Febbraio 2011

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n. 2 - febbraio 2011 anno XVII Anno Paolino Diocesano SEGNI DEI TEMPI www.segnideitempi.it Registrazione del Tribunale di Napoli n° 5185 del 26 gennaio 2001 Le biciclette per l’Africa L’acquedotto ha 2000 anni A Monte di Procida l’iniziativa di un immigrato del Burkina Faso per aiutare i catechisti del suo Paese. A febbraio la missione della parrocchia di san Giuseppe Pag. 15 L’impianto del Serino fu co- struito dai romani per rifornire Pompei, Napoli e l’area flegrea. Al museo di Baia esposta una copia dell’epigrafe sulla nascita Pag. 13 Nella lettera aperta ai cittadini puteolani scritta dal vescovo, i sacerdoti e i consigli pastorali parrocchiali della città di Pozzuoli, leggiamo come cresce il biso- gno di «ripensare al nostro impegno inderogabile» come cittadini di fronte ai «numerosi problemi della città», in modo responsabile, competitivo e coerente, con una preoccupazione particolare per i giovani. Con il Progetto Policoro abbiamo incontrato – e continuiamo a incontrare – giovani che vogliono “abitare” il nostro terri- torio senza troppe lamen- tele, che hanno voglia di riscatto non solo per loro stessi e per un proprio futuro: insieme abbia- mo passione per il bene comune. Esso andrebbe compreso e posto alla base dell’azione culturale e sociale di ognuno di noi. Quest’anno con il progetto si attueranno attività di promozione, formazione, di orientamento scuola- lavoro, di accompagnamento per la rilevazione e la fattibilità di idee imprenditoriali. Tutto questo non sarà possibile senza la ricchezza di una rete (pastorale e sociale) locale, sempre più da ripren- dere e valorizzare, e il sostegno di una comunità convinta di questa realtà. Nell’ultimo documento della CEI, Educare alla vita buona del Vangelo, sugli Orientamenti pasto- rali per il decennio 2010- 2020, i nostri vescovi scrivono che «la Chiesa continua nel tempo la sua opera: la storia bimillena- ria è un intreccio fecon- do di evangelizzazione e di educazione». (continua a pag. 7) Irene Ioffredo Resta sempre alto l’allarme per la mancanza degli standard di sicurezza sui posti di lavoro. Record nei cantieri dell’edilizia INCIDENTI, DRAMMA CAMPANO Le vittime delle morti bianche tra precari e immigrati. Il caso amianto nella Sofer di Pozzuoli I giovani chiedono di essere ascoltati Il Progetto Policoro: un’analisi alla luce della lettera aperta alla città di Pozzuoli L’ identikit di Soccavo dai campi allo shopping Le trasformazioni del “quartiere della cava” dove è intensa l’attività delle parrocchie. L’integrazione degli immigrati Pag. 4 e 5 Fervono i preparativi per la cerimonia del 7 maggio, previste 35mila presenze. Il messaggio di catechesi casa per casa Pag. 9 Grande attesa a Pianura per don Giustino beato G li incidenti sul lavoro diminuisco- no solo perché diminuisce il lavo- ro. Questo è il dato certo che emerge da uno studio effettuato dall’Inail. In Italia, solo nel 2009 – l’ultimo anno di cui si hanno dati statistici completi ed atten- dibili – sono stati oltre 790.000 gli in- cidenti, di cui 1.050 sono stati mortali. Praticamente, in ogni giorno dell’anno, ci sono stati 2100 infortuni e quasi tre morti. Una cifra che deve far riflettere. Una piccola guerra che si combatte e si perde solo per portare avanti lo stipen- dio a fine mese. Molti dei morti erano precari, assunti da pochi giorni. Moltis- simi invece sono immigrati. Si tratta, co- munque, di un numero in diminuzione rispetto agli anni precedenti. Ma questo non significa che gli standard di sicurez- za in Italia siano aumentati. Anzi. I dati, apparentemente rassicuranti, vanno letti alla luce della crisi economica che il Paese sta attraversando e il conseguente calo di occupazione. La Vega Engineering è una società di Mestre, Venezia, che si occupa di progettazione e consulenza in ambito ingegneristico e che ha fondato l’Osser- vatorio sulla Sicurezza sul Lavoro con una banca dati aggiornata, attendibile e gratuita, che la società mette a disposi- zione di chi vuole approfondire la tema- tica. La Campania risulta essere la prima regione del Sud per numero di decessi. (continua a pagina 2) I caschi rappresentano l'abc delle norme antinfortunistica

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Segni dei Tempi, testata di attualità sociale, culturale e religiosa

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n. 2 - febbraio 2011anno XVIIAnno Paolino DiocesanoSEGNI DEI TEMPI

www.segnideitempi.it

Registrazione del Tribunale di Napoli n° 5185 del 26 gennaio 2001

Le biciclette per l’AfricaL’acquedotto ha 2000 anniA Monte di Procida l’iniziativa di un immigrato del Burkina Faso per aiutare i catechisti del suo Paese. A febbraio la missione della parrocchia di san Giuseppe

Pag. 15

L’impianto del Serino fu co-struito dai romani per rifornire Pompei, Napoli e l’area flegrea. Al museo di Baia esposta una copia dell’epigrafe sulla nascita

Pag. 13

Nella lettera aperta ai cittadini puteolani scritta dal vescovo, i sacerdoti e i consigli pastorali parrocchiali della città di Pozzuoli, leggiamo come cresce il biso-gno di «ripensare al nostro impegno inderogabile» come cittadini di fronte ai «numerosi problemi della città», in modo responsabile, competitivo e coerente, con una preoccupazione particolare per i giovani. Con il Progetto Policoro abbiamo incontrato – e continuiamo a incontrare – giovani che vogliono “abitare” il nostro terri-torio senza troppe lamen-tele, che hanno voglia di riscatto non solo per loro stessi e per un proprio futuro: insieme abbia-mo passione per il bene comune. Esso andrebbe compreso e posto alla base dell’azione culturale e sociale di ognuno di noi.

Quest’anno con il progetto si attueranno attività di promozione, formazione, di orientamento scuola-lavoro, di accompagnamento per la rilevazione e la fattibilità di idee imprenditoriali. Tutto questo non sarà possibile senza la ricchezza di una rete (pastorale e sociale) locale, sempre più da ripren-dere e valorizzare, e il sostegno di una comunità convinta di questa realtà. Nell’ultimo documento della CEI, Educare alla vita buona del Vangelo,

sugli Orientamenti pasto-rali per il decennio 2010-2020, i nostri vescovi scrivono che «la Chiesa continua nel tempo la sua opera: la storia bimillena-ria è un intreccio fecon-do di evangelizzazione e di educazione». (continua a pag. 7)

Irene Ioffredo

Resta sempre alto l’allarme per la mancanza degli standard di sicurezza sui posti di lavoro. Record nei cantieri dell’edilizia

INCIDENTI, DRAMMA CAMPANOLe vittime delle morti bianche tra precari e immigrati. Il caso amianto nella Sofer di Pozzuoli

I giovani chiedono di essere ascoltatiIl Progetto Policoro: un’analisi alla luce della lettera aperta alla città di Pozzuoli

L’ identikit di Soccavodai campi allo shoppingLe trasformazioni del “quartiere della cava” dove è intensa l’attività delle parrocchie. L’integrazione degli immigrati

Pag. 4 e 5

Fervono i preparativi per la cerimonia del 7 maggio, previste 35mila presenze. Il messaggio di catechesi casa per casa

Pag. 9

Grande attesa a Pianuraper don Giustino beato

Gli incidenti sul lavoro diminuisco-no solo perché diminuisce il lavo-

ro. Questo è il dato certo che emerge da uno studio effettuato dall’Inail. In Italia, solo nel 2009 – l’ultimo anno di cui si hanno dati statistici completi ed atten-dibili – sono stati oltre 790.000 gli in-cidenti, di cui 1.050 sono stati mortali. Praticamente, in ogni giorno dell’anno, ci sono stati 2100 infortuni e quasi tre morti. Una cifra che deve far riflettere. Una piccola guerra che si combatte e si perde solo per portare avanti lo stipen-dio a fine mese. Molti dei morti erano precari, assunti da pochi giorni. Moltis-simi invece sono immigrati. Si tratta, co-munque, di un numero in diminuzione rispetto agli anni precedenti. Ma questo non significa che gli standard di sicurez-za in Italia siano aumentati. Anzi. I dati, apparentemente rassicuranti, vanno letti alla luce della crisi economica che il Paese sta attraversando e il conseguente calo di occupazione. La Vega Engineering è una società di Mestre, Venezia, che si occupa di progettazione e consulenza in ambito ingegneristico e che ha fondato l’Osser-vatorio sulla Sicurezza sul Lavoro con una banca dati aggiornata, attendibile e gratuita, che la società mette a disposi-zione di chi vuole approfondire la tema-tica. La Campania risulta essere la prima regione del Sud per numero di decessi. (continua a pagina 2)

I caschi rappresentano l'abc delle norme antinfortunistica

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A Napoli c’è anche l’Osservatorio sulla SicurezzaPozzuoli non ha dimenticato il ragazzino del bar(continua dalla prima pagi-na)

Nella nostra regione fino a novembre del

2010 ci sono stati 43 morti (8,9 % del totale naziona-le). Numeri preoccupanti da decenni, che hanno spin-to il Comune di Napoli, nel 2008, ad istituire l’Osserva-torio sulla Sicurezza nei luo-ghi di lavoro a cui aderisco-no istituzioni, rappresentati del mondo dell’impresa e le parti sociali. Tra gli scopi: promuovere la cultura del-la sicurezza tra i cittadini. In questi anni l’Osserva-torio di Napoli ha portato avanti una campagna di

sensibilizzazione. Impos-sibile fare un elenco delle vittime del lavoro nell’area

flegrea. Ogni caduto, la sua famiglia, la sua condizione di lavoratore è particolare.

