Circolazione Monetaria Medievale Nel Finale

5
27 CIRCOLAZIONE MONETARIA MEDIEVALE NEL FINALE (SAVONA) di GIOVANNI MURIALDO In questo studio preliminare si prende in esame la cir- colazione monetaria medievale nel Finale, territorio della Liguria di Ponente caratterizzato da una fitta sequenza di evidenze archeologiche e dalla creazione alla fine del XII sec. da parte dei marchesi di Savona – o Del Carretto – di un compatto dominio signorile, nel cui ambito si inserisce la fondazione di un borgo nuovo, l’attuale Finalborgo (MURIALDO 1988). I limiti cronologici dello studio sono stati fissati tra la fine dell’VIII-IX sec. e la metà del XIV, coprendo un perio- do per il quale in Liguria sono finora scarsi i dati disponibi- li sulla circolazione monetaria. I termini iniziali corrispon- dono alla presenza di pochi esemplari riconducibili a due grandi sistemi monetari, quello franco e quello bizantino. Per quest’ultimo si completa la serie delle monete bizanti- ne di VI-VII sec. rinvenute nel Finale, comprensiva di fra- zioni di siliqua e coniazioni in bronzo da S. Antonino e da Perti, che si interrompe con un follis di Siracusa di Costan- te II (641-668), da Finalmarina (SILLA 1949, p. 24; MURIAL- DO 1996, p. 66, fig. 5.19; MORRISSON 1998, p. 322; AR- SLAN 2001; 2003). Un recente riesame ha consentito di con- fermare l’attribuzione alle coniazioni longobarde della moneta segnalata dal Lamboglia come proveniente dall’area della necropoli di Isasco (LAMBOGLIA 1956, p. 65, fig. 27). Si tratta di un ottavo di siliqua in argento con busto e mono- gramma per, forse per Perctarit (672-688) (ARSLAN 1978, n. 23; MEC 1.328; pp. 65-66). Per essa i pochi confronti si distribuiscono tra l’Italia settentrionale (ripostiglio di Biel- la di età liutprandea; Pecetto di Valenza; Brescia-S. Giulia; Campione d’Italia-S. Zenone, Verona) e la Corsica (S. Ma- ria di Bravona a Linguizzetta) (ARSLAN 1998, pp. 296-7). Il limite cronologico inferiore dello studio (metà XIV sec.) copre il decennio successivo al termine della prima fase della monetazione genovese (1139-1339), ante- riormente all’apertura della zecca della vicina Savona nel 1350. L’analisi è basata su 98 monete di diversa ed eteroge- nea provenienza, conservate presso il Museo Archeologico del Finale e provenienti sia da recuperi occasionali, avve- nuti in tempi e con modalità differenti, sia da più recenti acquisizioni in corso di indagini archeologiche condotte in vari siti della zona (Tab. 1). Con la particolare eccezione dei due folles anonimi bi- zantini rinvenuti nella cripta di S. Eusebio di Perti, per i reperti dei quali è nota la provenienza non si tratta di rinve- nimenti derivanti da forme di accumulo o occultamento in- tenzionale, quanto piuttosto il nucleo studiato riflette occa- sionali dispersioni o smarrimenti di monete utilizzate ai fini di scambi correnti. 1. FINE VIII/IX SECOLO-1139 A questo primo periodo possono essere ricondotte 8 monete. La serie esordisce con un denaro di Carlo Magno, rinvenuto da Giovanni Pesce nel 1986 sulle alture del Passo del Melogno, retrostanti Finale, in loc. Pian dei Corsi (PM), attraversata da una delle strade di collegamento tra le Valli del Bormida e la zona costiera. Si tratta di un denaro caro- lingio del tipo 3, coniato a Treviso, databile tra il 793/4 e l’812 (gr 1.38, al tipo: +CARLVSREXFR, croce; +TARVIS, monogramma – CNI VI, 15-18; MEC 1, pp. 208-209, n. 746) (Fig. 1.1). Nella sostanziale rarità di rinvenimenti di denari caro- lingi in Italia (ROVELLI 1994; 2001; MCCORMICK 2001, pp. 681-86), l’esemplare finalese costituisce una prima se- gnalazione per il Ponente ligure. Su scala regionale, denari franchi erano finora noti solo a Luni 1 dove sono attestati 12 denari di Carlo Magno di tipo 1 – costituenti il cosiddet- to tesoro di Sarzana-Luni –, 1 di tipo 2 e 4 di Ludovico il Pio, di cui uno della zecca di Treviso (BERTINO 1985, pp. 282- 86; ROVELLI 1994, pp. 528-29; BERTINO 2003, pp. 131-32). Il ruolo di connessione tra l’Europa continentale e l’area mediterranea esercitato dal Finale nel primo Medioevo tro- va conferma nel rinvenimento a Perti (PR3) di un denaro di classe A dei duchi di Normandia (gr 0.85; D/ +RNCΛMS, croce accantonata da due bisanti e due crocette; R/ ΛODSM, tre frontoni in triangolo con S al centro) (Fig. 1.2). Questa moneta della zecca di Rouen, riconducibile alle coniazioni di Riccardo II (996-1026) o Riccardo III (1026-1027) con titolo in Ar di 680/1000, reca un’immagine stilizzata dei frontoni del tempio e legende alterate ma ancora leggibili (POEY D’AVANT 1858, p. 25, pl. IV.15; DUMAS 1979, pp. 91- 92, pl. XVII.1; AMANDRY 2001, p. 409). Anche in questo caso si tratta di un esempio finora isolato in Liguria. Monete nor- manne sono attestate in Valle d’Aosta, ad Aosta ed a Nus, con un ripostiglio contenente denari dei gruppi A, B, B/C e D (DUMAS 1979, nn. 46bis, 57, 70; ORLANDONI 1988, p. 444). Un denaro tipo A proviene dalla torre civica di Pavia (WARD- PERKINS 1978, p. 122; DUMAS 1979, n. 33) e 2, con legenda deteriorata e datati alla metà dell’XI sec., da Alba (CN) (BARELLO 1999, p. 285; fig. 246.2), città che costituiva il più immediato tramite tra i passi alpini nord-occidentali e l’area costiera finalese. Più numerose risultano le attestazioni nel- l’Italia centrale (Roma, confessione di S. Pietro) e, come atteso, in quella meridionale soggetta al controllo norman- no (DUMAS 1979; MEC 14, pp. 401 ss.). A queste coniazioni continentali, tra X e XI sec. nel Finale si associano monete in bronzo bizantine. La serie esordisce con un follis di classe 4, coniato a Costantinopoli da Romano I Lecapeno tra il 931 ed il 944 (MORRISSON 1970, p. 575, 37/Cp/AE/31-47; DOC III.2.25; GRIERSON 1982, p. 184, pl. 46.824) (Fig. 1.3), rinvenuto nell’area adiacente alla chiesa di S. Eusebio di Perti (PR2) (MURIALDO 1996, p. 66, fig. 5.19, n. 5). Questa monetazione comprende inoltre 5 folles anoni- mi, di cui 3 derivano dalla raccolta di uno storico locale, G.A. Silla, confluiti nell’allora Museo Civico del Finale con l’indicazione di provenienza dalle “falde Marine del Gottaro”, a Finalmarina (FM) (Fig. 1.4-5) (SILLA 1949, p. 33, nota 5). Due altri folles anonimi furono rinvenuti nel 1966 nella cripta della chiesa di S. Eusebio di Perti (PR1), con evidenti funzioni dedicatorie e rituali (MURIALDO, SCARRONE 1983, p. 5, nota 15, fig. 9; MURIALDO 1996, p. 66, fig. 5.19, n. 6; AROBBA et al., in questo volume). Quattro dei folles anonimi, con pesi compresi tra gr 12.9 e 9.77 e diametri tra mm 31.0 e 28.1, sono riconducibili alla Classe A2 – o A3 secondo Metcalf (1970) – e quindi, pur nella prudenza necessaria nell’attribuzione di queste mo- nete a definiti titoli, possono essere riferiti al periodo corri- spondente ai regni di Basilio II (976-1025) e Costantino VIII (1025-1028) con una possibile prosecuzione sotto Ro- mano III ( DOC III.2 1973, pp. 649-75, A2.1.1-52.6; MORRISSON 1970, II, pp. 596-98; 41/Cp/Ae/31-65; GRIERSON 1982, pp. 204-10, pl. 56.981-983). Un quinto follis da Finalmarina con busto al D/ ed iscrizione al R/ su tre linee, di difficile lettura per l’avanzata usura, presenta un peso di soli gr 7.7 con diametro di mm 29, potendo quindi essere assimilato ai folles di classe E attribuibili al periodo di Costantino X (1057-1060 ca.) (MORRISSON 1970, p. 601, 41/Cp/AE/120-122; DOC III.2 1973, pp. 688-89, E.1-Ea; GRIERSON 1982, p. 207, pl. 56.988). Questi folles si inquadrano nell’intensa ripresa della monetazione bronzea bizantina nel corso del X e soprattut- to dell’XI sec., attestata dal netto incremento delle presen- ze nei territori in diretto rapporto con l’area economica di

