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Economia Monetaria - 87018 a.a. 2019-2020 © Prof. AnnaMaria Variato Primavera 2020 1 Presentazione 3 Il ruolo della moneta nei sistemi economici: i sistemi di pagamento e gli approcci alternativi alla domanda di moneta Prof.ssa Anna Maria Variato a.a. 2019-2020 Economia Monetaria 87018 Temi della presentazione 3 1. La moneta: i principali aggregati monetari 2. Perché esiste la moneta e quali funzioni svolge: un approccio «funzionale- storico» 3. Perché esiste la moneta e quali funzioni svolge: un approccio teorico e le triadi interpretative a) La teoria quantitativa della moneta e il monetarismo b) La teoria keynesiana della domanda di moneta c) L’approccio hicksiano alla domanda di moneta 4. Problemi interpretativi aperti relativi al ruolo della moneta Riferimento bibliografico: P. Alessandrini (2015), Economia e politica della moneta, Cap. 3

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    Presentazione 3Il ruolo della moneta nei sistemi economici: i sistemi di pagamento e gli approcci alternativi alla domanda di moneta

    Prof.ssa Anna Maria Variato

    a.a. 2019-2020

    Economia Monetaria 87018

    Temi della presentazione 3

    1. La moneta: i principali aggregati monetari

    2. Perché esiste la moneta e quali funzioni svolge: un approccio «funzionale-storico»

    3. Perché esiste la moneta e quali funzioni svolge: un approccio teorico e le triadi interpretative

    a) La teoria quantitativa della moneta e il monetarismo

    b) La teoria keynesiana della domanda di moneta

    c) L’approccio hicksiano alla domanda di moneta

    4. Problemi interpretativi aperti relativi al ruolo della moneta

    Riferimento bibliografico: P. Alessandrini (2015), Economia e politica della moneta, Cap. 3

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    Introduzione

    Finora abbiamo semplicemente osservato l’esistenza di relazioni finanziarie fra diversi operatori economici

    Per poter passare ad una comprensione delle ragioni che determinano questi fatti occorre una interpretazione che spieghi i nessi causali

    Per quanto comprensibili i nessi causali non sono:

    Né assoluti (le relazioni che possono valere per alcune parti del sistema economico, possono non valere per altre)

    Né immutabili (l’evoluzione del sistema economico e della società in termini di innovazione e di mutamento delle istituzioni e dei loro rapporti)

    Né univoci (se i processi economici hanno natura ciclica o circolare, il concetto di causazione è una questione «convenzionale»)

    Introduzione

    Abbiamo sottolineato

    che la moneta è

    una attività finanziaria

    … PERCHÉ LA DOMANDA

    DI MONETA ESISTE ?

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    Parte I

    Perché esiste la moneta e quali funzioni svolge

    Approccio funzionale-storico

    1. La moneta: i principali aggregati

    • (Base monetaria): tutte le banconote e le monete, dette moneta legale, perché per legge devono essere accettate in pagamento, e le riserve obbligatorie dellebanche presso la banca centraleM0

    • (Aggregato monetario ristretto): comprende le banconote e le monete in circolazione (il circolante) e le attività finanziarie che possono svolgere il ruolo di mezzo di pagamento, ossia i depositi in conto corrente (bancari e postali). M1

    • (Aggregato intermedio): comprende M1 e altre attività a liquidità elevata e valorecerto in ogni momento futuro, ma la cui conversione in M1 può essere soggetta a qualche restrizione, come la necessità di un preavviso, penalizzazioni o commissioni. Secondo la definizione della Banca Centrale Europea, essecomprendono i depositi con scadenza prestabilita fino a due anni e i depositirimborsabili con preavviso fino a tre mesi.

    M2•(Aggregato ampio): comprende, oltre a M2, alcuni strumenti emessi da varie

    istituzioni finanziarie monetarie con un alto grado di liquidità e di certezza del prezzo: secondo la Banca Centrale Europea, ne fanno parte le quote o partecipazioni nei fondi comuni monetari, le operazioni pronti contro termine e le obbligazioni bancarie con scadenza fino a due anni. L’analisi monetaria dellaBanca Centrale Europea segue con particolare attenzione l’aggregato monetarioM3, perché include tutti gli strumenti liquidi, stretti sostituti tra loro, e quindi è più stabile di M1 e M2. Diversamente, negli Stati Uniti la Federal Reserve ha smesso di pubblicare l’aggregato M3 nel 2006, non ritenendolo più informativodi M2.

    M3

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    2. Le funzioni principali della moneta

    mezzo di scambio – unità di conto

    mezzo di pagamento

    riserva di valore

    2a. La moneta unità di conto: Quanti prezzi!

    Senza monetaCaso di 4 beni

    1 kg. Pane, 1 l. latte, 1 m. stoffa, 1 kg. Sale

    Pane/latte = 2Pane/sale = 4Pane/ stoffa = 10 6 prezziLatte/stoffa = 5Latte/ sale = 2Stoffa/sale = 0,4

    Con moneta merceCaso di 4 beni

    (di cui uno «moneta» = sale)

    1 (kg.) Sale = numerario Prezzo pane = 1/4Prezzo latte = 1/2 3 prezziPrezzo stoffa = 2,5

    Caso di n beni(n)(n-1)/2 prezzi

    [100 beni 4950 prezzi]

    Caso di n beni(n-1) prezzi

    [100 beni 99 prezzi]

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    2b. Mezzi di scambio e mezzi di pagamento

    Mezzi di scambio

    Qualunque bene che, pur consentendo lo scambio, nonestingue le obbligazioni tra acquirente e venditore (es. un qualunque titolo di credito).

    Elemento associato alla possibilità di divenire unità di conto: ossia una unità di misura rispetto a cui viene determinato il valore di scambio dei beni. L’utilizzo di una unità di conto permette di ridurre i costi di informazione

    2b. Mezzi di scambio e mezzi di pagamento

    Mezzi di pagamento

    Qualunque bene che estingua ogni obbligazione dell’acquirente rispetto al venditore (es. una banconota).

