestazione.

17 - Relazioni sul Governo della Toscana, cit., vol. I, p. 282.

StaZiONE Di SERViZiO LEONi CaRLORivendita di Gas in bomboleVia amiata, monticello amiatatel. 0564 99 27 69

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“Scusate il ritardo! La 2^ ci aspetta!” così titolavano le magliette celebrative dopo la vittoria dei play off nella fina-le del 25 maggio a Paganico contro la Torbiera: una par-

tita che entrerà nella leggenda. Sarà bello un giorno rievocare i fasti di quella magica serata e dire “io c’ero”.Ma è più opportuno iniziare dal principio, dal torrido agosto 2013. Squadra quasi nuova e molto giovane. Agli ordini di mister Borgna parte la preparazione atletica e inizia la coppa. Appena il tempo di arrivare alla cena sociale che dava ufficialmente il via alla stagione e il mister deve lasciare per problemi di lavoro. Una stagione da protagonisti si prospettava per i biancoazzurri ma la dirigenza si trovava ad affron-tare il nodo allenatore. Poco tempo e tutti gli indizi convergono su un nome simbolo del calcio cinigianese: mi-ster Lamberto Tognotti. Un clamo-roso ritorno alla panchina dopo anni di inattività e soprattutto un graditis-simo ritorno a Cinigiano festeggiato con entusiasmo dai paesani.Nonostante l’eliminazione dalla cop-pa (di certo non una cosa che conta) e il pareggio alla prima di campiona-to in casa la squadra ingrana sempre di più e cresce l’ottimismo. Dopo due vittorie arriva lo 0-0 di Roccastrada che si rivelerà una diretta contendente ai piazzamenti play off. Poi altre due rotonde vittorie e un altro pareggio con la Nuova Grosseto, anche questo uno scontro diretto. Sempre di due in due si muove il Cinigiano che ottiene altre due vittorie e poi va a raccogliere la prima sconfitta stagionale ad Arcidosso con una squadra decimata. Un po’ de-moralizzati i ragazzi raccolgono solo un pareggio con la Torbiera ma vincono le successive due gare. All’ultima di andata si profila lo scontro diretto con il Montiano dal quale usciamo sconfitti ma con la certezza che possiamo sicuramente ambire ai piazza-menti play off. Nel girone di ritorno partiamo piano con due pareggi ma poi ingraniamo con 3 vittorie anche se nel mezzo vi è il pareggio col Roccastrada. Poi arriva la sconfitta con la Nuova Grosseto che sembra tagliare le gambe ai sogni play off e promozione. No-nostante la successiva vittoria ben 5 squadre sono in lizza per i posti spareggio: noi, Arcidosso, Roccastrada, Nuova Grosseto e Torbiera, con pochissimi punti di distacco. Il crocevia della sta-gione si gioca il 23 di marzo: Scarlino – Cinigiano. Campo e arbitro sono ostici e la difficoltà della gara è elevata ma vince-re era l’unico modo per imprimere lo sprint decisivo alla volata spareggi. La partita finisce 2 – 3 per noi con gol del nostro capi-tano Tassi al 94’: siamo lanciati! Sull’onda del risultato vinciamo il derby in casa con l’Arcidosso ma poi perdiamo malamente a Capalbio con la Torbiera. Siamo quasi fuori, ma vinciamo le due successive mentre gli avversari si levano punti a vicenda e ad una giornata dalla fine siamo secondi con 1 punto di vantaggio. Affrontiamo il Montiano già vincitore del campionato, lo battiamo

e chiudiamo secondi; quel giorno mister Tognao fa il suo ingres-so in campo da giocatore e regala magia e ricordi. I play off meritano un discorso a parte. Già ritardati di una setti-mana dopo ricorsi e controricorsi finalmente si giocano. Semi-finale: Cinigiano – Nuova Grosseto. Nel caldo di maggio Oneto trova una magia e regala ad Arzillo il gol vittoria che ci porta in finale a Paganico il 25 maggio contro la Torbiera. E qui si ritor-na a quello con cui avevamo iniziato questo articolo, la partita che è leggenda. Più di 400 persone sugli spalti, fumogeni, trom-bette e tamburi, bandiere e colori, sembra la partita del secolo. Vantaggio di Panfi su rigore e la tribuna si scalda, poi black out totale e loro fanno 3 gol: siamo distrutti. Alla fine del primo tem-po un guizzo del fantasista Corina ci riporta in gara 3 – 2. La tensione e la paura salgono, siamo sotto. Nessuno sa cosa il