description

Liguria

Transcript of Circolazione Monetaria Medievale Nel Finale

  • 27

    CIRCOLAZIONE MONETARIA MEDIEVALENEL FINALE (SAVONA)

    diGIOVANNI MURIALDO

    In questo studio preliminare si prende in esame la cir-colazione monetaria medievale nel Finale, territorio dellaLiguria di Ponente caratterizzato da una fitta sequenza dievidenze archeologiche e dalla creazione alla fine del XIIsec. da parte dei marchesi di Savona o Del Carretto diun compatto dominio signorile, nel cui ambito si inseriscela fondazione di un borgo nuovo, lattuale Finalborgo(MURIALDO 1988).

    I limiti cronologici dello studio sono stati fissati tra lafine dellVIII-IX sec. e la met del XIV, coprendo un perio-do per il quale in Liguria sono finora scarsi i dati disponibi-li sulla circolazione monetaria. I termini iniziali corrispon-dono alla presenza di pochi esemplari riconducibili a duegrandi sistemi monetari, quello franco e quello bizantino.Per questultimo si completa la serie delle monete bizanti-ne di VI-VII sec. rinvenute nel Finale, comprensiva di fra-zioni di siliqua e coniazioni in bronzo da S. Antonino e daPerti, che si interrompe con un follis di Siracusa di Costan-te II (641-668), da Finalmarina (SILLA 1949, p. 24; MURIAL-DO 1996, p. 66, fig. 5.19; MORRISSON 1998, p. 322; AR-SLAN 2001; 2003). Un recente riesame ha consentito di con-fermare lattribuzione alle coniazioni longobarde dellamoneta segnalata dal Lamboglia come proveniente dallareadella necropoli di Isasco (LAMBOGLIA 1956, p. 65, fig. 27).Si tratta di un ottavo di siliqua in argento con busto e mono-gramma per, forse per Perctarit (672-688) (ARSLAN 1978,n. 23; MEC 1.328; pp. 65-66). Per essa i pochi confronti sidistribuiscono tra lItalia settentrionale (ripostiglio di Biel-la di et liutprandea; Pecetto di Valenza; Brescia-S. Giulia;Campione dItalia-S. Zenone, Verona) e la Corsica (S. Ma-ria di Bravona a Linguizzetta) (ARSLAN 1998, pp. 296-7).

    Il limite cronologico inferiore dello studio(met XIV sec.) copre il decennio successivo al termine dellaprima fase della monetazione genovese (1139-1339), ante-riormente allapertura della zecca della vicina Savona nel1350.

    Lanalisi basata su 98 monete di diversa ed eteroge-nea provenienza, conservate presso il Museo Archeologicodel Finale e provenienti sia da recuperi occasionali, avve-nuti in tempi e con modalit differenti, sia da pi recentiacquisizioni in corso di indagini archeologiche condotte invari siti della zona (Tab. 1).

    Con la particolare eccezione dei due folles anonimi bi-zantini rinvenuti nella cripta di S. Eusebio di Perti, per ireperti dei quali nota la provenienza non si tratta di rinve-nimenti derivanti da forme di accumulo o occultamento in-tenzionale, quanto piuttosto il nucleo studiato riflette occa-sionali dispersioni o smarrimenti di monete utilizzate ai finidi scambi correnti.

