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87018 - Economia Monetaria a.a. 2019-2020 © Prof. AnnaMaria Variato – Primavera 2020 1 Presentazione 12 Instabilità Finanziaria e Datore di lavoro di ultima istanza: la visione di Hyman Minsky Prof.ssa Anna Maria Variato a.a. 2019-2020 Economia Monetaria 87018 Temi della presentazione 1. Perchè parlare della visione di Minsky 2. Natura dei sistemi capitalistici: Minsky vs. mainstream 3. Perché le economie capitaliste sono instabili? 4. Perché il mainstream teorico non cattura important elementi della dinamica macroeconomica? 5. Aspetti essenziali della visione minskiana: L’ipotesi di instabilità finanziaria (FIH) Il Datore di Lavoro di Ultima Istanza (ELR) 1 2

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87018 - Economia Monetaria a.a. 2019-2020

© Prof. AnnaMaria Variato – Primavera 2020 1

Presentazione 12Instabilità Finanziaria e Datore di lavoro di ultima istanza: la visione di Hyman Minsky

Prof.ssa Anna Maria Variato

a.a. 2019-2020

Economia Monetaria 87018

Temi della presentazione

1. Perchè parlare della visione di Minsky

2. Natura dei sistemi capitalistici: Minsky vs. mainstream

3. Perché le economie capitaliste sono instabili?

4. Perché il mainstream teorico non cattura important elementidella dinamica macroeconomica?

5. Aspetti essenziali della visione minskiana:� L’ipotesi di instabilità finanziaria (FIH)

� Il Datore di Lavoro di Ultima Istanza (ELR)

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Premessa

Il contributo di Minsky non è stato significativamente apprezzato mentre l’autore era in vita, ma dopo il 2007 è divenutoimprovvisamente “popolare”

� Il primo canale di popolarità è stato determinato dal fattoche in molti si sono trasformati in sostenitori della Ipotesidi Instabilità Finanziaria

E’ possibile affermare che finalmente l’idea che la finanzainfluenzi in modo permanente le variabilimacroeconomiche reali, sia divenuta uno standard?

� Il secondo canale di popolarità è sopraggiunto in seguito, con il permanere degli effetti della crisi. A questo puntosono comparsi anche i fautori di “piani per la creazionedi lavoro” (spesso senza attribuire adeguata paternità al concetto)

Esiste una tensione nei riguardi dell’obiettivo di mantenimento della piena occupazione?

2. Natura deisistemicapitalistici(visioneminskiana)

Secondo Minsky la natura dei sistemi capitalistici è:

� dinamica, incoerente, instabile;

� l’instabilità è l’effetto endogeno della dinamica economica che vede implica interazioni complesse (non neutrali) fra economia reale e finanziaria; dimensione micro e dimensione macro; istituzioni che agiscono modificando le regole del gioco; essa si genera in condizioni di stabilità

� l’instabilità di Minsky si rappresenta attraverso reti di bilancio che si stratificano nel sistema, configurando relazioni di diversa natura/solidità sotto il profilo della capacità di generare reddito e liquidità (i.e. gli agenti si comportano come banche, e si caratterizzano come unità coperte, speculative o Ponzi)

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Lato della DomandaLato dell’Offerta

2a.Visione Neoclassica

Moneta

Economia Reale

IstituzioniMercato del lavoro

Domanda Offerta

2b. Visione di Minsky

Relazioni Finanziarie

Economia Reale

IstituzioniMercato del Lavoro

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2. Natura deisistemicapitalistici

Incoerente

Dinamica

Instabile

3. Perché il capitalismo è intrinsecamente instabile e fallace

La fallacia si rileva in due limiti fondamentali:� Incapacità di mantenere il pieno impiego

stabilmente nel tempo (contrariamente a quanto ipotizzato da mainstream)

� Tendenza della componente finanziaria ad innescare crisi (deflazionistiche) da debito

Si tratta di limiti che non possono essere «sradicati» perché il capitalismo è una modalità organizzativa della società che implica la costituzione di passività (impegni di pagamento certi) in anticipo rispetto ai flussi di reddito (presunti) che (eventualmente) le convalidano.