Due, però, sono i casi più significativi che emergono scorrendo la lunga e triste lista dei decessi. Il 23 luglio del 1999 moriva il piccolo Giuseppe Calabrese. Il se-dicenne lavorava in nero in un bar di piazza della Re-pubblica a Pozzuoli: rima-se folgorato da una scarica elettrica sprigionata da un frigorifero dopo una gior-nata di pioggia. Giuseppe viveva a Monterusciello e in estate aiutava la famiglia lavorando come garzone. A lui è intitolata una sala della Concattedrale s. Paolo Apostolo. Tutta un’altra sto-ria - lunga e tortuosa - sono i decessi per amianto degli

ex dipendenti della Sofer, la fabbrica di treni di Pozzuo-li, dismessa nel 2003. Per anni le maestranze hanno lavorato a stretto contatto con l’amianto, un materia-le che veniva utilizzato con disinvoltura in molti opifici e poi rivelatosi altamente tossico. La battaglia fatta di scioperi, assemblee, ma-nifestazioni dei lavoratori e dei sindacati ha portato all’approvazione di provve-dimenti di legge che hanno messo al bando il materiale killer e posto sotto control-lo sanitario gli ex dipenden-ti. Ad oggi, nell’area flegrea, per l’amianto, sono morti 86 lavoratori…

L’Anmil è l’associazione che da più di settanta anni si occupa della tutela dei mutilati ed invalidi del lavoro. Nella sola provincia di Napoli ci sono 21.000 invalidi per causa di lavoro, di questi, 13.000 sono iscritti all’Anmil. «Il peso sociale degli infortuni e delle morti sul lavoro è enorme – dice Enrico Ruggiero, segretario provinciale – con un impoverimento delle casse dello Sta-to. E i dati di Napoli sono allarmanti. I motivi sono la grande presenza di la-voro nero e, di conseguenza, della sicu-rezza». Anche a Napoli, il settore in cui i lavoratori sono maggiormente soggetti agli infortuni, è l’edilizia. «Il problema principale – spiega Rug-giero – è la formula del subappalto. Il meccanismo è questo: una grande so-cietà vince l’appalto e lo da in subap-palto ad una ditta più piccola, che qua-si sempre non ha i requisiti per poter partecipare alla gara. Ovviamente la società più grande, nel passare il lavoro alla più piccola, ci guadagna. E la più piccola dovrà risparmiare sul costo finale. A questo punto si rispar-

mia sulla sicurezza dei lavoratori. Noi, insieme ai sindacati, abbiamo studiato una legge, proposta alla Regio-ne Campania, che vieta il subappalto oppure, in alternativa, obbliga che la ditta in subappalto abbia tutte le carte in regola anche in materia di sicurezza sul lavoro». Ma l’Anmil di Napoli lancia l’allar-me anche su un altro aspetto che, anno dopo anno, si sta evolvendo in tutta la sua pericolosità: le malattie professio-nali. «Più si va avanti – dice Ruggiero – e più si scoprono malattie nuove. Ci sono tanti lavoratori che hanno uti-lizzato materiali che poi sono stati rico-nosciuti nocivi. Oggi su questi campi non ci sono anco-ra certezze, ma si stanno facendo ricer-che che porteranno a delle novità». L’Anmil napoletana sta portando avanti il progetto "Viaggio nei luoghi di lavoro per la salute e la sicurezza. Ascoltiamo i lavoratori, costruiamo proposte concrete”: incontri con l’o-biettivo di trasmettere i principi della sicurezza.

Attenzione ai subappalti

PRIMO PIANOSEGNI FLEGREI

2febbraio 2011

Direttore Responsabile: Salvatore MannaDirettore Editoriale: Carlo LettieriRedazione: Paolo Auricchio, Pino Natale, Ciro Biondi Collaborano: Maddalena Annigliato, Ida Artiaco,Vincenzo Boccardi, Valentina Cavaliere, Fabio Cutolo, Eugenio d'Accardi, Gaetano Lombardi, Nello Mazzone, Maria Rosaria Merone, Giovanni Moio, Alessan-dro Napolitano, Gianni Palmers, Raffaela Pingi, Angelo VolpeSegni dei Tempi on-line: Riccardo Lettieri - Francesco Schiano di Cola (portale)Grafica e impaginazione: Luca Scognamiglio (www.ZendoADV.it)Fotografie: Redazione Segni dei Tempi Stampa delle 4.000 copie: STIEM S.p.A.Pubblicità e amministrazione: coop. Ifocs

Mensile della Diocesi di Pozzuoli, realizzato presso il Centro Studi per il Volontariato -Caritas diocesana, grazie alle collaborazioni gratuite ed all’utilizzo dei contributi giuntida: “otto per mille” e privati. Per contributi: Diocesi di Pozzuoli c/c postale 22293807Per la pubblicità: [email protected] del Tribunale di Napoli n° 5185 del 26 gennaio 2001

Redazione c/o Centro Studi per il Volontariato Via N. Fasano, 9 - 80078 Pozzuoli (NA) telefax 081.853.06.26 - 393.586.19.41 - e-mail: [email protected]

www.segnideitempi.it - www.segniflegrei.it

anno XVII - n. 2 - febbraio 2011

Associato all’USPI

Federazione Italiana Settimanali Cattolici Unione Stampa Periodica Italiana

Associato alla Fisc

SEGNI DEI TEMPI

Puoi trovare il giornale in distribuzione gratuita:

• edicola corso Umberto I a Pozzuoli (altezza Tamoil e zona Gerolomini)

• edicola viale dell’Europa unita al Rione Toiano (sotto il monte)

• edicola via Consalvo 99/D a Fuorigrotta

• edicola Ines, Via Marotta a Monterusciello

• bar "Primavera", giardinetti di via Carmine a Pozzuoli

• Farmacia Flegrea dr.ssa Stabile, viale Campi Flegrei, 11 a Bagnoli

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SEGNI FLEGREIPRIMO PIANO

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«La percentuale delle mor-ti nell’edilizia per cadu-

ta dall’alto raggiunge il 44% dei decessi totali. Il 20% inve-ce è dovuto a folgorazione o, comunque in relazione all’uso delle macchine. Questo signi-fica che nei cantieri manca l’applicazione dei principi di base della sicurezza nei luoghi di lavoro. La situazione è simi-le a quella di cinquanta, cento anni fa». A parlare è Giovanni Sannino, segretario regionale della Fillea Cgil, il sindacato che si occupa dei lavoratori delle costruzioni. Il settore dell’edilizia è quello che conta più caduti. Nel 2009 i morti nella sola provincia di Napoli furono 19. A fine novembre 2010 si contano 18 vittime. «I dati in Campania e a Napoli – afferma il sindacalista - con-tinuano ad essere preoccupan-ti. La gravità della situazione cresce con la crisi. Le modalità e la tipologia degli infortuni sono un segno della situazione economica e della deregola-mentazione del settore: c’è un rapporto strutturale tra crisi e qualità del lavoro». E la situazione nell’area fle-grea? «Da questo punto di vista l’area flegrea segue il trend provinciale. Sul Rione Terra, il cantiere simbolo della rico-

struzione di Pozzuoli, ci sono stati fatti tragici come la morte di un operaio. Però possiamo dire che si tratta di un can-tiere controllato e gli operai dovrebbero lavorare in sicu-rezza, anche perché si tratta di lavori che sono costantemente sotto l’attenzione dell’opinio-ne pubblica. Ma a Pozzuoli, come a Bacoli e a Quarto ci

sono decine di cantieri piccoli e piccolissimi che sfuggono al controllo. Si tratta di imprese impegnate nella ristrutturazio-ne; in molti casi, fanno uso di manodopera irregolare; quindi molti decessi ed infortuni av-vengono durante il lavoro ma non sono classificati come tali. C’è poi il fenomeno del ca-poralato che sfrutta gli immi-

grati. Basta vedere agli incroci delle strade quante persone di colore cercano lavoro». In zona ci sono vertenze par-ticolari?«Nell’area flegrea si sta svilup-pando un fenomeno che, per adesso, è ancora silenzioso. Si tratta di ragazze e ragazzi che sono stati impiegati nei lavo-ri di restauro di monumenti,

dipinti, opere d’arte. Hanno problemi alle mani, agli occhi. Hanno utilizzato solventi e materiali che hanno procura-to danni. Sono lavoratori che quasi sempre hanno un con-tratto precario come partite iva forzate e contratti a proget-to fasulli. Noi, come Cgil, ab-biamo sollevato la vertenza nel settore restauri che sta coin-volgendo lavoratori della zona flegrea e della zona vesuviana». Quali sono le proposte del sindacato? «Innanzitutto maggiori con-trolli. È necessario che gli enti che devono controllare si coordinino tra di loro. Poi è necessario che le imprese si qualifichino ulteriormente e che si facciano percorsi forma-tivi. Quindi è necessaria una rivisitazione del sistema di affi-damento: nelle gare di appalto non deve prevalere la logica del profitto. Infine, bisogna fare attenzione anche perché la camorra è sempre in agguato. I gruppi camorristici entrano in affari con il sistema del dum-ping. Abbassano i costi in ma-niera eccessiva: così vincono la concorrenza delle aziende one-ste e riciclano denaro sporco».