    1. FINE VIII/IX SECOLO-1139

    A questo primo periodo possono essere ricondotte 8monete. La serie esordisce con un denaro di Carlo Magno,rinvenuto da Giovanni Pesce nel 1986 sulle alture del Passodel Melogno, retrostanti Finale, in loc. Pian dei Corsi (PM),attraversata da una delle strade di collegamento tra le Vallidel Bormida e la zona costiera. Si tratta di un denaro caro-lingio del tipo 3, coniato a Treviso, databile tra il 793/4 el812 (gr 1.38, al tipo: +CARLVSREXFR, croce; +TARVIS,monogramma CNI VI, 15-18; MEC 1, pp. 208-209, n. 746)(Fig. 1.1).

    Nella sostanziale rarit di rinvenimenti di denari caro-lingi in Italia (ROVELLI 1994; 2001; MCCORMICK 2001,pp. 681-86), lesemplare finalese costituisce una prima se-gnalazione per il Ponente ligure. Su scala regionale, denarifranchi erano finora noti solo a Luni 1 dove sono attestati12 denari di Carlo Magno di tipo 1 costituenti il cosiddet-to tesoro di Sarzana-Luni , 1 di tipo 2 e 4 di Ludovico ilPio, di cui uno della zecca di Treviso (BERTINO 1985, pp. 282-86; ROVELLI 1994, pp. 528-29; BERTINO 2003, pp. 131-32).

    Il ruolo di connessione tra lEuropa continentale e lareamediterranea esercitato dal Finale nel primo Medioevo tro-va conferma nel rinvenimento a Perti (PR3) di un denaro diclasse A dei duchi di Normandia (gr 0.85; D/ +RNCMS,croce accantonata da due bisanti e due crocette; R/ ODSM,tre frontoni in triangolo con S al centro) (Fig. 1.2). Questamoneta della zecca di Rouen, riconducibile alle coniazionidi Riccardo II (996-1026) o Riccardo III (1026-1027) contitolo in Ar di 680/1000, reca unimmagine stilizzata deifrontoni del tempio e legende alterate ma ancora leggibili(POEY DAVANT 1858, p. 25, pl. IV.15; DUMAS 1979, pp. 91-92, pl. XVII.1; AMANDRY 2001, p. 409). Anche in questo casosi tratta di un esempio finora isolato in Liguria. Monete nor-manne sono attestate in Valle dAosta, ad Aosta ed a Nus,con un ripostiglio contenente denari dei gruppi A, B, B/C eD (DUMAS 1979, nn. 46bis, 57, 70; ORLANDONI 1988, p. 444).Un denaro tipo A proviene dalla torre civica di Pavia (WARD-PERKINS 1978, p. 122; DUMAS 1979, n. 33) e 2, con legendadeteriorata e datati alla met dellXI sec., da Alba (CN)(BARELLO 1999, p. 285; fig. 246.2), citt che costituiva il piimmediato tramite tra i passi alpini nord-occidentali e lareacostiera finalese. Pi numerose risultano le attestazioni nel-lItalia centrale (Roma, confessione di S. Pietro) e, comeatteso, in quella meridionale soggetta al controllo norman-no (DUMAS 1979; MEC 14, pp. 401 ss.).

    A queste coniazioni continentali, tra X e XI sec. nelFinale si associano monete in bronzo bizantine. La serieesordisce con un follis di classe 4, coniato a Costantinopolida Romano I Lecapeno tra il 931 ed il 944 (MORRISSON 1970,p. 575, 37/Cp/AE/31-47; DOC III.2.25; GRIERSON 1982,p. 184, pl. 46.824) (Fig. 1.3), rinvenuto nellarea adiacentealla chiesa di S. Eusebio di Perti (PR2) (MURIALDO 1996,p. 66, fig. 5.19, n. 5).

    Questa monetazione comprende inoltre 5 folles anoni-mi, di cui 3 derivano dalla raccolta di uno storico locale,G.A. Silla, confluiti nellallora Museo Civico del Finale conlindicazione di provenienza dalle falde Marine delGottaro, a Finalmarina (FM) (Fig. 1.4-5) (SILLA 1949, p. 33,nota 5). Due altri folles anonimi furono rinvenuti nel 1966nella cripta della chiesa di S. Eusebio di Perti (PR1), conevidenti funzioni dedicatorie e rituali (MURIALDO,SCARRONE 1983, p. 5, nota 15, fig. 9; MURIALDO 1996, p. 66,fig. 5.19, n. 6; AROBBA et al., in questo volume).

    Quattro dei folles anonimi, con pesi compresi tra gr 12.9e 9.77 e diametri tra mm 31.0 e 28.1, sono riconducibili allaClasse A2 o A3 secondo Metcalf (1970) e quindi, purnella prudenza necessaria nellattribuzione di queste mo-nete a definiti titoli, possono essere riferiti al periodo corri-spondente ai regni di Basilio II (976-1025) e CostantinoVIII (1025-1028) con una possibile prosecuzione sotto Ro-mano III (DOC III.2 1973, pp. 649-75, A2.1.1-52.6;MORRISSON 1970, II, pp. 596-98; 41/Cp/Ae/31-65;GRIERSON 1982, pp. 204-10, pl. 56.981-983). Un quinto follisda Finalmarina con busto al D/ ed iscrizione al R/ su trelinee, di difficile lettura per lavanzata usura, presenta unpeso di soli gr 7.7 con diametro di mm 29, potendo quindiessere assimilato ai folles di classe E attribuibili al periododi Costantino X (1057-1060 ca.) (MORRISSON 1970, p. 601,41/Cp/AE/120-122; DOC III.2 1973, pp. 688-89, E.1-Ea;GRIERSON 1982, p. 207, pl. 56.988).

    Questi folles si inquadrano nellintensa ripresa dellamonetazione bronzea bizantina nel corso del X e soprattut-to dellXI sec., attestata dal netto incremento delle presen-ze nei territori in diretto rapporto con larea economica di

  • 28

    Bisanzio (GRIERSON 1982, pp. 173-210; TRAVAGLINI 1992;MORRISSON 1998). Sulla diffusione in Italia settentrionale enellEuropa continentale dei folles anonimi si rimanda allarecente revisione di Callegher (1994).

