Emozioni e dsa

Il rapporto tra le emozioni e i Il rapporto tra le emozioni e i DSADSA

Dott. Luigi GilenoPsicologo

Psicoterapeuta dell’Età EvolutivaCentro Polivalente per l’infanzia e l’adolescenza Città

del Sole- VastoCollaboratore IdO- Istituto di Ortofonologia-Roma


Psicoterapeuta dell’Età EvolutivaCentro Polivalente per l’infanzia e l’adolescenza Città del Sole- Vasto

Collaboratore IdO- Istituto di Ortofonologia-Roma

Io, Melania…Bambina dislessica.

Di Melania Falasca




Confusione nell’ambiente

Cos’è un DSA?

- Patologia- Svogliatezza- Scarse doti intellettive




Confusione nel bambino

1. qual è il motivo per cui impiego così tanto tempo per leggere queste poche righe, mentre i miei compagni sono così rapidi

2. perché faccio tutta questa difficoltà nel comprendere un testo, di matematica, storia, geografia

3. come mai pur passando tanto tempo davanti il libro, poi arrivo davanti la maestra e non so cosa dire




“Quando si è dislessici non si sa leggere come gli altri bambini, ma si apprende in maniera diversa perché il tuo cervello va a 200 all’ora come la moto di Valentino Rossi, ma poi ti perdi nelle piccole e semplice cose automatiche come leggere e scrivere…è come un serpentello che ti va su e giù nel corpo e nel cervello…E ti fa girare la testa…E in quel momento non capisci e non senti più niente…”

Melania




“Che senso senso ha impegnarmi così tanto se i risultati sono questi?”




Possibili reazioni:

-CONDOTTE DI EVITAMENTO (si decide di non fare, di non impegnarsi, di lasciarsi andare)

-ANSIA DA PRESTAZIONE (che rende ancora più difficoltosa la riuscita)

-CHIUSURA (fino a stati depressivi)

-OPPOSIZIONE (ragazzi irrequieti)




Aspetti relazionali ed emotivi vengono posti in secondo piano, soprattutto quando si guarda ai risultati che si devono ottenere nel “qui ed ora”.

Tuttavia, fallimenti e insuccessi scolastici ripetutirapporto compromesso tra i pari, causa di un confronto imparisenso di impotenza

possono contribuire ad abbassare la percezione positiva di se stessi, provocando grossi danni a livello di autostima e di immagine di se.




Rapporto Bidirezionale tra emozione e apprendimenti:-DSA disturbo di tipo ansioso-depressivo e/o comportamentale-disturbo emotivo e/o interferenza con i processi di apprendimento.




Immagine di sé

-tendenzialmente negativa

-si fa fatica ad immaginare un futuro con risvolti positivi




L’emotività è poco controllata.

Si può esprimere attraverso alterazioni della condotta, passaggi all’atto, manifestazioni ansioso-depressive.

Le relazioni sociali possono essere inibite, ipercontrollate, superficiali, timorose, ma possono verificarsi anche comportamenti ribelli e disturbanti.




E. Erikson durante i primi anni di scuola il bambino deve affrontare il conflitto tra un’immagine di sé positiva e i sentimenti di inferiorità.

Fallimenti, insuccessi e frustrazioni:1. senso di inferiorità 2. senso di inadeguatezza

Si può arrivare ad attribuire la propria riuscita ad un LOCesterno, come la fortuna o la buona vena di un altro individuo.




Un DSA può rappresentare una esperienza traumatica in grado di influenzare negativamente lo sviluppo emotivo, cognitivo, sociale e familiare.




“Faccio la terza media e la prof ha detto che non mi porta all’esame perché sono un analfabeta del 2000. Lei dice che non può credere che io non riesca a scrivere e leggere come gli altri, non ci crede che sono dislessico, ha detto che sono scuse e che io ho solo poca voglia di studiare.Perché i prof non credono mai ai ragazzi?”

Renato, 14 anniDa “Storie di dislessia” G. Stella




La frustrazione

1. sentirsi completamente inadeguatinecessità di un tempo molto maggiore per apprendere anche cose molto semplici2. problemi nelle relazioni socialidifficoltà a soddisfare le richieste degli adulti3. continue sollecitazioni da parte di chi gli sta accanto (“stai più attento!”, “Impegnati di più!”, “Devi esercitarti molto!”)