I Campi Flegrei? Al neroIl “silenzio” sui restauri

Pagine 2 e 3 a cura di Ciro Biondi

febbraio 2011

Anche le associazioni di imprenditori in prima linea per affrontare il tema della sicurezza. Quando c’è lavoro nero ad essere colpite sono le aziende in re-gola; così le imprese irregolari hanno vantaggi enormi nei confronti di chi rispetta le normative in vigore. Ecco perché sempre più imprenditori sono interessati al rispetto delle leggi e alla riduzione degli infortuni sul lavoro. A Napoli e provincia Unimpresa ha soste-nuto un progetto insieme alla Camera di Commercio, Industria, Artigianato ed Agricoltura. «Il principio – spiega Raffaele Ottaviano, vicepresidente na-zionale di Unimpresa – è che in Italia la prevenzione dei rischi è vissuta come un’imposizione. Invece è necessario una nuova cultura che coinvolga i lavorato-ri e i loro rappresentanti. Se si evitano incidenti, per le imprese ci sono vantag-gi: si eliminano gli sprechi e migliora la qualità del lavoro. Esistono tante buone prassi che devono essere da modello». Il progetto di Unimprese prevede due azioni: il coinvolgimento delle imprese e una serie di incontri e seminari. Tra le

tappe del progetto c’è stata anche Quar-to. A novembre nella cittadina flegrea ha sostato il camper informativo e si è svolto un seminario sulla sicurezza sul lavoro. All’iniziativa hanno partecipato lavoratori ed imprenditori delle nume-rose imprese edili della zona flegrea. Stessa attenzione alla sicurezza anche da parte dell’Acen, l’associazione dei co-struttori partenopei. «Risentiamo della crisi – ha spiegato durante un convegno dell’associazione costruttori il presiden-te Rodolfo Girardi - ma si è ridotto il tasso di irregolarità e di infortuni, gra-zie all’azione di prevenzione e sensibi-lizzazione. Il nostro impegno è lavorare sulla prevenzione non solo in maniera tradizionale con i corsi di formazione, con informazione e la consulenza, ma intervenendo sulla cultura. Infatti ci ri-volgiamo soprattutto alle scuole, perché i ragazzi di oggi saranno i lavoratori di domani». Nel 2010 l’Acen ha firmato un protocollo d’intesa con l’Ispes, l’Isti-tuto Superiore di Sicurezza sul Lavoro, con cui si intensifica la collaborazione tra istituzione e imprese.

I progetti per le imprese e le scuoleA Quarto un camper per informare sulla cultura della sicurezza

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TERRITORIO

4febbraio 2011

La Soccavo Vecchia è anche la Soccavo nuova. È qui,

a ridosso di via Bottazzi, nei pressi della Croce di Piperno che sono nati, immediatamen-te dopo il terremoto dell’80, i caseggiati che hanno ospitato gli sfollati. È stato l’ultimo insediamento di massa nel quartiere. Molti dei nuovi abi-tanti provenivano proprio da Soccavo e avevano visto le loro case distrutte dal sisma, altri arrivavano dagli altri quartie-ri di Napoli. Sono circa set-tecento i nuclei familiari che così si sono aggiunti ai vecchi soccavesi che abitavano l’anti-co borgo, integrandosi, in un modo o nell’altro, nella nuova realtà.«Il centro prima era qui, in via Bottazzi» ricorda monsignor Umberto Ciotola, parroco del-la chiesa dei santi apostoli Pie-tro e Paolo che sorge proprio su quella strada. Don Um-berto a Soccavo è “nato, cre-sciuto e pasciuto” ed è vicario foraneo. «Quando poi è sorta la zona di via Epomeo, l’atten-zione si è spostata tutta lì. Qui

siamo abbandonati. C’è degra-do, non ci sono servizi, non ci sono mezzi pubblici». Eppure sulla vecchia via insistono ben quattro plessi scolastici – dalle elementari alle medie - e c’è ancora, in stato di abbandono

e parzialmente occupato da abusivi, la Casa comunale che ricorda come Soccavo fosse un tempo un comune autono-mo, annesso a Napoli solo nel 1926.Don Umberto è uno degli ul-

timi a ricordare l’antico inse-diamento e i vecchi toponimi che oggi a Soccavo pochi uti-lizzano. «Quando a Fuorigrot-ta – spiega – hanno iniziato a costruire nella zona cosiddetta del Castellano, cioè nei pres-si dell’area dove adesso sorge il Parco San Paolo, è iniziato il cambiamento di Soccavo. Da Fuorigrotta si trasferirono molte famiglie qui e a Pianu-ra». Poi c’è stato l’insediamen-to di massa come al Rione Tra-iano, via Piave e via Epomeo. È quindi lontano il ricordo dell’antico borgo rurale, costi-tuito soprattutto da masserie. Fino a quasi la metà del ‘900 il tempo era scandito dalle sta-gioni, poiché si trattava di una comunità prevalentemente agricola. «Come in ogni quar-tiere – continua don Umberto – anche qui ci sono problemi sociali. Anche per questo di-stribuiamo, periodicamente, oltre duecentocinquanta pac-chi alimentari alle famiglie della nostra parrocchia ma anche di altre zone. Molti nu-clei familiari si sono trovate in

stato di necessità per il lavoro, venuto a mancare improvvisa-mente, oppure perché non ri-escono a pagare l’affitto. Tante famiglie sono in difficoltà per-ché gli affitti sono eccessivi e quindi sono alla continua ri-cerca di un appartamento più economico». Capitolo a parte sono le case popolari costrui-te con la Legge 219 del 1980, quella, appunto, che prevedeva la ricostruzione post-sismica. Molti alloggi sono fatiscenti. Mura decrepite e manutenzio-ne inesistente sono la loro ca-ratteristica. Alcune case sono state ristrutturate altre, invece, sono state abbattute e ricostru-ite con materiali tradizionali. Quindi non più prefabbricati giganti che hanno creato pro-blemi di ogni tipo, ma strut-ture in muratura. Anche se – come denunciano alcuni co-mitati e sindacati degli inqui-lini – anche qui non mancano i problemi, a cominciare dalle infiltrazioni d’acqua.

A Soccavo c’è un’oasi. È in via dell’Au-riga, quasi sui Camaldoli, alla periferia della città. E alla periferia della parroc-chia dei santi apostoli Pietro e Paolo. Nata nel 1993 per volere di monsignor Umberto Ciotola, l’Oasi di san Pietro è immersa nel verde in una delle poche zone tranquille dell’intero quartiere e viene utilizzata per tante iniziative. «C’è spazio per gli anziani – afferma don Umberto – che ogni mercoledì tra-scorrono qui un’intera giornata. Ven-gono accolti la mattina, si fa cateche-si, mangiano, giocano e, infine, c’è la Santa Messa. Per tanti è un momento importante, di grande socializzazio-ne. L’Oasi si trova un po’ in periferia e questo aiuta la Chiesa ad essere ancora più vicini a tanta gente». Sono circa una cinquantina gli anziani che, setti-manalmente, trascorrono una giornata all’Oasi. Molti i volontari che li accom-pagnano e che si prendono cura di loro durante le ore di svago. L’area ospita una casa, un grande giardino, un refet-torio e, come la chiama don Umberto, una “Tenda-Chiesa”: una cappella che

può ospitare fino a cinquecento persone. La struttura, proprio per la sua tran-quillità e per la possibilità di contenere così tante persone, viene frequentata da gruppi di preghiera e da gruppi del Cammino Neocatecumenale. Nell’Oasi trovano il loro spazio anche gli scout e le attività per i più giovani. A completare il complesso c’è un grande giardino con agrumeto e alberi da frutta. «Fortuna-tamente – dice don Umberto – sono co-adiuvato da tanti volontari. Ma quan-do posso vengo qua a lavorare la terra. Sono nato in campagna e mi piace coltivare la terra». Allo stesso modo don Umberto cura il giardino della parroc-chia. «Quando sono diventato parroco – conclude - ho recuperato tutta la zona retrostante. Si tratta di spazi che ven-gono utilizzati per il catechismo e per le attività dei bambini. Abbiamo uno spazio per la costruzione delle scenogra-fie delle feste parrocchiali. A dicembre abbiamo organizzato il presepe vivente. Ma l’attesa per tutti è a giugno in occa-sione delle celebrazioni dei nostri santi patroni».

C’è anche l’Oasi di san Pietro

Così in parrocchia convivono le “due Soccavo”Via Bottazzi, dal borgo rurale alla piccola città

Foto a cura di Paola Visone

SEGNI FLEGREI

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TERRITORIO

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SEGNI FLEGREI

febbraio 2011

I volontari del Centro Lima impegnati in occasione delle calamità e anche per l’integrazione degli immigrati

Protezione sociale, un cuore a SoccavoGiovani, “saggi”, extracomunitari e sinergia con istituzioni: la ricetta del lavoro di gruppo

Nel quartiere Soccavo, in via Cassiodoro 87, ha

sede l’associazione di volon-tariato Centro Lima, organiz-zazione no-profit riconosciuta da tutte le principali istituzio-ni locali e nazionali. Sul terri-torio flegreo il Centro è molto radicato, ma l’attività non si limita all’area cittadina. Sono stati innumerevoli, infatti, gli interventi coordinati da Soc-cavo negli ultimi anni come ad esempio per il terremoto che ha colpito l’Abruzzo, la tragedia di Sarno o la gestio-ne degli eventi del Giubileo nella capitale. Si pianificano interventi della Protezione civile e, dal 2000, vengono anche organizzati piani di assistenza all’immigrazione con la sezione Protezione so-ciale in stretta collaborazione con il Comune di Napoli. In particolare, il Centro progetta interventi di assistenza per i campi Rom nelle periferie di Scampia e Ponticelli. Da otto anni, inoltre, i volon-tari del Lima ospitano e cura-no cittadini immigrati all’in-

terno dei locali dell’ex scuola “Grazia Deledda”. Questi at-tivisti, che sono soprattutto studenti e lavoratori, hanno un’età compresa tra i 18 e i 40 anni ma non mancano i “saggi del gruppo”, ovvero volontari sulla sessantina che grazie al loro grande baga-glio di esperienze, maturate in diverse missioni e progetti, divengono il principale pun-to di riferimento per i nuovi collaboratori. Per far parte dell’associazione non è richiesto nessun requi-sito, basta contattare la segre-teria del Centro e avere tan-ta buona volontà e voglia di aiutare il prossimo seguendo delle semplici regole. E difatti, come racconta uno

dei responsabili del Centro, Cristian Ferrandi, «la pro-tezione sociale viene svolta secondo regole e dinamiche ben precise in un quartiere come Soccavo, forse l’unico a tollerare la nascita e la conte-stuale vita quotidiana di circa 40 famiglie romene ospitate». E’ dal 2003 che anno dopo anno i ragazzi del Lima prov-vedono alle necessità delle tante famiglie immigrate, lavorando per la loro integra-zione nel tessuto cittadino, provvedendo alla loro salute attraverso vaccinazioni per i bambini e assicurandosi che questi frequentino regolar-mente la scuola. Attualmente il Lima è im-pegnato in progetti d’inte-grazione ideati con l’ausilio degli stessi extracomunitari; questa filosofia di affianca-mento è stata vincente per la comprensione non solo delle due diverse culture a confron-to, ma anche per agevolare gli stessi immigrati durante la fase di primo soccorso e il successivo inserimento nelle

comunità italiane. In paralle-lo, il Lima tiene incontri con le scuole per promuovere le attività della Protezione civi-le e del volontariato in tutti i suoi aspetti. Per avere maggiori informa-

zioni sul Centro di Soccavo si può consultare il sito in-ternet www.centrolima.it op-pure scrivere per posta elet-tronica all’indirizzo [email protected].