mister dica nell’intervallo nel se-greto dello spogliatoio, fatto sta che nella ripresa facciamo due gol, prima Panfi su rigore e poi Arzillo a termine di una bellissi-ma azione corale, e ci riportiamo in vantaggio. 95’ ultimo corner della partita per la Torbiera. Sale il loro e portiere e nell’incredu-lità totale segna di testa: 4 – 4 tempi supplementari. Crampi e stanchezza fanno da padroni ma al 115’ bomber Panfi (34 gol stagionali) mette la quinta e su

un lancio millimetrico di Oneto fa 50 metri di scatto sverniciando il difensore, salta il portiere e insacca: 5 – 4 e tanti saluti, siamo in seconda! Una cavalcata dura ma trionfale chiusa con la vittoria ai supple-mentari di una strepitosa finale play off e va reso dunque merito ai protagonisti di questa avventura: la dirigenza, l’allenatore, i giocatori e anche i tifosi. Non è stato facile riportare il Cinigiano in seconda e di certo non è stato un campionato facile bensì ag-guerrito fino all’ultima giornata e anche oltre. Come da previsioni iniziali del mister non abbiamo annientato il campionato ma ce la siamo sudata fino in fondo rendendo più dolce e spettacolare il trionfo finale. È stato bello vedere tanta gente al campo e sen-tire la squadra molto seguita dal paese. Il prossimo anno sarà, infatti l’obbiettivo è la salvezza, ma con il supporto dei cinigianesi questa squadra ce la può fare. Adesso è tempo di ringraziamen-ti e calciomercato quindi un immenso grazie a tutti per questa bellissima promozione e appuntamento a settembre in seconda categoria. Fino alla fine forza biancoazzurri! S.S.D. CINIGIANO – Stagione 2013/2014 Vincitore play off Ter-za CategoriaCONSIGLIO DIRETTIVO: Presidente Tassi Massimo Vice Pre-sidente Ranieri Giovanni segretario Bertini Guglielmo Dirigenti Fabiani Fabrizio, Petricci Mauro, Perugini Alberto, Bacci Ste-fano Tiberi Enrico, Tavaroli Federico, Franci Giacomo, Ranieri Fabiola, Kaja Enea, Ciacci Barbara, Zalewski Adam.

“SCUSATE IL RITARDO”

Il “Cinigiano”torna in seconda

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SETTORE TECNICO: Allenatore: Tognotti Lamberto Massaggia-tore: Carboni Graziano Giocatori: Pobega, Yialdiz, Ferrini S., Idri-zi, Fanfani, Piccioni, Migliori, Coppi J., Kaja, Ferrini T., Valocchia, Tassi, Pallanti, Coppi D., Bacci, Tiberi, Sclano, Corina, Panfi, Ar-zillo, Oneto, Ercoli. TIFOSERIA ORGANIZZATA: Biancoazzurri nel cuore Ultras 1965

Francesco Fabiani

LA PAROLA A MISTER TOGNAO:“Qualsiasi successo ottenuto in ambito sportivo, di qualsiasi ca-tegoria si parli, e soprattutto negli sport di squadra qual’è il gioco del calcio, è frutto di fattori psico-associativi di notevole rilevanza come la disponibilità sociale, la comprensione, l’amicizia. Tutti fattori che i nostri ragazzi hanno dimostrato di conoscere bene e di attuare con naturali gesti di onestà, al punto di poter am-mettermi là dove ero tenuto ad insegnare, tanto da aver ricevuto un’autentica lezione di stile. Grazie presidente per aver allestito un gruppo fantastico. Grazie ragazzi, è stato bello ritrovarvi e con-dividere un anno di calcio. Altre sfide ci aspettano, altri traguardi da raggiungere, altri desideri da soddisfare. Certo di poterci con-tare, da domani tutti “ancora più bravi”.