    Un mezzo di pagamento permette al suo detentore di separare la scelta di acquisto di un certo bene (o servizio) da quella di vendita di un altro bene (o servizio) premessa fondamentale all’esistenza della dimensione finanziaria (credito)

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    2c. La moneta riserva di valore

    Nel momento in cui un bene (moneta) assolve la funzione di mezzo di pagamento accadono due eventi fondamentali:

    • viene superato il problema della coincidenza dei desideri, presupposto dello scambio in baratto;

    • il detentore del mezzo di pagamento ha la possibilità di scegliere il momento in cui acquistare un determinato bene (o servizio). In altre parole, detiene potere d’acquisto differibile nel tempo (diventa attività finanziaria).

    In altri termini il bene considerato (moneta) funge da riserva di valore.

    3. Evoluzione storica del sistema dei pagamenti

    Il passaggio dal baratto alla moneta è stato giustificato inizialmente come tentativo di ridurre i costi associati agli scambi.

    I costi degli scambi (CS) si possono suddividere in due parti:• costi di transazione (CT), dati dalla ricerca di un partner che soddisfi la

    condizione di coincidenza dei desideri; tali costi sono tanto più elevati quanto più frequenti sono gli scambi;

    • costi di attesa (CA), derivanti da un differimento dei consumi, con conseguente rarefazione degli scambi; tali costi sono decrescenti al crescere della frequenza degli scambi;

    quindi CS = CT + CA

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    Rappresentazione della convenienza economica dell’esistenza della moneta in termini di minimizzazione dei costi dello scambio

    3. Evoluzione storica del sistema dei pagamenti

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    11)

    Nel corso del tempo, i costi dello scambio si sono ridotti, e contestualmente si è assistito all’evoluzione della forma della moneta

    3. Evoluzione storica del sistema dei pagamenti

    Baratto

    Moneta-merce

    Moneta convertibile

    Moneta fiduciaria

    Moneta elettronica

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    Fonte immagine: https://www.slideshare.net/Laestel/levoluzione-dei-sistemi-di-pagamento-nellera-internt

    3. Evoluzione storica del sistema dei pagamenti

    3. Evoluzione storica del sistema dei pagamenti

    La prima fase monetaria è stata di norma rappresentata da sistemi con monete aventi un «valore intrinseco», le cosiddette «monete-merci»

    • Sale• Spezie,• Conchiglie,• Rame• Argento• Oro…

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    Perché si è giunti a sistemi con moneta bancaria?

    L’uso della moneta-merce negli scambi presenta tre inconvenienti (pensate alle monete d’oro):

    • la produzione di moneta-merce distrae risorse da altri impieghi produttivi;• la quantità di moneta-merce presenta un’elasticità pressoché nulla rispetto al livello

    dell’attività produttiva; • le variazioni della quantità di moneta-merce sono del tutto erratiche.

    Quindi questa fase è stata quella delle monete convertibili (per es. la moneta bancaria poteva essere convertita in oro presentando la banconota alla Banca Centrale)

    3. Evoluzione storica del sistema dei pagamenti

    Perché si è giunti a sistemi con moneta fiduciaria?

    Il processo di progressiva smaterializzazione della moneta è stato determinato da diversi fattori i più importanti dei quali sono riconducibili a:

    • difficoltà a mantenere sistemi di pagamenti internazionali basati su monete convertibili (vedi fallimento del sistema di Bretton Woods);

    • innovazioni tecnologiche che hanno modificato profondamente le relazioni di pagamento (POS, carte di credito…);

    • dimensione globalizzata delle relazioni internazionali che rendono sempre più labile la capacità di controllo della quantità di moneta da parte della singola Banca Centrale.

    3. Evoluzione storica del sistema dei pagamenti

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    Area Euro Francia Germania Italia Spagna Regno Unito

    Totale 202 287 218 80 135 329

    Assegni 8,8 37,5 0,4 3,9 1,6 10

    Bonifici 52,9 51,6 71,9 22,5 19,5 61

    Incassi SEPA 54,3 53,9 105,2 14,8 54,5 56,8

    Carte 86,3 143,4 41 38,8 59,4 201,4

    0

    50

    100

    150

    200

    250

    300

    350

    Nu

    me

    ro O

    pe

    razi

    on

    i Pro

    -ca

    pit

    e

    Diffusione degli strumenti di pagamento diversi dal contante (numero di operazioni pro-capite con strumenti diversi dal contante – anno 2014)

    Fonte: Relazione Governatore Banca d’Italia 2016

    Ad oggi gli individui fanno uso di una pluralità di mezzi di pagamento e di scambio.

    3. Evoluzione storica del sistema dei pagamenti

    Fonte: Relazione Governatore Banca d’Italia 2016

    Area Euro Francia Germania Italia Spagna Regno Unito

    Totale 32 40 24 -38 69 79

    Assegni -5 -16,9 -0,4 0,9 -4 -13

    Bonifici 6,8 9,5 3,4 5,4 -0,5 8,8

    Incassi SEPA 1,2 6 8 -37,2 40,3 6,4

    Carte 29,3 40,9 13,1 -7,2 33,5 76,9

    -60

    -40

    -20

    0

    20

    40

    60

    80

    100

    Variazione Diffusione degli strumenti di pagamento (operazioni pro-capite con strumenti diversi dal contante periodo 2010-2014)

    3. Evoluzione storica del sistema dei pagamenti

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    4. I sistemi di pagamento di grosso importo

    Con lo sviluppo della moneta bancaria si sono sviluppati i pagamenti tra istituzioni finanziarie, in particolare banche.

    La regolazione di tali pagamenti ha dato luogo a due sistemi deputati al loro regolamento:

    • i sistemi di regolamento netto;• i sistemi di regolamento lordo.

    Nell’area dell’euro è in uso il sistema TARGET che è un sistema di regolamento lordo.

