ER lezione2 preanalitica - momilab17/10/14 1 • Il sangue è formato da elementi figurati...
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• Il sangue è formato da elementi figurati (eritrociti, leucociti e piastrine) e da una sostanza intercellulare liquida, denominata plasma.!
• Il plasma è la componente fluida del sangue, cioè il sangue deprivato degli elementi figurati, ma che contiene i fattori della coagulazione !
• Il siero identifica quel liquido normalmente chiaro che si separa dal sangue quando questo viene lasciato coagulare. Quindi il siero è la componente liquida del sangue che rimane dopo la rimozione degli elementi figurati e del coagulo di fibrina.!
• Il sangue può essere prelevato dalle arterie, vene o capillari. Il sangue venoso (o il sangue capillare) è di scelta per le indagini chimico-cliniche di routine. Il sangue arterioso è standard per lo studio degli equilibri acido-base e dei gas del sangue.!
• Nel corpo umano sono presenti circa 5 L di sangue (7% del volume corporeo) Di questi 5 L, solamente 2,25 L, cioè il 45%, è rappresentato da cellule, mentre il resto è plasma, che consiste per il 93% di acqua e per il 7% di componente solida (per lo più proteine). Dei 2,25 L di elementi corpuscolati, solamente 0,037 L (1,6%) sono leucociti, le piastrine anche meno - circa 0,0065 L.!
Introduzione
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• preparare tutto il materiale occorrente e verificarne il corretto funzionamento (siringhe prelievo o vacutainer, provette, laccio emostatico, garze, soluzione disinfettante)!
• verificare l’identificazione del pz e gli esami richiesti, indagare sullo stato del paziente (digiuno, farmaci assunti, stato emotivo, dieta, ecc.)!
• disinfezione: detergere e disinfettare con sostanze efficaci ma non interferenti (alcool etilico 70%; ma se si determina l’alcolemia -> disinfettanti privi di alcool)!
• PRELIEVO!
• controllare la condizione del pz prevenendo possibili sincopi (il prelievo va effettuato a pz seduto o sdraiato per evitare cadute)!
• gettare il materiale usato durante il prelievo negli appositi contenitori: non incappucciare la siringa dopo il prelievo e non rimuovere l’ago con le mani!
Procedure di preparazione al prelievo
• ispezionare la regione antecubitale del braccio chiedendo al pz di “fare il pugno” • selezionare la vena migliore (mediana cubitale e cefalica, dorso della mano per obesi)
per il prelievo
• detergere e disinfettare il punto del prelievo
• applicare un laccio emostatico a monte del punto di prelievo (metà del braccio) - non lasciare il laccio in sede per più di un minuto
• afferrare la vena, inserire l’ago a circa 15° dal piano cutaneo, inserire l’ago gentilmente ma in modo deciso, senza affondare troppo
• sciogliere il laccio emostatico (causa emoconcentrazione!)
• iniziare il prelievo aspirando in modo continuo: un’azione troppo rapida causa emolisi o collabimento della vena (differenza fra siringa e sistema a vuoto)
• far rilasciare il pugno del pz evitando il pompaggio, porre un bendaggio (cotone o garza sterile), rimuovere delicatamente l’ago e premere sul punto del prelievo per evitare la formazione di un ematoma
• versare il sangue nelle provette senza causare emolisi, ruotare senza agitare le provette con l’anticoagulante
Prelievo Venoso
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Prelievo Venoso
Prelievo Venoso
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• richiede una maggiore esperienza
• selezionare l’arteria migliore (radiale, brachiale o femorale) per il prelievo (facendo iperestendere il polso al paziente)
• ispezionare la regione
• Test di Allen per valutare l’adeguato afflusso di sangue alla mano dall’arteria ulnare e radiale
• detergere e disinfettare il punto del prelievo (è possibile ricorrere ad una lieve anestesia con lidocaina 2%)
• l’arteria viene immobilizzata tenendo le dita a cavallo: è facile da percepire perché offre maggiore resistenza della pelle e del tessuto muscolare
• la puntura viene effettuata a 70-90° rispetto alla superficie cutanea
• dopo l’estrazione dell’ago applicare una pressione idonea almeno per 5 minuti
Prelievo Arterioso
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Prelievo Capillare