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3. Perché il capitalismo è intrinsecamente instabile e fallace

Il capitalismo non è una organizzazione sociale sempre uguale a se stessa: si evolve con complessità crescente (i.e. non può essere compreso se non in termini dinamici)

Instabilità e disuguaglianze sono connaturateal capitalismo perché il capitalismo è una organizzazione della società che non può prescindere dalla finanza…

… che è cosa ben diversa dall’affermare che la finanza è un utile supporto al miglioramento delle opportunità di un sistema economico

� Domanda aggregata vs. Offerta aggregata

� Dimensione Reale vs. Dimensione Monetaria (con ulteriore sotto-caso moneta vs finanza)

� Ciclo vs. Crescita

4. Riduzioni e neutralità: sintesi teoriche pericolose

� Domanda aggregata vs. Offerta aggregata

� Allocazione (efficienza) vs. Distribuzione (equità)

� Occupazione vs. Povertà

Dicotomie espressamente rigettate in Datore di Lavoro di Ultima Istanza

Inoltre… nel mainstream e (non solo) l’approccio macroeconomico implica l’emergere di alcune dicotomie, fondamentali ai fini della

rappresentazione e della caratterizzazione della dinamica:

Dicotomie espressamente rigettate in Ipotesi di Instabilità Finanziaria

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5. Evidenza del legame fra FIH –ELR

Pertanto la posizione di Minsky richiede l’adozione di una prospettiva olistica, che negando simultaneamente tutte le dicotomie comunemente accettate a livello di teoria macroeconomica, porta innanzitutto all’impossibilità metodologica di affrontare la questione della stabilità finanziaria separatamente da quella della piena occupazione

(in altri termini, le dicotomie di cui alla precedente diapositiva non rappresentano la norma sottostante alla dinamica delle economie esistenti; esse possono verificarsi solo in astratto e sotto condizioni particolari)

Conseguenze

� Domanda aggregata rilevante sul piano reale, l’offerta entra in gioco in ambito finanziario(offerta di fondi)

� La speculazione diviene il motore della dinamicaeconomica

� Pertanto è radicalmente sbagliato pensare di poter affrontare separatamente la questione della stabilità finanziaria e la questione della piena occupazione.

� Necessità di intervento di politica economicaarticolato su tre livelli:

� Big Government� Lender of Last Resort� Employer of Last Resort

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Aspetti essenziali dell’Ipotesi di Instabilità Finanziaria (FIH)Sezione 1

Temi della Sezione 1

Minsky economista delle “triadi”

1. La struttura della macroeconomia

2. La caratterizzazione microeocnomicae focus su investimento

3. Interazione micro-macro ed essenzadi FIH

4. Implicazioni di FIH

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Instabilità è un effetto endogenodella dinamica economica

Dimensione reale e

finanziaria dell’economia

non sono indipendentiConflitto

potenziale

micro / macro

Instabilità come effetto di interazioni complesse fra struttura

dell’economia (fondamentali) e automatismi di mercato (vale a

dire

le istituzioni sono rilevanti nel determinarla)

Aspetti che non sono peculiari

alla sola riflessione minskiana

«Core» Minskiano originale

La dinamica ciclica e quella della

crescita non sono indipendenti

Gli agenti economici si

comportano come banche

L’eterogeneità è

rilevante, ma non infinita

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L’economista delle triadi

La dinamica sostanziale richiede che il tempo abbia un ruolo storico: possibile divergenza ex-ante vs. ex-post:

Aspettative

Contesti evolutivi con

Istituzioni e Convenzioni

Coordinazione

Le fasi rilevanti del processo dinamico

contemplano alternarsi ciclico di:

Panico Euforia

Normalità

L’instabilità del sistema capitalistico è legata a:

Leggi

psicologiche

fondamentali

Propension

e marginale

al consumo

Preferenza per la liquidità

Efficienza

marginale

del capitale

Informazio

ne limitata

Rischio Incertezza

fondamentale

Informazione

asimmetrica

Reddito

Bilancio

Portafoglio

Speculative

Coperte

Ponzi

Protette

Sicure

Rischiose

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Approfondimento: ruolo incertezza

� Non è possibile determinare un equilibrio

macroeconomico come quello previsto dai modelli di

Arrow-Debreu perché non esiste la possibilità di definire

un legame univoco e trattabile da un punto di vista

contrattuale fra tutti i possibili stati del mondo e le loro

conseguenze

� Nel mondo Arrow-Debreu non vi è spazio per l’esistenza

di istituzioni finanziarie evolute (vale a dire non c’è

spazio per domanda di moneta speculativa)

� Se mondo Arrow-Debreu inadeguato a rappresentare

economia capitalistica evoluta, anche aspettative

razionali “inapplicabili”.