    • Le poste di credito e debito di ciascuna banca vengono compensate durante la giornata

    • Ogni banca regola il saldo a fine giornata

    • Si riduce il fabbisogno di liquidità delle banche

    • Tuttavia la banca creditrice si accolla il rischio del mancato buon fine della transazione

    Il rischio grava sulla singola banca

    Sistema di regolamento netto

    4. I sistemi di pagamento di grosso importo

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    • Le poste di credito e debito di ciascuna banca vengono compensate in tempo reale

    • Il rischio di insolvenza fra le banche è nullo• Comporta necessità di liquidità per le banche

    (deve esistere un datore di fondi Banca Centrale)

    • La banca creditrice si accolla il rischio del mancato buon fine della transazione

    Il rischio grava sulla Banca Centrale

    Sistema di regolamento lordo

    4. I sistemi di pagamento di grosso importo

    2012 2014 2015 ∆% 2014/2015

    Italia 128 162 126 -22,6

    Germania 764 615 618 0,4

    Francia 431 340 308 -9,5

    Spagna 345 244 224 -8,2

    Paesi Bassi 412 232 235 1,5

    Altri UME 382 320 309 -3,6

    Totale UME 2462 1915 1821 -4,9

    Fonte: Banca d’Italia, Relazione del Governatore, 2016

    Sistema Target2 per pagamenti di importo elevato (flussi medi giornalieri in miliardi di euro)

    4. I sistemi di pagamento di grosso importo

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    5. Chi può battere moneta? Produzione monopolistica vs. competitiva

    • Friedman (1962)

    • La moneta non può essere prodotta in modo competitivo perché la produzione competitiva di moneta comporterebbe un aumento infinito del livello dei prezzi (per la condizione RMG=CMG).

    • L’esistenza di una autorità a cui viene conferito il privilegio di emettere moneta è condizione di stabilità del valore della stessa

    Produzione monopolistica

    5. Chi può battere moneta?Produzione monopolistica vs. competitiva

    Sostenitori del free banking (Klein, 1974 e Hayek, 1976)

    • Ogni moneta emessa dai privati ha un suo marchio.

    • I consumatori conoscono la qualità del marchio delle monete prodotte e usano quelle di qualità più elevata.

    • Ciò determina un disincentivo per i produttori a emettere monete di bassa qualità, ovvero con un valore futuro incerto.

    La stabilità dei prezzi viene sostanzialmente garantita da un meccanismo concorrenziale + reputazione

    Produzione competitiva

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    • La banca centrale, ha incentivo a compiacere i governanti, procurando ad essi risorse attraverso la sovra-emissione di moneta

    • Orizzonte temporale di riferimento tendenzialmente breve

    Produzione monopolistica

    5. Chi può battere moneta?Produzione monopolistica vs. competitiva

    • Non è detto che i depositanti conoscano il valore di mercato della banca

    • Non è detto che orizzonte temporale di riferimento di banca privata sia più lungo di quello di banca centrale

    • Se informazione imperfetta le stesse banche hanno bisogno di un mezzo di pagamento accettato e garantito dallo Stato

    Produzione competitiva

    5. Chi può battere moneta?Produzione monopolistica vs. competitiva

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    Parte II

    Perché esiste la moneta e quali funzioni svolge

    Approccio teorico: il ruolo delle triadi interpretative

    Perché esiste la moneta e quali funzioni svolge:un approccio teorico e le triadi interpretative

    Approccio funzionale

    (triade tradizionale)

    •Mezzo di scambio•Unità di conto•Riserva di valore

    Approccio motivazionale

    (triade keynesiana)

    •Movente transattivo•Movente precauzionale•Movente speculativo

    Approccio misto (triade

    hicksiana)

    •Ruolo di costi di transazione (ricchezza e moneta nello stato patrimoniale)

    •Ruolo dell’orizzonte temporale (incertezza e aspettative)

    •Ruolo dell’attitudine al rischio (rendimenti attesi)

    L’analisi del ruolo della moneta a livello teorico può essere ricondotta (in prima approssimazione) a tre distinti tipi di approccio

    Questi approcci si sono susseguiti storicamente seguendo l’evoluzione del sistema capitalistico

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    1. La triade tradizionale: approccio funzionale

    La moneta come mezzo di scambio

    Mezzo di

    scambio

    Unità di conto

    Riserva di

    valore

    1. La triade tradizionale: approccio funzionale

    Nella visione tradizionalele ragioni per detenere moneta sono ricondotte alle funzioni che la moneta svolge nel sistema economico.La funzione prioritaria è quella transattiva

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    1. La teoria quantitativa della moneta e il monetarismo

    Ricordiamo che nella prospettiva neoclassica la moneta:

    • ha esclusivamente la funzione di mezzo di pagamento;

    • non ha alcuna utilità intrinseca;

    • è detenuta al fine di agevolare le transazioni ed in particolare per risolvere il problema determinato dalla mancanza di sincronia tra incassi e pagamenti.

    La teoria neoclassica della moneta trova le sua espressione nella cosiddetta «teoria quantitativa della moneta», a sua volta nota attraverso due differenti approcci:

    • l’approccio di Fisher;

    • l’approccio di della scuola di Cambridge.

    1. La teoria quantitativa della moneta e il monetarismo

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    1a. La teoria quantitativa della moneta in Fisher

    Secondo Fisher (1911), l’ammontare di moneta detenuto dagli individui per far fronte alla sfasatura tra incassi e pagamenti dipende dal numero delle transazioni (T) e dal loro valore unitario, vale a dire dal livello generale dei prezzi (P):

    E’ questa la cosiddetta equazione degli scambi, dove:• M = offerta di moneta • v = velocità di circolazione della moneta• T = volume delle transazioni• P = livello generale dei prezzi

    PTMV =

    L’equazione degli scambi, peraltro non è la teoria quantitativa della moneta (TQM), dal momento che esprime semplicemente una relazione contabile necessaria a livello macroeconomico. Le ipotesi che la trasformano in teoria sono le seguenti:

    Prossimità al pieno impiego

    • si suppone che il livello delle transazioni dipenda quasi totalmente da fattori reali

    Velocità di circolazione

    data

    • si ipotizza che sia determinata dal sistema dei pagamenti e degli incassi e che non si modifichi significativamente a breve termine

    Moneta esogena

    • Si tratta di una semplificazione che non vale se l’economia è aperta, se esistono banche, e in generale se la moneta è fiduciaria

    1a. La teoria quantitativa della moneta in Fisher

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    Alla luce delle ipotesi, essendo dati il livello delle transazioni T e la velocità di circolazione della moneta v, è l’offerta di moneta M a determinare il livello generale dei prezzi.