LE CONCLUSIONI DEL PRESIDENTE TASSI:“Non posso che essere soddisfatto di un successo non sperato all’inizio del Campionato, che è diventato realtà domenica dopo domenica. Colgo questa opportunità per ringraziare per questo capolavoro in primis il mister Lamberto Tognotti che è riuscito a creare l’ambiente ideale per poter raggiungere questo traguardo, amalgamando tutte le varie componenti che contribuiscono a far si che un gruppo possa rendere al massimo, a partire dai rap-porti con la rosa a sua disposizione, con la dirigenza e in partico-lare con le persone di ogni età che ci seguono e ci sostengono in ogni modo. Inoltre intendo dire grazie, con la speranza di non dimenticare nessuno, alla dirigenza, ai giocatori, a gli sponsor, alle associazioni locali e alla nostra gente che ci è stata vicino. Ora ci attende una stagione sicuramente più difficile e non posso che augurarmi che il sostegno avuto possa ripetersi anche per la prossima stagione.”

SAN MIChELEENSEMBLEUna polifonica da camera

E’ stata eseguita la “Passione di Cristo Secondo Gio-vanni” del compositore fiorentino Francesco Corteccia per voce recitante e coro “co’l sacro Testo tradotto fe-

delmente in lingua Fiorentina ove non si chanta” e “co’l sacro Testo in lingua Latina…ne’ punti dati alla Musica”; vista l’im-ponenza di tale opera, la fatica esecutiva è stata condivisa con un’ altra formazione sempre da me diretta, l’ Orlando di Lasso Ensemble di Grosseto.Il primo concerto si è tenuto il Giovedì Santo a Monticello e al Venerdì Santo l’ ensemble ha replicato l’ esecuzione alle 18,00 nella Chiesa di San Michele Arcangelo di Cinigiano, all’ interno del rito nel quale si prevede, ogni anno, la lettura stessa della Passione Secondo Giovanni.La modalità esecutiva del l’ opera prevedeva una formazione virile è una voce recitante: la voce recitante è stata sostenu-ta da Adelmo Galassi, per ciò che concerne la formazione, ho previsto una personale revisione affinché si potessero in-tegrare sia le voci maschili che quelle femminile nello stesso contesto.A completamento di tutto ciò, don Antonio ha accolto la proposta di inserire all’ interno del rito stesso tale esibizione che è stata cosi esecuzione musicale come passione in mu-sica ( chi canta prega due volte ) e preghiera allo stesso tem-po poiché lo stesso celebrante, dopo la seconda lettura, ha ascoltato la passione assieme ai fedeli per poi riprendere, su-

Orlando di Lasso Ensemble

Ferdinando Amerighi Basso, Luciano Ferretti Baritono, Adelmo Galassi voce re-

citante, Gaetano Schipani Basso Direttore, Nicoletta Venturi Soprano e Gianluca

Franci Tenore.

San Michele Ensemble

Adelmo Galassi Voce narrante, Francesco Fantacci Baritono, Rebecca Torresi

Soprano, Mara Landi Soprano, Gaetano Schipani Basso direttore, Giulia Lanzini

Mezzo Soprano, Piero Fantacci Tenore e Simona Magini Soprano.