    Per la Liguria, i reperti finalesi integrano i pochi datifinora disponibili e sostanzialmente limitati alla sequenzadi monete bizantine di Siracusa di VIII-IX sec. provenientida Luni con folles di Leone III e Costantino V (720-41),Michele II (821-29), Teofilo (829-42), Michele III e Teodora(852-56) (BERTINO 1985, pp. 299-300; MCCORMICK 2001,appendix 3, B28, p. 841; MORRISSON 1998, pp. 313, 321;ARSLAN 2003; BERTINO 2003, pp. 129-31). Per larea alto-tirrenica, oltre al follis anonimo di classe A2 da Luni(BERTINO 2003, p. 134; fig. 20), da Pisa Piazza dei Cava-lieri provengono un follis di Romano I, simile allesem-plare finalese, ed uno anonimo di classe K riconducibile adAlessio I (1081-1118) (PARDI 2000, p. 244, n. 6 attribuitoa Romano II; n. 7 attribuito a Giovanni I).

    Nel Finale finora mancano monete ottoniane, mentre presente un denaro coniato a Pavia a nome di Enrico III diFranconia, datato tra il 1056 ed il 1106, rinvenuto nelcastrum di S. Antonino (gr 1.08- CNI IV, 2-14), a confermadel ruolo sostenuto dalla moneta pavese in Liguria ante-riormente allapertura della zecca genovese(ARSLAN et al. 2001, p. 717, n. 1).

    2. 1139-MET XIV SECOLO

    Per quanto riguarda il secondo periodo, sono state iden-tificate 90 monete, la cui distribuzione riportata in Fig. 2.Lapertura della zecca genovese condizion radicalmente lacircolazione monetaria in unarea del Ponente ligure, quale ilFinale, nella quale peraltro non si esercit il diretto controllodi Genova. Le monete genovesi del primo periodo (1139-1339), emesse a nome di Corrado III, Romanorum rexsecundus, costituiscono in assoluto il nucleo pi rappresen-tato (60% delle monete del periodo B), con una differenziataserie di tipi: quartarola in oro (PR3; gr 0.86; CNI III.111),grosso da 6 denari in argento (PT; gr 1.56; CNI III.101-103),21 denari (gr 0.81-0.43; CNI III.7-69), 12 mezzi denari omedaglie (gr 0.36-0.15; CNI III.70-80). Alla parte finale delprimo periodo di attivit della zecca genovese appartengono13 quartari in rame dei tipi 1, 2 e 3 (CNI III.1-26), la cuiemissione esord nella seconda met- fine del XIII sec., co-stituendo il circolante a basso valore liberatorio maggiormentediffuso in Liguria nel XIV sec. (BALDASSARRI 1996; 2001).

    Sono note le difficolt per una periodizzazione dellemonete genovesi del primo periodo rappresentate dalla so-stanziale omogeneit dei tipi nellarco di due secoli. Sullabase dei gruppi definiti da Metcalf (1977) e successivamentedalla Travaini (1983, pp. 35-38) per il rinvenimento diOschiri, i denari genovesi leggibili rinvenuti possono esse-re ricondotti unicamente alle classi B, C e D, emesse nelXIII-XIV sec. Mancano al momento denari della classe A,caratterizzata da uno stile rough della porta turrita al D/ eda caratteri pi arcaici delle coniazioni. Il dato sottolinea lascarsa diffusione della monetazione genovese della faseiniziale di attivit della zecca anteriormente al XIII secolo,recentemente evidenziata anche per lo scavo della Loggiasul Priamr a Savona (BALDASSARRI 2001, pp. 488-90). AlXIII secolo possono essere ascritti anche la quartarola inoro ed i grossi in argento, questi ultimi introdotti tra la finedel XII sec. ed il 1220 ca. (PESCE, FELLONI 1975, pp. 16-20;TRAVAINI 1983, p. 39; STHAL 2001, pp. 326-9; FELLONI 1999,pp. 695-98). Un altro grosso (SC; gr 5.05) da ricondurreal primo dogato di Simone Boccanegra (1339-1344), colquale iniziano le coniazioni dei dogi a vita.

    Accanto alla dominante monetazione genovese, nel Fi-nale circolavano multipli di denari e denari pertinenti a zec-che comunali su concessione imperiale e marchionali delNorditalia. Il nucleo pi rappresentato costituito da denari

    di Asti, a nome di Corrado II re, con 8 esemplari databili trail 1140 ed il 1336 circa e pesi compresi tra 0.61 e 0.31 gr(CNI II, 3-9; 16-31; 56-59). Pur avvertendosi la necessit distudi pi aggiornati per linquadramento tipologico dellamonetazione astigiana comunale, sulla base dei pesi e deicaratteri della coniazione anche in questo caso sembranomancare i tipi pi arcaici. Sono comunque note le disposizio-ni di Genova del 1255 tendenti ad impedire la concorrenzadel denaro astigiano nel territorio tra Monaco e Portoveneresoggetto al diretto controllo della Repubblica, che peraltronon comprendeva il Finale (LISCIANDRELLI 1960, doc. 329).

    Nella prima met del XIV sec., accanto ai denari astigiani,i rapporti monetari con lentroterra piemontese sono confer-mati da singoli denari di zecche marchionali, quali quelliconiati a Chivasso da Teodoro I di Monferrato (1307-1338)(PT; gr 0.79- CNI II.11-12) ed a Cortemilia da Manfredo IIdel Carretto nel 1322 ca. (PT; gr 0.57- CNI II.4).

    In questa fase, la monetazione di Pavia appare svolgereun ruolo limitato nel Finale. Oltre al denaro a nome di Enri-co III di Franconia, a questa zecca pu essere ricondottosolo un grosso da 4 denari, coniato a nome di Federico IInel 1220-1250 (PSC; gr 1.13- CNI IV.13). La monetazionecomunale dellItalia settentrionale infine rappresentata da2 denari planeti di Bergamo, a nome di Federico II (1236-inizi XIV sec.), di cui uno riconducibile al tipo CNB 55,con datazione presunta al 1265-1270 (PT, PSC; gr 0.77)(LORENZELLI 1996, p. 385).

    Interessante la presenza di un grosso veneziano di Gio-vanni Dandolo (1280-1289) (PR1; gr 2.10- CNI VII.29), rin-venuto in un contesto particolare quale quello costituito dallacripta di S. Eusebio di Perti.