Valentina Cavaliere

S. Maria di Montevergine, i frati all’ascolto dei più deboli

Soccavo, dal latino “sub cava” (sotto la cava). Questo il nome e l’etimologia del popoloso quartiere napoletano, dovuto alla presenza di numerose cave di tufo e piperno costruite dai romani. Da territorio agricolo, il quartiere si è rapidamente ampliato nel secolo scorso, in particolare con l’edificazione del Rione Traiano, tra mille polemiche dovute alle speculazioni edilizie. E proprio a Soccavo opera da tanti anni l’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, che curano pastoralmente la parrocchia S. Maria di Montevergine, guidata dal parroco padre Giulio Di Domenico.Sul territorio dove ora sorge la chiesa, vi era un’antica cappella dedicata a S. Maria di Montevergine e un piccolo convento attiguo, abbattuti entrambi nel 1968 per costruire l’attuale complesso parrocchiale. I lavori terminarono nel 1975 con l’erezione a parrocchia ad opera del vescovo monsignor Salvatore Sorrentino, che benedisse ed aprì ufficialmente al culto la nuova chiesa. Fino ad allora l’attività pastorale era stata svolta in un magazzino locale. Questa la storia ripercorsa da padre Di Domenico. «La parrocchia – ricorda il parroco - copre un’area non molto estesa del quartiere, ma particolarmente popolata, con circa 2500 famiglie e un totale di oltre 8000 abitanti. I problemi sono quelli di tutte le periferie napoletane: crescente disoccupazione e conseguente povertà che aumenta; pericolo di ricorrere a vie illegali per sopravvivere; crescita smoderata del consumismo; insicurezza e mancanza di pulizia del quartiere. I giovani, come sempre da questi parti, da risorsa diventano problema. Ed è proprio a loro che la parrocchia rivolge un’attenzione particolare, per cercare di dare un’ideale di onestà. Soprattutto per venire incontro ai giovani, la parrocchia è aperta ogni giovedì sera, per due ore, e i sacerdoti sono disponibili per le confessioni. Ma questo è solo una delle risposte ai tanti problemi che la comunità cristiana locale sente di dare. È attivo un centro di ascolto, che ha attivato una fitta rete di contatti e cerca anche di aiutare i sempre più numerosi disoccupati. Molto attiva è anche l’evangelizzazione continua, con costanti visite alle famiglie e incontri con i giovani. Cammino privilegiato, ma non esclusivo, è quello dell’Ordine francescano secolare e della Gioventù francescana; sono attivi nutriti gruppi di carismatici e le comunità neocatecumenali».La comunità religiosa è composta da quattro frati. Particolarmente apprezzata è l’attività di insegnamento di Cristologia alla Scuola di Formazione Teologica per Laici, curata da padre Ciro Polverino.

Giuseppe Tramontin

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DENTRO LA DIOCESI

7 febbraio 2011

Metodo Policoro: insieme gioventù e saggezza La sinergia per un laboratorio di cittadinanza (continua dalla prima pagina)

Il progetto Policoro continua a essere promosso e riconfermato con questo metodo che porta a

«seminare cultura e civiltà». L’emergenza educativa sollecita noi cristiani ad adoperarci per realizzare «un’alleanza educativa»: educare non è del singolo, ma un fatto comunitario, coinvolge tutti i soggetti che hanno responsabilità e lavorano in quest’ambito delicato. Separarsi rallenta e «indebolisce l’efficacia dell’azione educativa». È un lavoro di comunione efficace e concretizzato nella realtà del progetto: le organizzazioni e associazioni laicali delle filiere par-tecipano, secondo il proprio carisma, all’elaborazio-ne e alla realizzazione di attività particolari, nella comune volontà di dialogo e di superare incompren-sioni, con lo stile di aiutarsi a crescere nella soli-darietà e nel rispetto reciproco delle specificità e competenze. Il nostro impegno come Policoro non è di sovraccaricare le varie realtà pastorali diocesa-ne e parrocchiali, con attività in più da aggiungere ai loro programmi, ma riuscir a poter integrare le esperienze, a coinvolgere e unire le forze in temi co-muni. Non è un discorso utopico. Importante è rico-noscerci e mettere a disposizione la propria identità e missione, ricordandosi che non serve delegare. Infatti, nella progettazione del nuovo anno si terrà conto delle attività in collaborazione con l’Azione Cattolica per sviluppare il percorso dei giovani sul bene comune, con gli insegnanti di religione per l’orientamento negli istituti superiori, con associa-

zioni e cooperative già presenti sul territorio per uno scambio di esperienze con giovani che vorrebbero confrontarsi per le loro idee imprenditoriali. Di base rimane la sinergia con la Caritas, la Pastorale giova-nile e la Pastorale dei problemi sociali e del lavoro. Un impegno comune è anche riportare l’attenzione sui temi della 46° Settimana Sociale dei Cattolici da conoscere e approfondire. Particolarmente sentito e voluto è il contributo che il progetto potrebbe dare, soprattutto con la propria rete locale e nazionale, alla formazione della Scuola socio-politica diocesa-na: una scuola che non sia soltanto teoria ma un vero e proprio laboratorio di cittadinanza attiva e di sviluppo locale secondo la Dottrina Sociale della Chiesa. L’anno trascorso ha avuto l’obiettivo prima-rio di far conoscere il progetto e costruire una pri-ma rete di contatti da dover allargare e continuare a curare. Non sono solo “parole”. Il Santo Padre ha sottolineato che «i giovani portano una sete nel loro cuore, e questa sete è una domanda di signi-ficato e di rapporti umani autentici, che aiutino a

non sentirsi soli davanti alle sfide della vita». È vero che Policoro è rivolto proprio ai giovani in partico-lare del Sud, ma questo non significa lasciarli essere i soli protagonisti: hanno bisogno di essere ascoltati, accolti, amati! Un rinnovato incontro tra giovani e adulti ci vuole: creatività ed esperienza, freschezza e saggezza. Insieme non siamo il futuro, ma il pre-sente.

Irene Ioffredo

[email protected] Centro servizi - via Campi Flegrei, 12Ufficio pastorale giovanilelunedì mattina – giovedì pomeriggiotel. 0815261204www.progettopolicoro.it

NASCE LA FONDAZIONE PAULUS Aiuterà le vittime di usura e racket

Una fondazione contro l’usura e per l’educazione alla cultura anti-debito. Nasce nell’area flegrea, grazie all’iniziativa e alla volontà del vescovo di Pozzuoli, monsignor Gennaro Pascarella, la Fondazione Paulus. Un’idea maturata negli anni, con l’esperienza dell’associazione “Occhi sul mondo” e il progetto “Liberi” della Conferenza Episcopale Italiana. La Fondazione è un’opera segno che nasce nell’Anno Paolino Diocesano; è quindi una delle novità che la comunità cattolica propone al territorio in occasione del 1950° anniversario della venuta dell’Apostolo delle Genti a Pozzuoli. Lo scopo è assistere e sostenere chiunque si trovi in uno stato di bisogno e di rendere operante nel sociale il principio cristiano della solidarietà come aspetto della Carità cristiana. La Fondazione Paulus si propone sia di prevenire il fenomeno dell'usura che sviluppare un'azione preventiva ed educativa della cultura anti-debito. Sarà organizzato uno sportello per la consulenza, l’informazione e l’assistenza contro il credito illegale. Aspetto particolarmente interessante, vista anche le continue notizie di cronache nera, è che la Fondazione si costituirà parte civile, al fianco delle vittime, nei processi contro i “cravattari” e gli esattori del racket. Presidente del Consiglio di Amministrazione è Luigi Cuomo, con una lunga esperienza nel settore: attualmente è il portavoce dell’Associazione Antiracket “Pianura per la Legalità” ed è coordinatore regionale della “Rete per la Legalità – associazioni e fondazioni contro il racket e l’usura”.

Partecipanti alla 46° Settimana Sociale dei Cattolici

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DENTRO LA DIOCESI

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La Giornata mondiale del migrante e del rifugiato«Una sola famiglia umana nel segno di san Paolo»Anche nella diocesi di

Pozzuoli è stata celebra-ta la 97ª Giornata mondiale delle migrazioni, domenica 16 gennaio, sul tema “Una sola famiglia umana”. «San Paolo - come è stato sot-tolineato da don Paul John Opara, direttore diocesano Migrantes, che ha organiz-zato l’evento - ha ricordato che la Chiesa è fatta da “tutti quelli che in ogni luogo in-vocano il nome del Signore Gesù Cristo”. La Giornata mondiale del migrante e del rifugiato offre l’opportuni-tà, per tutta la Chiesa, di riflettere su un tema legato al crescente fenomeno della migrazione, di pregare affin-ché i cuori si aprano all’acco-glienza cristiana e di operare perché crescano nel mondo la giustizia e la carità, colon-ne per la costruzione di una pace autentica e duratura. Il messaggio del Papa su questa giornata ci aiuta ad appro-fondire due temi della dot-trina sociale della Chiesa, ri-chiamati anche nell’enciclica