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La Scuola di Musica “R. Francisci” rap-presenta una realtà consolidata per la formazione culturale dei giovani del

territorio, ponendosi anche come importante luogo di aggregazione, capace di attirare ogni anno nuovi ragazzi. A testimoniare questo im-portante ruolo, il successo raggiunto durante il Saggio che si è svolto il 12 giugno presso il Teatro Comunale e che ha visto salire sul palco circa quaranta allievi, diretti dal M° Francesco Fantacci. Si sono esibiti prima i bambini più pic-coli e successivamente i ragazzi che frequen-tano la scuola ormai da molti anni. I ragazzi hanno eseguito vari generi musicali, dal folk alla musica classica, fino ad arrivare al blues/rock e hanno saputo coinvolgere il numeroso pubbli-co presente. Oltre a rendere merito agli allievi e alla loro dedizione nello studio della musica, un sentito ringraziamento va anche ai genitori e al Maestro che da quindici anni cresce “a ritmo di musica” i bambini di Cinigiano e frazioni. Mese importante anche per il Corpo Bandistico “Rug-gero Francisci”, che ha ottenuto un importante successo in terra senese. La Banda, diretta dal M° Marco Piattelli, ha infatti partecipato al ra-duno “Che Banda è” a Buonconvento, che si è svolto domenica 8 giugno. Anche in questa oc-casione si è distinta per la qualità dell’organico e del suo repertorio. Da oggi potete seguire la banda anche on line visitando il sito all’indirizzo www.bandafranci-scicinigiano.it !

Il Consiglio

bito dopo, la consueta liturgia del Venerdì Santo.L’ esecuzione è stata all’ altezza delle aspettative, ha messo in evidenza le potenzialità vocali dei cantanti, è stato una presa di coscienza delle proprie capacità, una esperienza indelebile per coloro che in così breve tempo si sono espressi in un concerto e non in un saggio di studi.D’ altro canto tutto questo ha avu-to un Nella settimana Santa del 2014 c’è stato l’ esordio dell’ Ensemble San Michele, neo formazione polifonica da camera costituita da coristi provenienti dal corso di canto classico che tengo da più di un anno a Cinigiano nella Chiesa di San Mi-chele Arcangelo, ospite di don Antonio. Costo non irrilevante: lo studio, lo sviluppo vocale, la presa di coscienza di cui sopra attraverso un proprio percorso personale ha fatto si che da un gruppo di tredici virtuali cantanti si arrivasse al concerto in solo sei unità: gli altri, pur avendo superato l’ audizione e avendo le stesse possibilità o ancor più eccelse qualità, hanno abbandonato.Questa è l’ unica nota dolente di questa espe-rienza e, fatti salvi motivi importanti come il lavoro, trasferimenti

e problemi di salute, per il resto non può non dispiacermi il vedere che validi elementi non abbiano trovato i giusti stimoli; del resto le attività ludiche rappresentano solo dei momenta-nei diversivi per ognuno di noi, me compreso, diversa cose è scavare in noi stessi, ci vogliono ben altre energie; saper accettarei propri limiti e le proprie attitudini per migliorarle poi attraverso lo studio non è così da tutti.Detto ciò voglio pen-sare che chi abbia rinunciato lo abbia fatto trovando un’ altra via più consona alle proprie aspettative.Invece sulle qualità dei cantanti che hanno sostenuto il concerto ho già avuto modo di complimentarmi con i diretti interessati dopo di che l’ ensem-ble ha deciso di costituirsi in associazione culturale senza scopo di lucro, di redigere uno statuto, eleggere un consiglio soprattutto in vista di imminenti impegni; inoltre, per il nuovo corso, sono previste audizioni per Contralti Tenori e Bassi e, molto probabilmente, i corsi saranno tenuti anche al di fuori dello stesso comune.

Gaetano Schipani

Il CORPO BANDISTICO Tempi di Saggie di Concerti

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CONFRATERNITA DI MISERICORDIA DI SANSIGISMONDO Rinnovato il Consiglio

di Cristina Bartalucci

Domenica 29 giugno, sotto la presidenza di Sani Danilo, si è aperto il seggio per il rin-novo del consiglio della confraternita Misericordia di San Sigismondo sicuramente la più antica associazione del nostro paese, la prima volta viene citata in documento del