    Da questo discende anche:

    Inoltre: i = rn + ∆p/p = rn + ∆M/M

    T

    MvP =

    T

    MvP

    ∆=∆P

    P

    M

    M ∆=∆

    L’inflazione è determinata unicamentedall’aumento della quantità di moneta in circolazione. In particolare il tasso d’inflazione coincide con il tasso di crescita dell’offerta di moneta creata dalla Banca Centrale

    Legame fra tasso di interesse nominale e tasso di interesse reale

    1a. La teoria quantitativa della moneta in Fisher

    In questo approccio:• la moneta viene intesa come riserva di valore oltre che come mezzo di

    scambio; • ha una caratteristica di liquidità;• si pone attenzione ai fattori che implicano domanda di moneta (Md).

    Md = kpY La domanda di moneta è funzionedel reddito nazionale nominale

    Contrariamente ad Ms (offerta di moneta), Md non può essere osservata direttamente

    1b. La TQM nella scuola di Cambridge

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    • In generale le due versioni della TQM non sono equivalenti

    • Tuttavia, quando Md = Ms = M l’equazione di Cambridge diviene equivalente a quella di Fisher e dunque k=1/v

    Ipotesi TQM Cambridge:1) Y Yn (il reddito effettivo è prossimo al reddito di pieno impiego)2) k dato (la propensione alla liquidità è data)3) Md non necessariamente = Ms

    4) Ms esogena e data

    1b. La TQM nella scuola di Cambridge

    In ogni caso si può osservare che la quantità di moneta Ms determina il livello generale dei prezzi (P)

    Rappresentazione grafica dell’equilibrio del mercato monetario alla luce delle ipotesi TQM versione Cambridge:

    1b. La TQM nella scuola di Cambridge

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    1c. Descrizione del processo di aggiustamento dei mercati secondo TQM: effetti di un aumento di base monetaria

    Posizione di

    equilibrio Md = Ms

    Aumento di Ms:

    determina Ms > kpY

    quindi eccesso di offerta di moneta

    Aumento di Ms:

    determina Ms > kpY

    quindi eccesso di offerta di moneta

    Individui cercano di aumentare

    la spesa

    Individui cercano di aumentare

    la spesa

    Ma presto Y = Yn

    Ma presto Y = Yn

    InflazioneInflazione

    Aumento dei prezzi comporta aumento

    di Md

    Aumento dei prezzi comporta aumento

    di Md

    Riassorbimento

    eccesso offerta

    Riassorbimento

    eccesso offerta

    1d. Descrizione del processo di aggiustamento dei mercati secondo TQM: effetti di operazione di mercato aperto

    Posizione di

    equilibrio Md = Ms

    Acquisto titoli:

    determina eccesso

    domanda titoli:

    aumento prezzo titoli

    Acquisto titoli:

    determina eccesso

    domanda titoli:

    aumento prezzo titoli

    Rendimento dei titoli

    cade: pressione sul tasso

    di interesse

    che scende

    Rendimento dei titoli

    cade: pressione sul tasso

    di interesse

    che scende

    Squilibrio I ed S: I>S

    Squilibrio I ed S: I>S

    Inizialmente

    aumento ad ma poi inflazione

    Inizialmente

    aumento ad ma poi inflazione

    Aumento dei prezzi comporta

    un aumento dei salari

    ed un aumento

    di Md

    Aumento dei prezzi comporta

    un aumento dei salari

    ed un aumento

    di Md

    Riassorbimento

    eccesso offerta

    Riassorbimento

    eccesso offerta

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    L’inflazione è davvero, come diceva Friedman?

    «L'inflazione è una malattia pericolosa e talvolta letale»

    «L'inflazione è sempre e comunque un fenomeno monetario nel senso che è e può soltanto esser prodotto esclusivamente da un aumento più rapido della quantità di moneta che della produzione. […] Un tasso stabile di crescita monetaria ad un livello moderato può creare una struttura nella quale un paese può avere poca inflazione e molta crescita. Ciò non produrrà la stabilità perfetta; non produrrà il paradiso sulla terra; ma può dare un importante contributo ad una stabile società economica».

    da La controrivoluzione nella teoria monetaria, 1970

    Riferimento: https://le-citazioni.it/autori/milton-friedman/

    1e. Da TQM a monetarismo: l’inflazione come fenomeno monetario

    Come osservato a proposito della TQM anche il monetarismo sottintende una teoria economica (non un dato di fatto oggettivo) e si fonda su tre pilastri

    Domanda di moneta stabile

    • k stabile nel tempo

    Esistenza della curva di Phillips con ipotesi di reddito naturale

    • trade-off fra inflazione e disoccupazione solo nel breve periodo

    Ritardi nella politica monetaria

    • l’attuazione della politica non è immediata e ciò può dare luogo ad interventi non opportuni

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    La moneta come mezzo di scambio

    Determinazione del livello

    generale dei prezzi (e sua variazione)

    1f. La triade tradizionale: il ruolo macroeconomico principale della moneta

    La domanda di moneta

    come attività

    speculativa

    2. La triade keynesiana: approccio motivazionale

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    Transa-zioni

    Precau-zione

    Specu-lazione

    2. La triade keynesiana: approccio motivazionale

    Nella visione keynesianale ragioni per detenere moneta sono legate condizioni che possono portare un individuo a spendere (o a preferire la liquidità alla detenzione di attività finanziarie redditizie): ovviamente la spesa corrente, ma anche spese impreviste; e naturalmente aspettative sul futuro.L’aspetto cruciale è la componente speculativa

    2. La teoria keynesiana della domanda di moneta

    Quando si studia la domanda di moneta, l’elemento di distinzione dell’approccio Keynesiano è ricondotto alla presenza di domanda «speculativa»

    Nel momento in cui si introduce il tema della domanda speculativa di moneta occorre inevitabilmente:

    • Comprendere in che modo si modifica il modo di concepire le funzioni della moneta (questione che in ultima analisi determina le ragioni per detenere moneta)

    • Distinguere questo approccio da quello classico e individuare gli autori che lo hanno condiviso (o avversato)

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    In prima battuta si può affermare che la presenza di domanda di moneta speculativa determina una particolare relazione fra domanda di moneta e tasso di interesse.