Caritas in Veritate: la cittadi-nanza globale e la fraternità universale. In un mondo che rischia di rinchiudersi in rin-novati individualismi e par-ticolarismi, di escludere più che includere le persone, la Chiesa è chiamata ad essere segno e strumento dell’uni-tà del genere umano, perché ogni persona uomo o donna sia considerato un fratello e una sorella e il mondo una casa comune. L’integrazione non vuol dire assimilazione o assorbimento dell’altro ma condivisione delle diversità

d’identità, tradizione e cul-tura. L’incontro tra entità culturali differenti e la mol-tiplicazione degli sguardi, possono essere fonte preziosa per costruire una dimensio-ne interculturale del nostro territorio e per una sensibi-lizzazione alla ricchezza che la scoperta e valorizzazione della diversità e l’accoglien-za dell’altro permettono di conquistare. Possono essere momenti importanti che ci aiutano ad uscire fuori dai nostri isolamenti, dalle no-stre chiusure e paure di in-

contrare altri diversi da noi. Questo raduno dei popoli assieme in preghiera sostiene il servizio pastorale al mon-do della mobilità; promuove l’uomo migrante, lavoratore e rifugiato, combatte l’isola-mento e favorisce l’integra-zione. L’immigrazione è una risorsa necessaria per tutti i paesi, per il mondo produtti-vo e per le famiglie, come di-mostra il nuovo decreto flus-so e ne dà la conferma» (su sdt on line il testo completo dell’omelia di don Paul).Dopo la celebrazione euca-

ristica, i partecipanti si sono ritrovati nell’auditorium del centro san Marco, alla pre-senza del vescovo monsignor Gennaro Pascarella e del vi-cario episcopale don Fernan-do Carannante, per vivere un bellissimo momento di festa, ascoltando alcune testimo-nianze di immigrati che han-no raccontato le loro espe-rienze e assaggiando diversi piatti etnici. Immancabile l’appuntamento musicale di Vera Ciolpan, che ha esegui-to canzoni ucraine, russe e napoletane.

Paolo, i presbiteri e una storia di duemila anni fa

«Cos'è la Chiesa?», ci stiamo domandando. Per ora, abbiamo compreso che la Chiesa è una realtà che, come tutte le aggregazioni umane, è soggetta alle

leggi della storia. Non potrebbe essere altrimenti: come dice Gesù nel Vangelo, i suoi discepoli non sono del mondo, ma sono comunque "nel" mondo (cfr.

Gv 17,10.14), e dunque soggetti come tutti alla dura legge del tempo che passa. Ma ora chiediamoci: c'è qualcosa che attraversa tutta la storia della Chiesa

come un filo rosso, che unisca cioè tutti i momenti storici di questi duemila anni di vita della Chiesa, in modo da farci capire con più esattezza "cos'è" la

Chiesa? Trovare qualcosa che accomuni esperienze di Chiesa così diverse tra loro (la Chiesa delle persecuzioni e quella imperiale, quella dei santi e quella dei

Papi guerrieri e "re", quella piramidale del pre-Concilio e quella comunionale del post-Concilio), sembrerebbe un'impresa disperata: eppure c'è! Per ritrovare

questo "filo rosso", dobbiamo guardare ovviamente alla Scrittura, che per noi cristiani è sempre normativa, cioè punto di riferimento obbligatorio, vincolante.

Per rispondere alla nostra domanda, dobbiamo volgere la nostra attenzione al libro degli Atti degli Apostoli, che ci presenta in alcune sue pagine come

concretamente nasce "una" Chiesa (ed anzi, si potrebbe dire: "ogni" Chiesa). Poiché siamo nell'Anno Paolino, possiamo guardare, ad esempio, come Paolo

abbia fondato la Chiesa ad Antiochia di Pisidia (At 13,14-52). L'Apostolo, insieme a Barnaba, giunge in questa città e partecipa alla liturgia del sabato nella

sinagoga degli ebrei. Com’era tradizione quando giungevano ospiti da altri luoghi, vengono invitati a dire «qualche parola di esortazione per il popolo» (v.

15): Paolo ne approfitta per fare una sintesi della storia di Israele (ricordando due eventi fondamentali, la liberazione dall’Egitto e la promessa fatta da Dio a

Davide), per poi concludere annunciando che tutto questo ha trovato compimento in Gesù Cristo (questo è il kerygma, l'annuncio che la morte e risurrezione

di Gesù compiono il piano di Dio). A questo punto, alcuni accolgono quest’annuncio (vv. 42-43), mentre altri si oppongono all’annuncio stesso, al kerygma

proclamato, e scatenano una persecuzione contro Paolo e Barnaba (vv. 45. 50). Questo non fa però venire meno la nuova realtà nata dall’annuncio: anzi, la

conferma e la rafforza. Infatti, coloro che avevano accolto l’annuncio sono più uniti che mai, ora vengono chiamati senza timore “discepoli” e sono «pieni

di gioia e di Spirito Santo» (v. 52). La loro convinzione è che la “Chiesa” sia stata radunata dal Signore stesso; e anche se Paolo e Barnaba sono costretti a

fuggire, non sono lasciati soli, ma affidati al Signore e guidati da alcuni anziani, dei "presbiteri", probabilmente coloro che dal primo momento hanno accolto

l'annuncio. Ebbene, in questo racconto abbiamo le risposte a tutte le nostre domande. Pino Natale

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DENTRO LA DIOCESI

9 febbraio 2011

A Pianura fervono i preparativi per celebrare la beatificazione del fondatore della congregazione dei Vocazionisti

Il giorno di don Giustino RussolilloSabato 7 maggio in migliaia da tutto il mondo: un’occasione di rinascita per il quartiere

Un’area di quindicimila metri quadrati per ospi-

tare oltre trentacinquemila persone provenienti da tutto il mondo. Maxischermi, aree di sosta per oltre trecento pul-lman, itinerari e visite guidate. È tutto pronto a Pianura per la beatificazione del Venerabi-le don Giustino Maria Russo-lillo. L’area individuata è stata concessa da alcuni privati, nei pressi di via Pallucci, alle spalle del cimitero. Un posto strategico: a pochi passi dalla ferrovia circumflegrea e con la possibilità di utilizzare nei pa-raggi diverse aree di sosta. Un luogo simbolo, perché molto vicino al Vocazionario. È im-mane il lavoro che sta por-tando avanti la commissione tecnico-logistico-finanziaria che realizza le decisioni prese dalla commissione generale (quest’ultima composta da membri della Società delle divine vocazioni e da membri della Diocesi di Pozzuoli). «Ci troviamo di fronte – spiega padre Ciro Sarnataro – ad un evento straordinario ed irripe-

tibile. Un appuntamento che coinvolge tutto il quartiere di Pianura, dove tutto ha avuto origine». Sabato 7 maggio, alle ore 15, tutta Pianura, la diocesi e la famiglia vocazioni-sta attendono la celebrazione. «Ogni data legata a don Giu-stino – dice padre Ciro – è sta-ta caratterizzata da un segno particolare. Noi vogliamo che ci sia la rinascita del quartiere in occasione della sua beatifi-

cazione». Intanto la commis-sione è in stretto contatto con i tecnici del Comune di Na-poli e della IX Municipalità: si sta studiando il piano traffico e trasporti. Nel frattempo c’è un piccolo grande esercito di oltre centocinquanta perso-ne che portano nelle case di Pianura la notizia della beati-ficazione. Si tratta di persone impegnate nella comunità cattolica della forania. A loro,

oltre ad essere affidata la cate-chesi, è assegnato il compito di raccogliere contributi eco-nomici liberi per finanziare l’evento (per renderli ricono-scibili, ogni volontario ha un tesserino di riconoscimento). «Abbiamo seguito le indica-zioni del vescovo monsignor Gennaro Pascarella – continua padre Ciro – affinché si realiz-zasse una catechesi feriale, cioè non occasionale. Così, stiamo

portando il messaggio di don Giustino casa per casa anche con strumenti nuovi. Come, ad esempio, il dvd di un do-cumentario con interviste a persone che lo hanno cono-sciuto». S’inizia a delineare il calendario di tutte le iniziati-ve (per seguire l’organizzazio-ne dell’evento è attivo il sito www.beatificazionedongiu-stino.it). Il 30 aprile le suore vocazioniste inaugureranno una lapide dedicata ai geni-tori di don Giustino nella Casa del fanciullo a Pianura. Il 6 maggio ci sarà una veglia di preghiera animata dal cen-tro diocesano delle vocazioni e dalla pastorale giovanile diocesana. Il 7, prima della celebrazione, sarà possibile visitare il Vocazionario e gli altri luoghi di don Giustino. Sempre nel mese di maggio verrà celebrata una messa di ringraziamento a Pianura l’8 e poi il 15 a livello foraniale; mercoledì 11 è prevista l’u-dienza a Roma con Papa Be-nedetto XVI.

c.b.

Auditorium Centro San MarcoSabato 5 marzo – ore 10

Tavola rotonda su “Carcere e territorio”

presieduta dal vescovo, mons. Pascarella

Organizzata dalla Caritas Diocesana

Casa Famiglia Donna Nuova

nell’ambito del corso di formazione

realizzato con la Pastorale Carceraria

diocesana e con il CIPM di Napoli

Info: tel. 0815265536

XXXIII GIORNATA NAZIONALE PER LA VITA – DOMENICA 6 FEBBRAIO 2011Marcia diocesana per la vita, presieduta dal vescovo monsignor Gennaro Pascarella

Programma

“Educare alla pienezza della vita”

Ore 16.30 - Accoglienza:

c/o Parrocchia S. Cuore di Gesù ai Gerolomini

per le foranie di Bagnoli, Quarto, Pozzuoli 1 e 2

c/o Parrocchia SS. Rosario e S. Vincenzo Ferreri

per le foranie di Soccavo e Pianura

c/o Parrocchia S. Giuseppe (viale Capomazzo)

per le foranie di Bacoli-Monte di Procida e Fuorigrotta

Ore 17.00 – Preghiera dei secondi vespri della domenica

(a cura delle comunità accoglienti)

Ore 17.30 – Partenza della Marcia per raggiungere

la Parrocchia S. Maria della Consolazione

Ore 18.00 – Presentazione della realtà della forania

Pozzuoli 1

Don Antonio Russo, vicario foraneo

Riflessioni sul tema della Giornata

Giovanna Guida e Osvaldo Della Gatta

Esperienze di educazione alla vita

Accoglienza ragazze madri Suore Vincenziane

Corso “Accompagnare nel cammino dell’amore”

Centro per la vita “don Luigi Saccone”

Ore 19.00 – Preghiera finale

presieduta dal vescovo, monsignor Gennaro Pascarella

N.B. Per favorire la partecipazione di tutti la S. Messa Vespertina nella Forania Pozzuoli I non sarà celebrata

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10febbraio 2011

Associazione culturale di volontariato NEMEA Segreteria Itinerari: c/o Centro Studi per il Volontariato

Via N. Fasano, 9 – Pozzuoli (NA)Telefax 081.853.06.26 – Cell. 388.112.71.88 –388.101.97.12

www.nemeaonlus.it - [email protected]

Sede legale: Via Campi Flegrei, 12 – 80078 Pozzuoli (NA)

2010/2011>> i Campi Flegrei

L’Associazione NEMEApromuove i suoi Itineraristorico-religiosi,sviluppando visitetematiche, rivolte inparticolare alle scuoledi ogni ordine e grado.