� Si accetta invece idea che imprese perseguano max.

profitto

Approfondimento: tipi di cash-flow

Cash flows di reddito: es. salari e profitti

Cash flows di Bilancio: es. capitali e interessi dovuti ai creditori, che derivano da gestione finanziaria e non da gestione tipica

Cash flows di portafoglio: es. vendita di attività, che si ottengono a fronte di operazioni straordinarie

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Approfondimento: tipi di attività

Attività Sicure (oro, obbligazioni statali) che si trasformano in liquidità velocemente ed a costo pressoché nullo

Attività Protette (depositi e obbligazioni private) che diventano liquide facilmente ma con costo significativo

Attività Rischiose (capitale, prestiti privati, azioni) che diventano liquide in tempi relativamente lunghi e/o ad un costo elevato con potenziale rischio di vendita a prezzo inferiore al valore effettivo

La composizione dei

portafogli è il risultato

delle preferenze

individuali ed in

particolare

dell’attitudine rispetto

all’incertezza

Approfondimento: tipi di unità

Unità Coperte (Hedge) (Flussi entrata > Flussi uscita sempre)

Unità Speculative (Normalmente come coperte, ma con necessità di occasionale rifinanziamento)

Unità Ponzi (caso estremo di impresa speculativa in cui flussi in uscita > flussi in entrata per lungo tempo, ma con rendimento atteso dell’investimento molto elevato in un tempo futuro abbastanza lontano tale da generare VAN atteso comunque >0)

La composizione

della popolazione

cambia durante le

diverse fasi del ciclo

economico: la

fragilità del sistema

dipende dalla

presenza relativa di

queste unità

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2. Aspetti MicroeconomicidellaTeoria dell’Investimento

Pk

Prezzo di domanda: prezzo massimo che l’investitore è pronto a pagare per

sottoscrivere l’investimento (fondamentalmente è VAN dei flussi di cassa

attesi valutati dal punto di vista dell’investitore )

Pi

Prezzo di offerta: determinato dal costo di produzione dei beni capitale

Investimento > 0 solo se Pk > Pi

Teoria a due prezzi (come in Keynes GT)

2. Aspetti MicroeconomicidellaTeoria dell’Investimento

� Il prezzo corrente dell’output include il prezzo dei beni capitali e dei beni di consumo

� Nel breve periodo le aspettative sui costi e sulla domanda sono date

� I produttori fissano il prezzo à la mark-up

� Ciò di conseguenza determina il profitto lordo

� Profitto lordo meno flussi di pagamento del debito e meno dividendi determinano ammontare di autofinanziamento

� Se le imprese intendono investire più di quanto ammissibile con autofinanziamento, devono ricorrere a indebitamento

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2. AspettiMicroeconomici

dellaTeoria dell’Investimento

La valutazione di Pk è difficile:

� Investimento può essere finanziato da diversi tipi di investitori (interni vs. esterni)

� Investimento influenzato da:� Liquidità

� Incertezza

0>∂∂liq

pk0<

∂∂incer

pk

Quando incertezza 0 e liquidità ∞ la struttura finanziaria non influenza l’investimento.

In altri termini il teorema di M&M è valido in generale...

2. AspettiMicroeconomici

dellaTeoria dell’Investimento

Inoltre le condizioni di M&M non valgono in generale perchè:

� Attività e passività non hanno lo stesso grado di liquidità

� I flussi di cassa in entrata e in uscita non hanno lo stesso grado di incertezza

pk è instabile

Pk=f(preferenza per la liquidità, aspettative, struttura del passivo)

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2. Aspetti MicroeconomicidellaTeoria dell’Investimento

� Da Pk al rischio del debitore� Natura Soggettiva (dubbi nelle menti degli imprenditori)

� Cresce al crescere dell’investimento, perciò porta ad una diminuzione del prezzo di domanda oltre una certa soglia.

� Da Pi al rischio del creditore� Natura Oggettiva (emerge nei contratti)

� Cresce al crescere dell’investimento, perciò porta ad una aumento del prezzo di offerta oltre una certa soglia.

Rischio del Creditore

Rischio del Debitore

Autofinanziamento

Pi

Pk

I*

2. Aspetti Microeconomici della Teoria dell’Investimento

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Approfondimento: rischio del creditore e incertezza

Ragioni per incrementare il costo dei fondi:

� differenti attitudini al rischio� Creditori più avversi al rischio dei debitori

� differenziali nelle aspettative� I creditori non finanzieranno i progetti i cui

valori attesi sono negativi, nulli o insufficienti a garantire la copertura del debito

Approfondimento: rischio del creditore e informazione asimmetrica

informazione asimmetrica può condurre a razionamento del credito e razionamento azionario.