    Di che tipo di relazione si tratta?

    Come si modifica la funzione di domanda di moneta?

    2. La teoria keynesiana della domanda di moneta

    Dallo studio della relazione fra domanda di moneta e tasso di interesse non può che emergere un quesito:

    Esiste un’equivalenza fra le seguenti affermazioni:

    a) a domanda di moneta è influenzata dal tasso di interesseb) la relazione tra domanda di moneta e tasso di

    interesse dà luogo ad una teoria monetaria del tasso di interesse?

    Vedremo che non è sufficiente che la domanda di moneta dipenda dal tasso di interesse per generare una teoria monetaria del tasso di interesse

    Ma che cosa significa: «teoria monetaria del tasso di interesse»?

    2a. Qual è il senso della relazione fra domanda di moneta e tasso di interesse?

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    Keynes non fu l’unico economista a sostenere l’idea di una relazione fra domanda di moneta e tasso di interesse…

    Prima di KeynesEconomisti mercantilisti e Wicksell (1898) avevano sostenuto visioni che possono essere considerate i prodromi di una teoria monetaria del tasso di interesse

    «Contemporaneamente» a KeynesDa Hume, Marshall a Pigou (economisti che Keynes definisce “classici”) la domanda di moneta cessa di avere un ruolo significativo nella determinazione del tasso di interesse, o tale ruolo non viene adeguatamente circostanziato

    2b. Letteratura sul rapporto fra domanda di moneta e tasso di interesse

    Dopo KeynesL’idea che la domanda di moneta possa dipendere daltasso di interesse prende strade distinte che vengonoapprofondite rispettivamente nei modelli di:

    • Baumol e Tobin (1952)• Markowitz e Tobin (1952, 1959) e Tobin (1958)• Scuola Post-Keynesiana

    • … e per motivi totalmente differenti da Friedman (1960, 1963)

    2b. Letteratura sul rapporto fra domanda di moneta e tasso di interesse

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    I motivi per detenere moneta sono sostanzialmente tre:

    Utile a soddisfare le necessità di scambioed alla sincronizzazione incassi e pagamenti (Keynes distingue fra domanda espressa dalle famiglie e domanda espressa dalle imprese)

    Necessario al soddisfacimento di esigenze impreviste, o modifiche nella struttura incassie pagamenti

    Questi elementi collegano la domanda di moneta al reddito e al tasso di interesse, ma semplificando, soprattutto al reddito

    N.B. Questa parte della teoria monetaria di Keynes si avvicina nella forma (ma non nella sostanza) a quella classica

    2c. Motivi per detenere moneta in Keynes

    Una delle ragioni che spingono a detenere contante è quella di superare l’intervallo fra la percezione e l’erogazione del reddito. La forza di questo movente(…) dipenderà principalmente dall’ammontare del reddito.

    Teoria Generale (1936) cap. 15 (traduzione dall’originale in edizione HBJ Book p. 195)

    Domanda di moneta per transazioni

    4c. Motivi per detenere moneta in Keynes

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    La moneta precauzionale è detenuta per far fronte a circostanze eccezionali che richiedano spese improvvisee ad occasioni impreviste di acquisti vantaggiosi, oltre che per detenere un’attività avente un valore fisso in termini di moneta allo scopo di far fronte ad una successiva obbligazione, anch’essa fissa in termini di moneta.

    Teoria Generale (1936) cap. 15 (traduzione dall’originale in edizione HBJ Book p. 196)

    2c. Motivi per detenere moneta in Keynes

    determinato dall’incertezza sull’andamentofuturo del tasso di interesse, e dal fatto chela moneta è una riserva di valore

    Il vero elemento originale dell’approccio keynesianoalla domanda di moneta è costituito dall’inserimentodell’elemento

    Questo termine non è affatto casuale

    Inoltre Keynes sottolinea fin da subito che è la domanda speculativa di moneta a determinare una particolare modalità di

    trasmissione degli effetti di variazioni dell’offerta di moneta

    2c. Motivi per detenere moneta in Keynes

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    Domanda di moneta transattiva e precauzionale:

    • sono poco sensibili a variazioni del tasso di interesse,

    • si modificano quando il reddito subisce significative variazioni inattese

    Domanda di moneta speculativa:

    • è molto sensibile a variazioni (anche lievi) del tasso di interesse

    • è in stretta relazione con la curva dei rendimenti delle altre attività finanziarie

    2c. Motivi per detenere moneta in Keynes

    1. la moneta è un’attività finanziaria

    L’esistenza di domanda di moneta speculativa richiama due attributi della

    moneta:

    2. La moneta è un’attività che segnala le aspettative degli individui rispetto all’andamento presente e futuro del sistema economico

    1. trarre vantaggio dal differenziale di rendimento che caratterizza ciascuna attività finanziaria

    «speculare» può essere inteso in due modi:

    2. «formarsi un’idea» rispetto a ciò che accadrà in futuro e agire di conseguenza

    2c. Motivi per detenere moneta in Keynes

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    Nel momento in cui • si riconosce l’esistenza di domanda di moneta speculativa,• ed in particolare si ammette che questa componente possa

    essere rilevante rispetto a quella transattiva e precauzionale

    La moneta diviene il canale attraverso il quale l’incertezzaconnaturata alle economie monetarie di produzione

    induce instabilità (e disoccupazione)

    2c. Motivi per detenere moneta in Keynes

    La loro (del movente transattivo e di quello precauzionale)forza dipenderà anche da quello che possiamo chiamareil costo relativo del detenere il contante. Se questo si puòdetenere soltanto rinunciando all’acquisto di un’attivitàredditizia, ciò aumenta il costo e quindi indebolisce il movente di detenere una certa quantità di contante.