I Campi Flegrei hanno sempre esercitato un fascino particolare, dall’antichità più remota all’epoca del Grand Tour.L’Associazione invita ad un viaggio straordinario tra miti, leggende, storia, monumenti, alla scoperta dei tesori qui racchiusi.

Di quelli ancora esistenti e di quelli, purtroppo, dissipati; non per camminare sui sentieri della nostalgia, ma per contri-buire a proporre prospettive di sviluppo e di riscatto.

1. ITINERARIO PAOLINOMacellum “Tempio di Serapide” - Porto e Borgo marinaro – Chiese: Assunta a mare - S. Maria delle Grazie - S. Vincenzo Ferrer - S. Maria della Purificazione (cripta) - S. Raffaele - S. Giuseppe - Corpo di Cristo e Tempio Duomo sul Rione Terra.

2. ITINERARIO PALEOCRISTIANO PUTEOLANONecropoli di via Celle e S. Vito - Cappella rurale S. Vito

3. ITINERARIO IANUARIANOCratere Solfatara - Santuario S. Gennaro e convento Cappuccini - Anfiteatro Flavio

4. ITINERARIO PALEOCRISTIANO CUMANOAcropoli di Cuma - Antro della Sibilla - Resti basilica paleocristiana (Tempio di Apollo) - Resti basilica paleocristiana (Tempio di Giove)

5. ITINERARIO PALEOCRISTIANO MISENATEParco Archeologico di Baia - Castello di Baia - Cento Camerelle - Piscina Mirabile - Chiesa S. Anna a Bacoli - Chiesa S. Maria delle Grazie e S. Sosso a Miseno

6. BIBLIOTECA VESCOVILE E MUSEO DIOCESANO Biblioteca - Sala espositiva - Museo virtuale

7. ALLE PORTE DEI CAMPI FLEGREICrypta Neapolitana e Tomba di Virgilio

Anno Paolino Diocesano - 1950° annniversario dell'approdo di San Paolo a Pozzuoli(2010 - 30 maggio - 2011)

Sedi operative: c/o Chiesa della Purificazione - Museo Virtuale Rione Terra

c/o Palazzo vescovile - Chiesa SS. Corpo di CristoRione Terra – Pozzuoli (NA)

c/o Centro Arcobaleno – Officina TeatraleVia Cumana, 48 – Fuorigrotta Napoli

Centro Diocesano per la pastorale della [email protected]

www.welcometourist.itwww.welcomecampiflegrei.it

con il sostegno del Comune di Napoli

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IDEE & PROGETTI

febbraio 2011

Passeggeri speciali per le visite guidate al centro antico, dai presepi di S. Gregorio al Duomo. Prossima tappa: Caserta

Con il pulmino alla scoperta di NapoliLe nuove iniziative dell’associazione Pro Handicap: ogni mese diverse mete culturali

Individuare il momento nel quale nasce la tensione, per aiutare le persone ad uscire dalle situazioni di rabbia: questo lo scopo di una metodologia speri-mentata nel corso del “RAGELab Plus”, un labora-torio sulla prevenzione della violenza che è stato por-tato avanti da Fondazione Idis-Città della Scienza, nell’ambito di un progetto europeo, con partner di Austria, Repubblica Ceca, Cipro, Finlandia, Spagna e Slovenia. Partita il 14 dicembre scorso, l’iniziativa ha coinvolto quattro ragazzi e quattro ragazze, tra i 17 e i 26 anni (tendenzialmente timidi e riservati, la maggior parte inesperti nell’uso dei videogiochi), con lo scopo di sperimentare approcci pedagogici innovativi, in grado di prevenire atti di violenza tra i giovani. In pratica sono state testate delle nuove tec-niche di rilevazione delle sensazioni e dei sentimen-ti, facendo utilizzare dei videogiochi, partecipando a giochi di ruolo e stage di arti marziali, per analizzare come persone comuni reagiscono ad atti di violenza e quale sia il loro approccio in giochi d’azione e di conflitto, evidenziando il livello di stress e le emo-zioni percepite. Questa fase di sperimentazione del progetto, che si è conclusa a fine gennaio, è stata guidata da Rossella Parente, Ernesto Grasso e Luigi Cerri. È stata prevista anche un’equipe di verifica, coordinata da Carlo Signore e composta da Carlo Lettieri e Antonio Izzo.

Laboratorio europeo anti-violenza

Il pulmino dei disabili tocca nuove tappe dei tour organizzati dall’as-

sociazione Pro Handicap di Bacoli. Dopo le visite al centro antico di Na-poli e alle mostre e ai musei, sono ora in programma escursioni fuori pro-vincia, grazie anche al progetto “Vita sociale disabili” del Centro Servizi per il Volontariato di Napoli. «La nostra è un’esperienza che sta raccoglien-do ampi consensi – spiega Salvatore Iodice, presidente dell’associazione – anche perché molti disabili stanno finalmente avendo l’opportunità di conoscere posti bellissimi. Abbiamo già partecipato a una serie di visite a mostre, esposizioni e percorsi museali attraverso il circuito culturale nei mesi scorsi. E recentemente abbiamo visi-tato la zona dei Decumani di Napoli con la suggestiva via dei presepi, San Gregorio Armeno, il Duomo e altri monumenti e chiese del cuore antico della città. Ma non ci fermiamo. La programmazione dei prossimi mesi infatti prosegue proprio perché c’è una grande richiesta di partecipazione. Sul nostro sito è possibile leggere ogni mese le tante proposte ». Il pulmino, acquistato grazie ad un altro proget-to “Un aiuto per costruire progetti di vita”, sempre finanziato dal Centro

Servizi per il Volontariato, consente il trasporto di quattro disabili in carroz-zina e di altri quattro passeggeri. «Ol-tre ai quattro disabili in carrozzina – chiarisce il presidente Iodice – di solito vengono trasportati altri due disabili in grado di restare seduti in una pol-trona normale più due accompagnato-ri. Facciamo a turnazione. In un mese sono circa ventisei i portatori di han-dicap che partecipano al progetto. E all’iniziativa possono intervenire anche i non iscritti all’associazione». Le atti-vità della Pro Handicap non finiscono qui. A fine anno si è svolta la Serata

di Solidarietà condivisa da oltre due-cento persone, tra disabili e familiari. L’iniziativa – patrocinata dal Comune di Bacoli – si è svolta nella sala mensa della scuola elementare di Cuma con la partecipazione dell’assessore comu-nale alle politiche sociali Gennaro Ca-rannante (nella foto in alto a destra, insieme a Salvatore Iodice). Per infor-mazioni e per partecipare alle attività dell’associazione, si può consultare il sito prohandicap.it oppure si possono chiamare i numeri: 081.8687162 – 339.4785870. La sede dell’associazio-ne è a Bacoli, in via Lungolago 4.

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CULTURA

12febbraio 2011

Dopo gli scenari di Barcel-lona, Monterrey e Val-

paraiso, toccherà a Bagnoli, Fuorigrotta, Coroglio, ovvero l’area occidentale di Napoli da riqualificare per l’occasione, ospitare gli eventi del Forum delle Culture 2013 insieme ad altri siti della Campania famosi nel mondo come la Reggia di Caserta, il “salotto” di piazza del Plebiscito, il mu-seo di Capodimonte, gli scavi di Pompei.Le manifestazioni (incontri, mostre, spettacoli) saranno incentrate su temi di attua-lità, dalla pace allo sviluppo sostenibile, ma si rifletterà anche sulla memoria del fu-turo in rapporto al territorio. Proprio quest’ultima temati-ca (in particolare: “Memorie del futuro: conoscere le proprie radici per progettare un futuro comune”) ha già mobilitato le associazioni flegree “Amici di Città della Scienza” e “Lux in fabula” che hanno indetto il concorso fotografico “Mille giorni al Forum”. Due le sezioni: “Unitas mul-

tiplex: unità e diversità in una società eurome-diterranea” e “Napoli e Pozzuoli, cerniera tra passato presente e futuro”. Insomma, si tratta di immortala-re l’istante in termini dicotomici e cioè – spiegano gli organizzatori - «l’identità di razza, di credo, l’appartenenza a un territorio natio, ma anche di accoglien-za, riconoscendo se stessi e l’alterità in condizioni di tol-leranza e pace; nonché elevare

a segno globale espressioni di innovazioni ancorate al pas-sato, alla tradizione». Que-ste sottovoci rappresentano l’idea fondativa dello stesso Forum delle Culture: rivede-re, ripercorrere e rielaborare

il passato storico, culturale e non solo della città ospitante, per progettare il futuro sfrut-tando luoghi, valori, idee di persistenza tra ciò che è stato e ciò che sarà. Prime classifi-cate nelle rispettive sezioni sono risultate le foto di Vin-cenzo Luise e di Antonio Bel-lopede, che insieme alle altre immagini raccolte fino ad ora verranno presentate in varie iniziative nel corso del 2011 (visionabili all’in-dirizzo www.lu-xinfabula.it).Il concorso è an-cora aperto: fino al 21 marzo gli appassionati e/o esperti di foto-grafia che risiedo-no in Campania e che hanno tra i 18 e i 25 anni possono inviare un massimo di 10 foto, inedite o già premiate, anche ritoccate, in bian-co e nero o a colo-ri, che non supe-

rino i 6 Mb e che esprimano uno dei due motivi. L’origina-lità, la valenza comunicativa e simbolica dei primi due clas-sificati sarà premiata da una giuria di esperti con un sog-giorno a Belgrado organizzato dalla Regione, presso famiglie del posto, in occasione delle Olimpiadi giovanili della cul-tura che si terranno in Serbia dall’8 al 15 maggio.