EFFETTO PREZZO: Informazione Asimmetrica porta ad un incremento

del costo delle fonti esterne, perciò determina un

fenomeno noto come “gerarchia delle fonti”.

EFFETTO QUANTITÀ:Azzardo Morale e Selezione Avversa inducono il

creditore a lasciare insoddisfatta parte della

domanda, anziché raggiungere il market clearing

con incremento del prezzo delle fonti di

finanziamento.

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Approfondimento: rischio del debitore

� La spiegazione è concettualmente simmetrica a quella fornita per il rischio del creditore.

� Legame con Kalecki, Teoria del rischio crescente: il debitore ha un doppio incentivo ad incrementare indebitamento:

� in caso di fallimento: socializzazione del rischio;

� in caso di successo: incremento del valore di mercato dell’impresa

leverageiROIROIROE *)( −+=

3. Interazionemicro-macro

ed essenzadell’Ipotesi di

InstabilitàFinanziaria

� La Stabilità è destabilizzante

� Instabilità è l’effetto del conflitto fra interesse microeconomico e coordinazione a livello macroeconomico

� Inevitabile “Ponzificazione” dell’economia

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3. Essenza dell’Ipotesi di Instabilità Finanziaria

� Fragilità Finanziaria: sensibilità dell’impresa all’impatto negativo dovuto da divergenza fra aspettative ex-ante e risultati ex-post

f (CHF, lev )

Impatto Positivo:

1. ↑ disponibilità di fonti interne (↓fragilità finanziaria)

2. ↑ disponibilità di fonti esterne(↑fragilità finanziaria)

Effetto Destabilizzante perchè (2) più forte di (1)

Impatto Negativo:

Maggiore leverage implica più

elevata probabilità di fallimento se

CHF<interessi

Effetto Stabilizzante(↓ incentivo all’indebitamento)

3. Essenza della Ipotesi di Instabilità Finanziaria

L’ipotesi dell’ instabilità finanziaria è strettamente connessa allaTeoria della deflazione da debiti di Fisher (1933)

L’ipotesi di instabilità finanziaria è una spiegazione endogena dei cicli

Secondo Minsky esistono situazioni che portano un sistema finanziario solido verso la fragilità

La fragilità è definita come situazione nella quale è sufficienteun piccolo shock a scatenare un processo di deflazione da debiti

Secondo Fisher i fattori dominanti nella generazione di una depressione sono:a) indebitamento eccessivob) deflazione

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Fisher vs. Minsky

1. Si parte da Equilibrio generale: shock da eccesso di indebitamento

2. Diffusione di allarme fra creditori e debitori: liquidazione dei debiti

3. Difficoltà nelle vendite

4. Contrazione dei depositi (prestiti vengono ripagati) e caduta di v

5. Caduta dei prezzi che se non viene contrastata conduce a…

6. Ulteriore caduta del valore delle attività nette con accelerazione dei fallimenti

7. Caduta dei profitti

8. Riduzione della produzione, commercio, occupazione

9. Pessimismo e caduta della fiducia

10. Tesoreggiamento e rallentamento ulteriore di velocità circolazione moneta

11. Complesse alterazioni di i

Fisher vs. Minsky

Quando l’indebitamento è eccessivo?

Fisher: dipende da entità del PIL e delle riserve bancarie

Minsky: dipende anche dal livello dei profitti

Perché si verifica una deflazione da debiti?

Nel tempo si sviluppano strutture delle passività che i flussi di cassa ed i valori di mercato delle attività nonriescono a convalidare

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Ipotesi sottostanti alla diffusionedell’instabilità finanziaria

1. Banche max profitto controllando rischio di credito e liquidità

2. Controllati i rischi le banche non hanno limiti alla concessione diprestiti (la banca crea moneta ovvero nuovi strumenti finanziari)

3. La stabilità economica genera ottimismo (attenuazione dellapercezione del rischio)

4. Gli agenti non finanziari max profitto anche attraverso sceltedi struttura finanziaria (non vale Modigliani e Miller)

5. Investimento regolato da incertezza fondamentale (e dipendenteda andamento del debito e della sua copertura)

6. Gli agenti condividono lo stesso clima di aspettative (idea Keynesiana di conventional wisdom)

Descrizione della catena causale minskiana

1. Punto di partenza: fine di una depressione

Profitti bassiCapacità produttiva in eccessoAD e AS bassiConfidenza bassa

Soprattutto unità coperteFragilità finanziaria bassa

2. Parte la ripresa con AD>AS realizzazioni ex-post>aspettative ex-ante

3. Consolidamento della visione ottimistica:

Cresce I prima con autofinanziamento, poi con debitoCresce AD, cresce YMigliora credito cresce I AD YFragilità finanziaria non peggiora perché aumento flussi cassamaggiore degli esborsi per ripagare indebitamento