    A queste attestazioni si affiancano monete di zecchetoscane con 4 denari aquilini minuti della Repubblica diPisa, datati tra il 1265 ca. e ante 1318, provenienti da Final-borgo (PT, PSC; gr 0.72-0.52; CNI XI.120-9), ed un denarodi XIII-XIV sec. del Comune di Arezzo, rinvenuto a Perti(PR1; gr 0.35) (CNI XI.35; STHAL 1988). Per i grossi ed idenari minuti pisani nota lampia diffusione in ambito tir-renico con attestazioni soprattutto in Sardegna, dove com-petono con i coevi denari genovesi (TRAVAINI 1983, pp. 42-48; MEC 14, pp. 410-13).

    Un ruolo non secondario negli assetti monetari finalesidi XIII-met XIV sec. sostenuto da monete francesi, con-centrate in diverse aree di scavo a Finalborgo. Le emissionidi zecche dOltralpe esordiscono con un denaro raimondinodel terzo tipo del Marchesato di Provenza, emesso a Pont-de-Sorgues da Raimondo VI, conte di Tolosa, tra il 1200 ca.ed il 1222 (POEY DAVANT 1860, II, pp. 255-7, n. 3723;ROLLAND 1956, p. 105; AMANDRY 2001, p. 481).

    Pur nella sua unicit e frammentariet, risulta signifi-cativa la presenza di un grosso tornese del Regno di Fran-cia rinvenuto a Finalborgo- PSC, attribuibile agli ultimi annidi regno di Filippo III (1270-1285) o ad una delle emissionidel 1285, 1302 e 1305 sotto Filippo IV (1285-1314)(LAFAURIE 1951, nn. 213, 217, pp. 25-26, 30; DUPLESSY 1999,n. 213, p. 107).

    I grossi tornesi con la O tonda francesi, ampiamenteimitati nellItalia settentrionale, costituivano una moneta diriferimento nel Piemonte meridionale in questo periodo.Nelle immunit concesse da Manfredo di Saluzzo agli abi-tanti di Cortemilia nel 1329 si stabiliscono le sue equiva-lenze con i denari genovesi ed i fiorini: solvere teneanturdomino Marchioni predicto in pecunia numerata adrationem XXIIII Ianuensium parvorum pro Turonensi gros-so de O. rotundo Regis Francie, vel in Turonensis predictisad eandem racionem iusti ponderis, et bone lie, vel inflorenis boni auri, et puri, et iusti ponderi ad marcum, seupondus Florencie, et eius ad racionem solidorum XXVI.Ianuensium parvorum pro floreno (SAVIO s.d., doc. 1014bis).

    Grossi tornesi di Filippo III o IV, oltre che nella torrecivica di Pavia (WARD-PERKINS 1978, pp. 122-3), sono dif-

  • 29

    Periodo B (1139-1350)

    Genova60%

    Asti9%Chivasso

    1%

    Cortemilia1%

    Bergamo2%

    Pavia1%

    Venezia1%

    Regno di Francia1%

    Napoli1%

    Provenza8%

    Arles1%

    Castiglia e Lon3%

    Messina2%

    Cipro1%

    Pisa4%

    Arezzo1%

    Pont-de-Sorgues1%

    Fig. 1 Monete rinvenute nel Finale (per le sigle di provenienza, cfr. Tab. 1): 1. Denaro di Carlo Magno (PM); 2. Denaro del Ducato diNormandia (PR3); 3. Follis di Romano I (PR2); 4-5. Folles anonimi classe A2 (FM); 6. Obolo dellArcivescovato di Arles (PT); 7. Contea diProvenza, doppio coronato di Carlo II dAngi (PSC); 8. Regno di Castiglia e Lon, denaro di Alfonso X (PSC) e 9. Coronato di Sancho IV(PT); 10. Messina, pierreale di Federico III (PT); 11. Regno di Cipro, grosso di Enrico II (PR2).

    Fig. 2 Distribuzione percentuale delle monete del periodo B (1139-1339) rinvenute nel Finale.

    raggiunsero anche lItalia meridionale, dove compaiono aVibo Valentia e Mileto (VV), in Calabria (MEC 14, p. 424;FIORILLO, PEDUTO 2000, Mi 11, pp. 231-2).

    La presenza a Finalborgo di un obolo anonimo del Ve-scovo di Arles (PT, gr 0.35) (Fig. 1.6) (POEY DAVANT 1860,II, n. 4087, pl. XCII, n. 14) conferma la grande diffusionein Liguria ed in area tirrenica, pi in generale, di questemonete, che tra fine XIII e XIV sec. imitavano le coniazio-ni vescovili di Viviers (POEY DAVANT 1860, II, pp. 337-44;AMANDRY 2001, p. 32).

    In Liguria, 3 oboli dei vescovi di Viviers e 4 di quello diArles erano compresi in un gruzzolo datato alla secondamet del XIV sec., disperso nellarea di S. Domenico a Sa-vona, dove erano associati a 72 quartari di Genova ed a 2monete di Savona (BALDASSARRI 1996). La presenza di obo-li di Viviers, oltre che in Provenza (DMIANSDARCHIMBAUD 1980, nn. 113,117), nel ripostiglio sardo diPattada (DESS 1907) ed a Brucato, in Sicilia (BRESC-BAUTIER 1984, pp. 484-5), conferma la circolazione tirreni-ca di queste monete a basso potere liberatorio.

    Gli scavi condotti in varie aree di Finalborgo nel 1997-2000 (AA.VV. 2001; PALAZZI et al., in questi atti) hannoevidenziato la significativa presenza di monete della Con-tea di Provenza nel Finale (8%), soprattutto in seguito allevarie riforme introdotte dalla dinastia angioina dopo lac-quisizione del titolo di re di Gerusalemme e Sicilia, sottoCarlo I dAngi ed i suoi immediati successori(ROLLAND 1956; DMIANS DARCHIMBAUD 1980, pp. 266-69;AMANDRY 2001, pp. 476-83).