Simona Conte

La memoria del futuro al Forum delle CultureLe immagini flegree per conoscere le radici

I 101 giorni di Napoli

Il Forum delle Culture è nato nel 2004 a Barcellona con l'intento di offrire, attraverso il confronto e il dialogo tra i popoli, risposte ai problemi posti dall'accelerazione dei processi di globalizzazione, rivolgendo lo sguardo alle ineguaglianze, alle nuove povertà, ai massicci movimenti migratori che generano forti impatti politici, sociali, economici e religiosi. Puntando sul "valore della coesistenza" sono state proposte iniziative legate alla promozione del rispetto per la diversità, al valore della ricchezza culturale, con attività volte a migliorare l'accesso alle informazioni e alla conoscenza, per favorire nuove opportunità di sviluppo. Il Forum del 2013 durerà 101 giorni e sarà articolato, attraverso dialoghi, esposizioni ed espressioni culturali, in 5 grandi aree corrispondenti ai 5 continenti. Il Forum delle Culture di Napoli si caratterizzerà per l'attenzione particolare dedicata al protagonismo delle città come luoghi di democrazia e partecipazione diretta. Simbolicamente il Forum ospiterà 101 città, una al giorno sarà protagonista dell'evento. Una sezione speciale sarà dedicata al Mediterraneo.

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"La foto di Antonio Bellopede"

"La foto di Vincenzo Luise"

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CULTURA

febbraio 2011

Grazie a una tradizione che affonda addirittura a metà Ottocento, la Carlo Napolitano è sinonimo di qualità e professionalità per tutti coloro che hanno bisogno di strumenti musicali di grande caratura.

Ecco cosa possiamo proporre: . pianoforti. spartiti musicali. strumenti musicali ed accessori . accordatura di pianoforti. assistenza tecnica

V. S. Pietro Maiella, 3 - Napoli e-mail: [email protected]

Al museo di Baia ricordata la nascita del Serino, il grande impianto romano che riforniva Neapolis, Puteoli e Miseno

L’acquedotto che vive da duemila anniTra i reperti del passato, come l’epigrafe dello Scalandrone, e l’utilizzo delle nuove tecnologie

Lo scorso 30 dicembre l'acquedotto del Serino ha compiuto duemila

anni. A dare conferma di questo dato è l'iscrizione, ricostruita dal professor Camodeca – ordinario di epigrafia latina all'Università Orientale –, che compare su un'epigrafe rinvenuta all'interno di una galleria in località Scalandrone, a Bacoli: vi sono incisi il nome del curator aquae Augustae (il più antico noto), Decimo Satrio Rago-niano, e la data (precisa al giorno: una rara eccezione nell'epigrafia antica) dell'inaugurazione del percorso finale dell'opera, il tratto che doveva servire i Campi Flegrei. La galleria, interrotta da materiale di crollo e altri materiali di risulta, è an-cora oggi percorribile per un tratto di circa 100 metri; la sua realizzazione rientrava nella ristrutturazione degli impianti marittimi della parte occi-dentale del golfo di Napoli, ordinata da Agrippa negli anni 30 del I secolo avanti Cristo: nell'ambito di questo progetto si potenziava la flotta com-merciale a Pozzuoli e si poneva inve-ce la flotta armata – precedentemente stanziata nel Portus Iulius – a Miseno. La galleria serviva a collegare l'area del lago Fusaro con il dismesso porto mili-tare di Lucrino.

L'epigrafe, impossibile da rimuovere, è stata copiata utilizzando strumenti laser-scan e a luce strutturata, che han-no permesso una digitalizzazione della superficie: è stato possibile in questo modo ottenere due riproduzioni su materiale tufaceo delle stesse dimen-sioni dell'originale, una delle quali è esposta nel Castello di Baia.Qui, il 30 dicembre, la Sovrintenden-za ai Beni Archeologici e l'Arin han-no tenuto la cerimonia che celebrava i due millenni della grandiosa opera che, con i suoi 145 chilometri di esten-sione (96 per il tronco principale fra il Serino e Miseno, e altri 49 per i sette rami che se ne distaccano), può essere considerato il più lungo acquedotto

dell'antichità. Durante la stessa occa-sione è stato annunciato un progetto di rinnovamento delle strutture di ri-

fornimento idrico dell'area napoletana (sono previsti due nuovi serbatoi del Serino a Pianura e a Chiaiano), si sono mostrate le tecnologie impiegate nel recupero dell'evidenza archeologica e si è accennato alla storia dell'acque-dotto. Esso nasce principalmente per le esi-genze della Classis Misenensis, ma nel lungo percorso che attraversa serviva diverse grandi città dell'epoca roma-na: Sarno, Nola, Pompei, Ercolano, Atella, Napoli, per giungere infine a Pozzuoli e a Miseno, e raccogliersi nel-la più grande cisterna romana nota, la Piscina Mirabile. Durante la decaden-za dell'impero romano l'acquedotto ricevette via via sempre meno cure, e all'epoca delle invasioni barbariche era in gran parte fuori uso. A Pozzuoli, nel 1300, il ritrovamento di tubazioni in piombo (fistulae plumbee) che por-tavano inciso il nome dell'imperatore Claudio, fece attribuire a lui la costru-zione: si trattava invece dei necessari lavori di manutenzione. Solo in età contemporanea si tornò a sfruttare ap-pieno il complesso: nel 1885 si attinse alla sorgente Urcioli, mentre dal 2006 si è ricominciato a bere l'acqua dall'o-riginaria sorgente Acquaro-Pelosi.

Antonio Franco

Un tratto coperto dell'acquedotto del Serino che fiancheggia la Crypta Neapolitana

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SPORT

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Quattrocento giovani in campo, dieci parrocchie

(Annunziata, Divino Maestro, Medaglia Miracolosa, S. Ar-tema, S. Gioacchino, S. Igna-zio, SS Pietro e Paolo Quarto, SS Pietro e Paolo Soccavo, S. Teresa di Cigliano San Vin-cenzo), una scuola (2° Circolo Didattico di Quarto) e un'as-sociazione sportiva (Gardenia Licola) hanno dato vita a una scoppiettante e riuscitissima edizione 2010 del “Torneo di Natale” di calcio a cinque. Tre i giorni di gara sui campi del Divino Maestro a Quarto e del Villaggio del Fanciullo a Pozzuoli, con quaranta squa-dre a sfidarsi in sei categorie. E' stata una manifestazione re-cord, che ha riscosso consensi e successo tra i partecipanti. A organizzare l’evento l'As-sociazione Un'Ala di Riserva di concerto con il CPD Csi Pozzuoli, con il patrocinio del Comune di Quarto e dell'A-zienda di Turismo Flegrea. L'ha fatta da padrone il Divin Maestro con tre successi su sei e piazzando quattro squadre

in finale. L'Oratorio parroc-chiale di via Marmolito si è imposto nell'Under 8 con il gruppo denominato Chelsea, battuto il Barcellona ai rigori per 6-4, nell'Under 14 con la squadra Valencia e nell'Under 16 con i ragazzi contraddi-stinti dai colori del Boca. Tra i ragazzi più bravi del torneo Christian Massa, proprio del-la scuola oratoriale quartese, e Sara Caputo, l'unica ragaz-za in campo, presentata dalla scuola Borsellino. Entrambi hanno mostrato già di saperci

fare proprio bene con la sfera di cuoio. Per il resto la squadra A della scuola elementare Bor-sellino si è imposta nell'Under 10, il Gardenia Licola nell'Un-der 12 e il SS. Pietro e Paolo di Soccavo nell'Over 16. Il successo organizzativo e tecni-co della manifestazione è stato completato dal prezioso lavo-ro degli arbitri e dei dirigenti del Csi Pozzuoli con il fattivo apporto dei volontari del Ser-vizio Civile Nazionale dell'As-sociazione Un'Ala di Riserva.

Giuseppe Moio

Lo sport non si ferma mai. I prossimi appuntamenti del Csi Pozzuoli riguardano l'at-tivazione di un torneo Interparrocchiale di Calcio a 5 per gli Under 14, un corso per il Tennis Tavolo presso gli spazi della parrocchia Annunziata ed i corsi di formazione per Animatori Culturali e Sportivi e per Arbitri di Calcio e Pallavolo. Iscrizioni ed informazio-ni recandosi alla sede di via Annunziata n. 5 o telefonando allo 081.3658812 o, ancora, inviando una mail a [email protected].

Girolamo Catalano, una vita per il Centro Sportivo Italiano. È vicepresidente del Centro Zona Pozzuoli da oltre vent'anni, membro di presidenza provinciale del Csi Na-poli, presidente del Cral della Polizia Municipale di Pozzuoli. Girolamo Catalano è stato fregiato del massimo riconoscimento dell'associazione: il discobolo al merito del Csi. La cerimonia di consegna da parte dei vertici regionali e provinciali dell'ente blu-arancio si è svolta alla Villa S. Ignazio di Loyola di Napoli. Catalano ha cominciato la sua lunga attività di sportivo a metà degli anni Sessanta, proprio nelle fila del Csi di Pozzuoli pre-sieduto da Nunzio Matarazzo, come arbitro di calcio. Un'esperienza che gli servì come trampolino di lancio per accedere ai ruoli arbitrali provinciali e regionali della Figc. Da sempre nell'organigramma dirigenziale del Centro Sportivo Italiano si è prodigato per la promozione dello sport nell'area flegrea e nel mondo delle associazioni, delle scuole e degli oratori con manifestazioni che hanno abbracciato tante discipline: dal calcio al po-dismo, dal tennis tavolo al nuoto, alla pallavolo. Istruttore arbitrale di calcio, ha allevato, seguito e indirizzato diverse nuove generazioni di direttori di gara nell'arduo percorso di saper applicare e far rispettare il regolamento sul rettangolo di gioco. Il riconoscimen-to che la Presidenza Nazionale del Csi gli ha attribuito nell’appena concluso 2010 è il giusto premio alla lunga militanza e fedeltà allo spirito e ai principi dell'ente blu-arancio e allo sport in genere.

giu.mo.