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4. Sfruttamento del meccanismo di leva finanziaria

Cresce I con debito, cresce AD, cresce YCosto del finanziamento basso: aumentano profitti per leva finanziariaFragilità finanziaria peggiora perché popolazione composta non soloda unità coperte ma anche da unità speculative e successivamente Ponzi

5. Possibile condizione di euforia

Se le imprese non incontrano limiti al credito, non ci sono ragionidi contenere l’indebitamento e soprattutto il rischio. Ma il margine(ROI-i) si riduce strutturalmente all’approssimarsi del pieno impiego.Il sistema diventa sempre più fragile

6. Scoppio della bolla speculativa

Per condizioni reali o finanziarie si arriva ad una situazione in cuirealizzazioni ex-post non suffragate da aspettative ex-ante. Primaproblema di liquidità. Poi insolvenza (perché finanziatori fuggono)

7. Diffusione della crisi di indebitamento

8. Consolidamento della visione pessimistica

9. Depressione (eventualmente aggravata da panici)

Le imprese sono costrette a vendere attività in condizioni diilliquidità e ciò aggrava crisi finanziaria (perché valore diliquidazone < valore di funzionamento). Cade I cade AD cade Y

Si innesca una catena di fallimenti che porta alla sparizionedelle imprese Ponzi e poi di quelle speculative.Diminuisce la fragilità finanziaria.

Si ritorna al punto di minimo ciclico

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Implicazioniderivantidall’ipotesidi instabilitàfinanziaria

� Depressioni come quella degli anni 1920 non dovrebbero più ripetersi

� Tuttavia i sistemi capitalistici evoluti sono molto più sensibili che in passato alla fragilità finanziaria

� La durata delle fasi discendenti del ciclo può essere più contenuta rispetto al passato

� Ciò però non significa che i cicli abbiano minore intensità o minore “permanenza”: la dinamica ciclica finanziaria innesca una pesante redistribuzione delle risorse.

Essenza dell’Ipotesi di

Instabilità Finanziaria

(FIH)

Gli interventi di stabilizzazione finanziaria normalmente indicati per affrontare questo tipo di problematica sono:

Intervento fiscale: Big Government (soprattutto G)

Intervento finanziario: Prestatore di Ultima Istanza (anche vigilanza)

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Aspetti essenziali del Datore di Lavoro di Ultima Istanza (ELR)Sezione 2

Temi dellaSezione 2

1. Interdipendenze rilevanti per ELR

2. Quesiti sollevati da ELR e suarilevanza per contest attuale

3. Conclusioni e prospettive

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1. Interdipendenze rilevanti per ELR

• Possibilità di ridurre la disoccupazione ed aumentare l’occupazione attraverso politiche fiscali e monetarie (si tratta di una riduzione strutturale, non temporanea)

Domanda Aggregata – Offerta Aggregata

• Possibilità di ridurre la povertà attraverso l’aumento dell’occupazione (si tratta di un effetto sociale, non puramente individuale; infatti non stiamo parlando di riduzione della disoccupazione)

Occupazione – Povertà

• Possibilità di perseguire contemporaneamente allocazione efficiente e equalizzazione della distribuzione del reddito (si parte dall’obiettivo della equalizzazione del reddito, quindi dalla distribuzione)

Allocazione – Distribuzione

Raggiungibilità degli obiettivi di politica economica sottesi ad un modello olistico

� Si tratta di possibilità facili da realizzare?

� E’ sufficiente riconoscere che il modello è diverso ed avere una buona intuizione per essere pressoché certi del buon esito delle politiche?

� Basta un qualunque obiettivo occupazionale a generare l’innesco dei meccanismi virtuosi di cui si è detto?

Per Minsky la risposta è negativa su tutti i fronti!

� Non solo le politiche devono essere ben strutturate, tempestive e ben accolte (condizione più restrittiva della credibilità)

� L’obiettivo sul quale concentrarsi è quello del pieno impiego stringente (che sottintende l’individuazione di un sentiero evolutivo a «banda stretta»)

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Evidenza del legame fra ELR e lotta alla povertà

Che cosa accade se una qualsiasi autorità di politica economica non fa proprio l’obiettivo del pieno impiego stringente?