• i dati ematochimici su sangue capillare non differiscono significativamente da quelli ottenuti su sangue venoso, purché si eviti, nel primo caso, il passaggio di liquido dallo spazio interstiziale a quello vascolare e, nel secondo, una stasi prolungata
• il prelievo capillare può essere eseguito dal polpastrello di un dito o dal lobo dell’orecchio nell’adulto e dal tallone nel bambino
• frizionare la parte con alcool o immergere in acqua calda per aumentare il flusso localmente e ottenere sangue “arterializzato”
• pungere con una lancetta di acciaio alla profondità di 3-4 mm
• scartare la prima goccia di sangue e raccogliere quello che defluisce successivamente, senza spremere
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Paziente
Prelievo Decisione Medica
Richiesta del Test
Interpretazione
Refertazione
Misura Anali:ca
An:coagulan: Trasporto Conservazione
Postura Orario Materiale di Prelievo
Tra>amento Buio Raffreddamento
Valori decisionali (cut-‐off points)
Valori di Riferimento PrediCvità
Unità di Misura
Nomenclatura
Precisione Accuratezza
Tra>amento Farmacologico
ACvità Fisica Dieta
Ritmi Circadiani
CICLO ANALITICO COMPLETO
PRE Analitica
Analitica POST Analitica
Processo Produttivo
Analisi
Gestione dati
Gestione del campione
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Organizzazione di un laboratorio analisi
Punti prelievo e accettazione esterna
Accettazione
Settori diagnostici
Errore Post-analitico
18-47%
Errore pre-analitico
46-68.2%
Malfunzionamento strumentale
Errore analitico
7-13%
Scambio di campione interferenza
Identif. errata
Campione inadeguato
Trasporto errato
Campione scorretto
Campione Insuff.
Turn Around Times
Errata Comunicazione
o refertazione
Modificato da: Kalra J. Medical errors. Impact on clinical laboratories and other critical areas Clin. Biochem 2004
Errore Registrazione
dati
Principali fonti di errore nel processo analitico
Variabilità inter
laboratori
Errata validazione
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Principali fonti di errore nel processo analitico
• Un trattamento preanalitico improprio può invalidare risultati altrimenti corretti ( >90% delle cause di errore)
• Trasporto intramurale o extramurale (natura dei contenitori, imballaggi, modalità di spedizione, modalità di conservazione durante il trasporto)
• Accettazione dei materiali e verifica della loro idoneità
Variabilità preanalitica
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Variabilità preanalitica
Criteri di non accettabilità
• Sieratura e centrifugazione (entro 1 ora)
• Smistamento ai settori analitici
• Eventuale deproteinizzazione o altro trattamento
• Eventuale conservazione (refrigerazione a 4°, conservazione al buio, liofilizzazione, modificazione del pH, aggiunta di sostanze chimiche, ecc.)
Variabilità preanalitica
Cause di errori preanalitici durante la conservazione
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L’interpretazione delle analisi di laboratorio Paziente:
- segni e sintomi - storia clinica
Clinico: - sviluppa un’ipotesi di diagnosi - valutazione successive
Clinico: - stabilisce una diagnosi o prognosi - trattamento e follow up
Clinico: - interpreta i risultati - valuta l’ipotesi originale
Clinico: - richiede gli esami - prepara il paziente
Raccolta campioni Linee guida per la raccolta campioni
Trattamento e conservazione
campioni
Analisi
Verifica dei risultati
Stabilisce i valori di riferimento
Emissione referto
LAB
OR
ATO
RIO
Variabilità biologica e valori di riferimento
Individuo selezionato utilizzando particolari criteri
Caratteristiche ambientali e genetiche omogenee
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Variabili preanalitiche che possono influenzare i valori degli esami di
laboratorio
Variabili modificabili
Stile di vita: • fumo • alcool
Farmaci
Variabili non modificabili
Dieta: • ingestione di cibo • cibi e bevande particolari
• dieta vegetariana • obesità • malnutrizione • digiuno prolungato
Fisiologiche: • postura • decubito prolungato • esercizio fisico • allenamento fisico • variazioni circadiane • viaggi
Fattori biologici: • età • sesso • razza • patologie: cecità
Cambiamenti ciclici a lungo termine:
• stagioni • ciclo menstruale