    La serie comprende un obolo coronato di Carlo I, co-niato a Tarascona nel 1277-1285 (PSC; gr 0.44)(ROLLAND 1956, n. 38) e, per le emissioni della zecca diSaint-Rmy, 3 doppi coronati di Carlo II del 1298-1301 (PT,

    fusi in area tirrenica, comparendo in Sardegna nei ripostiglidi Pattada (SS) (DESS 1907) e di Terranova (OL), mentread Oschiri (SS) erano presenti 111 terzi di grosso tornese omailles tierces di Filippo IV (TRAVAINI 1983, pp. 61-2). Essi

  • 30

    PSC; gr 1.01, 0.87, 0.44; Fig. 1.7) (ROLLAND 1956, n. 43) e2 piccoli rinforzati (?) di Roberto II, coniati nel 1318-1320+(PSC; gr 0.38, 0.64) (ROLLAND 1956, n. 49; BibliothqueNationale di Parigi R 965-1067). Infine presente un dena-ro coronato coniato ad Avignone per Roberto dAngi nel1330-1337 (FB, gr 0.82) (ROLLAND 1956, n. 53).

    Pur nella mancanza di repertori editi riguardanti la cir-colazione di monete di questo periodo in Liguria, lelevataincidenza nel Finale di coniazioni della Contea di Provenzaesprime il favore incontrato da queste emissioni a titolo pielevato rispetto ai concorrenti denari genovesi, che in que-sto periodo erano andati incontro ad un ulteriore svilimentoe ad una contrazione delle emissioni. Rapporti economicidel Finale con la Provenza sono attestati nel 1292 nelle con-venzioni stipulate tra Genova ed il marchese Antonio DelCarretto, in deroga alle quali i Finalesi potevano esportarein Provenza lignamen pro butis seu vegetibus et tinisfactum in districtu dicti domini marchionis et circulos factoset castaneas et poma natas in districtu dicti dominiAntonii (LIRG I/7 2001, doc. 1193). Occorre inoltre con-siderare lespansione dellinfluenza angioina sviluppatasiin questo periodo nel Piemonte meridionale, che costituivail naturale retroterra del Finale.

    A queste coniazioni di ambito francese si affiancanomonete del regno di Castiglia e Lon, con un denaro su seilinee con marchio di zecca stella, coniato dopo il 1263/4da Alfonso X (1252-1284) (PSC; gr 0.52; Fig. 1.8)(HEISS I 1865, p. 6, pl. 39; ROMA VALDS 2000, pp. 181-5;ALVAREZ BURGOS 1998, n. 234), un denaro coronato diSancho IV (1284-1295) della zecca di Burgos (PT; gr 0.72;Fig. 1.9) (HEISS I 1865, pp. 44-45, pl. 5, nn. 4-14; ROMAVALDS 2000, pp. 212-15; ALVAREZ BURGOS 1998, n. 296) edun piccolo modulo (obolo?) anonimo con raffigurazione delcastello, dincerta attribuzione (PT; gr 0.23). Nonostante laricca documentazione riguardante i rapporti della Liguriacon la Spagna, nella regione non sono frequenti questi tipimonetali, con leccezione di un gruppo di quarti diAlfonso XI (1312-1350) e Pietro I (1350-1369) rinvenutinel cortile della zecca a Genova, probabilmente derivantida un gruzzolo disperso (BERTINO 1996).

    Anche nel caso degli intensi rapporti commerciali dellaLiguria con lItalia meridionale bisogna constatare come irepertori numismatici da stratigrafie liguri edite rispecchi-no solo in parte lentit del fenomeno. Alle coniazioni del-lItalia meridionale anteriori alla met del XIV sec. finoraattestate nel Finale appartiene un denaro gherardino emes-so da Carlo II dAngi per Napoli nel 1300-1309 (PT;gr 0.49) (CNI XIX.19-37; MEC 14.693), mentre alla domi-nazione aragonese sono riconducibili un pierreale in argen-to classe B3 (PT; gr 2.97; Fig. 1.10) (MEC 14.773-5) ed undenaro di gruppo 3 (PT; gr 0.55) (MEC 14.780), coniati aMessina sotto Federico III (1296-1337).

    Infine, quale ulteriore espressione della grande eteroge-neit della circolazione monetaria nel Finale medievale, digrande interesse risulta il grosso del Regno di Cipro coniatoda Enrico II (1285-1324) (PR2; gr 3.83; Fig. 1.11)(SCHLUMBERGER 1878, tav. VI.21). Esso rientra nelle emissionilatine del Regno di Cipro, quando sotto Enrico II cess la

    coniazione di bisanti bianchi e furono introdotti grossi in ar-gento, sul modello di quelli francesi, del peso iniziale di 4.65gr, e frazioni di mezzo grosso (soldi o aspri di Cipro)(LUNARDI 1980, pp. 279-80). Fonti notarili genovesi confer-mano la presenza a Famagosta tra il 1302 ed il 1309 di Fina-lesi, impegnati in transazioni commerciali basate sulluso dibisancii albi de Cipro (BALARD 1984; PAVONI 1987).

    In conclusione, nel Finale solo a partire dal XIII sec. siregistra un progressivo incremento ed una maggiore diversi-ficazione delle coniazioni attestate. Accanto ad un circolantecostituito da denari e mezzi denari, soprattutto genovesi edastigiani ma anche pisani, sono presenti monete a pi elevatopotere liberatorio (quartarola genovese in oro e grossi diGenova, Venezia, Pavia, Regno di Francia, Cipro) o moneteanche a buon titolo del Regno di Castiglia, della Contea diProvenza e di Messina. I dati confermano comunque linse-rimento del Finale in quella che pu essere definita lareamonetaria tirrenica, che emerge chiaramente dal rinvenimen-to di ripostigli o di monete isolate provenienti da contestiarcheologici in Sardegna, Sicilia ed Italia meridionale.

    I limiti insiti in questa comunicazione non consentonouna pi approfondita analisi dei diversi contesti stratigrafi-ci di provenienza e delle relative associazioni, che avrebbefornito ulteriori informazioni sulla cronologia e sulleffet-tiva durata in circolazione delle monete segnalate.

    RINGRAZIAMENTISi ringrazia il Dott. Michel Dhnin, Conservateur en chef au

    Dpartement des Monnaies, Mdailles et Antiques de laBibliothque Nationale de France Paris, per la lettura del dena-ro del Ducato di Normandia e per la valutazione delle monetefrancesi e provenzali. Si ringrazia inoltre la Dott.ssa. Monica Bal-dassarri, Universit di Pisa, per lutile confronto sulle monete me-dievali esaminate in questo studio.