    Teoria Generale (1936) cap. 15 (traduzione dall’originale in edizione HBJ Book p. 196)

    (corsivo aggiunto all’originale per chiarezza espositiva)

    Questo passaggio chiarisce che il tasso di interesse secondo Keynes agisce come costo-opportunità del detenere moneta:

    2c. Motivi per detenere moneta in Keynes

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    Nel complesso la domanda di moneta nella teoriakeynesiana può essere rappresentata:

    Preferenza per la liquidità

    Preferenza per la liquidità

    Dimensione soggettiva

    Dimensione oggettiva sistemica

    Domanda di moneta MdDomanda di moneta MdReddito (Y)Reddito (Y)

    AspettativeAspettative

    Rendimenti (i)Rendimenti (i)

    d

    SM

    d

    PM

    d

    TM

    IncertezzaIncertezza

    2c. Motivi per detenere moneta in Keynes

    2d. Dalla domanda di moneta speculativa individuale al ruolo macroeconomico della moneta

    Qual è a questo punto la funzione macroeconomicadella moneta?

    Se per i classici la moneta determina il livello generale dei prezzi, che cosa fa nella visione keynesiana?

    A questo quesito Keynes risponde ricorrendo ad una rappresentazione delle scelte di portafoglio degli individui molto particolare (e semplicistica) che tuttavia non muta l’implicazione principale se si rende più realistica la rappresentazione delle scelte

    La risposta al quesito chiarisce anche che cosa si debba intendere con l’affermazione: «Nella visione keynesiana il tasso di interesse ha natura monetaria»

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    Il tasso di interesse non è il “prezzo” che determinal’equilibrio fra domanda di risorse per l’investimentoe la disponibilità ad astenersi dal consumo. E’ il “prezzo”che equilibra il desiderio di detenere ricchezza in forma liquida con la quantità disponibile di moneta.

    Teoria Generale, cap. 15 p. 167

    2d. Dalla domanda di moneta speculativa individuale al ruolo macroeconomico della moneta

    La derivazione della domanda di moneta speculativain Keynes procede da alcuni assunti fondamentali

    Si opera in un contesto di incertezza fondamentale(e questa è la ragione che induce gli individui a detenere un’attività a bassa remunerazione)

    Dato che il livello del tasso di interesse futuro è incertogli individui speculano nella convinzione di “conosceremeglio del mercato ciò che il futuro arrecherà” (TG)

    La dinamica dei mercati dipende dalla divergenza fraequilibri che si realizzano ed aspettative ex-ante

    L’individuo può scegliere fra due soli tipi di attività:moneta (M) o titoli (TRG); quindi RF = M + TRG

    2e. La scelta di portafoglio in Keynes

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    La scelta di detenere moneta dipende dal costo di opportunità associato Inoltre sul mercato non esiste un solo tasso di interesse, ma una pluralità di tassi:

    Tasso di interesse monetario (im)

    Somma che deve essere pagata in eccesso per uno scambioa termine rispetto allo scambio immediato

    Per ogni bene si può calcolare un tasso di interesse riferito ad una certa scadenza, ma normalmente il prezzo forward è determinato passando attraverso il tasso di interesse monetario

    Questo in ultima analisi implica che tutti i tassi di interesse sianoin qualche modo riconducibili al tasso di interesse monetario

    Tasso di interesse a termine (iTRG)

    2e. La scelta di portafoglio in Keynes

    Per comprendere come i vari tassi di interesse si «parametrizzino» rispetto al tasso di interesse monetario, è sufficiente ricordare che ogni attività finanziaria possiede tre attributi:

    Il rendimento atteso di una attività Xpuò essere espresso come:

    Nel caso della moneta, rispetto a tutte le altre attività: • L è max, • C sono bassi, • R0

    Rendimento (extra rispetto a se stesso)

    Costo di detenzione (usura o semplice

    passaggio del tempo)

    Liquidità (facilità di cessione a

    terzi)

    XX

    a

    X LCrXExp +−=)(

    mmm

    a

    mm LLCri +≈−≈=+−= )0()0(

    2e. La scelta di portafoglio in Keynes

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    La detenzione di moneta dipende da un confronto fra tasso di interesse osservato sul mercato (tasso di interesse normale) e tasso di interesse atteso: se un individuo si attende che in futuro il tasso di interesse diminuisca (aumenti), nel periodo corrente domanderà titoli (moneta).

    Il tasso di rendimento atteso dei titoli, ra, nel caso semplificato ipotizzato da Keynes di titolo irredimibile a cedola fissa è dato da:

    dove: iTRG è rendimento all’emissione, ga è il capital gain atteso rappresentato dall’incremento del valore di mercato dei titoli tra acquisto e vendita

    tTRG

    tTRG

    a

    tTRG

    TRG

    a

    ttTRG

    a

    TRGtP

    PPigir

    ,

    ,1,

    1,

    )( −+=+= ++

    2e. La scelta di portafoglio in Keynes

    A questo punto può accadere che:• il titolo si apprezzi (capital gain positivo) rendimento cedolare + rendimento

    in conto capitale (a sua volta determinato da calo tassi) • Il titolo si deprezzi (capital gain negativo) rendimento cedolare - perdita in

    conto capitale (a sua volta determinata da aumento dei tassi)

    Quindi la scelta sarà determinata come segue:

    TRGMDepir

    MTRGDepir

    MTRGDepir

    a

    ttTRG

    a

    TRGt

    a

    ttTRG

    a

    TRGt

    a

    ttTRG

    a

    TRGt

    f

    f

    1,

    1,

    1,

    0

    0

    0

    +

    +

    +

    >

    2e. La scelta di portafoglio in Keynes

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    In relazione alle proprie attese di rendimento ciascun individuo avrà un tasso di interesse critico (ic) che è quello che lo rende indifferente fra la detenzione di moneta e l’acquisto di titoli.

    Questo tasso di interesse viene confrontato con il tasso di interesse iTRG per scegliere la composizione di portafoglio:

    a

    ttTRG

    a

    ttTRG

    a

    ttTRG

    Depi

    Depi

    Depi

    1,

    1,

    1,

    +

    +

    +

    <=>

    TRGc

    TRGc

    TRGc

    ii

    ii

    ii

    >=< Individuo detiene solo titoli TRG

    Indifferenza fra tutto TRG o M

    Individuo detiene solo moneta M

    2e. La scelta di portafoglio in Keynes

    ic

    atteso

    iTRG

    effettivo

    Portafoglio

    individuale

    iTRG

    eff.