1603. Circa 50 soci si sono recati alle urne e dallo scrutinio è emerso il nuovo consiglio così com-posto: Galassi Luigi Governatore, Sacchetti Fabrizio vice governatore e cassiere, Bertini Gugliel-mo segretario, Bartolommei Sergio consigliere responsabile del parco macchine, Brogi Enrico consigliere responsabile della compilazione dei turni dei soccorritori, Fabiani Emilio consigliere responsabile del microcredito, Ugurgieri Lucia consigliere aiuto microcredito, Galluzzi Renato consigliere responsabile dei servizi funebri, Balocchi Marco consigliere addetto ai rapporti con i soccorritori. Abbiamo quindi due nuovi acquisti, Guglielmo e Sergio, e la conferma di tutto il resto

del consiglieri.Buon lavoro quindi a tutta la squadra che in questo momento di difficoltà, soprattutto in ambito sanitario, dovrà continuare ad impegnarsi a fornire un servizio importante per tutta la nostra comunità.

AGORA’ CITTADINANZA ATTIVAChi siamo?

L’Agorà, nell’antica Grecia era la piazza dove si creava-no numerose relazioni interpersonali e si prendevano numerose decisioni; un luogo quindi di partecipazione.

Presentazione del gruppo e dei suoi obiettiviIl gruppo è una comunità aperta di cittadine e cittadini, che vo-lendo volontariamente porre attenzione ai problemi ed alle aspi-razioni del paese, espresse dalla sua gente, si incontrano per mettere a confronto e a frutto idee, esperienze e capacità per la crescita della comunità. Il gruppo non intende essere un circolo autoreferenziale, quanto piuttosto essere elemento promotore e di attrazione delle qualità espresse dal paese, in relazione alle tematiche che saranno proposte per lo sviluppo della comunità.Il gruppo non si pone come soggetto di parte, piuttosto come elemento di facilitazione della consapevolezza e della parteci-pazione effettiva dei cittadini alla vita politica del paese e del comune, che in tal modo si riconoscano come soggetti coope-rativi nella comunità. In tale modo il gruppo, comunità aperta, di volta in volta, e caso per caso, verrà a delinearsi come ele-mento propositivo, di stimolo, di supporto, di verifica o anche eventualmente di critica rispetto all’attività dell’Amministrazione comunale, ma anche rispetto agli operatori economici e culturali attivi sul nostro territorio. Infine il gruppo non si identifica con le problematiche e le aspirazioni di un ristretto luogo geografico, ma piuttosto come possibile elemento di cooperazione siner-gica tra una molteplicità di realtà: i cittadini di Monticello, quelli del Comune di Cinigiano, ma anche e soprattutto dell’Amiata tutta. Perché abbiamo iniziato ad incontrarci: la Geotermia. Il

primo motore dei nostri incontri è stato scoprire che la Regione Toscana ha dato l’autorizzazione per la ricerca geotermica nel territorio del nostro comune (con ben 3 permessi), e che è già in nuce la richiesta di autorizzazione, presso il Ministero dell’Am-biente, per la costruzione di una centrale geotermica pilota da 5 MW (Mega Watt) che si paventa possa essere realizzate nel lembo di territorio tra Monticello Amiata e Montenero, a poco passi dal casalino, fra la Pieve e Macchialta. Abbiamo organiz-zato un’assemblea sulla questione, a marzo di quest’anno, e poi un incontro con i candidati a sindaco del Comune poco prima delle elezioni amministrative di maggio. Anche gli effetti dell’am-pliamento degli impianti di Bagnore (per maggiori informazioni vi invitiamo a leggere quanto si può trovare sul sito del Coordi-namento dei Comitati contro la Geotermia sul Monte Amiata, Sos Geotermia: http://sosgeotermia.noblogs.org) sono degni di una forte attenzione per le ricadute sulla salute, e sicuramen-te ce ne occuperemo con le associazioni già operanti contro di esso. Per questo motivo abbiamo deciso, prima di tutto, di raccogliere tutte le informazioni possibili sull’argomento, tanto dalle istituzioni locali quanto da quelle regionali e nazionali; di confrontarci con chi questo argomento lo tratta da anni, così da poter poi informare le cittadine e i cittadini del nostro territorio su quel che vi accade e sugli eventuali rischi che corriamo.Una volta fatto questo, decideremo tutte e tutti insieme cosa fare. INFO: [email protected]