I baby giocatori dell’Oratorio battono il Barcellona…In 400 al Torneo di Natale di calcio a cinque del Csi

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Under 10 Borsellino Under 10 Divin Maestro

Torneo Natale

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TAM TAM TAM TAM

Dal Burkina Faso a Monte di Procida: la singolare esperienza di un immigrato che non dimentica la sua comunità

«Mandiamo le biciclette ai catechisti»Gilbert, 26 anni, racconta l’impegno tra Chiesa e lavoro. E un sogno: diventare diacono

La vicenda di Gilbert Sim-pore è una delle tante sto-

rie di immigrazione. Ognuna diversa, ognuna da raccon-tare. Una delle storie che ar-ricchiscono il cuore: perché sono fatte di determinazione e di gesti semplici, di sogni. Sono le esistenze che - calate nella realtà della vecchia Eu-ropa - ci aiutano a riflettere nonostante la vita frenetica in cui i valori non hanno grande spazio. E tra i valori di Gilbert c’è anche la Fede: quella con la “effe” maiuscola. Perché per il ventiseienne del Burkina Faso, lavoratore immigrato in Italia, c’è l’impegno a non lasciare sola la sua comunità religiosa nel cuore dell’Afri-ca. «Ho sempre seguito la Chiesa – racconta – nella mia parrocchia ero un commesso della farmacia. In un primo momento volevo diventa-re frate. Ma poi ho scelto di sposarmi. Adesso in Africa ho una bambina che, purtroppo, non ho ancora visto». Ma la vita di un cattolico lì è molto più difficile. Da premettere: i

quella regione non ci sono né guerre di religione e né guer-re etniche. «Nella mia città, Zorgho, 46 mila abitanti, capoluogo della provincia di Ganzourgou – spiega Sim-

pore – convivono pacifica-mente musulmani, cristiani e animisti. Ma la vita per le nostre quattro parrocchie è faticosa». Tre sacerdoti – tut-ti del posto – sono pochi per

celebrare messa e portare i sa-cramenti in trentadue villaggi; ad aiutarli c’è un volenteroso gruppo di circa venticinque catechisti. Ma spostarsi tra i villaggi significa percorrere, a piedi, decine di chilometri su strade tracciate appena nel terreno. Il clima dell’Altopia-no Centrale è inclemente: da ottobre a maggio c’è la stagio-ne secca, mentre da maggio a giugno inizia la stagione delle piogge e le strade diventano un’immensa pozzanghera. «Da noi il catechista – ricorda Simpore – è quasi un sostituto del sacerdote. Sono ministri straordinari perché distribu-iscono l’Eucarestia, fanno catechesi ad interi villaggi e sono sempre presenti quando ci sono eventi come i matri-moni o i funerali. Si tratta di un lavoro impegnativo dove è necessario spostarsi di fre-quente». Ecco perché Gilbert ha avuto l’idea di raccogliere soldi e comprare biciclette per i catechisti. In suo aiuto sono venute le parrocchie di sant’Antonio e san Giuseppe

di Monte di Procida. È nella cittadina flegrea che ha deci-so di stabilirsi. Frequenta la comunità cattolica e sta parte-cipando al corso propedeutico per catechista nella parrocchia di san Gioacchino a Bacoli. Di etnia mossi, una delle più numerose del suo paese, Gil-bert Simpore in Italia ha un permesso di soggiorno che scadrà in estate. Ha lasciato la sua patria nel 2006 e, dopo la Francia, ha deciso di stabilirsi in Italia: a nord e poi a Napoli. Prima a Pianura – dove ha co-nosciuto la Famiglia Vocazioni-sta - e quindi a Monte di Proci-da. «Faccio vari lavori – spiega –come imbianchino oppure benzinaio. Prego il Signore che mi faccia suo strumento. Ades-so voglio diventare catechista e poi, chissà, in futuro... il mio sogno sarebbe diventare diaco-no. Lì da noi la religione è mol-to sentita e c’è un forte senso di comunità. Quello che mi ha stupito qui in Italia, inve-ce, è l’aiuto che ho ricevuto. Proprio non me lo aspettavo».

Ciro Biondi

Gilbert è ministrante nella chiesa di san Giuseppe a Monte di Procida. «La sua pre-senza in parrocchia arricchisce noi e lui – spiega don Pasquale Mancuso, parroco a san Giuseppe e direttore del Centro Missionario Diocesano – abbiamo subito sposato la sua richiesta di raccogliere fondi per la comunità cattolica del Burkina Faso. A febbraio saremo lì». La Provincia dell’Altopiano del Burkina Faso è una zona povera, prevalentemente agricola, lontana da guerre e conflitti etnici. Una area, quella dell’Africa Occidentale dove, alle istituzioni si sovrappone un potere tradi-zionale e antico, come quello dei capi delle tribù. Così è per i dintorni di Zorgho; Nabasannem è il re, “le roi” – in francese, la lingua ufficiale dell’ex Alto Volta - che ogni anno organizza una grande festa a cui partecipano artisti da tutta l’Africa. La delegazione della parrocchia precederà di alcuni giorni il ritorno in Africa di Gilbert. Don Pasquale – già missionario del Pime con esperienze nelle Filippine e in Giappone - sarà accompagnato da Antonio Mattera e da Lina Barra. «Andiamo a vedere di persona – dice don Pasquale - Diventa un’occasione per conoscere quella realtà. Siamo stati invitati. È uno scambio culturale. Fare questo tipo di esperienza è sempre importante. Lì compreremo le biciclette ma soprattutto vogliamo finanzia-re la costruzione di un pozzo per l’acqua che aiuterà tante gente. Per il momento stiamo provvedendo alla raccolta di fondi. Nella parrocchia di sant’Antonio sono stati raccolti soldi con la vendita di dolci». La presenza di immigrati a Monte di Procida si caratterizza per il numero elevato di badanti provenienti dall’Est Europa che lavorano in famiglie dove sono presenti anziani. Ma sulle “Tre vie”, l’incrocio dei Mazzoni, che mette in collegamento Monte di Procida, Torregaveta e Cappella, ogni mattina è possibile vedere tanti ragazzi africani pronti ad offrirsi a chi offre loro lavoro (sempre a nero e sempre sottopagato). Vengono da Castelvolturno. Con il pullman della linea M1 scendono ad Arco Felice e raggiungono, con la Cumana, il “loro” incrocio.

La missione della parrocchia

tel 081 229 67 53 fax 081 372 04 [email protected]

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ANNO PAOLINO DIOCESANO

16febbraio 2011

Giovedì 17 febbraio ore 16-20

Prologo IL VIAGGIO TRA FILOSOFIA E TEOLOGIA prof. P. Giustiniani (PFTIM - Napoli) prof. G. Iaia (Studio Teologico Francescano - Liveri, NA)

Sessione storica

moderatore prof. Sergio Tanzarella (PFTIM - Napoli)

IL CRISTIANESIMO A POZZUOLI AI TEMPI DI PAOLO prof. G. Di Palma (PFTIM - Napoli)

"QUAERERE DEUM" IN ETÀ NERONIANA prof. G. Rinaldi (Università degli Studi "Orientale" - Napoli)

Venerdì 18 febbraio ore 9-13

Sessione Biblica

moderatore prof. G. Castello (PFTIM - Napoli)

PAOLO A CRETA prof. C. Casale-Marcheselli (PFTIM - Napoli)

I TRE MESI A MALTA prof. F. Manns (Studium Biblicum Franciscanum - Jerusalem)

"MELITENSIUM PATER" prof. J. Azzopardi (Wignacourt Museum - Rabat, Malta)

EVANGELIZZAZIONE E GUARIGIONI: EVANGELIZZARE E' GUARIRE prof. P. Sciberras (University of Malta - Malta)

Venerdì 18 febbraio ore 16-20

Sessione Biblica

moderatore prof. E. Franco (PFTIM - Napoli) LA SETTIMANA DI PAOLO A POZZUOLI prof. A. Pitta (Pontificia Università lateranense - Roma)

GLI EBREI A POZZUOLI E A ROMA prof. R. Penna (Pontificia Università lateranense - Roma)

SAN PAOLO A SIRACUSA prof. P. Magnano (Archivio Storico diocesano - Siracusa)

LA SOSTA DI PAOLO A REGGIO CALABRIA prof. A. Denisi (Ufficio Dioc. Comuni cazioni Sociali - Reggio Calabria)

Sabato 19 febbraio ore 9-13

Rione Terra di Pozzuoli

Sessione Archeologica

TOPOGRAFIA E ICONOGRAFIA DI POZZUOLI prof. F. Bisconti (Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana - Roma) prof. G. De Rossi (ESPERA - Roma)

VISITA ALLA CITTA' SOTTERRANEA E ALLA CATTEDRALE introdotta e guidata dalla dott.ssa C. Gialanella (Ufficio Beni Archeologici Pozzuoli)

Sabato 19 febbraio ore 18-20

Città della Scienza - Sala Newton

L’ultimo viaggio di Paolo:la comunità diocesana commemoral’approdo dell’Apostolo a Pozzuoliper guardare al futuro

Parleranno di Paolo: prof. Frederic Manns prof. Cesare Casale-Marcheselli

Note organizzative: Quota di partecipazione al convegno: € 50Studenti: € 20Pernottamento: Hotel delle Terme di Agnano(tel. 0817622180 – [email protected])

Per iscrizioni e informazioni:Segreteria Convegno Paolino Associazione NemeaVia N. Fasano, 9 – 80078 Pozzuoli (NA)Telefax 0818530626 – sito: www.paulus2011.orge-mail: [email protected]