Non solo, evidentemente, rischia di non generare le condizioni per una piena occupazione stabile nel tempo

Per certo perde la possibilità di risolvere il problema della povertà (relativa, ma anche assoluta)

Tesi 1. Secondo Minsky il fallimento della

politica convenzionale nel raggiungerel’eventuale obiettivo di contrasto della povertà, è dovuto alla mancata considerazione dellostretto legame che esiste tra povertà e pienoimpiego

Ragioni di inefficaciadelle politichedi “guerra allapovertà”

Paradossalmente, la lotta contro la povertà è

spesso perseguita attraverso tre tipi di

intervento:

a) Trasferimenti monetari

b) Corsi di formazione e riqualificazione

c) Tentativi di stimolare la domanda aggregata

ricorrendo a riduzioni della tassazione che si

pensano efficaci ai fini di stimolare l’investimento

o di modificare la distribuzione del reddito

Tesi 2. Secondo Minsky TUTTE queste

misure sono destinate al fallimento (a

proposito della rilevanza della politica economica nella

determinazione della dinamica sistemica).

La corretta strategia, sarebbe invece quella di

impegnarsi nel perseguimento del pieno

impiego stringente.

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2. Quesiti sollevati da Datore di Lavoro di Ultima Istanza (ELR)

1. Che cosa è?

2. E’ ancora attuale?

3. Come si concretizza?

4. Quale sollecitazione intellettuale sottintende?

Che cosa è il Datore di Lavoro di Ultima Istanza?

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Istituzioni di «ultima istanza» e «market clearing»

Per poter arrivare a definire che cosa (quale istituzione) sia il datore di lavoro di ultima istanza occorre prima riflettere sulla capacità di raggiungere il pieno impiego di un sistema capitalistico

� Evidentemente, la nozione stessa di datore di lavoro di ultima istanza comporta una certezza elementare: se si rende necessario l’intervento di una istituzione di «ultima istanza», significa che il mercato non è stato in grado di generare coerenza fra domanda e offerta;

� nello specifico del mercato del lavoro, questo si manifesta con presenza di disoccupazione (che in prospettiva keynesiana ha natura involontaria)

Strategie volte a perseguire piena occupazione

Per eliminare la disoccupazione:

� Flessibilità salariale e automatismo di aggiustamento [mainstream sempreverde]

� Aggiustamento quali/quantitativo. Politiche sul lato dell’offerta: formazione dei lavoratori (eterogeneità da mismatch). Le istituzioni spendono oggi per rendere i lavoratori occupabili domani [mainstreamattuale]

� Aggiustamento quantitativo «mirato». Datore di lavoro di ultima istanza (lavoratori eterogenei per qualità intrinseche). Il Datore di lavoro di ultima istanza assume i disoccupati subito; spende oggi per occuparli oggi con le capacità/competenze che hanno [eterodosso].

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Il ruolo del Datore di Lavoro di UltimaIstanza(ELR)

Tesi 3. Il mercato non è in grado di

raggiungere il pieno impiego stringente. E’

necessario un intervento pubblico nella

forma di creazione di lavoro diretta (gli

esempi, essendo storicamente specifici, richiamano le

politiche perseguite nel New Deal)

il problema: definire il concetto di pieno

impiego stringente (e indicare il tasso di

disoccupazione ad esso congruente).

Definizione di «Pieno Impiego

Stringente»

Dove vogliamo andare?

ossia

Un particolare tipo di equilibrio macroeconomico:

«Il primo importante singolo passo verso l’eliminazione della povertà in America dovrebbe essere il raggiungere e sostenere il pieno impiego stringente. Esso esiste quando per un’ampia classe di occupazioni industrie e localizzazioni, i datori di lavoro, ai salari correnti, preferirebbero occupare più lavoratori di quanto stiano facendo»

(Minsky, contributo originale 1965, 2013 p. 3, trad. it. p. 71)

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Il Datore di Lavoro di Ultima Istanza è ancora attuale?

ELR e New Deal

Minsky richiama le politiche di Roosevelt:

a) WPA (Work Progress Administration)

b) CCC (Civilian Conservative Corps)

c) NYA (National Youth Administration)

Dovremmo prendere alla lettera questi piani di

lavoro anche oggi?

Sarebbe abbastanza anacronistico…

Che cosa rimane però?