Meccanismo difensivo, per evitare di sentire troppo il proprio disagio messa in atto di comportamenti che non fanno aumentare il senso di colpa, come ad esempio il disimpegno (“Non faccio i compiti perché non mi interessano e non ne ho voglia!”) oppure l’attacco (con comportamenti aggressivi).




L’ansia è uno dei “sintomi” più frequenti nei soggetti con DSA.

“La notte non dormiva e spesso vomitava, aveva continui problemi di stipsi, ansia e così via, tanto che lo abbiamo dovuto sottoporre a una lunga serie di esami fra cui anche l’elettroencefalogramma con il risultato che a livello patologico non c’era niente. Quello che non capivo era perché lui stesse male solo da settembre a giugno e nell’estate i sintomi sparivano. Una volta affrontato il problema e fatto capire al ragazzo di cosa si trattava, sono cessati i disturbi fisici sopra descritti”.Da Storie di dislessia, G.Stella




L’ansia fa in modo che si tenda ad evitare tutto ciò che può spaventare.Chi si attende un fallimento in un compito e per questo motivo cerca di evitarlo, nel momento in cui si ritrova davanti una nuova situazione può sviluppare forti stati ansiosi.

“…con loro mi vergogno, e allora condividiamo solo lo scherzo e il gioco. Ma mi piacerebbe sentirmi di più a mio agio con loro, sentirmi libera di essere come sono. Quando alcuni miei compagni fanno dei giochi o scrivere, oppure ci sono dei numeri, io sono lenta come una tartaruga, così dico che non voglio giocare…per paura di essere presa in giro…Non sempre so esprimere a parole quello che penso e ho nel cuore…a volte non mi vengono le parole, io le cerco nel mio cervello ma non le trovo. Eppure so che ci sono, ma non sono mai nel posto giusto. È un po’ come il mio cassetto dei calzini, non è mai in ordine quando me ne serve uno…Rispetto agli altri mi sento diversa, non mi sento a mio agio, ho delle paure nella pancia come se dentro ci fosse un vulcano…”.

Melania




Ricerca IdO- Istituto di Ortofonologia Roma

Federico Bianchi di Castelbianco/Magda Di Renzo

pubblicato sulla rivista Babele –n° 34 2006, www.babelenews.net

Sono state rilevate le seguenti osservazioni, su cui si sta tutt’oggi lavorando per un ulteriore approfondimento.




1. potenziale intellettivo della maggior parte dei bambini utilizzati per la ricerca, tutti diagnosticati DSA, si collocano a livello medio-alto

2. buona capacità di utilizzare le informazioni, di aver accesso all’astrazione, alla categorizzazione e alla generalizzazione

3. punteggi bassi, pur nella norma, nei sub-test sulle funzioni di concentrazione, attenzione e memoria, che in assenza di deficit o disturbi neuropsicologici, risentono di problematiche di ordine emotivo (ansia, bassa autostima, inibizione)

4. tendenza a dare di sé un’immagine di sicurezza che non corrisponde al vissuto interno, come se ci fosse uno sforzo di adeguamento alle richieste dell’ambiente

5. discrepanza tra l’immagine di sé reale e quella attinente al desiderio (Test di Luscher)

6. ambivalenza tra l’immagine di sé all’interno del contesto familiare e quella proiettata al futuro (test disegno della famiglia e della figura umana

7. c’è un conflitto tra le potenzialità del singolo e l’attualizzazione delle stesse, in quanto di fronte ai compiti del presente il bambino sembra percepirsi inadeguato e non pronto ad affrontare la fatica dell’eventuale frustrazione




Soluzioni “terapeutiche”

Agire sul contesto che deve essere motivante.

Aiutare il bambino a sperimentare le proprie capacità e riconoscere i propri limiti.




Bisogna dare possibilità.

Vygotskij:

-creatività, cioè dare la possibilità di guardare i problemi da più angolazioni e non da un solo punto di vista

-ZSP (Zona di Sviluppo Prossimale): spiega come l'apprendimento del bambino si svolge con l'aiuto degli altri. E’ la distanza tra il livello di sviluppo attuale e il livello di sviluppo potenziale, che può essere raggiunto con l'aiuto di altre persone, aventi un livello di competenza maggiore.




Essenziale è assicurare ai ragazzi il miglior futuro possibile, non la migliore

prestazione raggiungibile.

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