    Portafoglio

    individuale

    iTRG

    eff.

    Portafoglio

    individuale

    A 5% 1,5% MA = 100 2,5% MA = 100 3,5% MA = 100

    BA = 0 BA = 0 BA = 0

    B 3% 1,5% MB = 120 2,5% MB = 120 3,5% MB = 0

    BB = 0 BB = 0 BB = 120

    C 2% 1,5% MC = 150 2,5% MC = 0 3,5% MC = 0

    BC = 0 BC = 150 BC = 150

    Md 1,5% M = 370 2,5% M = 220 3,5% M = 100

    2e. La scelta di portafoglio in Keynes (esemplificazione numerica)

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    i

    ic = 5

    Md, RFMd = 100

    2f. La domanda di moneta a livello individuale

    Domanda di moneta speculativa individuale e tasso di interesse (valori riferiti ad individuo A)

    i

    icA = 5

    Md, RFMd=370

    icB = 3

    icC = 2

    Md=220Md=100

    Domanda di moneta speculativa per tre individui A+B+C con RF=100+120+150

    2f. La domanda di moneta a livello individuale

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    i

    imax

    Ld, WLd

    Domanda di moneta speculativaa livello aggregato

    imin

    Trappola dellaliquidità

    2g. Domanda di moneta e tasso di interesse a livello aggregato

    Esiste un pavimento al tasso di interesse diverso da 0 che induce gli individui a detenere solo moneta: situazione di crisi economica e/o grave incertezza

    i

    Md, M/p

    Equilibrio del mercato della Moneta (sotto l’ipotesidi stretta esogenità dell’offertadi moneta: solo Banca Centrale)

    (M/p)0

    Md0

    im*

    Md=M/p

    2h. Equilibrio del mercato monetario in Keynes

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    i

    Md, M/p

    Statica comparata

    (M/p)0A(M/p)0B

    Md0

    (M/p)1A(M/p)1B

    i*0A

    i*1A

    i*0B= i*1B

    Due esempi di politica monetaria espansiva• La politica monetaria può essere inefficace• Quando è efficace determina il tasso di

    interesse e con esso il livello di equilibrio della domanda di moneta

    2h. Equilibrio del mercato monetario in Keynes

    i

    Md, M/p

    (M/p)0

    Md0

    im1*

    Md=M/p

    Md1

    im0*

    Statica comparata

    Esempio di un mutamento della preferenzaper la liquidità • Il mutamento della domanda di moneta influenza il tasso di

    interesse di equilibrio e chiarisce la natura biunivoca della relazione domanda di moneta/tasso di interesse

    2h. Equilibrio del mercato monetario in Keynes

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    Interne EsterneDa emendamento Da abbandono

    Non è una vera teoria dellescelte di portafoglio quella delineata da Keynes perché non consente di detenere contemporaneamente moneta e titoli

    L’aspettativa sul tasso di interessenon è espressa in termini di distribuzioni probabilistichema ha valore fisso

    Teoria delle scelte di portafoglio

    Sebbene tasso di interesse entri nelladefinizione delladomanda di moneta,in ottica di ampiascelta del portafoglioe scelta intertemporale,la domanda di monetanon risulta significativamenteinfluenzata da i

    2i. Critiche all’approccio keynesiano e sviluppi

    La domanda di moneta

    speculativa

    Determinazione del tasso di

    interesse sul mercato

    monetario

    Determinazione indiretta dei tassi di interesse sui

    mercati finanziari

    La triade keynesiana: il ruolo macroeconomico principale della moneta

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    3. La triade hicksiana: approccio eclettico

    La domanda di moneta

    precauzionale e la definizione della moneta

    ex-post

    Attività continue

    Attività di

    riserva

    Attività di

    investi-mento

    3. La triade hicksiana

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    3. L’approccio hicksiano alla domanda di moneta

    L’approccio hicksiano condivide un presupposto fondamentale dell’analisi keynesiana: la considerazione della moneta fra le attività finanziarie

    Hicks emenda alcuni dei limiti dell’analisi keynesiana inserendola in un contesto che diventerà in seguito la base per la moderna teoria delle scelte di portafoglio

    Questo approccio evidentemente parte dal tentativo di rispondere a quesiti fondamentali quali:

    • quale costo siamo disposti a sopportare per detenere un’attività finanziaria?• quale è l’orizzonte temporale rilevante per la scelta?• quale è la soglia critica di rendimento che ci porta ad acquistare un’attività finanziaria?

    Presupposti:le attività che entrano nella definizione di moneta non devono essere qualificate ex-ante (come accade nell’approccio tradizionale e in quello keynesiano)

    L’approccio hickisano consente di evidenziare che non c’è sostanziale differenza fra le scelte di investimento reale e le scelte di investimento di tipo finanziario, sebbene sia ovvio che un operatore «produttivo» abbia un portafoglio di attività più specializzato in attività reali ed un operatore «finanziario» abbia un portafoglio più specializzato in strumenti finanziari

    3. L’approccio hicksiano alla domanda di moneta

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    Triade hicksiana:

    1. attività continue: attività di flusso che entrano in un processo di trasformazione;

    il processo di input/output sotteso alla funzione di produzione è un esempio di attività continua reale; la liquidità primaria e il credito commerciale sono invece esempi finanziari di questo tipo di attività.