L’idea che l’intervento in tema di creazione di posti di lavoro non

è generico, né pedissequo, piuttosto è un programma

articolato di interventi che si indirizzano a specifici comparti o

segmenti del mercato del lavoro…

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A favore Contro

Inoltre, negli anni ‘60 almeno si discuteva della “guerra alla povertà” in quanto obiettivo

esplicito della politica economica. Oggi non lo è (almeno se non si tratta di povertà assoluta

ed “estrema”)

Attualità del Datore di Lavoro di Ultima Istanza

Chi traebeneficio dallapresenza del datore di lavoro di ultima istanza?

Tesi 4. Il reddito da lavoro è un

pilastro fondante della dignità

individuale

Tesi 5. Il Datore di Lavoro di

Ultima Istanza è inoltre un canale

attraverso il quale si rafforza la

legittimazione pubblica

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Eliminazionedella povertà

dovuta a disoccupazione

Rilevanza del concetto di

redditofamiliare

La distribuzionedel reddito si

muovenaturalmente

verso unaminore

disuguaglianza

La riduzionedell’enfasi su

ruoloinvestimento

contribuirebbealla riduzionedella fragilità

finanziaria

Più ampionumero di

gradi di libertà per idecisori di

politicaeconomica

Vantaggi legati alla creazione diretta di lavoro

Obiezioniattese

Rischio inflazionistico

Insostenibilità della BP

Sostenibilità del debito pubblico

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Approfondimento: ELR davvero inflazionistico?

Le critiche standard a obiettivo di pieno impiego è che sia inflazionistico, che non alteri in modo adeguato la distribuzione del reddito, e che determini deficit della bilancia commerciale.

� Sul tema inflazione Minsky è poco convinto, e comunque sottolinea che inflazione è il risultato di un processo complesso di alterazione dei prezzi, che inflazione aggregata a sua volta non implica inflazione omogenea all’interno di tutto il sistema, quindi se si critica il suo strumento, altrettanto bisognerebbe essere cauti con tagli fiscali… che in modo perverso alterano i salari relativi. Quindi bisognerebbe riflettere seriamente su «inflazioni buone» ed «inflazioni cattive»…

� Resta invece il tema del deficit della bilancia commerciale, soprattutto in un contesto di cambi flessibili…

Come si concretizza il Datore di Lavoro di Ultima Istanza?

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Il Signor NO…

Minsky e le politiche del lavoro“convenzionali”

• No per «tempi di gestazione» troppo lunghi

Politiche attive del lavoro?

• Non risolvono problema della marginalità sociale

Politiche di trasferimento

monetario?

• Spiegazione articolata del no

Politiche di sostegno

all’investimento ad alto contenuto

tecnologico?

Approfondimento: Critica alle politiche

attive del lavoro (e agli strutturalisti)

Di fatto implicitamente trattano:

� Il lavoro come omogeneo e fluido (quando non è facile formare un lavoratore, perché processo costoso in termini economici e temporali)

� Inoltre immaginano elevate possibilità di sostituzione fra lavoratori diversi e tra input (ovvero tecniche di produzione), ma evidentemente questo possibilità di sostituzione sono limitate.

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Approfondimento: Quale politica fiscale? G o TA

� Prima del pieno impiego le due leve sono sostanzialmente simili, ma in prossimità del pieno impiego no (soprattutto se una parte della disoccupazione residuale deriva da cambiamento strutturale);

� Mentre tagli fiscali generalizzati hanno limitato potere di indirizzarsi verso occupazioni specifiche, la spesa pubblica può essere mirata (come dimostrato storicamente dai piani di lavoro Roosveltiani)

Approfondimento: Critica allepolitiche sostegnoinvestimento ad alta tecnologia per aumentareoccupazione

Politiche di sostegno all’investimento ad alto

contenuto tecnologico? No perchè:

a) Gli incentivi fiscali esasperano la disugualglianza

lavoratori e risparmiatori

b) I redditi da capitale incentivano consumo opulento e

comportamento imitativo di meno abbienti (rischio di

inflazione da domanda)

c) Si accentua la disuguaglianza fra lavoratori (perché

gli incentivi sono settoriali)

d) Peggioramento della fragilità finanziaria (per

naturale incentivo a diminuzione dei margini di

sicurezza il taglio fiscale aumenta la fiducia degli

imprenditori, ma anche la fiducia dei finanziatori

esterni che contano sul mantenimento della politica

fiscale)

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Quale sollecitazione intellettuale sottintende il Datore di Lavoro di Ultima Istanza?