Condizioni mediche: • febbre • shock e trauma • trasfusioni
Fattori ambientali:
• altitudine • temperatura • residenza
I valori di riferimento
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La distribuzione di frequenza dei dati analitici per una popolazione di riferimento, può presentare una distribuzione: - gaussiana o normale - a campana ma asimmetrica o deviata (trasformazione logaritmica) - irregolare (percentili)
I valori di riferimento: la distribuzione gaussiana
La porzione di area compresa nell’intervallo dei
valori normali = (valore medio ± 2 deviazioni standard)
racchiude circa il 95% delle osservazioni
I valori di riferimento
Differenze tra intervallo di riferimento e:
- intervallo desiderabile (associato al significato clinico)
- intervallo terapeutico (farmaci)
- valore soglia o cut-off (presenza di malattia)
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I valori di riferimento
I valori di riferimento
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I valori di riferimento: sensibilità di un test
Sensibilità: incidenza di risposte positive che si ottengono applicando un test a pazienti affetti dalla malattia, cioè la positività in caso di malattia Sensibilità = veri positivi/malati (veri positivi + falsi negativi)
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I valori di riferimento
I valori di riferimento: specificità di un test
Specificità: incidenza di risposte negative che si ottengono applicando un test a pazienti sani, cioè negatività nello stato di salute Specificità = veri negativi/sani (veri negativi + falsi positivi)
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falsi negativi
falsi positivi
I valori di riferimento
Quali valori di riferimento?
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Test ideale: Sensibilità 100 % Specificità 100 %
Significato diagnostico di un test
Test inutile: Sensibilità 50 % Specificità 50 %
Test usuale: Sensibilità 50-100 % Specificità 50-100 %
Precisione: capacità di testare un campione e ottenere ripetutamente risultati che siano vicini gli uni agli altri Accuratezza: rapporto tra il numero ottenuto e risultato vero. E’ spesso espresso come coefficiente di variazione (CV%), una misura della variabilità, che indica l’imprecisione come valore percentuale rispetto al valore medio supposto vero. E’ un grandezza adimensionale che ci consente di comparare distribuzioni con valori ed unità di misura molto differenti
Precisione e accuratezza
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LS
LI
µ
Performance stabile
Problemi di accuratezza
Problemi di precisione
µ
X X X XX X
XX X X X XX X
XX
X X X
X X X
X X X X X
X X X
Preciso ma con BIAS Accurato ma impreciso Accurato e preciso
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• Questi valori non sono sempre formalizzabili statisticamente, ma si basano su conoscenze fisiopatologiche e sulla necessità del clinico di assumere decisioni cliniche
• I livelli decisionali potranno anche coinvolgere gli intervalli di riferimento, mentre altre volte potranno richiamare i valori di pericolo o di intervento già individuati dalla clinica
Livelli decisionali
• Nell’ambito dei valori che un test di laboratorio può assumere, si potranno individuare valori particolari che possono servire nella valutazione clinica del paziente
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Valori di Riferimento di Alcuni Parametri Ematici • Ematocrito M: 39 - 49 %
F: 35 - 45 %
• Eritrociti M: 4.5 - 5.9 x 106 /µL F: 4.5 - 5.1 x 106 /µL
• Reticolociti 0.50 - 1.50 %
• Leucociti 4.5 - 11.0 x 103 /µL
• Piastrine 150 - 350 x 103 /µL
• Emoglobina M: 14.0 - 17.5 g/dl F: 12.0 - 15.5 g/dl
• Tempo di protrombina 10 - 13 secondi
Sensibilità diagnostica o clinica di un test • È il numero di risposte positive che si ottengono applicando il
test a pazienti affetti dalla malattia
100×+
=FNVP
VPàSensibilit
Specificità diagnostica o clinica di un test • È il numero di risposte negative che si ottengono applicando il
test a pazienti non affetti dalla malattia (soggetti sani)
100×+
=FPVN
VNàSensibilit
VP = VERI POSITIVI VN = VERI NEGATIVI
FP = FALSI POSITIVI FN = FALSI NEGATIVI
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Anticoagulanti