    L’equazione degli scambi di Fisher, secondo Hicks può essere letta come un processo di input/output finanziario (l’input di moneta circolante, tramite il coefficiente tecnico dato dalla velocità di circolazione della moneta, si trasforma nel valore monetario degli scambi)

    3. L’approccio hicksiano alla domanda di moneta

    2. attività di riserva: stock accumulati per far fronte ad esigenze future che non sono prevedibili né in entità (quanto) né in momento di manifestazione (quando)

    in ambito reale: scorte di materie prime, semilavorati e prodotti finiti (stesso criterio di analisi adottato nell’approccio delle scorte). Quindi sensibili a: costo opportunità, costi di conservazione fisica, mantenimento del valore

    in ambito finanziario: scorte monetarie come Baumol, ma non per transazioni, piuttosto per precauzione. Diversamente da Baumol, qui è rilevante l’incertezza (che in Baumol non c’è). Quindi da questo punto di vista è teoricamente più vicina a scelte di portafoglio di Tobin

    3. L’approccio hicksiano alla domanda di moneta

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    3. attività di investimento: detenute in portafoglio in ottica intertemporale allo scopo di ottenere redditività futura

    Sia in ambito reale, sia in ambito finanziario, ciò che è rilevante è l’idea di attualizzare rendimenti attesi futuri. Quindi la decisione di investimento ha senso nella misura in cui il confronto fra i rendimenti attesi e la somma di rischi e costi porta ad un saldo positivo

    La moneta può essere una componente di attività di investimento perché anche con rendimento nullo viene comunque detenuta dagli investitori: a) per ragioni di avversione al rischio (come moneta speculativa in Keynes e Tobin); b) per «opportunismo» (mantenere una scorta liquida permette una maggiore flessibilità di azione se si presentano improvvisamente opportunità di profitto)

    3. L’approccio hicksiano alla domanda di moneta

    La definizione ex-post della moneta:

    dopo aver caratterizzato le attività continue, di riserva e di investimento, appare che la moneta è l’unica attività finanziaria a poter essere contemporaneamente sia attività continua, sia attività di riserva e di investimento;

    la moneta rilevante per Hicks è quella detenuta in portafoglio ed è quindi il frutto di una scelta deliberata (e razionale) che comporta due tipi di strategie:

    • la strategia precauzionale: si detiene moneta per evitare perdite• la strategia di investimento: si detiene moneta per ottenere

    rendimento

    3. L’approccio hicksiano alla domanda di moneta

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    Il ruolo della liquidità:

    Come sottolineato più volte, Hicks ha elaborato ha elaborato una originale nozione di «liquidità».

    E’ l’attributo di liquidità a determinare la detenzione di attività di riserva. A sua volta la liquidità è un fenomeno qualitativo (ha un grado) la cui natura è complessa: dipende dalla fiducia, dalle condizioni macroeconomiche, dal comportamento degli altri operatori, dalla propria struttura finanziaria…

    Questa valutazione sulla liquidità è quella che in ultima analisi determina la preferenza per la liquidità: quindi a differenza di Keynes la preferenza per la liquidità deriva principalmentedalla domanda di moneta precauzionale piuttosto che dalla domanda di moneta speculativa.

    3. L’approccio hicksiano alla domanda di moneta

    Le implicazioni di politica monetaria:

    La trasmissione della politica monetaria dipende da come influenza la liquidità;

    La liquidità e le manovre di politica monetaria possono avere un diverso impatto sulla stabilità del sistema, pur a parità di strumento utilizzato. Infatti si distinguono due tipi di sistemi:

    • solido: stabile perché gli individui non sono sensibili ai mutamenti delle aspettative (indotti dalla politica monetaria stessa)

    • fluido: instabile perché gli individui sono sensibili ai mutamenti delle aspettative (in questo caso la domanda di moneta è instabile e gli operatori modificano velocemente e spesso la composizione dei loro portafogli; è questo il tipo di sistema più probabile in contesti finanziari evoluti)

    Alla instabilità possono inoltre contribuire errori nella scelta degli strumenti di politica monetaria (vedi effetti indesiderati di operazioni di mercato aperto)

    3. L’approccio hicksiano alla domanda di moneta

  • Economia Monetaria - 87018 a.a. 2019-2020

    © Prof. AnnaMaria Variato Primavera 2020 45

    La domanda di moneta

    precauzionale

    Moneta intesa come più versatile

    delle attività finanziarie

    Moneta responsabile della

    stabilità macroeconomica

    La triade hicksiana: il ruolo macroeconomico principale della moneta

    Dalla visione statica alla visione dinamica della macroeconomia…

    4. Problemi aperti relativi ai paradigmi interpretativi del ruolo della moneta

    Moneta come bene mezzo di scambio o unità di conto

    • Menger 1892 (…)

    • La moneta riduce i costi di transazione che sarebbero associati ad una economia fondata sul baratto

    Quesito di base: Quale è la funzione prevalente della moneta?

    Aspetti critici

  • Economia Monetaria - 87018 a.a. 2019-2020

    © Prof. AnnaMaria Variato Primavera 2020 46

    Moneta come relazione sociale

    mezzo di pagamento + riserva di valore

    • Simmel 1900, Innes 1913, Keynes 1930 (…)

    • La moneta misura rapporti di credito/debito fra soggetti

    • Trasferisce valore nel tempo poiché gli scambi hanno carattere sequenziale piuttosto che istantaneo

    4. Problemi aperti relativi ai paradigmi interpretativi del ruolo della moneta (1)

    Aspetti critici

    Moneta-merce

    Metallisti

    • Menger (1892) …

    • La moneta viene dal mercato

    • E’ una attività netta

    • Ha un valore intrinseco

    • Esiste per ridurre i costi di transazione e di informazione

    Moneta fiat

    Cartalisti

    • Knapp (1924), Wray (1998) …

    • La moneta è una istituzione che viene dall’esistenza dello Stato

    • E’ la manifestazione del debito dello Stato, che deve essere finanziato con tasse

    • Non ha necessariamente un valore intrinseco, perché lo Stato non promette di convertirla es. in un metallo prezioso

    4. Problemi aperti relativi ai paradigmi interpretativi del ruolo della moneta (2)

    ? Perché esiste moneta a valore intrinseco pressoché nullo?

    ? Perché la moneta si è evoluta in un certo modo?

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    4. Problemi aperti relativi ai paradigmi interpretativi del ruolo della moneta

    Alle domande di Hicks, invece, qualcuno

    ha mai davvero cercato di rispondere?

    Che fine ha fatto il tentativo di fondare

    un teoria macroeconomica dinamica e

    finanziaria?

    Per quanto paradossale, neppure gli

    allievi di Hicks sembrano aver raccolto

    la sua eredità…