    BIBLIOGRAFIA

    AA.VV. 2001, Archeologia urbana a Finalborgo (1997-2001),Finalborgo.

    ALVAREZ BURGOS F. 1998, Catlogo de la moneda medieval ca-stellano-leonesa. Siglos XI al XV, Madrid.

    AMANDRY M. (a cura di) 2001, Dictionnaire de numismatique, Paris.ARSLAN E.A. 1978, Le monete di Ostrogoti, Longobardi e Vanda-

    li, Milano.ARSLAN E.A. 1998, Problemi di circolazione monetaria in Pie-

    monte dal V allVIII secolo, in L. MERCANDO, E. MICHELETTO(a cura di), Archeologia in Piemonte. Il medioevo, Torino,pp. 289-307.

    ARSLAN E.A. 2001, Considerazioni sulla circolazione monetariain et protobizantina a S. Antonino, in S. Antonino, pp. 239-254.

    ARSLAN E.A. 2003, Emissione, circolazione e tipologia della mo-neta tra tardo antico e alto medioevo in Liguria, in M. MAR-CENARO (a cura di), Roma e la Liguria Maritima: secoli IV-X,Genova, pp. 121-126.

    ARSLAN E.A., BONORA E., FERRETTI F. 2001, Le monete medievalie moderne, in S. Antonino, pp. 717-718.

    BALARD M. 1984, Notai genovesi in Oltremare. Atti rogati a Ci-pro, Collana Storica Fonti e Studi, 43, Genova.

    Sigla Contesto di rinvenimento Tipo di rinvenimento A BFM Finalmarina: falde marine del Gottaro Rinvenimento occasionale 3PM Passo del Melogno, loc. Pian dei Corsi Rinvenimento di superficie 1SAP Castrum di S. Antonino di Perti Scavi stratigrafici 1 2PR1 Perti: chiesa e cripta di S. Eusebio Scavi stratigrafici 2 2PR2 Perti: area adiacente alla chiesa di S. Eusebio Scavo stratigrafico 1 2PR3 Perti: territorio e provenienza indefinita Rinvenimenti occasionali 4PT Finalborgo: Piazza del Tribunale Scavi stratigrafici 45PSC Finalborgo: Piazza S. Caterina Scavi stratigrafici 25SC Finalborgo: chiostro di S. Caterina Scavi stratigrafici 4FB Finalborgo: convento di S. Caterina e altre aree Rinvenimenti fuori contesto 6

    Totale 8 90

    Tab. 1 Contesti finalesi con sigle di provenienza usate nel testo e tipo di rinvenimento delle moneteanalizzate. Numero di monete: A- coniate tra fine VIII/IX sec. ed il 1139; B- coniate tra il 1139 ed il 1350.

  • 31

    BALDASSARRI M. 1996, Un gruzzolo di monete genovesi, savonesie francesi di XIV secolo, in AA.VV, Lo scavo della contradadi S. Domenico al Priamr (Savona). Relazioni preliminarisulle campagne di scavo 1989-1995, Archeologia Medieva-le, XXIII, pp. 386-388.

    BALDASSARRI M. 2001, Monete e tessere. 5.2 Et basso medievalee moderna, in C. VARALDO (a cura di), Archeologia urbana aSavona: scavi e ricerche nel complesso monumentale delPriamr. II.2 Palazzo della Loggia (scavi 1969-1989), vol. II,Bordighera-Savona, pp. 488-497.

    BARELLO F. 1999, Le monete, in E. MICHELETTO (a cura di), Unacitt nel Medioevo. Archeologia e architettura ad Alba dalVI al XV secolo, Alba, pp. 285-288.

    BERTINO A. 1985, Monete attestate in Luni dal IV al IX secolo,Rivista Studi Liguri, XLIX (1983), pp. 265-300.

    BERTINO A. 1996, Monete dagli scavi della zecca, in P. MELLI (acura di), La citt ritrovata. Archeologia urbana a Genova1984-1994, Genova, pp. 137-139.

    BERTINO L.M. 2003, La monetazione tardoantica e altomedievalenel Levante ligure, in M. MARCENARO (a cura di), Roma e laLiguria Maritima, cit., pp. 127-136.

    BRESC-BAUTIER G. 1984, Les monnaies, in J.-M. PESEZ (a cura di),Brucato. Histoire et archologie dun habitat mdival enSicile, vol. II, pp. 473-496.

    CALLEGHER B. 1995, Presenza di folles anonimi in Italia set-tentrionale: unipotesi interpretativa, Quaderni Ticinesi.Numismatica e Antichit Classiche, XXIII, pp. 293-312.

    CNI 1910-1943 = Corpus Nummorum Italicorum, voll. I-XX,Roma.

    DMIANS DARCHIMBAUD G. 1980, Monnaies, in Les fouilles deRougiers (Var), Paris-Valbonne, pp. 257-274.

    DESS V. 1907, Ripostiglio di monete medioevali rinvenuto aPattada, Archivio Storico Sardo, 3, pp. 1-54.

    DOC III.2 1973 = GRIERSON P., Catalogue of the Byzantine coinsin the Dumbarton Oaks collection and the Wittemorecollection, III, part 2, Basil I to Nicheforus III (867-1081),Washington DC.

    DUMAS F. 1979, Les monnaies normandes (Xe-XIIe sicles) avecun rpertoir des trouvailles, Revue Numismatique,VIe serie, XXI, pp. 84-140.

    DUPLESSY J. 1999, Les monnaies franaises royales. De HuguesCapet Louis XVI (887-1793), t.I, Paris.

    FELLONI G. 1999, Genova organizza la sua zecca e le sue monetecominciano a correre per il mondo, in Scritti di storia econo-mica, vol. I, Atti Societ Ligure Storia Patria, ns XXXVIII(1998), pp. 691-698 [gi pubblicato in La Casana, XL(1998), pp. 2-9].

    FIORILLO R., PEDUTO P. 2000, Saggi di scavo nella Mileto Vecchiain Calabria (1995 e 1999), in G.P. BROGIOLO (a cura di), AttiII Congresso Nazionale di Archeologia Medievale (Brescia2000), Firenze, pp. 223-233.