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RODAGGIOA piena velocità

Primi mesi per il nuovo con-siglio, ma purtroppo non c’è molto tempo per pren-

dere coscienza da parte di tutti dell’importante mole di lavoro da

sviluppare, che già “La Notte dei Rivolti” ci ha messo alla prova, e fortunatamente questa volta l’appuntamento tra-dizionale, e il più genuino della nostra attività, si consuma senza dover combattere fra vento e pioggia, ma solo con un freschetto, ben debellato dal bel falò della polenta e con qualche bicchierotto di vino. Significativa la presenza di al-cuni turisti arrivati da Pistoia e da Firenze incuriositi dal “bat-tesimo del maiale a baccalà” e dai rivolti, personaggi entrati subito come vecchi paesani in piena festa. Per il mese di Maggio i consueti appuntamenti per camminatori ed amanti della mountain bike. Se per la passeggiata dei “citti” il tempo non è stato dalla nostra e ne ha impedito lo svolgimento, per l’ultradecennale “Trekking” riservato a un pubblico più adulto, invece, abbiamo sfidato “Eolo”, che ben si è impe-gnato nell’azione di disturbo, non riuscendo a impedire la suggestiva passeggiata. La prima sosta è all’Azienda “I due mondi” con la visita all’allevamento di Alpaca, dove Cristian e Rani hanno preparato una buona e dolce prima colazione, gustata dopo aver ascoltato con molto interesse quello che Cristian si è prodigato ad esporci, su i nostri simpatici amici, e aver gentilmente risposto a tutte le curiosità dei partecipanti con un entusiasmo tale da coinvolgere emotivamente tutti i presenti. Lasciati i curiosi animali e compagni, via in cammi-no verso l’Azienda Biodinamica Campi Nuovi “Una piccola azienda, dove la terra è padrona, dove la natura regala i suoi frutti e la passione dell’uomo li trasforma in prodotti unici, espressione fedele del territorio” di Nadia Riguccini, dove il fido Daniele aveva imbandito una seconda colazione con salumi, formaggi e uno squisito miele di propria produzione, il tutto bagnato dai vini aziendali firmati DOC Montecucco e un curioso, per la zona, IGT d’Ansonica decisamente interes-sante. Del resto in linea d’aria e ben visibile, siamo a una venticinquina di km dall’Argentario e poco più dalle isole dell’arcipelago Toscano, dove il vitigno trova la sua migliore e sto-rica espressione in terra di Toscana. Il tutto è stato preceduto dalla visita guidata alla Cantina ad ascoltare Daniele, che con il suo entusiasmo ci ha raccontato tutte le operazioni che dalla vigna portano alla bottiglia, in maniera veramente trascinante e interessante. Gli amici della Lega Trekking e del gruppo Scarpediem di Torrenieri, sono rimasti decisamente colpiti da Cristian e Daniele che han-no raccontato il loro lavoro con una

enfasi tale riscontrabile solo in chi ha affetto e professionalità del proprio operato. Due buoni biglietti da visita per presenta-re il nostro territorio. La passeggiata, visto anche le non pro-prie ottime condizioni atmosferiche, si è conclusa al tavolino presso “Il Circolino” a Castiglioncello, gentilmente concesso, davanti a pietanze realizzate dai nostri sapienti cuochi, con prodotti del territorio. Si sono poi seguite l’uscita della no-stra rivista, la presentazione dei libri di Valeria Viva e di Gina Ceroni presso la saletta expo, le due giornate con gli arche-ologi “.. in piazza” e “..in campo”, risultate molto interessanti e particolarmente gradite, visto la buona partecipazione di pubblico. L’inizio del laboratorio artistico di “Cartaphesta” la programmazione degli eventi estivi e l’organizzazione del consueto progetto promozionale “Fra borghi pievi e castelli”, oltre che dell’ufficio turistico, hanno messo a dura prova l’or-ganizzazione. Da sottolineare che stiamo affrontando la “crisi Casserina”, che dopo le dimissioni in blocco del proprio con-siglio e la mancata ricostituzione dello stesso, anche dopo nuove elezioni, pongono la nostra associazione in seria dif-ficoltà per ricostituire la Contrada di largo Fontenasso. Con la speranza che si riesca a realizzare ulteriori incontri, al fine di riportare l’orgoglio Casserino a riprendere le redini della situazione, invitiamo tutti coloro che hanno a cuore la nostra Festa e le sorti della Contrada a farsi vivi per offrire quanto possibile il loro aiuto, al fine di far rientrare questo allarme bianco-azzurro.