Le provocazioni della fase 1:

soprattutto definizione dei fenomeni e degli obiettivi

ma anche evidenza di una visione che implica interdipendenze

� Quale tasso di disoccupazione obiettivo: come l’atrazina nell’acqua? (1965)

� Concentrarsi sui lavoratori poveri e dopo occuparsi della riqualificazione (1965)

� Il reddito da lavoro: dimensione sociale imprescindibile (identità individuale e inclusione del nucleo familiare) (1965)

� Povertà relativa più ambigua della povertà assoluta (questione che porta al riconoscimento del tema dell’impoverimento) (1969)

� Impossibilità dell’improvvisazione di PE e pragmatismo: le buone intenzioni non bastano (1969)

� Esplicita caratterizzazione del legame dinamico fra povertà, instabilità finanziaria e politica economica (1969)

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Le provocazioni della fase 2:

che cosa accade nelle fasi di crisi

� La crisi economica si specchia nella crisi del paradigma teorico macroeconomico (1972)

� Il cambio di paradigma avviene quando simultaneamente la debolezza del modello esistente si combina con un problema reale (ma esiste una alternativa «valida») (1972)

� Il limite più importante che caratterizza i macroeconomisti è il mancato riconoscimento del ruolo sostanziale della finanza nella dinamica capitalistica (1972)

� Potere e distribuzione dovrebbero essere le parole chiave del gioco dei macroeconomisti (1972)

� Attenzione alla distribuzione porta a maggiore attenzione verso temi «green» e «cooperazione» (1975)

� Le concentrazioni e gli oligopoli sono dannosi e questo vale ovviamente anche per le concentrazioni bancarie (1975)

Le provocazioni della fase 3:

un nuovo modello di capitalismo?

Una battaglia persa o una sfida ancora da combattere?

� Risonanza fra 1933 e 1993: Clinton come Roosevelt? (1994)

� Il capitalismo moderno entra in crisi più facilmente che in passato, non a caso (1994)

� L’obiettivo del pieno impiego stringente non viene attuato sostanzialmente per mancanza di volontà politica (ignavia, ignoranza, individualismo)… e con questo si perde una possibilità di stabilizzazione endogena

� Il capitalismo si trasforma (non nel senso desiderato da Minsky, ma perché le scelte che sono state fatte sono andate nella direzione opposta a quella che suggeriva) (1994)

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Per stabilizzare la macroeconomia (nel limite del possibile)

� Ai fini del successo della politica economica, il disegno deve contemplare una simultanea coordinazione di:

� Creazione diretta di lavoro (ELR)

� Opportuna gestione di AD (Big Government)

� Regolamentazione finanziaria (LLR)

Il disegno e la sequenza della politica economica

1. Impegno al pieno impiego stringente (quindi per semplificare, attenzione al tema lavoro) [lungo termine]

2. Attuazione delle adeguate politiche di indirizzo della domanda aggregata (politica fiscale, con preferibilità di spesa pubblica rispetto a tassazione e trasferimento) [medio termine]

3. Attuazione di politica di stabilizzazione del comparto finanziario, attraverso presenza di prestatore di ultima istanza (che legittima vigilanza e regolamentazione) [medio termine]

4. La politica monetaria in senso stretto viene per ultima ed in coerenza con i precedenti passi [breve termine]

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Conclusioni

«Molto tempo fa Abba Lerner [… scrisse] che il successo porta all’interno del mercato sviluppi che faranno nascere il fallimento. Il problema di scoprire e porre in essere le istituzioni di un capitalismo di successo non può essere risolto una volta per tutte. Il successo è transitorio. Le generazioni future dovranno confrontarsi con una versione successiva del problema che noi affrontiamo oggi: trasformare un capitalismo fallimentare in un capitalismo di successo»

Hyman Minsky (2013 p. 177-178, original paper 1994; trad. it. 2014, p. 258)

Conclusioni

Minsky riteneva che la guerra che un economista dovrebbe combattere fosse la guerra alla povertà…

… la povertà di cui parlava era evidentemente quella da deprivazione materiale e morale

E questa è una battaglia che non tutti gli economisti sono in grado di affrontare direttamente, pur condividendone la rilevanza

… tuttavia come intellettuale egli ha instancabilmente combattuto una guerra non meno importante, quella contro la povertà delle idee. Ci ha lasciato un’eredità feconda e questo attesta la sua personale e duratura vittoria.

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