    GRIERSON P. 1982, Byzantine coins, London-Berkeley-Los Angeles.HEISS A. 1865, Descriptin general de las monedas cristianas

    desde la invasin de los rabes, Madrid.LAFAURIE J. 1951, Les monnaies des rois de France, vol. 1, Hugues

    Capet Louis XII, Paris.LAMBOGLIA N. 1956, La necropoli romana di Isasco presso Vari-

    gotti nel Finalese, Rivista Studi Liguri, XXII, pp. 41-65.LIRG I/7 2001 = PALLAVICINO E. (a cura di), I Libri Iurium della

    Repubblica di Genova, vol. I/7, Genova.LISCIANDRELLI P. 1960, Trattati e negoziazioni politiche della Re-

    pubblica di Genova (958-1797), Atti Societ Ligure StoriaPatria, ns I.

    LORENZELLI P. 1996, Catalogo, in AA.VV., Corpus nummorumbergamensium, Bollettino Numismatica, Monografia 5.I.1,Roma.

    LUNARDI G. 1980, Le monete delle colonie genovesi, Atti SocietLigure Storia Patria, ns XX.

    MCCORMICK M. 2001, Origins of the European economy. Com-munications and commerce AD 300-900, Cambridge.

    MEC 1 1986 = GRIERSON P., BLACKBURN M., Medieval EuropeanCoinage. 1 The early Middle Ages (5th-10th centuries), Cam-bridge.

    MEC 14 1998 = GRIERSON P., TRAVAINI L., Medieval EuropeanCoinage, 14 Italy (III). South Italy, Sicily, Sardinia, Cam-bridge.

    METCALF D.M. 1970, Interpretation of the Byzantine RexRegnantium folles of Class A, Numismatic Chronicle, 1970,pp. 199-219.

    METCALF D.M. 1977, Classification of the thirthteenth-centurydenari of Genoa, Numismatic Circular, 1977, pp. 10-11.

    MORRISSON C. 1970, Catalogue des monnaies byzantines de laBibliothque Nationale, t.II, de Philippicus Alexis III (711-1204), Paris.

    MORRISSON C. 1998, La Sicile byzantine. Une lueur dans les siclesobscurs, Quaderni Ticinesi. Numismatica e Antichit Clas-siche, XXVII, pp. 307-334.

    MURIALDO G. 1988, La fondazione del Burgus Finarii nel quadropossessorio dei marchesi di Savona, o Del Carretto, RivistaIngauna Intemelia, ns XL (1985), pp. 32-63.

    MURIALDO G. 1996, Il vicus romano e gli insediamenti altome-dievali, in G. MURIALDO (a cura di), Perti: un territorio ruralenel Finale tra la preistoria e let moderna, Finale Ligure,pp. 53-72.

    MURIALDO G., SCARRONE M. 1983, Una precoce testimonianzapaleocristiana a Perti, Finale: lepigrafe sepolcrale di Lucius(362), Rivista Ingauna Intemelia, ns XX, pp. 1-15.

    ORLANDONI M. 1988, La via commerciale della Valle dAosta nel-la documentazione numismatica, Rivista Italiana Numisma-tica, XC, pp. 433-448.

    PARDI G. 2000, Le monete, in S. BRUNI, E. ABELA, G. BERTI (a curadi), Ricerche di archeologia medievale a Pisa. I. Piazza deiCavalieri, la campagna di scavo 1993, Biblioteca di Archeo-logia Medievale, 17, Firenze, pp. 241-244.

    PAVONI R. 1987, Notai genovesi in Oltremare. Atti rogati a Ciproda Lamberto di Sambuceto, Collana Storica Fonti e Studi,49, Genova.

    PESCE G., FELLONI G. 1975, Le monete genovesi, Genova.POEY DAVANT F. 1858-1860, Monnaies fodales de France, t. I-

    II, Paris.ROLLAND H. 1956, Monnaies des Comptes de Provence, XIIe-XIVe

    sicles, Paris.ROMA VALDS A. 2000, Moneda y sistemas monetarios en Castilla

    y en Lon durante la edad media (1087-1366), Barcelona-Madrid.

    ROVELLI A. 1994, La funzione della moneta tra lVIII e il X seco-lo. Unanalisi della documentazione archeologica, in R. FRAN-COVICH, G. NOY (a cura di), La storia dellAlto Medioevo ita-liano (VI-X secolo) alla luce dellarcheologia, Biblioteca diArcheologia Medievale, 11, Firenze, pp. 521-537.

    ROVELLI A. 2001, Emissione e uso della moneta: le testimonianzescritte e archeologiche, in AA.VV., Roma nellAlto Medioe-vo, t.II, Settimane di Studio Centro Italiano Studi sullAltoMedioevo, XLVIII, Spoleto, pp. 821-852.

    S. Antonino 2001 = MANNONI T., MURIALDO G. (a cura di), S. Anto-nino: un insediamento fortificato nella Liguria bizantina, Bor-dighera.

    SAVIO F. s.d., Indice a G.B. MORIONDO, Monumenta Aquensia, par-te III.

    SCHLUMBERGER G. 1878, La numismatique de lOrient Latin, Paris.SILLA G.A. 1949, La Pieve del Finale, Collana Storico-Archeolo-

    gica della Liguria Occidentale, VIII, Bordighera.STAHL A.M. 1988, A hoard of medieval pennies from Arezzo, Ri-

    vista Italiana Numismatica, XC, pp. 483-493.STAHL A.M. 2001, Genova e Venezia. La moneta dal XII al XIV

    secolo, in G. ORTALLI, D. PUNCUH (a cura di), Genova, Venezia,il Levante nei secoli XII-XIV, Genova-Venezia 2000, AttiSociet Ligure Storia Patria, ns XLI.I, pp. 319-334.

    TRAVAGLINI A. 1992, Le monete, in F. DANDRIA, D. WHITEHOUSE(a cura di), Excavations at Otranto. Volume II: the finds, Lecce,pp. 241-278.

    TRAVAINI L. 1983, Il ripostiglio di Oschiri (Sassari), BollettinoNumismatica, serie I.1 (1983), pp. 27-216.

    WARD-PERKINS B. 1978, Monete, iscrizioni e altri oggetti, inAA.VV., Scavi nella torre civica di Pavia, ArcheologiaMedievale, V, pp. 122-140.