Il presidente Massimo Fabiani

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CONTIGNANOAl centro della più autentica Valdorcia

Contignano, piccolo borgo medioevale che conta poco più di 300 anime, è situato al centro della più autentica Valdorcia, oggi Patrimonio dell’Umani-

tà - UNESCO. Si trova a circa 13 km dal proprio capoluo-go comunale: Radicofani, 15 km da Chianciano Terme, 15 da Pienza e circa 20 da S. Quirico d’Orcia. A 25 km c’è l’in-gresso dell’autostrada A1, ed a circa 30, a Chiusi l’impor-tante stazione ferroviaria a metà strada tra Roma e Firenze. Ha una rilevante importanza storica essendo uno dei luo-ghi dove si percepisce meglio come la via Francigena co-prisse l’intero territorio della Val d’Orcia, attraversata da trac-ciati principali e secondari, più o meno utilizzati. Il castello di Contignano si trova al centro di questi fasci di strade. Le sue origini sono antichissime e sicuramente antecedenti alla costruzione dell’Abbadia San Salvatore sul Monte Amiata (979).Alcuni studiosi ritengono che una villa romana, risalente al II-III secolo, sia stata il primo insediamento. Questa villa era posta un po’ più in basso rispetto a dove sarebbe sorto il castello di cui ancora oggi esistono il cassero, le porte e la cinta muraria. Tra i primi atti documentati nella storia di Con-tignano c’e la vendita da parte del Conte Ildebrando degli Aldobrandeschi dei terreni di Contignano a Foscolo di Pietro, un signore appartenente alla piccola nobiltà locale, in data 29 settembre 1028. Successivamente il figlio di Foscolo e sua moglie Maiza donarono all’abbazia di San Salvatore le loro proprietà tra cui quella di Contignano che rimase al monaste-ro per quasi tre secoli. Ma agli inizi del Trecento la proprietà risulta controversa in quanto i Signori di Farnese, sembra nel 1301, sono diventati gli effettivi proprietari di Contignano. Nel 1339 si parla per la prima volta del Castello di Contignano in un documento in cui Pietro del fu Ranuccio di Farnese confe-risce l’incarico a due ambasciatori di sottoporre il castello, la sua corte e distretto al Comune di Siena. I Farnese rimasero signori di Contignano fino al 6 agosto 1390 quando lo vendet-

tero a Cione di Sandro Salimbeni, ricchissimo e potente cit-tadino senese. Il figlio Cocco in aperta ostilità con il Comune di Siena fu costretto a sottomettere ai Senesi i suoi numerosi castelli e terre, tra cui Contignano, firmando la pace nel 1404. Cocco riprese a combattere contro i Senesi ma nel 1409 la popolazione di Contignano si ribellò ai Salimbeni e il 7 dicem-bre dello stesso anno inviò a Siena tre ambasciatori per offri-re la loro sottomissione e giurare fedeltà. Da quel momento Contignano diviene libero Comune del territorio della Repub-blica senese finché il Granduca Pietro Leopoldo di Lorena in data 1º gennaio 1778 lo sopprimerà insieme a molti altri comunelli dello Stato fiorentino. La proprietà terriera appar-tenuta a Cocco fu venduta nel 1501 ad Antonio Giordano da Venafro, personaggio di risalto nella Siena del Cinquecento, e successivamente alla famiglia senese Bianchi – Bandinelli.

Eccomi a suggerire una “girata” nel paese di Contignano nella “dirimpettaia” provincia senese. Conosco la zona e il paese da anni e diciamocela tutta sono anche stato un paio di volte alla loro festa dei tortelli o ravioli come si dice a “casa sua”. E allora ho pensato di presentavi anche a voi questa suggestivo territorio di una Valdorcia da noi poco conosciuta. E chi, come al soli-

to, meglio della Pro Loco con la sua Presidente Franca e il Segretario Giuseppe, può farci da guida. Per raggiungere il paese vi pro-pongo un itinerario da farsi con la dovuta calma, visto gli splenditi panorami che vi aspettano. Partendo da Cinigiano si “attraversa” l’Orcia e si rallenta dopo il ponte, prima del passaggio a livello, cercando di non “governare” il già ricco Comune di Montalcino non rispettando il limite di 50 Km orari, imposto dal controllo elettronico. Diritti verso il paese delle bacoche, al Bacco del Chia si scende verso Torrenieri, ma in fondo alla discesa barra a sinistra verso San Quirico. Superato il paese del Barbarossa, al primo bivio a sinistra girare per Chianciano (SP53) ancora a diritto passando fra castelli, fattorie, agriturismi e sotto la secolare e enorme, dico enorme, querce che non potete non notare. Ancora a seguire la strada principale, sempre diritti. Giunti nelle vicinanze di un’azienda che fa un “cacino d’oro” e ne segnala la vendita, continuare a diritto (SP96) ignorando il bivio che porta all’autostrada e ancora un paio di chilometri e ci siamo. Avrete percorso 60 chilometri precisi. E poi…se non vi fidate compratevi un più servizievole navigatore !!! mf

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sa La chiesa di Santa Maria Assunta a Contignano La chiesa è attestata già nel 1293, ma ha perduto le antiche forme romaniche. L’interno, coperto a capriate, presenta una decorazione a stucco di gusto barocco. Nella controfacciata, due tele dei primi del Seicento, un Miracolo di Sant’Eustachio e l’Incoronazione della Vergine e Santi. All’altare destro, una tavola di scuola senese degli inizi del XVI secolo, con l’Inco-ronazione della Vergine. Un recente restauro ha permesso di recuperare al di sotto di essa l’adiacente Incoronazione della Vergine assegnata ad un pittore umbro-marchigiano della seconda metà del Trecento. Nell’altare opposto è una Crocifissione seicentesca. Nella parete di fondo, due ovali settecenteschi con San Francesco di Paola e il Beato Ber-nardo Tolomei.Informazioni turistiche:L’economia locale è prettamente agricola: esiste un Casei-ficio Cooperativo, costituito fin dai primi anni 60 in seguito alla forte immigrazione di agricoltori sardi, rinomato per la qualità dei propri prodotti. Inoltre operano sul territorio anche piccole imprese edilizie a conduzione familiare. Da qualche anno si sta sviluppando il settore turistico: esistono alcune aziende agrituristiche, case-vacanza, 2 piccoli alberghi con bar e ristorante. Contignano ha anche una piscina pubblica con annesso servizio bar. Ha una propria Proloco che 40 anni fa diede inizio alla famosa Sagra del Raviolo (settimana a cavallo di Ferragosto), nata proprio per valorizzare l’ottima ricotta prodotta dal Caseificio locale, Sagra ormai conosciuta ed affermata in tutto il territorio Senese.In questi ultimi anni sono state organizzate altre manifesta-zioni, quali il Presepe Vivente (30 Dic-5 gennaio, apparso anche in servizi televisivi del TG1), L’arrivo della Befana, La Passeggiata di Primavera (Maggio) e la Rievocazione Storica della Cacciata dei Salimbeni del 1409 (5/6 Luglio) che pre-vede una sfilata storica e si conclude con una raffinata cena Medievale.

PANIFICIO BATANIdi Gianluca Batani & C. snc

Loc. La Concia -monticello amiatatel. 0564 992730 -Fax 0564 992750

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